Nella notte dei tempi, racconta un'antica leggenda, nel Mediterraneo Occidentale sorgeva un vasto e ricco continente chiamato Tirrenide. Esso era sede della civiltà più potente del mondo, e le sue navi giungevano fin negli angoli più remoti del pianeta. La popolazione era ricca e felice, e viveva in armonia con la natura. Un brutto giorno, però, quella gente attirò su di sé la collera dell'Onnipossente. Tutti gli elementi naturali si scatenarono allora contro il continente di Tirrenia: i terremoti lo squassarono e frantumarono, i lampi ne incendiarono le foreste, i flutti ruggenti invasero le sue coste, sbriciolarono le sue colline ed infine attaccarono anche le sue montagne. Quando la tragedia si fu consumata e quasi tutto il continente era stato sommerso, però, l'ira del Signore si placò, rapida come era iniziata, ed allora Egli pose il Suo piede sulla piccola porzione di continente che era ancora emersa, preservandola dalla definitiva distruzione. Nacque così la Sardegna, dai Greci chiamata Icnusa ("a forma di piede"), e ritenuta l'isola più vasta del mondo (in realtà la Sardegna è più piccola della Sicilia, ma ha uno sviluppo costiero notevolmente superiore). Questa leggenda mi è piaciuta tanto, che ho pensato di dedicare un'ucronia a questa splendida terra. Ed ecco cosa mi è venuto in mente...

Enrica S.

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300 milioni di anni fa: durante l'Orogenesi Ercinica, in pieno Paleozoico, si formano le più antiche rocce che oggi costituiscono la Sardegna, il cosiddetto "basamento sardo".

70 milioni di anni fa: il movimento verso nord dell'Africa provoca l'Orogenesi Alpina e il sollevamento delle Alpi e degli Appennini. È in questo contesto che si formano le montagne della Sardegna e della Corsica, e in particolare il Gennargentu ("porta d'argento" in lingua sarda).

16 milioni di anni fa: nel Miocene la zolla sardo-corsa si stacca dalle coste dell'attuale Francia del Sud ed inizia una lentissima deriva nel Tirreno con una rotazione in senso antiorario, che la porta lungo la direzione dei paralleli.

6 milioni di anni fa: per motivi sconosciuti lo stretto di Gibilterra si chiude ed il Mediterraneo a poco a poco si prosciuga. Questo evento è noto come "Crisi di Salinità del Messiniano", dal nome dell'ultimo piano del Miocene. Il Mediterraneo diventa uno sterminato deposito di sale, con i margini incisi da spettacolari sistemi di canyon, paragonabili al Grand Canyon del Colorado, ed è possibile andare via terra dall'Europa alla Sardegna fino all'Africa.

5 milioni e 300 mila anni fa: all'inizio del Pliocene lo stretto di Gibilterra si riapre, e le acque dell'Oceano Atlantico si riversano in gran quantità nel Mediterraneo, dando origine a cascate di dislivello e potenza superiori a qualunque cascata attuale. Il riempimento del Mediterraneo richiede non più di un centinaio di anni, con una portata superiore di cento volte a quella delle Cascate Vittoria su un fronte di alcuni chilometri: uno spettacolo certamente affascinante e terribile. Sardegna e Corsica tornano ad essere isole.

3 milioni di anni fa: nel Pliocene si forma la pianura del Campidano, nella nella sezione sudoccidentale dell'isola. Geologicamente parlando si tratta di un graben, cioè di una fossa tettonica determinata da un sistema di faglie distensive che determinano lo sprofondamento di una parte di crosta terrestre, associato ad importanti eventi effusivi. In seguito la fossa sarà interessata da fenomeni di sedimentazione alluvionale per uno strato di circa 600 metri.

1,9 milioni di anni fa: da questa data fino al presente, Sardegna e Corsica si separano e si riuniscono più volte, seguendo l'oscillazione del livello dei mari dovuta alle glaciazioni quaternarie.

500.000 anni fa: a quest'epoca risalgono le prime tracce della presenza in Sardegna dell'Homo erectus, consistenti in rudimentali selci scheggiate, ritrovate nel sassarese (Cultura Clactoniana).

14.000 a.C.: in Sardegna fa la sua apparizione l'Homo sapiens: gli scavi effettuati nella Grotta Corbeddu, presso Oliena, hanno restituito pietre sbozzate e fossili umani.

6000 a.C.: risale a quest'epoca la cosiddetta "Dama di Bonifacio", scheletro femminile ritrovato in Corsica presso la città omonima.

5000 a.C.: si afferma nel Neolitico sardo la Cultura Cardiale, così detta per il fatto che i suoi artigiani incidevano le ceramiche con il bordo di una particolare conchiglia, il cardium edulis.

4000 a.C.: è la volta della Cultura di Bonu-Ighinu. Gli Shardana neolitici vivono sia all'aperto che in grotte, in un territorio a quest'epoca ricchissimo di boschi, acque e fertili valli, allevano il bestiame, utilizzano strumenti in ossidiana, materiale di cui l'Isola abbonda, coltivano cereali, praticano la pesca e scolpiscono statuine stilizzate raffiguranti la Dea Madre, loro divinità suprema, accentuandone le forme del seno e del bacino (si parla di "raffigurazioni steatopigie").

3500 a.C.: si diffonde anche in Sardegna la Cultura del Vaso Campaniforme, e soprattutto ha inizio sull'isola la lavorazione dei metalli, prima del rame e in seguito del bronzo. I bronzetti giunti sino a noi e ritrovati in ogni angolo del Mediterraneo testimoniano l'alta capacità raggiunta dagli Shardana nell'arte di lavorare i metalli.

3300 a.C.: si affermano due tipi di architettura funeraria Shardana: le strutture di tipo megalitico affini ai dolmen (in sardo "pedras fittas", ossia pietre infisse nel terreno) e le cosiddette "domus de janas" ("case delle fate"), tombe scavate nella roccia che riproducono l'intera struttura abitativa. Il pavimento e le pareti della tomba, ma anche il corpo del defunto, sono rivestiti di ocra rossa.

3200 a.C.: all'incirca in questa data trova la morte Ötzi, meglio noto come Uomo del Similaun dal luogo del ritrovamento, avvenuto ai piedi del monte Similaun nelle Alpi Venoste il 19 settembre 1991: si tratta di un montanaro, forse un pastore, ucciso da una freccia scagliatagli non sapremo mai da chi. Le moderne ricerche genetiche hanno dimostrato che Ötzi appartiene a un aplogruppo Y molto raro in Europa, e incredibilmente il popolo odierno il cui DNA è maggiormente imparentato con lui è proprio... quello Shardana. Questo ha permesso ad alcuni genetisti di ipotizzare che gli antenati comuni di Ötzi e degli Shardana potrebbero essere emigrati in Europa dal Vicino Oriente all'inizio del Neolitico, in seguito alla diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento. 

3000 a.C.: avvio della civiltà monumentale Shardana con la costruzione dei primi nuraghi. Oggi in Sardegna si contano più di 7000 nuraghi, in media uno ogni 4 kmq; ogni nuraghe era il centro della vita sociale di un clan famigliare, in un'epoca in cui la società Shardana era ancora divisa in clan, spesso in lotta fra di loro (questa fase culturale è detta Cultura di Bonnanaro). Il vocabolo "nuraghe" deriva dalla primitiva lingua sarda paleomediterranea, e va ricollegata al radicale "nur" e alle varianti "nor", "nul", "nol", "nar", largamente diffuse nei paesi del Mediterraneo, dall'Anatolia all'Africa, alle Baleari, alla Penisola iberica, alla Francia, con il significato di "cavità". Il vocabolo indica dunque non la destinazione ma la speciale forma costruttiva del nuraghe, significando "costruzione cava". Tale radice si ritrova ad esempio nel Lazio con Norba, capitale dei Volsci, e nel Centro Europa con la regione del Norico.

2700 a.C.: vita di Norax, mitologico fondatore della civiltà Shardana nuragica (a cui avrebbe dato il nome), poi ritenuto dai Greci figlio del dio Ermes e di Eriteide, a sua volta figlia di Gerione, mitico sovrano dell'estremo occidente con tre teste, tre busti e due sole gambe, ucciso da Eracle. Secondo la tradizione Norax sarebbe giunto in Sardegna proveniente dalla Spagna, passando attraverso la Gallia e la Corsica.

2500 a.C.: colonizzazione Shardana della Corsica, sulle cui coste sorgono torri nuragiche in grande quantità. Da esse prende il nome la cosiddetta Cultura Torreana, caratterizzata anche dai Tafoni, sepolture ricavate utilizzando insenature naturali delle rocce. Fondazione in Corsica della piazzaforte di Filitosa, con i tipici menhir decorati con volti umani.

2400 a.C.: sull'isola regna Shardo, l'eroe eponimo della Sardegna, che nella mitologia greca diverrà figlio di Eracle. Egli è il sovrano degli Iliensi, il gruppo dominante dei Sardi, nome che sarà storpiato dai Greci in Iolei, da Iolao, figlio di Eracle che secondo Strabone avrebbe condotto dei tebani in Sardegna. Secondo la tradizione è Shardo a far costruire le prime navi, lunghe e agili, con cui gli Shardana colonizzeranno il Mediterraneo. L'organizzazione politica dell'isola ruota intorno al parlamento del nuraghe, nel quale un'assemblea composta dai capiclan e dagli anziani si riunisce per discutere sulle questioni più importanti e sulla giustizia. A quest'epoca risale anche un tipo di ceramica chiamata "grigia sarda"; esempi di questa manifattura sono stati rinvenuti nell'isola di Creta a Kommòs e in Sicilia a Cannatello, presso Agrigento. In località Monti Prama, nella Sinis, sono state rinvenuti i cosiddetti "Zigantes de Mont'e Prama", imponenti statue in arenaria, rappresentanti guerrieri armati con archi e altre armi, segno del fatto che la civiltà Shardana si evolve verso forme sempre più spettacolari ed imponenti.

2300 a.C.: gli Shardana colonizzano le isole di Maiorca e Minorca, nell'arcipelago delle Baleari, così dette dai Bàlari, il clan Shardana che le ha scoperte. Sulle isole sorge così la cosiddetta Cultura Talaiotica, la cui caratteristica principale sono i talaiot, costruzioni megalitiche a forma troncoconica molto simili ai nuraghi della Sardegna. Al giorno d'oggi ne sopravvivono 274, diffusi in tutto l'arcipelago, con la funzione di fortezze e torri di avvistamento. Altri elementi importanti di questa cultura sono le navetas, tombe megalitiche simili alle Tombe dei Giganti sarde, e i taulas, monumenti megalitici dalla caratteristica forma a T, diffusi particolarmente a Minorca.

2200 a.C.: gli Shardana sbarcano sulle coste tirreniche dell'Italia, dove costruiscono piazzeforti e torri di avvistamento nel solito stile nuragico. Populonia, poi fiorente città etrusca, diventa il principale porto Shardana sulla costa toscana per l'imbarco del rame e dell'argento lavorato e, in seguito, lo diverrà anche del ferro.

2100 a.C.: gli Shardana colonizzano l'isola di Pantelleria per estrarne l'ossidiana, e su di essa fondano la città di Mursia ed edificano i sesi, costruzioni megalitiche di pianta circolare dotati di ingressi (da due a undici) che conducono a celle destinate alle sepolture, molto simili ai nuraghi. Sono opera degli Shardana anche le centinaia di cisterne che costellano l'isola.

Gli imponenti resti di Barumini, capitale dell'Impero Shardana

Gli imponenti resti di Barumini, capitale dell'Impero Shardana

2000 a.C.: colonizzazione Shardana di gran parte della Sicilia orientale e settentrionale. Qui si stanzia la tribù degli Shekelesh, nome poi trasformato dai Greci e dai Romani in Siculi, e quindi passato a indicare l'intera isola. Gli Shardana ormai non sono più solo un popolo di pastori e di contadini, ma anche di guerrieri e di naviganti, temuti in tutto il Mediterraneo Centrale ed Occidentale. Ciò porta il paese a darsi una forma di stato unitaria: tutti i capiclan eleggono un unico Gran Re nella persona di Arrumanna I, che prende dimora nel complesso di Barumini, un nuraghe con un bastione di quattro torri angolari più una centrale edificata con blocchi di basalto: il più grande complesso nuragico di tutto il Mediterraneo, non a caso oggi noto come "Su Nuraxi" per antonomasia.

1800 a.C.: fondazione di Tartesso, prima colonia Shardana nella Spagna meridionale. Tale città è nominata nella Bibbia con il nome di Tarsis, e nel mondo Mediterraneo diventa sinonimo di "estremo occidente".

1750 a.C.: gli Shardana colonizzano Malta, su cui è già presente un'imponente cultura megalitica. Il rinvenimento di reperti minoici ed egiziani nel Nuraghe Antigori e nel Nuraghe Arrubiu, come pure la scoperta di bronzetti sardi nelle tombe egee ed egizie, dimostra che fra gli Shardana e queste due civiltà del Mediterraneo gli scambi commerciali erano già frequenti in quest'epoca remota. Ai primi incontri tra Shardana e popoli della Grecia risale la leggenda dei Lestrigoni, giganti antropofagi abitatori della Sardegna, ai quali Omero attribuirà la distruzione della flotta di Odisseo.

1730 a.C.: disastrosa eruzione pliniana del Vesuvio, detta "delle Pomici di Avellino" perchè ha originato questo particolare tipo di minerali. La colonia Shardana sorta alle pendici del vulcano, in quello che oggi è il Golfo di Napoli, viene spazzata via, e si registrano centinaia di morti. Questa è l'ultima eruzione catastrofica di questa montagna prima di quella, celeberrima, del 79 a.C.

1700 a.C.: costruzione delle torri del nuraghe trilobato Santu Antine, che ha la funzione di osservatorio astronomico per studiare il sorgere e il tramonto del sole sia al solstizio invernale sia al solstizio estivo, come accad e a Stonehenge. Grazie ad esso, gli Shardana sono in grado di stabilire la scansione temporale delle stagioni e di realizzare un calendario estremamente preciso. Sergio Frau ha definito Santu Antine « la struttura realizzata a secco tecnicamente più sofisticata di tutta la superficie terrestre ». Anche il pozzo sacro di Santa Cristina risulta essere un elaborato osservatorio astronomico usato per tenere d'occhio le fasi lunari. Le due costruzioni dimostrano che gli Shardana possiedono conoscenze scientifiche estremamente avanzate, paragonabili a quelle dei costruttori della Piramide di Cheope.

1600 a.C.: colonizzazione Shardana del Nord Africa, dove viene assimilata la popolazione di Mechta-Afalou. La lingua Shardana diventa la lingua franca in tutto il Mediterraneo Occidentale. Purtroppo le navi Shardana provenienti dall'Africa portano in Sardegna le zanzare anofele, e con esse la malaria.

1550 a.C.: cominciano secolari guerre tra gli Shardana e i Liguri, popolazione preindoeuropea che abita tutta la costa del Mediterraneo dalla foce dell'Ebro fino alle Cinque Terre. I Liguri saranno tra i più feroci nemici degli Shardana.

1527 a.C.: il vulcano sull'isola di Thera, nelle Cicladi, esplode con conseguenze esiziali sulla civiltà minoica, che inizia il suo inarrestabile declino. I Minoici erano stati fin qui i dominatori incontrastati del Mediterraneo Centrale ed Orientale; il crollo della loro civiltà apre la strada all'espansione commerciale degli Shardana in quell'area.

1500 a.C.: la devastazione di Creta da parte dello tsunami conseguente alla catastrofica esplosione di Thera fa sì che si intensifichino i rapporti commerciali tra gli Shardana, padroni del Mediterraneo Occidentale, e i popoli del Mediterraneo Orientale, in particolare gli Egizi, i Fenici e le genti dell'Egeo. I Micenei (e poi i Greci) chiamano i Sardi Tyrsenoi ("costruttori di torri"), nome che passerà poi anche agli Etruschi ed al mare dominato dagli Shardana, ancor oggi noto con il nome di Mar Tirreno.

1450 a.C.: fiorisce la cittadina di Tiscali, costruita dentro l'omonima dolina carsica al confine tra il Supramonte di Dorgali ed il Supramonte di Oliena, che nel 1998 darà il nome a una famosa azienda telefonica Shardana.

1400 a.C.: grazie ai fiorenti commerci con ogni paese del Mediterraneo, la Sardegna è ricchissima e sovrappopolata: su una media di 5000 nuraghi semplici, di 3000 fra nuraghi complessi e villaggi, con una media di 10 abitanti per ogni torre isolata e di 100 abitanti per ogni borgo, si può contare una popolazione di circa 250.000 unità, e con le colonie in Spagna, Gallia, Italia, Sicilia, Baleari ed Africa si arriva ad una cifra compresa tra i 500.000 e i 600.000 abitanti. Questa sovrappopolazione rende necessario cercare sempre nuovi mercati, e ciò incoraggia lo sfruttamento delle terre colonizzate, la ricerca di nuovi spazi e, naturalmente, la pirateria ai danni delle navi altrui.

1380 a.C.: gli Shardana fondano nuove colonie sulle coste dell'attuale Albania, della Cirenaica e persino dell'Anatolia, dove entrano in conflitto con i popoli là residenti. Una spedizione Shardana supera lo Stretto di Gibilterra e si spinge fin nella lontana Cornovaglia per commerciarvi lo stagno.

1350 a.C.: stanziamento di coloni Shardana nella terra oggi chiamata Lidia (secondo Erodoto tale nome deriva da Lido, figlio di Atis, il quale ha dato il suo nome al popolo dei Meoni). Le somiglianze fra Shardana e Lidi faranno credere allo storico greco Erodoto di Alicarnasso (484-425 a.C.) che gli Etruschi siano discendenti dei Lidi, mentre in realtà è vero l'esatto contrario!

1346 a.C.: nell'archivio regale di Akhetaton ("Dove splende Aton"), oggi Tell el-Amarna, la nuova capitale del Faraone monoteista Akhenaton, vi sono numerosi riferimenti al popolo degli Shardana e ai loro rapporti commerciali con l'Egitto.

1330 a.C.: i coloni Shardana stanziatisi sulle coste egee dell'Anatolia risalgono i fiumi fiumi Ermo e Pattolo, e alla loro confluenza fondano una città che gli autoctoni chiameranno appunto Sardi. Essa diverrà la capitale del Regno di Lidia, e sarà citata nell'Apocalisse di san Giovanni come una delle Sette Chiese d'Asia.

1311 a.C.: gli Shardana del clan dei Lukka si stanziano nell'estremità sudoccidentale della penisola anatolica, dando vita alla nazione dei Lici. Grazie ai contatti con gli Ittiti, gli Shardana si impadroniscono a poco a poco della tecnologia del ferro.

1300 a.C.: parte degli Shekelesh (Siculi) si trasferiscono nel Lazio, colonizzandolo e sovrapponendosi alle locali popolazioni italiche. Dalla loro unione nascerà il popolo dei Latini.

1283 a.C.: Serramanna, figlio del Gran Re di Shardana Resanna, guerriero fortissimo ed alto più di due metri, contro il parere del padre organizza una spedizione contro l'Egitto, che si trova al culmine della sua potenza sotto la XIX Dinastia. Serramanna con la sua flotta sbarca nel Delta del Nilo e mette a ferro e fuoco tre città, ma il Principe ereditario Ramses lo sconfigge in battaglia e lo prende prigioniero. A sorpresa, però, il Principe - che è impegnato in una lotta con il fratello maggiore Shenar per succedere al padre Seti I - gli risparmia la vita e gli offre di diventare il capo delle sue guardie personali. Serramanna accetta e, grazie al suo aiuto, Ramses riesce a salvarsi più volte dall'aggressione di sicari inviatigli contro dal fratello e a salire al trono.

Serramanna, capo Shardana delle guardie di Ramses II, raffigurato sul mausoleo del Faraone mentre si copre di gloria nella Battaglia di Kadesh

Serramanna, capo Shardana delle guardie di Ramses II, raffigurato sul
mausoleo del Faraone mentre si copre di gloria nella Battaglia di Kadesh

1274 a.C.: il Faraone Ramses II e il sovrano ittita Muwatalli II, leader delle due superpotenze del vicino oriente, giungono alla resa dei conti finale e si scontrano nella celeberrima Battaglia di Kadesh, sull'Oronte (attuale Siria). Nelle file egiziane combattono molti mercenari Shardana, comandati da Serramanna. Lo scontro, come spesso accade, si risolve in un pareggio, e i due grandi imperi decidono di seppellire l'ascia di guerra e di firmare un trattato di pace.

1269 a.C.: trattato di amicizia e di alleanza tra il Gran Re di Shardana, Arruana II, fratello di Serramanna, e Atrista, sovrano degli Akawasha, gli omerici Achei. Atrista, Re di Micene il cui nome deriva dal greco "àtreston" ("intrepido"), va identificato con il mitologico Atreo, padre di Agamennone e Menelao; gli Akawasha a loro volta sono da identificare con gli Ahhiyawa dei documenti Ittiti. L'alleanza con gli Akawasha porta all'introduzione in Sardegna di uno dei capisaldi della civiltà: la scrittura.

1264 a.C.: dopo aver compiuto molte imprese gloriose, e dopo aver arruolato numerosi mercenari Shardana nelle file egiziane, Serramanna muore per salvare Ramses II il Grande dall'ennesimo attentato.

1255 a.C.: gli Shardana colgono un grande successo militare, distruggendo un importante centro dei Liguri posto in un anfiteatro naturale tra le attuali colline di San Benigno e Carignano. Ma i Liguri non sono mai domi e ricostruiscono l'insediamento con il nome di Kainua, che nella loro lingua significa "Città nuova", facendone la loro capitale. La tradizione vuole che da questo insediamento derivi l'oppidum romano di Genua, e poi l'attuale città di Genova.

1248 a.C.: dopo un lungo assedio gli Akawasha, alleatisi con gli Shardana, distruggono la città di Wilusa (in greco Ilio), a capo della Confederazione di Assuwa, che dominava lo Stretto dei Dardanelli controllando i commerci con il Mar Nero. Questo evento è alla base del racconto della Guerra di Troia, narrata nell'Iliade di Omero. Nell'assedio muore Alaksandu, Re di Wilusa, da identificarsi con l'eroe omerico Paride, chiamato nell'Iliade anche Alessandro. Comincia il cosiddetto Collasso dell'Età del Bronzo: sotto la spinta dell'espansione Shardana e della diffusione del ferro, le grandi realtà politiche dell'età precedente vanno in pezzi una dopo l'altra.

