I Germani in Oriente, il primo millennio


POD: Nel 395 d.C. l'imperatore romano Teodosio il Grande divide l'impero tra i suoi figli Onorio e Arcadio, ma assegna ad Onorio l'Oriente e ad Arcadio l'Occidente. I Germani, spinti dagli Unni, invaderanno e distruggeranno non l'impero occidentale, ma quello orientale.

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396: morte di Teodosio, ultimo sovrano dell'impero romano riunito. I Visigoti rompono l'alleanza con i Romani e mettono a sacco la Tracia.

397: Flavio Stilicone, generale di origine vandala tutore dell'imperatore d'oriente Onorio, sconfigge i Visigoti di Alarico in Macedonia e li costringe a ritirarsi al di là del Danubio.

402: la capitale dell'impero d'occidente è trasferita da Milano a Ravenna, ritenuta più facilmente difendibile perchè circondata da paludi mefitiche; anche Onorio lascia Costantinopoli e si insedia ad Atene, anch'essa ritenuta più sicura dopo la batosta di Adrianopoli del 9 agosto 378.

403: Stilicone sconfigge di nuovo Alarico a Singidunum (la nostra Belgrado, nella nostra Timeline a Verona), ma in maniera non decisiva. A Costantinopoli i cortigiani cominciano a sobillare Onorio sussurrandogli all'orecchio che il suo generale e tutore avrebbe in realtà cercato un accomodamento con Alarico per spartirsi con lui l'impero romano d'oriente e ascendere al trono come imperatore. Stilicone fiuta l'atmosfera ormai divenuta troppo pesante per lui, lascia Costantinopoli e si mette al servizio di Arcadio, imperatore d'occidente, abbandonando di fatto l'oriente al suo destino.

404: Stilicone è nominato da Arcadio magister militum e generale delle legioni del nord, con il compito di difendere la frontiera del Reno e del Danubio. Ma l'abile militare capisce che l'occidente non ha più le forze per resistere alle pressioni esterne, a meno di abbandonare alcune province per concentrare le truppe sulla difesa dell'impero.

406: dietro consiglio di Stilicone, la Britannia, la Rezia e il Norico sono abbandonati. Il confine settentrionale dell'impero d'occidente è posto sulle Alpi, più facilmente difendibili tenendo i passi montani. La Britannia ritorna allo stato preesistente alla conquista romana: città stato amministrate da sovrani guerrieri, ormai cristianizzati e in parte romanizzati.

408: morte di Arcadio, sul trono d'occidente gli succede il figlio Teodosio II (7 anni) sotto la reggenza congiunta di Antemio e di Stilicone. I Franchi passano il Danubio, ghiacciato in seguito ad un inverno particolarmente gelido, e si stanziano nella Dobrugia meridionale. Fallito l'assalto all'occidente, tuttora ben difeso, in seguito alla pressione degli Unni tutti i popoli germanici iniziano un prepotente movimento migratorio verso l'impero d'oriente, del quale causerà la fine. Al contrario gli Slavi muovono verso occidente per occupare lo spazio lasciato libero dai Germani ed arriveranno intorno al 460 al confine del Reno.Multiplo in oro dell'imperatore d'occidente Arcadio

409: guidati da Gundario (il Gunther della saga dei Nibelunghi), i Burgundi si stanziano a loro volta a sud del Danubio.

410: Onorio rifiuta di nominare Alarico generale romano (con relativo stipendio) e senatore, così il potente re visigoto, senza trovare ostacoli, cinge d'assedio Costantinopoli e il 24 agosto la mette a sacco. In seguito prosegue la sua marcia verso occidente, ma muore di febbre in Illiria. I suoi guerrieri lo seppelliscono nel letto del fiume Neretva presso l'attuale città di Mostar; la sua tomba con il suo leggendario tesoro, frutto del sacco di Costantinopoli, non è stata mai trovata. Gli succede il cognato Ataulfo. 

412: gli usurpatori Giovino e Sebastiano si proclamano Augusti in Illiria; Onorio concede la provincia ad Ataulfo purché si sbarazzi dei due usurpatori. Ataulfo rinuncia così alla spedizione verso l'Occidente, ben difeso da Stilicone che si è portato in Pannonia, e si stanzia in Illiria esigendo da Onorio come ostaggio sua sorella Galla Placidia, che poi si prende in sposa. Nasce il regno dei Visigoti. Sant'Agostino scrive il suo capolavoro teologico, "La Città di Dio", per respingere gli attacchi dei pagani che accusano il cristianesimo di aver causato il sacco di Costantinopoli e la decadenza dell'impero.

414: il re dei Vandali Godigiselo, spinto dagli Unni, attraversa il Danubio e penetra in Illiria, ma viene sconfitto e ucciso dai Visigoti. Suo figlio Gundobaldo cinge la corona del suo popolo e guida i Vandali nell'Epiro. Alla morte di Ataulfo sul trono visigotico d'Illiria gli succede il fratello Vallia, che rimanda a Roma Galla Placidia e pone le basi giuridiche del suo stato, rendendolo indipendente da Costantinopoli. Galla Placidia sposa il generale romano Costanzo.

416: gli Svevi si insediano nell'attuale Albania; vano ogni tentativo dei Visigoti di sloggiarli. Questa mossa è appoggiata da Ravenna, per indebolire i Goti con fastidiosi vicini, e così distrarli dal farsi venire strane idee sull'Italia.

419: il re dei Franchi Faramondo ottiene da Onorio il permesso di stanziarsi con il suo popolo nel Ponto Polemoniaco, mentre ai Burgundi è concessa parte della Cilicia intorno a Tarso. Visigoti, Franchi e Burgundi vengono riconosciuti "Foederati", cioè popoli semi-indipendenti stanziati all'interno dell'impero romano con lo scopo di difenderne i confini.

421: non avendo figli, dietro pressioni della sorella Onorio si associa al trono il cognato Costanzo III. Questi tuttavia poco dopo muore. Il contrasto tra Onorio e la sorella si fa sempre più acuto, fino a che Galla Placidia non è esiliata con i figli Valentiniano ed Onorio. La principessa si rifugia a Ravenna presso la corte di Teodosio II, appena insediatosi sul trono dopo la fine della reggenza di Stilicone.

422: gli Ostrogoti di re Torrismondo superano a loro volta il Danubio ed occupano la Tracia, sostituendosi a Franchi e Burgundi.

423, 15 agosto: morte dell'inetto Onorio, viene eletto Augusto il decano dei funzionari civili di Costantinopoli, Giovanni Primiceno, che però non è riconosciuto da Teodosio II.

425: ultimo tentativo germanico, da parte dei Longobardi, di sfondare il confine del Reno; Stilicone li sconfigge definitivamente ma muore in battaglia. I Longobardi fanno pace con Teodosio II e si stanziano nel Norico. In tal modo i Visigoti sono circondati con nemici da ogni parte. Intanto in oriente Giovanni Primiceno è sconfitto dalle truppe fedeli alla casata teodosiana, guidate da Flavio Ezio, l'ultimo grande generale dell'impero d'oriente, che da ragazzo era stato ostaggio di Alarico. A Giovanni viene tagliata la mano destra, è fatto sfilare su un asino in segno di dileggio e poi è decapitato. Le truppe innalzano al trono il giovane Valentiniano III, figlio di Galla Placidia e di Costanzo III, subito riconosciuto da Teodosio II che gli dà in sposa sua figlia Licinia Eudossia. L'Augusto torna a risiedere a Costantinopoli. Purtroppo Valentiniano III si rivelerà un inetto al pari dello zio Onorio.

428: Genserico, fratellastro e successore di Gunderico, chiamato dal governatore romano dell'Egitto, Bonifacio, che si è ribellato a Valentiniano, trasferisce via mare i suoi 80.000 sudditi nella regione del delta del Nilo, che conquista in breve tempo avendo ragione della resistenza romana. Inizia una dura lotta con i cattolici romani e con i monofisiti che abitano l'Egitto, perchè i Vandali seguono l'arianesimo. Molti sfuggono alle persecuzioni rifugiandosi nella Tebaide e facendosi eremiti (i famosi "Padri del Deserto").

430: Papa Celestino I invia San Germano di Auxerre come suo delegato in Britannia. Trovandosi nel bel mezzo delle lotte sostenute dai Britanni contro gli invasori del nord, San Germano si pone alla loro testa e fa in modo che essi conseguano una splendida vittoria contro Pitti e Scoti, secondo la leggenda ottenuta il giorno di Pasqua grazie ad un fragoroso "Alleluia!" fatto gridare ai soldati, che spaventò gli invasori pagani. 28 agosto: morte di Sant'Agostino d'Ippona.

431: San Patrizio evangelizza l'Irlanda.

432: Rua, khan degli Unni, si stanzia nella nostra Ungheria ed esige da Costantinopoli un pesante tributo per non varcare il Danubio. Il khanato unno incorpora Alani, Slavi, Gepidi ed altri popoli germanici come federati, e si estende praticamente dal Danubio fino al Pamir.

433: Bonifacio marcia su Costantinopoli con l'intenzione di rovesciare Valentiniano III e proclamarsi Augusto, ma in Siria gli si para di fronte Flavio Ezio. Con l'aiuto degli ausiliari Unni fornitigli da Rua, che è riuscito a farsi amico, sconfigge e uccide Bonifacio presso Damasco. Come premio è nominato magister militum dell'impero d'oriente.

434: morte di Rua, a capo degli Unni gli succedono i nipoti Attila e Bleda, figli di suo fratello Mundiuk.

438: Teodosio II promulga il Codex Theodosianum, rivedendo il diritto che regola l'impero d'occidente. Edificato nella basilica romana di San Pietro il Mausoleo Teodosiano (nella nostra Timeline Mausoleo Valentiniano), che verrà ritrovato dal Bernini nel XVII secolo e giungerà fortunosamente sino ai nostri giorni (nella nostra Timeline il Mausoleo Valentiniano è andato perso).

440: Genserico si allea con i pirati libici, costruisce una potente flotta e compie scorrerie sulle coste di Palestina, Siria, Anatolia e Grecia, conquistando Cipro e Creta.

441: Yazdegerd II, imperatore di Persia della dinastia dei Sasanidi, invade la Siria e la Palestina, ottenendo lo sbocco sul Mediterraneo. L'impero d'oriente nulla può per contrastare l'invasione. Invece Franchi e Vandali fermano l'avanzata persiana, rispettivamente ad Edessa e a Gaza. Pace del Re dei Re con questi popoli (Trattato di Damasco) e fissazione dei reciproci confini. I Franchi di re Clodione ne approfittano per conquistare quasi tutta l'Anatolia.

442: il re dei Visigoti Teodorico tenta una politica di alleanza in chiave antiromana con Genserico, re dei Vandali, dando in moglie la propria figlia al figlio del re vandalo d'Egitto, Unerico; ma l'abilità diplomatica di Flavio Ezio fa fallire il piano e così Genserico rispedisce la nuora, con naso ed orecchie recise, da Teodorico, con l'accusa di volerlo avvelenare. Ancora una volta l'Impero Romano d'Oriente è in salvo grazie al suo magister militum. Sessant'anni più tardi un altro Teodorico, stavolta re degli Ostrogoti, tenterà una politica simile, ma con gli stessi esiti.

443: costruzione a Roma della basilica eudociana, dal nome di Elia Eudocia, moglie dell'imperatore Teodosio II (nella nostra Timeline basilica eudossiana). Oggi la chiesa è chiamata San Pietro in Vincoli perchè conserva le catene che secondo la tradizione avvinsero San Pietro nel carcere Mamertino, e vi si trova il celebre Mosè di Michelangelo.

445: morte di Bleda in un incidente di caccia, Attila resta unico khan degli Unni (alcuni affermano che fu lo stesso Attila a far assassinare il fratello a tradimento).

447: primo assalto degli Slavi contro la frontiera del Reno, validamente difesa da Flavio Aspare, generale di origini Alane al servizio di Marciano e magister militum dell'impero d'occidente.

448: morte di San Germano di Auxerre ad Aquileia, dove si è recato in missione diplomatica.

449: in seguito alle crescenti invasioni di Scoti e Pitti, il capoclan gallese Gwrtheyrn (il Vortirgern della saga arturiana) chiama Angli e Sassoni dalla Germania settentrionale per difendere le sue terre. Ultimi tra i germani, anche questi popoli lasciano quella che Tacito chiamò la "Germania" sotto la pressione crescente di Unni e Slavi. I nuovi venuti, guidati dal re Hengist, si insediano tuttavia da padroni nell'est della Britannia e si abbandonano a saccheggi e prepotenze. Meroveo, re dei Franchi e fondatore della dinastia dei Merovingi, conquista la Galazia e la Cappadocia e minaccia il regno dei Burgundi.

450, 28 luglio: Teodosio II cade da cavallo, si frattura la spina dorsale e muore. Siccome non ha figli maschi gli succede Marciano, marito di sua sorella Pulcheria. Onoria, sorella dell'imperatore d'oriente Valentiniano III, che vuole sottrarsi ad un matrimonio d'interesse e detesta il fratello, scrive una lettera ad Attila inviandogli il proprio anello e proponendogli di sposarla. Quando Valentiniano III viene a conoscenza della mossa di Onoria, la fa imprigionare; Attila, furibondo, decide di andare a prendersi Onoria ed invade l'impero d'oriente.

451: Flavio Ezio si allea con il re dei Visigoti Teodorico e sbarra il passo ad Attila presso i Campi Catalaunici, località a nord di Tessalonica (nella nostra Timeline in Gallia, presso Chalôn). Teodorico muore nello scontro ma Attila è sonoramente battuto e costretto a ritirarsi. Questa è la prima grande sconfitta subita dagli Unni in Europa, e l'ultima grande vittoria ottenuta dal morente impero d'oriente. Intanto l'imperatore d'occidente Marciano e Papa Leone I il Grande convocano il Concilio di Volterra (nella nostra Timeline di Calcedonia), che condanna il monofisismo predicato dal monaco Eutiche.

452: approfittando dell'assenza di Flavio Ezio, che si trova in missione diplomatica presso la corte occidentale di Marciano, Attila marcia nuovamente su Costantinopoli. Papa Leone I il Grande, che si trova in oriente presso la corte di Valentiniano III per dirimere una controversia teologica, gli va incontro ad Adrianopoli e gli offre un immenso riscatto affinché si ritiri. Secondo una leggenda una strega ha predetto ad Attila, che è superstiziosissimo, di guardarsi da colui che porta il nome di un animale, e così accetta il tributo e si ritira nel cuore del suo impero, nella pianura del Tibisco. Probabilmente però il vero motivo della sua ritirata è da ricercarsi nel timore che Flavio Ezio tornasse dall'occidente con un grande esercito e lo imbottigliasse nella città di Costantinopoli. In ogni caso il prestigio acquisito da Leone I segna l'inizio della supremazia del patriarcato di Roma su tutti gli altri patriarchi cristiani.

453: morte di Attila durante la notte di nozze seguita al suo ultimo matrimonio, con la bellissima gota Ildico. I suoi tre figli Ellak, Ermak e Dengizik guerreggiano per la successione e si uccidono a vicenda. A ciò si aggiunge l'offensiva dei Gepidi di re Arderico, che sconfigge definitivamente gli Unni nella battaglia del fiume Nedao. Il grande impero unno si sfascia e gli Unni si ritirano rapidamente verso il cuore dell'Asia. Restano indietro solo i Bulgari e gli Avari, che si stanziano nella Russia meridionale. I Gepidi si sostituiscono agli Unni e fondano un forte regno tra il Tibisco e il Dnestr.

454, 21 settembre: invidioso del prestigio acquistato da Flavio Ezio, e certo che questi lo voglia sostituire sul trono, Valentiniano III lo uccide di sua mano durante un'udienza, istigato dal cortigiano Petronio Massimo che mira a sua volta alla corona. Muore così l'ultimo grande generale dell'impero d'oriente, il quale resta praticamente senza difese.

455, 16 marzo: Valentiniano III è assassinato da due partigiani di Ezio, che intendono vendicare il loro sovrano. Al delitto non è estraneo Petronio Massimo, che approfitta per proclamarsi Augusto, dopo aver preso in moglie la vedova di Valentiniano, Licinia Eudossia. 2 giugno: sacco di Costantinopoli da parte dei Vandali di Genserico, il quale sfrutta al massimo il vuoto di potere causato dalle morti violente di Valentiniano e di Ezio. Secondo alcuni è la stessa Licinia Eudossia a chiamare Genserico in suo aiuto, promettendo la propria figlia Eudocia in sposa a Unerico, figlio del re dei Vandali ed erede al trono. Certo è che Petronio Massimo fugge codardamente dalla città di Costantinopoli all'arrivo dei Vandali, e così gli stessi soldati che lo avevano innalzato al trono lo uccidono dopo soli 70 giorni di regno. Il generale goto Ricimero, figlio della sorella del re visigoto Vallia, magister militum dell'impero d'oriente, prende il controllo della città di Costantinopoli e nomina Augusto il patrizio Avito detto il Trace, che si trova in missione diplomatica presso il re visigoto Teodorico II. L'impero d'oriente è ormai ridotto alla sola Grecia e alle regioni di Tessalonica e di Costantinopoli.

456: disprezzato dagli abitanti di Costantinopoli perchè barbaro della Tracia e perchè si è circondato di truppe gote, Avito cerca di riacquistare prestigio congedando le truppe, ma per riuscirci deve pagarle a peso d'oro; per racimolare il denaro sufficiente, taglieggia la città imponendo fior di tasse, ma il popolo si rivolta e lo costringe alla fuga. Avito è convinto che Ricimero lo aiuterà a tornare sul trono, invece il goto lo fa assassinare e lo sostituisce con un uomo di sua fiducia, il generale Maggioriano. Di Avito ci resta un panegirico scritto da suo genero Sidonio Apollinare, l'ultimo grande poeta dell'impero d'oriente.

457: muore Marciano detto il Pio, in seguito ad una cancrena contratta durante un pellegrinaggio. Sul trono di Ravenna gli succede Leone I il Gallo (nella nostra Timeline Leone I il Trace), fondatore della dinastia gallo-romana, la prima di stirpe celtica sul trono d'occidente.

459: fallisce la spedizione organizzata da Ormisda III, imperatore sasanide, contro i Vandali che compiono opera di pirateria sulle coste di Siria e Palestina: la flotta persiana è affondata presso Pelusio e il Re dei Re è costretto a firmare una pace umiliante, che gli costa il trono.

460: presso Magonza Flavio Aspare infligge una dura sconfitta ai Croati, popolo slavo che in seguito a questa batosta si sedentarizza e fonda un regno in quella che per noi è la Germania meridionale.

461: fallisce anche la spedizione di Maggioriano contro Sinope, capitale del regno Franco, sulle coste del Ponto: il re franco Childerico I distrugge la sua flotta e lo costringe a firmare un trattato svantaggiosissimo. Al ritorno a Costantinopoli, Maggioriano viene silurato da Ricimero che il 7 agosto lo fa assassinare e lo sostituisce con un suo fantoccio, tale Libio Severo, uomo molto religioso ma con scarse attitudini di governo. Leone I si rifiuta di riconoscerlo.

464: il generale gallo-romano Afranio Siagrio, rimasto letteralmente "imbottigliato" in Caria in un'enclave rimasta fedele all'impero romano d'oriente, stretta fra il regno dei Franchi e quello dei Burgundi, assume il titolo (molto fantasioso) di "Rex Romanorum" ed amministra la regione come un suo possesso personale.

465: dopo aver avvelenato Libio Severo per liberarsi di lui ed appianare così i contrasti con l'occidente, Ricimero mette sul trono Antemio Procopio, genero dell'imperatore d'occidente Marciano, avendone sposato la figlia Elia Marcia Eufemia, candidato gradito a Leone I.

468: il generale sarmata Tarasis, in forza all'esercito romano, stronca una ribellione militare di ausiliari Alani contro l'imperatore d'occidente Leone I, e come premio è creato patrizio e sposa Ariadne, figlia di Leone I e dell'imperatrice Elia Verina. Poiché i romani mormorano contro un barbaro assurto a tanto onore, egli prende il nome latino di Zenone. Una serie di circostanze fortunate lo porterà sul trono di Ravenna. Intanto l'imperatore d'oriente Antemio tenta una nuova spedizione contro i Franchi, guidata da Basilisco, cognato dell'imperatore d'occidente Leone I, ma essa si risolve in un altro disastro: Basilisco accetta stupidamente una proposta di tregua di Childerico, che poi la notte fa appiccare il fuoco alle navi romane. Basilisco si salva per miracolo e riesce a rientrare indenne a Ravenna, dove scampa alla vendetta di Leone I perché protetto dall'imperatrice Verina.

469: nuova spedizione organizzata da Antemio, stavolta contro i Visigoti di Eurico. Per combatterli l'Augusto d'oriente si allea con gli Svevi, ma questi, dopo alcuni successi iniziali, sono duramente sconfitti da Eurico, ed il sogno di riconquistare l'Illiria svanisce in una bolla di sapone. Intanto Flavio Aspare sconfigge anche i Serbi, popolo stanziatosi nel nord della nostra Germania, i quali però impiegheranno molto più tempo per sedentarizzarsi.

470: alla corte di Leone I il Gallo giunge un'ambasceria dei britanni guidati da Myrddin Emreis, druido del sacro bosco di Broceliande convertito al cristianesimo da San Germano. I Sassoni stanno ormai dilagando in Britannia ed assediano i nativi nelle loro roccaforti di Cornovaglia e Galles. Il primo imperatore romano di sangue celtico non può resistere al grido di dolore che gli giunge dai suoi consanguinei d'oltre Manica e, pur non potendosi permettere di sguarnire il confine del Reno contro gli attacchi ripetuti degli Slavi, invia in Britannia il suo fido luogotenente, Ambrosio Aureliano, affidandogli la propria spada come simbolo dell'autorità imperiale. Compito di Ambrosio Aureliano, definito dai britanni "ultimo della stirpe romana", sarà quello di riorganizzare la resistenza celtica contro i Sassoni invasori.

471: assassinio di Flavio Aspare. Nel ruolo di magister militum dell'impero d'occidente gli subentra il giovane Teodorico, figlio di Teodomiro, re degli Ostrogoti, inviato ad otto anni come ostaggio a Costantinopoli e poi "girato" da Libio Severo a Leone I in segno di amicizia. Teodorico dimostra subito grandi doti militari.

472: il fallimento nell'ennesima campagna contro i Visigoti permette a Ricimero di cogliere il pretesto per rovesciare Antemio, che è costretto a rifugiarsi nella Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (fatta edificare da Costanzo II quando l'impero era ancora unito) per sfuggire ai sicari di Ricimero. Leone I invia allora a Bisanzio Anicio Olibrio, figlio di Petronio Massimo e genero di Valentiniano III, avendone sposato la figlia Placidia. Il suo scopo è quello di mettere pace tra Ricimero e Antemio e di trattare con il re dei Vandali Genserico. In realtà l'ambasciata è per Leone un pretesto per sbarazzarsi di Olibrio, che crede in combutta con i Vandali, e di Ricimero stesso. Leone invia infatti ad Antemio un secondo messaggero con l'ordine di uccidere Ricimero e Olibrio, ma il messaggio viene intercettato da Ricimero stesso, che lo mostra ad Olibrio. Allora Ricimero proclama Olibrio imperatore e assedia Antemio nel palazzo imperiale. Antemio è sostenuto dall'aristocrazia e dal popolo della città, mentre il magister militum barbaro ha dalla sua i contingenti germanici dell'esercito, tra cui quello di un certo Odoacre, capo degli Eruli e degli Sciri. Entrambi i contendenti si rivolgono ai barbari per ricevere rinforzi; il burgundo Gundobaldo giunge in soccorso di Ricimero, suo zio, mentre Antemio chiede l'aiuto del visigoto Bilimero, il quale marcia verso Costantinopoli, ma è sconfitto e ucciso da Ricimero. Preso per fame, Antemio tenta un ultimo assalto, ma i suoi uomini sono sterminati, e così egli fugge nuovamente in Santa Sofia, dove l'11 luglio è catturato e decapitato da Gundobaldo. Quella di Ricimero è l'ultima vittoria, perchè muore di febbre il 18 agosto; secondo alcuni è stato avvelenato da Gundobaldo, che gli succede nella carica di magister militum. Anche Anicio Olibrio muore però per un edema polmonare il 22 ottobre. Gundobaldo eleva allora alla porpora un certo Glicerio, che però non viene riconosciuto da Leone I. Questi gli contrappone il dalmata Giulio Nepote.

473: Frumenzio, un ariano originario dell'Egitto (nella nostra Timeline San Frumenzio) converte al cristianesimo ariano Ezana, principe ereditario del regno etiope di Axum, e traduce la Bibbia in lingua Ge'ez. Secondo la tradizione, era giunto da ragazzo in Etiopia al seguito di una spedizione commerciale di ritorno dall'India, assalita e sterminata dai predoni; unico sopravvissuto, era stato venduto come schiavo al re Ella Amida di Axum, diventando suo importante funzionario di corte. In tal modo l'Etiopia si converte non al monofisismo bensì all'arianesimo, e questa rimarrà l'ultima terra in cui questa confessione sopravvivrà sino ai nostri giorni.

474, 18 gennaio: Leone I il Gallo muore di dissenteria. Gli succede il nipote Leone II, figlio di Zenone e di Ariadne. Leone II ha solo 7 anni, e così si trova sotto la reggenza del padre Zenone. 17 novembre: il piccolo Leone II muore di una malattia sconosciuta, forse avvelenato. Il padre Zenone gli succede sul trono di Ravenna. Con l'aiuto di Zenone, Giulio Nepote sbarca a Costantinopoli, neutralizza Gundobaldo, depone Glicerio (che si ritira in convento) e ascende al trono. Nuovo magister militum diventa Oreste, ex generale di Attila.

475, 16 aprile: grande vittoria di Teodorico contro i Serbi, che avevano sconfinato spingendosi quasi fino a Parigi. Lo stesso re serbo Radoslavo è fatto prigioniero, ma Teodorico se lo fa amico rimettendolo in libertà purché giuri di non passare più il Reno. 31 ottobre: Oreste scaccia dal trono Giulio Nepote, che si rifugia a Ravenna, e nomina imperatore il suo figlio minorenne Flavio Romolo, 14 anni, sotto la propria reggenza. Viaggio di Ambrosio Aureliano in Irlanda. Questi riesce ad unire i capiclan dell'isola contro il rischio di una possibile invasione sassone e mette insieme un forte esercito. Il cristianesimo irlandese risulta fortemente influenzato dall'interazione con il cattolicesimo romano diffuso in Britannia.

476, 28 agosto: Odoacre, che ha aiutato Oreste nel suo golpe contro Giulio Nepote, esige da lui la concessione della Grecia per il proprio popolo. Oreste rifiuta, allora Odoacre lo assedia a Tessalonica, lo cattura e lo uccide. Deposto suo figlio Romolo, che verrà detto spregiativamente Augustolo, lo fa rinchiudere in un monastero ed invia le insegne imperiali d'oriente a Ravenna, con la motivazione che "un solo imperatore per il mondo è più che sufficiente". Fine convenzionale dell'impero romano d'oriente, disintegrato sotto i colpi delle invasioni germaniche. Zenone concede a Odoacre il titolo di patrizio romano, ed egli governa la Grecia e Costantinopoli in nome di Ravenna, ma in realtà come un suo possesso personale.

 

I Germani in oriente nel 476 d.C.

 

477, 25 gennaio: morte di Genserico, re dei Vandali, alla bella età di 88 anni, dopo quasi 50 anni di regno. Gli succede il figlio Unerico. 21 aprile: trattato di amicizia tra l'impero romano d'occidente e i Serbi; seguirà di poco quello con i Croati.

478: spedizione di Odoacre contro i Vandali e temporanea riconquista dell'isola di Creta. Dal canto suo, Teodorico sconfigge anche i Sorabi, slavi che tentavano di assaltare le Alpi. Ormai il prestigio del generale ostrogoto in occidente è grandissimo, e Zenone comincia a sospettare di lui.

480, 1 maggio: battaglia di Monte Baedun, in cui Ambrosio Aureliano schiaccia i Sassoni e riconquista la capitale Londra. Buttati letteralmente a mare, gli invasori germanici sono costretti ad imbarcarsi e a rifugiarsi in Scandinavia; chi resta deve accettare le usanze celtiche e la religione cristiana. Ad Ambrosio Aureliano è offerta la corona di Britannia ed Irlanda, ma egli rifiuta e fa incoronare invece il giovane figlio Aurelio Uterio, che ha avuto da una principessa britanna. Dell'educazione del giovane re si occupa Myrddin Emreis, che passerà alla storia con il nome latinizzato di Merlino. Ambrosio Aureliano resta capo militare di tutti i Celti delle isole britanniche.

482: al padre Childerico I sul trono dei Franchi in Anatolia succede Clodoveo I.

483: Acacio, patriarca di Costantinopoli, causa uno scisma con Roma (sostenuto da Odoacre, che vuole ritagliarsi un'indipendenza de facto dall'occidente) sostenendo apertamente il monofisismo. Dura condanna da parte di Papa Felice III.

486: Clodoveo mostra subito le sue intenzioni affrontando, sconfiggendo e uccidendo re Siagrio nella battaglia di Alicarnasso (nella nostra Timeline di Soissons). Licia e Caria passano così sotto il controllo franco. A questo punto Clodoveo mira apertamente alla conquista del regno Burgundo, che però stringe alleanza con i persiani Sasanidi, del quale ottiene la protezione.

488: la presenza di Teodorico è sempre più ingombrante per Zenone, d'altra parte preoccupato anche dai successi di Odoacre. Allora Zenone decide di offrire la Grecia e Costantinopoli agli Ostrogoti, purchè rovescino Odoacre. Teodorico accetta e torna in Tracia ad organizzare la migrazione del suo popolo. 300.000 ostrogoti sotto la sua guida si rovesciano sulla Tessaglia, sulla Grecia e sulla regione di Costantinopoli, dove Odoacre viene stretto d'assedio.

491, 9 aprile: l'imperatore d'occidente Zenone muore improvvisamente. Siccome non ha avuto altri figli oltre a Leone II, morto in tenera età, la vedova di lui Ariadne eleva al trono imperiale l'ufficiale di palazzo Anastasio, dopo averlo sposato. Ma Longino, fratello di Zenone, gli solleva contro le Gallie (rivolta gallica).

493: dopo cinque anni di assedio Odoacre è alla frutta, ed è costretto ad invocare la clemenza di Teodorico. Questi lo incontra in occasione di un banchetto che dovrebbe sancire la pace tra i due, ed invece Odoacre e i suoi sono assassinati a tradimento (forse è nato in quell'occasione il proverbio "A tavola non si invecchia...") Teodorico è riconosciuto da Zenone "Re dei Greci, dei Romani e dei Goti". I primi anni di regno di Teodorico saranno molto equilibrati e la Grecia conoscerà un'epoca di benessere. Intanto Clodoveo, che è ariano, sposa la principessa burgunda Clotilde, di religione ortodossa. Con la vittoria di Aurelianum (Orléans) Anastasio sconfigge ed uccide Longino, ma la guerriglia dei suoi partigiani si protrae ancora per alcuni anni.

494: Ambrosio Aureliano muore in battaglia contro i Pitti, capo militare dei Britanni diventa suo figlio Aurelio Uterio, che sarà chiamato "Testa di Drago" (Pendragon).

496: Clodoveo sconfigge duramente gli Alani che premono sui confini orientali del suo regno e, in seguito ad un voto fatto alla moglie Clotilde prima di partire in battaglia, si converte al cristianesimo ortodosso e si fa battezzare dal vescovo Remigio di Nicea (nella nostra Timeline di Reims). La capitale del regno Franco è trasferita proprio a Nicea, dirimpetto a Costantinopoli.

497: Benedetto da Norcia si ritira in eremitaggio a soli 17 anni presso quello che diverrà il Sacro Speco di Subiaco, sorto sulle rovine di un'antica villa neroniana. L'arrivo dei primi compagni che intendono imitarlo dà il via ad una delle più straordinarie avventure monastiche di tutti i tempi.

498: pur di porre fine allo scisma acaciano, papa Anastasio II invia a Costantinopoli una delegazione ed accoglie benevolmente a Roma il diacono Fotino, inviato da Andrea, metropolita di Tessalonica. Ciò provoca i sospetti e le proteste del clero romano più intransigente, che nel tempo gli costeranno la fama di traditore ed eretico (« Anastasio papa guardo, / lo qual trasse Fotin da la via dritta », leggerà Dante su una delle arche degli eretici in Inferno XI, 8-9)

499: il re sassone Cerdic conquista la Norvegia meridionale e fonda il regno del Wessex (nella nostra Timeline è nella Britannia occidentale). I Sassoni fuggiti in Scandinavia dalla Britannia a poco a poco si fondono con i popoli germanici ivi stanziati e fondano sette regni, perennemente in rivalità tra di loro: Kent con gli Juti in Danimarca; Essex e Sussex in Scania; Wessex in Norvegia; Mercia, Northumria ed East Anglia con gli Angli e gli Sveni in Svezia. Questi sette regni prendono il nome di Eptarchia Sassone; la Scandinavia entra nella storia d'Europa.

