Possis nihil Urbe Roma visere maius!

di Alessio Mammarella

La bandiera dell'Impero Romano sopravvissuto all'Evo Antico

La battaglia di Naisso, che fruttò all’Imperatore Claudio II l’appellativo di “Gotico”, fu una battaglia cruciale per l’Impero Romano, in un momento storico nel quale le invasioni germaniche erano particolarmente frequenti e massicce. Che cosa sarebbe accaduto se Claudio ed il suo principale attendente Aureliano (quell'Aureliano che sarà poi a sua volta un ottimo Imperatore) fossero stati sconfitti e fossero morti in quella grande battaglia? Secondo me il Medioevo sarebbe stato anticipato! È quello che provo a ipotizzare di seguito...

269
L’Imperatore Claudio muore nella disfatta di Naisso contro i goti. Le province illiriche dell’Impero sono indifese di fronte agli invasori. Approfittando di tale situazione, e vista la difficoltà a spogliare ulteriormente la regione, già saccheggiata più volte negli anni precedenti, i vari capi germanici iniziano a prendere possesso di quelle terre.

269
Il Senato romano sceglie come nuovo Imperatore l’esperto comandante Giulio Placidio, che, riunite le residue forze dell’Impero, riesce a impedire che i goti oltrepassino anche le Alpi. Placidio, vista la grave situazione dello Stato, decide di venire a patti con l’Impero delle Gallie, riconoscendone l’Augusto come collega.

277
Sorge nella Mesia Inferiore il primo dei regni gotici di quella che passerà alla storia come “eptarchia gotica”.

288
Carausio, Augusto in Gallia, fronteggia con successo un tentativo di invasione dei franchi, guidati da Gennobaude. I romani, per la prima volta dopo moltissimo tempo, contrattaccano penetrando profondamente nel territorio germanico oltre il Reno.

297
Vaballato, figlio di Odenato e Zenobia di Palmira, riporta una grandiosa vittoria contro i Sassanidi, che gli permette di raggiungere la capitale dei persiani Ctesifonte. La pace ottenuta durerà per vari decenni.

312
Volusiano riunisce finalmente l’Impero di Roma con quello delle Gallie. L’anno successivo, per consolidare la pace sociale, concede la libertà religiosa ai cristiani e a tutti i gruppi che erano stati in passato oggetto di persecuzione.

330
Ararico, re di Tracia, dopo aver raggiunto una posizione di assoluta supremazia tra gli stati gotici sceglie Bisanzio come nuova capitale ed inizia un massiccio processo di fortificazione della città.

344
I Sassanidi, al culmine di una lunga campagna militare contro il Regno di Palmira, sono infine sconfitti nei pressi di Singara dal saggio Odenato II che con un sapiente uso di fortificazioni ed azioni difensive aveva logorato efficacemente le superiori forze persiane.

350
L’Imperatore romano Magnenzio conduce una vigorosa campagna in nell’Illirico. La coalizione gotica, guidata da Geberic viene sconfitta e l’Impero recupera il pieno controllo della Pannonia e della Dalmazia.

370
Gruppi di alani ed unni irrompono in Dacia. Il locale regno gotico viene distrutto ed anche Emanaric, succeduto a Geberic alla guida degli altri sovrani gotici, trova la sconfitta e la morte. L’invasione viene fermata solo sul Danubio.

384
L’Imperatore Magno Massimo, concludendo una serie di campagne militari iniziate dai predecessori, sposta definitivamente le frontiere dell’Impero dal Reno all’Elba ed ai Sudeti. Sorgono tre nuove province (Alemannia, Longobardia, Germania Nova), ed inizia la costruizione di un limes presso i nuovi confini raggiunti.

395
Alarico diventa re di Grecia. Ben presto riuscirà a rendere egemone il suo regno tra quelli dei goti.

408
Primo scontro tra i romani, guidati dall’Imperatore Costantino, e gli Unni comandati da Uldino. Lo scontro si risolve in un successo dei romani, che respingono il tentativo dei barbari di invadere la Pannonia.

414
Ataulfo, successore di Alarico, inizia a ricostruire l’ormai decaduta città di Sparta, come richiesto sul letto di morte dal predecessore.

423
Vaballato II di Palmira, sconfitto dai persiasi sassanidi, è costretto a rinunciare alle province della Mesopotamia ed al controllo politico sull’Armenia.

434
Inizia il regno di Attila presso gli Unni.

451
Attila, che è al colmo del suo potere ed ha ormai costruito un vasto regno appena oltre i confini dell’Impero, penetra in Germania e oltrepassa perfino il Reno. Presso i Campi Catalaunici gli unni affrontano le legioni romane guidate dall’Imperatore Avito e sono sconfitti e sgominati. Attila morirà poco tempo dopo, mentre prepara la rivincita.

466
Eurico diventa re dei goti in Grecia. Durante il suo regno sottometterà il vicino regno gotico dell’Epiro e promulgherà il primo codice legislativo del mondo germanico.

476
Teodorico diventa re dei Goti in Tracia. A differenza di Eurico in Grecia, Teodorico non desidera affermare l’indipendenza del regno dall’Impero Romano, ma unire germani e romani in un’unico grande impero. Decide pertanto di convertirsi al cristianesimo, ormai prevalente nel mondo romano. Questa scelta, tuttavia provoca rivolte nel suo regno ed inimicizia con quelli vicini.

487
Muore Siagrio, l’ultimo fra gli imperatori romani ad essere pagano. Tutti i successivi imperatori seguiranno infatti la religione cristiana.

502-506
Campagna offensiva dei Sassanidi in Asia Minore, che viene conquistata quasi interamente.

516
Battaglia del monte Badon. I pitti, che spinti da una dura carestia si erano lanciati a saccheggiare la Britannia romana, vengono massacrati. Dopo questa vittoria, i romani riprendono l’idea di conquistare la fredda Caledonia, abbandonata sin dai tempi di Settimio Severo.

526-532
Odenato III, ultimo esponente della dinastia palmirena, viene sconfitto dai Sassanidi, che conquistano la Siria. Il generale di origine gotica Ildibaldo si proclama re d’Egitto e riesce momentaneamente a resistere all’avanzata persiana.

541
Morte di Ildibaldo, l’Egitto viene annesso dall’Impero Sassanide.

558
Con la cattura e la morte del condottiero Drest, ha temine la resistenza dei pitti alla conquista romana. Vengono costituite due nuove province dell’Impero.

572-591
Serie di campagne militari condotte dall’Impero sassanide per conquistare i regni gotici di Grecia, Tracia e Macedonia.
Nonostante l’enorme profusione di risorse, le ambizioni dei persiani sono destinate ad essere frustrate.

603
L’Imperatore Gregorio stabilisce il cristianesimo, ormai nettamente maggioritario tra la popolazione, come religione di Stato dell’Impero.

610
Maometto inizia a propagandare una nuova fede monoteista in parte ispirata all’ebraismo ed al cristianesimo.

626
I persiani, sostenuti da una simultanea incursione degli alleati avari, assediano Bisanzio. In questa circostanza, secondo le cronache arabe, un’ambasciata gotica sarebbe arrivata in Arabia ed avrebbe promesso la conversione dei regni gotici all’islam in cambio della salvezza dai persiani.

634-638
Invasione araba della Siria, che viene infine conquistata.

646
Anche l’Egitto è conquistato dagli arabi.

652
Grazie alla costruzione di una flotta, gli arabi conquistano Creta.

665-689
Guerra arabo-persiana. Una lunga serie di incursioni arabe disarticola e conquista l’Impero Sassanide.

705
L’isola di Hibernia, ormai cristianizzata e pacificata dalle lotte fra i suoi bellicosi clan, diventa provincia romana.

717
Assedio e presa di Bisanzio da parte degli arabi.

729
Cosroe, ultimo discendente della casa imperiale sassanide, muore durante l’ennesimo tentativo di riconquistare il trono.

733
Battaglia di Tessalonica. L’esercito dei goti viene annientato dagli arabi, che si trovano aperta la via per occupare tutto il regno.

752
Papa Stefano II emana una bolla in cui biasima le conquiste arabe e chiede a tutti i sovrani di unirsi contro la minaccia musulmana. Da questo primo documento trarranno ispirazione, nei secoli successivi, i promotori delle Crociate.

756-775
Guerre tra romani e bulgari. Il popolo, appartenente alla stessa stirpe di avari ed unni, ha formato un regno a cavallo del fiume Oder e minaccia continuamente il limes romano. La distruzione del regno bulgaro lascia spazio alle popolazioni slave, che si insediano nel territorio unendosi a ciò che resta dei bulgari.

790
Prima incursione vichinga documentata. Da allora, e per oltre un secolo, i vichinghi molesteranno in continuazione i territori settentrionali dell’Impero.

805
Ultimata la costruzione del sistema di fortificazioni risalente alla fine del IV secolo, il Limes Sorabicus.

824
L’Imperatore Eugenio II attua una profonda riforma delle istituzioni imperiali, che passerà alla storia come Constitutio Romana. L’Imperatore ed il Papa assumono il ruolo di Consoli dello Stato romano, ma a differenza dei Consoli del tempo della Repubblica sono dotati di poteri e prerogative differenti, indipendenti l’una dall’altra.

844
Battaglia di Leptis Magna. Vittoria romana contro gli arabi, che sventa un tentativo di invasione dell’Africa.

859
Incursione vichinga in nella provincia di Galizia. E’ la prima volta che i vichinghi, le cui navi infestano sistematicamente le coste della Germania e della Britannia, si spingono a compiere razzie oltre il Mare del Nord.

873
Borivoj è il primo capo slavo che si converte al cristianesimo.

890
Alcune navi romane sbarcano in Islanda, prendendone possesso e scacciandone i coloni vichinghi.

900
Prima incursione degli ungari nell’Impero. Oltrepassato il limes pannonico, gli invasori sono affrontati e respinti dalle legioni dell’Imperatore Artorio nella provincia della Venetia. La sconfitta comunque si rivela solo momentanea e molte altre incursioni si verificheranno negli anni successivi.

911
Un grosso contingente di vichinghi sbarca in Britannia. L’Impero, che si trova in una fase di difficoltà, non riesce a respingere gli invasori. Il capo di questi ultimi, Rollone, ribattezza l’isola “Normandia” e se ne proclama re.

924
Nuova incursione degli ungari, che giungono ad assediare Mediolanum prima di essere respinti dalle legioni imperiali.

933
L’Imperatore Massimino III sconfigge di nuovo gli ungari nei pressi di Colonia Agrippina, dando inizio a un momento di riscossa imperiale.

941-945
Incursioni dei russi verso i territori arabi, che sfociano in una pace e in un trattato di commercio. La Rus’ di Kiev comincia a subire l’influenza culturale araba.

955
Resa dei conti finale tra romani ed ungari: l’Imperatore Settimio II consegue sul campo una vittoria totale, che mette fine alle scorrerie. Gli ungari iniziano una migrazione che li porterà verso la terra un tempo chiamata “Dacia”.

966
I normanni invadono l’Irlanda e riescono a sconfiggere il piccolo contingente romano a difesa dell’isola. Riccardo I si proclama sovrano anche della “Piccola Normandia”.

975
I normanni prendono possesso dell’Islanda, scacciando i legionari che la presidiavano.

988
Vladimir di Kiev si converte all’islam.

1001
Incoronazione del primo re d’Ungheria, Stefano I.

1009-1010
Guerra civile interna al Califfato, per questioni dinastiche. A seguito di quella e delle successive incursioni romane, nella Penisola Balcanica si formano i piccoli potentati denominati “muluk al-tawa’if”

1025
Boleslao il Coraggioso è il primo re di Polona e Sorabia.

1043
Navigatori normanni scoprono, al di là dell’Atlantico, una nuova terra che chiamano “Vinland”.

1055
Toghrul Beg, condottiero dei turchi selgiuchidi, diventa protettore del Califfato. Di fatto, l’impero arabo è nelle mani dei turchi.

1066
Guglielmo, re di Normandia, respinge due tentativi di invasione del suo regno, battendo una forza d’invasione scandinava a Stanford Bridge, e poco dopo un contingente romano presso Hastings. La battaglia mette fine per sempre ai tentativi dei romani di riconquistare quella che era stata la Britannia.

1075-1084
Crisi del Consolato. L’Imperatore Claudio III ed il Pontefice Gregorio VII si confrontano aspramente sulla delimitazione dei rispettivi poteri, provocando una vera e propria guerra civile.

