Inghilterra celto-vichinga

di Falecius


Immaginiamo che i regni celtici riescano a sopravvivere più a lungo nella parte occidentale dell'Inghilterra. Il POD potrebbe essere la mancata conquista del Rheged da parte della Northumbria dopo il 616.

Al momento delle invasioni vichinghe, Erik Mezzascia, dopo aver sottomesso Northumbria, East Anglia e Mercia, riesce ad avere la meglio sul Wessex e ad usare la base di potere così ottenuta per tentare la riconquista della Norvegia. In seguito i Celti riescono ad unirsi (l'idea era che Brian Boru, o una figura analoga ma precedente, tipo Kenneth Mc Alpin) cacci i Norreni almeno dall'Irlanda e dall'ovest britannico (Rheged, Gwynedd, Dyfed, Scozia, forse Cornovaglia) e magari nasce un impero gaelo-britanno compredente Armorica e Galizia, e dominato dalla chiesa CELTICA. I Norreni si espandono ben più che nella nostra linea sulle coste europee della Manica e del Mare del Nord; questo impedisce a Parigi (così come alla Sassonia) di diventare centri di potere locale. Parigi potrebbe diventare la capitale di un regno anglo-normanno le cui ambizioni sarebbero rivolte verso la Scandinavia (si torna allo scenario Sveriges England o simile) e quindi un impero danese di Knut allargato.

In questa situazione, con la cristianità occidentale divisa e la Francia centrata sulla Provenza, nascerebbe uno stato provenzale cataro, interessato ad espandersi a spese dei Mori di Saragozza, mentre i Celti avanzerebbero nel nord del Portogallo. La Castiglia e la Navarra, cattoliche, ma divise linguisticamente, rimangono isolate. La Reconquista è più lenta e potrebbe addirittura arrestarsi del tutto dopo la vittoria almohade di Alarcos (fine del dodicesimo secolo). Va da sé che in questo scenario non ci saranno Crociate, né in Levante, né sul Baltico, né contro i catari. La conversione dei Vikinghi al cristianesimo potrebbe essere più lenta ed è possibile che con Knut creino una propria Chiesa, indipendente da Roma (la Svezia potrebbe perfino diventare ortodossa a causa dei legami con la Russia).

In Germania gli imperatori sono obbligati a trasferire la sede in Italia (Milano?) a causa della pressione vichinga. Pensavamo ad una simmetria. coi Comuni e le Signorie che si sviluppano in Germania e l'imperatore che valica le Alpi per sottometterli (invano, ma avrebbe il sostegno papale). La lotta per le investiture non ci sarebbe o riguarderebbe la sola Italia. Invece di sottomettere gli Slavi nord-orientali e i Cechi, gli Ottoni conquistano Slovenia e Croazia, e forse strappano la Dalmazia ai bizantini. Conflitto forte con l'Ungheria, che fornisce sponda ai Comuni tedeschi.

Difficilmente nascerebbero repubbliche marinare, per l'eccessiva vicinanza dell'Impero, tranne quelle meridionali: pensavamo ad Amalfi e Gaeta, ma forse anche dei centri in Sardegna. L'Italia meridionale resterebbe bizantina, mentre col tempo Amalfi potrebbe assorbire parte degli Stati longobardi. I Normanni non si espanderebbero lì, e la Sicilia resta musulmana (o almeno Palermo).

Una Bisanzio forte (niente Quarta Crociata) potrebbe approfittare delle invasioni mongole o di quelle di Tamerlano per riconquistare l'Asia Minore. L'Impero Ottomano nascerebbe in Siria e Alta Mesopotamia e la turchizzazione riguarderebbe la Mezzaluna Fertile, l'Iran (in parte) e l'India. Bloccata dai Greci verso ovest, la successione di ondate turche al seguito dei Mongoli penetra più profondamente in India, che risulterà forse anche unificata da una élite turco-persiana, sotto dei Moghul più forti che nella nostra linea. Immaginiamo anche che queste pressioni spostino verso sud la frontiera delle lingue dravidiche.

Nel nostro scenario la scoperta dell'America avverrebbe in modo indipendente tre volte:

> un'America vichinga nel Nord, che resterebbe separata dalla Scandinavia e dal Wessex durante la piccola glaciazione abbastanza a lungo da creare una propria cultura "mista" indiano-vichinga.

> la regione caraibica verrebbe colonizzata da Gael e Britanni provenienti dalla Bretagna, dall'Irlanda e dalla Galizia (che in questa linea sono parte di un impero celtico più o meno unitario) che occupano il Messico. Gli Incas entrano in contatto coi Celti, ma una conquista celtica del Perù è improbabile (non ci sono ideologie cristiane di crociata in questa linea), piuttosto una evangelizzazione pacifica e un passaggio di tecnologie navali; lo stato incaico potrebbe ampliare il raggio delle sue attività marinare fino a sottomettere e/o acculturare gran parte della Polinesia, inclusa ad un certo momento la Nuova Zelanda. Pensavamo ad una esplosione culturale Maori dopo il contatto col Perù (troppo lontani per essere assoggettati; ad occhio stiamo parlando di una linea relativamente low-tech rispetto alla nostra) con evangelizzazione (al cristianesimo celtico) e progressi tecnici ed agricoli.

> l'Andalus islamica occuperebbe le coste atlantiche del Sudamerica e userebbe Rio delle Amazzoni e Paranà per stabilire relazioni commerciali con gli incas cristanizzati; le coste occidentali dell'Africa sarebbero islamizzate quanto quelle orientali finché, verso il 1670, i due flussi di islamizzazione si incontrerebbero nella zona del Capo. L'Africa si islamizzerebbe quasi completamente nel corso del diciannovesimo secolo.
Tra la coste atlantiche di Africa si avrebbe l'equivalente del commercio triangolare.

Per quanto riguarda la Russia, la relativa concentrazione vikinga verso sudovest e l'assenza di una espansione tedesca nell'area baltica (sostituita dall'assorbimento della Croazia e dal conflitto con l'Ungheria) permette alla Lituania (probabilmente ortodossa in questa linea) di rimanere egemone nella Russia centrale, probabilmente fino al Don e alla zona di Mosca. Più a nordest, stati russi sotto l'egemonia di Novgorod, legati economicamente al mondo svedese ed anseatico, potrebbero approfittare della crisi dell'orda d'oro dopo le invasioni di Tamerlano per avanzare gradualmente fino al Caspio lungo la Volga, ad oriente del dominio lituano. Tuttavia, è improbabile che l'egemonia di Novgorod abbia capacità ed interesse ad impadronirsi di Sibir, che continuerebbe indisturbata la propria islamizzazione fino alla nuova ondata mongola in Asia centrale (calmucchi) che lo assorbirebbe nel Seicento.

Bizantini e lituani si dividerebbero gradualmente la maggior parte dell'Orda d'Oro, anche se sono probabili uno stato tataro ed uno circasso a nord del Mar Nero e forse una riconquista calmucca di Astrakhan dopo il 1640.

Infine, l'Asia orientale. L'assenza di missioni cristiane europee e più in generale di una cattolicità unitaria in questa linea, impedisce in questa linea l'esplosione europea "rinascimentale" e in particolare l'Oceano Indiano rimane perlopiù un lago islamico e il Pacifico solo raramente solcato dai Celto-Nahua del Messico.

Un impresa come quella di Magellano potrebbe avvenire molto più tardi ed essere opera di un musulmano proveniente da Andalus, dall'Oman o dall'Indonesia.

L'assenza di missioni cristiane e attività commerciali e militari europee in Giappone e nei mari sudasiatici ha conseguenze importanti sulla storia della regione. In Indonesia la dialettica storica manterebbe due poli imperiali, uno giavanese ed agricolo ed uno malese (Malacca) e marinaro. Con Agung di Mataram si potrebbe avere una unificazione imperiale, (anche come reazione agli eccessi di crudeltà del sovrano malese Alessandro il Giovane, se c'è in questa linea) non so quanto duratura.

L'Australia resterebbe nel complesso isolata, anche se sporadici contatti con l'Indonesia (Makassar) potrebbero intensificarsi e portare a piccole colonie makassari sulle sue coste, specie se la pressione giavanese su Celebes diventasse eccessiva.

Il Giappone, in assenza di comunità cattoliche, vedrebbe un esito diverso delle sue guerre civili cinquecentesche, che terminerebbero qualche decennio dopo e senza dar luogo ad una chiusura del paese ma anzi a tentativi espansionistici in Corea, dove sarebbero arrestati dai Mancesi, a Taiwan, nelle Filippine e sulle coste cinesi, specialmente al momento della crisi dei Ming. Dopo la conquista mancese di Pechino, cacciare i giapponesi dal continente sarebbe il principale problema della dinastia Qing, così distolta dall'espansione eurasiatica: il Tibet resterebbe indipendente e così il khanato centro-asiatico degli Zungari, che potrebbe arrivare a riunificare l'Asia Centrale e gran parte della Siberia, ma mancherebbe di stabilità. Trovo realistica una sua islamizzazione; mentre la Mongolia orientale (il khanato Kalkha) resterebbe buddhista lamaista.

Io mi sono fermato qui: altre idee?

Falecius

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Ecco come risponde Homer:

Anch'io ho buttato giù una bozza su un'Inghilterra Danese e Celtica, e non più anglosassone. Per essa ho tratto l'ispirazione dal romanzo di Bernard Cornwell "L'Ultimo Re".

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Alfredo il Piccolo (Ælfred Lytel)

Gennaio 871: Æthelred di Wessex è pesantemente sconfitto dagli Incursori Danesi di Halfdan a Readingum (Reading), pochi giorni dopo però recupera le posizioni perdute vincendo ad Ashdown, nel Berrocscir (Berkshire). Nello stesso mese perde nella Battaglia di Basenga (Basing)

Aprile 871: Re Æthelred di Wessex muore presso Meretum (Marton), il fratello Ælfred, fino ad allora monaco, si trova ad essere tutore del minorenne Re Æthelwold, figlio del fratello deceduto. Intanto l’invasione danese dell’Inghilterra va avanti e i Danesi sono pronti a spazzare via il Wessex, unico regno anglosassone ancora indipendente. Ælfred si appresta a firmare la pace con Guthrum Nello stesso periodo l’intera Mercia cade nelle mani dei Danesi, che crescono numericamente nell’Anglia Orientale e in Northumbria.

874: I Danesi si stanziano in massa anche in Mercia e a Lundene (Londra), per poi scendere anche nel Dornsaete (Dorset), in pieno Wessex, con il beneplacito di Ælfred, che è debole ed inetto, e preoccupato solo di convertire i pagani Danesi.

876-877: I Danesi prendono la fortezza di Werham (Wareham) e l’anno seguente anche Exanceaster (Exeter) rompendo la tregua e senza spargimenti di sangue. La debolezza di Ælfred è tale che le sue truppe che assediano Exanceaster siano attaccate alle spalle dai Britanni del Cornwalum o Dumnonia, alleati ai Danesi, che intanto stavano risalendo il Temes (Tamigi) con altre duecento navi. Ælfred fugge a Chippanhamm (Chippenham).

878: Scontri tra Britanni e Danesi nel Defnascir (Devon) e anche nel Sumorsaete (Somerset) riguardo la spartizione del Wessex. Guthrum attacca Ælfred a Chippanhamm (Chippenham) e lo caccia verso ovest, dove i Britanni scesi dal Galles, rafforzati da un contingente danese sconfiggono le truppe di Odda del Defnascir presso Cynuit (Cannington), dove Ælfred si era rifugiato. Ælfred è catturato, ma Æthelwold riesce a fuggire nelle paludi del Sumorsaete, dove raccoglie un esercito. Questo esercito è massacrato da Guthrum presso Ethandun (Edington) e anche Æthelwold è catturato e ucciso dai Danesi, che controllano l’intera Inghilterra. Guthrum è re di East Engla, Westseaxna, Suthseaxna, Eastseaxna e Cent (Anglia Orientale, Wessex, Sussex, Essex e Kent), i Britanni ottengono Defnascir e Sumorsaete da Guthrum in cambio della pace, che è ormai richiesta dai Danesi, che hanno iniziato a stanziarsi in massa nella ormai non più Terra degli Angli.

880-900: Anni Bui: Guthrum fa devastare ogni monastero e chiesa dei suoi domini, fa sterminare, stuprare e derubare gli Anglosassoni, mentre migliaia di Danesi, Svedesi e Norvegesi si stabiliscono nell’area e altrettante migliaia di Anglosassoni sono venduti come schiavi in Oriente, tanto che una grande partita di schiavi anglosassoni si stanzia in Ucraina, dopo la fuga dai principi Variaghi. I Britanni fanno la stessa cosa in Defnascir e Sumorsaete, ma rispettano il Cristianesimo. Fuga di massa degli Anglosassoni da queste due scire.

902: La rivolta dell’Essex è spenta da Eric di East Anglia. In questo periodo l’Inghilterra diventa sempre più parte della Danimarca e della Scandinavia e la popolazione continua a calare.

911: Eowil Ragnarsson di Yorvik (York) sconfigge Re Guthrum II d’Anglia Orientale ed unifica i due regni Danesi nel nuovo Danelaw. Il paese inizia a essere chiamato Yorvikland o Yorland.

910-950: Lo Yorland inizia una fase di cristianizzazione grazie ai missionari britanni e irlandesi e Re Sihtric si convertì infatti al Cristianesimo. La Lingua parlata nello Yorland si stava ormai delineando come un linguaggio misto di Anglosassone e Danese, con la prevalenza del secondo. Nel Sud, persistevano tuttavia alcune aree ancora Anglosassoni linguisticamente come il Kent o il Wiltshire, dove la presenza Danese o Vichinga in generale era esigua. Ancora più forte era stata la assimilazione di Somerset e Devon all’interno delle terre Britanniche, con ormai una popolazione in gran parte Britannofona e Cristiana. Nel 934 il Regno di Stratclyde a maggioranza etnica Gallese è attaccato dai Danesi di Jorvik, ma è difeso dall’attacco britannico dei Gallesi a sud, che attaccano la Mercia Occidentale. Olaf di Jorvik è costretto a cedere ai Gallesi un’area ancora più grande che comprende le contee attuali di Dorset, Gloucestershire, Herefordshire, Worcestershire, Cheshire, che vengono annesse al Regno Unito di Galles e Cornovaglia. Allo Strathclyde si uniscono le contee di Cumberland e Westmoreland.

