Boom economico negli anni Trenta!


Stavolta la discussione è partita da questa proposta ucronica di William Riker:

Niente crisi di Wall Street nel 1929; boom economico anticipato agli anni trenta; la Fiat Topolino (e non la 500) diventa l'auto di massa per gli italiani. Quale POD può portare a questa circostanza?

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Sandro Degiani allora è partito a ruota libera come lui solo sa fare:

Dunque, colgo l'ispirazione ma solo per fornire le basi "economiche" alla nuova Ucronia....

La crisi di Wall Street del '29 fu causata da un concomitanza di cause ma innescata dalla incapacità degli USA di gestire il dopoguerra e le masse di uomini che si erano resi disponibili per il mercato del lavoro.

Non dobbiamo dimenticare che con la Prima Guerra Mondiale un grande risultato positivo e storico era stato raggiunto... l'emacipazione femminile aveva sfondato le barriere psicologiche ed infranto ogni tabù primitivo. Con gli uomini al fronte le donne avevano fatto ogni mestiere: tramviere, muratore, operaio, postino, avevano guadagnato il diritto a portare i pantaloni (nel senso letterale del termine, non si può lavorare in un cantiere sui ponteggi con la gonna..!!)

Questa conquista non poteva essere ritrattata a guerra finita e reduci rientrati... le donne oramai sapevano e volevano lavorare, conquistarsi una indipendenza economica che comportava anche una indipendenza psicologica dai mariti e dai padri.

Ormai la frittata era fatta e non si potevano riavere indietro le uova....!!

La Grande Guerra aveva impoverito la Gran Bretagna e tolto alla sterlina il suo ruolo di moneta di riferimento nello scenario mondiale.

Le sue Colonie si erano rese indipendenti o lo stavano per fare, la sua Marina commerciale era stata trascurata in favore di quella di guerra, il suo mercato interno era collassato e non si riprendeva. Già nel 1920 la sterlina era svalutata rispetto al dollaro del 22%. Inflazione e recessione erodevano ogni giorni di più salari e facevano precipitare lo standard di vita britannico verso livelli di "povertà" che non aveva mai conosciuto.

Invece di riconoscere lo stato di crisi, solo per non affievolire il prestigio della City l'Inghilterra, invece di rivedere il mutato rapporto della sterlina col dollaro, e stabilizzare il valore della sterlina alla nuova parità determinatasi, adottò una forte politica deflazionistica che le permise di ripristinare nel 1925 il rapporto con il dollaro alla parità prebellica, segnando il ritorno alla convertibilità aurea, sia pure integrata dall'apporto di monete forti (Gold Exchange Standard).

L'attuazione di questa politica deflazionistica, determinando una caduta dei prezzi interni e dei tassi di profitto e di interesse rispetto a quelli esteri, indebolì le esportazioni e favorì largamente le importazioni, contribuendo a precipitare l'economia britannica in una grave crisi, che non mancò di avere i suoi risvolti sociali, come attestano i gravi conflitti nel mondo del lavoro che culminarono nel lungo, estenuante sciopero dei minatori del 1926.

La Borsa di Londra (punto mondiale di riferimento) durante la Guerra era passata in secondo piano e Wall Street aveva visto spostarsi sulla sua Borsa tutti gli operatori mondiali grazie al fatto di essere collocata in un paese che non era "territorialmente" in guerra e in pericolo di invasione.

Partì quindi speculazione selvaggia su una Borsa "giovane ed inesperta", molto più euforica e portata all'ottimismo della prudente, conservatrice e cauta boersa inglese, fino a portarla al collasso. Solo poche settimane prima, nell'estate del 1929, la Borsa di Wall Street era euforica e gli analisti prevedevano ulteriori rialzi... anche se gli analisti già da un anno avevano messo in evidenza i sintomi di una futura crisi borsistica.

In questo clima di speculazione selvaggia erano i privati e gli inesperti alla ricerca di facili guadagni che rischiavano di più e furono quelli vennero travolti dal Crollo del '29.

Del tutto diversa la condizione degli Stati Uniti. Con le sole eccezioni del 1924 e del 1927, gli USA registrarono un boom ininterrotto fino all'ottobre 1929. A stimolare l'economia americana furono molti fattori: - l'espansione dell'industria edilizia e delle industrie da questa indotte; - una serie di innovazioni, basate sullo sfruttamento di nuovi prodotti (l'automobile, grazie all'adozione di nuovi sistemi di produzione) e delle industrie collegate (petrolifere, della gomma, dell'acciaio, delle costruzioni stradali, dei trasporti stradali, ecc.); - lo sviluppo dell'industria elettrica, la cui produzione raddoppiò tra il 1923 e il 1929; - l'impulso notevole alla razionalizzazione dei processi produttivi, con l'adozione, nelle industrie dei prodotti di massa, di un'organizzazione scientifica del lavoro, o «taylorismo», mirante ad eliminare i tempi morti, e a ridurre al minimo i movimenti inutili (un esempio per tutti fu l'adozione della catena di montaggio da parte della Ford agli inizi del secolo).

Il reddito nazionale aumentò, fra il 1923 e il 1929, del 23% laddove la popolazione, in seguito alle leggi restrittive dell'immigrazione del 1921, aumentò solo del 9% e la forza di lavoro solo dell'11%. Questa maggiore disponibilità di capitali fece degli Stati Uniti il paese più prospero del mondo. E furono proprio queste abbondanti disponibilità che consentirono agli USA di concedere cospicui prestiti non solo all'Europa ma anche all'America latina, al Canada e ad alcuni paesi asiatici (si parla in tutto di quasi 30 miliardi di dollari). La maggior parte dei prestiti fu concessa ai paesi europei dopo che essi erano riusciti a domare l'inflazione che li avevano afflitti nel dopoguerra. Inflazione che era stata di tale ampiezza e gravità che si era dovuto provvedere a sostituire le monete esistenti, creandone delle altre, dopo aver assicurato loro congrue ed effettive garanzie (dalla corona allo scellino in Austria; dal marco al renten-mark in Germania; dal rublo al rublo-cervonetz in Russia).

Dato che il sistema monetario prebellico era ancorato all'oro si ritenne che bisognasse ritornare all'oro. E poiché era la moneta inglese il punto di riferimento delle altre monete europee, il fatto che essa puntasse a ripristinare il rapporto prebellico col dollaro non fu senza conseguenza per gli altri paesi occidentali. Anche se non si ebbe un vero e proprio ritorno al Gold Standard, ma si arrivò ad un Gold Exchange Standard, nel senso cioè che si equipararono all'oro le valute pregiate estere, il risultato non fu meno grave. Le riforme monetarie, mano mano che si succedevano creavano (o scoprivano) il vuoto nelle economie interessate.

Così quando l'Inghilterra nel '25 tornò alla parità entrò in crisi; allo stesso modo, quando nel '27 la lira si allineò alla sterlina ebbe inizio la crisi anche in Italia (cfr. A. Musco). Eppure fu dopo questa generale sistemazione delle monete europee svoltasi tra il 1925 e il 1927 che gli Stati Uniti intensificarono i loro prestiti ai vari Paesi europei. Nei soli anni 1925-1929, gli Stati Uniti prestarono all'estero circa tre miliardi di dollari. E a poco a poco una gran parte dell'oro del mondo si andò a concentrare a Fort Knox (che nel 1929 ha già il 38% dell'oro del mondo).