L'Eptarchia Sassone in Scandinavia

501: i Bulgari, sollecitati (pare) dai Franchi, lasciano le loro terre a nord del Mar Nero e si muovono in massa, guidati dal khan Asparuk, verso la Tracia settentrionale, lasciata libera dai Goti. Teodorico non se ne cura, ritenendo di poter regolare in ogni momento i conti con i vicini, e fa realizzare grandi opere pubbliche, tra cui il restauro degli acquedotti che riforniscono Costantinopoli. Ma alcuni greci non si rassegnano alla supremazia gotica e fondano un loro stato nel Peloponneso. Gli Ostrogoti tenteranno inutilmente di debellarli e di riconquistare la penisola alla loro sovranità.

502: scoppia la guerra tra l'impero d'occidente e gli Slavi (Cechi, Sorabi, Abodriti) che premono sul confine delle Alpi e che più volte hanno sconfinato in Pannonia. Alleanza tra Anastasio e i Longobardi di re Tatone, della dinastia dei Letingi; la guerra slavo-romana si protrarrà fino al 506 tra atrocità di ogni genere.

505: grazie agli intrighi del suo precettore Myrddin Emreis, il re di Britannia Aurelio Uterio ha una relazione extraconiugale con Ygraine, la bellissima sposa di Hoel, signore di Cornovaglia, dalla quale nasce un figlio. Questi è affidato da Merlino al capoclan gallese Lucio Oreste, il quale gli dà il nome di Lucio Artorio Casto e lo cresce assieme a suo figlio Caio.

506: siccome i Bulgari si fanno minacciosi, Teodorico fa costruire il "muro teodoriciano" (nella nostra Timeline muro anastasiano), un vallo difensivo a protezione della città di Costantinopoli.

508: Teudi, reggente per conto di Amalarico, re dei Visigoti, di soli 7 anni, propone l'unione dinastica tra il proprio regno e quello dei vicini Ostrogoti, facendo sposare Amalarico con Amalasunta, 10 anni, unica figlia di Teodorico. Ciò darebbe vita all'unico regno dei Goti, sicuramente una superpotenza in grado di rivaleggiare con i Franchi e con l'Impero Romano d'Occidente. Levata di scudi contro il progetto della nobiltà ostrogota, che teme di diventare suddita del popolo vicino, il quale esprimerebbe il sovrano maschio del nuovo regno.

509: Aurelio Uterio, re di Britannia e d'Irlanda, muore in seguito ad un complotto di capi britanni a lui ostili. Prima di morire, pianta nella roccia la spada che suo padre Ambrosio Aureliano aveva ricevuto da Leone I il Gallo, spada che i britanni considerano simbolo della regalità e dell'unità della nazione, e che ha ricevuto il nome britannico di Caledfwylch ("invulnerabile"), poi latinizzato in Excalibur. Non avendo egli figli riconosciuti, il trono resta vacante e il regno tende a disgregarsi in tribù tra di loro indipendenti. Myrddin Emreis, che ha 90 anni suonati, profetizza che chi estrarrà dalla roccia la spada a mani nude sarà nuovo re dei britanni.

510: il re sassone Icel conquista la Svezia centrale e fonda il grande regno di Mercia (in lingua sassone "terra di confine", estendendosi fino all'estremo nord dell'eptarchia sassone). Parte dei Geati che abitano quella terra rifiutano l'integrazione con i sassoni e, guidati dal leggendario re Beowulf, migrano attraverso il mar Baltico in quella che per noi è la Finlandia, scacciandone i Finni e fondendosi con quelli che restano. Ha così origine il regno dei Geati (quasi sicuramente, come il nome indica, essi sono i discendenti dei Goti rimasti in Scandinavia). Fondazione della capitale Geateborg o Göteborg ("città dei Geati", nella nostra Timeline sulla costa atlantica della Svezia), nel sito della nostra Helsinki.

511, 27 novembre: morte di Clodoveo I, re dei Franchi. Secondo una tradizione del suo popolo, divide il suo vasto regno tra i suoi quattro figli: a Teodorico toccano la Cappadocia e il Ponto, a Clodomiro la Frigia e la Galazia, a Childeberto I la Licia e la Cilicia, a Clotario I la Lidia.

512: l'imperatore d'occidente Anastasio reprime una rivolta in Spagna grazie all'aiuto determinante della flotta imperiale comandata dall'ammiraglio Marino.

513: Anicio Manlio Torquato Severino Boezio, scienziato e retore romano discepolo di Simplicio, commentatore di Aristotele, pubblica i trattati "De institutione arithmetica", "De institutione musicae", "De institutione geometrica" e "De institutione astronomica", e la fama così conseguita gli vale la nomina da parte di Anastasio a primo ministro dell'impero d'occidente. In questa Timeline egli non verrà incarcerato, non scriverà il "De Consolatione Philosophiae" e non diverrà per antonomasia la vittima della follia del potere. D'altro canto, però, non scriverà neppure il "Quadrivio" e non assumerà nemmeno quel ruolo di importante mediazione culturale che ha avuto nella nostra Timeline. Infatti, data la continuità con il sistema scolastico romano e il funzionamento delle biblioteche imperiali, la conoscenza dei testi classici risulta molto più ampia rispetto alla nostra linea temporale. L'Aristotelismo ed il Platonismo medievale saranno indipendenti dalla mediazione araba, ed Averroè non influenzerà la cultura europea. Perchè infatti leggere un compendio, quando posso accedere all'originale?

516: Elle di Sussex, re sassone della Scania occidentale, compie una scorreria in Frisia, sconfiggendo duramente i Serbi ivi stanziati (nella nostra Timeline la scorreria è opera del sovrano svedese Hygelac ed è citata nel "Beowulf"). In Europa si viene a conoscenza dell'Eptarchia sassone.

518: Anastasio si sente vicino alla fine, ma non riesce a decidere quale dei suoi tre nipoti gli deve succedere, perchè tutti e tre sembrano avere più pregi che difetti. Alla fine, decide di ricorrere al Giudizio di Dio: in una stanza del palazzo imperiale di Ravenna fa porre tre divani, e sotto i cuscini di uno di essi pone la lettera con la nomina a suo successore. Invita quindi i suoi nipoti a prendere posto nella stanza: colui che si siederà sul divano con la lettera nascosta sarà il suo erede. Ma, per un colpo di scena, due dei suoi nipoti si siedono sullo stesso divano (una leggenda vuole che siano amanti incestuosi), e il divano con il messaggio rimane vuoto. Anastasio interpreta tutto ciò come un messaggio divino, che lo sconsiglia di lasciare il trono a un parente. Ma ecco che entra nella stanza Giustino, il capo della sua guardia pretoriana, gli chiede di conferire immediatamente con lui, e si siede proprio sul divano incriminato. Detto fatto: Giustino è adottato da Anastasio come figlio, e poco dopo gli succede sul trono come Giustino I. Il nuovo Augusto ha già 75 anni ed ha scarse attitudini di governo, ma ha l'intelligenza di circondarsi di collaboratori fidati come il nipote Flavio Pietro Sabbazio, da lui adottato come figlio. Flavio Pietro Sabbazio prende il nome di Giustiniano e diventa primo ministro dell'impero d'occidente. Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, che ha fama di uomo dottissimo, è magister officiorum (segretario) dell'imperatore e ministro della cultura.

519, 28 marzo: Papa Ormisda riesce a ricomporre lo scisma acaciano e a restaurare la comunione con il patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Teodorico tuttavia interpreta questo fatto come una mossa in chiave antiariana, e le sue posizioni, fin qui tolleranti, cominciano ad irrigidirsi.

520: alleanza tra Franchi e Armeni in chiave anti-sasanide. Lo Shah Kaveh I subisce una dura sconfitta a Dura Europos e deve riconoscere l'indipendenza dell'Armenia. L'indebolirsi della posizione persiana nell'area mette in grave pericolo l'esistenza del regno Burgundo. Inoltre, dovendosi i Franchi confrontare con i catafratti, si accentuano nel regno franco i fenomeni che porteranno alla nascita della cavalleria ed al feudalesimo, che nell'Anatolia iniziano prima che nella nostra linea temporale.

521: Teodorico, zelante ariano e privo di qualsiasi sudditanza psicologica verso la cultura greca, chiude l'Accademia Platonica di Atene. I filosofi vengono accolti alla corte dell'imperatore sasanide Kaveh I. Intanto in Britannia il capoclan Lucio Oreste partecipa ad un torneo con i suoi figli Caio e Lucio Artorio; quest'ultimo fa da scudiero al fratello. Avendo dimenticato la spada del fratello nella locanda, oramai chiusa perchè tutti vogliono assistere al torneo, Lucio Artorio adocchia un'elsa che spunta da una roccia, la afferra e la estrae. Appena la porta a Caio, tutti i partecipanti al torneo si rendono conto che quella spada è Caledfwylch. Così Lucio Artorio è immediatamente portato a Londra e incoronato re dei Britanni. Ma molti capiclan si rifiutano di riconoscere re un ragazzo, soprattutto perchè non ci tengono a perdere la riconquistata indipendenza, e per la Britannia inizia un quinquennio di guerre civili.

523: l'imperatore Giustino I, già molto avanti con gli anni, si fa campione dell'ortodossia cattolica e, animato da zelo religioso, chiude ogni luogo di culto ariano e vieta questa religione su tutto il territorio dell'impero d'occidente. A Roma viene distrutta Sant'Agata dei Goti, dove l'imperatore stesso sferra il primo colpo di piccone. L'area, considerata infausta, non verrà mai più edificata. Aurelio Cassiodoro, sostenitore della tolleranza, si ritira disgustato dalla vita politica e si dedica alla costruzione e gestione di una nuova biblioteca pubblica, sull'Aventino, nelle vecchie case degli Anicii. Intanto Teodorico di Costantinopoli, campione dell'arianesimo, se ne risente ed invia il patriarca di Costantinopoli Epifanio presso papa Giovanni I perchè interceda presso Giustino per il ritiro dell'editto. La missione fa un buco nell'acqua e il patriarca Epifanio al suo ritorno finisce in carcere, dove muore di stenti. Teodorico, forse un po' arteriosclerotico, comincia a sospettare che il Papa e l'imperatore di Ravenna complottino per rovesciarlo. Ne segue un'ondata di arresti, processi sommari ed esecuzioni fra i senatori e i maggiorenti romani, accusati di collaborazionismo con l'occidente. La vittima più famosa è il filosofo e console Quinto Aurelio Memmio Simmaco, suocero e amico di Severino Boezio. Dure proteste di Giustino I.

524: il re burgundo Sigismondo è sconfitto è ucciso dal re franco Clodomiro, poiché i Sasanidi non sono più in grado di difendere il loro alleato germanico. Metà del regno dei Burgundi è occupata dai Franchi.

525: morto Clodomiro, figlio di Clodoveo e re di Frigia e Galazia, i fratelli Clotario e Childeberto complottano contro i suoi figli, li fanno uccidere e ne incorporano i territori.

526: improvvisa morte di Teodorico per apoplessia. I nobili goti presenti attorno al suo letto di morte affermano che egli credeva, nel delirio, di vedere accanto a sé lo spettro di Simmaco. In seguito la propaganda dell'impero d'occidente circonderà la sua morte di un terribile alone di leggenda, trasformandola in una punizione divina (il diavolo, preso l'aspetto di un cavallo nero, lo avrebbe trascinato fino all'Etna per poi rovesciarlo nel cratere ardente). Il regno ostrogoto passa nelle mani del nipote Atalarico, di soli 10 anni, sotto la reggenza della madre Amalasunta, figlia di Teodorico e vedova del nobile Eutarico, morto quattro anni prima.

L'imperatore d'occidente Giustiniano I (Ravenna, Basilica di San Vitale)527, 1 agosto: morte di Giustino I, sul trono d'occidente gli succede Giustiniano I. Questi si dimostra immediatamente ostile agli Ostrogoti, e progetta di riprendere il controllo sul loro regno, che ritiene essere di proprietà dell'Occidente dopo che Odoacre ha inviato a Zenone le insegne imperiali costantinopolitane. San Benedetto da Norcia subisce un tentativo di avvelenamento da parte dei monaci che rifiutano la sua Regola, ritenuta troppo rigorosa (la leggenda dice che la brocca di acqua avvelenata va in frantumi da sola appena il Santo vi traccia sopra il segno della croce); così abbandona il Sacro Speco di Subiaco e si ritira a Montecassino, dove fonda l'omonima abbazia destinata a sfidare i secoli.

528: le incursioni di Cynric, figlio di Cerdic, re del Wessex, sulle coste orientali della Britannia mettono fine alle guerre civili nell'isola: Lucio Artorio riesce a farsi riconoscere re da tutti i capiclan ed infligge a Cynric una durissima sconfitta; a stento il predone sassone riesce a fare ritorno con poche navi in Scandinavia. Inizia il lungo regno di Lucio Artorio, il cui nome è britannizzato in Artwyr ("l'Orso").

529: con la Pace Perpetua con Serbi e Croati, Giustiniano si copre le spalle in vista del progettato attacco contro l'Oriente. Grande cultore della romanità, oltre a rilanciare il classicismo, egli decide di riportare la sede imperiale da Ravenna a Roma, considerando ormai dietro le spalle la buriana barbarica. Pubblicazione del Codex Iustinianeus, la più grande raccolta di leggi romane da molti secoli a questa parte, su cui è basato il diritto della maggior parte delle nazioni moderne.

530: Amalasunta rispolvera l'antico progetto di unione tra i Goti Occidentali e quelli Orientali, che in questa Timeline abitano regioni contigue, e propone di dare in moglie al figlio Atalarico la giovane Arevagni, sorella del re visigoto Amalarico. I nobili ostrogoti, che già sopportano male l'idea di lasciarsi governare da una donna, le insorgono contro e minacciano di toglierle la reggenza.

531: Gondomaro, l'ultimo re dei Burgundi, viene definitivamente sconfitto dal re franco Childeberto I, che incorpora il suo stato nei propri domini. Lucio Artorio sposa la bellissima Ginevra, figlia del capoclan irlandese Leodegrant. Il monaco Dionigi il Piccolo, originario della Scizia ma attivo a Roma, costruisce una tabella per calcolare la data della Pasqua e comincia per primo a calcolare gli anni dalla nascita di Cristo, ponendola nell'anno 754 dopo la Fondazione di Roma. Il nuovo computo del tempo è presto adottato in tutto l'universo cristiano.

532, 11 gennaio: Rivolta del Circo Massimo, scoppiata a Roma durante una popolare corsa di cavalli, le cui diverse tifoserie hanno assunto colore smaccatamente politico. I Verdi e i Gialli, le principali fazioni di "ultras", si coalizzano contro la politica fiscale di Giustiniano, ritenuta eccessivamente esosa (l'Augusto intende raccogliere fondi per poter riconquistare Costantinopoli), tirano dalla loro parte alcuni settori dell'esercito e impongono al sovrano di silurare Triboniano, ministro delle finanze dell'occidente e considerato il responsabile dell'eccessivo fiscalismo. Ma gli insorti non si accontentano e tentano di rovesciare Giustiniano, assediandolo sul Palatino. Questi è tentato di abbandonare la città, ma l'energica moglie Teodora, una popolana che si esibiva in veri e propri "spogliarelli" nella Suburra prima di essere notata e sposata dall'Augusto, lo convince a rimanere. Il generale Flavio Belisario, nativo della Germania Inferiore e discendente di ausiliari slavi (il suo nome deriva da "beli tsar", in antico slavo "bianco principe"), lascia immediatamente il confine del Reno, marcia sull'Italia e schiaccia la rivolta. Ipazio, nipote di Anastasio I che era stato proclamato Augusto dai vincitori, è catturato e giustiziato. Belisario è compensato con la carica di Magister Militum.

533: Belisario attacca l'Egitto, prende Alessandria, sconfigge l'ultimo re vandalo Gelimero e riconquista all'occidente quell'importante provincia. Viste le persecuzioni romane contro gli ariani, i rapporti con Axum sono pessimi, e così il re di questa nazione comincia a tramare con i Sasanidi per cacciare i romani.

534: prematura morte di Atalarico, re degli Ostrogoti, pochi giorni prima di entrare nella maggiore età e quindi di prendere in mano effettivamente le redini del regno. Amalasunta, che vuole mantenere il potere a Costantinopoli, sposa in seconde nozze il cugino Teodato, duca di Atene e figlio di Amalafrida sorella di Teodorico. Teodato ha la fama di uomo colto e romanizzato, ma una volta conquistato il potere si dimostra privo di scrupoli, fa esiliare la consorte sull'isola di Delo e si proclama unico sovrano degli Ostrogoti.

535: con il suo comportamento tirannico, Teodato scontenta tutta la nobiltà ostrogota, e Giustiniano ritiene giunto il momento di agire, anche perchè Amalasunta dall'esilio di Delo gli ha mandato una lettera in cui gli chiede di venire a liberarla. Teodato intercetta la lettera ed ordina che Amalasunta venga strangolata. Allora Giustiniano coglie l'occasione al balzo ed affida al generale Belisario l'incarico di riconquistare la Grecia. Il magister militum dell'impero d'occidente salpa da Brindisi e sbarca nel Peloponneso, dove i romani avevano sempre resistito alla penetrazione gotica, ed ora gli spalancano le porte come ad un liberatore. Inizia la cosiddetta Guerra Romano-Gotica.

536: Belisario conquista Atene. Teodato è rovesciato e costretto dagli stessi nobili che l'avevano eletto a fuggire precipitosamente da Costantinopoli; egli tenta di rifugiarsi presso i Franchi, ma è raggiunto dai sicari di Vitige, eletto nuovo re dei Goti, e scannato senza complimenti. Come nella nostra linea temporale, intervengono sia i Franchi che puntano al controllo degli stretti, sia i Visigoti, in sindrome da accerchiamento imperiale, ma questo tutti contro tutti, paradossalmente, favorisce Belisario che applica il solito "divide et impera" (dopotutto ha funzionato per secoli).

537: un'ambasciata di Lucio Artorio guidata da suo nipote Caio Galvano giunge alla corte di Giustiniano. Apertura di regolari relazioni diplomatiche e di buon vicinato tra i Romani e i Britanni, e loro alleanza in funzione antisassone. I rapporti commerciali favoriscono soprattutto la Gallia romana, che diventa una regione molto prospera, attirando però le mire dei predoni sassoni.

540: conquista di Tessalonica, il regno ostrogoto è ridotto alla sola regione circostante Costantinopoli. Vitige cerca la morte in battaglia ed è sostituito sul trono gotico da Ildibaldo e subito dopo da Erarico. Cassiodoro, sempre più in polemica con Giustiniano perchè oppositore della guerra romano-gotica, si ritira a Squillace, in Calabria, dove fonda il monastero di Vivario e continua a scrivere a getto continuo opere storiche ed esegetiche. Il suo lavoro più importante è l'Historia Barbarica, compendio delle vicende europee dal 395 fino alla sua epoca, importantissima per conoscere usi e costumi dei popoli germanici stanziatisi in oriente.

541: il re scozzese Anguselsus (il Lancillotto delle saghe arturiane), vinto in battaglia da Lucio Artorio, gli si sottomette, si converte al cristianesimo e diventa il capo della guardia personale del sovrano dei Britanni.

542: Belisario entra in conflitto con Giustiniano: questi vorrebbe fare della Grecia una provincia romana, mentre Belisario preferirebbe mantenere uno stato vassallo ostrogoto. Belisario, accusato di connivenza con gli Ostrogoti dagli altri generali invidiosi di lui, è così rimosso dall'incarico e spedito al nord, a combattere i Sassoni che dalla Scandinavia compiono scorrerie sulle coste atlantiche della Gallia e del Belgio.

543, 21 marzo: San Benedetto da Norcia muore in piedi, con le braccia levate al cielo, sostenuto da due suoi monaci. I re franchi Clotario I e Childeberto I sconfiggono nuovamente i Persiani che tentavano di riprendersi l'Armenia.

544: due monaci persiani sono ricevuti a Roma dall'imperatore Giustiniano, al quale narrano di essere stati in Cina. L'Augusto, che non ha mai sentito parlare di quella terra ma è molto curioso, rivolge loro molte domande, ed alfine viene a sapere che la seta non è di origine vegetale, come facevano credere i Cinesi per mantenere il monopolio sulla sua produzione, ma deriva dal bozzolo di alcuni insetti (bachi) oggi noti come Bombyx mori. Li invia perciò nuovamente in Cina, con l'incarico segreto di riportare in occidente le uova di quegli insetti per poter avviare la produzione anche in Europa.

545: approfittando della rimozione di Belisario, Totila, nipote di Ildibaldo che ha ottenuto il trono dei Goti, riconquista Tessalonica e la Tessaglia e minaccia Atene. Il generale greco Narsete, difensore del Peloponneso contro i Goti già prima dell'arrivo delle truppe occidentali, prende allora in mano la situazione, sconfigge Totila che si dà alla macchia ed occupa finalmente Costantinopoli.

546: spedizione punitiva di Anguselsus sulle coste danesi; il re di Scozia riesce a sconfiggere Octa, re del Kent (il Galeotto dei poemi cortesi), ma alla fine i due giungono a un accomodamento, diventano amici ed Octa promette di non compiere più scorrerie sulle coste della Britannia, ma solo nelle terre degli Slavi. Octa dà anche in sposa la propria figlia al secondogenito di Anguselsus.

548: i Sasanidi guidati da Cosroe I Anushirvan ("anima immortale"), alleati con gli axumiti, tentano di conquistare l'Egitto, ora che i Vandali sono stati tolti di mezzo, ma il generale romano Giovanni Troglita infligge loro una pesantissima sconfitta a Neapolis (la biblica Sichem) e riconquista la Palestina all'impero di Giustiniano. In suo onore il poeta greco Corippo, che lavora alla corte di Roma, scrive il poema Ioanneide.

549: spedizione del navigatore siriaco Cosma Indicopleuste fin sulle coste dell'Indonesia.

550: dopo aver concluso un vantaggioso trattato di pace con i Serbi, Belisario fa ritorno in Grecia dove unisce le sue forze a quelle del rivale Narsete, che da solo non riusciva ad avere ragione della guerriglia di Totila.

552, 1 luglio: decisiva battaglia di Kavalla, in Tracia: Belisario e Narsete sconfiggono definitivamente Totila, che cade nello scontro. Subito dopo Narsete respinge i Bulgari che tentavano di muovere verso Costantinopoli, approfittando del vuoto di potere.

553: l'ultimo re degli Ostrogoti, Teia, è sconfitto nella battaglia del Monte Pelia (nella nostra Timeline del Monte Lattario). Fine del regno teodoriciano, gli Ostrogoti praticamente scompaiono dalla storia, ma la loro lingua lascia pesanti impronte nella Demotikè greca, con molte parole e nomi propri derivati dal gotico (ad esempio il nome Gustabos, in latino Gustavo, da Göt-stafr, "difesa dei Goti")

 

I Germani in oriente nel 553 d.C.

 

554, 13 agosto: dietro richiesta di Papa Vigilio, Giustiniano I promulga a Roma la Prammatica Sanzione, con cui la Grecia, Costantinopoli e le isole di Creta e di Rodi sono riaggregate all'impero d'occidente. La Grecia è innalzata a Prefettura e divisa in province; l'esarca detiene sia il potere civile che militare. Narsete è il primo esarca di Costantinopoli, mentre Belisario è spedito sul confine alpino a combattere di nuovo con gli Slavi. Qui egli ha modo di mettersi d'accordo con i Longobardi per la lotta contro il comune nemico.

555: i due monaci inviati in Cina da Giustiniano fanno finalmente ritorno. Esportare dal Paese di Mezzo le uova dei bachi è punito con la morte, ma essi hanno nascosto le uova nel cavo dei loro bastoni, e così il monopolio cinese sulla seta è finito. In Italia viene subito avviata un'intensa bachicoltura.

556: muore Teodebaldo, nipote del re franco Teodorico I, figlio di Clodoveo, e re di Cappadocia e Ponto. Clotario I, figlio di Clodoveo, sposa la sua vedova ed incorpora i suoi domini nel proprio regno.

557: il figlio di Anguselsus, Galwyd (il Galaad dei poemi cortesi), muore in Palestina mentre cerca il mitico Graal, il calice in cui Gesù Cristo mangiò l'agnello la sera del Giovedì Santo, ed in cui San Giuseppe d'Arimatea raccolse il Suo sangue stillante dalla croce. La sua fallita impresa darà vita alla leggenda della cerca del Graal. 

558: muore anche Childeberto I. Suo fratello Clotario I riunifica così l'intero regno franco nelle proprie mani. Il figlio Cramne tenta di complottare contro di lui, ma è sconfitto e deve rifugiarsi a Ctesifonte per salvarsi la pelle. Approfittando dell'indebolimento sasanide sul fronte occidentale, Clotario I conquista anche la Mesopotamia settentrionale.

560: prima testimonianza scritta della lingua volgare, detta Placito Cassinese: in un processo intentato da alcuni proprietari terrieri contro l'abbazia di San Benedetto a Montecassino, un testimone depone a favore dei monaci ed il notaio riporta le sue esatte parole: « Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti » (solo il nome del santo è scritto in latino, per rispetto). La nuova lingua, detta spregiativamente "volgare" dai puristi del latino come Giustiniano e Cassiodoro, viene invece chiamata "italiano" da chi sostiene che ha tanta dignità quanto il latino, il greco e le lingue degli invasori germanici e slavi.

561: morte del re franco Clotario I. I suoi figli si spartiscono nuovamente il regno: a Cariberto va la capitale Nicea con la regione litoranea; a Chilperico vanno Frigia, Lidia e Licia, che formano il regno di Neustria ("regno dell'ovest"), con capitale Smirne; a Gontrano va l'ex territorio del regno burgundo, ora denominato Borgogna, con capitale Tarso; a Sigeberto vanno Cappadocia, Ponto e Piccola Armenia, che formano il regno di Austrasia ("regno dell'est"), con capitale Trebisonda. Le continue spartizioni del regno franco causeranno l'indebolirsi dello stato e il declinare della dinastia dei Merovingi; i Sasanidi riconquistano subito la Mesopotamia settentrionale, che in questa Timeline avrà il ruolo della nostra Aquitania, e minacciano il regno d'Armenia.

 

I regni Merovingi alla morte di Clotario I

 

562: Lucio Mordente (il Mordred dei poemi cortesi), figlio illegittimo di Lucio Artorio (la leggenda lo dirà figlio di un rapporto incestuoso con la sua sorellastra Morgana), gli si ribella e tenta di rovesciarlo, ma padre e figlio cadono entrambi nella battaglia di Camlann (la nostra Camelford, in Cornovaglia). Il ciclo bretone dirà che si sono uccisi a vicenda. Ad Artorio sul trono di Britannia ed Irlanda succede il figlio primogenito Ambrosio Uterio II.

565, 14 novembre: morte di Giustiniano I a Roma, gli succede il nipote Giustino II.

567: i Cazari (in turco "vagabondi") sconfiggono gli Avari e fondano un vasto khanato a nord del Mar Nero e del Mar Caspio con capitale Itil, sulla foce del Volga. Il Khan Bulan si converte all'ebraismo e tutto il suo popolo con lui. Di conseguenza gli Avari, un resto dell'orda di Attila, migrano nella regione a nord del Danubio, sconfiggono i Gepidi nella battaglia di Asfeld, si sostituiscono a loro e fondano a loro volta un forte khanato, nemico scomodo per Visigoti e Bulgari. Da qui in avanti, la politica dei Visigoti sarà finalizzata a difendersi dalle incursione avare.

568: Belisario, irritato con il nuovo imperatore d'occidente Giustino II perchè gli ha negato il trionfo per le sue vittorie con gli Slavi (ha già il dente avvelenato per aver dovuto cedere a Narsete il titolo di Esarca d'Italia), istiga Alboino, re dei Longobardi, a lasciare la Rezia e il Norico per occupare la Grecia. Alboino non se lo fa ripetere e, apertosi la strada attraverso il territorio dei Gepidi, dei quali uccide in battaglia il re Cunimondo e prende in ostaggio sua figlia Rosmunda, entra in territorio romano occupando subito Tessalonica. Ritirata precipitosa delle truppe imperiali.

569, 1 settembre: Alboino occupa Tebe. Appena entrato in città, il suo cavallo stramazza improvvisamente a terra ed egli esclama ai suoi duchi: "E' un segno del Cielo: non metteremo a ferro e a fuoco la città." Udita la sua promessa, il cavallo si rialza miracolosamente. Alboino stabilisce la sua capitale nella città. Il Peloponneso, Costantinopoli, Creta e le isole dell'Egeo restano in mano all'impero d'occidente.

570, 20 aprile: alla Mecca, in Arabia, nasce Muhammad ibn Abdallah ibn Abd al Muttalib al-Hashimi, membro di un importante clan di mercanti della penisola arabica, i Banu Quraysh. Rimasto orfano di entrambi i genitori, lo zio Abu Talib lo porterà con sé nel corso di lunghi viaggi commerciali, in Siria e nello Yemen, durante i quali entrerà in contatto con ebrei e cristiani monofisiti.

572: re Alboino una sera alza troppo il gomito brindando, com'era uso del suo popolo, nel teschio di un nemico ucciso, in questo caso di re Cunimondo. Purtroppo, offuscato dall'alcool, costringe anche sua moglie Rosmunda a bere nel teschio del padre. La regina, che è permalosa, non gliela fa passare liscia e complotta con Elmichi, scudiero di Alboino. Una sera versa della colla nella guaina fissata al muro sopra il letto, in cui Alboino tiene la spada a portata di mano. Quando Elmichi fa irruzione armato nella stanza, Alboino non può estrarre la spada e finisce assassinato. Rosmunda cerca di far eleggere re Elmichi, ma naturalmente i baroni longobardi non ne vogliono sapere di accettare come re uno scudiero, ed eleggono re Clefi. Rosmunda ed Elmichi fuggono allora a Costantinopoli con Alpsuinda, figlia di Alboino. Qui Rosmunda si mette con Longino, esarca romano della città, e decide di eliminare Elmichi con una coppa avvelenata, ma Elmichi se ne rende conto e la obbliga a bere lei pure dalla coppa, così che muoiono entrambi.

573: Clefi assedia senza successo la città di Corinto.

574: dopo appena 18 mesi di regno, il re longobardo Clefi è assassinato con la moglie Masane da una guardia del corpo, probabilmente pagata dall'esarca romano del Peloponneso. Alla sua morte i duchi decidono di non eleggere un successore, e il regno longobardo si frantuma in 36 ducati tra loro indipendenti, e spesso in lotta fra loro ("periodo dei duchi").

576: infruttuose campagne dell'imperatore d'occidente Giustino II contro Cechi ed Avari, che minacciano la Pannonia. Le frequenti crisi di pazzia lo convincono ad associarsi al trono un co-Augusto: dietro consiglio della moglie Sofia, nipote dell'imperatrice Teodora, egli scavalca i suoi parenti e nomina successore il generale Tiberio, che ha combattuto vittoriosamente contro i Longobardi nel Peloponneso.

578: morte di Giustino II, che da tempo si era ritirato a vita privata e si disinteressava dell'impero. Gli succede Tiberio II. Questi dilapida il denaro raccolto da Giustino per aumentare la propria popolarità attraverso donativi e grandi feste, molto amate dal popolo. Si intensificano le scorrerie sassoni sulle coste galliche.

581: a 92 anni suonati Cassiodoro scrive la sua ultima opera, "de Ortographia", in cui condanna apertamente la diffusione del volgare e chiede di ritornare alla purezza del latino ciceroniano. Ma ormai è un fossile vivente: in tutto l'impero, dal Portogallo alla Dalmazia, e da Cartagine alla foce del Reno, si parlano dialetti derivati dal latino, che a poco a poco, come si è visto, cominciano a penetrare anche nei documenti scritti. Tra tutti prevarrà l'italiano, che finirà per diventare la nuova lingua di tutto l'occidente.

582, 14 agosto: Tiberio II muore improvvisamente di malattia, gli succede il generale Maurizio, da lui adottato come figlio. Il nuovo Augusto è molto popolare tra le forze armate perchè ha scritto il trattato militare "Strategica", e verrà chiamato anche "il Secondo Marco Aurelio" perchè quasi tutto il suo regno trascorrerà in campagne militari lungo i confini. L'impero romano d'occidente è infatti attaccato da ogni parte: dagli Slavi lungo le Alpi, dagli Angli e dai Sassoni lungo le coste atlantiche, da Longobardi e Bulgari in Grecia, da Persiani, Axumiti e tribù del deserto in Egitto.

583: il re visigoto Leovigildo sconfigge Andeca, ultimo re degli Svevi, ed annette l'Epiro al proprio regno.

584: resisi conto che l'assenza di un potere centrale minaccia la stessa esistenza del popolo longobardo in Grecia, i baroni eleggono re Autari, figlio di Clefi, il re assassinato nel 574. Giunto all'estremità meridionale dell'Attica, secondo la tradizione egli scaglia una lancia contro una colonna sulla riva del mare e proclama: "Questo sarà il confine del mio regno!", confermando la fobia dei Longobardi per il mare.

585: Autari sconfigge duramente a Giannina i Visigoti che, galvanizzati dall'annessione dell'Epiro, e dietro istigazione dell'esarca di Costantinopoli, tentavano di espandersi verso la Grecia settentrionale.

586: Recaredo, re dei Visigoti, abbandona l'arianesimo e si converte al cristianesimo ortodosso. Clotario II, figlio di Chilperico I, diviene re di Neustria all'età di soli quattro mesi, sotto la reggenza di sua madre Fredegonda.

