L'impero delle donne


POD: il regno di Hatshepsut é giunto fino all’anno XVIII; Tuthmôsis III non muore, é Neferourê a morire (sotto la guardia di Senenmut che é disgraziato in questo momento). Tuthmôsis III prende il potere senza violenza, sembra che Hatshepsut abbia lasciato il potere senza complicazioni. Non é provato l’odio del re nei confronti della zia, le distruzioni delle opere della regina sembrano essere dovute a motivi religiosi, ma credo che se non la odiava, non la amava di sicuro. I nomi di regine sono veri, sono i nomi delle Prime spose degli faraoni, i rapporti di famiglia descritti sono più o meno esatti (eccezione fatta di Nehesy II) per quanto che sappiamo.

Hatshepsut I: 1479-1458
Hatshepsut (« la prima delle donne nobili ») é la figlia del faraone Tuthmôsis I e della figlia di Amenhotep I (dunque discende dalle grande regine Tetisheri e Ahmès-Nefertari). Sposa suo fratello, il faraone Tuthmôsis II, ma quest’ultimo muore presto lasciando solo un bambino, figlio di una sposa secondaria, Tuthmôsis III. Hatshepsut prende dunque la reggenza fino all’anno VII di Tuthmôsis III, quando si fa incoronare faraone dal Primo Profeta di Amon Hapuseneb, prende i vestiti maschili (nemès e barba cerimoniale) e governa in armonia con il giovane faraone (ma il potere é nelle sue mani), prende il nome di Mâatkarê (la Mâat é il ka di Ra) Hatshepsut. Per legitimmarsi propaga la dottrina della Teogamia, in realtà é la figlia di Amon stesso (aveva presso i tratti di Tuthmôsis I), che sarà raccontata sulle pareti del suo tempio: il magnifico Djeser Djeseru (Deir-el-Bahari), costruito dal suo principale ministro (e amante?) Senenmut. La regina governa saggiamente l’Egitto, ricostruisce il paese dopo l’occupazione hyksos, rende dinamica l’economia, amplia il tempio di Amon, sotto il suo regno il paese vive nella prosperità.
Nell'anno VIII lancia una spedizione verso il mitico paese di Punt (Somalia), comandata dal generale Nehesy, la spedizione torna l’anno dopo con uno vero tesoro d’oro, incenso, piume, gioielli, animali (giaguari e giraffe). Queste ricchezze saranno la sua più grande vittoria e la promessa per futuri sviluppi commerciali.
Nell'anno XII la regina stessa prende la testa dell’esercito e parte in Nubia domare una ribellione locale, sottovoce si mormora che ha forse l’idea di aprire una strada terrestre verso il Punt, ma torna in Egitto.
Nell'anno XVIII avviene il dramma: il giovane re Tuthmôsis III, speranza d’Egitto, grande uomo molto popolare nell’esercito e sempre più ambizioso e preoccupato dal potere della zia, muore all’improvviso durante una piccola spedizione contro dei Beduini, colpito da una freccia nella schiena. Hatshepsut era preoccupata dal nuovo interresse del re per gli affari, ma era re legittimo e intendeva lasciarlo diventare re in pieno, stava per ritirarsi quando avviene la catastrofe. Si dice che Senenmut non sarebbe estraneo a questa morte senza prove (era uno uomo potente solo per grazia della regina e odiato dal re).
L’Egitto é davanti a una crisi di successione, non rimangono più che due bambini di Tuthmôsis, tutti due sono figlie, Neferourê (che é ritirata della guardia di Senenmut che sparisce misteriosamente) e la giovane Merytrê-Hatshepsut. I nobili di tutto il paese iniziano a organizzare congiure e le due principesse diventano mira delle ambizioni.
Per questo Hatshepsut, ormai invecchiata con l’appoggio dell’amico di sempre, vizir e Primo Profeta di Amon, estende la Teogamia alle sue figlie, annunciando che sono figlie di Amon (Sat-Amon) e Neferourê é fatta erede pienamente legittima del trono senza bisogno di un uomo. Nello stesso momento il generale Nehesy riprende in mano l’esercito, e con l'oro ricavato da una spedizione verso la Nubia ne fa uno strumento fedele. Dopo la congiura del nobile Puyemrê l’insieme del paese é sotto controllo.
Nell’anno XXV, Hatshepsut raggiunge suo padre Amon ed é seppellita nella sua tomba della valle dei Re. Sua Figlia é proclamata faraone (sotto apparenza maschile) come Menkheperrê ("la manifestazione di Rê é durabile") Neferourê. Nelle primo anno é appoggiata da Hapuseneb e dopo la sua morte da Nehesy e da suo figlio che porta li stesso nome.

Neferourê I: 1455-1425
Il ventennio del regno di Neferourê I trascorre in stato d’emergenza: la regina-vergine, come il popolo la chiamava, ha fatto di tutto per mostrarsi come un grande capo sopratutto nei confronti dell’esercito. Respingerà sempre tutte le offerte di matrimonio come offese al dio e pericoli per il nuovo regime.
Nell’anno V sulla Grande Verde (il Mediterraneo) avviene una grande catastrofe: l’isola madre del popolo Keftiu (cretesi minoici) é devastata, i suoi palazzi annientati, rasi al suolo da un terremoto e uno tsunami, le carestie e il panico travolgono l’isola. Una piccola ambasciata di mercanti keftiu insediati in Egitto supplica la magnifica regina di aiutare il loro povero paese. I Keftiu sono importanti partner commerciali e sono più apprezzati dei barbari asiatici, considerati come un popolo abbastanza civilizzato. Così il generale Nehesy il giovane é mandato nell’anno VI sull’isola con una flotta (armata e finanziata dai mercanti) per riportare l’ordine e nutrire il paese. Durante alcuni anni funge da vero governatore dell’isola che passa sotto giurisdizione egiziana, respinge i pirati Ahhiyawa del Nord, e ricostruisce Festo, centro del nuovo potere. Le elite superstite dell’isola firmano il trattato di Festo, l’isola é ormai un protettorato egiziano. Le civiltà minoica accetta facilmente il potere egiziano in ringraziamento e per di più considera la faraona egiziana come il corrispondente delle proprie regine-pretesse e delle loro famiglie matriarcali. Cosi nasce l’epoca neo-palaziale detta anche epoca minoico-egiziana.
In Egitto Neferourê I prosegue la politica economica della madre, la prospérità si mantiene, sono costruiti grandi templi, il complesso di Djeser Djeseru si amplia di obelischi. La faraona, volendo far accettare agli uomini il potere di una donna, metterà in opera una grande politica familiare. Le donne in Egitto avevano sempre avuto grandi poteri nella famiglia, potevano lavorare in molti mestieri (medicina, industria, artigianato) e avevano gli stessi diritti giuridici degli uomini; però con la legislazione di Neferourê possono ormai ereditare come il figlio primogenito, tutti i mestieri sono ormai aperti loro.
Per accontentare l’esercito ella mette in azione il sogno del vecchio Nehesy, tornare nel Pûnt e conquistare il paese (già governato da regine nere). Nell’anno XII é inviata una nuova flotta (costruita da keftiu emigrati), e uno esercito é mandato nel Pûnt dove é fondata la città di Ta Neteru, futura base di una colonizzazione egiziana (partecipano anche alcuni keftiu).
Nell’anno XIII Neferourê guida lei stessa una nuova spedizione contro la Nubia, la totalità del paese di Kush é conquistata e Kerma diventa il centro del potere egiziano, dove sono costruiti un grande tempio di Amon e uno in onore della vittoria di Neferourê; la regina inizia una feroce politica di egiziazione del paese e lo fa pesantemente occupare dall’esercito.
Allorché sta progettando di conquistare tutto il Sud oltre il Kush, la regina deve tornare in emergenza nel Nord dove il Delta si muove e le frontiere iniziano a essere minacciate da Canaaniani e da nuovi nemici, gli Ittiti. Nell’anno XVIII riporta l’ordine e dopo una passeggiata militare in Palestina mostra agli Ittiti che la regina egiziana é abbastanza forte per respingerli (l’esercito egiziano a quest’epoca é il risultato degli sforzi militari e disciplinari del defunto Tuthmôsis III, che ne ha fatto uno feroce strumento). Neferourê fonda nel Delta la città di Pi-Neferourê dove insedia una guarnigione. Ormai il regno é tranquillo all’interno e all’esterno.
Nell’anno XX la faraona muore di stanchezza dopo tanti sforzi é lascia il trono alla sorella Merytrê-Hatshepsut secondo le prescrizioni della Teogamia. Lascia un impero prospero é esteso, l’esercito controlla la Nubia intera e fa sfruttare le sue numerose miniere d’oro, i keftiu ormai sotto dominio egiziano sviluppano liberamente il negozio marittimo ed emigrano in massa ne Delta e nel Pûnt. La città di Ta Neterou cresce e l’esercito mantiene l’autorità egiziana sulle coste del paese.

