671, il Mediterraneo islamico


POD: E se a Costantinopoli non fosse stato inventato il fuoco greco?

 

- L'Anatolia araba e i Balcani

671: Costantinopoli viene presa dagli Arabi

690: l'Anatolia e il sud dei Balcani con buona parte della penisola ellenica e le coste albanesi sono parte dell'Impero Ommayade.

Il greco sviluppa una forma islamizzata in caratteri arabi (neogreco o grecarabo), cosa che non accade al persiano.

La deellenizzazione dell'Anatolia avviene, ma in misura minore (i greci rimangono prevalenti sulle coste), e  a vantaggio di Arabi e Kurdi (ed eventualmente Slavi macedoni).

Il Khan Krum dei Bulgari (803-814) si converte all'Islam e introduce la lingua araba e l'alfabeto grecarabo. I Bulgari si assicurano l'egemonia sui bassi Balcani all'interno del califfato abbaside.

Armeni, Kurdi ed Arabi si dividono l'Asia minore, Slavi ed Arabi la Grecia.

 

- I variaghi

Essendo Costantinopoli solo una città provinciale ommayade, anzichè una capitale mondiale, il commercio variago attraverso la Russia è assai più ridotto e si dirige lungo la Volga ed il Don [sul Dnepr lungo la direttrice Novgorod-Kiev-Istambul], tramite Trebisonda e Rasht, facendo la prosperità di Bulgari del Volga, Khazary ed Armeni e non degli Slavi, assai più marginali.

 

- 749: il califfato abbaside

HL: Gli abbasidi sconfiggono gli ommayadi e portano il califfato da Damasco a Baghdad.

 

- Il Qaysar mu'tazilita di Istambul

Istambul:

a) 750 califfato abbaside à kazhary sciiti [cfr. fatimidi]

b) 833 califfato eterodosso mutazilita vs. kazhary sciiti, abbasidi hanbaliti

 

diventa la sede di un califfo eterodosso che potrebbe rivendicare di sedere nel centro del mondo come Cordoba. Sarebbe legittimato solo in base ad una eterodossia ostile ai califfi di Damasco o Baghdad, per i quali rappresenterebbe una minaccia potentissima e molto, troppo vicina.

L'Anatolia è il miglior posto per le eterodossie, come è stato storicamente dopo Manzikert. Contatto coi cristiani, montagne impraticabili, lingua straniera di prestigio...

Come importanza e prestigio, Costantinopoli ha un forte valore simbolico. La civiltà arabo-islamica si sviluppa con la civiltà greca, non quella persiana, come propria ispiratrice principale: la filosofia razionalistica nasce prima, e resta mainstream. Il sultano assomiglierà più al Basileus (Basilus/Qaysar) che non allo Shah. Il mu'tazilismo al posto dello ash'arismo come teologia dominante. La scuola hanafita, o qualcosa di molto simile, dominante. Ibn hanbal resterà un giurista marginale di una città provinciale e secondaria. Qaysar potrebbe diventare un titolo legittimamemnte islamico. L'anticonismo sarebbe assai più moderato in questo Islam. Averroè non sarebbe bollato come eretico, e forse nemmeno Sohrawardi, che non dovrebbe penare per piegare la ribelle lingua persiana alle sue esigenze gnostiche: avrebbe il neogreco bell'e pronto.

 

Ciò porta in definitiva ad una più rapida 'rinascità dell'autonomia irânica e quindi un distacco anticipato tra l'Islâm bizantino (quasi 'ottomano') e quello irânico (che in questa TL sarebbe più turco-irânico che nella HL)? Ripropone ancora la questione dei due o tre o più Califfati

 

- Maghreb, Egitto, Persia

In Egitto si affermano i Tulunidi, nell'Occidente musulmano un vasto impero idrisita.

La nazione neopersiana si sviluppa così come la conosciamo (Impero saffaride e poi ghaznavide, finchè non arrivano i mongoli), sia pure, ma dipende proprio dal ruolo dei Mamluk nel Califfato, con molte più città - ma solo le città - turcomanne in Persia.

 

- I turchi in India, in *Ucraina e nei Balcani

il principale ruolo assimilatorio dei Turchi sarebbe in India e nei Balcani. Logicamente la turchizzazione sarebbe da aspettarsi, come infatti giustamente accennato, in India occidentale, lungo l'onda di avanzamento islâmica e nei Balcani, nelle stesse condizioni; se la Germania viene conquistata dal Califfato, allora turchizzazione della Germania e non dei Balcani, anche se mi sembrerebbe più facile una slavizzazione, del resto realmente già molto progredita. Intanto prosegue turchizzazione ininterrotta (come nel 'nostro' Medioevo) del Bassopiano Sarmatico.

 

- I Khazary e la Rus'

Quarto focolaio di turchizzazione: i Khazary, che senza il 'tradimento' di Bisanzio (in favore della Rus') non verrebbero più automaticamente "spazzati via" dai Peceneghi, ma sceglierebbero di diventare sciiti, per entrare nella Umma islamica potenza mondiale mantenendo la loro autonomia geopolitica, e l'alleanza coi Franchi.

La Rus', marginalizzata, non arriva al Mar Nero: il nord (Tver e Novgorod), meglio inserito nel commercio internazionale via Volga, adotta l'Islam; nel sud (Kiev) invece, l'élite turcomanna diviene cristiana a causa dell'afflusso di profughi greci via Chersoneso. Per opporsi al sud cristiano e ai Khazary sciiti [omologhi dei fatimidi], la Rus'tende ad allinearsi alle politiche di Istambul [omologa di Baghdad].

I flussi turchi che hanno investito Azerbaigian ed Anatolia sono diretti verso Nord: si tratta di Ghazi musulmani in lotta contro un impero khazaro infedele.

 

- La (Semi)turchizzazione della Piana Indo-Gangetica

l'India si islamizza prima, forse nelle prime futuh: possibilità di una quasi scomparsa dell'induismo ariofono. Comunque l'anticipato incontro dell'Islâm con la realtà indiana porta a considerare almeno qualche Religione indiana come Religione del Libro, anche in base alle proporzioni demografiche.

La nomadizzazione resta complessivamente minoritaria [cfr. Selghiuchidi e Mongoli in Cina].

Di fatto in questo momento si é ricreato l'Impero Romano, anche se Islâmico. Diventa sempre più decisivo l'interrogativo se regga l'unità greco-irânica sotto l'egida islâmica.

Ricapitoliamo: la presa di Costantinopoli ha comportato quella di Roma; nel Mediterraneo non ci sono Superpotenze nemiche; la direttrice geopolitica principale diventa l'India; l'espansione turca prende quella direzione e l'Irânità ne viene investita maggiormente che nella nostra Storia.

I paralleli storici suggeriscono che l'unificazione del Subcontinente venga raggiunta con la Civiltà Islâmica; quindi Grande Apocatastasi dello Spazio Indomediterraneo. Verosimile prosecuzione dell'espansione in direzione Sud-Est (Indocina, Indonesia). Due scenarî successivi (alternativi):

1) rottura della fragile unità indomediterranea e riproposizione dello schema Ovest contro Est (con confine tra Mediterraneo Orientale e Irân)

2) intensificazione dei movimenti centroasiatici verso Sud (forse con alleggerimento della pressione sulla Cina??)

 

- l'Europa della Christianitas

Tre possibili scenari:

1) scenario minimo: l'espansione islamica si ferma al Sud Italia

2) scenario medio: gli arabi conquistano tutta l'Italia e l'Iberia, fermandosi alla linea Pirenei-Alpi-Carpazi; resistono Britannia e Franconia

3) scenario massimo: l'intera Europa, compresa la Franconia, viene islamizzata.

 

1) LA RESISTENZA TRA ITALIA E BALCANI

a) Gli Arabi si rendono conto della difficoltà logistica di avanzare nei Balcani. Si limitano ad occupare la Tracia. Il vuoto di potere permette la creazione di un forte stato o bulgaro o slavo. Vi sono tre possibilità:

a) Colpito dalla superiorità della cultura araba si islamizza, magari adotta lo sciismo per mantenere la sua identità rispetto al califfato;
b) Proprio per motivi di difesa della propria identità culturale, accentua la sua identità cristiana, proclamandosi erede di Bisanzio;
c) Per distinguersi sia dai vicini arabi, sia da quelli germani adotta l'ebraismo, replicando quanto fatto dai Kazari.

