Rodolfo III d'Asburgo

Lo sceneggiato dedicato da Rai Uno alla vicenda dello sfortunato Arciduca Rodolfo d'Asburgo ha ispirato al nostro Webmaster William Riker la seguente ucronia.

Il 10 maggio 1881 Rodolfo d'Asburgo-Lorena, unico figlio maschio ed erede al trono di Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, nella Chiesa degli Agostiniani di Vienna sposa Stefania, figlia del re dei belgi Leopoldo II.

Egli stesso ha scelto la sua sposa tra molte rampolle di famiglie regnanti cattoliche, ed il connubio si presenta (al pari di quello dei suoi genitori) come un matrimonio d'amore, anche se l'imperatrice Elisabetta di Wittelsbach (la popolare Sissi) ha criticato la nuora definendola "stupida e impacciata". Poco dopo tuttavia, il 2 settembre 1883, Stefania dà alla luce una bambina, l'arciduchessa Elisabetta, e Rodolfo, già inquieto ed insofferente di natura, comincia ad accusare la moglie di non essere stata capace di dargli un erede maschio, e torna a frequentare le molte donne con cui si accompagnava prima del matrimonio, tra cui la più nota è Mizzi Casper; pare che la moglie, al corrente di tutte queste infedeltà, gli abbia buttato in faccia: "una puttana che si accompagna con un solo uomo è pur sempre una puttana!" Presa la gonorrea da un'attrice polacca, Rodolfo la trasmette anche alla moglie, che così non può più avere figli maschi. L'erede al trono asburgico si allontana definitivamente da Stefania e, conosciuta la diciassettenne baronessa Maria Vetsera, pensa di farne la propria amante fissa, ammogliandola ad un nobiluomo portoghese. Ma il padre gli impone di troncare la relazione, e così la triste storia di Rodolfo si chiude con il suicidio, avvenuto il 30 gennaio 1889 nel casino di caccia di Mayerling, i cui particolari sono tuttora avvolti nel mistero a causa del tentativo della famiglia reale viennese di insabbiare completamente la vicenda.

Ma uno spermatozoo diverso può cambiare la storia dell'Europa?

Sì, se l'erede che nasce nel 1883 dall'unione tra Rodolfo e Stefania è un maschio, poniamo che si chiami Massimiliano come lo sfortunato fratello di Francesco Giuseppe. Allora Rodolfo si dedica interamente all'educazione del figlio, per lui tronca ogni altra relazione extraconiugale tranne quella con Mizzi Casper (ma per i regnanti è quasi un obbligo avere un'amante fissa), non si dà all'alcool né tantomeno alla morfina. La Vetsera sarà al massimo dama di compagnia della futura imperatrice Stefania. Non molti lo sanno, ma Rodolfo è uno studioso, appassionato di ornitologia, e possiede anche un'immensa collezione di minerali, tutte qualità che può trasmettere al figlio. Inoltre le sue idee sono molto diverse da quelle del padre e della madre, tant'è vero che qualcuno alla corte lo chiama "il Socialista". Se Rodolfo sopravvive, ed il padre lo vede in buona salute psicofisica, probabilmente Francesco Giuseppe abdica in suo favore, come già aveva fatto suo zio Ferdinando I, al compimento del 45° anno di regno, cioè il 2 dicembre 1893: cosa che si rifiutò sempre di fare con l'assai poco amato nipote Francesco Ferdinando.

Rodolfo III cinge la corona e decide una profonda riforma della duplice monarchia, trasformata in un impero federale parlamentare: Austria, Cechia, Slesia, Galizia, Bucovina, Trentino, Istria e Dalmazia diventano stati federati sul modello degli Stati Uniti d'America, mentre l'Ungheria, che pure si è rifiutata di procedere ad un'analoga federazione, è costretta a concedere larga autonomia ai romeni della Transilvania, alla Slovacchia ed alla Croazia. Inoltre Rodolfo è fortemente ostile all'alleanza di ferro con la Germania, che secondo lui conduce inevitabilmente alla guerra, e così la Triplice Alleanza non è rinnovata. La concessione dell'autonomia alla Croazia e, conseguentemente, alla Bosnia-Erzegovina, disinnescano il panslavismo e la Russia ha meno margini di manovra nei Balcani. Nel 1906 è firmata la Cordiale Intesa tra Austria-Ungheria, Italia, Francia e Inghilterra; la Germania si trova isolata e si rende conto che non potrà mai scatenare da sola una guerra europea. Il 28 giugno 1914 lo studente serbo Gavrilo Princip tenta di assassinare l'imperatore Rodolfo III, 56 anni, in visita nella città, ritenendolo responsabile del fallimento del sogno jugoslavo della Serbia, ma l'attentato fallisce perché la sorveglianza è assai più stretta, e la Serbia è costretta a mettere fuori legge i movimenti ultranazionalisti. La Prima Guerra Mondiale non scoppia, e di conseguenza neppure la Rivoluzione Bolscevica. Lenta transizione dell'Impero Russo verso una monarchia federale parlamentare sul modello asburgico; solo la Germania resta capofila della Reazione, ma il Kaiser resta saldo in sella ed Hitler non ha spazio per ascendere al potere. Inoltre l'autonomia concessa agli italiani suoi sudditi da Rodolfo III disinnesca l'ultranazionalismo dannunziano, Mussolini non cambia bandiera e diventerà vicesegretario del PSI, il cui segretario è Giacomo Matteotti.

Nel 1919 l'imperatore Rodolfo III e il cancelliere austriaco Karl Renner lanciano l'idea di una Comunità Europea che permetta di evitare per sempre le contese armate sul continente; positiva risposta del primo ministro italiano Giovanni Giolitti, del presidente francese Raymond Poincaré e del primo ministro inglese David Lloyd George. Rodolfo III fa in tempo a vedere la fondazione di un Sistema Monetario Europeo e di una Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, prima di spegnersi a 72 anni nel 1930. Gli succede il figlio Massimiliano I.

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L'impero di Rodolfo III nel 1930

In figura: l'impero di Rodolfo III nel 1930. Stati federali: 1 - Boemia e Sudetia; 2 - Bucovina; 3 - Carinzia; 4 - Carniola; 5 - Dalmazia; 6 - Galizia e Lodomiria; 7 - Trieste ed Istria; 8 - Bassa Austria; 9 - Moravia, 10 - Salisburgo; 11 - Slesia; 12 - Stiria; 13 - Tirolo; 14 - Alta Austria; 15 - Vorarlberg; 16 - Ungheria; 17 - Croazia e Slavonia; 18 - Bosnia-Erzegovina; 19 - Transilvania; 20 - Trentino; 21 - Slovacchia; 22 - Rutenia.

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Così fa notare *Bhrg'howidhHô(n-):

Una puntualizzazione. Come Imperatore d'Austria il figlio di Francesco Giuseppe sarebbe stato Rodolfo I (infatti Francesco II Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1792 al 1806 è stato Francesco I Imperatore d'Austria dal 1804 al 1835; Rodolfo non sarebbe stato Sacro Romano Imperatore). Come Arciduca d'Austria sarebbe stato Rodolfo VI, come Re d'Ungheria Rodolfo II, solo come Re di Boemia Rodolfo III (infatti Rodolfo II, Imperatore e re di Germania dal 1576 al 1612, è stato Rodolfo V d'Austria, dal 1576 al 1608, Rodolfo I d'Ungheria e Rodolfo II di Boemia).

Inoltre il progetto sopra illustrato (federalizzazione dei Paesi della Corona) corrisponde puntualmente a quanto proposto per l'Austria al Parlamento di Francoforte da K. Möring, K.L. von Bruck e J. von Würth, in federazione con tutti gli Stati tedeschi (Lussemburgo incluso), l'Olanda e la Danimarca (eventualmente anche Belgio e Svizzera).

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Ed ecco il commento di Enrico Pellerito:

Nulla da eccepire a parte, forse, il fatto che Princip e compagni potrebbero non avere un'occasione come quella di Sarajevo: in fondo, in quella città ci andò l'Arciduca Francesco Ferdinando, che non era l'imperatore, e quindi, cosa avrebbe dovuto portare in quel giorno Rodolfo a Sarajevo? Ma considerando che Rodolfo amava girare per l'Impero, opportunità in questo senso ce ne sarebbero potute essere.

Se però al posto del cugino ci fosse stato l'ucronico figlio Massimiliano, Rodolfo se ne sarebbe stato buono e zitto a piangere o avrebbe ridotto la Serbia ad una landa desolata, disabitata e incolta? Vallo a sapere.