Continua...

Lo Yorland nel 950 (grazie ad Homer!)

E ora, la domanda di Paolo Maltagliati:

Secondo voi quali potrebbero essere gli ipotetici e ucronici regni di un'eptarchia brettone che funga da contraltare a quella sassone? Io punto su Gwynedd, Powys, Dumnonia, Elmet, Gododdin, Reghed... Ma me ne manca uno: forse il Pengwern?

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Gli replica Iacopo Maffi:

Era parte del Powys, mi pare...

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Al che Bhrghowidhon propone:

Elmet presuppone che ci siano ancora anche i Regni di «Luitcoyt» (= Llwydgoed), Gwent, Buellt, Glywysing, Brycheiniog, Dyfed e Ceredigion; se i primi tre tornassero a Powys e Ceredigion a Gwynedd, gli altri potrebbero tornare a Dyfed, che quindi sarebbe il settimo.

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Passiamo ad un'idea di Never75:

Tra i re irlandesi più degni di essere ricordati merita senz'altro une menzione Brian Bórumha mac Cennétig, conosciuto ai più col nome inglese di Brian Boru.

Era solo figlio di un re locale che però, tra il 1002 ed il 1014 riuscì a farsi proclamare re supremo d'Irlanda, riunendo direttamente od indirettamente quasi tutta l'isola sotto il suo dominio.

A porre fine ai suoi sogni di gloria fu nel 1012 il re del Leinster, suo vassallo, che cercò alleanze in tutta l'isola trovandole perfino tra i vichinghi di Dublino.

La guerra che ne seguì, culminata nella Battaglia di Clonfart (1014), lasciò in pratica l'Isola senza né vinti né vincitori, priva di un vero re (Brian Boru, pur vincitore, perì nel corso della battaglia) e con un dominio vichingo sempre più debole, facile preda delle mire inglesi dei cinque secoli successivi.

Se però Brian Boru sopravvive alla battaglia oppure la sua fazione vince più nettamente la guerra?

L'Irlanda si potrebbe costituire assai presto come regno unitario, sotto la guida dei successori di Brian Boru, con i vichinghi ormai assimilati e cristianizzati.

Addirittura potrebbe approfittare delle rivalità dei piccoli regni inglesi e tentarne una, seppure parziale, invasione.

In questo caso assisteremmo ad una Storia completamente invertita con un'Irlanda che conquista parte dell'Inghilterra o della Scozia.

Un'Inghilterra parzialmente occupata dagli Irlandesi aumenterebbe ancora di più il puzzle di Regni dell'Isola, specie con la paventata invasione normanna, che potrebbe anche fallire.
Con quali effetti?.

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A cui segue quest'altra proposta di Renato Balduzzi:

Nel X secolo i Saraceni, provenienti dalla relativamente vicina Spagna, tentano l'insediamento in Irlanda. Il territorio è ancora molto poco urbanizzato e relativamente poco popolato, soprattutto nelle regioni occidentali. Vedremo quindi sorgere un emirato esteso a tutto il Munster con capitale Cork, che diventerà la più popolosa città dell'isola, una piccola Cordova nelle isole britanniche. Il relativo isolamento e la mancanza di una vera e propria società urbana gioverà all'espansione dell'Islam, che potrà consolidarsi per dare origine a una inedita cultura gaelico-musulmana. Vi è poi la possibilità concreta di sbarchi saraceni in Cornovaglia, ed allora nell'immaginario popolare Re Artù diventerà il campione della lotta contro i musulmani, e il ciclo bretone non sarà amoroso, ma epico come quello carolingio... Detto ciò, i Saraceni irlandesi potrebbero rivelarsi incapaci di unificare l'Isola, ma una forte presenza musulmana nelle Isole britanniche significherà molte cose nella storia moderna.

Ho pensato ad un crossover con la precedente idea di Never75. E ecco la situazione irlandese dell'XI secolo in questa Timeline abbastanza particolare. A sud e ad ovest sarebbero sorti emirati arabi e la popolazione, anche nelle campagne, sarebbe almeno in parte musulmana, e musulmana sicuramente sarebbe anche l'élite intellettuale e politica delle città conquistate dai Mori. Brian Boru è nato nella contea di Clare, nella zona sud-occidentale dell'isola, quindi potrebbe rivestire la parte dell'emiro, magari il primo emiro autoctono d'Irlanda. L'espansione del suo emirato a quasi tutta l'isola è una conseguenza della raffinata civiltà islamica dell'epoca, la cui forza risiedeva nella maggiore urbanizzazione rispetto alla Cristianità. Essendo l'Irlanda dell'emiro Brian Boru un melting pot di cristiani e musulmani, anche la corte sarebbe stata biconfessionale. Il re del Leinster, vassallo di Brian Boru, avrebbe quindi potuto raccogliere adesioni dei feudatari cristiani contro l'emirato per rovesciare Brian Boru.

Qualora la cosa fosse andata a buon fine, l'Irlanda si sarebbe rapidamente ricristianizzata sotto la spinta inglese, e infine, probabilmente all'epoca della repressione di Cromwell, gli ultimi irlandesi islamici sarebbero stati vittime di purghe o ostracizzati come i Mori della Spagna del Cinquecento, rifugiandosi probabilmente non in Nordafrica, ma piuttosto nelle Americhe. Questa ucronia richiederebbe una parentesi ampia ed interessante, ma devo pensarci meglio prima di esporla.

Nel caso Brian Boru riuscisse a mantenere il potere, dobbiamo vedere tutto il testo della tua ucronia in salsa musulmana: i discendenti dell'emiro Brian unificano completamente l'isola mentre l'Islam, in una sua versione irlandese molto originale, si espande coinvolgendo anche i Vichinghi dell'ovest.. A quel punto potrebbero iniziare incursioni piratesche nel mare d'Irlanda verso le coste britanniche con conseguente espansione militare verso l'Inghilterra ancora feudale. I Mori d'Irlanda potrebbero minacciare un completo inglobamento delle Isole britanniche e quindi i Normanni attuerebbero una Reconquista che poterebbe al dominio francese dell'Inghilterra; gli Irlandesi sarebbero costantemente minacciati di crociata ma forse si salverebbero data la loro posizione isolata, tuttavia una potenza islamica nell'Atlantico del nord che sopravviva fino in età moderna, anche se relegata alla sola isola verde, potrebbe portare a sviluppi geopolitici straordinari.

Ad esempio, potrebbe colonizzare parte delle Americhe prendendo il posto dell'Inghilterra, e quindi oggi in America potrebbero esistere nazioni musulmane di lingua gaelica. Oppure potrebbe fornire appoggio all'Impero Ottomano per una espansione verso l'Atlantico. Infine, l'Irlanda potrebbe diventare potenza coloniale puntando non verso ovest, ma verso sud, colonizzando l'Africa ben prima dell'Ottocento.

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Passiamo a questa affascinante proposta di Paolo Maltagliati:

Il Landnamabòk, che narra la storia della colonizzazione scandinava dell'Islanda, ci dice alcune cose piuttosto intriganti.

1) i norvegesi non sarebbero stati i primi abitatori dell'isola. Vi erano, prima di loro i cosiddetti Papar, ossia dei monaci eremiti gaelici, probabilmente irlandesi. I vichinghi trovarono, a detta loro, tracce inequivocabili della loro presenza.

2) Il primo colonizzatore, Ingolfur Arnarson (parliamo del IX secolo), si portò dietro una bella quota di servi irlandesi, o comunque gaelici. Così fece suo fratellastro Hjorleifur, che però, a quanto si narra, li maltrattò così tanto che alla fine essi si ribellarono e lo uccisero, per poi fuggire nelle isole che ancora adesso portano il loro nome, le Vestmannaeyjar (le isole degli uomini dell'ovest). Ingolfur, meditando vendetta, li rintracciò assieme ai suoi fidi guerrieri e ne fece strage.

3) La colonizzazione stessa fu attuata grazie a numerosi servi/schiavi scozzesi o irlandesi.

Mettiamo che nelle isole Vestmannaeyjar vi fosse ancora un gruppo di monaci irlandesi attivi. Quando gli schiavi di Hjorleifur scappano, vengono aiutati da questi Papar, riuscendo a convincere, alla papa Leone con Attila, Ingolfur a risparmiare loro la vita, donando ufficialmente le isole ai sant'uomini. Oppure, semplicemente, non li trova. Alla fine, magari, loro trovano lui e decidono di risparmiargli la vita in cambio di permettergli di stanziarsi su quelle isole per i fatti loro, ed inviandogli pure un qualche omaggio in natura come prova della loro sottomissione.

Ad ogni modo la comunità sopravvive, con annesso monastero. Man mano che passa il tempo, poi, l'arcipelago si popola anche di schiavi gaelici che riescono a fuggire dai loro padroni. abili marinai intrattengono proficui commerci con la scandinavia, come tutti gli altri capitani d'Islanda, ma anche con le isole britanniche. Pur tuttavia non fece mai parte dell'Althing (il parlamento islandese, circa), anche se i capitani eredi di Ingolfur, che detengono il ruolo di Allsherjargoði (una sorta di primo oratore/presidente dell'assemblea, per capirci) hanno il diritto, nelle controversie, di parlare in difesa del Vestmannaeyjar o Austmanna-tú, come viene chiamata dai suoi abitanti.

Man mano però il clima peggiora, sia a livello politico, sia a livello ambientale(fa sempre più freddo) e gli Austmanna sono diventati tanto forti da potersi permettere di intromettersi nelle dispute tra capitani, (E' da questo momento che avviene la "conquista" della costa islandese ai piedi del vulcano Myrdal e la fondazione del villaggio di Dubhtra) mentre le guerre per l'egemonia sull'isola si fanno tanto aspre da portare all'intervento del re di Norvegia, che pone l'Islanda sotto il suo controllo.

Ma le isole, legalmente, non sono rappresentate nell'Althing, quindi nemmeno fanno parte dell'Islanda tout court, in particolare da quando sono dispensate dal pagamente del censo ricognitivo, alla fine del XII secolo. Pertanto Dufþakur (non saprei tradurlo in irlandese...) IV, signore delle isole, andò alla corte di Haakon IV di Norvegia per studiare i termini della sottomissione delle Vestmannaeyjar al regno di Norvegia come feudo completamente indipendente dall'Islanda, di fatto confermando tutti i privilegi concessi all'arcipelago dall'Althing islandese, anche se con qualche obbligo economico in più.

Nel 1380 passò sotto il dominio danese assieme a Islanda e Norvegia, anche se il disinteresse di Copenaghen verso quell'angolo di mondo creò più di un malcontento. Fu pertanto con sommo sollievo che nel 1468 furono vendute assieme alle Orcadi e alle Shetland al regno di Scozia, che, per quanto non se ne facesse nulla le elevò a regno. Da questo momento la sua storia può dirsi simile a quella dell'isola di Man, dal punto di vista amministrativo.

Nel XVIII secolo molti uomini di queste isole, coraggiosi marinai e abili pescatori, vennero reclutati tra le fila della Hudson bay company. Sede di una base della Royal Navy, ebbe un discreto ruolo nella seconda guerra mondiale, ma soprattutto, nelle guerre tra Gran Bretagna e Islanda sui diritti di pesca nell'atlantico nel secondo dopoguerra, dette le guerre di capo Cod.

Ad oggi è considerata colonia della corona. con un'estensione di 26.3 Kmq (16 di isole e 10 di costa islandese) e con 10123 abitanti. Le lingue ufficiale sono Inglese, Islandese e l'Austmanna, il particolarissimo dialetto gaelico locale, mutuamente inintelligibile con l'irlandese e tanto meno con il gaelico scozzese. la religione prevalente è quella cattolica. Dal punto di vista culturale è importantissima la biblioteca del monastero di San Brendano (il santo patrono dell'isola), che conserva preziosi codici di saghe islandesi, testi di cronache sulle isole e sulla comunità monastica stessa e sull'intera storia islandese.

Bandiera delle Vestmannaeyjar

Bandiera delle Vestmannaeyjar

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Questa è l'obiezione di Bhrghowidhon:

Avrei due domande:

1)  Dufþak(u)r non è già esso stesso una resa dell'irlandese Dubthach, frequente come antroponimo e interpretato in genere come aggettivo in -ach di dubad 'annerimento' (Dubthach < celtico *Dubāt-āko-s 'Quello dell'annerimento')? In islandese potrebbe essere *Svart(a)karl?

2) Perché i Vestmeþr si chiamano Austmeþr?

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Gli replica Paolo:

Rispondo prima alla seconda, perché è quella su cui sono più preparato: i vichinghi chiamano genericamente gli irlandesi uomini dell'ovest, senza stare troppo a sottilizzare, in relazione alla posizione dell'isola rispetto alle loro terre d'origine. Poi però i norse-gael diventano la componente maggioritaria della popolazione della zona. Essi chiamano essi stessi uomini dell'est, perché provengono perlopiù dall'isola di Man, dal Dal Riata e dal Pale (il royal Meath). Si fanno chiamare così per distinguersi dagli irlandesi "tradizionali", che stanno più a ovest di loro.

Per la prima domanda, Il nome Dufþakur non l'ho inventato. E' il nome, secondo il Landnamabòk, del capo degli schiavi che, raggiunto alla fine da Ingolfur, preferisce uccidersi buttandosi dal picco dell'isola di Heimaey (questione d'onore a quanto sembra). Nella mia ucronia la cosa non succede, ovviamente... Credo proprio che il nome abbia a che fare con le caratteristiche spiagge basaltiche della zona. Si tratta di un nome diffuso in Irlanda.

