Cesare Borgia, primo Duca di Romagna e del Piceno

di Riccardo Querciagrossa

Sul nostro sito di Utopiaucronia ci sono varie ucronie dedicate a Cesare Borgia, ma sono piuttosto fantasiose. A me basterebbe come POD il fatto che papa Alessandro VI viva e regni almeno cinque anni in più, in modo tale da consentire a suo figlio Cesare di consolidare i suoi domini personali in Romagna, intendendo per Romagna la "Romandiola" storica (province di Bologna, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini, Pesaro, Urbino fino al fiume Esino) e del Piceno (che costituisce la parte centro-meridionale della Marca di Ancona, culturalmente e storicamente diversa dalla parte nord).

Ho pensato di sviluppare questa idea anche perché nella storia d'Italia non si parla quasi mai della Romagna, e si dà sempre per scontato che debba essere sotto il dominio del Papa. Io, da Romagnolo verace e da Gallo Senone in stile Asterix, vorrei che la mia terra avesse un ruolo molto più autonomo e costruttivo nella storia italiana...

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Altobello Melone, ritratto di Cesare Borgia, Bergamo, Accademia Carrara1503: Cesare Borgia (a sinistra), Duca di Romagna, controlla le città di Ravenna, Forlì, Cesena, Cervia,Rimini, Pesaro, Urbino e Senigallia. Il 18 agosto, a Roma, partecipa assieme al padre, papa Alessandro VI, ad una cena a casa del cardinale Adriano Castellesi di Cornaredo. Tutti e tre i partecipanti al banchetto si ammalano ufficialmente di febbri malariche, anche se molti parlano di avvelenamento. Il cardinale muore, mentre il Papa e suo figlio Cesare si riprendono, decisi più che mai a punire eventuali avvelenatori e ad aumentare il potere dei Borgia in tutta Italia.

1504: Cesare Borgia entra trionfalmente a Bologna e, ottenuto da suo padre il Papa l'annullamento delle nozze con Carlotta d'Albret, chiede la mano di Camilla Bentivoglio, giovane figlia del precedente signore della città, Giovanni Bentivoglio. I due si sposano e in questo modo anche sotto il profilo dinastico la posizione del Valentino si rafforza.
Il Regno di Napoli viene affidato alla corona di Aragona, nella persona del Re Cattolico Ferdinando.
Muore la Regina Cattolica, Isabella di Castiglia, moglie di Ferdinando d'Aragona, e fervida sostenitrice del Grande Inquisitore Tomaso de Torquemada, nonché ideatrice del concetto della "limpieza de sangre", che provò la messa al bando dei Giudei e l'emarginazione dei "marranos" (in castigliano: "maiali"), cioè gli Ebrei convertiti al Cristianesimo. In base a questo aveva convinto, con una accurata lettera a Sua Santità Alessandro VI, che "Nullus hereticus et nullus Iudaeus habet corpus in catholica Hispania". In cambio aveva ottenuto un trattamento di favore nel Trattato di Tordesillas, e nella Bolla pontificia "Inter coetera" dove Papa Borgia, "tra le altre cose", spartiva il mondo conosciuto tra Spagna e Portogallo.
Alla defunta Isabella succede, essendo morto l'infante don Juan, la figlia maggiore, Giovanna di Castiglia, già duchessa di Borgogna e arciduchessa d'Austria, in quanto moglie di Filippo I d'Asburgo, detto il Bello, al quale aveva dato molti figli. Giovanna e Filippo vengono incoronati sovrani di Castiglia a Toledo, nonostante la freddezza di Ferdinando d'Aragona, che non stima la figlia (giudicandola caparbia ed eretica) ed odia il genero (ritenendolo un buono a nulla, capace solo a dedicarsi agli sport, all'adulterio e alla fornicazione).

1505: Cesare Borgia viene ricevuto con tutti gli onori a Ferrara e a Modena, dove sua sorella Lucrezia è moglie del duca Alfonso d'Este. L'alleanza tra gli Este e i Borgia si fa più forte e coinvolge anche i Gonzaga di Mantova, grazie alla duchessa mantovana Isabella d'Este Gonzaga, abilissima mente politica e tessitrice di intrighi, come del resto era anche sua cognata Lucrezia. Cesare continua a godere della protezione del Re di Francia, Luigi XII, le cui mire sull'Italia erano note a tutti. Grande nemica dei Borgia era invece Venezia, che minacciava di espandersi anche nelle coste romagnole. Si sta preparando la Lega di Cambrai contro Venezia.
In Spagna (secondo POD di questa ucronia) la regina Giovanna riesce abilmente a sventare gli intrighi di suo padre per farla passare per pazza, e, visto il disinteresse del marito per la politica, assume la guida della Castiglia come aveva fatto sua madre prima di lei. Fa richiamare in Spagna anche il figlio primogenito Carlo, sottraendolo all'educazione borgognona di sua zia Margherita d'Asburgo. Carlo crescerà così con un cultura spagnola, ritenendo gli interessi della Spagna come quelli principali della sua futura politica.

L'Italia nel 1503

1506: Filippo I d'Asburgo, Re di Castiglia, muore, probabilmente avvelenato per ordine di suo suocero, Ferdinando d'Aragona, e tutto il potere passa alla regina Giovanna, che riunisce immediatamente le Cortes e con un discorso molto convincente ne ottiene l'appoggio.
Tutti i beni delle colonie spagnole spettano a lei di diritto in quanto figlia primogenita della compianta Isabella.
Ferdinando, perduta la sua influenza nelle questioni castigliane, torna ad occuparsi della politica aragonese di dominio del Mediterraneo e si reca personalmente a Napoli per valutare un suo progetto, e cioè quello di dividere l'Italia in due regni: al nord l'antico Regnum Italiae sottomesso all'Imperatore Massimiliano e a sud il Regno di Napoli e Sicilia (o delle Due Sicilie) che controllerebbe anche il Papato.
Papa Alessandro VI, teme che si verifichi nuovamente il caso di accerchiamento del Papato avvenuto sotto l'imperatore Federico II (che era stato re d'Italia e re di Sicilia), in quanto Carlo d'Asburgo è l'erede sia di Ferdinando d'Aragona, suo nonno materno, che dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, suo nonno paterno. Per questo Alessandro VI cerca di trovare alleati affinché l'antico Regnum Italiae si ricostituisca come stato federale con a capo Cesare Borgia. Il progetto non viene reso pubblico, e per il momento tutte le forze d'Italia e dell'estero sono concentrate nello sconfiggere la troppo potente Repubblica di Venezia.

1507: Nella Battaglia di Agnadello l'esercito formato dai Borgia, dagli Este, dai Gonzaga, dalla Francia e dall'Austria sconfigge le truppe della Repubblica di Venezia, che perde tutti i territori dell'entroterra. Questi vengono spartiti tra Ducato di Milano (sotto diretto controllo francese: il Duca è re Luigi XII), Marchesato di Mantova, Ducato di Ferrara ed una Marca di Verona, di nuova istituzione, che viene affidata all'Imperatore Massimiliano d'Asburgo.
L'equilibrio italiano si regge dunque su tre occupazioni straniere: Francesi nel Nord-Ovest, Austriaci nel Nord-Est, Aragonesi nel Sud e nelle Isole. 
Alessandro VI cerca di rompere l'isolamento organizzando una Lega Santa, per difendere la Chiesa dall'influenza francese. L'alleanza si basa su un patto tra il Papa, suo figlio Cesare, re Ferdinando d'Aragona, gli Este, i Gonzaga e gli Svizzeri, con la neutralità dell'Austria come "alleato silenzioso".

