Gli Inuit a Roma!


Ecco a voi un'altra schermaglia di opinioni tra William Riker e Bhrg'hros. Comincia Eowyn proponendo un'ucronia davvero clamorosa:

(...) Perché non immaginare uno scenario nel quale gli Inuit invadono Roma e impongono i loro dei? Se a qualcuno viene in mente che gli Inuit non avevano né la tecnologia né la voglia di invadere il resto del mondo, bravi! Avete catturato l'essenza dell'espansionismo coloniale, che in genere si portava appresso i missionari, che, guarda un po', sono rimasti in loco dopo la fine del colonialismo (...)

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Così prosegue Bhrg'hros:

Sarebbe triste lasciar cadere l'interessantissima proposta di ucronia. Anzi, dato che nessuno degli Interlocutori mostra di avere inclinazione per lo scenario configurato, possiamo sperimentare una volta tanto un caso di esercizio "obiettivo", ossia di ucronia fine a sé stessa, indagata nelle sue possibilità più verosimili (o meno inverosimili) di realizzazione.

Mi rendo conto che, per le ragioni che si possono leggere sopra, si tratta di un'eventualità molto difficile. Tutto sembra militare contro. D'altra parte, con un paio di ipotesi ucroniche aggiuntive ad hoc, credo che uno spiraglio ci sia.

Prima cerchiamo di precisare l'essenziale di ciò che intendiamo. é nostra intenzione - se non ho capito male - studiare la fattibilità di un'invasione di Roma da parte degli Inuit; dal dibattito mi pare di capire che questa invasione debba aver luogo dopo l'adozione del Cristianesimo a religione ufficiale dell'Impero (senza un limite cronologico finale: dal IV secolo d.C. ai giorni nostri).

Penso dunque che le epoche migliori per invadere Roma siano: il periodo Longobardo; il X secolo; il periodo del Papato Avignonese. Dei tre, il primo é l'unico abbastanza sgombro di egemonie in Europa centro-settentrionale per lasciare libera la via dall'Artico agli Appennini. Quindi proporrei che l'invasione sia collocata (ovviamente dopo la fine della Guerra Greco-Gotica) tra Alboino e Carlo Martello (= tra il 568 e il 715). Come punto di partenza non vedo di meglio che la Britannia postarturiana. Le due condizioni aggiuntive ad hoc sono:

1) (geo-tecnologica) che gli Inuit abbiano sviluppato tecniche di navigazioni se non paragonabili a quelle mostrate piu' tardi dai Vichinghi, almeno sufficienti a coprire il tragitto tra Groenlandia e Islanda (con colonizzazione di quest'ultima, in anticipo sugli Scandinavi) e tra Islanda e Caledonia, attraverso le Faer Oer, le Shetland e le Orcadi. Le tecniche di navigazione richiederebbero una mediazione celtica insulare (Goideli precocemente arrivati in Islanda?) o se non altro dei Thulitae (Germani settentrionali) della Norvegia e delle Shetland. Etnograficamente, gli Inuit sarebbero stati fusi nella nozione di Tuliti dai geografi classici (eventualmente "Eschatothulitae", abitanti dell'*Ultima* Thule = Islanda o Groenlandia). Territorialmente, avrebbero con tutta probabilità trovato terre libere in Caledonia, come gli Scoti hanno fatto ancora più tardi divenendo confinanti dei Pitti.

2) (etno-aggressiva) lungo i Valli Antonino e Adriano sarebbe avvenuto il contatto - e l'assorbimento - dei gruppi di Alani stanziati da Roma in Britannia settentrionale e che per altra via hanno continuato a raggiungere il mondo celtico fino al Tardo Antico, lasciando tracce cospicue nel Ciclo Bretone così come, all'altro capo dell'Eurasia, sembrano aver fatto in Estremo Oriente (sempre perdendo la propria specifica identità etnica in senso territoriale, ma conservando tutto il patrimonio mitico e la visione eroico-militare dei processi geopolitici).

Pertanto schematizzerei come segue:

1) in epoca imprecisata (prima o dopo Cristo?), gruppi di Inuit colonizzano l'Islanda dalla Groenlandia. Economia di tipo ancora mesolitico, ma alta specializzazione tecnica nella pesca e nella navigazione.