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E ora, una interessante discussione fra due linguisti appassionati di ucronie:

Andrea:
Se i romano-britannici fossero stati più forti, anche come cultura, sarebbero riusciti a imporre la loro lingua come è successo in Francia, modificando solo la fonologia con forte impronta inglese?

Bhrihskwobhloukstroy:
La condizione necessaria sarebbe stata la continuità religiosa dalla fase romana; a quel punto la romanizzazione avrebbe continuato a percorrere le tappe che ha attraversato anche sul Continente e i Germani si sarebbero, se convertiti, assimilati, altrimenti sarebbero rimasti in isolamento e alla fine si sarebbero estinti come comunità.
Da tenere presente che la romanizzazione avrebbe dovuto interessare anche la lingua all'epoca dominante sul posto, il britannico; il latino era solo lingua alta di minoranza (così come lo è stato in sèguito per un po' l'anglosassone).
Capovolgerei invece il ruolo della fonologia: quella inglese è germanica ma con interferenza celtica, quindi la prospettiva ucronica sarebbe, al contrario, di una lingua romanza con interferenza (fonologica, anche se ancor di più lessicale e onomastica) celtica e germanica, ossia come il francese.

Andrea:
Tipo brithenig ,ma più esteso? (il brithenig è una lingua romanza costruita sulle modificazioni fonologiche del gallese, con alcune parole dall'inglese) E la mutazione au -> ea in inglese, da aust a east, è dovuta all'influsso celtico? Comunque questa lingua romanza avrebbe le mutazioni consonantiche, tipo VmV-> VfV ; VdV->VdhV o VthV?

Bhrihskwobhloukstroy:
Non conoscevo il brithenig; sì, il paragone è molto calzante, con la differenza che il ruolo della fonologia germanica - per quanto di superstrato e non di sostrato - sarebbe forse un po' più forte che in brithenig (sarebbe appunto come in francese).
Il mutamento */au/ > /ēa/ ha come momento intermedio */æo/ ed è un corollario di */a/ > /æ/; sull'origine di quest'ultimo mutamento si discute interminabilmente: in effetti, tra tutte le lingue germaniche, è tipico dell'unica - l'inglese - che abbia avuto un sostrato celtico e un mutamento abbastanza simile si ritrova in francese e in altre lingue romanze a sostrato celtico. L'areale geolinguistico suggerisce quindi un'origine celtica, ma il problema è che invece le lingue celtiche sopravvissute non presentano alcuna traccia di un mutamento del genere.
Le lenizioni sono di fatto avvenute nelle lingue romanze a sostrato celtico e stavolta si tratta di fenomeni evidenti e pienamente sviluppati in tutte le lingue celtiche storiche (il problema in questo caso è che non sono perspicui in gallico e in generale in celtico antico). L'esito /θ/ (scritto <th>) è gaelico (e riflette una antica */t/ intervocalica), l'esito /d/ (scritto <d>) è britannico (e riflette anch'esso una antica */t/), l'esito /δ/ (scritto <dd>) è ugualmente britannico (e riflette invece, questo sì, un'antica */d/ intervocalica); in irlandese moderno <dh> indica anch'esso /δ/ (sempre da */d/ antica). Le lingue romanze a sostrato celtico tendono a coincidere col britannico (solo il fiorentino - senza nesso di causalità - è più simile al gaelico). La lenizione che manca nelle lingue romanze è invece quella della nasale intervocalica */m/.

Andrea:
Non c'è nelle lingue romanze, forse perchè nelle lingue celtiche del continente non c'erano, ma la parola heaven è figlia di questa lenizione dato che la parola germanica parente è himmelen (il fiorentino ha sostrato etrusco) quella mutazione au-ea potrebbe essere stato parlato da dei britanni orientali (che parlavano come madrelingua una lingua celtica estinta)

Bhrihskwobhloukstroy:
Per il sostrato etrusco del fiorentino ovviamente d'accordo, con l'aggiunta che proprio a Firenze (e ovviamente Pisa; Lucca poi è esclusa) gli Etruschi erano meno che altrove, quindi le discrepanze di Firenze (fricative sorde) dal resto della Toscana (occlusive sonore) dovrebbero essere non etrusche.
Il britannico orientale non era significativamente diverso da quello occidentale, perché la divisione era per tribù (non è che quelle orientali costituissero un blocco e quelle occidentali un altro), casomai i Belgi (di Sud-Ovest) si differenziavano leggermente, ma ciò che è sopravvissuto storicamente (gallese e cornico-bretone, con l'aggiunta del cumbrico a Nord e dei relitti britannici nello Strathclyde in Scozia) mostra un britannico unitario nel trattamento dei dittonghi all'epoca dell'arrivo degli Anglosassoni e un mutamento di /au/ in /ea/ manca del tutto.

Andrea:
Pisa ha un sostrato etrusco-ligure (zona di confine dell'Etruria). au-ea è comprensibile nella parola dream  (draeom -> dre(o)am) dato che ha una finale m (o N) si aggiunge la a (am o - an); non so se hanno fatto questo come regola; è per quanto riguarda pp(o ppl) che diventa ff (o ffl) tt->th,cc-> ch? e l'elisione della s iniziale ? sp-> f,sr->fr sv/sw-> chw, e la cosa buffa e che v diventa gw (nel gallico è il contrario).

Bhrihskwobhloukstroy:
La fase intermedia tra */au/ (vocale centrale bassa + semivocale posteriore alta) e /ea/ (vocale anteriore mediobassa + vocale posteriore bassa) è */æo/ (vocale anteriore bassa + semivocale posteriore mediobassa): i passaggi sono quindi 1) anteriorizzazione della vocale + abbassamento della semivocale, 2) innalzamento della vocale + ulteriore abbassamento della semivocale.
Le altre trasformazioni sono regolari IN GALLESE (era sottinteso, ma meglio esplicitare) - attenzione soltanto che ff- deriva da sp-, mentre -pp- (ovviamente solo interno di parola) diventa -p-; di per sé è */w/ che diventa /gw/ (/v/ non esisteva), ma solo in posizione iniziale (altrimenti rimane), mentre in gallico l'unica /gw/ che esisteva (e che esisteva anche in britannico!) si presenta talvolta come /w/ (ma anche in britannico, negli stessi contesti!)
Quanto a dream, questo è un fatto preciso avvenuto almeno un millennio e mezzo prima che gli Anglosassoni arrivassero in Britannia. I fonemi */m/ e */n/ del protoceltico, se si trovavano tra due consonanti o tra una consonante e la fine della parola, diventavano rispettivamente */am/ e */an/ (per esempio, il protoceltico *kmtom "cento" è diventano *kamtom e poi *kantom e poi ancora *kanton perché -m finale assoluta è diventata -n in ogni caso). Tutto ciò però si applica solo a parole protoceltiche (quindi di diretta origine indoeuropea); ora delle migrazioni anglosassoni non succedeva più e in ogni caso il contesto non era quello giusto (postvocalico e non postconsonantico) e quindi non sarebbe mai avvenuto.
All'epoca in cui questo fenomeno è avvenuto, la parola dream suonava ancora *dhroughmos (in indoeuropeo settentrionale) e qualche tempo dopo è diventata *draugmaz in protogermanico (quindi sul Continente e in Scandinavia). L'indoeuropeo occidentale aveva una parola simile, *dhrôugho-s "fantasma", divenuta *drâugos in protoceltico e forse tuttora continuata dal nome del torrente Drògo di Chiavenna (Sondrio).

Andrea:
Un'eventuale invasione danese porterebbe a una lingua analoga alla lingua normanna francese anche in Britannia?

Bhrihskwobhloukstroy:
Grosso modo sì; si discute se il latino di Britannia fosse effettivamente simile a quello di Gallia (tesi classica) o molto più arcaico (quasi 'sardo', per avere un'idea)

Andrea:
Quello arcaico (il latino di cesare "ka-esar") potrebbe esserci stato nella contea del Kent (latino classico che si incrocia col britannico alla metà del I secolo a.C.), poi nel I secolo d.C. è arrivato il latino volgare continentale... quale dei due è stato vincente, lo ignoro.

Bhrihskwobhloukstroy:
Finora non c'è nessuna lingua romanza così arcaica da aver mantenuto il dittongo /ae/ come tale; la più arcaica è il sardo logudorese, che mantiene /k/ e /g/ anche davanti a /e/ e /i/ (quindi /'kezare/). A questo livello di arcaismo si può essere mantenuto il latino di Britannia fino al V. sec. d.C., bastava che rimanesse isolato.
Il latino volgare continentale, per parte sua, era già diffuso prima della Conquista Romana; quindi la compresenza delle due varietà (arcaica e volgare) può aver avuto luogo fin dall'inizio e sino alla fine. Di certo le mutuazioni del gallese dal latino sono dal latino volgare di tipo gallolatino.

Andrea:
Perchè probabilmente il gallo latino arcaico è stato vincente, poiché un po' più forte nella sua zona d'origine, ma poi ha scemato, influenzato dal vincente, fino a sparire... di certo durante l'invasione delle tre lingue gli Iuti (proto-germanico settentrionale) e gli Angli e Sassoni (germanico occidentale) finirebbe nella zona dei Sassoni, con quali conseguenze? Gli Iuti erano sparsi nella Britannia orientale, gli angli nell'Anglia (poi invasa dai danesi) e i Sassoni a sud; come cambiano le lingue romanze orientali con questi dominatori, rispetto agli occidentali che riceveranno il superstrato germanico solo nell'8° secolo (nel Cumberland, a nord influenza norrena, nel centro norrena-danese, nel Galles solo una piccola influenza norrena, in Cornovaglia nessuna)?

Bhrihskwobhloukstroy:
Iuti germanici addirittura settentrionali è un po' troppo programmatico... Allora i Rugi? A giudicare dalle iscrizioni degli Eruli, nel V. sec. d.C. il germanico settentrionale era ancora un insieme di dialetti protogermanici. Ma allora "settentrionale" è fuorviante: in senso linguistico non esisteva ancora (era tutto protogermanico indistinto, sul piano strutturale), in senso geografico nemmeno perché lo jutico non è l'antenato linguistico del danese (che viene dalla Scania) e quindi lo Jütland non era ancora "Nord", è "Germania centroeuropea" (contrapposta a "Scandinavia"). Comunque questo è un dettaglio terminologico.
Il superstrato germanico anglosassone è paragonabile a quello francone del francese e la differenza con altre varietà romanze senza superstrato anglosassone è paragonabile a quella del francese con altre varietà romanze - beninteso vicine - con meno azione di superstrato francone (per esempio il provenzale).
Purtroppo il contrasto con un superstrato scandinavo non si ricava dalla Francia, perché il normanno non era affatto privo di riflessi germanici prima dei Vichinghi. Alla fine però si potrebbe pensare al romancio (con superstrato alemannico 'ritardato') rispetto al francese nordorientale.

Andrea:
Vale anche per l'isola di Wight? uectis ,uecti poi con gli Iuti uicht e Sassoni wiht ("wixt"), poi in inglese moderno wight ... o avrebbe un altro nome? Ma poi i Normanni della Francia avrebbero invaso la Britannia nell'XI secolo? Se si, cosa cambia?

Bhrihskwobhloukstroy:
/wixt/ sarebbe una fase sicuramente raggiunta (è già tardobritannica). Non si vedono motivi per cui avrebbe dovuto cambiare nome, quindi direi che sarebbe diventata, romanicamente, /gwi:t/.
La conquista normanna del 1066 appartiene alle dinamiche geopolitiche e non a quelle macroetniche; per cambiarla o eliminarla dovremmo postulare una modifica di quelle. Ammesse le migrazioni germaniche settentrionali, non ci sono ragioni per escluderla.
In tal caso ci sarebbe la sovrapposizione di un superstrato franconormanno molto forte, più che il provenzale in Cisalpina. L'esito quindi sarebbe una situazione di diglossia perlomeno appunto come quella cisalpina, col franconormanno nel ruolo del fiorentino e il britannoromanzo nel ruolo del romanzo cisalpino.

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Non possiamo non segnalare a questo punto l'idea di Generalissimus:

La Guerra scozzese-norvegese del 1262 si conclude con una completa disfatta del Regno di Scozia, il quale viene conquistato da Haakon IV di Norvegia, che a sua volta lo affida a suo figlio Magnus. Cosa succede alle isole britanniche?

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Gli ribatte il solito Bhrghowidhon:

Questo è uno dei casi in cui porto il 'travaglio' di una meditazione di alcuni decenni; fatta eccezione per la Bernicia, ormai anglica da sette secoli, il resto avrebbe visto nei principali Arcipelaghi e su parte delle coste la realizzazione del modello che storicamente è osservabile per le Orcadi, Hetland > Hjatland (Shetland) e la Contea di Caithness, quindi complessivamente una assai maggiore diffusione del Norn rispetto allo Scots, ma sempre in subordine al gaelico, anche nel caso di una permanenza della Scozia nel Regno di Norvegia (o di Danimarca, dopo l'Unione di Kalmar?) fino a oggi.

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E Paolo Maltagliati aggiunge:

E un norvegese d'Irlanda come potrebbe sopravvivere? E come far sopravvivere lo Yola?

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Generalissimus ribatte lesto:

So che nel 1978 nel South Wexford la gente usava ancora delle parole Yola:
Amain = andare d'accordo.
Bolsker = persona non amichevole.
Chy = un pò.
Drazed = logoro.
Fash = confusione.
Keek = sbirciare.
Saak = abbronzarsi, rilassarsi davanti al fuoco.
Quare = molto o estremamente.
E pare che ce ne siano delle altre.

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Bhrghowidhon riprende il filo del discorso:

Insieme al gaelico d'Irlanda, quindi con una situazione sociolinguistica di diglossia anziché dilalia (nella diglossia il basiletto o lingua 'bassa' è d'obbligo in alcuni contesti diafasici, nella dilalia invece può essere sempre sostituito dall'acroletto o lingua 'alta'); per ottenere la diglossia sarebbe stato indispensabile che almeno non ci fosse contrapposizione etnico-religiosa. La mancata contrapposizione coi Cattolici irlandesi avrebbe permesso il mantenimento dei basiletti gaelici e di conseguenza anche di quelli non gaelici.

