LONATE DI NOTTE, OLEGGIO NEL SOLE

 

Certamente in questo mio sito non potevano mancare questi esametri latini composti nel 1499-1500 dal poeta bustese Gian Alberto Bossi. Fa impressione sapere che anche Lonate ha avuto la sua piccola Eneide...

 

« Egressum Busto ex Magno iam sole cadente

accepit Lunate citum, pariterque sodalem.

Ulterius vetuit teter procedere caecos

ignotique timor sine duce (?) tractus;

hospitis domi est melius quiescere amici

visum ac somno corpus curare salubri.

Sed neutri fuit ulla quies; nam singulta pulex

membra ferox pupugit, morsuque repastus acuto est.

In praedam nixi multos elisimus ira;

diximus et tantae convicia plurima pesti.

Sic totum vario peragravimus ordine lectum,

insomnemque malae noctis transegimus umbram.

Mane, rubente polo, refugatis aethere stellis,

surgimus ingredimurque viam; properavimus, hucque

confestim volucres pervenimus arx ubi strata est

quae, Ticine, tibi tristi de colle nocebat;

Eridano pelagoque rates transire vetabat

et res anguigeris et mundi ferre per oras

quas montanus habet pecorisque Alemania dives.

Cauponam petimus fluviali margine structam...

[...]

Postquam exempta fames epulis, consurgimus

impensis nummis prius et ratione aeque peracta.

Opperiebantur puppes, conscendimus amplas...

[...]

...Collem superavimus, in quo

Olegium positum silvis caelatur ab altis,

hic densas vites et pictas solibus uvas

quae cellis etiam possent certare Falernis

mirati, ficusque nigras albasque nucesque;

persica mirati atque cydonea, punica rubro

sparsa, quibus rident acclivia culta... »

 

Traduzione:

« Uscito dal grande Busto, mentre il sole già tramontava

mi accolse presto Lonate insieme con un amico.

Ma ci vietò di procedere oltre la tetra oscurità

e la paura della via sconosciuta e senza guida,

meglio ci parve allora riposare in casa di un amico

e ristorare il corpo con un sonno salubre.

Ma a nessuno dei due fu concesso il riposo, giacché

feroci ci trapunsero ogni membra le pulci, rimpinzandosi con l'acuto morso.

Impegnati alla cattura, molte ne schiacciammo irosamente

e scagliammo contro sì gran peste innumerevoli imprecazioni.

Così tutto il letto in varie direzioni esplorammo

e passammo insonni la tenebra della perfida notte.

Al mattino, al primo rosseggiare del cielo, dileguate le stelle,

sorgiamo e ci mettiamo in cammino frettolosi e là

tosto giungemmo ove è costruita la fortezza

che dall'infesto colle a te, o Ticino, era di danno,

impedendo ai navigli di trascorrere all' Eridano e al mare

e di portare agli Anguigeri e alle plaghe del mondo

le cose che il montanaro e l'Alemagna ricca di bestiame hanno.

Ci dirigiamo a una osteria costruita sulla riva del fiume...

[...]

Saziata la fame con le vivande ci alziamo

non senza prima aver chiesto e pagato il conto;

ed ecco sopravvengono ampie barche sulle quali saliamo.

[...]

...Superammo un colle

sul quale è posto Oleggio, nascosto da alti boschi,

qui vedemmo ammirati le folte viti e le uve colorate dal sole

che potrebbero gareggiare anche con le cantine di Falerno.

E ammirammo i fichi neri e bianchi e le noci.

Ammirammo le pesche e le mete cotogne e le melagrane

dipinte di rosso per cui ridono le coltivate pendici. »

 

Fonte: G.A. Bossi, Carmina, ms. N-133-sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano, carme "Iter in castra Novariam primo obsidentia" nella traduzione di L. Belotti ("Almanacco delta Famiglia Bustocca per l'anno 1964", pp. 27-41)

 

Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


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