1096-1099
Prima Crociata. Chiusa la via che passa per i Balcani e l’Asia Minore (per arrivare in Terrasanta per quella via occorrerebbe prima riconquistare vasti territori) i cavalieri cristiani sbarcano in Egitto. Sconfitto il potentato locale dei Fatimidi, i crociati avanzano verso la Palestina e la occupano.

1119
Viene fondato l’ordine dei Cavalieri Templari.

1138
In una località chiamata “Rosetta” in Egitto, viene rinvenuta una stele con una iscrizione in greco, demotico ed egiziano.

1147-1150
Seconda crociata, che si conclude con un nulla di fatto.

1154
Colombano, nobile della Normandia settentrionale (quella che era stata la Caledonia), approfitta del conflitto interno alla dinastia normanna per diventare sovrano dell’isola. Non riesce tuttavia ad affermarsi nella Piccola Normandia, che resta in preda all’anarchia.

1167
Milano ed altre città si ribellano al dominio imperiale. L’insurrezione viene repressa, ma l’Imperatore Pacifico, colpito dalle istanze dei cittadini elabora una riforma dell’Impero lasciando molta più autonomia ai Municipia.

1174
Guglielmo il Leone, fratello minore ed erede di Colombano, riconquista la Piccola Normandia.

1189-1192
Terza crociata.

1204
Quarta crociata. I cavalieri cristiani invece di seguire il percorso consueto giungono a Bisanzio e la saccheggiano, per poi lanciarsi alla conquista del territori balcanici.

1212
Battaglia di Adrianopoli. Sconfitta definiva degli arabi, che devono abbandonare tutti i territori europei. Si formano stati clienti di Roma al posto dei vari emirati presenti in precedenza.

1227
Muore Gengis Khan, condottiero mongolo creatore del più esteso impero della storia.

1241
Battaglie di Legnica e Mohi tra i mongoli e una coalizione ungheresi e slavi. Ambedue le battaglie sono vinte in modo completo dai mongoli, che tuttavia abbandonano i loro propositi di invasione a causa della morte di Ogodai, figlio e successore di Gengis Khan, e dunque della necessità di rivedere gli equilibri di potere nel loro impero.

1258
Incursione dei mongoli in Terrasanta, dopo che i turchi sono stati sconfitti in Persia e Mesopotamia. I mongoli abbandonano il campo rapidamente come già accaduto in Europa.

1261
I romani attaccano l’Asia Minore e la riconquistano, approfittando della debolezza e delle discordie tra i potentati turchi.

1268
Una ennesima campagna offensiva romana porta alla conquista della Siria, dell’Armenia e di parte della Mesopotamia.
A circa mille anni da quando l’Impero Romano aveva rischiato la completa distruzione, il Mediterraneo torna ad essere "Mare Nostrum".

Per il momento mi sono fermato qui, a mille anni dal punto di inizio. Ho cercato di mantenere un approccio il più possibile realistico, solo gli ultimi due elementi della cronologia sono un po' "orientati" per ottenere l'effetto estetico di un ripristino dell'Impero Romano nella sua massima estensione (non perfettamente, perché avrebbe dei confini leggermente diversi dall'Impero alla sua massima estensione) alla fine del ciclo dei mille anni.

Alessio Mammarella

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Federico Sangalli commenta:

L'Ucronia è molto bella e interessante, però perché parlare di Medioevo anticipato quando invece l'Impero Romano sopravvive e anzi si espande (fino a territori che secondo me sono poi un po' fuori dalla sua portata, ma questo è un altro discorso)? E perché una disastrosa invasione gotica, tale da determinare la morte in battaglia dell'Imperatore e di buona parte del suo stato maggiore, in un momento storico già piuttosto avanzato e relativamente prossimo al futuro collasso completo, dovrebbe rafforzare, al di là degli altri gravi problemi strutturali che l'Impero dovette affrontare, e non indebolire l'Impero? Non sono domande critiche, sono sinceramente curioso.

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E Alessio gli risponde:

Sulll'introduzione sono stato dubbioso a lungo, ma ho parlato di "Medioevo anticipato" per iscrivermi alla serie di ipotesi da noi fatte che riguardano appunto una crisi anticipata dell'Impero. In questo caso la crisi c'è, ed è grave, nel senso che l'Oriente è perso, l'area balcanica anche, la parte occidentale è in un primo momento diviso. Tuttavia l'insediamento stabile dei goti nella Penisola Balcanica determina conseguenze molto varie che modificano la storia dell'occidente romano:

1) in HL i goti furono respinti dai Balcani, ma a quel punto virarono verso la parte occidentale dell'Impero, determinando un surplus di pressione che la fece crollare: per esempio nel primo decennio del V secolo, una enorme ondata di vandali attraversò il Reno e si riversò in Gallia e questo perché le legioni che avrebbero potuto arginarla erano impegnate a difendere (peraltro malamente) l'Italia da Alarico. In questo scenario non è che le cose vadano meglio; semplicemente è una parte differente dell'Impero a crollare, ed è un'altra quella che resta in piedi. Al posto dell'Impero Bizantino (che non nasce neppure, in questa ucronia) ci sarà la parte occidentale;

2) un aspetto interessante è che tutti gli imperatori dopo Claudio e Aureliano furono di origine illirica, fino a Teodosio e ai suoi discendenti. Se quella parte dell'Impero finisce sotto i goti, nessuno di quelli potrà essere imperatore (magari saranno esuli in occidente, combattenti, ufficiali, ma il vertice dello Stato sarà appannaggio di italici, gallici, ispanici...). Ecco, nel cercare degli imperatori alternativi, ho potuto constatare che i personaggi "occidentali" (quasi sempre passati alla storia come usurpatori) apparivano maggiormente favorevoli al decentramento del potere ed al pluralismo religioso (penso per esempio a Flavio Eugenio). Ciò mi ha indotto a pensare a un Impero d'Occidente (lo chiamo così per capirci tra noi, ma sarebbe stato Impero Romano e basta) guidato con uno stile meno dispotico ed accentratore rispetto a quello dei vari Diocleziano, Costantino, Teodosio e anche meno autoritario sul versante religioso. Non mi sembra di dire qualcosa di strano, se dico che svariati imperatori strumentalizzarono la cristianizzazione dell'Impero per imporre le proprie politiche e per regolare i conti con gli oppositori. Ecco, in questo scenario ho ipotizzato che ciò non sarebbe successo: in questa ucronia la libertà religiosa viene stabilita da Volusiano (sostituto di Costantino) nello stesso anno rispetto alla storia reale, ma la fissazione del cristianesimo come "religione di Stato" la colloco invece molto più tardi, non alla fine del IV secolo bensì all'epoca di Gregorio Magno. Peraltro, non so se ti sei accorto di una chicca: Gregorio Magno non è Papa, bensì Imperatore in questa ucronia: apparteneva infatti alla prestigiosa gens Anicia che ha effettivamente dato un Augusto all'Impero nei suoi ultimi anni (Olibrio, nel 472).
Chiaramente, parlando di imperatori ipotetici e di scelte politiche ipotetiche, l'evoluzione istituzionale dell'Impero non può che esserlo altrettanto: non è una questione di far crescere o prosperare l'Impero, quanto di avere una impostazione politica più "occidentale", più "latina" (rivisitazione del Consolato creando una diarchia tra Imperatore e Papa: in pratica "i due soli" che sono appunto un'idea tipica della politica occidentale medievale) in luogo del Basileus bizantino, sovrano assoluto e a capo anche del clero (cesaropapismo).

3) Dal punto di vista militare, c'è da osservare che l'esercito romano del tardo impero patì sconfitte dai persiani e dai goti, ma non fu mai sconfitto in battaglia (perlomeno in battaglie significative) da tribù germaniche occidentali come franchi o alamanni. Anzi il giovane Giuliano, in un momento di stasi dei conflitti sui fronti orientale e danubiano riuscì ad affrontare e battere i germani in condizioni di netta inferiorità numerica. Questo mi fa pensare che senza più l'Oriente (che assorbiva oltre il 40% delle risorse militari dell'Impero) e senza il basso Danubio continuamente oggetto di incursioni gotiche, per la porzione superstite dell'Impero non sarebbe stato così proibitivo tenere saldo il limes sul Reno e quello sull'Alto Danubio (Rezia/Norico/Pannonia).
Certo, io poi ipotizzo addirittura una avanzata dei romani su quel fronte: lo faccio perché penso che sarebbe cambiata la concezione geopolitica dell'Impero. Di fronte alla perdita irreparabile dell'Oriente, avrebbero assunto maggiore importanza, rispetto ai commerci mediterranei, quelli con l'area baltica: esattamente ciò che è accaduto in HL solo che con qualche secolo d'anticipo ed a vantaggio di Roma rispetto che di entità post-romane come il Sacro Romano Impero.
Certo, mi rendo conto che lo spostamento del limes sull'Elba e l'assimilazione dei franchi potrebbero sembrare manovre narrative "germanofobe", ma ricordiamoci che dall'altra parte del continente i germani hanno sfondato creando un sistema di regni.

Diciamo fino a prima dell'espansione araba il bilancio dell'ucronia è "in pareggio" rispetto alla storia reale. Poi però...

In HL, gli arabi conquistano facilmente il Maghreb, provincia periferica dell'Impero Bizantino, ma non riescono a conquistare Costantinopoli, che i bizantini difendono accanitamente, con l'aiuto (decisivo) dei bulgari.

Nell'ucronia, il Maghreb è controllato da un Impero Romano che controlla ancora Spagna e Italia (dunque la provincia attaccata non deve difendersi basandosi sulle sue uniche forze locali) e il tentativo arabo di invasione viene respinto. Nei Balcani invece ci sono i goti... e il loro regno (nel frattempo si era avuto un progressivo consolidamento politico) finisce come la Spagna in HL. Peraltro nell'ucronia i bulgari migrano verso occidente (chiaramente l'Impero è più ricco rispetto ai regni gotici e quindi attrae verso di sé i popoli nomadi) e popoli come serbi e croati restano nelle loro sedi originarie invece di migrare a sud: non c'è dunque nessuno che possa aiutare i goti a resistere all'avanzata araba.

Questo cambiamento è fertile di conseguenze, perché poi le crociate e la reconquista non si collocano su due teatri geografici diversi, ma su uno soltanto. Le crociate seguono una direttrice inizialmente diversa rispetto alla storia reale, iniziano dall'Egitto (notare un'altra piccola chicca: il ritrovamento anticipato della Stele di Rosetta) ma poi arriva l'attacco fatale ai territori europei degli arabi (la Quarta Crociata e una battaglia paragonabile a quella di Las Navas de Tolosa). Gli eventi successivi sono conseguenza della nuova situazione geopolitica venutasi a creare. Un Impero Romano abbastanza consolidato potrà approfittare dello sconvolgimento delle incursioni mongole per sconfiggere i turchi riconquistando l'Oriente (mentre invece in HL, l'ormai debolissimo Impero Bizantino non poté impedire ai turchi di riorganizzarsi e ricominciare a ricostruire il loro impero).

Ad ogni modo, c'è un altro cambiamento importante nell'ucronia che potrebbe rivelarsi molto interessante nell'ipotesi della sua continuazione: la Russia si è convertita all'islam, visto che non esiste un Impero Bizantino ortodosso. In generale il cristianesimo ortodosso potrebbe non esistere proprio, i goti avrebbero potuto restare pagani fino alla conquista araba, oppure abbracciare l'arianesimo.. in ogni caso quella impostazione religiosa sarebbe stata sommersa prima dall'islam e poi dalla riannessione all'Impero Romano basato sul cattolicesimo. Resta interessante da capire se l'identità nazionale greca sarebbe rimasta salva oppure se la Grecia si sarebbe germanizzata...

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Al che Federico annuisce:

Ho capito, è solo che l'avvento del Medioevo è così strettamente legato, storiograficamente, con la caduta dell'Impero Romano che con "anticipato" avevo presunto un collasso completo del suddetto.