1508: La Lega Santa organizzata da papa Alessandro VI (a destra) ottiene una grande vittoria contro i Francesi presso Lodi. L'Italia viene così ripartita:
1) Ducato di Savoia sotto influenza francese;
2) Ducato di Milano attribuito all'Imperatore Massimiliano in quanto marito di Bianca Maria Sforza, dichiarata unica legittima erede della famiglia Sforza
3) La Marca di Verona viene attribuita al piccolo Ferdinando d'Asburgo, nipote dell'Imperatore;
4) La signoria dei Gonzaga viene elevata al rango ducale e si crea il Ducato di Mantova;
5) Il Ducato di Modena viene attribuito a Cesare Borgia, già duca di Romagna;
Cristoforo dell'Altissimo, Ritratto di papa Alessandro VI, Olio su tavola, Firenze, Uffizi 6) Gli Este ottengono come indennizzo il Polesine e le città di Rovigo e parte del veronese e del padovano;
7) La Toscana viene riunita in un unico Granducato sotto Giovanni de Medici, figlio di Caterina Sforza;
8) Ferdinando d'Aragona ottiene varie isole ioniche ed egee ex-veneziane e l'isola di Malta, inoltre e soprattutto ottiene da una Bolla papale il diritto di reclamare la Corona di Castiglia e tutte le sue colonie.
La regina Giovanna di Castiglia rifiuta di riconoscere la Bolla papale e minaccia di portare avanti un nuovo Scisma d'Occidente. Inoltre, per incrementare il potere della Spagna, Giovanna costringe sua sorella Caterina d'Aragona a sposare il principe di Galles, Enrico, fratello del suo primo marito Arturo, morto in giovanissima età, prima che il matrimonio con Caterina fosse stato consumato.

1509: Papa Alessandro VI fa dono della Marca del Piceno, da Ancora fino ad Ascoli, al figlio Cesare Borgia, già Duca di Bologna, di Modena e di Romagna, che diventa così uno dei principi più potenti d'Italia.
Giovanna di Castiglia revoca tutti i provvedimenti restrittivi contro i Giudei voluti da sua madre Isabella, e garantisce protezione sia ai moriscos che ai marranos. Torquemada e gli altri inquisitori sono processati da tribunali ecclesiastici vicini alla regina e vengono condannati al rogo. La sentenza è eseguita due giorni dopo nella pubblica piazza di Toledo.
Ferdinando d'Aragona occupa prima Malta e poi Cipro, e incomincia a pensare all'ipotesi di una crociata in Terrasanta, incontrando però ben scarsi appoggi.
Sua figlia Caterina sposa Enrico VIII di Inghilterra, appena salito al trono.

1510: Papa Alessandro VI nomina una serie di cardinali favorevoli alla famiglia Borgia e alla creazione del principato del Duca Cesare di Bologna, Romagna e Piceno. Tra questi, il più probabile candidato alla successione appare il cardinale Giovanni de' Medici, cugino del giovanissimo Granduca di Toscana, anch'egli di nome Giovanni, figlio di Caterina Sforza, Reggente del granducato. Caterina sceglie come segretario particolare l'umanista e diplomatico Niccolò Machiavelli, le cui simpatie per Cesare Borgia sono note a tutti. Di fatto l'ordine italiano vede: un Nord controllato a ovest dalla Francia e ad est dall'Austria, un Centro controllato dai Borgia e dagli alleati, e un Sud controllato dall'Aragona.
Ferdinando il Cattolico sconfigge in una battaglia navale presso Lepanto la flotta del sultano Selim I, provocando un forte indebolimento dell'Impero Ottomano.
Il Papa indice una Crociata per liberare l'Europa e la Terrasanta dai Turchi, e trova l'adesione dell'Imperatore Massimiliano, del Re Cattolico Ferdinando e del giovane e focoso Enrico VIII d'Inghilterra, mentre Luigi XII di Francia non nasconde le sue alleanze strategiche con gli Ottomani, e Giovanna di Castiglia preferisce consolidare il suo potere nel regno e nelle colonie americane.

1511: Papa Alessandro VI muore in seguito ad una indigestione per aver mangiato troppo nel cenone di Capodanno. Il Conclave elegge in fretta e furia Giovanni de' Medici nuovo Papa col nome di Leone X, secondo quanto era stato preventivato dallo stesso Rodrigo Borgia con la nomina di cardinali a lui favorevoli. Leone X, per consolidare la propria posizione, riconosce Cesare Borgia come Duca di Bologna, Modena, Romagna e del Piceno, e gli dona anche il Ducato di Urbino in cambio della sua protezione militare, e dell'alleanza tra i Borgia, i Medici e il Papato, che creano un blocco politico-militare centro italico. Questa unione viene organizzata diplomaticamente dal segretario particolare del Granduca di Toscana, Niccolò Machiavelli. Nel frattempo la crociata contro i Turchi è in pieno fermento: Massimiliano d'Asburgo ha disposto le sue truppe lungo il confine dell'Ungheria con l'Impero Ottomano, Ferdinando d'Aragona ha disposto la flotta in assetto di guerra per uno sbarco in Albania e suo genero Enrico VIII ha inviato rinforzi, finanziamenti e beni di prima necessità. L'invasione dell'Impero Ottomano scatta il primo giorno di settembre e vede un iniziale trionfo delle truppe austriache in Serbia e di quelle spagnole in Albania. Cesare Borgia approfitta di questo momento di "distrazione" dei due sovrani per annettersi anche Reggio Emilia e Piacenza, che appartenevano al Ducato di Milano, possedimento diretto di Massimiliano d'Asburgo. Venuto a sapere dell'evento, Massimiliano paga un contingente di truppe svizzere e Lanzichenecchi per riprendersi Piacenza e Reggio Emilia, ma queste truppe sono attaccate dai Francesi presso il fiume Po e vengono annientate. Il re di Francia invade Milano, mentre concede Piacenza e Reggio Emilia al Duca Cesare Borgia, che ottiene dal Papa la nomina a Granduca di Emilia-Romagna, Piceno e Umbria. L'Imperatore Massimiliano rinuncia al ducato di Milano in cambio del riconoscimento da parte papale del titolo di Re di Serbia. Ferdinando d'Aragona è incoronato Re d'Albania.

L'Italia nel 1512

1512: Papa Leone X bandisce l'indulgenza plenaria per i fedeli che facciano offerte per la ricostruzione della basilica di San Pietro. Nascono contestazioni in Germania sulla modalità di "vendita delle indulgenze" e sulla dubbia destinazione dei fondi. 
Venezia, che già aveva perso tutti i territori dell'entroterra veneto, viene nuovamente attaccata da Massimiliano d'Asburgo e Ferdinando d'Aragona: il primo occupa l'Istria e la Dalmazia ed il secondo occupa le isole Ionie, Creta, il Peloponneso, le isole Egee e Cipro, proclamandosi Imperatore Cattolico del Mediterraneo e dichiarando come erede la figlia Caterina, moglie di Enrico VIII d'Inghilterra.
Venezia e gli Ottomani si alleano in funzione anti aragonese, appoggiati in questo dal re di Francia.
Cesare Borgia si mantiene super partes e cerca di consolidare il suo Granducato di Emilia, Romagna, Umbria e Piceno, apportando riforme in campo legislativo, economico e militare. Intorno al suo Granducato gravitano il Ducato di Ferrara degli Este e il Ducato di Mantova dei Gonzaga, con cui intrattiene ottimi rapporti. Anche il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio sono alleati di Cesare, che Machiavelli continua a sostenere come Rifondatore del Principato d'Italia.
Giovanna di Castiglia nomina come erede della corona il suo primogenito Carlo, già Duca delle Fiandre.
Giovanna ordina inoltre che si porti avanti una operazione di colonizzazione dei territori delle Nuovo Mondo, dal quale già affluiscono ricchezze per la corona di Castiglia.

L'Europa nel 1512

1513: Cesare Borgia ottiene l'annullamento del matrimonio con Camilla Bentivoglio, per l'incapacità della sposa a dargli un erede maschio. Dal matrimonio sono nate tre figlie: Elisabetta, Caterina e Vannozza.
Viene dato il clamoroso annuncio del futuro matrimonio tra Cesare Borgia e Giovanna di Castiglia, che si svolge a Toledo nel giugno del 1513. Giovanna, a 34 anni, rimane subito incinta. La coppia decide però di vivere separata, e di incontrarsi solo per le festività o nei momenti di minore attività politica.
In base a un accordo col Papa Leone X, Giovanna rinuncia ai propri diritti ereditari sull'Aragona, evitando così che il Papato si trovi accerchiato. Re Ferdinando ottiene dunque la convalida per la successione di sua figlia Caterina, Regina d'Inghilterra, e dei suoi eredi, per il trono dell'Aragona e dei suoi possedimenti mediterranei. L'Imperatore Massimiliano decide di sostenere come proprio erede il nipote Ferdinando, fratello minore di Carlo, il quale è troppo "spagnolo" per il trono tedesco, mentre Ferdinando è cresciuto nelle Fiandre e poi a Vienna, ed è promesso sposo di Anna Jagellona, erede legittima delle corone di Boemia e d'Ungheria. Giovanna di Castiglia, di conseguenza, esclude Ferdinando da ogni eredità castigliana, redigendo un testamento secondo cui, se fosse nato un figlio maschio dal matrimonio con Cesare Borgia, la metà dell'oro e dell'argento americano sarebbe andato alla famiglia Borgia e al suo Granducato in Italia "in perpetuo".