588: Autari, deciso a trovare alleati contro i Visigoti che continuano a premere sul confine settentrionale, sposa Teodolinda, principessa dei Gepidi (nella nostra Timeline dei Turingi). Il re visigoto Recaredo decide di giocare d'anticipo ed attacca i Longobardi, giungendo fin sul Mar Egeo e tagliando in due il loro regno. Ma il caldo, un'epidemia e un'esondazione del fiume Vardar che travolge il suo esercito costringe Recaredo a far ritorno nel suo regno, e i Longobardi sono salvi.

590, 1 settembre: Autari è avvelenato in una congiura di palazzo. I duchi longobardi chiedono a Teodolinda di scegliersi il nuovo sposo, che sarà il nuovo re. Teodolinda, che è cristiana ortodossa, sceglie Agilulfo, lontano parente di Autari e anch'egli figlio di una principessa dei Gepidi. 3 settembre: morte di Pelagio II, il suo segretario Gregorio I è eletto al Papato dal popolo di Roma, elezione poi ratificata dall'imperatore d'occidente. La sua profonda riforma della Chiesa, la sua attività missionaria e la sua introduzione del "canto gregoriano" gli meriteranno il titolo di Magno. A Roma è in corso una pestilenza, ma durante una processione sopra la Mole Adriana al Papa appare l'Arcangelo Michele che rinfodera la spada, e la pestilenza ha termine. La statua dell'imperatore Adriano è rimossa dalla cima della Mole e sostituita con quella dell'arcangelo.

592: alla morte di Gontrano, Fredegonda prende il controllo anche della capitale franca Nicea a nome di suo figlio Clotario II.

593: Maurizio, che comanda personalmente le truppe romane in Egitto, riesce a respingere un'invasione dalla Nubia e poi si intromette vittoriosamente nella Guerra di Successione Persiana, che vede opposti i sovrani sasanidi Bahram VI e Cosroe II, strappando ai rivali la città di Nazaret, che era stata saccheggiata dai Persiani. Gli sconfinamenti di Cechi e Sorabi lo costringono però a spostarsi in Pannonia. I Franchi approfittano della Guerra di Successione Persiana per saccheggiare la Mesopotamia settentrionale.

595: Muhammad sposa la ricca vedova Kadigia bint Khuwaylid, risolve ogni problema economico e può dedicarsi tranquillamente alle sue riflessioni in campo spirituale.

597: visti in un mercato di Roma alcuni schiavi Angli, catturati mentre razziavano le coste del Belgio, e colpito dalla loro prestanza fisica, Papa Gregorio Magno esclama: "Questi non sono Angli, ma Angeli!" Decide perciò di inviare missioni cattoliche in Scandinavia. Di questo incarica Agostino, priore di Sant'Andrea sul Celio, che parte, ma, una volta giunto in Provenza, è spaventato dai racconti di coloro che hanno veduto i predoni Angli e Sassoni e li descrivono come colossi assetati di sangue umano. Agostino torna precipitosamente a Roma, ma il Papa, che non vuole rinunciare al suo sogno di cristianizzare la Scandinavia, lo rincuora facendolo parlare con un suo liberto sassone convertito al cattolicesimo, il quale gli assicura che i suoi compatrioti sono feroci con i nemici, ma ospitali con chi viene in pace. Agostino si tranquillizza e riparte, raggiunge la Britannia dove re Uterio II gli mette a disposizione una nave per raggiungere il Kent, alleato con i Britanni dai tempi di Anguselsus. Sbarcato sulle brumose coste della Danimarca, Agostino vede venirgli incontro nella nebbia strani esseri con corpo umano ma con grandi corna di cervo sulla testa. Naturalmente se la fa sotto e raccomanda l'anima a Dio, ma i nuovi venuti sono il re del Kent Etelberto e i suoi dignitari, che lo accolgono in pace. Etelberto accetta di convertirsi al cattolicesimo, e così fa gran parte dei suoi sudditi. Agostino stabilisce la sua sede vescovile a Canterbury (nel sito della nostra Copenaghen) e diviene il primo primate cattolico della Scandinavia.

598: morte di Fredegonda, Clotario II diventa re a tutti gli effetti nonostante abbia solo 12 anni.

599: grazie all'opera di Teodolinda, il re dei Longobardi Agilulfo abbandona l'arianesimo e si converte al cristianesimo ortodosso, ponendosi sotto la giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli.

600: il Khan degli Avari cattura un'intera legione romana sul medio corso della Sava e ne offre la restituzione in cambio del pagamento di una moneta d'oro per ogni anima. L'imperatore Maurizio però rifiuta sia questa offerta che quelle, più miti, di pagare un riscatto ridotto prima alla metà e poi ad un terzo di moneta d'oro. I prigionieri vengono uccisi e l'esercito, furibondo, invia a Spalato, quartier generale di Maurizio, una delegazione capeggiata da Foca, un centurione dell'esercito romano nato a Mistra, nel Peloponneso, e di lingua madre greca. Foca viene ricevuto dall'Augusto ma, appena prova ad esporre le ragioni delle truppe, è maltrattato e addirittura schiaffeggiato dall'imperatore, che lo accusa di disfattismo.

601: Brunechilde, che regge i troni di Borgogna e di Austrasia a nome dei nipoti minorenni Teodorico II e Teodeberto II, approfittando della giovane età di Clotario II lo sconfigge nella battaglia di Antiochia di Pisidia e lo costringe ad accettare una pace sfavorevolissima.

602, 2 novembre: un ammutinamento dell'esercito romano, che si rifiuta di combattere oltre contro gli Avari in quelle condizioni, porta all'assassinio dell'imperatore Maurizio. Foca, che è diventato popolarissimo tra i soldati, viene innalzato alla porpora ed il Senato è costretto a riconoscerlo  imperatore. Foca, che si trova in grande sintonia con Papa Gregorio Magno perchè è della sua stessa estrazione sociale, avvia subito una grande riforma agraria che riduce gli utili dei latifondisti, proteggendo dai soprusi i coloni ridotti in miseria e sfruttati.

604, 12 marzo: muore Papa Gregorio I Magno, gli succede Sabiniano.

605: una rivolta degli aristocratici e del clero di Austrasia costringe Brunechilde a rifugiarsi nella Borgogna del nipote Teodorico, lasciando Teodeberto nelle mani degli insorti. Clotario II ne approfitta per allearsi con gli austrasiani e per muovere guerra alla Borgogna. Le lotte intestine favoriscono i sasanidi che sottomettono di nuovo l'Armenia.

606: morte di Aurelio Uterio II, gli succede il nipote Lucio Uterio III.

607: Foca dona a Papa Bonifacio IV l'edificio del Pantheon, che è trasformato in basilica cristiana con il nome di Santa Maria ad Martyres.

608, 1 agosto: erezione nel Foro Romano della Colonna di Foca, presso l'arco di Settimio Severo, ancor oggi visibile. Poco dopo tuttavia Eraclio il Vecchio, il potente esarca di Alessandria d'Egitto, inizia una guerra civile, non riconoscendo l'elezione imperiale di Foca. Questi è greco e perciò inviso ai romani, ed inoltre con le sue ardite riforme sociali ha calpestato molti interessi e si è guadagnato molti nemici. La ribellione perciò si estende; ad essa aderisce anche Prisco, genero di Foca ed esarca di Costantinopoli, che in precedenza era stato generale sotto Maurizio.

609: secondo la tradizione, in una grotta sul monte Hira presso la Mecca a Muhammad appare l'arcangelo Gabriele, che gli ordina di predicare in ogni dove la fede in Allah, diventando Messaggero ("rasul") dell'unico vero Dio.

610: il nipote di Prisco, Vittorio (Niceta nella nostra Timeline), attacca l'Egitto con l’appoggio della potente famiglia degli Apioni, e, dopo aver battuto le truppe fedeli a Foca, si impadronisce del paese, avanzando poi verso la Palestina. L'ammiraglio Eraclio, a capo della flotta cartaginese, si dirige a sua volta verso Roma e la pone sotto assedio. Il 3 ottobre Eraclio entra trionfalmente nella capitale dell'Impero d'occidente, si fa incoronare nuovo Augusto, cattura Foca che si è rifugiato nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme e lo fa decapitare. Sul patibolo, anziché rispondere alle espressioni di scherno di Eraclio, Foca ribatte: "Illuso! Credi forse di riuscire a governare meglio di me?" La sua profezia si rivelerà verace.

612: Agilulfo stronca la ribellione di Gisulfo, duca dell'Attica. Fondazione dell'abbazia di Coblenza, come avamposto dell'evangelizzazione verso il mondo Slavo, ad opera dell'irlandese San Colombano (nella nostra Timeline fonda l'abbazia di Bobbio in chiave anti-ariana nei confronti dei Longobardi). Intanto Muhammad comincia a predicare la fede in Allah, l'unico Dio, in mezzo all'ostilità dei maggiorenti della Mecca, i quali temono che la fine del culto della Pietra Nera nella Qa'aba produca una drastica diminuzione dei propri guadagni.

613: Teodeberto II si spegne e Teodorico II riprende l'Austrasia, ma muore poco dopo e gli succede Sigeberto III, di soli dodici anni: Brunechilde assume nuovamente la reggenza. Ma i nobili e il clero di Austrasia le si ribellano, perché Brunechilde è una forte sostenitrice dell'autorità statale e non ha alcuna intenzione di concedere margini di autonomia ai dignitari. Clotario II invece riconosce grandi privilegi all'aristocrazia, l'ereditarietà di cariche come quella di Maestro di Palazzo e l'esenzione dalle tasse per il clero ortodosso. Così Pipino di Melitene (nella nostra Timeline di Landen) e sant'Arnolfo di Amiso (nella nostra Timeline di Metz) organizzano un putsch e consegnano l'ottantenne Brunechilde e il piccolo Sigeberto III a Clotario II, che dopo averli torturati per giorni e giorni li fa squartare da quattro cavalli. Con questo crimine alla corona di Neustria può aggiungere quelle di Austrasia e di Borgogna, rimanendo l'unico re dei Franchi.

614: con l'Editto di Nicomedia (nella nostra Timeline di Parigi) o Edictum Clotarii, Clotario II conferma grandi concessioni ai nobili e al clero, garantisce l'autonomia dei tre regni in cui il suo stato è diviso e stabilisce che ognuno di questi venga amministrato da un Siniscalco o Maestro di Palazzo, la cui carica viene resa ereditaria. Pipino di Melitene e Arnolfo di Amiso assumono de facto il controllo della corte; i loro figli, Begga e Ansegiselo, si sposano e generano Pipino d'Heristal, che sarà il bisnonno di Carlo Magno. Di fatto il regno si frantuma in un insieme di feudi civili ed ecclesiastici, anticipando come detto l'avvento del feudalesimo, ed i re perdono quasi tutti i loro poteri.

615: approfittando delle guerre interne all'impero romano d'occidente, l'imperatore sasanide Cosroe II Parwiz ("il vittorioso") invade la Palestina e l'Egitto, ne scaccia i Romani, distrugge la Basilica del Santo Sepolcro e trafuga la reliquia della Vera Croce ritrovata da Sant'Elena tre secoli prima (secondo la leggenda la basilica della Natività a Betlemme si salva e giunge ai nostri giorni perchè Cosroe vede effigiati su di essi tre personaggi in vesti persiane come lui, i tre Re Magi). Eraclio riporta la capitale romana a Ravenna.

616, 20 maggio: morte del re Longobardo Agilulfo, il primo a morire di morte naturale dopo la calata in Grecia, dopo 25 anni di regno. Gli succede il figlio Adaloaldo, 14 anni, sotto la reggenza della madre Teodolinda. L'esercito longobardo è affidato al duca Sundrarit, già uomo di fiducia di Agilulfo, lui pure di religione ortodossa, che infligge una dura sconfitta ai romani ed impone un pesante tributo alla città di Costantinopoli.

617: Vittorio subisce una grave sconfitta navale al largo di Pelusio e muore affondando con la sua nave. Gli Avari intanto con le loro scorrerie giungono fino al mare Adriatico e minacciano Spalato.

619: Eraclio compra la pace con gli Avari versando loro un pesantissimo tributo, ottenuto dimezzando il soldo dei legionari, e consegnando loro alcune piazzeforti di confine. Con questo sacrificio può preparare la riscossa contro i Persiani.

621: il giorno di Pasqua Eraclio salpa da Brindisi, sbarca in Egitto ed infligge alle truppe di Cosroe II una pesante sconfitta presso Eliopoli. L'imperatore sasanide, zelante zoroastriano, invia ad Eraclio una lettera colma di pesanti insulti in cui consiglia all’avversario di consegnargli il trono in questi termini: « quel Cristo che non poté salvare sé stesso dagli Ebrei, ma che essi uccisero, come potrà salvare te dalle mie mani? » Eraclio ha allora buon gioco nel presentare la sua come una guerra di religione, rincuorando i suoi soldati ed ottenendo di coalizzare tutti gli abitanti dell'Egitto contro gli invasori persiani.

622, 15 giugno: il crescente malumore dei Quraysh contro Muhammad, i quali vedono danneggiati i propri interessi commerciali nella lotta contro il politeismo, sfocia in un tentativo di assassinio del Profeta e dei suoi seguaci, Ciò spinge Muhammad e compagni a fuggire precipitosamente per rifugiarsi a Yathrib, duecento miglia più a nord della Mecca, che cambia nome in Medina, dall'arabo al-Madinat al-Nabi ("la Città del Profeta"). Questo evento passerà alla storia con il nome di Egira ("fuga"), e costituirà l'inizio del computo degli anni per tutti i maomettani.L'imperatore d'occidente Eraclio I entra a Damasco da trionfatore, miniatura

623: Eraclio penetra in territorio persiano, distrugge tre armate sasanidi ed incendia il tempio del Fuoco di Damasco. Per allontanare da sé il pericolo, Cosroe (che ha cercato inutilmente l'alleanza dei Franchi) stringe alleanza con gli Avari tentando un attacco a tenaglia contro tutti i territori romani, ma a questo punto Bulgari e Visigoti si coalizzano con i Romani contro gli Avari ed infliggono loro una pesante sconfitta presso la nostra Timisoara. Dal canto suo il generale persiano Shahrvaraz tenta di aggirare da sud i Romani per riconquistare la Palestina passando per l'Arabia Petrea, ma Eraclio non si lascia perdere d’animo, affida al fratello Teodoro parte delle su truppe che sconfiggono l'esercito di Shahrvaraz, il quale si suicida, mentre con altri uomini va in soccorso di Alessandria, assediata via mare, dove le imbarcazioni persiane vengono tutte incendiate, determinando la sconfitta degli assedianti e la liberazione della città.

624: nonostante le grane che affliggono l'impero d'occidente, duramente impegnato contro gli Avari e i Persiani, Adaloaldo non ne approfitta e, ispirato da sua madre, che ha sempre esercitato una pesante tutela su di lui, punta a una generale pacificazione con Ravenna, stipulando un trattato di amicizia con Eraclio. Questo comportamento risulta incomprensibile per i duchi longobardi, tutti di cultura militare, che accusano il re di pazzia e cercano di rovesciarlo. A capo della fronda si pone Arioaldo, marito della sorella del re Gundeberga.

625: Clotario II si associa al trono il figlio Dagoberto I, conferendogli il titolo di Re di Austrasia. Samo, un avventuriero franco che si è recato presso gli Slavi per motivi commerciali, fonda in Europa Centrale il cosiddetto Regno di Samo, una federazione che riunisce le nostre Boemia, Moravia, Lusazia ed Austria, che a differenza della nostra Timeline sopravvivrà al suo fondatore, dando origine al regno di Cechia.

626, 10 agosto: grande e decisiva vittoria riportata da Eraclio sui Persiani, dopo essersi assicurato l'alleanza dei Franchi. Presso Edessa l'esercito di Cosroe II è annientato, ed Eraclio incendia addirittura la residenza preferita dello Shah, Dastagerd, minacciando direttamente la capitale Ctesifonte.

628: lo Shah Cosroe II viene imprigionato e fatto uccidere dal figlio maggiore, Kavadh II Shiroe, che chiede ad Eraclio la pace in cambio della restituzione delle province occupate, dei prigionieri, della reliquia della Vera Croce ed anche della città di Damasco. L’Impero Persiano è ormai al collasso: dopo pochi mesi Kavadh II muore ed Eraclio occupa anche tutto il resto della Siria. Ma ad approfittare del tracollo persiano non saranno i romani, bensì gli Arabi. Il 5 giugno Adaloaldo muore ad Atene, ed Arioaldo occupa il trono al posto suo, stracciando il trattato di pace firmato con Eraclio. Di lui ci rimane la Croce di Adaloaldo, donata da papa Gregorio Magno per il suo battesimo, custodita oggi a Costantinopoli.

629: Clotario II si spegne dopo 45 anni di regno, il più lungo di tutta la dinastia merovingia. Il figlio Dagoberto I riesce a mantenere l'unità del regno franco.

630: Muhammad marcia sulla Mecca, sconfigge i suoi nemici nella battaglia di Hunayn e conquista la capitale araba, che si converte all'Islam. Galvanizzato, il profeta scrive all'imperatore Eraclio e allo Shah sasanide Ormisda V delle lettere invitandoli ad abbracciare l'Islam, ma i due interessati le cestinano, sottovalutando il problema posto dalla nuova religione.

631: il re di Britannia e Irlanda Lucio Uterio III muore in battaglia contro i Sassoni che continuano con le loro scorrerie. Gli succede il figlio Lucio Artorio II.

632, 8 giugno: Muhammad si spegne a Medina. Gli succede Abu Bakr, suocero del Profeta (che aveva sposato sua figlia Aisha), primo dei Califfi, i "successori" di Muhammad. Egli conquista l'intera penisola araba.

634: morte di Abu Bakr, gli succede Omar ibn al-Khattab, che per la prima volta esce dai confini dell'Arabia, attacca Gerusalemme e la conquista. Molto tollerante, lascia che ebrei e cristiani pratichino liberamente la loro religione, limitandosi a chiedere loro un tributo. Governatore di Damasco è nominato suo cugino Muhawiya bint Abi Sufyan, che avrà un ruolo importante negli anni a venire.

635: la capitale persiana Ctesifonte cade in mani arabe; l'ultimo sovrano sasanide Yazdgard III fugge in Media. In breve anche la Siria e la Mesopotamia vengono conquistate dal califfo Omar, che assume su di sé il titolo di "Signore dei Credenti".

636: alla morte di Arioaldo sul trono longobardo di Tebe gli succede Rotari, che ha sposato la sua vedova Gundeberga.

637: il duca franco Radulfo, cui Dagoberto I ha affidato la Piccola Armenia con il compito di difendere i confini orientali contro la penetrazione islamica, sconfigge gli Arabi impedendo loro di penetrare in Anatolia, ma lascia loro la Mesopotamia settentrionale, giudicata indifendibile.

639: morte di Dagoberto I, che viene sepolto nell'abbazia di San Dionigi (Saint-Denis) a Nicea. Alla sua morte il regno si frantuma nuovamente ed entra nella parabola discendente: l'Austrasia va a Sigeberto III, Neustria e Borgogna a Clodoveo II, il figlio che Dagoberto ha avuto dalla sua seconda moglie Nantechilde; siccome Clodoveo II ha solo quattro anni, la reggenza viene affidata alla madre. Gli Arabi guadagnano posizioni sul confine orientale.

640: fondazione della capitale croata Zagabria nel sito della nostra Francoforte.

641, 11 febbraio: Eraclio si spegne a Ravenna per idropisia. Gli succede il figlio maggiore Costantino III, da lui avuto dalla prima moglie Eudocia, che però muore di tubercolosi dopo appena quattro mesi di regno. Gli succede il fratellastro Eraclio II, che Eraclio I ha avuto dalla seconda moglie Martina. Questi viene sospettato di aver eliminato il fratello, così l'esercito si rivolta, lo rovescia, gli taglia il naso e lo relega in convento, sostituendolo con Costante II, figlio di Costantino III.

642: l'Egitto cade in mani arabe. L'esarca di Alessandria fa in tempo a mettere in salvo via mare il 75 % dei rotoli della Biblioteca e a portarli a Roma; quelli restanti verranno dati alle fiamme da un generale arabo troppo zelante, il quale sostiene che "se quei libri sono contrari al Corano, vanno distrutti perchè pericolosi, mentre se sono in accordo con essi, vanno distrutti comunque perchè ne costituiscono degli inutili doppioni." Il salvataggio di gran parte dei testi consente la continuazione della grande cultura classica in Occidente.

643, 22 novembre: promulgazione dell'Editto di Rotari, che fonde il diritto romano con quello longobardo: la faida, cioè il diritto alla vendetta privata, è posta fuorilegge e sostituita con il Guidrigildo, un risarcimento in denaro.

644, 3 novembre: morte del califfo Omar, gli succede Othman ibn Affan.

646: in seguito ad una congiura di palazzo, Lucio Mordente II spodesta il fratellastro Lucio Artorio II che fugge in esilio in Gallia, e prende in mano le redini del regno celtico.

648: con l'Editto di Nocera Umbra, l'imperatore d'occidente Costante II tenta di imporre il monotelismo, dottrina che (come dice il nome) riconosce in Gesù Cristo due nature, ma una sola volontà. Si tratta a tutti gli effetti di un monofisismo mascherato, ed infatti papa Martino I condanna immediatamente l'editto e minaccia l'imperatore di scomunica. Costante II non se ne dà per inteso, depone il Papa, lo fa arrestare nella basilica di San Giovanni in Laterano e lo manda in esilio in Galizia, dove Martino I muore per le privazioni subite e per la vergogna. Sepolto a Vigo, le sue ossa saranno in seguito traslate a Roma nella chiesa di San Martino ai Monti. Il successore Eugenio I si mostra maggiormente accomodante verso i desideri dell'imperatore.

652: morte di Rotari, gli succede il figlio Rodoaldo. Pochi mesi dopo però questi è ucciso, secondo la tradizione da un nobile cui aveva insidiato la moglie. I duchi longobardi eleggono allora Ariberto, figlio di Gundoaldo, fratello della regina Teodolinda; il nuovo re è un fervente ortodosso ma si avvicina al papato in chiave antiromana, visto il contenzioso che oppone l'imperatore Costante II al papato per la questione del monotelismo.

656: il califfo Othman ibn Affan è assassinato dai suoi oppositori: prima grande crisi all'interno dell'Umma, la comunità dei credenti nell'Islam. Gli succede Alì ibn Abi Talib, cugino e genero di Muhammad, avendone sposato la figlia prediletta Fatima, che sposta la capitale a Kufa, in Mesopotamia, giudicando ormai la Mecca troppo insicura. Secondo i suoi partigiani doveva essere il legittimo successore di Muhammad. Alì deve però affrontare subito l'opposizione di al-Zubayr ibn al-Awwam, amico del Profeta, che si allea con la vedova di Muhammad, Aisha bint Abi Bakr, e si scontra con lui nella cosiddetta "battaglia del Cammello" avvenuta presso di Bassora, in Iraq. Tuttavia le forze fedeli ad Alì vincono,  al-Zubayr ibn al-Awwam trova la morte in battaglia, mentre Aisha è risparmiata da Alì purché si ritiri per sempre alla Mecca.

657: il governatore della Siria Muhawiya ibn Abi Sufyan si ribella a sua volta contro il califfo Alì, accusandolo di essere coinvolto nell'assasinio del califfo Othmon, suo parente prossimo; in realtà egli si ribella alla propria rimozione dalla carica di governatore, disposta da Alì non appena divenuto Califfo. Le truppe di Alì e quelle di Muhawiya ibn Abi Sufyan si scontrano sull'Eufrate, ma il governatore ribelle, avvistosi essere vicino alla sconfitta, interrompe la battaglia e si appella al Corano, che prevede una composizione pacifica degli scontri tra islamici mediante arbitrato. Alì, pressato da una parte dei suoi uomini, deve acconsentire. Questo però causa la nascita del movimento ereticale dei kharigiti, i quali contestano sia Muhawiya, reo di essersi ribellato al Califfo legittimo, sia Alì, colpevole di aver accettato un arbitrato con il suo avversario nonostante si trovasse nel pieno diritto di governare. L'arbitrato si svolge a Adhruh, in Transgiordania, vede il duro scontro tra i partigiani delle due parti, e termina dichiarando "ingiusta" la morte del terzo califfo. Gli Omayyadi poi affermeranno che l'arbitrato ha assegnato il califfato a Muhawiya, ma in realtà questi non poteva vantare alcun diritto alla successione.

658: Alì deve affrontare la rivolta aperta dei kharigiti, che affronta in battaglia a Nahrawān, facendone strage. Morte di Clodoveo II, re franco di Neustria e di Borgogna. Gli succede il figlio Clotario III, da lui avuto dalla principessa britanna Batilde; siccome è minorenne, la reggenza è affidata alla madre e al Maestro di Palazzo Ercinoaldo. Invece il fratello Childerico II è creato re di Austrasia. Poco dopo Ercinoaldo è eliminato da Ebroino, che prende il suo posto e deterrà il potere per tutta la durata del regno di Clotario III. Non avendo mai regnato effettivamente, a questi è affibbiato il titolo di "Re Fannullone", che poi verrà esteso a tutti gli ultimi sovrani merovingi.

659: Lucio Artorio II tenta, con l'appoggio dell'imperatore romano Costante II, di sbarcare in Britannia e di riprendersi il regno paterno, ma è sconfitto e ucciso.

661: un kharigita, Ibn Muljam colpisce Alì con una spada avvelenata mentre entrava nella moschea di Kufa per guidare la preghiera del mattino. Il suo corpo è inumato a Najaf, nei pressi di Kufa, che diventa la città santa degli Sciiti, i quali si separano definitivamente dai Sunniti, cioè i musulmani che, oltre al Corano, attrinuiscono grande valore alla Sunna, la "consuetudine" formata da detti del Profeta non confluiti nel Corano. Invece gli Sciiti seguono solo i precetti del Corano e ritengono che solo un discendente della famiglia del Profeta può accedere al titolo di Califfo. In opposizione ai seguaci di Alì, Muhawiya si fa eleggere Califfo a Gerusalemme, trasporta la capitale del califfato a Damasco ed inaugura la dinastia Omayyade. Nello stesso anno, alla sua morte, Ariberto divide il regno longobardo tra i due figli Bertarido e Godeberto; questa pratica, comune tra i vicini Franchi, viene applicata solo in questo caso al regno Longobardo. Bertarido pone la sua capitale a Tessalonica, Godeberto a Tebe.

662: non essendo i Longobardi abituati a spartizioni del loro regno, tra Bertarido e Godeberto si apre immediatamente un conflitto civile. Godeberto invoca l'aiuto del potente duca d'Atene, Grimoaldo, che giunge in suo aiuto con consistenti forze militari ma, una volta arrivato a Tebe, uccide a tradimento Godeberto e ne occupa il trono. Bertarido, conscio della sua evidente inferiorità, abbandona a sua volta il regno e trova riparo presso i Franchi di Neustria.

663: ultima visita di un imperatore romano d'occidente, nella persona di Costante II, alla città di Costantinopoli, che egli approfitta per depredare di alcuni tesori artistici e sante reliquie. Successivamente l'imperatore decide di stabilire la sua residenza a Siracusa, allo scopo di attuare una decisa politica di riconquista dell'Africa settentrionale.

664: l'usurpatore del regno longobardo Grimoaldo, che ha sposato la sorella di Godeberto e Bertarido, tenta una riconciliazione con quest'ultimo invitandolo a Tebe; ma si tratta di un tranello. Infatti, preoccupato dall'ascendente di cui il sovrano deposto gode ancora tra i Longobardi, Grimoaldo pensa di eliminarlo per restare unico signore della Grecia. Subodorando l'inganno, Bertarido non si lascia imbibire e non accetta, continuando a rivendicare il trono longobardo con l'appoggio dalla regina di Neustria, Baltide, reggente per conto di Clotario III. Lo scontro intestino al regno longobardo si estende così al vicino regno franco, perchè Grimoaldo è invece alleato del suo omonimo Maestro di Palazzo di Austrasia Grimoaldo I (antenato dei Carolingi). Pertarito organizza una spedizione punitiva contro Grimoaldo, sostenuto da Baltide; lo scontro con le truppe dell'usurpatore avviene a Calcide, sull'isola di Eubea, dove Grimoaldo ottiene una schiacciante vittoria; Bertarido deve rassegnarsi a rimanere in esilio in Neustria. Poco dopo Grimoaldo deve affrontare anche Costante II, animato da manie di grandezza e ben deciso a riconquistare tutta la Grecia: approfittando della guerra civile l'imperatore sbarca a Missolungi e attacca via mare il Pireo, ma Grimoaldo contrattacca, ributta a mare le truppe e costringe l'imperatore a rinchiudersi a Corinto, da lui assediata con ingenti forze. Alla fine si giunge ad una pace di compromesso e la Grecia torna allo status quo. Grimoaldo insedia lungo il confine con il Peloponneso romano alcuni contingenti ausiliari serbi che avevano disertato dall'esercito romano, onde dissuadere l'imperatore dal riprovarci.

668, 15 settembre: a Siracusa Costante II cade vittima di un complotto, gli succede il figlio Costantino IV che torna a stabilirsi a Ravenna.

670: duri scontri tra Sassoni e Geati per la supremazia nel Mar Baltico. A farne le spese sono gli Slavi, oggetto delle scorrerie di entrambi i predoni germanici.

671: Grimoaldo, che ha fatto costruire ad Atene una basilica dedicata a San Dionigi ed ha insediato il suo fedele Vectari come duca della Tracia per contrastare la crescente minaccia dei Bulgari, muore in seguito all'infezione contratta dopo un salasso. La corona passa a suo figlio Garibaldo, ma dopo sole tre settimane Bertarido rientra precipitosamente dall'esilio, lo scalza dal trono e si fa acclamare re dai duchi, i quali sono ben lieti di accoglierlo dopo il regno fortemente accentratore di Grimoaldo (i baroni longobardi hanno sempre goduto di larga autonomia). Egli fa pace con Romualdo, altro figlio di Grimoaldo, e gli assegna il ducato di Tessaglia. È sotto il suo regno che la Beozia e l'Attica ricevono per la prima volta il nome di Longobardia (da cui il nostro Lombardia) nei documenti ufficiali.

672: morte senza eredi di Lucio Mordente II. Il regno celta delle isole britanniche entra in un periodo di profonda crisi, con i vari capiclan che lottano tra di loro per il titolo regale.

673: morte di Clotario III a soli 19 anni, senza consultare i baroni del regno, Ebroino fa nominare re di Neustria e di Borgogna suo fratello Teodorico III. Questo fatto però provoca una rivolta dei nobili neustriani, i quali chiamano in loro aiuto Childerico II, re di Austrasia, che invade la Neustria e se ne proclama re, deponendo Teodorico e facendo rinchiudere Ebroino nel monastero della Santa Casa di Efeso.

675: Childerico II è assassinato durante una battuta di caccia, Ebroino lascia il monastero e rimette Teodorico III sul trono di Neustria, ma è costretto a cedere alle rivendicazioni autonomiste dell’aristocrazia austrasiana, concedendo il trono di Trebisonda a Dagoberto II, nipote di Dagoberto I, che era vissuto in esilio a Costantinopoli.

677: Costantino IV respinge il tentativo arabo di occupare Creta e Rodi.

679: morte del Califfo Muhawiya ibn Abi Sufyan, per la prima volta la successione al Califfato diventa ereditaria con la designazione di suo figlio Yazid ibn Muhawiya. Dagoberto II, re di Austrasia, perde la vita durante una battuta di caccia, si pensa in seguito ad un complotto ordito da Ebroino, che così riesce finalmente a coronare il suo sogno di riunire tutti i regni Franchi sotto Teodorico III, ma in realtà nelle proprie mani. L'Austrasia tuttavia conserva la sua autonomia grazie al Maestro di Palazzo di Trebisonda, Pipino d'Heristal, già al servizio di Dagoberto II, che prende in mano le redini effettive del regno orientale in chiara concorrenza con Ebroino. È lui ad organizzare la resistenza contro gli Arabi, che premono sul confine dell'Eufrate e riescono talvolta a penetrare con rapide scorrerie fin nel cuore della Borgogna: per la configurazione dell'Anatolia, sotto Pipino d'Heristal continua l'evoluzione dell'esercito franco verso la cavalleria medievale, ma con lui anche la fanteria (lancieri e arcieri) continua ad avere un ruolo importantissimo, per resistere alle cariche avversarie.

680: Bertarido si associa al trono il figlio Cuniberto, che ben presto prende in mano le effettive redini del regno longobardo e conclude una "pace eterna" con i Romani. Essa in pratica ratifica la divisione della Grecia tra Romani e Longobardi. Il trattato è ratificato a Costantinopoli, durante il concilio convocato per discutere la faccenda del monotelismo. In pratica, dopo 120 anni di scontri incessanti, Roma riconosce formalmente la sovranità longobarda su gran parte della Grecia, in cambio della rinuncia a ulteriori attacchi contro Peloponneso, Costantinopoli e le isole greche, territori rimasti sotto sovranità occidentale. Non tutti i duchi longobardi accettano però di rinunciare a nuove conquiste, e così Alachi, conte di Volos, si pone a capo di una ribellione contro il dichiarato pacifismo di Bertarido e di Cuniberto. Bertarido invoca l'aiuto dei franchi di Neustria, ma Alachi riesce a trincerarsi nel suo feudo di Volos e a respingere gli attacchi congiunti dei Franchi e di Bertarido. Ancora una volta Cuniberto riesce a scendere a un compromesso, ma a prezzo di una grossa cessione territoriale ad Alachi, l'intero ducato di Tessaglia.

