La Macaronesia punica  

di Paolo Maltagliati

Nonostante a scuola mi stiano facendo letteralmente impazzire con millanta progetti, tanto che fatico persino a preparare le lezioni, eccomi qua a scrivere una breve ucronia in funzione antistress. Probabilmente mentre scrivo mi sto dimenticando di qualcosa che dovrei fare per questa o quella riunione di cui ho perso il conto, ma tant'è, amen.

Niente di impegnativo e anzi, nient'altro che una rimasticatura di un pregevolissimo lavoro di Tommaso, ma spero mi perdonerà e, anzi, apprezzerà.

VI secolo a.C: Annone, leggendario navigatore punico, compie un mirabolante viaggio che lo porta sin nel golfo di Guinea. Fonda personalmente una colonia presso le isole che i romani successivamente chiameranno Canarie. L'isola principale dell'arcipelago si chiamerà (e ancor oggi si chiama) Annonia, in suo onore.

V secolo a.C: Imilcone, altro navigatore cartaginese, secondo lo storico Avieno e, ancor più, secondo Plinio il vecchio, lasciò, all'interno del resoconto dei suoi viaggi, anche una breve descrizione della colonia punica di Annonia, che, nel frattempo, si era pur lentamente espansa; vi erano inoltre insediamenti su altre isole dell'arcipelago e un emporio commerciale chiamato Lixa, sulla costa continentale antistante (HL: Laayoun).

III-II secolo a.C: l'unico stato del Mediterraneo a mantenere pur saltuari contatti con le Canarie era Cartagine. Era anzi usanza compiere viaggi di sola andata per Annonia da parte di coloro che erano stati sconfitti in lotte di fazione nella città. I cartaginesi pare avessero chiesto inoltre supporto all'Annonia durante la prima guerra punica. Non si sa se tale richiesta non sia giunta a destinazione o sia stata semplicemente ignorata. Si sa invece per certo da fonti varie che dopo la sfortunata tappa presso la corte di Antioco, Annibale prenderà la via dell'esilio proprio verso le Canarie. Non si sa di preciso quale fosse il suo peso presso il governo di Annonia una volta giuntovi. Leggenda narra che la città di Barce sia stata da lui fondata e che le spedizioni marittime che portarono alla colonizzazione fenicia delle Isole Selvagge e di Tamaria (Hl: Madeira) siano opera sua, dopo aver modernizzato la flotta.

I secolo a.C: la 'Macaronesia' è nota ai romani e, per quanto ne sappiamo dai diversi autori della letteratura latina, è un topos piuttosto ricorrente delle storielle popolari che dalle isole oltre le colonne d'Ercole la progenie di Annibale giungerà a vendicarsi della distruzione di Cartagine.

A fugare ogni dubbio sulla reale possibilità che ciò avvenga è il re cliente di Numidia Giuba II, che finanzia una spedizione presso le Canarie. Ne traccia un resoconto lusinghiero da un punto di vista climatico e ambientale, ma assai poco dal punto di vista di un qualsivoglia pericolo militare reale per la res publica. Gli Annonidi sono coraggiosi navigatori, ma non hanno esercito né galee da guerra.

Da fonti locali sappiamo però che la realtà era ben diversa: oltre a Lixa, da Kerne (HL: Arguin) sino al corno di Espero e fino alla foce del fiume Gambia esistevano effettivamente empori, se non vere e proprie colonie e che esse avevano la loro parte attiva in violente schermaglie con la popolazione locale.

I secolo d.C: prima spedizione romana contro la Macaronesia, organizzata da Germanico Cesare. Le malelingue dissero, all'epoca, per togliere di mezzo il giovane rampante la cui popolarità era inversamente proporzionale a quella del padre adottivo Tiberio. Quest'ultimo avrebbe voluto spedirlo in oriente per dirimere le problematiche di confine in Armenia e Cappadocia con i Parti, ma su consiglio di Pisone venne spedito letteralmente ai confini del mondo conosciuto.

Eppure Tiberio fece male i conti, visto che Germanico tornò in trionfo nel 22 d.C e fece fondare la colonia di Augusta Aesperides sull'isola di Tamaria. Quello che l'Imperator non poteva sapere è che Germanico aveva reclamato al dominio di Roma solo una delle colonie macaronesiane disseminate nell'oceano Atlantico.

Il conflitto per il potere vide però il sempre meno giovane Germanico soccombere agli intrighi di palazzo. Una seconda spedizione verso le Esperidi, sempre volta a tenerlo lontano dal centro del potere, gli fu fatale. Tiberio proclamò che il sangue romano non sarebbe rimasto invendicato e che gli eredi di Annibale avrebbero provato l'ira dei Cesari. Nonostante tali parole non venne messa in atto nessuna nuova campagna verso l'estremo Occidente; del resto, la maggior parte della popolazione dell'Urbe pensò che si trattasse di complotto politico. Rimase tuttavia nell'immaginario collettivo l'idea che Germanico avesse soltanto finto la sua morte e che si fosse rifugiato proprio presso le 'Isole fortunate' per non dover sottostare agli arbitri di Tiberio e, in generale, per non dover macchiare la propria dignità con complotti e uccisioni allo scopo di conquistarsi il trono.

La seconda spedizione romana si ebbe nel 39 e fu finanziata da Caligola, allo scopo di vendicare la morte del padre, ritrovare il padre stesso o addirittura ucciderlo a seconda dello storico romano.

Essa ebbe l'unico risultato utile di (ri)popolare la colonia di Augusta degli Esperidi.

Le fonti locali comunque non riconoscono affatto alcun dominio romano sull'intera Macaronesia. Gli Annonidi conoscevano l'impero e ne temevano la potenza, questo sì, ma non videro la colonizzazione di Tamaria come una 'conquista' vera e propria, quanto piuttosto la costruzione di un emporio e l'apertura di una rotta economica non diversamente da ciò che loro stessi facevano sulle coste africane.

II secolo d.C: Traiano finanzia una missione esplorativa a partire da Augusta delle Esperidi, che mappa diversi insediamenti neopunici. Viene rimandato ad un futuro prossimo la conquista di tale impero talassocratico, che, tuttavia, non si concretizzerà mai. E' all'incirca in questo periodo che si situa la prima colonizzazione delle isole di Capo Verde.

IV secolo d.C: Diffusione del cristianesimo in nord-Africa. Esso penetra anche presso Esperidia (ormai Augusta delle Esperidi così viene chiamata) e da lì, man mano, anche presso le colonie neopuniche. In particolare, durante le persecuzioni dioclezianee una consistente parte dei cristiani nordafricani abbia fatto vela (o, quantomeno, tentato di farlo) verso Esperidia, vista come un'isola 'fortunata' in quanto al riparo dalle persecuzioni.

Leggenda vuole che la Macaronesia sia stata il terzo stato (dopo Armenia ed Etiopia) ad adottare il cristianesimo come religione di stato, nell'anno 335 dopo Cristo. Merito di tale impresa sembra si debba a santa Restituta. La sua barca, scampata all'incendio per mano di Dio, pare sia stata guidata non verso le coste italiane, come vorrebbero certe tradizioni ischiane, bensì verso la più lontana Esperidia. Dopo aver trovato rifugio e riparo per breve tempo presso la città, sentì l'impulso di risalire sulla mistica barca guidata dalla mano divina e giunse ad Annonia, dove incontrò l'Egemone della città, il quale si convertì assieme ad altri oligarchi della Macaronesia. Vera o falsa che sia la storia, resta il fatto che il mito di santa Restituta è molto diffuso in tutte le Canarie.

V secolo d.C: da questo periodo è più facile ricostruire la storia macaronesiana per il maggior numero di fonti scritte (ironia della sorte, proprio quando l'Europa perdeva progressivamente conoscenza del mondo oltre le colonne d'Ercole). Come per l'impero romano, anche la Macaronesia dovette affrontare una grande invasione proveniente da est. A causa della progressiva espansione del del regno – poi impero – del Ghana (o Wagadou) nella valle del fiume Niger, popolazioni come i berberi (in prevalenza Tacelhit e Tamasheq) vennero attirate verso sud e ovest lungo le rotte carovaniere del deserto in cerca di ricchezze, complice la diffusione del dromedario verso occidente come mezzo di locomozione rapida. I berberi conquistarono una dopo l'altra le colonie atlantiche e da lì all'apprendimento delle tecniche di navigazione dei punici altantici il passo fu breve. Quello che destò stupore e meraviglia fu il fatto che tra le caratteristiche fisiche delle tribù conquistatrici, ve ne erano alcune da caratteristiche fisiche che oggi definiremmo più caucasoidi. Gli storici annoniani esplorano diverse ipotesi, più o meno fantasiose per dar ragione di questo fatto, ma su tutte prevale quella che vorrebbe questi strani individui come i primi abitatori delle isole, rifugiatisi in tempi antichissimi sul continente a seguito di non meglio precisate devastazioni climatiche e poi abituatisi a vivere con e come i berberi delle montagne dell'Atlante.

Come spesso accade in tali circostanze, a loro volta questi movimenti sospinsero ancor più a sud altre popolazioni seminomadi del deserto, che, in veste di sgraditi predoni, raggiunsero il fiume Niger (i berberi Sanhaja e i progenitori dei Fulbe).

E' praticamente certo che i punici avessero esteso la loro rete commerciale anche verso l'interno (il centro economico principale dell'area era in quel momento Djenno), ma questo non fece altro che attirare verso le coste senegambiane le popolazioni che di volta in volta venivano scacciate dai sovrani dell'impero Wagadou. Come stava accadendo più a nord, anche gli insediamenti macaronesiani tra Capo Espero e Capo Notio subirono saccheggi e devastazioni di vasta portata.

La pur labile coesione dell'impero talassocratico macaronesiano si ruppe, dando vita a dinastie locali perlopiù punico-berbere.

Il rovescio della medaglia fu che, paradossalmente, la frammentazione politica contribuì alla diffusione della cultura e della religione macaronesiana come mai prima. Le dinastie locali vedevano come un segno di prestigio l'adozione di usanze dei 'signori delle mille isole'. Questo implicò anche la penetrazione del cristianesimo nell'interno. Il cristianesimo macaronesiano (oggi sotto la definizione di chiesa duofisita Atlantica) era originariamente nestoriano duofisita, in quanto non riconosceva gli atti del concilio di Efeso del 431. Non tanto perché i teologi locali parteggiassero per le teorie di Nestorio o Teodoro di Mopsuestia... Quanto piuttosto perché nessuno di loro vi partecipò.