1240 a.C.: secondo la tradizione l'eroe omerico Diomede, Re di Argo, una volta tornato a casa dopo la Guerra di Troia scopre che la moglie di è risposata e il suo popolo non lo vuole più come sovrano, e allora decide di abbandonare per sempre la Grecia e approda sulle coste dell'Italia, dove sposa Evippe, figlia di Dauno, Re dei Messapi (popolazione della Puglia), e fonda le città di Andria, Brindisi, Benevento, Vasto, Siponto (presso l'attuale Manfredonia), Canosa di Puglia, Venafro e Venosa. Quando i Messapi muovono guerra agli Shardana che hanno invaso la Puglia meridionale, Diomede si mette alla loro testa e vince molte battaglie. Alla fine, secondo la leggenda, è sepolto sulla spiaggia di San Nicola, una delle Isole Tremiti, e i suoi compagni di mille battaglie sono trasformati dalla dea Afrodite in grandi uccelli marini, le diomedee, allo scopo di onorare per sempre la tomba dell'eroe (tale mito è ripreso nel romanzo "Le paludi di Hesperia" di Valerio Massimo Manfredi).

1230 a.C.: è testimoniata in Sardegna l'utilizzo di una scrittura analoga alla Lineare B, in parte sillabica ed in parte ad ideogrammi, usata dagli Akawasha.

1222 a.C.: gli Shardana colonizzano l'Isola di Lemno; tutti i maschi dell'isola, assediata dagli Shardana, commettono suicidio per non cadere in schiavitù; di qui nasce la leggenda delle donne di Lemno che avrebbero assassinato tutti i loro padri, mariti e fratelli (le cita anche Dante: « l'ardite femmine spietate / tutti li maschi loro a morte dienno » Inf. XVIII, 90). Sull'isola verrà parlato fino all'epoca di Alessandro Magno un idioma epicorico affine a quello Shardana, attestato da una doppia iscrizione su una stele funeraria detta Stele di Lemno, scoperta nel 1885 nei pressi di Kaminia. Inoltre il toponimo cittadino lemnio Μύρινα è affine al gentilizio etrusco "Murina" di Tarquinia e Chiusi.

1220 a.C.: prima fondazione, sull'isola Tiberina, di un villaggio per smistare il commercio del sale tra la costa tirrenica e quella adriatica. Si pensa che questo villaggio abbia costituito il primo nucleo della città di Roma, assai prima del 753 a.C.

1217 a.C.: nuovo trattato tra il Gran Re di Sharada e Orestia, Re di Micene. Quest'ultimo, il cui nome deriva da "oros", "montagna", e "histamai", "stare" (quindi "montanaro", in contrapposizione ai marinai Shardana), può essere identificato con Oreste, celeberrima figura della mitologia ellenica, figlio di Agamennone e nipote di Atreo. Il trattato prevede tra l'altro che gli Shardana non fonderanno altre colonie nel Mar Egeo, e i Micenei non stabiliranno altri empori commerciali del Mar Tirreno; in pratica il Mediterraneo viene diviso in zone di influenza, e le due potenze si coalizzano contro i comuni rivali Fenici ed Egiziani. Tra l'altro, in virtù di questo trattato lo Stretto di Messina diventa un limite invalicabile per le navi elleniche: da qui nascerà il mito delle Colonne d'Eracle, ultimo limite del mondo conosciuto, che in quest'epova non designa ancora lo Stretto di Gibilterra.

1210 a.C.: prime notizie di un Oracolo molto frequentato dagli Shardana nei pressi dell'attuale Cuma, in Campania. In seguito la località sarà colonizzata dai Greci e prenderà il nome di Sibilla Cumana. (il culto della Dea Madre verrà sostituito da quello di Apollo). Secondo gli Shardana era qui, presso il tenebroso Lago d'Averno, che si apriva la porta d'accesso agli Inferi.

1204 a.C.: il Faraone Merenptah (1212-1202 a.C.), figlio di Ramses II il Grande, deve affrontare la prima invasione Shardana dell'Egitto: i Peleset, tribù Shardana stanziatasi nell'attuale Tunisia, a causa della sovrappopolazione di quell'area emigra in massa prima a Creta, e poi verso il Delta del Nilo, alleandosi con tre tribù libiche (Libu, Kehek e Mashuash), tentando di conquistare il Basso Egitto. Gli invasori superano la linea difensiva stabilita da Ramses II, penetrano nella regione del Fayum e arrivano a porre sotto assedio la stessa Menfi. Merenptah tuttavia li affronta e li sbaraglia nella decisiva Battaglia di Pi-yer, località oggi ignota. I Libici sono respinti nel deserto, mentre i Peleset sono costretti ad insediarsi sulle coste della Terra di Canaan, dove daranno molto filo da torcere agli Ebrei, che li chiameranno Felištīm, da cui il termine moderno di Filistei. Essi fondano cinque grandi città: Ascalona, Asdod, Ekron, Gat e Gaza, e dal loro nome deriverà il termine "Palestina".

1200 a.C.: i coloni Shardana sulle coste tirreniche d'Italia si mescolano con i Villanoviani, popolo autoctono dell'Italia centrosettentrionale, che prende il nome da Villanova, piccolo paese alla periferia di Bologna dove nel 1853 l'archeologo Giovanni Gozzadini riporterà alla luce un loro sepolcreto. Caratteristica tipica delle sepolture villanoviane è il vaso ossuario di forma biconica, con una piccola scodella per coperchio. I Villanoviani adottano a poco a poco la superiore civiltà Shardana, e dalla fusione delle due culture nascerà il popolo dei Rasenna, che noi conosciamo come Etruschi (i Tursha dei testi egizi).

1190 a.C.: l'ultimo sovrano ittita Suppiluliuma II muore in battaglia contro gli Shardana, i Lukka e gli Ahhiyawa. Crollo dell'impero ittita, che si frammenta in stati piccoli e deboli; il vuoto di potere causato dalla fine di questo grande regno ad opera degli Shardana permetterà l'ascesa degli Assiri.

1176 a.C.: nell'anno ottavo del regno di Ramses III (1184-1153 a.C.) gli Shardana tentano un'invasione in grande stile dell'Egitto. La coalizione è composta dalle tribù Shardana dei Lukka (Lici), Tursha (Etruschi), Shekelesh (Siculi) e dai loro alleati Danuna, i Danai omerici, pirati provenienti dalle coste del Peloponneso che affiancano tradizionalmente gli Shardana nelle loro spedizioni verso oriente. La forza d'invasione è così potente da sembrare un intero popolo in migrazione; per questo gli egiziani li ricorderanno con terrore con il nome collettivo di "Nesewe en pi' Yame", ovvero "Stranieri del Mare" (o anche "Popoli del Mare"). Dopo aver abbattuto le difese ittite sulle coste della Siria, gli Shardana distruggono le città di Karkemish e Ugarit, devastato la Palestina, occupano Cipro e investono il Delta del Nilo. Ramses III però si fa trovare pronto: i suoi carri fermano l'avanzata degli invasori nel Sinai, mentre le flotte avversarie sono distrutte dopo essere penetrate nel dedalo di canali del delta del Nilo. L'Impero Egiziano si salva, ma il Nuovo Regno entra in un'inarrestabile fase di declino. Dal canto loro gli Shardana sono costretti a rinunciare al sogno di dominare il paese dei Faraoni, ma restano la principale potenza navale del Mediterraneo.

L'Impero Shardana al massimo della sua espansione

L'Impero Shardana al massimo della sua espansione

1160 a.C.: i Peleset, che come abbiamo visto rappresentano un ramo degli Shardana, combattono lotte secolari contro le Tribù d'Israele, che si sono insediate nella Terra di Canaan guidate dal biblico Giosuè. Nel corso del XII secolo a.C. essi riescono ad avere la meglio sulle popolazioni cananee ed israelite grazie all'uso di armi in ferro, dato che i loro nemici si trovano ancora nell'età del bronzo. La Bibbia conserva memoria di questo periodo di predominio politico ed economico, reso possibile dalla superiorità tecnologica: « Allora non si trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele perché - dicevano i Filistei - gli Ebrei non fabbrichino spade o lance. Così gli Israeliti dovevano sempre scendere dai Filistei per affilare chi il vomere, chi la zappa, chi la scure o la falce » (1 Samuele 13, 19-20).

1150 a.C.: l'invasione da parte dei Rasenna (gli Etruschi) della ricca pianura emiliana, unitamente ad un peggioramento climatico, provoca il crollo della Civiltà delle Terramare, caratterizzate da villaggi palafitticoli su terra anziché su acqua, il cui nome viene da da terra marna ("terra grassa" in dialetto emiliano).

1140 a.C.: tribù Shardana provenienti dalla Corsica si stanziano sull'isola di Cipro e lì hanno intensi rapporti commerciali con i Fenici.

1120 a.C.: grazie ai sempre più frequenti contatti con i Fenici, tra gli Shardana si diffonde una scrittura alfabetica assai simile all'alfabeto etrusco della HL.

1100 a.C.: i Dori, popolo proveniente dal medio Danubio e già appartenente alla Cultura dei Campi di Urne, calano in Grecia approfittando delle discordie intestine tra le città stato Achee e le portano al collasso, grazie all'uso del ferro e del carro da guerra (gli invasori a cavallo daranno vita al mito dei Centauri). Tale evento è adombrato dalla leggenda di Odisseo che, tornato in patria dalla Guerra di Troia, la trova occupata dai Proci. I Dori "snobbano" solo Eubea, Attica ed isole Cicladi, dove gli Akawasha resistono con l'aiuto degli Shardana. Ascesa di Atene, fin qui piccolo villaggio di agricoltori, che mantiene i contatti con il Mediterraneo Occidentale. Le devastazioni portate dai Dori causano un generale regresso della civiltà greca: inizia il cosiddetto "Medioevo Ellenico".

1100-1050 a.C.: leggendarie imprese di Sansone, Giudice di Israele, contro i Peleset. Dopo la sua morte i Peleset sconfiggono gli Israeliti nella Battaglia di Eben-ezer e catturano l'Arca dell'Alleanza (1 Samuele 4); il nuovo Giudice Samuele però li sconfigge nuovamente nella stessa località, la cui ubicazione è oggi ignota, e riconquista trionfalmente l'Arca, innalzando colà una stele votiva (Eben-ezer significa "Pietra del Soccorso").

1075 a.C.: inizia la costruzione del cosiddetto Heroon di Monte Prama, nella penisola di Sinis presso Oristano. in questo sito cimiteriale sono state ritrovate decine di statue di pietra alte più di due metri: pugilatori guantati, arcieri con le faretre sul dorso, guerrieri con l'elmo sul capo, forse attori in giochi sacri in onore dei defunti. Si pensa che in questa località cultuale, rimasta aperta fino al 600 a.C. circa, venissero sepolti molti dei Gran Re Shardana e dei dignitari del loro seguito, come una specie di "Valle dei Re" Shardana!

1050 a.C.: in quest'epoca viene piantato l'Oleastro di San Baltolu, presso Luras, un Olea europaea oleaster con 15 metri di altezza e 11 metri di circonferenza, il più antico albero tuttora esistente nel Gran Regno di Sardegna, che vide le glorie dell'Impero Shardana prima della sua catastrofica rovina. Invece nel Parco dell'Etna sorge il vecchissimo Castagno dei Cento Cavalli, il più antico albero italiano, che secondo alcune analisi sarebbe addirittura ancora più antico dell'oleastro Shardana.

1007 a.C.: Saul, primo Re d'Israele, è sconfitto dai Peleset nella Battaglia di Gelboe, e si suicida per non cadere vivo nelle loro mani (1 Samuele 31, 4). Gli succede il genero Davide.

1000 a.C.: a quest'epoca risalgono vasi, anfore ed olle ritrovate sulle coste atlantiche della Spagna, della Francia e persino della Cornovaglia, utilizzate dai marinai Shardana come ceramica di bordo, ma anche tipiche brocchette dal collo sottile e dal corpo globulare finemente decorato, che contenevano vino Shardana commerciato con i popoli di quelle lontani regioni, a testimonianza dell'incredibile ampiezza dell'area interessata dal commercio Shardana.

998 a.C.: Davide sconfigge le cinque città dei Peleset e le rende sue tributarie. Con suo figlio Salomone il regno d'Israele giungerà al culmine della sua potenza.

980 a.C.: nella Scozia settentrionale e nelle Isole Orcadi vengono edificati i primi Broch, possenti costruzioni megalitiche simili ai nuraghi degli Shardana, con un'altezza media di cinque metri. Il loro nome deriva dal termine scozzese Burgh, "edificio amministrativo". Alcuni archeologi teorizzano che i Broch siano stati costruiti da popolazioni giunte nel settentrione scozzese dall'Inghilterra, a loro volta entrate in contatto con i mercanti Shardana, che avrebbero insegnato loro a costruire quelle torri circolari con la funzione di fortificazioni durante gli scontri tribali; altri invece sostengono che siano stati costruiti in prima persona da coloni Shardana giunti fin lassù per commerciare con i Pitti, ma tale ipotesi è giudicata dai più troppo azzardata.

960 a.C.: Trattato di Amicizia tra gli Shardana e Re Salomone, con chiari intenti commerciali. Come conseguenza del trattato, oltre alle altre sue innumerevoli mogli e concubine, il figlio di Davide sposa anche una principessa Shardana, che però porta in Israele il suo culto pagano della Dea Madre. Secondo il Primo Libro dei Re, capitolo 11, Salomone è traviato dalle mogli e comincia a venerare le loro divinità, inclusa la Dea Madre Shardana, e questo causerà, dopo la sua morte, lo scisma politico-religioso tra il Regno di Giuda e quello di Israele.

950 a.C.: secondo alcuni risalirebbe a quest'epoca un'iscrizione Shardana rinvenuta su un vaso sulle coste della South Carolina, prova (secondo loro) del fatto che gli Shardana avrebbero addirittura valicato l'Atlantico per commerciare con i popoli nordamericani. La maggior parte degli archeologi però ritiene che l'iscrizione sia il frutto di uno scherzo di epoca moderna.

929 a.C.: Rovina dell'Impero Shardana, causata dal vulcano sottomarino Marsili, scoperto nel 1925 e così battezzato in onore dello scienziato italiano Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730). Con i suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza, pari a 2100 chilometri quadrati di superficie, il Marsili rappresenta uno dei vulcani più estesi d'Europa, e si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo alla sommità la quota di 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno. Fa parte dell'arco insulare Eoliano e si trova a circa 140 km a nord della Sicilia e a circa 150 km ad ovest della Calabria. Come ha dimostrato il giornalista e storico Sergio Frau, a causa del cozzare della placca africana contro quella eurasiatica, il 13 marzo esso subisce una violentissima eruzione esplosiva, già preannunciata da emissione di densi vapori e da scosse di terremoto avvertite in tutto il bacino del Tirreno. Un'onda di tsunami alta tra i 50 e i 100 metri si abbatte prima sulle isole Eolie, poi sulle coste di Sicilia, Calabria e Campania, ed infine investe la Sardegna e la Corsica con una potenza devastante. L'onda di tsunami invade il Campidano e riduce i superbi nuraghi a un cumulo di rovine, sterminando decine di migliaia di persone sia nella madrepatria che in tutte le colonie Shardana. La superba reggia nuragica di Barumini, la più imponente dell'isola e cuore pulsante dell'Impero Shardana, viene spazzata via e non verrà abitata mai più; tra i suoi resti, come in quelli della maggior parte degli altri nuraghi, Frau ha ritrovato depositi di fango disseccato portato dalle onde di tsunami, e persino conchiglie incastrate tra le pietre nuragiche a molti chilometri dalle coste. Colpita al cuore, la potenza Shardana non risorgerà mai più dopo questa catastrofe, e per la Sardegna comincia un lungo periodo di decadenza e di generale regresso della civiltà, che aprirà la strada alle dominazioni straniere. Mentre del disastro di Thera si è ormai persa memoria, la caduta del Gran Regno di Shardana resterà indelebilmente impressa nella memoria di tutti i popoli mediterranei che la attribuiranno a una punizione divina contro la superbia di quella razza di dominatori, e finirà per dare vita alla leggenda di Atlantide.

910 a.C.: la civiltà Shardana comincia a riorganizzarsi dopo il disastro, ma la morte dell'ultimo Gran Re nella distruzione di Barumini fa sì che gli Shardana siano divisi in potentati feudali in lotta tra di loro. Ogni regione dell'isola elegge un proprio Re, e la carica di Gran Re rimane vacante.

900 a.C.: nonostante le distruzioni subite in seguito allo tsunami del Marsili, i Rasenna si riprendono e si rendono indipendenti dagli Shardana; ha inizio l'ascesa della Civiltà Etrusca, nettamente differenziata da quella Shardana per via dell'influenza greca.

875 a.C.: i Greci approfittano della caduta dell'Impero Shardana per iniziare la colonizzazione dell'Italia Meridionale, che diventerà la Magna Grecia.

850 a.C.: i Fenici sbarcano nel sud della Sardegna, fanno alleanza con alcuni clan Shardana e fondano la città di Karalis, l'attuale Cagliari (in fenicio Kar-El, "Città di Dio"), dove Shardana e Fenici coabitano pacificamente.

830 a.C.: sull'isola sorgono altre città di fondazione fenicia: Nora, Bithia (nei pressi di Pula), Sulki sull'isola di Sant'Antioco, Tharros nella penisola del Sinis, Bosa. L'arrivo dei Fenici provoca nell'Isola la coesistenza di due anime ben differenziate: una costiera, originata dalla coabitazione e integrazione tra i mercanti semiti e gli Shardana nelle città costiere, orientata verso i commerci marittimi con Fenici ed Etruschi, e un'altra interna, che continua l'antica Civiltà Nuragica prosperante prima della catastrofe, legata al mondo agro-pastorale ed allo sfruttamento del territorio. Tra le due anime Shardana vi sono pacifici scambi commerciali.

814 a.C.: data tradizionale della fondazione di Cartagine, sul sito di un'antica colonia Shardana (la vicenda della superficie pari a quella di una pelle di bue concessa a Didone è leggendaria). Essa diverrà la nuova superpotenza del Mediterraneo Occidentale.

800 a.C.: viene fondata la Dodecapoli Rasenna, una confederazione di dodici città: Arezzo, Caere, Chiusi, Perugia, Populonia, Roselle, Tarquinia, Veio, Vetulonia, Volsinii, Volterra e Vulci.

753 a.C.: data tradizionale della fondazione di Roma, i cui abitanti discendono dagli Shekelesh, e quindi sostanzialmente hanno origini Shardana! Il mito del fratricidio di Romolo è infatti da ascriversi all'abitudine Shardana di compiere un sacrificio umano all'atto di fondazione di una città.

740 a.C.: fondazione di Cuma, in territorio un tempo controllato dagli Shardana.

700 a.C.: il poeta greco Esiodo cita gli Shardana nel suo poema "Teogonia": « In un luogo assai lontano, in fondo alle isole divine, regnavano su tutti i popoli illustri della Sardegna... » (Teogonia, 1016).

616 a.C.: i Rasenna conquistano la città di Roma, imponendo un Lucumone (re) di origini etrusche, Tarcna I, che passerà alla storia con il nome di Tarquinio Prisco.

600 a.C.: sul sito di un preesistente insediamento ligure, i coloni Focesi fondano la città di Massalia ("Città sul Mare"), oggi Marsiglia.

575 a.C.: conquista etrusca della Pianura Padana.

560 a.C.: i Lukka, ora definiti Lici dai Greci, vengono inglobati nel Regno di Lidia da Creso, ultimo sovrano di questo stato. Alla caduta del Regno di Lidia per opera di Ciro entreranno a far parte dell'Impero Persiano.

Le rovine della città fenicia di Tharros, presso Oristano

Le rovine della città fenicia di Tharros, presso Oristano

550 a.C.: il Senato di Cartagine, che è impegnato in un'imponente opera di conquista delle rotte mercantili nel Mediterraneo Occidentale, decide di conquistare militarmente la Sardegna, sia per annettere le prospere città sardo-fenicie, sia per sottomettere quella che un tempo era stata la padrona di quei mari. Alla nascente potenza coloniale punica interessa non solo il controllo del territorio circostante i centri urbani costieri, ma anche le fertili pianure dell'entroterra, e soprattutto lo sfruttamento esclusivo delle ricche miniere di metalli, monopolio fino ad ora delle genti Shardana dell'interno. Se però le città costiere come Karalis, Sulki e Tharros cadono abbastanza facilmente in mano ai cartaginesi, gli Shardana oppongono una violentissima resistenza armata agli invasori, dimostrando di essere i degni discendenti di coloro che erano stati i padroni dei mari, in grado di distruggere l'impero Ittita e di mettere in crisi l'Egitto dei Faraoni: in breve gli Shardana rioccupano i territori invasi, riprendendo la fortezza del Monte Sirai, baluardo avanzato dei Punici, e minacciando la stessa Karalis.

540 a.C.: Prima Guerra Sardo-Punica. Per aver ragione degli Shardana, il Senato di Cartagine invia in Sardegna un esperto generale, già vittorioso in Sicilia contro i Greci e da questi chiamato Malco, cioè "il Re". Sbarcato nell'isola con un potente corpo di spedizione, Malco trova ad aspettarlo la feroce ed organizzata resistenza degli Shardana, che hanno ritrovato la loro unità ed hanno eletto dopo quattro secoli un nuovo Gran Re. Quest'ultimo adotta la tattica della guerriglia, su un territorio che conosce come le sue tasche: fiaccato dai continui attacchi Shardana, Malco è costretto a ritirarsi e a reimbarcarsi subendo ingenti perdite. Nella madrepatria questa sconfitta è percepita come un disastro nazionale, tanto da indurre successivamente ad ampie riforme civili e militari.

538 a.C.: i Rasenna di Cerveteri, alleatisi con i Cartaginesi, sconfiggono nella Battaglia di Alalia, davanti alle coste della Corsica, i Focesi di Marsiglia, fermando la loro espansione verso l'Italia. La costa orientale della Corsica diventa colonia etrusca, mentre il resto dell'isola resiste, come la Sardegna, alla penetrazione straniera. Questa vittoria stabilisce l'egemonia etrusca su tutta l'Italia continentale.