681: il Concilio di Costantinopoli condanna definitivamente il monotelismo, ristabilisce l'unità religiosa tra oriente ed occidente e permette al mondo cristiano, più unito dal punto di vista religioso, di rispondere con maggior compattezza all'assalto arabo. Da notare che, essendo l'Occidente orientato alla fedeltà a Roma, la maggior parte dei concili di compromesso con i monofisiti in questa Timeline non avvengono: di fatto mutano sia l'evoluzione del dogma, sia l'organizzazione ecclesiastica.

683: dura sconfitta subita in Africa dall'impero romano d'occidente: Cartagine cade in mani arabe, Ippona viene cinta d'assedio. Le spoglie mortali di Sant'Agostino d'Ippona vengono traslate a Roma per paura di profanazioni.

685: Costantino IV muore di dissenteria proprio mentre gli Arabi avanzano in Africa e gli Avari assediano la Pannonia. Quando tutto sembra perduto l'impero romano d'occidente trova un nuovo, grande condottiero nella persona del Magister Militum Lucio Ervinio Romelio, di origini visigote ma messosi al servizio di Costantino IV, che lo ha voluto maestro d'armi di suo figlio, ora succedutogli con il nome di Giustiniano II, detto il Distratto. Nella nostra Timeline il regno di Giustiniano II fu disastroso per l'impero bizantino; in questa linea temporale invece l'educazione ricevuta da Ervinio Romelio ha fatto di lui un sovrano degno dei suoi predecessori. Giustiniano II invia subito  in Africa Romelio, reduce da una grande vittoria contro gli Avari, ottenuta con l'aiuto dei suoi connazionali visigoti, anch'essi minacciati dagli invasori asiatici. Sbarcato a Biserta, Romelio può contare su molte coincidenze a lui favorevoli. Anzitutto, a differenza della Siria e dell'Egitto, l'Africa è zona di ortodossia romana, in cui l'impero non è visto come nemico, ma come protettore della fede. Ciò porta i romani d'Africa a rigettare l'Islam. Inoltre l'impero d'Occidente ha un vantaggio demografico notevole rispetto a quello d'Oriente: può permettersi di mandare più soldati in Africa per difendere le sue posizioni. Romelio infine organizza una cavalleria leggera, arruolata tra i berberi, che combatte ad armi pari contro quella araba, e libera subito Ippona dall'assedio; per questo riceve il titolo di "Volpe dell'Africa". La vittoria è attribuita all'intercessione di Sant'Agostino: Papa Giovanni V porta in processione le sue reliquie per tutta Roma.

686: strepitosa vittoria di Romelio presso Ad Decimum. Cartagine è liberata e molti guerrieri arabi fatti prigionieri. Romelio si mostra però clemente e, invece di far ammazzare i prigionieri, li rimanda a Damasco dopo aver fatto loro giurare sul Corano che non combatteranno mai più contro l'impero d'occidente. Il califfo Yazid ibn Muhawiya apprezza il gesto di Romelio e libera a sua volta molti prigionieri cristiani che erano destinati ad essere venduti come schiavi.

688: alla morte di Bertarido sul trono longobardo gli succede Cuniberto, che deve subito affrontare una nuova ribellione di Alachi: ormai il duca di Tessaglia punta apertamente al trono. Alachi riesce a sloggiare da Tebe Cuniberto, che deve rifugiarsi sull'isola di Egina. Intanto la disintegrazione feudale del regno di Britannia tocca l'apice con la sua suddivisione in una ventina di regni indipendenti, i cui sovrani rivendicano tutti la corona che fu del mitico re Artù.

689: "Pace Perpetua" firmata tra il califfo Yazid ibn Muhawiya e l'imperatore romano Giustiniano II. I musulmani rinunciano all'espansione verso occidente e tengono la Tripolitania e la Cirenaica, mentre i romani tengono l'Africa Proconsolare e la Bizacena. Il Maghreb resta parte integrante dell'impero romano. Grande trionfo di Ervinio Romelio per le vie di Roma. Giustiniano II comincia a sentirsi invidioso del grande prestigio assunto dal suo Magister Militum, e teme che questi voglia sostituirlo sul trono.

I Germani in oriente nel 690 d.C.

690: ottenuto il sostegno del patriarcato di Costantinopoli (Alachi invece è uno degli ultimi feudatari longobardi rimasti ariani), Cuniberto mette insieme un esercito che a Maratona si scontra con il suo rivale. Alachi cade in battaglia e Cuniberto resta unico sovrano di Grecia.

691: Pipino d'Heristal infligge all'emiro di Mossul una dura sconfitta, consolidando il confine sull'Eufrate ed impedendogli di dilagare in Anatolia.

692: il generale greco Leonzio tenta di spodestare Giustiniano II, ma è battuto da Romelio e cerca la morte sul campo di battaglia. Nuovo trionfo per il vincitore degli arabi; alcuni cortigiani invidiosi sobillano l'Augusto contro la Volpe dell'Africa, che invece ha sempre dichiarato di considerare il trono come un peso inaccettabile.

695: morte di Giustiniano II, ultimo sovrano della dinastia eracleana. Secondo la tradizione, invidioso dei successi ottenuti dal suo Magister Miltum, lo invita nelle sue stanze private sul Palatino e gli offre da mangiare e da bere. Lo stesso imperatore taglia in due una mela con un coltello che ha una metà avvelenata, ma offre a Romelio la metà sbagliata (da allora è divenuto proverbiale dire "Sei distratto come Giustiniano II") e muore lui. L'esercito e il popolo di Roma acclamano imperatore Romelio, il quale ha paura di ricevere l'incarico e di notte fugge dalla città in groppa ad un asino, in abiti popolari. Secondo la leggenda, l'asino procede in linea retta ma Romelio si ritrova miracolosamente a Roma; in realtà al mattino il popolo raggiunge il fuggiasco e lo riporta in trionfo nella capitale, dove è solennemente incoronato da Papa Sergio I.

697: Paolo Lucio Anafesto viene nominato dall'Esarca di Costantinopoli primo Duca di Rodi, isola rimasta in mano all'impero d'occidente nonostante i ripetuti assalti dei Franchi, che come i Longobardi sono pessimi marinai. Egli assume il titolo latino di "Dux" (Capo), trasforma Rodi in un potentato autonomo e diventa il primo Doge dell'isola, che si trasformerà in una potente repubblica marinara.

698: Ansfrido, duca longobardo dell'Epiro, tenta una nuova ribellione contro Cuniberto, ma questi lo prende prigioniero e lo fa accecare. Intanto in Gallia il generale Tiberio cavalca il malcontento di quei romani che accettano a malincorpo un imperatore visigoto e si fa proclamare imperatore con il nome di Tiberio III, ma è sconfitto da Romelio presso Ginevra. Anche stavolta Romelio si mostra generoso e risparmia Tiberio, facendolo chiudere in un convento.

700: morte di Cuniberto, gli succede il figlio minorenne Liutberto, affiancato in qualità di tutore da Ansprando, duca di Larissa. Immediatamente insorge Ragimberto, duca di Eleusi e suo lontano parente, che affronta presso Platea le truppe di Ansprando, lo vince e depone Liutberto, dopo appena otto mesi di regno, facendolo rinchiudere in un monastero ortodosso sul Monte Athos.
Attorno a questa data risale il più antico testo in qualche modo "letterario" della nascente lingua italiana. Si tratta del cosiddetto "indovinello veronese": "Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, negro seme seminaba" ("spingeva i buoi davanti a sé, arava un prato bianco, teneva in mano un bianco aratro, seminava un seme nero"). Quasi certamente si parla dell'arte dello scrivere: i buoi sono le dita, il prato bianco la carta, l'aratro bianco la penna d'oca, il seme nero è l'inchiostro.

701: Ragimberto muore prematuramente e lascia il trono al figlio Ariberto II, che si era già associato al trono. Ansprando però reagisce immediatamente, imprigiona Ariberto II e rimette Liutberto sul trono. Ariberto II tuttavia fugge dal convento in cui lo si voleva rinchiudere e solleva un'armata contro i suoi avversari.

702: Ariberto II occupa la capitale Tebe travolgendo le difese approntate da Ansprando e fa prigioniero Liutberto. Poco dopo, temendo che i suoi partigiani lo rimettano sul trono, lo fa affogare durante il bagno. Ansprando si sottrae alla cattura e fugge prima sull'isola di Samotracia, e poi a Costantinopoli. Ariberto II imprigiona però sua moglie e i suoi figli e li fa orribilmente mutilare, com'era in tempi antichi trista abitudine del suo popolo. Si salva soltanto il figlio più giovane, Liutprando, che alla fine il padre riesce a mettere in salvo con sé a Costantinopoli.

704: Tiberio III tenta una nuova ribellione contro Romelio, ma è di nuovo sconfitto, e stavolta gli è mozzata la testa.

709: il re dei Visigoti Witiza viene deposto dall'usurpatore Roderico, ne consegue una guerra civile che sconvolge il regno.

710: il regno di Ariberto II, che a dispetto delle stragi iniziali è stato pacifico e in buoni rapporti con tutti i vicini, scivola nella tirannide perché il sovrano è affetto da mania di persecuzione, ed è convinto di vedere dovunque nemici che complottano per rovesciarlo. Ne segue così un'ondata di arresti e di esecuzioni sommarie. Presso il popolo longobardo si diffonde la leggenda secondo cui il re uscirebbe dalla reggia travestito con abiti popolareschi per poter ascoltare in incognito ciò che si pensa di lui tra il popolo di Tebe, e punire chi pensa responsabile di complotti o anche solo di maldicenze. Diventa leggendaria anche la sua avarizia: quando riceve un ambasciatore straniero, Ariberto II si presenta in abiti logori e dimessi, per far credere di essere a corto di finanze, e così scoraggiare i vicini dall'invadere il suo stato.

711: il generale Filippico, già al servizio di Giustiniano II, come sempre cavalcando lo scontento contro l'"Augusto straniero", suscita una nuova ribellione in Lusitania, si fa incoronare imperatore e governa quella regione (il nostro Portogallo) come un sovrano indipendente, tenendo in scacco le truppe romane. Intanto il generale arabo Tariq ibn Ziyad sbarca in Somalia, nei pressi di una montagna che da lui prenderà il nome di Jebel Tariq ("montagna di Tariq"), oggi Gibilterra, ed inizia l'islamizzazione dell'Africa Orientale.

712, 10 marzo: con l'aiuto dei Romani Ansprando riesce a raccogliere un esercito e cala in Grecia; lo scontro si protrae fino al calare delle tenebre ed ha un esito incerto fino all'ultimo. In un primo momento Ariberto II sembra avere la meglio, tanto che gli ausiliari croati messi a disposizione dall'Esarca di Costantinopoli sono sul punto di abbandonare il campo, ma a questo punto il re commette un grave errore, rientrando immediatamente a Tebe per celebrare il successo. I suoi soldati, offesi da quello che ritengono un atto di viltà, lo abbandonano, e le sorti della battaglia si capovolgono all'improvviso. Ariberto II tenta di abbandonare la capitale e di rifugiarsi presso i Franchi, ma annega in un torrente, trascinato a fondo dal tesoro che cercava di portare con sé. Gli stessi partigiani di Ariberto II, conquistati dal suo carisma, eleggono Ansprando come loro sovrano. Questi però muore dopo appena tre mesi di regno e lascia il trono al figlio Liutprando, certamente il più grande tra tutti i sovrani longobardi: non particolarmente colto, ma energico, ambizioso, intelligente e convinto di regnare perchè baciato dal favore divino.

713, 3 giugno: il generale greco Anastasio incontra Filippico a Cadice, ufficialmente per intavolare trattative di pace, ma lo fa assassinare a tradimento, e poi schiaccia la sua rivolta nel sangue. Egli si aspetta un premio da Romelio, che invece lo rimprovera e lo degrada, non approvando i suoi metodi brutali. Allora Anastasio si mette a capo di una nuova rivolta nella penisola iberica e si proclama a sua volta imperatore con il nome di Anastasio II.

714: alla morte di Pipino d'Heristal, la carica di Maestro di Palazzo è pretesa dal figlio Carlo, visto che i suoi due fratelli Drogone e Grimoaldo sono già defunti, ma Carlo è un figlio illegittimo, e Plectrude, la moglie di Pipino d'Heristal, lo fa imprigionare per proteggere l'avvenire del nipotino Teodobaldo, figlio di Grimoaldo, che ha appena sei anni. Ma Plectrude non ha tenuto conto dell'opinione dei baroni Franchi, che non accettano di vedere una donna dirigere il reame. Scoppia così la rivolta in Neustria, il cui Maestro di Palazzo Rainfredo sconfigge le truppe fedeli a Teodobaldo nella battaglia di Iconio; seguono a ruota l'Austrasia e la Borgogna. Carlo intanto riesce ad evadere e a prendere la testa dei rivoltosi d'Austrasia.

715: Anastasio II viene ucciso dalle sue stesse truppe, che non approvano la ferrea disciplina da lui instaurata e le esecuzioni sommarie da lui ordinate. Il generale africano Leone schiaccia ciò che resta della sua ribellione per conto dell'imperatore. La Volpe dell'Africa, già malata da tempo, che non ha mai voluto sposarsi e per questo non ha figli, si associa al trono lo stesso Leone in qualità di co-Augusto.

716: San Bonifacio (il suo vero nome è Winfrido, essendo nato nel Kent sassone nel 673) inizia la sua missione fra i Serbi, riuscendo a convertire al cattolicesimo il loro re Mihailo I Vojislav, che fonda il Regno di Zeta in quella che per noi è la Frisia.

717, 2 gennaio: morte di Romelio, che viene canonizzato dalla Chiesa di Roma; gli succede il suo braccio destro con il nome di Leone III, dando inizio alla nuova dinastia cartaginese. Il 21 marzo Carlo sconfigge l'esercito di Neustria presso Attalia e lo respinge fino ad Efeso. Poi punta su Nicomedia, che Plectrude ha scelto come residenza insieme al nipote; non le resta che riconoscere la sconfitta e lasciare a Carlo la carica di Maggiordomo di Austrasia. Subito il nuovo Maestro di Palazzo pone sul trono Clotario IV al posto di Chilperico II, estromettendo il vescovo di Nicea Rigoberto, favorevole a Plectrude.

719: Roderico, re dei Visigoti, viene sconfitto e ucciso in battaglia dal Khan degli Avari, nonostante l'aiuto portatogli da Leone III. Il regno Visigoto, già in profonda crisi dopo le guerre civili degli ultimi anni, piomba nel caos e si sfascia in una serie di ducati tra loro indipendenti, in parte vassalli degli Avari, mentre quelli più occidentali si mettono sotto la protezione dell'impero romano d'occidente.

720: avendo perso il Maghreb, gli Arabi si volgono verso sud e conquistano la Nubia e la Somalia, mentre l'Etiopia, arroccata sul suo acrocoro, resiste vittoriosamente ai loro assalti e resta ariana.

721: Carlo prende il controllo di tutto il regno franco, vincendo prima Rainfredo, Maestro di Palazzo di Neustria, e poi il duca di Edessa, Eudes, che ha riconquistato agli Arabi parte della Mesopotamia settentrionale. Alla morte di Clotario IV, Carlo è obbligato a mettere nuovamente sul trono Chilperico III, che tuttavia muore dopo breve tempo; Carlo si reca allora al monastero di Chelles, presso Antiochia di Pisidia, dove si è ritirato il figlio di Dagoberto III, Teodorico IV, e lo insedia sul trono per farne il suo fantoccio.

723-724: campagne di Liutprando, che intende trasformare l'eterogeneo regno longobardo di Grecia in un forte regno centralizzato, e per questo sottomette i riottosi duchi, conquistando anche alcune città appartenenti ai Romani.

724: donazione di Adrianopoli: il Patriarca di Costantinopoli San Germano riceve in dono dal re longobardo la città di Adrianopoli, che intende così umiliare l'impero l'occidente cedendo al Patriarca le città da lui conquistate anziché restituirle al legittimo proprietario. Inizio del potere temporale del patriarcato, destinato a perpetuarsi nei secoli.

726: l'imperatore d'occidente Leone III decide di porre un freno al culto delle immagini dei Santi e della Vergine, che in Italia e in Spagna arriva a sfiorare l'idolatria (c'è chi raschia la vernice delle icone nel vino per "berle" ed entrare in comunione piena con il Santo stesso), e con un decreto imperiale avvia il movimento iconoclasta, che vieta il culto delle immagini sacre e ne decreta la distruzione. Con questa mossa, Leone III intende anche colpire al cuore il potere dei monasteri, che spesso si arricchiscono proprio grazie al culto delle immagini sacre, e ai suoi occhi vengono ad assumere i contorni di uno stato nello Stato. Papa Gregorio II protesta subito vivacemente. Nel Peloponneso, a Rodi, a Cipro e nella regione di Costantinopoli, dove il culto ortodosso delle icone è più vivo che mai, il popolo si rifiuta di distruggere le immagini sacre, e così accade in Longobardia e nel Regno dei Franchi. La lotta iconoclasta purtroppo approfondisce il solco tra occidente ed oriente.

727-728: Liutprando approfitta della lotta iconoclasta per conquistare gran parte della Tracia e varie piazzeforti ai confini con il Peloponneso. Giunto fino a Costantinopoli, si presenta ai fedeli ortodossi come il vero protettore del Papato, e va a pregare sulla tomba di Sant'Andrea, dopo di che si ritira.

730: spedizione navale romana oltre capo Bajador, in Marocco, ed esplorazione delle coste della Mauretania.

731: vista vana ogni propria rivendicazione contro l'iconoclastia, papa Gregorio II scomunica l'imperatore Leone III, che come tutta risposta lo depone e lo fa imprigionare a Fossanova, dove muore poco dopo. Leone III fa eleggere Papa Gregorio III, di origini siriane, anch'egli ostile all'iconoclastia; ma il nuovo Pontefice si limita a mugugnare in silenzio. San Beda il Venerabile, la più grande figura di studioso ed ecclesiastico dell'Eptarchia Sassone, pubblica l'"Historia ecclesiastica gentis Anglorum", opera monumentale che narra la storia della Scandinavia dalle esplorazioni di Pitea sino all'anno 731.

731-732: Carlo, fin qui impegnato a riordinare il regno franco, deve affrontare gli eserciti musulmani dell'emiro di Mossul Abd al-Rahman al-Ghāfiqī, che ha aggirato il ducato di Edessa, continuando ad avanzare lentamente verso il Nord, minacciando la stessa Trebisonda. Grazie all'intervento di Eudes, duca di Edessa, gli Arabi vengono bloccati una prima volta a Satala. Forte della sua vittoria, il duca di Edessa cerca di prevenire il ritorno dell'emiro di Mossul alleandosi con il governatore di Armenia, Munuza, in rivolta contro il suo correligionario di Mossul. Eudes gli concede in sposa sua figlia, ma Munuza resta ucciso affrontando al-Ghāfiqī. Quest'ultimo, galvanizzato dall'impresa, manda una spedizione punitiva contro Edessa, ben deciso a penetrare nel regno franco per andare a saccheggiare il santuario di Tarso, città natale di San Paolo, ricco di offerte votive dei pellegrini. A questo punto Eudes si rende conto che da solo non può farcela e invoca l'aiuto di Carlo, che accetta. Il 17 ottobre 732 a Poitiers, non lungi da Melitene, Carlo si scontra con al-Ghāfiqī dopo aver evitare lo scontro per sei giorni, in modo che gli Arabi si stancassero nel saccheggio della regione. Lo scontro è rapido e devastante: al-Ghāfiqī cade ucciso e le truppe arabe si sbandano, chi può rientra in fretta e furia in patria, mentre Carlo riceve il titolo di Martello. Il regno franco è salvo dall'invasione araba, e questo accresce a dismisura il prestigio del Maestro di Palazzo.

732: mentre Liutprando si trova in Epiro per riaffermare l'autorità del proprio potere centrale in quel riottoso ducato, suo nipote Ildebrando e il duca di Tessalonica Berteo riescono ad espugnare Corinto e a dilagare nel Peloponneso. La conquista, che sembra preludere all'unificazione dell'intera Grecia in mani longobarde, si rivela però effimera, perchè la potente flotta di Rodi, chiamata in aiuto dal governatore romano di Mistra, Agatone, riporta la capitale dell'Esarcato del Peloponneso sotto l'autorità dell'impero d'occidente; Berteo muore in battaglia ed Ildebrando è fatto prigioniero. Anche il tentativo romano di conquistare Atene va a vuoto, perchè Agatone viene duramente sconfitto dall'esercito longobardo, nonostante Liutprando non sia ancora rientrato dall'Epiro.

733: Papa Gregorio III invoca l'intervento di Carlo Martello, il vincitore degli Arabi, affinché faccia pressioni su Leone III per porre fine all'iconoclastia, ma il Maestro di Palazzo dei Franchi non è interessato ad immischiarsi nelle faccende dell'Occidente. Lo stesso Gregorio III conferisce il pallio a Bonifacio, l'Apostolo degli Slavi, e a Beda, che sta cristianizzando la Scandinavia.

735, 25 maggio: morte di San Beda il Venerabile, che ha appena finito di tradurre la Bibbia in lingua sassone (l'antenata del moderno inglese). Intanto i monaci irlandesi si dedicano all'apostolato presso le popolazioni nordafricane, che vengono convertite al cattolicesimo. Fondazione di numerose abbazie e monasteri nei territori dei nostri Marocco ed Algeria.

737: in seguito ad una grave malattia di Liutprando, il nipote Ildebrando viene associato al trono per volontà della nobiltà longobarda, che tutto vuole fuorché una guerra fratricida tra baroni per la successione, perchè il re non ha figli maschi. Ristabilitosi, Liutprando va su tutte le furie perchè preferiva essere lui stesso a scegliersi l'erede, ma alla fine cede e investe Ildebrando come proprio successore.

738: con l'aiuto del fratello Childebrando, Carlo Martello conquista l'Armenia, che lo accoglie come un liberatore, e la costa della Georgia. Alla morte del re merovingio Teodorico IV il Maestro di Palazzo non gli sceglie alcun successore e mantiene il trono vacante, sottolineando così il fatto che il padrone della Francia ormai è lui.

738-747: con l'appoggio di Leone III, San Bonifacio percorre in lungo e in largo le terre degli Slavi Occidentali, consacrando preti e vescovi e fondando nuovi vescovadi.

739: Trasmondo, duca longobardo di Tracia occidentale, si rivolta contro Liutprando, che marcia su Alessandropoli e vi insedia come duca un suo fedele, Ilderico, mentre Trasmondo riesce a mettersi in salvo a Costantinopoli presso il patriarca Anastasio. Questi si rifiuta di riconsegnarlo al re, che cinge d'assedio Costantinopoli, saccheggia il suo contado e pretende che i nobili romani si vestano secondo l'uso longobardo, chiaro segnale della sua volontà di farne suoi sudditi. Prima di rientrare a Tebe, rioccupa la roccaforte di Adrianopoli. Il patriarca chiede aiuto a sua volta al maggiordomo di palazzo franco, Carlo Martello, e non appena Liutprando si è allontanato affida un esercito a Trasmondo, che pochi mesi dopo rioccupa Alessandropoli ed elimina Ilderico.

740: a Tessalonica muore il duca Gregorio, nipote di Liutprando e suo fedelissimo; i baroni longobardi eleggono al suo posto Godescalco, sostenuto da Anastasio e contrario alla politica unificatrice portata avanti da Liutprando. Questi non accetta l'elezione e torna ad attaccare il nord del regno. Anastasio, vista minacciata Costantinopoli, abbandona Trasmondo al suo destino in cambio della restituzione di Adrianopoli e di altre città conquistate dal re longobardo. Liutprando marcia allora su Tessalonica; Godescalco viene sconfitto e ucciso mentre tenta la fuga. Nello scontro si distinguono i figli del duca dell'Epiro, Rachis e Astolfo.

741, 15 luglio: morte dell'imperatore d'occidente Leone III, gli succede sul trono il figlio Costantino V. 22 ottobre: muore anche Carlo Martello, nella carica di Maestro di Palazzo gli succede il figlio Pipino, detto il Breve per la bassa statura, che ha avuto da Rotrude di Tréves.

743: Liutprando sigla una pace ventennale con Anastasio, patriarca di Costantinopoli, con l'obiettivo di isolare i domini romani, poi invade il Peloponneso, occupa Corinto ed assedia Mistra. Anastasio interviene tuttavia come mediatore e, facendo leva sulla pietà religiosa del sovrano, convince Liutprando a ritirarsi e a conservare lo status quo. Intanto Pipino il Breve si accorda con i baroni franchi ed innalza al trono l'ultimo sovrano merovingio, Childerico III, detto "il Re Fantasma" perchè "regnò senza mai regnare".

744, 20 gennaio: morte di Liutprando, che viene sepolto nella Basilica di Sant'Andrea in Ciel d'Oro, a Tebe, dove riposa anche suo padre Ansprando. Gli succede Ildebrando, figura incolore di sovrano che tuttavia viene deposto dopo soli otto mesi di regno da quei baroni che chiedono una cesura netta con la politica di Liutprando e la concessione di maggiori autonomie locali; al trono è innalzato Rachi, altro nipote del defunto sovrano, che però cerca di legittimare la propria usurpazione presentandosi come erede e continuatore della politica di Liutprando. Egli così si ritrova costretto ad una difficile mediazione tra gli assertori dell'accentramento del potere in mani regie ed i duchi autonomisti, senza però possedere le doti politiche e diplomatiche di Liutprando. La sua debolezza politica si manifesta in un governo stabile e pacifico in politica estera, ma turbolento e segnato da profondi contrasti all'interno, cui egli risponde con una dura repressione. Siccome i baroni longobardi lo sostengono con poco entusiasmo, egli si appoggia ai Greci e sposa anche una nobile greca di Atene, Tassia. Inoltre, al posto del tradizionale titolo di Re dei Longobardi, egli assume il titolo di Basileus, suscitando la reazione stizzita dei duchi tradizionalisti del suo popolo.

748: fondazione del regno serbo di Raška o Rascia nel territorio della nostra Sassonia, e sua conversione al cattolicesimo ad opera di San Bonifacio. Intanto una spedizione mercantile romana scopre le isole Canarie, così dette dai numerosi cani che vi vivono allo stato brado, e le incorpora all'impero d'occidente.

749: la grecizzazione della corte longobarda portata avanti dal re Rachi non piace ai baroni del suo popolo, già irritati dal fatto che il sovrano, contrariamente all'opera di Liutprando, cerca una pace duratura con Roma. Per rispondere al crescere di queste pressioni Rachi decide di cambiare strategia, invade il Peloponneso e cinge d'assedio Corinto; l'intervento di Anastasio, carismatico patriarca di Costantinopoli, lo convince tuttavia a levare l'assedio e a tornare a Tebe. Il prestigio di Rachi tra i suoi uomini scende sotto zero, e così l'assemblea dei duchi riunita ad Atene lo dichiara decaduto ed eleva al trono al suo posto il fratello Astolfo. Rachi è costretto a ritirarsi in un monastero del Monte Athos; Astolfo espelle tutti i Greci dalla corte e torna a sottolineare la centralità longobarda. Suo obiettivo è quello di conquistare l'intera Grecia.

750: Abu al-Abbas al-Saffah rovescia l'ultimo califfo omayyade, Marwan II, e fonda la dinastia Abbaside. Con essa l'elemento iranico torna ad essere predominante nel mondo musulmano. Intanto Haldfene, re dei Gauti, conquista tutta la Finlandia e la penisola di Cola, giungendo fino alle terre dei Sami e facendo del suo regno una potenza del nord. Gli Slavi confinanti con il suo regno danno ai Gauti il nome di Variaghi.

751: dopo aver riorganizzato l'esercito longobardo, Astolfo invade e conquista il Peloponneso, prendendo Corinto e ponendo l'assedio a Mistra. Il re longobardo è così vicino a fare sua l'intera penisola ellenica. Costantino V reagisce inviando le proprie truppe a difendere Mistra e a riconquistare il Peloponneso, anche se la maggior parte dei Romani è contraria ad avventure militari in terra di Grecia, ed è propensa ad abbandonare il Peloponneso al suo destino. Intanto il Patriarca di Costantinopoli Anastasio cede alle pressioni di Pipino il Breve, Maestro di Palazzo di Francia, e dà l'assenso alla detronizzazione dell'ultimo sovrano merovingio, Childerico III, che viene rinchiuso in un monastero ad Efeso. Pipino il Breve è incoronato re dei Franchi ed inizia la nuova dinastia dei Carolingi.

Il Regno Longobardo di Grecia

752: nonostante Mistra resista e le truppe di Costantino V siano sbarcate presso capo Malea, Astolfo si sente la vittoria in tasca ed impone ad Anastasio, il primo patriarca di Costantinopoli a comportarsi come un sovrano temporale della sua città, di riconoscere la propria autorità e di incoronarlo sovrano anche di Bisanzio. Anastasio rifiuta ed invoca l'aiuto di Pipino il Breve, che stavolta non può rifiutarsi perchè è debitore nei confronti del Patriarca dell'usurpazione del titolo regio ai danni dei Merovingi. Inizialmente il nuovo re franco prova la carta della pressione diplomatica su Astolfo, ma le trattative vanno per le lunghe anche perchè il re longobardo, approfittando della caduta del regno unitario visigoto, si è volto a conquistare l'Albania.

753, 5 giugno: San Bonifacio, l'Apostolo degli Slavi, è ammazzato dagli Abodriti che cercava di evangelizzare; con lui muoiono 52 compagni. Intanto Anastasio stesso lascia Costantinopoli e giunge a Tebe per trattare direttamente con Astolfo, ma il re longobardo, che ha appena conquistato buona parte dell'Albania e sta contrastando efficacemente il ritorno dei Romani nel Peloponneso, rifiuta ogni compromesso. Nello stesso anno Abd al-Rahman, un membro della famiglia omayyade, nipote del califfo Marwan II, riesce a scampare alla strage della sua famiglia e ripara fortunatamente in Somalia, fondando l'emirato rivale di al-Soomaaliya, che comprende anche il territorio dell'attuale Kenya e di parte della Tanzania, grazie all'appoggio della popolazione autoctona, affezionata alla dinastia deposta ed ostile allo strapotere di Baghdad. Egli pone la sua capitale nella vecchia sede governatoriale di Mogadiscio, e si fa promotore di una politica di forte opposizione al regno cristiano ariano etiope, oltre che al califfato di Baghdad.

754: dopo un mese di inutili trattative, Anastasio si rimette in viaggio, ma anziché tornare a Costantinopoli va a Nicea presso la corte di Pipino, che incontra il 6 gennaio. Pipino gli promette di intervenire in Grecia, ma soltanto il 14 aprile riesce a convincere la nobiltà franca ad approvare la guerra contro i Longobardi. Per sventare la minaccia, Astolfo si accorda con il fratello di Pipino, Carlomanno, che da alcuni anni si era ritirato in un monastero rupestre in Cappadocia. Carlomanno rientra in Francia e capeggia l'opposizione al re, ma ben presto viene sconfitto e internato nuovamente in un monastero, dove muore di lì a poco. 1 agosto: Pipino sbarca a Costantinopoli, attraversa la Tracia e la Tessaglia con il suo esercito ed affronta Astolfo in battaglia a Volos, infliggendogli una secca sconfitta. Il re longobardo fugge a Tebe, cinta d'assedio da Pipino. Ma a questo punto la nobiltà franca pretende che Pipino ponga fine alla dispendiosa guerra di Grecia, nel timore di colpi gobbi ad oriente da parte degli Arabi, e così Astolfo riesce a spuntare condizioni di pace piuttosto miti: si limita a riconoscere la supremazia franca, consegna alcune centinaia di ostaggi e cede diversi territori di confine al Patriarca di Costantinopoli. Intanto muore il califfo Abu al-Abbas al-Saffah e gli succede Abu Jafar Abd Allah ibn Muhammad al-Mansur, che fonda la nuova capitale, Baghdad, sulle rive del Tigri, destinata a rivaleggiare con Roma quanto a potenza e splendore.

755: Costantino V approfitta della sconfitta subita da Astolfo, si porta personalmente nel Peloponneso, libera Mistra e riconquista Corinto. Durante la sua assenza di Roma tuttavia viene dichiarato morto dal generale Artabano, che gli usurpa il trono e viene acclamato imperatore dall'esercito; anche Papa Zaccaria lo sostiene, essendo Artabano contrario all'iconoclastia. Ma Costantino rientra precipitosamente in Italia, affronta in battaglia l'usurpatore, lo sconfigge e lo cattura. Artabano viene accecato e rinchiuso nel monastero di Montecassino, dove muore poco dopo.