Il principale centro di culto e pellegrinaggio del cristianesimo macaronesiano in Africa fu l'isola di Santa Leggera (una principessa di un regno locale che osò sfidare in guerra una coalizione di dodici re. Invocò la Madonna e, secondo, la leggenda, Maria apparve a ciascuno di loro. Si convertirono tutti meno uno, che venne travolto da una carica di elefanti impazziti. La zanna della matriarca che ne trafisse il cuore diventò nera e venne conservata come reliquia. Depredata dai francesi, venne restituita al monastero locale nel 2009, con una cerimonia che attirò una folla oceanica di fedeli)

A partire da un atto di mera ripicca, desta tuttavia meraviglia che l'estremo occidente e l'estremo oriente della cristianità tardoantica e medievale fossero accomunate da visioni simili.

VII secolo d.C. : Il Suffeta Sapone di Kerne conquista l'arcipelago delle Canarie e si fa chiamare re di Macaronesia. Dopo un lungo blocco navale, riesce anche nell'impresa di sottomettere il principe di Esperidia. Inizia un'era di splendore: la flotta commerciale del regno riallaccia i contatti con il continente europeo, dai porti iberici sino alla Britannia. Risale all'inizio del 700 la prima colonizzazione stabile delle isole Vespertine (le Azzorre). Nel frattempo, mentre la stella dell'impero di Wagadu raggiunge l'apice, per le ex-colonie macaronesiane del senegambia inizia una lenta ripresa dopo i traumi del secolo precedente. La maggior parte di esse diviene tributaria di un regno in rapida espansione dell'interno, il regno Takrur.

IX secolo d.C: le isole Macaronesiane, specialmente le Vespertine, vedono una discreta ondata migratoria da parte di brettoni e iberniani, in fuga prima dalle invasioni anglosassoni, quindi dalle prime scorrerie vichinghe. La maggior parte di essi mantiene la propria versione del cristianesimo. Nasce la Chiesa celtica macaronesiana. L'impero Takrur inizia una fase di continui conflitti di frontiera con l'impero del Ghana. L'evangeliario di Santa Leggera codifica la 'Lingua Takrur' (basata sull'antico Fulbe), che ha notevoli prestiti lessicali e fonetici dal punico-atlantico meridionale. L'identità religiosa funge da potente motore etnogenetico nella regione.

X-XI secolo: penetrazione dell'islam. L'impero del Ghana diventa prevalentemente di fede musulmana. Le guerre tra Takrur e Wagadu assumono sempre più i tratti di conflitti a sfondo religioso. Gli Almoravidi, una volta sviluppata una potente flotta, tentano in tre occasioni (1020, 1045, 1099) di conquistare Kerne, ma falliscono. Alleanza tra i Kernetidi, i Takrur e i principi semiautonomi di Capo Verde di fronte alla crescente potenza di Almoravidi e Ghana.

XII secolo: 'Guerra' delle conversioni tra Ghana e Takrur. Nasce la figura dei 'Griot di Dio', cantastorie erranti che diffondono il proprio messaggio religioso, ma condito di una spessa coltre epica. I Bozo e I Bambara vengono convertiti all'Islam, i Jolof al cristianesimo. I sovrani di Timbuktu, Djenne e Gao alternano per ora la loro fede a seconda della convenienza politica. Iniziano i primi contatti tra i principi di Capo Verde e il regno di Ife.

Fine XII - XIII secolo: le speranze di pace generate dal declino degli Almoravidi hanno vita breve, sostituiti come sono dagli altrettanto aggressivi Almohadi. La Macaronesia si lega per questa ragione all'altro nascente del Portogallo. Brandano II di Vespertia (il casato di Vespertia era asceso a famiglia regnante dopo la morte di Magone II di Kerne senza eredi maschi) si sposa con Sancha di Borgogna, figlia del re Sancho il popolatore di Portogallo, appunto. Alla battaglia di Las Navas de Tolosa del 1212 partecipa anche un contingente macaronesiano. Apogeo del regno Takrur, che conquista la capitale di Wagadu, Kombi Saleh e si allea con il regno cristiano di Gao (che utilizza come stato cuscinetto contro il Bornu). La gloria però è di breve durata, dato che Sundiata Keita presto fonderà l'islamico impero del Mali. Penetrazione del cristianesimo macaronesiano presso le tribù Yoruba del golfo di Guinea. Colonizzazione dell'isola di Melacarzia (HL:Sao Tomé) da parte del principato di Capo Verde.

XIII – XIV secolo: Apogeo dell'impero del Mali, che conquisterà e assorbirà i Takrur, nonostante la resistenza di questi ultimi ai tentativi di islamizzazione. Le città costiere si dedicano volontariamente, secondo diversi gradi di autonomia, al regno macaronesiano. Penetrazione del cattolicesimo in Macaronesia e guerra civile. La casa di Vespertia si converte al cattolicesimo ma perde Kerne, che diviene indipendente (la capitale viene quindi spostata a Esperidia); le città senegambiane passano sotto l'obbedienza dei principi capoverdiani, che dichiarano l'indipendenza. Colonizzazione delle isole di Santa Tania e San Baglione (Principe e Fernando Po). Diffusione del cristianesimo macaronesiano in Ife.

Fine XIV secolo: guerra di successione portoghese: Il casato di Vespertia reclama il trono, ma senza successo; in compenso Patrizio IV di Macaronesia si lega sempre più strettamente ai mercanti genovesi, che iniziano a frequentare assiduamente le coste delle Canarie.

XV secolo: Sonni Hanno Ber (HL: Sonni Ali) fonda l'impero cristiano di Songhai e distrugge pezzo dopo pezzo l'impero maliano. L'influenza portoghese sulla corte macaronesiana si fa sempre più grande. Enrico il Navigatore compie numerosi viaggi in Macaronesia. Guerre Nupe – Ife, con questi ultimi sostenuti dai capoverdiani. Vittoria dei Nupe. I capoverdiani si appellano alla crescente potenza dell'impero Oyo. Nel frattempo, crescente penetrazione economica e politica dei capoverdiani anche nel Loango e nel Kongo. I principi di Capoverde rivendicano il titolo di 're di Macaronesia'. Fallimento dei Vespertia nel riportare Kerne sotto il loro controllo, nonostante il supporto portoghese.

1459: guerre vespertine. Morte senza eredi di Colombano III; Alfonso di Braganza, reggente di Portogallo e zio di re Alfonso, ne aveva sposato in seconde nozze l'unica figlia sopravvissuta alla maggiore età, Eva Isabella. Da tale matrimonio era nato Enrico. Ovviamente, Alfonso si affrettò a rivendicare il trono per il cugino. L'altro pretendente di peso era Annibale di Santa Tania, che aveva sposato Orlata di Vespertia, figlia del fratello minore del defunto sovrano. Nonostante la maggiore potenza bellica disponibile ai portoghesi, la coalizione di forze nemiche e la enorme dispersione del campo di battaglia rese impossibile ad Alfonso portare dei risultati significativi. Con l'accordo di Esperidia, infatti, i rappresentanti di Vespertia, Barce, Annonia, Kerne, Santa Tania, Tamaria Melacarzia, San Baglione, Astarzia, Bracca, Capo Verde, Cartaginella, Tifinia, Capo Espero, Tacelinto, Imilchia ed Ensommia riconobbero Orlata come propria legittima regnante, a patto che le decisioni del sovrano (o, soprattutto, del suo principe consorte) fossero prese con l'approvazione dei sopraddetti oligarchi. Alfonso non poté far altro che ritirarsi, ma il Portogallo non scordò mai le rivendicazioni sulla Macaronesia.

Fine XV secolo: apogeo del Songhai e 'rinascita' di un regno cristiano Fulbe, che approfitta della decadenza del Mali per ribellarsi al suo dominio. Magone di Tacelinto raggiunge il capo di Buona speranza nel 1479; Adamo Giallo raggiunge il Malabar nel 1485. Nel 1489 Invece, l'azzardata spedizione di Lanzarotto Baglio verso occidente aveva raggiunto fortunosamente l'isola poi battezzata come Lanzarottia (HL: Bermuda)

XVI secolo: i navigatori macaronesiani conquistarono fama e fortuna per sé e per altri stati, ma difficilmente poterono costruire un programma di colonizzazione in grande stile. Partiti più avanti di tutti, presto si fecero ovviamente superare dalle grandi potenze iberiche nella corsa verso il nuovo mondo e verso le isole delle spezie. Fu comunque un secolo glorioso in cui venne fondato un 'impero' coloniale.

Nella fattispecie:

Comore; San Giona (Mauritius); Nuova Kerne (HL:Mahé); Alvaglio (Diego Garcia) Orlata (Cocos); Lafoglia (Grande Nicobar); Siberut (isole Mentawai); Panaitan, Tabuan, e, soprattutto, Sangiang, piccola isola al centro dello stretto di Sunda; in particolare, i mercanti macaronesiani erano divenuti dei preziosi consiglieri del sultano di Malacca, a tal punto che Diarmadio Magone di Vespertia divenne Bendahara (una sorta di primo ministro) del sultano. Questo provocò non solo una maggiore tolleranza nei confronti del cristianesimo da parte dei sultani locali (non solo Malacca, ma anche Johor, Kedah e Pasai) , ma anche le ire dei potenti mercanti islamici di origine Tamil. Fortunatamente per Malacca, quando l'inviato portoghese de Sequeria giunse a corte, il Sultano di Malacca non diede ascolto al consiglio del tamiliano Tun Mutahir, che proponeva di imprigionare gli inviati di re Manuele quanto piuttosto a Diarmadio, che invocava prudenza. Il macaronesiano ben conosceva la potenza navale della monarchia iberica e a ragione calcolava che Malacca non avrebbe avuto speranze in caso di conflitto armato. I portoghesi ebbero così libero accesso al porto malese e ben presto ne fecero la principale base operativa dei loro traffici. Per converso, il traffico commerciale negli stretti si giovò del legame tra il principale hub commerciale della regione e il commercio con l'Europa. Naturalmente, questo ebbe anche un risvolto negativo a livello di conflitti religiosi, poiché con portoghesi e macaronesiani sulla scena, vi fu una naturale diffusione del cristianesimo, che ovviamente non poteva essere ben vista dai potentati islamici e hindu locali. Inoltre vi era spesso conflitto e competizione tra i missionari cattolici e i missionari della chiesa atlantica, il che aggravava ulteriormente la confusione. Si svilupparono in questo periodo anche numerosi e proficui rapporti commericali tra macaronesiani e cinesi, che condussero alla concessione macaronesiana del porto poi detto di Macao. Allo stesso tempo i portoghesi avevano come base per i commerci con la Cina il porto di Sunagyu, nello Zhejiang, presso Ningbo (o Liampò, come la chiamavano appunto i portoghesi).