1514: Nasce il figlio di Cesare Borgia e di Giovanna di Castiglia, viene chiamato Rodrigo II Borgia e dichiarato erede del Granducato di Emilia, Romagna, Umbria e Piceno, nonché di metà dei metalli preziosi provenienti "in perpetuo" dalle colonie castigliane nelle Indie Occidentali, o Americhe, purché "la sua politica non rechi mai danno alla Corona di Castiglia". Cesare decide che il figlio sarà allevato a Bologna, capitale del suo Granducato. 
Si stabilisce un patto tra Giovanni de' Medici, Granduca di Toscana, e Cesare Borgia, affinché una delle eventuali future figlie femmine di Giovanni venga fidanzata alla nascita con l'infante Rodrigo II. 
In Inghilterra c'è preoccupazione per il fatto che anche il secondo figlio del re e della regina Caterina d'Aragona sia morto dopo pochi giorni. Suo padre Ferdinando si lamenta in una missiva a papa Leone X del fatto che Dio abbia concesso tanti figli sani alla sua primogenita Giovanna, da lui diseredata, e ancora nessun figlio sano alla secondogenita Caterina, regina d'Inghilterra ed erede al trono d'Aragona, e invita Sua Santità a pregare affinché Caterina possa concepire un erede sano.
Muore re Luigi XII di Francia, senza eredi diretti, e gli succede il cugino Francesco I di Valois-Orléans-Angoulème, intenzionato a rompere l'accerchiamento della Francia da parte dei domini degli Asburgo e delle monarchie a loro imparentate. Cesare Borgia si offre come mediatore tra gli interessi di Francesco I e quelli della corona di Castiglia, riguardanti i Paesi Bassi, per i quali Giovanna è co-reggente, assieme alla cognata Margherita d'Asburgo, in nome del figlio Carlo, unico erede maschio in linea diretta e primogenita di Maria di Borgogna, sua nonna paterna ed ultima sovrana dei Paesi Bassi. L'accordo riguarda la cessione dei diritti ereditari sui Paesi Bassi all'infanta Margherita, sorella di Carlo, nel momento in cui quest'ultimo fosse diventato re di Castiglia. In cambio la Francia si impegna a non avanzare pretese sull'Italia.

1515: Francesco I di Francia rinuncia alle sue pretese sul Ducato di Milano, con un accordo nel quale l'Imperatore Massimiliano riconosce alla Francia la sovranità sul Piemonte. A Milano, però, Massimiliano Sforza si ribella contro l'omonimo Imperatore, ma viene sconfitto dalle truppe svizzere, che in cambio ottengono la Valtellina, il Canton Ticino e altri possedimenti nella Lombardia del nord.
L'imperatore Massimiliano nomina Duca di Milano suo nipote Ferdinando, già arciduca d'Austria e marchese di Verona, sancendo di fatto il controllo del Lombardo-Veneto da parte della dinastia Asburgo d'Austria.
Sigismondo Jagellone, Re di Polonia e Lituania, rinuncia alle sue rivendicazioni sui troni di Boemia e Ungheria, appartenenti a suo zio Ladislao, di un ramo cadetto della stirpe degli Jagelloni, e promessi come dote di sua cugina Anna, moglie dell'arciduca d'Austria, Ferdinando d'Asburgo.

Giovanna di Castiglia1516: il 23 gennaio muore Ferdinando d'Aragona, convinto che sua figlia Caterina stesse per mettere al mondo il tanto desiderato erede maschio. Caterina, essendo in avanzato stato di gravidanza, rimanda l'incoronazione a regina di Aragona. Il 18 febbraio, con grande delusione di tutti, Caterina mette al mondo la figlia Maria, che sarà l'unica tra i suoi figli a divenire adulta e a regnare. Caterina riesce però a convincere suo marito Enrico VIII a nominare Maria principessa del Galles, riconoscendola come erede in mancanza di figli maschi.
Muore Ladislao Jagellone, re di Boemia e d'Ungheria, e per la sua successione scoppia una guerra tra i sostenitori di Anna, fidanzata con l'arciduca d'Austria, e suo fratello Luigi, sostenuto dai nobili boemi.
La battaglia decisiva si svolge a Mohacs, dove gli Asburgo travolgono la nobiltà magiara e boema, e di fatto annettono ai loro domini familiari le corone ereditarie di Boemia e di Ungheria, di cui il giovane Ferdinando d'Asburgo diventa sovrano per diritto matrimoniale.
Il 20 settembre Caterina, regina d'Inghilterra, è incoronata regina regnante di Aragona, Napoli, Sicilia, Sardegna, Albania, Morea, Creta ed Isole Egee. Enrico VIII rinuncia all'incoronazione come consorte, ritenendo offensivo quel ruolo. Sua figlia Maria Tudor è nominata Infanta di Aragona.

1517: Martin Lutero (1483-1546) affigge sulla porta del duomo di Wittemberg le 95 tesi contro il commercio delle indulgenze e la mondanità della Chiesa.
Giovanna di Castiglia (sopra a sinistra) scioglie il Tribunale della Santa Inquisizione, fa condannare alla prigione a vita gli inquisitori, riconosciuti colpevoli di tortura e sevizie, e avvia un processo di autonomizzazione della Chiesa Castigliana rispetto alla Chiesa Romana. 
La mediazione di Cesare Borgia, marito di Giovanna, riesce ad evitare che Leone X scomunichi la sovrana di Castiglia.
Al contrario Caterina d'Aragona si dichiara Regina Cattolica, e completamente devota al Papa, come anche suo marito Enrico VIII, all'epoca fervente cattolico.

1518: Il Granduca di Toscana, Giovanni de'Medici, assume il governo diretto del principato e nomina Niccolò Machiavelli "protonotarius ad brevia", titolo equivalente all'odierno primo ministro.
Viene subito confermata l'alleanza della Toscana col Granducato di Emilia, Romagna, Umbria e Piceno. L'accordo tra i Medici e i Borgia viene celebrato a Bologna.
Il Cardinale Wolsey, vero detentore del potere in Inghilterra, opera una svolta filo-francese della politica estera inglese, in funzione anti-asburgica.
Caterina d'Aragona, da sempre in pessimi rapporti con Wolsey, torna a Barcellona, capitale del suo regno, e incomincia a tessere delle alleanze autonome, distanti dai piani inglesi. Ormai il matrimonio tra Caterina ed Enrico VIII è compromesso irrimediabilmente.
Ferdinando d'Asburgo è incoronato Re della Slesia.