In Europa la Germania era stata il maggior beneficiario dei prestiti americani, e grazie a questi aveva potuto riprendersi rapidamente dal collasso del marco nel dopoguerra. Per fronteggiare le sue esigenze di sviluppo, la Germania aveva utilizzato molti dei prestiti americani a breve termine per investimenti a medio e a lungo termine, confidando che, dato il ritmo e l'intensità dello sviluppo dell'economia statunitense, questi prestiti non sarebbero stati rapidamente ritirati. E in quale migliore mercato investire se non proprio New York? Sempre più capitali a breve termine, l'hot money («moneta calda»), furono attratti pertanto dal boom della borsa di New York.

Ma l'aumento delle quotazioni alla borsa di New York non era collegato all'aumento dei dividendi delle azioni, cioè dei profitti delle corrispondenti società, bensì a un puro gioco di speculazioni. Dal momento che i prezzi crescevano appariva vantaggioso comprare per rivendere, senza preoccuparsi della bontà dei titoli. Per il possesso di questi titoli l'investitore piccolo come quello grosso ricorreva alle banche per ottenere i finanziamenti necessari al completamento dell'operazione. Fu così che tra il 1925 e il 1929 il numero dei valori scambiati raddoppiò (incurante dell'aumento del tasso di sconto del governo statunitense del 1924).

Nell'autunno del 1929 gli Stati Uniti, che tenevano in piedi e unito il sistema economico internazionale, cominciarono a richiamare drasticamente i capitali sottraendoli, quindi, alle attività in cui erano investiti. E la crisi si allargò a macchia d'olio.

 

FIN QUI LA STORIA... ADESSO VEDIAMO DI CAMBIARE LE BASI E POI VOI SBRIGLIATE I CAVALLI DELLA FANTASIA...

 

I920, la Grande Guerra è finita da due anni.... la Germania sta già facendo ripartire la sua macchina industriale... l'Inghilterra e la Francia si dibattono in gravi difficoltà economiche. La Russia ha appena avuto la sua Rivoluzione e sta ricostruendo la sua politica estera.

Lenin ha una visione dell'Europa socialista ed unitaria e lancia la sfida... tutte le potenze europee si siedano ad un tavolo e mettano in gioco le loro risorse e capacità al fine di creare una Grande Europa.

David Lloyd George, primo ministro inglese, si dimostra molto disponibile ma Georges Clemenceau non vuole sedere ad un tavolo assieme agli odiati tedeschi. Per fortuna la crisi economica Francese lo travolge con il suo governo.... nel 1921 l'ex presidente Raymond Poincarè lo sconfigge così sonoramente che Georges Clemenceau si ritira dalla politica e và a vivere in Guyana . Raymond Poincarè vorrebbe usare la mano forte con la Germania ed annettersi l'Azazia e la Lorena, ma i suoi consiglieri lo consigliano che la regione potrebbe diventare la prima area di libero scambio europea e la più ricca economicamente dell'intero Vecchio Continente.

Nel 1920 le elezioni politiche in Germania portano alla carica il centro-cattolico Konstantin Feherenbach, convinto europeista e pacifista che ha dichiarato che non vuole precipitare in una nuova Tragedia la Germania, la soluzione dei problemi tedeschi è nella collaborazione e non nella contrapposizione delle nazioni.

Poincarè e Feherenbach si incontrano a Strasburgo nel 1922 e firmano un trattato di collaborazione economica che vede Alsazia e Lorena diventare territori ad amministrazione congiunta franco-tedesca e con regime fiscale e dazi estremamente favorevoli.

Nel 1923 Hindenburg, presidente della Germania comincia ed intravede una possibilità di riscatto pacifico per la Germania ma è intimorito dalla proposta Russa di Lenin di unione europea che viene rilanciata ogni sei mesi con caparbietà e teme che rischi di spostare ad Est il baricentro dell'Europa.

Contatti con l'Inghilterra e l'Italia rilevano terreno favorevole per una "Convenzione Europea". L'idea di Lenin viene rilanciata da Francia, Germania, Italia ed Inghilterra e diviene l'argomento politico centrale delle discussioni.

Giolitti piglia la palla al balzo e propone Roma come sede dell'incontro.

La sede viene accettata e si fissa per il 14 Aprile 1924 la data.

Lenin muore il 24 Gennaio ma da sette mesi è invalido e non può vedere il suo obiettivo che si stà realizzando. Ma nel suo Testamento spirituale, la famosa "Lettera al Congresso" Lenin indica come priorità assoluta per la Russia essere attore della scena Europea, diventarne fulcro e motore, non isolarsi ma collaborare con le altre nazioni, per la vittoria del socialismo e il riscatto dell'uomo. Lenin un'anno prima aveva rotto ogni rapporto con Stalin e lo aveva emarginato dal partito per la questione del rozzo rimprovero che Stalin fece alla moglie Nadejda per la lettera indirizzata a Trotzky. .

Il 21 dicembre Lenin detta a Nadejda una lettera indirizzata a Trotski, in cui si dichiara soddisfatto della decisione del plenum circa la conferma dell'intangibilità del monopolio del commercio estero e suggerisce che venga posta al congresso del partito la questione del consolidamento di tale commercio e delle misure da prendere per migliorarne l'efficienza.

Avendo saputo di questa lettera, Stalin, al telefono, rimprovera duramente Nadejda d'aver trasgredito l'ordine di riposo assoluto impartito dai medici. Nadejda reagisce inviando il 23 dicembre una lettera a Kamenev, allora vice-presidente del consiglio dei ministri: "Stalin s'è permesso ieri un attacco assai rozzo nei miei riguardi, sotto il pretesto che avevo autorizzato Ilich a dettarmi una breve lettera - ciò che io ho fatto col consenso dei medici. Non è da oggi che sono membra del partito, ma in 30 anni non avevo mai sentito nulla di simile. Gli interessi del partito e dello stesso Ilich mi stanno a cuore tanto quanto a Stalin. So bene ciò di cui si può o non si può parlare con Ilich, poiché so che cosa lo preoccupa, lo so meglio di qualunque medico, in tutti i casi meglio di Stalin... Non sono di marmo e i miei nervi sono al limite":

La Krupskaia non disse niente a Lenin dell'incidente, per cui è da escludere ch'essa l'abbia influenzato nel ritratto che di Stalin egli fece in una nota del 4 gennaio 1923. Solo il 5 marzo egli viene a conoscenza dell'incidente, per il quale dettò subito una lettera indirizzata a Stalin: "Compagno Stalin, voi avete avuto l'impudenza di chiamare mia moglie al telefono per insultarla. Benché essa vi abbia promesso di dimenticare l'incidente, il fatto tuttavia, per mezzo di lei, è venuto a conoscenza di Zinoviev e Kamenev. Io non ho intenzione di dimenticare così facilmente ciò che è stato fatto contro di me: va da sé infatti che quanto viene fatto contro mia moglie è come se fosse fatto contro di me. Ecco perché vi chiedo di farmi sapere se siete disposto a ritirare ciò che avete detto e a scusarvi, o se invece preferite interrompere le relazioni tra noi. Con i miei rispetti, Lenin".

Lenin non si scusò ma anzi dichiarò che Lenin non era oramai in grado di prendere decisioni perchè la malattia gli aveva ottenebrato la mente. Il riuultato fu che una delle ultime decisioni prese da Lenin fu di spedire Stalin in una remota località della Siberia dove pochi giorni dopo venne ritrovato assiderato in un bosco.

Lenin nel suo Testamento Spirituale indica anche il suo successore in una coppia di persone con poteri divisi: Bucharin e Piatakov. Bucharin seguirà la politica interna e Piatakov quella estera.