535 a.C.: Seconda Guerra Sardo-Punica. Dopo la vittoriosa battaglia navale contro i Focesi, i Punici al comando dei due fratelli Asdrubale e Amilcare, figli di Magone, tentano per la seconda volta di sottomettere gli Shardana. L'avanzata dei due fratelli generali è però fermata già nel Campidano, prima ancora di raggiungere le propaggini montuose delle zone interne. La resistenza Shardana è nuovamente accanita, con atti di inaudita ferocia da ambo le parti.

510 a.C.: muore in un'imboscata il generale Asdrubale. Cartagine è costretta a gettare la spugna, e a mantenere il controllo solo di una stretta striscia costiera a sud e ad ovest dell'isola. Nel colle di Tuvixeddu, nell'antica Karalis, si trova la più grande necropoli punica conosciuta, mentre a Sulki è stato riportato alla luce il tophet cartaginese più vasto ritrovato finora.  La resistenza Shardana comunque ha vinto, e il Gran Re Amanna I, che ora ha sede nella grande Reggia nuragica di Santu Antine, controlla di nuovo quasi tutta la Sardegna e buona parte della Corsica, che si è alleata con lui. I fasti del passato, quando gli Shardana erano padroni del Mediterraneo, sono però un pallido ricordo.

509 a.C.: Tarcna II, ultimo Lucumone (re) Etrusco di Roma chiamato dai Quiriti Tarquinio il Superbo, è scacciato da una rivolta capeggiata da suo nipote Lucio Giunio Bruto, che si finge infermo di mente (Bruto, per l'appunto) per non suscitare la gelosia dello zio. Secondo la leggenda, preoccupato da un incubo, Tarcna II manda una delegazione a Delo per consultare il famoso oracolo e chiedergli chi regnerà su Roma dopo di lui. Di questa delegazione fa parte anche Lucio Giunio Bruto, l'unico a comprendere il vero significato del responso dell'oracolo: « Governerà su Roma chi per primo tra voi bacerà la madre ». Infatti, appena tornato in patria, sbarcando finge di cadere e bacia la madre terra. La congiura ha successo, e Bruto fonda la Repubblica Romana, di cui è il primo Console insieme a Lucio Tarquinio Collatino. Il Superbo però non si rassegna all'esilio e si allea con Porsenna, Lucumone di Chiusi, ma viene sconfitto dai Romani nella Battaglia del Lago Regillo e morirà nel 495 a.C. alla corte del tiranno Aristodemo di Cuma, dove si è rifugiato.

505 a.C.: alleanza anti-Shardana tra i Liguri ed i Cartaginesi.

474 a.C.: Battaglia di Cuma tra la flotta Rasenna e quella siracusana, guidata dal tiranno Gerone I di Siracusa. I primi subiscono una sconfitta decisiva, e la loro espansione verso la Magna Grecia è arrestata per sempre. Tale rovescio assesta un altro duro colpo all'influenza politica dei Rasenna sull'Italia continentale, dopo la perdita di Roma e del Lazio. Della situazione ovviamente approfittano i Romani.

470 a.C.: il Gran Re Shardana allestisce una spedizione per riconquistare le isole Baleari e rinverdire i fasti dell'antico Impero Shardana, ma ora le isole sono saldamente sotto controllo cartaginese e la spedizione termina con un completo disastro.

455 a.C.: ringalluzziti dal successo alle Baleari, i Caraginesi conquistano l'Iglesiente, ricco di importantissimi centri minerari, e sfruttano la manodopera indigena per l’estrazione dei minerali, riducendo quasi in schiavitù gli Shardana che abitano quell'area. Ciò provoca lo scoppio della Terza Guerra Sardo-Punica, che stavolta vede la vittoria dei Cartaginesi. Questi ultimi occupano il Campidano, il  Sinis e quasi tutte le coste della Sardegna, e costruiscono opere di difesa a Nora, Monte Sirai, Karalis, Tharros e Bithia. Ciò costringe gli Shardana a ritirarsi sulle montagne dell'interno; il fiero popolo sardo può comunque affermare, a ragione, che la loro isola non è mai caduta sotto il completo controllo cartaginese.

429 a.C.: Erodoto è il primo a localizzare le Colonne d'Ercole presso lo Stretto di Gibilterra e non più presso lo Stretto di Messina: l'orizzonte del mondo ellenico si è notevolmente ampliato.

410 a.C.: i Cartaginesi occupano anche quasi tutte le coste della Corsica. I Corsi di etnia Shardana tuttavia resistono anche in questo caso trincerandosi tra le inaccessibili montagne dell'interno.

386 a.C.: Quarta Guerra Sardo-Punica: il Gran Re Shardana tenta la riconquista delle coste settentrionali sarde. Dura reazione dei cartaginesi che, dopo essersi coperti le spalle con un trattato con i Romani, occupano tutti i porti e impediscono agli Shardana ogni commercio con l'esterno, assediando l'Isola con un vero e proprio blocco navale. Essi però hanno sottovalutato le risorse dei Nuragici, che sono sempre riusciti a sopravvivere anche con le limitate risorse delle loro montagne, e tra di esse il Gran Regno Shardana sopravvive. Inoltre la convivenza tra Punici e Shardana nei territori occupati dai primi lungo le coste si rivela assai difficile, giacché i secondi sono costretti a pagare forti tasse e a sottostare a pesanti imposizioni, come il divieto di coltivare in proprio la terra. I cartaginesi devono così sopportare uno stillicidio di ribellioni e di guerriglie, che letteralmente decima le loro guarnigioni sull'Isola dei Nuraghi.

360 a.C.: Platone compone il "Timeo", uno dei suoi dialoghi più famosi, nei quali si pongono le basi del mito di Atlantide. In esso è possibile ravvisare i ricordi, ben chiari alla memoria dei Greci, della catastrofe che ha colpito l'Impero Shardana: nel Medioevo Ellenico, quando le "Colonne d'Ercole" coincidevano ancora con lo stretto di Messina. Platone parla di una vastissima isola circondata da un continente e posta al di là delle Colonne d'Ercole, ed effettivamente la Sardegna era considerata dai Greci un'isola vastissima (forse in ragione del suo grande sviluppo costiero) ed è circondata da Europa ed Africa. Quanto alla descrizione geografica, Platone dice: « Per la maggior parte era alta e scoscesa, fatta eccezione per una pianura immediatamente intorno alla capitale. Questa pianura era di forma oblunga e rivolta a sud. La pianura, a sua volta, era circondata da montagne. » Ora, la Sardegna è montuosa per nove decimi del suo territorio, e la pianura del Campidano è di forma oblunga e aperta verso il sud sino al Golfo di Cagliari. Platone parla poi di fonti fredde e calde, ed infatti la Sardegna è ricca di sorgenti calde e fredde e di pozzi sacri. Infine, l'Impero Shardana arrivò ad abbracciare tutto il Mediterraneo, attaccando anche l'Egitto, i cui sacerdoti avrebbero raccontato a Solone la sua storia, e dunque appare assai realistica la descrizione fatta dal sacerdote egizio nell'altro dialogo "Crizia", seguito del "Timeo": « Ci fu un tempo antico in cui gli eserciti di una grande civiltà, venuta dal Mare Occidentale, invasero il nostro mondo distruggendo tutto, e solo Atene si salvò »!

348 a.C.: ultimo tentativo cartaginese di occupare l'interno della Sardegna con una manovra a tenaglia, onde porre fine alla guerriglia Shardana contro le sue città costiere. Cartagine va però incontro a un disastro militare, a causa della perfetta conoscenza del territorio da parte dei Nuragici, e deve limitarsi a controllare le coste; non è ozioso il paragone con la sconfitta degli Americani in Vietnam o dei Sovietici in Afghanistan. Il grande archeologo e storico sardo Giovanni Lilliu (1914-2012) sosterrà la tesi che la storia della sua terra sia caratterizzata dalla cosiddetta « costante resistenziale sarda », ossia dalla lotta millenaria condotta dagli abitanti dell'isola contro gli invasori che via via cercheranno di impossessarsene dopo la catastrofe del 929 a.C. Proprio questa eterna lotta per preservare la propria indipendenza ha permesso di preservare nei secoli la « sardità » dell'isola e ne ha garantito l'indipendenza sino ai nostri giorni.

295 a.C.: nella Battaglia di Sentino i Romani sbaragliano una coalizione di Rasenna, Sanniti, Umbri e Galli Senoni, affermando il loro predominio sulla penisola. Da qui in poi i Rasenna verranno assimilati progressivamente dai Romani, e la loro cultura di origine Shardana diverrà parte del patrimonio della romanità.

264 a.C.: dopo lunghi anni di tensioni e contrasti, le due superpotenze del Mediterraneo Occidentale, Cartagine e la Repubblica Romana giungono alla resa dei conti: è la Prima Guerra Punica, combattuta per lo più in Sicilia e nelle acque circostanti quest'isola. Roma si allea con gli Shardana contro i cartaginesi, ed essi tengono impegnati i punici con le loro tecniche di guerriglia, indebolendo gli odiati invasori.

241 a.C.: Roma vince la Prima Guerra Punica e la Sicilia diventa Provincia Romana. Secondo i termini del trattato di pace, Cartagine è costretta a sgomberare la Sardegna e la Corsica, che sono riconsegnate al Gran Regno Shardana. Lo Shardana di costumi cartaginesi Ampsicora diventa nuovo Gran Re di Shardana con la benedizione del Senato, e firma un trattato di alleanza perpetua con la Repubblica Romana.

Il Gran Re Shardana Ampsicora, statua realizzata da Marco Ganghini

Il Gran Re Shardana Ampsicora, statua realizzata
da Marco Ganghini (immagine tratta da questo sito)

215 a.C.: Annibale Barca fa irruzione in Italia e sbaraglia a più riprese i Romani. I Cartaginesi pensano di approfittarne per riconquistare Sardegna e Corsica ed usarle come base per attaccare direttamente il Lazio; l'ammiraglio punico Asdrubale il Calvo guida allora una flotta di 87 navi che sbarca a Tharros riuscendo ad ottenere l'appoggio degli Shardana Pelliti, rivali degli Iliensi, ma Ampsicora riprende la vecchia abitudine Shardana alla vittoria ed invoca l'aiuto romano. Giunge il Console Tito Manlio Torquato con una flotta imponente e diecimila soldati; lo scontro decisivo avviene a Cornus, nei pressi dell'attuale Decimomannu, e vede la sconfitta dei cartaginesi e dei loro alleati. Asdrubale è fatto prigioniero da Torquato; Ampsicora perde la vita nello scontro, combattendo valorosamente, e gli succede il figlio Josto, acclamato Gran Re dalle truppe sul campo di battaglia.

202 a.C.: Josto, Gran Re di Shardana, partecipa con 1.000 uomini alla Battaglia di Zama accanto ai 25.000 Romani di Publio Cornelio Scipione l'Africano (235-183 a.C.), ai 10.000 Numidi di Massinissa e a 1.500 Berberi, contro i 40.000 tra Cartaginesi e alleati agli ordini di Annibale. La sconfitta di Cartagine segna il definitivo tramonto di quest'ultima come potenza navale e l'ascesa irresistibile di Roma.

180 a.C.: il Gran Regno di Shardana, che comprende Sardegna e Corsica, riprende i prosperi commerci con il resto del Mediterraneo, e manufatti Shardana sono stati ritrovati nelle sepolture tolemaiche, attaliche e seleucidi. L'influenza pesante di Roma si fa sentire, e le grandi città sulle coste gradualmente si romanizzano. Il Gran Re Giscone, nipote di Josto, abbandona per la prima volta una reggia nuragica e trasferisce la sua capitale sulla costa, a Caralis, l'attuale Cagliari che inizia la sua ascesa. Nel corso del II secolo a.C. questa città cresce e si arricchisce di monumenti in puro stile romano, tra i quali spicca l'anfiteatro, ancora oggi sede di spettacoli.

146 a.C.: Cartagine viene distrutta da Publio Cornelio Scipione Emiliano (185-129 a.C.), gli Shardana partecipano al sacco della città assieme alle forze romane. Tuttavia tra gli Shardana si spaccano nuovamente tra quanti sulle coste accettano di conformarsi ai costumi romani, ritenuti superiori e più civili, e quanti nell'interno ritengono i Romani dei nuovi dominatori, e preferiscono restare fedeli alle tradizioni dei loro antenati. Spesse volte si arriva allo scontro tra Romanizzanti e Tradizionalisti, e i Gran Re devono usare le truppe per sedare le rivolte.

135 a.C.: i Romani stabiliscono un fondaco nella cittadina cartaginese di Olbia in Sardegna e ad Aleria in Corsica, e fondano il porto di Turris Libisonis, l'odierna Porto Torres, allo scopo di incrementare i commerci tra l'isola ed il continente; esso diventa un centro importante dotato di piazze, acquedotti e complessi termali. Mano a mano che i costumi romani penetrano in Sardegna, però, la convivenza con i nuragici tradizionalisti e isolazionisti si da sempre più difficile, e si susseguono gli attentati ai danni di cittadini romani e di Shardana romanizzati.

116 a.C.: il Gran Re Shardana Lutazio, di costumi romani, viene assassinato dai Tradizionalisti che occupano Caralis e commettono una vera e propria strage di Shardana romanizzati. Il Senato di Roma invia allora il Console Marco Cecilio Metello con una poderosa flotta, che conquista Caralis e tutte le principali città della costa, vendicando la morte dei cittadini romani in un vero e proprio bagno di sangue. Illudendosi di aver conquistato sia la Sardegna che la Corsica nella loro interezza (stessa illusione dei cartaginesi di alcuni secoli prima), istituisce la nuova provincia di Sardinia et Corsica, con capitale Caralis; primo governatore della nuova provincia è Marco Emilio Scauro, già collega di Metello nel Consolato. In realtà le montagne delle due isole tirreniche restano l'inaccessibile ridotto degli Shardana tradizionalisti, che vivono seguendo le tradizioni patrie, parlano la lingua degli antichi Shardana padroni del Mediterraneo e neutralizzano ogni tentativo romano di controllare l'interno delle isole. Il titolo di Gran Re resta però vacante, ed ogni clan si autogoverna indipendentemente dagli altri.

105 a.C.: il grande generale romano Caio Mario (157-86 a.C.) fonda in Corsica la città di Colonia Mariana presso l'attuale comune di Lucciana, alla foce del Golo. Egli distribuisce le terre dei Corsi ai propri veterani, dando inizio alla colonizzazione vera e propria delle isole tirreniche, sulle quali fioriscono ville rustiche e suburbane. Continuano però le razzie di queste ville da parte degli Shardana che abitano sulle montagne, contro le quali i legionari romani possono fare ben poco, consci delle insidie che li attendono tra quei monti.

81 a.C.: anche Lucio Cornelio Silla (138-78 a.C.) distribuisce le terre della Sardegna ai suoi legionari, si può immaginare con quanto entusiasmo da parte dei montanari Shardana.

48 a.C.: durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo il governatore Caio Valerio Triario mantiene la Sardegna fedele al partito senatorio capeggiato da Pompeo, ma Caralis si schiera con Cesare e scaccia il luogotenente di Pompeo, Marco Cotta, sostituito da quello di Cesare, Quinto Valerio Orca. Sulki si arrende ai pompeiani e per questo è duramente punita da Cesare, arrivato di persona sull'Isola, che invece attribuisce a Caralis lo status di Municipio. Anche lui però fallisce nel tentativo di romanizzare pure l'interno delle due isole.

44 a.C. Diodoro Siculo (90-27 a.C.) visita la Sardegna e ci lascia una variopinta descrizione dei costumi Shardana. Essendo di natali siciliani, anch'egli ha antenati Shardana.

43 a.C.: la Sardinia et Corsica, assegnata ad Ottaviano nell'ambito del Secondo Triumvirato, è invece occupata da Sesto Pompeo, che la usa come base per la sua lotta contro i cesariani, alleandosi anche con alcuni clan Shardana dell'interno. Il figlio di Pompeo Magno tiene le isole fino al 38 a.C., quando, tradito dal suo luogotenente, è definitivamente soppiantato da Ottaviano.

27 a.C.: con la riforma augustea, la Sardinia et Corsica diventa provincia senatoria, ma nel 6 d.C. le continue incursioni degli Shardana contro i coloni romani, e la conseguente necessità di mantenervi un presidio armato permanente, convincono lo stesso Augusto a trasformarla in provincia imperiale, amministrata da un Praefectus Sardiniae. Aleria e Mariana in Corsica diventano basi secondarie della flotta imperiale di Miseno, ma altre località diventano invece malfamato luogo di confino per chi è caduto in disgrazia.

10 a.C.: Augusto fa costruire il Tempio di Antas, dedicato all'adorazione del dio nuragico Sardus Pater Babai (chiamato Sid Addir dai cartaginesi), oggi posto a una decina di chilometri a sud del paese di Fluminimaggiore. Si pensa che in quest'area sorgesse anche la città perduta di Metalla, ricco centro dotato di terme per lo sfruttamento delle vicine miniere d'argento.

19 d.C.: prima attestazione sull'isola di abitanti di religione ebraica.

41-50: Lucio Anneo Seneca (4 a.C.–65 d.C.) trascorre dieci anni in esilio in Corsica. Le due isole Shardana diventano luogo di rifugio per molti cristiani, che vi diffondono la nuova fede.

58-68: Nerone esilia in Sardegna la sua favorita Atte, che vi avvia un’industria fiorente di laterizi, il liberto Aniceto (il sicario a cui egli ha dato ordine di uccidere sua madre Agrippina) e Caio Longino.

75: Tito Flavio Vespasiano (9-79) attribuisce la cittadinanza romana ad alcuni municipi della Sardegna e la dota di una rete stradale per mettere in comunicazione i centri del meridione con il nord, nonostante la guerriglia degli Shardana. Fondazione di Decimomannu, così chiamata perchè posta a dieci miglia da Cagliari ("Decimo ab Urbe Karali Miliario").

87: il 13 settembre muore Sant'Avendrace, tradizionalmente ritenuto il primo Vescovo di Cagliari.

100: Marco Ulpio Traiano (53-117) fonda Forum Traiani (presso l'attuale Fordongianus), che diventa il principale centro militare isolano contro la guerriglia Shardana. I Romani potenziano la coltivazione dei cereali e la Sardegna diventa uno dei granai dell'Impero. L'isola esporta piombo, ferro, acciaio e argento grazie alle sue miniere, e grano per 250.000 persone.

135: dopo aver distrutto Gerusalemme e domato la Rivolta Giudaica di Simone Bar Kochba, l'imperatore Adriano cerca di cancellare anche il ricordo degli Ebrei dando alla provincia di Giudea il nuovo nome di Palestina ("Terra dei Peleset", cioè dei Filistei).

174: Marco Aurelio esilia in Sardegna molti cristiani, tra i quali il futuro papa Callisto, che governerà la Chiesa dal 218 al 222. Dopo il 192 Callisto sarà liberato e potrà tornare a Roma grazie all’intercessione di Marcia, favorita dell’imperatore Commodo. Il cristianesimo si diffonde tra la popolazione ed alcuni missionari giungono perfino tra gli Shardana delle montagne, ma questi ultimi rifiutano di convertirsi in nome della fedeltà al culto tradizionale della Grande Madre Shardana.

185: fondazione ad opera dei Romani di Nuoro, dalla parola Shardana che significa "Focolare".

202: la Shardana di Corsica Santa Devota è martirizzata nella persecuzione di Settimio Severo. Secondo la tradizione, la nave che ne trasporta il feretro verso l'Africa viene gettata da una tempesta sul litorale monegasco, e per questo la martire diverrà la patrona del Principato di Monaco. In seguito la Shardana Santa Giulia, martire durante la persecuzione di Decio del 250, sarà eletta patrona di Corsica, ma anche di Brescia, città dove riposeranno le sue reliquie dopo che vi saranno fatte trasportare da Ansa, moglie del re longobardo Desiderio, nel 762.

235-284: il lungo periodo di anarchia militare attraversato dall'Impero Romano fa rialzare la testa agli Shardana, che attaccano sistematicamente le città costiere e del Campidano, e danno vita a ribellioni armate sempre più estese. L'imperatore Aureliano è costretto a inviare delle truppe dalla Gallia per domare le insurrezioni che le truppe dei vari governatori non sono state in grado di fermare.

303: nella grande persecuzione di Diocleziano il 15 gennaio a Nora viene martirizzato Sant'Efisio, nativo di Antiochia in Asia minore, che è stato arruolato per combattere i cristiani ma si è convertito ed è diventato uno zelante evangelizzatore. Sant'Efisio diventerà il patrono di Cagliari e di tutta la Sardegna; la Festa di sant'Efisio martire è la festività più importante della capitale sarda, ed il 1 maggio di ogni anno si tiene una tra le processioni a piedi più lunga d'Europa, che vede coinvolta tutta la Sardegna.

Statua miracolosa di Sant'Efisio a Cagliari

Statua miracolosa di Sant'Efisio a Cagliari

309: Sant'Eusebio è il primo Shardana a diventare Papa, dal 18 aprile al 21 ottobre. Egli muore in Sicilia, dove è stato fatto deportare dall'imperatore Massenzio.

353-371: è Vescovo di Cagliari San Lucifero, difensore dell'ortodossia cristiana contro l'eresia ariana. Grazie alla sua opera anche gli Shardana delle montagne cominciano a convertirsi al cristianesimo, e per loro egli introduce un rito apposito. Gli attributi tradizionali della Grande Madre Shardana sono attribuiti alla Vergine Maria, "Regina degli Shardana".

410: Alarico, re dei Visigoti, saccheggia Roma. Una parte della popolazione in fuga si rifugia in Sardegna.

456: i Vandali di Genserico, reduci dal sacco di Roma, assaltano la Sardegna e tentano di annetterla al loro regno, centrato sull'Africa settentrionale. A questo punto però gli Shardana, che ormai controllano quasi tutta l'isola, prendono immediatamente le armi e ributtano a mare gli invasori Vandali, impedendo loro di rimettere piede sull'isola. Viene restaurato il Gran Regno di Sardegna (nuova denominazione dell'entità statuale Shardana), e Flavio Basso Ercolano è eletto Gran Re dalla Corona de Logu, l'assemblea di tutti i capiclan e degli alti prelati. Il Gran Regno comprende anche la Corsica.