Merytrê-Hatshepsut II: 1425-1420
Il breve regno della seconda figlia di Hatshepsut é purtroppo importante. Niente spedizioni militari o economiche, perchè la fragile Senakhtenrê Merytrê-Hatshepsut II non è forte come la madre o una vergine guerriera come la sorella. Si appoggia su Nehesy II che diventa suo vizir. Però sarà la prima faraona a farsi rappresentare da donna portando le insigne del potere (eccezione fatta della barba). Il regime diventa apertamente femminile, sempre più accettato dai suoi ministri e generali. Nell’anno IV nomina ufficialmente Nehesy II come suo consorte (con il titolo di Primo Profeta di Hathor) e gli affida compiti religiosi (mantenere l’armonia) ma non politici, benché avesse un certo peso. Nehesy II é gia padre della loro figlia unica Merytamon (niente figli), ma ovviamente sotto la dottrina della Teogamia.

Merytamon I: 1420-1400
Durante i primi anni del suo regno sarà sotto la reggenza del Santo Padre Nehesy (muore nell’anno VI). Sotto il suo regno la società egiziana imita sempre più la struttura matriarcale keftiu e puntica. Appaiono i primi ministri donne e il primo Grande profeta d’Amon donna. Le colonie di Pûnt e Keftiu si sviluppano, la minaccia ittita é mantenuta lontana. Il complesso monumentale di Djeser Djeseru supera quasi Karnak in lusso e importanza. La faraona si farà scavare la più grande tomba della Valle dei Re. La Teogamia di Stato é ormai accettata.

Tiâa (Neferourê II): 1400-1388
Ha la particolarità di essere la prima faraona senza legami con Hatshepsut I. La difficoltà del regime é di dare l’occasione alle faraone di dare vita a degli eredi. Tiâa é cugina di Merytamon dalla famiglia del Santo Padre Nehesy. Prende il potere con l'aiuto di militari e mercanti keftiu legittimandosi con la teogamia, e sposa il figlio di Merytamon, il giovane Amenhotep senza potere. È da quest'epoca in poi che il consorte ha cosi pochi poteri, la regina é la più ricca persona dell’impero ed è circondata da una corte di donne pronte a sorvegliare e risolvere tutti i problemi. Questo gruppo di nobildonne controlla e sposa i più importanti uomini della corte (in una maniera piacevole che diventerà leggendaria come modo di governare all’egiziana). A questa epoca l’interno del paese di Pûnt é conquistato e la Palestina diventa un regno vassallo.

Mutemuia I: 1388-1379
Figlia della precedente, sarà la prima faraona a sposare suo fratello, il principe Tuthmôsis; i poteri di quest’ultimo sono sopratutto religiosi.

Tiyi (Hatshepsut III): 1379-1358
Usurpatrice, prende il potere uccidendo Mutemuia (é crescita sotto il suo favore) e sposa il figlio della faraona, il principe Amenhotep. Regno durissimo ma splendida per le arti. Conquista del Sudan fino al Quinta cateratta e fondazione del vice-regno di Napata (Ouaouat). Apertura della via terrestre tra Napata e Pûnt. Conquista della Libia. Tiyi é per metà keftiu, e sul mare iI keftiu colonizzano le isole del mare (Cipro) ma non osano ancora sbarcare contro gli Ahhiyawa.

Iset I: 1358-1352
Figlia della precedente. Niente di notevole, sviluppo notevole della potenza ittita in Amurru (Fenicia).

Nefertiti: 1352-1331
Figlia del fratello di Tiyi (Youya) che diventa Santo Padre. Sposa il figlio di Tiyi, il principe Amenhotep, curioso individuo che prova a lanciare una riforma religiosa basata sul culto di un dio unico, Aton (si farà rinominare Akhenaton). Durante il suo regno pacifico la regina limiterà le ambizioni del consorte, sempre fedele al culto di Amon base della teogamia. Forte epidemia di peste nell’impero, la regina muore all’improvviso.
Il potere si trova in competizione tra le sei figlie legittime della regina: Meritamon II, erede legittima, sposa il principe Smekhkaré, suo fratello, e combatte le ambizioni sempre crescenti della setta atoniana, ma muore assassinata da sua sorella Makétaton.
Inizio della guerra civile, Ânkhesenpaamon (e il suo consorte Toutankhamon) lotta contro sua sorella Maketaton. Le altre sorelle Neferuaton, Neferourê III, Setepenrê provano a sollevare i loro partigiani (Neferourê III si rifugia in Keftiu), ribellione del Sudan. In Medio Oriente gli Ittiti invadono gli staterelli vassalli dell’Egitto e progettano d’invadere l’Egitto stesso.

Moutnedjemet:
Dopo cinque anni di Guerra la sorella di Nefertiti s’impone grazie alla forza del suo consorte, il prode generale Horemheb, dopo la morte di Neferuaton, giustiziata dai preti di Amon. Periodo di ricostruzione dello Stato e del paese. Horemheb riorganizza l’esercito e respinge la minaccia ittita, che però rimangono padroni dell’Amurru. Neferourê III si sottomette ed é nominata regina-pretessa di Festo, vassalla dell’Egitto. Il Sudan rimane in ribellione.

Touya (Neferourê IV):
Senza legami con la dinastia, sale al trono come favorita della regina e sposa il cugino di Horemheb, il principe Ramesse. Inizio della XIX dinastia. Spedizione nel Sud, Napata é sottomessa, conquista della sesta cateratta e fondazione di Meroé.

Nefertari I
Battaglia di Megiddo contro gli Ittiti, lo stau quo si mantiene, trattato di pace e spartizione pacifica del Medio Oriente. L’Egitto si accontenta della Palestina a Sud di Megiddo come regno vassallo, zona di protezione. L'impero di Hatti é egemonico nel Medio Oriente ed alleato con l’Egitto (matrimonio con il consorte Zananza, figlio di Hattusili III). Conquista della zona di costa, realizzando un legame terrestre con il Punt egiziano. Apogeo del Delta minoizzato. La capitale è trasferita ad Abu (Assuan) sulla prima cateratta.

Iset II:
Conquista dell’intera zona delle cateratte, Iset II arriva fino alla divisione del Nilo tra Nilo bianco e Nilo azzurro, fondazione di Pi-Nefertari. Sviluppo delle vie terrestri attraverso l’Etiopia. Il viceregno di Punt si estende al Sud. Costruzione del grande tempio di File. Sotto il suo regno i Keftiu dell’isola conquistano qualche città Ahhiyawa, allorché questa civiltà sta crollando nelle lotte interne.