Nel 1924 si incontrano a Roma cinque nazioni: Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Russia.

Giolitti affida la missione di rappresentare l'Italia ad un giovane politico socialista, tale Benito Mussolini.

Il risultato è la creazione di area di libero scambio da rendere realtà in cinque anni... in questa area affluiranno dalla Russia le materie prime, dalla Germania le competenze industriali e parte della mano d'opera, dalla Francia e dall'Inghilterra i capitali, l'Italia gestirà il commercio da e verso l'esterno grazie alla sua posizione privilegiata nel Mediterraneo.

L'inghilterra inizia una politica di inflazione pilotata mentre Italia e Francia mettono in campo severe politiche economiche. L'obiettivo è una "moneta unica" da varare nel 1930 ad economie e bilanci livellati. Il 1929 arriva con una economia europea sane e in crescita. La Borsa di riferimento europea è quella di Roma, I Capitali non arrivano più dagli USA ma anzi vanno dall'Europa verso l'America a cercare nuovi campi di investimento.

Gli USA per reagire varano una politica protezionistica nei confronti dell'Europa voluta da con Franklin Delano Roosevelt. L'Europa risponde fregandose altamente e gli USA si chiudono in uno splendido isolazionismo politico ed economico ed escono dalla scena mondiale.

L'Italia "Mercante Mondiale" conosce una nuova epoca di Rinascimento artistico ed economico, la Germania con illimitate materie prime che arrivano dalla Russia , può finalmente sfruttare la propria industria e l'operosità dei suoi figli per inondare il mercato di tecnologia inarrivabile per qualità e prezzo.

La Francia e l'Inghilterra diventano i banchieri del Pianeta, una posizione sancita dal matrimonio nel 1926 di Elisabetta I di Inghilterra con il barone Edmond de Rothschild. Elisabetta porta in dote l'Oro della Banca d'Inghilterra, Edmond in pacchetto societario che comprende le 100 aziende più ricche del pianeta e la l'esperienza finanziaria e la spregiudicatezza di tre secoli di banchieri partiti nel 1764 dal ghetto di Francoforte ed ora seduti sul trono di Inghilterra.

(La data non è un caso... è un anniversario, anzi un centenario, i Rothschild avevano salvato dalla bancarotta la Banca di Inghilterra nel 1826 e i WIndsor non lo avevano dimenticato).

 Bah... ho cominciato da una parte e sono finito in un'altra... è così che funziona con le ucronie? ^__^

Però, ora che ci penso, se un sistema economico è una rete a feedback, questo lo rende intrinsecamente caotico: ciò oltre all'autostrutturazione (ergo il capitalismo vince sempre sul socialismo) però lo rende soggetto a "catastrofi", le cuspidi. Quindi la crisi è connessa proprio nella natura stessa dell'economia... In una forma o l'altra si verifica sempre.... Poi non è detto che sia una brutta cosa: senza le estinzioni di massa, l'evoluzione non sarebbe diversa?

Magari intorno agli anni '40 possiamo metterci un traumatico ingresso della Cina nella scena economica mondiale dopo che Chiang Kai Shek, sconfitti i Signori della Guerra nel 1928, riesce a sradicare il comunismo dalla Cina e far impiccare nel 1930 Mao Tze Tung in  Piazza Tien A men.

La Cina inizia una vorticosa ascesa industriale ed economica a tassi da capogiro e crea un mercato Comune Orientale che va dalla Corea fino alla Indocina. Nel 1942, dopo 13 anni di continua crescita al tasso del 15 % annuo, la Cina è pronta allo sbarco nel Mercato Europeo...  in 5 anni le economie dei paesi dell'Europa sono messe in ginocchio.

La politica di Wellfare Europea deve essere drasticamente ridotta ed i salari bloccati mentre una paurosa inflazione ne decurta il potere di acquisto. Nel 1960 l'operaio medio europeo ha visto il suo potere di acquisto dimezzato, la disoccupazione tocca il 17 %, le pensioni sono da fame e gli anziani vivono di stanti. Ma nel 1962 la Rivoluzione Robotica parte da Grugliasco (sobborgo di Torino). Unendo i nuovi "Cervelli Elettronici" che il genio italico ha sviluppato ad Ivrea presso la Olivetti con i manipolatori automatici del Consorzio Macchine Utensili (acronimo COMAU) nasce il primo robot in grado di imparare ed eseguire compiti complessi. Si chiama "Leonardo".

L'Italia rinuncia al brevetto verso i paesi membri della Comunità Europea e viene rilasciata licenza libera di costruzione dei robot in tutta l'Europa. 

Il basso costo e l'immensa risorsa costituita dalla mano d'opera orientale viene compensata con il costo nullo e la precisione della manodopera cibernetica. Nel 1970 l'Europa ricomincia a recuperare il terreno perduto e a crescere costantenemte oltre il 6%.

I cinesi cercano di copiare i robot ma nel 1972 la fabbrica che li costruisce viene messa a ferro e fuoco dalla folla inferocita che teme di perdere il benessere conquistato duramente. L'ondata luddista travolge la complessa ma fragile rete economica dell'intero oriente. Nel 1973 Corea, Giappone e Birmania alzano la testa e dichiarano la loro indipendenza politica e industriale rispetto alle scelte della Cina. I questi paesi i robot sono banditi, la folla inneggia alla scelta che privilegia l'umano rispetto alla macchina. I politici cinesi capiscono che se scelgono la via del robot perderanno il consenso popolare e chinano la testa I (non prima che il Ministro dell'Industria venga assassinato in diretta TV durante un dibattito sull'impiego delle macchine nella produzione da uno spettatore rimasto disoccupato perchè il suo lavoro veniva svolto da robot).

Nel 1980 l'economia mondiale è di nuovo tranquilla. A un Occidente tecnologico che sforna quantità immense di prodotti tutti perfettamente identici si contrappone un Oriente manuale e orientato alla personalizzazione del prodotto...

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A questo punto, William Riker ha avuto un'altra idea:

Se qualcuno vi chiedesse di nominare l'uomo che più di ogni altro nella storia ha avvelenato esseri umani, difficilmente vi verrebbe in mente il nome di Thomas Midgley. Eppure sulla sua coscienza pesano le morti e le malattie di milioni di persone. Fu lui infatti, per conto della General Motors, a individuare un modo geniale per aumentare l'efficienza dei motori a benzina: aggiungere piombo tetraetile al carburante. Si sapeva fin dall'antichità che il piombo è altamente neurotossico (ne parlava già Dioscoride al tempo di Nerone), e nel settore automobilistico erano già in uso alternative meno pericolose, come l'etanolo. Ma queste alternative non erano brevettabili e avrebbero prodotto ben pochi profitti, e così la General Motors decise di puntare sull'idea di Midgley, con guadagni enormi. Solo un geochimico poco noto, Clair Patterson, negli anni sessanta dimostrò finalmente la pericolosità per la salute delle 200.000 tonnellate di piombo scaricate in atmosfera ogni anno. Patterson fu boicottato e ridicolizzato a lungo, ma alla fine la scienza gli diede ragione e le leggi cominciarono a ridurre le emissioni di piombo nei gas di scarico delle auto. Midgley non venne mai a sapere di avere avvelenato il pianeta: morì il 2 novembre 1944, a 55 anni, strangolato dal complicato meccanismo a pulegge che aveva ideato per alzarsi dal letto in cui giaceva, afflitto dalla poliomielite. Ma che accade se la poliomielite lo contagia da bambino ed egli non ha mai la possibilità di aggiungere il piombo tetraetile come antidetonante alla benzina? Come cambia la faccia del mondo, considerando che egli inventò anche il freon, il primo dei clorofluorocarburi che contribuirono a distruggere il buco dell'ozono?