461-468: è Papa lo Shardana Ilario.

468: i Vandali tentano per la seconda volta di conquistare Sardegna e Corsica, ma sono sconfitti da una flotta guidata dal nuovo Gran Re Giulio Marcellino, cui l'imperatore d'occidente Antemio ha mandato dei rinforzi.

474: il penultimo Imperatore Romano d'Occidente Giulio Nepote firma con Giulio Marcellino il Trattato di Olbia, con il quale gli Imperatori d'Oriente e d'Occidente riconoscono l'indipendenza del Gran Regno di Sardegna in funzione anti-vandala. Con esso si fa iniziare la storia della Sardegna moderna.

498-514: è Papa lo Shardana Simmaco.

507: il re vandalo Trasamondo, ariano fanatico, espelle dal suo regno più di cento religiosi cattolici africani, che si rifugiano in Sardegna. Essi arricchiscono la vita culturale e religiosa dell'isola; tra gli esuli vi è il vescovo di Cartagine San Fulgenzio, uno dei maggiori intellettuali dell'epoca, che fonda presso Cagliari il primo monastero di cui abbiamo notizia in Sardegna, e Feliciano, vescovo di Ippona, che porta con sé le reliquie di Sant'Agostino. Gli ecclesiastici africani rimangono in Sardegna fino alla morte di Trasamondo nel 523.

525: Guerra Civile Shardana tra i sostenitori del legittimo Gran Re Flavio Decio, filo-ostrogoto ed antibizantino, e quelli dell'usurpatore Marco Massimo, che propone un'alleanza stretta con Bisanzio. Questa guerra indebolirà il Gran Regno al punto da permettere la conquista bizantina dell'isola.

533: l'imperatore romano d'oriente Giustiniano (482-565) inizia la sua politica di riconquista mandando in Africa un esercito comandato da Belisario, che sconfigge il Re dei Vandali Gelimero e conquista il loro regno. Subito dopo il duca bizantino Cirillo guida la flotta bizantina contro la Sardegna, indebolita dalla guerra civile, onde usarla come base per la riconquista dell'Italia. Cirillo sconfigge il Gran Re Flavio Decio nella Battaglia di Quartu Sant'Elena e conquista Cagliari, ottenendo la resa degli Shardana. Anche i Bizantini però, come già prima i Cartaginesi e i Romani, non controllano che le coste di Sardegna e Corsica; l'interno resta in mano ai clan Shardana, mentre l titolo di Gran Re rimane di nuovo vacante.

568: dopo la morte di Giustiniano, il Re dei Longobardi Alboino conquista gran parte dell'Italia, ma i Bizantini restano in possesso di Roma, di Ravenna, dell'Esarcato, della Liguria, di parte di Campania, Calabria, Puglia e delle isole di Sicilia, Sardegna e Corsica. A Giustiniano succede Giustino II, che porta avanti una politica fiscale più mite. L'anno civile inizia nel mese di settembre, e tale usanza è rimasta ancora oggi negli usi della Sardegna contadina: questo mese è ancora chiamato cabidanni, e a cabidanni si rinnovano i contratti agrari.

591-603: l'Arcivescovo di Cagliari Sant'Ianuario porta avanti l'opera di evangelizzazione della Barbagia, dove sono ancora adorate le antiche divinità nuragiche. Intanto la dominazione bizantina comporta importanti trasformazioni sociali e culturali: è in questo periodo che la Chiesa Sarda inizia a riconoscere l'autorità del Patriarca di Costantinopoli e non più del Vescovo di Roma, con l'evidente fine di distinguersi dagli altri popoli dell'Occidente e di sfuggire così ad ulteriori dominazioni straniere. Sant'Ianuario adotta il rito greco, insieme a tradizioni e feste come il culto dell'imperatore Costantino I, venerato come Santo in Oriente, che presso gli Shardana diventa Santu Antine; in suo onore a Sedilo si tiene ancora oggi la cavalcata detta s'Ardia. La presenza dei monaci cenobiti greco-bizantini, seguaci della Regola di San Basilio, introduce nuove consuetudini e diffonde l'uso degli inni, l'usanza nelle campagne di seppellire i defunti accanto alle chiese, l'abitudine di battezzare i figli con nomi bizantini, nonché il culto di molti santi del menologio orientale. Ciò pone le basi per l'adesione della Sardegna all'Ortodossia.

599: Bizantini e Shardana respingono un assalto navale longobardo alle coste del Cagliaritano.

642: gli Arabi, nuova potenza emergente, iniziano la conquista dell'Africa bizantina.

698: gli Omayyadi conquistano Cartagine, da dove possono minacciare direttamente la Sardegna.

705: prima incursione araba documentata contro l'isola di Sant'Antioco, ad opera del califfo omayyade Omar II ibn 'Abd el-Azīz (682-720).

711: gli Arabi conquistano la Penisola Iberica e conducono non più un'incursione, ma un vero e proprio tentativo di invasione della Sardegna, che fallisce grazie al valore degli Shardana, i quali fanno della religione cristiana un baluardo dell'identità nazionale. Altri attacchi arabi si avranno tra il 733 e il 736.

735: secondo la tradizione arriva a Nuoro, proveniente da Costantinopoli, un'icona miracolosa della Vergine Maria Odigitria ("Colei che Indica la Via"), per sottrarla alla distruzione da parte dell'imperatore iconoclasta Leone III Isaurico (675-741). Tale icona, tuttora venerata nella Basilica di Nostra Signora d'Itria a Nuoro (Itria è diminutivo di Odigitria), è ritenuta opera di San Luca Evangelista.

750: vano tentativo di Papa Zaccaria di convincere il clero Shardana a ritornare al rito latino, abbandonando quello greco.

760: l'imperatore bizantino Costantino V (718-775), figlio di Leone III, appronta una flotta per difendere il Mar Tirreno dall'espansione araba e dalle scorrerie dei predoni nei suoi possedimenti.

807: nuovo tentativo di invasione da parte degli Arabi di Spagna presso Oristano, bloccato con gravi perdite fra gli invasori. Un altro attacco alla Sardegna da parte degli Arabi africani si risolve in un buco nell'acqua perché la loro flotta viene dispersa da una tempesta. Gli Shardana attribuiscono la salvezza dell'isola all'intervento di Sant'Efisio.

815: Cagliari è saccheggiata dagli Arabi. L'inevitabile declino dell'Impero Bizantino e la sua incapacità di difendere l'isola dagli assalti dei Saraceni fornisce agli Shardana l'occasione per rendersi indipendenti da Costantinopoli. Una rivolta caccia il duca longobardo da Cagliari e lo Shardana grecizzato Flavio Ippazio è eletto nuovo Gran Re di Sardegna.

816: ambasciata del Gran Regno Shardana presso il Sacro Romano Imperatore Ludovico il Pio (778-840), che riconosce l'indipendenza di Cagliari da Bisanzio. Il fatto è narrato negli Annali dello storico Eginardo

821: ultimo, vano tentativo dei bizantini di recuperare la Sardegna. Il Gran Regno è diviso in cinque Giudicati: di Torres-Logudoro, di Cagliari, di Gallura, di Arborea e di Ajaccio (quest'ultimo in Corsica). Essi sono retti da un giudice (judike o zuighe in sardo), che amministra un territorio chiamato logu, suddiviso in curatorie formate da più villaggi, retti da capi chiamati majores. Lo sfruttamento del territorio e l'agricoltura vengono gestite in modo collettivo, un'organizzazione assai moderna per l'epoca.

827: gli Arabi iniziano l'occupazione della Sicilia; questo evento renderà impossibile ogni ulteriore tentativo di riconquista della Sardegna da parte dell'impero bizantino. Dal canto loro gli Shardana costruiscono grandi opere di fortificazione lungo le coste, per evitare di fare la fine dei Siciliani.

829: fa tappa nel Gran Regno di Sardegna il conte Bonifacio, il feudatario carolingio preposto alla Toscana e alla difesa navale nel Tirreno. Alleanza fra i Franchi e gli Shardana in funzione antiaraba.

851: Papa Leone IV (847-855) scrive al Gran Re di Sardegna Nicola I per chiedergli l'invio di un reparto militare a Roma e la fornitura di "lana marina", cioè del bisso, per la confezione degli indumenti pontifici.

864: papa Nicolò I Magno (858-867) condanna con una bolla i matrimoni fra consanguinei che intercorrono da anni tra i capiclan Shardana.

890: comincia la costruzione della Chiesa di Santa Sofia a Cagliari, ancor oggi sede del Patriarca.

La Basilica di Santa Sofia a Cagliari

La Basilica di Santa Sofia a Cagliari

934: sul Gran Regno Shardana si abbatte una delle peggiori incursioni della sua storia da parte degli Arabi e dei Berberi provenienti dall'Africa; la cronaca di Ibn-al-Atîr parla di una strage di abitanti e della distruzione di molte navi Shardana da parte di una flotta inviata a saccheggiare Genova.

972-1001: Muhammad ibn Abī 'Āmir è Gran Visir e, dal 996, Califfo di Cordova; in area cristiana è noto come Almanzor, dal suo titolo al-Mansūr bi-llāh, ("reso vincitore da Dio"). Egli avvia un'ambiziosa politica espansionistica, e intensifica le scorrerie musulmane contro la Sardegna e la Corsica. Il suo favorito è il liberto Mujāhid ibn 'Abd Allāh al-'Āmirī, wali (principe) di Denia nelle isole Baleari, che gli Shardana chiamano con il nome di Mugetto.

1015-16: usando come base Maiorca, Mujāhid allestisce una grande spedizione allo scopo di conquistare il Gran Regno Shardana. La sua flotta comprende 110 navi, 10.000 uomini e 1000 cavalli. L'assalto all'isola giunge inaspettato: Mujāhid ha organizzato la spedizione in gran segreto, e sbarca presso Porto Torres, nella Sardegna nordoccidentale, in una regione dell'isola raramente sotto attacco, e non ha perciò difficoltà a saccheggiare gli sguarniti centri costieri. Il Gran Re Shardana Gonnario Comita guida la resistenza e riesce a respingere gli invasori, cosicché Mujāhid leva le ancore e approda in Corsica. Anche qui il popolo si solleva contro di lui, ma stavolta i difensori subiscono una pesante sconfitta, e la flotta dell'Emiro delle Baleari occupa le coste meridionali corse. Partendo da qui, Mujāhid compie un'incursione contro la Repubblica Marinara di Pisa, approfittando del fatto che la flotta pisana è impegnata in Calabria contro altri predoni musulmani. Un intero quartiere di Pisa è dato alle fiamme e i suoi abitanti massacrati; quando la flotta pisana torna alla base, l'Emiro si è già rifugiato nuovamente nelle Bocche di Bonifacio. La rappresaglia pisana non si fa attendere: stretta alleanza con gli Shardana, l'ammiraglio pisano Vittore Ricucchi insegue Mujāhid, che però si sottrae abilmente allo scontro ed anzi annienta la città di Luni, della quale non resta traccia. Allora Genova, Pisa e gli Shardana si alleano per scacciare gli Arabi dalla Corsica, ma solo molti anni dopo riescono ad allontanarli definitivamente dal Mar Tirreno. La Corsica viene occupata da Genovesi e Pisani, ed ogni tentativo del Gran Re Gonnario di riprendersi l'isola va a vuoto.

1054: Scisma d'Oriente, la Chiesa di Costantinopoli si separa da quella di Roma, e la Sardegna resta fedele al Patriarca Bizantino. Il Papa Leone IX tenta di convincere il nuovo Gran Re di Sardegna Torchitorio Barisone I di Lacon-Gunale a lasciare l'orbita greca per entrare in quella romana, ma il Gran Re non perdona al Papa l'appoggio dato a Genovesi e Pisani che si sono spartiti la Corsica, e rifiuta.

1070: il Metropolita di Tharros trasferisce la sua sede vescovile ad Oristano, la bizantina Aristianis, sorta presso l'antica città punica di Othoca, che diventa una delle città più importanti dell'isola.

1073: papa Gregorio VII convince i Pisani ad organizzare una spedizione contro la Sardegna per conquistare l'isola e riportarla nell'alveo della Chiesa di Roma, ma il Gran Re Shardana Orzocco I di Lacon-Zori sconfigge la flotta pisana al largo della Gallura, e come ex voto fa costruire la Basilica di San Simplicio ad Olbia.

1091: Orzocco I di Lacon-Zori, ringalluzzito dalla vittoria, tenta la riconquista della Corsica, ma stavolta è sconfitto al largo di Bonifacio e perde la vita. Al suo posto la Corona de Logu elegge Torbeno di Arborea, che ha sposato Anna di Lacon.

1114: Torberio di Arborea guida di persona una spedizione armata contro gli Arabi delle Baleari, che si conclude con un grande successo e la liberazione di molti prigionieri cristiani.

1131: il Gran Re Comita III di Arborea si allea con il Sacro Romano Imperatore Lotario di Supplimburgo (1075-1137) contro i Pisani e i Genovesi. Nelle carte geografiche compare per la prima volta il centro abitato di Jordi de Sassaro, l'odierna Sassari. 

1145-1149: il Gran Re Gonario II di Torres partecipa alla fallimentare Seconda Crociata.

1157: il Gran Re Barisone I d'Arborea sposa Maria Comnena, figlia dell'imperatore bizantino Manuele I Comneno (1118-1180), che riconosce il suo titolo regale in opposizione al Papa.

1173: prime notizie dell'esistenza della città Shardana di Tempio, in Gallura, sorta sulle rovine del santuario rurale romano di "Hereum", citato da Tolomeo e dedicato a Giunone (la greca Hera).

1180: prima testimonianza scritta della lingua sarda, una lingua neolatina nata dalla fusione delle lingue latina, punica e shardana, nel cosiddetto Condaghe di San Gavino, primo di una serie di documenti amministrativi in uso nella Sardegna medioevale (dal greco Kontakion, un inno liturgico).

1195: i genovesi scacciano i pisani dalla Corsica, che viene annessa alla Repubblica di Genova.

1203: Elena di Gallura, unica erede sopravvissuta di Barisone I, è la prima donna ad essere eletta Gran Regina di Sardegna.

1217: il pisano Lamberto Visconti, che ha sposato Benedetta di Lacon-Massa, parente della Gran Regina Elena di Gallura, rivendica la sovranità su quest'ultima terra ed invade il Giudicato di Gallura, installandovi una colonia pisana. Anche contro di lui, come contro tutti gli invasori, gli Shardana mettono in atto una violenta guerriglia, fiaccandone l'autorità.

1232: muore Elena di Gallura. Agnese di Lacon-Massa, sorella di Benedetta, sposa il pisano Ranieri della Gherardesca in contrapposizione ai Visconti e si fa eleggere Gran Regina dalla Corona de Logu. Nel nord dell'isola però una rivolta nobiliare porta alla nascita dell'autonomo Comune di Sassari, modellato su quelli della Lega Lombarda.

1238: Enzo di Hohenstaufen, figlio dell'imperatore Federico II che ha sposato la nobildonna Shardana Adelasia di Torres, viene nominato Gran Re di Sardegna dal padre, ma la Corona de Logu rifiuta di riconoscere il suo titolo e ottiene dal Metropolita di Cagliari l'annullamento delle nozze di Enzo e Adelasia.

1259: il libero Comune di Sassari viene riconquistato dal Gran Re Mariano II di Bas Serra. Questi stipula un'alleanza formale con Genova in funzione antipisana. Dell'esperienza comunale sassarese restano gli Statuti della città, redatti in latino e in lingua sarda logudorese.

1267: Mariano II di Bas Serra fonda Villa di Chiesa, capitale dell'industria mineraria argentiera. Del suo periodo di massimo splendore rimane testimonianza nelle leggi cittadine raccolte nel Breve di Villa di Chiesa (nell'archivio storico della città è custodito un bellissimo originale in pergamena, databile presumibilmente al 1327).

1275-1296: è Giudice di Gallura Frate Gomita, che però si dimostra tanto corrotto che il Gran Re Mariano II di Bas Serra lo fa impiccare per aver lasciato evadere dei prigionieri dietro compenso. Dante Alighieri lo collocherà all'Inferno, nella quinta bolgia dell'ottavo cerchio, tra i barattieri (coloro che hanno commesso abuso di potere ricoprendo cariche pubbliche). Un altro barattiere, Ciampolo di Navarra, dice di lui: « Fu frate Gomita, / quel di Gallura, vasel d'ogne froda » (Inf. XXII, 81-82) Dante pone tra i barattieri un altro Shardana, Michel Zanche, giudice del Logudoro sotto Mariano II: « Usa con esso donno Michel Zanche / di Logodoro; e a dir di Sardigna / le lingue lor non si sentono stanche. » (Inf. XXII, 88-90) Tutto ciò significa che, nel Medioevo, i governanti Shardana con godevano certo di buona fama!

1284: la sconfitta di Pisa nella Battaglia della Meloria indebolisce la posizione pisana in Sardegna. Il guelfo Ugolino della Gherardesca ne approfitta per prendere il potere a Pisa, trasformandosi di fatto in un dittatore. Il nipote di Ugolino, Nino Visconti, figlio di sua figlia e del milanese Giovanni Visconti, viene nominato Capitano del Popolo della Repubblica di Pisa, ma in seguito si inimica il nonno, stringendo accordi con i ghibellini guidati dal potente arcivescovo Ruggeri degli Ubaldini, ed è condannato all'esilio. Si rifugia prima a Lucca e poi a Firenze, dove nasce una profonda amicizia con il giovane Dante Alighieri, che lo ricorderà nel VII Canto del Purgatorio: « Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei: / amico Nin gentil, quanto mi piacque / quando ti vidi non esser tra i rei! » (Purg. VIII, 52-54)

1288: Ugolino della Gherardesca, che si è reso impopolare in patria, tenta una spedizione in Sardegna per riconquistare il prestigio perduto, sognandosi di farsi nominare Gran Re dell'Isola. L'impresa tuttavia finisce in un muovo disastro militare, e la Gallura è riconquistata da Mariano II. Al ritorno in patria Ugolino viene catturato con l'inganno dall'Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, alleatosi con le famiglie ghibelline dei Gualandi, dei Sismondi e dei Lanfranchi; con i figli Gaddo e Uguccione e con i nipoti Anselmuccio e Brigata è rinchiuso nella Torre della Muda, poi detta Torre della Fame, e lasciato morire d'inedia. Venticinque anni dopo Dante Alighieri rievocherà il tragico evento nel XXXIII Canto dell'Inferno, lanciando una terribile invettiva contro Pisa per aver messo a morte anche i giovani innocenti.

1293: Nino Visconti, rientrato a Pisa dopo la morte del nonno, è condannato nuovamente all'esilio, e stavolta si rifugia in Sardegna, e precisamente in Gallura, dove morirà nel 1296. La sua vedova Beatrice d'Este si risposerà con Galeazzo I Visconti di Milano, e per questo Dante mette in bocca a Nino le parole: « Non le farà sì bella sepultura / la vipera che Melanesi accampa, / com'avria fatto il gallo di Gallura » (Purg. VIII, 79-81).

1297: Papa Bonifacio VIII si mette in testa di riconquistare la Sardegna al cattolicesimo, ed offre la corona di Sardegna al Re Giacomo II il Giusto di Aragona (1267-1327), in cambio della sua rinuncia al trono di Sicilia. Ovviamente il titolo del re aragonese resta solo sulla carta.

1324: l'infante Alfonso IV d'Aragona (1299-1366), primogenito del re Giacomo II, sbarca a Palma di Sulcis per tentare di rendere effettivo il titolo di Rex Sardiniae, ma il 29 febbraio nella Battaglia di Lucocisterna presso Cagliari il Gran Re Shardana Ugo II lo sconfigge e lo ributta a mare, grazie all'alleanza con i Genovesi. In cambio a Genova è riconosciuto definitivamente il possesso della Corsica. Questa vittoria scongiura l'introduzione in Sardegna del sistema feudale ed evita lo sconvolgimento dell'assetto sociale e culturale dell'isola; non si interrompe il processo di rinnovamento economico e culturale che i Gran Re Shardana e la Chiesa Ortodossa con i suoi ordini monastici hanno portato avanti; per l'isola inizia un'epoca di progresso culturale e sociale.

1347: il Gran Re Mariano IV di Bas Serra e promulga il Codice Rurale per la regolamentazione di pastorizia e agricoltura, uno degli statuti più avanzati d'Europa.

1353: Mariano IV si allea con il genovese Matteo Doria contro il Re d'Aragona Pietro IV (1319-1387) che si è alleato con Venezia e ha dichiarato guerra agli Shardana per rivendicare il titolo di Gran Re. Il 27 agosto Pietro IV è sbaragliato nella Battaglia di Porto Conte, vicino ad Alghero, nella quale perde 1000 uomini, oltre a 3500 prigionieri e a 2000 feriti.

1364: ultimo tentativo di Pietro IV d'Aragona di sbarcare in Sardegna per rivendicare il titolo di Gran Re di Sardegna, ma la spedizione militare è costosa quanto fallimentare.

1370: secondo la tradizione, il 25 marzo una nave partita dall'isola di Creta è sorpresa da una tempesta, e i marinai decidono di gettare in mare tutto il carico, tra cui una pesante cassa. Appena la cassa viene gettata in mare, la tempesta si placa. La cassa approda quindi a Cagliari, proprio sotto il colle di Bonaria; e i frati basiliani del vicino convento la aprono, trovandovi una statua in legno di carrubo della Vergine Maria che tiene con una mano in braccio il Bambino Gesù, e nell'altra ha una candela accesa. La devozione alla statua miracolosa si diffonde immediatamente in tutta la Sardegna, specie tra i marinai che la invocano come protettrice, e viene edificato il Santuario di Nostra Signora di Bonaria. Si dice che una navicella d'avorio, offerta in ringraziamento alla Vergine da una devota ed appesa davanti alla statua con una corda di canapa, inizia a muoversi segnando i venti che spirano sul golfo di Cagliari, e per questo i marinai, prima di prendere il mare, si recassero sempre nel Santuario.