1519: Il 12 gennaio muore l'Imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Nel suo testamento è prevista la seguente ripartizione dell'eredità:
1) Al nipote Ferdinando d'Asburgo, già Re di Boemia, Slesia ed Ungheria, arciduca d'Austria e duca di Milano, Verona e Trieste, viene concessa la candidatura ufficiale all'elezione del Sacro Romano Imperatore.
2) Al nipote Carlo d'Asburgo, infante di Castiglia, viene concessa la Franca Contea di Borgogna.
3) Alla nipote Margherita II d'Asburgo, infanta di Castiglia, vengono concessi i Paesi Bassi, sotto la reggenza della zia Margherita I d'Asburgo, figlia dello stesso Massimiliano e di Maria di Borgogna.
Alla Dieta di Augusta, i Principi Elettori e gli altri principi del Sacro Romano Impero Germanico, raccolgono le candidature per la carica imperiale vacante.
Contro la candidatura di Ferdinando d'Asburgo si propone Francesco I di Francia, sostenuto anche dal Cardinale Wosley e da Enrico VIII. 
Entrambi i candidati cercano di corrompere i Principi Elettori. 
Ferdinando, sostenuto dalla banca De' Medici, riesce a fornire la somma di denaro più alta e viene eletto all'unanimità Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Tuttavia le finanze della casa d'Asburgo d'Austria sono sull'orlo del fallimento, a causa anche delle numerose guerre condotte dal defunto Massimiliano. Ferdinando si trova quindi fortemente condizionato dalla famiglia De' Medici, la quale, in caso di mancato pagamento, minaccia di passare dalla parte della Francia, proponendo addirittura la mano di Caterina, nipote del Granduca Giovanni, al Delfino di Francia, Enrico di Valois-Orleans-Angouleme.
Per pagare parte della somma Ferdinando chiede aiuto alla madre, la regina Giovanna di Castiglia, la quale gli fornisce una parte dell'oro e dell'argento proveniente dalle colonie del Nuovo Mondo. In questo modo il ramo austriaco degli Asburgo, diventa dipendente dal ramo castigliano. L'Infante Carlo si lamenta perché la madre sta cedendo denaro agli altri figli, a discapito della Castiglia, ed assume un atteggiamento di insofferenza nei confronti della regina Giovanna.
Cesare Borgia tenta di convincere il granduca di Toscana, Giovanni de' Medici, a fidanzare la figlia Caterina con Rodrigo II Borgia, ma il granduca prende tempo e lascia che anche il re di Francia creda di poter ottenere la mano di Caterina (e soprattutto i suoi soldi).
Lutero rifiuta pubblicamente di riconoscere l'autorità del Papa, dei vescovi e dei concili, in materia di fede.
Hernan Cortés si impadronisce dell'Impero Azteco distruggendone la capitale Tenochtitlán (sotto) dopo la morte dell'ultimo imperatore Montezuma II. La Regina Giovanna ordina di arrestare Cortés con l'accusa di aver abusato dei poteri concessigli dalla Corona di Castiglia; il Conquistador viene riportato in Castiglia per essere processato. Il Messico viene affidato alla reggenza del Vicerè della Nuova Spagna, Don Alfonso Pérez de Guzmán y Zúñiga, Principe di Medina-Sidonia, e sulle rovine della città distrutta viene edificata Città del Messico.

La presa di Tenochtitlàn da parte di Hernan Cortés

La presa di Tenochtitlàn da parte di Hernan Cortés

1520: Leone X condanna come eretiche le tesi di Lutero, nella Bolla "Exsurge Domine", che poi Lutero stesso brucerà nella pubblica piazza. A difesa del Papa si schiera Enrico VIII, ottenendo l'appellativo di "Defensor Fidei". In realtà la politica religiosa di Enrico VIII è dettata dal suo cancelliere, il cardinale Wolsey, che ambisce al soglio pontificio.
L'Imperatore Ferdinando, nel tentativo di trovare una mediazione, convoca la Dieta imperiale a Worms, dove però molti principi tedeschi voltano le spalle alla Chiesa Romana, e tra questi il più potente è l'Elettore Federico V di Sassonia, che proteggerà e ospiterà Lutero per il resto dei suoi giorni.
Caterina d'Aragona appoggia senza riserve il Papa, mentre Giovanna di Castiglia mantiene una politica prudente, proprio per non procurare guai a suo figlio, l'Imperatore Ferdinando. Ma l'altro figlio, il primogenito Carlo, Principe delle Asturie ed Infante di Spagna, complotta con l'aristocrazia ultra-cattolica e reazionaria un colpo di stato per deporre la madre. 
Le spie di Cesare Borgia vengono a conoscenza di questo piano, e il Granduca si reca personalmente in Castiglia da sua moglie a sventare i piani dei cospiratori.
Il principe Carlo viene confinato nella fortezza prigione di Tordesillas, in attesa di giudizio.
I nobili filo-papali sono espropriati delle terre ed esiliati dal Regno di Castiglia, sempre più ricco e florido, e sempre più assolutista nelle istituzioni saldamente guidate da Giovanna e Cesare.
Gli Ottomani tornano a premere ai confini ungheresi , serbi e albanesi. Sia L'Imperatore che sua zia Caterina d'Aragona mandano un notevole contingente militare, che riesce a far desistere il sultano Solimano dal tentativo di riconquistare la parte europea del suo impero turco.
Francesco I, spiazzando tutti, firma un'alleanza con il Sultano, per indebolire gli Asburgo d'Austria, minacciati ormai da vari fronti.

1521: Muore papa Leone X. Nel conclave si scontrano il partito austro-belga-aragonese e quello anglo-franco-castigliano, che prevale grazie all'attività diplomatica di Cesare Borgia. Viene dunque eletto pontefice il cardinale Thomas Wolsey, col nome di Costantino II (a destra) e un programma di rilancio della Chiesa Cattolica contro le eresie protestanti.
Thomas Wolsey alla vigilia del Conclave da cui uscirà Papa Scoppia nelle colonie castigliane una rivolta degli schiavi neri africani. La regina Giovanna ordina al Vicerè, il principe di Medina-Sidonia, di far cessare la tratta degli schiavi, e di pagare un salario alla manodopera africana e ameridindia. Gli Hidalgos castigliani sfidano apertamente la regina, la quale decide di placare la loro ira costruendo una nuova capitale presso il villaggio di Madrid, ed una splendida reggia nelle vicinanze per accogliere i nobili, simile al Palazzo di Chambord che era in fase di costruzione per ordine del re Francesco I.
Enrico VIII chiede ed ottiene dall'amico papa Costantino II l'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona, e si sposa immediatamente con una donna della piccola nobiltà di provincia, conosciuta da poco, di cui è follemente innamorato, Anne Boleyn.
Caterina d'Aragona non riconosce la validità del matrimonio e reclama per sua figlia Maria l'eredità del trono inglese, ma il papa Costantino II la deplora pubblicamente per non aver rispettato la decisione dell'autorità ecclesiastica. Questo rende Enrico VIII il più fervido difensore del cattolicesimo.

1522: In Germania il diffondersi del Luteranesimo incita i cavalieri alla rivolta contro i principi. La cosiddetta "Guerra dei Cavalieri" trova l'appoggio dello stesso Imperatore Ferdinando I, che intende così colpire i suoi feudatari troppo potenti, e trovare una forza armata per conquistare realmente il cuore germanico dell'Impero. La Regina Giovanna di Castiglia fa sposare suo figlio Carlo, perdonato per i precedenti tentativi di ribellione, con Isabella del Portogallo. Carlo però ha già avuto una figlia naturale, Margherita, dalla sua amante olandese Giovanna Van der Gheynst. Giovanna, nonna della bambina, decide di riconoscerne la legittimità e la manda nelle Fiandre per essere istruita da sua omonima prozia. In Toscana il Granduca Giovanni assume il lutto per tutto un anno dalla morte di suo zio Leone X: da questa insolita scelta trarrà il suo soprannome di Giovanni dalle Bande Nere. Il nome poi venne erroneamente attribuito alle notevoli truppe mercenarie assoldate dal Granduca per la conquista della città di Lucca, che viene annessa al granducato. Ercole d'Este reclama il possesso di Modena e Reggio Emilia, e, alleato con i Gonzaga, attacca il Granduca Cesare Borgia, che li sconfigge nella Battaglia di Ravenna. Ferrara e Mantova sono occupate da Cesare Borgia e annesse al suo granducato, con riconoscimento ufficiale dell'Imperatore Ferdinando.

1523: Zwingli tiene il Sermone di Costanza, con cui di fatto dà vita al protestantesimo svizzero.
Enrico VIII e la sua giovanissima seconda moglie Anna Boleyn hanno un figlio maschio, che viene chiamato Enrico come il padre e che viene immediatamente nominato Principe di Galles.
Re Enrico, per ringraziare Dio di avergli dato un erede, si propone come organizzatore di una crociata per combattere il protestantesimo. A questa iniziativa aderisce l'imperatore Ferdinando I.
L'Elettore di Sassonia, protettore di Lutero, cerca alleanze difensive, e le trova in Francesco I di Francia, alleato dei Turchi in funzione antiasburgica.
Il cardinale Giuliano de' Medici, arcivescovo di Firenze, rompe i rapporti con la curia romana e proclama l'autonomia del cattolicesimo toscano, con la protezione delle truppe francesi.
Il Papa Costantino II chiede a Cesare Borgia e alla Repubblica di Genova di reprimere lo scisma voluto dal cardinale de' Medici. Si prepara uno scenario di guerra che vede da un lato Enrico VIII, Ferdinando I, il Papa Costantino II, Cesare Borgia e la Repubblica di Genova, e dall'altro Il re Francesco I, l'elettore di Sassonia con i suoi alleati minori, il granducato di Toscana e l'Impero Ottomano.

