L'Impero Romano... Italiano!


Ecco a voi un'altra delle nostre ucronie, partita stavolta dalla seguente ipotesi dell'amico David169:

Mi piacerebbe conoscere una vostra interpretazione su come si sarebbe potuta sviluppare la storia di Roma e quindi del mondo, partendo da queste due possibili alternative:

1) Odoacre continua a governare come Imperatore oppure Oreste riesce a mantenere il trono per Romolo Augustolo e l'Italia non subirà più alcuna invasione così significativa da metterne in dubbio l'unità (diamolo per assodato anche se di difficile realizzazione);

2) Come immaginato nel romanzo "abissi del passato" (nel libro di fantascienza in realtà questo avveniva  grazie alle conoscenze di un uomo del futuro...) il regno Romano-Goto riesce a respingere l'invasione Bizantina che non devasta l'Italia (anche qui fingiamo di dare per assodato la futura sopravvivenza di tale regno).

In entrambi i casi si sarebbe avuta un'Italia con influenza Gotica o comunque romano-barbarica (come ad es. quella Franca in Gallia), tale elemento avrebbe potuto fare da collante per una nazione italiana?  E in caso positivo che tipo di nazione ? Che fine avrebbero fatto il Papato, Firenze e le Repubbliche Marinare?

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Ed ecco come ha risposto William Riker:

475 d.C.: Oreste, figlio di uno dei luogotenenti di Attila, e capo di un forte esercito germanico, innalza al trono il figlio minorenne Romolo (mai chiamato Augustolo). Le sue truppe esigono la concessione di un terzo delle terre. Oreste accetta (nella "nostra" storia il suo rifiuto causò la ribellione di Odoacre, la deposizione di Romolo, l'invio delle insegne imperiali a Costantinopoli e l'estinzione dell'Impero d'Occidente) ed una compagine formata da Eruli, Gepidi e Goti si insedia nella penisola italiana. I Germani si integreranno rapidamente con la popolazione latina, costituendo il nerbo della nazione italica. 

480: morte di Oreste. Il suo luogotenente Odoacre diventa generale delle armate imperiali e ministro della guerra. Romolo rinuncia ufficialmente alle provincie in Gallia, Britannia, Spagna ed Africa; il suo Impero è limitato all'Italia, alla Rezia, al Norico e alla Pannonia, ed ha il Danubio come confine settentrionale ed il meridiano dell'attuale Sarajevo come confine orientale. La capitale è Ravenna.

487: distruzione del regno dei Rugi sul Danubio ed effettiva sottomissione di Pannonia e Dalmazia.

491: Teodorico, spedito in occidente dall'imperatore Zenone per riconquistare l'Italia, batte Odoacre a Spalato, ma il suo esercito subisce gravi perdite, e così gli Ostrogoti si accordano con Odoacre che cede loro Pannonia, Dalmazia, parte del Norico ed il Veneto perchè vi stanzi le sue truppe come federato.

493: Romolo non gradisce la cosa e fa assassinare Odoacre (era già successo a Stilicone e ad Ezio). Teodorico gli subentra come generale dell'Impero ed allarga il territorio da lui controllato alle attuali Emilia e Lombardia. Poiché Romolo cerca di accordarsi con Zenone per cacciare il pretenzioso ostrogoto, Teodorico lo depone e lo spedisce in convento e si proclama imperatore. Teodorico proibisce i matrimoni tra italici ed ostrogoti, riconquista la Sicilia occupata dai Vandali e tenta una politica dinastica con i principali regni romano-barbarici, nella speranza di recuperare le province perdute.

526: morte di Teodorico, i cui ultimi anni sono stati turbati dal dissidio tra ariani e cattolici che è costato la vita ai senatori Severino Boezio e a Simmaco. Gli succede la figlia Amalasunta, reggente dell'Impero per il figlio minorenne Atalarico. è abolita la servitù della gleba.

534: Il cugino Teodato tenta di spodestare Amalasunta e ne nasce una feroce guerra intestina  detta "guerra gotica". Giustiniano I interviene con le sue armate; il generale bizantino Belisario uccide Teodato e conquista l'Italia, sottomettendo gli Ostrogoti che si integrano rapidamente con i Romani.

537: Giustiniano eleva sul trono imperiale d'Occidente lo stesso Belisario, aggiungendo all'impero italico anche l'Africa, strappata ai Vandali, e la Spagna meridionale, conquistata ai Visigoti. In pratica, però, Belisario governa l'Occidente per conto di Giustiniano.

553: a Belisario succede il figlio Giustino. La servitù della Gleba è ripristinata e la Prammatica Sanzione estesa all'Occidente. Giustino mette inoltre in atto anche in Italia la politica bizantina di stretto controllo sulla Chiesa, facendo pressioni su Papa Vigilio perchè condanni lo scisma detto "dei Tre Capitoli". Si inasprisce terribilmente la pressione fiscale, e ciò suscita il malcontento delle popolazioni latine e tedesche. La Rezia ed il Norico sono abbandonati rispettivamente in potere dei Franchi e dei Bavari.

568: Alboino, re dei Longobardi, per sfuggire agli Avari che hanno occupato la regione danubiana, sottraendola ad entrambi gli imperi romani, cala in Italia. Giustino si imbarca subito a Ravenna e fugge vigliaccamente a Costantinopoli. Tuttavia Teia, l'ultimo grande comandante goto, solleva latini e germani, crea un esercito ben organizzato ed attacca Alboino a Pavia, sconfiggendolo ed uccidendolo. Lo scudiero Elmichi si fa eleggere re dei Longobardi e negozia la pace: il suo popolo ottiene di stanziarsi in Pannonia e Dalmazia, dove crea un regno vassallo con capitale nell'odierna Zagabria, purché aiuti l'Impero a difendersi dalle incursioni degli Avari. Parte dei Longobardi resta in Italia settentrionale, ma sono costretti ad abbandonare il tedesco a favore del latino e a fondersi con la popolazione locale; essi daranno il loro nome alla Longobardia, oggi Lombardia.

572: il Papa Giovanni III incorona Teia imperatore d'Occidente con il nome di Marco Aurelio II, quello dell'imperatore che respinse i Germani (e dire che è un Germano anche lui...). Il nuovo imperatore respinge un nuovo attacco dei bizantini che tentano di rimettere Giustino sul trono, sbarca in Africa e ne scaccia le truppe dell'Oriente che tentano di recuperarla; cede invece la Spagna meridionale ai Visigoti per farseli amici. Con lui l'Italia viene ad assumere i confini attuali. Nuova abolizione della servitù della gleba.

590: Filippo III, figlio di Marco Aurelio II, succede al padre e sposa Teodolinda, figlia del re dei Bavari. Con l'aiuto di Papa Gregorio Magno, questa converte Goti e Longobardi al cattolicesimo. Siccome gli Slavi premono sulla Pannonia, i Longobardi guidati da Clefi tentano di penetrare nuovamente in Italia, ma vengono sconfitti a Verona. Il confine orientale è ripristinato sulle Alpi e l'Istria e parte della Dalmazia sono incluse nell'Impero.

651: riforma del diritto operata da Adeodato I. Sotto il suo impero gli Slavi conquistano la Pannonia eliminando definitivamente i Longobardi. Adeodato stabilisce buoni rapporti sia con i Franchi che con gli Slavi e respinge l'ultimo tentativo bizantino di sbarcare in Puglia.

665: il tedesco ed il dialetto italico (embrione dell'italiano) sono ammessi come lingue ufficiali accanto al latino. Prima testimonianza scritta della lingua italiana negli atti di un processo (placito cassinese)

678: gli Arabi conquistano l'Africa Settentrionale (morte in battaglia dell'usurpatore Sabiniano) e l'Impero è ristretto all'Italia, ma falliscono nel tentativo di prendere Sicilia e Sardegna.

689-751: decadenza dell'Impero Italico sotto Cesari inetti che sembrano far rivivere le tragedie del terzo e quarto secolo. Gli Arabi riescono ad occupare la Sicilia meridionale, e gli Slavi ad insediarsi nell'Istria. 

751: Pipino (detto il Breve per la sua statura) è eletto imperatore da papa Zaccaria. Subito sposta la capitale a Roma, restaura il potere imperiale e crea una monarchia forte ed accentrata. Riconquista dell'Istria e della città di Siracusa.

754: spedizione contro i Franchi di re Dagoberto II, che sono costretti a rinunciare al controllo della Baviera e dell'Aquitania.

768: a Pipino succede sul trono il figlio Carlo (= "Maschio"), che porta l'Impero d'Occidente al culmine della sua potenza.

775: conquista del debole regno franco dei Merovingi ad opera di Carlo, in una serie di fortunate campagne. La Gallia e l'Alamannia tornano a far parte dell'Impero.

778: spedizione di Carlo in Spagna. Viene stabilita la Marca Spagnola, ma la retroguardia di Carlo è attaccata dai Baschi e sterminata al passo di Roncisvalle, nei Pirenei. Muore anche il conte imperiale Rolando, che nella tradizione letteraria diverrà l'eroe dell'epica carolingia.

783: deposizione del duca di Baviera Tassilone.

787: il regno bretone del Wessex diventa tributario dell'Impero.

792: distruzione del regno degli Avari, diviso in marche tributarie di confine.

779-799: guerre ventennali contro i Sassoni. Distruzione dell'Irminsul, luogo sacro pagano, e conversione del duca Vitichindo, che fa pace con Carlo, ma i liberi contadini rifiutano l'annessione all'Impero e lottano per anni contro l'assimilazione.

814: morte di Carlo a Roma. Il suo impero ha conosciuto un rigoglio economico, artistico e culturale mai visto da cinque secoli a questa parte. Alcuino di York su suo ordine ha creato le "Scuole Palatine", ed Eginardo, biografo ufficiale dell'imperatore e storico di corte, ce ne ha lasciato testimonianza. Gli succede il figlio Ludovico I che riesce a fatica a mantenere le conquiste del padre.

Conquiste di Carlo Magno

843: morte di Ludovico I. Tra i suoi figli Lotario I, Carlo II e Ludovico II scoppia la guerra civile. Con il trattato di Verdun la Gallia tocca a Carlo II il Calvo, la Germania a Ludovico detto appunto "il Germanico", mentre a Lotario toccano il titolo imperiale, l'Italia e la Lotaringia (odierna Lorena).

855: morte di Lotario I, gli succede il figlio Lotario II. Egli deve accettare che la Lotaringia venga riconquistata da Ludovico II con il trattato di Mersen (870). L'impero è di nuovo ridotto all'Italia, mentre a nord si formano gli stati nazionali di Francia e di Germania. In compenso l'Impero si va trasformando sempre di più in uno stato nazionale italiano.

887: l'italiano è lingua ufficiale degli atti pubblici dell'impero accanto al latino. Prima poesia in italiano, il Canto d'Amore Notturno composto dall'imperatore Carlo il Grosso che, deposto per l'incapacità di opporsi alle incursioni saracene, finisce i suoi giorni in un monastero, per l'appunto scrivendo poesie. Il potere effettivo è assunto dal potente nobile romano Teofilatto dei conti di Tuscolo, tutore dell'imperatore fantoccio Giovanni II.