1376: muore il Gran Re Mariano IV, gli succede il figlio Ugo III.

La Gran Regina di Sardegna Eleonora di Arborea

La Gran Regina di Sardegna Eleonora di Arborea

1383: una congiura, secondo alcuna orchestrata dagli aragonesi, porta all'assassinio di Ugo III e di sua figlia Benedetta, fin qui erede al trono. La sua secondogenita Eleonora viene incoronata Gran Regina degli Shardana e sposa il genovese Brancaleone Doria; detta anche Eleonora d'Arborea perchè amerà risiedere in questo Giudicato anziché nella capitale Cagliari, sarà ricordata come uno dei maggiori sovrani sardi di tutti i tempi.

1386: Brancaleone Doria, Principe Consorte di Sardegna, viene arrestato a Barcellona mentre si trova in missione diplomatica per conte della moglie. Eleonora e la Repubblica di Genova ne esigono l'immediato rilascio o sarà la guerra.

1388: il Doge di Venezia Antoniotto I Adorno e la Gran Regina di Sardegna Eleonora sconfiggono duramente il Re d'Aragona Giovanni I il Cacciatore, figlio di Pietro IV, al largo delle isole Baleari. Brancaleone Doria è liberato e Giovanni I è costretto a firmare un trattato di pace umiliante.

1392: Eleonora promulga la Carta de Logu, un monumentale codice di leggi tra i più avanzati del mondo intero, che costituisce il massimo dono fatto da Eleonora al popolo Shardana, sufficiente per garantirle fama imperitura. La Carta comprende un Codice Civile ed uno Rurale, per complessivi 198 capitoli, e segna una tappa fondamentale verso i diritti del cittadino. Essa resterà in vigore fino al 1848.

1404: Eleonora muore a 64 anni ed è sepolta nella Cattedrale di Santa Maria Assunta ad Oristano, sua città natale. Le succede il figlio Mariano V di Bas Serra Doria.

1407: muore Mariano V e la Corona de Logu designa alla successione il Marchese di Oristano e Conte del Goceano Leonardo I di Serra-Cubello. Il Re d'Aragona Martino I il Vecchio (1356-1410) pensa di sfruttare la transizione dei poteri ed invia in Sardegna suo figlio, il principe Martino il Giovane (1374-1409), per tentare di nuovo la conquista dell'isola. Questi si impossessa del Giudicato di Arborea e punta verso la capitale Cagliari, ma commette l'errore di tutti coloro che hanno fin qui tentato di sottomettere la Shardana: crede di potersi inoltrare all'interno sfidando la resistenza partigiana nascosta tra le selvagge montagne dell'isola. Tale errore gli costerà caro.

1409: il 30 giugno il Gran Re Shardana Leonardo I di Serra-Cubello, alleato con i genovesi e i corsi, infligge una pesantissima sconfitta all'esercito catalano nella Battaglia di Sanluri, un evento che diverrà oggetto di canti di guerra e di rievocazioni storiche. Martino il Giovane perde la vita, e con lui finisce la dinastia dei conti di Barcellona; da qui in poi l'Aragona sarà governata dalla dinastia castigliana dei Trastamara. Ai genovesi è riconosciuto il possesso di Castelgenovese, l'attuale Castelsardo, come compenso per l'aiuto fornito.

1420: il re d'Aragona Alfonso V il Magnanimo (1394-1458), della casa di Trastamara, rinuncia formalmente ad ogni rivendicazione sui territori sardi e fa alleanza con Leonardo I di Serra-Cubello, avendo intenzione di dedicarsi a una nuova e più redditizia impresa: la conquista del Regno di Napoli, che gli riuscirà nel 1443, quando Papa Eugenio IV gli riconoscerà il diritto di regnare anche sul regno di Napoli.

1450: il Metropolita di Sassari Antonio Cano scrive la prima opera letteraria in lingua sarda moderna, "Sa vitta et sa morte et passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu".

1470: il Gran Re Shardana Salvatore Cubello muore senza eredi e lascia il trono al nipote Leonardo II di Alagòn, discendente della dinastia di Arborea. Il giovane Re di Sicilia Ferdinando di Trastamara, nipote del Re d'Aragona Giovanni II il Grande (1397-1479), nonostante lo scetticismo dello zio, decide di tentare l'impresa fallita da tutti i suoi predecessori e sbarca a Tortolì. Gli abitanti dell'Ogliastra, in rivolta contro Salvatore prima e contro Leonardo poi, lo appoggiano accogliendolo come un liberatore.

1478: Ferdinando di Trastamara sconfigge le truppe Shardana di Leonardo II di Alagon nella Battaglia di Macomer, in località "Campu Castigadu",  e si fa incoronare Gran Re di Sardegna. Ferdinando ha sposato la cugina Isabella di Castiglia, e così il suo titolo completo è: Re di Castiglia, di Aragona, di León, di Sicilia, di Cordova, di Murcia, di Jahen, di Algarve, di Algeciras di Gibilterra, di Napoli, Gran Re di Sardegna, Conte di Barcellona, Signore di Vizcaya e di Molina, Duca di Atene e di Neopatria, Conte di Rossiglione, Marchese di Oristano e Conte del Goceano.. La storia lo ricorderà come Ferdinando il Cattolico, finanziatore di Cristoforo Colombo. Leonardo II è catturato e morirà il 3 novembre 1494 nella prigione di Xàtiva a Valencia. Tuttavia il figlio terzogenito di Leonardo II si proclama Gran Re con il nome di Leonardo III, si rifugia sulle montagne e, come avvenuto fin qui con ogni altro aggressore, dà inizio ad una spietata guerriglia, che neppure la Spagna del Siglo de Oro può schiacciare definitivamente. L'Impero Spagnolo verrà sempre percepito dalle popolazioni Shardana come un dominatore tirannico che tenta di soffocare la cultura locale. Unica eccezione: il culto di Nostra Signora di Bonaria, che si diffonde anche tra i marinai spagnoli.

1492: il 12 ottobre Cristoforo Colombo scopre l'America, e per il mar Mediterraneo inizia una repentina decadenza a favore dell'oceano Atlantico. Proprio mentre tutta l'Europa è sconvolta da importanti cambiamenti culturali ed economici, il sistema feudale, oramai scomparso negli altri Stati, nel Gran Regno di Sardegna rappresenta invece uno degli aspetti più caratteristici della dominazione spagnola, come strumento di governo e di presidio del territorio. Le antiche classi rurali decadono, con la conseguenza di un impoverimento generale delle campagne. Inoltre i "Re Cattolici" tentano la conversione forzata degli Shardana dall'Ortodossia alla Chiesa di Roma. I pretendenti al trono della Casata di Cubello, arroccati tra le montagne, hanno buon gioco a reclutare partigiani disposti a lottare contro gli invasori stranieri.

1507: il 13 settembre  il Patriarca di Costantinopoli Pacomio I proclama la Madonna di Bonaria Patrona Massima della Sardegna. La festa di Nostra Signora di Bonaria viene celebrata il 24 aprile, ed è tuttora festività civile per il Gran Regno di Sardegna.

1509: alleati con i francesi, i pirati barbareschi tunisini e algerini guidati dal famigerato Kair ed-Din (chiamato "Barbarossa") mettono a ferro e fuoco Cabras e Siniscola, senza che gli Spagnoli possano fermarli.

1516: il 25 gennaio muore Ferdinando d'Aragona, come Gran Re di Sardegna gli succede il nipote Carlo I, meglio noto come Carlo V d'Asburgo, colui sul regno del quale non tramonta mai il sole. Castelgenovese è rinominato Castillo Aragonés (Castell'Aragonese).

1520: i Barbareschi devastano Sant'Antioco, Pula, Carbonara, mentre i francesi assaltano Castell'Aragonese, Terralba e Uras nei pressi di Oristano.

1521: Jerónimo Vilanova è nominato Arcivescovo Cattolico di Cagliari. La Chiesa Ortodossa Shardana non è perseguitata, ma la sua influenza drasticamente ridotta.

1535: Carlo V (I di Sardegna) tenta di porre rimedio al flagello dei pirati barbareschi e, radunata a Cagliari una grande flotta, nel mese di luglio assalta Tunisi, la loro principale base operativa, senza però conseguire risultati apprezzabili visto che le scorrerie continuano, e i predoni incendiano Porto Torres.

1536: il 2 febbraio il Conquistador spagnolo Pedro de Mendoza (1487-1537), devotissimo della Madonna di Bonaria perchè ha iniziato la sua carriera in Sardegna, fonda sul Rio de la Plata una nuova città, dandole il nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires, oggi nota semplicemente come Buenos Aires, capitale dell'Argentina.

1541: dopo il saccheggio di Olmedo, Carlo V allestisce un'altra spedizione, che ha come obiettivo assalire Algeri, ma la flotta finisce distrutta da una terribile tempesta prima ancora di raggiungere la costa magrebina.

1550: a Villa di Chiesa, ribattezzata Iglesias dagli spagnoli, viene costruita una fontana sormontata dalla statua di un personaggio di aspetto grottesco chiamato "Maimoni", la cui bruttezza in città è proverbiale: « Léggiu cumenti su Maimoni in praccia » ("Brutto come la statua di Maimone che sta in piazza"). Tale personaggio è legato alla leggenda del Gatto Mammone (in origine Maimone), un gatto di dimensioni colossali che attaccherebbe le greggi per sbranarle, ma in certi casi potrebbe anche dimostrarsi benevolo. In Ogliastra il Maimone è un fantoccio fatto con stracci e pelli di gatto, personificazione del Carnevale. I presunti avvistamenti del Gatto Mammone in Sardegna durano fin dall'età nuragica, ed esso è un personaggio fisso della criptozoologia. Gli scienziati tendono a spiegare tale mostro con il ricordo degli avvistamenti preistorici delle ultime linci viventi sull'isola, o mediante semplici allucinazioni. È probabile che in origine il Gatto Mammone fosse una divinità nuragica delle fonti e delle sorgenti, dato che in lingua fenicia "mem" significa acqua; forse, sotto l'influsso della cultura egiziana, si trattava di una divinità zoomorfa con testa di gatto, che poi il cristianesimo identificò con una creatura demoniaca perchè pagana.

1559: gli Spagnoli tentano di portare la Chiesa Ortodossa Shardana alla Comunione con Roma permettendole di mantenere il rito greco bizantino. Solo una piccola parte dei fedeli accetta però l'Atto di Unione siglato a Nuoro; la grande maggioranza resta fedele al Patriarca di Costantinopoli. Nasce una chiesa uniate di rito greco cattolico il cui Metropolita ha sede proprio a Nuoro, e che esiste tuttora. 

1571: la Spagna tenta di introdurre in Sardegna il tribunale dell'Inquisizione; tra i processi più clamorosi intentati dagli inquisitori, è da ricordare quello contro il giurista cagliaritano Sigismondo Arquer, accusato falsamente di eresia per la famosa questione del "filioque" e mandato al rogo. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: la popolazione di Cagliari si solleva, cacciando gli spagnoli. Filippo II di Spagna risponde mandando la sua flotta, che riprende Cagliari e commette un vero e proprio massacro di Shardana, cosa che non contribuisce certo a renderlo popolare sull'isola.

1577: Tunisi, temporaneamente presa dagli Spagnoli nel 1573, viene riconquista dai musulmani, e da qui in poi il Regno di Sardegna diventa un avamposto contro l'espansione ottomana. Siccome le incursioni barbaresche si fanno ogni giorno più incessanti e non lasciano tregua agli Shardana, sempre più furenti contro la dominazione spagnola, Filippo II di Spagna decide la costruzione di una rete difensiva costiera fatta di torri di avvistamento, poste in vista una dell'altra in modo da allertare la popolazione. Entro la fine del Cinquecento quelle costruite sul mare saranno ben 82. Le tre principali piazzeforti marittime del Gran Regno, Cagliari, Alghero e Castell'Aragonese, vengono dotate di rocche difensive armate con artiglieria pesante. Nonostante gli sforzi per rafforzare la sicurezza dell'isola, però, la difesa continua ad essere precaria perché le torri di avvistamento sono in gran parte prive di adeguate guarnigioni e di armamento pesante.

1617: viene fondata l'Università di Sassari, prima istituzione di questo tipo in Sardegna, che oggi conta undici facoltà.

1618: scoppia la Guerra dei Trent'Anni, inizialmente un conflitto tra cattolici e protestanti iniziato in Boemia, che però ben presto si trasforma in una lotta politica contro gli Asburgo di Spagna e d'Austria.

1626: è fondata anche l'Università di Cagliari.

1637: il cardinale Armand du Plessis di Richelieu, principale avversario degli Asburgo, interviene nella Guerra dei Trent'Anni e decide di colpire gli Spagnoli nell'anello debole del loro impero, e cioè proprio la Sardegna, in perpetua rivolta contro gli occupanti. Il 21 febbraio una flotta di quarantasette vascelli al comando di Enrico di Lorena, conte di Harcourt, sbarca nei pressi di Oristano, riceve subito l'appoggio dei partigiani sardi antispagnoli ed ottiene la resa della guarnigione spagnola. Madrid manda una flotta in soccorso della città assalita, ma una seconda flotta francese  composta da quaranta vascelli la disperde ed entra nel golfo di Cagliari. La capitale del Gran Regno, dopo un furioso bombardamento navale, si arrende il 13 agosto; la Spagna non ha le forze necessarie per riconquistare l'isola riottosa, e così decide di abbandonarla al suo destino. Gli Spagnoli lasciano precipitosamente l'isola, abbandonando anche gli stendardi che oggi sono custoditi nella cattedrale di Cagliari. Gaspare Orrù, nativo di Assemini presso Cagliari e capo riconosciuto della fazione antispagnola, è eletto Gran Re di Sardegna, e firma subito un trattato di alleanza con la Francia di Richelieu, ma mette in chiaro che non vuole truppe francesi sull'isola, per non rischiare di passare da un padrone a un altro.

Il Palazzo Reale a Cagliari e lo Stemma della dinastia Orrù

Il Palazzo Reale a Cagliari e lo Stemma della dinastia Orrù

1639: gli Shardana espugnano Castell'Aragonese, lo rinominano Castelsardo e conquistano l'ultimo dei domini spagnoli sull'isola. Anche Iglesias riprende l'antico nome di Villa di Chiesa. La brutta pagina della dominazione spagnola in Sardegna è conclusa, il feudalesimo è abolito e l'isola comincia finalmente a risollevarsi sia politicamente che culturalmente. I quattro Giudicati di Arborea, Cagliari, Gallura e Logudoro sono riportati in vita, assieme alle antiche Curatorie. Re Gaspare è magnanimo e non espelle i cattolici latini e i greco cattolici dalla sua isola, ma per far carriera nell'amministrazione del Regno è necessario essere battezzati nella Chiesa Ortodossa.

1645: con il Proclama di Decimomannu la Chiesa Ortodossa Sarda si proclama autocefala, e il Metropolita di Cagliari assume il titolo di Patriarca. Le Chiese Ortodosse vengono restaurate, e l'isola conosce un periodo di splendore artistico.

1656: una terribile epidemia di peste fa strage a Cagliari. Secondo la tradizione, il flagello ha termine dopo che la popolazione ha portato in processione l'icona miracolosa di Sant'Efisio Martire.

1660: il 23 gennaio muore a 65 anni il Gran Re di Sardegna Gaspare I Orrù, gli succede il figlio Matteo I Orrù.

1700: il Re Carlo II, ultimo degli Asburgo di Spagna, muore a soli 39 anni senza figli, ed indica come erede suo nipote, il duca d'Angiò, che però è nipote anche del Re Sole. Le preoccupazioni delle altre potenze europee, che temono l'unione delle corone di Spagna e Francia, propongono invece come erede l'arciduca d'Austria, Carlo d'Asburgo. Ciò provoca lo scoppio della Guerra di Successione Spagnola, che vede Spagna e Francia affrontare Austria, Prussia, Inghilterra, Portogallo, Olanda, Savoia e Sardegna. E' la prima volta che il Gran Regno di Sardegna si trova coinvolto in un grande conflitto europeo, perchè l'unione francospagnola, egemonica sul Mediterraneo, non può che preoccupare il Gran Re Matteo I.

1708: una flotta franco-spagnola di centodieci navi comandata dall'ammiraglio Stefano Mari si presenta davanti al porto di Cagliari ed apre il fuoco, causando gravi danni e molti morti. Per evitare  la riconquista spagnola dell'isola intervengono gli inglesi, che ormai domina in lungo e in largo nel Mediterraneo, arrivando ad occupare Gibilterra e a sbarcare a Barcellona. La flotta di Sua Maestà Britannica sbarca presso Cagliari e a Castelsardo, e l'invasione spagnola è scongiurata.

1709: il 10 gennaio muore a 61 anni il Gran Re di Sardegna Matteo I Orrù, gli succede il figlio Ugo IV Orrù., che firma un trattato di alleanza con il Regno Unito.

1713: la Pace di Utrecht pone fine alla Guerra di Successione Spagnola. Il duca di Savoia Vittorio Amedeo II ottiene il Regno di Sicilia, strappato alla Spagna, e con esso il titolo regio: per l'antica casata è la realizzazione di un obiettivo antichissimo, perseguito con tenacia attraverso i secoli. Gli Asburgo d'Austria occupano il meridione d'Italia, mentre la Sardegna ci guadagna in termini di sicurezza.

1717: la Spagna riprende le ostilità nel tentativo di riappropriarsi della Sicilia e della Sardegna; una flotta cannoneggiò Cagliari per l'ennesima volta, mentre 8000 soldati sbarcano sulla spiaggia del Poetto. Il 29 agosto la città si arrende e il Gran Re Ugo IV Orrù si rifugia sulle montagne, come da tradizione del suo popolo. Un anno dopo gli spagnoli riescono a prendere anche la Sicilia, ma la guerra si risolve in un disastro ed essi sono sconfitti dall'Alleanza composta da Inghilterra, Savoia, Austria e Olanda.

1718: con il Trattato di Londra del 2 agosto la Spagna rinuncia definitivamente non solo a Sicilia e Sardegna, ma anche all'Italia Meridionale e ai suoi possedimenti nel Belgio. Il re Vittorio Amedeo II, a differenza della nostra Timeline, non permuta la Sicilia con la Sardegna, essendo quest'ultima indipendente, e si tiene la prima. D'ora in avanti tutti gli stati appartenenti a Casa Savoia formeranno il Regno di Sicilia, l'amministrazione statale utilizzerà l'aggettivo "siciliano" per tutti gli atti del Regno, e i sudditi saranno chiamati "siciliani". Nonostante diverse iniziative di ammodernamento, però, in Sicilia non si ha alcun un sostanziale cambiamento della situazione economica della popolazione, soprattutto perché i Savoia, nel trattato di cessione del regno, si impegnano di mantenere gli antichi privilegi feudali sull'isola.

1723: al contrario della Sicilia, la Sardegna conosce un periodo di rifioritura grazie alla nascente Rivoluzione Industriale nel Regno Unito: il Gran Regno fornisce carbone ed altre materie prime a Londra, in cambio di aiuti per la modernizzazione dell'isola.

1735: nell'ambito della Guerra di Successione Polacca, il Mezzogiorno d'Italia (esclusa la Sicilia sabauda) viene conquistato da Carlo VII di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna. Viene così restaurato il Regno di Napoli.

1738: l'Isola di San Pietro, a poca distanza dalla costa sudoccidentale sarda, è colonizzata da genovesi originari di Pegli e provenienti da Tabarka, isola presso la costa tunisina. Nasce il centro abitato di Carloforte, isola linguistica ligure ed enclave cattolica in Sardegna.

1755: l'8 giugno muore a 68 anni il Gran Re di Sardegna Ugo IV Orrù. Quest'ultimo ha avuto solo figlie femmine, delle quali la primogenita Maria è morta di parto e altre tre si sono fatte monache, e così la successione toccherebbe a suo fratello minore Matteo, che però rinuncia alla corona per ragioni di salute, e così la Corona de Logu elegge il figlio di quest'ultimo Antonio III Orrù, 31 anni.

1768: la Repubblica di Genova vende la Corsica ai francesi. L'anno dopo, il 15 agosto, sull'isola nasce un certo Napoleone Bonaparte.

1783: la situazione di povertà della Sicilia non migliora, ed il malcontento accresce i movimenti di rivolta. Iniziano ribellioni e sommosse che sconvolgono tutta la Sicilia, numerosi villaggi si rifiutano di pagare i tributi feudali e i Piemontesi riportano l'ordine con la forza. Il movimento di protesta della popolazione inizia ad avere anche l'appoggio di intellettuali e uomini di cultura, soprattutto dopo il 1789, per effetto della Rivoluzione Francese.

1784: il medico cagliaritano Antonio Marcello scrive i melodrammi "Il Marcello" e "La morte del giovane Marcello".

1792: il 9 giugno muore a 68 anni il Gran Re di Sardegna Antonio III Orrù, gli succede la figlia Maria II Orrù, di soli 23 anni, in uno dei momenti più delicati della storia d'Europa: gli ideali della Rivoluzione Francese stanno infatti avendo largo seguito tra i notabili e gli intellettuali Shardana. Nell'isola si verificano diversi tentativi di insurrezione, fra cui quelli di Francesco Cilocco, quello del parroco di Terralba Francesco Corda, ed altri di ispirazione rivoluzionaria e giacobina che provano a proclamare una repubblica sarda, ma tutti i rivoltosi sono uccisi in conflitti a fuoco o condannati a morte.

1793: mentre le truppe piemontesi vengono duramente sconfitte sul loro territorio dal giovane Napoleone Bonaparte, i siciliani si illudono che il governo sabaudo possa concedere alle classi dirigenti della loro isola una gestione più indipendente del potere. Vengono perciò mandati a Torino dei delegati per avanzare a Vittorio Amedeo III le cosiddette "cinque domande", un vero e proprio programma costituzionale. Esse consistono nella convocazione del Parlamento mai più convocato dall'arrivo dei Piemontesi, la riconferma degli antichi privilegi dei quali aveva sempre goduto il Popolo Siciliano fin dai tempi della Guerra dei Vespri, la nomina negli impieghi civili e militari e nelle cariche ecclesiastiche esclusivamente di siciliani, l'istituzione a Torino di un Ministero per la Sicilia e a Palermo di un Consiglio di Stato per i controlli di legittimità. I delegati vennero trattenuti a Torino per mesi senza ottenere risposte, mentre in Sicilia cresce la tensione. Alla fine, il rifiuto regio di ottemperare alle loro richieste provoca una ribellione fra i notabili ed il popolo di Palermo, che catturano il vicerè e tutti i funzionari piemontesi, cacciandoli dopo due giorni dalla città per mare.  La ribellione contagia altre città dell'isola, come Catania, Gela, e Siracusa.