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Gli replica Bhrihskwobhloukstroy:

Quest'idea sembra contenere tre possibili sviluppi:

1) quali Case rivali (p.e. Chrysler) ne avrebbero approfittato
2) quali Personalità importanti sono precocemente morte a causa delle emissioni di piombo
3) quante possibilità c'erano che qualcun altro avesse la stessa idea prima che arrivassero gli studî di Patterson.

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E ora, la parola a Generalissimus, che ha tradotto per noi quest'ucronia:

Architettura alternativa: edifici che non sono mai esistiti

Le strutture da sole possono essere influenti, simboli veri e propri che fanno da riflesso alla regione nella quale si trovano, ma per ogni Torre Eiffel, Burj Khalifa o Empire State Building ci sono molte strutture iconiche che non sono mai state costruite, abbandonate nel regno delle ombre degli “edifici di concetto”, o “opere incompiute”.
Non so perché questi progetti di edifici cancellati mi hanno sempre affascinato, ma lo fanno, perciò sedetevi bambini, sto per parlare di roba inutile.
1) Un’icona di New York alternativa.
Ad ergersi sulle strade di Barcellona c’è una cattedrale, e anche se può sembrare uno strano mix fra un termitaio e qualcosa uscito da Guerre Stellari, penso che abbia una sua bellezza unica, ma non è questo l’edificio di cui voglio parlare.
Sì, è in costruzione dagli anni ’80 dell’800, ma almeno esiste.
Ora, ciò che mi interessa è l’architetto dietro la cattedrale, Antoni Gaudí.
Nel 1908 egli propose una struttura simile che non vide mai la luce.
Infatti il progetto non fu scoperto fino agli anni ’50, un progetto per un hotel che se fosse stato completato avrebbe definito lo skyline di New York decenni prima della costruzione dell’Empire State Building.
Il suo nome era Hotel Attraction, benché se fosse stato costruito molto probabilmente avrebbero cambiato il nome.
Se fosse stato completato l’Hotel Attraction sarebbe stato il centro di New York, una montagna di edifici curvi con una stella brillante in cima, e al centro di quella montagna un insieme di sale da ballo decorate elaboratamente ed esterni con incisioni dettagliate.
Sarebbe stato il centro principale della ricchezza cittadina, ed è per questo che Gaudí alla fine abbandonò il progetto, ma se non lo avesse fatto e lo avesse portato a termine l’hotel sarebbe stato costruito su un grande lotto di terra inutilizzato di Manhattan, sul bordo dell’isola, uno spazio che nella nostra TL alla fine avrebbe ospitato il World Trade Center.
Grazie alla costruzione di un singolo edificio la cultura e il simbolo di New York cambiano completamente e il bersaglio di un futuro attacco non esiste.
Ma quello che intriga di più è come questo avrebbe potuto influenzare l’architettura nel XX secolo.
La gente guarderà al nuovo edificio più alto del paese come il futuro o lo liquiderà come un pugno nell’occhio? Dopotutto questa era un’epoca dove la stessa Torre Eiffel venne respinta dal proprio popolo prima che… Lo sapete, alla fine ci facesse i soldi, ma se fosse stato costruito e accettato, gli elementi di design di questo singolo edificio influenzeranno gli Stati Uniti per almeno qualche altro decennio.
Chissà, forse le città con skyline curvi e arrotondati ed elaborate facciate decorate definiranno gli anni ’20 e ’30.
2) Un nuovo centro del Comunismo.
Immaginate di essere l’Unione Sovietica negli anni ’30: siete il primo stato Comunista del mondo, congratulazioni! Come celebrereste questo fatto? Costruendo un monumento gigantesco, ovviamente! E così volevano fare anche i Sovietici.
Il suo nome era Palazzo dei Soviet.
Dopo un concorso architettonico i piani finali del centro dell’Unione Sovietica arrivarono a consistere di una torre più alta dell’Empire State Building e della Torre Eiffel con in cima una statua di Lenin alta 90 metri.
Il progetto finale andò in una direzione notevolmente diversa rispetto a quello che vediamo normalmente nell’architettura dell’epoca sovietica.
Sarebbe stato costruito in stile neoclassico per emulare gli antichi imperi.
I Sovietici ne iniziarono la costruzione intorno alla fine degli anni ’30, demolendo addirittura la Cattedrale di Cristo Salvatore per fare spazio.
Alcuni oggi dubitano che una struttura di queste dimensioni avrebbe potuto essere costruita, specialmente se con acciaio sovietico, ma comunque non conta.
Il progetto arrivò solo alle fondamenta quando la Germania invase, e tutte le risorse vennero utilizzate per lo sforzo bellico.
In seguito, con la ricostruzione e altri progetti, la terra destinata al grande palazzo venne abbandonata per decenni fino a quando la chiesa demolita negli anni ’30 non fu ricostruita negli anni ’90.
Perciò, presumiamo che venga costruito davvero: questo palazzo, che dubito abbiate mai visto prima, sarebbe il centro del potere sovietico.
Icone come la Piazza Rossa verrebbero sovrastate da questo palazzo, e sarebbe la prima cosa che verrebbe in mente all’occidente durante la Guerra Fredda.
Gli edifici riescono sempre a farsi strada nella propaganda nemica.
Una volta caduta l’Unione Sovietica, non riesco a immaginare che il nuovo stato russo sprechi risorse per provare ad abbattere la statua di Lenin, perciò forse rimarrà un ricordo incombente del XX secolo della Russia.
3) Il parcheggio del pericolo parigino.
Amico, benvenuto in una nuova era, un’era di automobili! Non sono fantastiche le automobili? Ma certo che lo sono! E se ci fosse un modo per usare la tua auto per arrivare in un bel posto panoramico? La soluzione è semplice! Prendi il tuo macinino degli anni ’30 e guida su un pilastro curvo e inclinato che arriva a 600 metri d’altezza per godere di una bella vista dell’esposizione universale! Andiamo, non essere timido! Sì, questo era un vero progetto dell’architetto Eugène Freyssinet per l’Expo 1937, una continuazione della tradizione francese di costruire grandi torri alle esposizioni universali, ma invece della Torre Eiffel di 270 metri (non so perché continuo a tirare fuori la Torre Eiffel) questa doveva essere una nuova spirale in puro cemento alta 700 metri, e gli anelli che la circondavano avrebbero dovuto essere strade sulle quali la gente avrebbe guidato quasi fino in cima per arrivare ad un osservatorio.
Chiamata Phare du Monde, era un monumento al modo in cui le auto avevano trasformato la vita, e quale modo migliore di godersi la vista se non causare indirettamente ingorghi mortali su una strada a spirale? Cosa scioccante, questo progetto venne abbandonato, ma se fosse stato costruito Parigi avrebbe ospitato due enormi strutture costruite unicamente per eventi temporanei.
Diversamente dalla Torre Eiffel, però, dubito che avrebbe avuto lo stesso prestigio di simbolo iconico dei Francesi nel mondo, questa in fondo sarà una gigantesca torre di cemento degli anni ’30, ma sarebbe divertente.
4) L’autostrada più brutta.
Immaginate di andare a Manhattan, guardare in alto e vedere un’autostrada… Proprio in mezzo all’isola.
Negli anni ’60 l’America andava pazza col costruire nuove autostrade, in tutti gli Stati Uniti interi quartieri e distretti venivano rasi al suolo e migliaia di persone venivano lasciate senza casa per fare spazio a nuove strade.
Uno di questi piani prevedeva la demolizione di migliaia di case per costruire a Manhattan un sistema di autostrade e di edifici collaterali che sarebbero stati una piaga per l’isola.
Sì, sto parlando delle due peggiori parole che potrete mai sentire per un edificio: architettura Brutalista.
L’autostrada sarebbe passata attraverso Manhattan, tagliando l’isola in tre parti, con un hub centrale e gli edifici circostanti costruiti in uno stile Brutalista che avrebbe fatto arrossire qualsiasi autore di distopie.
Allora cosa successe? Beh, ci fu una reazione negativa, ovviamente, e alla fine non se ne fece più nulla.
Se fosse stata creata, la nostra visione moderna di New York verrebbe accompagnata da grandi edifici di cemento e un obbrobrio di autostrada che ci passa attraverso in stile Los Angeles.
OK, riassumiamo tutto.
Ci sono molti edifici che semplicemente non esistono, e non perché sono idee folli o c’è stata un’invasione Nazista, ma semplicemente perché l’economia subisce recessioni, gli investitori si ritirano e la costruzione è più costosa di quanto immaginato in precedenza.
Non so perché ho fatto questo video, ma ero semplicemente in cerca di un motivo per parlare di qualcosa che trovo interessante, non state a pensarci troppo.