XVII e XVIII secolo: l'arrivo sul proscenio del commercio oceanico delle potenze di seconda ondata, ossia olandesi, francesi e inglesi, mise in crisi le reti commerciali e il monopolio su molti centri di commercio sud-asiatici dei macaronesiani. Nel frattempo, una sinodo generale dei vescovi macaronesiani tenutasi a Capo Verde, su imitazione di coeve prese di posizione del cattolicesimo, approvò l'aggiunta all'elenco di quelli già esistenti, del 'rito sundanese' e del rito 'malese' (poi denominate chiesa duofisita sundanese e chiesa atlanto-malese); poco tempo dopo vennero definiti anche i riti duofisiti locali cinese e giapponese (la base macaronesiana di penetrazione nel commercio dell'arcipelago nipponico era il regno semi-indipendente di Ryukyu).

Conflitti tra i due regni cristiani del Niger, ovvero il Grande Fulo e l'impero Songhai. Di questi dissidi ne approfitta prontamente il regno del Marocco, che distrugge l'esercito Songhai nella battaglia di Tondibi del 1591 e inizia a imporre suoi governatori locali (musulmani) sulle principali città della regione, su tutte Timbuktu. La dinastia reale Songhai fuggì a Djenné e ne fece la capitale della resistenza contro i pashalik nominati dal Marocco che risiedevano a Gao. I regni costieri senegambiani sono spesso divisi in fazioni filo-portoghese, filo-macaronesiana e filo-marocchina. Nonostante le pressioni inglese e spagnola, la macaronesia cercherà di tenersi il più lontano possibile dai conflitti religiosi che imperversavano sul continente europeo; Lanzarottia viene proclamata portofranco aconfessionale, diventando uno dei principali centri di contrabbando e rifugio della varia pirateria caraibica. Lanzarottia non si popolò solo di persone di dubbia moralità, ma anche di perseguitati religiosi in fuga dai paesi di origine. In particolare, si trovano ancor oggi molti cognomi di origine francese a causa della migrazione di diverse famiglie ugonotte.

1707: nel pieno della guerra di successione spagnola, gli inglesi, prendendo a pretesto l'affondamento di una nave della Royal Navy, occupano Lanzarottia e ne prendono possesso.

1741: il tentativo di opporsi alla crescente influenza della VOC presso il sultanato di Mataram conduce al disastro della guerra macaro-olandese, in cui la Macaronesia perde tutti i propri possedimenti asiatici tranne le isole dell'arcipelago delle Riau (concesse dal sultano di Malacca intorno al 1550) e l'isola di Iriomote (Ryukyu)

1759: nella speranza di riottenere Lanzarottia, la Macaronesia tenta, avventatamente, la carte dell'alleanza con la Francia nella guerra dei sette anni. Perde così anche l'isole di Sant'Elena, Melacarzia, Santa Tania e San Baglione, oltre alle numerose concessioni territoriali nel regno di Loango, in favore della Gran Bretagna

Fine XVIII, inizio XIX secolo: per prevenire l'eventuale occupazione francese, gli inglesi occupano preventivamente Kerne e stabiliscono una guarnigione permanente a Esperidia. Molti macaronesiani la interpretano come una gigantesca umiliazione. Re Isilio II, famoso come 'il re di Londra' o 'Il re scrittore' passerà gran parte del suo regno nella capitale inglese come 'ospite' suo malgrado. Ancora adesso è una figura di riferimento della letteratura macaronesiana e in generale molto famosa in quanto padre del nazionalismo macaronesiano (la nostalgia della patria offesa dalle grandi potenze è una tematica ricorrente delle sue opere)

1815: congresso di Vienna: niente restaurazione per la Macaronesia al congresso di Vienna, che viene incorporata completamente nell'impero britannico. Molte isole ex-macaronesiane sotto controllo olandese passano al dominio inglese

1818: 'Crociata' dell'estremista cristiano Kisaru Baalu Fullani (HL: Seeku Ahmadu), che, approfittando del declino dei potentati islamici della regione nigeriana, lancia una guerra santa e proclama l'impero Massina. Nel frattempo si crea una jihad negli stati Hausa che porta alla fondazione del califfato di Sokoto. Sokoto e Massina saranno acerrimi nemici nel corso del XIX secolo.

1821: moti a Esperidia, Annonia, Santa Tania; la Macaronesia diventa possedimento diretto della corona

1867: la Macaronesia ottiene lo status di Dominion. Si crea un notevole scontento per via del fatto che numerose isole e città costiere dell'Africa occidentale non sono parte di esso.

1884: Conferenza di Berlino: Massina e Sokoto vengono inglobati d'ufficio nell'Africa occidentale Francese

1911: Proclamazione della repubblica cinese e abdicazione dell'ultimo imperatore. Sollevazione dei cristiani macaronesiani (che al contrario dei cattolici, sono rimasti una presenza rilevante nel sud della Cina e sono stati tollerati dall'impero, tanto da consentirne la diffusione)Yue. Scontro tra il KMT e l'autoproclamata repubblica cristiana del Guandong. Il KMT riesce ad averne ragione solo dopo una lunga serie di accordi e garanzie.

1916: Grande ribellione di Kerne, repressa nel sangue. Nel frattempo, i soldati macaronesiani partecipano alla prima guerra mondiale sotto la bandiera inglese

1931: statuto di Westminster: anche la Macaronesia diventa uno stato indipendente che ha come capo di stato il re del Regno Unito

1948: 'Grande Referendum': Sant'Elena, Santa Tania, San Baglione, Kerne, Malacarzia, Lanzarottia hanno diritto di scegliere se entrare a far parte della Macaronesia oppure mantenere il proprio status. Vittoria schiacciante degli annessionisti in tutte le comunità interpellate.

1949: La Macaronesia aderisce al blocco occidentale. La base della marina britannica poco fuori Barce sarà tradizionalmente di importanza capitale per i piani bellici NATO. Rivoluzione comunista in Cina. Grande psicosi dei cinesi cristiani del sud-est del paese, che temono persecuzioni. Molti si rifugiano ad Hainan. Strenua resistenza degli Yue cristiani stabilitisi lì contro i comunisti. L'isola rimane sotto il controllo del KMT

1952: Il parlamento macaronesiano riesce a indire un referendum sull'accettazione come proprio capo di stato la nuova regina Elisabetta II del Regno Unito. Vittoria piuttosto netta del no. Nonostante la Macaronesia smetta di essere un reame del Commonwealth, decide comunque di rimanere al suo interno.

1960: Indipendenza dell'Atlantia, stato africano nato dalla fusione della colonia inglese del Gambia occidentale e della Province punique d'Afrique francese. Indipendenza del Congo e nascita del FLB, fronte di liberazione Bagliano.

1965: Batam diventa indipendente, ma decide di rimanere separata dalla repubblica di Singapore per divergenze ideologiche e religiose

1972: stretti accordi commerciali tra Atlantia e Macaronesia

1977: la Macaronesia entra nella CEE

1999: Fine del dominio inglese su Macao, che viene ceduto alla Cina.

2002: La Macaronesia ha il suo Euro

2006: nascita della Associazione culturale delle nazioni macaronesiane, cui partecipano Macaronesia, Batam, Repubblica nazionale Cinese, Isole britanniche dell'oceano Indiano, Seychelles, Isole britanniche d'Indonesia (Nias e Mentawai). Dal 2016 vi hanno partecipato anche i rappresentanti locali dell'isola giapponese di Iriomote. L'invito è stato esteso anche a Gabon e Congo ma finora non vi hanno partecipato.

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La Macaronesia oggi:

Area: 18.132 Kmq
Popolazione: 1.367.000 abitanti (2016)
ccTLD: .mk (mentre la Macedonia è .nm)
Lingue: nazionali Inglese e Macaronesiano (neopunico delle Canarie, assunto nel tempo come standard); riconosciute ufficiali localmente: Creolo Lanzarotto (influenze dal francese e dal guascone) Vespertiniano (neopunico con pesanti influenze lessicali e grammaticali gaeliche e brettoni) Kerniano (berbero con influenze neopuniche). Diffusi il Pulaar d'Atlantia e il portoghese.
Economia e società: ad oggi l'economia dello stato dipende in misura molto rilevante dal turismo balneare e dalle attività bancarie, anche se di recente si sta sviluppando l'ecoturismo. Importante anche la florovivaistica (molte cultivar di fiori e piante da frutto rinomate sono macaronesiane) e l'industria agroalimentare. Molte multinazionali siderurgico-estrattive che operano in Africa hanno sede in Macaronesia (che difatti è paradossalmente sulla black list dell'human rights watch come ricetto di molti trust s dalle spiccate tendenze neocolonialiste); il tenore di vita degli abitanti è nel complesso paragonabile a quello degli stati mediterranei europei.
Il grande problema sociale che divide le coscienze è l'immigrazione dai paesi africani, con la sempre maggior diffusione di quartieri degradati, in cui manodopera a basso costo proveniente dagli stati affacciati sul golfo di Guinea è vittima di disagio, attività illecite e caporalato sfrenato.
Politica: la Macaronesia è una repubblica federale di stampo presidenziale, monocamerale, con un senato i cui seggi sono ripartiti su base regionale in proporzione alla popolazione. Il presidente resta in carica per 5 anni, su modello americano e può essere rieletto solo per due mandati consecutivi. E' in atto un acceso dibattito per modificare la costituzione su modello parlamentare e ridurre il peso e il potere del presidente dopo una serie di recenti scandali relative ad appalti per opere pubbliche. Molto ampio anche il dibattito per garantire maggiore autonomia al potere giudiziario ed eliminare l'immunità parlamentare.

Paolo Maltagliati

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E ora, una nuova grande ucronia di William Riker, dedicata a una nostra amica che non c'è più:

L'Atlantonesia

in memoria di Enrica Soldavini

Ispirandosi alla vignetta soprastante e a questo sito, William Riker è stato affascinato dall'idea di una cintura di isole tra Vecchio e Nuovo Mondo attraverso l'Atlantico. E siccome sul nostro sito mancava un'ucronia in latino, ecco come egli ha colmato la lacuna:

Quid accidisset, si quis ex Atlanticis montibus aliquantum excelsior fuisset atque longe plures insulae inter Veterem Nouomque Orbem fuissent? Quomodo mutata Mundi Historia esset, si Hy Brasil, Sancti Brendani, Meropis et reliquae fabulosae insulae in Atlantico Oceano sitae uere extitissent?