2) Colonizzazione delle Faer Oer, Shetland e Orcadi. Contatti sicuri con Germani Settentrionali e Celti Insulari.

3) Arrivo in Caledonia. Adozione dell'economia agro-pastorale.

4) II.-IV. secolo d.C.: contatto con gli Alani e assorbimento di alcune loro élites.

5) V. sec.: Primi tentativi di costituzione di confederazioni con Pitti e Britanni settentrionali

6) VI. sec.: nel vuoto di potere postarturiano, gli Escatotuliti contendono a Pitti, Britanni, Angli e Sassoni l'egemonia dell'isola e la conseguono.

7) VII sec.: in accordo con alcuni elementi della nobiltà di origine alanica presso i Bretoni, i Franchi e i Visigoti, gli Escatotuliti intervengono nelle vicende del Regno Merovingio.

8) 711: in concomitanza con l'inizio della conquista araba della Spagna, gli Escatotuliti attaccano l'Austrasia.

9) 714: morte di Pipino di Héristal. Vittoria delgi Escatotuliti, che non si rivolgono alle altre parti del Regno Franco, ma direttamente alla Longobardia, via mare attraverso Corsica ed Elba con l'appoggio bizantino.

10) 715: alleanza tra Tuliti e Bizantini e sconfitta del giovane re Liutprando. Rivalità nella spartizione dei Ducati Longobardi e fine dell'alleanza greco-tulitica.

11) 726: nello stesso anno in cui l'avrebbe stato fatto da Liutprando (omaggio al simmetrismo rikeriano...), gli Escatotuliti conquistano Ravenna ai Bizantini. Leone III l'Isaurico decide di ristabilire l'alleanza in funzione iconoclastica e convince gli Escatotuliti a rivolgersi contro Roma.

12) 727: gli Escatotuliti conquistano Roma e prendono prigioniero San Gregorio II Papa.

Conseguenze:

1) in Francia, in assenza di Carlo Martello le incursioni arabe non sono state fermate a Poitiers. Progressiva islamizzazione della costa atlantica e della Septimania.

2) in Longobardia, dopo la deposizione di Liutprando l'elemento cattolico cede rispetto agli Ariani.

3) nei territorî bizantini, il movimento Iconoclastico trionfa definitivamente.

4) L'11 febbraio 731, alla morte di San Gregorio II Papa, il Cattolicesimo cessa di esistere come grande confessione cristiana.

Rimangono, fino a oggi, gruppi sparsi in Europa sudoccidentale, ma il collante etnico-religioso delle popolazioni neolatine e celtiche di fronte all'Islâm arabo e mozarabico, all'Arianesimo germanico e alla Cristianità Iconoclasta bizantina finisce per essere costituito dalle tradizioni Inuit fuse con il retaggio alanico.

5) Nel futuro a lungo termine, gli Inuit... perseverano nel disegno alanico di invadere il resto del mondo; nel corso dell'espansione coloniale sfruttano ed esportano le conoscenze tecnologiche nel frattempo sviluppate (o mutuate da altre parti sia dell'Eurasia che dell'America) e si portano appresso i missionarî della propria Rivelazione ancestrale (...)

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Non contento delle proposte degli amici, ecco cosa ha messo assieme William Riker:

INUITALIA

ovvero: del cappuccio di Eskimo si è cinta la testa

Bandiera di Nunavut

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V sec. a.C. la prima comunità di Inuit, la tribù del Grande Corvo Nero, diventa stanziale nella penisola di Ungava (Labrador)

III sec. a.C. con la fusione della tribù del Grande Corvo Nero con quelle della Lepre Pezzata e dell'Alca Impenne nasce il regno di Nunavut ("nostra terra" in Inuit) sotto il grande Capo Aurora Propizia. 