Gli effetti in Italia sono legati alla migrazione delle elite bizantine nel sud e a Roma.

a) Il sud non longobardo accentua la sua grecità... nulla vieta la creazione di uno stato neo-bizantino, basato su un'ideologia della reconquista, analoga a quanto è avvenuto nella Spagna visigota, che ingloba Morea, Attica, Negroponte, isole dell'Egeo
b) L'esarcato viene inglobato nei domini longobardi in anticipo rispetto a quanto avviene nella nostra linea temporale; per difendersi il Papato:

b1) o trova un modus vivendi con il regno longobardo
b2) o anticipa l'opzione franca, ipotesi meno probabile, vista la perenne instabilità merovingia

b3) o si allea con lo stato neo-bizantino, replicando la dinamica Cesare - Patriarca, con Roma al posto di Bisanzio e rapporti di forza meno sbilanciati a favore del potere temporale

c) minore possibilità di sviluppo per Venezia
d) una maggior ellenizzazione delle gerarchie ecclesiastiche, con una rinascenza carolingia molto più "rinascimentale" della nostra linea temporale
e) una diversa evoluzione nella storia del Papato

 

In tale scenario le crociate, se avvengono, sono dirette più in Asia Minore che verso il litorale siriano palestinese.

b) Lenta avanzata degli Arabi
Rispetto al precedente si creano dei ridotti cristiani nei Balcani, che per avere appoggio militare, si orientano verso Roma ed i Franchi. In quelle zone si ricrea la stessa dinamica che avviene in Occidente per la reconquista... come un San Giacomo in Occidente,in Oriente si verifica un pellegrinaggio armato per le reliquie di Sant'Andrea a Patrasso.
In Italia, la situazione è analoga a quanto descritto nello scenario precedente, soltanto che vi è una maggior debolezza dello stato neo-bizantino, più facilmente satellizzabile dai longobardi
Naturalmente, le crociate non avvengono.

c) Conquista lampo degli Arabi
La Situazione è analoga a quanto accaduto con la conquista turca. Gli arabi, sempre per i problemi legati alle linee di comunicazione, non possono avanzare ulteriormente, limitandosi alle loro scorrerie. Ciò accellera la creazione di forte strutture politiche tra i Franchi e Germani, per reagire alla minaccia.
Tra l'altro, il punto focale della loro politica non è più l'Italia, ma i Balcani. Contemporaneamente, i domini bizantini dell'Italia Meridionale sono ancor più deboli dello scenario precedente e facilmente assimilabili dai longobardi, che hanno una finestra di opportunità per inglobare nei loro domini l'intera Italia.
Analogamente a quanto accade in Germania, la pressione araba sulle coste adriatiche spinge sia ad una maggior centralizzazione del potere, sia alla costruzione di una flotta
Le crociate sono sostituite da guerre balcaniche analoghe a quelle tra Austria e Sublime Porta

 

2) IL MEDITERRANEO ISLAMICO E LA FRANCONIA CRISTIANA

 - La conquista araba dell'Italia

Nel decennio successivo, l'italia meridionale bizantina e la Sicilia sono invase, e subito dopo tocca ai ducati longobardi. Benevento cada, mentre Spoleto e Fermo resistono.

Grande mobilitazione cristiana in difesa di Roma: le truppe arabe sono cammellate e il territorio italiano è lontano e la logistica dura. La via di rifornimento Tunisia-Sicilia è insidiata dai berberi di Dihya Al-Kahena, quella Grecia-Puglia dagli Albanesi, dai Valacchi e dai bulgari.

I Longobardi sono il più potente dei regni barbarici in questo momento, e reclamano l'eredità romana dopo la caduta di Costantinopoli.

Tuttavia la resistenza non dura a lungo: nel 730 Roma cade, gli arabi superano gli appennini e occupano l'intera pianura padana

Nel 749 gli Abbasidi prendono il potere in Medio Oriente; l'ultimo ommayade fugge a Roma [Cordoba], suo rifugio (Qurtuba), dove fonda una dinastia locale che finisce col rivendicare il califfato.

C'è da chiedersi se gli ommayyadi riuscirebbero a fondare delle Millet di stampo ottomano o quale altra soluzione inventerebbero, per comunità religiose i cui capi (il papa di Roma e il Patriarca Ecumenico) vivono in terra d'Islam, ma che sono anche le ideologie politico-religiose di importanti nemici come i Franchi ( o chi ne prende il posto)

 

- La Grande Franconia e il cristianesimo celtico

Il Pipinide Carlo unifica l'Europa Cristiana e avanza ad est fino almeno all'Oder se non la Vistola.

I Franchi possono salvarsi sconfiggendo separatamente i contengenti Arabi, del resto nemmeno l'attacco di Poitiers era "intenzionale"

L'espansione austrasica è dovuta alla maggiore intensità dell'assedio da sud e da su est, dalla ricerca di una "profondità strategica" franca, e dal voler eliminare un potenziale nemico alle spalle (i Moravi e gli Avari). essenzialmente un'espansione 'difensiva'; una volta attuatala, potrebbe essere una prospettiva invitante cercare di venire a patti col califfato.

Il Cristianesimo che sopravvive è quello celtico, che col suo prestigio riprende terreno tra i germani.

Il papato viene soppresso (dato che allora era semplicemente il patriarca di Roma ciò non causerebbe gravi scompensi) e rinascerebbe come Arcivescovado celtico di Cantwaraburh [Canterbury]

Una riconquista europea potrebbe essere tentata dai Vichinghi che sfondano nei Balcani oppure una più forte Germanizzazione della Russia.

Senza Roma il cristianesimo cambia completamente volto.

L'Impero arabo si attesta in Europa sulla linea Pirenei-Alpi-Danubio, oltre il quale dominano popoli turchi su una base di popolazione slava politicamente disorganizzata, e poi i Vichinghi. Britannia e Franconia sole restano cristiane, di un cristianesimo celtico. Il neogreco, scritta con caratteri arabi, è la lingua di cultura d'Europa assieme all'arabo. Il turco prenderà lo stesso ruolo ad est.

 

- I magiari

con una Germania francone i Magiari non si assimilano perché sono avamposto Cristiano verso gli Slavi Musulmani, con la funzione geopolitica di de-islamizzare la Pannonia, e sotto tutela dei Franchi;

Da chiedersi se gli Svedesi possano trovare l'islam più interessante di una cattolicesimo debole ed assediato.

 

3) L'EUROPA ISLAMICA

L'Italia fa la fine della Spagna, se Costantinopoli cade, e il Cristianesimo che sopravvive è quello celtico, che col suo prestigio riprende terreno tra i germani. C'è da chiedersi se gli ommayyadi riuscirebbero a fondare delle Millet di stampo ottomano o quale altra soluzione inventerebbero, per comunità religiose i cui capi ( il papa di Roma e il Patriarca Ecumenico) vivono in terra d'Islam, ma che sono anche le ideologie politico-religiose di importanti nemici come i Franchi ( o chi ne prende il posto)

Però, se l'Italia cade, quali speranze hanno i Franchi attaccati dai Pirenei e dale Alpi assieme? E, dopo di loro, i bavari, i Turingi ed i Sassoni? Anche i Cechi e gli Avari soccombono in fretta, e poi i Croati, le città dalmate e i Bulgari. l'Impero arabo si attesta in Europa sulla linea Oder Morava Danubio, oltre la quale dominano popoli turchi (non musulmani, giunti dal continente) su una base di popolazione slava politicamente disorganizzata (e spesso islamizzata), e poi i Vichinghi. La Britannia sola resta cristiana, di un cristianesimo celtico credo. Il neogreco (grecarabo) è la lingua di cultura d'Europa assieme all'arabo, scritta con caratteri arabi. Il turco prenderà lo stesso ruolo ad est.

 

- I magiari fissi in Etelköz

con una Germania incorporata nell'Islâm, i Magiari di per sé non hanno neppure un motivo per stanziarsi in Pannonia, e ben più probabilmente restano quello che erano sempre stati: "guardie di confine" dei Khazary alla frontiera col bacino danubiano (in questa TL arabo-islâmico-slavo-greco) o casomai alla frontiera caucasica, la più importante per i Khazary

 

- Le Americhe

prima o poi, o gli Arabi dell'Ovest o i Britanno-Anglosassoni cristiani scoprono l'America, (o scoprono la scoperta norvegese dell'America) e allora...

Falecius

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Ed ecco il parere in proposito di Sandro Degiani:

Davvero un'ucronia ben realizzata. Certo, colpisce l'incredibile disparità tra lo splendore del Califfato con capitale Baghdad e l'attuale disordine che in Iraq sta rendendo la vita impossibile, a cominciare dagli iracheni medesimi. Un caso di inviluppo culturale che ha colpito tutta l'area Mediorientale... dove per trovare condizioni di vita civili bisogna andare indietro di almeno mille anni.

Io ne attribuisco la causa alla "corrente" vincente della religione islamica che ha privilegiato due aspetti neanche tanto centrali della dottrina in modo asimmetrico e progressivamente rigido:

1) La conservazione a tutti i costi ed al prezzo di ogni libertà individuale e collettiva della "tradizione" che sovente nulla ha che vedere con il Corano, dalla infibulazione al Burka.

2) L'instaurazione di regimi politici teocratici che sono in realtà dittature religiose dove la dissidenza è inconcepibile dato che coincide con la non ortodossia (e sappiamo bene che fine fanno i non ortodossi nelle Chiese con Potere Temporale... Giordano Bruno insegna)

In un mondo che evolve e cambia sempre più in fretta e radicalmente la "tradizione" è destinata a diventare sempre più una roccia che si oppone alla marea, solleverà spruzzi e romperà il flusso ma non fermerà l'onda. Chi si appella alla conservazione è oramai solo una voce dissidente e anacronistica sia essa quella di Bossi o di un ayatollah.

Il mondo diventerà globale con sacche di "preistoria" isolate, un po' una specie di Australia dove però gli aborigeni non saranno pacifici...

Proviamo solo a confrontarci noi "giovani" con i giovani di oggi e vediamo che siamo molto diversi, come noi lo eravamo per i nostri padri.

La lotta dei conservatori è alla lunga perdente ma sanguinosa e senza quartiere. Noi dovremmo lasciare in pace le cose, stiamo già bombardando Iraq, Iran Afghanistan e altri con tsunami di microonde che portano con loro le armi più raffinate e micidiali: le notizie, le mode,le canzoni, la cultura e le merci occidentali... e ogni telefonino, ogni computer, ogni Antenna le può captare e trasmettere...