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E Paolo glossa:

Quindi o si fanno tutti protestanti subito come in galles o rimangono tutti cattolici. Sopravviverebbe anche il cornico, per quanto la prayer book rebellion avrebbe ragioni socio-economiche molto forti.

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Bhrghowidhon aggiunge:

La condizione sarebbe necessaria, ma purtroppo non ancora sufficiente; in Francia e, in misura minore, in Italia, la dilalia (quando non la condizione patologica di monolinguismo) ha sostituito la diglossia anche dove non c'era contrapposizione etno-religiosa. Senza dubbio la causa diretta o indiretta è lo Stato Nazionale, che tuttavia in alcuni casi (Baviera, Veneto) ha mantenuto la situazione di diglossia.

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Generalissimus ha avuto anche un'altra idea:

OK, questa è veramente difficile: quali potrebbero essere i POD necessari a creare questa situazione?

Gli risponde Yoccio Liberanome:

Possibile POD: Gneo Giulio Agricola conquista l'Irlanda e fonde l'elemento culturale tradizionale romano con quello celtico. Ne nasce un regno che combina le conoscenze romane e la cultura celtica. L'isola, ritenuta difficile da mantenere da Domiziano (per sminuire Agricola), viene abbandonata, ma la breve permanenza romana lascia un segno indelebile, così in poco tempo si viene a creare un potente regno che conquista varie zone in Gran Bretagna quando i romani sloggiano, e aiuta gli stati britannici postromani, suoi vassalli, a resistere a sassoni e vichinghi.
Dopo aver sconfitto una coalizione di normanni e norvegesi, sotto Guglielmo I e Harold Hadrada, L'Irlanda si appresta a unificare l'arcipelago per unificare le terre celtica. Forse una "grande Irlanda" che regna su terre tanto vaste potrà spuntarla nella Guerra dei Cent'Anni, e da lì diffondere la cultura celtica in tutta Europa.

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Anche Perchè No? dice la sua:

Mi sembra che il Galles sia già un mix di cultura celtica superficialmente romanizzata, con i Bretoni cacciati dai Sassoni. E se é il Galles a unificare i gruppi "celtici" dell'arco atlantico? Si può fare se nel 616 re Selyf ap Cinan del regno di Powys non viene ucciso nella battaglia di Chester e al contrario sconfigge la Northumbria, o se durante il VI-VII secolo i regni locali si confederano e mantengono un forte legame con la Cornovaglia e i regni bretoni del Nord.

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Ainelif poi restringe il cerchio:

Io mi accontenterei di conoscere in che modo il Regno di Scozia potrebbe mantenersi indipendente fino ad oggi dal Regno d'Inghilterra...

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E Paolo Maltagliati gli replica:

Centinaia di PoD possono portare a tale risultato. Il più pratico è quello dinastico, ovvero che Edoardo VI abbia costituzione più robusta, si sposi e abbia dei figli, così da perpetrare la dinastia Tudor, o che Enrico VIII abbia da subito un figlio maschio da Caterina d’Aragona. Ulteriore alternativa sarebbe, così risolviamo la questione a monte, che Giacomo IV non si sposi con Maria Tudor, sorella di Enrico VIII.

Poi, a scanso di equivoci, al PoD dinastico assocerei il PoD militare, ovvero una vittoria di misura o quantomeno un “pareggio” tra Scozia e Inghilterra nella battaglia di Flodden Fields (1513), in cui, ovviamente, lo stesso re Giacomo IV non muore.

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E ora, la richiesta di William Riker:

Quali modifiche ucroniche bisogna applicare alla HL affinchè oggi l'inglese possa essere classificato tra le lingue neolatine? E come apparirebbe oggi la lingua più diffusa nel mondo?

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Gli risponde Paolo Maltagliati:

Per stare sul 'semplice' (ma dirompente) andrebbe mutato il tardo antico e l'alto medioevo (almeno):

0) niente abbandono delle truppe romane in occasione dello sfondamento del limes renano

1) niente invasioni anglosassoni

2) in assenza del punto 1: niente Agostino di Canterbury. In presenza del punto 1: successo della missione agostiniana presso un sovrano celtico a vostra scelta

3) mancata formazione di un regno unitario a sud del Vallo

4) unificazione dell'Inghilterra da parte dei normanni già francesizzati

Poi questi punti implicano infinite variabili dipendenti, ma mi sembrano una minima necessaria road map.

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E Generalissimus aggiunge:

Più una massiccia infusione di coloni già a partire dalle prime conquiste romane.

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Ma Paolo non si mostra d'accordo:

L'idea che l'Inghilterra non si fosse romanizzata perché c'erano pochi coloni è una inesattezza moderna, a mio avviso. C'erano sicuramente più latinofoni in Britannia meridionale che in Alvernia o in Dacia o in ampie zone della stessa pianura Padana. I fattori decisivi per l'affermazione delle lingue romanze oppure no sono da ascriversi al periodo tra la seconda metà del IV e il IX (almeno) secolo. In particolare la cristianizzazione e le sue modalità sono il fattore primario.

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Dice la sua anche il grande Bhrghowidhon:

Mi associo in tutto, è un tema importante e molto discusso. Per non farci mancare niente, la domanda iniziale si può interpretare in più modi:

1) che in Britannia si sviluppi e prevalga una lingua neolatina locale
2) che l'anglonormanno prevalga sull'inglese
3) che il francese sostituisca sia l'anglonormanno sia l'inglese
4) che dall'inglese si formi (gradualmente sostituendolo) un'interlingua che alla fine, piano piano, si riempia talmente di (neo)latinismi anche a livello strutturale da costringere l'analisi a classificarla come neolatina.

Inizialmente avevo inteso la quarta interpretazione, che però è difficilissima.

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E Iacopo aggiunge:

La quarta interpretazione è quella che ho usato per il Polari che diventa lingua ufficiale dell'Impero di Atlantide nell'Ucronia di Giovanna la Pazza. In particolare il Polari in quel contesto avrebbe una grammatica quasi identica all'inglese, ma un lessico derivato dallo spagnolo, dal francese e dalla lingua franca mediterranea. Resterebbero inglesi alcuni termini del lessico marinareso come *flit (flotta), *fis, net, *aila (isola), *rivo (fiume).

Il meccanismo di sostituzione del Polari alle lingue di Inghilterra, Francia e Spagna sarebbe lento e non concluso nel 2018. Il Polari guadagna popolarità nella seconda metà del '500, specialmente dopo la vittoria anglo-spagnola sugli Ottomani nel 1576 e la creazione delle basi navali inglesi alle Baleari.

In seguito il Polari diventa la lingua ufficiale delle Compagnie Commerciali inglesi, compresa la Companì de Neu Rivo, che si occupa del commercio sul suolo inglese. Con l'incoronazione di Giacomo I Santiago sui trono di Castiglia, Aragona, Francia e Inghilterra (tra il 1613 e il 1639) il Polari viene scelto come lingua comune delle flotte di tutti i 4 regni e soprattutto delle colonie. Da questo momento in poi il Polari cresce vertiginosamente di diffusione e diventa la lingua di tutte le Americhe, dell'Oceania e di tutte le colonie che nella nostra Timeline sono appartenute a Portogallo, Danimarca, Svezia, Olanda e Curlandia.

Nel corso delle guerre di successione del XIX secolo le colonie guadagnano un'importanza militare e strategica e un prestigio maggiori rispetto ai regni europei, e dalla morte di Elisabetta II nel 1903 in poi tutti i cittadini dell'Atlantide, Inghilterra inclusa, parlano il Polari come prima o seconda lingua.

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E ora, le ucronie tradotte per noi da Generalissimus:

E se l'Irlanda si fosse unificata nell'11° secolo?