Meritamon III

Takhat I


Takhat II

Taousert:
Ultima grande regina del Nuovo Regno, conquista delle coste arabe ma questo potere non sarà mai molto sviluppato. Inizio dei movimenti autonomisti in Keftiu e nel Delta, dove la popolazione keftiu si agita. Il potere si appoggia sempre più sul Sud. Spostamento della capitale a Napata.

Iset III

Tiyi II (Hashepsut IV):
Indipendenza del Keftiu e del Delta dove si insedia la XXe dinastia minoica di regine-pretesse. Il potere sempre più nubiano del Sud non prova neanche a riconquistare il Nord e legittima la sua indipendenza con un trattato. L’impero egiziano si volta sempre più verso l’Africa profonda. I primi esploratori egiziani arrivano nella zona dei grandi laghi e sulla costa fino al Madagascar. Il regno deltaico dei Keftiu riuscirà a respingere le invasioni dei popoli del mare, però essi devono lasciare l’egemonia sul mare e sono cacciati dalle loro fortezze del continente, anzi fortificano l’isola di Keftiu. Però conquistano la costa libica e impongono il loro dominio sulla Palestina (ne saranno cacciati durante il X secolo dai popoli ebraici).


Qualche prospettiva:

- Sotto la doppia influenza egiziana e minoica il popolo ebreo muta e si fonda su una logica matrilineare. Quando la Bibbia é scritta nell'VIII-VII secolo, YHWH é presentato come una persona femminile e sarà Adamo a commettere il peccato originale: quello d’orgoglio. E anche se sono dei re alla testa di Israele, le donne avranno un maggiore peso. Sulla costa araba (Yemen) il regno delle regine di Saba, egizianizzato ma indipendente, entra in contatto con Salomone e diventa israelita.
- Creazione di un impero matrilineare di Saba in Arabia.
- Divisione del mondo tra le società matriarcali e quelle patriarcali (Mesopotamia, Grecia).
- I Keftiu sopravissuti nel Mediterraneo continuano la loro storia, colonizzano la Libia, il Delta egiziano e prendono il posto della Fenicia sotto il controllo degli diversi imperi mediorientali e limitati sul mare dai Cretesi.
- L’Egitto, protetto a Nord dal Delta e dalla Palestina, è più al sicuro e le dinastie del Sud (Tebe, frontiera Nord) sviluppano una cultura egiziana-africana sul modello di Meroe (ma più ricca) basato sul potere delle regine (Candace).
- La civiltà egiziana sopravvive e si estende a tutta l’Africa orientale, la storia africana é del tutto cambiata.
- Sviluppo della costa orientale dell’Africa, entrata delle civiltà africane nella storia, formazione di regni, tutti matrilineari (notevoli quelli di Etiopia, Axum, Saba e Zimbabwe).
- La Creta fonda Neapolis al posto di Cartagine e ne assumerà il ruolo nella storia (penso a un ruolo maggiore per Didone). Immaginate una donna al posto di Annibale che minaccia Roma di distruzione!
- I Greci sono particolarmente ostili al potere delle donne (le Amazzoni sono infatti le regine egiziane e cretesi). Saranno il popolo meno aperto alle donne.
- Creta cade nelle mani dell’impero achemenide ma sarà liberato da Alessandro.
- Tolomeo I Sotere é il primo uomo con Alessandro ad essere accettato come re maschile, però deve designare come erede sua figlia Arsinoé Filadelfa (sposata con il fratello Tolomeo II).
- Quando conquista l’Egitto fino alla prima cateratta, Augusto deve pacificare il paese nominando Livia Augusta come regina d’Egitto. Prima introduzione del potere femminile nelle istituzioni romane. Più tardi Agrippina Minore proverà a prendere il trono per sé. Possibilità di apparizione di un'imperatrice romana nel secondo secolo.
- Roma è una società maschile, però conquistando dei paesi matriarcali come Creta, la Libia, l’Egitto, l’Arabia (e forse più oltre in Africa) introduce nella società romana una grande tolleranza riguardo al posto delle donne nella società. Liberalizzazione della società.

Questo mondo é del tutto diverso dal nostro mondo, l’altra metà dell’umanità prende il suo posto legittimo accanto agli uomini (due volte più grandi eroi, scienziati, criminali, artisti ecc.). Però, come si vede, non penso che sarebbe stato più pacifico. Che sia Hatshepsut, Teodora, Elisabetta I, Caterina da Medici, Vittoria, Margaret Thatcher, le donne al potere non sono mai state più pacifiche degli uomini; forse, più astute e senza scrupoli.
Forse svilupperò più oltre un'Africa che prende un ruolo maggiore, nella storia ma sarà uno grosso sforzo di costruzione!

Perchè no?

 

E ora, segnaliamo l'ucronia pensata da Enrica S.:

Il Faraone Pepi II, della VI Dinastia, è il sovrano cui è attribuito il regno più lungo della storia dell'umanità: 94 anni secondo Manetone, 90 secondo il Canone Reale (l'egittologo ceco Jaromír Málek pensa che abbia regnato fra il 2236 e il 2143 a.C.). Questa cifra non è del tutto fantascientifica, se si pensa che salì al trono a soli 6 anni alla morte del fratellastro Merenra I, sotto la reggenza della madre Ankhenesmerira. Il suo regno fu segnato dalla progressiva perdita di potere da parte del Faraone, a favore dei signori feudali che disintegrarono l'Egitto e posero fine al Regno Antico, inaugurando il cosiddetto Primo Periodo Intermedio. Ma come cambiano la storia dell'Egitto e di tutta la Mezzaluna Fertile se Pepi II è energico almeno quanto un altro Faraone assai longevo, Ramses II, e stronca sul nascere la disgregazione del suo regno, costruendo un colossale complesso cultuale a Saqqara così come Ramses II ne costruirà uno altrettanto grandioso a Luxor? (secondo me quest'ucronia è pane per i denti di Perchè no?)

 

L'interessato subito le risponde:

Non é pane, é acqua... dopo avere attraversato il deserto libico arrivando in vista del generoso dio Hapi! Ti ringrazio per questo tributo, butterò giù qualche idea. Ti dirò che la V e poi la VI dinastia erano dinastie di origine solare: Userkaf, primo re della V dinastia - per gli appassionati della vocalizzazione Weśrka'ef, Weśr ("potente") il suo Ka’ ("Forza Vitale") -, si diceva nato da Ra stesso, il culto solare e la propaganda attorno all'origine divina dei re delle due dinastie erano i pilastri di questo periodo.

Se l'Antico Regno prosegue, il faraone sarebbe sempre più un re-sacerdote legato al culto di Ra, i templi solari (con quel tipico obelisco massiccio al centro) sarebbero stati più numerosi. Piuttosto che una divisione del regno tra nomarchi si potrebbe immaginare l'esistenza di un faraone unico sotto il controllo di una o più dinastie di ministri potenti. Immaginiamo dunque che Pepi II - per gli appassionati della vocalizzazione Pjôpe, "chiglia" - abbia avuto uno di questi potenti ministri che riprende con la forza il controllo del potere, ma non può farsi incoronare. Forse più tardi potremmo vedere una sorta di restaurazione faraonica.