120 a.C. lo stato Inuit diventa una repubblica dopo la cacciata del grande capo Dieci Orsi Bianchi. Ogni clan familiare elegge un rappresentante in sede all'Alanut (parlamento), che a sua volta elegge due capi che si controllano a vicenda (diarchia)

90-80 a.C. guerra con gli amerindi di Terranova, che vengono sconfitti e sottomessi. La repubblica si espande a sud e tocca il suo acme nel 55 a.C. (capi Belle Parole e Nato dal Ventre) con l'espansione verso i territori del Nordovest (battaglia di Qalaallit) e verso le terre calde (raggiunto il lago Ontario con la spedizione di Chioma Fluente). Gli Inuit costruiscono la loro prima città, la capitale Iqaluit.

fine del I sec. a.C.: sul Labrador, cuore di Nunavut, si abbatte la Piccola Glaciazione: gli inverni si fanno rigidi e le terre diventano improduttive. Sono abbandonate le conquiste nei territori del Nordovest e nella penisola di Ungava, cuore della nazione Inuit. Iqaluit è smantellata e ricostruita più a sud lungo il corso del San Lorenzo, dove oggi si trova Trois-Riviéres

35 d.C. scontro con le cinque nazioni indiane guidate dai Mohicani con a capo Uncas. Gli indiani sono sconfitti e sterminati perchè gli Inuit hanno scoperto la lavorazione dei metalli e costruiscono micidiali arpioni di bronzo. Uncas muore in battaglia (passa alla storia come l'"ultimo dei Mohicani")

50-150 d.C. gli Inuit si moltiplicano a dismisura e conoscono un notevole progresso tecnologico. Sotto l'influsso delle tribù dei Grandi Laghi si fanno agricoltori ed allevatori. Squisita produzione artistica (statuette votive in osso, pelli dipinte)

96 d.C. il profeta Inuit Annunciato dall'Astro predica il monoteismo incarnato nella dea-madre Sedna, rappresentazione delle acque vivificanti (in passato era stata dea dei ghiacci), di sesso femminile. Gli Inuit si convertono in massa.

144 d.C. l'avventuriero Castoro Zoppo abbatte la repubblica ed instaura una monarchia assoluta.

169 d.C. sotto suo figlio Correndo nel Vento si arriva ad una dittatura feroce quasi quanto quella di Nerone. Anche a causa dei problemi di sovrappopolazione, il 60 % della nazione Inuit decide l'emigrazione di là dalla Grande Acqua, confidando nella religione di Annunciato dall'Astro, la quale predica l'esistenza di un Eden felice in mezzo all'oceano dove l'umanità sarebbe nata, poi spazzato via da un cataclisma. Viene costruita una flotta e, sotto la guida di Chioma Lunghissima e della sua sposa Sollevata tra le Braccia, inizia la traversata.

Nunavut, "Nostra Terra"

172: la flotta Inuit, benchè decimata dalle tempeste, approda in Irlanda dove si scontra con le popolazioni celtiche locali. Dopo la vittoria di Tara (181) i celti sono costretti all'emigrazione nella Britannia romana, mentre Chioma Lunghissima fonda la repubblica di nuova Nunavut con capitale Qumannlit, oggi Dublino. Un solo capo coadiuvato da cinque ministri.

184: patto di amicizia tra Chioma Lunghissima e Commodo, che non vuole grane per potersi dedicare ai suoi spettacoli gladiatorii preferiti. Gli Inuit scoprono come lavorare il ferro e cominciano a cavalcare asini e cavalli.

199: invasione e sottomissione della Scozia fino al Vallo Adriano. Genocidio di Pitti e Scoti, i pochi sopravvissuti si mettono sotto la protezione di Roma

211: prima guerra tra Roma e gli Inuit, finita in pareggio. Morte in battaglia di Settimio Severo.

222: la lingua Inuit viene scritta per la prima volta. Il bardo Lunga Memoria compone il poema epico "Allorchè nel mare" che racconta le origini americane del popolo Inuit.

239: gli Inuit approfittano dell'anarchia militare a Roma per annettersi la Cambria. L'imperatore Decio riconosce il Galles agli Inuit in cambio della pace per 100 anni

272: nuovi problemi di sovrappopolazione spingono gli Inuit per la prima volta sul continente europeo. Sbarco in Scandinavia e in Olanda.

278: sconfitta dei Gauti e degli Sveni e fondazione della repubblica di Qaaqalit con capitale Qotellit (Goteborg). Espansione verso nord.