1524: Enrico VIII sbarca a Calais con un esercito e punta direttamente verso Parigi. Francesco I, che si trova nella reggia di Amboise, chiama a raccolta un esercito mercenario, comprese le truppe svizzere di Zurigo, seguaci di Zwingli. La battaglia si svolge nei pressi di Fontainebleau, e vede una netta sconfitta delle truppe francesi. Francesco I stesso è fatto prigioniero dagli Inglesi, che si prendono la rivincita per aver perso, un secolo prima la Guerra dei Cent'Anni. L'Imperatore Ferdinando I si trova attaccato su due fronti: a nord dalla Sassonia e dai suoi alleati luterani e a sud dalle truppe ottomane. La difesa del sud viene affidata alle truppe aragonesi stanziate in Albania, che attaccano le truppe ottomane a Kossovopolje, già teatro di una storica battaglia tra Turchi e Serbi. L'Esercito ottomano è sconfitto e le truppe aragonesi prendono il controllo della Macedonia, dell'Epiro e della costa ionica fino all'Egeo. L'Imperatore Ferdinando sconfigge l'Elettore di Sassonia ed i suoi alleati luterani presso Lipsia, ma si trova ad dover fare i conti con una rivolta di contadini scoppiata in tutti i principati tedeschi. Cesare Borgia invade la Toscana attraversando il passo del Muraglione e nel contempo le truppe genovesi occupano la Lunigiana. La battaglia tra Cesare Borgia e il granduca di Toscana, Giovanni dalle Bande Nere, avviene presso San Godenzo. Giovanni è sconfitto e ferito gravemente, e morirà dopo pochi giorni per la setticemia. Cesare Borgia entra da trionfatore a Firenze, scacciandone l'arcivescovo scissionista Giuliano de' Medici, ed esiliando tutti i principali esponenti della famiglia che prendono il largo in nave verso la Provenza. A questo punto Cesare Borgia avanza al Papa Costantino II la richiesta di essere incoronato Re d'Italia.

L'Europa nel 1525

1525: Numerose trattative diplomatiche tra le varie cancellerie d'Europa stabiliscono il nuovo Equilibrio Europeo. Francesco I viene liberato, in cambio di una serie di richieste: un enorme compenso in denaro che va all'Inghilterra, la cessione di Marsiglia all'Aragona, di Nizza a Genova, del Piemonte a Cesare Borgia. L'imperatore Ferdinando I riesce a sedare la rivolta dei contadini aizzati da Thomas Muntzer, e nel contempo ad ottenere l'annessione della Sassonia, il cui titolo elettorale passa alla Baviera. Invece i Luterani si rifugiano in Prussia, dove il Gran Maestro dell'Ordine Teutonico, Alberto di Hoenzollern, di fatto sopprime l'Ordine stesso e ne fa un dominio per la propria famiglia, già insignita della marca del Brandeburgo. Il Regno d'Aragona arriva al pieno controllo del Mediterraneo centrale e insulare, con l'annessione della Grecia, della Macedonia e del Kossovo, oltre che di Marsiglia.
Cesare Borgia viene incoronato Re d'Italia a Roma da Papa Costantino II. Il neo-costituito Regno d'Italia comprende: Piemonte, Emilia, Romagna, Toscana, Umbria e Marche ed ha per capitale Bologna.

1526: Carlo d'Asburgo, Infante di Castiglia, sposa Isabella del Portogallo.
Martin Lutero, ospite degli Hoenzollern nel Brandeburgo, pubblica la traduzione tedesca del suo "De servo arbitrio". Alla Dieta di Spira, la maggior parte dei principi tedeschi si schiera dalla parte del Cattolicesimo, in appoggio all'imperatore Ferdinando d'Asburgo. Il luteranesimo si afferma ad Amburgo, Brema, nel l'Hannover, nel Meclemburgo, nel Brandeburgo, in Pomerania, in Prussia e in Estonia e Livonia, e si diffonde in Danimarca e negli altri paesi scandinavi. In Italia Cesare Borgia si proclama alfiere e difensore del Papa, e conferisce al figlio Rodrigo Borgia di Castiglia il titolo di Duca di Romagna, che da quel momento contraddistinguerà gli eredi al trono nel Regno d'Italia.

1527: Nasce Filippo II, figlio dell'erede al trono castigliano Carlo d'Asburgo e di Isabella del Portogallo.
Nasce la figlia secondogenita di Enrico VIII e Anna Bolena, a cui viene dato il nome di Margaret e che viene fidanzata alla nascita, secondo un trattato pubblico di alleanza, con lo stesso neonato Filippo II.
Caterina d'Aragona, offesa perché sua sorella Giovanna di Castiglia ha preferito allearsi con l'Inghilterra piuttosto che con l'Aragona, risponde con un fidanzamento pubblico di sua figlia Maria con il Delfino di Francia Enrico di Valois-Orléans-Angouleme.

1528: Cesare Borgia e L'Aragona si accordano per aggredire e spartirsi i possedimenti della Repubblica di Genova. L'invasione avviene rapidamente con successo. Al Regno d'Italia viene annessa la Liguria e al Regno d'Aragona viene annessa la Corsica.
Cesare Borgia, Re d'Italia, ordina inoltre che sia costruito a Ravenna un enorme porto in grado di fare concorrenza a quello di Venezia. Il nuovo Porto di Ravenna è in realtà un complesso di tre porti: il Po di Primaro, alla foce dell'attuale Reno, raggiungibile attraverso il canale Padareno; il Bedesis, che collega i due fiumi che scorrono intorno alle mura di Ravenna, l'Utis (Montone) e il Bedésis (Ronco), che sfociano presso Porto Fuori, e sono collegati sia al Padareno che al Panfilio; il canale Panfilio che conduce all'ampia Vallis Candiana, il porto più grande, collegata al mare dal canale Candiano.

Carta geografica risalente all'epoca di Cesare Borgia re d'Italia, che indica il triplice porto di Ravenna

Carta geografica risalente all'epoca di Cesare Borgia re d'Italia, che indica il triplice porto di Ravenna

1529: Rodrigo II Borgia, erede al trono d'Italia e Granduca di Romagna, sposa Maria di Guisa, appartenente alla più potente delle famiglie francesi, donna di forte carattere e di provata fede cattolica.
Il sultano Solimano il Magnifico conquista il Nordafrica fino ad Algeri, scacciandone gli Aragonesi, che però lo sconfiggono nel suo tentativo di riconquistare la Grecia. Anche Ferdinando I sconfigge Solimano in Serbia.
Procedono i lavori per collegare il Canale Navile di Bologna ai porti di Ravenna.

1530: La Svizzera, il Regno d'Italia e il Regno dei Paesi Bassi si dichiarano indipendenti dal Sacro Romano Impero Germanico.
Alla Dieta di Augusta, l'imperatore Ferdinando I cerca di favorire l'opera di mediazione religiosa di Filippo Melantone, per evitare uno scisma da parte dei seguaci di Lutero e di Zwingli.
Il papa Costantino II invia dei nunzi apostolici nella Grecia conquistata dall'Aragona, per tentare un recupero dei rapporti tra cattolici e ortodossi.

1531: I principi tedeschi luterani si alleano nella Lega di Smalcalda, con a capo l'Elettore del Brandeburgo e comprendente la Bassa Sassonia e l'Hannover. I principi che seguono la mediazione di Melantone si uniscono nella Lega di Francoforte sul Meno, a cui aderiscono i territori dell'ex-Franconia.
Ferdinando I risponde con la Lega di Vienna, a cui aderiscono la Baviera, i principati della Svevia e la Renania meridionale, oltre agli arcivescovi Elettori di Magonza, Treviri e Colonia.
Zwingli muore nella battaglia di Kappel, dove i cantoni cattolici prevalgono su quelli protestanti.