Il complesso gigantesco di cui parli a Saqqara sarebbe allora il segno della restaurazione del potere faraonico come la grande piramide era stato un monumento all'unificazione del paese. La cosa sicura é che Tebe non sorgerebbe mai come capitale, il centro del paese rimarrebbe attorno a Menfi, il che potrebbe forse orientare l'azione dei faraoni verso l'Asia in anticipo; potremmo forse vedere degli interventi in quella regione con mille anni di anticipo, proprio come aveva fatto Ramses II ma senza la competizione con gli Ittiti. L'Egitto rimarrebbe così una potenza regionale capace di intervenire in quella che sarà più tardi la Palestina; un commercio con un Egitto forte potrebbe forse stimolare in anticipo l'ascesa delle città sulla costa di Fenicia. Inoltre, all'epoca di Pepi II l'Egitto aveva appena iniziato la penetrazione a Sud della prima cataratta, nella Nubia. Senza la caduta della dinastia si potrebbe immaginare che nella Nubia e ancora più a Sud la cultura egiziana sarebbe penetrata ancor più profondamente, degli Stati egizianizzati potrebbero allora sorgere ben prima e più a mezzogiorno che nella nostra Timeline.

Ma comunque l'Antico Regno non sarebbe stato eterno, perchè l'Egitto antico era un po' come la Cina: il paese unito finisce sempre per essere diviso in una maniera o nell'altra , mentre il paese diviso sogna solo la sua riunificazione...

 

C'è anche l'idea di William Riker:

Il Medio Regno Egiziano ebbe fine (anche se meno bruscamente di quanto si pensava un tempo) a causa della penetrazione degli Hyksos, popolazioni di origine sconosciuta il cui nome deriva dall'egiziano Hekaw-khasut, "i re dei paesi stranieri". Si sono fatte molte congetture su questi invasori, che conquistarono il delta del Nilo fondandovi la loro capitale Avaris: Semiti della Palestina, Hurriti o persino Indoeuropei La loro dominazione sull'Egitto durò fino al 1550 a.C. quando il tebano Ahmose riconquistò il Delta del Nilo e fondò la XVIII Dinastia. Ma che accade se i Faraoni del Medio Regno riescono a sconfiggere gli Hyksos e a tenerli fuori dai confini dell'Egitto? L'impronta dei re stranieri fu infatti indelebile, per l'apporto di forze e tecniche nuove che entrarono a far parte stabilmente del patrimonio egiziano: lungi dall'essere popoli rozzi e culturalmente inferiori, gli Hyksos contribuirono in maniera decisiva allo sviluppo della civiltà dell'Egitto. Tra le loro innovazioni vanno annoverati il telaio verticale, strumenti musicali come la lira e soprattutto l'introduzione del cavallo e del carro da guerra, fino ad allora sconosciuti in Egitto e fondmentali per le future, vittoriose campagne militari dei Faraoni. Come cambierà la storia del Paese del Nilo senza questi apporti fondamentali?

 

Gli replica Generalissimus:

Senza carri da guerra a Qadesh la vittoria è degli Ittiti.

 

E Perchè No? precisa:

Gli Ittiti o anche il Mitanni avrebbero sconfitto e invaso l'Egitto ben prima di Qadesh in questa situazione. Ma gli Hyksos penetrarono in un Egitto già in declino. Senza di loro immagino una fine simile alla fine dell'Antico Regno: una divisione dell'Egitto in dinastie rivali con una riunificazione finale. Non cambia molto l'Egitto in sè, ma cambia moltissimo il suo rapporto con i paesi vicini e sopratutto non si avrebbe una dinastia militare come la XVIII che sale al trono e crea uno vero impero egiziano in Medio Oriente. Gli Egiziani non avrebbero potuto farlo senza carri, ma non avrebbero nemmeno potuto immaginare di farlo senza il ricordo della dominazione straniera: gli Egiziani avevano già fatto la guerra fuori del loro paese prima di allora, ma senza mai creare un sistema persistente di dominazione delle nazioni straniere.

E l'ucronia contraria? La dinastia Hyksos di re Aaqenenrê Apophis impedisce l'ascesa della XVIII dinastia. Sia Seqenenrê Taa non si ribella, sia i suoi successori Kamose e Ahmose sono sconfitti e uccisi in battaglia (come é accaduto a Taa stesso). Gli Hyksos conquistano il regno di Tebe e ottengono la sottomissione del vice-regno di Nubia (sembra che c'era una sorta di legame tra di due in funzione anti-tebana). La politica estera hyskos sarebbe orientata verso il Medio Oriente e sarebbe più o meno simile alla nostra XVIII dinastia ;forse con un accesso ridotto all'oro nubiano se il Sud rimane autonomo (ma una campagna militare da uno momento all'altro dovrebbe sistemare la cosa). Un cambiamento notevole sarebbe questo: i re Hyksos non avrebbero il divieto di far sposare le loro figlie con dei re stranieri, creando dei legami più stretti tra Avaris e i suoi rivali/alleati orientali. Si potrebbe immaginare un'egizianizzazione maggiore delle aree controllate degli Hyksos.

Culturalmente l'Egitto sarebbe più aperto alle influenze estere, ma lo é stato lo stesso con le conquiste della XVIII dinastia, in particolare l'introduzione di déi del Medio Oriente. Gli Hyksos erano gia largamente egiziani, dunque l'apporto estero non dovrebbe cancellare la civiltà egizia. Gli Hyksos hanno pero dimostrato uno certo gusto per l'arte cretese (vedere gli affreschi di Avaris) e forse si potrebbe immaginare una penetrazione culturale minoica nel Delta con una sorta di Naucratis ante-letteram? Tebe non sorgerebbe come capitale egiziana, e dunque niente potenza del clero di Amon-Ra. Al contrario l'Egitto Hyksos rimarrebbe a un culto solare più classico, e forse un esperimento come la rivoluzione atoniana di Akhenaton potrebbe riuscire.

 

A questo punto, ecco la proposta di Alessio Benassi:

Amenhotep III, Faraone d'Egitto detto "il Magnifico", riuscì con arte diplomatica e militare a mantenere saldo l'Egitto e aprì la strada alla sua età dell'oro. Il primogenito di Amenhotep III era Thutmose che morì giovane, e gli succedette il secondogenito Amenhotep (IV, poi Akhenaton), che cercando di imporre il monoteismo di Aton portò il paese nel caos. Supponiamo che il primogenito di Amenhotep III sopravviva e succeda al padre come Thutmose V. Egli intraprende sia per via diplomatica che militare un forte espansionismo nel Medio Oriente, scontrandosi in anticipo con gli Ittiti. Che accade?

 

A replicargli è Federico Sangalli:

L'Egitto era la nazione più potente, più popolosa e più avanzata del tempo, ma pure gli Ittiti erano assai civilizzati e le armi di ferro all'epoca (un'esclusiva ittita) ebbero un impatto sull'arte bellica che non si sarebbe visto fino all'avvento delle armi da fuoco. Ma qual era la principale arma degli egizi? Sicuramente la loro potente cavalleria di carri con arcieri, ineguagliata in tutto il Vicino Oriente. Essa poteva vincere contro gli Ittiti (la lancia di ferro non serve a molto se non riesci a colpire il bersaglio) in campo piano ma già avvicinarsi alla montuosa Anatolia avrebbe dato difficoltà, rallentandola ed esponendola agli attacchi degli arcieri anatolici. Anche le paludi mesopotamiche potrebbe dare qualche problema. Allora ecco come salvare capra e cavoli: gli egizi conquistano il Levante, ovvero Palestina, Arabia Petrea, Fenicia e Siria ma non riescono a battere gli Ittiti che li frenano sull'Oronte, nella Siria Settentrionale, e tra i monti del Kurdistan. La Mesopotamia potrebbe diventare uno stato tributario, sotto forma di confederazione di città stato a guida babilonese. Babilonia avrebbe una grande crescita come incrocio commerciale tra Ittiti, Egizi e Persiani e principale zona neutrale ove fare affari. Anche l'Egitto si rafforzerebbe, allargandosi in Nubia e allacciando relazioni con Axum e gli etiopi. Gli Ittiti, ostacolati a Sud, potrebbero rivolgersi altrove, allargandosi nel Ponto e accordandosi con gli Armeni, stringendo poi provincie relazioni con le prime città stato ellenico-frigie in Asia Minore, magari ellenizzandosi prima o poi. In Persia i contatti con Babilonia segnerebbero una crescita anticipata sotto la potenza non ancora tramontata dei Medi. I Fenici resisterebbero alla concorrenza babilonese e alla tassazione del Faraone o farebbero le valigie per trasferirsi a Cartagine in seguito?