Ben diverso quando leggevamo un articoletto di spalla sulla "La Stampa" che parlava di una misteriosa rivolta dei Boxer in Cina e scrollavamo le spalle.... l'unico cinese di Torino era a Porta Palazzo (non era nemmeno cinese ma giapponese) e vendeva cravatte di seta a dieci lire!!!

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Iacopo Maffi poi aggiunge quanto segue:

Tra tutti i fenomeni storici, l'Islam mi ha sempre affascinato per la complessità della sua genesi e per il modo in cui le narrazioni "storiche" a nostra dispozione rendano tutto più torbido. L'idiosincrasia semitica per la storiografia qui è ai suoi massimi: nel Medio Oriente, quando la Storia incontra la Religione, è la Storia a farsi da parte (questo è uno dei più grandi ostacoli che la nazione Israeliana si è trovata a dover affrontare: una nazione non può fare a meno di una Storiografia, perchessia, ma la cultura ebraica non è una cultura orientata alla Storia).
Quindi i meccanismi storici che hanno dato origine a ciò che noi chiamiamo Islam rimangono sepolti sotto il peso del successo del proprio prodotto. Per questo immaginare un mondo senza Islam è un'operazioni per nulla semplice. Eliminare il Muhammad storico non è sufficiente, perché la narrazione della sua vita è un prodotto dell'Islam, non la sua causa.
Anni si studi mi hanno portato a enucleare le seguenti concause per il fenomeno. Eliminare una o più di una di esse non cancella automaticamente l'Islam, ma ne cambia qualche tratto fondamentale.

1) la profondissima penetrazione ebraica in Arabia (una delle tribù ebraiche di Medina si diceva discendente dalla tribù di Manasse!)

2) la conversione al cristianesimo dell'Abissinia e la probabile invasione Abissina dell'Arabia, con conseguente reazione anticristiana.

3) il collasso del sistema idrico Yemenita e i conseguenti movimenti di popolazione verso nord, con la formazione dei regni dei Lakhmidi e dei Ghassanidi e la presenza di mercanti arabi in molte città del levante.

4) lo stato di guerra continuo lungo il confine romano-persiano.

5) la poca importanza politica di Siriani e Copti nell'amministrazione romana rispetto al loro poderoso peso economico (a confronto per esempio della maggiore importanza relativa dei Greci).

6) l'intensa attività poetica del popolo arabo.

7) l'adozione da parte della Chiesa Nestoriana di un evangeliario diverso da quello delle altre chiese (la cosiddetta peshitta).

E fin qui siamo al periodo precedente l'attività del Muhammad storico. Ma l'islam si è sviluppato molto di più _dopo_ Muhammad che durante la sua vita. Ecco alcuni ulteriori elementi fondamentali per la sua definizione:

8) il conflitto tra un corrente messianica ('Ali e i suoi, ma anche 'Aisha e forse altri) e una corrente che in analogia con il giudaismo antico vedeva in Dio l'unico detentore della sovranità (da cui il successo scarsissimo del titolo di Malik, ossia Re, Basileus, nel mondo islamico: l'unico Re è Dio... per noi vale il detto omnia potestas a Deo, in islam si dovrebbe dire omnia potestas in Deo).

9) la superiorità militare dell'avanguardia mobile espressa dai nomadi arabi e la solidarietà espressa dalle popolazioni civili nei loro confronti. 

10) l'elaborazione di un sistema di leggi e precedenti gestito dalla stessa casta di poeti-segretari che trasmetteva oralmente la religione degli arabi. In ciò compresa la figura del Khalifa.

11) la ricezione di questa religione come forma "neutra" o "laica" di monoteismo, al quale si dovesse convertite chiunque non avesse una sua Din (che non significa tanto Religione, quando Legge: Madina, cioè Città, letteralmente sarebbe Luogo Ordinato).

12) dopo questa fase di incubazione, corrispondente dal Califfato di '-m-r, consolidamento sotto il clan corescita degli 'Umayyadi, istituzione dell'hajj, trascrizione delle sure scritte su foglie di palma nella redazione definitiva del Corano (califfato di 'Abd al-Malik, vizirato di Hajjaj). Io suppongo che Mecca sia divenuta il centro rituale degli arabi solo in questa fase.

13) diffusione del culto di 'Ali-Elia-Helios in seno alla religione del Corano. Estrema debolezza della compagine 'Umayyade ma relativa incapacità delle forze neosasanidi di esprimere una risposta unitaria.

14) incredibile capacità della religione del Corano di esprimere nel modo migliore la ribellione contro gli 'Umayyadi, rispetto a quanto non potessero fare le forze esterne al califfato.

15) fenomeno mamelucco e conversione dei turchi.

Ciascuno di questi punti ovviamente non basta da solo a spiegare l'islam. Ora, a voi la domanda qual è il numero minimo di punti da eliminare per poter avere un Mondo Senza Islam?

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Poco dopo, lo stesso autore si è dato risposta da solo:

Che sciocco che sono, era così facile!

PoD: l'Impero Romano d'Oriente crolla nel quinto secolo, sostituito da regni romano-germanici in Europa (Gepidi, Longobardi e Ostrogoti) e da regni grecoromani-autoctoni-barbarici in Oriente (Isauria, Ponto, Armenia, Siria, Egitto). Le élites locali sono belle contente di avere il loro regnetto. I profeti vari e eventuali hanno successo (le eresie afroasiatiche svolgono lo stesso ruolo dell'Arianesimo in Occidente). L'Arabia è inserita in un Regno che travalica I confini del vecchio impero (come quello Bulgaro). Gli arabi potrebbero fare grandi carriere in questi regni, e magari sostenerli contro i persiani. Potrebbero persino costituire il fattore coagulante della ricomposizione dell'Impero. Ma non avrebbero il sostegno assoluto dei levantini, né potrebbero proporre una nuova religione di Stato come ombrello sotto il quale far fiorire le differenti comunità religiose.

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Federico Sangalli gli obietta:

Ma senza i bizantini, diciamo tra il 476 e il 622, non vi è il serissimo rischio che i persiani conquistino tutta la regione, con i cavalieri di Cosroe che si abbeverano sull'Ellesponto se non già in Europa direttamente, accentrando tutto in una classe dirigente iranica e causando una reazione anti-persiana (e non anti-bizantina come in HL) che ci riporta punto a capo?

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Diamo la parola a Never75:

Prendo spunto da questa cartina ucronica che è andata in onda per errore sul TG1 di domenica 5 gennaio 2020:

A parte i risvolti semicomici che potrebbe avere se qualche Ministro degli Esteri un po' acerbo la vedesse, ma soprassediamo, la mappa mi ha fatto venire in mente due cose.

La prima è che a voler essere pignoli, anche se i colori fossero invertiti, la mappa sarebbe inesatta ugualmente. La setta wahhabita maggioritaria in Arabia Saudita non è più considerata appartenente al sunnismo, ma andrebbe considerata come kharigismo, una terza corrente ancora. Perdipiù nel Libano la maggioranza è comunque cristiana (quasi il 60% e perdipiù cattolici, un'eccezione nell'eccezione) e sunniti e sciiti sono quasi equivalenti, ma vabbé, tralasciamo che è già fin troppo complicato così.

Il secondo spunto è: quale POD sarebbe stato necessario per vedere una situazione come quella nella mappa e soprattutto quali cambiamenti avrebbe apportato?

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Iacopo gli risponde:

L'Iran è stato la culla degli studi Sunniti per la maggior parte della sua storia, e perché rimanga così è sufficiente che i Safavidi adottino una politica religiosa meno intransigente. A sua volta perché ciò accada è necessario: o che il conflitto con gli Ottomani sia vinto, o che tale conflitto non assuma i caratteri di uno scontro religioso, oppure che manchi la saldatura tra Safavidi e duodecimani (ossia: o i Safavidi rimangono Ghulat essenzialmente ismailiti, e quindi si sviluppano come i Fatimidi, o i duodecimani sono assenti dall'Iran, ad esempio perché i Sardabar non sono mai esistiti).

Il caso più interessante secondo me è il secondo. Perché lo scontro tra Ottomani e Safavidi non assuma caratteri apocalittici è necessario o che gli Ottomani stessi siano sciiti o giù di lì, o all'inverso che i Safavidi siano sunniti.

Una qualunque di queste soluzioni sistemerebbe anche la parte relativa alla penisola araba, dove lo sciismo è comunque presente e storicamente molto forte. Per secoli il grosso degli sciiti era arabo, non iraniano, e sarebbe bastato davvero poco per cambiare l'equilibrio demografico e religioso della penisola.

Una nota sulla definizione del Wahhabismo come corrente neokharigita: questa affiliazione non è riconosciuta dai wahhabiti stessi, e è stata loro assegnata dalla Conferenza di Groznij nel 2016, ma non per motivi storici... Semplicemente si è andati a esclusione: non sono Sunniti, perché non sono affiliati a nessuno dei quattro madhahib, non sono Sciiti perché non seguono la dottrina degli imam, ergo sono kharigiti. Mi pare un ragionamento che non rende giustizia alla particolarità e alla storia del kharigismo.