Traduzione:

Cosa sarebbe accaduto se alcuni monti sottomarini dell'Oceano Atlantico fossero stati un po' più alti, e ci fossero state molte più isole tra il Vecchio e il Nuovo Mondo? Come sarebbe cambiata la storia del mondo se Hy Brasil, l'Isola di San Brendano, l'Isola Meropide e tutte le altre isole leggendarie situate nell'Oceano Atlantico fossero esistite davvero?

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Ed ecco la cronologia da lui proposta:

10 milioni di anni fa: l'aumento dell'attività vulcanica nelle placche tettoniche nordamericane e eurasiatiche causa l'affioramento di nuove grandi isole atlantiche.

13.000 a.C:. i cacciatori europei dell'età della pietra appartenenti alla cosiddetta Cultura Solutreana giungono nel Nordamerica durante l'ultima era glaciale, usando le isole dell'Atlantico come trampolini. Durante l'era glaciale il livello del mare era più basso, dunque esistevano ancora più isole e più grandi di quelle attualmente esistenti. I nomadi europei accrescono la diversità genetica dei nativi americani principalmente siberiani, specialmente sulla costa orientale del continente nordamericano. Inoltre alcune popolazioni rimangono nella isole maggiori, come le Azzorre o Antilia; tra cui i Guanci delle Canarie e i Gorgadi delle Gorgades.

10.000 a.C.: finisce l'ultima era glaciale e il ghiaccio si ritira ai poli. Il livello del mare sale di 100 metri (leggenda del diluvio universale) e molte isole dell'Oceano Atlantico restano sommerse. Restano solo le isole che raggiungono le altezze maggiori; Hy Brasil resta emersa solo per pochi metri, mentre nella nostra Timeline rimase sommersa e diede vita al Porcupine Bank, un bassofondo dell'Oceano Atlantico a 200 chilometri di distanza dall'Irlanda.

2000 a.C.: a quest'epoca risalgono degli ipogei scavati nella roccia delle isole Fortunate, scoperti dall'archeologo portoghese Nuno Ribeiro, il quale ha ipotizzato che siano dovuti ai discendenti degli antichi navigatori Solutreani.

1500 a.C: a quest'epoca risalgono dei manufatti minoici ritrovati nelle isole Azzorre e sulle Gorgades.

1200 a.C.: possibili spedizioni dei Micenei verso l'isola di Madeira.

750 a.C.: si pensa che l'isola di Ogigia, menzionata nell'Odissea di Omero come residenza della ninfa Calipso, figlia di Atlante, dove Odisseo restò prigioniero per sette anni, coincida con Antilia.

700 a.C.: il profeta Isaia cita l'Atlantonesia nel suo libro: « «Voi in oriente, glorificate il Signore, nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio d'Israele » (Is 24, 15)

600 a.C.: prima circumnavigazione dell'Africa compiuta dai Fenici per ordine del Faraone Necao II.

580 a.C.: l'esploratore cartaginese Annone costeggia l'Africa Occidentale fino al Golfo di Guinea ed è il primo a descrivere le isole di Capo Verde.

550 a.C.: il cartaginese Imilcone potrebbe essere stato il primo uomo a mettere piede sull'isola di Hy Brasil, detta poi anche Isola di San Brendano.

400 a.C: i Galli si stabiliscono sulle Azzorre dove, essendo isolati dalla madrepatria, evolvono una propria cultura originale.

360 a.C.: nel suo dialogo "Timeo", Platone crea il mito di Atlantide, il continente perduto posto al di là delle Colonne d'Ercole.

350 a.C: una spedizione cartaginese raggiunge le Azzorre e le isole Fortunate, lasciandovi degli insediamenti ed erigendovi altari dedicati al dio Baal.

340 a.C.: il filosofo greco Teopompo di Chio descrive l'isola Meropide, concependola come un mito in contrapposizione all'Atlantide di Platone. In molti però credono alla sua esistenza, così come in molti credono che l'Atlantide sia esistita davvero.

330 a.C.: viaggio nel Mare del Nord del navigatore marsigliese Pitea, il quale circumnaviga le isole Britanniche e visita Islanda, le Fær Øer e l'isola di Hy Brasil. Di questa impresa ci resta il suo resoconto di viaggio "Περὶ τοῦ Ὠκεανοῦ" ("Sull'Oceano").

323 a.C.: Alessandro Magno a Babilonia sente parlare dell'impresa di Pitea e decide di conquistare anche l'Occidente per spingersi fin nel cuore dell'Oceano grazie agli arcipelaghi atlantici, ma muore improvvisamente e il suo impero non gli sopravvive.

320 a.C: anche i marinai greci, che hanno sentito parlare delle Azzorre, iniziano a commerciare con esse. I Greci sono i primi a raggiungere Madeira e l'isola di Antilia, spingendosi in profondità tra i flutti dell'Oceano Atlantico, ma non vi lasciano insediamenti.

300 a.C.: lo storico e geografo greco Senofonte di Lampsaco è il primo a citare le isole Canarie, da lui identificate con il mitologico Giardino delle Esperidi. Pare che il nome delle isole derivi dalla gran quantità di cani che le abitavano.

277 a.C.: l'isola di Madeira, le isole Selvagge e le isole Azzorre vengono ufficialmente rivendicate da Cartagine come propri possedimenti.

235 a.C.: anche le isole Fortunate sono annesse da Amilcare Barca all'impero coloniale Cartaginese.

202 a.C.: in seguito alla sconfitta cartaginese nella battaglia di Zama, la Repubblica Romana annette la Spagna Meridionale, Madeira, le isole Selvagge, le Azzorre e le isole Fortunate. Il controllo romano sulle isole dell'Atlantico è però per lo più nominale, visto che i Quiriti non amano la navigazione in pieno oceano.

146 a.C.: lo storico greco Polibio pubblica a Roma le "Ἱστορίαι" ("Storie"), in cui racconta le guerre tra Roma e Cartagine e l'impero coloniale da questi creato nell'oceano Atlantico. Tale opera riaccende a Roma l'interesse per le isole dell'Atlantico, grazie all'influenza del cosiddetto Circolo degli Scipioni, che diffonde a Roma la cultura greca, incluso il mito platonico di Atlantide.

125 a.C.: l'isola di Madeira è colonizzata dai Romani, che vi fondano la colonia di Phoenix e vi trapiantano la coltivazione della vite. Ha origine così il richiestissimo vino Madeira.

89 a.C.: il re di Giudea Alessandro Ianneo si convince che le Tribù Perdute del Popolo d'Israele si sono messe in salvo migrando nelle isole dell'Atlantico (convinzione comune anche ai moderni Mormoni) ed invia una spedizione fino alle isole Fortunate per cercarle, ma gli inviati tornano senza aver ritrovato nessuno.

80 a.C.: il filosofo greco Posidonio di Apamea descrive dettagliatamente le isole dell'Atlantico ed anzi parla di una fantomatica isola, l'isola di Mam, posta al largo del canale della Manica, che nessuno ha mai più trovato; si pensa che Posidonio la abbia confusa con Hy Brasil.

71 a.C.: Gneo Pompeo fonda la colonia di Pompeii su un'isola vulcanica delle isole Fortunate (avrà più fortuna della Pompei alle pendici del Vesuvio).

35 a.C.: l'ammiraglio greco Menodoro, al servizio di Ottaviano Augusto, raggiunge le isole Azzorre dopo molti decenni in cui questo arcipelago era rimasto isolato dal continente, e vi fonda la città di Eraclea, in ricordo della leggendaria apertura dello stretto di Gibilterra da parte dell'eroe Eracle. Le Azzorre (il cui nome deriva da "azzurre" a causa del colore delle isole viste da lontano) diventano parte della provincia di Lusitania.

26 a.C.: l'erudito greco Strabone di Amasea nella sua " Γεωγραφικά" ("Geografia") in diciassette libri descrive tutte le isole dell'Atlantico del quale ha sentito parlare e conia il termine "Atlantonesia" per indicare il loro insieme. Egli ritiene che le isole atlantiche siano i più alti picchi rimasti emersi della perduta Atlantide di Platone.

20 a.C.: l'esploratore romano Lucio Cornelio Balbo raggiunge le isole Canarie, le esplora, vi fonda la colonia di Augusta Atlantica e la annette come provincia all'Impero di Augusto. I Guanci sono romanizzati a forza.

19 a.C.: nel sesto libro della sua "Eneide" Publio Virgilio Marone, massimo poeta latino di ogni tempo, scrive: « Hic vir, hic est, tibi quem promitti saepius audis, / Augustus Caesar, Divi genus, aurea condet / Saecula qui rursus Latio, regnata per arva / Saturno quondam, super et Atlantes et Indos / Proferet imperium [...]/ Huius in adventum iam nunc et Caspia regna / Responsis horrent divom et Canaria tellus / Et septemgemini turbant trepida ostia Nili » [traduzione: « Ecco l'uomo, ecco è questo che spesso ti senti promettere, / l'Augusto Cesare, il figlio del Dio, che aprirà / di nuovo per il Lazio il secolo d'oro, nei campi regnati / da Saturno una volta; e sui popoli delle isole dell'Atlantico e dell'India / allargherà il regno [...] Fin d'ora l'avvento di lui paventano i regni del Caspio / per responsi divini, e già la terra delle Canarie / e le trepide bocche si turbano del settuplice Nilo. »] (Eneide, libro VI, vv. 791-795.798-800)

12 a.C.: Marco Vipsanio Agrippa, ammiraglio e genero di Augusto, raggiunge l'isola di Antilia e la annette all'Impero Romano, fondandovi la colonia di Augusta Antiliorum. Ivi giunto però si ammala e muore a soli 51 anni, con gran disperazione di Augusto che lo aveva designato come proprio erede; il nome della colonia è mutato in Colonia Agrippina. Roma si avvia a diventare una talassocrazia.

8 a.C.: Tiberio, figlio adottivo di Augusto e futuro imperatore romano, sottomette i Mauri che abitano sulla costa atlantica dell'attuale Mauretania, fonda la colonia romana di Cesarea Augusta e sconfigge i Wolf o Jolof, popolazioni di pelle nera del nostro Senegal chiamate Volophi dai Romani, rendendoli tributari dell'Impero.

5 a.C.: spedizione di Giuba, re di Mauretania, verso le isole Gorgades, usando le Canarie come testa di ponte. Si diffonde in Europa la leggenda secondo cui gli abitanti delle isole sono completamente coperti di pelo (probabilmente sono stati confusi con i gorilla africani).