Dici bene, che la perdita dell'Illiria possa rimuovere gli Illirici dalla porpora imperiale, e senza dubbio la componente "orientale" ha giocato un ruolo importante nell'influenzare in senso più autoritario la cultura romana, fin dai tempi di Marco Antonio, però non sottovaluterei un paio di fattori: in primis, che è vero che l'Oriente assorbiva molte risorse militari, ma non le assorbiva a perdere, in quanto le province orientali erano di gran lunga le più ricche dell'Impero e fornivano un contributo militare ed economico non indifferente; in secundis che la maggior parte dei sostenitori del paganesimo del decentramento furono appunto degli usurpatori sconfitti, per cui, se è perfettamente lecito supporre che, almeno in parte, alcuni imperatori abbiano strumentalizzato il Cristianesimo come mezzo per rafforzare l'unità culturale dell'Impero e quindi in ultima analisi per legittimare il proprio dominio, è altrettanto vero che, per logica conseguenza d'opposizione, i suoi avversari di volta in volta tifarono per il decentramento e il paganesimo per trovare alleati e sostegno contro l'imperatore di turno. In fondo, quale modo migliore di guadagnarsi il sostegno di province e tribù promettendo maggior potere e, se la corte è cristiana, quali migliori alleati degli aristocratici ora esclusi ed invidiosi della nuova considerazione in cui si trovano i vescovi? Quando poi i qualche usurpatore riusciva a prendere il potere o non cambiava la linea di condotta imperiale oppure ci provava ma durava troppo poco per avere qualche effetto.
Tutto questo è una mera puntualizzazione, è abbastanza ovvio che senza gli Illirici non ci sarà Costantino e senza di lui il Cristianesimo inizierà a far presa sulla classe politica romana (e lo specifico, perché all'inizio del IV Secolo la maggior parte della popolazione era già cristiana). Mi sono accorto del Gregorio Imperatore e sono molto a scommettere che molti altri Papi possano vestire la porpora, per meriti o per astuzia. Volendo essere precisi, la Gens Anicia ne ha dati due, di Imperatori, Olibrio e suo padre, Petronio Massimo.

Comprendo l'idea che c'è alla base della riforma consolare, ma personalmente non la vedo particolarmente necessaria: ovviamente senza Bisanzio il cesaropapismo sarà più, ma, al di là del fatto che questo veniva praticato in Occidente già prima della caduta ed ebbe dei ben sprazzi anche dopo, vedasi la Lotta sulle Investiture, il Papa poteva già avere una carica specifica, quella-non a caso linguisticamente cooptata anche in HL- di Pontefice Massimo, senza doverlo rendere una dei capi politici (poi relativi, da quando esiste l'impero i Consoli non hanno più molta rilevanza, non più del Senato).
Non ho problemi di Germanofobia o altro, la mia detestabili va molto di più alle ideologie politiche che ai popoli, quindi non ho problemi con la sottomissione della Germania mi chiedevo solo e fosse fattibile e la risposta è "Probabilmente sì".
Mi chiedo invece perché l'Impero Sasanide, che in HL si svenò in una guerra plurisecolare contro Bisanzio, qui crolli di schianto contro gli Arabi quando è ancora in forze e controlla l'intero Medio Oriente. Questo non è molto credibile, nonostante i conflitti coi Goti (paragonabili forse alle Guerre Persiane dell'Antichità che ai grandi conflitti che videro Eraclio e Cosroe contrapposti).

Credo che la Russia islamica tenda a diventare una sorta di grande Khanato slavo, o forse a rimanere sotto l'Orda d'Oro, magari tutto a vantaggio della Lituania e poi di Polonia e Svezia o di chi li ha sostituiti in questa TL. La Grecia dovrebbe essere diventata un inedito Regno Greco-Gotico e per lungo tempo, almeno quattro secoli, difficile che questo non abbia lasciato tracce. Non credo che si germanizzerà completamente, anche perché l'Ellenizzazione dei Goti mi pare più probabile, ma ci sarà comunque un sincretismo tra le due culture. Aggiungendoci gli Arabi e poi nuovamente i Romani e forse i persiani la Grecia potrebbe essere un crogiolo di civiltà come ne ho viste solo in Sicilia finora.

Io ho provato a stilare una lista degli Imperatori tra il III e il IV secolo:

Claudio II 268-269
Placidiano 269-283, Co-Imperatore Vittorino 269-271, poi Tetrico Senior 271-283, come Imperatori delle Gallie
Tetrico Iunior 283-288
Carausio 288-303
Alletto 303-306
Volusiano 306-320
Valente 320-327
Martiniano 327-340
Lampadio 340-350
Magnenzio 350-368
Decenzio 368-373
Ursicino 373-383
Magno Massimo 383-398
Flavio Vittore 398-407
Costantino 407-410
Massimo 410-412
Giovino 412-423
Sebastiano 423-433
Giovanni Primicerio 433-450
Avito 450-455
Petronio Massimo 455-465
Palladio 465-470
Olibrio 470-472
Egidio 472-475
Siagro 475-502

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Anche MAS ha voluto dare la sua versione di un impero romano sopravvissuto alla fine dell'Evo Antico: ecco il risultato del suo lavoro.

Scopo di quest'ucronia è permettere a Ravenna di restare capitale di un impero, anche più vasto di quello romano in età traianea.

Nel 402 Onorio portò la capitale dell'Impero Romano d'Occidente a Ravenna.

Nel 407 Costantino III (proclamato Imperatore dalle legioni in Britannia) sbarca in Gallia e dopo alterne vicende viene riconosciuto co-imperatore da Onorio nel 409, gestendo la Gallia, la Britannia (dove il secondogenito Ambrosio Aureliano è nominato Cesare), la Spagna (dove il primogenito Costante è a sua volta Cesare) e le province Pannoniche (compresi Norico e Rezia).

Il Mediterraneo nel 410 (grazie a Camillo Cantarano)

Nel 411, dopo che ha a più riprese sconfitto i barbari e dopo che li ha respinti oltre il Reno e il Danubio, viene ucciso per ordine di Onorio.

Mentre Ambrosio Aureliano (385-476) sconfigge a più riprese Britanni, Pitti e Sassoni, rinsaldando con truppe romano-britanniche il potere imperiale in Britannia, Costante II batte le truppe di Onorio nei pressi di Vienne e ottiene anche il governo dell'Italia del Nord, ponendo la sua capitale a Ravenna, mentre Onorio riporta la capitale a Roma.

Dopo aver sconfitto più volte i barbari ed avere frustrato i loro tentativi di forzare Reno e Danubio nel 416, Costante II rompe gli indugi e sconfigge nei pressi di Tivoli Onorio che deve fuggire a Costantinopoli; entro il 417 tutta la parte Occidentale dell'Impero Romano (Impero Romano d'Occidente) è pacificata, la capitale resta Ravenna.

Nel 418 sconfigge nei pressi di Sirmio le truppe dell'Imperatore d'Oriente Teodosio II, che, malgrado fosse impegnato a respingere una imponente invasione da parte dei Sassanidi di Yazdgard I, voleva riportare sul trono di Roma Onorio; firmata nella stessa località una pace con Teodosio II, lo accompagna in una campagna contro i Sassanidi ma muore nel dicembre dello stesso anno in Mesopotamia.

Vista la giovanissima età del figlio di Costante II, Costanzo (415-444), Ambrosio Aureliano lascia il governo della Britannia al giovane figlio Lucio (405-433) e al fratello Draco (391-460), detto dai Britanni Uther Pendragon, e si proclama imperatore.

Tra il 419 e il 420 combatte una dura guerra contro Teodosio II e lo sconfigge ripetutamente entrando a Costantinopoli nell'aprile del 420 e proclamando la riunificazione dell'Impero Romano (Capitale della "Diocesi d'Occidente" è Roma, di quella d'Oriente è Costantinopoli, capitale dell'Impero è Ravenna); nel 421 sconfigge duramente Bahram V e oltre a strappare vasti territori ai Sassanidi, li obbliga a redigere un editto di tolleranza per i cristiani.

Durante la prima parte del suo regno (418-433) Ambrosio Aureliano inizia una serie di riforme politiche (abolendo, tra l'altro, almeno "de jure", lo schiavismo), militari ed amministrative che ridanno nuova linfa al claudicante impero e con una serie di grandi campagne riconquista vasti territori:

L'Impero Romano nel 433 (grazie a Camillo Cantarano)

Nel 433 la corona passa a Costanzo III che ha raggiunto la maggiore età (già nel 430 era stato nominato Cesare) mentre Ambrosio Aureliano viene nominato Cesare; Costanzo III prosegue le riforme di Ambrosio Aureliano e nuovi territori vengono aggiunti all'impero:

Alla morte di Costanzo III, data la minore età del figlio Valentiniano (439-458), la corona viene riassunta da Ambrosio Aureliano per il suo 2° periodo di regno (444-457), l'impero deve affrontare due pericoli che rischiano di portarlo al collasso: le invasioni degli Unni e la presenza di un usurpatore in oriente (Basilisco 451-459).

Quest'ultimo era un generale di Costanzo e alla morte di questo era divenuto proconsole delle Prefettura di Persia, nel 447 aveva ottenuto il titolo di Cesare e l'amministrazione di tutta la parte orientale dell'impero, nel 451, alleandosi con Attila, si era proclamato Imperatore.

La lotta contro Unni vede alterne vicende. Nel 451 una prima campagna di Attila attraverso Germania e Gallia, viene fermata presso i Campi Catalaunici dal generale romano Ezio, gran parte dei Germani (Sassoni esclusi) al di qua dell'Elba si assoggettano conseguentemente all'impero.

Nel 452 una seconda campagna punta direttamente al cuore dell'impero ma viene fermata nei pressi dell'Isonzo dall'esercito romano ai comandi dello stesso imperatore.

Attila muore nel 453 mentre stava dando inizio ad una nuova campagna nei Balcani ed in Illiria, assieme alle truppe di Basilisco.

Basilisco deve dapprima difendersi dalla rivolta delle popolazioni iraniche e perde gran parte delle terre conquistate da Costanzo III (l'altipiano iranico viene controllato in buona parte dal regno neo-persiano di Ciro III, mentre il nord viene in parte rioccupato dai Sassanidi: dopo aver siglato un accordo coi primi, nel 453 Basilisco si lancia contro Roma e le sue forze occupano l'Illiria e la Sirtica.

Il Medio Oriente nel 453 (grazie a Camillo Cantarano)

Nel 455, scemato il pericolo Unno, Ambrosio Aureliano, combatte su due fronti principali: la Sassonia (che verrà completamente assoggettata solo nel 470) e contro Basilisco (nel 457 si giungerà ad un temporaneo accordo l'usurpatore sarà riconosciuto come coimperatore mantenendo il controllo di tutti i possedimenti asiatici).

Nel 457 la corona passa a Valentiniano III (già Cesare dal 454) che viene osteggiato da Basilisco: il giovane imperatore muore (senza prole) nel 458 durante la battaglia vittoriosa nei pressi di Nicea.

Ambrosio Aureliano riassume per la terza volta la corona (458-473) in attesa della maggiore età del figlio del fratello Draco, Artosio (455-549, chiamato Artù dai Britanni); sconfigge definitivamente Basilisco (che nel frattempo aveva occupato quasi tutta la penisola arabica con l'esclusione dello Yemen rimasto fedele all'impero) e i neo-persiani (battaglia del Ponte nel 461) e stipula un accordo coi Sassanidi che mantengono un piccolo stato (formalmente indipendente) a sud e ad est del Mar Caspio.

Nel 462 Roma viene raggiunta da una delegazione di punici (cartaginesi) del Regno di Opet, uno stato che occupava l'attuale Zimbabwe, Botswana, Namibia, e la parte settentrionale del Sudafrica; questo stato era sottoposto ad una forte invasione da parte di popolazioni Bantu e aveva deciso di appellarsi a Roma malgrado da oltre 600 anni questi sopravvissuti cartaginesi, avessero interrotto ogni rapporto col Mediterraneo (almeno a livello ufficiale, anche se i commerci con l'Impero Romano erano stati floridi ma sempre attraverso intermediari, in modo che Roma ignorasse la presenza di uno stato cartaginese in Africa).

In cambio di un protettorato formale, Roma invia due legioni (seguite l'anno successivo da altre due) che riescono in extremis a salvare questo impero.

Nel 463-466 ha luogo una campagna che porta all'assoggettamento definitivo della Nubia e all'occupazione di parte dell'impero di Axum.

Profittando del caos provocato dagli Unni e del relativo vuoto di potere generatosi alla morte di Attila, Ambrosio Aureliano dà inizio ad una serie di campagne oltre il Danubio e l'Elba per assoggettare le popolazioni barbare e creare una zona cuscinetto di protezione delle aree storicamente facenti parte dell'impero; queste campagne saranno proseguite e le conquiste perfezionate da Artosio.