Una cosa però è certa, Rodolfo e lo stesso Francesco Ferdinando, a differenza del rispettivo padre e zio, avevano le idee ben chiare sul fatto che qualcosa doveva essere fatta per evitare la disgregazione dell'Impero; e questo dava certo fastidio ai conservatori, anche se non ci sono prove documentali che all'interno dello stato maggiore abbiano brigato per mettere Francesco Ferdinando in condizioni di insicurezza tali da consentire l'omicidio e della moglie.

A proposito di questa, ecco invece la prova che all'interno della corte viennese le cose, anche se mal digerite, cominciavano a cambiare: nessuno voleva più rischiare un altro suicidio-omicidio al momento che Francesco Ferdinando s'incaparbì dichiarando che voleva sposare la Contessa Sofia. Poi, una volta diventato imperatore, bisogna vedere se Francesco Ferdinando non avrebbe tentato di cambiare le carte in tavola, al fine di far diventare la moglie imperatrice e abolire l'esclusione della propria progenie dalla successione.

Ma tornando alle analogie tra Rodolfo e il cugino, se quest'ultimo, nonostante convinto accentratore assolutista del potere della dinastia, riteneva che fosse necessario equiparare tutte le nazionalità, in modo da ottenere popolarità e prestigio tra i sudditi, chissà cosa avrebbe escogitato Rodolfo, che assolutista e accentratore non lo si poteva certo definire.

In effetti, la nuova, mancata, generazione di possibili regnanti viennesi, aveva pienamente compreso che il dualismo non era stata un'operazione felice. Si era mantenuta la supremazia austriaca, ma gli Ungheresi erano coscienti che non ci non ci avevano guadagnato molto, e le altre etnie erano rimaste scontente.

Possiamo immaginare che sia Rodolfo, sia Francesco Ferdinando, sarebbero intervenuti nel senso di rafforzare il potere della Corona concedendo un'ampia autonomia amministrativa alle varie nazionalità (impero in chiave federale) diminuendo la supremazia magiara nei confronti di Romeni e Croati, creando un'entità slava all'interno dell'impero (Francesco Ferdinando pensava addirittura ad una terza corona croata) che facesse da baluardo alla Serbia.

Emblematica resta la lettera del 1 febbraio 1913 inviata al ministro degli Esteri Berchtold da parte di Francesco Ferdinando, quest'ultimo, tra l'altro, flemmatizzatore della politica estera viennese, essendo stato uno dei principali sostenitori del mantenimento della pace e del non intervento della duplice sia durante la crisi bosniaca (1908-1909) sia durante le Guerre balcaniche (1912-1913): in quella lettera veniva spiegato che solo trattando bene le popolazioni slave e dando loro un'esistenza confortevole (al contrario di ciò che gli Ungheresi, in una sorta di guerra tra poveri, facevano in Croazia) si sarebbe disinnescato l'irredentismo slavo all'interno dell'Impero, e secondo l'Arciduca, questo avrebbe impedito uno scontro con la Serbia.

Ma perchè ad andarsene prima sono sempre i migliori (relativamente parlando)?

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Non può mancare il commento di Generalissimus:

Ricordo le teorie del complotto riguardanti i Fatti di Mayerling:

1) La Vetsera era incinta, morì per dissanguamento o setticemia dopo un aborto mal praticato e Rodolfo, per paura di uno scandalo, andò nel panico più totale e decise di suicidarsi.
2) Zita di Borbone-Parma affermava che ad uccidere Rodolfo sarebbero stati degli ufficiali della sicurezza austriaca, perché Rodolfo, simpatizzante della parte ungherese dell'Impero, aveva dei non meglio specificati piani per essa.
3) Rodolfo sarebbe stato ucciso da agenti francesi inviati da Clemenceau perché si era rifiutato di partecipare ad un complotto per esautorare Francesco Giuseppe e indebolire la Triplice Alleanza.

Ovviamente, di tutto ciò non vi è prova alcuna, e la prima è impossibile perché Rodolfo era rimasto sterile dopo aver contratto la gonorrea.

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Questo è un inizio della cronologia proposta da Dans:

1883: nasce il figlio di Rodolfo d'Asburgo e Stefania del Belgio. Viene battezzato Massimiliano [HL: Elisabetta], come lo sfortunato fratello di Francesco Giuseppe.

1893, 2 dicembre: al compimento del 45° anno di regno, Francesco Giuseppe abdica in favore del figlio, come già aveva fatto suo zio Ferdinando I. Rodolfo II cinge la corona.

1898: nel 20° anno di amministrazione austro-ungarica della Bosnia-Erzegovina, Rodolfo II mette in atto il suo progetto di riforma della duplice monarchia. La Cisleitania è divisa in regioni dotate di un proprio parlamento (Austria, Boemia e Moravia, Galizia e Slesia, Kunstland) e di notevole autonomia legislativa e culturale. L'Ausgleich è modificato in modo da costringere anche i riottosi ungheresi a concedere parlamenti ed autonomia culturale a Croazia, Slovacchia e Transilvania. La Bosnia-Erzegovina continua ad essere amministrata direttamente dalla corona d'Austria, ma inizia ad acquisire istituzioni autonome di autogoverno (un parlamento nazionale).

1898 incidente di Fashoda: punto basso nei rapporti diplomatici tra Francia e Regno Unito.

1899-1902: guerra anglo-boera.

1904: intesa anglo-francese: mano libera alla Francia sul Marocco.

1905: Einstein pubblica i suoi articoli che fondano una nuova Fisica. Vienna è centro della scuola del neopositivismo logico (Popper, Husserl, Heidegger).

1904-06: prima crisi del Marocco: l'Austria-Ungheria supporta la Germania in solitudine. Vedendo gli scarsi risultati dell'azione diplomatica tedesca e temendo l'isolamento, Rodolfo II scarica il Kaiser non rinnovando la Triplice Alleanza; in breve anche l'Italia esce dalla Triplice.

1907: intesa tra Regno Unito e Russia.

1911: seconda crisi del Marocco: senza nessun supporto, la mossa di Wilhelm II appare come un puro bluff; Wilhelm II resta screditato; cresce il malcontento interno e l'opposizione socialista; sempre maggior forza dei movimenti socialisti in Germania.

1911-12 guerra italo-turca.

1912-13 guerre balcaniche.

1914-1918: guerra navale tra Regno Unito e Germania vinta dai britannici; Intesa italiana con Francia, Regno Unito e Russia; attacco italiano alla Duplice per prendere Trento e Trieste: Francia e Gran Bretagna non sostengono l'Italia, e così si combattono due guerre parallele, una nel Nord e una nel Sud d'Europa.

Come proseguirà?

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Così aggiunge Francesco Dessolis:

Il problema è che l'impero asburgico, già  multinazionale da un punto di vista culturale, non voleva diventarlo da un punto di vista politico. Il compromesso austro-ungarico del 1866 aveva peggiorato la situazione, perché i neo indipendenti (o quasi) ungheresi non intendevano rinunciare alla supremazia su croati e slovacchi.

Una nuova Timeline potrebbe forse svilupparsi proprio dal 1866, se in quell'occasione fossero state ripristinate anche le corone di Boemia e Croazia. In tal caso gli Asburgo avrebbero potuto assumere in futuro anche la corona di Serbia. Si sarebbe potuto creare un nuovo status quo in Centro Europa. Naturalmente a spese delle altre nazionalità  minoritarie dell'impero, in primo luogo gli italiani del Trentino e della Venezia Giulia...

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Pietro Bosi allora approfondisce il discorso:

Il trialismo fu una corrente politica il cui fine era la formazione di un terzo Stato autonomo assieme all’Austria e all’Ungheria. All’inizio del XX secolo affiorò il desiderio di creare una comunità allargata degli slavi meridionali nell’Impero asburgico. Ivan Šušteršič e Janez Evangelist Krek, ad esempio, avanzarono l’idea di formare uno Stato slavo sotto la monarchia asburgica, creato grazie all’intesa con i croati e che inglobasse anche i serbi; esso avrebbe dovuto estendersi da Trieste alla Drina e occupare di conseguenza l’intera fascia adriatica. L'eventuale Regno di Croazia (in certi ambienti austriaci definito Regno d’Illiria) avrebbe incluso la Slavonia, la Dalmazia, Fiume, la Bosnia, l’Erzegovina, l’Istria, Trieste, Gorizia, Gradisca, la Carniola e porzioni di Carinzia e Stiria. Questa soluzione era accolta favorevolmente anche in Slovenia. La via del trialismo che avesse condotto esclusivamente all’unione delle regioni croate era invece vista con una certa titubanza dai politici sloveni ed era considerata pericolosa, perché si correva il rischio che le Terre Slovene si trovassero isolate entro la cornice austriaca e quindi sottoposte a una forte pressione tedesca. Un altro politico sloveno, Gregor Žerjav, proprio nell’anno dell’annessione austro-ungarica della Bosnia ed Erzegovina (1908), suggeriva la formazione di un Regno jugoslavo nell’ambito della Monarchia asburgica, che comprendesse una parte della Carinzia, la Stiria, la Carniola, il Goriziano, Gradisca, Trieste con il circondario, l’Istria, la Croazia, la Slavonia, la Dalmazia, Fiume ed i suoi dintorni nonché la Bosnia e l’Erzegovina. Questi caldeggiava inoltre la cessione austriaca del Friuli orientale all’Italia in cambio della Slavia veneta. Tale regno avrebbe occupato una superficie di 150.000 kmq ed annoverato circa otto milioni d’abitanti.