280: sconfitta definitiva dei Frisii. Gli Inuit dilagano in Germania. é adottato l'alfabeto latino.

295: I Lapponi si uniscono agli Inuit. I Finni vengono sloggiati dall'Estonia e dalla Finlandia.

340: la coalizione delle quattro repubbliche Inuit di Irlanda, Scozia, Scandinavia e Olanda annienta l'esercito dei Goti, degli Alamanni e dei Franchi, anche a causa delle rivalità esistente tra i popoli germanici. Costanzo II accoglie gli sconfitti come federati entro i confini dell'impero.

360: conquista della Britannia romana da parte degli Inuit.

373: Arbogaste, ultimo grande capo germanico, è costretto ad arrendersi. Gli Inuit conquistano tutta la Germania e premono sulle frontiere. I popoli germanici in rotta di fronte a loro penetrano nell'impero d'occidente e finiranno per distruggerlo. Graziano e Valente tentano di venire a patti con i vincitori pagando loro pesanti tributi.

390: predicando Dio come "madre", Ulfila converte gli Inuit al cristianesimo ariano.

410: il generale Inuit Ala Velocissima, scontento perchè Onorio si è rifiutato di pagargli il tributo concordato, invade l'Italia e mette a sacco la Città Eterna.

418: federazione delle repubbliche Inuit e creazione dell'Unione di Grande Nunavut con capitale Augusta dei Vindelicii, oggi Augsburg, ribattezzata Auaqiit: uno stato esteso alle isole britanniche, alla Francia settentrionale, alla Germania, alla Scandinavia e alla Pannonia, formato da entità più piccole ed autonome su base regionale.

451: sconfitta di Attila ai Campi Catalaunici da parte di un'inedita coalizione tra Romani, Germani ed Inuit guidati dal generale Ezio. Gli Inuit cominciano a stanziarsi dentro i confini dell'Impero.

455: Valentiniano III fa uccidere Ezio per la sua amicizia con gli Inuit; il grande capo Inuit Svelto Capriolo invade di nuovo l'impero, mette a sacco Roma per la seconda volta, uccide Valentiniano ed elegge Avito, imperatore fantoccio a lui gradito. Gli Inuit sbarcano in Africa settentrionale.

476: il grande Capo Amore Paterno depone l'ultimo imperatore d'occidente Romolo Augustolo ed annette l'impero alla federazione di Nunavut. La capitale è spostata a Ravenna. Gli Inuit si accordano con gli Slavi e lasciano loro tutte le terre al di là dell'Oder e del Danubio; si espandono invece nella Russia Settentrionale.

533-553: approfittando dell'indebolimento di Nunavut a causa di lotte tra fazioni, con la guerra greco-Inuit l'imperatore d'oriente Giustiniano sottrae loro Italia, Spagna ed Africa settentrionale. L'Italia esce del tutto distrutta dalla guerra.

565: Alba Radiosa riconquista l'Italia e pone la capitale a Roma. Più tardi sarà riconquistata la Spagna. La tendenza degli Inuit a costruire non imperi o regni ma blande unioni cantonali (quasi retaggio delle antiche tribù) produce il dissolvimento dell'Europa in un pulviscolo di staterelli uniti solo su base federale.

604: conversione degli Inuit al cattolicesimo ad opera di Papa Gregorio Magno.

688: scontro tra Arabi ed Inuit. Essi decidono di dividersi il Mediterraneo: la sponda sud ai primi, la sponda nord ai secondi. Costantinopoli rimane schiacciata tra i due e controlla solo Grecia ed Anatolia.

750: gli Inuit raggiungono gli Urali.

800: dopo la vittoria sui musulmani il grande capo Carlo Baciato da Dio accetta di essere incoronato imperatore da papa Leone III. Permane però la dissoluzione de facto del potere in Europa.

X secolo: comincia l'esplorazione Inuit della Siberia. I Mongoli la arrestano.

1090: crociata per la conquista Inuit del Santo Sepolcro.

1251: i Mongoli sconfiggono gli Inuit a Leignitz dopo aver sottomesso Arabi, Turchi e Slavi, ma la morte del Gran Khan Hulagu provoca la ritirata e l'Impero Inuit è salvo.