887-962: "secolo ferreo" del papato e dell'impero, entrambi in mano alle famiglie patrizie di Roma che se li disputano come se fossero patrimoni personali; ne è testimonianza il celebre e macabro "processo cadaverico" intentato contro la salma di Papa Formoso (897). Le incursioni saracene devastano le coste della penisola ed i Cesari promuovono lo sviluppo delle città marinare in modo che, con le loro flotte, facciano da argine alle soldataglie musulmane. In particolare Genova, Venezia, Pisa ed Amalfi vengono investite di tale potere da essere definite le "Repubbliche Marinare".

904: la nobildonna romana Marozia, figlia di Teofilatto, sposa il potente duca Alberico di Spoleto, generale dell'armata imperiale, e diventa praticamente la padrona di Roma.

925: dopo la morte di Alberico, in battaglia contro gli Abbasidi di Baghdad che si sono di nuovo impadroniti della Sicilia, Marozia si risposa con il marchese Guido di Toscana e fa strangolare papa Giovanni X. Assurta a tale potere da ricevere il titolo di « senatrix et patricia », ella fa eleggere Augusto il suo figlio dodicenne con il nome di Giovanni III, mentre l'altro figlio diciottenne, da lei avuto (si dice) da una relazione con Papa Sergio III, dopo i deboli papi Leone VI e Stefano VII, viene incoronato Papa con il nome di Giovanni XI. Per questo Marozia, ritenuta la vera depositaria sia del potere temporale che di quello spirituale, riceve dal popolo di Roma il titolo di « papessa Giovanna », che ha dato origine ad una delle più tenebrose leggende medioevali (come dice il Belli: « E quando il Papa maschio stiede male / e morze, c'è chi dice avvelenato, / fu fatto Papa lei, e trasportato / in San Giovanni su in sedia papale. / Ma qui se sciorze er nodo a la commedia, / chè ssambruto je preseno le doje / e sficò un pupo lì sopra la sedia »...)

935: Alberico, figlio di Marozia e del conte di Spoleto, abbatte lo strapotere di sua madre, che viene imprigionata ed assassinata su suo ordine, e si fa eleggere Augusto.

962: il re di Germania Ottone il Grande, figlio di Enrico I l'Uccellatore e di Santa Matilde di Sassonia, cala in Italia, sconfigge Alberico e si fa incoronare imperatore da Giovanni XII, riunificando le corone d'Italia e di Germania. Purtroppo egli tenta di estendere all'Italia il brutto vizio, da lui inaugurato in Germania, di mescolare potere temporale e spirituale attribuendo ai vescovi il titolo di conti, e pretende dal Papa un giuramento di fedeltà a garanzia della superiorità del potere laico su quello ecclesiastico (Privilegium Othonis).

973: gli succede il figlio Ottone II, ma deve affrontare subito l'insurrezione romana contro l'unione delle corone italiana e tedesca.

982: Ottone II subisce una pesantissima sconfitta a Stilo, in Calabria, da parte dei Saraceni, ed il suo prestigio è scosso per sempre. L'anno successivo gli succede il figlio Ottone III, avuto dalla principessa greca Teofano.

999: Ottone III fa eleggere papa col nome di Silvestro II il suo precettore Gerbert d'Aurillac, che presso i contemporanei ha la fama di uomo dottissimo; è lui tra l'altro a diffondere per primo in Italia le cifre arabe. D'accordo con il papa egli avvia la Renovatio Imperii, un utopistica tentativo di ripristinare l'Impero Universale, e per questo estende la propria sovranità sui popoli da poco convertiti al cattolicesimo: Croati, Ungheresi e Polacchi.

1001: Ottone III è cacciato da Roma in rivolta contro la dinastia tedesca che ben poco si preoccupa della penisola, flagellata dalle invasioni dei musulmani che arrivano ad incendiare Ostia; egli muore di vaiolo mentre attende dalla Germania un esercito per riconquistare l'Urbe, e con lui si chiude la dinastia sassone. Ma anche l'unione tra le corone di Italia e Germania, poiché nel 1003 Imperatore d'Italia diviene il marchese Arduino d'Ivrea. Enrico II di Franconia si limita a farsi incoronare re di Germania (riferendosi all'Italia egli la chiama "non giardino, ma nido di vipere"), e rinuncia ad avventure nella penisola a causa della ribellione dei principi tedeschi che tentano di emanciparsi dal controllo regale. Nel secolo XI scoppia in Italia la Guerra delle Investiture.

1054: scisma d'Oriente.

1057: il normanno Roberto il Guiscardo tenta la conquista dell'Italia meridionale ma è sconfitto. Allora toglie la Sicilia agli Arabi e vi fonda un suo regno normanno.

1070: fondazione di Firenze da parte di Matilde di Canossa.

1077: l'imperatore Enrico IV, scomunicato e deposto da papa Gregorio VII, è costretto ad umiliarsi a Canossa presso il castello della contessa Matilde, della quale è ospite, per ottenere il perdono papale. Subito dopo però nomina un antipapa e caccia da Roma Gregorio VII, che muore in esilio in Sardegna. Le sue ultime parole sono: "Ho amato la giustizia ed odiato l'iniquità, e per questo muoio in esilio."

1095: nel Concilio di Civita Castellana, Urbano II bandisce la Crociata per la riconquista del Santo Sepolcro.

1099: l'imperatore Goffredo di Pordenone, partito per la Crociata, espugna Gerusalemme e ne diviene re. Le Repubbliche Marinare costruiscono avamposti e fondachi in ogni angolo del Mediterraneo e del Mar Nero. Venezia praticamente controlla economicamente Costantinopoli, mentre le navi di Genova si spingono fino in Inghilterra. Il XII secolo vede la rinascita dei commerci, dell'agricoltura e delle industrie.

1176: Milano ed i liberi comuni costituitisi nel nord della penisola con ampia autonomia si ribellano alle tendenze centralistiche dell'imperatore Federico I Barbarossa, ma questi li sconfigge duramente a Legnano, restaurando il potere imperiale nell'Italia del Nord.

1187: Gerusalemme cade nelle mani del Saladino. Federico Barbarossa parte per una nuova Crociata, riesce a riconquistare Acri e Gerusalemme ma muore in battaglia. Gli succede il figlio Enrico VI.

1204: Venezia espugna Costantinopoli, istituisce l'impero Latino d'oriente sotto tutela dell'imperatore romano e raggiunge l'apogeo della propria potenza.

1220: Federico II il Grande, figlio di Enrico VI e di Costanza d'Altavilla, ultima discendente dei normanni di Sicilia, riunifica l'impero romano e la corona di Sicilia e pone la sua residenza a Palermo, che sotto di lui diventa una splendida capitale.

1226: morte di San Francesco d'Assisi.

1229: Federico II viene a patti con il sultano d'Egitto Malik-al Kamel e si fa restituire pacificamente Gerusalemme, che egli aveva occupato.

1250: morte di Federico II. Una maga gli aveva predetto che sarebbe morto "all'ombra di un fiore", e per questo egli ha sempre evitato di entrare in Firenze, ma la sua fine avviene in Puglia, nel castello di Fiorentino. Grande e complessa figura di sovrano moderno, egli ha trasformato l'Impero in uno vero stato monarchico moderno, caratterizzato da un'ampia tolleranza religiosa (egli si circonda di sapienti musulmani), da una notevole sensibilità per la cultura (egli fonda l'università di Napoli) e da un'imponente opera architettonica (si pensi a Castel del Monte in provincia di Bari). Egli stesso compone uno dei più celebrati trattati di falconeria del medioevo, "De arte venandi cum avibus".

1250-1266: regno di Manfredi, figlio di Federico II. L'Italia si divide nei due partiti Filopapale e Filoimperiale.

1254: i Mongoli di Batu Khan giungono fin nel Friuli per poi ritirarsi. Papa Innocenzo IV spedisce in Mongolia come suo ambasciatore fra Giovanni da Pian del Carpine.

1261: i bizantini di Nicea e di Trebisonda riconquistano Costantinopoli.

1266: morte di Manfredi in battaglia contro i Francesi. Gli succede il nipote Corrado detto Corradino (nella nostra linea temporale, Carlo d'Angiò lo aveva fatto decapitare).

1271-1295: viaggio di Marco Polo nell'impero del Gran Khan.

1291: definitiva caduta di San Giovanni d'Acri e di Gerusalemme in mano dei Mamelucchi di Baibars.

1300: Primo Giubileo indetto da Bonifacio VIII, il Papa divenuto famoso per aver risposto ad un cardinale che invocava su di lui la protezione divina: "Sciocco! Se Gesù non poté nulla per sé sulla croce, cosa potrebbe fare per noialtri?" (sigh!) Firenze, di cui era priore Dante Alighieri, filoimperiale, viene occupata dal partito filopapale, ed il massimo poeta italiano è costretto all'esilio in Francia, dove inizia la Divina Commedia.

1308: su sollecitazione di Dante il valoroso Enrico di Lussemburgo scende in Italia, cinge la corona imperiale a Milano come Enrico VII ,sconfigge ad Anagni papa Bonifacio VIII e lo fa arrestare dal suo nemico personale Sciarra Colonna (liberato dal popolo, morirà tre settimane dopo). Dante può rientrare trionfalmente a Firenze, della quale diviene priore e governatore, ed ivi compone la Divina Commedia, il De Monarchia in lode di Enrico VII, il De Vulgari Eloquentia ed il Convivio. Muore nel 1321.

1311-1376: la dinastia lussemburghese tiene praticamente segregati i Papi nel castello di Vignola, fino a che Gregorio XI non riesce a tornare a Roma, che intanto era spaventosamente decaduta perchè gli imperatori risiedono a Pavia.

1349: la peste nera s'abbatte sull'Impero sterminandone un quarto della popolazione. Petrarca e Boccaccio iniziano l'Umanesimo.

1381: Gian Galeazzo Visconti caccia l'ultimo Augusto lussemburghese e si proclama imperatore, ponendo la capitale a Milano. Con lui e con suo figlio Filippo Maria l'Italia esce dal vortice in cui era piombata nel corso del trecento.

1447: morte dell'ultimo imperatore Visconti. Suo genero Francesco Sforza tenta di occupare il trono ma è sconfitto ed ucciso da una coalizione composta da Venezia, Firenze e dal Papa.

1448: Lorenzo de' Medici viene eletto imperatore e sposta la capitale a Firenze, che con lui diventa la capitale della cultura italiana.

1453, 29 maggio: caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi Ottomani. I sapienti greci fuggono in Italia e a Firenze viene istituita la prima cattedra universitaria di lingua e letteratura greca. Si riscoprono i classici ed inizia il Rinascimento. Lorenzo respinge un tentativo ottomano di sbarcare ad Otranto. La via di terra verso la Cina è però sbarrata.

1454: Enrico il Navigatore, fratello naturale di Lorenzo, dà il via alle grandi esplorazioni geografiche doppiando il temuto capo Baiador in Marocco, mentre Spagna e Portogallo sono tenute impegnate dal Medioevo feudale e dalla lotta contro i Mori, Luigi XI di Francia porta avanti una politica isolazionistica, ed Inghilterra e Germania sono interessate solo al commercio anseatico.

1460: le navi veneziane e pisane raggiungono e colonizzano il Senegal.

1478: fallisce la congiura dei Pazzi contro Lorenzo.