Fu proprio Šušteršič che il 25 luglio 1909 inoltrò all’arciduca Francesco Ferdinando, sostenitore della causa degli slavi meridionali (soprattutto di una Grande Croazia), un memoriale a favore del progetto trialista, da attuarsi non solo per soddisfare le ragioni nazionali ma anche per il bene della corona. Come annotò nel suo diario Lajos Thallóczy, direttore generale nel ministero austro-ungarico delle Finanze, il 5 aprile 1913, l’erede al trono, considerava seriamente la questione del trialismo e decisamente meno lo scoppio di un conflitto con la Serbia. Il popolo sloveno era in buona parte leale all’imperatore e di conseguenza ambiva alla formazione di un grande e forte regno sotto lo scettro asburgico. L’unione delle regioni jugoslave in un unico corpo era considerata una necessità dinastica. In siffatto modo la Casa regnante sarebbe stata in grado di contrastare i suoi peggiori nemici, individuati nel nazionalismo ungherese e nell’irredentismo italiano e serbo. Nel novembre del 1909, con la risoluzione di Tivoli, dal nome del parco di Lubiana, inoltre, il partito socialdemocratico sloveno si espresse a favore dell’unione nazionale di tutti i popoli jugoslavi dell’impero. L’idea trialista divenne il punto che accomunava sia i liberali sia i cattolici e si estese anche nelle terre croate, il cui massimo sostenitore era il Partito Puro dei Diritti di Josip Frank. Naturalmente l'Ungheria i Nazionalisti Serbi furono i principali oppositori del progetto. Con l’attentato di Sarajevo e lo scoppio della Prima guerra mondiale, i progetti per la riorganizzazione della Duplice monarchia furono definitivamente archiviati.

Ecco la proposta di una "Grande Croazia" entro la monarchia asburgica del dottor Ivo Pilar, datata 1910:

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Dans ribatte:

Eppure, non riesco a credere che, senza la prima guerra mondiale, il destino della Duplice fosse già segnato.

Di POD austrungarici ne ho in mente parecchi, tanto per elencare:

- 1848: Ausgleich anticipato dopo la Primavera dei Popoli;
- 1853: partecipazione dell'Austria-Ungheria alla guerra di Crimea;
- 1866: vittoria a Sadowa: Grossdeutschland Losung, due Germanie: Prussia luterana e Austria cattolica;
- 1867: Ausgleich a quattro, con Boemia e Croazia;
- 1871: Articoli di Hohenwart;
- 1875: intervento congiunto con la Serbia degli Obrenovic nella crisi di Bosnia;
- 1878: Congresso di Berlino: Bosnia ceduta alla Serbia degli Obrenovic + ipoteca asburgica sulla corona serba;
- 1881: Kalnoky acquista la corona di Serbia da Milan IV Obrenovic;
- 1890: Taaffe divide etnicamente le province ceco-tedesche;
- 1895-97: Ordinanze Badeni sulla lingua ceca;
- 1908: nessuna annessione della Bosnia-Erzegovina;
- 1911: nessuna Guerra di Libia, dunque nessuna guerra balcanica e nessuna Grande Guerra;
- 1912: intervento o minaccia Austro-Ungarica contro la Serbia: fallimento delle guerre balcaniche e Prima Guerra Mondiale anticipata.

Dei più realistici e interessanti, quelli di Hohenwart (1871), Taaffe (1890) e Badeni (1895). Di progetti per spingere l'impero su una strada multinazionale ce n'erano, solamente sono falliti tutti...

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Citiamo la proposta di Sparta:

Presagendo che l'Italia vuole avviare una sua politica coloniale, nel 1868 (subito dopo l'Ausgleich, dunque) il Cancelliere dell'Impero Austro-Ungarico Karl von Auersperg decide di precederla ed inizia lui ad occupare la costa dell'Eritrea, con gran gioia del Regno Unito che vede gli austriaci precedere i francesi, già insediatisi a Gibuti. Quali conseguenze potrebbe avere sulla storia europea questa colonizzazione? La Triplice Alleanza nascerà lo stesso? (io ne dubito) E l'Italia perseguirà comunque una sua politica coloniale? Attaccherà la Libia fin dal 1880? E con quali esiti?

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Iacopo gli risponde:

Se l'Austria-Ungheria si lancia un un'impresa coloniale, allora sarà un alleato strategico dell'Inghilterra migliore dell'Italia (in funzione antifrancese). In uno scenario simile il Belgio sarà filoaustriaco e dunque filotedesco. In questo caso avremmo un'alleanza tra Regno Unito, Prussia/Germania, Austria-Ungheria e Impero Ottomano contro Russia, Francia e Italia...

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Ed ora, alcune considerazioni del francese Perchè No?:

Decisamente l'assassinio politico sembra essere uno dei nostri POD preferiti: credo che abbiamo assassinato tutte le persone possibili e risparmiato tutti gli assassinati, però mi chiedo se questi eventi hanno avuto sempre importanza.

Per esempio, se l'arciduca austriaco non muore assassinato nel 1914 possiamo pensare che nell'atmosfera di tensione internazionale una guerra sarebbe scoppiata lo stesso prima del 1920. Se Enrico III di Francia non fosse stato stato assassinato, le guerre di religione sarebbero terminate con due o tre anni di anticipo, e Enrico IV sarebbe salito lo stesso sul trono. Se Chirac fosse stato assassinato durante la parata del 14 luglio 2002, posso dirvi che non avrebbe avuto una grande importanza politica (il suo secondo mandato non è servito a niente, si é accontentato di aspettarne la fine). Fornisco esempi francesi, ovviamente, ma sono sicuro che ci sono altri esempi dove l'assassinio politico non ha cambiato niente (mi viene in mente la morte del candidato olandese di estrema destra Pim Fortuyn). Mi sbaglio?

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Così osserva Enrico Pellerito:

La domanda posta dal nostro amico francofono non è certo illogica. L'eliminazione di un capo, sia esso un sovrano liberale, un despota o un leader democratico, fino a che punto può incidere sulla struttura organizzativa di una nazione, oppure di un movimento/partito politico che sia giunto a contare grandi numeri e quindi a pesare sulla sorte della prima o del secondo? E quanto la suddetta eliminazione influenza gli eventi internazionali?

Credo che ogni singolo caso faccia storia (e allostoria) a sè, come giustamente dice Perché No?, e che non sempre gli assassini politici siano da considerarsi importanti nel gravare sugli eventi.

Fra l'altro, le conseguenze in termini di decisioni successive, potrebbero essere determinate a seconda del momento durante il quale avvenga un omicidio politico.

Venendo questo perpetrato durante il tempo di pace, in assenza di crisi internazionali e con ripercussioni solo "interne", bisogna vedere se la personalità dell'individuo in questione è di notevole spessore carismatico, tale da influenzare fortemente un popolo o una parte consistente di esso; ovvero se quest'uomo sia riuscito ad operare per lungo tempo lasciando un'impronta ideologica non indifferente.

I cambiamenti potrebbero essere, allora, marginali e quanto prospettato nei programmi sarebbe realizzato dall'erede o dagli eredi politici, che forse agirebbero con meno autorevolezza personale, ma godendo del retaggio del "martire".

Diverse le cose in caso di una situazione internazionale piuttosto "delicata".

Facendo riferimento a quanto accennato da Perché No?, la Belle Epoque sarebbe, prima o poi, finita e l'assassinio di Francesco Ferdinando ha solo rappresentato un casus belli da strumentalizzare.

Il processo di espansione economico/finanziario messo in atto da Berlino stava diventando insopportabile per Londra e Parigi, così come per Washington, quindi le cose sarebbero presto precipitate, anche se l'innesco fosse stato meno eclatante.

Ancora differente l'evoluzione in presenza di conflitto.

Citando personaggi che hanno ricoperto cariche di governo durante il secondo conflitto mondiale (il periodo storico che meglio conosco) potremmo parlare del "tentato" attentato ai Tre Grandi a Teheran.