756: poco dopo il ritiro dell'esercito franco, Astolfo (cui la lezione non è bastata) torna all'offensiva ed assedia la stessa Costantinopoli. Si ripete quando accaduto due anni prima: il nuovo Patriarca di Costantinopoli, Costantino II, invoca ancora l'aiuto di Pipino, che sbarca nuovamente in Europa, sconfigge Astolfo sotto le mura di Bisanzio e cinge d'assedio Alessandropoli, dove il re longobardo si è rifugiato. Astolfo capitola e deve accettare condizioni di pace ancora più dure: la consegna di un terzo del tesoro longobardo, il versamento di un tributo annuale a Pipino e la cessione al Patriarca di tutta la Tracia Orientale da lui occupata. Il regno longobardo ne esce ridimensionato, ma conserva l'indipendenza. Astolfo muore poco dopo, in seguito a una caduta da cavallo. Rachi allora lascia il Monte Athos e tenta di riconquistare il trono: raggiunta Tebe, si impadronisce del palazzo reale, raccogliendo larghi consensi in Beozia e in Attica. Ma gli si solleva contro il duca di Tessaglia, Desiderio, che reclama per sé il trono ed ottiene anche l'appoggio del Patriarca Costantino II e di Pipino il Breve, che gli mette a disposizione delle truppe. Abbandonato dai suoi sostenitori, timorosi di un nuovo intervento franco, Rachi rientra allora definitivamente in monastero e Desiderio si insedia sul trono.

758: a quest'epoca risalgono gli affreschi della Basilica di San Clemente a Roma, fra il Colosseo e la Basilica di San Giovanni in Laterano. Uno di essi illustra il miracolo di San Clemente (quarto Papa dopo Pietro, Lino e Anacleto): il pagano Sisinnio e i suoi servi tentano di arrestare e legare il Pontefice e due suoi diaconi, ma improvvisamente impazziscono e cercano di legare e trascinare via dei fusti di colonne. Dalla bocca di Sisinnio esce quello che è stato definito il primo "fumetto" della storia, che è anche la prima attestazione dell'uso in un contesto ecclesiastico (e quindi ufficiale) della nuova lingua franca dell'impero d'occidente, l'Italiano: « Fili de pute, traite! Arbetel, Gosmari, traite! Falite leva de retro co lo palo, Carvoncele! » Il Santo invece replica nella lingua della Chiesa: « Propter dvritiam cordis vestris saxa trahere mervistis » (per la durezza del vostro cuore, altro non meritaste che di trascinare le pietre).

759: Desiderio pensa di appianare gli attriti con il Patriarca di Costantinopoli Costantino II e di poter evitare nuovi interventi dei Franchi a suo sostegno attraverso una politica di piccole concessioni: così, gli consegna alcuni suoi possedimenti nella Tracia orientale, ma conserva la maggior parte dei territori a suo tempo promessi ad Anastasio. Per sua fortuna, in questo momento Pipino il Breve è tenuto occupato da gravi problemi interni al suo regno e non può impegnarsi attivamente in Italia, così Costantino II è costretto a sottoscrisse un accordo che accetta lo status quo. A suggello dell'intesa, Desiderio si reca a Bisanzio a pregare sulla Tomba di Sant'Andrea, ed in cambio Costantino II lo nomina proprio difensore contro un eventuale ritorno dei Romani. Inoltre il re longobardo si associa al trono il proprio figlio Adelchi.

760: Costantino V persevera nella sua politica iconoclasta e fa convocare un Concilio a Ravenna per condannare di nuovo il culto delle immagini; come se non bastasse, inizia una vera e propria persecuzione contro gli ordini religiosi, che egli considera propri nemici dopo che i Patriarchi di Costantinopoli gli hanno praticamente soffiato i domini in Tracia.

762: spedizione del mercante genovese Niccolò d'Oria attraverso il deserto del Sahara: egli è il primo europeo a mettere piede nel ricchissimo impero di Wagadou, retto da un sovrano il cui titolo è Ghana ("re guerriero"), centrato sull'odierno Mali (nessuna relazione con il moderno stato di Ghana); al suo ritorno Niccolò chiama il regno da lui scoperto "impero di Ghana", ed è con questo nome che gli europei cominciano a riferirsi ad esso.

766: morte del Patriarca di Costantinopoli Costantino II; Desiderio interviene attivamente negli scontri per la sua successione, inviando da Tessalonica nella sede patriarcale un esercito guidato dal prete Valdiperto. Questi il 31 luglio riesce a far nominare Patriarca il cappellano Filippo, che tuttavia rinuncia il giorno stesso. Diviene così Patriarca Niceta, il candidato di Pipino, contro la volontà di Desiderio.

768, 24 settembre: Pipino il Breve muore a Nicea. Il regno dei Franchi è diviso tra i suoi due figli Carlo e Carlomanno. A Carlomanno toccano le coste del Mar Egeo e del Mar Nero, a Carlo l'interno e la costa mediterranea, con il gravoso compito di difendere il regno dagli attacchi arabi. Carlo fin da subito non accetta la spartizione, convinto che al fratello sia toccata la parte migliore del regno. Desiderio pensa di "disinnescare" il pericolo franco dando in sposa ai due nuovi sovrani le proprie figlie: Ermengarda va in moglie a Carlo, mentre Gerberga sposa Carlomanno.

770: prima campagna di Carlo contro gli Iberi, popolazione della nostra Georgia che intende sottomettere per proteggere i confini settentrionali dell'Armenia.

771: Carlomanno muore prematuramente, probabilmente avvelenato dal suo siniscalco Gano di Maganza (Meinz, presso Trebisonda), che così pensa di ingraziarsi i favori di Carlo. Quest'ultimo naturalmente ne approfitta per riunificare l'intero regno nelle proprie mani; ma, sospettando che sia Gano il responsabile della morte del fratello, lo estromette dalla propria corte formata dai dodici Pari di Francia, i leggendari Paladini cantati poi dal Ciclo Carolingio. Braccio destro del re è invece nominato suo nipote Rolando ("glorioso e audace"), figlio di sua sorella Gisela e del duca Milone d'Angles. Gano se ne risente, abbandona Nicea per tornare nel suo feudo e medita vendetta contro il re franco.

772: il patriarca di Costantinopoli Niceta nomina Carlo patrizio della città di Costantinopoli, il che vuol dire proprio difensore, e si sbarazza del capo del partito filo-longobardo alla sua corte, Paolo Afiarta, uomo di Desiderio. Quest'ultimo intravede il pericolo di una nuova alleanza tra il papa e i Franchi, e tenta di sventarla per via diplomatica, ma Niceta non è Costantino II, e resta irremovibile nella sua richiesta di cessione al patriarcato dell'intera Tracia, come da accordi precedenti. Desiderio passa allora all'offensiva, invadendo il Patrimonio di Sant'Andrea e conquistando la piazzaforte chiave di Adrianopoli. Desiderio fa sapere al patriarca che si ritirerà solo se conferirà l'unzione regale ai figli di Carlomanno, il che spezzerebbe l'unità del regno franco nella persona di Carlo. Ma Niceta non si piega, e Carlo come tutta risposta ripudia Ermengarda, con la scusa che non può dargli un erede maschio. Vista andare a monte la sua politica di alleanze dinastiche, Desiderio decide di giocare il tutto per tutto cingendo d'assedio Costantinopoli, e contando sul fatto che Carlo è tenuto impegnato dalle popolazioni dell'Iberia, che non vogliono saperne di accettare la "protezione" franca. Tuttavia Carlo decide di troncare a mezzo la campagna, proponendosi di chiudere più tardi i conti con gli Iberi, e risponde alla disperata richiesta d'aiuto di Niceta, non potendo permettere che sia appannato il suo prestigio come protettore del papato.

773: in primavera Carlo raduna il proprio esercito presso Nicomedia e passa il Bosforo. Desiderio, che ha saputo dalle proprie spie della risoluzione del rivale, abbandona la Tracia e si ritira nel cuore del proprio regno. Carlo lo insegue e divide in due il suo esercito: una parte, guidata da Rolando, forzerà le Termopili, difese da Adelchi, mentre l'altra, condotta dallo stesso Carlo, segue la via del mare. Presso Volos Desiderio riesce a frenare i Franchi grazie ad un vallo difensivo che ha fatto costruire a protezione della capitale, memore delle disavventure di Liutprando, ma il valore di Rolando ha la meglio sulle truppe di Adelchi, il fronte presidiato da questi cede e, colte dal panico, le schiere longobarde si ritirano disordinatamente in Beozia e in Attica. Adelchi con la sorella Gerberga ed i figli di Carlomanno si trincera in Atene, mentre Desiderio si chiude nella capitale, Pavia. Il regno longobardo si sfascia, ed i duchi longobardi corrono a gara a fare atto di sottomissione a Carlo, mentre i notabili della Tracia si sottomettono al patriarca Niceta. Carlo prende Atene e fa prigionieri i figli di Carlomanno, ma risparmia loro la vita, mentre Adelchi ripara a Roma via mare.

774: Tebe, stremata, si arrende, e Desiderio consegna la propria spada a Carlo. "Vorrei salvo l'onore", gli dice. "Avrai salva anche la vita", risponde Carlo, che non ha l'animo di un sanguinario: Desiderio e la moglie Ansa sono spediti in un monastero della Cappadocia. Carlo può così proclamarsi Basileus dei Franchi e dei Longobardi,dando inizio a una nuova, grande potenza.

775: Costantino V di Bisanzio muore durante una spedizione contro gli Avari; papa Adriano I afferma che la sua morte è stata un giusto castigo per le persecuzioni da lui operate contro gli anti-iconoclasti. Gli succede il figlio Leone IV, sostenitore moderato dell'iconoclastia, che fa pace con Adriano I e restituisce agli ordini religiosi i beni confiscati da suo padre.

778: re Offa di Mercia sconfigge re Cynewulf del Wessex nella battaglia di Bensington (la nostra Svezia centrale), ed il suo stato si riafferma come il più potente dell'Eptarchia Sassone.

779: Papa Adriano I incarica il monaco irlandese San Brendano di Clonfert di andare ad evangelizzare l'impero di Ghana, e di convertire il suo sovrano alla vera fede. Brendano, che ha già evangelizzato il Marocco e la Mauretania, non dice né sì né no e parte, salpando da Tangeri per circumnavigare le coste dell'Africa. Questo viaggio verrà narrato nella "Navigatio Sancti Brendani", che nei secoli a venire verrà ricordato come San Brendano il Viaggiatore.

780, 1 maggio: Carlo decide di intromettersi nelle faccende interne del khanato dei Cazari, sostenendo un khan contro il suo rivale nella speranza di espandersi nella regione caucasica. Per questo varca il Caucaso con i suoi fidi conti palatini Rolando e Olivieri. Ma, dopo qualche scaramuccia e il fallito assedio di una piazzaforte, Carlo decide il rientro. Nell'attraversamento del Caucaso, tuttavia, la retroguardia franca guidata da Rolando viene attaccata dai Georgiani, e tutti i Franchi del suo contingente sono massacrati; cadono anche Olivieri e Rolando. Secondo la leggenda, quest'ultimo spezza la sua spada Durindarda affinché non cada nelle mani dei nemici e, prima di morire, avverte lo zio Carlo soffiando il suo mitico corno, l'Olifante. Carlo lo ode, rientra precipitosamente ma può solo raccogliere i corpi dei suoi uomini; sempre secondo la leggenda, alla notizia della morte di Rolando, la sua fidanzata Alda la Bella crolla a terra morta all'istante. La tradizione successiva modificherà gli eventi, facendo credere che Rolando (Orlando in italiano) sia caduto in guerra contro gli Arabi, in seguito al tradimento di Gano di Maganza. Rolando diventa così il paladino dell'Ortodossia contro l'Islam, ed intorno alle sue leggendarie imprese si sviluppa il Ciclo Carolingio, che si diffonde anche nell'Occidente Romano ad opera dei Trovatori italiani. 8 settembre: Leone IV muore in una congiura e gli succede il figlio minorenne Costantino VI sotto la reggenza della madre, la principessa greca Irene.

781: l'erede al califfato abbaside Harun, figlio di al-Mahdi, insignito del titolo onorifico di Rashid ("Ben Guidato") tenta con 100.000 uomini di occupare Cipro. Irene addiviene ad un accordo con lui ed accetta di versargli un tributo esorbitante (90.000 dīnari aurei) affinché levi le tende e vada a coprirsi di gloria altrove.

782: Carlo decide di mettere fine alla minaccia rappresentata per il suo regno dall'anarchia dell'ex regno visigoto e fa irruzione in Illiria attraverso l'Albania. Inizia una durissima lotta che avrà fine solo nell'804.

783: San Brendano riesce a convertire al cristianesimo Majan Dyabe Cisse, imperatore del Ghana; secondo la tradizione, sfida gli sciamani pagani del re ad attraversare con lui un grande falò, nella convinzione che il vero Dio preserverà il Proprio fedele. Tutti gli sciamani fuggono terrorizzati, e il coraggio del Santo è sufficiente per convertire il sovrano anche in assenza di miracoli. I popoli dell'impero si convertono grazie all'attività dei missionari irlandesi, e l'imperatore stabilisce relazioni diplomatiche stabili con Roma. Apertura di vie commerciali attraverso il Sahara.

785: la conquista della Visigotia da parte di Carlo prosegue con metodi sempre più repressivi. Nei Visigoti si risveglia l'ardore nazionale, e la maggior parte dei feudatari elegge come loro re Vitichindo, che diventa l'anima e la bandiera della rivolta antifranca. Carlo risponde promulgando il "Capitolare Goto", nel quale proclama l'annessione dell'intera Visigotia, spalleggiato dal Patriarca di Costantinopoli Tarasio.

786: a Baghdad muore il califfo al-Mahdi e gli succede il figlio Harun al-Rashid, che porta il califfato abbaside al culmine della propria potenza. Il califfo è protagonista della celebre raccolta di novelle arabe "Le Mille e Una Notte". Intanto Irene, d'intesa con Adriano I, convoca un Concilio a Marsiglia per ridiscutere l'iconoclastia, della quale è oppositrice. Tuttavia ella, spaventata dall'espansionismo di Carlo verso occidente, fa alleanza con il nuovo califfo di Baghdad Harun al-Rashid (la cosiddetta "empia alleanza" tra una sovrana cattolica ed uno musulmano), che le invia a Roma in dono un elefante e permette i pellegrinaggi a Gerusalemme dei sudditi dell'impero d'occidente; così facendo però suscita la disapprovazione di Papa Adriano, ed il concilio naufraga prima di cominciare.

787: Carlo sconfigge i Bulgari che minacciavano Costantinopoli, lascia il loro Khan sul trono ma lo trasforma in un suo vassallo e gli impone la conversione al cristianesimo ortodosso.

790: la rivolta dei Visigoti contro i Franchi assume i contorni di una sollevazione popolare. Carlo risponde deportando a forza i Visigoti in Anatolia, ed insediandoli al confine con gli Arabi affinché combattano contro di loro.

791: Carlo inizia la costruzione della sua nuova capitale, Aquisgrana, a poca distanza da Nicea, che dovrebbe rivaleggiare con Roma (un milione e mezzo di abitanti) e Baghdad (oltre un milione); nonostante i suoi sogni, però, essa rimarrà sempre una cittadina di secondaria importanza. Intanto Irene lancia un ultimatum a Carlo affinché abbandoni le terre dei Visigoti, ed incoraggia Adelchi affinché sbarchi in Beozia per riprendersi il trono paterno. Ma Adelchi è sconfitto e cerca la morte in battaglia. Carlo se la lega al dito ed invade la Pannonia romana, arrivando fino al Quarnaro. Irene teme che egli voglia arrivare fino a Roma e fugge in Africa con il figlio, ma un accordo tra il Papa Adriano I e il Patriarca di Costantinopoli Tarasio convince Carlo a stipulare la pace con il generale romano Vittorio, comandante dell'esercito occidentale. Il trattato di Aquileia assegna la Pannonia a Carlo in cambio del riconoscimento della sovranità occidentale su Peloponneso, Rodi (quest'ultimo ormai solo formale), Creta e Cipro. L'impero d'occidente, che ha perso una provincia storica a vantaggio dei tedeschi, ne esce duramente ridimensionato, e Vittorio costringe Irene a cedere il potere al figlio ventenne Costantino VI. Ma Irene non si vuole rassegnare ad uscire di scena, e conserva il titolo di Imperatrice, continuando ad impicciarsi negli affari del regno.

792: Pipino il Gobbo, nato da una relazione tra Carlo e Imiltrude, tenta di spodestare il padre con l'appoggio di una parte della nobiltà, ma la congiura è scoperta e stroncata. Acceso d'ira, Carlo sta per uccidere il figlio di sua mano quando improvvisamente rinsavisce e lo risparmia, anche se lo fa sbattere in un monastero.

793: dopo più di un secolo di tranquillità, con il sacco del monastero di Lindisfarne inizia il sistematico attacco dei Gauti contro l'Eptarchia Sassone. Intanto Costantino V cerca di consolarsi per la perdita della Pannonia annettendo formalmente al suo impero Marocco, Mauretania e i territori sahariani a sud dell'Atlante: il suo grande protettore, il generale Vittorio, cala in Africa per sottomettere le tribù recalcitranti. Irene, riconciliatasi con Adriano I, convoca di nuovo il Concilio di Marsiglia, nel quale l'iconoclastia è condannata come eresia, e si torna alla venerazione (ma non al culto) delle immagini. L'abbazia di Montecassino rifiorisce.

795: Carlo ottiene la sottomissione del visigoto Vitichindo, ma la ribellione del suo popolo prosegue. A questo punto però il suo regno è minacciato direttamente dagli Avari, per i quali i Franchi sono solo dei nuovi polli da spennare. Il sovrano franco così decide di liquidare una volta per tutti i pericolosi vicini. La spedizione di Carlo e di suo figlio Pipino porta alla distruzione della capitale trincerata avara e alla fine del Khanato, che si spezza in potentati vassalli del sovrano franco. Anche i Cechi accettano il vassallaggio a Carlo.

797: Costantino VI intende divorziare dalla prima moglie, una patrizia romana, per sposare una avvenente greca come sua madre, Teodota, della quale si è invaghito. Il nuovo Papa Leone III sarebbe disposto a chiudere un occhio, ma gran parte del popolo di Roma è contrario a che l'imperatore, visto come un rappresentante di Dio in terra, violi la sacralità del matrimonio. Irene approfitta dell'assenza del generale Vittorio, che si trova in Mauretania, per mettere in atto un colpo di stato e rovesciare il figlio, che viene accecato e rinchiuso nel monastero di Montecassino.

I Germani in oriente nell'800 d.C.

800, 25 dicembre: nella notte di Natale il patriarca di Costantinopoli Tarasio incorona Carlo (che sarà detto Magno dai suoi successori) Imperatore d'Oriente. L'Impero Bizantino risorge dopo oltre 300 anni, ma Irene non accetta la cosa perchè le insegne orientali erano state inviate a Roma da Odoacre, e dunque si ritiene unica depositaria del potere imperiale. Carlo ha già abbastanza nemici, impegnato com'è a guardarsi dagli Arabi e dai Visigoti, e decide di addivenire a un compromesso con l'orgogliosa usurpatrice del trono occidentale. Spedito il suo fido siniscalco Helmgaud a Roma, le propone di sposarlo (da poco gli è morta la quinta moglie Liutgarda) per riunificare l'Impero Romano. Irene però orgogliosamente rifiuta.

802: il generale Vittorio, rientrato dall'Africa per celebrare il proprio trionfo, ne approfitta per spodestare Irene e nominare sé stesso nuovo Augusto. Irene è rinchiusa in un convento dell'isola di Malta, dove morirà il 9 agosto 803. Neppure Vittorio riconosce il titolo imperiale di Carlo, anche se ovviamente non ha nessun modo per toglierglielo, vista la superiorità militare franca.

805: l'imperatore d'occidente Vittorio tenta una spedizione in Libia per sconfiggere i pirati saraceni che vi hanno base e devastano le coste della Sicilia e dell'Italia meridionale, ma subisce una dura sconfitta al largo di Djerba ed è costretto a pagare un ingente tributo al califfo Harun al-Rashid.

806: con la Divisio Regnorum, Carlo programma, secondo l'uso germanico, la spartizione del suo regno tra i tre figli maschi avuti dalla terza moglie Ildegarda: Carlo, cui spettano Austrasia e Neustria; Ludovico, cui spettano la Borgogna e la contea di Edessa; e Pipino, cui spettano Longobardia e Visigotia. Al Patriarca di Costantinopoli Niceforo I è invece riconosciuta tutta la Tracia.

810: Pipino, figlio prediletto di Carlo Magno, assedia inutilmente Rodi, che però si rivela invulnerabile contro ogni attacco tedesco. Poco dopo l'erede al trono muore improvvisamente, secondo alcuni di dolore per aver fallito agli occhi di suo padre. Anche il terzo figlio Carlo muore a breve distanza.

811: si conclude il braccio di ferro diplomatico tra Carlo Magno e l'imperatore d'occidente Vittorio; quest'ultimo acconsente a riconoscere al primo il titolo di imperatore d'oriente e al patriarca Niceforo I il territorio di Costantinopoli, in cambio del riconoscimento della sovranità romana sul Peloponneso, su Creta, su Cipro e su Rodi, anche se quest'ultima è ormai solo teorica. Poco dopo tuttavia Vittorio cade in battaglia contro gli Slovacchi che, sospinti dagli attacchi di Carlo Magno, hanno occupato la nostra Austria e premono sui confini orientali dell'impero; gli succede il figlio Stauracio.

812: dopo pochi mesi di governo, Stauracio è costretto dal cognato Michele ad abdicare e a ritirarsi in un monastero, dove morirà. Michele, che ha sposato Procopia, figlia di Vittorio, prende il potere con l'appoggio dell'importante famiglia romana dei conti di Tuscolo, politicamente avversi a Vittorio e a suo figlio. Intanto in Galizia è scoperta una tomba, identificata con quella dell'apostolo Giacomo il Maggiore; secondo la leggenda la scoperta è permessa dall'apparizione di un segno celeste. Il luogo del ritrovamento viene chiamato perciò Campus Stellae (Compostella in dialetto locale), e diventa ben presto uno dei luoghi preferiti di pellegrinaggio per i cristiani cattolici occidentali.

813: sconfitto dagli Slovacchi presso Tarvisio, l'imperatore d'occidente Michele è costretto ad abdicare dall'esercito, che acclama imperatore il generale Leone, nativo della Mauritania. Michele si salva dal taglio del naso, solitamente inflitto agli imperatori deposti, e si ritira in un monastero sulle isole del Canale della Manica, dove morirà nell'844.

814, 2 gennaio: Carlo Magno si spegne ad Aquisgrana all'età di 72 anni. Gli succede l'unico figlio maschio superstite, Ludovico, incoronato imperatore dal patriarca di Costantinopoli Teodoto I, ed il suo impero permane unito. L'imperatore d'occidente Leone V dimostra ai suoi soldati che hanno fatto una buona scelta, infliggendo agli Slovacchi una sconfitta decisiva presso la nostra città di Linz. Fissazione definitiva dei confini tra l'impero d'occidente e gli Slovacchi, costretti a diventare stanziali nel territorio che noi chiamiamo Austria.

817: Bernardo, re di Grecia e figlio di Pipino, cerca di esautorare l'imperatore Ludovico il Pio, ma gli va male, viene arrestato ed accecato, e muore dopo tre giorni di inaudite sofferenze. La nobiltà franca accusa Ludovico della morte del nipote e lo costringe a fare pubblico atto di penitenza; il prestigio dell'imperatore bizantino ne esce irrimediabilmente compromesso.

819: con l'Ordinatio Imperii Ludovico il Pio divide l'impero bizantino fra i tre figli avuti dalla prima moglie Ermengarda: Lotario viene subito associato al trono ed incoronato re di Grecia, a Pipino è assegnata la contea di Edessa (elevata a regno) e a Ludovico II il Germanico la Visigotia. L'Ordinatio Imperii vieta espressamente di procedere a nuove spartizioni dell'impero carolingio.

820: definitiva conquista della regione carpatica (la nostra Romania) da parte delle truppe franche, anche se occorreranno ancora molti decenni per germanizzarla. Fondazione di Bratislava, capitale degli Slovacchi, nel sito della nostra Vienna. L'imperatore d'occidente Leone V viene rovesciato il giorno di Natale da un colpo di stato organizzato dal suo generale Michele, detto il Balbo perchè fortemente balbuziente, un parvenu che da soldato semplice ha scalato tutte le gerarchie dell'esercito. Infatti Leone V si è mostrato favorevole a una restaurazione dell'iconoclastia, e questo gli è risultato fatale. Michele II il Balbo inizia la nuova dinastia siciliana.

823: dopo la morte di Ermengarda, Ludovico il Pio si risposa con la principessa visigota Giuditta, da cui ha un quarto figlio, Carlo che sarà detto il Calvo. Il Basileus tenta di aggiungere Carlo al suo testamento, contravvenendo alle proprie stesse disposizioni, ma incontra la fortissima resistenza degli altri figli, che gli si rivoltano contro.

826: sconfitta della flotta di Michele II il Balbo da parte degli arabi, che si impadroniscono di Cipro sottraendola definitivamente all'impero d'occidente.

827: sconfiggendo definitivamente il regno di Mercia, ed ottenendo la sottomissione della Northumbria, re Egberto del Wessex riunifica per la prima volta nelle sue mani l'intera eptarchia sassone, fondando il Regno di Inghilterra (in questa Timeline si trova in Scandinavia).

828, 31 gennaio: due mercanti di Rodi, Agazio e Rustico, trafugano da Alessandria d'Egitto le spoglie di San Marco Evangelista (secondo la tradizione le nascondono sotto un carico di carne di maiale, ritenuta impura dagli arabi) e le traslano sulla loro isola, della quale il santo diventa patrono per volere del doge Giustiniano Partecipazio. Provvisoriamente vengono riposte in una piccola cappella, poi verrà costruita per accoglierle la grandiosa Basilica di San Marco. Sulla bandiera di Rodi compare ancor oggi il Leone di San Marco.

Bandiera della Repubblica Marinara di Rodi

829: Ludovico il Pio toglie a Lotario il titolo di co-imperatore e lo esilia in Epiro. Allora Lotario si allea con Pipino e Ludovico, occupa in armi Aquisgrana e costringe il padre ad abdicare in proprio favore. A questo punto però Pipino e Carlo si dissociano dal fratello, accusandolo di voler diventare un despota, e rimettono il padre sul trono. Lotario è bandito dall'impero. Morte di Michele II il Balbo, gli succede il figlio Teofilo.

833: il regno di Grecia è assegnato a Carlo il Calvo, ma Pipino si ribella, seguito da Ludovico il Germanico e da Lotario; nell'assemblea di Compiègne, presso Smirne, Ludovico il Pio è di nuovo deposto con il sostegno del patriarca di Costantinopoli Antonio I, unitosi alla sommossa. Ludovico il Pio prende le armi, ma i figli lo sconfiggono e lo imprigionano, iniziando subito dopo una furiosa guerra civile per dividersi lo stato. Ormai l'impero bizantino è in pieno caos, e gli Arabi ne approfittano per guadagnare posizioni..

835: preoccupato dall'avanzata musulmana e dalle incursioni dei Pecceneghi, popoli asiatici che arrivano a minacciare la stessa Costantinopoli, il patriarca Antonio I convince i carolingi a fare pace e a restituire a Ludovico il Pio il titolo di Basileus. La capitale del califfato abbaside viene spostata da Baghdad a Samarra.

837: Teofilo tenta la riconquista della Libia, cercando di strapparla agli arabi, ma subisce a Zuwarah un terribile rovescio che mette a rischio l'integrità dell'Africa Settentrionale Romana: i Tulunidi, dinastia che governa l'Egitto e la Libia in modo pressoché indipendente dal califfato arabo, occupano Mustis, strategica piazzaforte nella nostra Tunisia, caduta dopo 55 giorni di assedio, nonostante l'eroica resistenza dei difensori, a causa del tradimento di un rinnegato. I suoi abitanti sono ridotti in schiavitù. Di questi, 42 sono deportati in Egitto e trucidati dagli Arabi per il loro rifiuto di rinnegare il cristianesimo: sono i famosi Quarantadue Martiri di Mustis, tuttora venerati dalla Chiesa di Roma. Teofilo si salva a stento riparando a Cartagine, ed i suoi suddito lo soprannominano lo Sfortunato (Dystychés per i contemporanei). Alla fine l'Augusto ottiene il ripristino dello status quo pagando ai Tulunidi un fortissimo tributo e riconoscendo la perdita definitiva di Cipro; siccome Teofilo ha trattato direttamente con l'Egitto e non con il Califfato, è a questa data che si fa risalire convenzionalmente l'inizio della disgregazione dell'impero degli Abbasidi.

838: Pipino muore prematuramente. Ludovico il pio assegna a Carlo il regno di Edessa, ma i nobili della città eleggono al suo posto il figlio di Pipino, Pipino II. Ne nasce una nuova guerra civile. In Scandinavia, morte di Egberto, gli succede il figlio Etelvulfo che ad Oakley infligge una dura sconfitta ai Gauti, i quali tentano di riprendersi i loro antichi domini.

840, 20 giugno: morte di Ludovico il Pio. Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico si rifiutano di riconoscere a Lotario il titolo imperiale. Il nuovo patriarca di Costantinopoli, Giovanni VII il Grammatico, cerca di fare da mediatore. Il re gallese Cyngen ap Cadell riesce momentaneamente a riunificare gran parte del regno di Britannia, che però tornerà nuovamente a dividersi dopo la sua morte.

842: duramente provato dalla sconfitta contro gli egiziani e dalla perdita di prestigio, Teofilo si spegne il 29 gennaio; la fama negativa che lo accompagnerà presso gli storici occidentali sarà in parte attenuata dal fatto di aver fondato a Bologna la prima università del mondo. Gli succede il figlio Michele III, di soli due anni, sotto la tutela dell'imperatrice madre Beatrice. Questa si sceglie come favorito Adeodato, dalle malelingue considerato il suo amante.

843: grazie a Giovanni VII si arriva ad un compromesso che pone fine alla guerra civile. La pace è sancita dal Trattato di Verdun (presso Trebisonda), che divide l'impero bizantino in tre parti. La Grecia tocca a Lotario assieme al titolo imperiale; la Visigotia e la Romania a Ludovico il Germanico; l'Anatolia ed Edessa a Carlo il Calvo. Queste tre suddivisioni porteranno ai futuri stati nazionali di Grecia, Germania e Francia; il trattato di Verdun in pratica sancisce la dissoluzione dell'impero bizantino. Il Giuramento di Trebisonda, effettuato da Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico in quell'occasione, viene per la prima volta trascritto dalla storico di corte Nitardo nelle due lingue nazionali, cioè le antenate del tedesco e del francese, molto diverse da quelle della nostra Timeline perché miste di elementi germanici e greci, per cui si parla di lingue neogreche. L'italiano si afferma invece come l'unica lingua dell'occidente rimasto unito, seppur affiancato da una varietà di dialetti locali (lusitano, ispanico, catalano, provenzale, luteziano, belga, cisalpino, veneto, emiliano, toscano, romano, napoletano, calabrese, pugliese, siciliano, sardo, corso, africano...)

845: i Gauti, guidati dal loro capo Ranieri, discendono arditamente i fiumi russi, entrano nel mare Franco (il nostro Mar Nero), sbarcano sulle coste dell'Anatolia ed arrivano ad assediare Nicea; temendo il peggio, re Carlo il Calvo si rifugia a Smirne, e per convincere i Gauti a sgomberare dal regno è costretto a pagare loro la bellezza di 7000 libbre d'argento. Da questo momento in poi i Gauti diventano il terrore dei popoli germanici, che li chiamano Normanni ("uomini del nord").

848: il sovrano scozzese Cináed MacAlpin unifica i regni di Dál Riata e di Pictavia, dando vita al regno di Scozia.

852: i Serbi sconfiggono in battaglia gli Sloveni, ma poi permettono loro di insediarsi come federati in quella che noi chiamiamo Olanda, una terra allora frequentemente soggetta ad inondazioni. Gli Sloveni diventano abilissimi nel controllare il livello del mare mediante un sistema di chiuse e dighe, e daranno vita al Regno di Slovenia, alleato con l'impero romano d'occidente contro i Serbi.

855, 29 settembre: morte del basileus Lotario I nel monastero del monte Athos dove si era ritirato. Dietro sua disposizione, il suo regno viene diviso tra i suoi tre figli: il primogenito Ludovico II riceve la Tessaglia (che da Lotario ha assunto il nuovo nome di Lotaringia o Lorena) ed il titolo di Imperatore; Lotario II riceve la Lombardia (Beozia e Attica) e l'Epiro; a Carlo va la Macedonia. In occidente la regina madre Beatrice tenta di associare al trono del figlio il suo favorito Adeodato come coreggente, ma Michele III lo estromette e si associa invece al trono lo zio Bartolomeo, cui era stata affidata la sua educazione militare. In Scandinavia re Etelvulfo lascia la reggenza al primogenito Etelbaldo e compie un pellegrinaggio a Roma insieme al figlio minore Alfredo, per sciogliere un voto fatto durante le guerre contro i Gauti.

856: Beatrice tenta nuovamente di imporre Adeodato al posto di Bartolomeo, ma a questo punto suo fratello la fa incarcerare a vita, fa giustiziare Adeodato e compie una vera e propria strage di tutti i seguaci della sorella. Intanto Etelbaldo costringe ad abdicare il padre Etelvulfo, appena tornato dal pellegrinaggio a Roma, e per legittimare la propria usurpazione sposa la matrigna Giuditta, fatto che gli vale l'accusa di incesto.