1276: il viaggiatore Inuit Marco Rapidi Piedi giunge alla corte del Gran Khan ed apre la Via della Seta.

1350: la peste nera decima gli Inuit. Gli Ottomani avanzano in oriente e nei Balcani. L'impero Inuit rischia seriamente il tracollo.

1453: la conquista ottomana di Costantinopoli chiude la Via delle Indie. Gli Inuit si risollevano, iniziano la ripresa culturale, tecnologica ed artistica (Rinascimento) ed esplorano le coste dell'Africa Occidentale.

1489: Bartolomeo Parto Cesareo raggiunge il Capo di Buona Speranza.

1492: Cristoforo Uccello Rapace varca l'Atlantico e scopre l'America.

1510-1550: conquista dei regni Azteco e Maya. Sull'Impero Inuit di Carlo Storione Argentato non tramonta mai il sole.

1600-1700: decadenza politica. Galileo Occhio Vigile ed Isacco Mela Matura fondano la scienza moderna. é raggiunto il Pacifico attraverso la Siberia.

1730-1737: sottomissione degli Inuit rimasti nel Nordamerica allo stadio dell'età del bronzo (guerra dei sette anni)

1789: la rivoluzione abbatte l'impero e ripristina la repubblica. Conquista Inuit dell'Africa e dell'Oceania. Grande rivoluzione industriale.

1870-1945: sono combattute tre guerre a livello mondiale tra gli Inuit per il predominio di questa o di quella fazione. Tutto termina con la morte del dittatore Adolfo Braccio di Ferro. Il mondo ne esce sconvolto.

1950-2000: rivoluzione elettronica. Progresso scientifico e sociale. Pacificazione della Terra.

2004: il mondo è governato da un'unica grande repubblica dominata dagli Inuit e divisa sulla solita base cantonale. Conquista Inuit dello spazio.

La mia ovviamente è solo una proposta scherzosa ed una risposta all'"impossibile" da voi pronunciato (io non sono uno storico ma un romanziere). Saluti a tutti gli Inuit della combriccola!

William Riker

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Ed ecco come replica da par suo l'amico Bhrg'hros:

Proposta "scherzosa" fino a che punto? Romanziere o storico? La proposta pullula di dottrina, i nomi nella versione tradotta sono plausibili nell'onomastica generale (le forme originali mi sembrano invece più poetiche che morfologiche) e l'ortodossia simmetrizzante é tenuta in sordina.

Due punti preliminari (poi seguiranno altri se rimane il tempo): la duplice polemica (cortese) di partenza e il giudizio di impossibilità (= cortese polemica di arrivo). La proposta iniziale era stata di immaginarsi, per assurdo, che un popolo di interesse etnologico conquistasse Roma e imponesse la propria religione. Bisogna osservare che a questo punto quella proposta é completamente cancellata. (...)

Commentini vari e pettegolezzi:

Si noti che Riker usa fin dal titolo il nome dell'espressione geografica, mentre io la chiamo Longobardia dai suoi abitanti... (frecciatina amichevole iniziale)

"Alba Radiosa" é un nome che stimola l'integrazione "della Rivoluzione Proletaria" (scherzo)

Se il c.d. romanzo (in realtà una Teologia della Storia) di Riker é rappresentativo di una posizione religiosa, é sconvolgente: il tributo pagato alla crudeltà é ancora maggiore che nella nostra Storia...

Non avevo mai notato tante allusioni alla "cantonalizzazione"; naturalmente mi associo con entusiasmo all'idea (grazie; seguirà sproloquio sul tema da parte mia)

Nonostante lo sviluppo di gran lunga più esteso, l'ucronia rikeriana é alla fine assai più conservativa rispetto alla mia, giacché l'Occidente rimane essenzialmente lo stesso (al di là delle proiezioni spiccatamente simmetrizzanti; proprio nella sostanza)

Comunque non credo che la proposta di Riker sia esclusivamente un "romanzo", inteso in opposizione a "riflessione storica". Infatti si può trasformare abbastanza facilmente in un'asettica disquisizione - ma chiedo il parere dell'Autore.