Se l'operazione nazista "Lungo Salto" (detta anche operazione "Elefante") fosse riuscita, Churchill, Roosevelt e Stalin avrebbero potuto essere assassinati da un nutrito commando di agenti dei servizi segreti tedeschi che, addestrati ad una simile evenienza, erano stati inviati nella zona della capitale iraniana, grazie alle informazioni assunte su data e luogo dell'incontro al vertice.

Il piano non riuscì grazie all'infiltrazione nello stesso commando di un agente sovietico; pur non di meno, al di là dell'effetto scioccante che l'azione, una volta riuscita, avrebbe prodotto, ciò non poteva certo impedire il prosieguo della lotta conto l'Asse.

Semmai, gli animi di buona parte di Britannici, Sovietici e Statunitensi si sarebbero ancor più esacerbati nei confronti della Germania.

Anche la morte di Hitler in uno dei qualsiasi attentati (ma per comodità riferiamoci a quello del 20 luglio 1944) non avrebbe poi tanto cambiato le sorti del partito nazista e della Germania, se il successivo predisposto colpo di stato fosse fallito.

Rimasta intatta la gerarchia nazista, questa aveva forse garanzie di farla franca, anche in presenza di un armistizio o di una pace separata? Avrebbero detto: scusate signori, dato che Adolf ha tolto il disturbo, ed era soltanto lui a volervi fare la guerra, noi ci ritireremmo nei nostri confini e facciamo come se non fosse successo niente. Vi sembra plausibile?

Per concludere, siamo certi, come sostengono alcuni, che se JFK non fosse stato mai oggetto di un attentato (o che questo fosse fallito) ciò avrebbe veramente significato che non ci sarebbe stato un maggior coinvolgimento degli USA in Vietnam?

A voi la risposta.

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*Bhrg'howidhHô(n-) suggerisce:

Secondo me l'unico modo per garantire la sopravvivenza della Duplice dopo la Grande Guerra consisterebbe in una Vittoria abortita degli Imperi Centrali, che – per facilità di ucronia – NON hanno ancora preso Parigi ma ci sono ormai a ridosso quando arriva la Spagnola. Alla pace, i Tedeschi sgomberano la Francia (ma non il Belgio) in cambio della restituzione di tutte le Colonie e una minima rettifica di confine in Lorena.

L'Italia – sempre per mantenere il più possibile del progetto – invece vince, ma anch'essa si ferma con la Spagnola e come massimo massimo direi che possiamo postulare la linea del 3. novembre (quindi Trentino e mezza Gorizia + centro storico di Trieste come exclave).

Arretramento del confine greco, annessione della Serbia all'Austria-Ungheria, pace ratificata con la Romania (minime variazioni sui Carpazi), in Russia come da Brest-Litovsk, il tutto compreso nell'Unione Europea. Finlandia Baltico Lituania Polonia Russia Bianca Ucraina nel Reich, Transaucasia condominio turco-tedesco.

L'Austria-Ungheria con Viktor Adler (ma va bene anche Karl Renner, magari tutti e due) e Jászi Oszkár (in Ungheria) si trasforma in Confederazione Danubiana inglobando Romania, Serbia e Bulgaria.

L'Unione Europea comincia come unione di Germania (col Belgio e l'Est), Confederazione Danubiana e Impero Ottomano; estensione proposta ai Paesi Scandinavi, Olanda, Francia (che rifiuta), Italia (che rifiuta), Albania (che accetta) e Grecia (che rifiuta). È solo la mia proposta...

Soldati austroungarici durante la Seconda Guerra Mondiale!

Soldati austroungarici durante la Seconda Guerra Mondiale!

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Ancora *Bhrg'howidhHô(n-) ha voluto sottoporci la sua nuova idea ucronica:

Ascoltate questo mio progetto:

1) dopo la Fase Boema della Guerra dei Trent’Anni l’Imperatore incamera il Palatinato;

2) alla fine della Guerra di Successione Spagnola Carlo VI. conserva la Baviera (senza cedere i Paesi Bassi), lasciando invece magari in Sardegna (dov’era) Massimiliano II. Emanuele di Wittelsbach (per cui poi non c’è scambio con i Savoia per la Sicilia);

3) la Guerra di Successione Polacca varia di quel tanto che lascia a Francesco Stefano la Lorena (per cui la Toscana va direttamente a Carlo VI), mentre Parma resta ai Borboni (le Potenze considerano la Toscana compenso per Napoli – in questo caso la Sicilia non entra in gioco – e Carlo VI ha la sensazione di essere ancora più sconfitto, però grazie a ciò la Lorena rimane lorenese a condizione di non poter mai essere unita all’Austria, di modo che sarà la Lorena a essere Secondogenitura dell’Arcicasa).

Le conseguenze sono:

a) non c’è Guerra di Successione Bavarese, ma le ostilità fra Maria Teresa e Federico II si riaccendono lo stesso, solo che stavolta la Sassonia è a fianco dell’Austria, che recupera la Slesia, mentre la Sassonia Elettorale acquisisce la Sassonia Prussiana (come progettato nella Guerra dei Sette Anni);

b) Giuseppe II provvede direttamente a scambiare la Toscana col Württemberg e ottiene lo stesso fra Modena e il Baden; inoltre, non essendo Carlo Teodoro legato a Mannheim, dove non ha mai regnato (ma casomai a Bruxelles, dove è nato), questi scambia volentieri Jülich-Berg con parte dei Paesi Bassi;

c) nelle Spartizioni della Polonia, l’Austria ottiene di più in Posnania (con cui la Prussia confina solo a Nord) ed è presente anche nella Seconda, dato che è meno impegnata nei Paesi Bassi (le aree della Rivoluzione sono quelle andate ai Wittelsbach);

d) nel 1795 sono da indennizzare due Linee Asburgiche, ma anche i Wittelsbach, che quindi non sono affatto francofili;

e) con la Mediatizzazione, i Dominî Asburgici diventano pressoché esclusivi lungo tutto il confine con la Francia (tranne l’Assia) e la Svizzera (già lo erano da Campoformio con la Cisalpina, poi Italia);

f) la Terza Coalizione cambia radicalmente, non perché Napoleone non vinca la guerra, ma perché non ha Prìncipi Tedeschi al proprio fianco;

g) alla Restaurazione, i Paesi Bassi tornano nelle rispettive parti ai Wittelsbach e agli Asburgo-Lorena (grosso modo, Fiandre, Hainaut e Brabante e rispettivamente Namur, Lussemburgo e Limburgo, con incameramento di Liegi e indennizzo in Cisrenania per il resto che passa all’Olanda), viene restaurata la Secondogenitura Lorenese e Lucca viene promessa agli Austria-Este-Baden (che nel frattempo hanno ereditato Massa e quindi vi possono avere qualche interesse), in cambio del Baden (che qui è rimasto molto più piccolo), quando Parma fosse tornata ai Borboni (dopo Maria-Luisa). In questo quadro, da un lato è chiaro che i Savoia non possono puntare ad una tripartizione dell’Italia come a Plombières, a meno di cedere la Sicilia in cambio del mantenimento di Nizza e Savoia (ma per Napoleone III non avrebbe senso, a meno di puntare a un’azione contro i Wittelsbach di Sardegna e Fiandre-Hainaut-Brabante, che appare abbastanza verosimile); dall’altro, la Prussia potrebbe essere allearsi con la Francia nella Guerra Austro-Prussiana, ma si troverebbe contro tutto il resto della Germania (e già partirebbe senza Slesia né Renania) e probabilmente in questo caso anche il Regno Unito. Potrebbe quindi limitarsi a proporre all’Austria uno scambio fra Holstein e Hohenzollern; prima ancora, comunque, se Napoleone III e Vittorio Emanuele II attaccano i Wittelsbach e gli Asburgo sia in Italia sia nei Paesi Bassi (che fanno parte della Confederazione Germanica), si ritrovano contro anche la Prussia con tutta la Confederazione e allora l’esito del conflitto si capovolge, con Massimiliano II. Giuseppe che guadagna la Sicilia e Francesco Giuseppe gli Stati Sabaudi di Terraferma.

In queste condizioni, per Bismarck il massimo obiettivo sarebbe di uscire dalla Confederazione Germanica e fondare un Impero Federale della Germania Settentrionale con Mecklenburgo (tutti), Hannover, Braunschweig, Anhalt, Waldeck, Brema, Amburgo e Lubecca, mentre Assia (entrambe), Nassau, Turingia, Sassonia e Lorena rimarrebbero satelliti dell’Austria (che dominerebbe direttamente tutto il resto, dal Limburgo alla Slesia e dalla Bukovina a Cattaro e Nizza) come Confederazione Germanica. I Borboni di Parma e di Napoli, i Baden di Modena, i Württemberg di Toscana e gli Austria-Este di Massa e Lucca potrebbero prima o poi costituire una Federazione Italica ed eventualmente i Wittelsbach di Sicilia, Sardegna, Fiandre, Hainaut e Brabante potrebbero aderire a entrambe.