Anche se San Patrizio è passato da qualche giorno ho pensato che sarebbe stato adatto fare una TL per onorare il santo patrono dell'Irlanda, perciò ho creato un'ucronia a tema irlandese.
Nella nostra TL l'Irlanda ebbe enormi problemi ad unificarsi, il paese fu composto da un arazzo di tribù delle foreste costantemente in lotta per il dominio fino a quando gli Inglesi non lo conquistarono nel 17° secolo, e così l'unico modo in cui l'Irlanda riuscì ad unificarsi fu essere conquistata dagli Inglesi.
Ancora oggi il paese è diviso tra nord e sud e questa conquista inglese portò a centinaia di anni di povertà e depressione, ma non era obbligatorio che accadesse: nella nostra TL l'Irlanda arrivò vicinissima all'unificazione, nell'11° secolo il Re del Munster e dell'Irlanda meridionale, Brian Boru, riuscì ad unire il paese per breve tempo prima di morire combattendo contro i Vichinghi nella Battaglia di Clontarf.
Dopo la sua morte non emerse nessuna personalità capace di tenere insieme il suo impero, che collassò, e quindi, e se Brian Boru fosse riuscito ad unificare permanentemente l'Irlanda? Quali sarebbero i confini? Come sarebbe la cultura? Questa è la domanda di quest'ucronia.
Quando morì nella nostra TL, Brian aveva circa 70 anni, perciò se fosse sopravvissuto a Clontarf non sarebbe vissuto molto a lungo, ma spesso le grandi figure commettono i loro atti più grandi quando sono anziani, inoltre le prove mostrano che stava cercando di creare un'alleanza con la Chiesa per ottenere una sorta di diritto divino e stava cercando di creare politiche che lo avrebbero reso l'unico re dell'Irlanda invece che il re più forte tra molti.
Questo avrebbe condotto l'Irlanda su un sentiero simile a quello di Francia, Inghilterra o Germania.
Perché questa TL inizi dobbiamo far sì che Brian Boru viva abbastanza a lungo per mettere in atto le riforme che il popolo pensa avrebbe fatto e che non ci sia una grande rivolta dei nobili irlandesi dopo che questi perderanno il loro potere, o che almeno egli riesca a sedarla.
Per tutti quelli che diranno che gli Irlandesi non riusciranno mai ad unificarsi a causa della loro natura litigiosa, della tendenza all'alcolismo e di tutti gli altri stereotipi: pensate alla Scozia, che si unificò nel 9° secolo, e la gente dice che gli Scozzesi sono altrettanto litigiosi e alcolizzati.
Le tribù scozzesi erano altrettanto selvagge e indipendenti di quelle irlandesi, perciò l'Irlanda avrebbe potuto unificarsi con qualsiasi fattore culturale preesistente.
So che l'Irlanda non sarà un'importante potenza locale e che non sarà capace di invadere e conquistare i paesi vicini, e questo sarà dovuto soprattutto alla popolazione e allo sviluppo.
Prima di tutto l'Irlanda dell'11° secolo aveva una popolazione di mezzo milione di persone, che divennero 850.000 nel 13° secolo, una cosa davvero sorprendente, perché oggi nel mondo ci sono circa 60 milioni di persone con antenati irlandesi.
Nel frattempo, l'Inghilterra dell'11° secolo aveva un milione e mezzo di abitanti che divennero 5 milioni nel 13° secolo e la Francia nell'11° secolo aveva una popolazione di 6 milioni di abitanti che divennero 11 nel 13° secolo.
Quando si guarda alle nazioni che circondano l'Irlanda si capisce che non aveva proprio posti dove espandersi: Francia e Inghilterra erano molto più grandi, invadere la Scozia era una pessima idea e il Galles era povero e montuoso e i nativi erano buoni combattenti, una combinazione che i re medievali spesso ignoravano, e anche se i re irlandesi riuscissero a conquistare il Galles i re inglesi lo riconquisterebbero.
Il secondo motivo riguarda lo sviluppo: gli Irlandesi medievali avevano più in comune con i nativi americani che con gli Inglesi e i Francesi contemporanei.
La maggior parte dell'Irlanda era popolata da allevatori tribali semi-nomadi, le città e i villaggi non esistevano prima dell'arrivo dei Vichinghi e i monasteri erano dei centri culturali, ma lo sviluppo delle comunità circostanti era scarso.
Il primo effetto che vedremo è che gli Inglesi non conquisteranno mai l'Irlanda: nella nostra TL gli Inglesi invasero l'Irlanda perché un re li invitò sperando che potessero rimetterlo sul trono dopo che aveva perso una guerra civile, e in cambio sarebbe diventato loro vassallo.
Questo portò a centinaia di anni di presenza inglese in Irlanda.
Gli Inglesi riuscirono a mantenere il loro controllo sull'Irlanda così a lungo anche a causa della mancanza di unità fra i capotribù irlandesi, ma un'Irlanda unita riuscirebbe a scacciare gli invasori, un po' come accadde in Scozia, anche se questo non significa che gli Inglesi non avranno alcuna influenza sull'Irlanda medievale.
I re irlandesi vorranno essere visti dalle corti europee come dei veri re invece che come degli strani capotribù provenienti dai confini del mondo e per fare questo cercheranno di adottare i costumi feudali europei.
I re irlandesi inviteranno signori normanni dall'Inghilterra per "civilizzare l'Irlanda" e questi nobili normanni porteranno con sé i loro servi sassoni, visto che non riusciranno a convincere i nativi irlandesi a diventare loro servi.
La corte irlandese attraverserà una fase francese, dove inizierà a parlare Francese e ad essere attratta dalla cultura francese.
Sembrerà che io mi stia inventando delle cose, ma questo è parzialmente vero: questo è l'esatto processo avvenuto in Scozia, dove i nobili normanni si stanziarono nelle Lowlands scozzesi, la grande differenza è che in Scozia oggi la cultura dominante delle Lowlands è quella dei discendenti dei servi sassoni.
I servi sassoni si mescolarono con la popolazione nativa e nella nostra TL la lingua ufficiale della Scozia per centinaia di anni fu un dialetto inglese.
In Irlanda il processo sarà differente: quando i signori normanni porteranno con loro i servi sassoni, questi verranno semplicemente assimilati e diventeranno irlandesi come i nobili, cosa che è successa anche in questa TL.
Con un governo unificato in Irlanda ci saranno una capitale e un potere centrale attorno al quale il paese radunerà una forza ufficiale di crociati, anche se, con una popolazione così piccola, questa non sarà decisiva per l'esito delle Crociate.
Col trascorrere del Medioevo gli Irlandesi inizieranno ad avere paura della potente Inghilterra e questo li farà entrare in un'alleanza con la Francia e gli Scozzesi, nemici dell'Inghilterra che nella nostra TL si allearono.
Questa alleanza con gli Scozzesi cambierà un po' i matrimoni dinastici, la possibilità che la Regina Elisabetta I dia il trono a Giacomo I sono estremamente basse e questo significa che in questa TL Inghilterra e Scozia non diventeranno un unico paese.
In futuro farò un video su una Scozia rimasta indipendente, ma per amore della continuità di questa TL includerò alcuni elementi di quel video in questo.
L'indipendenza scozzese creerà molte questioni in questa TL: lo sfondo per la Guerra Civile inglese si venne a creare quando la Scozia si ribellò a causa delle pessime politiche religiose degli Stuart, costringendo il re a chiedere fondi al parlamento per combattere la guerra, cosa che causò molte questioni scomode.
Quando il re cercò di chiudere il parlamento, che si oppose, iniziò la Guerra Civile inglese.
Il parlamento vinse e diventò una forza dominante, e alla fine l'Inghilterra divenne una democrazia.
Gli Stuart sono così importanti per la politica inglese del 17° secolo che è troppo difficile immaginare come si sarebbero svolte le cose senza di essi.
I re elimineranno il parlamento e l'Inghilterra diventerà una monarchia assoluta? Un dittatore in stile Cromwell prenderà il potere in modo permanente? Il parlamento caccerà i re e l'Inghilterra diventerà una democrazia in piena regola? O accadranno le stesse identiche cose? Non so dirvelo.
L'Irlanda rimarrà comunque Cattolica in questa TL? Non ne sono sicuro, soprattutto perché nessuno sa per quale motivo l'Irlanda non si convertì al Protestantesimo.
Il popolo irlandese non si convertì al Protestantesimo nonostante la presenza Inglese, ma questo non vale per gli Scozzesi e i Gallesi.
La mancata conversione al Protestantesimo dell'Irlanda avvenne in parte a causa della mancanza di un'autorità centrale che la convertisse.
Re e nobili amavano il Protestantesimo, perché gli permetteva di sequestrare le terre della Chiesa, ma in Irlanda, che si trovava in uno stato di anarchia, questo non accadde.
Inoltre, a parte il fatto che tutte le nazioni romanze rimasero Cattoliche e tutte le nazioni germaniche lontane dagli Asburgo si convertirono al Protestantesimo, l'ordine delle conversioni al Protestantesimo sembra abbastanza casuale, chi si aspettava che gli Ungheresi si sarebbero convertiti al Protestantesimo e i Polacchi no? Quali sono le possibilità di un impero coloniale irlandese? In realtà sono molto più alte di quelle che potreste pensare.
Se osservate una mappa delle nazioni europee noterete che praticamente ogni nazione con uno sbocco sull'Atlantico ebbe un impero coloniale, tranne la Scozia, e vi spiegherò dopo il perché.
Inoltre, l'Inghilterra ebbe molto successo come impero coloniale perché non aveva confini terrestri.
Tutte le nazioni del continente dovettero barcamenarsi tra guerre terrestri e le loro colonie, e ogni volta che vincevano o perdevano una grande guerra terrestre i loro imperi ne risentivano, mentre l'Inghilterra, che non aveva confini terrestri, poteva semplicemente investire nella sua marina per avere protezione, marina che poteva usare per colonizzare il mondo una volta sconfitte le marine dei nemici per prendersi le loro colonie.
Questa tattica potrebbe funzionare anche meglio per l'Irlanda, che è ancora più isolata dal continente e dovrebbe affrontare ancora meno minacce provenienti da esso.
L'Inghilterra, per esempio, negli ultimi 500 anni è stata minacciata di invasione da Tedeschi, Francesi, Svedesi e Spagnoli, ed è stata conquistata dagli Olandesi.
Per quanto riguarda l'Irlanda, gli unici probabili invasori potrebbero provenire dalla Francia, dall'Inghilterra e forse dalla Spagna, perciò potrebbe investire nella marina e concentrarsi sulle colonie.
Questa esclusione dalle politiche continentali permetterà all'impero irlandese di essere piuttosto grande.
Anche la Scozia potrebbe avere un impero coloniale, anche se più piccolo di quello irlandese: all'inizio del 18° secolo la Scozia cercò di fondare una colonia a Panama chiamata Darién.
Gli Inglesi, preoccupati di avere un impero in competizione con loro, si rifiutarono di venderle il cibo, persino il Re di Scozia si rifiutò di sostenerla, e la Scozia era in unione personale con l'Inghilterra, cosa che le impediva di commerciare con i nemici dell'Inghilterra come la Francia o la Spagna.
Ma in questa TL la colonia potrebbe commerciare con i suoi alleati francesi e poi con gli Spagnoli, perciò anche gli Scozzesi potrebbero ritrovarsi con un impero coloniale simile a quello dei Danesi.
Con l'Irlanda e la Scozia alleate dei Francesi penso che la minaccia di un'invasione francese dell'Inghilterra sarà molto più reale, con i Francesi che terranno di stanza delle armate in Scozia e Irlanda.
Prima ho passato due minuti a parlare dei leggeri vantaggi e svantaggi di ciò in questa TL, ma poi ho capito che un mondo senza Stuart potrebbe avere talmente tanti strani effetti farfalla difficili da predire che non sapremo mai davvero come andranno le cose.
Nella nostra TL l'Irlanda divenne il paese ossessionato dalle patate che è oggi a causa della conquista inglese: i proprietari terrieri inglesi che esigevano i loro affitti costrinsero i contadini irlandesi a smetterla di essere degli allevatori seminomadi e a diventare degli agricoltori.
Dopo questo cambiamento iniziò il disboscamento delle foreste e la popolazione irlandese aumentò a dismisura, e questo portò all'Irlanda ossessionata dalle patate che alla fine diede origine alla diaspora irlandese.
Nulla di tutto ciò accadrebbe in questa TL, e l'Irlanda andrà in una direzione completamente diversa.
Forse non è possibile sapere quanto saranno diverse l'Irlanda del nostro mondo e quella di questa TL, ma ho una teoria su una delle possibilità: nella nostra TL, a fine 17°-inizio 18° secolo, ci fu un'enorme migrazione dall'Irlanda settentrionale e dalle Lowlands scozzesi verso gli Appalachi in America.
Questi migranti non erano i Gaelici che abitano l'Irlanda in questa TL, ma Irlandesi dell'Ulster e persone di discendenza per lo più scozzese, ma gli Irlandesi dell'Ulster vivevano in una maniera vagamente simile a quella dei Gaelici del sud ed emigrando in America riuscirono a mantenere uno stile di vita simile a quello che avevano nella loro patria d'origine, perciò non penso sia ridicolo credere che il miglior corollario su come si svilupperà l'Irlanda in questa TL è l'America degli Appalachi.
Ci sono assolutamente dei problemi con questa teoria, in parte di tipo geografico: gli Appalachi sono più grandi e hanno più suolo sfruttabile dell'Irlanda, e sono anche meno freddi e umidi, inoltre gli Irlandesi dell'Ulster rappresentano una cultura diversa da quella dei Gaelici, anche se forse hanno degli stretti legami con loro, e quando gli Irlandesi dell'Ulster partirono per l'America lo fecero in un periodo di transizione tra la società semi-nomade e quella dell'agricoltura sedentaria, perciò gli Appalachi non sono una rappresentazione perfetta di questo stile di vita precedente, ma penso ancora che sia la rappresentazione migliore di come si svilupperà l'Irlanda in questa TL, e non include nemmeno come l'Irlanda si svilupperà in maniera indipendente.
Cosa significa questo per lo sviluppo futuro dell'Irlanda come nazione? Non è facile da dire, ma posso dare alcuni suggerimenti: prima di tutto ci sarà un grande afflusso dall'Irlanda, perché sia l'Irlanda tradizionale che gli Appalachi hanno una popolazione piccola e sparsa su tutto il territorio, e ciò significa che per mantenere bassa la densità di popolazione la gente dovrà trasferirsi nelle colonie.
Inoltre ci sarà un grande afflusso di guerrieri dall'Irlanda, questo sempre per il primo motivo ma anche perché sia quella degli Appalachi che quella dell'Irlanda tradizionale erano culture guerriere, perciò esporteranno una grande quantità di guerrieri per espandere l'impero.
Terzo, non so davvero che ruolo avrà l'industrializzazione in questa TL, perché né gli Appalachi né l'Irlanda si industrializzarono nella nostra TL, ma d'altro canto la Scozia lo fece, e non so quale differenza fece industrializzare la Scozia e l'Irlanda no, perciò non so cosa cambierebbe.

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E se Harald III di Norvegia avesse conquistato l'Inghilterra?