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Ed ora, le idee di Basileus TFT:

Esercizio di fantastoria su una possibile anticipazione dell'invasione islamica, o venuta a posteriori.

a) Maometto nasce ai tempi di Traiano e si trova davanti il possente impero romano, come si svilupperà l'invasione islamica?
b) Maometto nasce attorno al 420 e inizia la sua invasione durante gli ultimi giorni dell'Impero d'Occidente
c) Maometto nasce ai tempi di Giustiniano e inizia la sua invasione alla fine della guerra Greco-Gotica
d) I seguaci dell'Islam aspettano più tempo del dovuto e ritardano l'invasione della Siria di 30 anni

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Gli risponde Tommaso Mazzoni:

a) O va verso est o va a finire male.

b) L'occidente è debole, ma l'Oriente no; e se non sbaglio i Persiani non stanno troppo male, in quel momento. quindi, mi sa che o si espande a Sud e forma una talassocrazia nel Mar Rosso e nell'oceano indiano, o va a finire male.

c) Dipende; nonostante i grandi sforzi profusi in Italia, l'Impero Romano d'Oriente di Giustiniano è ancora solido abbastanza da reagire; Un tentativo comunque lo può fare, ma secondo me favorisce la Persia, che non sta male, all'epoca.

d) Potrebbe dare a Bisanzio il tempo per rinforzarsi; ancora una volta dovrebbero puntare verso est...

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Anche Iacopo Maffi dice la sua:

a) Invasione araba ai tempi di Traiano: la nuova religione si identifica con l'elemento semitico e si scontra con lo sviluppo del rabbinismo fariseo. Adriano interviene contro gli Arabi a favore degli ebrei. Arabia e Iraq sono conquistati, ma anche fonte di continue tensioni. L'Islam si diffonde in Siria ed Egitto, scalzando il cristianesimo. Gli imperatori successivi hanno un atteggiamento ambivalente, usando l'Islam contro il Cristianesimo e i Persiani, ma appena la nuova religione diventa relativamente più forte di Roma, avviene la scissione. Zenobia trasforma il suo regno in un impero Islamico, che incorpora rapidamente la Persia dove i Sasanidi si ritrovano i mussulmani tra i piedi e si devono convertire o esserne tritati. La cristianità deve dire addio ad Egitto e Levante con quattro secoli di anticipo, mentre l'Islam potrà inglobare i Padri del Deserto.

b) Invasione ai tempi di Arcadio: l'Oriente non era messo male, ma neppure così bene. La superpotenza geopolitica Bizantina era ancora tutta da costruire, mentre gli Unni erano un problema concreto e i germani non avevano ancora finito di stanziarsi (quindi potevano trasformarsi in un problema gravissimo per la Città in ogni momento). Inoltre anche i Persiani avevano dei problemi, anche se non così tremendi come quelli di Roma e Costantinopoli. Credo che in questo caso si sarebbe avuto uno scenario opposto alla HL: i Romani crollano, Egitto, Asia Minore, Levante sono inglobati nel Califfato mentre i barbari ariani, opportunamente convertiti all'islam, fanno fuori ogni sacca di resistenza romano-cattolica. Ad est invece i Sasanidi resistono, magari integrando i monti del Caucaso nel loro dominio e perdendo qualche cosa per strada. Questo Islam sarebbe innanzitutto un'eresia cristologica accompagnata da una nuova elaborazione del diritto che si affiancherebbe a quello romano e a quello germanico integrandoli.

c) Invasione ai tempi di Giustiniano: complicato. Giustiniano causò gravi divisioni nella Cristianità, ma fu anche un grande unificatore. Se una grave invasione dovesse sconvolgere il Levante e l'Egitto, forse il progetto di Guerra Gotica non sarebbe nemmeno pensato. Ma Giustiniano era una scaltra canaglia, e un orgoglioso (chi ci ricorda?). Dunque potrebbe decidere di invadere comunque l'Italia, e di trattare coi nuovi arrivati in funzione anti-monofisita. E così 'Umar i ritrova davanti uno che vuole parlare... Le prospettive sono allettanti. O si forma una cosa a tre come ai tempi di Safavidi, Ottomani e Mamelucchi, o la situazione si evolve in maniera simile a quella di Traiano.

d) Invasione ai tempi di Costante II o Costantino IV: Al tempo del primo la capitale Imperiale era Siracusa... potrebbe succedere di tutto. Al tempo del secondo un po' meno. In ogni caso, se il fronte non crolla, e non vedo perchè dovrebbe, l'Islam viene bevuto dal rinnovato impero Romano come acqua in una spugna, e da origine a conversioni, dibattiti, eresie, e magari ad una scissione dell'Impero. L'Impero del settimo secolo avanzato, battuti i Sasanidi e rimasto senza rivali, sarebbe stato uno stato multiculturale, espansionistico, pronto a fare un grande balzo geopolitico fino all'India... e l'Islam sarebbe stato il mezzo perfetto!

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Ora, tutta una serie di spunti per ucronie islamiche scritte da Iacopo, divise in periodi storici:

Ucronie islamiche fino alla battaglia di Kerbala

1. Niente semiti: i semiti non lasciano la loro urheimat. Formazione di una compagine culturale siro-armeno-anatolica, pagana.
2. Niente Mazdeismo: senza la predicazione di Zarathushtra gli iranici non sono ricettivi al messaggio religioso arabo-ebraico. Il monoteismo stretto rimane una questione privata dei beduini.
3. Niente Cristianesimo: l'Impero Romano è saldamente pagano, il cristianesimo non sfonda, la componente cristiana dell'Islam è sostituita da quella mazdea, la penetrazione in occidente più ardua.
4. Arabia Felix: l'Arabia è una provincia romana, la cultura greco-latina è matrice di quella araba (vedi Il Canale di Augusto).
5. Hanif: Maometto rinuncia al messaggio "sociale", l'Islam si sviluppa come un buddhismo strettamente monoteista. Niente Hijra, islam assimilabile all'esicasmo.
6. Uthman il predicatore: Uthman converte il Negus d'Abissinia, l'Islam penetra in Africa Orientale fin da subito, grandi scoperte geografiche in epoca Fatimide.
7. Niente Khalifa: senza una guida singola, l'islam si frammenta già nel suo primo secolo di storia, non raggiungendo la sua attuale estensione. Alcuni processi storici sono più rapidi.
8. 'Alì primo Califfo: l'islam riconosce il carisma divino della famiglia del Profeta. Fitna fra la fazione del Califfo (radicale) e i neo-convertiti alleati dei mercanti meccani.
9. Niente 'Umar: invece di 'Umar diventa Califfo 'Uthman o Khalid. L'islam è privo del suo (forse) maggiore genio poliedrico. In pratica, l'islam non esiste come noi lo conosciamo. L'Arabia si rafforza ma non si espande. La lotta a due fra Sasanidi e Bizantini diventa una lotta a tre. Infine, Arabia e Persia andranno comunque incontro ad un destino comune (salvo altre rivoluzioni), creando una compagine di matrice persiana molto forte.
10. 'Alì successore di 'Umar: che sia la Shura ad essere forzata ad accettarlo, o 'Umar a favorirlo, 'Alì è il terzo Califfo. Avendo il tempo di portare avanti la sua riforma prima dell'inevitabile fitna, forse ha successo. Pressappoco, è come se i Fatimidi succedessero direttamente ai Rashidun. Resistenza dell'area iranica, che diventa un fronte durissimo per l'Islam. Oggi, forse, solo l'Iran sarebbe sunnita.
11. l'inefficacia di 'Uthman: la distruzione degli apocrifi coranici portata avanti da 'Uthman non avviene: non esiste un solo Corano ma molti. Lo Shiismo di tipo ismailita ha vita molto più facile, sette come u Drusi o i Bahai si diffondono in tutta la Umma, minandone alla radice la resistenza a lungo termine: l'Islam non è una religione unitaria, e spesso è difficile distinguere fra Islam e Crisitanesimo.
12. Fitna contro 'Uthman: il progetto fiscale di 'Uthman gli si ritorce contro, i generali meccani non Umayyad gli si ribellano, e il Califfato finisce.
13. Niente clan Umayyad: le divisioni fra gli arabi non approdano all'egemonia di un solo clan. Medina non decolla come capitale. I signorotti arabi si rivolgono in maniera più decisa ai propri affari, rimanendo isolati dalle masse (non si ha il grande investimento edilizio e quindi sociale di 'Uthman). Il risultano più probabile è l'impossibilità di una Rivoluzione Abbaside. Col tempo, l'egemonia arabo-islamica andrà estinguendosi e non penetrerà nel cuore delle popolazioni conquistate.
14. 'Uthman sa valutare gli uomini, oltre che gli affari: il Califfato non va incontro alla crisi, alla corruzione e alla fitna alla fine del regno di 'Uthman. Il saggio mercante riesce a contemperare le esigenze del suo clan e delle popolazioni di Egitto e Siria. Il periodo dei Rashidun continua per almeno un altro mandato -forse Mu'awiya, se non è stato mandato a Damasco, di certo non 'Alì. Alì medesimo però, scavalcato per la QUARTA volta potrebbe alterarsi...
15. 'Alì rifiuta il potere: magari si crea un regno per sé in Yemen, in Andalusia (!!!) o altrove, e volta le spalle ad una Umma che si è dimostrata indegna. Il regno dei Califfi si sfalda, e servirà ben più della rivoluzione Abbaside per riunificarlo.
16. Niente Umayyad: 'Alì fa secco Mu'awiya al primo colpo (magari con l'aiuto di Aisha), Marwan va in esilio. Rafforzamento dell'Umma, ma blocco di ogni successiva espansione: né l'Asia centrale, né l'Africa Occidentale né la Spagna sono inserite nell'impero. Consolidamento in Iran Occidentale. Come prosegue?
17. Aishidi: Aisha ha successo nella sua insurrezione contro 'Alì. Basra rimane nelle sue mani, e così lentamente tutto l'Iraq. 'Alì è sconfitto e martirizzato, e 'Aisha fonda un Califfato ginocratico in Mesopotamia e nel Golfo. La Sunna sarà prima degli hadith di Aisha, e forse ci sarà una terza setta, né shiita né sunnita.
18. Mu'awiya sconfitto a Siffin: 'Alì governa in pace per altri dieci anni, cedendo poi il seggio califfale ad Hassan. Decadenza della Siria e mancato decollo dell'Islam nel mediterraneo.
19. Niente Kharigiti: guerra fredda nella Umma, ritorno alla situazione di stallo e di divisioni in due dell'area mediorientale precedente alla conquista islamica. Umayyad e Abbasidi (in Asia centrale) contro Alidi e Fatimidi (in Africa Occidentale).
20. Hassan fra i Kharigiti: Hassan rifiuta il denaro offertogli da Mu'awiya per rinunciare al califfato, e si rifugia fra i kharigiti portando avanti la lotta iniziata da suo padre. Lo shiismo comincia a dare problemi fin da subito, penetra a fondo nella cultura iranica, e forse la Rivoluzione Abbaside è marcatamente shiita.
21. La Shura sconfessa Mu'awiya: che sia perchè si è dissanguato contro gli oppositori, o perchè gli manca il supporto di qualche alleato fedele, Mu'awiya non riesce ad imporre Yazid come suo successore. Le tribù arabe parteggiano per Husayn o per un terzo candidato, e l'impero Umayyad finisce prima di cominciare.
22. Hussein vittorioso a Kerbala: è improbabile, ma se i partigiani dell'Alide avessero resistito a lungo, forse le province si sarebbero ribellate, e Yazid non sarebbe potuto divenire Califfo a tutti gli effetti....