1794: il 28 aprile la flotta repubblicana francese agli ordini dell'ammiraglio Laurent Truguet occupa Carloforte e Sant'Antioco, sbarca in territorio di Quartu Sant'Elena e conquista Cagliari. La regina Maria II, giovane e inesperta, anziché fuggire sulle montagne come da tradizione resta nel Palazzo Reale ed è fatta prigioniera dai francesi. Subito il popolo Shardana, ostile non tanto ai principi di libertà, fratellanza e uguaglianza predicati dalla Rivoluzione, quanto ai nuovi dominatori che vengono ad installarsi nella loro terra, si solleva attaccando i francesi con vanghe e forconi, là dove non ci sono altre armi: tale data viene oggi commemorata come Sa Die de sa Sardigna. Al contrario a Sassari, dove pure i francesi sono giunti pochi giorni dopo, la nobiltà e la borghesia accolgono i francesi come dei liberatori, sfruttando l'occasione per chiedere al Re l'autonomia da Cagliari. Ciò provoca la reazione dei cagliaritani, che marciano in armi verso il Logudoro cantando il famoso inno "Su patriottu sardu a sos feudatarios", e in Sardegna si respira un clima da guerra civile; i francesi ovviamente non perdono l'occasione di sfruttare le antiche rivalità tra Cagliari e Sassari a loro vantaggio. In questa situazione di caos emerge la personalità di Giovanni Maria Angioy, giudice della Reale Udienza "convertito" agli ideali rivoluzionari, che viene reclutato dai francesi a Sassari con la carica di alternòs, ovvero di loro rappresentante con ampi poteri. I sassaresi lo accolgono come un liberatore, e mentre i francesi sconfiggono duramente i cagliaritani nella Battaglia di Villacidro, Angioy proclama la Repubblica di Sardegna autonominandosi suo Presidente con la benedizione dei francesi, ed usurpando la corona di Maria II, che intanto è stata tradotta in Francia.

1796: l'armistizio di Cherasco e la successiva Pace di Parigi costringono il Re Carlo Emanuele IV di Savoia a cedere Savoia, Nizza e Tenda alla Francia. Per non perdere anche la Sicilia, il sovrano è costretto ad accettare le "cinque domande". In tal modo la rivolta siciliana si spegne da sola; restano alcuni focolai di rivolta, ma l'ordine sull'isola è ripristinato con le armi: sono assediati e presi d'assalto i villaggi che ancora resistono e vengono condannati a morte tutti i maggiori esponenti del moto rivoluzionario che si riesce a catturare.

1798: ottocentotrenta abitanti di Carloforte vengono fatti prigionieri da una masnada di un migliaio di pirati tunisini che assale e saccheggia la città. Gli ostaggi verranno liberati solo nel 1803 dietro pagamento di un cospicuo riscatto.

1799: le truppe francesi occupano il Piemonte costringendo il Re Carlo Emanuele IV di Savoia a riparare in Sicilia, dove abdica a favore del fratello Vittorio Emanuele I. Questi rimarrà a Palermo fino al 1814, anno della sconfitta di Napoleone Bonaparte.

Il Gran Re Shardana Luciano Bonaparte, ritratto di François-Xavier Fabre (1766–1837)

Il Gran Re Shardana Luciano Bonaparte,
ritratto di François-Xavier Fabre (1766–1837)

1804: Napoleone Bonaparte, ormai divenuto Imperatore dei Francesi, decide di liquidare la Repubblica di Sardegna, governata da Giovanni Maria Angioy con poteri dittatoriali, e nomina Re di Sardegna suo fratello Luciano Bonaparte, con il quale si è riconciliato dopo molti contrasti. Luciano I, che è un intellettuale e uno scrittore più che un uomo di stato, nomina Primo Ministro Vincenzo Sulis, uno dei più famosi giacobini Shardana, e Ministro degli Esteri l'altro rivoluzionario Gerolamo Podda, i quali governano con oculatezza, attenti a non urtare gli interessi della nobiltà locale e della Chiesa Ortodossa. Luciano Bonaparte riesce a farsi benvolere dal popolo Shardana (dopotutto è corso, e i Corsi sono della stessa razza dei Sardi); da buon intellettuale, si dedica agli studi archeologici e fonda la moderna archeologia dei Nuraghi, tra l'altro essendo il primo tra i moderni a sostenere che la catastrofe del 929 a.C. sia da identificare con la distruzione dell'Atlantide di Platone. Luciano si reca spesso nel Golfo degli Aranci ed è uno dei precursori di bagni di mare, fondando la moderna industria alberghiera sarda. E Angioy? Dopo aver tentato una marcia su Sassari per difendere la "sua" repubblica, è abbandonato dai suoi sostenitori e costretto ad arrestare la sua marcia a Oristano; abbandona allora la Sardegna e si rifugia prima in Portogallo e poi negli Stati Uniti, dove morirà in povertà nel 1808.

1806: ai primi di febbraio le truppe francesi del generale André Masséna invadono il Regno di Napoli, e Ferdinando I di Borbone fugge in Sicilia sotto la protezione degli inglesi e di Vittorio Emanuele I di Savoia. Ferdinando si stabilisce a Messina, come a sfidare il potere di Napoleone, che ha proclamato suo fratello Giuseppe nuovo Re di Napoli. Quest'ultimo regnerà fino al 1808, quando sarà promosso re di Spagna e sostituito dal cognato dell'Empereur, Gioacchino Murat.

1812: durante un anno di terribile carestia, alcuni intellettuali sardi organizzano un tentativo di insurrezione contro il regime di Luciano Bonaparte, noto come la Congiura di Palabanda, guidata dall'avvocato Salvatore Cadeddu. La congiura è però scoperta e stroncata con durezza: tutto si conclude con le esecuzioni di Giovanni Putzolu, Raimondo Sorgia e dello stesso Cadeddu. Anche in Sicilia la presenza dei Savoia non attenua il malcontento generale, ma anche in questo caso le ribellioni sono represse nel sangue. Nello stesso anno tuttavia Napoleone organizza la spedizione contro la Russia che gli risulterà fatale; 1000 soldati Shardana partecipano alla campagna che avrà una conclusione tragica al ponte sulla Beresina.

1814: dopo la sconfitta di Lipsia nella Battaglia delle Nazioni, l'impero napoleonico crolla ed ha inizio la Restaurazione. Vittorio Emanuele I fa rientro a Torino e Ferdinando I di Borbone a Napoli; anche Maria II Orrù viene liberata dal confino a Lione e rientra trionfalmente a Cagliari, dove cinge nuovamente la corona di Gran Regina. Luciano Bonaparte non ne fa un dramma (dopotutto regnare non gli è mai piaciuto): si trasferisce a Roma sotto la protezione di Papa Pio VII e si dedica agli studi archeologici e alle collezioni d'arte; l'ex re morirà a Viterbo il 29 giugno 1840, senza aver mai più rimesso piede in Sardegna.

1820: per stimolare la produzione agricola come in altre parti d'Europa, Maria II promulga l'Editto delle Chiudende, con il quale autorizza la chiusura, con siepi o muri, delle terre comuni. Ella consente quindi, spesso a vantaggio dei latifondisti, la creazione della proprietà privata cancellando la proprietà collettiva dei terreni, tipica dell'isola.

1823: vengono istituite in Sardegna le Scuole Elementari, che però sono frequentate ancora da pochissimi studenti.

1825-1827: lo storico Giuseppe Mannu (1786-1868) pubblica una monumentale "Storia della Sardegna" in cinque volumi.

1826: il 31 marzo Maria II Orrù muore a 57 anni nel "trentaquattresimo anno del suo regno", poiché la Corona de Logu non riconosce come legittima né la Repubblica Sarda di Angioy né il Regno napoleonide di Luciano Bonaparte. Gli succede il figlio Gavino IV Maria Paderi Orrù, 35 anni (è nato il 13 agosto 1791), figlio di Don Sisinnio Paderi Muntoni, che è morto in esilio in Sicilia il 24 febbraio 1806. Stretto alleato del Regno Unito, egli intraprende una oculata politica di gestione del territorio e di sfruttamento delle risorse, con il disboscamento e la creazione di pascoli per la produzione di carbone e di legname per traversine.

1830: prime testimonianze delle sfilate di Mamuthones e Issohadores, tipiche maschere dell'enigmatico carnevale di Mamoiada, in Barbagia. Nonostante le prime attestazioni siano così tarde, gli etnologi pensano che essi rappresentino una delle più antiche manifestazioni popolari della Sardegna, dalle origini ancestrali. Queste maschere fanno la loro prima apparizione il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa di Sant'Antoni e su o'u ("Sant'Antonio del Fuoco"), perché, come in tante altre regioni del Mediterraneo, vengono accesi numerosi falò intorno ai quali si svolgono le misteriose danze delle maschere. I Mamuthones, curvi sotto il peso dei campanacci e con il volto coperto da una maschera lignea nera, si muovono lentamente in modo cadenzato su due file parallele, dando un colpo di spalla per scrollare tutta la sonagliera, con un clangore particolare; gli Issohadores li scortano con passi e balzi più agili, vestiti con maschera bianca e corpetto rosso, e gettano il laccio catturando le giovani donne, in segno di buon auspicio. L'originale significato del rito è oggetto di dibattito: alcuni sostengono che risalga addirittura all'età neolitica, come atto di venerazione per gli animali, per mettere in fuga gli spiriti maligni attraverso il rumoroso ballo dei sonagli o per propiziare il raccolto e favorire annate agrarie abbondanti.

1833: viene giustiziato a Cagliari il patriota sassarese Efisio Tola, fondatore della "Giovine Sardegna", ramificazione Shardana della "Giovine Italia" di Giuseppe Mazzini, che vuole fare della Sardegna una repubblica ed unirla all'Italia. Il Gran Regno è impegnato anche a lottare contro il banditismo Shardana, una delle realtà più complesse dell'isola, erede dei tempi lontani in cui gli Shardana arroccati tra le loro montagne difendevano con le unghie e con i denti le loro tradizioni patrie.

1836: il re Carlo Alberto di Savoia abolisce per decreto il sistema feudale in Sicilia. Il riscatto monetario dei territori sottratti all'aristocrazia e all'alto clero viene però fatto gravare, sotto forma di tributi, sulle popolazioni, e con il ricavato molte famiglie aristocratiche possono addirittura ricomprare in proprietà piena una larga parte dei terreni feudali. In tal modo le nuove proprietà fondiarie, non più destinate agli usi comunitari, sono destinate all'affitto per il pascolo, meno costoso e più remunerativo della messa a coltura, favorendo la rendita passiva rispetto alle attività produttive. Mentre sui possedimenti sabaudi del continente si avviava un processo di decisa modernizzazione, in Sicilia crescono gli squilibri sociali ed economici, e le risorse dell'isola vengono per lo più appaltate e date in concessione a stranieri, in un ciclo economico di stampo coloniale. La situazione siciliana rimane dunque stagnante, con periodiche ribellioni popolari; questa situazione fornisce il concime per l'ascesa della mafia.

1838: viene fondata "La Biblioteca Sarda", il primo giornale scientifico-letterario della Sardegna. In tutta l'isola si assiste ad una rinascita culturale ed intellettuale.

1839: nel marzo di quest'anno lo scrittore francese Honoré de Balzac (1799-1850) si imbarca da Marsiglia con rotta in Sardegna, dove sogna di diventare ricco attraverso lo sfruttamento di giacimenti di scorie abbandonate nell'Isola dagli antichi romani, ma l'impresa si dimostra tarda nei tempi e velleitaria nei modi. Comunque è durante le fatiche del viaggio in terra Shardana che Balzac concepisce la sua commedia teatrale "L'école des ménages".

1844: il 20 febbraio viene eseguito per la prima volta nel Teatro Civico a Cagliari l'inno del Regno di Sardegna "Cunservet Deus su Re" (S'hymnu sardu nationale).

1847: è sancita la Fusione Perfetta della Sicilia con tutti i possedimenti di Casa Savoia, avendo come effetto l'estensione anche all'isola dello Statuto Albertino. L'atto, richiesto dai ceti dirigenti di Palermo e Catania per ottenere parità di diritti, comporta la rinuncia delle ultime vestigia statuali acquisite nel periodo iberico (carica vicereale, Suprema Corte della Reale Udienza) e l'unione amministrativa e politica con gli Stati di Terraferma.

1848: in seguito alle manifestazioni popolari che contagiano anche la Sardegna, il Gran Re Gavino IV concede una nuova Costituzione, 500 anni dopo la Carta de Logu di Eleonora d'Arborea. La Corona de Logu diventa elettiva, anche se solo il 5 % della popolazione (e solo i cittadini maschi) ha il diritto di voto. Le prime elezioni sono vinte dal Partito Liberale Shardana (PLS), e Primo Ministro diventa il magistrato cagliaritano Giovanni Siotto Pintor (1806-1882).

1851: redazione del primo Catasto Shardana per iniziativa di Giovani Siotto Pintor.

1852: il 28 dicembre il Gran Re Gavino IV muore a 61 anni di peritonite, gli succede la figlia primogenita Maria III Paderi Orrù, 33 anni (è nata il 17 luglio 1818). Ella è la prima a rompere la tradizione secondo cui un Gran Re o una Gran Regina di Sardegna può sposare solo un/una compatriota: infatti il 22 aprile 1850 ha sposato a Cagliari Ferdinando di Savoia (1822-1875), Duca di Genova e figlio di Re Carlo Alberto di Savoia, nonché fratello dell'attuale Re di Sicilia Vittorio Emanuele II di Savoia. La Corona de Logu era contraria a questo matrimonio, perchè temeva l'unione dinastica tra Sardegna e Piemonte, ma dopo che Maria III è ascesa al trono il suo reale consorte si converte all'Ortodossia e rinuncia formalmente ad ogni diritto di successione al trono sabaudo ed al titolo di Duca di Genova. Maria III nomina perciò il suo principe consorte Conte di Sassari.

1853: il 6 febbraio nasce l'erede al trono Shardana Gavino di Savoia-Paderi-Orrù, nuova denominazione della dinastia. L'anno successivo, il 20 novembre, nasce la secondogenita Margherita di Savoia-Paderi-Orrù.

1854: il 21 ottobre muore precipitando in un burrone Melchiorre Murenu di Macomer (1803-1854), grande rappresentante della poesia ottocentesca in lingua sarda. Completamente cieco a causa del vaiolo contratto da bambino, i suoi ferocissimi versi satirici rivolti contro tutte le autorità gli hanno fruttato più di un nemico, ed egli si è spinto a criticare anche il Gran Re Gavino IV. La sera del 21 ottobre Murenu si trova nella sua casa nelle vicinanze della chiesa di Santa Croce, quando tre persone si presentano a lui, dicendo di essere venuti per conto del famoso bandito Maloccu, che si diletta di poesia, il quale intende sfidarlo in una gara di versi. Di sicuro Melchiorre è condotto dai tre al dirupo nei pressi della vicina chiesetta e gettato giù; il vero mandante dell'omicidio invece resterà per sempre ignoto. 

1855: la Compagnia Reale delle Ferrovie realizza 414 km di strade ferrate sull'Isola.

1856: con l'eredità del fratello Felice, Giuseppe Garibaldi compra una tenuta sull'isola di Pantelleria, dove si trasferirà nel 1860, in seguito alla cessione della sua città natale di Nizza alla Francia.

1857: il mazziniano Carlo Pisacane (1818-1857), reduce della Repubblica Romana, sbarca in Sardegna e cerca di sollevare la popolazione per instaurarvi una repubblica ed unire l'isola al resto dell'Italia, ma la popolazione Shardana gli si rivolta contro e i rivoluzionari sono massacrati dall'esercito e dai contadini. Luigi Segantini dedica allo sfortunato Pisacane la poesia "La spigolatrice Shardana", ospite di fissa di tutte le antologie italiane.

Divisione amministrativa del Gran Regno di Sardegna

Divisione amministrativa del Gran Regno di Sardegna

1860: grazie alla Seconda Guerra d'Indipendenza, il Regno di Sicilia annette la Lombardia, l'Emilia, la Romagna e la Toscana, cedendo come contropartita Savoia e Nizza a Napoleone III. Il 19 agosto Giuseppe Garibaldi, col tacito consenso del governo piemontese, finge di requisire due brigantini nel porto di Palermo, sbarca presso Sapri e, contro ogni previsione, riesce a far insorgere Calabria, Basilicata, Puglia e Campania contro i Borboni, tanto che sotto le sue insegne accorrono più di ventimila volontari. Il 7 settembre Garibaldi entra trionfalmente a Napoli, e il 1 ottobre sbaraglia le armate borboniche nella Battaglia del Volturno. La conquista è stata resa possibile dall'inesperienza del giovane Re di Napoli Francesco II e dall'appoggio dato agli italiani dal Regno Unito, che era venuto ai ferri corti con i Borboni. In tal modo il Regno di Sicilia arriva ad abbracciare tutta la penisola tranne Lazio, Venezie e Mantova. L'Eroe dei Due Mondi, completata la conquista, si ritira come Coriolano a Pantelleria, dove morirà il 2 giugno 1882, e la sua casa è oggi un museo.

1861: il 17 marzo il Regno di Sicilia si trasforma in Regno d'Italia. Proprio mentre viene portata a compimento l'unificazione italiana, il Partito Liberale Shardana perde le elezioni a vantaggio del Partito Progressista guidato da Giorgio Asproni (1808-1876), amico di Mazzini e di Carlo Cattaneo, e fautore di una politica di avvicinamento al nuovo Regno d'Italia. Giorgio Asproni rende obbligatori e gratuiti per tutti quattro anni di istruzione elementare.

1862: il 19 marzo muore a 65 anni Vittorio Angius, giornalista e storico, fra i maggiori intellettuali Shardana dell'Ottocento. L'Italia Meridionale intanto reagisce al tentativo di piemontesizzazione (e soprattutto alla coscrizione obbligatoria) con una vera e propria guerra partigiana bollata al nord come "brigantaggio", che terrà impegnate le forze armate italiane per più di dieci anni.

1868: il 26 aprile scoppia a Nuoro una grande rivolta di stampo repubblicano e socialista nota con il nome di "Su Connottu" (il conosciuto). I rivoltosi, guidati da Paskedda Zau, chiedono la distribuzione delle terre dello Stato, dei nobili e della Chiesa Ortodossa ai contadini nullatenenti e l'instaurazione di una repubblica in cui tutti abbiano il diritto di voto e di parola. Viene assalito il palazzo comunale e sono bruciati i documenti che attestano le proprietà della nobiltà e degli ordini monastici. Il Primo Ministro Giorgio Asproni, repubblicano convinto, è accusato di aver sobillato la rivolta per usurpare il trono, e così è costretto ad inviare l'esercito a Nuoro e a reprimere la rivolta nel sangue. Subito dopo istituisce una commissione per studiare una serie di riforme in senso democratico, ma essa non produce alcun atto concreto.

1871: il 27 settembre nasce a Nuoro Grazia Deledda, figlia di un agiato possidente.

1872: il 22 aprile Margherita di Savoia-Paderi-Orrù sposa l'erede al trono italiano Umberto I di Savoia, suo cugino primo; il 9 gennaio 1878 diverrà Regina d'Italia.

1873: la vittoria del Partito Democratico Shardana, alleato del Partito Liberale, vede il cattolico liberale Giovanni Battista Tuveri (1815-1887) diventare nuovo Primo Ministro del Regno di Sardegna. Sotto il suo governo, la crescente domanda estera di alcuni prodotti Shardana e una congiuntura economica favorevole portano l'isola a una stagione di notevole prosperità economica, con ricadute sociali favorevoli: tra l'altro si assiste per la prima volta a una diminuzione del banditismo (si parla di Età Tuveriana).

1875: in seguito alla nascita delle Reali Soprintendenze Archeologiche per iniziativa di Giovanni Battista Tuveri, l'archeologia comincia a diventare materia di catalogazione e di studio, e si tentano le prime azioni di salvaguardia. 

1876: alla ricerca di materie prime e mercati, il Gran Regno di Sardegna decide di intraprendere una sua politica coloniale, diventando così il più piccolo stato europeo a fondare colonie in Africa. Alcuni brigantini battenti bandiera Shardana sbarcano sulla costa dell'attuale Guinea, tra la Guinea Bissau portoghese e la Sierra Leone britannica: un territorio che fa gola anche a francesi e portoghesi. Giovanni Battista Tuveri firma un trattato con alcuni capiclan locali, e fonda importanti stazioni commerciali sulla costa africana. Notevole l'immediata abolizione della tratta degli schiavi neri decretata dal governo Shardana in quella terra.

1877: grazie all'operato dell'ingegnere Alberto Castoldi (1844-1922), la Miniera di Genna Serapis diventa la maggiore dell'isola, e arriva a contare fino a 1000 lavoratori.

1878: il 3 aprile muore a Cagliari l'Archimandrita Giovanni Spano (1803-1878), una delle figure di spicco della cultura Shardana, fra i più grandi studiosi di archeologia, storia, tradizioni popolari e lingua sarda nonché consigliere della Gran Regina Maria III.

1881: Prime esperienze del movimento sindacale Shardana, cui seguono dure repressioni di polizia: circa cinquanta sono gli arresti per lo sciopero dei battellieri di Carloforte. I cosiddetti "moti della fame" si concludono tragicamente, con sei morti e diciassette condanne all'ergastolo per gli organizzatori della protesta.

1883: il 18 agosto viene inaugurata la Capanna Margherita, rifugio sul Monte Rosa a 4559 m costruito per ospitarvi la Regina d'Italia Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, che vi sale con un corteo di guide, alpini e gentiluomini. Essendo nata in un'isola, Margherita è tutt'altro che appassionata di montagna, ma decide di darsi alle scalate per farsi apprezzare dal suo popolo, parte del quale la considera ancora una straniera facente parte di una "terra irredenta".