Nel 473 Ambrosio Aureliano, quasi novantenne, cede la corona ad Artosio che trai primi atti crea una consulta col compito di ammodernare e standardizzare la lingua latina (unica lingua imperiale: ogni singola provincia può utilizzare accanto al latino, uno o più lingue diverse, per esempio in Egitto il copto e il greco, in Asia il greco ecc.) con l'introduzione ufficiale di quei termini, sia d'origine greca che di altre lingue, che sono entrati nel lessico comune (bucca, blancus, guerra, focus, cattus, caballus ecc.)

MAS

Per farmi avere il vostro parere in proposito, scrivetemi a questo indirizzo.

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Ecco l'entusiastica risposta di *Bhrg'howidhHô(n-):

Splendido! Solo una minima proposta di modifica: Artorio, lat. *Artorîus*, dal britannico *Artorîjos*, a sua volta trasformazione di *Artorîgios *"figlio, discendente di *Arto-rîxs*" (*Arto-rîxs *"re degli Orsi (= guerrieri)" o "re (protetto) dal (Dio-)Orso (totem)").

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Questo invece è quanto replica Renato Balduzzi:

Ho trovato molto interessante l'"espediente" di standardizzare la lingua ufficiale. Il concetto di standard è piuttosto antico, anche se ovviamente ai tempi si rifletteva soprattutto sulla parola scritta, non molto su quella parlata, per ovvi motivi legati all'impossibilità di diffondere la parlata standard mediante registrazioni sonore. Lo standard romano però già c'era (era la lingua di Virgilio e Cicerone, presa come modello). Mancava una alfabetizzazione nel senso moderno: di massa ed approfondito in diversi anni di studio. Ai tempi infatti non più del 10% della popolazione sapeva leggere (ancor di meno chi sapeva scrivere), e quei pochi che sapevano farlo spesso non erano in grado di produrre testi in forma corretta. In poche parole, spesso mancava una istruzione mirata alla produzione scritta. Per di più, l'informazione scritta non era presa quasi mai per se stessa, ma esisteva l'uso di declamare ad alta voce ciò che si leggeva. Leggere a mente è una scoperta della civiltà monastica pressoché sconosciuta nel mondo antico. Di conseguenza, la mediazione vocale rendeva "barbaro" anche il più formalmente corretto dei testi di Cicerone.

Per questo POD dobbiamo quindi trovare qualche deus ex machina che scopre l'importanza della lettura silenziosa e un imperatore che, a monte di un dibattito intellettuale, propone una alfabetizzazione di massa (coinvolgente almeno il 50% della popolazione imperiale) ma soprattutto un corso di studi alfabetici molto approfondito che permetta di acquisire anche le basilari competenze scritte in lingua latina.

Un appunto sull'Irlanda. Secondo me è molto verosimile la conquista totale delle Isole Britanniche entro il 100 d.C. (tranne le Highlands, i cui abitanti diedero parecchio filo da torcere a Giulio Agricola). Infatti, Agricola, pur essendosi concentrato sulla conquista della Scozia, mise certamente piede in Hibernia e ponderò l'invasione dell'isola alla fine del I secolo d.C. coinvolgendo un regnante locale. Se fosse stato un po' più fortunato, perché no, avrebbe potuto conquistare l'Hibernia, come Cesare conquistò la Gallia transalpina, nel corso del I secolo. Questo potrebbe significare la conquista totale delle Isole britanniche entro la fine del II secolo (prima o dopo anche gli Highlanders si sarebbero arresi) e una romanizzazione profonda anche dell'Hibernia, dove si sarebbe potuta sviluppare una lingua ibernoromanza. Altre informazioni (a mio avviso interessantissime) sono riportate a questo link.

Ipotizzerei, dopo la conquista della Persia, l'inizio di una espansione in India, frequentata spesso dai mercanti romani anche nella nostra Timeline. Secondo me potrebbe partire verosimilmente dalla fondazione di colonie sulla costa sudorientale, protetta dalle alture del Deccan e dai monti Ghati. Tra l'altro, se i Romani scendono un po', possono anche colonizzare senza problemi le isole Maldive, che sicuramente si riempiranno di domus sontuose e diverranno meta di un turismo d'élite che potrebbe giovare all'espansione di Roma nell'Oceano Indiano (l'Oceanum Nostrum!).

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L'autore dell'ucronia gli risponde:

Per l'Irlanda il mio POD avviene attorno al 406/7 d.C. per cui (pur concordando con te) dovrò occuparla dopo questa data e senza una particolare celerità a causa degli altri problemi incombenti sul rinnovando impero.

Calma, all'India ci arriverò con una occupazione lenta e contrastata, cominciando ovviamente dall'apertura di empori e di "colonie" sulla costa occidentale della penisola), cno uno strano stato Romano-Indigeno alle Andamane.

Quanto alla scolarizzazione di massa, è figlia della piccola rivoluzione industriale, a partire dal 420: "Attorno a questi anni vengono migliorate le tecniche della metallurgia e vengono riprese e sviluppate le scoperte di Erone sull'uso industriale del vapore; il tutto porterà in breve ad una piccola rivoluzione industriale."

In pratica avvengono 5 fatti che portano appunto a questa piccola ed anticipata rivoluzione industriale:

- la scomparsa della schiavitù o comunque l'attenuazione della stessa costringe mercanti e imprenditori a "meccanizzare" il lavoro e a sviluppare le ricerche in quella direzione (le riforme scolastiche introdotto a partire dal 420 al 480, fanno in pratica nascere un sistema scolastico imperiale e le proto-università);

- riprendendo gli studi di Erone il Vecchio viene sviluppata a partire dal 425 ca. la macchina a vapore che porterà alla motorizzazione di magli, telai e alla nascita di navi e treni a vapore nell'arco di un 50ennio;

- viene migliorata l'efficienza dei forni (raggiungendo temperature molto più alte grazie allo sfruttamento sempre più intensivo del carbone le cui miniere iniziano ad essere sfruttate a partire dal 415 ca. e grazie al miglioramento dei forni a tino), giungendo alla realizzazione dell'acciaio (la ghisa era già conosciuta);

- viene introdotto l'uso della carta che permette di decuplicare la capacità di supporti per la scrittura, che giunge dalla Cina attorno al 435-440 e viene prodotta (industrialmente per la prima volta tra Piceno e Umbria a Fabrius, l'attuale Fabriano);

- grazie all'aumentata disponibilità di supporto per la scrittura, viene dapprima introdotta la stampa con tasselli di legno (forse anche questa tecnica è giunta dalla Cina sempre attorno al 440-450), attorno al 455 nella città di Mogontium (Magonza in volgare) Johannes Bonomontis (quasi certamente un orafo) crea la stampa a caratteri mobili: la diffusione della lettura e della scrittura (anche grazie alle leggi imperiali per la scolarizzazione) è esponenziale e in due generazioni almeno il 50% della popolazione sa leggere e scrivere (non sempre in modo corretto, Sic.).

La scolarizzazione avviene essenzialmente in latino (nelle scuole l'insegnamento avviene sia in latino che nella/e lingua/e della provincia, mentre nelle università è in latino e in alcune regioni in latino e greco) e questo favorisce l'imporsi di questa lingua (sia pur assai lentamente) sulle altre parlate nell'Impero.

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C'è anche la proposta di Federico Sangalli:

Ecco a voi l'Europa nell'anno mille dopo che Costantino ha spostato la capitale a Gerusalemme, gli Arabi hanno invaso i Balcani invece di Africa e Spagna venendo fermati da Carlo Martello a Friburgo e Carlo Magno li ha cacciati dalla Germania (ma non dall'Austria a causa della Battaglia di Salzburg, ove è caduto il paladino Orlando). Cliccate sulla cartina per vedere un'immagine con maggior risoluzione. Che ne dite?

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Diamo spazio ora all'idea di Paolo Maltagliati:

Cosa accade se Alarico con i suoi Visigoti se ne sta buono buono nell'Illirico senza muoversi? Conseguenze:

1) niente sacco di Roma. psicologicamente è importante, dato che è sembrata veramente la fine di un'era, molto più che non il 476

2) niente visigoti in Aquitania e penisola iberica. Chi c'è al loro posto? Suebi? Vandali? e se Vandali, quanto ci mettono per avviare l'integrazione con l'elemento ibero-romano? dato che sotto questo aspetto i vandali stanno "in fondo alla classifica" non immagino un gran futuro per loro...

3) Rapporto visigoti-avanzata slava. Gli slavi avranno la meglio? e spazzeranno via i visigoti. O ci sarà un processo di fusione. Dipende, forse, dal punto 4.

4) Forse i bizantini, per soppiantare Odoacre pensano direttamente ai visigoti dell'Illirico. O forse no perché hanno paura di un'eccessiva loro espansione. in questo caso non si fideranno nemmeno di mandare in italia gli ostrogoti. Si adeguano a lasciar lì Odoacre, così da mantenere una politica dell'equilibrio a tutto vantaggio di Costantinopoli?

5) lingua. in base ai punti precedenti, cosa accadrà? lingua illiro-gota? lingua romanza con sopravvivenze illiriche e o gote in alcune aree? Lingua romanza con pesanti influssi slavi? viceversa?

6) futuro. Destino di frammentazione territoriale estrema con progressivi tentativi di riassestamento territoriale e fasi "imperiali" di breve durata. E poi? Inglobamento nel regno magiaro? riassorbimento da parte dell'impero bizantino, seguito da infiltrazioni veneziane più o meno pesanti come da nostra Timeline? oppure rimane un regno unitario che funge da cinghia di trasmissione tra il mondo mitteleuropeo e l'area bizantina? Influssi sulla situazione italica?

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Gli risponde punto per punto Bhrghowidhon:

Suebi e Vandali già basterebbero, ci sono pure gli Alani tra i non Germani. La riluttanza vandalica all'integrazione sarebbe un indizio a favore di una loro più lunga sopravvivenza come etnia, forse persino come i Longobardi in Cisalpina e in Italia, dove di fatto hanno dato origine a una Nazione tedesca a Sud delle Alpi che ancora al tempo di Federico II. poteva sperare di sopravvivere.

Riguardo al rapporto tra Visigoti ed avanzata slava, dipende soprattutto dagli Avari, che sono stati i promotori della slavizzazione (anziché della germanizzazione, data la diversa fonte di reclutamento cui sono stati obbligati a ricorrere in conseguenza del monopolio franco sui Germani). Storicamente abbiamo l'esperimento già svolto: i Gepidi erano indistinguibili dagli altri Goti e osserviamo che sono stati completamente slavizzati, ma va anche tenuto conto che i Daci (presso cui i Geti erano insediati) erano i più simili ai Balto-Slavi tra i popoli danubiani e quindi le proporzioni erano comunque soverchianti anche in assenza degli Avari. Lo stesso valeva nelle Mesie e nella Dacia Mediterranea a Sud del Danubio; man mano che si procede verso Occidente diventa invece maggioritario l'elemento propriamente illirico (in ogni caso albanese, a prescindere dall'origine unica o multipla di quest'ultimo).

Se i bizantini, per soppiantare Odoacre, pensano direttamente ai Visigoti dell'Illirico, ci sarebbe solo una 'sostituzione' ucronica dei Visigoti agli Ostrogoti. Nel caso contrario invece una consistente Gozia a Sud del Danubio (Visigozia a Ovest e Ostrogozia a Est, come al solito), come superstrato della Latinità danubiana anziché cisalpina e italica.

Quanto alla lingua, la regola da manuale è che prevale la lingua della Corte del Re che si converte a una Religione Monoteistica; prima di ciò si avvicendano lingue veicolari egemoni entro una Pax Nomadica dopo l'altra. Teniamo conto anche del fatto che i Bulgari altaici sul Danubio hanno dapprima costruito un Regno Romano-'Barbarico' in cui, come negli altri Romano-Germanici, di fatto il predominio linguistico era romanzo, nel loro caso balcanoromanzo cioè rumeno.

Per il futuro, l'arrivo dei Magiari non è una necessità, ma una contromisura (sfuggita di mano) franca con materiale di mediazione khazara in funzione antislavobizantina. Quali infine gli influssi sulla situazione italica? Dal momento che i centri di germanizzazione e slavizzazione sono stati nelle zone meno romanizzate dell'Impero e quindi hanno sostituito le lingue preromane, mentre i punti estremi in Occidente dove la germanizzazione è stata più tarda o debole hanno visto la sopravvivenza delle lingue preromane (Britannia, in parte indirettamente la Bretagna, Paese Basco), così come dell'Illirico dove la slavizzazione è stata minore, è lecito supporre che con meno strati germanici ci sarebbe potuta essere qualche sacca preromana in più (del gallico ce ne sono effettivamente state nelle Alpi, per esempio in Val d'Ossola): gli insediamenti ostrogotici più massicci sono stati tra Milano e Pavia, tra Brescia e Verona e tra Ravenna e Pesaro (e aree circostanti), se fossero mancati forse si potrebbero postulare sopravvivenza bagaudiche di sostrato nelle stesse zone.