858: papa Niccolò I Magno accusa Bartolomeo di crudeltà nella conduzione delle sue campagne militari e gli impedisce di entrare nella basilica di San Giovanni in Laterano. Quando Michele III lo viene a sapere va su tutte le furie, fa incarcerare il Papa, dichiara illegale la sua elezione e gli contrappone un Antipapa. La sollevazione popolare della plebe romana lo costringe però a venire a più miti consigli e a restaurare Niccolò sul Soglio di Pietro.

860: Bartolomeo, nominato comandante in capo delle legioni, sconfigge ripetutamente i Mauri in Africa e prende il controllo delle vie carovaniere che conducono a sud del deserto del Sahara. Intanto, alla prematura morte di Etelbaldo, come re degli Anglosassoni gli succede il fratello Etelberto, che però non può impedire che i Normanni saccheggino il Kent e prendano la città di Winchester.

861: i santi fratelli Cirillo e Metodio evangelizzano gli Slavi, convertendo Cechi, Slovacchi e Ruteni al cristianesimo. Presso la corte di Rastislavo, re dei Ruteni occidentali, San Cirillo inventa l'alfabeto glagolitico, che da lui prenderà il nome di cirillico.

862: il capo gauto Rörek (il nostro Rjurik) occupa la città slava di Novgorod e fonda il Regno di Norvegia, che in breve tempo si estenderà a tutta la regione storica che noi chiamiamo Russia. Le tribù slave stanziate nella regione sono costrette a sottomettersi e a germanizzarsi. Chi non lo vuole fare fugge a sud e fonda lo stato di Rutenia tra la Germania e le coste del Mar Nero.

863: alla morte del fratello Carlo, il basileus Ludovico II eredita la Macedonia. Duro scontro tra Ludovico II e Papa Niccolò I Magno: il Basileus ha infatti deposto il patriarca di Costantinopoli Ignazio per sostituirlo con Fozio, ma Niccolò contesta quest'atto di forza, sostenendo il Primato di Pietro, per cui solo a lui spetta il diritto di deporre e reintegrare gli altri patriarchi. Ludovico II si scaglia allora contro il Papa, spostando la contesa sul piano dottrinale, ed accusando la chiesa occidentale di eresia per la formula del Credo relativa alla processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, tema che sarà poi alla base del definitivo scisma fra cattolici e ortodossi nel 1054.

865: morte di Etelberto, sul trono di Scandinavia gli succede il fratello Etelredo.

866: Michele III permette che suo zio Bartolomeo venga assassinato da un avventuriero galiziano, Sebastiano, che diventa suo favorito e nuovo capo dell'esercito; non sa che così si cova una serpe in seno.

867: il Quarto Concilio di Costantinopoli, convocato da Ludovico II, arriva a scomunicare Niccolò I: prima frattura fra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente. La morte di Nicolò I e l'elezione di Adriano II, maggiormente conciliante verso gli ortodossi, vale a raffreddare gli animi, ma Adriano II canonizza il predecessore, per riaffermare la validità delle sue tesi circa il Primato della sede vescovile di Roma. Intanto Michele III, che ha solo 27 anni, è assassinato da un soldato dietro probabile istigazione di Sebastiano, che viene eletto nuovo imperatore dalle truppe. Inizia la dinastia galiziana, che segna un periodo di grande splendore per l'impero d'occidente, in coincidenza con la crisi dell'impero ad oriente.

869: muore anche Lotario II e Ludovico II riesce a ristabilire l'unità del regno di Grecia. Alleanza di Ludovico II con l'imperatore d'occidente Sebastiano I; viene allestita una spedizione congiunta che sgomina i pirati Saraceni, autentico terrore del Mediterraneo centro-orientale.

870: morte di Sant'Edmondo, re di East Anglia, in battaglia contro i Gauti, che conquistano l'East Anglia ed iniziano la progressiva penetrazione entro i confini sassoni.

871: Etelredo viene sconfitto e ucciso in battaglia contro i Normanni, suo fratello Alfredo ascende al trono inglese; egli sarà l'unico re d'Inghilterra a ricevere il titolo di Grande, per la sua difesa della Scandinavia operata contro la prepotenza dei Normanni, e per la sua grande attività legislativa.

873: dopo una vittoria nella Battaglia di Englefield, Alfredo incassa una sonora sconfitta nella Battaglia di Reading, ma quattro giorni più tardi si riscatta con la brillante vittoria nella Battaglia di Ashdown, che frena per lungo tempo l'avanzata normanna in Scandinavia.

874: il sassone Etelfuro abbandona con tutto il suo clan famigliare l'East Anglia, progressivamente invasa dai Normanni, e cerca via mare una nuova patria, trovandola in Islanda, dove fonda Smoke Bay ("baia dei fumi": tale è il significato della nostra Reykjavík), cosiddetta per i vapori geotermici che fuoriescono dal suolo. Sempre più sassoni in fuga dalle terre occupate dai Gauti emigreranno in Islanda negli anni a venire, popolando progressivamente l'isola.

875, 12 agosto: morte dell'imperatore d'oriente Ludovico II durante una nuova spedizione contro i pirati saraceni. Siccome non ha figli maschi, il regno di Grecia e il titolo imperiale vanno a suo zio Carlo il Calvo, già re di Francia. Questi restaura Ignazio al posto di Fozio nella carica di Patriarca di Costantinopoli, e lo scisma con Roma rientra definitivamente.

876, 28 agosto: morte di Ludovico il Germanico a Spalato. Alla sua morte non si verificano le lotte che invece avevano caratterizzato la successione del padre Ludovico il Pio, perchè egli ha regolato per tempo la successione: al primogenito Carlomanno spetta il titolo regale di Visigotia, al secondogenito Ludovico il Giovane è assegnata la Romania, al terzogenito Carlo il Grosso spetta solo l'Albania.

877, 6 ottobre: morte di Carlo il Calvo. Il titolo di re di Grecia passa a Carlomanno, mentre suo figlio Ludovico il Balbuziente eredita la Francia. Sebastiano I fa costruire a Roma molte nuove splendide chiese e riordina il diritto romano, opera che gli vale il titolo di "Secondo Giustiniano". Muore il patriarca Ignazio I e Fozio riesce ad ottenere la carica per la seconda volta, riaprendo il contenzioso con Roma.

878: Alfredo il Grande sconfigge definitivamente l'esercito normanno a Edington, il cui capo Guthrum si ritira con il resto del suo esercito nella sua roccaforte, dove viene assediato da Alfredo. Dopo quattordici giorni i Normanni sono costretti a chiedere la resa. Guthrum chiede ad Alfredo di risparmiare almeno i suoi uomini; Alfredo gli risponde che risparmierà anche lui se accetterà il battesimo e diverrà stanziale assieme al suo popolo. Guthrum accetta e firma il Trattato di Wedmore, con il quale Alfredo lo adotta come figlio e gli concede la East Anglia e la Mercia orientale affinché vi abiti con la sua gente. Ha così origine il primo insediamento normanno stabile in Scandinavia dai tempi di Beowulf (il cosiddetto Gothelaw).

879: muore Carlomanno, primogenito di Ludovico il Pio: il titolo di Re dei Franchi Orientali (cioè di Germania), la Visigotia e la Grecia passano a Carlo il Grosso, mentre la Macedonia va all'altro fratello, Ludovico il Giovane.

881, 12 febbraio: Carlo III il Grosso è incoronato imperatore dal patriarca di Costantinopoli Fozio. Poco dopo muore anche suo fratello Ludovico, che gli lascia la Romania, la Macedonia e il titolo regale dei Franchi occidentali.

882: Helgi (il nostro Oleg), figlio di Rörek, occupa la città slava di Kyiv e la ribattezza Danaprstadt, mentre a Novgorod, la capitale della Normandia, viene assegnato il nome germanico di Neustadt.

884: la morte di Carlomanno consegna a Carlo III il Grosso anche la Francia: per una serie di incredibili coincidenze dinastiche, l'impero bizantino di Carlo Magno viene così riunificato nelle mani di un unico sovrano.

886: l'imperatore d'occidente Sebastiano I muore in seguito a una febbre misteriosa, gli succede il figlio Leone VI.

887: i Normanni devastano le coste settentrionali della Francia, e Carlo III, che soffre di epilessia, si dimostra incapace di contrastarli, subendo da essi una dura sconfitta. Di conseguenza i grandi dell'impero decidono di deporlo nella Dieta di Tessalonica e di rinchiuderlo in un monastero, dove morirà di lì a poco. L'impero carolingio è definitivamente smembrato: il titolo di re di Germania passa ad Arnolfo di Carinzia (la nostra Albania), figlio naturale di Carlomanno, mentre re di Francia è incoronato Oddone di Nicomedia. Re di Grecia si proclama invece Berengario di Larissa, che sconfigge ad uno ad uno tutti i rivali e riunifica lo stato greco nelle sue mani. Fozio è nuovamente spodestato da Arnolfo di Carinzia, che fa eleggere il suo candidato Stefano I: una elezione contestata da molti.

893: Oddone di Nicomedia, dimostratosi a sua volta incapace di fermare le invasioni normanne, viene rovesciato dai baroni che eleggono re Carlo III il Semplice, figlio naturale di Ludovico II il Germanico. Il patriarca di Costantinopoli Stefano I è costretto a incoronare imperatore Guido di Missolungi, signore franco trapiantato in Grecia che ha dalla sua parte la nobiltà longobarda e parte di quella franca, ma subito dopo prende contatti con Arnolfo di Carinzia perchè venga a liberarlo dall'ingombrante presenza di Guido. Intanto sale sul trono di Bulgaria il Khan Simeone, educato a Costantinopoli, che per primo abbandona il titolo di Khan ed assume quello di Zar, "Signore". Epoca di pacifica convivenza con i vicini tedeschi e di progressiva germanizzazione della cultura bulgara. Con lui la Bulgaria giunge all'apogeo della sua vitalità artistica e religiosa.

894: Guido di Missolungi muore di morte naturale (pare per un'emorragia cerebrale), ma la sua vedova Ageltrude grida al tradimento, fa imprigionare il patriarca Stefano I, la cui elezione è dichiarata illegale, e cerca di imporre come suo candidato al titolo di Basileus il figlio Lamberto. Arnolfo di Carinzia accorre ma è colpito a sua volta da paralisi, non riesce a raggiungere Costantinopoli e deve fare rientro nelle sue terre (la nostra Bosnia-Erzegovina). Anche Stefano I muore poco dopo, probabilmente avvelenato. Ageltrude fa eleggere al suo posto Antonio II Kauleas. 

896: il condottiero degli Ungari Arpad guida il suo popolo dalle originarie sedi asiatiche in Europa; respinto dagli eserciti germanici, si stanzia nel territorio della nostra Polonia, fondando un forte khanato che inizia una serie di incursioni militari nei territori della Serbia, della Croazia, della Cechia e della Germania, giungendo fino ai confini dell'impero romano d'occidente. Gli Slavi che abitano la regione sono costretti a sottomettersi o a migrare più a sud.

897: lo stato del Patriarca di Costantinopoli è in preda al caos più completo, ed anche il potere temporale dei patriarchi è ormai solo formale, essendo passato in mano alle grandi famiglie patrizie della città. Il fondo viene toccato proprio da Antonio II Kauleas che, per compiacere Ageltrude, imbastisce un orrendo processo contro il suo predecessore Stefano I: il corpo di questi è strappato dalla tomba, posto sul trono rivestito dei suoi paramenti, processato come se fosse vivo e quindi scaraventato nel Bosforo. Ma il Padreterno evidentemente non gradisce la cosa, perchè sia Ageltrude che Antonio II muoiono poco dopo, e secondo la tradizione Stefano I compare in sogno ad un monaco e gli indica il punto sulla spiaggia dove le sue ossa sono state restituite dal mare; recuperato, il suo corpo trova finalmente sepoltura nella basilica di Santa Sofia per ordine di Berengario di Larissa. Stefano verrà pienamente riabilitato dal nuovo patriarca Nicola I il Mistico.

898: essendo morta sua moglie, la greca Teofano, Leone VI chiama a corte la sua amante Zita, che gli dà fuori del matrimonio una figlia femmina; questa condotta crea scalpore a corte, e Papa Giovanni IX invita l'imperatore a cacciare l'amante e a scegliersi una moglie legittima. L'Augusto, che è molto pio nonostante la sua vita privata appaia decisamente scandalosa, obbedisce, allontana Zita e sposa in seconde nozze Eulalia, che gli darà un figlio maschio, ma madre e figlio muoiono entrambi poco dopo il parto.

899, 26 ottobre: alla morte di Alfredo il Grande gli succede sul trono d'Inghilterra il figlio Edoardo (oggi noto come Edoardo il Vecchio), che riporta sotto il proprio controllo il Gothelaw, affermatosi come un territorio praticamente indipendente. 8 dicembre: morte di Arnolfo di Carinzia, a capo del regno dei Franchi Occidentali (il territorio dei nostri Balcani) gli succede l'unico figlio legittimo Ludovico IV il Fanciullo, che eredita anche il titolo di Basileus bizantino, ormai solo un vuoto nome.

L'Europa e il Mediterraneo nel 900 d.C.

902: respinto il tentativo degli arabi di conquistare Creta, grazie al decisivo apporto della flotta di Rodi, ormai de facto indipendente da Roma. Ossessionato dal desiderio di avere un erede maschio, Leone VI si porta nel palazzo imperiale sul Palatino una nuova amante, Lucia, che finalmente gli dà un figlio maschio, battezzato con il nome di Costantino. Papa Leone V disapprova fortemente l'unione e Leone VI, contrariato, gli contrappone l'Antipapa Cristoforo, ma poi viene a più miti consigli, sposa Lucia e nomina formalmente Costantino suo erede al trono.

906: i Fatimidi, che si proclamano discendenti di Fatima, figlia prediletta del Profeta, prendono il controllo dell'Egitto, nominalmente ancora soggiacente al califfato di Baghdad, che così perde il controllo effettivo sui territori africani.

907: il 6 gennaio Papa Sergio III rifiuta a Lucia il permesso di entrare in San Giovanni in Laterano per celebrare l'Epifania, considerando illegittima la sua unione con l'imperatore Leone VI perchè gli ha dato un figlio fuori del matrimonio. Nuovo braccio di ferro tra Papato e Impero, che si risolve solo quando Leone e Lucia accettano di fare pubblica penitenza, ma l'Augusto prende tutto ciò come un colpo mortale alla propria autorità, perchè in qualità di imperatore si considera designato da Dio e quindi non giudicabile da alcuna potestà terrena, fosse pure quella del Papa.

908: in Inghilterra, e precisamente a Baltonsborough, nella contea di Somerset, nasce San Dunstano, una delle più grandi personalità religiose del X secolo.

909: Marozia, figlia della greca Teodora e del tedesco Teofilatto, della quale si diceva che era stata l'amante addirittura del Patriarca di Costantinopoli, sposa Alberico I, duca di Atene, e diventa la vera padrona della città di Costantinopoli, nominando e deponendo a suo piacere i patriarchi. Da Alberico I Marozia ha il figlio Alberico II.

910: fallita spedizione della flotta romana per riconquistare Cipro. Intanto muore Ludovico IV il Fanciullo, di gracile costituzione e mai veramente salito al trono perchè il potere effettivo è stato esercitato dai duchi e dai baroni germanici; con lui s'estingue definitivamente la dinastia carolingia in occidente. Marozia propone di assegnare la corona a Carlo III il Semplice, ma i baroni franchi d'occidente e la nobiltà visigota preferiscono assegnare il titolo regale a Corrado I di Franconia (la nostra Serbia centrale). Questi deve incassare ripetute sconfitte dagli Ungari, che minano il suo potere e la sua credibilità.

911: non riuscendo (come i suoi predecessori) a venire a capo delle scorrerie normanne, Carlo III il Semplice decide di venire a patti con essi. Offre così al capo normanno Rollone la mano di sua figlia e la contea di Trebisonda se cesserà le scorrerie, si convertirà al cristianesimo ortodosso e lo aiuterà a difendere il regno di Francia da ulteriori scorrerie degli Uomini del Nord. Rollone logicamente accetta e si insedia a Trebisonda; nascita della contea di Normandia nell'ambito del regno di Francia.

912: provato dalla fallita spedizione contro Cipro e dalle dispute con il papato riguardanti Lucia, Leone V si spegne e gli succede il fratello Alessandro I, reggente a nome del figlio minorenne Costantino VII. Nonostante la sua vita licenziosa, il popolo ha amato Leone V per il suo buon governo. Intanto Enrico, figlio di Ottone l'Illustre, duca di Visigotia della casata dei Liudolfingi, discendente da Vitichindo, succede al padre alla testa del ducato e consegue una posizione di preminenza tra tutti i baroni del Regno dei Franchi Occidentali.

913: Alessandro muove contro i Bafuri dell'odierna Mauretania e assedia la strategica città di Atar, ma muore improvvisamente. Allora il Senato di Roma si rifiuta di cedere la reggenza a Lucia, considerata una concubina e non un'imperatrice, e nomina coreggenti per conto di Costantino VII il Papa Giovanni X e l'ammiraglio Romano, veterano delle guerre contro gli Arabi.

914: sul trono dell'emirato Omayyade dell'Africa Orientale sale il suo più grande sovrano, Abd Ar-Rahman III, che assume il titolo di califfo in concorrenza con quello di Baghdad e spinge le proprie navi fino all'Azania (il nostro Mozambico).

915: i Saraceni prendono il Pireo ed assediano Atene, ma Berengario di Larissa accorre e li ributta a mare. Come premio, il patriarca di Costantinopoli Nicola I il Mistico, già grato nei suoi confronti per averlo rimesso al suo posto dopo un'usurpazione, lo incorona Imperatore d'Oriente.

918, 23 dicembre: muore Corrado I di Franconia, i baroni visigoti ottengono che la corona dei Franchi Occidentali passi ad Enrico I, detto l'Uccellatore per la sua grande passione per la caccia con il falcone sulle Alpi Dinariche. Il suo potere però diventa effettivo solo dopo che il potente duca Arnolfo di Baviera (la nostra Macedonia settentrionale) gli si sottomette. Enrico I è il primo sovrano a portare il titolo di Re di Germania. A rinserrare le file di tutti i Franchi Occidentali e dei Visigoti sotto un unico sovrano ha certamente contribuito la terribile pressione degli Ungari, che dai loro insediamenti nella nostra Polonia spingono le loro incursioni fino alle porte di Atene.

920: Romano si fa incoronare co-Augusto d'occidente e, pur considerando Costantino VII il legittimo sovrano, lo relega ad un ruolo marginale.

922: i feudatari di Francia (la nostra Anatolia) si rivoltano contro Carlo III il Semplice, re di Francia, ed eleggono sovrano Roberto, conte di Angiò, della dinastia dei Robertingi. Questi cade però ucciso nella battaglia di Efeso, sconfitto dai sostenitori di Carlo III. Gli succede allora il genero Rodolfo, duca di Borgogna, che ha sposato sua figlia Emma, che sconfigge ed imprigiona nuovamente Carlo III; questi morirà in prigione nel 929. Luigi, figlio di Carlo III e della principessa sassone Eadgif, a sua volta figlia di Edoardo il Vecchio, viene portato in Scandinavia dalla madre per difenderlo da Rodolfo. Ugo, figlio di Roberto I detto poi il Grande, mantiene il controllo di Nicea e Rodolfo deve venire a patti con lui.

924, 17 luglio: muore re Edoardo il Vecchio di Scandinavia, gli succede il figlio Atelstano che inizia una politica di alleanze con i suoi vicini Serbi e Sloveni, abitanti nel territorio della nostra Germania.

926: conquista romana del Senegal settentrionale, l'impero arriva praticamente al confine diretto con il regno di Ghana. Simeone di Bulgaria tenta di istituire un patriarcato autonomo bulgaro che renderebbe la chiesa nazionale autocefala da Costantinopoli, ma la morte gli impedirà di realizzare il suo progetto.

927, 27 maggio: morte dello Zar Simeone di Bulgaria, gli succede il figlio Pietro I. Intanto una terribile carestia, dovuta ad un improvviso riscaldamento del clima, porta molti contadini italiani, galli, spagnoli e africani a cedere le loro terre ai grandi proprietari terrieri o ai conventi, che dispongono di grandi scorte di grano, e quindi riescono a superare la carestia. Le grandi famiglie patrizie accumulano in questo modo grandi patrimoni che usano per offrire protezioni più efficaci di quelle dell'imperatore ai contadini-soldati, conquistando così la loro fiducia. Nasce perciò un vero e proprio braccio di ferro tra i grandi proprietari terrieri e l'imperatore Romano I, che rischia di sfociare in conflitto aperto.

930: i capiclan sassoni in Islanda istituiscono l'Althing, il più antico parlamento del mondo tuttora esistente. Nascita della Repubblica d'Islanda.

932: nella battaglia di Riade, presso il fiume Sava, Enrico I l'Uccellatore infligge ai Magiari la prima seria sconfitta della loro storia. Il successo, ottenuto grazie ad un esercito composto dalle truppe di tutti i baroni tedeschi, consolida il potere di Enrico I ed il nascente Regno di Germania.

933: Marozia fa eleggere patriarca di Costantinopoli suo figlio Teofilatto, che è un docile strumento nelle sue mani. Da qui deriverà la leggenda della Patriarchessa Maria, una donna che si sarebbe travestita da uomo, sarebbe entrata in convento come monaco e poi avrebbe scalato tutti i gradini della Chiesa Ortodossa fino a diventare Patriarca; ma, scoperta, sarebbe stata giustiziata. In realtà la Patriarchessa è Marozia, che ha usurpato il potere temporale del Patriarca e fa il bello e il cattivo tempo a Bisanzio. Questo verrà ricordato come "il secolo ferreo del patriarcato".

934: stanco della contesa con le famiglie patrizie, nonostante il parere contrario di Costantino VII (che ha già 29 anni e morde il freno), Romano I promulga una legge con cui obbliga i latifondisti a restituire le proprietà ai contadini senza ricevere in cambio denaro, se la terra era stata acquistata pagando una somma inferiore alla metà del suo vero valore.

935: Harald Blåtand diventa re di Norvegia e crea un forte stato esteso dal golfo di Botnia al Mar Nero. Il suo soprannome Blåtand, letteralmente "Dente Azzurro", deriva in realtà dall'unione delle due parole norrene "blå", "di carnagione scura", e "tan", "grande uomo", ma Harald ama essere chiamato "Dente Azzurro" perchè, afferma, "un uomo di carnagione e capelli scuri come me in mezzo ai Gauti appare appunto come un dente azzurro in una dentiera candida". Influenzato dalla madre Thyre, fervente cattolica, Harald si converte al cattolicesimo, e con lui la maggior parte della nazione norrena.

936, 2 luglio: morte di Enrico I l'Uccellatore. Gli succede il figlio Ottone, che il sovrano ha avuto dalla regina Santa Matilde di Ringelheim, e che sarà detto il Grande, fondatore del Sacro Romano Impero. Muore anche il re di Francia Rodolfo; i partigiani di Carlo III richiamano in patria suo figlio, che è incoronato re con il nome di Luigi IV del Settentrione (essendo stato educato in Scandinavia); resterà però perennemente in conflitto con Ugo, che controlla la maggior parte del territorio del regno di Francia, e che verrà detto il Grande.

937: nella battaglia di Brunanburth, luogo oggi sconosciuto della penisola scandinava, Atelstano d'Inghilterra sconfigge duramente i Normanni del Gothelaw che gli si erano ribellati.

938: Alberico II fa imprigionare la madre Marozia, poi strangolata in carcere, e diventa nuovo padrone della città di Costantinopoli.

939, 27 ottobre: morte di Atelstano, siccome non ha figli gli succede il fratellastro Edmondo I. Subito deve affrontare gravi minacce militari: re Radoslavo VI di Serbia attacca il Kent (la nostra Danimarca) e conquista quello che noi chiamiamo Schleswig. Edmondo nomina San Dunstano arcivescovo dell'abbazia di Glastonsbury, presso la nostra Göteborg.

940: Romano I doma una rivolta dei Mauri, ed intanto affronta gli Ungari che spingevano gli Slovacchi e i Croati contro il confine imperiale, ma incassa da loro due secche sconfitte.

942: morte di Radoslavo VI di Serbia, Edmondo d'Inghilterra riconquista il Kent meridionale.

944: Costantino VII riesce finalmente ad esautorare Romano I, sfruttando il malcontento causato dai rovesci contro gli Ungari, e a farlo rinchiudere in convento. A 39 anni può così diventare l'effettivo sovrano dell'Occidente (meglio tardi che mai). Subito emana un editto che ordina l'immediata restituzione delle terre sottratte dai potenti ai contadini liberi senza nessun indennizzo. Il sovrano ha fama di persona molto colta, tanto che gli si attribuisce la scrittura di un trattato di agraria.

945: Luigi IV di Francia è catturato dai Normanni e consegnato ad Ugo il Grande, ma Ottone I lo fa liberare in cambio del controllo dell'isola di Lesbo. Il re d'Inghilterra Edmondo firma un trattato di amicizia e di mutua assistenza militare con il nuovo re di Serbia, Prosigoj II.

946, 26 maggio: morte di Edmondo, assassinato da un ladro di gioielli. Sul trono di Scandinavia gli succede il fratello Edredo, uomo molto religioso ma purtroppo sempre in cattiva salute.

952: Ottone I di Germania cala in Grecia e conquista la Tessaglia, quindi sposa Adelaide, che Berengario di Larissa aveva costretto al matrimonio con il proprio figlio Adalberto, e avanza pretese sul Regno di Grecia.

954: alla morte di Luigi XIV di Francia gli succede il figlio Lotario, ancora minorenne, da lui avuto da Gerberga, sorella di Ottone I il Grande. Ugo riconosce il titolo reale di Lotario solo dopo che Gerberga gli ha riconosciuto il possesso della Borgogna (la nostra Cilicia), dell'Armenia e della Mesopotamia settentrionale.

955, 10 agosto: Battaglia di Lechfeld, con cui Ottone I di Germania sbaraglia le orde ungare e pone fine per sempre alla loro avanzata verso sud. Insieme ad Ottone I combattono anche Corrado il Rosso di Franconia e Boleslao I, re slavo di Cechia. 23 novembre: alla morte di re Edredo, sul trono d'Inghilterra gli succede il nipote Edvingo, figlio di Edmondo I, di soli 16 anni. Questi entra subito in conflitto con San Dunstano per via dei suoi costumi licenziosi. Secondo la leggenda, Dunstano lo sorprende ad amoreggiare con una nobildonna di nome Etelgive, nonostante sia già sposato; infuriato, lo apostrofa duramente davanti a tutti i nobili, accusandolo di adulterio. Edvingo inghiotte amaro ma poi, incitato da Etelgive, lo insegue e saccheggia il monastero il monastero di Glastonbury. San Dunstano riesce a fuggire via mare e a mettersi in salvo in Britannia, ma Edvingo pronuncia contro di lui una condanna a morte in contumacia.

956, 6 giugno: morte di Ugo il Grande, a capo della casata dei Robertingi gli succede il figlio Ugo Capeto, che dimostrerà un'incredibile energia. I suoi detrattori (ci crederà anche Dante Alighieri) mettono in giro la voce che la madre, Beatrice di Vermandois, lo ha avuto in realtà da un beccaio.

957: Berengario II si ribella alla supremazia di Ottone I, così questi invia suo figlio Litolfo a stringere d'assedio la fortezza dell'isola di Andro, dove Berengario si è rinchiuso. Il re di Grecia è costretto ad arrendersi, ma riesce a trattare condizioni di pace non troppo sfavorevoli per lui. Anche lo Zar dei Bulgari Pietro I riconosce la supremazia di Ottone I il Grande.

958: l'arcivescovo di Canterbury Oddone, che non ha perdonato a re Edvingo di aver esiliato San Dunstano, aizza contro di lui la nobiltà sassone che elegge come re il fratello di lui, Edgardo. Edvingo è sconfitto da questi a Gloucester ed è costretto a dividere il regno con il fratello: Edvingo regna su Kent e Wessex, a occidente, mentre Edgardo governa il resto della nazione sassone a oriente.

959: muore Costantino VII e gli succede sul trono d'occidente il figlio Romano II. Il nuovo sovrano ha solo vent'anni e si dimostra inetto, corrotto e del tutto disinteressato alle questioni di governo. Le vere responsabilità dello stato sono in mano al generale Vittorio, che prosegue le campagne contro gli Ungari, e all'ammiraglio greco Giovanni Zimiscè che infligge dure sconfitte ai pirati saraceni, scacciandoli tra l'altro da Ostia che avevano occupato per saccheggiare Roma. Muore anche Edvingo, e così Edgardo riunifica nelle sue mani l'Eptarchia Sassone. Subito Edgardo richiama San Dunstano dall'esilio in Britannia, lo nomina arcivescovo di Canterbury e lo fa suo consigliere personale. San Dunstano dà vita ad una grandiosa riforma del monachesimo e compila le "Cronache Anglosassoni", preziosa fonte sulla storia della Scandinavia.

960: Erik il Rosso, capoclan norvegese, è esiliato per aver commesso un omicidio, e così viaggia via terra verso oriente, superando per primo gli Urali e fondando il primo insediamento normanno stabile in Asia.

961: Litolfo muore avvelenato. Ottone I accusa Berengario e cala di nuovo in Grecia, stringendo d'assedio la capitale Tebe. Berengario, non avendo forze sufficienti per difendere la città, decide di asserragliarsi con il figlio Adalberto nell'imprendibile fortezze dell'isola di Milo, nelle Cicladi, probabilmente sperando in qualche rovesciamento della sorte. Presa per fame la fortezza, il generoso imperatore Ottone I fa salva la vita a Berengario, portato prigioniero in Germania, mentre Adalberto riesce a fuggire.

962, 2 febbraio: Ottone I il Grande si reca a Costantinopoli, caduta nell'anarchia dopo la morte di Alberico II, e vi viene incoronato Basileus dal patriarca Polieuto. Nascita formale del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Ottone emana un atto, il cosiddetto Privilegio Ottoniano, in cui si arroga il diritto di scegliere e confermare il patriarca bizantino a lui più gradito.

In giallo, il Sacro Romano Impero di Ottone I il Grande

963: Romano II muore all'età di soli 24 anni: secondo alcuni dietro la sua morte vi sarebbe la mano della moglie Teofano, che subito dopo sposa il generale Vittorio e lo convince a marciare su Roma, dove il corrotto Papa Giovanni XII lo incorona imperatore, usurpando i diritti dei figli minori di Romano II, Bartolomeo e Costantino. Intanto Ottone I sconfigge Mieszko I, capo dei Polacchi (stanziati nelle nostre Slovacchia ed Ungheria), e lo costringe a pagargli un pesante tributo.

965: i normanni di Harald Dente Azzurro occupano Itil, distruggendo il khanato dei Cazari ed annettendo gran parte del suo territorio. Molti Cazari fuggono verso Rutenia, Germania e Francia, costituendo una minoranza ebraica significativa della loro popolazione.

966: Mieszko I si proclama primo principe dei Polacchi e fonda la dinastia dei Piasti; questo popolo, a differenza della nostra Timeline, occupa le nostre Ungheria e Slovacchia, ed è acerrimo nemico degli Ungari. Intanto l'imperatore d'occidente Vittorio II invade la Britannia approfittando della debolezza dovuta alla sua disintegrazione politica e ne conquista la parte meridionale, ma non sarà una conquista duratura.

969: a causa dell'introduzione di tasse elevate e della svalutazione della moneta per far fronte agli ingenti costi delle sue campagne militari, Vittorio II vede annullata la sua popolarità, e qua e là nell'impero cominciano a scoppiare rivolte contro di lui. Sua moglie Teofano ordisce allora una cospirazione con l'amante Giovanni Zimiscè, e Vittorio II viene assassinato nella sua camera da letto di castel Sant'Angelo, dove aveva trasferito la sua residenza, non sentendosi più sicuro nel Palatino. Alla sua morte la sua famiglia insorge a sua volta. ma la rivolta è repressa duramente da Giovanni Zimiscé, che viene incoronato imperatore. Per legittimare il proprio potere, questi sposa la sorella di Romano II e si associa al trono i suoi figli Sebastiano e Costantino.

970: Alla morte del patriarca Polieuto, a Costantinopoli viene eletto in autonomia un nuovo Patriarca che prende il nome di Benedetto il Grammatico. Ottone, offeso perchè il Privilegio Ottoniano è stato ignorato, muove verso la città e la prende per fame bloccandone le vie d'accesso. Subito Benedetto è deposto e Ottone I nomina patriarca Giovanni, dopo di che lascia la città. Intanto gli stati della Britannia meridionale si rivoltano contro l'imperatore d'occidente Giovanni I, che deve compiere contro di loro nuove spedizioni militari.

971: Giovanni muore dopo solo un anno di patriarcato; stavolta gli abitanti di Costantinopoli, rispettando il Privilegio Ottoniano, mandano un'ambasceria in Germania perchè l'Imperatore scelga il nuovo Patriarca. Ottone I nomina Basilio I Scamandreno; ma i costantinopolitani, che non lo hanno mai amato, lo depongono subito. Ottone è costretto ancora una volta a muovere con il suo esercito e a invadere la città. Il capo dei rivoltosi, un nobile di nome Giovanni, viene catturato e appeso per i capelli sulla statua equestre dell'Imperatore Costantino. La vigilia di Natale Ottone I è raggiunto a Costantinopoli dal figlio diciottenne Ottone II, che viene associato al trono e subito incoronato imperatore da Basilio I Scamandreno.