1885: Enrico Costa (1841-1909), massimo esponente del romanzo storico Shardana dell'ottocento, pubblica il suo capolavoro, "Il Muto di Gallura". Nel 1897 Giovanni Tolu, uno dei più noti banditi Shardana, gli narra la sua storia, e lui la farò pubblicare sotto il titolo di "Giovanni Tolu, storia di un bandito sardo narrata da lui medesimo".

1887: poco prima di morire per un male incurabile, il Primo Ministro Giovanni Battista Tuveri decide l'annessione della costa della Guinea Shardana, dove ha fondato la città di Conacrì (nella HL Konakry), in lingua locale "l'Altra Riva". La Sardegna è stata spinta a questo passo dai britannici, che vogliono contrastare l'espansione francese nell'Africa occidentale e centrale, e che gli hanno ceduto la piazzaforte di Conacrì, ma anche dalla necessità di sfruttare direttamente le risorse di legname, riso, mais, sorgo, manioca, patate, caffè, ananas, agrumi, arachidi e palme da olio, oltre ovviamente all'allevamento, tradizionale occupazione dei sardi. La nuova colonia prende il nome di Noa Sardigna (Nuova Sardegna). La Francia reagisce annullando tutti i trattati commerciali con la Sardegna, chiudendo uno dei mercati principali dell'import-export del Gran Regno. A ciò si aggiunge una repentina crisi del credito Shardana, che colpisce imprese e famiglie. Il boom economico dell'Età Tuveriana si è purtroppo esaurito.

1888: il 17 luglio, giorno del suo settantesimo compleanno, la Gran Regina di Sardegna Maria III decide di abdicare a favore del figlio Gavino V di Savoia-Paderi-Orrù, con la motivazione di voler dare un giovane sovrano alla Sardegna in una congiuntura difficile della sua storia, per via dell'incipiente crisi economica (i sovrani Shardana che hanno abdicato volontariamente al trono fin qui sono stati pochissimi).
Nasce la Banca Popolare di Sassari.

1889: il 13 ottobre 1889 esce il primo numero de "Sa Unioni Sarda" ("L'Unione Sarda"), il più diffuso quotidiano in lingua Shardana, per iniziativa di intellettuali e politici cagliaritani, tra i quali quali Antonio Cao, Pinna Alberto Castoldi, Francesco Cocco Ortu, Enrico Lai, Salvatore Parpaglia e Pasquale Prunas-Tola.
Il 2 giugno il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi di Napoli, per onorare la regina d'Italia, Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, inventa la Pizza Margherita, i cui condimenti, pomodoro, mozzarella e basilico, rappresentano un omaggio alla bandiera italiana. Nello stesso anno il poeta Giosuè Carducci (1835-1907) le dedica una delle sue "Odi Barbare": « Onde venisti? quali a noi secoli / Sì mite e bella ti tramandarono? / Fra i canti de' sacri poeti / Dove un giorno o Shardana, ti vidi? »

1890: una grave crisi nel settore agroalimentare provoca una violenta crisi economica; ancora una volta è il mondo agro-pastorale a pagarne le conseguenze più gravi. La crescente domanda di lavoro fa crollare i salari e manda alle stelle la disoccupazione: una folla di braccianti e pastori è costretta a scegliere fra il lavoro in miniera o l'emigrazione. Un certo numero di famiglie è convinto a trasferirsi in Nuova Sardegna, ma i più emigrano verso le Americhe. Si acuiscono le tensioni sociali e si registra una recrudescenza del fenomeno del banditismo, che viene contrastato solo con la repressione militare. I leggendari banditi Giovanni Tolu (1822-1896), che spadroneggia nel sassarese, e Francesco Derosas detto Cicciu (1861-1902), vengono visti dalla popolazione come dei Robin Hood che rubano ai ricchi per dare ai poveri. Caduto il governo Liberale, torna al potere il Partito Progressista e Primo Ministro diventa Francesco Pais-Serra (1837-1924).

1891: un anno prima del Partito Socialista Italiano nasce il Partito Socialista Shardana (PSS), allo scopo di dare voce a quei contadini, pastori ed operai che fino a qui non hanno avuto voce in capitolo nella gestione del potere nell'Isola.

1892: a Sassari Enrico Berlinguer (1850-1915), nonno dell'omonimo futuro segretario del Partito Comunista Shardana, fonda "Sa Nea Sardigna" ("La Nuova Sardegna"), uno dei più diffusi quotidiani Shardana, di orientamento progressista.

1893: l'8 ottobre a Marmoiada (in Barbagia) nasce un certo Giovanni Piras, figlio di contadini poverissimi. Tenete d'occhio questo nome, perchè tra poco spunterà fuori di nuovo!

1894: vengono sequestrati due commercianti francesi, per il rilascio dei quali viene pagato un ingente riscatto. È l'inizio di una triste tradizione della malavita Shardana.

1895: Pais Serra organizza una grande spedizione militare volta al ripristino dell'ordine pubblico nelle zone dell'interno, operazione cui partecipano i reduci della spedizione militare in Guinea. Interi villaggi sono sottoposti alla legge marziale, le campagne battute a tappeto, i beni requisiti; si ricorre persino all'arresto arbitrario dei familiari dei latitanti, senza esclusione di donne, vecchi e ragazzi, e c'è persino chi parla di confessioni estorte con la tortura. Tale operazione suscita scandalo nell'opinione pubblica Shardana, e non riesce a sradicare definitivamente il banditismo.

1896: è fondata la Società Ginnastica Ampsicora, una società polisportiva comprendente le sezioni di ginnastica, atletica ed hockey su prato sia maschile che femminile. Nella sua storia l'Ampsicora hockey maschile ha vinto ben 41 titoli del Campionato Shardana di questo sport e due Coppe dei Campioni.

1897: fa molto discutere la pubblicazione del saggio antropologico di scuola lombrosiana (se di scienza si può davvero parlare in questo caso) "La delinquenza in Sicilia", di Alfredo Niceforo (1876-1960). Questo vergognoso testo propone di cercare la ragione del fenomeno banditesco e del degrado sociale della Sicilia non in cause materiali, economiche o politiche, ma nella conformazione del cranio dei siciliani, e di quelli stanziali nelle zone dell'interno in particolare, come se la delinquenza fosse inappellabilmente scritta nel codice genetico di ciascuno. Così si esprime l'autore tra l'altro: « Tra i vari tipi di cranio della zona criminale, tutti appartenenti ai popoli più selvaggi e primitivi, uno è particolarmente diffuso nella Sicilia centrale: si tratta del "parallelepipedoides variabilis siciliensis ». Siccome però alcuni cosiddetti "studiosi" si recano in Sardegna per verificare se anche la razza Shardana sia congenitamente deviante e incline alla criminalità, il governo reagisce con durezza e vieta nell'isola l'insegnamento delle teorie lombrosiane, bollate come razziste.

1898: Peppino Mereu (1872-1901), uno dei poeti in lingua sarda più importanti di tutti i tempi, pubblica la sua raccolta "Poesias", che hanno un successo travolgente; lo sfortunato Mereu morirà di diabete a soli 29 anni l'11 marzo 1901. Le gare di improvvisazione poetica, che fin qui si svolgevano privatamente, vengono prese in mano dalle autorità comunali e hanno luogo nelle pubbliche piazze, specialmente in occasione delle feste paesane; la prima si svolge ad Otzieri. In breve tempo diventano un fenomeno di massa, con un loro star-system fatto di professionisti dell'improvvisazione e di un vastissimo pubblico di estimatori esperti ed esigenti. La musica tradizionale invece vede affiancarsi alle launeddas, al cantu a tenore e al cantu a chiterra (canto Shardana accompagnato dalla chitarra) un nuovo strumento musicale, l'organetto diatonico.

Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, Regina d'Italia

Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, Regina d'Italia

1899: visita di stato in Sardegna di Re Umberto I e della Regina Margherita (che è di natali Shardana), per rafforzare i legami culturali ed economici tra l'isola e il "continente". I nazionalisti Shardana però accolgono il Re d'Italia a suon di fischi, accusandolo di rivendicare la Sardegna come parte integrante del Regno d'Italia.
A Morgogliài, vicino ad Orgosolo, avviene un cruento scontro a fuoco in cui muoiono un poliziotto Shardana e quattro fuorilegge.

1900: il Partito Liberale alleato con i Nazionalisti Shardana vince le elezioni e il Sindaco di Cagliari Ottone Bacaredda (1849-1921) diventa il nuovo Primo Ministro. Nella città della Sardegna si respira un clima di ottimismo positivistico di fiducia nel progresso; giornali, teatro, università animano la vita cittadina, ma le novità del secolo che inizia hanno un'incidenza assai minore sulla vita delle popolazioni rurali e dell'interno, dove permangono forti le tradizioni culturali popolari.
Il 25 aprile l'esploratore Luigi Amedeo di Savoia (1873-1933), Duca degli Abruzzi, nipote di Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, nel corso di una spedizione artica raggiunge la latitudine di 86° 33' 49", mai raggiunta da nessuno fino ad ora. Nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria si trova ancor oggi una grande ancora d'argento, ex voto donato dalla Regina Margherita in segno di gratitudine alla Vergine per il felice ritorno a casa del nipote.
L'11 settembre muore lo scienziato cagliaritano Efisio Marini (1835-1900), ideatore di un innovativo metodo di conservazione dei cadaveri, e per questo chiamato sinistramente "il Pietrificatore". Marini si porta il segreto di quest'arte nella tomba, e al principio del XXI secolo lo scrittore Shardana Giorgio Todde (1951-) lo renderà protagonista di un ciclo di romanzi noir.

1902: viene fondata la Federazione Calcio Shardana. La prima partita ufficiale viene disputata tra un gruppo di studenti cagliaritani e una squadra di marinai genovesi, approdati in città a bordo di una nave a vapore. Teatro della sfida è Piazza d'armi, allagata a causa di un acquazzone, utilizzando gli alberi come porte di gioco: veri tempi pionieristici!

1903: l'archeologo friulano Antonio Taramelli (1868-1939) si trasferisce in Sardegna per studiarne la civiltà; egli acquisirà la nazionalità Shardana e sarà nominato direttore delle Reali Soprintendenze Archeologiche, carica che manterrà per oltre tre decenni, studiando e catalogando centinaia di reperti, strutture e siti.

1904: domenica 4 settembre a Buggerru, grosso centro minerario sulla costa sudoccidentale sarda, per protestare contro le condizioni disumane di lavoro, i minatori entrano in sciopero e presentano le loro istanze alla società italiana che gestisce le miniere. Per tutta risposta i rappresentanti di quest'ultima chiamano l'esercito che fa fuoco sui minatori, uccidendone tre e ferendone molti. Questa data sarà ricordata come la Domenica di Sangue; violente proteste si alzano da Progressisti e Socialisti contro il governo Bacaredda.

1905: il 30 giugno con un Regio Editto il Gran Re Gavino V abolisce la pena di morte in tempo di pace su tutto il territorio del suo Gran Regno (la pena di morte in tempo di guerra sarà abrogata nel 1945).

1906: due anni dopo l'eccidio di Buggerru, il caro-prezzi e condizioni di vita precarie per gran parte dei lavoratori portano alle rivolte cittadine di Cagliari e del circondario, che poi si estendono a gran parte dell'isola. Anche in questo caso la risposta è violentemente repressiva, con migliaia di militari impegnati. Il perdurare delle proteste e le polemiche contro i metodi spicci del governo e dell'esercito portano alla caduta del governo Bacaredda. Le elezioni anticipate portano alla prevedibile vittoria del Partito Liberale, e Francesco Cocco-Ortu (1842-1929), ammiratore di Giovanni Giolitti, diventa nuovo capo del governo, e mette fine alle proteste concedendo importante riforme come la giornata lavorativa di otto ore e la previdenza sociale.

1907: lo scultore nuorese Francesco Ciusa (1883-1949) espone ala Biennale di Venezia la scultura "La madre dell'ucciso", che vince il primo premio. Ne esistono cinque copie in bronzo, una delle quali è esposta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Cagliari.

1908: in Sardegna è introdotto il suffragio universale maschile, fortemente voluto da Cocco-Ortu. In Sicilia invece, mal integrata con il resto del Regno d'Italia e sostanzialmente abbandonata a se stessa nonostante gli sforzi di alcuni politici ed intellettuali, emergono prepotentemente sentimenti autonomisti e addirittura indipendentisti, con la minaccia, gridata a gran voce dalle folle radunate, di ricacciare in mare "i continentali". Sull'Isola dai Tre Promontori gran parte del potere reale è purtroppo in mano alle mafie.

1909: con lo svizzero Wilhelm Meyer-Lübke (1861-1936) e l'italiano Matteo Giulio Bartoli (1873-1946), docente di glottologia a Torino, la lingua e la cultura Shardana diventano oggetto di studi accademici anche fuori dei confini insulari. Bartoli è noto per essere stato il maestro di Vittorio Gramsci.
Il contadino Giovanni Piras di Marmoiada lascia la patria come molti altri suoi connazionali, e cerca un avvenire migliore in Argentina; nel suo caso, si può proprio dire che lo troverà. Dopo aver lavorato come taglialegna e come addetto in un'industria ferroviaria, viene aiutato dal futuro suocero ad entrare nell'esercito argentino, ma per fare carriera in esso si inventa un pedigree argentino e adotta anche un falso nome: quello di Juan Domingo Perón, futuro Presidente dell'Argentina!

1910: Sebastiano Satta (1867-1914), uno tra i maggiori poeti Shardana di ogni tempo, pubblica i "Canti Barbaricini", il suo capolavoro.

1911: il 30 maggio il chirurgo Gaetano Fichera fonda il Cagliari Football Club. La sua prima gara ufficiale è datata 8 settembre 1911, quando sul campo dello Stallaggio Meloni i cagliaritani battono la squadra di Torres. per 5-2 con una tripletta di Alberto Figari, detto "Cocchino".

1913: la scrittrice Grazia Deledda pubblica a Cagliari il suo capolavoro in lingua sarda, "Canne al Vento".

1914: scoppia la Prima Guerra Mondiale. I Nazionalisti Shardana chiedono a gran voce l'entrata del Gran Regno nel conflitto a fianco degli Imperi Centrali per riconquistare la Corsica alla Francia, e si forma anche un movimento di opinione per scendere in guerra accanto all'Inghilterra, tradizionale alleata della Sardegna. Tuttavia Francesco Cocco-Ortu, ora Ministro degli Esteri del governo guidato da Alberto Castoldi (1844-1922), resiste a tutte le sirene e mantiene la Sardegna fuori dal conflitto. Ovviamente nell'esercito italiano, che entra nel conflitto il 24 maggio 1915 per conquistare le "terre irredente", non viene creata alcuna "Brigata Sassari", che nella HL si è distinta in molte operazioni, come sul Carso o sull'Altopiano di Asiago, e ciò non renderà certo facile la vita alle truppe sabaude. Alcuni Shardana tuttavia si arruolano come Ausiliari nell'esercito tricolore, e tra di essi Attilio Deffenu, esponente del sindacalismo rivoluzionario, che morirà in battaglia a soli 27 anni a Fossalta di Piave il 16 giugno 1918.

1916: prima edizione del Campionato Shardana di Calcio di massima divisione, che vede affrontarsi otto squadre, tra cui il Cagliari, il Torres di Sassari e l'Ilva Maddalena. Il primo titolo è vinto dal Cagliari davanti al Torres. I colori sociali dei campioni di Sardegna sono il bianco e il nero; solo nel 1926 il Cagliari indosserà la tradizionale divisa con i colori rosso e blu.

1918: il 4 novembre ha fine il primo conflitto mondiale sul fronte italiano. L'assenza dal fronte della Brigata Sassari ha richiesto assai maggiori sacrifici in termini di uomini e mezzi alle altre regioni italiane, e ciò aggrava ulteriormente la situazione sociale dell'Italia all'indomani della vittoria; una vittoria che la vede annettere poco più degli stessi territori che avrebbe potuto ottenere restando neutrale come la Sardegna, se avesse dato retta a Giovanni Giolitti. Ciò da un lato favorirà le rivendicazioni dei socialisti (il cosiddetto "Biennio Rosso"), e dall'altro fornirà un ottimo concime per l'ascesa del Fascismo. Chi ci ha guadagnato è ovviamente la Sardegna, visto che nella nostra Timeline le perdite tra i militari sardi furono le più alte tra i contingenti italiani al fronte: il 13 % degli arruolati, contro la media nazionale del 10 %. La guerra non ha inghiottito un'intera generazione di giovani Shardana, pronti a lavorare per il progresso economico e sociale dell'isola, e dunque non vi sono nell'isola le condizioni per una svolta autoritaria, come avverrà nella Penisola.

1919: in assenza dei Sardi, i Siciliani hanno dovuto fornire un pesante ed essenziale contributo alla difficoltosa vittoria italiana, soprattutto dopo la Ritirata di Caporetto, avendo tra l'altro modo di sviluppare un'esperienza ed una coscienza comune di se stessi in quanto siculi; tale contributo viene ufficialmente riconosciuto dallo stesso Presidente del Consiglio italiano Vittorio Emanuele Orlando, il quale parla di un debito che la nazione italiana dovrà saldare con la sua isola maggiore. In concreto, tuttavia, per il momento il debito rimane insoluto. Anzi, il difficile reinserimento dei reduci e il senso di delusione nei confronti dello Stato per gli scarsi investimenti nell'isola, portò alla nascita di un movimento dei reduci e poi del Partito dei Combattenti, che conquista larghi consensi nelle elezioni politiche del 1919 e del 1921.

1920: l'11 maggio la polizia spara contro una manifestazione sindacale dei minatori: sette sono i morti.
Nasce la Nazionale di Calcio del Gran Regno di Sardegna, con i colori sociali bianco e rosso. La prima partita ufficiale a Cagliari la vede soccombere 4-0 alla nazionale di calcio italiana.
Lo scrittore Filippo Addis (1884-1974) pubblica una raccolta di novelle sotto il titolo "Il Divorzio", dimostrando il suo distacco dai moduli narrativi della sua conterranea Grazia Deledda. Nel 1924 pubblicherà il fortunato romanzo "Giagu Iscriccia".

1922: Antonio Gramsci (1891-1937) fonda il Partito Comunista Shardana (PCS), ad imitazione del Partito Comunista d'Italia fondato l'anno prima a Livorno da Amadeo Bordiga, Nicola Bombacci e Umberto Terracini.
Lo Stallaggio Meloni, il grande stadio di calcio, è ampliato con l'aggiunta di una nuova tribuna, necessaria ad accogliere un pubblico sempre più numeroso e affezionato.

1923: Enrico Endrich (1899-1985) fonda i Fasci Shardana, versione insulare del Partito Fascista di Benito Mussolini. I risultati elettorali di tale partito sono però estremamente deludenti, per i motivi sopra esposti.

1924: l'erede al trono Shardana Ferdinando di Savoia-Paderi-Orrù sposa nella Basilica di Cagliari Nadežda di Bulgaria (1899-1958), figlia dello Zar Ferdinando I di Bulgaria, onde rafforzare i legami con le altre nazioni ortodosse. Dai due nascerà un'unica figlia, Maria.

1925: il Partito Socialista vince le elezioni in Sardegna, il Re Gavino V incarica Emilio Lussu (1890-1975) di formare il nuovo governo. Come primo atto, Lussu mette fuorilegge in tutta l'isola il Partito Fascista Shardana, contro il parere del Gran Re, che guardava con simpatia a Mussolini. E, come secondo atto, vara la cosiddetta "Legge del Miliardo", la quale promette di spendere in opere pubbliche un miliardo di Scudi in un decennio (circa 800 milioni di Lire italiane di allora). Inoltre viene istituito il Provveditorato delle Opere Pubbliche con sede a Cagliari, che ha il compito di pianificare la spesa. A differenza della nostra Timeline, entro il 1933 tale cifra sarà stata già interamente spesa, con la bonifica di 9.000 ettari a sud di Terralba e di 30.000 ettari nella Nurra; è inoltre edificata la diga di Santa Chiara sul Tirso, che darà vita al lago Omodeo. Sebbene i livelli di reddito e di prodotto interno lordo pro-capite rimangano sotto la media europea, con il governo Lussu si registra una crescita netta ed innegabili progressi sia economici sia sociali, sulla scia dei "Ruggenti Anni Venti".

Il Primo Ministro del Gran Regno di Sardegna Emilio Lussu

Il Primo Ministro del Gran Regno di Sardegna Emilio Lussu

1926: il 4 gennaio muore a Bordighera la Regina Madre d'Italia Margherita di Savoia-Paderi-Orrù, ed è tumulata nel Pantheon di Roma.
Il linguista tedesco Max Leopold Wagner (1880-1962) pubblica il suo monumentale lavoro "Ethnographische und Sprachatlas von Sardinien" ("Atlante linguistico e etnografico della Sardegna"), nel quale sono concentrati vent'anni di studi sulla lingua Shardana fin dalle sue lontanissime origini preindoeuropee. Questo grandissimo glottologo è considerato il padre del moderno studio della cultura sarda: la sua è una ricerca sul campo di grande impegno, tanto che lo si vede passeggiare a piedi o in bicicletta da un paese all'altro, del Gran Regno, riconosciuto e ammirato dalle comunità locali.

1927: il 21 ottobre Antonio Gramsci, che si è recato clandestinamente in Italia per sostenere i comunisti della Penisola dopo che Benito Mussolini ha sciolto ogni partito diverso da quello fascista, viene arrestato in seguito a una soffiata, processato da un tribunale farsa e condannato a vent'anni di reclusione. Vane le proteste del governo Shardana che ne chiede la liberazione.

1928: è un momento storico per la Sardegna: la sua maggiore scrittrice Grazia Deledda vince il Premio Nobel per la Letteratura « per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi ».
Il 1 ottobre iniziano regolari trasmissioni radio ad opera dell'Unione Radiofonica Shardana, ma sono ancora pochissimi, e limitati ai grandi centri, coloro che possiedono un apparecchio (in Italia le radio si diffondono più rapidamente, per via del regime il quale vuole che in ogni casa arrivino i discorsi di Mussolini).