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E Paolo ribatte:

Certo, evitato il sacco dei Visigoti resta comunque quello dei Vandali: ci ho pensato. Ma è anche importante considerare il gap temporale tra i due. Il sacco di Alarico fa anche uno-due, dal punto di vista psicologico, con lo sfondamento del limes renano, che è il vero punto di non ritorno per l'impero d'occidente.

Ammetto però che la mia impressione secondo cui senza il sacco di Roma di Alarico, i diversi atteggiamenti mentali, prima che politici del cinquantennio circa che lo separa da quello di Geneserico possano influire sugli eventi non ha nulla di storico, anche se mi rimane. Se non altro è un'indagine basata su una variabile troppo instabile, le emozioni dei singoli, per cui un po' ardua da quantificare... (del resto lo diceva anche Hari Seldon nel ciclo della fondazione di Isaac Asimov che la psicostoria non si applica quando ha a che fare con gruppi di individui troppo ristretti. Scusate la citazione fantascientifica)

Venendo alla sopravvivenza di Suebi e Vandali come quella dei Longobardi, l'integrazione, a lungo termine, è un passo obbligato che, prima ho dopo tutti i regni romano-barbarici percorrono. E' un fatto che il regno di maggior successo dal punto di vista politico, i Franchi, è stato quello che, pur partendo da una condizione culturale inferiore rispetto ad altri (anzi, proprio per quello) si è integrato prima. Certo, per imposizione iniziale dall'alto, ma il fatto rimane. I Vandali sono i meno integrati, certo, ma credo, più che altro perché sono stati annientati prima. Anzi, va detto che l'opportunità bizantina è stata fornita proprio a causa della creazione di un conflitto interno ai vandali stessi, segno che si era vicini ad una conversione al cattolicesimo, con tutte le conseguenze che seguono.

Quando dicevo che "non immagino un gran futuro per loro" intendo proprio questo: la riluttanza vandalica all'integrazione sarà tanto forte da attirare l'aggressività di un attore esterno anche nella penisola iberica oppure no? (se no, si avrà una semplice sostituzione Vandali-Visigoti)

Invece, quello che mi chiedo è se l'inculturazione dei visigoti (dei visigoti, non dei goti in generale, tendo a precisare) sia, all'alba del VI secolo, tanto forte da resistere ad una rapida slavizzazione. Questo lo dico perché, fatti quattro conti, i visigoti hanno frequentazioni con i romani piuttosto importanti già dalla prima metà del IV secolo; entrano all'interno dei confini dell'impero negli anni '60-'70 del IV secolo. Insomma, hanno rapporti stretti con la romanità già da lunga data quando gli avari arrivano in europa più o meno intorno al 550, se non erro. E' per questo che fatico a condannarli allo stesso fato dei Gepidi, quanto meno non completamente.

Come dici tu dopo, parlando della situazione italica, si può pensare ad una situazione dei balcani tale per cui nel primo entroterra rispetto alla costa (ossia città romane) quanto meno a nord del lago di Scutari, si avviano i Visigoti, nell'interno sopravvive il sostrato preromano (un po' come in Gran Bretagna), che però cede progressivamente andando verso est e verso nord all'elemento slavo.

Infine, io avevo immaginato per questa ucronia una lingua balcano-romanza con sostrato illirico e superstrato goto. E in Italia, diglossia lingua celtica (o, piuttosto, celtoromanza, come il gallo della Bretagna orientale) - lingua romanza in pianura padana?

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Nella discussione si inserisce Massimiliano Paleari:

Sarà forse perché ho "il pallino" di una ripresa dell'Impero Romano d'Occidente basata su POD posizionati temporalmente nel V Secolo, ma perché non immaginare semplicemente che se i Visigoti di Alarico se ne stanno buoni buoni in Illiria, l'Impero Romano supera il 476? Un po', come è stato già detto, perché non ci sarebbe stato il trauma psicologico del sacco di Roma (ben più grave di quello dei Vandali di qualche decennio dopo proprio perché il primo a opera di stranieri e per giunta barbari dai tempi semi leggendari dei Galli di Brenno). Un pò perché, se i Visigoti non si insediano in Aquitania e in altre regioni galliche, forse Roma sarebbe riuscita a conservare questi territori. E' vero che c'era già stato lo sfondamento del limes nel 404 e che come un torrente i Barbari si erano riversati in Gallia e poi in Spagna, ma è altrettanto vero che oggi molti storici sostengono che in realtà, dopo 2/3 anni di assoluto caos, le isole di romanità sopravvissute a quel periodo si stavano riorganizzando e la situazione si stava normalizzando (Bagaudi a parte). Lo prova anche il fatto che ci fu sempre nel V Secolo un Magister milutum per Gallias. Se nella nostra timeline, con i Visigoti "in casa", riuscì a sopravvivere nel nord ovest delle Gallie fin dopo il 476 una fetta di territorio tra la Senna e la Loira controllata direttamente dai Romani (chiamata poi dominio di Siagro), chissà, forse senza i Visigoti tutta la Gallia (almeno fino alla Senna, perché al di là si erano già insediati i Franchi), sarebbe rimasta romana. E, nel gioco delle conseguenze a catena, forse in seguito qualche capace generale o imperatore romano (magari Ezio, o Maggiorano), magari mettendo uno contro l'altro Alani, Suebi e Vandali stanziati nella penisola iberica, sarebbe riuscito a riprendere il controllo anche di questa. A quel punto la base territoriale e le risorse dell'impero sarebbero state di nuovo sufficienti ad affrontare le crisi e le sfide successive...

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Paolo torna a farsi sentire:

Il problema fondamentale è cosa si intende per "Roma", in particolare dopo il 404.

Per dire, volendo essere proprio pignoli, anche i regni romano-barbarici, entro una certa misura erano "Roma". Chi tirava la baracca era pur sempre il ceto dirigente locale. Il quale, per autopreservarsi decide di affidarsi, per la propria difesa, al popolo barbaro di turno. Siagrio non era il rappresentante di una romanità decurtata e ferita in cerca di riscatto. Era il rappresentate dell'ordine in quell'angolo di mondo. Non va commesso l'errore di pensare che il latifondista tipo dell'impero d'occidente fosse un agnellino povero e indifeso. La clientela armata non è affatto un'invenzione barbarica. Se tali individui avessero avuto la reale idea che Siagrio avesse rappresentato una garanzia tanto diversa per la loro sopravvivenza come ceto dirigente della società rispetto a Teodorico o a Childerico, non avrebbero esitato.

Quindi, nel V secolo cos'è "Roma"? questa è la vera domanda. Non si tratta delle legioni o la fedeltà ad un centro di potere piuttosto che a un altro. Si tratta invece del mantenimento di un modo di vivere, dell'intendere la società, le istituzioni e l'ordine.

Avete mai visto nel V e nel VI secolo rivoluzioni ed insorgenze di stampo etnico? sì. Ma, in modo apparentemente paradossale non dei "romani", ma delle culture di sostrato che, sopravvissute, hanno l'opportunità per tornare alla ribalta e riguadagnarsi spazi di libertà.

La caduta di Romolo Augustolo è passata quasi inosservata ai contemporanei essenzialmente per questo: era la sostituzione del simbolo del potere (peraltro non va dimenticato che Odoacre agiva con un larvato consenso di Costantinopoli), ma non una rivoluzione del sistema. A maggior ragione evidente poiche non si può nemmeno parlare di invasione di un popolo, perché se Odoacre era personalmente metà erulo metà sciro, il suo esercito era composto di uomini provenienti un po' da tutto il barbaricum, e certo non obbedivano al capo per via di legami di stirpe.

Nemmeno Teodorico con i suoi ostrogoti rappresenta una rottura. E quando Costantinopoli decide di riprendersi l'Italia, nemmeno lì nessuno ha niente da dire. I goti stavano paventando una sovversione di "Roma" e la garanzia di Romanità era nell'esercito di Belisario. La capacità di resistenza dei goti dell'est è ammirevole, ma niente più di questo.

Viceversa, ma non è una violazione della regola, anzi secondo me la invera, in Spagna è Costantinopoli a rappresentare la rottura dell'ordine e pertanto un nemico da ricacciare indietro, come è ben visibile se si legge Isidoro di Siviglia, in cui già i bizantini sono "i greci" e basta.

Il vero, netto, pesantissimo strappo della storia dei regni romano barbarici è dato dall'invasione longobarda. Quella sì è stata una sovversione del sistema ed è stata vissuta come tale. In quel caso sì che il ceto dirigente è scappato, vescovi compresi. Ed è per questo che abbiamo una (mezza) regione che si chiama Romagna, "terra dei romani", proprio per distinguerla dalla Lombardia "terra dei lon(go)bardi".

Oso ulteriormente nel dire che se il progetto di unificazione dell'italia da parte longobarda è fallito non è tanto per la debolezza dei sovrani (allora alla francia merovingia cosa sarebbe dovuto accadere??) o un'inferiorità così pesante delle strutture di potere (feudalesimo VS gasindiato), ma più che altro perché pur con un'inculturazione per quanto lunga, tutto sommato di successo, la chiesa, rappresentante ed erede non solo di Cristo ma anche e, forse, soprattutto di "Roma", continuava a fare memoria e tramandare quanto i longobardi fossero stati e, pertanto, dovessero rimanere ideologicamente per sempre, una frattura, un'infrazione. Insomma, per definizione un nemico.

Mi raccomando! queste precisazioni sono solo per deformazione professionale medievalista che è in me. Ovviamente non le dico certo per affermare il fatto che le ucronie che prolunghino la vita dell'impero d'occidente siano poco interessanti. anzi, lungi da me!

Penso che il bello delle ucronie, tale da renderle VERAMENTE interessanti è il fatto che possono divenire una spinta in più per capire meglio la storia reale sotto tutti i suoi aspetti.

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Gli replica Massimiliano:

Verissimo è che fu la Chiesa in Italia, in qualche modo erede della "Romanitas universalis", a "mettere i bastoni fra le ruote" al processo di creazione di una grande Longobardia/Lombardia coincidente con la penisola. 
Solo qualche distinguo. Tra Egidio/Siagrio e i Regni Romano/Barbarici delle differenze c'erano, eccome, proprio sul piano della concezione dell'ordine esistente. Intanto, sul mero piano biografico, Egidio era stato inviato dall'imperatore Maggioriano (non a caso l'ultimo imperatore romano alle prese con un realistico tentativo di riconsolidamento dell'impero) in Gallia con il compito di restaurare non una generica concezione di "romanitas", ma proprio l'autorità politica e militare dello Stato centralizzato romano! E Egidio, ultimo magister milutum delle Gallie, si impegna in tal senso, non senza rilevanti successi, come ad esempio la riconquista di Lione dove si erano installati i Burgundi. Quando poi Maggioriano viene eliminato e sostituito con un imperatore "fantoccio" del barbaro Ricimero, Egidio rifiuta di sottometersi in nome della vera "romanitas". E sulla stessa linea continuerà il figlio Siagrio, ormai rinchiuso in una enclave romana circondata dai Franchi, dai Burgundi e dai Visigoti. Ma, ancor più importante, mentre nei Regni Romano/Barbarici i "possidentes" si erano sì più o meno adattati ai nuovi regimi (e cosa avrebbero dovuto fare di diverso per sopravvivere individualmente e come classe?) ma al prezzo di perdere la metà delle terre, oltre che il potere politico effettivo (senza contare il declino dei municipia), nell'enclave romana i possidentes gallo/romani non dovevano spartire terre e incarichi con alcuno. Alla fine "Roma" (intesa come dominio di Siagrio) fu definitivamente espulsa dalle Gallie a seguito di meri rapporti di forza militari. I latifondisti avevano sì milizie private di difesa, ma non potevano competere con gli eserciti romano/barbarici. , essendo concepite più che altro per la difesa nei confronti delle bande di Bagaudi. La "romanitas" che resta come residuo (diritto, costumi etc..) nei Regni romano/barbarici è per l'appunto un resto, un apporto, ma non può coincidere con "Roma".