1487: Bartolomeo Dìdaci (Bartolomeo Diaz) raggiunge addirittura il capo di Buona Speranza. Genova, che non vuole essere da meno della rivale Venezia, incoraggia il tentativo di Cristoforo Colombo di aggirare il blocco ottomano non circumnavigando l'Africa, ma varcando l'Atlantico. Il viaggio avviene nel 1492-1493; Colombo non trova l'Asia ma l'America, ed è nominato Ammiraglio dell'Oceano.

1492: morte di Lorenzo, che verrà detto il Magnifico, cui succede il figlio Piero, orgoglioso ma politicamente inetto.

1494-1495: accampando diritti sulla successione imperiale, e chiamato dai milanesi insofferenti allo strapotere dei fiorentini, il re di Francia Carlo VIII cala in Italia, e Piero cede vilmente alle sue pretese. I Fiorentini insorgono ed il Papa Alessandro VI Borgia lo dichiara decaduto, eleggendo al suo posto il figlio Cesare, detto il Valentino, facendo bruciare sul rogo fra Girolamo Savonarola che si era opposto a questo abuso. Cesare caccia energicamente Carlo VIII dalla penisola, riporta la capitale a Roma che fa abbellire di splendide opere d'arte grazie al genio di Michelangelo e Raffaello, inizia la colonizzazione delle Americhe ed impone il suo dominio con pugno di ferro (Milano, nuovamente ribellatasi, subisce una dura lezione) Significativo il motto del Valentino: "Aut Caesar, aut nihil".

1500: Pietro Capra (Pedro Cabral) sbaglia la rotta verso l'India e sbarca in Brasile.

1502: il portoghese Vasco da Gama a capo di una flotta veneziana circumnaviga per la prima volta l'Africa.

1517-1521: l'altro portoghese naturalizzato italiano Ferdinando Magellano compie su ordine di Cesare la prima circumnavigazione della Terra.

1519-1520: distruzione dell'impero Azteco ad opera dell'avventuriero napoletano Ferdinando Cortese. Poco più tardi gli avventurieri spagnoli Francisco Pizarro e Diego de Almagro, al servizio del Borgia, abbattono l'impero Inca del Perù. L'impero coloniale di Roma comprende Messico, Perù, Colombia, Florida, Brasile, gran parte delle coste dell'Africa, molte piazzeforti in India, Macao in Cina e le Filippine, a cui si aggiunge il controllo economico su Castiglia, Persia, India, Cina, Giappone ed Insulindia (vedi cartina). Cesare Borgia può affermare che sul suo dominio non tramonta mai il sole.

L'Impero mondiale del Valentino nel 1559

1521: riforma Protestante in Germania contro la mondanizzazione della Chiesa.

1528: Alvaro Noè, detto Testa di Vacca, esplora e conquista il basso corso del Mississippi (dalle nostre parti si tratta di Alvaro Nuñez detto Cabeza de Vaca).

1534: il Valentino si fa incoronare re di Aragona (i Borgia erano di origini spagnole) e la incorpora nel suo Impero. Occupazione delle città di Orano e Tunisi.

1559: con la pace di Cateau-Cambresis ha fine la lunga guerra tra spagnoli, francesi e tedeschi in cui il Valentino ha fatto da ago della bilancia. In Europa si viene a creare un equilibrio che resisterà per oltre duecento anni.

1560: morte del Valentino, cui succede il figlio Filippo VI. Siccome Cesare Borgia ha iniziato le sue fortune come duca di Romagna, i suoi adulatori attribuiscono a lui la profezia di Dante contenuta in Purg. XXXIII, 43-45: « un cinquecento, diece e cinque (DVX), / messo di Dio, anciderà la fuia / con quel gigante che con lei delinque » ed in Inferno I, 105: « e sua nazion sarà tra Feltre e Feltro ». Piaggeria da cortigiani...

1571, 7 ottobre: a Lepanto le flotte genovese, veneziana e napoletana guidate da Giovanni, figlio cadetto di Filippo VI, infliggono una durissima sconfitta alla flotta ottomana, arrestandone per sempre l'avanzata verso occidente. Occupazione delle isole Jonie. L'impero romano è la prima potenza in Europa e nel mondo.

1588: il corsaro inglese sir Francis Drake sconfigge l'Invincibile Armata mandatagli contro dall'imperatore Filippo VII, e l'Inghilterra inizia la sua ascesa come potenza navale.

1600-1714: età barocca: lenta decadenza politica, economica e culturale dell'Impero, la cui potenza nel mondo è intaccata da Francia e Inghilterra, che gli sottraggono quasi tutte le colonie in Africa, Asia e Nordamerica. Luigi XIV di Francia arriva a porre il suo protettorato sull'Impero.

1701-1714: guerra di successione spagnola. Con la pace di Rastadt (1714) l'impero perde l'Aragona, accorpata alla Castiglia, il Rossiglione e la Corsica, conquistate dalla Francia, e le isole di Sicilia e Sardegna, passate agli Asburgo. Francesco di Lorena, di un ramo cadetto degli Asburgo, diventa il nuovo imperatore dopo la cacciata di Giangastone, ultimo discendente del Valentino, ma il popolo italiano è insofferente al predominio austriaco.

1745: Giovanni di Alamberto e Dionigi Disdeirotto pubblicano a Torino l'Enciclopedia, dando vita al movimento Illuminista. Anche il francese Jean-Marie Voltaire e lo svizzero Jean-Jacques Rousseau vengono in Italia e danno slancio a questa vera e propria rivoluzione ideologica e culturale.

1789: il 14 luglio il popolo di Roma dà l'assalto al carcere di Regina Coeli, simbolo del potere assoluto dell'imperatore Francesco III, e lo rade al suolo dopo aver massacrato la guarnigione. Scoppia la Rivoluzione Italiana. Il Senato è sostituito in Assemblea Costituente.

1793, 21 gennaio: Francesco III, che ha inutilmente tentato di fuggire in Svizzera, è decapitato. Papa Pio VI è confinato nei suoi alloggi in Vaticano. Il cattolicesimo cessa di essere religione di stato. Dopo esattamente 1820 anni è ripristinata la Repubblica Romana. Sicilia, Sardegna e Corsica vengono subito rioccupate. Gli altri stati europei, timorosi del contagio repubblicano, danno vita ad una coalizione antirivoluzionaria.

1797: il generale corso Napoleone Bonaparte, che ha aderito alla rivoluzione, occupa Vienna e la costringe alla pace, poi sconfigge i francesi di re Luigi XVI presso Lione.

1799: fallita spedizione napoleonica contro l'Egitto britannico. Napoleone rientra in Europa e sconfigge la Seconda Coalizione, per poi farsi nominare Primo Console.

1801: Alessandro Volta costruisce la prima pila elettrica.

1804, 18 maggio: con un senatoconsulto ed un plebiscito popolare, Napoleone restaura l'impero e si proclama Augusto. In breve tempo conquista Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Prussia e Polonia, ma il suo genio militare si infrange contro la resistenza dell'Inghilterra che a Trafalgar annienta la sua flotta.

1812: fallita spedizione napoleonica contro Mosca.

1813, 19 ottobre: battaglia delle Nazioni presso Lipsia. Napoleone è sconfitto ed il suo vasto impero si sfascia. Napoleone va in esilio all'isola d'Elba.

1814: congresso di Vienna. Napoleone fugge dall'Elba e rientra a Roma (i "cento giorni"), ma a Marengo è definitivamente sconfitto dagli alleati. Dopo aver inutilmente tentato di fuggire negli USA, Napoleone si consegna agli inglesi che lo deportano a Sant'Elena, ove morirà il 5 maggio 1821.

1815: si chiude il Congresso di Vienna e l'Italia torna nei confini del 1789. La Sicilia è occupata dall'Inghilterra, e Francesco I d'Austria è coronato imperatore anche d'Italia. Ricomincia la dominazione asburgica, che sarà segnata da continui moti di ribellione.

1821-1822: indipendenza di tutte le colonie del Sudamerica (America Latina), ove ancor oggi si parla italiano.

1848: Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi tentano di liberare l'Italia dagli austriaci, proclamando nuovamente la Repubblica Italiana, ma il tentativo fallisce.

1859: con l'aiuto francese, cui viene ceduta Nizza, Camillo Benso di Cavour sconfigge le armate austriache e proclama imperatore Vittorio Emanuele di Savoia, duca di Torino. Il confine è sulle Alpi; Trento, Trieste, Fiume e la Dalmazia sono italiane, Bolzano resta tedesca. Concordato con papa Pio IX.

1860: spedizione di Garibaldi in Sicilia per la riconquista dell'isola.

1896: fallito tentativo di conquista dell'Etiopia, che finisce con la sconfitta di Adua, il peggior rovescio militare subito dall'Impero nell'ottocento.

1900: assassinio a Monza dell'imperatore Umberto I, colpevole di aver fatto sparare sull'inerme folla milanese che domandava riforme sociali.

1914-1918: neutralità imperiale durante la Prima Guerra Mondiale. I movimenti socialisti e repubblicani avanzano in Italia.

1922: colpo di stato militare di Benito Mussolini, favorito dall'imperatore Vittorio Emanuele II (dalle nostre parti è il terzo) che teme una vittoria socialista alle elezioni, vista la fine che ha fatto lo zar di Russia. Si instaura la dittatura fascista.

1939-1945: Seconda Guerra Mondiale combattuta dall'Impero al fianco del folle dittatore nazista Adolf Hitler. L'Italia è invasa dagli alleati angloamericani, diventa terreno di battaglia e subisce anche la guerra civile tra fascisti ed antifascisti, uscendone letteralmente distrutta.

1945, 28 aprile: fucilazione di Mussolini da parte dei partigiani a Giulino di Mezzagra e fine della guerra.

1946, 2 giugno: l'ultimo imperatore Umberto II è deposto da un referendum, e viene restaurata definitivamente la Repubblica. Fermi e Segrè rientrano dall'esilio americano. Boom economico e sociale.

1999, 1 gennaio: l'Italia entra a far parte della più vasta Unione Europea ed al posto del vecchissimo sesterzio adotta l'euro.

2004, 4 agosto: sbarco su Marte del robottino semovente italiano Schiapparelli.