Tutta la parte "americana" a.C. lo é già, con l'eccezione del filone onomastico che ha sempre una propria indipendenza (ma, come detto, i nomi in traduzione possono trovare una giustificazione nell'ambito dell'onomastica comparata) In un secolo e mezzo si creano le condizioni sociali, economiche e tecniche per un'espansione addirittura transoceanica" (mentre quello che avevo proposto erano solo navigazioni da isola a isola intervallate da colonizzazioni su territori poco estesi). é la prima condizione aggiuntiva ad hoc, equivalente a quello che avevo dovuto fare postulando l'assimilazione di tecniche di navigazione da Germani Settentrionali o Celti Insulari. Il "movente" ideologico. è poi la seconda condizione aggiuntiva ad hoc: in questo caso però perdiamo subito la religione ancestrale, che invece nell'ipotesi originaria doveva sopravvivere fino a imporsi a Roma. L'unica differenza é che la creazione della Confederazione avviene durante l'Impero Romano (III sec.) anziché dopo la morte di Artù (VI sec.), come avevo pensato io.

Le differenze essenziali iniziano nel II-III secolo. Ancora in presenza dell'Impero Romano, si forma un vasto insieme di dominî paragonabile a quello unnico, pur di matrice diversissima da quella della steppa (in tal caso divergo: per conseguire grandi conquiste occorre una tecnica ideologica che in Caledonia e Ibernia non era così sviluppata come nelle steppe; per questo avevo pensato di sfruttare la presenza locale degli Alani). L'epoca corrisponde più o meno a quella attilana (ma v. sotto) e richiede di conseguenza un accumulo di potenza paragonabile (infatti), data l'esistenza dei grandi Imperî sedentarî.

Quanto a « 390: predicando Dio come "madre", Ulfila converte gli Inuit al cristianesimo ariano. », con questa semplice frase si annulla metà dell'ipotesi iniziale. Qui la divergenza é massima. Invece con « 410: il generale Inuit Ala Velocissima, scontento perchè Onorio si è rifiutato di pagargli il tributo concordato, invade l'Italia e mette a sacco la Città Eterna » si compie - un po' in sordina rispetto alla mole monumentale del racconto - l'altra metà dell'ipotesi iniziale. Qui la coincidenza é completa, tranne l'epoca, che comunque é verosimile (Alarico, Genserico).

Da qui in poi l'enorme sviluppo della vicenda sovrasta e surclassa l'ipotesi che avevo fatto io. Comunque la conclusione per quanto riguarda la praticabilità del colonialismo da parte degli Inuit é identica. Solo, qui gli Inuit sono assimilati del tutto all'ambiente europeo-mediterraneo specialmente al livello su cui si appuntava all'inizio il nostro dibattito, cioè la religione ancestrale. Quindi rimane una domanda: é certo che una popolazione completamente assimilata a questo ambiente, fosse anche di provenienza remota come gli Inuit, avrebbe prodotto gli stessi risultati che conosciamo dalla Storia - questa é la coerentissima conclusione rikeriana, al di sotto della fine elaborazione evenemenziale -, ma se l'assimilazione non avesse incluso il fondamentale elemento etno-religioso, ci sarebbe stata lo stesso l'espansione coloniale europea? Adesso mi accorgo che la risposta dipende in modo essenziale da quanto avviene (o viene fatto accadere) nel frattempo, tra la conquista di Roma e l'inizio dell'espansione transoceanica. Da questo punto di vista, la proposta di William Riker é, dicevo, molto conservativa (gli Inuit svolgono un ruolo comparabile a quello dei Germani nella storia europea), ma non ha il problema del mantenimento della religione ancestrale... (...)