9 d.C.: quando sembra che il nostro Senegal sia stato pacificato e ridotto a provincia, l'11 settembre tre legioni romane in marcia verso la costa al comando del generale Publio Quintilio Varo cadono in un'imboscata tesa loro dai Volophi (i Wolof o Jolof) e vengono distrutte; lo stesso Varo, vedendosi sconfitto, si toglie la vita. I Romani sono costretti a sgomberare le nuove conquiste e a porre il confine meridionale dell'impero sul fiume Senegal; inoltre essi occupano stabilmente solo la costa dell'oceano, mentre l'interno per loro resta tabù.

16 d.C.: Giulio Cesare Mauritanico, nipote dell'imperatore Tiberio, varca di nuovo il fiume Senegal, sconfigge i Volophi (Wolof) presso Idistaviso, l'odierna Diourbel, recupera due delle tre aquile perse da Varo e vendica la sconfitta di sette anni prima, ma Tiberio richiama Mauritanico considerano prudentemente che fosse inutile e dispendioso tentare di nuovo la conquista della regione dei Volophi fino al fiume Gambia; l'imperatore inoltre ritiene giustamente che le discordie interne tra i popoli africani di pelle nera salvaguarderanno l'integrità dei confini imperiali sul Senegal meglio di una lunga e costosa guerra di conquista. Tuttavia il popolo, che adora Mauritanico, lo ritiene vittima dell'invidia di Tiberio, e ciò contribuirà a rendere l'imperatore sospettoso e iracondo, facendo scivolare nella tirannide gli ultimi anni del suo regno.

33 d.C.: Gesù dice del centurione che gli ha chiesto la guarigione del suo servo: « Ora io vi dico che molti verranno dai deserti dell'oriente e dalle isole dell'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti » (Matteo 8, 11-12)

38 d.C.: il re irlandese Fiatach Finn compie una spedizione su Hy Brasil e la aggrega al proprio regno.

40 d.C.: il geografo romano Pomponio Mela, nella sua "De choreographia", cita le isole Gorgades, da lui ritenute la dimora delle tre mitiche Gorgoni, tra le quali vi era Medusa, uccisa da Perseo. Le Gorgades di Pomponio Mela sono state identificate nella HL con le isole di Capo Verde, ma in questa Timeline sono un arcipelago a sé stante, situato molto più ad occidente.

50 d.C.: l'imperatore Claudio, conquistatore della Britannia, pubblica un dotto trattato sulla lingua e la cultura dei Guanci.

54 d.C.: muore l'imperatore Claudio, probabilmente avvelenato dalla moglie Agrippina Minore affinché il suo figlio di primo letto Lucio Domizio Enobarbo Nerone possa succedergli. Appena salito al trono, egli decide di sbarazzarsi di Britannico, figlio di primo letto di Claudio, incaricandolo di esplorare a fondo l'Atlantonesia e di scoprire se effettivamente esistono regioni dell'Atlantide platonica che non si siano inabissate. Ovviamente Nerone, che non può far assassinare Britannico per via della sua popolarità, che gli attirerebbe l'accusa di fratricidio, spera che Britannico non torni da questa spedizione. Il giovane principe invece, nominato Ammiraglio, prende molto sul serio l'incarico ed inizia ad esplorare le isole dell'Atlantico con la tecnica del "salto della rana": si parte dalle più vicine per usarle come trampolino ed esplorare le più lontane.

61 d.C.: Britannico raggiunge l'isola più remota tra quelle conosciute nell'Atlantico e, siccome vi trova un grande pozzo naturale invaso dall'acqua, battezza l'isola con il nome di Meropide, introdotto 400 anni prima da Teopompo di Chio. Questi infatti aveva affermato che sul confine estremo di Meropide esisterebbe un abisso su cui non è mai giorno né notte, coperto da spesse nuvole e fumi rossi, da lui chiamato Anostos ("Non Ritorno").

68 d.C.: dopo aver esplorato un arcipelago la cui isola maggiore ha battezzato Pancaia ("Παγχαΐα") come l'isola paradisiaca menzionata dal filosofo greco Evemero alla fine del IV secolo a.C. nella sua "Storia sacra" ("Ἱερὰ ἀναγραφή"), Britannico stabilisce una serie di punti di appoggio sulla costa occidentale dell'Africa e sbarca nelle isole di Capo Verde, dove è raggiunto dalla notizia del suicidio di Nerone. Intraprende allora il viaggio di rientro a Roma per far valere i propri diritti di successione in quanto figlio di Claudio, ma fa naufragio sulla costa del Marocco e muore, ponendo fine alla dinastia Giulio-Claudia.

70 d.C.: l'esploratore romano Valerio Festo, già luogotenente di Britannico, annette Capo Verde all'Impero Romano, poi occupa le isole Gorgades, si scontra gli aborigeni, chiamati Gorgadi, e annuncia che essi non sono affatto interamente coperti di pelo come si credeva all'epoca, ma sono uomini come noi, ed anzi particolarmente bellicosi.
In seguito Valerio Festo raggiunge l'isola di Saya, a forma di mezzaluna, a sole 1000 miglia nautiche dai Caraibi, e vi erige un tempio in onore dell'imperatore Vespasiano.
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera di Tito, molti Ebrei fuggono nell'Atlantonesia e vi si si stabiliscono. Inoltre in quest'epoca si ha notizia di comunità cristiane sulle isole Azzorre e sulle isole Fortunate, nate probabilmente per sfuggire alla grande persecuzione di Nerone.

78 d.C.: il governatore della Britannia romana Gneo Giulio Agricola accoglie il principe irlandese in esilio Tuathal Teachtmhar e compie una spedizione militare sull'isola, con la quale lo aiuta a diventare sovrano di tutta l'Irlanda. In tal modo fa sì che l'Irlanda sia governata da un re cliente fedelissimo di Roma. Tuathal Teachtmhar a sua volta guida una spedizione verso Hy Brasil e la annette al suo regno.

76 d.C.: l'esploratore romano Settimio Flacco raggiunge e risale "un fiume grande e largo, pieno di coccodrilli e di ippopotami”, cioè quello che noi chiamiamo il Fiume Niger; stabilisce poi sulla costa del Golfo di Guinea delle stazioni commerciali per acquistare avorio e schiavi dalle tribù dell'interno. Gli schiavi dell'Africa Nera diventano richiestissimi a Roma.

78 d.C.: Gaio Plinio Secondo nella sua "Naturalis Historia" descrive correttamente l'intera Atlantonesia, suggerendo che una buona parte del continente perduto di Atlantide potrebbe essere ancora emerso, all'estremo occidente. Secondo lui tale terra avrebbe prodotto il mito dei Campi Elisi, dove regna l'antico eroe greco Radamanto e dove gli déi portano gli eroi alla fine della loro vita terrena.

80 d.C.: primo mitreo (tempio in onore del dio Mitra, venerato dalle truppe romane) edificato sull'isola Pancaia.

82 d.C.: alcune navi romane si spingono fino all'isola di Bioko, nel Golfo di Guinea, ma non vi lasciano insediamenti.

83 d.C.: il poeta Gaio Valerio Flacco pubblica il suo poema "Argonautica", in cui parla di una peregrinazione della nave Argo tra le isole dell'Atlantonesia.

86 d.C.: l'esploratore romano Giulio Materno scopre l'isola di Maida, a metà strada fra l'isola di Saya e i Caraibi, quindi vede di lontano un'isola a cui non riesce ad avvicinarsi per colpa di una serie di violente tempeste tropicali. Per questo battezza quella terra emersa Isola dei Demoni, ritenendola popolata da divinità ostili all'uomo. È opinione di molti che, nel corso di questa spedizione, Giulio Materno sarebbe stato il primo Romano a sbarcare in Brasile, pur non riconoscendolo come un nuovo continente.

Le isole dell'Atlantonesia

Le isole dell'Atlantonesia

92 d.C.: l'ammiraglio romano Marco Ulpio Traiano, futuro imperatore, inviato da Domiziano a prendere possesso dell'Atlantonesia orientale (anche in questo caso nella speranza che egli non faccia più ritorno), si spinge più a occidente di chiunque altro e il 12 ottobre sbarca in una terra che chiama isola di Taumar, dal nome di un arcipelago leggendario. Si tratta in realtà dell'isola di Guanahanì, nell'arcipelago delle Bahamas. Successivamente Traiano esplora tutte le Bahamas, da lui battezzate Isole dei Bassifondi per via dei fondali eccezionalmente bassi. Il resoconto di questa spedizione ci è stato tramandato da Plinio il Giovane, amico e consigliere di Traiano, che lo accompagna nel suo viaggio. Il 27 ottobre Traiano sbarca a Cuba, definita "l'isola più splendida che occhio umano abbia mai visto", e Plinio il Giovane vi scopre la patata e il tabacco, che diverranno parti integranti della cultura romana. Il 5 dicembre viene raggiunta l'isola di Haiti, da lui battezzata Cibola da Cibao, nome indigeno dell'isola. Le isole scoperte da Traiano vengono chiamate Antille, dal latino "Ante illas" (davanti alle isole dell'Atlantonesia).

93 d.C.: il 13 gennaio le navi di Traiano sono attaccate da una tribù ostile armata di arco e frecce, che Plinio il Giovane chiama i Caribae, da cui il nome di Caraibi. Tornato in Europa il 15 marzo, il 20 aprile l'imperatore Domiziano gli accorda un trionfo favoloso. Subito dopo Traiano riparte per il Nuovo Mondo, temendo di essere tolto di mezzo dall'invidioso sovrano, e sbarca per primo sul continente americano nell'attuale Nicaragua. Intuendo di trovarsi di fronte ad un nuovo continente, Traiano lo battezza Terra Nova.

95 d.C.: Lucio Licinio Sura, commilitone e amico intimo di Traiano, scopre il continente americano mettendo piede prima alle foci dell'Orinoco e poi a Panama.

96 d.C.: mercanti romani raggiungono l'isola di Rhapta, nell'Oceano Indiano, nella HL l'isola di Zanzibar.

98 d.C.: Traiano, adottato da Cocceio Nerva come proprio erede grazie ai meriti acquistati oltreoceano, alla morte di questi diventa Imperatore, il primo nato nelle province.

99 d.C.: a quest'epoca risale la prima chiesa cristiana edificata sull'isola di Cuba, e quindi nel Nuovo Mondo. Lucio Licinio Sura esplora le coste del Sudamerica, costeggiando la Guyana e il Brasile fino al Rio de la Plata. Quinto Sosio Senecione e Lusio Quieto, quest'ultimo di etnia Guanci, esplorano e sottomettono il Messico settentrionale fino al Rio Grande.

100 d.C.: lo storico Publo Cornelio Tacito pubblica la sua opera "De origine et situ Terra Novae populorum", primo resoconto geografico ed etnografico del Nuovo Mondo.