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C'è ancora spazio per la domanda postaci da Enrica S.:

In questa pagina Web ho trovato la seguente cartina dell'ucronico Impero di Austria-Ucraina:

Quali PoD occorre inventare per rendere reale questa ucronia?

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Le risponde Andrea Villa:

Credo che questa ucronia potrebbe essere intitolata "Il Deserto dei Tartari per davvero"! (tenendo conto del fatto che il concetto dell'opera di Dino Buzzati è atemporale e rappresenta quello di un esercito intrappolato in una guerra apparentemente infinita, contro un "nemico" che si incarna in illusioni ottiche, miraggi, nel tedio del tran-tran giornaliero)

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E *Bhrg'howidhHô(n-) aggiunge:

Occhio. Nel film la fortezza Bastiani è austroungarica, ma nel libro è chiaramente nel Comelico ed è il Regno del Nord a essere l’Austria-Ungheria.
Buzzati poi specifica che la denominazione di "Tartari" è puramente leggendaria (alla fine infatti non arrivano i Tartari, ma un esercito moderno), e ricordo di aver scritto da qualche parte che in realtà è un nome celtico che significa "territorî aridi", conformemente al sostrato dell’alto bacino della Piave.
Questo solo per la cronaca, non inficia l’interessantissima ucronia!

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E ora, l'idea di Lord Wilmore:

Pochi sanno che Rodolfo d'Asburgo, lo sfortunato figlio di Francesco Giuseppe e Sissi, rischiò di uccidere suo padre durante un misterioso incidente di caccia nella tenuta imperiale di Mayerling, la stessa che poi sarebbe stata testimone del ben noto caso di omicidio-suicidio che sconvolse l'Europa di fine ottocento. Improvvisamente Rodolfo ruppe la linea di tiro e, per sparare a un cinghiale, mirò a suo padre, mancandolo solo di pochi centimetri. Che accade se Francesco Giuseppe passa tra i più, ricongiungendosi ai suoi antenati nella Cripta dei Cappuccini di Vienna, e l'irrequieto Rodolfo diventa imperatore? Porrà fine alla "solidarietà nibelungica" con la Germania guglielmina? Si riavvicinerà alla Francia? E con quali conseguenze? Albert Einstein lavorerà nella Vienna di Rodolfo, noto sostenitore del progresso scientifico?

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Gli risponde *Bhrg'howidhHô(n-):

Il suo progetto del 1886 era di spartire la Polonia russa tra Austria e Germania (che nel frattempo sarebbe diventata la Repubblica degli Stati Uniti Tedeschi), di annettere alla Monarchia Asburgica la Romania, la Serbia e la Tracia Sudorientale (l'Impero sarebbe stato articolato in: Austria Tedesca, Boemia, Ungheria, Galizia, Rutenia, Grande Romania [con la Transilvania da attribuire a questa o all'Ungheria], Grande Serbia [con la Croazia e la Vojvodina da attribuire a questa o all'Ungheria), Salonicco e Costantinopoli), di legare all'Austria attraverso strette convenzioni militari la futura Albania (col Kosovo) e la Bulgaria (con la Macedonia), sottomettere militarmente l'Italia e ridurre la Grecia a dipendenza economica, mantenendo invece con la Francia un'alleanza paritaria. Questa non è un'ucronia!

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Lord Wilmore obietta:

Ma la declinante monarchia asburgica avrebbe avuto la forza umana, politica e militare per realizzare sì ambizioso progetto?

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E *Bhrg'howidhHô(n-) ribatte:

Tutti ne avevano di così ambiziosi e il prezzo pagato è stata la Prima Guerra Mondiale (nella quale, naturalmente, l'Austria-Ungheria ne aveva un altro ben diverso ma ad altrettanto vasto raggio); è chiaro comunque che gli Asburgo e la Francia non sarebbero riusciti, neanche con la (nient'affatto garantita) alleanza dell'Impero Britannico, a sconfiggere Germania, Russia e Turchia neppure in tappe separate (presumo che prima dovessero coalizzarsi tutti contro la Germania, poi tutti inclusa la Germania contro la Russia, infine l'Austria da sola con i Regni minori contro la Turchia), con l'aggiunta nel frattempo della Guerra contro l'Italia...

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Lord Wilmore non si dà per vinto:

Dunque non c'era proprio speranza di mantenere unita la monarchia danubiana?

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Segue a stretto giro di posta la replica di *Bhrg'howidhHô(n-):

C'era sì, ma senza mettersi contro tutti i vicini; la salvezza dell'Impero sarebbe stata nei tanti progetti di Mitteleuropa, che per definizione partivano da una fusione con la Germania in un'Unione almeno del livello dell'attuale Unione Europea e avrebbero incluso (quasi sempre) Romania, Serbia, (futura) Albania, Grecia, Turchia, Belgio, Olanda, in genere anche Danimarca, Svezia, Norvegia e Italia.

Nel caso del Sacro Romano Impero, inoltre, la Continuità è distribuita fra quattro o cinque Stati:

1) anzitutto l’Austria, perché è – a differenza dell’Ungheria – la continuazione dell’Austriaca Monarchia, a sua volta diretta emanazione dell’Impero d’Austria, che è nato come Dominio Dinastico dell’Imperatore del Reich (altrimenti non si sarebbe potuto chiamare Impero;

2) di fatto, per la congruenza territoriale e perché contiene come Stati Federati la maggior parte dei continuatori degli Stati del Sacro Romano Impero, la Repubblica Federale Tedesca, che giuridicamente è la continuazione della Repubblica di Weimar e quindi del Secondo Reich, nato dall’estensione della Confederazione del Nord come sostitutiva della Confederazione Germanica che era la forma Repubblicana e Confederale (l’Imperatore ne era Presidente) del Sacro Romano Impero;

3) come varie volte ricordato, la Repubblica Italiana in quanto Continuazione giuridica del Regno d’Italia, nato per rivendicazione da parte della Dinastia Sabauda del Vicariato Generalissimo Perpetuo (in regime di Vacanza Imperiale) nel Regno Longobardo della Nazione Gallesca in quanto Teilreich – non un semplice Stato fra i tanti, ma una delle due Metà essenziali – del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e Gallesca;

4) inteso il Sacro Romano Impero come identico all’Impero Carolingio, dato che l’Impero dei Francesi di Napoleone I è continuato indirettamente dalla Francia (anche se ormai giunta alla Quinta Repubblica) allora anche la Francia, oltre a essere un antico Stato dell’Impero, è da Napoleone I in poi anche Coerede ufficiale del Sacro Romano Impero;

5) molti Stati dell’Impero sono indubbiamente continuati fino a oggi (Liechtenstein, tornato indipendente il Lussemburgo, in forma repubblicana la Cechia, anche se precocemente staccàtasi l’Olanda, indirettamente il Belgio, solo territorialmente la Slovenia), ma fra tutti è la Svizzera quello che – proprio a motivo della Secessione relativamente precoce – più conserva le Istituzioni tradizionali, di poco riformate, inoltre non è costituito da un solo Stato (o, come l’Olanda, da più Stati riuniti in uno solo), ma rimane una Federazione (addirittura col nome e alcune caratteristiche di Confederazione).

Come si vede, tutte e cinque sono Repubbliche. Fra le cinque, quella che meglio rappresenta ciò che sarebbe oggi l’Impero è la Svizzera, la quale tuttavia è anche l’unica fra i cinque a essersi esplicitamente staccata dalla compagine dell’Impero (quando esisteva). In Genetica, la potremmo qualificare come la portatrice del Lignaggio più puro, anche se appartenente a un ramo collaterale.

La Francia è Coerede (incontestabilmente) dell’Impero di Carlomagno, non tuttavia del vero e proprio «Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e Gallesca»; è quindi il tipico Ramo Cadetto.

L’Italia, ovviamente, non può pretendere di essere l’Erede dell’Impero, tuttavia è indispensabile che venga associata a chi voglia ricoprire tale ruolo: non c’è Impero senza Italia (senza Italia c’è solo Germania, non ancora Impero), anche se l’Italia da solo non fa l’Impero.