William Riker

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Ecco il commento del vulcanico amico Bhrg'hros:

Si tratta di una delle ucronie più complesse finora introdotte (non meno dell'Iperimpero); mi pare che si possa articolare nei seguenti undici periodi:

1) Odoacre - Teodorico - Belisario - Teia

2) Pipinidi e Carolingi

3) Alberichi di Spoleto; Ottoni di Sassonia

4) Enrico IV; Svevi

5) Lussemburgo

6) Visconti e Medici

7) Borgia

8) Lorenesi

9) Bonaparte

10) Asburgo

11) Savoia

Di ogni periodo desidererei evidenziare - sia pure brevissimamente - tre aspetti: a) Interpretazione della Storia reale: i meccanismi (soprattutto geopolitici) che hanno mosso gli eventi b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti: cosa mi sarei aspettato immediatamente c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese: dato che è diversa da ciò che mi sarei aspettato, come rendere più verosimile tale diversa storia? (Implica proposte antisimmetrizzanti). Proviamo:

 

1) Odoacre - Teodorico - Belisario - Teia

a) Interpretazione della Storia reale>  Pura prosecuzione delle lotte di potere (cfr. III sec. d.C.), con le Popolazioni Germaniche al posto delle Legioni Imperiali. I Re Germanici miravano alla ricostituzione dell'Impero d'Occidente (di fatto erano una riedizione dell'Imperium Galliârum); Bisanzio era impegnata nello scontro mortale con i Sassanidi e poi con gli Arabi (l'obiettivo principale era l'annessione della Persia alla Monarchia Ellenistico-mediterranea; per la Persia viceversa)

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti:

>  Al di là delle lotte personali di potere, il fatto più importante è l'eliminazione delle forze antiromane (antibizantine) in Occidente. La conseguenza dovrebbe essere una decisiva liberazione di potenza a favore di Bisanzio contro i Sassanidi fino alla vittoria e all'annessione della Persia (con impedimento della nascita di un Impero 'Islâmico Arabo)

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> O l'Impero d'Oriente ha effettivamente avuto mano libera e ha vinto la Persia (ma non si capirebbero allora le conquiste arabe in Africa)

>  O la Persia ha eliminato Bisanzio (ma non si capirebbe lo sbarco bizantino in Puglia nel 651).

> Forse allora è avvenuto ciò che Davide169 aveva negato: l'invasione della Persia da parte degli Unni. In tal modo si capisce l'impedimento delle conquiste bizantine in Oriente ma contemporaneamente l'attivismo prolungato in Occidente (su un fronte più agevole) e insieme anche l'espansione 'islâmica (scaturita non più solo dalle secolari guerre greco-persiane ma anche dalle più recenti greco-unne).

> Per i Neolatinofili, faccio presente che un Impero Unno unificato (comprendente sia gli Unni Occidentali che quelli Orientali) sarebbe stato ormai non più di lingua gotica (dopo le migrazioni in Occidente degli Ostrogoti - i Visigoti già lo erano) nè (ancora) di lingua slava (come invece gli Avari), ma almeno in parte di lingua BALCANOROMANZA, come nella Storia reale probabilmente il primissimo Khanato dei Bulgari Danubiani (diretti continuatori degli Unni)

2) Pipinidi e Carolingi

a) Interpretazione della Storia reale

> Ottenuta a fatica e provvisoriamente la ricostituzione sia dell'Impero d'Occidente che di quello d'Oriente e data l'invincibilità 'islâmica nel Mediterraneo, il terreno di scontro si è spostato in Europa Orientale, con gli scontri per la successione agli Avari, Bulgari e Khazari. Risultati: estensione territoriale degna di nota da parte dell'Occidente (Polonia, Boemia, Ungheria, Croazia), capolavoro bizantino in Bulgaria (poi infatti riassorbita) e soprattutto in Russia. Fine dell'espansione araba, sdoppiamento dell''Islâm tra Egitto (/ Marocco) e Turco-Iranici

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> Una tale concentrazione di forze presso i Longobardi e l'assenza di contrasti per il potere imperiale in Occidente avrebbero prodotto sia la stessa lotta con Bisanzio per l'Europa Orientale (v. qui sopra) - si può discutere se con gli stessi risultati o altri - sia forse una politica più aggressiva nei confronti degli Arabi. Nel caso di eccessiva disparità di forze a vantaggio di questi ultimi, il primo obiettivo sarebbe stato (come visto anche nell'ucronia di Carlo e Irene) la riunificazione con l'Impero d'Oriente

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Dato che l'obiettivo dei Goto-Longobardi (come preferisco considerare l'Impero) sembra l'unificazione dei Germani (N.B. il Regno del Wessex era "British" nel senso di "della Gran Bretagna" - per distinguerlo dai Sassoni Continentali - ma non "bretone"; in inglese in quest'ultimo senso si usava anche "Brythonic" = it. disusato "brittonico", chiaramente non pertinente per il Wessex) prima che la logica della riunificazione del Mediterraneo, bisogna spiegare i motivi di tanto rispetto per i Bizantini (e gli Arabi). Ipotesi:

> o Bisanzio ha in realtà riconquistato il Mediterraneo agli Arabi (e quindi i Goto-Longobardi raggruppano le forze per prepararsi a sostenerne l'attacco);

> o gli Arabi stanno sfondando nei Balcani (aggirando Bisanzio, come gli Ottomani - ripetutamente - nel Basso Medioevo) e preparano un assalto a tenaglia sull'Occidente Germanico;

> oppure ancora qualche altra Potenza esterna agli Imperi sedentarî ha dato l'esempio di unificare tutte le tribù consimili prima di sferrare un attacco vittorioso contro il Califfato o l'Impero d'Oriente (potrebbe essere avvenuto che i più volte lodati Chazari avessero operato una precoce unificazione dei Turchi nella fascia eurasiatica delle Steppe o una ricostituzione dell'Impero Unno, unificato - cfr. sopra - rispetto agli antichi Imperi degli Unni Occidentali e Orientali: questo spiegherebbe il mancato avvio della guerra con Bisanzio per l'Europa Orientale - perchè questa sarebbe già in mano altrui)

 

3) Alberichi di Spoleto; Ottoni di Sassonia

a) Interpretazione della Storia reale

> Individuazione - per la prima volta nella Storia - della relazione geopolitica privilegiata tra Germania, Area Alpina e Penisola Italica (prima di allora la stessa presenza germanica nelle Alpi non era maggioritaria)

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> La politica espansionistica nel Mediterraneo degli Ottoni non si poteva definire filobizantina (almeno per Ottone I), ma - al contrario degli Svevi - non era tanto antibizantina, quanto soprattutto e molto di più antiaraba. I primi obiettivi in questo caso sarebbero stati Sicilia, Sardegna, (Corsica), Baleari (?), soprattutto gli Ziridi dell'Africa Settentrionale e, infine, lo splendido Califfato 'Umayyade di Córdoba. Tanto più lo sarebbero stati se l'Impero fosse stato limitato ai territorî a Sud delle Alpi (Imperatore Arduino), senza neppure la sovranità su Polacchi e Ungheresi (sui Croati forse sì)

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Le ragioni sono già nel testo (Guerra delle Investiture, che implica un largo ricorso alla politica dei Vescovi-Conti anche a Sud delle Alpi, quindi contrario al sistema delle Marche da cui lo stesso Arduino proviene). Può darsi che gli Autori non abbiano specificato che la situazione etnica a Sud delle Alpi era paragonabile alla Germania: sei Ducati propriamente "nazionali", eredi delle Confederazioni di Tribù del Tardo-Antico e uniti a fatica in un Regno sempre pronto a disfarsi. Nel caso dell'Impero Arduinico, gli omologhi sarebbero stati la Lombardia (Bacino Padano e Liguria), Verona e Aquileia, la Tuscia , il Patrimonium Petrî, Spoleto, Benevento (e i Principati Successori, con inclusione di tutta la Puglia e Calabria - non bizantine).

> Ciò è in apparente contrasto con l'indicazione che nell'855 "l'Impero si va trasformando sempre di più in uno stato nazionale italiano"; tuttavia l'esempio storico della Svevia e della Baviera mostra che ancora in quei secoli era possibile un livellamento nazionale in direzione diversa dalla storia svoltasi fino a quel momento (l'intedescamento di vaste regioni alpine e prealpine è avvenuto su popolazioni ormai compattamente neolatine e si è basato unicamente sul fatto che i Ducati - e di conseguenza i Vescovati ivi inclusi - erano a guida germanica).

In particolare, quindi, mi spingerei a ipotizzare (e questo varrebbe anche per il seguito della Storia...):

> Lombardia franconizzata;

> Verona e Aquileia bavarizzate;

> Tuscia ormai da secoli goticizzata;

> Patrimonium Petrî bretonizzato (!);

> Spoleto, Benevento e i Principati Successori da secoli longobardizzati.

> Varietà neolatine sarebbero rimaste solo in Alemannia (Rezia Curiense) e in Baviera (Tirolo); nell'Impero Arduinico più nessuna. (Si noterà che ho fatto prevalere in ciascun Ducato l'etnia che storicamente invece è stata assorbita proprio in quei secoli)

 L'impero di Ottone III di Sassonia nell'anno mille

4) Enrico IV; Svevi

a) Interpretazione della Storia reale

> Scontro mortale tra l'Erede di fatto del potere imperiale in Occidente - il Pontefice Romano - e il più potente tra i Magistrî Militum (il c.d. Imperatore). Entrambi hanno di mira la conquista dell'Oriente bizantino e musulmano, ma il secondo (= Imperatore Tedesco) ha più fretta e meno ambizioni in Occidente, mentre il primo (= Pontefice Romano) consolida molto meglio il potere imperiale in Europa (dal Portogallo alla Finlandia). La Monarchia Francese inizia a rappresentare una vera alternativa all'Impero Romano d'Occidente (come una terza versione dell'Imperium Galliârum) e subito mira all'Africa Settentrionale, all'Egitto e alla Siria.

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> In questa ucronia hanno successo tutti i progetti degli Imperatori Tedeschi dell'epoca, che concentrano la sovranità su: Germania-(Borgogna-)Lombardia/Italia-Papato-Sicilia, Bisanzio e la Siria-Gerusalemme (anche Cipro?). Come discutevamo nell'ucronia di Ivanhoe, sarebbe scoppiata immediatamente la rivalità con Francia e Inghilterra per l'Egitto, che a sua volta costituiva una Potenza superiore a tutti i nemici riuniti; su tutti, però, gravava la minaccia mongola, che sarebbe stata in grado di spazzare via ogni resistenza

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Per comprendere insieme la mancata espansione della Superpotenza Imperiale verso il Levante e la mancata invasione mongola in Europa, possiamo postulare che l'Egitto fosse non solo - come nella realtà - più potente, ma enormemente più potente, cioè che p.e. il Saladino avesse riunito tutto l'antico Califfato 'Umayyade, anzi estendendolo (da 'al-'Andalûs al Sultanato di Delgi): perciò l'Impero non avrebbe attaccato (e l'Egitto si sarebbe potuto permettere nientemento che la cessione di Gerusalemme) e i Mongoli avrebbero puntato sull'Egitto anzichè sull'Impero, che avrebbe avuto tutte le ragioni di allearsi a loro (cfr. anche il punto seguente)

 

5) Lussemburgo

a) Interpretazione della Storia reale

> L''Islâm, Bisanzio e l'Europa sono ridotti a ruoli marginali di fronte alla concentrazione senza precedenti di potere politico-militare ed economico-culturale dell'Impero Mongolo-Cinese. Le conseguenze positive (Genova, Milano, Venezia, Firenze) e negative (peste) colpiscono anzitutto la Cisalpina. Turbolenti processi locali di unificazione regionale a esiti alterni in Occidente (Penisola Iberica, Francia, Germania) e definitivo assestamento delle Nazioni attuali. Massima estensione del potere angioino

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> In questo caso invece Germania, Cisalpina e Italia (non so se anche le Due Sicilie) restano nella stessa compagine Imperiale. È molto interessante perchè, nell'intervallo tra l'egemonia mongola e Tamerlano, la potenza germano-imperiale (attraverso la Penisola ) avrebbe continuato la propria politica espansionistica nei confronti dell'Egeo (superata ormai la rivalità con la Francia ), contro Bisanzio e soprattutto in alternativa agli Ottomani. Questo processo avrebbe reso dubbia e ed evitabile la conquista turca di Costantinopoli e l'esistenza stessa dell'Impero Ottomano.