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Perchè No? dal canto suo aggiunge:

Io ho sempre sognato di vedere i monumenti di Etienne-Louis Boullée progettati durante la Rivoluzione Francese. Se la Repubblica si fosse mantenuta forse sarebbero stati costruiti. Un'architettura monumentale classica che di dimensioni stupende. Ecco suo progetto di Arco di Trionfo e il suo progetto più famoso, il cenotafio di Newton.

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Chiudiamo per ora con la proposta di Andrea Villa:

Al Capone paga le tasse...

Contrariamente a quanto si crede di solito, molti contrabbandieri di alcolici negli anni '20 pagavano (anche regolarmente) l'imposta federale sul reddito. Come scrive John J. Binder nel suo libro Al Capone's Beer Wars: A Complete History of Organized Crime in Chicago During Prohibition, “non tutti [i contrabbandieri di alcolici] si rifiutarono di pagare le proprie tasse al governo, e lui [Al Capone] avrebbe dovuto seguire questo esempio…”

Nel 1923 quasi cinquemila contrabbandieri di alcolici in tutto il Paese pagavano le tasse sul reddito. John Torrio (il predecessore e mentore dello stesso Capone), Hirshie Miller, Maxie Eisen e Frankie Lake lo fecero ripetutamente, anche con l’aiuto di agenti come Eddie Waters, uno zelante agente delle entrate fiscali di Chicago, che continuamente cercava di convincere i gangster più recalcitranti (tra cui il fratello di Capone, Ralph) affinché compilassero le loro dichiarazioni dei redditi. Waters stesso aiutava i contrabbandieri a compilare i propri moduli per le tasse in modo tale che non dovessero dichiarare le loro fonti dei redditi.

Lo stesso governo americano favoriva la situazione: nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva dichiarato che era legale, per il governo americano, riscuotere le tasse provenienti da attività illegali (caso in questione: vedi questo link). Il giudice Holmes, che aveva presieduto il caso, aveva dichiarato:

“Non vediamo alcun motivo di dubitare dell'interpretazione della legge, né alcun motivo per cui il fatto che un'impresa sia illegale dovrebbe esonerarla dal pagamento delle tasse che, se fosse legale, dovrebbe pagare. Poiché il reddito dell'imputato è tassato, lo statuto, ovviamente, richiede una restituzione... Nella decisione che ciò è contrario alla nostra Costituzione, siamo dell'opinione che la protezione del Quinto Emendamento sia stata spinta oltre.

Se la forma di restituzione fornita richiedeva risposte che il convenuto aveva il privilegio di non fare, avrebbe potuto sollevare l'obiezione nella restituzione, ma non poteva in tal caso rifiutarsi di fare alcuna restituzione. Non siamo chiamati a decidere cosa, se del caso, avrebbe potuto rifiutare. La maggior parte degli elementi non giustificava alcun reclamo. Sarebbe un'applicazione estrema, se non stravagante, del Quinto Emendamento affermare che essa autorizza un uomo a rifiutare di dichiarare l'importo del suo reddito perché di natura illegale. Ma se l'imputato desiderava verificare questo o qualsiasi altro punto, avrebbe dovuto verificarlo nella restituzione, in modo da poterlo trasmettere. Non poteva disegnare un circolo di prestigiatori intorno all'intera questione con la sua stessa dichiarazione che scrivere una qualsiasi parola sul governo in bianco lo avrebbe messo in pericolo per la legge.... In questo caso, l'imputato non ha nemmeno fatto una dichiarazione, si è semplicemente astenuto dal fare una restituzione”.

In altre parole, Capone avrebbe dovuto dire “Ho guadagnato tot milioni di dollari” e pagare le tasse relative, senza essere costretto a dire che aveva guadagnato tali soldi attraverso il contrabbando, la gestione di case da gioco o bordelli, se la risposta lo avrebbe incriminato.

Supponiamo quindi Capone paghi le proprie tasse. A questo punto dobbiamo ricordare una cosa: Eliot Ness e i suoi “Intoccabili”, per quanto senza alcun dubbio danneggiassero i profitti di Capone con le loro retate, non hanno mai creato seri problemi al gangster; Ness, infatti, non ha mai avuto nulla a che fare con l'accusa di George E. Q. Johnson, che incriminò Capone per evasione fiscale, ciò che ha effettivamente mandato Capone in prigione. Senza tale accusa, che fu determinante (soprattutto in un periodo e clima politico dove la gente era più propensa a mandare in galera gli evasori fiscali che i gangster) Johnson sarebbe riuscito a trovare una nuova arma per mandare Capone in carcere? O più probabilmente, Capone sarebbe rimasto libero? Ricordate che, nel 1925, l'aliquota massima dell'imposta sul reddito era stata ridotta al 25% (grazie, Andrew Mellon!) quindi Capone ne risentirebbe molto finanziariamente.

Ora, se Capone riesce, grazie a questo POD, a rimanere in libertà, quali possibili conseguenze potrebbe avere ciò per la città di Chicago? Capone aveva avuto già sentore della fine del Proibizionismo, e si stava espandendo in tutti i possibili settori economici (anche quello del latte!) in previdenza a ciò. Come sarebbe continuata la parabola di Alphonse Capone? Si sarebbe ritirato in Florida e avrebbe lasciato il comando della sua banda al suo vice Frank Nitti? O magari si sarebbe dato alla politica?

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A replicargli è l'esperto Federico Sangalli:

La considerazione con cui il mio parere viene tenuto in conto in queste discussioni è altamente immeritato ma cercherò di essere all'altezza. Capita a fagiolo il fatto di aver visto, tre sere addietro, l'ultimo film di Martin Scorsese, "The Irishman", splendido spaccato degli intrecci tra mafia italoamericana, mala irlandese e sindacati corrotti nell'America degli Anni Settanta, cosa che mi ha spinto ad approfondire un poco l'argomento.