Quanto agli Ebrei, sotto il Regno Nuovo se la passavano male perchè erano considerati fiancheggiatori degli Hyksos, invasori stranieri di stirpe semitica che durante il Terzo Periodo Intermedio dominarono la regione del Delta. Difficile pensare che Thutmose V possa cambiare politica, soprattutto se vuole celebrare i suoi trionfi militari con un'imponente opera edilizia (potrebbe essere lui a costruire i templi di Luxor e Abu Simbel). Anzi, un Mosè potrebbe sorgere prima e guidare gli Ebrei al di là del Mar Rosso con un secolo d'anticipo. Ma in questa Timeline Canaan è saldamente sotto il dominio egiziano: Thutmose potrebbe decidere di espellere ("Esodo-espulsione") gli odiati Ebrei verso un'altra terra, ad esempio verso l'Arabia.  Gli Ebrei hanno dato prova di essere un popolo incredibilmente cocciuto, quindi non mi sorprenderebbe se vagassero per il deserto arabo fino a ritornare con Mosé alle prime condizioni favorevoli, oppure potrebbe esserci una Diaspora anticipata di quattordici secoli. Getto lì un'idea intrigante a metà strada che mi è passata per la mente: vi é una diaspora e la maggior parte degli ebrei fugge nel deserto arabico ove mantengono la tradizione della loro patria in Palestina. Essi vivono in Arabia per diversi secoli andando ad ingrossare le grandi comunità ebraiche di La Mecca e Medina. Ora, visto che il Sionismo é maturato circa 1900 anni dopo la diaspora, ho fatto due conti e cadrebbe intorno al 600 d.C.: e se gli Ebrei ritornassero (non so in quali circostanze) in Terrasanta guidati da un certo Maometto?

 

Ed ecco il parere di Bhrihskwobhloukstroy:

Forse è inutile farlo presente, ma nel dubbio riferisco quasi per dovere la mia proposta come al solito di Unione Personale: se fosse vissuto più a lungo, Ḏḥŏwte-mŏsej.sū (Thutmose) V avrebbe sposato Tadu-ḫepat, la vedova mitannica del padre; se poi la Daḫamunzu degli Annali di Šuppiluliuma I (CTH 40, Frammento 28) = egizio t3-ḥm.t-nsw (ta’-ḥemet-nesū) “Consorte del Re” fosse Mr.jt Jtn (Mer.et-Atōn) figlia maggiore di quest'ultima o di Nŏfret-ey.te (Nefertiti) o la stessa Nŏfret-ey.te (Nefertiti), si tratterebbe in questa ucronia della vedova di Ḏḥŏwte-mŏsej.sū (Thutmose) V e non del fratello minore Amen-ḥŏtpe (storicamente IV) / 3ḫ-n-Jtn (’Aḫ-en-Atōn), con cui sarebbe comunque avvenuto uno scontro nel quale, per amor di ucronia, avrebbe avuto la meglio il fratello maggiore, che tuttavia in quanto tale sarebbe probabilmente morto più o meno all'epoca in cui realmente è morto Amen-ḥŏtpe IV) / 3ḫ-n-Jtn (’Aḫ-en-Atōn).

La Vedova (t3-ḥm.t-nsw [ta’-ḥemet-nesū] = Daḫamunzu) avrebbe scritto, come nella realtà, a Šuppiluliuma chiedendo come sposo un suo figlio in cambio del Trono d'Egitto e Šuppiluliuma avrebbe inviato Zannanza, che in questo caso non sarebbe stato ucciso perché non avrebbe trovato l'ambiente ostile al primo marito della moglie. Piyaššili / Šarri-Kušuḫ (fratello maggiore di Zannanza) e Mattiwaza (fratello di Tadu-ḫepat) si spartirebbero ugualmente la Secondogenitura costituita dal Regno di Mitanni (probabilmente in questo caso risottomettendo anche l'Assiria) e, alla morte di Arnuwandaš II, Zannanza unirebbe personalmente l'Egitto e l'Impero Eteo (degli Ittiti); più tardi che nella Storia reale, Muršili II gli succederebbe sia come Gran Re degli Ittiti sia come Faraone e forse sarebbe proprio lui a conquistare la Babilonia cassitica, unificando l'Impero più grande fino ad allora (e maggiore di quello storicamente successivo degli Assiri).

 

E ora, la cronologia di William Riker:

Ma che Regno Nuovo d'Egitto!

1543 a.C.: Ahmose I ("Iah - la Luna - mi ha generato") distrugge Avaris, scaccia gli Hyksos dal Delta del Nilo e fonda il Nuovo Regno Egizio. La maggior parte degli Habiru, scesi nel Delta del Nilo insieme agli Hyksos, è cacciata dall'Egitto ("Esodo-espulsione") e si rifugia nella zona siropalestinese, quelli che restano sono costretti ad abbandonare le terre cedute loro dagli Hyksos nella regione di Gosen e ad impiegarsi come manovali nella costruzione delle grandi città egiziane. Hanno inizio la XVIII Dinastia e il Regno Nuovo.

1519 a.C.: Amenhotep I ("Amon è felice"), figlio di Ahmose I, invade la Nubia e spinge il confine meridionale egiziano fino a Gebel Barkal, nei pressi della quarta cateratta, importante posizione di controllo delle piste che attraversano il deserto provenendo da sud.

1512 a.C.: in seguito ad una vasta campagna militare le oasi del deserto libico sono pacificate e reincorporate nello stato.

1494 a.C.: Thutmose I ("Thot mi ha generato"), genero di Amenhotep I, seda le rivolte scoppiate nella Nubia e la suddivide in cinque distretti.

1488 a.C.: campagna di Thutmose I nella penisola del Sinai e poi nella regione palestinese; il Faraone assedia e conquista Megiddo. Per controllare le nuove conquiste, costituisce un corpo scelto di truppe montate su carri da guerra. L'Egitto diventa una potenza di primissimo piano.

1479 a.C.: Thutmose II, figlio di Thutmose I, muore a soli 25 anni mentre conduce una campagna contro la Nubia, nuovamente sollevatasi. Prende il potere sua moglie, la sorellastra Hatshepsut ("Prima tra le nobili dame"), che regna in nome del figliastro Thutmose III, ancora minorenne. La sovrana, definita dall'egittologo statunitense James Henry Breasted « la prima grande donna della storia di cui noi abbiamo notizia », stronca con energia le ribellioni della Nubia e sottomette i riottosi capitribù della regione siro-palestinese.

1466 a.C.: Hatshepsut conquista il paese di Mau, corrispondente alla Nubia meridionale, ed invia ripetute spedizioni verso il paese di Punt. Intensa attività costruttiva diretta dal ministro Semnut, amante della regina.

1458 a.C.: alla morte della zia-matrigna, Thutmose III cinge la duplice corona dell'Alto e del Basso Egitto ed inaugura la sua aggressiva politica di espansione assediando e distruggendo la città di Gaza.