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Ucronie del Califfato Imperiale

1. Al A'raf ovvero I Muraglioni: gli Umayyad costruiscono un vallo contro i popoli dell'Asia Centrale. Prosecuzione delle dinamiche turco-irancihe ad est, e profonda arabizzazione dell'Iran occidentale.
2. Hind: il Califfato conquista l'India politeista duecento anni prima di Mahmud Ghazni. La Cultura indiana giunge a Baghdad e molte sono le traduzioni dal sanscrito all'arabo - ed al latino!
3. Califfato perso-arabo: i persiani vengono integrati molto più efficacemente già in epoca umayade (sa Dio come). Mancata fusione fra sciismo e interessi iranici: lo sciismo si diffonde fra i turchi.
4. Da Merv con furore: Abu Muslim, scavalcati i suoi finanziatori hashemiti, prende direttamente il potere a Damasco.
5. Banu Hashim per davvero: gli hashemiti trovano un punto di accordo con un Alide qualunque. Grande scisma dello shiismo: gli Abbasidi saranno settimani (come i Fatimidi). Mancato sviluppo del fiqh.
6. Rivoluzione industriale Abbaside: diffusione della manifattura, libera ricerca scientifica e nascita di un nuovo modello sociale. Il fiqh deve adeguarsi, anche se rimangono frange luddiste.
7. Niente Ibn Hanbal: gli Abbasidi riescono a non perdere il controllo delle masse, gli 'ulema e i filosofi sono costretti a convivere, ma il fondamentalismo non si radica - almeno non nella capitale.
8. Fatimidi in Spagna: Spagna sciita, traduzione in latino dei testi neoplatonici. Ibn 'Arabi è ancora più orientato verso lo sciismo.
9. Niente Ghazali: per qualche motivo, uno dei più grandi geni dell'islam non si da alla filosofia, o se lo fa le sue opere non arrivano in Andalusia. L'Occidente consocerà solo superficialmente Aristotele, ma molto bene Plotino.
10. Talas mon amour: disastrosa sconfitta araba a Talas, i turchi oghuz invadono l'impero ancora prima di essere islamizzati.
11. Sultan a chi?: Mahmud Ghazni decide che sarebbe bello essere Califfo, ed assume quel titolo in opposizione all'abbaside. Gli Sciiti lo supportano creando una distinzione fra imam e khalifa.
12. Shanameh: Mahmud ghazni accetta di comprare lo Shanameh da Firdusi. Profonda intesa fra iranici e turchi.
13. Niente Hilal: i Fatimidi non devono spedire i Banu Hilal e i Banu Sulayman i Nordafrica, o non hanno le risorse per farlo. Il Maghreb non viene arabizzato e rimane berbero fino ai giorni nostri.
14. Niente Manzicerta: Arpa Arslan, su consiglio del saggio Nizam, non va a stuzzicare i Bizantini. Le crociate potrebbero dunque essere rimandate.
15. Il Terzo Califfato: Hassan Sabbah è trascinato in catene davanti a Nizam e a Malik Shah. I Selgiuchidi creano un loro Impero, stabile e duraturo.
16. Assas-i: Malik Shah fa eliminare Nizam e si prende Hassan Sabbah come Vizir.
17. Niente Mamelucchi: l'istituzione degli schiavi della sacra persona non si sviluppa, la reclusione del Califfo non è così totale. L'impero collassa prima, a causa delle sommosse urbane, ma i turchi hanno vita più dura.
18. Mamelucchi Africani: la conquista islamica dell'Etiopia porta gli africani nilotici ad essere acquistati come schiavi soldati. Una seconda corrente migratoria sud-nord si aggiunge a quella turca nord-sud.

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Ucronie del Crollo

1. Crociate Anatoliche: l'impegno dei Franchi si concentra in Anatolia. L'influenza turca è stroncata sul nascere e sostituita da quella armena.
2. Le Crociate riescono mediamente: minoranze cattoliche in tutto il Levante, di importanza tale da condizionare la politica dei secoli successivi.
3. Prete Gianni: alleanza fra Crociati e Mongoli. Ilkhan cattolici (!!!).
4. Corrado vince a Dorileo: la seconda crociata ha successo,. Damasco è crociata e Federico II ha più influenza nell'outremer.
5. Egitto Crociato: Nureddin non si fida a mandare Salaheddin in Egitto, ed un generale meno capace viene sconfitto dai crociati. Benché l'Imamato fatimide non cada, l'Egitto diventa un covo di Assassini.
6. La Terza Crociata riesce: il Barbarossa non affoga, Filippo II non è un accidioso e Riccardo non è un punk. Gerusalemme resiste fino allo stallo, Saladino perde la benedizione degli Ulema. Ovvero: Saladino Assassinato: senza l'Ayyubide, la resistenza islamica si sfalda. l'Egitto dovrà accettare un dominio sciita.
7. Federico II Mussulmano: lo Stupor Mundi si converte, creando una nazione di cultura europea e religione islamica. Grande scandalo per entrambe le religioni.
8. Hulegu tira dritto: Hulegu risparmia Alamut. Rinascita islamica ismailita.
9. Hulegu in Anatolia: la nascente civiltà dei ghazi turchi viene stroncata, il sufismo moderno non esiste e l'Asia Minore è una terra desolata non meno dell'Afghanistan.
10. Golia!: Hulegu stronca i Mamelucchi in Galilea, e marcia su Alessandria. 
11. Khan d'Occidente: Hulegu non torna nelle steppe per il Kuriltay, ma si ferma in Persia, da dove dirige la nascita del nuovo Khanato, compiendo un genocidio.
12. Ilkhan pagani: Ghazan non si converte allo sciismo duedecimano. 
13. Orda Rossa: i Khan dell'Orda d'Oro non si convertono all'Islam, forse fidandosi poco della mano tesa dei Mamelucchi. Questi ultimi si rivolgono quindi ai Georgiani e agli Armeni, che avrebbero buoni motivi per darsi all'Islam. i mongoli della Russia passano all'ortodossia.
14. Timur Buddhista: i finanziatori Ming preferiscono non rischiare, e Tamerlano riceve l'ordine di adorare i demoni come il suo antenato. L'Asia centrale è buddista.
15. Timur in Cina: il terribile tiranno riesce nel tentativo di rivoltarsi contro i suoi padroni: il Turkestan orientale diventa definitivamente islamico.
16. Rinascita Mamelucca: il sistema conciliare dei Mamelucchi si diffonde: avremo Mamelucchi in Mesopotamia e nei regni post-mongoli. Questo porterà lentamente ad un terzo impero, centrato sull'Egitto e con l'assemblea come organo fondamentale.
17. Niente Ottomani: Semplicemente, Othman è uno dei tanti. la spinta dei Ghazi si esaurisce contro il Bosforo e non nasce nessun potere imperiale. L'Anatolia viene assorbita da Mamelucchi e Persiani.
18. Turchi Ortodossi: gli ultimi bizantini trovano il modo di creare una controcorrente di ghazi ortodossi.
19. Ankara mon Amour: Timur non si ritira dopo la vittoria di Ankara, ma prosegue scacciando gli Ottomani dall'Asia: rimane solo la parte europea del nascente impero.
20. Beyezid Yildrin Abu Dawud: ad Ankara, gli Ottomani, contro ogni previsione, trionfano. l'espansione turca è ancora più rapida, così come il crollo dei timuridi.