972: Ottone II sposa la principessa Teodora, nipote dell'imperatore d'occidente Giovanni I. Con questa mossa, Ottone I il Grande mira alla riunificazione dei due imperi. "Pace Perpetua" firmata da Ottone I e da Giovanni I, che riconoscono i rispettivi titoli imperiali.

973, 7 maggio: Ottone I il Grande muore per un'intossicazione alimentare. Gli succede il figlio Ottone II. Intanto gli Ziriti, vassalli dei Fatimidi, prendono il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, e da lì compiono frequenti incursioni piratesche sulle coste del Mediterraneo in mano ai cristiani (i famosi "pirati saraceni").

975, 8 luglio: morte di Edgardo d'Inghilterra, detto il Pacifico. Gli succede il figlio Edoardo. Elfrida, seconda moglie di Edgardo, contesta l'elezione, sostenendo che il marito avrebbe lasciato il regno al proprio figlio Etelredo, ma i baroni sassoni confermano Edoardo sul trono.

976, 10 gennaio: l'imperatore Giovanni I Zimiscè muore, ufficialmente di tifo, ma molto probabilmente avvelenato per ordine dell'energico figlio di Romano II, Sebastiano, che ha diciotto anni e sale al trono con il nome di Sebastiano II, facendosi incoronare solennemente dal papa Benedetto VII. Questo sovrano, uno dei più grandi della millenaria storia di Roma, verrà anche ricordato come uno dei più misogini, visto che sarà uno dei pochi a non sposarsi mai. Intanto in oriente Ottone II deve affrontare una ribellione guidata da suo cugino Enrico II, duca di Dacia, e i continui contrasti con il regno di Norvegia guidato da Harald Dente Azzurro.

977: Bardas Sclero, generale dell'esercito romano di origini slovacche, viene acclamato imperatore dalle sue truppe contro Sebastiano II, prendendo il controllo di tuta l'Italia settentrionale. Sconfitto da Sebastiano II, Bardas si rifugia presso il Khan degli Ungari.

978: i monasteri inglesi stanno subendo continui attacchi da parte dei nobili, che vogliono impossessarsi dei loro beni e delle loro terre, essendo in corso una grave carestia. Il re Edoardo e San Dustano tuttavia si levano a favore della Chiesa e dei monasteri, per cui alcuni nobili si alleano per eliminare Edoardo a favore del fratello Etelredo. Il 18 Marzo il re Edoardo sta partecipando a una battuta di caccia con i suoi cani vicino a Wareham in Dorset, quando decide di andare a trovare suo fratello minore Etelredo, che vive con la madre Elfrida nel castello di Wareham. Separatosi dagli altri, va da solo nel castello; Elfrida gli offre una tazza di idromele, e mentre beve è accoltellato alle spalle da un killer della regina; Etelredo, che all'epoca ha solo 10 anni, verrà scagionato completamente; comunque i nobili ostili a Edoardo lo innalzano subito al trono, sotto la reggenza di Elfrida.

979: vano tentativo di Lotario di Francia di conquistare la città di Costantinopoli ed il suo territorio: Ottone II lo respinge duramente.

982: Ottone II tenta di conquistare il Peloponneso, che appartiene all'impero romano d'occidente, ma incassa una sconfitta a Patrasso e decide di ritirarsi. Sebastiano II, incassata questa vittoria, si sposta in Britannia per ricondurre i propri possedimenti sull'isola sotto il proprio controllo.

983, 7 dicembre: Ottone II muore improvvisamente a soli 28 anni, in seguito a un attacco di malaria. Gli succede il figlio Ottone III, che ha solo tre anni, sotto la reggenza della madre Teodora.

985: Sven Tveskæg ("Barba Forcuta"), figlio di Harald Dente Azzurro, elimina il padre in una congiura e diventa re di Norvegia. Intanto Samuele, re del Galles meridionale, infligge a Sebastiano II una cocentissima sconfitta presso Cardiff, dopo averlo attirato in un'imboscata, e lo scaccia dal Galles. Sebastiano II, che ha perso in questa battaglia il suo migliore amico, giura che i Britanni pagheranno con il sangue la loro momentanea vittoria; e la storia gli darà ragione.

986: morte di Lotario di Francia, gli succede il figlio Luigi V detto il Fannullone. Questi muore poco dopo senza aver mai regnato effettivamente, e così i Grandi del Regno si radunano a Nicomedia e decidono di offrire la corona ad Ugo Capeto, che inizia la nuova dinastia dei Capetingi. Subito egli si associa al trono il figlio Roberto II, onde prevenire ulteriori cambi di dinastia. Tutti i successivi re di Francia, escluso Napoleone, saranno discendenti diretti di Ugo Capeto.

987: Bardas Sclero decide di riprovarci, approfittando della momentanea debolezza dell'impero d'occidente in seguito alla sconfitta di Cardiff, e raduna un grande esercito di Ungari, promettendo loro la Gallia se riuscirà a diventare Augusto. Sebastiano II si trova in grave pericolo, ma trova un alleato insperato nell'imperatore di Ghana Kaya Dyabe Cisse, con il quale ha intrattenuto rapporti epistolari. Questi è convinto che, in caso di caduta dell'impero romano, gli Arabi giungeranno, conquisteranno l'impero di Wagadou e costringeranno tutti i cittadini, che in questa Timeline sono cristiani cattolici, a convertirsi all'Islam. Manda così un imponente esercito di 80.000 uomini in sostegno del suo amico ed alleato. Grazie all'aiuto dei valorosi guerrieri di pelle nera, Sebastiano II schiaccia Bardas Sclero a Verona, lo uccide in battaglia e rende tributari gli Ungari, costringendoli a convertirsi al cattolicesimo. Molti soldati ghanesi restano come ausiliari a combattere nelle file romane; molti sposano donne europee, e danno vita ad una prima popolazione meticcia in Europa. Il paese di Piana degli Africani in Sicilia porta traccia proprio di questa prima colonizzazione.

988, 19 maggio: morte di San Dunstano. Muore Teodora, la reggenza di Ottone III passa alla nonna Adelaide di Borgogna. Intanto Vladimiro, figlio illegittimo di Sviatoslavo I, unifica i Ruteni orientali e i Ruteni occidentali in un unico stato, sposa la principessa Anna, sorella di Ugo Capeto, e si converte insieme a tutto il suo popolo al cristianesimo ortodosso (invece tutti gli altri slavi, e cioè serbi, croati, sloveni, cechi, slovacchi e polacchi, in questa Timeline si sono convertiti al cattolicesimo).

990: pellegrinaggio a Roma dell'imperatore di Ghana Kaya Dyabe Cisse, accolto da Sebastiano II con tutti gli onori.

991: Etelredo II è attaccato da un'imponente flotta normanna comandata da Olaf Trygvasson, un norvegese con l'ambizione di rendere il Gothelaw indipendente da Canterbury. Dopo aver subito la disastrosa sconfitta di Maldon, Etelredo arriva a patti con Olaf, che ritorna in Norvegia dietro versamento di un ingentissimo tributo. Intanto Etelredo II deve subire delle incursioni di pirati serbi, che cerca di scongiurare pagando in anticipo tributi ai capi corsari, come aveva già fatto Alfredo il Grande.

992: Sebastiano II sbarca di nuovo in Britannia e riporta tutta la parte meridionale dell'isola sotto il controllo romano, in quattro anni di spietate campagne militari.

993: Boleslao I Chrobry (l'Intrepido) succede al padre Mieszko I, si converte al cattolicesimo e riceve dall'imperatore Sebastiano II e dal Papa Giovanni XV il titolo di Re dei Polacchi.

994: da Sven Barba Forcuta e da Swietosława, figlia di Mieszko I re di Polonia, nasce Canuto (Knut), il più grande re di Norvegia anteriore all'invasione mongola.

995: Ottone III, che ha 15 anni, assume formalmente su di sé i poteri imperiali, entra a Costantinopoli dove, essendo morto da poco il patriarca Nicola II Crisoberge, nomina il suo successore nella persona di Sisinnio II. Ottone III ha appena lasciato Costantinopoli, quando la nobiltà cittadina, sotto la guida di Giovanni Crescenzio, depone Sisinnio ed insedia al suo posto il suo fantoccio Eustazio. Ottone III è allora costretto a lasciare la Germania, minacciata peraltro dagli eserciti dei ruteni, e ripiomba ad Alessandropoli dove Sisinnio II si è rifugiato. Arrivato a Roma, sconfigge Giovanni Crescenzio che si barrica nel palazzo reale.

996: Sebastiano II deve accorrere a Creta per difendere l'isola dagli attacchi degli Arabi; anche in questo caso risulta fondamentale l'apporto della flotta della Repubblica di Rodi, ormai formalmente indipendente da Roma ma sua alleata, anche se di religione ortodossa.

998: dopo un anno di assedio Giovanni Crescenzio capitola ed è condannato a morte. Ma anche Sisinnio II muore per un infarto, e Costantinopoli riprende a tumultuare. Allora l'imperatore rientra in città e fa eleggere Patriarca il proprio precettore Sergio II, con il quale dà il via all'ambizioso progetto della "Rinnovazione dell'Impero", cioè la restaurazione in toto dell'impero bizantino di Costantino il Grande (il che comporterebbe anche la conquista tutt'altro che facile della Francia). Per questo Ottone III trasferisce la capitale dell'impero a Costantinopoli, ed introduce il greco come lingua ufficiale al posto del tedesco, suscitando il malumore dei baroni. A Roma muore anche Papa Gregorio V; Sebastiano II fa allora eleggere a sua volta il proprio precettore, il monaco francese Gerbert di Aurillac, che assume il nome di Silvestro II ed ha la fama di persona dottissima: parla dieci lingue, compreso l'arabo, perchè in gioventù si è recato a Baghdad, travestito da musulmano, per studiare nella locale università. Ivi ha imparato l'uso delle cosiddette cifre arabe, ed infatti è lui l'artefice della loro diffusione nel mondo cristiano.

999: Leif Eriksson, figlio di Erik il Rosso, si spinge ancora più ad oriente del padre e, alla ricerca di nuovi insediamenti, giunge per primo in Cina, su cui regna la dinastia Sung. Arrivato fino alla città di He'nan, Leif apre per primo un'importantissima via commerciale tra Europa e Cina che aggira il blocco imposto dagli Arabi.

1000, 20 agosto: il principe magiaro Vajk ("eroe"), figlio del Khan Geza, della dinastia degli Arpad, converte definitivamente la nazione ungherese al cattolicesimo, riceve il nome di Stefano ed è investito dall'imperatore Sebastiano II e dal papa Silvestro II con il titolo di re d'Ungheria. La capitale è posta ad Esztergom (la nostra Cracovia, in latino Strigonio).

Se volete leggere la seconda parte dell'ucronia, cliccate qui.

William Riker

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Ed ecco l'esegesi che della prima parte di quest'ucronia ha fatto il grande *Bhrg'howidhHô(n-):

L'ucronia fin qui realizzata è, come sempre, un capolavoro di scienza, tant'è vero che come uniche osservazioni possibili a un osservatore esterno come me restano soltanto delle proposte alternative su punti totalmente opinabili quali appunto la disposizione territoriale delle singole stirpi germaniche, cioè minuzie che dipendono da fantasie personali. Procediamo punto per punto.

 

Riker ha scritto:

Nel 395 d.C. l'imperatore romano Teodosio il Grande divide l'impero tra i suoi figli Onorio e Arcadio, ma assegna ad Onorio l'Oriente e ad Arcadio l'Occidente.

*Bhrg'howidhHô(n-) risponde:

In effetti è un punto di divergenza del tutto credibile. È un'ucronia particolarmente interessante (tra le tantissime che pure lo sono)

 

Riker:

I Germani, spinti dagli Unni, invadono e distruggono non l'impero occidentale, ma quello orientale.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Anche questo è perlomeno concepibile e, fra l'altro, potrebbe essersi verificato anche con Onorio in Occidente e Arcadio in Oriente.

 

Riker:

I Visigoti occupano la Pannonia, gli Ostrogoti la Tracia, i Franchi l'Anatolia, gli Svevi l'Epiro, i Vandali l'Egitto; la Grecia e Costantinopoli restano ad Onorio, poi a Valentiniano III.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Ovviamente siamo nella fantastoria e non si può argomentare sulle collocazioni precise; d'altra parte, se cerchiamo una pur vaga simmetria tra Province, vedrei magari le Diocesi di lingua greca (Macedonia, Tracia, Asiana e Pontica) corrispondere alla Romània d'Occidente (Spagne, Gallie, Italie, Pannonia - quest'ultima appunto da riferire preferibilmente all'Occidente), in particolare - secondo la cronologia - la Macedonia all'Italia I, la Tracia all'Italia II (Costantinopoli a Ravenna.. no?), l'Asiana e la Pontica alle Spagne, le Mesie e l'anellenica Dacia alle Gallie e alle non romane Germanie.

È invece innegabile la simmetria tra Egitto e Africa; quindi:

HT: Vandali in Africa, Visigoti e Svevi nelle Spagne, Franchi nelle Gallie, Ostrogoti in Dalmazia (poi in Italia), Eruli in Italia

Ucronia: Vandali in Egitto, Visigoti e Svevi in Asiana e Pontica (gli Svevi nelle Armenie e nel Ponto Polemoniaco), Franchi nella Dacia e poi nelle Mesie, Eruli e poi Ostrogoti in Macedonia e Tracia.

Farei inoltre inghiottire agli Ostrogoti l'intera Grecia (in quanto Diocesi Macedonica), già prima di loro occupata dagli Eruli (fino a Costantinopoli, con le Province Rhodope ed Europa tolte alla Diocesi Tracia). Invece io lascerei in Longobardi per il momento ancora fuori dal Limes imperiale (tra il Danubio pannonico a Ovest e la Dacia "francone" a Est); il confine tra Pars Occidentis (come nella HT) e Ostrogoti corrisponderebbe più o meno allo stesso confine che attualmente divide Bosnia e Montenegro (e anticamente la Dalmazia dalla Praeualitana). Infine, allargherei i Visigoti alle Province di Paflagonia e Dios Pontus (praticamente la "cresta" settentrionale dell'Anatolia sulla costa del Mar Nero tranne il tratto più a Est, cioè il Ponto Polemoniaco), di Licia, Licaonia, Cappadocia, Isauria e Cilicia (quindi praticamente tutta l'Anatolia) tranne l'Armenia (I-II e Maior), che andrebbe agli Svevi.

Quanto poi a "Siagrio" (*Su-agrios "buon combattente" > Syagrius), il suo è un nome schiettamente celtico e l'unica area celtica nei confini dell'ex-Impero d'Oriente è quella di Durostoron / Silistria, per cui mi sentirei obbligato a collocarne il Regno in Moesia II e Scythia, cioè nell'attuale Bulgaria nordorientale lungo il Danubio e nella Dobrugia bulgara e romena lungo il Mar Nero.

Se esiste un minimo di vincolo "simmetrizzante", ai Burgundi spetterebbe un Regno entro i confini dell'Impero - d'Oriente - appetibile per i Franchi, anche se non esteso fino al Mare: lo vedrei nelle Province di Dacia Ripense e Dacia Mediterranea, cioè l'attuale Bulgaria occidentale (da Nord a Sud, inclusa Serdica = Sofija) estesa anche a Ni–s in Serbia nordorientale.

Diversamente, i Gepidi resterebbero al di fuori dei confini imperiali, quindi a Nord (fino al Dnestr) e a Nord-Est dei Franchi (fino al medio Dnepr). Per completezza, le attuali Cechia e Germania centromeridionale (ma sempre a Nord del Danubio) sarebbero rispettivamente dei Bavari e degli Alemanni. Ci sarebbe quindi una continuità germanica dai Sassoni (e, al loro Est/Sud-Est, dai Turingi) attraverso Alemanni e Bavari fino al confine di questi ultimi coi Longobardi (che includevano l'attuale Slovacchia occidentale) a da lì con la catena dei Germani in Oriente.

Ripeto: è solo una proposta personalissima.

 

I Germani in oriente, proposta di *Bhrg'howidhHô(n-)

 

Riker:

I Sasanidi ne approfittano per conquistare la Siria e la Palestina, raggiungendo lo sbocco sul Mediterraneo.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Qui comincia la parte in cui l'ucronia produce i suoi frutti (guerre tra Sâsânidi e Germani Orientali - "orientali" in senso germanistico)

 

Riker:

Nel 476 Odoacre depone Romolo Augustolo e si impossessa della Grecia e della capitale, mentre la dinastia teodosiana continua a regnare sull'Occidente, che perde solo la Britannia, la Rezia e il Norico ma tiene l'Africa e il confine sul Reno e sulle Alpi.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Forse non è detto che Ravenna perda le Britannie, le Rezie e il Norico.

 

Riker:

Successivamente l'imperatore d'occidente Zenone invia il goto Teodorico a conquistare Costantinopoli, gli ostrogoti passano in Grecia e lasciano la Tracia ai Bulgari, un resto dell'orda di Attila.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Secondo punto in cui l'ucronia produce un rompicapo: dallo schema simmetrico ci attenderemmo gli Ostrogoti appunto in Macedonia e Tracia e qui in effetti si avrebbe l'incontro coi Bulgari, ma la cronologia potrebbe richiedere prima le riconquiste giustinianee e poi lasciare ai Longobardi la questione bulgara (come nelle HT quella con gli Avari)

 

Riker:

Giustiniano, che ovviamente in questa Timeline regna da Roma, riconquista la Grecia, la Libia, l'Egitto, la Palestina e la Siria, ma alla sua morte i Longobardi rioccupano la Grecia, mentre i Franchi prendono Costantinopoli e ne fanno la loro capitale.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Se Costantinopoli = Ravenna, allora andrebbe ai Longobardi (Pavia potrebbe corrispondere a Tessalonica); i Franchi rimarrebbero in Dacia e nelle Mesie, con capitale relativamente vicina al Limes danubiano e a Sirmio (come Aquisgrana rispetto al Reno e a Treviri): proporrei Singidûnum (Belgrado)

 

Riker:

L'onda d'urto araba conquista Siria, Palestina, Persia, Egitto, Libia ed Africa ma non la Spagna, mentre i Franchi resistono vittoriosamente e tengono l'Anatolia.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Se non la Spagna, allora, per simmetria, l'Anatolia (eccettuato l'estremo Nord sulle coste del Mar Nero); gli assalti arabi a Costantinopoli si dirigono a Ravenna? (E' un po' strano, ma anche puntare a Costantinopoli senza l'Anatolia lo è stato, storicamente) In ogni caso, anche se Costantinopoli non è più capitale (i re longobardi sarebbero a Tessalonica; Costantinopoli sarebbe in mano agli Imperatori d'Occidente e residenza del Patriarca), è chiaro che il peso dell'urto con gli Arabi non arriva a raggiungere i Franchi se prima non passa dai Longobardi di Tracia (propriamente della Provincia di Europa).

Ai Franchi toccherebbe invece lo spinoso rapporto coi Bulgari (cui i Longobardi lasciano le Province di Tracia e Monte Emo, come nella HT la Pannonia agli Avari)

 

Riker:

Carlo Magno regnerà da Costantinopoli e ricostruirà l'impero d'oriente senza Siria ed Egitto, ma allargato alla Dacia e al khanato degli Avari.

*Bhrg'howidhHô(n-):

E' possibile lasciare Pipino e Carlo a Singidûnum e far conquistare al secondo il regno longobardo di Macedonia e Tracia (con costituzione da parte del primo di un Patrimonio Patriarcale a Costantinopoli, dove Carlo sarebbe incoronato Sacro Romeo Imperatore)

 

Riker:

Il tedesco sostituisce il greco, non il latino, e si formano lingue volgari miste di elementi germanici e greci, mentre il latino resta l'unica lingua dell'occidente che è rimasto unito...

*Bhrg'howidhHô(n-):

La germanizzazione è pronta - come nella HT nelle Germanie imperiali - al confine della Germanità reale al momento del punto di divergenza: le Mesie. Come le Alpi tra Germania e Romània, la catena dei Balcani potrebbe col tempo segnare grosso modo la linea di confine tra Germania e Romea (di lingua greca).
Curiosamente, il greco finisce per ridursi territorialmente come è avvenuto nella storia reale e allo stesso modo il latino, pur nell'epocale cambiamento (ma forse più apparente che reale) costituito dal mantenimento dell'Impero, perde l'Africa ma non il resto della Romània.

Si può speculare sul successivo ruolo dei Turchi (storicamente i principali affossatori del greco), ma verosimilmente non si spingeranno fino all'Occidente latino, piuttosto si concentreranno sul Patriarcato greco di Costantinopoli.

Il cambiamento complessivamente più significativo mi sembra la persistenza della grande Germania tardoantica (dal Mare del Nord al Mar Nero) e la mancata slavizzazione, ma non abbiamo toccato le vicende degli Avari. E' pensabile che il baricentro della germanità si sposti a Oriente e che quindi la slavizzazione, sempre con epicentro dalla Pannonia, si diriga verso Occidente, in prîmîs - come storicamente - attraverso il Norico e presumibilmente l'Istria e la Venezia, con verosimile pressione su Ravenna come nella HT su Costantinopoli, in ogni caso dall'Elba al Reno, poi forse verso le Rezie e le Gallie.

*Bhrg'howidhHô(n-)

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Questo è invece il parere di Perché No?:

Mi piace questa tua idea, però vorrei darti la mia opinione. Mi sembra buona la tua idea di stanziare i Franchi in Dacia, cosi i futuri Francesi conservano il loro paese aperto al resto dell'Europa e un paese di cultura latina senza il quale non si potrebbe parlare di Francia, il regno franco dovrebbe secondo me avere la Tracia per rimanere una potenza mediterranea. I Visigoti vanno meglio in Asia Minore, diventano poi Spagnoli e lottano per riconquistare la zona contro le invasioni turche (i Selgiuchidi al posto degli Almoravidi e Almohadi).

Però il campo simmetrizzante ha i suoi limiti, per esempio non ci saranno mai le guerre franco-inglesi. nello stesso senso non penso che si deve fare evolvere l'impero occidentale come l'impero bizantino. perché, un impero di cultura latina non potrà diventare la stessa cosa che fu l'impero greco. La cultura latina sarà più centrata sui poteri universali ma con maggiori tensioni tra impero e Roma. L'Occidente non sarebbe feudale, non avrà lo stesso sviluppo, dopo la fine della dinastia teodosiana non si deve esitare a inventare imperatori e dinastie prese nei paesi più sviluppati, Gallia e Germania, e si deve tenere conto dell'alta probabilità di una guerra con la Britannia (che potrebbe conquistare l'Occidente). Secondo me questa grande ucronia merita un altrettanto grande sforzo di immaginazione.

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Ed ecco la replica di William Riker:

Sì, caro Perchè No?, la simmetrizzazione sarebbe migliore mettendo i Franchi in Dacia e i Visigoti in Spagna, ma questa scelta mi permette di "rompere la simmetria", per una volta: per esempio i Turchi non conquistano mai l'Anatolia, Costantinopoli (alias i franchi) respinge il loro assalto come fece Vienna nel 1683. Però, scherzando ovviamente, le guerre anglo-francesi ci possono essere benissimo. Qui i Sassoni, cacciati dalla Britannia da Aurelio Uterio e da re Artù, migrano in Scandinavia dove fondano l'Eptarchia. I Geati di Beowulf di conseguenza sono costretti a fuggire in Finlandia, scacciandone i Finni. Quando ci sarà la controffensiva dei Geati, che provocherà le invasioni vichinghe, dove potranno migrare i profughi dell'eptarchia? Non in Britannia, né nell'Impero romano d'occidente. Ma verso sud, verso le pianure dell'Ucraina, dove fonderanno la terra degli Angli, con capitale Kiev. E quale potrebbe essere la direttiva di espansione dell'Inghilterra, se non le terre dei franchi nella Dacia?

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C'è anche il contributo di Edoardo Secco:

Vi invio una mia personalissima rilettura di quest'ucronia, che si riallaccia per certi versi a quanto proposto da *Bhrg'howidhHô(n-), e giunge alle estreme conseguenze simmetriche: ambientare nei Balcani e in Anatolia l'intera Europa occidentale (si riferisce all'epoca attuale; non ho disegnato i vari Liechtenstein, Andorra, Principato di Monaco). Si tratta solo una mappa costruita a tavolino cercando di rispettare i confini HL; inoltre i confini stessi sono tracciati senza tenere conto della geografia (fiumi, montagne...)

I Germani in Oriente secondo Edoardo Secco

Degna di nota è l'idea di Basileus TFT:

Gli Slavi verso il 600 occuparono i territori lasciati vuoti dai germani, quindi evitarono la Pannonia, brulicante di Germani, giunsero in Polonia e poi in Moravia, prendendo la via del Danubio e scendendo verso sud, fino all'attuale Serbia e poi ancora oltre, sterminando o assimilando i popoli locali.

Cosa succede se gli slavi decidono di non andare a sud ma di continuare la loro marcia verso occidente, verso le attuali Polonia e Austria e quindi successivamente Germania ed Italia?

Come riusciranno a resistere le popolazioni locali? Quali cambiamenti vedremo per l'Italia Longobarda e la Germania?

Bisanzio, senza la pressione degli slavi a nord, potrà concentrarsi meglio ad Oriente? Senza dover cedere la Croazia e la Dalmazia, nonché abbandonare tutto il nord dei balcani, come manterrà il controllo della regione? Delegherà il potere a duchi locali o manterrà un carattere centralizzato?

Come si sviluppano le vite dei popoli imperiali dei Daci, Traci, Illiri, Dalmati, Macedoni e Greci senza che gli slavi ne sterminino buona parte?

Come si svilupperà il rapporto fra l'ortodossia e gli Slavi?

Ed ecco una cartina di un 2010 con gli Slavi ad Occidente. In viola abbiamo la Grecia. In arancione la Tracia. in verde acqua la Dalmazia. In blu-grigio l'Illiria. in rosso la Dacia. In marrone la Bulgaria. In giallo la Croazia. In azzurrino la Bosnia-Erzegovina. In verde-blu la Serbia. In viola acceso il Kosovo. In bordeaux la Slovenia. In verde pisello il Montenegro. In giallo chiaro l'Italia o Repubblica Fiorentina o repubblica Romana, dipende dalla timeline. In blu la Sassonia. In verde acceso la Polonia (cliccare per ingrandire). Che ne dite?

Gli Slavi ad Occidente (grazie a Basileus TFT): cliccare per ingrandire

Infine, ecco la proposta di Massimiliano Paleari:

Storicamente il "blocco" slavo dell'Europa Orientale è stato separato in due grandi tronconi dal "cuneo" magiaro (e prima unno e avaro) insediatosi nella pianura pannonica. Parliamo così di Slavi del Nord (Cechi, Boemi, Moravi, Slovacchi, Polacchi, Lusazi etc..) e di Slavi del Sud (Sloveni, Croati, Bosniaci, Serbi, Macedoni, Bulgari).

Ma se tale cuneo non si fosse determinato, oppure se gli Ungari fossero stati assimilati linguisticamente (come accaduto ad esempio ai Bulgari o alle popolazioni romanze dell'Illiria), avremmo avuto sostanzialmente un grande blocco slavo senza soluzione di continuità dal Baltico all'Egeo.

Quali conseguenze avremmo avuto? Si sarebbe determinata ugualmente la separazione tra Slavia del Nord e del Sud? Il processo di differenziazione linguistica tra i vari gruppi slavi sarebbe stato meno accentuato? E sul piano politico? Su quello culturale? Il sentimento di appartenenza ad una "grande comunità" panslava avrebbe portato forse a qualche fenomeno aggregativo imperiale a "regia" slavo occidentale? La "Rus" in questo contesto avrebbe giocato un ruolo secondario?

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Gli risponde *Bhrg'howidhHô(n-) in forma interlineare:

Massimiliano Paleari:

Storicamente il "blocco" slavo dell'Europa Orientale è stato separato in due grandi tronconi dal "cuneo" magiaro (e prima unno e avaro) insediatosi nella pianura pannonica.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Naturalmente, in Pannonia gli Unni hanno preceduto (indirettamente) gli Avari e questi (sempre indirettamente) i Magiari. Ovviamente, "cuneo" si riferisce solo a questi ultimi, perché un continuum slavo (come lo intendiamo dal VI. secolo in poi) non esisteva prima degli Avari.

 

Massimiliano Paleari:

Parliamo così di Slavi del Nord (Cechi, Boemi, Moravi,

*Bhrg'howidhHô(n-):

Infatti (con la scontata precisazione che l'elenco è in modalità 'esplicativa': i Cechi sono, più particolarmente, i Boemi e i Moravi).

 

Massimiliano Paleari: Slovacchi, Polacchi, Lusazi etc..) e di Slavi del Sud (Sloveni, Croati, Bosniaci, Serbi,  Macedoni, Bulgari). Ma se tale cuneo non si fosse determinato, oppure se gli Ungari fossero stati assimilati linguisticamente (come accaduto ad esempio ai Bulgari o alle popolazioni romanze dell'Illiria),

*Bhrg'howidhHô(n-):

Infatti sarebbero stati assimilati se non avesse avuto luogo (probabilmente proprio in funzione antislavobizantina) la Conversione dell'élite dei Magiari al Cristianesimo, con conseguente assimilazione della popolazione locale sia slava sia romanza (nonché forse ancora germanica e preromana).

 

Massimiliano Paleari:

Avremmo avuto sostanzialmente un grande blocco slavo senza soluzione di continuità dal Baltico all'Egeo.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Giusto, anche se la rottura della continuità è avvenuta non solo per l'Ungheria, ma anche per i Principati Romeni (che hanno assimilato anche consistenti presenze slave rurali, almeno tanto quanto in Ungheria) e per l'Austria, che dal punto di vista cronologico ha terminato l'assorbimento degli Slavi ("terminato" ovviamente non in assoluto, dato che questi ci sono ancora, ma soltanto in quanto ha raggiunto il 'contatto' territoriale con gli Ungheresi) dopo la nascita dell'Ungheria, per cui la fine del continuum ha avuto luogo in Austria...

 

Massimiliano Paleari:

Quali conseguenze avremmo avuto?

*Bhrg'howidhHô(n-):

In prima approssimazione, una Croazia più grande, teoricamente quasi quanto l'Ungheria storica.

 

Massimiliano Paleari:

Si sarebbe determinata ugualmente la separazione tra Slavia del Nord e del Sud?

*Bhrg'howidhHô(n-):

Se consideriamo la separazione per quello che è - geografica - allora per definizione no; se invece la consideriamo al livello linguistico, a rigore la separazione della Slavia è in tre gruppi, occidentale orientale e meridionale: la separazione tra Slavia Occidentale e Orientale si è identificata con la faglia religiosa cattolico-ortodossa, quella tra Slavia Occidentale e Meridionale preesisteva ai Magiari e quella tra Slavia Orientale e Meridionale è dovuta a Greci, Romeni e Turchi (in ordine cronologico), in ogni caso indipendentemente dai Magiari. Direi quindi che la separazione a livello linguistico ci sarebbe stata lo stesso.

 

Massimiliano Paleari:

Il processo di differenziazione linguistica tra i vari gruppi slavi sarebbe stato meno accentuato?

*Bhrg'howidhHô(n-):

A livello lessicale, inevitabilmente, sì, perché è almeno in parte dovuta a fattori geografici (differenziazione delle tribù indoeuropee a prescindere dalle dinamiche centripete che hanno creato la Slavità) e in parte a fatti storici indipendenti (azione dei sostrati preslavi sullo slavo meridionale). A livello fonologico forse anche, perché le massime differenze (antiche) sono tra slavo occidentale e gli altri due gruppi, quindi, siccome tra slavo occidentale e orientale sono emerse nonostante la totale continuità territoriale, allora è
prevedibile - e in alcuni casi lo si verifica fattualmente per il periodo premagiaro - che sarebbero insorte anche senza gli Ungari.

 

Massimiliano Paleari:

E sul piano politico?

*Bhrg'howidhHô(n-):

Il Medioevo Slavo si può riassumere come rapporto tra lo sviluppo di singole tribù slave fino a creare Regni e Imperi (Rus', Grande Moravia, Bulgari, Serbo, Polonia-Lituania) e l'azione dei due grandi Imperi di tradizione romana (Bisanzio e il Sacro Romano Impero); l'Ungheria ha egemonizzato l'area danubiano-carpatica tra Moravia, Polonia, Rus', Principati Danubiani, Serbia, Croazia e Carantania: se non ci fosse stata l'Ungheria, quasi sicuramente la Moravia e la Croazia sarebbero rimaste confinanti.

 

Massimiliano Paleari:

Su quello culturale?

*Bhrg'howidhHô(n-):

La grande divisione intraslava è tra Cattolicesimo e Ortodossia, quindi temo che purtroppo ci sarebbe stata tale e quale (lo stesso 'invito' ai Magiari è nato nel contesto della rivalità franco-bizantina che in sèguito ha portato alle scomuniche reciproche del 1054).

 

Massimiliano Paleari:

Il sentimento di appartenenza ad una "grande comunità" panslava avrebbe portato forse a qualche fenomeno aggregativo imperiale a "regia" slavo occidentale?