Al Capone rappresentò per la Mafia di Chicago il culmine, l'apogeo, il punto ideale di massima forza, quando potevano tranquillamente andarsene in giro ad ammazzare la gente e a tirare le bombe nei seggi elettorali per favorire un certo candidato sindaco senza che nessuno potesse fermarli. In un certo senso Capone fu il Totò Riina di Chicago, spregiudicato, violento, pronto a sfidare apertamente lo stato. I suoi successori (e anche i successori di Riina, bisogna dire) furono molto più propensi a tenere un basso profilo, concentrandosi su profittevoli attività illegali ma senza il tentativo di mettersi apertamente in concorrenza con lo stato per il controllo del territorio. Un suo mancato arresto potrebbe dunque far durare più a lungo la fase "guerrafondaia" della Mafia italoamericana.

Inoltre bisogna considerare che Al Capone avrà poco tempo: quando arrivò al Penitenziario di Atlanta nel maggio 1932 gli furono diagnosticate ufficialmente la sifilide e la gonorrea, oltre ai postumi di una dipendenza da cocaina, che lo portarono a un tale stato confusionale da esporlo al bullismo dei suoi compagni di cella. Nel 1934 fu trasferito ad Alcatraz proprio per sottrarlo alle mire dei detenuti ma le cose non migliorarono visto che due anni dopo fu pugnalato da un altro carcerato, arrabbiato per il suo rifiuto di partecipare ad uno sciopero dei prigionieri. Capone nell'occasione dimostrò ancora buone condizioni di salute, visto che riuscì a afferrare l'assalitore e a scaraventarlo contro il muro nonostante le ferite inflittegli a colpi i forbice (aveva comunque 37 anni), ma era la salute mentale del vecchio boss a declinare: nel 1938 gli fu diagnosticata la degenerazione mentale dovuta alla sifilide e l'anno seguente fu rilasciato per motivi di salute. La penicillina lo aiutò a rallentare il decorso della malattia ma non si poteva fare altro e nel 1946 il medico stabilì che aveva le capacità mentali di un bambino di dodici anni. Ormai malato e derelitto, abbandonato dai suoi vecchi colleghi del crimine, morì per un colpo apoplettico nel 1947, dopo due infarti e una broncopolmonite, all'età di 48 anni, e il suo funerale avvenne quasi in segreto poco fuori la Chicago su cui aveva tanto spavaldamente regnato, il che ci insegna che, come al solito, il Crimine non paga.

Ora, immaginando anche che Capone (e Nitti e i suoi collaboratori) non venga arrestato, la sifilide lo costringerà comunque a ritirarsi per la fine degli Anni Trenta. Supponendo che Capone non venga comunque incriminato per qualcos'altro, che conseguenze avrebbe questo?

Beh intanto la Cupola di Chicago stava perdendo terreno politicamente in favore della Mafia irlandese: nel 1930 il principale alleato politico di Capone, il Sindaco William Hale Thompson, venne sconfitto dal democratico Anton Cermak, che corse con un programma anti-corruzione. Sebbene assassinato da un anarchico che voleva uccidere Franklin Delano Roosevelt nel 1933, la vittoria di Cermak segnò l'inizio del predominio ella macchina politica democratica a Chicago. Il declino del Proibizionismo e la sua abolizione nel 1933 spingevano verso una diversificazione economica: in questo campo, oltre alle iniziative ricordate da Andrea, la Cupola mirava ad espandersi nei settori del gioco d'azzardo, per il quale avrebbe avviato redditizie attività a Las Vegas e sulla West Coast, del racket, del traffico di droga e dell'infiltrazione nei sindacati. Quest'ultimo settore, forse il più redditizio, era stato preso da Al Capone nel 1933 quando avevano fatto incriminare il boss irlandese Roger Touhy, detto "il Terribile", per un falso rapimento, ereditando la sua rete di accordi con il leader irlandese del Sindacato Nazionale degli Autotrasportatori, Daniel J. Tolbin.

Possiamo immaginare Capone continuare questi contatti e investire poi a Las Vegas. Capone era anche uno dei sette membri (gli altri sei erano i capi ella Cinque Famiglie di New York e il capo della Cosca di Buffalo) della Commissione, l'organo direttivo della Mafia italoamericana stabilito da Lucky Luciano nel 1931 dopo la sanguinosa Guerra Castellammarese. In questa veste Capone potrebbe usare il suo peso per appoggiare, nel 1935, Dutch Schultz, capo criminale newyorchese che voleva assassinare il procuratore speciale Thomas Dewey (e futuro Governatore e due volte candidato repubblicano alla Presidenza, nel 1944 e nel 1948),colpevole di condurre indagini contro di loro. Gli altri capi vietarono l'azione, nel timore di attirarsi le mire delle autorità federali, ma Schultz rifiutò di ubbidire e fu così assassinato dai sicari mafiosi. Tuttavia Capone, un uomo che aveva avuto l'audacia di travestire i suoi da poliziotti per fargli sterminare impunemente dei suoi concorrenti nel celeberrimo Massacro di San Valentino, potrebbe essere d'accordo con Schultz e il suo peso come padrone di Chicago potrebbe bastare almeno ad assicurare a Schultz la vita. Luciano si rifiuterebbe di ascoltare quello che considererebbe un violento cocainomane ma lo stallo potrebbe durare a sufficienza da permettere a Schultz di uccidere Dewey. Come previsto, la morte del procuratore di New York scatena una dura reazione da parte delle autorità, che colpiscono duramente la Cinque Famiglie. Tra Luciano e Capone si aprirebbe un'incolmabile abisso ma Luciano viene arrestato nel 1936 e condannato a parecchi decenni di carcere per essere dietro il più grade mercato di prostituzione d'America (l'inchiesta che in HL portò avanti Dewey). Lo stesso anno il capo della Cosca di Buffalo, Stefano Magaddino, rimane ucciso in un attentato orchestrato da Capone e da boss rivali (in HL fallì per poco, uccidendo la sorella al suo posto). Con Luciano e Magaddino fuori gioco si rompe l'alleanza tra questi due boss del crimine e i loro colleghi Vincent Mangano, Joe Bonanno e Joe Profaci, capi delle rispettive Famiglie a New York, o meglio, non ha più i numeri della maggioranza della Commissione. Capone negozia quindi una tregua: il vice di Magaddino, Angelo Aquisto, lo sostituisce a capo della Cosca di Buffalo in cambio del sostegno alla candidatura del consigliere John Montana per un posto da deputato al Congresso (in HL non venne eletto per poco); Capone accoglie e protegge Vito Genovese, vice di Luciano, salvandolo da un'imputazione d'omicidio e evitando, con la sua fuga in Italia, che venga sostituito dal terzo in linea, Frank Costello, più vicino a Luciano. Riconoscente Genovese gli rimane alleato. La nuova alleanza tra Capone, Genovese, Aquisto e l'ultima Famiglia di New York, quella di Tommy Gagliano, assicura una nuova maggioranza nella Commissione, consegnando a Capone l'agognato titolo di Capo dei Capi. Mossa controversa, che potrebbe scatenare una nuova guerra, ma tanto Capone si ritira poco dopo, nel 1938, a cause dalla sifilide: Frank Nitti gli succede a capo della Cupola di Chicago, mentre gran parte del potere effettivo passa nelle basi del nuovo vice boss, Paul Ricca detto "Il Cameriere". Nitti, Ricca e il di lui braccio destro Tony Accordo, detto "Grande Tonno", prediligono tutti un basso profilo dopo le guerre di mafia degli Anni Venti e Trenta e così pian piano la Commissione torna nell'ombra. Cinque anni dopo è Genovese a trattare con il Governo Americano per fornire il sostegno necessario all'Operazione Husky, in modo tale da lasciare Luciano lì dov'è. Poco dopo Costello viene eliminato da Genovese, che inizia la sua scalata anticipata verso il potere. Lo stesso anno Nitti viene incriminato per aver imposto il pizzo agli studios di Hollywood ma, visto che non è mai finito in prigione per evasione fiscale assieme a Capone, non è diventato claustrofico e non si suicida per il terrore di essere rimandato in prigione. Finisce dietro le sbarre, diventa claustrofico e poi esce, mentre Ricca continua a mandare avanti gli affari come prima. Dopo la guerra la Commissione espande i suoi traffici ma le alleanze cambiano: con l'uscita di Capone i Magaddino riprendono influenza a Buffalo, mentre nel 1951 i Fratelli Mangano vengono eliminati dal loro vice, Alberto Anastasia, che ne prende il posto. Lo stesso anno muore Gagliano che è sostituito dal suo fedele vice, Tommy Lucchese. Lucchese, Anastasia, i Magaddino e Genovese fanno tutti parte della nuova fazione "liberale-americana", aperta al traffico massiccio di stupefacenti e all'alleanza con non-italiani, contrapposta a Nitti, Profaci e Bonanno, che invece appartengono alla fazione "conservatrice-siciliana", più legata alle vecchie tradizioni mafiose. Genovese è all'apice del suo potere ma lo stesso anno viene incriminato dalla Commissione Kefauver, formata dal Congresso, per i suoi legami col potente politico democratico Carmine DeSapio e le sue attività di corruzione elettorale, e inizia un lento declino.