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E Paolo Maltagliati propone:

Cosa intendi per "Conquista Inuit dello spazio"? Secondo me gli obiettivi degli Inuit sarebbero:

- Luna: costruzione di basi per lo sfruttamento delle risorse minerarie
- Costruzione delle prime navi per l'esplorazione del sistema solare
- Terraformazione di Venere (Fase 1: costruzione di basi orbitali; inizio del raccoglimento dell'idrogeno per la reazione di Bosch;)
- Terraformazione di Marte (Fase 1: costruzione di macchine per la produzione di gas serra; inizio della costruzione di uno base orbitale per la successiva implementazione di uno scudo magnetico in L1)
- Esplorazione degli oceani di Europa
- Esplorazione approfondita di Titano ed Encelado

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Il Marziano ha aggiunto:

Gli storici, scrivendo che il grande Re San Luigi IX di Francia (che ai miei occhi di "Megaelleno" ha anche il grande merito di essere il capostipite di Casa Borbone) fu l'unico che si mobilitò nell'ultima crociata, quella in cui trovò la morte, commettono una piccola imprecisione. La grande medievalista francese Régine Pernoud (1909- 1998), nel suo capolavoro "Luce del Medio evo" (trad. it. pubblicata per i tipi delle Edizioni Giovanni Volpe), narra che un giorno i parigini credettero di avere le traveggole. Lungo la Senna, navigava una nave, di un modello che aveva seminato il terrore per tutti i Sette mari, per secoli e secoli, e che, però, da tempo non era più in uso:un Drakkar vichingo.

La nave attraccò. Gli occupanti sembravano proprio uscire da saghe leggendarie, e/o dalle antiche cronache che narravano di stragi e saccheggi. Il capitano si fece portare dal re, cui lesse un messaggio del suo signore:il re di Groenlandia. Si scusava per non poter partecipare alla Crociata, se non inviando quella nave ed il suo equipaggio,di circa una sessantina di persone. Erano, quanto meno, i suoi più baldi guerrieri e portavano con loro, per poter contribuire alle spese della Crociata, metà del suo tesoro. Infatti, la stiva era piena di zanne di tricheco. Tra i guerrieri, si riconoscevano i rappresentanti di diversi gruppi etnici. Si distinguevano Vichinghi di origine norvegese (o Vichinghi veri e propri) Goti, cioè svedesi (l'attuale re, incoronato nel 1973, è il primo che porta il titolo di Re di Svezia; i suoi predecessori erano definiti "Re dei Vichinghi, dei Goti, dei Vandali, dei Vendi, degli Alani e degli Svevi") e Celti, di remota origine irlandese. Infine c'era anche una decina di piccoletti dagli occhi a mandorla. Avete indovinato: erano i nostri Inuit. Onore e gloria a te, ignoto monarca dei ghiacci e delle nevi eterne! Gesù che premia l'operaio dell'undicesima ora e gradisce l'obolo della vedova  ti renda merito dello schiaffo morale che, involontariamente, ai inferto ai pavidi Grandi della Cristianità! Possa tu dal Cielo vegliare sullo stato sovrano Inuit, il Nunavut (sette volte l'Italia, quarantamila abitanti) che è nato, nell'ambito della federazione canadese, il 2 aprile 1999.

Torniamo al XIII Secolo. Quel Drakkar forse fu il primo e l'ultimo intervento del regno di Groenlandia nella scena mondiale. Nel corso del XV Secolo,dalla remota isola, fu scritto a Roma, chiedendo l'invio di clero. Proprio nei giorni in cui, un po' più a Sud, Cristoforo Colombo scopriva l'America, tornavano indietro a papa Alessandro VI, le corrispondenze che aveva inviato al re ed al vescovo locale. Il regno di Groenlandia, dopo un'esistenza di quasi cinque secoli, avvinto nella morsa del freddo, del rachitismo, dello scorbuto e delle patologie correlate, smetteva di esistere.

Immaginiamo gli eventuali sviluppi della prosecuzione dei rapporti tra Groenlandia e Francia, con la colonizzazione francese del Nord America, a partire dal XIII-XIV Secolo; o, per meglio, da parte di una coalizione cattolica Franco-Vichingo-Inuit dove, magari, "Franco" non sta solo per francese, ma comprende anche gli Angioini di Napoli e d'Ungheria. La Guerra dei Cento Anni non scoppia, oppure Vichinghi, Inuit, Uroni, Mohicani, Sioux e Navajos (e anche qualche Goto e qualche Celta e, perchè no,un Vandalo, di nome Atrok, esperto di quelle cose praticate da alcune tribù pellerossa, molto somiglianti alle arti marziali asiatiche) combattono eroicamente fra le truppe di Santa Giovanna d'Arco...

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