1532: Giovanna di Castiglia dà ordine al Vicerè di Nuova Spagna di arrestare Francisco Pizarro, che stava preparando un attacco agli Incas.
Nonostante ciò, i virus portati dagli europei provocano una pandemia di nativi in tutta l'America meridionale. Le miniere d'argento del Potosì restano senza minatori, per cui la regina autorizza l'impiego di minatori Paolo III, al secolo Alessandro Farnese (1468-1549) africani, purché sia concessa loro una paga dignitosa e condizioni di lavoro più sicure.
Muore il Papa Costantino II, dopo due anni di malattia legata ad un ictus che lo aveva colpito nel 1530. Diventa Papa Alessandro Farnese con il nome di Paolo III (a sinistra).

1533: Nasce la terza figlia di Enrico VIII e sua moglie Anna. Alla bambina viene dato il nome di Elizabeth, in onore della madre di Enrico, Elisabetta di York, ultima discendente dei Plantageneti.
Ribellione delle città di Aosta e Ginevra contro le tasse imposte da re Francesco I. L'imperatore Ferdinando I e il re d'Italia Cesare Borgia offrono sostegno politico e militare alle due città, e a Francesco I, come parziale compenso, riconoscono ufficialmente la sovranità sul Ducato di Borgogna, revocando ogni pretesa ereditaria. Le due città ribelli ottengono così lo status di Repubblica Ginevrino-Valdostana.
Papa Paolo III si reca in Grecia per inaugurare il Primo Concilio di Tessalonica, volto a risanare la frattura tra la Chiesa Cattolica Romana e la Chiesa Greca Ortodossa.
Ravenna, con il nuovo porto ed il canale Navile che la collega a Bologna e al Po, acquisisce un'importanza commerciale primaria nell'Adriatico. Re Cesare ordina ai cantieri ravennati di incominciare a costruire una flotta militare.

1534: Ignazio di Loyola fonda il primo nucleo della Compagnia di Gesù.
Al Concilio di Tessalonica una parte della Chiesa Greco-Ortodossa rientra nell'ambito della Chiesa Cattolica pur mantenendo alcune delle sue caratteristiche, tra cui il diritto di matrimonio dei sacerdoti.
Nasce così la Chiesa Cattolica di Rito Greco.
Enrico VIII propone una nuova Crociata per liberare la Terrasanta dai Turchi. Francesco I di Francia e l'Imperatore Ferdinando I non vogliono essere da meno, mentre le regine-sorelle di Castiglia e di Aragona non aderiscono: Giovanna perché è impegnata a costruire un impero nelle Americhe e Caterina per odio nei confronti del suo ex-marito Enrico.
Paolo III benedice la Decima Crociata in Terrasanta.
La Savoia caccia i suoi duchi e si unisce alla Repubblica ginevrino-valdostana, considerata "stato cuscinetto" fra Italia, Francia e Svizzera.

1535: con la bolla "Debitum Pastoralis Officii" Paolo III autorizza Maria Lorenza Longo a fondare il primo monastero delle Clarisse Cappuccine. 
Fondazione di Asunciòn (Paraguay) a opera di Juan de Salazar e Gonzalo de Mendoza, inviati dalla regina Giovanna per costruire rapporti di amicizia con gli indios del sud.
Inizia la Decima Crociata: Enrico VIII e Francesco I sbarcano a Tunisi e si impadroniscono facilmente della città, poiché le truppe ottomane sono schierate intorno a Gerusalemme.
Ferdinando I, alleato con la Moldavia, avanza verso la Tracia, dove lo attende il grande esercito ottomano. La battaglia ha luogo a Edirne.
Le truppe imperiali subiscono forti perdite, ma a risollevare le sorti della battaglia sono da un lato i Moldavi e i Valacchi e dall'altro gli Slavi: Bulgari, Serbi e Macedoni. La guerra si conclude con la fondazione dei principati indipendenti di Moldavia, Valacchia, Bulgaria, Serbia e Macedonia.
Approfittando della crisi delle truppe imperiali, re Cesare si allea con gli Svizzeri e conquista Milano. Alla Svizzera vanno il Canton Ticino, la Valtellina, il varesotto e le zone a nord della Brianza.
Il resto del ducato di Milano viene annesso al Regno d'Italia.
La Regina Giovanna biasima il marito Cesare, per aver colpito gli Asburgo e in particolare il figlio secondogenito di lei, Ferdinando, e decide di ridurre i finanziamenti in argento, e di chiedere l'annullamento del matrimonio per prolungato abbandono del tetto coniugale. Cesare però la previene, denunciandola presso la Sacra Rota, proprio per abbandono del tetto coniugale, cioè quello del marito: Bologna. E chiede come risarcimento una notevole quantità di denaro.
Inimicatosi l'Imperatore, Cesare stringe alleanze con la Svizzera, la Repubblica ginevrina-valdostana e vari principati tedeschi ostili agli Asburgo.
Enrico VIII e Francesco I perdono il primo scontro con gli Ottomani, ma poi li respingono verso Gaza. Gerusalemme resta ancora inaccessibile.
In Inghilterra si acuisce il dissenso tra la regina Anna e il cancelliere Thomas More, fervente cattolico.

Re Enrico IX d'Inghilterra appena salito al trono, ritratto di anonimo1536: Il 7 gennaio muore Caterina d'Aragona e le succede la figlia Maria, nata dal matrimonio di Caterina con Enrico VIII. Durante la cerimonia di incoronazione Maria si sposa con Enrico di Valois, Delfino di Francia, elevato a re d'Aragona, e va a vivere con lui nel castello di Chenonceau, sulla Loira, affidando la reggenza dell'Aragona alla conferenza dei vescovi del regno. Per questa ragione, papa Paolo III le concede l'appellativo di "Maria la Cattolica".
Il 12 marzo muore re Cesare Borgia, all'età di 61 anni. Gli succede il figlio Rodrigo II. Durante la sua incoronazione a Bologna, Rodrigo sposa la nobildonna francese Maria di Guisa, anch'ella molto influente nel mondo cattolico.
Durante la Decima Crociata, un'epidemia di colera stermina l'esercito anglo-francese. Gli stessi sovrani Enrico VIII e Francesco I perdono la vita. In Inghilterra sale al trono Enrico IX (a destra), di 13 anni e di salute cagionevole, e la reggenza viene affidata alla Regina Madre Anna Boleyn. Il primo atto di Anna come reggente è il licenziamento di Thomas More, che viene condannato all'esilio in Scozia. Viene nominato nuovo cancelliere il padre di Anna, Sir Thomas Boleyn, Visconte di Rochford. 
In Francia Enrico II e la moglie Maria d'Aragona sono incoronati re e regina di Francia a Reims. Il loro regno è di fatto un impero, che comprende Francia, Aragona, Baleari, Corsica, Sardegna, Sicilia, Sud Italia, Albania, Grecia, Creta, Malta, Cipro e altre isole ionie ed egee. 
Subito l'Imperatore Ferdinando denuncia l'eccessiva estensione del regno franco-aragonese e scrive alla madre Giovanna, alla sorella Margherita dei Paesi Bassi, al fratellastro Rodrigo II re d'Italia e alla reggente inglese Anna Boleyn per dichiarare guerra alla Francia e all'Aragona. 
Nella libera repubblica di Ginevra, il predicatore protestante Giovanni Calvino incomincia a fare proseliti.
Cristiano III di Danimarca si converte al luteranesimo.
I coloni spagnoli in America Latina fondano Buenos Aires.