Sappiamo tutti che nel 1066 i Normanni invasero l’Inghilterra, cambiando per sempre la direzione della sua storia, ma pochi sanno che questa fu solo una delle due invasioni dell’Inghilterra che si svolsero quell’anno.
In quell’anno l’Inghilterra affrontò l’invasione sia da parte della Norvegia che da parte della Normandia.
Il Re Harald III di Norvegia, soprannominato Hardråde, Norreno per Duro Consiglio, per il modo in cui soppresse una rivolta, fu una di quelle figure toste che vivranno per sempre nella storia.
Fu un guerriero, un mercenario, un re e un pirata, immaginatevi un Conan il Barbaro nella vita vera.
Purtroppo non posso dilungarmi, perciò non posso scendere nei dettagli completi della sua biografia, ma se farete delle ricerche in proprio non rimarrete delusi.
Dopo essersi preso il trono della Norvegia, volle aggiungere l’Inghilterra al suo impero.
Mentre Aroldo II d’Inghilterra si trovava con il suo esercito sulla costa meridionale dell’Inghilterra, preparandosi per l’invasione di Guglielmo II di Normandia, Harald III invase il nord dell’Inghilterra e distrusse le armate che si trovavano lì nella Battaglia di Fulford.
Aroldo II fece arrivare a nord il suo esercito con delle marce forzate, cogliendo i Norvegesi di sorpresa mentre stavano consumando la colazione.
Gli Inglesi riuscirono a mettere in rotta le forze norvegesi nella Battaglia di Stamford Bridge, dove Harald III venne ucciso da un colpo di freccia alla gola.
Comunque sia, immediatamente dopo arrivò al nord la notizia che i Normanni erano sbarcati sulle coste meridionali dell’Inghilterra, perciò l’esercito inglese si mise in marcia verso le spiagge del sud dell’Inghilterra e combatté contro i Normanni nella Battaglia di Hastings, dove la stanchezza causata dalla marcia risultò in una vittoria normanna.
I Normanni conquistarono l’Inghilterra e oggi sul trono britannico c’è ancora un discendente molto molto molto alla lontana di Guglielmo il Conquistatore, ma se la storia fosse andata in modo diverso e fossero stati i Norvegesi, e non i Normanni, a conquistare l’Inghilterra? Come sarebbe stato il mondo? Come sarebbe stata la cultura? Questa è la domanda di questa ucronia.
Ci sono un paio di modi in cui questo potrebbe accadere: i venti potrebbero essere diversi, così saranno i Normanni a sbarcare per primi, massacrando gli Inglesi e lasciandoli troppo deboli per sconfiggere i Norvegesi, oppure Harald III scopre i movimenti delle truppe inglesi e le sconfigge a Stanford Bridge, dopodiché marcia a sud e distrugge i Normanni, non importa, hanno entrambi lo stesso effetto, e l’unica cosa che conta è che sia Harald III a sedersi sul trono inglese, non Guglielmo II di Normandia.
Harald III era chiaramente un aspirante Canuto il Grande, il re danese che trent'anni prima creò un impero unendo l’Inghilterra, le isole scozzesi, la Danimarca e la Norvegia.
Dopo aver unito la Norvegia alle isole scozzesi e all’Inghilterra Harald III partirebbe alla conquista della Danimarca.
Probabilmente avrà successo, visto che Harald III era il miglior generale e guerriero del suo tempo e le forze unite di Inghilterra e Norvegia superavano quelle della Danimarca.
Conoscendo Harald III in seguito avrebbe probabilmente dichiarato una crociata contro i Turchi, suoi vecchi nemici, avrebbe colonizzato l’America e avrebbe dichiarato guerra al Sacro Romano Impero, ma devo attenermi al realismo.
Diversamente dai Normanni, che sostituirono la nobiltà nativa con loro compatrioti, probabilmente Harald III farà restare nei paraggi gran parte delle autorità locali, concedendo solo una modica quantità di terreni ai suoi compagni norvegesi, prima di tutto perché le classi dominanti inglesi erano già mezze vichinghe, principalmente di provenienza danese.
Dopo 200 anni di invasioni e conquiste danesi dell’Inghilterra, la nobiltà di gran parte del paese era già mezza scandinava, perciò per un monarca scandinavo non sarà difficile lavorare con essa.
Inoltre Canuto il Grande, il re d’Inghilterra danese che Harald III stava chiaramente cercando di imitare, lavorò con la nobiltà inglese nativa senza rimpiazzarla.
In terzo luogo i Vichinghi tendevano a guardare a quella inglese come ad una cultura superiore da imitare, mentre i Normanni pensavano che fosse una cultura inferiore da opprimere e convertire.
Vedremo la cultura inglese diventare sempre più scandinava, con uno strato norvegese che si aggiungerà in cima a quello danese, in pratica continuerà il processo che stava andando avanti da centinaia di anni.
All’epoca della conquista normanna l’Inghilterra faceva parte della Scandinavia linguisticamente, militarmente, culturalmente ed economicamente, perciò le cose non cambierebbero molto.
Se qualcuno proveniente da questa TL sentisse che nella nostra l’Inglese è diventato una lingua mezza francese probabilmente ci guarderebbe in modo strano e ci chiamerebbe pazzi.
Questo è successo perché nella nostra TL i Normanni cambiarono radicalmente la cultura inglese portandola in una direzione molto francese e continentale, ma ciò non accadrebbe mai in questa TL e l’Inglese sarà culturalmente molto più germanico e molto meno romanzo.
Nel frattempo, in Normandia, con la presunta morte di Guglielmo il Conquistatore, la Normandia si leccherà le ferite, ma conoscendo l’energia della Normandia medioevale essa tornerà molto rapidamente ad essere un potente ducato espansionista.
Nella nostra TL i re normanni usarono i loro vasti possedimenti inglesi per sostenere quelli in Francia, ed è per questo che la Guerra dei Cent’Anni durò tanto, perché i re inglesi potevano semplicemente premere sui loro possedimenti inglesi perché i loro possedimenti francesi potessero sostenere di continuo la guerra.
Questo però bloccò l’unificazione della Francia per centinaia di anni e ciò vuol dire che in questa TL la Francia si unificherà molto prima, intorno al 1250 invece del 1450.
La Francia medioevale era un vero leviatano rispetto al resto dell’Europa, per la quale fu una vera fortuna che essa non si unificò.
Una Francia unita avrebbe avuto una popolazione più grande di quella tedesca, svizzera, scandinava e inglese messe insieme, e quando nella nostra TL i Francesi si unirono gli Spagnoli trovarono quantità inimmaginabili di oro in America, riuscendo a tenerli a bada per diverse centinaia di anni.
In questa TL i Francesi farebbero sentire il loro peso in Europa, invadendo i Paesi Bassi, la Germania e l’Italia, inoltre invieranno forze crociate più potenti in Medio Oriente.
Questo condurrà a risultati molto interessanti, con una Quinta, Sesta e Settima Crociata a guida principalmente francese più potenti i crociati conquisteranno l’Egitto.
I crociati saranno una piccola minoranza Cristiana in una terra di Musulmani e varie Chiese orientali, perciò non avranno il sostegno della popolazione nativa, e questo porterà ad una conquista mongola dell’Egitto, una cosa che nella nostra TL quasi avvenne.
Dei Mongoli più forti assilleranno l’Impero Ottomano ad est, rallentando la sua crescita, e questo porterà ad un Impero Ottomano più debole che a sua volta potrebbe portare a tantissime ramificazioni, inclusa la probabile sopravvivenza dell’Ungheria come regno indipendente e un Islam che prende una direzione completamente diversa senza Ottomani che sopprimono chiunque vada contro l’ortodossia Sunnita, ma stiamo andando troppo avanti e siamo troppo distanti dal POD, perciò mi fermerò qui.
In modo simile a come i Normanni riuscirono ad usare gli uomini, le ricchezze e le risorse inglesi per le guerre in Francia nelle nostra TL, i Norvegesi riusciranno ad usare l’Inghilterra per sopprimere gli scontri interni in Scandinavia e in generale per le cose che sono importanti per i re.
Queste potrebbero prendere molte forme, i Norvegesi potrebbero voler ridare vita al Regno di Dublino vichingo in Irlanda, che era esistito solo 60 anni prima.
In questa TL gli Inglesi conquisteranno comunque l’Irlanda, anche se all’inizio quest’invasione avrà un volto norvegese.
Sosterranno anche il Regno dell’Isola di Man, ovvero le isole della Scozia settentrionale popolate da Norvegesi, che all’epoca appartenevano alla Norvegia, non al governo scozzese di Edimburgo.
In questa TL queste isole rimarranno norvegesi e probabilmente anche l’intera Scozia verrà conquistata da una coalizione Anglo-Norvegese proveniente contemporaneamente da nord e da sud.
In Scandinavia i Norvegesi vorranno utilizzare la loro popolazione in più per mantenere la Danimarca all’interno dell’impero e per estendersi nel Baltico.
Nella nostra TL la Danimarca e la Svezia ebbero delle colonie nel Baltico, rispettivamente l’Estonia e la Finlandia, e parteciparono con grossi contingenti alle Crociate del Nord contro i pagani del Baltico.
In questa TL significativi contingenti di Inglesi, che faranno parte del mondo culturale scandinavo, contribuiranno alle Crociate del Nord, che avranno più successo.
Questo potrebbe portare a tante possibilità molto interessanti, forse i crociati conquisteranno la Repubblica di Novgorod, trasformando la Russia settentrionale in un paese baltico come l’Estonia o la Lettonia, oppure una parte maggiore della Polonia entrerà a far parte del Sacro Romano Impero, comunque, come nel caso dell’Impero Ottomano, tutto ciò è troppo incerto, e troppe battaglie di cui non conosco il risultato potrebbero determinare il destino di questa parte dell’ucronia.
La cosa ironica è che i Norvegesi etnicamente diventeranno i soci di minoranza dell’impero che hanno creato con Inglesi e Danesi, che saranno più vicini culturalmente e più coesi e avranno una popolazione maggiore.
Sarà un po’ come con l’unione tra Scozia e Inghilterra e quella tra Polonia e Lituania, dove la nazione più potente delle due divenne chiaramente quella dominante.
L’Inghilterra, unita alla Danimarca, dominerà sulla Norvegia, il cui re inizierà a vivere in Inghilterra, farà affidamento sulle tasse inglesi e nominerà nobili danesi come suoi favoriti e consiglieri, rendendo così la Norvegia sempre mono importante.
Dopo un paio di guerre civili e di crisi di successione la Norvegia perderà il controllo dell’Inghilterra, e la Danimarca si unirà all’Inghilterra.
Forse ci saranno monarchie e governi diversi, ma faranno assolutamente parte dello stesso sistema culturalmente ed economicamente.
Facendo un salto molto avanti, l’ascesa della Francia preoccuperà la corona Anglo-Danese, che temerà il crollo dell’equilibrio del potere, perciò sosterrà qualsiasi alleanza che si formerà per cercare di contenere la Francia.
I Francesi cercheranno di conquistare i ricchi stati dei Paesi Bassi e gli Anglo-Danesi sosterranno le città-stato olandesi, anche per via della forte connessione culturale tra gli Anglosassoni, i Danesi e gli Olandesi.
Non posso dirvi molto su questa guerra, ma probabilmente sarà molto lunga, si trascinerà per molti anni e sarà brutale, come la Guerra dei Trent’Anni della nostra TL.
L’ascesa della Francia preoccuperà il resto dell’Europa, il che vuol dire che si formeranno delle coalizioni per impedire che la Francia diventi troppo potente.
Probabilmente questa guerra durerà fino a quando tutte le parti coinvolte non cederanno per sfinimento.

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Il buon Federico Sangalli aggiunge:

Sovrani in questa TL (visto che prima della Guerra Civile la Norvegia non aveva leggi di successione, quelle inglesi vengono assunte in tutto il regno), frutto della mia attitudine a frantumarsi facilmente le diottrie per spulciare alberi genealogici dimenticati da secoli:

Re di Norvegia ed Inghilterra:
Harald III 1066-1072
Haakon II 1072-1095 (Sotto reggenza dello zio Olaf fino al 1085)
Magnus III 1095-1103
Re di Norvegia, Inghilterra ed Irlanda (più cessione delle isole del Mare del Nord dalla Scozia, di parte del Galles e della Svezia meridionale):
Magnus III 1103-1138
Maria I 1138-1160
Olaf III 1160-1169
Cristina I 1169-1178
Magnus IV 1178-1224
Sigurd I 1224-1244
Regno di Norvegia, Inghilterra, Irlanda ed Islanda:
Puriour I (nome islandese assai difficile) 1244-1288
Jón I 1288-1315
Re di Norvegia, Inghilterra, Irlanda, Islanda e Svezia:
Knut I 1315-1338
Brigitta I 1338-1395
Sigurd II 1395-1453 (Sotto reggenza della Regina Agnese fino al 1404)
Hans I 1453-1466
Gudrun I 1466-1475
Sigrid I 1475-1501
Otto I 1501-1525
Holger I 1525-1575
Otto II 1575-1621
Holger II 1621-1638
Elisabetta I 1638-1657
Vibeche I 1657-1686
Lauritz I 1686-1689
Jonas I 1689-1721
Janus II 1721-1767
Daffin I 1767-1806
Jens I 1806-1821
Daffin II 1821-1861
Ingeborg I 1861-1892
Ole I 1892-1893
Netta I 1893-1898
Adolfo I 1898-1978 (Sotto reggenza fino al 1916)
Berta I 1978-2002
Klaus I 2002-in carica.

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Ora è il turno della proposta di MattoMatteo: « L'Angleterre Française »!

Inghilterra e Irlanda non sono mai state libere; prima conquistate dai romani, poi facenti parte del Sacro Romano Impero, infine facenti parte (ancora oggi) della Francia. Quali PoD bisogna introdurre per rendere vera quest'affermazione?

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Il primo a rispondergli è Never75:

I Romani non si ritirano in blocco dalla Britannia. Magari l'Impero cade un po' prima. L'Isola diviene preda anche dei Franchi, oltre che di Sassoni, Angli e Juti. Pipino la conquista definitivamente e Carlo consolida le vittorie del padre, tentando uno sbarco anche in Irlanda, dove però viene sconfitto. Magari muore lì il Paladino Carlo. Alla morte di Carlo Magno il suo impero viene diviso in quattro parti, di cui Inghilterra e la Bretagna costituiscono una parte. Ludovico il Pio, sia pure brevemente, riesce a mantenere unito l'Impero. Come continuare?

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Non può mancare il parere di Bhrghowidhon:

Di solito mi trovo un po' in difficoltà nelle ucronie simmetrizzanti (perché richiedono DUE criterî invece di uno solo: la verosimiglianza storica e in più anche la simmetrizzazione, che spesso è in contrasto con la prima), ma questa è particolarmente affascinante e a rigore non è del tutto simmetrizzante.

A partire da una cronologia come quella proposta ed entro un quadro storico molto conservativo, si potrebbe pensare che, come nella Realtà, l'appartenenza della Francia al Sacro Romano Impero dura almeno formalmente fino al XII. secolo (con buona pace della Scuola Storiografica di Ferdinand Lot) e altrettanto quella dell'Inghilterra (fino alla liberazione di Riccardo I. da parte di Enrico VI.), dopodichè al più tardi Luigi XIV. ottiene ciò cui ufficialmente aspirava, il riconoscimento dell'appartenenza del Regno d'Inghilterra alla Francia.

Adesso un quesito fondamentale è in che lingua continua il Cristianesimo in Britannia?

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Gli replica MattoMatteo:

Se l'Inghilterra (e l'Irlanda) rimangono "colonie" francesi, di rigore la lingua dovrebbe essere il francese, magari "bastardato" da un po' di celtico. Dico "celtico", perchè il fatto che le isole rimangano dominio del continente potrebbe rendere più difficile l'invasione di Angli, Sassoni e Juti, facendo si i tre popoli restino in Germania. A questo punto, però, l'Inghilterra non si chiamerebbe più così (cioè "terra degli Angli"), ma manterrebbe il nome di Britannia.

Non bisogna dimenticare che, visto che Britannia e Irlanda sono parte della Francia, lo stesso vale per le loro colonie; un impero francese che dispone delle proprie colonie, e pure di quelle inglesi (in pratica quasi tutto il Nordamerica, tanto per dirne uno), potrebbe diventare padrone del mondo.

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Al che Bhrghowidhon riprende:

Mi ero attenuto strettamente alle vicende delineate da Never75: agli Angli, Sassoni e Juti si aggiungono i Franchi (in effetti le capacità di difesa dei Franchi Occidentali all'epoca dei Normanni non garantiscono che gli Angli, Sassoni e Juti potessero essere respinti dalla Britannia nel V. secolo e seguenti). Il punto cruciale è comunque se si tratta del medesimo Regno Romano-Germanico (per quanto spartito di volta in volta fra gli Eredi) o di Regni separati, ognuno dei quali si converte (ĕx nŏuō) al Cristianesimo. In quest'ultimo caso l'anglicizzazione è inevitabile, nel primo è invece improbabile.

L'influenza del sostrato celtico è abbastanza simile sia in Gallia sia in Britannia (era pressoché identico in entrambe); come modello di lingua alta abbiamo già l'anglonormanno, come traccia di lingua bassa si ricostruisce da tempo il "britannoromanzo" e la discussione verte sul punto se fosse più arcaizzante (come il sardo, per intenderci) o più innovativo (come lo stesso francese).

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In seguito Lorenzo Anteri ci ha domandato:

Alfredo del Wessex perde la Battaglia di Ethandun contro le forze di Re Guthrum dell'Anglia Orientale. Al suo posto i danesi impongono il nipote Aethelwald, che sarà un "Re pupazzetto" nelle mani di un danese (forse il figlio di un Lothbrokson?). A questo punto, tutta l'Inghilterra è in mani danesi e probabilmente non si unificherà mai, o lo farà in ritardo. Come cambia la Storia?

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Così gli ha risposto il grande Paolo Maltagliati:

Dunque. Detto in parole semplici, le alternative sono due.