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Ucronie dei Tre Imperi

Ottomani:

1. Mille Millet: portando alle estreme conseguenze il sistema dei millet, la società ottomana viene divisa in gruppi sociali verticali, corporazioni e sette. Lentamente scompare l'idea di islam universale, per essere sostituita da quella di islam settario.
2. I Leoni di Lepanto: i Turchi vincono a Lepanto. Le Baleari e la Sardegna cadono nelle loro mani, e forse la Sicilia. Italia e Spagna passano i successivi duecento anni a difendersi.
3. Solimano il Navigatore: colonialismo turco in Africa, apertura di un canale a Suez, rivalità mercnatili a lungo raggio fra portoghesi e turchi. 
4. La Mela d'Oro: i turchi conquistano Vienna nel 1532. Per fare questo, Solimano deve riformare profondamente l'esercito e la logistica. La Germania trema, e il turco punta su Venezia.
5. Solimano il cattolico: su suggerimento del papa, Solimano si converte al cattolicesimo giusto in tempo per apprezzare la santità di Lutero...
6. Leonard-i Vinis: Leonardo alla corte del Magnifico (Solimano).
7. Chaldiran e oltre: Selim I riesce a tenere Tabriz. La Turchia è molto più grande e l'Iran più piccolo, e forse questo riduce l'iniziativa turca in Europa.
8. Niente cappuccio e cornetto: Qara Mustafa trionfa a Vienna. i Polacchi sono respinti, la città cade ed è saccheggiata. Gli imperiali danno la colpa ai luterani. Asse Parigi-Koningsberg-Costantinopoli. La riconquista dei Balcani non assume la forma imperale.

Safavidi:

1. Ismail il Pazzo: cresciuto nascosto nelle grotte del Caucaso e adorato come un dio da lugubri turcomanni dal cappello rosso, Ismail, prevedibilmente, sbrocca. 
2. Ismail in India: Ismail conquista Delhi, inserendo il Punjab e tutto l'Afghanistan nel suo progetto sciita.
3. Chaldiran a rovescio: la superiore motivazione degli iraniani ribalta le sorti della battaglia. Le armi da fuoco si diffondono meno in oriente, l'Anatolia orientale e la Siria rimangono safavidi. Ma soprattutto non avviene la despoliazione della regione compresa fra Anatolia e Caspio, che rimane un ricchissimo motore economico-politico.
4. Abbas il Navigatore: dal porto di Hormuz le navi persiane giungono nell'Africa orientale e in Indonesia, dove nascono città-fortezze bantu-iraniche dipendenti da Isfahan.

Mughal:

1. Babur in Persia: Babur preferisce non rischiare in India e invade la Persia nel nome dell'Islam sunnita.
2. Babur Sciita: i Mughal stringono relazioni ancora più strette con i persiani.
3. Guru Akbar: Akbar riesce nel suo progetto di religione sincretistica: con i sikh come suoi alleati, diffonde nel suo impero la Din-i 'llahi, la sua forma di unione mistica fra Islam e Paganesimo indiano. 
4. Sulahkul eterna: Aurangzeb non rinnega la politica di tolleranza dei suoi antenati, la convivenza fra mussulmani e indù nei secoli successivi è più facile.
5. Akbar il Navigatore: tocca ai Mughal sviluppare una potente flotta e colonizzare l'Indonesia.

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Ucronie islamiche del periodo coloniale

1. Vienna Brucia!: Qara Mustafa sconfigge Sobieski e conquista Vienna. Crociata nei Balcani, gli ottomani si chiudono all'occidente. Niente Capitolazioni.
2. Mamelucchi Turchi: la carica di Sultano passa al successore attraverso il Devshirne e non l'Hare,. I sultani saranno più qualificati, e la decadenza dell'impero più lenta.
3. Qajar Sunniti: i Qajar, tanto per non sbagliare, decidono di levarsi dalle scatole gli ulema sciiti, sprofondando la Persia in una guerra civile disastrosa.
4. Guerra Franco-Indiana: gli inglesi scacciano i francesi dall'Acadia e dal Québec, creando un'unica enorme compagine coloniale in Nordamerica, mentre l'iniziativa in India passa ai francesi stessi.
5. Yorktown: Cornwallis sconfigge Washington, le Tredici Colonie rimangono oppresse dagli inglesi ancora per una generazione. Di riflesso, il potere inglese in India si consolida più lentamente.
6. Ogni Cosa si è Fatta Rossa: la Prima Guerra d'Indipendenza Indiana ha successo. La ribellione, profonda e inarrestabile, costringe gli inglesi a concedere ben più del raj.
7. Napoleone fuma il Narghilè: Napoleone e Mohammed Alì si coalizzano. Mentre il Corso torna in Europa, il rivoluzionario d'Oriente marcia su Costantinopoli. Grazie al supporto francese, l'Egitto diviene un paese rivoluzionario.
8. Niente Crisi del Cotone: gli Stati Uniti non vanno incontro alla guerra civile, o per qualche altro motivo non si ha la crisi del mercato del cotone che spinge il khedivè Ismail ad investire su questo prodotto. L'Egitto non va in bancarotta e resiste meglio all'influenza inglese. Come risposta, la Francia non invade l'Algeria.
9. Il Genocidio Algerino: i francesi fanno anche peggio. Centinaia di migliaia di persone sono abbandonate a morire nel deserto, altre vengono deportate a forza in Marocco, Libia o nelle colonie. L'Algeria diviene etnicamente francese. Otterrà l'indipendenza dubito dopo la guerra, in maniera cordiale, ed avrà problemi analoghi al Sudafrica.
10. Indie Orientali Inglesi: gli inglesi preferiscono importare manodopera in Indonesia a partire dall'India piuttosto che dalla Cina. Così, invece che avere una recrudescenza islamista (anti-cinese), al momento dell'indipendenza, avremo una recrudescenza induista (anti-bengalese).

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Ucronie della Riforma Islamica

1. Wahhabismo militante: Ibn Saud fa assassinare Abdul Wahhab e si proclama Califfo. Il movimento Wahhabita è ancora più radicale e violento, e strettamente legato alla famiglia Saud.
2. Wahhabismo Arabista: mancando l'influenza wahhabita, il movimento deobandi non decolla. L'India conoscerà solo i modernisti laici.
3. Vittoria d'India: Sir Sayyid Ahmand viene scelto personalmente dalla Regina come consulente per l'India. Fa una brillante carriera, fino ad essere nominato Lord Protettore (OK, questa è fantasia). L'islam è più forte in india, ma molto meno radicale.
4. Jamaludidn-i Afghan il Mussulmano Nero: durante il suo viaggio negli USA Jamaluddin-i Afghan converte molti ex schiavi all'islam. Il movimento dei mussulmani neri nasce a metà dell'ottocento.
5. Jamaluddin-i Afghan riformatore dell'Iran: Nasruddin comprende il potenziale di questo riformatore e ne fa la bandiera dell'indipendenza dell'Iran. Le sue idee si diffondono tra gli ulema, e l'Iran fa un balzo in avanti di cinquant'anni.
6. Guerra civile Iraniana: nel 1906 Muzaffar Qajar non solo concede la costituzione, ma è costretto all'esilio. Si organizzano libere elezioni, seguite da pogrom contro gli ulema. Ben presto il paese cade in una guerra civile fra clero e modernisti, che si può concludere con l'occupazione straniera.
7. Rivoluzione Turca: nel 1876 la situazione ottomana esplode. Invece che marcire lentamente, per svariati motivi l'impero precipita nel caos. Russi e Armeni marciano da Est, gli arabi si rendono indipendenti quanto prima. La risposta è un governo rivoluzionario laico e agguerrito, che risponde al fuoco col fuoco.
8. Turchia Alleata: il CUP decide di scommettere contro gli alleati storici tedeschi, e si allea con gli Inglesi.
9. Inglesi a Istanbul: l'operazione inglese a Gallipoli ha successo, e Istanbul cade nelle mani degli alleati. Dopo la guerra, sarà probabilmente ceduta alla Grecia.
10. Rivolta Araba revisionata: la lotta fra Turchi, Sauditi e Hashemiti porta ad un esito differente. Guerra intestina fra wahhabiti e salafiti, l'Arabia è divisa. Il wahhabismo dovrà aspettare l'era del petrolio per uscire dal Nejd. Come cambiano, ad esempio, i Fratelli Mussulmani?
11. Regno Arabo: il sogno di Lawrence si avvera: una Casa comune per tutti i Semiti dell'Asia, sotto il regno della dinastia Hashemita.

Che ne dite? Per far conoscere all'autore il vostro parere, scrivetegli a questo indirizzo.

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Sembra che i cosiddetti numeri arabi si riferiscano agli angoli che i loro simboli formano: 1 presenta un angolo, 4 ne ha quattro, 0 nessuno e così via!

Sembra che i cosiddetti numeri arabi si riferiscano agli angoli che i loro
simboli formano: 1 presenta un angolo, 4 ne ha quattro, 0 nessuno e così via!

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Diamo ora la parola a feder:

Al-Kadhdhāb

Il titolo di questa mia ucronia fa riferimento al Mentitore, così come è ancora oggi popolarmente definito il potente signore dell'harem di Yamama, Maslama ibn Ḥabīb (Musaylima è quaso sicuramente un diminutivo attribuitogli per vezzeggiarlo dopo la vittoria della linea maomettana). Secondo la vulgata, egli accrebbe il suo già notevole potere performando miracoli di vario genere, dalla resurrezione di piccoli animali all'inserzione di oggetti troppo grandi in contenitori troppo piccoli, tanto che non solo le genti del suo clan, ma presto anche le genti delle tribù vicine gli riconobbero non l'umile soprannome di Rasūl Allāh, come nel caso di Maometto, bensì addirittura il titolo di Rahman, il Grazioso, ovverosia colui che concede la grazia (paragonabile alla clementia romana nel senso che è la concessione di un potere superiore che ti consente di fare quel che preferisci in virtù della sua benevolenza; Dio, insomma). Cominciò poi a parlare in prosa ritmica, in imitazione del Corano; è ragionevole supporre dunque che questo fosse l'atto fondativo di una sua propria religione oltre che di un effettivo potere. Siccome poi la sua fede era grandemente più concessiva di quella maomettana (libertà dei riti sessuali e di assunzione alcolica sono soltanto il primo esempio che mi viene in mente), essa crebbe in fedeli e seguaci rapidamente, fino a costituire una seria minaccia per la nascente Comunità di coloro che sono sottomessi (in lingua originale: al-Umma al-islāmiyya).