*Bhrg'howidhHô(n-):

Questo sarebbe possibile - credo - solo senza un Sacro Romano Impero a guida tedesca; ancora più in generale, però, ho idea che l'unità delle grandi Classi linguistiche europee (nel Medioevo prese in considerazione perlopù limitatamente a Romani, Tedeschi, Schiavoni e Romei) si sarebbe realizzata solo a quattro (come sognava, per esempio, Ottone III.) e non per ciascuna (perché non c'era posto duraturo per quattro Imperi, appunto Latino, Tedesco, Slavo e Greco e se uno dei quattro era destinato a essere abortito ho paura che toccasse proprio a quello slavo, per banale svantaggio nello sviluppo precedentemente tesaurizzato di strutture imperiali)

 

Massimiliano Paleari:

La "Rus" in questo contesto avrebbe giocato un ruolo secondario?

*Bhrg'howidhHô(n-):

A questo punto e a quel tempo forse sì, tant'è vero che la sua realizzazione imperiale si è avuta con la Moscovia quando ha assorbito le Entità politiche eurasiatiche che avevano finito per dominare gli eredi della Rus'.

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Interviene a questo punto Alessio Mammarella:

Mi ha colpito questo passo che ho letto in un articolo: « Con il Nazionalismo si produce – cosa più rilevante – una spaccatura tra democrazia e sentimento nazionale, con l’emergere della convinzione che la prima sia d’ostacolo al secondo. » Stando a questa concezione antidemocratica del nazionalismo, la libertà è un rischio per la sicurezza della nazione, e compito della cittadinanza è dare la caccia ai traditori, ai nemici interni, alle quinte colonne. Il tutto è condito da una mistica che nutre sentimenti di vittimismo storico (riassumibili nella frase “un tempo eravamo un grande paese, ora siamo ridotti a non contare nulla” >> Mi sembra esattamente il sentimento opposto rispetto ai paesi dell'Europa occidentale dove casomai *è il sentimento nazionale che viene visto come ostacolo alla democrazia* (es. freddezza verso festività esclusivamente "nazionali", verso il mondo militare, memoria di conflitti combattuti contro nazioni vicine). Si pensi per esempio al fatto che volendo considerare la I Guerra Mondiale come *una guerra civile europea* è diventato inopportuno festeggiarne la vittoria, in quei paesi che effettivamente risultarono vincitori. Oppure al fatto che i festeggiamenti per la vittoria degli Alleati l'8 maggio è stata soppressa e sostituita, il giorno seguente, dalla "festa dell'Europa".

Se una "mistica" c'è, essa è diametralmente opposta a quella che si vede a est: in luogo di un vittimismo storico c'è uno storico senso di colpa centrato su un passato di tirannia oppure sugli orrori del colonialismo.

L'Italia ha la "fortuna" di potersi auto-flagellare per ambedue i motivi, il fascismo e le controverse azioni del periodo coloniale. E non sono questioni colte, discusse nei circoli culturali e accademici: in Italia è un discorso quotidiano e "da bar" il ritorno del fascismo, esattamente come in Polonia si parla del pericolo di una invasione russa.

Ora, nella UE ci sono già due importanti linee di faglia: - la prima, istituzionale, è quella tra i paesi che fanno parte dell'Unione Monetaria (e la cui appartenenza al consorzio europeo è irreversibile, a meno di eventi finanziari apocalittici) e quelli che invece, avendo ancora una loro valuta nazionale, potrebbero in linea teorica abbracciare la scelta britannica; - la seconda linea di faglia è quella economica, tra paesi con un reddito al di sopra della media, essenzialmente quelli del nordovest, e i paesi meno sviluppati dell'est ma anche del sud.

Se a queste due aggiungiamo anche il diverso tipo di sentimento nazionale, le differenze tra un paese come il Belgio (utilizzatore dell'euro, benestante, urbanizzato e multiculturale) e uno come la Polonia (senza euro, dotato di aree rurali molto povere, nazionalista e militarista) diventano davvero parecchie.

*La domanda sorge spontanea*, come diceva tanti anni fa il simpatico Antonio Lubrano: la UE può essere abbastanza pluralista da mantenere al suo interno sensibilità, bisogni e idee tanto diverse, oppure ci sarà una qualche forma di rottura? Se per esempio qualcuno si mettesse in mente di "educare" l'Ungheria o la Polonia, inevitabilmente in quei paesi lo leggerebbero come un ritorno del principio della "sovranità limitata"....

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Gli risponde di nuovo il grande *Bhrg'howidhHô(n-):

La Nazione non è un’entità naturale e quindi le prime differenze insorgono nella definizione e conseguentemente nell’individuazione delle Nazioni. In Europa Centrale e Orientale le Nazioni correntemente intese hanno caratteristiche di estensione e compattezza mediamente diverse dall’Europa Occidentale, che a sua volta è altrettanto diversa dall’Italia, caso pressoché unico in Europa.

In breve, la Nazioni in esame sono diverse per tre circostanze (una sola per volta; ometto, solo per risparmiare tempo, i Turchi e i Lapponi nonché le Minoranze senza Stato come gli Zingari, Rom o Sinti che siano):

1) gli Ungheresi (o Magiari), i Baltofinni (Finnici ed Estoni), gli Albanesi, i Greci e, per ragioni geografiche, i Rumeni sono individuati da confini linguistici inequivocabili (non confinano con alcuna Nazione loro affine per lingua, a prescindere dall’appartenenza o meno alla famiglia indoeuropea, che da un paio di millenni si limita a essere una nozione genealogica senza riscontro nella pratica della comunicazione parlata), mentre in Europa Occidentale un confine così definito si ha solo fra Tedeschi e Neolatini o fra Anglosassoni e Celti (che però in Scozia sono uniti in un’unica Nazione) risp. tra Francesi e Bretoni (ma nello stesso Stato), oltre naturalmente ai Baschi;

2) i Balti (Lituani e Lettoni) occupano un territorio molto delimitato (e molto chiaramente, come nei casi precedenti), però fra loro hanno una notevole continuità, interrotta solo dalla diversa Confessione Religiosa tradizionale;

3) gli Slavi sono distinti in Nazioni che in Italia corrispondono alle Regioni (Russi e Ucraini differiscono quanto i Lombardi e i Liguri), solo che ciascuna è territorialmente molto più vasta che parecchie Regioni italiane messe insieme (dunque la variazione diatopica è molto minore presso gli Slavi che in Italia).

Tutti questi sono fatti misurabili e riguardano la lingua popolare (il basiletto), l’unica caratteristica nazionale operativamente utilizzabile (la Razza – comunque intesa, anche come Lignaggio Genetico patrilineare, per esempio – non individuerebbe Nazioni corrispondenti agli Stati, neppure lontanamente; la Religione – tradizionale, sociale – ne individua di troppo vaste e dunque non distintive; la Storia è ahinoi contraddittoria e quindi inutilizzabile come criterio coerente; la Percezione è in misura eccessiva influenzata dai Mezzi di Comunicazione Sociale e quindi sarebbe una conferma circolare dell’appartenenza statale, perciò inservibile come strumento critico). La lingua alta (acroletto) è decisa dallo Stato e quindi non è una caratteristica della Nazione, ma dello Stato (per la precisione della Cittadinanza): per questo motivo cerca spesso di sopraffare il basiletto (e sempre più spesso ci riesce).

Non si tratta dunque di un settore europeo coerente; se infatti si cambiasse il livello di percezione della propria Nazione in modo da far confluire tutti gli Slavi in un’unica Nazione Panslava, le condizioni sarebbe radicalmente diverse nello Stato Panslavo, mentre resterebbero tali e quali (anzi, si esaspererebbero) in tutte le altre Nazioni. In Europa Centro-Occidentale, il corrispondente del Panslavismo unirebbe in un unico Stato da un lato l’attuale Norditalia, la Francia e tutta la Penisola Iberica compresa l’America Latina, dall’altro la Germania-Austria-Svizzera (Tedesca)-Lussemburgo-Olanda-Fiandre con la Gran Bretagna (senza Galles) e tutta l’Anglosfera, Stati Uniti compresi... (si noti che l’Italia risulterebbe invece divisa).

Se invece si adottasse una divisione fra Nazioni come fra quelle slave, i Francesi sarebbero divisi dai Provenzali (come i Polacchi dai Cechi e dagli Slovacchi) e i Castigliani non dico dai Catalani, ma perfino dagli Andalusi (come Serbi e Croati), tenuto presente che la distanza dei Portoghesi dai Castigliani è come quella degli Sloveni dai Croati.

Fatte queste differenze di misura, la percezione della Nazione è identica in Ungheria e in Francia, in Polonia e in Spagna (l’Italia è un caso a parte, perché da un lato la diversità degli Italiani non ha eguali in Europa – fino al 1991 la si riscontrava in Unione Sovietica; la Russia da sola non basta, pur con un numero di Minoranze dieci volte maggiore che in Italia, perché i Russi intesi come Nazionalità sono linguisticamente molto più omogenei degli Italiani – e dall’altro l’Italia come complesso è solo una minuscola parte di quello che sarebbe se includesse per intero tutti i sottoinsiemi da cui è costituita, perché si estenderebbe a tutta la Francofonia e all’America Latina).

Non metto in dubbio che tutto ciò sia correlato a divergenze nelle simpatie politiche maggioritarie, ma questo è un fatto assolutamente estemporaneo ed estrinseco, che non ha niente a che vedere con le caratteristiche delle Nazioni; tendenze autoritarie o xenofobe si possono riscontrare, in periodi diversi, in qualsiasi Nazione e, se è ovvio che in ciascuna singola epoca alcune Nazioni sono effettivamente in maggioranza autoritarie e altre no, in altre epoche le correlazioni sono almeno in considerevole parte diverse e quindi il nesso è contingente.

Anche la percezione della minaccia di estinzione della propria Comunità è comune ad altre Regioni e purtroppo lo sono anche le ragioni oggettive, per esempio nel caso dei Romanci del Canton Grigioni in Svizzera, tutelati nel miglior modo possibile dalla Legge eppure in corso di inarrestabile assimilazione da parte degli Svizzeri Tedeschi (N.B. sono questi ultimi a sentirsi minacciati, almeno a sentire l’Unione Democratica di Centro / Partito Popolare Svizzero! Paradossi della Politica...).

Fra le contingenze, comunque, ce n’è qualcuna storica di lungo periodo; una è che gli Stati in Europa Centrale e Orientale sono stati ritagliati in funzione della Politica di Potenza dei Vincitori delle Due Guerre Mondiali e della Guerra Fredda (così come in Italia dagli stessi con anticipo di mezzo secolo), per cui rispettano determinati criterî (diversi da quelli usati per l’Italia) che invece in Europa Occidentale non sono mai stati applicati (sostituiti dai più puri rapporti di forza che; il Regno Unito è infatti quanto di più simile all’Austria-Ungheria si possa immaginare, beninteso come superlativo relativo, dato che le differenze sono evidenti).

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Alessio non demorde:

Grazie per l'interessante e completa spiegazione, ma allora la differenza che rilevavo io può essere dovuta al fatto che nelle "nazioni" dell'Europa orientale la popolazione si sente legata più strettamente (è più omogenea) rispetto alle "nazioni" occidentali (all'interno delle quali sussistono da sempre delle differenze regionali)?

Ciò significa che per ottenere cittadini che vedano allo stesso modo concetti come "nazione" e "patria" a Londra come a Budapest, a Roma come a Riga, sarebbe necessario rivedere totalmente l'assetto geografico del continente, andando in una delle due direzioni. Ossia o lasciar "esplodere" le nazioni occidentali in piccole patrie regionali, oppure, al contrario, compattare le nazioni slave in una unica (perlomeno le nazioni slave che sono geograficamente attigue).

Ambedue le idee sono drammaticamente sconvolgenti rispetto all'ordine istituzionale attuale. E' forse per questo, allora, che l'indipendentismo catalano è avversato così duramente in ambito comunitario, malgrado le dichiarazioni di europeismo di Puidgemont e compagni? Il cosiddetto effetto domino è un timore realistico? E' forse per questo che le diatribe fra russi ed ucraini in materia di confini e di minoranze hanno portato qualcuno a considerare Putin uno Zar imperialista, oppure un nuovo Stalin, insomma qualcuno che sarebbe pronto ad invadere e conquistare altri paesi?

Pongo un'altra domanda, storica, su questo interessante tema. In che momento storico è iniziata questa differenziazione in termini di rapporto territorio/popolazione/identità tra la parte occidentale e quella orientale del continente?

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E *Bhrg'howidhHô(n-) gli spiega:

Sia le appartenenze nazionali sia le comunità politiche sono, come categoria, di origine preistorica; Nazioni identificabili sul piano linguistico, genealogico, religioso e territoriale sono sempre esistite e le comunità di famiglie si sono aggregate in villaggi al più tardi nel Neolitico, in Europa 7000-3500 a.C., e in Federazioni (già variamente repubblicane o monarchiche) al più tardi dal Paleolitico, in Europa 4200-2100 a.C. (ci sono periodi di coesistenza fra Neolitico e Calcolitico). Queste Federazioni erano estese, in Europa Centrale e Meridionale, più o meno come le attuali Provinc(i)e (che ne sono, infatti, la continuazione); esistevano inoltre ulteriori aggregazioni, sia in forma provvisoria (Leghe, in pratica alleanze politico-militari) sia stabile (Confederazioni, basate se vere o presunte ascendenze genealogiche comuni).

Spesso – ovviamente non sempre (altrimenti tutto il Mondo si sentirebbe un’unica Nazione)! – la lingua era poco diversa fra una Federazione (che si chiamava *teu(hₓ)táhₐ, poi *teutā) e l’altra, quindi l’uomo medio si sentiva appartenente (oltre che alla propria famiglia) sia alla *teutā (sul piano politico) sia alla Nazione (sul piano linguistico), il tutto giustificato da una comune genealogia (la famiglia, la *teutā, la Nazione): si è simili perché si discende dagli stessi antenati, tanto più recenti quanto più stretto è il cerchio di appartenenza (il più stretto è la famiglia, il più largo è la Nazione). La Religione, gli usi e costumi &c. venivano di conseguenza (tanto più simili quanto più stretto era il cerchio di appartenenza).

In alcune aree, certe *teutās sono diventate Città-Stato (plurale; mi pare che “Città-Stati” non si usi), per esempio Sparta, Atene, Tebe, Capua, Roma &c.; alcune Leghe di *teutās (Città-Stato o no) si sono stabilizzate in (Proto-)Stati regionali (quelle fra Città-Stato in forma repubblicana, altre invece spesso come monarchie). La *teutā di Roma, Città-Stato, è diventata (chiedo scusa per l’ovvietà) egemone della Lega Latina, che era considerata una Nazione (è l’esempio più chiaro di Nazione antica).

Già a quest’epoca le Nazioni erano molto diversamente estese: i Galli, che sono e si sono sempre considerati un’unica Nazione, erano divisi in molte Leghe rivali fra loro, dalla Manica all’Adriatico; i Liguri (che parlavano la stessa lingua dei Galli) si consideravano un’altra Nazione ed erano essi pure divisi in Leghe (rivali fra loro e con quelle galliche), ma su un territorio più ristretto (dal Rodano al Serchio); i Latini (che parlavano una lingua non comune a nessun’altra Nazione, benché della stessa origine preistorica di tutte le altre lingue indoeuropee) erano limitati al solo Lătĭŭm Vĕtŭs (più piccolo del Lazio attuale).

È qui che comincia la diversità di estensione delle Nazioni. È possibile che la ragione stia nel fatto che, in origine, le Nazioni erano demograficamente più o meno uguali fra loro, per cui le Nazioni nelle zone più popolose occupavano un territorio ristretto, quelle delle zone meno popolose territorî sempre più ampi; poi però la popolazione è cresciuta dovunque (e anche nei territorî più popolati, quelli urbanizzati, non poteva crescere più di tanto), per cui le Nazioni vaste (originariamente in zone semidesertiche) sono diventate popolatissime rispetto alle relativamente piccole (ma comunque dense) Nazioni delle aree più urbanizzate.

Questo quadro è stato solo poco modificato dall’espansione di Roma (quasi per niente dal primo Impero Persiano, quello Achemenide).

La maggior parte delle *teutās celtiche è stato inglobata nel sistema politico-militare di Roma; ogni *teutā è diventata una cīuĭtās alleata di Roma, poi quando ha ricevuto la Cittadinanza Romana è diventata un mūnĭcĭpĭūm, che a sua volta è continuato fino a oggi in forma di Diocesi Cristiana, di Ducato Bizantino o Longobardo, di Contea o Contado Carolingio e infine di Provincia (o denominazione equivalente) negli Stati attuali. Le Leghe vengono stabilizzate in Provinc(i)e Romane, che diventano le Arcidiocesi Cristiane, i Ducati Carolingi e le Provincie dell’Ancien Régime in Francia (attenzione quindi alle omonimie: le Provinc[i]e Romane e Francesi non sono le Provinc[i]e Italiane, i Ducati Bizantini e Longobardi non sono i Ducati Carolingi). Con la Cristianizzazione, lo stesso sistema è stato applicato alle *teutās al di fuori dell’Impero Romano.

A loro volta, le Provinc(i)e Romane (continuazione delle antiche Leghe) vengono raggruppate in Diocesi (Imperiali, diversissime dalle Diocesi Cristiane! Di nuovo un’omonimia insidiosa), che più o meno corrispondono (come territorio) alle antiche Nazioni e in genere diventano i Regni Romano-Germanici (ciascuno denominato da un popolo germanico, ma delimitati dai confini delle Diocesi Romane). Infine, i raggruppamenti di Diocesi Imperiali – le Prefetture – sono gli àmbiti di governo degli Augusti e dei Cesari e rappresentano quindi il nucleo degli Imperi di epoca medioevale e moderna (Francia; Sacro Romano Impero / Austria; Bulgaria / Serbia, poi Russia; Bisanzio, poi Impero Ottomano).

Nel Tardoantico comincia la sostituzione linguistica: dapprima in Persia, poi poco dopo nell’Impero Romano la lingua (o le lingue) dello Stato prende il posto delle lingue locali delle antiche *teutās. Dato che tale sostituzione parte di norma dalle Capitali (anzitutto da Roma, poi dalle Capitali di Prefettura, poi di Diocesi Imperiale, poi di Provincia Romana o Arcidiocesi Cristiana, poi di mūnĭcĭpĭŭm o Diocesi Cristiana), l’articolazione territoriale delle nuove lingue ‘imperiali’ (in Occidente il latino volgare) si modella su quella delle strutture amministrative romane, a loro volta fondate sulle comunità politiche preromane (le *teutās, le Leghe, le Confederazioni, le Nazioni indoeuropee). Al di fuori degli Imperi, non c’è alcuna Capitale Imperiale, quindi la fissazione della lingua religiosa e poi ufficiale parte dalla Sede della Corte del Re, che di solito governa sul territorio di un’antica Confederazione (ma non su un’intera Nazione); dove non c’è un Re, ci sono comunque i Duchi, che governano su un’antica Lega di *teutās.

Siamo nell’Alto Medioevo e il panorama politico dell’Europa è costituito da una rete di Ducati (le antiche Leghe), ciascuno linguisticamente abbastanza omogeneo al proprio interno; ci sono Ducati di lingua celtica, germanica, baltoslava, (neo)latina (i Greci sono tutti nell’Impero Bizantino, insieme a tante altre lingue), mentre in zone marginali, montuose &c. rimangono altre popolazioni, indoeuropee o no (Baschi, Illiri o Albanesi, Finni, Lapponi) che conservano istituzioni non centralizzate (al massimo le *teutās).

Parecchi Ducati, come sappiamo, sono più o meno soggetti a un Re o equivalente (il Gran Re d’Irlanda, il Re dei Pitti, i Re Romano-Germanici, i Sovrani dei Bulgari); solo l’Impero Bizantino è una struttura effettivamente centralizzata (nei limiti dell’epoca).

Col tempo, altri raggruppamenti di Ducati si stringono in Regni (l’Eptarchia Anglosassone; la Serbia, la Croazia, la Grande Moravia, la Polonia, la Russia); i Franchi, come notissimo, raggruppano più Regni Romano-Germanici (e Ducati Tedeschi), poi però l’Impero si divide in varî modi, fino a fissarsi nella bipartizione tra Francia e Sacro Romano Impero.

Il quadro è complicato dalle vicende della Penisola Iberica (che tutti conosciamo), dove il doppio movimento di Conquista Musulmana e Riconquista Cristiana comporta la frammentazione del Regno Romano-Germanico dei Visigoti (già a suo tempo unificatore della Penisola) e la solo parziale e temporanea riunificazione con Filippo II nel 1580-1581, fino alla bipartizione rimasta fino a oggi fra Spagna e Portogallo; inoltre, dall’arrivo dei Magiari (Lega di Tribù che diventano un unico Regno, in aree già tutte popolate ben prima del loro arrivo) e infine dei Turchi, che finiscono per ereditare l’Impero plurinazionale Bizantino (dunque le strutture dell’Impero Romano d’Oriente) e anch’essi si sovrappongono a Nazioni già capillarmente diffuse sul territorio. Altre popolazioni turco-tatare (dapprima gli Unni, poi i Peceneghi, Cumani, Tatari) fanno qualcosa di simile ai Magiari, ma senza conseguenze altrettanto stabili e vistose. Malta ha un’esperienza simile alla Spagna, ma con risultato linguistico opposto (a causa dell’isolamento): al momento della Riconversione al Cristianesimo, si fissa la lingua di superstrato, l’arabo.

Come risultato di tutto ciò, dal 1000 d.C. in poi abbiamo in Europa più o meno gli stessi Ducati dell’Alto Medioevo (ciascuno linguisticamente omogeneo al proprio interno, che si tratti di lingue celtiche, germaniche, baltiche, slave, neolatine &c.), ma quasi sempre raggruppati in Regni (Irlanda, Scozia, Inghilterra, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania-Borgogna-Italia, Francia, Navarra, Portogallo, Castiglia-León, Aragona, Bulgaria, Serbia, Croazia, Ungheria, Boemia, Polonia); lo stesso Impero Bizantino si è nel frattempo ridotto a dimensioni paragonabili, mentre altre sue parti sono diventate Ducati o esse stesse Regni (Sardegna, Sicilia, Papato, Venezia). La Russia si è ridivisa in Ducati, che – a parte la fase mongolo-tatara – finiscono per essere spartiti fra Lituania e Moscovia; i Lettoni, i Baltofinni e i Lapponi vengono aggregati a Stati Germanici (Svezia e Ordine Teutonico).

È in questa fase che si disarticola definitivamente il rapporto fra Stati e Nazioni (che invece finora era stato, a livello territoriale, semplicemente quantitativo: l’uomo medio era e si sentiva parte di una comunità politica più o meno ristretta – a parte le fasi imperiali – e parlante di una lingua usata anche in altre comunità politiche, perciò accomunate come Nazione). In ciascun Regno, se le lingue dei varî Ducati sono abbastanza simili fra loro (in pratica, se non sono separate da confini linguistici per cui il monolingue di un villaggio non capisce spontaneamente il monolingue del villaggio vicino) la Nazione si identifica col Regno stesso, senza far troppo caso alla coerenza interna (Irlanda, Inghilterra, Norvegia, Danimarca, Francia, Navarra, Portogallo, Castiglia-León, Aragona, Sardegna, Sicilia, Bisanzio, Bulgaria, Serbia, Croazia, Boemia, Polonia) e ovviamente con estensioni assai diverse (dal minimo della Navarra – si noti, in Europa Occidentale – al massimo della Polonia, in Europa Centro-Orientale); altrettanto avviene, a maggior ragione, ai Ducati e Principati rimasti più o meno temporaneamente indipendenti (Galles, Bretagna, Venezia, Albania, Valacchia, Moldavia, Lituania, Principati Russi), anche in tal caso con estensioni assai diverse (dal minimo di Venezia al massimo di Vladímir-Suzdal’, di nuovo in Europa Orientale). Questo è il primo punto cruciale: sia i Regni monoglottici (ossia linguisticamente unitarî) sia i Ducati monoglottici sono, per contingenza storica, di dimensioni assai differenti fra tutti loro.

Invece – e qui sta l’altro punto cruciale – nei Regni (e simili) solcati da confini linguistici (come detto sopra: il monolingue di un villaggio non capisce spontaneamente il monolingue del villaggio vicino), per esempio la Svezia (Svedesi, Finni e Lapponi), l’Ordine Teutonico (Estoni, Livoni, Lettoni, Prussiani, Tedeschi), il Sacro Romano Impero (Tedeschi, Galleschi, Sorabi, Vendi), l’Ungheria (Magiari, Slovacchi, Valacchi, Tedeschi) o il Principato di Novgorod (Russi, Baltofinni, Volgofinni), la Nazione è più piccola del Regno oppure quella minoritaria si identifica con quella di un altro Regno (i Tedeschi dell’Ordine Teutonico e d’Ungheria con la Germania; i Galleschi di Germania con la Francia, mentre i Galleschi d’Italia – che ancora includono le Legazioni Pontificie e i Feudi Imperiali del Regno di Sicilia – tendono a considerarsi come un’unica Nazione a sé, i Lombardi o Italiani).

Tre situazioni particolari rientrano comunque nel quadro.

1) In Scozia, un diffuso dilinguismo fa sì che i Parlanti delle due lingue (gaelico e scots) si considerino un’unica Nazione scozzese.

2) In Italia, la doppia sovranità pontificia e imperiale sulle Legazioni e sul Regno di Sicilia Al di Qua del Faro (esclusa la Calabria Inferiore) finisce per confondere Lombardi, Romani e Normanni nella Nazione prevalente, gli Italiani.

3) In Russia, l’espansione della Moscovia su Principati linguisticamente molto simili crea un’equazione fra Nazione moscovita e russa, mentre la contemporanea espansione della Lituania su altri Principati russi crea la differenziazione fra Lituani veri e proprî e Ruteni (quando poi, dopo la fusione fra Polonia e Lituania, i Ruteni vengono spartiti fra Regno di Polonia e Granducato di Lituania, i Ruteni di Polonia diventano gli Ucraini, quelli di Lituania i Bielorussi).

Le conquiste ottomane non cambiano invece la situazione in area danubiano-balcanica, se non introducendo un’ulteriore Nazione (musulmana sunnita, che include la conoscenza del turco, condizione indispensabile per l’ascesa sociale, che qui, al contrario del resto d’Europa, era possibile).

A cavallo dell’inizio dell’Età Moderna abbiamo dunque, in Europa, ventiquattro Nazioni che coincidono con lo Stato (Irlandesi, Scozzesi, Gallesi, Bretoni, Inglesi, Norvegesi, Danesi, Navarrini, Portoghesi, Castigliani, Aragonesi, Sardi, Siciliani, Veneziani, Albanesi, Greci, Valacchi, Moldavi, Bulgari, Serbi, Croati, Boemi, Polacchi, Moscoviti), a prescindere dal fatto che due o più Regni siano in Unione Personale (e a parte piccole Comunità migrate in altri Stati, come gli Istroromeni, i Croati del Molise, gli Arbëresh in Italia &c.); tre Nazioni egemoni nel proprio Stato (Svedesi, Magiari, Veneziani), altre due egemoni nel proprio e consistentemente minoritarie altrove (Tedeschi, Francesi), una decina solo minoritarie nello Stato in cui di volta in volta si riconoscono (Lapponi, Finnici, Estoni, Livoni, Lettoni, Prussiani, Sorabi, Vendi, Slovacchi). Teniamo presente che le due Nazioni egemoni nel proprio Stato e consistentemente minoritarie altrove (Tedeschi e Francesi) assumono un ruolo sovradimensionato, che è noto per quanto riguarda la diffusione del francese in molte parti d’Europa, nel fatto che gli Stati Crociati (come prima i Normanni) fossero pressoché francesi &c., ma è anche più vero per i Tedeschi, che alla fine del Medioevo, quando intesi in senso lato, comprendevano anche tutti gli Scandinavi, gli Slavi Romani (Croati, Sloveni, Slovacchi, Cechi, Polacchi), gli Ungheresi e perfino i Russi.

Quando le Unioni Personali diventano Reali, lo Stato Nazionale egemone dell’Unione porta la propria Nazione a trasformarsi da egemone in unica di tutta l’Unione: così gli Inglesi nel Regno Unito (in forma di Nazione Britannica), i Francesi negli Stati uniti alla Francia (Bretagna, Navarra), i Castigliani nell’Unione Iberica (come Nazione Spagnola): le forti Monarchie di Madrid, Parigi e Londra fanno prevalere nell’Europa Atlantica i processi centripeti, cui finora solo Portoghesi e Irlandesi (entrambi solo in parte del territorio) si sono completamente sottratti.

Lo stesso processo viene avviato anche dalle grandi Dinastie dell’Europa Centro-Orientale, gli Asburgo, i Romanovy e gli Ottomani, nonché in Polonia-Lituania (senza un’unica Dinastia), ma sempre con eccezioni rispetto all’Europa Atlantica: perfino in Russia il monolinguismo slavo (in realtà distinto, fino a Pietro il Grande, fra slavo ecclesiastico come lingua scritta e russo come lingua orale) non coinvolge i Tedeschi (del Baltico) e, crucialmente, i loro territorî (dove quindi resta la diglossia fra tedesco come acroletto ed estone e lettone come basiletto); in Polonia-Lituania le lingue usate oltre al latino sono tre (polacco, lituano e ruteno); gli Asburgo si atteggiano a Dinastia Nazionale di cinque Nazioni (Tedeschi, Italiani, Slavi Cattolici, Ungheresi, Spagnoli; fino al 1878 anche dei Romeni); gli Ottomani raggruppano nei Milletler Nazioni individuate su base religiosa (confessionale) e non linguistica (quindi Turchi, Curdi e Arabi sono parte dell’unica Nazione sunnita).

Il risultato è algebrico: a parte il Vicino Oriente, in Europa Orientale e Centrale le Nazioni russa, tedesca, lituana, bielorussa, ucraina, polacca, ungherese, croata e italiana non sono ulteriormente riducibili (i tentativi in senso contrario degli Imperi Russo e Austroungarico – volti alla creazione di una Nazione imperiale, rispettivamente russo-ortodossa e asburgica – falliscono). Fin qui, tuttavia, non c’è alcunché di inatteso: l’esito corrisponde alle politiche attuate nei secoli precedenti (i ripensamenti ottocenteschi si rivelano illusorî).

La peculiarità sta negli Slavi (Cattolici). Come quinta Nazione ‘asburgica’ si trovavano già in condizione sicura; l’aggiunta, solo parziale, dei Polacchi, ha però complicato il quadro fino ad allora equilibrato fra Boemi (in Germania) e Croati (in Ungheria), con gli Sloveni sociolinguisticamente subordinati ai Tedeschi in Austria e gli Slovacchi subordinati (ma di fatto pari) ai Magiari in Ungheria (dove la lingua ufficiale era il latino). Il tentativo di creare una Nazione imperiale asburgica (una volta tramontato il Sacro Romano Impero) ha fatto deragliare il sentimento di una Nazione austroslava verso la percezione della Slavia Romana come minoranza irredenta della Nazione panslava (all’epoca ovviamente egemonizzata dalla Russia, a partire da quando la Serbia ha sostituito il proprio slavo ecclesiastico con lo slavo ecclesiastico russo). Nello scontro fra Panslavismo Russo e Panslavismo Asburgico (estensione dell’Austroslavismo), si sono sviluppate varietà intermedie come lo Jugoslavismo e l’idea di Cecoslovacchia, in un primo tempo funzionali rispettivamente all’Imperialismo Austroungarico (verso l’Impero Ottomano) e al Centralismo Austriaco (a scapito dell’Ungheria a sua volta centralista), ma poi riutilizzate contro gli Asburgo dalle Potenze dell’Intesa. Il crollo della Russia nel 1917-1918 ha concluso il processo, lasciando alle Potenze Occidentali di sancire la spartizione della Slavia Romana fra Polonia, Cecoslovacchia e Jugoslavia. Il Revisionismo Tedesco, di per sé centripeto (riunificazione di tutti i Tedeschi), ha puntato a un’ulteriore divisione (puramente strumentale) della Polonia, Cecoslovacchia e Jugoslavia, fallita con la Seconda Guerra Mondiale ma recuperata dai Vincitori della Guerra Fredda.

Sono tutte vicende note e stranote; si possono anche ricomprendere in una direttrice unitaria e coerente? Mi sembra che quattro fasi siano riconoscibili:

1) fino al Basso Medioevo, la formazione delle Nazioni coincidenti con gli Stati (come capitava);

2) in Età Moderna, la trasformazione delle Unioni Personali in Unioni Reali (vittoriosa nell’Europa Atlantica e in Russia, con l’eccesione delle conquiste nel Baltico);

3) durante il XIX e XX secolo, lo spregiudicato ricorso ai Risorgimenti Nazionali nella rivalità fra Potenze, che per quanto riguarda gli Slavi (tranne i Russi) ha annullato gli effetti della seconda fase;

4) al momento attuale, tutte le Potenze interessate convergono, per motivi opposti, nella politica di divisione (gli Stati Uniti e il Regno Unito per ostacolare qualsiasi intesa fra Russia e Germania; la Russia per destabilizzare l’Impero Americano in Europa; la Germania per esportare il Federalismo etnico anche nell’Europa Atlantica e assumere quindi il ruolo di centro e perno dell’Europa delle Regioni).

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