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E adesso, la soluzione proposta da Iacopo: l'Impero Romano Feudale!

1.

Teodosio non muore nel 395 ma nel 417, a settant'anni.

Morto però Ambrogio nel 397, l'Imperatore ha mano libera, non essendoci  nessuno dotato dell'autorità del severo vescovo-censore. Tanto per non sbagliare, Teodosio invia Stilicone a Milano come Magister Militum.

Fra il 402 e il 408 Teodosio stringe alleanza coi Goti di Alarico e  invia spie nelle steppe. Come parte delle trattative, Ezio viene affidato alla famiglia reale visigota. Vi sono molte mormorazioni a Roma e a Costantinopoli contro la presenza dei barbari ariani, ma nessuna voce eguaglia quella del defunto Ambrogio.

Nel 408 Alarico guida i suoi uomini in un trasferimento forzato verso Occidente: Teodosio ha acconsentito a cedere ai Goti l'Aquitania, in cambio del loro ingresso nelle fila delle Legioni.

L'assalto al Limes Renano, iniziato enl 406, è rintuzzato nel momento stesso in cui Alarico appare all'orizzonte. Battaglia a Durocortorum (Reims): Suebi, Alamanni e Vandali tornano oltre il Reno con la coda fra le gambe, i Franchi invece si sottomento completamente e, convertitisi al cattolicesimo, entrano nelle Legioni come i Goti.

La questione religiosa è delicata: i Goti potrebbero mantenere l'Arianesimo o convertirsi al Cattolicesimo (o alla morte di Alarico, o mentre lui ancora regna, magari mentre stanno passando dall'Italia -battesimo nell'Adda ad opera dell'arcivescovo Marolo che così si guadagna l'aureola).

2. (una storia parallela)

Goti pagani guidati da Ataulfo, separatisi dai loro fratelli presso Verona, giungono prima in Sequania, quindi sono insediati in Britannia al posto delle legioni. Il paganesimo riprende piede e i Sassoni sono respinti per tre generazioni. (oppure, l'arianesimo giunge in Britannia e i Sassoni si convertono al cattolicesimo come i Franchi, per guadagnarsi l'appoggio romano). Artù e i goti...

3.

Nel 408 muore Arcadio, quindi, alla morte di Teodosio nel 417 gli succede Onorio come Imperatore unico, mentre Stilicone viene nominato Patrizio d'Occidente. Valentiniano III nasce a Costantinopoli e contende il trono a Teodosio II.. Comunque alla fine Marciano si sbarazza di entrambi, e la storia bizantina può proseguire sui suoi binari almeno fino all'epoca di Giustiniano.

Attila regna dal 434 al 453, e nel 450 invade l'Occidente, dove è fermato dal Patrizio Ezio. Dopo questa data le cose si fanno più calme, Ezio provvede a rimettere insieme l'Occidente coadiuvato da personaggi come Avito, Maggiorano, Giovanni Primicerio, che assumo ruoli di comando nella gerarchia feudale imperiale. Avito potrebbe essere un buon Conte d'Aquitania, Maggiorano un buon Prefetto di Subirbicaria o Maestro di Palazzo di Milano o Ravenna, mentre Giovanni Primicerio potrebbe essere un buon Prefetto di Roma, avendo l'incarico di tenere a bada il Papa.

L'impero romano, respinta la minaccia più grave, si feudalizza. Teocrazie nel Norico, ad Aquileia, a Veglia e in Africa (oltre che a Roma, ovviamente). L'esercito tiene il resto, fondendosi a volte coi barbari (il Palatinato Franco ne è un esempio). Da Oreste in poi il Patriziato d'Occidente si limiterà alla pianura padana occidentale.

Centri di Potere nel 500 (tenendo presente che qui "Contea" vale più di "Ducato" e "Palatinato" vale più di tutti, come prestigio).

4.

La convergenza fra Ippona e Alessandria si fa più stretta, e mentre i Persiani impegnano Costantinopoli, i Miafisisti invadono l'Italia. Roma messa a sacco non si riprenderà (equivalente della Guerra Gotica).

Sconfitti e logorati da anni di guerra, gli africani devono cedere. Forse spazio per i longobardi. In ogni caso questa è la spallata finale all'impero d'Occidente, nonché la fine del patriziato.

5.

Sorge il Palatinato Franco per sostituire il Palatinato Milanese-Ravennate distrutto dall'invasione africana. Suoi rivali regionali sanno la Spagna e l'Africa. A questo punto un qualunque Gran Maestro o Duca-Conte potrebbe riunificare l'Occidente come Carlo Magno.

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Diamo ora la parola a MorteBianca:

I 16 imperi romani!

Più volte abbiamo discusso di quale paese poteva considerarsi legalmente il successore di Roma. Vi consiglio unbnuovo video, con una simpatica idea: fare una lista di tutti gli statibche si sono proclamati ufficialmente successori di Roma, e il totale è di 16. Come vedete non concordo su alcuni di questi (che non si sono mai proclamati successori di Roma ufficialmente, come il Regno d'Italia o la Grecia) bensì vi aggiungo la Spagna.

In questa ucronia proveremo a supporre i POD per ottenere 16 Imperi Romani coesistenti fino ad oggi, e il loro rapporto. Per evitare di ripetermi ogni impero sarà chiamato con il suo titolo ufficioso.

1) Divisione tra Occidente e Oriente. Consideriamo questo il punto di partenza per la nascita del primo impero romano, quello occidentale. Per evitare contraddizioni geografiche con diversi altri Imperi che occuperanno la penisola, l'Impero Romano come da timeline perderà Roma ma persisterà in Illiria sotto protezione Bizantina. In questa timeline resta lì e rimane lì ancora oggi.

2) Con la divisione nasce anche l'Impero Bizantino, che è il secondo Impero Romano per anzianità. I Bizantini andranno in esilio a Cipro e lì sopravvivranno come staterello fino ad oggi.

3) Regno di Soissons: un rimasuglio romano in Francia, che si è fieramente proclamato Regno dei Romani fino alla fine. Si stabilizzerà gradualmente sul Benelux e lì rimarrà fino ad oggi con il suo impero olandese che poi ovviamente perderà.

4) Sacro Romano Impero Germanico: approfittando della successione femminile di Bisanzio, Carlo Magno si proclama Imperatore. Non riuscirà mai a prendere Soissons, che terrà come stato cuscinetto. Il Sacro Romano Impero si frantumerà, lasciando solo alla componente Germanica la continuazione. Nella nostra timeline l'Austria abolirà questa istituzione, continuando a proclamare sé stessa come successore di Roma (cosa che, secondo il video stesso, crea il paradosso di aver fatto convivere tre Rome vicine tra loro). In questa timeline invece ciò non avviene, perché l'Austria abbandona il SRIG e al suo posto il trono se lo prende la Prussia. Il Sacro Romano Impero Germanico è sin dall'inizio federale e liberale. Niente Kaiser, niente Hitler. L'Impero sopravvive.

5) L'Impero Austroungarico si ritira dal SRIG e si proclama nuova Roma. Attua le dovute riforme federali e liberali sopravvivendo al secolo breve.

6) Napoleone si incorona Imperatore. Per evitare di farsi troppi nemici sposa un'Austriaca, lascia il SRIG ai prussiani e non tocca Soissons (alleato degli inglesi). La Francia resta limitata ma sopravvive in forma imperiale fino ai giorni nostri.

7, 8, 9) Nicea, Impero Latino, Trebisonda. Stati crociati nati con l'implosione e le invasioni, i primi due ottengono il titolo di Impero Romano perché momentaneamente conquistano la capitale, mentre Trebisonda diventa la sede d'esilio dei Bizantini, che qui lasciano un ramo cadetto della loro casata. Trebisonda sopravvivrà come Crimea, garantita dai Russi, poi dai Savoia e poi dagli Angloamericani. L'Impero Latino si terrà la Grecia per sempre. Nicea si tiene la Turchia Occidentale che dà sul mare.

10) Sultanato di Rum: Si prende la Turchia Orientale e si proclama impero (islamico) dei Romani.

11) Impero Ottomano: Si prende Bisanzio, ma in questa timeline non riesce a creare il suo Iper-Impero. Il motivo è che in questa timeline l'occidente foraggia tutti gli stati in loco (Latino, Trebisonda, Rum, Nicea, Cipro) e gli Ottomani si dissanguano qui, arrestando quella che poteva essere la loro crescita. Oggi l'Impero Ottomano è soltanto lo stretto di Istanbul.

12) Regno di Spagna: l'ultimo Imperatore in lite con il suo successore fuggito a Cipro decide di lasciare in eredità il titolo imperiale al Re di Spagna come nella nostra timeline. La Spagna fa tutto quello che ha fatto fino ad oggi sopravvivendo e rimanendo monarchica.

13) Bulgaria: Si proclama Impero di tutti i Romani in contrapposizione a Bisanzio. Non sarà mai invasa dalla Russia.

14) Serbia: Stessa cosa. Non sarà mai invasa dall'Austria-Ungheria che si è federalizzata.

15) Russia: Per una lontana parentela gli Zar al momento della distruzione di Costantinopoli si proclamano imperatori romani. La Russia attuerà le doverose riforme di Alessandro II. La Russia diventa una nazione moderna e democratica, Lenin viene eletto Primo Ministro e la guida oltre i suoi anni bui. Niente Stalin e niente Hitler significa niente Patto di Varsavia, niente occupazione della Bulgaria, niente Putin.

16) Italia: I Savoia unificano l'Italia e, sotto un primo ministro capace, la rendono una media potenza proclamandosi Imperatori Romani. Niente Asse e niente Referendum.

Abbiamo dunque alla fine 16 Imperi Romani che coesistono pacificamente. Due sono musulmani, quattro sono cristiani non-cattolici, tutti gli altri sono cattolici. E' probabile che venga creata una qualche associazione stile Commonwealth che unisce tutti gli "stati successori" di Roma. Una "Latinitas" o "Unione Latina" o "Unione Romana". Nel 2069 le 16 Rome si uniscono nel nuovo Impero Romano. Questo avrà tre capitali: una politica (Roma), una economica (Mosca) una giuridica (Istanbul). Invece di avere un sistema con Due Augusti e due Cesari, adesso c'è un nuovo sistema di stampo Neoguelfo: un Augusto, Tre Cesari e 12 Romoli. Oppure scatenano una Battle Royale e l'ultimo in piedi si piglia tutto.

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Alessio Mammarella commenta:

Gran bella idea! Interessante considerare il diverso equilibrio tra confessioni religiose, lingue, identità etniche che questa ucronia comporta.

L'esistenza dell'Impero d'Occidente (1) avrebbe reso la storia dei Balcani occidentali profondamente diversa. L'Impero in sé potrebbe coincidere essenzialmente con la Dalmazia, ma più ampia rispetto a quella che conosciamo (estesa per esempio alla parte di Bosnia oggi abitata da croati, il Montenegro, l'Albania, quantomeno nella sua parte settentrionale). Ciò significa che l'Austria imperiale comprenderebbe solo la parte interna della Croazia, mentre probabilmente la Bosnia sarebbe divisa tra Impero d'Occidente e Serbia. Non sarebbero mai esistiti i bosniacchi, né i montenegrini, e neppure gli albanesi (perlomeno come popolo specifico, ma gli abitanti dell'Impero potrebbero essere in buona parte simili agli odierni albanesi, a parte ovviamente la lingua, che sarebbe romanza).

L'impero d'Oriente (2) a Cipro è una idea fantastica, strano che nessuno abbia mai pensato a un'ucronia del genere. Certo, c'è da ragionarci sopra, ma mi sembra molto stimolante.

Il Regno di Soissons (3) necessita di qualche piccola forzatura perché se non sbaglio tra i suoi territori originari e l'area dei Paesi Bassi c'era di mezzo il nucleo centrale dei territori franchi. Possiamo però immaginare, disponendo di molti secoli di storia, che il Regno di Soissons in un primo momento sconfigga i franchi ricacciandoli verso la Germania, e si espanda verso i Paesi Bassi. In seguito, con il ritorno dei franchi, il Regno sarebbe rimasto confinato nella sua collocazione odierna, perdendo i territori originari a beneficio del regno dei franchi occidentali.