101 d.C.: il "Periplus Maris Caraibici" è la prima opera geografica che descrive le nuove scoperte d'oltreoceano.

106 d.C.: Traiano stringe un patto di amicizia e di alleanza con i Daci di Re Decebalo, mentre le legioni iniziano la conquista delle Highlands della Scozia.
Intanto i Romani conquistano tutti i Caraibi e la costa del Centroamerica, dal Belize fino a Panama. Inizia l'era detta "dei Conquistatori".

110 d.C.: Gaio Cilnio Proculo sbarca per primo in Nordamerica, nel territorio dell'attuale Florida, alla ricerca dei mitologici Campi Elisi (che la religione romana collocava all'estremo occidente) e dell'altrettanto mitica fonte dell'eterna giovinezza.

113 d.C.: il 25 settembre Lucio Giulio Urso Serviano attraversa a piedi la fitta giungla che ricopre l'istmo di Panama e giunge sulla spiaggia di un vastissimo oceano, che egli ribattezza Mare del Sud. Lucio Giulio Urso Serviano non può sapere che si trova di fronte alla più grande distesa d'acqua del pianeta, l'Oceano Pacifico.

114 d.C.: nuova spedizione dell'imperatore Traiano oltreoceano: dopo aver messo al sicuro il confine dell'Eufrate mediante una "Pace Perpetua" con i Parti, il sovrano, che ha già 61 anni, comanda personalmente una flotta di 50 navi che sbarca nel Messico presso la nostra Veracruz, si inoltra nell'interno sfruttando come guide alcuni indigeni del posto e raggiunge la grande città di Teotihuacan, a 40 chilometri dalla nostra Città del Messico: una megalopoli costellata da imponenti piramidi e pregevoli architetture. Fondata intorno al 100 a.C. come massimo centro religioso delle alture messicane, Teotihuacan ("il luogo dove nacquero gli déi") ha una popolazione di oltre 125.000 abitanti e difese imponenti, ma ha creato un impero basato sul terrore e sui sacrifici umani dei prigionieri razziati ai popoli sottomessi. Traiano si allea con i Nahua, gli Otomi, i Totonachi e gli Zapotechi, fin qui sottomessi a Teotihuacan, e questi collaborano attivamente alla sua distruzione.

115 d.C.: dopo un lungo assedio Teotihuacan cade e viene rasa al suolo da Traiano, che presenta la sua guerra di conquista come una lotta della civiltà contro la barbarie, rappresentata dai sacrifici umani sulle piramidi a gradoni. Teotihuacan è ricostruita come città romana con il nome di Ulpia Traiana, e alle popolazioni locali è imposta la religione olimpica; la Piramide del Sole è trasformata nell'immenso Tempio di Giove Oceanico, quella della Luna nel Tempio alla Dea Roma. Nahua, Totonachi e Zapotechi si sottomettono a Traiano ed inizia la loro romanizzazione. Il mais, l'ananas, il cacao e il tacchino sono introdotti da Traiano in Europa. Le imprese di Traiano oltreoceano sono rappresentate a Roma sui fregi della Colonna Traiana. La regione conquistata dai Romani viene organizzata in province e viene chiamata Mexicus dal nome del sacerdote nahua Mexi, che avrebbe predetto l'arrivo degli europei da oltreoceano, identificando Traiano con il dio mesoamericano Quetzalcoatl ("Serpente piumato").

116 d.C.: Oaxaca, capitale degli Zapotechi, è convertita in città romana con il nome di Nova Italica. Traiano sottomette anche i Mixtechi, ma il vuoto di potere causato dalla caduta di Teotihuacan favorisce le incursioni dei Maya, popoli dello Yucatan e dell'America Centrale, che saccheggiano il Messico romano. Traiano decide di muoversi contro i bellicosi Maya, che mettono in atto una durissima guerriglia contro gli invasori romani, ma si attarda ad assediare inutilmente la città Maya di Calakmul, che resiste vittoriosamente ai suoi attacchi.

117 d.C.: la seconda ribellione degli Ebrei mette in subbuglio il Mediterraneo Orientale; Traiano è costretto a ripartire da Terra Nova per fare rientro in Europa, ma l'8 agosto muore improvvisamente a Selinunte, sulle isole Azzorre. Gli succede il suo parente Elio Adriano, amante di sua moglie Plotina, da lui adottato come figlio sul letto di morte. Adriano abbandona per il momento i territori dei Maya invasi da Traiano, rientra in Europa, doma le ribellioni e si dà alla riorganizzazione amministrativa dell'Impero.

118 d.C.: San Quadrato di Città del Messico è il primo vescovo cristiano del Nuovo Mondo, nominato da Papa Sisto I.

119 d.C.: Manlio Laberio Massimo, veterano delle campagne traianee, compie la prima circumnavigazione del Sudamerica partendo da Siviglia e arrivando fino alle coste occidentali del Centroamerica attraversando uno stretto tempestoso noto da allora come Stretto di Massimo (nella HL Stretto di Magellano). Manio Laberio Massimo scopre anche una terra cui dà il nome di Terra del Fuoco, trovandovi accesi degli enormi falò. Egli è il navigatore romano che si è spinto più a sud di qualunque altro.

121 d.C.: Manlio Laberio Massimo conquista lo Yucatan e sottomette i Maya radendo al suolo le loro città e i loro monumenti; quasi tutti i Maya superstiti sono venduti come schiavi e le loro terre ripopolate da coloni europei o da altre parti del Centroamerica. Incomincia l'importazione nel Nuovo Mondo di schiavi europei ed africani.

126 d.C.: l'imperatore Adriano inizia un viaggio di un anno e mezzo nell'Atlantonesia e nelle nuove province di Terra Nova. Le terre a nord del canale di Panama sono ribattezzate Hispania Nova, in onore della terra natale dell'imperatore.

127 d.C.: il capo gallese Lles ap Coel, chiamato dai Romani Lucio figlio di Coilo, è autorizzato da Adriano a colonizzare una parte del Nuovo Mondo, nel quale si trasferisce con i suoi sudditi, abitando l'odierno Venezuela e fondandovi la città di Caerdydd sul sito della nostra Caracas.

130 d.C.: il Brasile è rinominato Africa Nova e in esso cominciano a spuntare colonie romane.

131 d.C.: tra il 9 e il 12 dicembre, apparizione della Vergine Maria sulla collina del Tepeyac vicino a Città del Messico, all'indigeno Giovanni Giacomo Cuauhtlatoatzin, uno dei primi indigeni messicani convertiti al cristianesimo. Oggi ivi sorge il più grande santuario cristiano del Nuovo Mondo con il nome di Nostra Signora di Guadalupae: si è ipotizzato che sia la trascrizione in latino dell'espressione indigena Coatlaxopeuh, "colei che schiaccia il serpente" (cfr. Gen 3, 14-15).

132 d.C.: Conn Cetchathach, nipote di Tuathal Teachtmhar, si ribella a Roma e tenta di rendersi pienamente indipendente. L'imperatore Adriano invia il suo generale Sesto Giulio Severo che lo sconfigge duramente e riduce l'Irlanda a Provincia con il nome di Hibernia. Anche Hy Brasil entra ufficialmente a far parte del territorio romano. Siccome il corpo di Conn Cetchathach non è mai stato ritrovato, nasce in Irlanda la leggenda che egli sia sopravvissuto alla sconfitta, abbia varcato il mare e si sia messo in salvo sul continente americano.

134 d.C.: sanguinosa conquista dell'Ecuador e del Perù da parte di Sesto Giulio Severo, che sconfigge con metodi brutali i Moche e i Nazca. Sesto Giulio Severo fonda la colonia romana di Lima, in lingua aymara "fiore giallo". La nuova provincia prende il nome di Perù da Viru, nome di un fiume nella regione di Panama esteso a tutte le conquiste di Sesto Giulio Severo.

135 d.C.: dopo il fallimento della rivolta del Bar Kochba e il divieto per gli Ebrei di risiedere in Palestina, molti israeliti si trasferiscono nel Nuovo Mondo dove fondano prospere comunità.
Sesto Giulio Severo governa la provincia del Perù con il pugno di ferro e fa giustiziare il suo rivale Quinto Tineio Rufo, che ha conquistato la nostra Bolivia ("Alto Perù") e conquistato la grande città andina di Tiwanaku. Dal Nuovo Mondo comincia ad affluire in Europa una fiumana d'oro, che rende l'Impero ricchissimo ma causa anche svalutazione ed inflazione.

138 d.C.: muore Adriano e gli succede il figlio adottivo Antonino Pio.
Quinto Lollio Urbico, fedelissimo di Adriano, conquista la Colombia, che battezza Elia Adriana.

139 d.C.: Publicio Marcello scopre e conquista il Cile, ma non riesce a sottomettere i bellicosi Araucani.

140 d.C.: Decimo Terenzio Scauriano compie una spedizione di due anni nel cuore di quelli che sono i nostri Stati Uniti meridionali, alla ricerca dei Campi Elisi e dell'immortalità, ed è il primo romano a vedere il Gran Canyon del Colorado. Egli battezza Nuovo Messico i territori da lui esplorati.

141 d.C.: i partigiani di Quinto Tineio Rufo assassinano Sesto Giulio Severo. Antonino Pio nomina Tito Aterio Nepote nuovo governatore del Perù.

142 d.C.: una spedizione romana scopre la Groenlandia.

144 d.C.: impresa di Tito Aterio Nepote che, partendo dal Perù, attraversa le Ande, discende tutto il Rio delle Amazzoni e giunge fino all'Oceano Atlantico. Al più grande fiume della Terra egli dà questo nome perchè ad un certo punto è attaccato da una ribù di donne guerriere, da lui scambiate per le mitologiche Amazzoni. La regione attraversata da Tito Aterio Nepote, ricoperta da una giungla fittissima, ha il nome di Amazzonia.

145 d.C.: il filosofo Favorino di Arles, inviato da Antonino Pio ad ispezionare per conto suo le province d'oltreoceano, denuncia all'imperatore le pessime condizioni di vita degli indigeni, sottoposti ad uno sfruttamento indiscriminato, quando non ad un vero e proprio sterminio, nella "Brevissima relazione sulla distruzione della Terra Nova". Di conseguenza l'imperatore comincia ad assumere misure a tutela delle popolazioni del Nuovo Mondo.

148 d.C.: alcune navi romane si spingono fino alla foce del fiume Congo. Inizia anche l'esplorazione di quella che per noi è la costa orientale degli Stati Uniti d'America.

150 d.C.: riorganizzazione del Nuovo Mondo da parte dell'imperatore Antonino Pio, che razionalizza la sua divisione in province e affida le colonie a latifondisti che sfruttano nei campi la manodopera locale.