> È invece incerto se, nel caso di egemonia germano-imperiale su Costantinopoli, tale Impero (d'Occidente e ormai anche d'Oriente) poesse conoscere le stesse fortune degli Ottomani nel Vicino Oriente. Rispetto alla millenaria potenza dell'Egitto, forse il riunificato Impero Romano(-Germanico) non avrebbe potuto prevalere (la vittoria Ottomana sui Mamelucchi d'Egitto è una questione intra-turca a parte).

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> La difficoltà risiede nel contrasto tra le condizioni politiche illimitatamente favorevoli all'Impero e la sua inazione a livello geopolitico. Un tale contrasto sarebbe comprensibile se precisassimo che l'Impero dei Lussemburgo (incluso il territorio dei Cavalieri dell'Ordine Teutonico e dell'Ordine dei Portaspada) era tributario dei Mongoli (il Khanato più vicino, territorialmente quasi contiguo, sarebbe l'Orda d'Oro). Ciò anzi si potrebbe giustificare considerando che invece Polonia e Ungheria (1374) erano angioine ( la Peste potrebbe essere allora una conseguenza della guerra tra Tartari e Angioini anzichè un 'dono' tartaro ai Genovesi di Crimea)

 

6) Visconti e Medici

a) Interpretazione della Storia reale

> I processi di concentrazione territoriale a base locale superano i limiti regionali in Cisalpina e in parte della Penisola Italica; l'obiettivo dei contendenti diventa l'unificazione delle potenze economico-finanziarie nel centro del Mediterraneo; temporanea sospensione delle mire territoriali di provenienza transalpina (tedesca e francese). Grande crescita della Polonia

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> A un Impero quattrocentesco a base milanese era dedicata la strana e irregolare ucronia di Braccobaldo da Bruscodorno. Non insisto su un risultato identico nei particolari, perchè non è affatto il più verosimile, ma mantengo l'idea che l'obiettivo principale - dopo l'unificazione dello spazio geopolitico del Bacino Padano e della Penisola Appenninica - fosse, come nelle tradizioni medioevali, Bisanzio (da un lato; con la Grecia , l'Egeo e il Mar Nero fino alla Crimea) e Gerusalemme (dall'altro; con la Siria e Cipro), ossia l'insieme delle mire genovesi e veneziane.

> Lo stesso compito sarebbe toccato ai Medici, perchè Firenze e Milano avevano il medesimo ruolo nei confronti di Genova e Venezia. (Anche se non ritengo verosimile "una coalizione composta da Venezia, Firenze e dal Papa" contro la successione sforzesca ai Visconti, perchè un Impero degno di tale nome non avrebbe reso possibile la nascita di coalizioni di Signorie regionali al proprio interno.)

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Il primo punto da giustificare è la permanenza delle Signorie Regionali. È evidente che quindi l'Impero era solo una blanda confederazione, non unitaria neppure a livello militare (in ciò paragonabile al Sacro Romano Impero p.e. nel Settecento). Ma allora ci si chiede che differenza sostanziale sussista rispetto alla Storia reale.>  Il secondo punto da giustificare è costituito dalle navigazioni imperiali nell'Atlantico (avrebbero dovuto forzare il blocco moresco).>  Con una particolare forzatura della narrazione, allora, propongo di pensare che gli Autori non abbiano specificato che l'Impero NON era affatto 'italiano', ma una vasta Lega di Repubbliche e Signorie in tutto il Mediterraneo e oltre, senza alcuna prevalenza 'nazionale' (Anseatici, Fiamminghi, Brettoni, Provenzali, Lombardi, Veneziani, Pugliesi, Siciliani, Schiavoni, Albanesi, Greci, Goti (di Crimea), Tartari, Armeni, Arabi (p.e. Cristiani, inclusi i Copti) ecc.

> Così si spiegherebbero da un lato l'assurda fragilità della compagine (nessun Imperatore ambrosiano avrebbe lasciato sussistere una potenziale coalizione antimilanese all'interno dei proprî dominî; nessun Imperatore fiorentino sarebbe stato così debole da impedire la chiamata di Carlo VIII), dall'altro la sua forza rispetto al blocco musulmano

 

7) Borgia

a) Interpretazione della Storia reale

> Apogeo di due Potenze di livello mondiale, i Turchi Ottomani e la Spagna (con i Dominî Asburgici); quest'ultima vince la guerra (locale) con la Francia per la Cisalpina e l'Italia

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> Come esposto nella finta discussione sul Valentino il mese scorso, non esisteva alcuna possibilità di creazione di uno Stato territoriale centro-italiano nel Cinquecento, tantomeno di una Potenza europea; le uniche alternative all'egemonia spagnola erano: egemonia francese (anche sull'Impero) o franco-tedesca; spartizione franco-spagnola; eventuale precoce espansione austriaca a Sud delle Alpi; combinazione di espansione svizzera, austriaca e francese (con possibile partecipazione della Spagna); vittoria ottomana (gli Italofili interni ed esterni alla lista vogliano notare che, con un'egemonia ottomana su tutto il Mediterraneo, l'italiano - toscano o lingua franca - sarebbe stato l'idioma veicolare per tutta l'Europa Meridionale e l'Africa Settentrionale e avrebbe avuto, in caso di espansione turca in Persia, la possibilità di diffondersi fino all'India insieme al turco-arabo-persiano).

> Invece, a giudicare dalla cartina, l'Impero dei Borgia avrebbe avuto tutte le Colonie Ispano-Portoghesi e il "controllo economico" su Persia, India, Cina e Giappone! Una simile Potenza non avrebbe mai più avuto rivali ed esisterebbe tale e quale, anzi molto più forte, ancora oggi. Di certo quello sarebbe stato la fine della Storia - se una Potenza (qualunque fosse) avesse unificato un tale impero. L'interesse delle vicende successive sarebbe venuto dai processi di integrazione politica di un'area così vasta e dall'inevitabile scontro - vittoria - annessione nei confronti dell'Impero Ottomano.

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese>  L'incredibile è che una Superpotenza del genere non sia rimasta, eterna e vittoriosa. Ci sarebbe bisogno di una Superpotenza rivale altrettanto forte, quindi il candidato più credibile - l'Impero Ottomano - si sarebbe dovuto estendere, per esempio, agli Stati Successori dei Mongoli in Asia Centrale, precedere la Russia nella conquista della Siberia, insidiare il "controllo economico" borgesco in Persia, India e Cina, annettere tutta l'Africa Subsahariana 'islâmica. Da qui una lotta mortale in grado di giustificare la "lenta decadenza politica, economica e culturale dell'Impero" nel 1600-1714, altrimenti incomprensibile.

 

8) Lorenesi

a) Interpretazione della Storia reale

> Nella parziale spartizione dell'Impero Romano d'Occidente (= Spagna), prevalgono l'Inghilterra a livello mondiale (superando Portogallo e Olanda), Francia e Austria (quest'ultima frenata dall'inizio della crescita prussiana) a livello europeo. Avvento della Potenza mondiale russa

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> Nel caso di una connessione - di fatto se non di diritto - con l'Austria asburgica, è logico pensare all'introduzione di riforme di tipo teresiano e giuseppino, in grado di portare i Paesi Asburgici ai livelli di sviluppo della Francia, ma con l'incommensurabile vantaggio delle Colonie Americane. Si sarebbe creata una Potenza protoindustriale Asburgo-Lorenese pari o superiore alla Gran Bretagna, con la conseguenza di una situazione geopolitica analoga all'intreccio di opzioni dell'ucronia sulla Corsica non francese: Impero Asburgico - Impero Britannico - Impero Russo - Impero Ottomano (Persia, India, Cina e Giappone sotto il controllo di chi erano rimasti? Nel dubbio, poniamo che non fossero più dell'Impero), con Francia, Spagna e Prussia nel ruolo di Potenze complementari in Europa.>  L'Impero Asburgico sarebbe stato nemico di ciascuno degli altri tre; quello Britannico avrebbe forse deciso gli equilibri alleandosi con la Russia o la Turchia ; quest'ultima avrebbe cercato naturalmente l'alleanza britannica per timore verso gli altri due Imperi. Francia e Spagna avrebbero avuto solo da guadagnare da un'alleanza con la Russia o con la Turchia ; la Prussia da un'alleanza con la Gran Bretagna o, anch'essa, con la Turchia.

> Le Potenze non vincenti avrebbero cercato continui rovesciamenti di alleanze per evitare egemonie altrui; in generale, forse, si sarebbero riproposte più spesso alternanze tra Grandi Coalizioni antiasburgiche e allineamenti Gran Bretagna - Prussia - Turchia contro Russia - Francia - Spagna, con gli Asburgo-Lorena di volta in volta dalla parte dello schieramento più debole (per riequilibrarlo).

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Che un'occasione così ghiotta e a portata di mano non venisse colta dal Dispotismo Illuminato di Vienna avrebbe bisogno di una giustificazione molto forte; per esempio: l'Austria era già troppo impegnata nella conquista della Turchia e in particolare, dopo aver conquistato Costantinopoli, puntava a Gerusalemme e all'Egitto. Quello sarebbe un 'miraggio' sufficiente a giustificare una 'distrazione' così epocale.

 

9) Bonaparte

a) Interpretazione della Storia reale

> Uno dei massimi tentativi della Francia di diventare Potenza continentale e fronteggiare gli Imperi Britannico e Russo; frustrato dalla perdita degli Imperi Coloniali Spagnolo e Portoghese, dall'assenza di qualunque acquisizione a spese turche e dal sostegno russo alle potenze regionali rivali della Francia (Austria e Prussia)

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> In questo caso invece l'Impero Napoleonico partirebbe da Roma (per i problemi sul nesso tra Napoleone, corso quindi francese, e l'Italia v. sotto). Gli obiettivi territoriali sarebbero stati sicuramente diversi, in parte, da quelli francesi: esclusa la Polonia ; esclusa la Prussia ; in dubbio Spagna e soprattutto Portogallo; avrebbero avuto la preminenza la Grecia , Costantinopoli, l'Egitto e il Levante, in parte anche i Balcani (o almeno il bacino dell'Adriatico).