Storicamente Maometto fu a lungo più debole, tanto che nell'anno 10 dell'Egira, Maslama si prese la libertà di scrivere all'altro profeta vivente allora in Bilad al-Arab, e di fatto suo rivale, salutandolo con queste scherzose parole: «Da Musaylima, Messaggero di Dio, a Muhammad, Messaggero di Dio. Salute a te. Ho una parte con te in questa materia (grave insulto: si riferisce all'aver ricevuto un'altra profezia equivalente rispetto all'Inviato, quando quest'ultimo aveva reso ben chiaro di essere l'Unico profeta vivente e l'Ultimo che Allah aveva stabilito di inviare sulla Terra). Metà della Terra appartiene a noi (qui fa commistione tra fedeli) e metà ai Quraysh (la tribù più potente d'Arabia, che ancora occupava la Mecca e all'interno della quale lo stesso Maometto era nato). Ma i Quraysh sono gente che trasgredisce.» Come c'era da aspettarsi, la risposta del vero Profeta (pace e benedizioni su di lui) fu terribile: «"Da Muhammad, il (l'unico) Messaggero di Dio, a Musaylima, l'arci-mentitore. Pace su chi segue (la guida) di Dio. Ora, sicuramente la Terra appartiene a Dio, che l'affida a chi vuole tra i suoi servi. La conclusione ultima appartiene a chi teme Dio (sottinteso: io, e non certo te che pratichi strani riti associatori, volgarmente detti magie).»

La cosa, per Maslama, parve concludersi lì: se non abbiamo notizia di un proseguimento del carteggio fra i due ben guidati, allora è ragionevole supporre che il signore dell'harem di Yamama, forte e ricco com'era, dovette farsi una grassa risata, gettando alla fiamme la missiva di Maometto. Ma, dice il detto, ride bene chi ride ultimo. E come immagino sappiate, furono i seguaci del vero Profeta (pace e benedizioni su di lui) a trionfare infine; questo perché, dopo la morte di Maometto, ascese alla carica di primo califfo ʿAbd Allāh ibn Abī Quḥāfa, detto al-Ṣiddīq, ovverosia Colui che porta Verità con Grandezza, e conosciuto più spesso in Occidente con lo pseudonimo di Abū Bakr. Costui era uno dei primi notabili convertiti alla vera fede da Maometto; in virtù di ciò, oltre che estremamente facoltoso, si può ritenere senza fallo che avesse goduto di un'educazione aristocratica tale per cui fu in grado di guidare con successo le armate (e gli animi) dei timorati di Dio, riscuotendo vittoria dopo vittoria. Abū gli inviò contro un potente esercito, se armato alla bell'e meglio comunque comandato da generali di prim'ordine e anzi coadiuvato da schiere di addestratissimi assassini, che, si dice, fecero pagare a Maslama le sue menzogne con la vita. Così si concluse l'esperienza indipendente dell'harem di Yamama, così come quella degli altri arabi della penisola, presto sottomessi e unificati alla grande armata messa in piedi dal Successore (khalīfa), che con altrettanta rapidità invase e prese come terreno d'insediamento per la neonata Comunità un territorio vastissimo e sempre crescente, che al suo apice avrebbe congiunto l'Atlantico alla Cina.

Ora, ho pensato a vari PoD:

1) Maslama non esiste. Yamama, e tutto il Najd sono annesse all'Umma già sotto Maometto, tanto che il messaggio del Libro giunge a unire tutte le tribù della penisola mentr'egli è ancora in vita. Possibile un attacco agli imperi mentre Cosroe II o, alternativamente Eraclio sono ancora in vita? A quel punto, con la sconfitta accusata che stiamo dando per scontata, la Comunità non tarderebbe a spaccarsi nelle sue molteplici tribù, riportando la lancetta dell'orologio a prima che il Profeta fosse esistito. L'Arabia, scottata, manterrà ancora oggi la sua forte suddivisione clanica, abbandonando la ripartizione in tribù solo parzialmente nel corso del Medioevo con la formazione di regni (giudeo-)cristiani (o zoroastriani) su base territoriale in perenne lotta fra di loro. Probabile che avvenga una riunificazione nazionale prima o poi, sempre che gli imperi o si combattano o crollino comunque, senza che uno (Roma) vinca sull'altro (Persia), dato che a quel punto l'Arabia verrebbe inesorabilmente assorbita dall'Impero;

2) Maslama vince su Maometto prima che il primato di Abū Bakr si affermi, cosicché l'Arabia, col tempo, viene comunque unificata, ma manca quel grande genio militare che permise la conquista dell'intero mondo allora conosciuto; le energie di quest'Umma allostorica (ammesso che se nella versione diversa di questo Corano sarebbero state alimentate) si sfogano sul mare, conducendo alla penetrazione presso le coste africane, a lungo raggio, allo stabilimento di basi in Indocina e Indonesia (precoce islamizzazione della zona) e alla presa di commerci con la Cina, e infine all'ingresso in India, ma da sud, tanto che il subcontinente avrà in questa TL una distribuzione di genti e, soprattutto, religioni invertita. Impero romano e sasanide si salvano; che i successori di Eraclio assorbano quest'ultimo, rinvigorendo i fasti dell'impero al punto, oppure permarrà la più lunga guerra fredda di sempre (dalla conquista della Siria effettuata da Pompeo nel 64 a.C. alla battaglia del Yarmuk, vinta dai musulmani nel 636);

3) Maslama non brucia la risposta di Maometto, anzi, punto nell'orgoglio, si premura di controbattere armandosi di teologia; col tempo, nonostante le divergenze, si instaura un dibattito che diviene dialogo fra i due profeti, cui corrisponde pacifico scambio di persone e merci fra le due Comunità. Alla morte di Maometto, la più importante barriera tra entrambe cade; Abū Bakr viene eletto comunque, ma, onde perseguire la certezza della sicurezza dei seguaci dell'Inviato di Dio (pace e benedizioni su di lui), decide finalmente di tagliare la testa al toro e concludere l'ostilità fra le Comunità. Infine, il terzo Califfo, ʿUmar ibn al-Khattāb dallo spirito guerriero, cede agli indugi e si allea con Maslama e i suoi fedeli: insieme, le Umma marciano sulla Mecca, massacrando i Quraysh e bruciando i simboli degli associatori: è una grandissima vittoria, e il paese degli Arabi viene spartito fra le due comunità, con quella maomettana che stabilisce la propria capitale a Yathrib, ormai definitivamente nominata Madīnat al-Nabī (la città del Profeta) e domina l'Hejaz, mentre quella orientale si stabilisce una volta per tutti in Yamama, urbanizzando le genti del deserto in una larga confederazione tribale che permea tutto il Najd. Certamente l'amicizia non rimarrà così stabile anche in seguito: guerre saranno combattute fra comunità tutte pervase dal fanatismo, tali da mettere in gioco la stessa persistenza della situazione, più spesso condotte dai califfi verso i figli di Maslama, suoi eredi. Ma quando i Rashidun si esauriscono, allora la palla passa ai Maslama: il ruolo di dominatore gira così da un lato all'altro della penisola, senza mai essere risolto, complice anche la penetrazione di capitale e risorse degli imperi rivali di Roma e Ctesifonte presso questo o quel contendente allo scopo di combattersi per procura, come già avveniva tra Ghassanidi (per conto del Cesare) e Lakhmidi (per conto dello Shah). Probabile dunque, oltre la persistenza di residui pagani nell'Hadramut (vinti, ma non sconfitti: non per nulla lo Yemen si considera ancora oggi tutt'altra cosa rispetto agli altri arabi e non manca mai di farlo notare. Fino a quando resterà ancora spaccata l'Arabia? Si riunificherà, prima o poi, o le divergenze fra fedi saranno tali da non concedere un esito diverso del conflitto perpetuo? Con quali enormi conseguenze sulla storia futura?

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E ora, la domanda postaci da Enrico Pizzo:

Il collasso dell'Impero Gupta, avvenuto verso il 470 d.C., balcanizzò l'India in una "galassia" di stati. L'alta densità di popolazione e le enormi dimensioni del subcontinente fecero sì che alcuni di questi stati successori continuassero a mantenere una dimensione e una struttura Imperiale. Tra questi sicuramente il più notevole è l'Impero Chalukya, che per circa quattro secoli controllò l'intero altopiano del Deccan oltre ad avere nell'VIII secolo un ruolo di primo piano nel respingere le prime offensive del Califfato. Ora, immaginiamo che all'indomani della battaglia di Nihavand lo Shāh Yazdgard III scelga di ritirarsi non a Merv bensì a Bauterna, nel Turan Sasanide, inviando la famiglia Imperiale a Badami, non solo per garantire loro la protezione, ma anche per sollecitare l'intervento dell'Impero Chalukya nella guerra contro il Califfato. Che accade?