Una, che francamente ritengo la più interessante, è che il dominio vichingo tenda a disintegrarsi da solo, per ragioni endogene. Il punto è che in questo modo avremo dei principati anglo-normanni (non diversamente da quanto avvenne nella vicina irlanda), con un vago senso di unità (l'idea di un alto re, come il bretwalda, sussiste), oltre che di formale vassallaggio al re di Danimarca. Ci saranno dei sovrani danesi che periodicamente tenteranno - e magari per un certo periodo riusciranno - a mantenere i principati anglo-normanni sotto il proprio tallone, ma il 1000 non è il 1400 e sarà difficile che si crei un dominio duraturo. Mi sembra comunque probabile un imparentamento delle dinastie anglonormanne con quelle del continente, con un quadro di rapporti vassallatici che si insraureranno con la corona francese. Potrebbe formarsi un potente regno di Normandia esteso alle due sponde della Manica. Probabile, comunque che la divisione dell'isola Britannia sia per sempre:

1) Ducato di Normandia al sud. Vassallo recalcitrante del re di Francia. Potrebbe fare lo scherzone di legarsi al sacro romano impero a un certo punto
2) la cornovaglia in quota Ducato di Bretagna
3) duca/re (dipende dalle fasi storiche di Mercia. In conflitto con il ducato di Normandia, suddito fedele della Francia (potrebbe essere governato da una dinastia francese a un certo punto)
4) Corona di Inghilterra, regno vassallo/ in unione personale con il regno di Danimarca
5) Regno di Northumbria. In rapporto ambiguo con i danesi. Formalmente parte del regno di Inghilterra, ma dipende sempre dai rapporti di forza sull'Isola e dalle fasi di forza o debolezza del regno di Alba
6) Regno di Alba
7) Per paradossale che possa essere, se il Gwynedd riesce a unificare i principati gallesi potrebbe espandersi verso est (fino al vallo di Offa?) Comunque cercherà rapporti di alleanza dinastica con vicini più potenti. Probabilmente filo-francese.

La seconda alternativa è un po' più facile da sviluppare, ovverosia che il Danelaw finisca direttamente e tutto sotto Knut. A questo punto O abbiamo una ribellione contro i figli di Canuto, per mettere una dinastia anglonormanna (o normanna in toto) indipendente, col rischio che la situazione rientri quasi completamente nella storia nota con l'invasione di Guglielmo il Bastardo o chi per esso (mi rifiuto di pensare che a prescindere da tutto i duchi di normandia non si imparentino con l'aristocrazia del Danelaw), o un mantenimento della dinastia dei Gormiti (che magari con il peso inglese vincono i conflitti contro i Bellachioma), con conseguenze difficili da prevedere.

In tutti e tre i casi però cosa cambia drammaticamente rispetto alla nostra TL è la lingua inglese. Non sono un linguista, ma provo a immaginare:

Nel primo caso il normanno (lingua romanza) potrebbe rimanere e radicarsi per sempre nel sud dell'Isola; l'unico inglese simile a ciò che conosciamo sarebbe il merciano (del resto anche l'inglese in hl È di discendenza merciana e non wessexiana, per quanto non sia molto nota come cosa).
L'inglese di Inghilterra suonerebbe molto più germanico, senza le innovazioni linguistiche del normanno-romanzo e con ancora più influssi norreni e credo che il northumbrico sarebbe simile allo scoto. Non saprei inferire se la lingua di Alba sarà prevalentenente (al netto del fatto che sussisteranno le varianti locali di tutte e tre) norrena, gaelica o anglosassone, potrebbe dipendere da piccole contingenze.
Potrebbe esserci un celto-romanzo in cornovaglia, non dissimile dal caso del Gallo in Bretagna e un areale del Brettone maggiore in Galles.

Nel secondo e terzo, l'evoluzione dell'inglese avverrebbe senza grandi apporti romanzi di second'onda, il che significa che quando parlate della 'lingus inglese', sarà molto più simile a quella del Beowulf che a quella di Chaucer (con gran gioia del professor Tolkien...)

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E Bhrghowidhon aggiunge:

Se non erro, in tutti e tre i casi il destino dell’inglese (a parte quello di Mercia nel primo) sarebbe più o meno lo stesso degli altri due casi (e in effetti sembrerebbe inevitabile); probabilmente anche il northumbrico e lo scots, senza l’enorme influsso storicamente esercitato dall’inglese (quello non ucronico).

Questo scots ucronico (quindi ancora più germanico di quello vero) sarebbe comunque prevalente in Alba, forse con un ruolo del gaelico paragonabile a quello del gallese (non ucronico) in Galles (mentre appunto in questa ucronia il gallese sarebbe ancora più forte) e magari con maggiori possibilità di sopravvivenza fino al giorno d’oggi per il norreno (anzitutto nei tre arcipelaghi maggiori: Shetland più che mai, Orcadi, Ebridi). La prevalenza del norreno in tutta Alba sarebbe uno scenario (parzialmente) concepibile forse solo nell’eventualità di una totale e mai più interrotta Unione Reale con la Danimarca?

Presumibilmente la Cornovaglia seguirebbe le sorti della Bretagna. Solo che 'le sorti della Bretagna' non sono particolarmente facili da calcolare un una timeline in cui la guerra dei cent'anni non c'è (o perlomeno, non come la immagineremmo), così come non c'è l'impero angioino nelle stesse forme che immaginiamo. Resto convinto però che ci sarebbe un omologo di Bouvines, e che sarebbe ancora più decisivo per le sorti del pianeta.

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E ora, la curiosa sfida ucronica lanciata da aNoNimo:

Signori, vorrei proporvi il "capolavoro ucronico" involontario di una mia studentessa di terza. Sapreste ideare un'ucronia che la renda sensata?

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Gli replica per primo Generalissimus:

Allora, a quanto pare i Vichinghi sono riusciti a conquistare non solo Parigi, ma tutta la costa settentrionale della Francia.
Inoltre sembra che Guglielmo il Conquistatore sia diventato Re di Galizia, abbia rivolto il suo sguardo ad est e abbia, giustamente, conquistato la Russia europea.
Il Danubio-Garigliano per me è ingiustificabile: il fiume che segna il confine tra Lazio e Campania si chiama così perché nasce dall'unione tra i fiumi Gari e Liri (in Latino Garilirianum e quindi Garigliano).

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E Federico Sangalli aggiunge di suo:

Concordo, è immaginabile che i Danesi abbiamo invaso la Francia Settentrionale piuttosto o insieme all'Inghilterra e che Canuto il Grande abbia preso Parigi laddove i predecessori di Guglielmo il Conquistatore hanno fallito, mentre Guglielmo stesso ha preferito la via orientale, seguendo le orme dei Variaghi, diventando Principe di Kiev e da lì unificando i popoli slavi della Russia Europea. Quanto al Garigliano-Danubio (ove tra l'altro noto pure come Danubio ci stia pure scritto!), non saprei che inventarmi. A meno che, un conquistatore venuto da quelle zone, magari Nicola dal Garigliano, abbia fondato un regno autonomo sul Danubio, ribattezzato col nome di Regno del Garigliano...

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Ma Bhrghowidhon è di diverso avviso:

Mi stupisce la vostra perplessità sulla questione più semplice; l’ucronia che spiega il nome di Garigliano per il Basso Danubio è quella dei Gallotraci, dato che in celtico *Gārĭglījānŏ-s significa “nobile fra i verdi prati rasati dei tumulti”, composto da *gārĭ-s (da cui l’antico irlandese gáir “voce; grido (di battaglia)” e il gallese gawr “rumore, tumulto, battaglia”), *glījā (donde il gallese gledd “prato rasato verde”) e *iānŏ-s “solare” (all’origine dell’antico irlandese án “nobile”). Il composto dev’essere anteriore alla fase protoceltica, per aver avuto il tempo. <j> si pronuncia secondo il valore dell'Alfabeto Fonetico Internazionale, come in italiano (per esempio «jettatura»); gáir e án si possono verificare sul Dictionary of the Irish Language, gawr e gledd sul Geiriadur Prifysgol Cymru, entrambi consultabili online di passare da *Gārĭ-glījā-jānŏ-s a *Gārĭglījānŏ-s con regolare dileguo di -j- fra due vocali uguali.

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Per ora chiudiamo con questa geniale proposta di MorteBianca:

MacBeth il Grande di Scozia, William il Glorioso, Maria la Misericordiosa

MacBeth, ispirato al reale monarca di Scozia, è una figura controversa, che inizia in uno stato di innocenza, purezza e fedeltà (per la quale era rinomato in Scozia) ma fu poi successivamente preso dalla sete di potere a causa di una profezia fattagli da tre streghe, e soggiogato dai consigli della moglie, e poi preso dalla follia divenne un tiranno terrorizzato dalla cospirazione e messo a morte dal figlio del re precedente (che aveva fatto assassinare). La profezia tuttavia narrava anche di un suo compagno e amico, Banquo, da cui sarebbe nata la futura stirpe di re (che avrebbe usurpato quella attuale). Da questa stirpe si ritiene discendere la famiglia Stuart.
Dopo aver visto la trasposizione cinematografica mi sono chiesto: E se MacBeth tenesse fede all'affermazione più intelligente di tutta l'Opera, ossia "Se il Destino vuole incoronarmi, può farlo senza che io mi muova" e non si facesse prendere dall'odio, giocando invece d'astuzia e salvando l'onore?

MacBeth, dopo aver combattuto fedelmente per il Re di Scozia Duncan (di cui è Cugino), riceve la visita di tre streghe mentre è in compagnia dell'amico Banquo. Esse salutano MacBeth come duca di Glamis (quale è), di Cowdor (titolo già occupato da un altro) e futuro Re di Scozia.
Banquo viene invece salutato come uomo che mai regnerà, ma che darà i natali ad una stirpe di Re.

Poco dopo giunge la notizia: il Re ha premiato la fedeltà di MacBeth dandogli anche Cowdor (il cui feudatario è stato ucciso con l'accusa di alto tradimento). La profezia si sta avverando.

MacBeth è inizialmente combattuto dal desiderio di gloria e potere e il timore di dover commettere gravi atti per questo. La moglie infatti gli aveva conferito un eventuale diritto di successione in caso di morte di Duncan, dato che essa (Gruoch) era nipote di re Kenneth III (997-1005), che fu a suo tempo spodestato dal trono scozzese da Malcolm II, antenato di Duncan. 
Macbeth rappresentava quella parte della popolazione scozzese che si opponeva ai legami con i Sassoni, rappresentati invece da Duncan.

Gruoch sobilla in MacBeth sentimenti di cospirazione verso il buon Duncan, ma questi infine si rifiuta e la invita a tacere, dichiarando: "Se il Destino mi vuole incoronare, può farlo senza che io mi muova". A questa frase fatidica la moglie commenta: "Allora sarà il mondo a ruotare attorno a te."

Duncan viene quindi ricevuto come ospite a casa di MacBeth. La moglie gli aveva proposto di far ubriacare tutti e uccidere il Re nel sonno generale. Mentre MacBeth e sua moglie discutevano di ciò però il re venne assassinato da uno dei conti presenti (Secondo alcuni un sostenitore dei rivoltosi con amici o parenti perduti nella battaglia, secondo altri al servizio degli Inglesi, secondo altri ancora al servizio di altre corone nordiche). Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra (dove cerca il sostegno della Corona inglese ed in cambio promette fedeltà) e Donald in Irlanda (Idem). La fuga dei legittimi eredi li rende però sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell'ex re assassinato.

La moglie a questo punto è convinta che effettivamente il destino si muove attorno a MacBeth, la profezia si realizzerà e lui non deve sporcarsi le mani, e anzi deve mantenere più alto che mai il suo onore per fare in modo che non ci siano traditori e sobillatori.

Nel frattempo ci sono tensioni: una parte dei conti non riconosce il nuovo Re, preferendo i diretti discendendi: I sostenitori di Malcom diventeranno gli Unionisti, i sostenitori di Donald saranno chiamati i "Gaelici" (E portatori di quella cultura scozzese propriamente gaelica, influenzati dai Re di stirpe Norse-Gael), con MacBeth si schierano invece tutti gli Scozzesi "Puri" che rinnegano la discendenza e il dominio Sassone. La Scozia era ancora nel bel mezzo di guerre dinastiche, inoltre non era neanche pienamente padrona dei propri confini (in mano anche ai Norvegesi).

MacBeth, diventato Re, deve affrontare non solo tutti questi problemi ma anche la successione: la moglie è sterile e non gli fornisce figli, e la profezia ha invece predetto che Banquo avrà discendenti di stirpe regale. MacBeth è tentato per la seconda volta di commettere omicidio, ma non lo fa per una triplice ragione: non si è sporcato le mani (e dunque non v'è "fardello compiuto per beneficio altrui"), la Profezia non gli garantisce discendenti e dunque c'è poco da fare ed infine vuole mantenere alto l'onore.

Intanto le indagini hanno portato a buon fine: il responsabile dell'omicidio del re Duncan è Owen di Strathclyde (popolato da discendenti della conquista Romana), un regno autonomo a Sud-Est della Scozia e uno dei principali territori "autonomi" dalla corona Scozzese. Owen era padrino di Duncan e mirava ad ottenere il controllo della corona scozzese tramite questo legame di parentado, e successivamente contava sull'assassinio per imporre uno dei suoi figli come pupazzo sul trono.

MacBeth, furioso, grida alla vendetta del suo ex Re e fratello, convoca tutti i duchi, arma un grande esercito e parte all'attacco per conquistare Stratchlyde e vendicare l'onore del precedente Re. La conquista è quasi lampo, grazie alla grande abilità strategica e la coesione degli scozzesi (dato che alla morte di Owen per diritto il trono di Strathclyde dovrebbe passare alla monarchia scozzese direttamente). Owen viene ucciso, il tradimento è stato vendicato.

Nel 1050 viene quindi ultimata la conquista del regno, ora la Scozia è molto più grande.

Eliminato questo problema MacBeth ha riconfermato il proprio onore e ha difeso la sua linea di successione al precedente Re onorandone la morte.

La difficoltà successiva consiste nei territori più a Nord, sempre sotto l'influenza straniera. E' un periodo d'oro dato che Canuto, che riunì le corone d'Inghilterra, Danimarca e Norvegia è morto da tempo, e il suo impero si è frantumato. Malcom, così come MacBeth, avevano giurato fedeltà al grande conquistatore, ma ora il dominio della Scozia è più opinabile, e i tre regni sono in mano a re diversi. MacBeth è quindi intenzionato ad eliminare l'ultimo dominio straniero, ma prima di farlo conquista gli ultimi ducati indipendenti, autonomi o vassalli. Premia chi si allea con lui, punisce chi lo tradisce, mantiene i patti e le alleanze, è equo nel premiare e giusto nel comandare. Si guadagna sostanzialmente la stima di tutti gli scozzesi, la sua capacità di monarca è pari solo alla sua giustizia, pochi lo tradiscono (e quelli che lo fanno diventano presto degli esempi). Sotto di lui infine, nel 1057, la Scozia è completamente unificata. Si passa quindi all'attacco per i territori sotto controllo norvegese, che vengono conquistati grazie agli sforzi congiunti di tutti i ducati scozzesi "Liberi e indipendenti". Le isole Scozzesi sono quindi riconquistate con due secoli d'anticipo (e passa).