> Se la forza militare di Napoleone fosse stata tale da garantire questi obiettivi e, in più, anche la Penisola Iberica , la Germania Settentrionale e la Polonia , comunque il conflitto con la Russia sarebbe stato posticipato a quello con la Turchia ed eventualmente con la Persia (resta sempre il dubbio di quando sia terminato il "controllo economico" dell'Impero su Persia, India, Cina e Giappone; qui lo diamo per finito). Lo scontro con l'Inghilterra nel Mediterraneo avrebbe assunto un ruolo molto più centrale; prima che a Mosca, si sarebbe mirato all'Africa Settentrionale

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Evidentemente c'è una sola possibilità: l'espansione nel Mediterraneo e nel Levante era bloccata. Ma allora bisogna postulare o che l'Impero Ottomano fosse potente come nel Cinque-Seicento o che la Russia fosse già arrivata (con Caterina la Grande ) a Costantinopoli o che la Gran Bretagna avesse già conquistato Malta, Cipro, l'Egitto e possibilmente anche la Siria e l'Africa Settentrionale

 

10) Asburgo

a) Interpretazione della Storia reale

> Ultima occasione per l'Austria di evitare la spartizione dell'Europa tra Imperi Nazionali (Francia = Neolatini; Prussia = Germani; Russia = Slavi); avrebbe richiesto l'estensione del potere asburgico su tutta la fascia centrale dalla Scandinavia alla Sicilia, ma è fallita per la strenua opposizione britannica a ogni risorgenza dell'Impero Romano (= Cattolico) d'Occidente (l'Inghilterra aveva già lottato per secoli contro la versione spagnola di quest'ultimo)

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> L'unica alternativa alla Storia come si è svolta nella realtà (annessione francese) sarebbe un successo austriaco. Se non capisco male, Francesco I è Imperatore d'Austria e Romano; quindi, al progetto minimo, mancherebbe 'solo' la (parte di) Germania sotto controllo prussiano (nonché la Sicilia britannica). L'Austria dovrebbe perseguire in ogni modo l'assorbimento della Prussia, magari anche soltanto nelle forme di un Impero federale come sarebbe poi stato il Secondo Reich (con i Monarchi che, salvo poche eccezioni, conservano i proprî Troni): una colossale Monarchia (ancora più grande che i normali progetti Großdeutsch) costituita da tutti gli Stati Tedeschi, inclusa la Prussia , nonché dal duplice Impero Austro-Romano.

> L'ulteriore direttrice di espansione sarebbe stata rappresentata, come nella Storia reale, dai Balcani, fino all'obiettivo di Costantinopoli; uno scontro con la Russia , alleata naturalmente con la Francia , sarebbe stato inevitabile e probabilmente insuperabile, a meno di una solida alleanza a livello mondiale con l'Inghilterra in funzione antirussa.

> Altrimenti, con la rinuncia ai progetti balcanici (o alla maggior parte di questi), sarebbe stato possibile scongiurare l'alleanza franco-russa, costituendo un fronte comune austro-russo contro Francia (in Europa) e Gran Bretagna (in America)

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> Il punto più grave è la perdita delle Colonie; a differenza di Spagna e Portogallo nella Storia reale, non c'è stata un'occupazione napoleonica. È vero che alla caduta di Napoleone c'è stata un'invasione, ma da parte della stessa Potenza che di fatto esercitava un condominio prima del 1793.>  Ci si potrebbe richiamare al sentimento antiaustriaco, che sarebbe stato diffuso tanto nella Penisola quanto in America e quindi avrebbe prevalso (in ogni caso imprevedibilmente) prima in questa poi in quella. Lo stesso sentimento antiaustriaco va giustificato e ci si potrebbe richiamare al parallelo col nazionalismo ungherese (antitedesco ma non antiasburgico, anche se passato attraverso fasi repubblicane); tuttavia la somma dei due fatti qui corrisponderebbe a un'eventuale indipendenza ungherese oltre il 1848-1849 nel nostro ergocronotopo CON PERDITA DEI TERRITORÎ NON MAGIAROFONI (Slovacchia, Rutenia Subcarpatica, Transilvania Settentrionale e Occidentale, parte del Banato ecc.), mentre sappiamo che al contrario la Repubblica Ungherese progettava una Federazione Danubiana e con la Polonia.

> Per risolvere lo stallo proporrei di supporre che nel frattempo la Francia (una volta terminata l'occupazione napoleonica) abbia conosciuto a sua volta (e come nella nostra Storia) un'espansione continentale, annettendo Spagna e Portogallo, Belgio, Olanda e Germania settentrionale e arrivando a costituire un polo di attrazione geopolitica anche a Sud delle Alpi; la Gran Bretagna , con intenzioni antiaustriache, non si sarebbe opposta a tale crescita (per evitarne una austriaca anche maggiore) purchè la prevista conquista francese dell'Italia non comprendesse anche le Colonie Americane: una sorta di Successione Austriaca con spartizione franco-britannica di parte dei Dominî Asburgici

11) Savoia

a) Interpretazione della Storia reale

> Annessione dell'intera area cisalpina e italica alla Francia attraverso la mediazione politico-amministrativa e militare sabauda. Nella Guerra dei Trentun Anni di Successione Britannica (1914-1945), la Germania vince due volte la strategia francese in Italia, ma entrambe le volte soccombe di fronte all'intervento della Potenza direttamente rivale, la Superpotenza Continentale Americana.

> Nella Guerra Civile Europea (che inizia contemporaneamente alla precedente, ma finisce 45 anni dopo la fine di quest'ultima), vera realizzazione della mai scoppiata guerra russo-britannica (di fatto viene combattuta tra Russia e Germania per tutta la durata della Guerra dei Trentun Anni di Successione Britannica, poi tra la Russia e la vincitrice della Germania nonchè erede della Gran Bretagna), l'area sabauda passa dall'annessione alla Francia (fino al 1943) all'annessione alla Potenza antirussa erede della Gran Bretagna (= Germania fino al 1945; Stati Uniti d'America dal 1943/1945 in poi)

b) Conseguenze prevedibili dei mutamenti introdotti

> Per quel che sembra, l'Impero Sabaudo non differisce dall'annessione alla Francia avutasi storicamente (magari non ci sarebbe stato in Francia un Imperatore Bonaparte, visto che il Primo Napoleone avrebbe operato dall'Italia; comunque è solo una questione di nomi, un Re Borbone od Orléans sarebbe stato equivalente, visto che lo è stato addirittura una Repubblica - la Terza , che ha sostituito l'omologo Napoleone).

> Il progetto quindi rimaneva quello franco-russo(-prussiano) dell'Ottocento: la divisione dell'Europa in tre Imperi (Neolatino, Germanico e Slavo-Ortodosso).

> Se invece l'Impero Sabaudo non fosse stato una Prefettura Francese, il progetto di massima non sarebbe stato diverso, se non per la differente Capitale dell'Impero Neolatino (Roma e basta anzichè Parigi-Roma). Probabilmente ci sarebbe stato un diverso orientamento nelle alleanze successive: in luogo dell'alleanza neolatino-slava (e ortodossa), erede di quella franco-russa, si sarebbe riproposta la medioevale e antico-regiminale Europa Centrale, costituita dall'Impero Neolatino (Romano) e da quello Germanico (debitamente accordatisi per i confini alpini) stretti dalla minaccia congiunta a livello mondiale (oltre che europeo) di Gran Bretagna e Russia (o Panslavia); entrambe queste ultime avrebbero infatti mirato a una sostanziale espansione mediterranea, in contrasto con gli immediati obiettivi neolatini (Africa Settentrionale, contro l'Inghilterra, e Vicino Oriente, contro la Russia che nel frattempo si sarebbe annessa la Turchia ).

> Ciò avrebbe avuto anche una conseguenza nella duplice Guerra del Novecento: nella Guerra di Successione Britannica, l'unione Neolatino-Germanica avrebbe costituito uno dei due candidati all'eredità dell'Impero Britannico (contro l'America) e nella scontro subentrato a quello (mai avvenuto) anglo-russo sarebbe stata in prima linea contro la Russia , fino a essere sostituita dalla Superpotenza Americana

c) Come giustificare l'ucronia rispetto alle attese

> I confini rispetto all'Austria risultano oltremodo squilibrati (Trieste, Fiume, la Dalmazia ), ma da un lato la stessa Austria - entro l'Impero - considerava 'italiane' (non stiamo a discutere) anzichè slave queste regioni fino al 1848 (o più tardi) e dall'altro, in questa ucronia, mi sembra di capire che ivi corresse il confine tradizionale tra Impero Romano e Impero d'Austria

> La neutralità nella Prima Guerra Mondiale si può capire: l'Impero Sabaudo rappresenta il volto 'amico' della Francia verso l'Austria (infatti non ci sono rivendicazioni irredentistiche, anzi casomai sarebbe il contrario, ma ormai l'Austria li dava- generalmente - per persi, come il Lombardo-Veneto nella Storia reale).

> L'instaurazione del Fascismo si giustificherebbe (come nella realtà) quale esperimento francese di reazione antibolscevica, ma saldamente (come si è visto il 25.7.1943) sotto il controllo monarchico.

> L'alleanza con Hitler avrebbe le stesse ragioni: collocando un alleato infido nell'Asse, la Francia si garantiva un nemico disorganizzato e in ultima analisi un boicottaggio della macchina militare tedesca; in ciò Mussolini sarebbe stato una marionetta nelle mani della Dinastia.

> Tutto ciò sembra poco plausibile e infatti, nonostante la mia convinzione che sia realmente avvenuto nel nostro ergocronotopo, nessuno mi crede. Per renderlo più accettabile, propongo allora di considerare che in questa ucronia tutta l'Europa Orientale fosse già sovietica (nel 1922) o già tedesca (al momento dell'alleanza con Hitler); così si comprenderebbero manovre altrimenti troppo spericolate come l'affidamento di una propria Prefettura (i Savoia) al Nemico (la Germania ) da parte della Francia.

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David169 ha risposto a sua volta:

Splendido! La ringrazio di avermi citato sul sito, soprattutto è geniale l'idea di Belisario associato come Imperatore d'Occidente, Dante governatore di Firenze e le Americhe italianizzate, in pratica con un Impero solo italiano l'Italia sarebbe stata protagonista di tutti gli eventi più importanti della storia dell'umanità ancora di più rispetto al ruolo che le sarebbe spettato nell'ucronia dell'Iperimpero. Unica cosa, nel 1204 non si sarebbe potuto parlare più che di impero latino d'oriente di (quasi)riunificazione dei 2 imperi dopo circa 600 anni? Venezia ha una tale autonomia da poter organizzare un esercito proprio?