Il 1957 è un anno decisivo: la Commissione McClellan, coadiuvata da un giovane avvocato di nome Bobby Kennedy, infatti lancia una campagna contro il crimine organizzato. Nitti, incriminato, si uccide piuttosto che andare in prigione di nuovo, come fece in HL nel 1943. Ricca, non potendo nominare Accardo, sotto indagine per evasione fiscale, né Sam Giancana, che secondo il regolamento non potrebbe passare da vice del vice a boss direttamente, con riluttanza diventa il leader effettivo della cosca di Chicago. Lo stesso anno (o al più nel 1958) l'umiliante fiasco del Summit di Apalachin, quando la polizia sorprese una riunione generale della Commissione ad Apalachin, New York, trattenendo in prigione per giorni oltre sessanta boss, indebolisce sempre più il dominio di Genovese, che lo aveva organizzato. La riunione se non altro ratifica l'ammissione delle Cosche di Philadelphia, guidata da Angelo Bruno, e e Detroit, presieduta da Joseph Zerilli, nella Commissione. Infine sempre nel 1957 Jimmy Hoffa Sr diventa Presidente del Sindacato Autotrasportatori, trasformandolo nella banca della Mafia e usando la capacità del sindacato di concedere prestiti e custodire denaro per finanziare sottobanco i casinò e le altre attività della criminalità organizzata. Nel 1959, dopo essere sopravvissuto ad un tentativo di assassinio da parte del suo vice Carlo Gambino, Anastasia si allea con il vice di Genovese, Anthony Strollo, ed insieme eliminano Genovese stesso, sostituito poi da Strollo. Lo stesso anno Paul Ricca è condannato per evasione fiscale e cede il controllo della Cupola di Chicago a Sam Giancana, purché con la costante approvazione di se stesso e Tony Accordo. Nel 1960 la Commissione decide di favorire i Repubblicani, che politicamente hanno una posizione più dura su Cuba, nella speranza di riprendersi i casinò che Castro gli ha gentilmente sequestrato, nonostante i tentativi del padre del candidato democratico alla vicepresidenza, Joseph Kennedy Sr, di ottenere il loro sostegno. Effettivamente i repubblicani vincono e l'anno dopo, in occasione della Crisi della Baia dei Porci, invadono l'isola, permettendo, almeno in parte, almeno momentaneamente, alla Mafia di riprendersi le loro proprietà a Cuba. Nel 1962 Joseph Profaci muore, cedendo il controllo della sua Famiglia al suo fido luogotenente, Joseph Magliocco. L'anno dopo Joseph Bonanno, capo di una Famiglia storicamente sempre alleata con i Profaci-Magliocco, si allea col nuovo leader in una cospirazione volta ad eliminare i loro avversari in seno alla Commissione, cioè Lucchese, Peter Magaddino e alcuni altri boss minori. Magliocco incarica il suo miglior sicario, Joseph Colombo, di fare il colpo ma invece Colombo li tradisce e svela tutto alla Commissione: Bonanno scappa in Canada e scatena una guerra di mafia, Magliocco confessa tutto e gli viene permesso di ritirarsi, mentre il controllo della sua Famiglia viene dato allo stesso Colombo come ricompensa. Nel 1968 Bonanno stringe un accordo per avere salva la vita in cambio della rinuncia alla guida della sua famiglia, che passa ad una serie di boss minori nominati dalla Commissione finché non prende il potere Carmine Galante detto "Il Sigaro", un uomo clinicamente psicopatico, che scatena una nuova guerra di mafia per impossessarsi del mercato degli stupefacenti, finché la Commissione non lo fa assassinare nel 1979, sostituendolo con Philip "Rusty" Rastelli. Nel mentre però gli USA si ritirano da Cuba dopo anni di guerriglia e i Barbudos guidati da Che Guevara si riprendono L'Avana, bombardando i casinò e tutti i mafiosi che gli capitano a tiro per l'occasione. Per la Mafia è un duro colpo a cui si aggiungeranno l'offensiva generale della prima metà degli Anni Ottanta. Ma prima i cambi di vertice: con il ritiro di Alberto Anastasia la Famiglia Mangano passa nelle mani del suo vice Aniello Dellacroce; Joseph Colombo viene ucciso nel 1972 dal boss rivale Joseph "Crazy Joe" Gallo, poi assassinato a sua volta, e sostituito da Carmine Persico; con la morte dello storico boss Tommy Lucchese l'omonima Famiglia passa al suo fido luogotenente Anthony Corallo; dopo la morte di Joseph Zerilli e l'arresto di suo figlio Anthony il cugino di quest'ultimo Jack Tocca assume il controllo della Cosca di Detroit; dopo essere stati incriminati per vari reati finanziari a fine Anni Sessanta i Magaddino cedono il controllo della Cosca di Buffalo a Joseph Todaro Sr; dopo la morte del boss Anthony Strollo gli succede Anthony "Fat Tony" Salerno; dopo la momentanea ripresa dei casinò cubani Ricca e Accordo condonano a Gincana il suo stile lussurioso purché vada a farlo a L'Avana, in modo da curare i nuovi affari, Giancana sopravvive e succede ai due boss dopo la morte di Ricca nel 1972 e il ritiro di Accardo. Ricapitolando a metà Anni Ottanta la Commissione è composta da: Aniello Dellacroce (Mangano-Anastasia), Philip Rastelli (Bonanno), Angelo Bruno (Philadelphia), Carmine Persico (Profaci-Colombo), Anthony Corallo (Gagliano-Lucchese), Jack Tocca (Detroit), Joseph Todaro Sr (Buffalo), Anthony Salerno (Luciano-Genovese), Sam Gincana (Chicago). Ed è a questo punto che la situazione degenera: intanto gli affari non vanno bene. La perdita di Cuba pesa e con una Guerra del Vietnam notevolmente ridotta a causa dell'impegno cubano non si è neppure sviluppato il famoso Triangolo d'Oro che esportava eroina negli Stati Uniti (e, in assenza della Crisi Cubana per l'impossibilità, da parte sovietica, di mettere lì i missili, la permanenza di Chruscev al potere sul lungo periodo ha evitato l'invasione dell'Afghanistan, per cui anche la Mezzaluna d'Oro sviluppata dai guerriglieri dopo la frammentazione dello stato afghano è molto più ridotta), per cui il traffico degli stupefacenti è più costoso, più competitivo e incentrato sulla cocaina colombiana. La decisione del New Jersey di legalizzare il gioco d'azzardo a fine Anni Settanta/primi Anni Ottanta è una potenziale miniera d'oro ma il boss di Philadelphia, Angelo Bruno, sotto cui ricadrebbe l'area in questione, si rifiuta di dividere la torta, creando tensioni. Nel 1976 poi Bobby Kennedy trova la sua strada per la vicepresidenza e da lì inizia una campagna contro i finanziamenti illegali che le cosche ottengono dai sindacati corrotti, in particolare contro Jimmy Hoffa Sr, che nel 1980 viene arrestato e nel 1983 condannato a tredici anni di carcere, sostituito da Harold Gibbons, un progressista che cerca di purgare la corruzione dal zincato autotrasportatori. Ma è solo l'inizio poiché nello stesso periodo l'agente dell'FBI Joseph Pistone, con l'alias di Donnie Brasco, diventa il primo agente ad infiltrarsi con successo nella Famiglia Bonanno (prima del 1972 J. Edgar Hoover vietava il lavoro sottocoperta perché temeva che i poliziotti si facessero corrompere). Il disonore è tale che i Bonanno sotto esclusi dalla Commissione, che però così rimane in numeri pari, potenziale fonte di stallo. Il colpo di grazia arriva nel 1985 con il monumentale Processo alla Commissione, detto anche "il Caso dei Casi" (una specie di Maxi Processo in salsa americana): dopo un attento lavoro di sorveglianza ed intercettazioni Aniello Croce, Anthony "Fat Tony" Salerno, Philip "Rusty" Rastelli, Anthony Corallo e Carmine Persico, cioè i capi della Cinque Famiglie di New York, a cui si aggiunge Sam Gincana, capo della Cosca di Chicago, sono arrestati assieme ad una pletora di loro collaborator e nel 1986 saranno tutti condannati a un secolo di carcere ciascuno. Il processo de facto distrugge la Commissione che non può lavorare con sei membri su nove dietro le sbarre: i vari boss minori e vice boss iniziano a lottare per il potere ed emerge la nuova figura di John Gotti, che, preso il potere nella Famiglia Mangano-Anastasia-Dellacroce, scatena una brutale guerra di mafia. Il Procuratore Rudy Giuliani è assassinato, così come Harold Gibbons, capo del sindacato autotrasportatori, e Angelo Bruno, capo della Cosca di Philadelphia. Sarà anche fortemente sospettato per l'assassinio del Presidente Bobby Kennedy nel 1987. Il sanguinoso regno di Gotti come nuovo, aspirante Capo dei Capi, terminerà quando il suo vice Sammy Gravano lo consegnerà all'FBI nel 1991. Jimmy Hoffa Sr uscirà di prigione nel 1993, dopo una commutazione di pena ottenuta tramite generosissime donazioni al Partito Repubblicano, e riuscirà, pur ultra ottantenne, a riprendere la guida del suo sindacato, stavolta però per purgarlo dagli interessi mafiosi, che, mentre era in carcere, hanno cercato di escluderlo per mungerlo a proprio piacimento. Si ritirerà nel 2000 e morirà poco dopo, succeduto dal figlio James Jr. A New York Giuliani non diventerà mai sindaco, per cui i democratici continueranno a dominare las cena politica con una lunga serie di sindaci (David Dinkins 1989-1997, Ruth Messinger 1997-2005, Mark Green 2005-2013, Bill Thompson 2013-2021). La cinematografia ne risentirà: non ci sarà nessun film sugli "Intoccabili", ma probabilmente ce ne sarà uno su Eunice Carter, la procuratrice donna afroamericano che sostituirebbe Dewey nel processo che manderà Luciano in prigione; non ci sarà nessun The Irishman, almeno non senza l'omicidio Hoffa, sostituito forse da un film più centrato sugli Anni Ottanta e l'ascesa di John Gotti, in aggiunta al film già fatto sul personaggio da John Travolta; il Padrino sarà diverso e vedrà la rivalità tra le Cinque Famiglie di New York e la Cupola di Chicago come sfondo principale. In Colombia Escobar diventerà ricchissimo, ancora più della nostra TL, grazie al monopolio del traffico di stupefacenti e diventerà il grande sponsor di regimi come quello di Noriega a Panama: personaggi come Escobar, Noriega ed El Capo, in una TL dove probabilmente Bin Laden è stato ucciso in Sudan nel 1998, rappresentano oggi la maggiore minaccia a livello internazionale, con tanto di raid di droni in America Latina. Ma saranno le gang e i cartelli ispanici a dominare, relegando le vecchie famiglie italoamericane al ruolo di ultima ruota del carro. Alla fine il sole tramonta sul regno incontrastato della mala americana.