Rimangono Germania e Austria (gli altri, Liechtenstein Lussemburgo Belgio Olanda Cechia Slovenia ecc., sono Stati dell’Impero, nessuno indispensabile come l’Italia, neppure la Cechia, che pure come Boemia era un Elettorato, ma tardo e a lungo silente): la prima è l’unica Erede del Secondo Reich (e anche del Terzo), la seconda è l’unica del Kaisertum, quintessenza del Primo Reich. Si badi bene che Germania e Austria unite rappresenterebbero l’unico Erede del Sacro Romano Impero, ma non lo avrebbero ancora ricostituito (bensì solo il Regno di Germania), mentre per esempio Austria e Italia unite sarebbero già un Sacro Romano Impero restaurato (pur rimanendo la Repubblica Federale Tedesca legittimo Coerede).

Discutibile è se Germania e Italia unite possano essere un Sacro Romano Impero restaurato; sicuramente sarebbero un legittimo Coerede (accanto all’Austria). In ogni caso, senza Unione di Germania e Austria i continuatori del Sacro Romano Impero restano come minimo due.

Se nascesse una Federazione Franco-Tedesca, i continuatori del Sacro Romano Impero rimarrebbero comunque almeno due, perché le caratteristiche dell’Austria non verrebbero meno (né sarebbero diminuite); se tutta l’Unione Europea o anche soltanto – come da molti proposto (per esempio Giscard d’Estaing) – l’Area Euro diventasse una Federazione con caratteristiche di Stato, il Sacro Romano Impero sarebbe già ricostituito, di fatto e di Diritto, senza residui (a parte la secessione elvetica e l’assenza della Boemia).

La rinascita del Sacro Romano Impero non ha bisogno di Restaurazioni Asburgiche o Carolinge e nemmeno Bonapartist(ich)e: a prescindere dalla volontà dei Politici che la realizzassero, l’Unione Federale dell’Area Euro lo sarebbe a tutti gli effetti. È anche per questo che chi sostiene l’uscita dall’Euro (o la sua fine), da Farage a Bagnai, è a sua volta in continuità diretta con le forze anti-imperiali all’interno o all’esterno dell’Impero (quando esisteva). Non è questione di nomi, ma di fatti.

Aggiungo che la dinamica politica nell’Impero d’Austria si può sintetizzare (brutalmente, come ogni sintesi fa) in questi periodi:

1) “Restaurazione” – di nome un ritorno al XVIII. secolo, di fatto un’accentuazione dell’Assolutismo con l’aggiunta del Centralismo sul modello francese (pre- e postrivoluzionario);

2) “Rivoluzione” – l’irruzione in scena delle Questioni Nazionali legate a quelle Istituzionali (nello specifico federalistiche e di fatto “medioevaleggianti”);

3) “Seconda Restaurazione” – lo Stato impone la propria controproposta di soluzione alle Questioni Nazionali e Federali attraverso la Soluzione della Grande Austria;

4) Crisi (senza virgolette) – la Soluzione della Grande Austria fallisce per cause esterne (diplomatiche e poi pure militari) e quindi l’iniziativa ritorna agli Stati della Monarchia (Aristocrazia e Borghesia);

5) “Grande Guerra” – nuove cause esterne sconvolgono il precarissimo equilibrio raggiunto per poco più di mezzo secolo; si ritenta la Soluzione della Grande Austria in forma di Mitteleuropa a guida tedesco-prussiana, ma le stesse cause esterne finiscono per prevalere e lo Stato cessa di esistere.

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A questo punto, Generalissimus ha tradotto per noi questa ucronia:

Come un microstato fu sul punto di comprare l'Alaska!