1457 a.C.: il 16 aprile si svolge la prima battaglia dello storia di cui conosciamo la data e tutte le fasi dello svolgimento (fonte principale sono gli "Annali di Thutmose III" incisi sulle pareti del tempio di Karnak). Grazie anche all'impiego di truppe mercenarie e carri da guerra tirati da cavalli, il giovane Faraone assedia la città di Megiddo, porta strategica verso la Mesopotamia, che si è ribellata e si è messa a capo di una coalizione di tribù siriane che vogliono scrollarsi di dosso il dominio egiziano. La città è rasa al suolo, la coalizione nemica annientata e i capitribù ribelli impalati. Nelle successive campagne Thutmose sottomette tutta la Siria, spingendosi fino all'Eufrate. Iniziano gli attriti con la potenza rivale, gli Ittiti.

1449 a.C.: l'isola di Cipro viene conquistata dalla flotta egiziana, che la sottrae all'influenza ittita. Nella regione nubiana la penetrazione egizia giunge fino a Kurgus, tra la quarta e la quinta cateratta, e si estende alle oasi occidentali del deserto libico.

1441 a.C.: nel corso della sua ottava campagna militare, Thutmose III supera l'Eufrate e attacca il Regno hurrita di Mitanni; re Parsatatar muore nell'assedio della capitale Washukanni, e il regno è incorporato nell'impero egiziano.

1437 a.C.: Thutmose III attacca Babilonia sconfiggendo i Cassiti. Re Agum III è costretto a riconoscersi vassallo degli egiziani, e suo figlio è portato come ostaggio a Tebe.

1425 a.C.: il 4 marzo muore Thutmose III il Grande, ricordato con il titolo di "Ka nekhet kha em uaset" ("Toro possente che appare a Tebe"). Gli succede il figlio Amenhotep II, passato alla storia per la sua straordinaria forza fisica (si dice che nessuno sapesse tendere i suoi archi). Nel terzo anno di regno egli schiaccia una ribellione di Mitanni e sconfigge nuovamente i Cassiti, entrando in Babilonia da trionfatore. Le fonti coeve riportano che, per la sua notevole forza fisica, il faraone da solo avrebbe abbattuto sette nemici in una volta, i quali furono in seguito appesi come trofei alla prora della sua nave.

1418 a.C.: nella primavera del suo settimo anno di regno, Amenhotep II si trova di fronte a una nuova rivolta nella Mesopotamia settentrionale, fomentata dal sovrano assiro Enlil-nasir II. La spedizione contro di loro ha successo, come annunciato da una stele di vittoria che parla della cattura di oltre 101.000 tra schiavi e prigionieri. Il Faraone e il nuovo re assiro Assur-nirari II firmano infine la pace e fissano i reciproci confini.

1393 a.C.: Thutmose IV, figlio di Amenhotep II, è costretto a continue campagne militari sul sempre instabile fronte siriano settentrionale, dove la pressione ittita va sempre più aumentando. Egli afferma di aver sognato la Sfinge di Gizah che gli ordinava di restaurarla; secondo alcuni, questa visione sarebbe dovuta all'epilessia di cui egli soffre.

1388 a.C.: alla morte di Thutmose IV gli succede il figlio Amenhotep III, che ha infranto la tradizione sposando per amore Tiy, una donna di stirpe non regale ma intelligentissima.

1385 a.C.: Amenhotep III, che sarà detto il Magnifico, spinge le conquiste egiziane in Nubia fino al punto dove il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro confluiscono, ed invia altre spedizioni commerciali verso il paese di Punt. Il suo regno rappresenta un periodo di prosperità e splendore artistico senza precedenti.

1349 a.C.: Amenhotep III il Magnifico muore a causa di una setticemia partita da un ascesso dentario. Gli succede il figlio Amenhotep IV, già associato al trono nell'ultima parte del suo regno.

1344 a.C.: Amenhotep IV cambia il suo nome in Ekhnaton ("grato ad Aton") e cerca di imporre in tutto l'impero il culto monoteistico di Aton, il disco solare. A causa dell'ostilità della nobiltà di Tebe e soprattutto del potente clero di Amon-Ra, egli fonda la nuova città di Akhetaton ("dove Aton risplende"), oggi Tell el Amarna, della quale fa il santuario di Aton. Gli Habiru che risiedono nella regione di Gosen si convertono in massa al nuovo culto, identificando Aton con il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Il re ittita Suppiluliuma I approfitta del disinteresse di Ekhnaton per le campagne militari per espandersi nell'area siriana ai danni degli egizi, e i Cassiti per recuperare la loro indipendenza.

1338 a.C.: Maketaton ("protetta da Aton"), figlia prediletta di Akhenaton, muore a soli tredici anni (secondo alcuni di parto). Sinuhe, medico personale del Faraone, è accusato di aver causato la morte della ragazza per averla trascurata mentre correva dietro a una donna, ed è condannato a morte. Si salva fuggendo prima in Palestina, dove trova ospitalità presso alcune tribù Habiru, e poi nel Regno di Hatti, dove cura il re Suppiluliuma I asportandogli un tumore con successo. Come premio, il sovrano ittita gli dona una spada di ferro. Perdonato, Sinuhe rientra in Egitto dove è il primo a portare notizia dell'esistenza del nuovo metallo.

1333 a.C.: Amenhotep IV/Ekhnaton muore ad Akhetaton durante una crisi di epilessia, malattia ereditata dal nonno Thutmose IV. Secondo alcuni, il suo misticismo sarebbe stato accentuato dalle presunte visioni avute durante queste crisi. Dopo di lui regna la bellissima moglie Nefertiti ("la bella è arrivata") con il nome di Neferneferuaton ("meravigliosa è la bellezza di Aton"), ma dopo due anni muore e gli succede Smenkhara ("potente è l'anima di Ra"), fratellastro di Ekhnaton, che però muore dopo un anno, si ignora se avvelenato o se durante una crisi di epilessia.

1330 a.C.: sale al trono Tunankhaton, figlio di Ekhnaton e di una principessa sconosciuta, che ha sposato sua sorella Ankhesenpaaton ("Possa ella vivere per Aton"). Sotto l'influsso di Ay, sommo sacerdote di Amon-Ra, egli restaura il culto tradizionale e cambia il suo nome in Tutankhamon ("immagine vivente di Amon"); affida quindi ai generali Nakhtmin e Horemheb ("Horus è in festa") il compito di recuperare le posizioni perdute in Asia. Il primo sconfigge gli Ittiti sul confine siriano, mentre il secondo si volge verso la Mesopotamia.

1320 a.C.: proprio mentre Horemheb prende e distrugge Babilonia, Tutakhamon muore improvvisamente a soli 18 anni per una frattura alla gamba mai rimarginata completamente, ed è sepolto in una tomba ricchissima che sarà scoperta nel 1922 da Howard Carter. Ay approfitta della morte di Nakhtmin in battaglia e del fatto che Horemheb è lontano per farsi nominare a sua volta Faraone, nonostante abbia già settant'anni suonati. Questi porta a termine la restaurazione dei vecchi culti e la proscrizione del culto di Aton. Anche gli Habiru sono duramente perseguitati perchè non vogliono abbandonare il culto di Aton.

1317 a.C.: Ay muore di vecchiaia e gli succede proprio l'energico generale Horemheb, che è giunto fin sul Golfo Persico, sottomettendo tutta la Mesopotamia ed ottenendo i tributi delle tribù arabe proprio grazie all'uso del ferro, fino a poco prima sconosciuto in Oriente. Fine dell'Età del Bronzo, inizio dell'Età del Ferro.