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Ed ecco altri colpi di genio del grande Bhrg'hros:

Anch'io l'ho trovata molto ben fatta e non solo: sintetizza molto bene tante idee (e - se è lecita l'espressione - anche ideologie) rikeriane:
    il campo simmetrizzante (è un tipo di fantastoria che, tra tutti gli universi paralleli possibili, seleziona quelli dove i protagonisti umani sono gli stessi che nel nostro e anche gli avvenimenti sono più o meno gli stessi, ma i ruoli dei protagonisti sono scambiati);
    il (neo)guelfismo (v. p.e. l'espressione "brutto vizio" detto della politica di nominare Vescovi-Conti: una vampata di militanza politica inserita a ravvivare un trattato)
    l'italofilia (uso questa espressione con intenti completamente inoffensivi per designare una sorta di partigianeria o 'tifo' storiografico per ciò che la tradizione scolastica chiama "Nazione italiana"; non uso "italomania" perchè lo riservo a chi, come p.e. me, è invece ossessionato dal *territorio* corrispondente)
    lo stile chiamato da Lui stesso "romanzesco", ossia pieno di personaggi e vicende intricate e anche di colpi di scena e soluzioni, appunto, geniali (in particolare trovo notevole la collocazione della Rivoluzione del 1789-1793 a Roma anziché a Parigi, anche se continuo a pensare che due caratteristiche su tre della Rivoluzione Francese si sarebbero verificate ugualmente - e in ogni caso -
anche in Francia)

Ë geniale l'idea di Belisario associato come Imperatore d'Occidente, però le differenze con la Storia reale sono modeste: Bisanzio non ha ottenuto il recupero di tutti i territorî romani (Iberia Gallia Britannia) e anzi, all'arrivo dei Longobardi, ha lasciato la Penisola. Non ha neppure conservato Sicilia, Sardegna, Puglia, Bruzzio e Calabria. Belisario reggente in Italia è troppo poco per un Impero che ambiva a estendersi dall'Atlantico all'Indo

Dante governatore di Firenze? Anche in questo caso è un po' poco, se non ne facciamo una questione di persone (ossia se non abbiamo una preferenza spiccata per Dante rispetto a Corso Donati o sim.). La differenza sostanziale è se Firenze fosse governata per conto dell'Imperatore o del Papa. In questo caso per conto dell'Imperatore, nella Storia reale per conto del Papa, ma in entrambi i casi il ruolo di Firenze è tutto sommato di scarso rilievo; quello che
conta è se la geopolitica europea fosse imperniata sull'Impero Romano-Germanico (come in questo caso), ma allora senza più differenze tra Germania, Area Alpina e Penisola Italica e con l'obiettivo di Bisanzio ecc. (v. sopra), oppure sul Papato ossia sulla vera continuazione dell'Impero d'Occidente (basta guardare una dettagliata cartina delle Arcidiocesi Europee Medioevali per vedere che l'Impero c'era eccome, dal Portogallo al Baltico, e che l'assenza di un'unica Autorità non religiosa era funzionalissima alla solidità e al coordinamento dell'Impero = Cristianità Occidentale da parte del vero Imperatore = Pontefice Romano)

Quella delle Americhe italianizzate è  in effetti una novità molto impressionante, ma vorrei approfittare di questa occasione per richiamare un paradosso raramente considerato:
    in questo caso l'italiano (toscano) si diffonde al posto dello spagnolo e del portoghese in America Latina ed entrambi gli Ideatori (David169 e Riker) si sentono rappresentati e si identificano con l'italiano;
    invece la sostituzione dello spagnolo (castigliano) con l'italiano (toscano) avrebbe dovuto avere l'effetto di dividerli. Infatti, i rapporti reciproci tra italiano di Roma, ispanoamericano e lombardo di Lonate Pozzolo (VA) sono:
1) l'italiano è più vicino allo spagnolo che al lombardo
2) il lombardo è più vicino allo spagnolo che all'italiano
3) lo spagnolo è a metà tra lombardo e italiano.
    Questi rapporti sono oggettivi e misurabili quantitativamente; quindi la configurazione è "italiano - spagnolo - lombardo" (o viceversa, non importa).
    Ne consegue che, mentre la situazione storica reale rappresenta entrambi poco ma in misura simile, l'italiano rappresenta molto bene David169 ma molto male Riker (non malissimo, ma certo non meglio che il romeno nell'ipotetico Impero Unno di lingua balcanoromanza; in ogni caso peggio che lo spagnolo).
    Anzi, per aggravare la situazione, bisogna rilevare che tra italiano e spagnolo c'è comprensibilità spontanea reciproca (sia pure limitata), mentre tra italiano e lombardo c'è una comprensibilità non solo molto minore, ma soprattutto unilaterale (ossia: un lombardo che sappia solo il lombardo puo' capire l'italiano, come puo' capire il romeno, ma un italiano che non sappia il lombardo non puo' capire quasi niente)

Occorre ora una serie di precisazioni:

    1) (Premessa) Non stiamo più discutendo dell'ucronia di Riker in particolare, ma di un problema storico in generale: a quali condizioni l'Italia rimasta unita sarebbe stata protagonista della storia mondiale.

    2) Degli undici periodi descritti,
    - quattro sono stati pochissimo diversi dalla Storia reale (Alberichi di Spoleto e Ottoni di Sassonia; Enrico IV e Svevi; Lussemburgo; Savoia)
   - tre sono stati caratterizzati - a differenza della Storia reale - dall'assenza di confini tra le Alpi e la Sicilia, ma per il resto sono stati identici come vicende e contenuti (Odoacre - Teodorico - Belisario - Teia; Lorenesi; Asburgo)
    - due sono stati diversi dalla Storia solo perchè alcuni ruoli sono stati scambiati (Pipinidi e Carolingi; Napoleone: in entrambi i casi l'Impero viene fatto partire da Roma anziché dalla Francia)
     - due sono stati considerevolmente diversi: uno più (Borgia), l'altro meno (Visconti e Medici).

    Tutte le differenze positive dal punto di vista "italofilo" sono:
    a) assenza della Guerra Greco-Gotica e degli scontri tra Bizantini e Longobardi
    b) Impero Carolingio Romano anzichè Francone
    c) Successo di Arduino d'Ivrea
    d) Goffredo di Pordenone anzichè di Buglione
    e) Maggiore successo di Federico II di Svevia
    f) Successo di Arrigo VII di Lussemburgo
    g) Unificazioni viscontea e medicea
    h) Impero mondiale dei Borgia
    i) Illuminismo torinese anzichè parigino
    j) Impero Napoleonico Romano anzichè Francese
    k) Assenza di confini politici nell'Italia austriaca
    l) Confini estesi senza Prima Guerra Mondiale

Le Repubbliche Marinare nel Basso Medioevo

    3) Esaminiamo questi vantaggî. NESSUNO è dovuto al fatto che l'Italia non avesse né un Impero né un Iperimpero; anzi, i punti b), e), f), h), j) e l) postulano addirittura estensioni territoriali anche notevoli NONOSTANTE l'assenza di una precedente base imperiale (e NON *grazie* a essa).
    I nessi causali tra i singoli vantaggî (nonchè tra i singoli periodi) sono scarsissimi:
    a) non è dovuto all'assenza di impero;
    b) è una pura decisione dell'Autore e non è causato da a);
    c) è una pura decisione dell'Autore e non è causato da b);
    d) è una pura decisione dell'Autore e non è causato da c);
    invece i punti e-f-g e h-i possono essere in successione causale, ma con e) e h) decisi dall'Autore;
    di nuovo con j) abbiamo una pura decisione dell'Autore, non causata da i);
    k) si ricollega alla serie causale precedente (ovviamente non a j);
    l) si ricollega alla stessa serie.

    4) Quindi l'ucronia consiste NON nella Sua proposta originaria (l'Italia senza Impero), ma in ben sette appositi postulati dell'Autore:
    - la rapida sconfitta dei Goti da parte bizantina e l'accordo tra Goti e Longobardi;
    - Carlo Magno 'italiano';
    - successo di Arduino d'Ivrea;
    - Goffredo friulano anzichè franco;
    - maggiore successo di Federico II;
    - successo italiano, europeo e mondiale dei Borgia;
    - Napoleone 'italiano' anzichè francese.

    5) Di questi sette postulati, il primo, il terzo e il quinto sono normali e tipici temi storici (non solo fantastorici); il quarto è una questione puramente anagrafica, svincolata dal corso della Storia; invece il secondo, il sesto e il settimo creano problemi dal punto di vista dell''italofilià.
    Il problema del secondo (Carlo Magno 'italiano') è duplice: perchè i Pipinidi (dell'Austrasia) operano in Italia anzichè in Francia e come è possibile che ottengano da una base 'italiana' lo stesso che hanno ottenuto storicamente da una base molto più forte - quella franca?
    Il problema del settimo (Napoleone 'italiano') è analogo: perchè un Corso, cittadino francese, opera in Italia e come è possibile che ottenga da una base 'italiana' lo stesso che ha ottenuto storicamente da un base molto più forte - quella francese?
    Il problema del sesto (Borgia) è triplice:
    -  come è possibile che il Valentino abbia avuto più successo dei suoi rivali molto più forti di lui (Spagna, Francia, Austria; anche Svizzera) in Italia?
    - Come è possibile che tale compagine italiana abbia avuto più successo in Europa e nelle Colonie di quanto abbiano avuto le comunque più forti Francia, Spagna e Turchia (per citare le massime potenze, in ordine crescente) storicamente?
    - Come ha fatto un tale Impero, sia pure ricco di Colonie (corrispondenti alla somma di quelle Spagnole e Portoghesi), a ottenere il clamorosissimo "controllo economico su Persia, India, Cina e Giappone"?

    6) I problemi di Carlo Magno e Napoleone si possono inquadrare così: 
     i Pipinidi (per decisione dell'Autore) hanno visto nell'Impero Goto-Longobardo una possibilità di successo maggiore che nel Regno Merovingico (strano, ma concepibile);
     Napoleone ha iniziato la carriera in Francia, ma poi ha deciso di emigrare (storicamente voleva farlo: in Russia; invece qui - sempre per decisione dell'Autore - in Italia, ma comunque verosimile).

    Ragioni del successo:
     per Napoleone è più facile (c'erano i precedenti di un Impero fortissimo - i Borgia - e di una solida tradizione di efficienza - i Lorena, giuseppini e illuministi);
     per Carlo Magno più difficile (l'Impero Goto-Longobardo non aveva particolare forza: bisogna introdurre particolari motivi aggiuntivi di debolezza dei Franchi, facendo attenzione che non siano motivi di debolezza anche per i Goto-Longobardi; un'eventuale pressione araba sarebbe infatti motivo di debolezza sia per i Franchi che, a maggior ragione, per i Goto-Longobardi).

Impero di Napoleone e dei Napoleonidi nel 1812

    7) I problemi dei Borgia sono invece irresolubili. Date le condizioni così precise (come sono descritte nel testo), quindi senza possibilità di ipotizzare fusioni con gli Ottomani, devo ribadire quanto avevo scritto in passato sull'inverosimiglianza dei successi italiani dei Borgia in Italia (come invece ha scritto Giusepppe Galasso) e a maggior ragione in Europa.
    Per i successi nelle Colonie si può pensare a soluzioni come quelle proposte in precedenza (la coalizione viscontea e medicea raggruppava Repubbliche Marinare di tutta Europa, del Levante e del Nordafrica, quindi avrebbe potuto operare come le Potenze Atlantiche, superarle sul tempo ecc.).
    Tuttavia, non vedo alcun modo per il fatidico "controllo economico su Persia, India, Cina e Giappone". Un tale obiettivo sarebbe stato il desiderio di tutti gli Imperi della Storia. Mi piacerebbe immaginare un'ucronia in cui lo si giustifica, ma in questi termini e per quell'epoca mi sembra inarrivabile non sono per qualsiasi Potenza europea (incluso il Portogallo, che alla fine del Quattrocento ha avuto le migliori possibilità), ma anche 'islâmica (né il Marocco né gli Ottomani - i migliori candidati pensabili). Addirittura, non saprei immaginare come una delle stesse quattro Potenze "da controllare" - Persia, India, Cina, Giappone - potesse arrivare a controllare le altre tre. Credo che sarebbe molto utile impostare una discussione su questi punti.