P.S.: non c'è la minima possibilità che Al Capone entri in politica, non con un POD così tardo almeno. Tutti sapevano benissimo chi era Al Capone e lui non si preoccupava certo di nasconderlo: non avrebbe senso per lui sottoporsi alle attenzioni pubbliche necessarie per candidarsi quando può esercitare molto più potere come capo mafia e usando eventualmente fantocci polittici come il Sindaco William Hale Thompson. Per cui non vedo alcuna possibilità per lui di candidarsi. Comunque parlando della parte politica ecco i Presidenti USA di questa linea temporale alternativa (avendo già scritto molto, non spiegherò tutti i passaggi):

33 Harry Truman (D-Missouri)/ Vacante 1945-1949
34 Harold Stassen (R-Minnesota)/ Leverett Saltonstall (R-Massachusetts) 1949-1953
35 Harry Truman (D-Missouri)/Adlai Stevenson (D-Illinois) 1953-1961
36 Nelson Aldrich Rockefeller (R-New York)/ Thurston Morton (R-Kentucky) 1961-1965
37 Hubert Horatio Humphrey (D-Minnesota)/ Terry Sandord (D-South Carolina) 1965-1969
38 Thurston Morton (R-Kentucky)/ George Romney (R-Michigan) 1969-1977
39 Morris King Udall (D-Arizona)/ Robert Francis Kennedy (D-Massachusetts) 1977-1985
40 Robert Francis Kennedy (D-Massachusetts)/ Albert Arnold Gore Jr (D-Tennessee) 1985-1987
41 Albert Arnold Gore Jr (D-Tennessee)/ Vacante 1987-1989/ Michael Dukakis (D-Massachusetts) 1989-1993
42 Jack French Kemp (R-New York)/ Lamar Alexander (R-Tennessee) 1993-2001
43 Lamar Alexander (R-Tennessee)/ John Kasich (R-Ohio) 2001-2009
44 John Forbes Kerry (D-Massachusetts)/ Richard Gephardt (D-Missouri) 2009-2017
45 Michael Bloomberg (R-New York)/ Joseph Robinette Biden (R-Delaware) 2017-2021
46 Barack Hussein Obama (D-Illinois)/ Joseph Patrick Kennedy III (D-Massachusetts) 2021-...

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