1314 a.C.: Horemheb esilia il medico Sinuhe, suo vecchio amico di gioventù, sulle lontane coste del Mar Rosso, perchè ha continuato a predicare il monoteismo di Aton nonostante esso sia stato messo al bando in tutto l'Impero. Le sue memorie saranno ritrovate dallo scrittore finlandese Mika Waltari (1908-1979) che nel 1945 gli dedicherà il suo romanzo storico "Sinuhe l'Egiziano", dal quale nel 1954 sarà tratto un lungometraggio con lo stesso titolo.

1310 a.C.: Horemheb sconfigge il Regno di Elam e lo rende tributario dell'Egitto. Il Faraone guerriero spinge le proprie scorrerie fino alle montagne dell'Iran.

1303 a.C.: Horemheb ordina di uccidere tutti i primogeniti degli Habiru che si sono rivoltati contro di lui. Una donna Habiru decide di salvare il proprio figlio abbandonandolo in una cesta di vimini lungo il Nilo. La notte successiva lo raccoglie una principessa egiziana che lo adotta e gli dà il nome di Ahmose ("Iah - la Luna - mi ha generato").

1300 a.C. trattato di amicizia tra Horemheb e il regno di Kheftiu (Creta).

1293 a.C.: Horemheb muore senza essere riuscito ad avere un figlio maschio. Fine della XVIII Dinastia. Egli nomina suo erede un proprio vecchio compagno d'armi, il generale Ramses I ("Ra mi ha generato") che assume il nome regale di Menpehtira ("Ra è di durevole forza") ed avvia la XIX Dinastia.

1290 a.C.: muore Ramses I, gli succede il figlio Seti I ("uomo del dio Seth"), già designato a salire al trono da Horemheb, che assume il nome regale di Menmaatra ("stabile è la giustizia di Ra").

1287 a.C.: spedizione di Seti I contro gli Ittiti di Re Muwatalli, che porta alla conquista della città di Tarso. Tutti hanno la sensazione che la resa dei conti tra i due imperi sia vicina.

1282 a.C.: Seti I sconfigge alcune tribù libiche (Tehenu, Libu, Mashuash) che avevano invaso il confine occidentale dell'Egitto e sottomette la Libia.

1280 a.C.: Ramses, figlio ed erede di Seti I, respinge un tentativo degli Shardana, uno dei cosiddetti Popoli del Mare, di saccheggiare il delta del Nilo. Il loro comandante, il gigantesco Serramanna, accetta la proposta di Ramses di diventare capo della sua guardia personale.

1279 a.C.: il 31 maggio Seti I muore improvvisamente di infarto a neppure cinquant'anni. Gli succede il figlio Ramses II, che sarà detto il Grande, già associato al trono negli ultimi anni di regno del padre. Questi fa costruire la sua nuova capitale Pi-Ramses nel Delta orientale, sul sito dell'antica Avaris. Con Ramses II l'Egitto raggiungerà l'apogeo del potere, della ricchezza, della raffinatezza artistica e del prestigio internazionale.

1274 a.C.: il 20 maggio è il giorno della storica Battaglia di Qadesh, sul fiume Oronte: in seguito all'invasione da parte degli ittiti della Siria egiziana, 40.000 egiziani guidati da Ramses II in persona e da suo figlio Khaemuaset si scontrano con 50.000 ittiti guidati dal loro re Muwatalli II e dal suo figlio ed erede Urhi-Teshub. La vittoria egiziana è schiacciante: gli ittiti sono travolti e sterminati, sia Muwatalli II che Urhi-Teshub cadono in battaglia. Ramses II vittorioso avanza e prende Ugarit. A questo punto gli viene incontro Hattusili, fratello di Muwatalli II cui è succeduto, che con le residue forze ittite ingaggia battaglia con lui a Karkemish. Ramses II ottiene una nuova, schiacciante vittoria; il Poema di Ramses, giuntoci intatto perché scolpito sulle colonne di numerosi templi, narra che Ramses uccide Hattusili di sua mano. Il trionfante Ramses II si proclama nuovo Re degli Ittiti; suo figlio Khaemuaset si insedia ad Hattusa come viceré e sposa Massunazzi, sorella di Muwatalli II, onde legittimare il suo potere.

1273 a.C.: il Principe d'Egitto Ahmose scopre di essere un Habiru (a rivelarglielo è sua sorella carnale Myriam) e uccide un egiziano che maltrattava alcuni operai suoi compatrioti. Ramses, suo fratello di latte, lo condanna all'esilio, ed egli si ritira a Madian, nella penisola del Sinai, dove prende in moglie Zippora, figlia di Ietro, Sommo Sacerdote dei Madianiti.

1270 a.C.: con una spedizione senza precedenti, Ramses II si spinge sulla costa egea dell'Anatolia per sottomettere il regno di Arzawa, fin qui vassallo degli Ittiti, raggiunge la città di Wilusa, che controlla lo strategico stretto dei Dardanelli, e vi impone come re vassallo Alaksandu, identificato da alcuni con l'omerico Paride, chiamato anche Alessandro. Piyama-Radu, re degli Ahhiyawa (gli omerici Achei), non gradisce che gli Egiziani abbiano preso il controllo degli Stretti, potendo da lì controllare il commercio di grano con le coste del Mar Nero, e con un colpo di mano improvviso marcia contro il regno di Wilusa, assedia la città, la conquista e vi insedia un proprio uomo. Questo evento bellico è alla base dell'epopea della Guerra di Troia (Wilusa è da identificarsi con la omerica Ilio). La reazione egiziana non si fa attendere: il principe Khaemuaset riconquista Wilusa, installando su quest'ultima un nuovo re vassallo. Da alcuni Khaemuaset è identificato con il mitologico re d'Etiopia Memnone, figlio dell'Aurora, che andò in soccorso di Troia contro gli Achei.

1268 a.C.: spedizione di Ramses II all'estremo confine meridionale del Regno. Sulla parete meridionale del Tempio di Nuova Kalabsha, una scena raffigura la sfilata dei tributi recati dai vassalli: animali africani, giraffe, leoni, scimmie, gazzelle, ghepardi, piume di struzzo, zanne di elefante, legno d'ebano, spezie, oro, pietre preziose e gioielli; il corteo è aperto dal Gran Visir Paser.

1265 a.C.: ultimo tentativo degli Ittiti di scrollarsi di dosso la dominazione egiziana: Kassu, generale di Muwatalli II, si spaccia per Hattusili redivivo e cerca di sollevare il suo popolo, ma è sconfitto e impalato.

1258 a.C.: vittoriosa campagna di Ramses II contro le riottose tribù dell'Arabia settentrionale.

1255 a.C.: Nefertari ("Bella compagna"), Grande Sposa Reale di Ramses II, muore a soli 40 anni per un cancro al seno. Il marito la divinizza e fa costruire per lei la tomba ipogea QV66 nella Valle dei Re, di ben 520 metri quadrati, uno dei massimi traguardi artistici del lungo regno di Ramses II.

1256 a.C.: una misteriosa epidemia, forse di influenza trasmessa dai suini, falcidia le città egiziane. Tra gli altri muore anche Amonherkhepshef ("Amon è con il suo forte braccio"), primogenito ed erede al trono di Ramses II. Questa epidemia avrebbe generato la leggenda della morte dei primogeniti degli egiziani nella Decima Piaga d'Egitto.

1255 a.C.: secondo la tradizione, sul Monte Sinai Ahmose riceve in un roveto ardente la parola del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, che si presenta come Yahweh (יַהְוֶה‎, "Io Sono") e gli ordina di tornare in Egitto per convincere gli Habiru che il culto di Aton non è il giusto monoteismo. Egli torna in Egitto, dove apprende che Ramses lo ha perdonato, e comincia una lunga opera di convincimento tra i suoi compatrioti.