Simpatica la questione dell'Impero Germanico (4). In un'altra discussione stiamo studiando l'ipotesi della Confederazione Italiana, ossia di un Risorgimento compiuto con soluzioni pacifiche, e qui è stato ipotizzato lo stesso per la Germania. Forse era possibile che il II Reich nascesse in modo del tutto pacifico e in tal caso potremmo immaginare che sia come la Germania contemporanea, con l'unica variante di avere ancora ti territori orientali che in HL sono stati ceduti dopo il 1945.

Credo che questa sia una delle rare ucronie in cui la Grecia non è greca. Voglio dire, considerando che l'Impero Latino d'Oriente è sopravvissuto. e che invece quello di Nicea ha occupato stabilmente l'Anatolia occidentale, potremmo fare l'ipotesi che la popolazione greca-ortodossa si sarebbe concentrata in questo secondo paese, rendendo l'Anatolia la Grecia ortodossa dei giorni nostri. Il Patriarca di Nicea (vado di fantasia) potrebbe aver sostituito quello di Costantinopoli come riferimento per gli ortodossi? Al posto della Grecia odierna potrebbe invece esserci la Romanìa (*), a prevalenza cattolica (difficile pensare a una totale scomparsa dell'ortodossia, molto radicata) e con una lingua, se non propriamente romanza, comunque latinizzata nell'alfabeto e in vari aspetti (non scendo nel tecnico, non vorrei scrivere sciocchezze). Direi che anche gli imperi 7, 8 e 9 sono da approfondire.

(*) P.S. ciò potrebbe rispondere alla domanda "perché non è stata menzionata la Romania?" ma ovviamente ce ne farebbe sorgere una nuova, ossia che cosa ci sarebbe al posto dell'odierna Romania. Considerando che l'Austria imperiale è sopravvissuta, che la Bulgaria è sempre stata un Impero, che la Russia ha vissuto meno traversie, potremmo anche immaginare che la Romania non si sarebbe formata perché ciascuna delle sue parti fondamentali (Transilvana, Valacchia, Moldavia) è compresa in un impero diverso. Oppure al limite una delle tre regioni potrebbe essere un piccolo stato indipendente (penso che sarebbe stata la Moldavia ad averne l'opportunità più delle altre).

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Paolo Maltagliati però fa notare:

La Frankokratia storicamente non ha comportato alcun vantaggio particolare alle lingue romanze a sud dei monti Balcani. I Villehardouin, gli Aleramici, i Malatesta, gli Orsini, i De la Roche, gli Acciaioli, i Crispo, i catalani, i navarresi, Venezia, i Giustiniani, i Gattilusio, i Trastamara, i cavalieri ospitalieri, i templari, i Lusignano hanno governato tutti un qualche pezzo di Romània nel periodo compreso tra il 1204 e il 1522 e non vi è stato alcun tentativo di latinizzazione; semmai le dinastie franche hanno in taluni casi iniziato a utilizzare il greco.
Paradossalmente, i maggiori sforzi per cambiare l'assetto etnolinguistico sono stati compiuti da o sotto sovrani greci.
Gli ultimi Paleologi hanno cercato, nei loro limitati mezzi, di ripopolare la Morea e l'Attica con Albanesi; la Tessaglia (alternativamente Paleologa, Melissena, poi senza un potere centrale e abbandonata agli arconti locali) era de facto chiamata Valacchia minore nel tardo XIV e nel XV secolo, perché molto abitata dai popoli romanzi sud-balcanici.

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E c'è pure la postilla di Dario Carcano:

Voi non i crederete, ma anche il piccolo Galles può effettivamente vantare di essere discendente dell'Impero Romano d'Occidente!

Uno dei regni in cui era diviso il Galles nel medioevo era infatti il regno di Gwynedd, che comprendeva l'isola di Anglesey e un pezzo della costa nord-occidentale del Galles, regione che al tempo dei romani era nota come Venedotia. La fondazione di Gwynedd viene fatta risalire al 450 circa, quando Cunedda Wledig - un signore della guerra britanno - si mosse dalla Scozia col suo esercito e occupò la regione, fondando un regno di cui lui era sovrano; non è chiaro se Cunedda sia stato chiamato dagli abitanti della regione, o se Cunedda abbia visto il vuoto di potere in quell'area e abbia deciso di approfittarne, ma non è importante.

Quello che è importante è che Cunedda era nipote di Padarn Beisrudd, che tradotto significa Paterno dalla Veste Scarlatta. Il soprannome di Paterno ha spinto molti storici a ipotizzare che fosse un ufficiale romano che aveva ricevuto da Magno Massimo un comando alla frontiera caledone; siccome molto spesso questi comandi erano ereditari (il tardo impero aveva molte caratteristiche feudali), ciò vorrebbe dire che Cunedda potrebbe aver ereditato questo rango, e che quindi sarebbe stato anch'egli un ufficiale romano.

Tutto questo renderebbe il regno di Gwynedd a tutti gli effetti uno stato successore dell'Impero Romano d'Occidente, e siccome nel 1216 Gwynedd ha unificato il Galles diventando il Regno del Galles (poi principato), il Galles discende direttamente dall'Impero Romano.

Peraltro anche gli efficientissimi anglo-normanni hanno dovuto sudare le proverbiali sette camice per sottomettere il Galles; a Ewloe i gallesi di Owain Gwynedd avevano umiliato Enrico II. Se il Galles si unifica e si consolida prima dell'invasione di Guglielmo il Conquistatore, poi sarà molto difficile per gli anglo-normanni conquistarlo.

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C'è spazio pure per la proposta di Tommaso Mazzoni:

E se la Tetrarchia avesse funzionato?

Bandiera della Tetrarchia

Capitale: Roma
Altre Città: Vienna, New York, Costantinopoli, Mosca.
Forma di Governo: Tetrarchia Costituzionale Federale (Ogni Augusto è succeduto dal proprio Cesare, il Cesare d'Occidente è eletto dal Senato d'Occidente fra i discendenti dell'Augusto d'Occidente, il Cesare d'Oriente è selezionato per Primogenitura a preferenza Maschile)
Tetrarchi: Sacro Romano Imperatore Carlo VIII (Augusto d'Occidente); Imperatore del Commonwealth Ferdinando VI (Cesare d'Occidente), Basilissa ton Romaion Maria I (Augusta d'Oriente), Zar di Tutte le Russie Giorgio II (Cesare d'Oriente)
Membri del Consiglio dei 4, ciascuno per tre mesi, a rotazione, Primo Ministro della Tetrarchia: Angela Merkel, Cancelliere del Sacro Romano Impero (Democrazia Cristiana); Joe Biden, Premier Minister del Commonwealth Empire (Labour Party); Kyriakos Mitsotakis, Protospatario dell' Impero Romeo (Néa Dimokratía) e Aleksej Naval'nyj, Ministro-Presidente dell'Impero di tutte le Russie (Rossiya Budushchego)
Fondazione: 293 d.C., per decreto degli Augusti Diocleziano e Massimiano I.
Superficie: 121.905.851 km2
Popolazione: 4.485.987.400 abitanti
Densità: 36,80 abitanti per km2
Lingue: Italiano, Inglese, Greco, Latino e Russo.
Religione: Cristiana Cattolica, Ebraismo, Paganesimi, Islam.
Moneta: Sesterzio, Tutti i Sesterzi hanno su una faccia l'aquila del rispettivo quarto e il proprio imperatore (o imperatrice) regnante sull'altro.
Economia: L'economia della Tetrarchia copre tutti i settori ed è estremamente avanzata.
Inno nazionale: Roma Eterna (sulle note della Nona Sinfonia di Betoven (ed è scritto così, non è un refuso)
Prefisso telefonico: +01
Targa automobilistica: RR
Tld: .rr

Cultura: Nella Tetrarchia convivono migliaia di culture diverse ed il patrimonio artistico e culturale dell'Impero è immenso; La diversità culturale si esprime in tutti i campi, dalla moda, alla gastronomia al cinema.

Politica e istituzioni: Ci sono sei livelli federali, La Tetrarchia, con un Senato Federale eletto a suffragio Universale con sede a Roma; I 4 Imperi Costituenti (Sacro Romano, Commonwealth, Romeo e di tutte le Russie), ciascuno con il proprio parlamento (Dieta, Commonwealth Parliament, Boulé, e Duma), I Regni Costituenti di ogni Impero con le proprie Assemblee Nazionali bicamerali, i Granducati e i Principati Regionali e le Contee (Temi, Voivodati o Baronie) e le Città Libere Provinciali e i Comuni. Ciascun comune elegge un proprio Consiglio Municipale e godono di ampie autonomie legislative. I Sindaci sono variamente determinati (elezione diretta, indiretta, titolo ereditario, o nomina da parte dell'autorità provinciale); Le Città libere sono Repubbliche di vario genere sempre con un lergislativo eletto, a volte con un esecutivo ereditario o aristocratico; Le Contee hanno un Conte, Barone, Voivoda o Temarca ereditario o uno Sceriffo/Governatore/Arconte eletto e assemble elettive. I Principati e i Granducati Regionali hanno un Granduca o un Principe ereditario, e un'assemblea bicamerale eletta. I magistrati sono nominati dai governatori e dalle assemblee.

Forze Armate: L'esercito Romano è la più grande forza armata della storia, è composto per metà da professionisti ma la leva è obbligatoria e i riservisti sono richiamabili fino ai 60 anni, l'arma degli Ausiliari Civici accoglie gli obiettori di coscienza; Le forze armate romane includono: Legioni Terrestri, Flotta del Mare, Flotta del Cielo, Milizie Urbane di Sicurezza, Pretoriani e Ausiliari Civici. Oltre 12.000.000 di Soldati servono nell'immenso esercito.