1537: La Grande Coalizione formata da Castiglia, Paesi Bassi, Impero, Inghilterra, Italia e stati slavi minaccia di attaccare da ogni parte l'impero Franco-aragonese nato dal matrimonio di Enrico II di Francia e di Maria d'Aragona la Cattolica. Dopo tre soli mesi di guerra, la Francia e l'Aragona si trovano in difficoltà a mantenere il controllo dei loro stessi territori nazionali. E così, dopo un intenso lavoro diplomatico, si riesce ad ottenere il seguente compromesso, firmato da tutte le potenze nel Congresso di Fontainebleau. Eccone i punti: 
1) Francia e Aragona rinunciano ad una unione istituzionale e pertanto verranno assegnati in eredità a persone diverse.
2) L'Inghilterra ottiene dalla Francia il diritto esclusivo di colonizzare l'America del Nord.
3) L'Impero germanico asburgico ottiene il dominio sul Regno di Napoli e Sicilia, in cambio della cessione di Brescia e Verona al Regno d'Italia di Rodrigo II Borgia.
4) Anche la Corsica e la Sardegna sono annesse al Regno d'Italia.
5) L'Albania ottiene l'indipendenza e la metà del Kossovo, mentre l'altra metà, a nord, va alla Serbia.
6) La Grecia diventa un protettorato di Serbia, Macedonia e Bulgaria, che la governano tramite un Consiglio di Reggenza presieduto dal Patriarca di Costantinopoli, capo della Chiesa greco-ortodossa, in opposizione alla Chiesa di rito greco-cattolico, che vuole l'indipendenza dai paesi slavi.
7) L'Impero Ottomano riceve il diritto di sovranità sulla Tracia e su tutti gli altri territori conquistati, compresa la Terrasanta, verso cui le potenze europee rinunciano ad ogni ingerenza.
8) Si stabilisce che questo sia l'Equilibrio internazionale europeo, e che qualunque sua alterazione debba essere considerata come una violazione del diritto internazionale, e come tale punita da tutte le potenze firmatarie.
9) Sono escluse dal punto precedente le eventuali unioni tra Inghilterra, Scozia e Irlanda e quelle tra Castiglia e Portogallo.
10) Si riconosce alla Castiglia il dominio assoluto dell'America centro-meridionale secondo il trattato di Tordesillas. La Regina Giovanna invia il figlio ed erede Carlo nell'America centro-meridionale a governarla come Viceré.

Se avete idee su come proseguirla, scrivetemi a questo indirizzo.

Riccardo Querciagrossa

L'Europa nel 1537

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E ora, l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se Papa Alessandro VI fosse vissuto più a lungo?

Oggi torneremo nell’Europa del Rinascimento per dare uno sguardo alla vita di Papa Alessandro VI.
Nato Rodrigo Borgia, fu papa dall’11 Agosto 1492 fino alla sua morte il 18 Agosto 1503 e faceva parte del casato dei Borgia, una potente famiglia Italo-Spagnola che dominò le politiche religiose e laiche durante il Rinascimento.
Studiò legge e diventò diacono nel 1456 all’età di 25 anni, dopo che suo zio, Callisto III, venne eletto papa.
Il nepotismo non era raro nella Chiesa dell’epoca, e sarebbe continuato quando Alessandro sarebbe diventato papa.
Alessandro divenne sacerdote nel 1468 e poi cardinale nel 1471.
Durante questo periodo Rodrigo ottenne considerevole influenza, ricchezza ed esperienza, e divenne anche padre di diversi figli avuti con le sue amanti, uno dei quali, Cesare, sarebbe in seguito diventato importante.
Quando Alessandro divenne papa nel 1492, in un’epoca in cui il papato controllava una grande regione d’Italia chiamata Stato Pontificio, veniva visto come un candidato indipendente rispetto a quelli sostenuti dalla Francia e dagli stati italiani.
Ciononostante, molti dei suoi critici contemporanei lo accusarono di essersi comprato la carica di papa, cosa anch’essa non rara nella Chiesa Cattolica dell’epoca, ma molti storici mettono in dubbio queste accuse.
Nonostante tutto, Alessandro fu un papa piuttosto corrotto, per esempio creò cardinale il figlio diciottenne Cesare, fino a quando la morte prematura di suo fratello non lo costrinse a dare le dimissioni, diventando la prima persona della storia a dimettersi come cardinale, e a cercare fortuna per la famiglia nel mondo laico.
Alessandro cedette terre di proprietà dello Stato Pontificio alla sua famiglia, facendosi molti nemici tra i nobili italiani.
Alessandro non ebbe nemmeno paura di prendere parte al gioco della geopolitica: quando Colombo scoprì il Nuovo Mondo, Alessandro cercò di ottenere i favori della Spagna pubblicando una bolla papale che concedeva alla Spagna il controllo su gran parte del Nuovo Mondo.
Ad essere onesti, però, per quello che conta Alessandro in realtà non agì molto diversamente da qualsiasi altro signore europeo o papa del Rinascimento.
La storia della Chiesa intorno a quel periodo è piena di sesso, nepotismo, corruzione e assassinii, quando paragoniamo alcuni dei crimini documentati dagli storici, cosa che non ho il tempo di fare ma che se volete potete controllare di persona, in realtà sorprende che Alessandro non fu certo il peggiore.
Infatti, senza considerare le sue attività extracurricolari, Alessandro fu un amministratore efficace che centralizzò il controllo sullo Stato Pontificio e diede il via a diverse riforme per eradicare la corruzione e tagliare le spese folli della Chiesa.
Fu anche un patrono delle arti e incoraggiò l’istruzione, predicò perfino la tolleranza verso gli Ebrei e permise a rifugiati Ebrei di stabilirsi nello Stato Pontificio dopo che erano stati espulsi da Spagna e Portogallo.
Il problema è che non aiutò la reputazione di Alessandro il fatto che molto di quello che si sa di lui e dei Borgia è stato raccontato dai loro nemici, che includevano gli Italiani antispagnoli che si opponevano a questi stranieri che usavano il papato per arricchirsi a spese degli Italiani, ma dannazione, anche tutti gli altri Italiani avrebbero potuto arricchirsi a spese degli Italiani! Perciò, anche se non perdono necessariamente quello che ha fatto Alessandro mentre era al potere, quando si paragona quello che facevano allora i funzionari della Chiesa con quello che hanno purtroppo fatto di recente, si scopre che Alessandro e la sua famiglia non si meritano la loro reputazione di malvagi, e chissà, magari se Alessandro fosse vissuto più a lungo i suoi piani per elevare la sua famiglia avrebbero funzionato davvero.
Vedete, Alessandro e suo figlio Cesare si ammalarono dopo una cena alla quale parteciparono insieme, Cesare guarì, ma Alessandro no, e morì nel 1503.
Senza il sostegno del padre, Cesare e il resto del casato dei Borgia persero il potere e non lo recuperarono mai più.
Gli storici dibattono su cosa uccise davvero Alessandro: si ammalò di una delle tante malattie che infuriavano in Europa all’epoca, come la malaria? O fu avvelenato, che non era una pratica inaudita nell’Italia del Rinascimento? Non lo sapremo mai per certo, ma presumendo che eviti o sopravviva a qualunque cosa l’abbia ucciso in questa TL, cosa avrebbe fatto Alessandro VI se fosse vissuto più a lungo? Beh, prima di tutto dobbiamo renderci conto del fatto che Alessandro, se fosse sopravvissuto a quella cena fatale, non avrebbe vissuto per molto altro tempo, dato che quando morì nella nostra TL aveva 72 anni e l’aspettativa di vita non era così alta nell’Italia del Rinascimento, anche uno ricco e potente come Alessandro probabilmente non sarebbe vissuto che per pochi anni ancora.
Però, se fosse vissuto per alcuni altri anni, un pianificatore esperto come Alessandro probabilmente avrebbe fatto molte cose in questa TL.
Per esempio avrebbe continuato a provare a riformare la Chiesa Cattolica, cosa che avrebbe potuto avere un grande impatto per i mille anni successivi, inoltre avrebbe continuato a patrocinare le arti, l’istruzione e gli Ebrei europei, e anche questo potrebbe avere un impatto sulla storia europea.
Ma una qualsiasi di queste riforme avrebbe potuto impedire la Riforma Protestante? Forse no, perché ho letto almeno una fonte che dà delle colpe alla reputazione di Alessandro come una delle cause principali della Riforma.
Infatti un Alessandro che vive di più avrebbe potuto rendere la Riforma più diffusa, perché altre persone critiche dei Borgia avrebbero potuto decidere di abbandonare il Cattolicesimo.
E che dire dei successori di Alessandro? Nella nostra TL Cesare Borgia riuscì a far eleggere un papa filo-Borgia, Pio III, ma quando quel papa morì 26 giorni dopo, il nuovo papa Giulio II si schierò contro Cesare e aiutò ad accelerare la sua caduta.
Se Alessandro fosse vissuto più a lungo e fosse riuscito a capire che la sua morte era vicina, avrebbe potuto assicurarsi che a succedergli fosse un papa filo-Borgia più in salute, dando alla sua famiglia più tempo per ottenere terre, ricchezze e influenza.
A proposito della sua famiglia: se Alessandro fosse vissuto più a lungo e si fosse assicurato che i suoi successori papali fossero filo-Borgia, avrebbe potuto concedere a Cesare il tempo per consolidare il potere nel Ducato di Romagna, che Alessandro aveva ricavato dallo Stato Pontificio, e per conquistare altri territori altrove.
Nella nostra TL, gran parte del potere di Cesare dipendeva dal sostegno papale, qualcosa che perfino Machiavelli notò nel suo libro Il Principe.
Se questo sostegno continuasse, Cesare conquisterebbe altri territori in Italia, e come ci dimostra la storia egli aveva piani per invadere la Toscana e altre parti dell’Italia settentrionale.
Inoltre, dato che la Francia e la Spagna stavano lottando per il Regno di Napoli, Alessandro cercò di trarre vantaggio da entrambe concedendo il suo supporto a chi delle due avrebbe offerto un territorio in Italia a Cesare, la Francia avrebbe dovuto cedere la Sicilia e la Spagna avrebbe dovuto cedere Siena, Pisa e Bologna.
Un Alessandro che vive di più avrebbe potuto assicurarsi che alcuni di questi territori finissero sotto il controllo di Cesare.
Aiutava anche il fatto che Cesare era piuttosto popolare tra la gente comune, che spesso lo considerava un sovrano migliore dei suoi signori precedenti, che potevano essere meschini o crudeli.
Con un proprio regno e un’Italia pacificata lui e i suoi discendenti avrebbero potuto durare più a lungo nel caso i Borgia avessero mai perso il controllo del papato.
Cosa significa il fatto che i Borgia continueranno ad avere una base di potere in Italia? Beh, prima di tutto il summenzionato Principe di Machiavelli probabilmente non verrà mai scritto o sarà completamente diverso.
La carriera e i fallimenti di Cesare aiutarono a ispirare Machiavelli nella scrittura del suo famoso libro, ma se la carriera di Cesare avesse avuto più successo chissà cosa avrebbe scritto Machiavelli.
E a proposito di nomi famosi del Rinascimento: Cesare fu per breve tempo patrono di Leonardo… No, non la Tartaruga Ninja, da Vinci.
Se Cesare avesse avuto più fortuna e avesse continuato a sostenere gli artisti, la carriera di Leonardo sarebbe differente, e se davvero vogliamo fare speculazioni ad ampio raggio, forse i Borgia continueranno ad avere un grande ruolo nella politica italiana, se non addirittura europea, per generazioni a venire.
Conquisteranno altre terre, si assicureranno preziose alleanze matrimoniali e ammasseranno ancora più ricchezze, chissà, forse un giorno un Borgia si siederà sul trono di un’Italia unita, e sarà tutto grazie a Papa Alessandro VI… Ma ovviamente questo non è accaduto.
Nella nostra TL Alessandro e i Borgia fecero il passo più lungo della gamba, e passarono dall’essere una delle famiglie più importanti del Rinascimento italiano all’essere sinonimo della peggior specie di malvagità.
Forse un Alessandro VI vissuto più a lungo avrebbe permesso ai Borgia di conquistare l’Italia, o forse la loro caduta sarebbe stata soltanto ritardata, è divertente speculare, ma alla fine è soltanto un altro modo elegante per dire che sto solo facendo ipotesi.