1251 a.C.: dopo un lungo tira e molla Ramses II concede ad Ahmose di riportare gli Habiru nella Terra di Canaan, della quale sarà governatore per conto dell'Egitto. I ricchi possidenti egiziani per i quali gli Habiru lavorano a basso costo si oppongono, e così Ahmose è costretto a una fuga precipitosa ("Esodo-fuga"). Siccome Ahmose (che nella Bibbia sarà citato con il nome di Mosè) muore durante il viaggio nel deserto, primo governatore Habiru della Terra di Canaan diventa Yehoshu'a (יְהוֹשֻׁעַ, "YHWH salva"), pupillo e figlio adottivo di Ahmose/Mosè.

1249 a.C.: spedizione di Ramses II contro l'Assiria e sconfitta del re Salmanassar I, che è costretto a riconoscersi vassallo dell'Egitto insieme alla regione di Urartu. Massima espansione storica dell'Impero Egiziano. Ramses II ha contatti diplomatici praticamente con tutte le nazioni del tempo, dagli Shekelesh (i Siculi) ai Tursa (Tirreni, gli Etruschi), dagli Akawasa (gli Achei di Micene e Pilo) fino ai Mada (i Medi).

1238 a.C.: l'arrivo in Egitto di un'ambasceria proveniente dalla città greca di Micene causerà l'origine della tradizione leggendaria degli otto anni trascorsi da Menelao ed Elena in Egitto prima di tornare in patria dopo la distruzione di Troia.

1230 a.C.: Ramses II manda una spedizione navale verso Punt che, secondo alcuni storici, si sarebbe spinta addirittura fino all'isola di Sri Lanka.

1225 a.C.: l'esplosione pliniana del Vulcano Marsili, posto sul fondo del Mar Tirreno, genera uno tsunami che investe le coste del Mediterraneo Occidentale, causando gravi danni a fiorenti civiltà come quella nuragica. Come conseguenza, molti abitanti delle città distrutte sono costretti ad emigrare e a cercare una nuova patria oltremare. Ha così inizio l'invasione da parte dei cosiddetti "Popoli del Mare", che causerà molti danni all'Impero Egiziano. Inoltre il fumo dell'esplosione del Marsili oscura i cieli, generando la tradizione biblica della Nona Piaga d'Egitto, quella delle tenebre.

1212 a.C.: il 6 agosto Ramses II il Grande muore a 89 anni dopo 67 anni di regno: numeri incredibili, per i tempi. Gli succede il figlio Merenptah ("amato dal dio Ptah"), che subito deve respingere un tentativo di invasione dei Popoli del Mare ad occidente e la rivolta dei popoli mesopotamici ad oriente. Con lui il Nuovo Regno Egiziano, il più grande impero di tutto il secondo millennio avanti Cristo, comincia ad avviarsi verso il suo tramonto, ma l'influsso della cultura egiziana plasmerà la storia del mondo in tutti i secoli a venire.

Che ne dite?

William Riker

 

A questo proposito, anche Enrico Pizzo ha voluto avanzare una sua ucronia egizia:

« Coloro che hanno raggiunto il mio limite, il loro seme non è, i loro cuori e le loro anime sono finiti per sempre. Quanto a coloro che erano riuniti prima di loro sul mare, la fiamma piena era di fronte a loro, prima delle bocche del fiume, e un muro di metallo sulla riva li circondava.
Essi sono stati trascinati, rovesciati, e giacciono in basso sulla spiaggia, uccisi e ammucchiati sullo loro navi da poppa a prua, mentre tutte le loro cose sono state gettate in acqua. »

Con queste parole il Faraone Egiziano Ramesse III celebrava le sue vittorie contro i Popoli del Mare nel suo Tempio Funerario, a Medinet Habu.
In realtà le parole del pennuto descrivevano una situazioni più rosea di quanto non fosse in realtà ed il fatto che all'indomani degli scontri l'autorità Egiziana in Palestina divenne puramente teorica mentre in quelle terre si stanziavano tribù dei Popoli del Mare, che avrebbero fondato principati de facto indipendenti, indica una realtà ben diversa.
E se Ramesse III non riuscisse a fermare l'invasione, tanto che questa porta al crollo totale dell'Egitto ed alla sua sostituzione con dei principati Neo-Egizi?
Come potrebbe cambiare la Storia?

 

William Riker in seguito è tornato alla carica con un'altra idea:

Un'antica leggenda araba parla di Iram delle Colonne (Iram dhāt al-ʿimād), una città mercantile nel cuore del deserto del Rubʿ al-Khālī, nel sud-est della Penisola Arabica. Si suppone che sia esistita dal 3000 a.C. al I secolo d.C. Secondo la tradizione, essa divenne favolosamente ricca grazie al commercio tra le regioni costiere e i centri del Vicino Oriente e dell'Europa. Nel Corano (Sura 89, 6-8) è scritto che Iram fu punita assieme alla tribù dei Banū ʿĀd: il suo re Shaddād sfidò gli ammonimenti del profeta preislamico Ḥūd (da alcuni identificato con il biblico Eber), e Allah scatenò una tempesta di sabbia che cancellò la città dalla faccia della terra. .Nel 1992, in seguito a rilevamenti satellitari, un team di archeologi statunitensi ha affermato di aver riportato alla luce in Oman i resti della mitica città. Ora, che accade se Shaddād non offende Allah, Iram sopravvive e sorge una grande civiltà monumentale nel cuore della penisola arabica? Quali i suoi rapporti con Egitto, Mesopotamia e Persia?

 

Gli ha risposto Paolo Maltagliati:

Aspetta, il sito di Iram di solito non è considerato Wadi Rum, in Giordania?
Comunque, ammettendo che Iram e la città perduta in Oman siano la stessa cosa, la faccenda si fa interessante se è ricca abbastanza da diventare un centro di resistenza anti – islamico.
Però per essere all’altezza di questa mia ambizione questo pod deve essere sinergico al mantenimento della potenza Himyarita nel sud – ovest della penisola araba (mancato cedimento e crollo del Ma’rib)
Senza andare troppo in là, se la città è sufficientemente grande e potente potrebbe essere una spinta in più per mantenere il controllo sulla Mesopotamia da parte dei successori di Traiano, Charax infatti diventerebbe più indispensabile di Myos Ormos.

 

E Generalissimus ha aggiunto:

Iram, (o Ubar o Wabar che dir si voglia) potrebbe essere non una semplice città, ma un'intera regione, quella che Claudio Tolomeo descrisse come abitata dagli Ubariti.
C'è la possibilità che lo stato formatosi intorno ad Iram delle Colonne sia sopravvissuto addirittura fino al V secolo d.C., quando entrò in crisi a causa della conversione al Cristianesimo dell'Impero Romano.
Infatti i rituali Cristiani non prevedevano l'utilizzo delle stesse quantità di franchincenso necessarie per i riti pagani, e quindi il commercio di questa resina con l'Arabia, dalla quale proveniva in gran parte, scemò col passare del tempo anche a causa della crescente difficoltà di trovare manodopera che raccogliesse il franchincenso, scombussolando i traffici commerciali della zona.
Il cambiamento climatico portò alla desertificazione dell'area dove sorgeva Iram, distruggendo le rotte terrestri e aumentando l'importanza di quelle marittime che bypassavano irrimediabilmente la posizione nella quale si trovava questa mitologica "Atlantide delle Sabbie".
Comunque sia se riuscisse a mantenere una certa importanza fino in età romana sarebbe l'Arabia Deserta a diventare l'obiettivo della spedizione di Gaio Elio Gallo, e non l'Arabia Felix, che in caso di successo diventerebbe il bersaglio di una campagna successiva.

 

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