Ma non è ancora finita: Gli scozzesi che ancora dubitano del Re sostengono Malcom, rifugiato in Inghilterra (e rappresentante vivente della linea di successione Sassone).
Edoardo il Confessore d'Inghilterra, che aveva pianificato di invadere la Scozia nel 1054, l'aveva lasciata invece stare momentaneamente sperando di conquistarla "tutta in una volta" successivamente, ma c'era anche una ragione secondaria: voleva usarla come arma contro il dominio norvegese, tanto che fornì addirittura supporto logistico alle truppe di MacBeth e formò con lui una momentanea alleanza, salvo poi tradirlo e dichiarargli guerra.

Manda dunque nel 1059 Siward di Nortumbria (che sta subito a Sud della Scozia) a conquistare la Scozia e porre Malcom sul trono.

Siward era un grande nobile di origine scandinava, venuto come molti Sassoni durante la conquista di Canuto, e di conseguenza il regno autonomista di MacBeth era la sua nemesi storica. Ma c'era una quadruplice ragione per questa invasione, da aggiungersi alla nemesi fra gli Scozzesi autonomisti e gli Scozzesi filo-sassoni (sostenuti da Siward)

1) Il dominio di Malcom
2) Il dominio inglese sulla scozia iniziato con Canuto
3) Macbeth aveva ricevuto numerosi esiliati Normanni dall'Inghilterra nella propria corte, che utilizzò per introdurre per primo il Feudalesimo vero e proprio in Scozia e tenere sotto maggiore controllo i vari Clan (che agivano come re di piccoli regni in autonomia) e furono i suoi bracci destri, i suoi occhi e le sue spade per tenere il controllo, punire, premiare, riferire, sostituire e che lo introdussero a numerose tattiche belliche normanne (oltre che al favore della Normandia).
4) La vedova di Duncan e madre di Malcom, Suthed, era della Nortumbria e c'era un legame familiare fra Siward e Malcom, Siward voleva usarlo per ottenere influenza sul neonato regno di Scozia. 
Inizia infine lo scontro fatale (uno dei tanti fra Scozia e Inghilterra). La Scozia viene invasa da truppe Inglesi, le truppe della Nurtumbria e ci sono anche diversi Clan che si ribellano (quelli a Sud, filo-sassoni e autonomisti che non gradiscono la monarchia di MacBeth). il Re riesce ad infiammare le truppe proclamando i Tennets fondamentali della Scozia (che sono anche le prime parole della futura costituzione Scozzese): Libertà, Indipendenza, Unità, Grandezza, Giustizia, Pietà. 
Gli inglesi non sono pochi, ma gli Scozzesi giocano di guerriglia e hanno un alleato insperato: la Normandia, che minaccia di portarsi dietro anche la Francia. Inoltre l'alleato Norvegese (che doveva soccorrere gli Inglesi per poi spartirsi le isole a Nord e riprendersele) viene a mancare: forse per ripicca contro gli Inglesi e ricambiarli con la loro stessa moneta, forse perché il monarca ha capito che la Scozia ormai è una terra dove si versa solo sangue.

Sta di fatto che, dopo lunghe battaglie, gli inglesi fuggono rovinosamente ritirandosi. Il Siward però continua (sarebbe corretto dire che viene abbandonato al suo destino da Edoardo) la battaglia disperata, e gli Scozzesi possono marciare in Nortumbria e conquistarne la parte più a Nord.

Malcom viene imprigionato, l'accusa è di Alto Tradimento ai Tennets della Scozia (per l'esattezza l'Indipendenza e la Libertà) e viene accusato da MacBeth di essere un disonore per suo padre. La moglie di MacBeth gli suggerisce clemenza: viene esiliato nelle lontane terre del Nord, ad arare i duri campi scozzesi e apprezzare la terra che ha tradito.

Ora che gli Inglesi, i Norvegesi, la Nortumria, gli Autonomisti e i filo-sassoni sono sistemati resta un solo nemico: Donald.
MacBeth non vuole ulteriori spargimenti di sangue, né uccidere i figli del suo predecessore (ha la scusante, per il primogenito, dell'Invasione).
Ma il Secondogenito ritorna in patria con un grande seguito di nobili e soldati, non per invadere ma per abbracciare (a grande sorpresa) il Re di Scozia e riconoscergli il suo dominio.

A questo punto Donald racconta la sua storia: poco dopo la morte del padre si rifugiò in Scozia, per l'esattezza nell'Ulaid (oggi Ulster) nelle zone dove i vichinghi avevano creato delle colonie, fra cui la piccola città di Dublino. Lì era stato accolto dal regno irlandese locale, che aveva alla lontana parentele con i clan scozzesi.
Era stato a lungo tempo addestrato come guerriero dal precedente re, che intendeva invadere come Edoardo la Scozia e usare i suoi diritti di successione per unire i due regni, e a quel punto usare il potere e il prestigio scozzese per affermarsi sugli altri regni Irlandesi e diventare Re di Irlanda e di Scozia. A tal proposito aveva anche fatto sposare Donald con la sua bella figlia primogenita, Ildegarda. Per tutta la vita Donald fu addestrato con educazione spartana all'odio per MacBeth e il suo regno, gli venne insegnato che aveva ucciso lui il padre per ottenere il potere. Ma poi, dopo la morte del Re, le cose cambiarono: Donald vide la Scozia sotto MacBeth diventare potente, unita, ordinata, moderna, la corona divenne molto più forte di prima, i congiurati del padre puniti, i regni autonomi sottomessi, i norvegesi scacciati via. Soprattutto nella punizione dei congiurati Donald si convinse che in realtà MacBeth era un Re onorevole, che onorava suo padre e la sua memoria. La lotta con Malcom lo aveva riempito di dolore, ma aveva anche visto il rischio di un dominio inglese e il coraggio con cui MacBeth ha resistito all'invasione e la pietà mostrata verso il discendente, sconfitto solo perché letteralmente invasore.

Donald spiega quindi che ha lasciato i propositi d'odio del padre, decidendo invece di godersi una vita pacifica in Irlanda con sua moglie e rinunciando alle pretese sulla Scozia. Caso volle poi che i discendenti iniziarono ad odiarlo (ritenendolo viziato dal padre e un possibile usurpatore) e tentarono di assassinarlo ben due volte, durante le quali Donald si difese onorevolmente ed eliminò il fratello secondogenito. Ora Donald veniva a chiedere il supporto a MacBeth per eliminare gli ultimi congiurati che attentavano alla sua vita, e se lo avesse fatto avrebbe ceduto ogni diritto al trono e riconosciuto il Regno di Scozia. MacBeth gioisce per il "figliol prodigo" e si affretta a preparare una flotta, si dirige a Dublino e libera la città dai fratelli di Ildegarda (che la tenevano praticamente in ostaggio). Donald diventa Re di Dublino, viene segnata l'Alleanza di ferro fra Dublino e Scozia.

Donald non lo sa, ma la sua stirpe inizierà la conquista dell'Isola, e l'Irlanda sarà sempre alleata di ferro della Scozia.

Eliminato anche l'ultimo (potenziale) problema MacBeth ha un ultimo enigma da risolvere: la successione che non avrà mai.
Con la morte della moglie le cose peggiorano. Di risposarsi non se ne parla, il Re aveva anche pensato di dare il trono a Donald (che era per lui un figlio) ma ormai lui aveva consolidato il suo dominio a Dublino da poco: portarlo via e dargli due regni molto differenti e lontani (tutti e due consolidati da pochissimo) in mano sarebbe stato incauto.

Infine la soluzione gli viene in mente il giorno della morte dell'amico Banquo, che morente gli chiede di proteggere suo figlio "come fosse suo".

MacBeth ha l'illuminazione: non potrà mai avere un figlio naturale, ma è inutile opporsi al destino: tutto ruoterà attorno alla discendenza di Banquo, e dunque MacBeth adotta il figlio del vecchio amico come suo. Fleance, il figlio, viene quindi addestrato e cresciuto da MacBeth. Arriva infine il 1066, William il Conquistatore, Normanno e quindi alleato degli Scozzesi, prende il controllo dell'Inghilterra. Per MacBeth è l'atto finale di una lunga salita, ora anche l'Inthilterra sarà amichevole, anche se ne prevede la progressiva espansione. Con William viene firmata una fortissima alleanza militare, difensiva e offensiva, e diversi accordi commerciali. Scozia e Inghilterra sono unite, ma appare chiaro che un giorno o l'altro questa "unità" sarà da definire meglio, a vantaggio inglese ovviamente.
Per mettere al sicuro la "vera" discendenza Scozzese dalla futura invasione Inglese (che sicuramente farà stragi dei discendenti degli scozzesi autonomisti) MacBeth deve dire addio a Fleance, e mandarlo in Galles. Come figlio adotta invece quello del duca MacDonald, suo antico rivale (sospettò MacBeth dell'omicidio di Duncan) e poi braccio destro e fidato amico. A lui e ai suoi discendenti con dolore MacBeth affida una sorte di sconfitta, gli chiede di tenere la Scozia autonoma il pi a lungo possibile e farsi "immolare" al posto di Fleance, dato che le streghe gli hanno predetto una conquista inglese della Scozia, e quindi Fleance e i suoi non possono dominare ancora, è troppo presto.

MacDonald però non capisce i deliri dell'ormai anziano e mitico Re di Scozia, che nei suoi ultimi giorni sembra delirante e parla in continuazione delle sue visioni. Negli ultimi anni di regno MacDonald ottenne di fatto il controllo della Scozia, il suo braccio destro fu un certo Wallace.

Alla fine MacBeth morì, salutato e celebrato in tutta la Scozia. Al funerale presenziò anche Donald di Dublino (nonno di Donald I d'Irlanda, neonato al momento del funerale che toccò la salma di propria sponte), il Re di Norvegia, William il Conquistatore e, ovviamente, la famiglia MacDonald che nell'elogio funebre si espresse così "Non vi fu mai nome più dolce da pronunciare per le nostre lingue di MacBeth."

Dai MacDonald nacquero re come Donald e Malcom, e i loro discendenti sostanzialmente formalizzarono l'annessione come regno dentro il dominio inglese, mantenendo intatta la corona. I tennets furono profanati, ma la profezia di Macbeth "un giorno sorgerà un Re" è ancora viva.

Fleance intanto diventa il primo Steward ereditario del Regno di Scozia.
I suoi discendenti assunsero proprio il nome Stweart, che poi subì l'influenza francese (causa la francesizzazione della dinastia).
I tre clan maggiori della Scozia ora sono i MacDonald (regnanti), i Wallace e gli Stewart.
Intanto la dinastia scozzese finisce per perdersi, la Scozia viene annessa definitivamente all'Inghilterra e affidata ad un feudatario. E' un periodo terribile di dominio straniero assolutistico, gli scozzesi soffrono molto questo dominio. Deve sorgere un eroe per salvarli....e quell'eroe è William Wallace, che si mette a capo della guerriglia scozzese conro il dominio inglese dopo aver perso la moglie, uccisa da soldati inglesi.
Egli adotta la tattica che adorrò MacBeth tempo addietro, la guerriglia senza sosta in un territorio ostile, e riunì tutti gli antichi Clan al suo cospetto nella prospettiva dell'indipendenza.
William Wallace riesce ad ottenere l'aiuto della Francia per combattere l'Inghilterra nella sua guerra d'indipendenza della Scozia.

La Battaglia di Edimburgo volge due volte a suo favore, gli Inglesi alla fine firmano la pace. La Scozia è libera. 
Sempre ad Edimburgo i capiclan si riuniscono per scegliere il Re, che ovviamente non può che essere lo stesso Wallace. 
William I della dinastia dei Wallace sposerà Isabella di Inghilterra.
La Scozia diventa un paese indipendente (ma strettamente alleato con la Francia), l'Inghilterra è costretta a calare la cresta mentre i vari clan diventeranno le famiglie nobili della Scozia. Il Clan Wallace diventerà la Famiglia Reale, con i domini attorno ad Edimburgo. 
Il Clan Stuart (con cui il Clan Wallace era alleato) sarà il braccio destro dei Wallace e una delle famiglie più potenti ed influenti, con un potere sempre maggiore e diversi primi ministri, fino ad imporsi come "dinastia di primi ministri" come i Capetingi, fino alla fusione delle due Dinastie avvenuta quando Walter Stewart sposò la principessa Marjorie, figlia di Robert the Bruce. Il loro figlio, Robert II, iniziò la linea Stuart di regnanti Scozzesi.

Durante la Riforma protestante molti Anabattisti, Levellers, rivoltosi e soprattutto Puritani si rifugiano in Scozia (per la legge "Il nemico del mio nemico è mio amico") e saranno i primi a fondare colonie in America nel New Scotland alle dipendenze della corona scozzese.

Elisabetta I non ha problemi con Maria Stuart, che regna tranquillamente in Scozia, ma ha comunque in lei una rivale dato che è alleata di ferro degli spagnoli e supporta i legittimisti. La Scozia sotto di lei è abitata da moltissimi Cattolici e Puritani assieme.

Ma cosa succede quanto Giacomo I rischia di ritrovarsi a regnare su Inghilterra e Scozia insieme?

La monarchia di discendenti di MacBeth e William Wallace si macchierà con Carlo I e Carlo II (come i Tudor si macchiarono con Maria) oppure si riuscirà ad evitare con una diversa costituzione per i due paesi?

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