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Gli replica Paolo Maltagliati:

Offri il destro per una ucronia dalle conseguenze dirompenti, ma più che una questione di ignoranza nostra, è anche una questione di ignoranza delle fonti in generale. Resta il fatto che:

A) il crollo dei Gupta sotto i colpi degli unni Alconi prima ed Eftaliti poi ha lasciato un vuoto di potere nella valle del Gange che sì, venne riempito, ma non in maniera duratura o stabile (a parte Calukya, abbiamo l'effimero ma grandissimo regno del re Harsa dei Pushyabuti tra fine sesto e inizio settimo secolo, o i Chalakuri)

B) In India funziona molto meno che in Europa l'assunto che se sconfiggi un nemico, poi conquisti anche il suo territorio. Sconfiggere un rivale vicino molto spesso voleva dire che tre quarti del suo regno era pressoché letteralmente abbandonato a se stesso, con una conquista diretta nemica solo delle aree di conflitto che al vincitore interessavano.
Questo vuol dire che le cartine coi confini tra potenze lasciano un po' il tempo che trovano (anche perché si basano o sulle dichiarazioni di dominio sulle steli e sui pilastri commemorativi, che il più delle volte sono gonfiate, o sulla diffusione delle monete, che però non sempre vogliono significare controllo diretto, anzi).
Tutto questo per dire che i Calukya nel VII secolo erano sì la dinastia più potente dell'India, ok, ma il loro dominio su territori fuori dal Deccan andrebbe preso con notevolissime pinze e, in generale, da non sopravvalutare la loro proiezione militare

C) Le fonti in India già in generale sono prevalentemente archeologiche per i periodi pre-islamici, in particolare il periodo post-Gupta non abbonda, fornendo un quadro non sempre chiaro, anzi. Il che vuol dire che della vera proiezione di potenza militare e controllo del territorio, come già anticipavo nel punto precedente, abbiamo un'idea anche meno precisa dello standard già basso del subcontinente indiano

Ciò premesso, secondo me, a meno di non partire da più lontano, la via maestra per avere un regno centrato nel Punjab o comunque nell'Hindustan occidentale capace di intervenire davvero nelle faccende persiane o centro-asiatiche, non sarebbe puntare sui Chalakuri o sui Calukya, quanto piuttosto che gli Unni Alconi creino un regno stabile e duraturo (anzi, a tal fine, sarebbe addirittura meglio che i Gupta crollassero anche prima, se non subito nel tardo IV secolo sotto i colpi degli Unni, magari già con gli Unni Kidariti).
La strada diametralmente opposta, ma meno verosimile, sarebbe che i Gupta riuscissero, al contrario, a vincere a tal punto contro gli Unni Eftaliti da espandere la loro influenza oltre il passo di Khyber, facendo degli stati Unni dei vassalli, che sarebbero stati un ottimo cuscinetto per future invasioni da ovest.

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C'è spazio anche per queste idee di Pedro Felipe:

Ho un'altra proposta: l'Islam, o comunque una grande religione monoteistica, non nasce in Arabia, ma presso un altro popolo nomade, che grazie alla forza di coesione del nuovo credo riesce a creare un grande impero come quello arabo della nostra Timeline. Si danno diverse ipotesi:

1) Berberi: in questo caso conquisterebbero il Nord Africa, la Spagna e forse si spingerebbero anche oltre visto che non devono preoccuparsi di altri fronti. Probabilmente sottometterebbero anche i popoli del Sahel e della Guinea., unificando l'Africa settentrionale e occidentale.

2) Mongoli: invasioni anticipate e creazione di un impero simile a quello della nostra Timeline, con la differenza che invece di adeguarsi alle religioni dei vari popoli sottomessi imporrebbero ovunque la propria, che oggi potrebbe essere la religione comune a tutti i popoli asiatici.

3) Tribù delle Grandi Pianure: vista l'assenza dei cavalli potrebbero avere difficoltà a conquistare tutto il Nord America, ma probabilmente creerebbero un impero esteso alle zone centrali che rappresenterebbe lo zoccolo duro della resistenza dei nativi e che potrebbe tener testa ai pionieri.

4) Araucani: questo popolo della Patagonia riesce a conquistare la pampa e a espandersi più a nord, inglobando le attuali Argentina e Cile, creando una situazione di “guerra fredda” con l'Impero Inca. Con loro si alleerebbero i conquistadores intenzionati a depredare le ricchezze degli Incas e felici di avere un alleato che possa impegnarli anche a sud. In seguito alla colonizzazione spagnola dell'area gli Araucani potrebbero, in virtù dell'antica alleanza, conservare un loro stato indipendente in Patagonia, territorio freddo e desolato e totalmente ignorato dagli spagnoli. Su questo stato potrebbero cadere nel ‘900 le mire di Pinochet o del regime argentino, intenzionato a distrarre l'opinione pubblica: in questo caso l'Araucania ricoprirebbe il ruolo delle Falkland nella nostra Timeline, quindi niente guerra con la Gran Bretagna e niente “Mano de Dios”. Anche in caso di vittoria argentina, l'Araucania tornerebbe indipendente in seguito alla caduta del regime, e rappresenterebbe l'unico stato indigeno americano. A meno che il popolo delle pianure dell'ipotesi precedente non riesca a fare altrettanto...

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Diamo ora la parola a Bhrihskwobhloukstroy:

Nell'articolo di Muḥammad Ḥamīdu’llāh, «Embassy of Queen Bertha of Rome to Caliph al-Muktafî billah in Baghdad» (in «Journal of the Pakistan Historical Society», I, 1953, pp. 272-300), si prospetta l'ipotesi che l'obiettivo dell'iniziativa diplomatica annnuciata nella lettera di Berta di Lotaringia al Califfo ’al-Muktafī bi-llāh (riportata nel Kitāb ’al-Hadāyā [o ’al-Ḏaḫā’ir] wa’l-Tuḥaf [“Libro dei Doni e dei Tesori”] di ’al-Qāḑi ’al-Rašīd ’Abu’l-Ḥusayn ’Aḥmad ’Ibn ’al-Zubayr, morto dopo il 461/1069) fosse un matrimonio fra la stessa Berta – che si qualifica Regina di tutti i Franchi e sovrana su ventiquattro Regni, in altri termini Erede di Carlomagno – e nientemeno che il Principe dei Credenti. Le lettera è dell'anno hijrī 293 (iniziato nel novembre del 905 d.C.).

Berta di Lotaringia non era certo «Regina di tutti i Franchi» (cfr., con un'altra interpretazione geopolitico-dipomatica della lettera, Catia Renzi Rizzo, «Riflessioni su una lettera di Berta di Toscana al califfo Muktafî: l’apporto congiunto dei dati archeologici e delle fonti scritte», in «Archivio Storico Italiano», 159 (2001), 1, pp. 3-46; http://www.rmoa.unina.it/1119/); tuttavia, è un fatto che, negli anni immediatamente precedenti, al di là delle contrapposizioni personali, localistiche e spesso di mera sopravvivenza fisica, la Politica di Adalberto e Berta a favore di Ludovico III (il Cieco), Imperatore e sposo di Anna Porfirogenita (unica figlia legittima superstite di Leone VI e Zōḗ Zaoútzaina), portava direttamente alla Riunificazione fra il Sacro Romano Impero e l'Impero Bizantino (nella persona del figlio dell'Augusta Coppia, Carlo Costantino di Vienne).

Di questa eventualità abbiamo già discusso; il quadro d'insieme delineabile è comunque che, in almeno una personalità politica dell'epoca, il senso della comune appartenenza politica delle tre principali compagini politiche del Mediterraneo di allora (quindi succedanee di Roma) era ancora decisamente d'attualità. Secondo me un tale "avvicinamento" prima ancora che avvengano le crociate, si verificherebbe in una stato di "rivalità" religiose non ancora ulteriormente acuito e sedimentato, quindi con una più sostanziosa base di convergenza intellettuale.

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Gli replica Iacopo:

Tra l'898 e il 915 Berta era appunto sposata con Adalberto II... se la data della lettera è corretta (e se èindirizzata a al-Muktafi in persona non può essere più recente del 908), è difficile pensare che Berta fosse tanto spregiudicata da proporre la morte del marito o un legame poliandrico; suppongo dunque che a sposare Abū Aḥmad ʿAlī ibn Aḥmad al-Muʿtamid al-Muktafī bi-llāh (o il suo successore) avrebbe potuto essere la figlia di Berta, Ermengarda -che era della stessa pasta della madre.
Ma un'altra possibile interpretazione: le tante tribolazioni che afflissero Berta fin da bambina erano dovute anche ai dubbi sulla legittimità del matrimonio dei suoi genitori. Berta sarebbe stata affascinata dal diritto matrimoniale islamico e dall'istituto del divorzio, al quale avrebbe potuto ricorrere a piacere se convertita.

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Chiudiamo per ora con la proposta di Enrico Pizzo:

A partire dall'VIII secolo nell'Impero T'ang si verificò un indebolimento dell'autorità centrale a favore dei governatori locali.
Come conseguenza il rapporto di vassallaggio delle tribù Turche dell'Asia centrale divenne puramente teorico.
Un esempio di ciò è la diserzione dei 20000 Qarluq durante la battaglia del fiume Talas nell'anno 751, diserzione che causerà la distruzione dell'esercito T'ang di Gao Xianzhi.
Ma ipotizziamo che gli Imperatori T'ang continuino nella gestione diretta del potere, senza deleghe ai governatori locali. Il prestigio e l'autorità di Chang'an non verrebbero intaccati e la probabilità di una diserzione molto diminuita.
In queste condizioni è verosimile che Gao Xianzhi vinca gli Arabi sul Talas estendendo l'autorità Cinese sul Tokhāristān. Come potrebbe cambiare la Storia?

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