Ogni volta che pensiamo all’espansione territoriale americana la nostra mente di solito va all’Acquisto della Louisiana, alla Guerra Messico-Stati Uniti e ovviamente all’acquisto dell’Alaska.
Prima della sua vendita agli Stati Uniti la terra che conosciamo come Alaska era un possedimento coloniale dell’Impero Russo, una continuazione diretta della sua espansione terrestre verso est che alla fine la portò a scoprire la costa del pacifico americana.
La Russia all’inizio sperava nell’esistenza di una rotta artica che avrebbe reso rapido ed economico viaggiare da una parte all’altra dell’impero, ma ahimè, le cose non andarono così.
L’America comunque offrì un’opportunità unica per i Russi, il sogno di creare un dominio personale nel Pacifico dal quale poter dominare il commercio dell’Asia Pacifica, un po’ come le potenze occidentali erano arrivate a dominare l’Atlantico.
Questo portò i Russi a creare colonie lungo le coste di Alaska e California, e per qualche tempo tentarono perfino di acquisire le Hawaii, ma abbandonarono il progetto quando capirono che considerati la poco brillante marina russa e i rapidi progressi dell’occidente, tentare di proteggere un possedimento così lontano da una conquista inglese o in seguito degli Stati Uniti sarebbe stato praticamente impossibile, perciò investire in quel momento in esso sarebbe stato uno spreco di risorse.
Lo stesso alla fine si dimostrò vero anche per la California, che la Russia utilizzò il più possibile col minor sforzo possibile, con la consapevolezza che avrebbe abbandonato la colonia una volta diventata troppo costosa da gestire.
Questa strategia venne anche applicata all’Alaska, che la Russia utilizzò per la caccia agli animali da pelliccia.
Questa colonia attrasse più coloni e vide uno sviluppo maggiore di qualsiasi altro possedimento d’oltremare russo, ma le mancò comunque un importante interesse da parte del governo imperiale, che alla fine trascurò la colonia alaskana fino a quando non venne ritenuta un peso e venduta agli Stati Uniti ad un prezzo generosamente basso.
Ci si potrebbe domandare perché non venne venduta invece al confinante Canada, che da una prospettiva geografica sarebbe potuto sembrare una scelta ovvia, ma la Russia all’epoca era stata appena devastata dall’Inghilterra durante la Guerra di Crimea, e i Russi non erano particolarmente attratti dal pensiero di cedere un nuovo possedimento ad una colonia del loro rivale principale, rafforzando così la sua presa sul Pacifico.
La Russia optò invece per venderla agli Stati Uniti, che all’epoca venivano visti come amichevoli nei confronti della Russia imperiale e ferocemente antibritannici.
Vendere agli Stati Uniti significava non solo ottenere una compensazione per la colonia, ma svantaggiare il Regno Unito dando agli Stati Uniti un incentivo per espandersi sulla costa canadese occidentale, cosa che gli USA perseguirono legalmente dopo la Guerra di Secessione Americana ma abbandonarono poco dopo.
Anche se questa conquista di terre canadesi da parte degli Stati Uniti non si verificò mai, gli USA fecero comunque un eccellente uso dell’Alaska, estraendo da essa diverse risorse naturali, inclusi oro e petrolio, sviluppando il futuro stato molto più di quanto era riuscita a fare prima la Russia.
Le cose, però, avrebbero potuto andare in una direzione completamente diversa: permettetemi di presentarvi il Liechtenstein, un microstato tedesco situato fra Austria e Svizzera la cui estensione totale è di soli 160 chilometri quadrati.
È un paese senza sbocco sul mare con un esercito di meno di 100 uomini che alla fine ha sciolto, ed è solo leggermente più grande del distretto di Staten Island, ma nonostante questi fattori negativi sembra che la Russia imperiale offrì la vendita della sua colonia d’oltremare prima al Principe del Liechtenstein ad un prezzo ancora più basso di quello proposto agli Stati Uniti.
Ma questa è certamente una barzelletta, no? Beh lo Zar russo dell’epoca potrebbe essersi fatto una risata quando prese quest’idea in considerazione per la prima volta, ma indipendentemente da se questo avvenne o meno la proposta a quanto pare fu fatta, con addirittura l’attuale famiglia reale del Liechtenstein che sostiene questa affermazione.
Perché la Russia avrebbe dovuto favorire questo piccolo principato perché ereditasse la sua lontana colonia è ancora ignoto, il Liechtenstein sarebbe stato tutt’altro che capace di difendere efficacemente l’Alaska nel caso la Gran Bretagna avesse cercato semplicemente di annetterla.
Il Liechtenstein, che oggi è una nazione relativamente ricca, non sarebbe stato affatto capace di finanziare lo sviluppo di una terra grande migliaia di volte la sua taglia, specialmente in questo punto iniziale del suo sviluppo economico.
Il Liechtenstein non avrebbe nemmeno una popolazione abbastanza grande per poter colonizzare in modo efficace un territorio così grande, perciò dobbiamo chiederci, che cosa aveva in mente la Russia? Una possibile spiegazione per la decisione della Russia si può trovare nella relazione speciale del Liechtenstein con i suoi vicini.
Il principato fu per lungo tempo praticamente un satellite dell’impero austriaco Asburgico, le famiglie reali di entrambi gli stati erano piuttosto intime, al punto che il Principe del Liechtenstein passava spesso più tempo in Austria che all’interno del suo regno.
Potremmo presumere, data la natura non minacciosa del Liechtenstein, che cedendo l’Alaska ad esso la Russia la stesse semplicemente rimuovendo dai giochi, non avendo più bisogno di prendersi cura della colonia mettendola nelle mani di una potenza innocua e impedendo all’Inghilterra di invaderla a meno di non provocare problemi con l’Austria per procura.
Il problema è che a questo punto, nonostante tutto, non c’era molto che l’Austria potesse fare, vedete, nel 1867, quando in teoria venne stilato l’accordo, l’Austria era stata già sminuita sulla scena europea dopo i suoi scontri con la Prussia e la Guerra Austro-Prussiana del 1866.
L’Austria adesso era una potenza europea secondaria espulsa dalla sfera tedesca e costretta a concedere maggiore autonomia alla porzione ungherese del suo impero, qualunque sicurezza potrebbe offrire a questo punto alla colonia del Liechtenstein per scoraggiare l’annessione inglese è virtualmente inesistente, e anche così Russia e Austria non avevano il migliore dei rapporti, perciò sembra strano che la Russia abbia offerto uno dei suoi territori ad un alleato austriaco, anche se per essere onesti la Russia nutriva sospetti nei confronti della maggioranza delle potenze europee e probabilmente non considerava il Liechtenstein o l’Austria capaci di sviluppare in modo efficace la regione, almeno non come avrebbero potuto fare Spagna, Francia o Regno Unito.
Queste ovviamente sono tutte speculazioni, per qualsiasi motivo venne fatta l’offerta questa venne rifiutata dal Liechtenstein, che semplicemente non poteva permettersi di pagare o prendersi cura di questo territorio lontano, ma se questo cambiasse? E se nonostante la grande improbabilità che questo accada il Liechtenstein riuscisse in qualche modo ad acquistare, mantenere e sviluppare l’Alaska come una propria colonia? Perché il Liechtenstein mantenga con successo l’Alaska all’inizio avrebbe bisogno del sostegno dei suoi due vicini.
Gli Svizzeri all’epoca stavano assistendo ad un processo di industrializzazione di massa e sviluppo economico, e il Liechtenstein stava promuovendo legami economici positivi con essi, che perciò potrebbero offrire sostegno finanziario al suo alleato in erba per ottenere una compartecipazione nel possesso della colonia, ma senza la capacità dell’Austria di assicurare la sicurezza della colonia e senza i suoi mezzi per raggiungerla un investimento del genere apparirebbe troppo rischioso.
A questo punto potremmo supporre che in seguito alla Guerra Austro-Prussiana, con l’Austria cacciata dalla politica tedesca e umiliata dalla Prussia, questa ponga le sue mire sull’estero.
L’Austria perse i suoi territori costieri veneti a favore dell’Italia durante la guerra, ma all’epoca possedeva ancora una linea di costa lungo l’Adriatico e aveva già iniziato un programma di espansione navale in risposta alla minaccia crescente del Regno di Sardegna e dell’Italia unita.
La marina austriaca era arretrata rispetto a quella francese e inglese, ma stava avanzando rapidamente grazie alla guida del comandante navale Massimiliano, lo stesso Massimiliano che per breve tempo fu Imperatore del Messico prima di essere giustiziato poche settimane prima della proposta russa riguardante l’Alaska.
Sotto Massimiliano la marina austriaca vide essenzialmente una rinascita, la cantieristica navale venne modernizzata, i porti furono sviluppati e furono eseguiti dei viaggi scientifici, a partire dalla prima circumnavigazione del mondo da parte di una nave da guerra austriaca.
Dopo la morte di Massimiliano rimase solo l’Ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff a continuare la sua opera navale, ma dopo il suo decesso nel 1871 i progressi navali austriaci rallentarono fin quasi a fermarsi.
Anche se non è essenziale per lo scenario ed è un POD a sé stante, se Massimiliano fosse sopravvissuto al suo regno in Messico e fosse tornato con successo in Austria, questa probabilmente avrebbe ottenuto una presenza quasi dominante nel Mediterraneo entro due decenni e avrebbe ottenuto la capacità di proiettare la sua influenza più in lontananza che nella nostra TL, una cosa che sicuramente aiuterebbe lo scenario ma che ci conserveremo per un’altra occasione.
Nel nostro mondo l’Austria fece seguire la sua sconfitta per mano della Prussia ad investimenti nei Balcani, ma questa volta, e per quanto inverosimili possano essere, le cose sono diverse: il Principe del Liechtenstein, dopo aver ricevuto l’offerta della Russia, invia lettere ai suoi alleati Asburgici e svizzeri, proponendogli un’iniziativa coloniale congiunta.
Gli Svizzeri non crearono mai loro colonie, ma hanno storicamente finanziato le imprese degli altri imperi, facendo stabilire grandi numeri della loro popolazione in Nord e Sudamerica, così come in Australia, avventandosi spesso sulle concessioni gratuite di terra per aiutare a sviluppare territori sottopopolati.
Il loro coinvolgimento arriverà al costo di garantire un quasi monopolio sul commercio alaskano all’appena creata Compagnia Commerciale Svizzero-Americana e della concessione di terre per fino a 10.000 famiglie svizzere.
Gli Austriaci espressero in vari momenti interesse nel costruire un impero d’oltremare, e in quell’epoca videro una manciata di opportunità, ma si ritrovarono con gli Ungheresi che mettevano il veto a tutte le politiche correlate alla colonizzazione oltremare e all’espansione navale.
Questo rallentò significativamente lo sviluppo industriale dell’Austria e soprattutto scoraggiò l’acquisizione di colonie in Africa durante la Conferenza di Berlino e dopo l’offerta da parte della Spagna dei suoi territori sahariani.
Questo è un altro impedimento per il funzionamento dello scenario, ma per amore di questo video suggeriremo semplicemente che l’Austria riesca a persuadere l’Ungheria a cooperare.
L’Asia stava diventando rapidamente un’importante punto centrale per l’Europa, e con l’ascesa del Giappone e l’ingresso degli Stati Uniti nella sfera del Pacifico, questo divenne un centro importante degli interessi globali, sarebbe stato saggio per l’Austria, se ne fosse stata capace, investire in questa regione.
Il coinvolgimento dell’Austria sarebbe arrivato al costo di permettere alle navi austriache, sia civili che militari, di essere stazionate in quantità in Alaska, dei diritti su una frazione di tutte le risorse estratte dalla colonia, di concessioni terriere per 8000 famiglie austriache e di speciali privilegi economici affinché l’Austria e i suoi cittadini possano commerciare liberamente con la colonia.
In pratica l’Alaska diventerà politicamente un territorio del Liechtenstein, economicamente un centro commerciale della Svizzera e militarmente un’estensione dell’Austria.
Da quel territorio il Liechtenstein ottiene prestigio e opportunità, la Svizzera terre e ricchezza e l’Austria un vantaggio strategico in Estremo Oriente.
Come detto prima il Liechtenstein è uno dei paesi più piccoli dell’Europa e del mondo, ed ha anche una popolazione di sole 38.000 persone e un PIL sorprendentemente alto di 6,2 miliardi di dollari, ma se avesse acquistato l’Alaska il Liechtenstein sarebbe diventato 11.000 volte più grande, diventando il 17° paese del mondo in termini di estensione geografica.
Anche la sua popolazione aumenterebbe fino a diventare di 770.000 abitanti, presumendo che l’Alaska venga colonizzata in maniera simile al nostro mondo, e il suo PIL crescerebbe fino a decuplicare arrivando a 60,6 miliardi di dollari, rendendo il Liechtenstein la 75a economia più grande del mondo.
Tutto questo renderà il Liechtenstein una nazione piuttosto diversa, dato che adesso sarebbe incentrata soprattutto intorno all’Alaska e al Nord America.
Anche se l’acquisto dell’Alaska non renderà il Liechtenstein una potenza importante o qualcosa del genere, certamente gli darà molto più potere politico nel mondo, dato che adesso sarà perlomeno una nazione degna di nota nel Nord America con la quale gli Stati Uniti probabilmente tenteranno di intessere stretti legami per via della sua vicinanza alla Russia.
Vale anche la pena menzionare l’ipotetica unione fra Liechtenstein, Svizzera e Austria-Ungheria che potrebbe emergere in questo 1867 alternativo: qui il Liechtenstein ha iniziato con una popolazione di soli 7000 abitanti circa, ma se includiamo questa emergente unione economica e militare con la Svizzera e l’Austria-Ungheria arriverebbe a quasi 38,5 milioni di abitanti.
La Russia supervisionerà la colonia fino a quando non arriveranno le prime ondate di coloni liechtensteiniani circa un anno dopo.
Tra di essi ci sarà una maggioranza di Tedeschi etnici seguita da grandi popolazioni di Slavi e Ungheresi e da una manciata di Italiani.
L’importanza della comunicazione su lunga distanza con l’Europa per scopi difensivi e commerciali richiederà che tutti i nuovi coloni siano capaci di parlare il Tedesco.
L’Austria vide in prima persona le difficoltà causate dalla cattiva comunicazione e dagli errori di traduzione durante i suoi viaggi più lunghi e penserà che una lingua condivisa sarà essenziale per il successo della colonia.
Essendo anche la Svizzera e il Liechtenstein paesi a maggioranza tedesca, essi si diranno d’accordo con questa politica.
La Russia diventerà immediatamente scettica riguardo al coinvolgimento austriaco nella colonizzazione dell’Alaska e si muoverà per ingrandire la sua flotta dell’Estremo Oriente nel caso diventasse necessario uno scontro militare, oppure sosterrà la transizione e rimarrà solidale in maniera molto cauta.
Il Liechtenstein agirà da mediatore nelle dispute Austro-Russe, ben sapendo che la sicurezza dell’Alaska si baserà sul fatto che i due rimangano non aggressivi.
Il primo importante conflitto a scoppiare nella colonia ci sarà tre decenni dopo, durante la Corsa all’Oro del Klondike.
La provincia canadese nordoccidentale dello Yukon vedrà arrivare una marea di cercatori sia dall’est del Canada che dagli Stati Uniti, portando nella regione del Klondike un’ondata migratoria senza precedenti.
All’inizio questa sembrerà benefica per la colonia alaskana, dato che gli Statunitensi dovranno sbarcare sulla costa dell’Alaska prima di arrivare nello Yukon, facendo affari con l’Alaska sia all’arrivo che in seguito per rifornirsi, ma quando i filoni dello Yukon si esauriranno l’Alaska diventerà l’obiettivo principale dei cercatori, soprattutto dopo che l’oro verrà scoperto anche lì.
Questo afflusso di massa di cercatori sarà eccessivo per l’Alaska e alla fine porterà a violenze quando alcuni inizieranno a reclamare porzioni dell’Alaska per loro stessi e i loro paesi d’origine.
Lo Statunitense medio non terrà molto in considerazione la capacità del Liechtenstein di proteggere la sua colonia, ma a questo punto essa avrà raggiunto una popolazione rispettabile, le industrie locali saranno ben stabilite e ci sarà un consistente numero di navi e soldati pronto a combattere.
I Tedeschi d’Alaska prenderanno con successo le armi contro i cercatori stranieri, li cacceranno e inaspriranno le relazioni con Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti.
Canada e Liechtenstein si ritroveranno in una piccola guerra per la costa meridionale dell’Alaska, col Canada che alla fine deciderà che non vale la pena continuare il conflitto, portando un senso d’orgoglio fra i Tedeschi d’Alaska del luogo per aver difeso con successo la loro terra, una terra che essi sanno essere ricca di preziosi metalli.
Per il Liechtenstein l’Alaska sarà una gemma coloniale ancora più preziosa di quanto il Congo lo fu per il Belgio, farà assurgere il Liechtenstein ad uno status in Europa prima a malapena immaginabile, uno status che condividerà con i suoi vicini svizzeri e austriaci.
Considerato il ruolo più attivo dell’Austria nel colonialismo oltremare potremmo immaginare che questo la porterà a cercare di ottenere possedimenti coloniali in Africa durante la Conferenza di Berlino e ad accettare l’offerta della Spagna per il suo territorio del Sahara Occidentale.
L’Austria probabilmente reclamerà terre in Africa orientale, così da avere un porto affidabile nell’Oceano Indiano da dove continuare poi nel Pacifico e verso l’Alaska.
Realisticamente l’Austria non vorrà sacrificare il suo impero terrestre per un impero coloniale d’oltremare, come provato dalla sua continua cooperazione con l’Ungheria, ma nello spirito di questo scenario presumeremo che l’Austria scopra che l’espansione oltremare sia molto più redditizia e decida di separare prima la sua strada da quella dell’Ungheria per concentrarsi sullo sviluppo navale.
Conseguentemente, questo significa che l’Austria non sarà più una potenza balcanica, disinnescando quella che sarebbe diventata la Grande Guerra.
Il Liechtenstein probabilmente incoraggerà la separazione dell’Austria dall’Ungheria e dai Balcani per impedire ulteriori ostilità fra l’Austria e la Russia, che aveva ambizioni di ampia portata sui Balcani a maggioranza Slava e Ortodossa.
Alla fine l’acquisto dell’Alaska da parte del Liechtenstein distoglierà la concentrazione dell’Austria da una grande polveriera che sarà lo strumento finale della sua distruzione, permettendole di fiorire come importante potenza navale del Mediterraneo e come stato capace di proiettare la sua influenza in tutto il mondo.
La Svizzera, anche se sarà uno stato ancora relativamente neutrale, formerà il cuore dell’economia della Germania meridionale e diventerà una stretta alleata dell’Austria, decollando come importante potenza economica prima rispetto al nostro mondo grazie ai suoi saggi investimenti e alla sua maggiore influenza.
Il Liechtenstein alla fine verrà ricordato come la superpotenza europea della negoziazione, un microstato che ha unito una grande potenza e una in sviluppo per costruire un ricco e rispettato impero grande migliaia di volte le sue dimensioni originali.