154 d.C.: l'ultimo re di Dacia Burebista III lascia il suo regno in eredità ai Romani: nasce la provincia di Dacia. Anche i Sarmati Iazigi della pianura del Tibisco si mettono sotto la protezione di Roma, dando vita alla provincia di Sarmazia.

156 d.C.: Lucio Artorio Casto porta a termine la conquista della Scozia sottomettendo definitivamente i Pitti, quindi annette all'Impero Romano le isole Orcadi e le isole Ebridi.

161 d.C.: muore Antonino Pio, gli succedono i figli adottivi Marco Aurelio e Lucio Vero. Subito i due devono affrontare una grande ribellione antiromana nel Nuovo Mondo, fomentata dai Maya che non hanno perdonato la sconfitta e l'etnocidio di quarant'anni prima. Marco Aurelio resta a Roma e invia Lucio Vero a sedare le rivolte.

In giallo: l'Impero Romano nel 257 d.C. In arancione: regni clienti di Roma, In verde: l'Impero Gupta.

In giallo: l'Impero Romano nel 257 d.C. In arancione: regni clienti di Roma. In verde: l'Impero Gupta.

163 d.C.: Caio Avidio Cassio fonda Argentoratum sulle rive del Rio de la Plata, nel sito della nostra Buenos Aires, penetra nell'interno e sottomette gli indigeni Guaranì.

165 d.C.: Lucio Vero ottiene un grande successo, ripristinando l'ordine in tutta l'America romana, e rientra a Roma, dove lo aspetta un grande trionfo. Tuttavia, tornate in Europa, le sue truppe (che si sono abbandonate a violenze nei confronti delle donne del Nuovo Mondo) diffondono nell'impero romano una malattia terribile finora sconosciuta, la sifilide.

168 d.C.: spedizione inviata da Marco Aurelio verso le isole Fær Øer e verso l'Islanda, identificata con la Thule di Pitea, che vengono annesse all'Impero Romano anche se non vi vengono lasciati insediamenti.

169 d.C.: Lucio Vero muore a causa di un ictus, Marco Aurelio resta unico imperatore e si associa al trono il figlio Commodo. Caio Avidio Cassio si proclama però Imperatore con l'appoggio delle Legioni del Nuovo Mondo e stacca Terra Nova dal resto dell'Impero, facendone un possesso personale. Marco Aurelio stesso allora sbarca nel Nuovo Mondo per combatterlo, ma a questo punto i suoi stessi uomini uccidono Avidio Cassio dopo soli 100 giorni da Augusto.

170 d.C.: muore a Città del Messico il retore Marco Cornelio Frontone, primo grande scrittore della latinità nato nel Nuovo Mondo.

172 d.C.: Tupac Amaru si rivolta contro i Romani e si proclama sovrano del Perù, ma è sconfitto, catturato e crocifisso assieme ai suoi seguaci.

175 d.C.: una serie di invasioni lungo il confine del Reno-Danubio costringe Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, ad improvvisarsi guerriero e ad impugnare le armi, mentre i governatori delle province d'oltreoceano proseguono la penetrazione nei territori selvaggi del Nuovo Mondo.

178 d.C.: lo scrittore Aulo Gellio pubblica le "Notti Atlantiche", opera completata sull'isola di Antilia dove egli si è stabilito in vecchiaia.

179 d.C.: Lucio Settimio Severo, generale nato nel Nuovo Mondo nel 146 d.C., parte da Siviglia, circumnaviga Terra Nova scoprendo un passaggio a sud dello Stretto di Massimo, risale le coste americane ed esplora la California, cercando inutilmente un passaggio marittimo verso l'Oceano Atlantico.

180 d.C.: Marco Aurelio muore il 17 marzo a Vindobona (Vienna) di sifilide e gli succede il figlio Commodo, che conclude una pace ingloriosa con i popoli germanici, si fa divinizzare mentre è ancora vivo (per questo perseguita i cristiani che non lo riconoscono come divinità) ed inizia a compiere una serie di stranezze, tra cui combattere nell'arena assieme ai gladiatori, che lo rendono largamente inviso alla popolazione.

181 d.C.: il generale Massimo Decimo Meridio, che secondo alcuni Marco Aurelio voleva designare come proprio successore, si rifiuta di riconoscere Commodo come suo sovrano. L'imperatore cerca allora di farlo eliminare, ma egli fugge, raggiunge la sua famiglia in Spagna prima che i sicari di Commodo gli uccidano la moglie e il figlio, e in loro compagnia fugge di là dal mare; di loro non si avranno più notizie. Si pensa che siano sbarcati nella Britannia Nova o nel nostro Canada, ancora inesplorati, e lì si siano rifatti una vita lontano dalla crudeltà dell'Augusto di turno.

182 d.C.: il geografo greco Pausania il Periegeta divide l'Atlantonesia in tre parti: la Macaronesia ("Isole dei Beati"), che comprende le isole prossime all'Europa come Hy Brasil, Azzorre, Madeira, Canarie e le Isole Fortunate; la Mesonesia ("Isole di Mezzo") che comprende le isole al centro dell'oceano come Antilia e le Gorgades; e l'Escatonesia ("Isole Lontane"), che comprende le isole più vicine al Nuovo Mondo e gli arcipelaghi dei Caraibi.

183 d.C.: una nave romana finita fuori rotta scopre quella che per noi è l'isola di Sant'Elena, la più meridionale di tutta l'Atlantonesia.

184 d.C.: Commodo si mette in viaggio per Terra Nova, affermando di volersi convertire alla religione centroamericana fatta di sacrifici umani e di voler imporre tale culto a tutti i suoi sudditi, ma giunto sull'isola di Antilia muore improvvisamente, si pensa avvelenato ad opera del prefetto del Pretorio Quinto Emilio Leto e della sua amante Marcia, che è cristiana. Le legioni del Nuovo Mondo acclamano imperatore Settimio Severo, che così diventa il primo sovrano romano nato oltreoceano, e legittima il suo potere tramite una adozione postuma da parte di Marco Aurelio. Ha inizio la dinastia dei Severi.

188 d.C.: dopo un secolo di pace, i Parti invadono le province orientali dell'impero romano. Settimio Severo organizza allora una grande spedizione grazie all'oro americano giunto in Europa a fiumi, quindi contrattacca, sfonda le difese partiche ed occupa la capitale Ctesifonte, cattura l'ultimo sovrano Vologase V ed arriva fin sul Golfo Persico, entrando da trionfatore a Susa. L'Impero Partico collassa di schianto, e Settimio Severo annette le nuove province di Armenia, Atropatene, Mesopotamia, Assiria ed Elimaide, mentre la Persia si frammenta in una serie di staterelli vassalli di Roma. Osroe II è incoronato da Settimio Severo nuovo re cliente dei Parti, mentre il generale Giulio Leto è nominato re cliente della Battriana (l'odierno Afghanistan). Roma si affaccia sull'Oceano Indiano e può commerciare direttamente con l'India e con la Cina. Si impone però il problema dei popoli germanici che premono sul confine del Reno e del Danubio.

190 d.C.: il capo britannico Lleirwg Mawr, detto anche San Lucio di Britannia, attraversa l'Oceano Atlantico settentrionale partendo dalla Cornovaglia e scopre la costa est di quelli che in HL sono gli Stati Uniti d'America, battezzandola Britannia Nova.

193 d.C.: l'ammiraglio romano Publio Elvio Pertinace raggiunge la punta meridionale dell'Africa, il Capo delle Tempeste, ribattezzato poi Capo di Buona Speranza dall'imperatore Settimio Severo.

197 d.C.: il capitano Clodio Albino scopre le isole Bermuda, cui dà il proprio nome (isole Albine).

199 d.C.: spedizione di Settimio Severo oltre il Reno, organizzata grazie all'oro del Nuovo Mondo e alle truppe persiane inquadrate nell'esercito romano. I Frisi, i Catti, i Cherusci e i Sicambri sono sottomessi, l'imperatore arriva fino al fiume Elba.

202 d.C.: per sfuggire alla persecuzione ordinata da Settimio Severo, Clemente Alessandrino, uno dei Padri della Chiesa, si rifugia sulle isole Gorgades e qui prende parte alla Controversia Quattordecimana sulla data della Pasqua.

204 d.C.: una spedizione romana raggiunge l'isola di Terranova, ma non vi lascia insediamenti.

207 d.C.: fondazione della Colonia Severa (HL Jamestown)  lungo la costa orientale dei nostri Stati Uniti d'America.

210 d.C.: Settimio Severo istituisce in Sudamerica le Reductiones, piccoli nuclei cittadini nei nostri Paraguay, Uruguay, Argentina e Cile per tutelare le popolazioni indigene del Nuovo Mondo. Analoghe riserve saranno poi istituite nel Messico e in Brasile.

211 d.C.: morte di Settimio Severo a Carnunto mentre combatte gli Alamanni che premono sul confine del Danubio, gli succedono i due figli Lucio Settimio Bassiano detto Caracalla e Publio Settimio Atlantico. Quest'ultimo però ben presto elimina brutalmente il fratello e resta unico padrone di un impero forte e florido come non mai.

213 d.C.: inizia la lunga Guerra Araucano-Romana tra i Quiriti e gli Araucani (in HL Mapuche) per il controllo del Cile e della Patagonia.

214 d.C.: spedizione di Atlantico contro i Marcomanni, che subiscono tre pesanti sconfitte. Si consolida la presenza romana tra il Reno e l'Elba.

220 d.C.: per mettersi in salvo dalle persecuzioni di Settimio Severo e di Atlantico, 102 cristiani inclusi donne e bambini, detti in seguito i Padri Pellegrini, partono dal porto di Gesoriacum (oggi Boulogne-sur-Mer) e sbarcano il 9 novembre nlla Britannia Nova, all'altezza di Cape Cod, in un luogo che la tradizione identifica con la Roccia di Gesoriacum, e vi fondano la colonia di Gesoriacum Novum. Ha inizio la colonizzazione romana della Britannia Nova.

221 d.C.: Artabano V, ultimo sovrano dei Parti, lascia in eredità il suo regno ai Romani. Nasce la provincia di Partiene.

224 d.C.: il persiano Ardashir, della casa di Sasan, sovrano di un piccolo stato dell'altopiano iranico vassallo di Roma, si proclama discendente degli Achemenidi e si pone a capo di una vasta ribellione antiromana. Atlantico allora si reca di persiona in Persia per preparare una campagna contro i Persiani, ma cade in un'imboscata e muore. Il suo Prefetto del Pretorio Marco Opellio Macrino si autoproclama imperatore, ma non riesce ad ottenere risultati decisivi contro Ardashir, che si proclama Re dei Re.