Mappa della Tetrarchia

Storia
La Tetrarchia fu fondata nel 293 in seguito al riconoscimento di un problema pratico, l'Impero Romano era diventato troppo vasto per essere governato da una sola persona; Due fattori avrebbero potuto uccidere in culla la costruzione dell'Imperatore Diocleziano, uno la volontà del suo collega e loro successori di nominare i propri figli come eredi che Diocleziano voleva proibire; il compromesse trovato fu la possibilità del Senato di porre un veto sui successori designati in caso di manifesta incapacità di governare. L'altro fu la contrarietà del suo collega a seguirlo in pensione; la Morte di Massimiano (forse avvelenato dallo stesso Diocleziano) rese rapida la successione e inaugurò un'era di pace interna, consolidamento ed espansione; A Diocleziano successe il Cesare Costanzo, con suo figlio Costantino I come Cesare; Diventato Costantino chiese e ottenne dal cognato Massenzio lo scambio fra Oriente ed Occidente; l'altro cognato di Costantino e suo Cesare, Licinio, non ebbe figli e morirà due anni prima di Costantino che nominerà Cesare suo figlio Costanzo II mentre Massenzio, senza figli, adotterà il nipote Costantino II come Cesare, dopo essere sopravvissuto ad un paio di possibili successori; Massenzio e Costantino muoiono entrambi nello stesso anno, lasciando l'impero ai figli di Costantino; Costanzo II Augusto d'Oriente nomina suo fratello Costante come Cesare, mentre Costantino II Augusto d'Occidente nomina il cugino Giuliano come proprio; Alla morte in battaglia sia di Costanzo II che di Costantino II nel 363 (Costanzo II contro i Persiani, Costantino II contro i Pitti ), Costante nomina Cesare suo genero Gioviano, mentre Giuliano nomina il Generale Valentiniano I. Sotto il Regno di Giuliano si arriva all'Editto di Ravenna nel 370, poi copiato da Costante nel 372, che proclama la totale libertà Religiosa nell'impero e il divieto, pena la morte, per i funzionari pubblicidi perseguitare o favorire cittadini Romani per ragioni religiose. Gli Ebrei possono tornare in Palestina e ricostruire il Tempio e proclamano Costante e Giuliano Messia a pari merito; per consolare i Cristiani, Giuliano e Costante assegnano importanti compiti amministrativi ai Vescovi; Il Patriarca di Costantinopoli e quello di Roma ottengono speciali riconoscimenti. Nel 376 una migrazione massiva dei goti, gestita meglio che nell'HL consente a Gioviano (con l'aiuto del Magister Militem Teodosio) di conquistare buona parte della Persia.
Costante muore nel 380 e gli succede Gioviano, abile amministratore ma mediocre generale, che nomina Cesare Teodosio I il grande. Giuliano invece muore nel 384 sopravvivendo al suo Cesare cui succede prima il fratello Valente, poi il figlio Graziano, che una volta Augusto, nomina il fratello Valentiniano II suo Cesare. Nel 385 muore Gioviano, gli succede Teodosio I il Grande, che nomina Cesare il suo Magister Militum Stilicone, con il Senato di Roma che approva solo dopo ampio dibattito.
Sotto il Regno di Teodosio si tiene il Concilio di Roma, che finalmente pone fine allo scisma Ariano, adottando la formula della "mistica e ineffabile generazione del figlio nella mente del Padre" che salva la Divinità di Gesù e la Trinità, ma essendo mistica ed ineffabile non chiude la porta all'idea adozionistica, perchè nella mente del Padre tutto è possibile. Valentiniano II nomina Cesare Arcadio, uno dei due figli di Teodosio I, mentre il suddetto nomina Cesare l'altro figlio, Onorio.
Nei secoli successivi ad Oriente si succedettero sul trono Augusti e Cesari della Dinastia Teodosiana (fino al 457), Leonide (dal 457 al 491), Giustinianea (dal 491 al 610), Eracliana ( dal 610 al 717), Isaurica (dal 717 all'821), Carolingia (821-1081), Comnena (dal 1081 al 1185), Angela (dal 1185 al 1261 ), Paleologa (dal 1261 al 1528) , Prudentide (OTL Ottomana, dal 1528 al 1625) e infine i Romanidi (OTL Romanov dal 1625 ad oggi). In occidente ai Teodosiani ( fino al 455) succedono gli Attiliani (dal 455 al 493) gli Amalingi (dal 455 al 568), i Gausiani (dal 568 al 780), i Carolingi (dal 780 all'887), gli Ulchio-Ascaringi (dall'887 al 1148), gli Hohenstaufen (dal 1148 al 1303) i Lussemburgo (dal 1303 al 1437), gli Asburgo (dal 1437 al 1742), gli Asburgo-Lorena (dal 1742 al 1806) i Bonaparte (dal 1806 al 1876) e gli Asburgo-Lorena-Este (dal 1876 ad oggi). Nel Corso dei secoli la Tertarchia, attraverso matrimoni e azioni militari ha espanso i propri confini; la Chiesa Cristiana Cattolica ha mantenuto l'unità e ha evangelizzato gran parte del mondo grazie a grandi Santi predicatori come San Pietro Valdo, San Giovanni da Ginevra, e a grandi riformatori come papa Martino IV (Giovanni Hus) e San Paolo III (Martino Lutero). La lotta contro gli Arabi, prima, contenuti nella loro penisola, e contro i Mongoli dopo, ha portato la Tetrarchia all'attuale estensione.
L'era delle grandi Espansioni Geografiche e l'unione dinastica dell'Imperial casa d'Asburgo con l'Inghilterra, da una parte e la progressiva espansione ad oriente dello stato cliente di Moscovia per l'Impero d'Oriente ha portato all'attuale mondo, in cui esisrono solo 4 stati sovrani, la Tetrarchia, con tutti i suoi stati semi-autonomi, l'Impero Cinese erede del grande Impero mongolo, su cui oggi regna l'Imperatore Fánróng Khan della dinastia Yuan restaurata, Il Califfato Arabo, oggi governato dal califfo Abd'allah IX della dinastia Hashemita, l'Impero Persiano oggi governato da Ciro IV della dinastia Pahlavi. Il sistema dei regni clienti poi integrati come regni autonomi di una delle 4 parti ha favorito la stabilizzazione della Tetrarchia. Dopo un secolo di lotte che hanno portato il suffragio universale, l'abolizione perpetua della schiavitù e l'uguaglianza fra le razze e i generi (almeno come principio), oggi la Tetrarchia ha nell'esplorazione spaziale il suo principale businness; dopo la creazione di Cesarea Lunare, la prima città sulla Luna nel 2000, e lo sbarco su Marte nel 2019, il prossimo obiettivo sono le Lune di Giove. (mi mancava nel curriculum qualcosa sulla sopravvivenza dell'Impero Romano).

Tommaso Mazzoni

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A questo proposito, Strataghemma ci ha scritto:

Vorrei parlare di questo filone di ucronie, molto popolare a causa dell'importanza che il mito di Roma ha per l'occidente e per l'Italia. Più nello specifico, della questione economica.
La mia idea è che se l'Impero Romano non fosse crollato, e se soprattutto le due sponde del mediterraneo non fossero state separate dalla Religione, la sponda Nord sarebbe rimasta dipendente economicamente da quella Sud.
In pratica nell'Impero Romano Eterno (stile Cina) ancora oggi la zona più produttiva secondo me sarebbe la zona che oggi è arabofona ed islamica, il Levante ed il Nordafrica.
Siccome questo aspetto credo che sia poco esplorato, vorrei chiedere a voi: cosa ne pensate? Siete d'accordo, o credete che comunque ci sarebbe stato il grande sorpasso da parte dell'Occidente?

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E Dario Carcano gli ha spiegato:

La mia opinione è che l'Impero Romano è entrato in crisi quando il sistema economico schiavista ha raggiunto il suo limite.
L'economia schiavista si basa appunto sugli schiavi, e in particolare sul loro lavoro nell'agricoltura; ma gli schiavi, col passare dei decenni, tendono a ridursi, perché i nati in schiavitù non sono sufficienti a compensare i morti e gli schiavi progressivamente liberati. Inoltre, un'economia schiavista può realmente espandersi solo con nuovi afflussi di schiavi.
Perciò un Impero schiavista come quello Romano può crescere economicamente solo finché le campagne militari permettono di catturare grossi numeri di prigionieri di guerra da usare come schiavi.

Per questo, i problemi dell'Impero Romano iniziano con la fine delle grandi campagne militari di espansione.
Con Traiano l'Impero sottomette i Daci, e riesce a insediare sul trono partico un proprio vassallo, Partamaspate. Ma queste campagne sono anche il limite massimo a cui l'Impero può spingersi, infatti ragioni economiche spingono Adriano ad abbandonare le conquiste orientali di Traiano, e anche la Dacia sarebbe stata progressivamente abbandonata nei decenni successivi.
Le campagne militari dopo Traiano non sono più offensive e finalizzate a conquistare grandi masse di schiavi, ma quasi sempre difensive e finalizzate a fermare incursioni barbare dentro l'Impero.
Anche a est avviene un grande cambiamento: nel III secolo in Persia gli Arsacidi sono rimpiazzati dai Sassanidi, una dinastia molto più agguerrita e pericolosa dei predecessori, che di fatto chiuse definitivamente le porte alla possibilità di replicare i successi di Traiano contro i Parti.

L'afflusso di schiavi si riduce notevolmente, e con esso l'economia entra progressivamente in crisi, perché - ricordiamolo - un economia schiavista è dipendente dall'afflusso di nuovi schiavi per espandersi.
Così, l'economia romana inizia progressivamente a trasformarsi, e ad evolversi verso una economia feudale. Il primo passo è nel regno di Antonino Pio, quando i cittadini romani vengono distinti in due categorie in base alla condizione economica, gli honestiores e gli humiliores, con questi ultimi che di fatto diventano dei cittadini di serie B.
Da qui partono una serie di riforme, che culminano nel regno di Diocleziano, con l'istituzione del colonato: una nuova condizione giuridica nella quale un coltivatore è formalmente libero, ma è vincolato pagare al proprio padrone canoni agricoli e corvées in cambio della possibilità di trattenere una parte del raccolto.
In parole povere, con Diocleziano nasce la servitù della gleba, un nuovo rapporto di produzione che progressivamente avrebbe preso il posto della schiavitù.

L'Impero Romano per sopravvivere doveva diventare feudale, e lo stava facendo; fu solo per cattiva sorte se questa transizione fu fermata a metà, dallo tsunami migratorio causato dagli Unni, che causò il disfacimento della metà occidentale dell'Impero.

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Chiudiamo per ora con il dotto parere del solito Bhrghowidhon:

Che un Impero basato sul Modo di Produzione Servile entri in crisi quando cessa l’afflusso di Schiavi è innegabile. Credo che il punto da discutere sia se l’Impero Romano fosse tale solo in quanto basato su tale Modo di Produzione (e direi che anche in questo caso possiamo rispondere con sicurezza, stavolta negativamente, dato il chiaro esperimento storico reale dell’Impero Bizantino, a tutti gli effetti Impero Romano), se potesse rimanere schiavile (qui è il Califfato che ci conforta a rispondere di sì, ma probabilmente ci obbligherebbe a tornare alla prima Ucronia con questo nome) e se in Occidente fosse inevitabile il passaggio al Feudalesimo (almeno per le regioni che lo hanno conosciuto sembrerebbe di sì, dato che era la regola al di fuori dell’Impero, anche se quest’aspetto viene di solito trascurato).

Se comunque aggiungiamo che effettivamente ancora nel X. sec. d.C. l’“Occidente” si presenta come una Colonia economica dei Califfati, il quadro che si delinea in generale è abbastanza chiaro: sì, l’Impero Romano poteva continuare a esistere (come Bisanzio), in forme cristiane (e senza Schiavitù; di nuovo come Bisanzio), conservando l’Africa Settentrionale e il Levante (da cui sarebbe rimasto dipendente, come nella Storia reale) e senza passare per intero al Modo di Produzione Feudale. Questo in linea di principio; le difficoltà arrivano quando si tratta di individuare quali Punti di Divergenza sarebbero stati assolutamente necessarî.

Anzitutto, ancora qualche considerazione generale: il Modo di Produzione Servile non è l‘unico ad aver bisogno di conquiste per mantenersi. Anche l’Impero Romano ne avrebbe dovute compiere (credo che il più epico scontro ucronico non scaduto in insulti su questa Lista sia quello che ho avuto sull’evitabilità – a mio modesto giudizio – delle conseguenze della mossa di Adriano) e, se da un lato la frontiera con la Persia (poi con l’’Islâm) poteva rappresentare un ostacolo invalicabile, quelle in Europa certamente no e le conquiste carolinge in Sassonia, l’evangelizzazione degli Anglosassoni e della Scandinavia, quelle degli Slavi e infine le Crociate del Baltico sono la dimostrazione di quel che avrebbe realmente fatto l’Impero Romano conservatosi.

C’è però uno di noi che da anni sta scrivendo un’ucronia monumentale sull’Impero Romano Feudale e anche solo tentare di riassumerla – stanti poi i limiti di conoscenza che ne ho – è del tutto improponibile. Comunque sia, mi pare che quella sia la vera risposta alla discussione (e mi stupisco che finora non sia stata nominata). Se ne devo azzardare una io, sarà inevitabilmente monca e tronca, superficiale e approssimativa, ingiustificata e deludente.

Un’altra – molto più cortese – polemica fiorita in questa sede è stata su Carlomagno come Imperatore Romano. Dati gli ineliminabili difetti che prontamente ammetto e che comunque qui la singola personalità non è rilevante in misura decisiva, conservo l’idea; entro l’800, nell’Impero Romano rimasto unito in tutta la sua estensione circum-mediterranea e di nuovo esteso alla Britannia, Carlomagno diventa Imperatore, inaugurando la sua Dinastia.

Scrivevo poco sopra che qui non è tanto rilevante che si tratti proprio di Carlomagno, quindi propongo, solo per stavolta, di ammetterlo senza concederlo: mi serve per un quadro che abbia almeno un minimo di realismo (se non altro apparente) in più. Dunque Carlo e Irene sposi e riunificazione delle due Parti dell’Impero, che nel frattempo ha semplicemente riconquistato con la forza le Provinc(i)e in questa ucronia solo per poco ‘liberate’ (o qualunque participio preferiate) a opera dei Musulmani. Nel frattempo, i confini dell’Impero in Europa si sono estesi come storicamente le Conversioni al Cristianesimo; nel 1000, Ottone III. è Sovrano di tutto il Mediterraneo e di quasi tutta l’Europa (credo che questa figura sia più credibile di Carlomagno, anche se nella mia prospettiva la presuppone, perlomeno in questa ucronia).

Dovevo arrivare fin qui per affrontare la questione economica. A questo punto, mi pare che risulti chiaro che in effetti lo scenario è possibile: l’Africa e il Levante restano le zone più produttive, ma l’economia di scambio continua a coinvolgere l’intero Impero; in alcune parti di questo (soprattutto quelle di recente conquista) si è imposto il Modo di Produzione Feudale, mentre la Schiavitù è ufficialmente scomparsa e rimane solo nelle forme dissimulate di Servitù della Gleba, tuttavia non ubiquitaria. Penso che sia quello che si voleva dimostrare.

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