    8) Allora, "a quali condizioni l'Italia sarebbe stata protagonista di tutti gli eventi più importanti della Storia dell'umanità"? Anche su ciò bisognerebbe fare una lunga discussione: come punto di partenza propongo che solo un accumulo (anche progressivo) territoriale continuo avrebbe potuto condurre a un risultato così inedito. Per intenderci, esemplifico: 
    Impero Romano - Impero Costantiniano (Roma + Persia) - Impero Indo-Mediterraneo nell'Alto Medioevo (al posto dell''Islâm) - Impero Eurasiatico nel Basso Medioevo (al posto dei Mongoli) - Impero Eurasiatico + Transoceanico nell'Evo Moderno (al posto delle Potenze Atlantiche e della Russia) ecc. (è l'Iperimpero ancora più Iper- che nell'ucronia originaria rikeriana)

    9) Osserviamo però cosa succede a questo punto: non sarebbe affatto un Impero 'Italiano', nè all'inizio nè tanto meno dopo (anche se mantenesse - come ha fatto il Cattolicesimo - Roma come Capitale).
    Motivo:
    - all'epoca dell'Impero Romano esistevano ancora le etnie originarie, quelle che avevano operato il primo popolamento dei Continenti; la Persia prima, Roma poi (e Altri altrove) ne avevano confederate alcune in grandi alleanze militari, ma senza snazionalizzarle
    - nel Tardoantico e per tutto l'Alto Medioevo è avvenuto, in Eurasia, il Grande Etnocidio: tutte queste etnie sono state livellate su poche grandi Nazioni (dapprima quella Persiana con i Sassanidi, subito seguiti da Armeni e Georgiani; poi i Greco-Cristiani e soprattutto i Latino-Cristiani e, sul loro modello, i residui Celti, Germani e Slavi nonchè Ungheresi ecc.; infine gli Arabo-'Islâmici, i Turco-'Islâmici e così via fino all'India)
    - queste grandi Nazioni erano articolate in sottogruppi piccolissimi e numerosissimi (p.e. quella Neolatino-Cristiana era composta da tutti i circa quarantamila villaggi romanzi; ogni campanile era una sub-etnia)
    - con gli Stati Nazionali è iniziato il Piccolo Etnocidio, che ha stritolato il massimo numero possibile di sub-etnie in poche pseudo-Nazioni di media entità; questo processo è culminato ai nostri giorni.

    Conseguenza: se si fosse sviluppato l'Iperimpero citato,
    - o non si sarebbe avuto il Grande Etnocidio (quindi niente Neolatini)
    - o lo si sarebbe avuto e i Neolatini sarebbero stati molto più diffusi (ma non Italiani: semplicemente Neolatini, che è ben diverso)

    Nel secondo caso:
    - o non si sarebbe avuto alcun Piccolo Etnocidio (essendo tutti uniti nell'Iperimpero)
    - o lo si sarebbe avuto, ma le possibilità che fosse esattamente secondo i confini del nostro sarebbero infinitesime.

    Conclusione: (la lascio scrivere ai Cortesi Corrispondenti; credo che tutti condividiamo la stessa logica)

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Dopo la pubblicazione della precedente cartina dedicata all'Europa Unapoleonica, ecco altri commenti argutissimi del solito Bhrg'hros:

La cartina relativa all'Europa del 1812 in questa pagina (vedi più sopra) contiene molte indicazioni aggiuntive, che impostano una nuova questione:

(Premessa) In un territorio e negli anni esattamente corrispondentiall'Impero Napoleonico,

(Punto di divergenza) supponendo che lo Stato egemone fosse non l'Impero Francese, ma un Impero centrato su Roma e con il toscano come lingua di cultura;

(Generalizzazione) non importa se frutto, come in questa ucronia, di un imperialismo continuato ininterrottamente dall'Impero Romano d'Occidente oppure realizzato pochi anni prima da un qualsiasi Stato Regionale Italiano o Cisalpino

(Domanda) quali sarebbero stati i più probabili confini di tale Impero egemone?"

Nella cartina, il quadro complessivo é ricalcato sull'Europa Napoleonica reale:

> Gran Bretagna, Russia e Impero Ottomano (nei proprî confini esatti) sono Potenze esterne al Blocco (il Montenegro comprende anche Cattaro);

> (anche la Svezia é di fatto esterna);

> Prussia, Austria e Danimarca sono alleati di Napoleone (l'unica divergenza é il confine orientale della Prussia Orientale, spostato a Occidente rispetto a quello storico: attraversa il corso del Memel a Tilsit) (invece Presburgo é spostata dal confine tra Austria e Ungheria a quello tra Ungheria e Confini Militari Croato-Slavoni, precisamente dalla confluenza della March nel Danubio alla confluenza della Mur nella Drava);

> tutta l'area rimanente (anche il Portogallo), senza Cattaro (ma con l'inclusione delle Isole Ionie tranne Cerigo), é di Napoleone o dei Napoleonidi.

In tale area propriamente napoleonica:

> il Portogallo e la Spagna hanno i confini del 1812 (ma le Baleari sono incluse nell'Impero Napoleonico di Roma);

> il Granducato di Varsavia ha in più la citata striscia di confine in Prussia Orientale, ma lascia alla Prussia Meseritz (incuneato al confine con il Brandenburgo);

> la Confederazione del Reno (qui "dell'Elba") non ha il Regno Sassonia, ma comprende in più il Ducato di Holstein e - non ceduti alla Francia - Lubecca, Amburgo, Brema, i Ducati di Oldenburgo e di Aremberg, dal Granducato di Berg i distretti di Münster e Wesel e tutta la Frisia Orientale, Erfurt e la Renania (sponda sinistra); inoltre l'Altopiano Svizzero (Cantoni Alemannici);

> il Regno di Francia é inoltre privato dell'Olanda / Repubblica Batava e dei Paesi Bassi ex-Asburgici (incluso il Lussemburgo), della Catalogna, del Rossiglione, della Contea di Foix, della Linguadoca, della Provenza, del Delfinato, del Vallese e delle Province Illiriche (tutti all'Impero Napoleonico di Roma), ma sembra includere la Svizzera Romanda (tranne Ginevra e il Basso Vallese);

> tutto il resto costituisce l'Impero Napoleonico di Roma: Penisola Italica, Cisalpina, Province Illiriche (senza Cattaro), Isole Ionie (senza Cerigo), Malta, Sicilia, Sardegna, Corsica, Baleari, Catalogna, Rossiglione, Foix, Linguadoca, Provenza, Delfinato, Vallese e tutta la Svizzera Alpina (incluse la Valli Alpine dei Cantoni Vaud e Berna, i Cantoni Originarî, il Ticino e i Grigioni); inoltre, senza continuità territoriale: l'ex-Regno di Sassonia e le Province Batave (Paesi Bassi ex Austriaci e Olanda)

Analisi delle motivazioni storiche e nazionalistiche:

> il territorio della Penisola Italica o Appenninica e la Cisalpina fino allo Spartiacque Alpino sarebbero stati l'obiettivo di qualunque politica imperialistica collocata in quello spazio (in ogni epoca; in quella, particolarmente, esisteva una pubblicistica preparatoria esattamente su tali linee);

> le Province Illiriche (inclusa Cattaro) sono un dato effettivo napoleonico, ibrido tra primo nucleo di uno Stato Slavo Meridionale (prevalentemente di tradizione Cattolica) e un'estensione (di tradizione aquileiese) dei Dominî Veneziani fuori dalla Terraferma Veneta;

> nelle Isole, l'uso del toscano come lingua di cultura sussisteva in Sicilia (compresa Malta), Corsica e (accanto al veneziano) nelle Isole Ionie (anche ben più a Oriente, fino all'Egeo meridionale); in Sardegna fino al XVIII. secolo era stato invece predominante l'uso dello spagnolo;

> sono prive di indizî nella documentazione storica le altre annessioni: Baleari, Catalogna, Province di lingua d'oc, versante settentrionale della Svizzera Alpina (incluso il Vallese), Province Batave e Sassonia.

Quest'ultimo punto richiama le annessioni napoleoniche estranee alle tradizionali direttrici dell'espansione imperialistica francese: Repubblica Batava, territorî nordoccidenali della Confederazione del Reno, Erfurt, Province Illiriche, Corfù, Malta, Catalogna (benché quest'ultima ricompresa nei più vasti disegni di sottomissione francese della Spagna) - mentre già in precedenza Roma (e più in generale l'Italia Centrale), la Toscana, Parma e Piacenza, Genova, il Piemonte e, meno direttamente, il Vallese erano stati precisi obiettivi territoriali francesi. Si nota che le annessioni napoleoniche 'stravaganti' - con l'eccezione della Catalogna, che tuttavia si giustifica come accennato - rientrano in due strategie:

1) il rinnovamento di un Impero 'Carolingio' in Germania (Repubblica Batava, territorî nordoccidenali della Confederazione del Reno, Erfurt);

2) l'inglobamento nella Francia dell'area cisalpino-veneta (Province Illiriche, Corfù) e italiana (Malta, allora considerata esclusivamente come appendice della Sicilia e Sede dei Cavalieri, di varie lingue 'europee' o della Cristianità Occidentale), in perfetta linea con la politica dell'imperialismo francese a media o lunga scadenza in tutti i secoli precedenti.

L'apparente assenza di un imperialismo 'italiano' (o anche 'cisalpino') nei secoli precedenti non impedisce di individuare linee tradizionali di espansione, che tuttavia hanno sempre puntato verso Bisanzio e il Levante mediterraneo. In questa ucronia invece tutto il settore mediterraneo orientale e meridionale resta ottomano (un corrispettivo delle annessioni 'stravaganti ma non troppo' di Napoleone sarebbe stato costituito dall'annessione di Tunisia, Morea, Creta, Rodi, Cipro, Gerusalemme, Crimea).

Alcune annessioni 'stravaganti' dell'Impero Napoleonico di Roma trovano un precedente nella politica delle Repubbliche Marinare (Pisa per le Baleari; Genova per la Provenza) o delle Signorie di tradizione Feudale (i Savoia per la Svizzera Romanda); il loro corrispettivo per l'Impero Francese Napoleonico sarebbe stata l'Inghilterra (in quanto conquista dei Normanni).

Altre annessioni (Catalogna, Linguadoca) coincidono con Potenze regionali (basso)medioevali che hanno progettato e in parte attuato espansioni territoriali verso Oriente in direzione della Liguria e del Bacino Padano; loro corrispettivi per l'Impero Francese Napoleonico sarebbero state la Navarra e l'Aragona (che attraverso la Catalogna aveva acquisito il Rossiglione). L'annessione del versante settentrionale della Svizzera Alpina sembra dovuto a considerazioni puramente geografiche e militari; per l'Impero Francese Napoleonico corrisponderebbe all'annessione del Baden.

Il mondo nel 1812 ed i piani coloniali di Napoleone

L'annessione di territorî lontani (e in direzione opposta all'espansione tradizionale) quali le Province Batave e il Regno di Sassonia, in mancanza di spiegazioni migliori, andrà ricondotta al principio classico dell'imperialismo per cui ogni Potenza, grande o piccola (intesa come Comunità Politica in grado di farlo), si espande ogni volta che può in ogni luogo in cui può, per le più varie circostanze contingenti. Per la Francia Napoleonica tale sarebbe stato il caso, per esempio, della Scozia o di una qualunque Colonia d'Oltremare al di fuori dei consueti àmbiti (Nordamerica, Caraibi, Africa Occidentale, MAdagascar, India, Indocina, Oceania) dell'espansione transoceanica francese.

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Grazie a David169 e a Bhrg'hros. Se volete aggiungere la vostra opinione, scriveteci a questo indirizzo.


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