225 d.C.: Giulia Soema, nipote dell'imperatore Atlantico, riesce a convincere i Pretoriani ad assassinare Macrino e a sostituirlo con suo figlio Sesto Vario Avito Bassiano, che ha 22 anni e, appena salito al potere, assume il nome di Ormisda, grecizzazione del persiano Ahura Mazda, e cerca di imporre a Roma il culto zoroastriano, del quale egli è sacerdote. La tregua conclusa con Ardashir lo rende impopolare, così come la sua scelta di sposare prima la vergine vestale Aquilia, e poi un uomo, l'atleta Ierocle.

227 d.C.: quando Ardashir assedia Susa ed Ormisda non reagisce, preso dalla sua relazione con Ierocle, l'imperatore viene ucciso dai Pretoriani che acclamano imperatore suo cugino Alessandro Severo, 19 anni. Questi dimostra straordinaria energia: piomba in oriente, libera Susa dall'assedio e sconfigge Ardashir ad Hormizdeghan. Il sedicente Re dei Re si suicida e la Persia meridionale è annessa da Roma come provincia. In tal modo l'Impero spinge i suoi confini fin quasi all'India.

229 d.C.: una seconda spedizione di colonizzatori cristiani raggiunge quello che noi chiamiamo Massachusetts (in una lingua indigena significa "vicino alla grande collina").

230 d.C.: lo storico greco Cassio Dione pubblica "La Storia romana" in 80 libri, frutto di 10 anni di ricerche e di altri 12 di lavoro di stesura. L'opera copre un periodo di 983 anni, dal mitico sbarco di Enea in Italia fino alle imprese militari dell'imperatore Alessandro Severo.

231 d.C.: Alessandro Severo invade la Germania, i cui popoli sono in rivolta contro il predominio romano, e nella sua marcia trionfale sottomette i Quadi, i Marcomanni, gli Ermunduri e i Langobardi. Il confine romano è definitivamente spostato sull'Elba ed Alessandro Severo, che rivela anche qualità di scrittore, scrive il "De Bello Germanico", sul modello del "De Bello Gallico" di Cesare. Durante questa campagna Alessandro, che è particolarmente tollerante in materia religiosa, osserva il valore con cui si battono i soldati Ebrei e Cristiani, nonostante le persecuzioni cui sono stati sottoposti, e decide di premiarli.

233 d.C.: Editto di Tolleranza promulgato da Alessandro Severo nei confronti dei Cristiani, che ora possono praticare liberamente il loro culto. Alessandro Severo incontra il Vescovo di Roma Ponziano; i Cristiani sono esentati dall'adorare la divinità dell'imperatore, che tra l'altro ha rifiutato ogni apoteosi, sostenendo di essere solo un uomo chiamato dagli déi a governare altri uomini; in cambio i Cristiani introdurranno nelle loro liturgie delle preghiere per l'imperatore.

235 d.C.: il generale Massimino il Trace, descritto dai contemporanei come un vero e proprio gigante (pare fosse alto 230 cm; probabilmente soffriva di acromegalia), combatte gli Araucani con la tecnica della terra bruciata, commettendo stragi indiscriminate, ma alla fine è catturato dai nemici e ucciso.

236 d.C.: gli Ebrei ottengono da Alessandro Severo il permesso di ricostruire il Tempio di Gerusalemme. I Cristiani dal canto loro iniziano ad edificare la prima Basilica del Santo Sepolcro e la prima Basilica di San Pietro sul Colle Vaticano, sopra la tomba del Capo degli Apostoli.

238 d.C.: l'ammiraglio romano Decimo Celio Calvino Balbino esplora le coste occidentali del Nordamerica spingendosi fino alla nostra Columbia Britannica, ma non trova alcun passaggio naturale verso l'Atlantico.

239 d.C.: Sri-Gupta, originario del Bengala e fortemente ostile ai Romani, fonda l'Impero Gupta in India. La capitale è posta a Pataliputra, oggi Patna.

240 d.C.: il presunto grande numero di sparizioni di navi romane nell'area compresa tra i Caraibi e le isole Albine (HL Bermude) fa nascere la leggenda del "Triangolo delle Albine" (HL Triangolo delle Bermude), una regione di mare maledetta e per questo soprannominata anche "Mare del Diavolo".

241 d.C.: spedizione navale inviata da Alessandro Severo verso la penisola dello Jutland. Scambio di ambasciatori con Hadingus, re dei Dani; la Danimarca esce dalla preistoria ed entra nella storia.

242 d.C.: il generale Marco Antonio Gordiano Pio, governatore della provincia della Mauretania Meridionale, decide di muovere con due legioni verso il territorio dei Volophi (Wolof) dell'attuale Senegal, per vendicare la disfatta di Varo del 9 d.C., e riesce a penetrare fino al fiume Gambia, ma non ottiene vittorie risolutive e le sue truppe sono logorate dalla guerriglia nella giungla messa in atto dai Volophi contro di loro.

245 d.C.: l'Impero Gupta si estende a tutta l'India settentrionale. Limitazioni al commercio romano nell'interno del Subcontinente.

246 d.C.: l'ammiraglio romano Marco Aurelio Flavio Valerio Claudio, detto Claudio Australe (HL Claudio il Gotico), governatore di Argentoratum (HL Buenos Aires), incaricato di esplorare la Terra del Fuoco e i mari circostanti, è verosimilmente il primo uomo ad avvistare il Continente Antartico, a quei tempi chiamato Terra Australis Incognita.

247 d.C.: Alessandro Severo festeggia il millesimo anniversario della fondazione di Roma (753 a.C.) e suddivide l'Impero in Diocesi, delle quali quattro di qua dall'Oceano e quattro (Hispania Nova, Perù, Africa Nova e Argentoratum) di là dall'Oceano. Il regno di Alessandro coincide con l'apogeo dell'Impero Romano.

250 d.C.: prima circumnavigazione dell'Africa compiuta da Filippo lo Zapoteco, ammiraglio nativo americano fedelissimo di Alessandro Severo: partito da Olisippona (Lisbona), egli arriva a Muziris, oggi Kodungallur (Kerala), sulle coste dell'India. Come risposta Sri-Gupta limita ulteriormente il commercio romano nella vallata del Gange.

La provincia romana delle isole Canarie

La provincia romana delle isole Canarie

251 d.C.: il generale Caio Vibio Treboniano Gallo si proclama Imperatore del Perù, ma pochi mesi dopo è assassinato dalle stesse truppe che lo hanno acclamato, e la secessione rientra.

252 d.C.: l'ammiraglio Publio Licinio Valeriano, invidioso dell'impresa di Filippo lo Zapoteco, decide di tentare la prima circumnavigazione del globo: partito da Tingis (Tangeri) con cinque navi, costeggia il Sudamerica, attraversa lo Stretto di Massimo e poi inizia la navigazione in mare aperto attraverso l'Oceano Pacifico, ma di lui non si avranno più notizie: lui e i suoi uomini spariscono per sempre senza lasciare traccia.

253 d.C.: dopo undici anni di campagne militari il generale Marco Antonio Gordiano Pio non riesce a sottomettere il territorio dei Volophi ed è costretto a ritirarsi a nord del fiume Senegal, fondando alla foce del Gambia la colonia romana di Alexandria Volophia per il commercio con l'entroterra.

255 d.C.: lo storico Sesto Giulio Atlantico (HL Sesto Giulio Africano), direttore della Biblioteca Imperiale di Alessandro Severo, pubblica la sua "Cronografia", storia universale dalle origini fino al sovrano regnante, nella quale riporta la cronologia dettagliata della scoperta dell'Atlantonesia e del Nuovo Mondo, opera per noi preziosissima.

256 d.C.: Lucio Domizio Aureliano scopre le isole Galapagos.

257 d.C.: dopo un massacro di mercanti romani a Pataliputra, Alessandro Severo si lascia convincere dal suo ammiraglio Gaio Messio Quinto Traiano Decio ad allestire una possente flotta composta da 130 vascelli e 24.000 uomini, di cui 20.000 soldati e 4.000 marinai, per circumnavigare l'India e colpire la potenza dei Gupta nel cuore del loro impero, cioè nel Bengala. Tale flotta riceve il nome altisonante di "Invincibile Armata" e parte dal porto di Carace sul Golfo Persico. Nonostante i Romani abbiano già imparato a controllare abbastanza bene i monsoni, la flotta viene flagellata da una serie di tempeste tropicali e completamente distrutta prima di arrivare a destinazione nel golfo del Bengala. Lo stesso Decio si suicida per non rendere conto della disfatta; questo disastro segna l'inizio del lento declino della potenza di Roma. Pochi mesi dopo Alessandro Severo muore a soli 49 anni senza figli maschi; il suo decesso apre una lotta per la successione che fa cadere l'impero in un periodo di anarchia politica e militare, con imperatori eletti dalle loro truppe e massacrati poco tempo dopo. Diocleziano al principio del III secolo proverà a dare all'impero una struttura federale, ma alla morte di Teodosio il Grande, nel 395 d.C., esso si separerà definitivamente in due tronconi: l'Impero Romano d'Occidente, a ovest dell'oceano, con Città del Messico come capitale, e l'Impero Romano d'Oriente, ad est dell'oceano, con Costantinopoli come capitale. I due imperi da qui in poi avranno una vita separata e si disputeranno l'un l'altro le isole dell'Atlantonesia. Finisce l'Evo Antico ed ha inizio l'Età di Mezzo.

William Riker

Odierna bandiera degli Stati Federati delle Isole Fortunate

Odierna bandiera degli Stati Federati delle Isole Fortunate

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Presidenti degli Stati Federati delle Isole Fortunate dall'indipendenza ad oggi

Mandato

Presidente

Partito

1923-1929 Manfred von Richthofen Destra
1929-1935 Giacomo Matteotti Sinistra
1935-1941 Engelbert Dollfuss Destra
1941-1947 Lev Trockij Sinistra
1947-1953 George Patton Destra
1953-1959 Massimiliano Kolbe Centro
1959-1965 Dag Hammarskjöld Destra
1965-1971 John Fitzgerald Kennedy Centro
1971-1977 Ernesto "Che" Guevara Sinistra
1977-1983 Salvador Allende Sinistra
1983-1989 Anna Frank Centro
1989-1995 Anwar al-Sadat Destra
1995-2001 Paolo Borsellino Destra
2001-2007 Yitzhak Rabin Sinistra
2007-2013 Anna Lindh Centro
2013-2019 Steve Jobs Sinistra
2019- Amos Oz Centro

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