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Questa è la domanda postaci in proposito da Bhrg'hros:

Ma a voi piacerebbe (in prospettiva ucronica e senza alcun Fascismo) un’Italia con la Savoia, Nizza, la Corsica, Malta, il Ticino, i Grigioni, l’Istria e la Dalmazia?

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Gli risponde Lord Wilmore:

Dunque, uno Stato Nazionale deve racchiudere entro i suoi confini la maggior parte dei cittadini di quella nazione (etnico-linguistica), per cui, se l'Italia avesse completato il suo processo di unificazione nazionale entro il 1492, come Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra e Scozia (e i paesi nordici), avrebbe dovuto includere quantomeno Nizza, la Corsica, il Ticino, la costa occidentale dell'Istria, Fiume e Zara come exclavi, forse Malta in quanto feudo siciliano (l'isola avrebbe potuto italianizzarsi, Roberta Metsola parla un italia). La Savoia è francofona e di là dalle Alpi; il Tirolo Cisalpino è di qua dal displuviale ma è a stragrande maggioranza tedesca, dunque va unito al Tirolo Transalpino, e quindi alla nazione austriaca (= tedesca); idem per i Grigioni, le zone italofone sono poche; l'Istria di qua dal displuviale è interamente slava (in epoca fascista in molti paesini c'erano solo due italofoni, il podestà e la maestra), e così la Dalmazia, e dunque è giusto che appartengano alla nazione slava, qualunque essa sia. Non parliamo di Albania o Tunisia o Grecia o Egitto, come tu sai io sono allergico al colonialismo...

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Bhrg'hros ribatte:

Certo. Per il 1492 il solito problema è che non esisteva una Nazione italiana in questo senso: dal punto di vista delle lingue parlate, erano Italiani solo i Peninsulari, i Corsi e i Siciliani. Tutti gli altri avevano il fiorentino come lingua (quasi) ufficiali solo perché appartenevano al Sacro Romano Impero (tant’è vero che, nella Repubblica di Venezia, dove non si trattava di Feudi Imperiali non si usava l’italiano; è questa stata la Questione della Lingua col Bembo).

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Lord Wilmore lo sollecita:

Quindi per avere uno stato nazionale italiano nel 1492 bisogna risolvere il problema della lingua in anticipo, sei d'accordo?

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E Bhrg'hros non si fa certo pregare:

Di per sé lo ha ‘risolto’ (ammesso che sia un problema; l’ho chiamato così dalla prospettiva attuale dell’Italia come la conosciamo) il Sacro Romano Impero; se non ci fosse stato l’Impero, tutta la Cisalpina dalla Liguria all’Istria sarebbe stata una Nazione del tutto diversa. Per ottenere lo stesso effetto che ha avuto l’Impero sarebbe stata necessaria una conquista sistematica da parte di Firenze.

In effetti, questa è una discussione solo in parte ucronica. Com’è noto, all’epoca di Dante non c’era l’italiano (c’era il cosiddetto “volgare longobardo”, quello dei Placiti Capuani, ma ormai ampiamente disusato); c’era però l’Italia Imperiale. È solo l’ingombrante presenza del Sacro Romano Impero che ha imposto l’italiano, non certo Firenze, per quanto Firenze fosse una delle quattro città che poteva tentare un’unificazione, ma appunto senza grandi speranze (meno ancora ne aveva Genova; decisamente di più le altre due, Venezia e soprattutto Milano, che infatti hanno tentato il colpo a un secolo di distanza l’una dall’altro, a cominciare da un secolo dopo Dante). La prima opzione per il fiorentino al di fuori di Firenze è avvenuta con Bernabò Visconti a Milano, nel quadro del Ghibellinismo imperiale; un secolo dopo è stato il turno dei Savoia (solo in Cisalpina – tranne Aosta – e a Nizza), poi di Venezia (al tempo del Bembo e comunque accanto al veneziano), infine dei Borboni nel Settecento (abbastanza in là nel tempo; prima c’era il castigliano); a Genova è stato imposto dai Savoia.

Se non ci fosse stato l’Impero (né il Ghibellinismo), Milano avrebbe tentato di imporre il milanese o, casomai, il provenzale o il francese (senza l’Impero, il Ducato sarebbe infine stato ereditato dai Valois e quindi sarebbe diventato il polo di diffusione del francese), a maggior ragione i Savoia (i cui dominî comunque, senza Carlo V., sarebbero rimasti alla Francia) il francese, Venezia il veneziano. Le Due Sicilie e la Sardegna, addirittura, hanno adottato il castigliano prima ancora del Regno d’Aragona... Dunque è proprio l’Impero e in particolare gli Asburgo a cui si deve l’estensione dell’italiano nei confini storici (attuali). Senza di loro, il castigliano arriverebbe all’Abruzzo e al Salento, il francese almeno al Lago di Garda e alla Lunigiana, l’italiano sarebbe limitato alla Toscana e allo Stato Pontificio (o alla Repubblica Romana), mentre Venezia e Trieste parlerebbero pressoché solo veneziano...

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Se volete dirci che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


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