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Chiudiamo per ora con il parere in proposito di Basileus TFT:

L'unico modo plausibile che mi viene in mente è che l'Austria finanzi il suo vicino in cambio dell'incorporazione del suo territorio metropolitano nell'Arciducato e nei diritti su una possibile attività di estrazione mineraria in stile Svalbard.
O duchi del L. Manterrebbero il loro palazzo come proprietà privata e otterrebbero il titolo di re di Alaska.
A questo io aggiungerei magari una serie di tempeste/maremoti che facciano torcere il naso alle aristocrazie europee e pensare che l'Alaskia sia in sostanza un enorme ed inutile ghiacciolo per cui va benissimo darla al L. Evitando di farsi la guerra.
Magari una clausola che ceda all'Austria l'Alaska in caso di morte dei nuovi sovrani (stile Monaco) li convince a trasferirsi sul nuovo suolo patrio con quanti seguono.
Si tratta comunque di una dominazione assolutamente effimera, una minuscola parte di costa e qualche isola con 1-2000 tedeschi, 500 russi residui, altri 500 cacciatori e mercanti canadesi o statunitensi, più forse un migliaio di Inuit convertiti dai russi ed evangelizzati nella fede ortodossa. Mettiamoci anche non so, 300 galeotti austriaci gentilmente concessi dalla corona.
Una nazione così piccola sarebbe totalmente neutrale, sostanzialmente disarmata e alla disperata ricerca di popolazione.
Sarebbe quindi molto accomodante con gli Inuit nel tentativo di evangelizzarli, e ovviamente qualsiasi attività estrattiva ed esplorativa andrebbe molto a rilento.
Nella prima guerra mondiale l'alleanza con gli inglesi è praticamente un obbligo, e vengono inviati in Alaska due reggimenti di soldati canadesi per assicurarsi che tutto vada bene. Nella seconda guerra la scelta è ancora obbligata.

A questo proposito, mi è venuta un'altra idea. E se invece la Russia offrisse la sua colonia ad uno Stato nuovo, avido di terre e che poteva rivelarsi un ottimo alleato in funzione antinglese, cioè NOI? Avremmo sicuramente accettato, l'Alasca sarebbe stata un'ottima colonia penale, tutto il resto sarebbe stato grasso che colava.
Questo anzitutto sarebbe la base per un'intesa Russo-Italica e quindi ci scordiamo qualunque Triplice Alleanza.
Quando succedono i fatti di Tunisi, la Russia è in buoni rapporti sia con Francia e Italia quindi si pone come intermediario e gli italiani ottengono l'isola di Dgerba oltre alla garanzia russa che le flotte francesi non saranno ormeggiate a Tunisi. Si raggiunge anche un'intesa per la spartizione della Libia, con la Francia che ottiene un pezzo del Fezzan.
A questo punto anche i Russi vogliono calcare la mano per riprendersi la Crimea e scoppia una fantastica guerra della Triplice Intesa contro gli Ottomani. La Germania però non può accettare un rafforzamento franco-russo ai danni degli Ottomani ed entra in guerra, cui segue l'intervento austriaco con una certa controvoglia, ma ci sono buone speranze per un recupero del Veneto.

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