1929: Camillo Bellieni (1893-1975), reduce della Prima Guerra Mondiale nella quale ha combattuto come Ausiliario nelle file dell'esercito italiano, raccoglie il testimone del Nazionalismo Shardana fondando il Partito Shardana d'Azione. In esso confluiscono anche gli ex Fasci Shardana.

1930: la Grande Crisi partita l'anno precedente dagli Stati Uniti allunga i suoi tentacoli anche sulla Sardegna. Il Governo Lussu intraprende allora tutta una serie di grandi opere pubbliche, fra cui importanti bonifiche agrarie e idrauliche che porteranno alla nascita di nuove città. Anche le attività estrattive conoscono una grande espansione e la produzione raggiunge livelli record, tanto che Lussu nel 1938, per ospitare i minatori, fonderà la città di Carbonia. Le misure economiche volute dal governo, la realizzazione di infrastrutture, la valorizzazione dell'agricoltura e delle miniere costituiscono una valida risposta alla Grande Recessione, considerando che negli anni trenta la Sardegna non sarà sottoposta ad alcuna politica di autarchia.

1931: il 12 gennaio l'anarchico Shardana Michele Schirru (1899-1931) attenta alla vita di Benito Mussolini, ma fa un buco nell'acqua; arrestato, tenta il suicidio ma non gli riesce neanche questo. Alla fine viene fucilato il 29 maggio.
Il 15 aprile muore a 77 anni il Gran Re di Sardegna Gavino V di Savoia-Paderi-Orrù, gli succede il figlio Ferdinando II di Savoia-Paderi-Orrù, 47 anni (è nato il 21 aprile 1884). A differenza del padre, egli non nutre simpatie per il Fascismo: pur essendo ostile ai Socialisti e ai Comunisti, è convinto che il Duce italiano intenda annettere la Sardegna al suo dominio, e i fatti gli daranno ragione.

1932: Emilio Lussu accoglie un gran numero di antifascisti italiani in fuga dalle persecuzioni del regime. Tra gli altri si rifugia sull'isola il giovane segretario del Partito Socialista Italiano, Pietro Nenni (1891-1980). Proprio a Cagliari si tiene il XXI Congresso del PSI in esilio, che vede la riunificazione tra i riformisti di Filippo Turati, espulsi dal Partito nel 1922, e i massimalisti guidati da Nenni.

1933: viene firmato un Concordato tra la Santa Sede e il Gran Regno di Sardegna, i due stati avviano regolari relazioni diplomatiche.
Grande successo in patria e all'estero per il pittore ed incisore sassarese Giuseppe Biasi (1885-1945), figura portante dell'arte Shardana e tra i più importanti pittori europei del XX secolo.

1934: la Nazionale di Calcio Shardana partecipa al Campionato Mondiale di Calcio organizzato dall'Italia dal 27 maggio al 10 giugno, ma il 27 maggio allo Stadio Giorgio Ascarelli di Napoli deve soccombere 4-2 alla forte Ungheria ed è eliminata al primo turno.

1936: il 15 agosto Grazia Deledda muore di tumore a 65 anni, lasciando incompiuta la sua ultima opera "Cosima, quasi Grazia". Le sue spoglie riposano in un sarcofago di granito nero nella chiesetta della Solitudine ai piedi del Monte Ortobene di Nuoro, e la sua casa natale nel centro storico di Nuoro (Santu Predu), è oggi adibita a museo.
L'
ingegnere Dino Giacobbe, antifascista convinto, guida una pattuglia di volontari Shardana nella Guerra Civile Spagnola, combattendo a fianco dei Repubblicani.

1937: il 21 aprile Benito Mussolini accetta di graziare Antonio Gramsci, ormai in condizioni di salute gravissime, e di espellerlo verso il Gran Regno di Sardegna, ma il 27 aprile egli muore per emorragia cerebrale. In Sardegna vengono pubblicati i suoi 33 "Quaderni dal Carcere", scritti in lingua sarda.

1938: la Nazionale di Calcio Shardana partecipa al Campionato Mondiale di Calcio organizzato dalla Francia dal 4 al 19 giugno, ma il 5 giugno allo Stade de Gerland di Lione subisce una dura lezione di calcio dalla Svezia perdendo 6-0 (la Svezia arriverà poi quarta) ed è eliminata di nuovo al primo turno. Da questo momento in poi la Nazionale Shardana non parteciperà mai più alla fase finale di un Campionato di Calcio Europeo o Mondiale, non riuscendo mai a qualificarsi.
Intanto, dopo la promulgazione in Italia delle vergognose leggi razziali, molti Ebrei italiani si rifugiano in Sardegna.

1940: Mussolini, che il 10 giugno è intervenuto nella Seconda Guerra Mondiale accanto ad Hitler, subisce una sostanziale sconfitta nella Battaglia delle Alpi Occidentali: il 22 giugno gli italiani riescono a conquistare la località di Mentone ma non il forte di Ponte San Luigi, che rimane in mani francesi. A causa di questa disfatta, Mussolini è costretto a ridimensionare le sue originarie aspirazioni di acquisizioni territoriali nello stato transalpino (Savoia, Nizza, Corsica). E così, per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica la discesa in guerra e motivare le sue truppe, decide di attaccare quella che ritiene una "vacca grassa senza corna", e cioè proprio la Sardegna, che da sempre è stata nel mirino delle rivendicazioni fasciste. Il governo Shardana è ora guidato dal Socialista Francesco Fancello (1884-1970), braccio destro di Emilio Lussu, e così Mussolini può prendere due piccioni con una fava, abbattendo un governo ideologicamente ostile che da almeno un decennio dà asilo agli antifascisti, e conquistare un'enclave ortodossa in occidente che Papa Pio XII sogna ancora di riportare all'obbedienza a Roma. E così, subito dopo la firma dell'armistizio di Villa Incisa con la Francia il 24 giugno, il Duce ordina l'attacco concentrico alla Sardegna. Tre flotte italiane salpate da Livorno, Napoli e Palermo prendono terra rispettivamente ad Olbia, in Ogliastra e nel porto di Cagliari. Fancello invoca l'aiuto del Regno Unito che invia navi nel porto di Oristano, ma le truppe italiane dilagano e prendono possesso di tutte le coste settentrionali, orientali e meridionali dell'isola. Prima che anche la costa occidentale sia presa, il governo ed il Re Ferdinando II di Savoia-Orrù raggiungono Oristano e da lì salpano con quanto resta della flotta Shardana, scortata dalle navi britanniche, rifugiandosi a Gibilterra. La Sardegna è proclamata nuova regione italiana, divisa nelle tre province di Cagliari, Sassari e Nuoro; governatore dell'isola è nominato Paolo Orano (1875-1945), eminente accademico figlio di padre romano e madre Shardana, che si è trasferito in Italia e ha aderito al Partito Fascista. Francesco Fancello ed Emilio Lussu dall'esilio a Gibilterra chiamano i compatrioti alla resistenza, e infatti ricomincia per l'ennesima volta contro gli occupanti di turno una spietata guerriglia le cui basi sono annidate tra le impervie montagne dell'interno, cui i Fascisti rispondono con l'unico modo che conoscono: rappresaglie ed esecuzioni sommarie.

1942: agli attacchi dei partigiani, ben organizzati in bande e riforniti di armi per via aerea dagli Alleati, si sommano le pesanti campagne di bombardamento da parte degli aerei angloamericani su porti, aeroporti, ferrovie, industrie e miniere. Gli Alleati considerano infatti la Sardegna uno dei nodi strategici del Medierranro, e perderla per l'Italia Fascista significherebbe subire un duro colpo soprattutto sul piano morale. Nel bombardamento di Cagliari, tristemente ricordato ancor oggi, viene distrutto il  70 % degli edifici. I partigiani dal canto loro riescono a costituire la Repubblica Partigiana della Barbagia (opera dei socialisti e dei comunisti) e il Principato Sovrano di Monteacuto (organizzato dai partigiani monarchici), nelle quali nessun italiano e nessun tedesco osa entrare, se gli è cara la vita.

1943: il 15 giugno scatta l'Operazione Unicorn: la Quinta Armata Americana agli ordini del Tenente Generale Mark Wayne Clark (1896-1984), che ha già ottenuto successi in Algeria e Tunisia, sbarca presso Santa Caterina di Pittinuri ed entra ad Oristano senza colpo ferire. Le truppe di occupazione italiane si riorganizzano, ma subiscono un'umiliante sconfitta nella Battaglia di Terralba. Il 10 luglio scatta anche l'Operazione Husky: la Settima Armata Americana al comando del celebre generale George Smith Patton (1185-1945) sbarca in Sicilia, fra Licata e Gela, mentre l'Ottava Armata comandata dal generale Bernard Law Montgomery (1887-1976) prende terra fra Pachino e Siracusa. Il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo mette Mussolini in minoranza; con il successivo Colpo di Stato della Monarchia il Duce è arrestato e sostituito dal Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio (1871-1956). Questi fa credere ai tedeschi che continuerà la guerra al loro fianco, ma inizia lo sgombero delle truppe italiane dalla Sardegna e prende segreti contatti con gli Alleati, con la mediazione del Vaticano. La liberazione di Cagliari viene annunciata in anteprima da Radio Sardigna di Bortigali, venti minuti prima di Radio Londra. Dopo l'Armistizio di Cassibile dell'8 settembre, l'esercito italiano si sfascia e le ultime truppe italiane vengono evacuate dalla Sardegna attraverso la Corsica. Il governatore fascista Paolo Orano è arrestato e morirà due anni dopo di ulcera, mentre Francesco Maria Barracu, leader militare delle camice nere fasciste in Sardegna, è fucilato nella schiena senza troppi complimenti. Re Ferdinando II di Savoia-Orrù ed Emilio Lussu, ritornato a capo di un governo di unità nazionale, rientrano a Cagliari, dove sono accolti da manifestazioni di giubilo popolare. Per il Gran Regno Shardana la Seconda Guerra Mondiale è finita, ma migliaia di Shardana, memori dell'occupazione fascista, si recano nel centro-nord d'Italia per combattere accanto ai partigiani contro la Repubblica Sociale Italiana.

Così era ridotta Cagliari dopo i bombardamenti del 1943

Così era ridotta Cagliari dopo i bombardamenti del 1943 (da questo sito)

1944: il 26 febbraio Gavino De Lunas (1895-1944), uno dei maggiori esponenti del canto sardo a chitarra, che si è recato a combattere i nazifascisti a Roma, viene tradito da una spia, arrestato e torturato nella famigerata caserma delle SS in via Tasso 145; infine viene trucidato con altri 334 innocenti nell'eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.
In Sicilia, ormai liberata dagli
Alleati e parte del Regno del Sud sotto il controllo angloamericano, si sviluppa intanto un movimento indipendentista la cui parola d'ordine è: « La Sicilia come la Sardegna! » A propugnare la separazione dall'Italia peninsulare e la creazione di una repubblica isolana sono Andrea Finocchiaro Aprile (1878-1964), fondatore e leader del Movimento Indipendentista Siciliano (MIS), e Antonio Canepa (1908-1945), professore universitario antifascista di idee socialiste rivoluzionarie, organizzatore e comandante dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia (EVIS), il braccio armato del MIS, che verrà ucciso in uno scontro a fuoco con i carabinieri. Tale formazione paramilitare, motivata come « risposta alla crescente repressione coloniale italiana », arruolerà anche la banda di Salvatore Giuliano, famigerato autore della strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947. Esiste in Sicilia anche un Partito per la Ricostruzione, il quale vanta oltre 40.000 iscritti e svolge una campagna per l'annessione della Sicilia agli Stati Uniti come 49º Stato, ma ovviamente in pochi gli danno credito.

1945: la Sardegna è uno dei 51 stati fondatori dell'ONU.
Il professor Giuseppe Brotzu (1895-1976), Rettore dell'Università di Cagliari e futuro Primo Ministro del Gran Regno, insieme all'allievo Antonio Spanedda scopre le cefalosporine, una classe di antibiotici beta-lattamici battericidi ad ampio spettro, che agiscono bloccando la sintesi della parete batterica.

1946: il 24 febbraio Juan Domingo Perón viene eletto a furor di popolo Presidente dell'Argentina: una bella carriera, per il povero emigrante Shardana! Piras/Perón, che ovviamente fa di tutto per nascondere le proprie origini Shardana, e che deve molto della sua immagine all'aiuto della carismatica seconda moglie Evita Duarte (1919-1952), verrà rieletto nel 1951, ma sarà destituito da un golpe militare il 19 settembre 1955.
Dopo il Referendum del 2 giugno, che ha visto la vittoria in Italia dei repubblicani e l'esilio dei Savoia, accusati di complicità con il Fascismo, il Gran Re decide di cambiare nome alla sua dinastia e di assumere il nome di Ferdinando II di Sardegna-Orrù. La nuova Italia repubblicana ha una superficie di 277.248 km², un totale di 7715 comuni e una popolazione di 44.264.000 abitanti, per una densità di 160 ab./km².
Il 12 aprile viene fondato il Reale Ente per la Lotta Anti-Malarica in Sardegna (RELAM) grazie al supporto finanziario della Fondazione Rockefeller, del Fondo delle Nazioni Unite destinato alla ricostruzione post bellica United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA), e dall'agenzia statunitense Economic Cooperation Administration (ECA) finanziaria del Piano Marshall. Con la consulenza dell'igienista Giuseppe Brotzu dell'Università di Cagliari e dell'entomologo statunitense Thomas H. G. Aitken, sono messe in atto quattro campagne per l'eradicazione della Anopheles labranchiae (la zanzara responsabile della malaria in Sardegna) e per la bonifica idraulica del territorio.
Intanto il separatismo siciliano, che nel 1945-46 ha sconvolto tutta l'isola, va scemando dopo la concessione alla Regione Sicilia dell'autonomia amministrativa garantita dallo Statuto Speciale del 15 maggio 1946, fino a scomparire del tutto nelle elezioni regionali del 1951.

1947: il Presidente del Consiglio Italiano Alcide de Gasperi (1881-1954) si reca in visita di stato a Cagliari e si scusa pubblicamente con Re Ferdinando II per i dolori causati al popolo Shardana dall'occupazione militare fascista. « Acqua passata », sono le sbrigative parole con cui il sovrano liquida i dissapori del passato ed inaugura una stagione di buoni rapporti con la Penisola, che dura tuttora.

1948: il 9 maggio si tengono le prime elezioni politiche sarde del dopoguerra, che sono anche le prime a suffragio universale maschile e femminile. Esse vedono la sconfitta del Fronte Popolare, alleanza di Socialisti, Comunisti e Repubblicani sul modello di quella realizzatasi in Italia, e la vittoria del nuovo Partito Popolare Shardana (PPS), l'equivalente sardo della Democrazia Cristiana. Il leader del PPS (nonché amico di de Gasperi) Antonio Segni (1891-1972) diventa Primo Ministro del Gran Regno alla guida di una coalizione formata anche dal Partito Liberale e dal Partito Sardo d'Azione. Sull'esito della consultazione ha pesato il cosiddetto "pericolo rosso", cioè il timore che la Sardegna diventi una provincia satellite dell'URSS di Stalin. Il governo Segni accetta gli aiuti offerti dal Piano Marshall, con i quali l'isola comincia a risollevarsi dopo le distruzioni provocate dal conflitto mondiale; sul piano internazionale, nonostante le pressioni del Governo USA, Segni decide di mantenere la tradizionale politica di neutralità perseguita prima dell'invasione fascista, e di non aderire alla NATO. Questa mancata adesione comporta una grave perdita per il Patto Atlantico, vista la posizione strategica dell'Isola al centro del Mediterraneo. Gli Alleati compensano in parte la perdita installando strutture militari in Sicilia e in Corsica.

1949: in una grotta situata in località Marras presso Macomer, in una gola del rio S'Adde, viene rinvenuta una statuetta detta Venere di Macomer, oggi custodita presso il Museo Archeologico Reale di Cagliari: Il manufatto di circa 14 cm, raffigurante una Dea Madre risalente al Paleolitico superiore, è stato realizzato con pietra basaltica locale.
Si corre la prima edizione del Giro Ciclistico di Sardegna, vinto da Fausto Coppi davanti a Giordano Cottur.

1950: il governo Segni avvia la politica dei Piani di Rinascita, misure legislative speciali per il finanziamento dell'industrializzazione della Sardegna a Porto Torres, Ottana, Portovesme e Sarroch, insieme alle politiche di infrastrutturazione e abitative. Grazie a queste politiche anche la Sardegna conosce un decennio di vero e proprio boom economico: l'industrializzazione, voluta per indebolire le strutture socio-economiche agro-pastorali che alimentano il fenomeno del banditismo, porta a tassi di crescita annua del 7 %, facendo dell'Isola una delle "tigri economiche" degli anni '50. La società Shardana subisce una trasformazione senza precedenti, passando dal mondo rurale alla modernità nel corso di una sola generazione, anche se la modernizzazione riguarda come al solito le città, e non le zone selvagge dell'interno, dove ancor oggi si coltivano le tradizioni millenarie del Popolo Shardana. Si assiste a uno storico movimento migratorio interno verso le coste e le aree urbane di Cagliari, Sassari-Alghero-Porto Torres e Olbia, che raccolgono oggi gran parte della popolazione Shardana. Con l'inizio della stagione della "Dolce Vita" si afferma il settore turistico, fino a fare dell'isola una delle mete più conosciute a livello italiano e internazionale, in particolare grazie alla Costa Smeralda. Tradizionalmente la data d'avvio del "miracolo economico" sardo è considerata il 31 dicembre 1950, quando il RELAM cessa la propria esistenza dichiarando la vittoria definitiva sulla malaria in Sardegna.

1951: pur mantenendosi strettamente neutrale sul piano militare, la Sardegna guidata da Antonio Segni decide di partecipare fin da subito al processo di unificazione europea: con il Trattato di Parigi del 18 aprile il Gran Regno di Sardegna aderisce alla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA).

1952: il 7 giugno l'erede al trono Shardana Maria di Sardegna-Orrù sposa Tomislav Karagjorgjević (1928-2000), secondogenito del Re di Jugoslavia Alessandro I e fratello minore di Pietro II. Dopo che Tito ha conquistato il potere a Belgrado e ha espulso i membri della famiglia reale, Tomislav si è recato a vivere in esilio proprio in Sardegna. Dal matrimonio nasceranno quattro figli.

1953: sulla scia del Festival di Sanremo, si tiene ad Orgosolo il Primo Festival della Musica Tradizionale Shardana.

1955: vengono costruita l'Autostrada Cagliari-Sassari e il Poligono di Addestramento Interforze di Salto di Quirra. Quest'ultimo sorge nel territorio del comune di Perdasdefogu e rappresenta il nuovo Quartier Generale dell'Esercito Shardana.

1956: la Fiat 600 si diffonde anche in Sardegna grazie all'apertura di molte concessionarie Fiat sull'isola. Nel 1969 la Fiat aprirà uno stabilimento tuttora esistente a Quartu Sant'Elena. Inizia anche in Sardegna la motorizzazione di massa.

1957: il 1 gennaio inizia le sue trasmissioni regolari la RTS, la Radio Televisione Shardana. Molto vista in Sardegna è anche la RAI, visto che molti sardi conoscono la lingua italiana.
Il 25 marzo è un altro giorno storico: per iniziativa di Antonio Segni, ora Ministro degli Esteri del governo presieduto da Giuseppe Brotzu (1895-1976), il Gran Regno di Sardegna firma il Trattato di Roma che segna la nascita della Comunità Economica Europea (CEE). Prende avvio la cosiddetta "Europa dei Sette": Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Sardegna.

1958: il 20 febbraio con la Legge Merlin in Italia vengono eliminate le cosiddette "case chiuse". Con questo atto la senatrice socialista Lina Merlin (1887-1979) spera di liberare molte donne dalla schiavitù nei postriboli; in realtà la prostituzione viene presa in mano dalle mafie, che fanno affari d'oro mediante lo sfruttamento di povere disperate, le quali per di più perdono ogni tutela da parte dello stato, come l'assistenza medica. Proprio per questo motivo il Gran Regno di Sardegna si rifiuta di abolire le "case chiuse", che infatti sopravvivono ancor oggi: in Sardegna quello della "prostituta" è una vera e propria professione riconosciuta dallo stato! Ciò genera una nuova forma di "turismo" dal Continente verso la Sardegna, da parte di uomini (per lo più sposati) in cerca di passatempi extraconiugali.
Il 15 marzo nasce l'erede al trono Shardana Nicola, figlio di Maria di Sardegna-Orrù e di Tomislav Karagjorgjević.
L'attore oristanese Tiberio Murgia (1929-2010), emigrato a Roma, sfonda a Cinecittà interpretando la parte del siciliano Michele Ferribotte nel film-culto di Mario Monicelli "I Soliti Ignoti".
Il 28 settembre un referendum tenutosi in Nuova Sardegna decreta la scelta dell'indipendenza da parte del paese africano. Il 3 ottobre viene così proclamata la Repubblica di Nuova Sardegna, che annette dopo un altro referendum il retroterra con le prefetture di Farana, Kankan e Nzerekoré, già parte dell'Africa Occidentale Francese. La capitale è Conacrì, e la lingua ufficiale in quell'angolo d'Africa resta il Sardo, anche se sono diffusi pure il francese e gli idiomi tribali (Fula, Maninka, Susu, Wolof). I legami con la madrepatria restano forti, e fino al 1984 il paese neosardo sarà retto con metodi dittatoriali da Ahmed Gavino Turé.

Repùbrica de Sa Nea Sardigna

1959: il 21 marzo viene rappresentata al Teatro dell'Opera di Cagliari l'opera lirica "I Shardana" di Ennio Porrino (1910-1959), massimo compositore sardo che è stato allievo di Ottorino Respighi. L'opera è ambientata all'epoca nuragica, prima della catastrofe del vulcano Marsili.

1960: il Boom Economico porta sull'isola modelli di vita assolutamente nuovi ed estranei ala cultura Shardana, e così i tradizionalisti, appoggiati dalla Chiesa Ortodossa, tentano una reazione conservatrice, arrivando persino ad episodi di sangue (questi però sempre condannati dalle Chiese sarde). Memori del fatto che ogni invasione straniera è sempre stata combattuta dagli Shardana con la guerriglia sulle montagne, i più estremisti si ritirano nei luoghi più impervi dell'isola, lottando stavolta non contro le truppe di occupazione, bensì contro i modelli culturali stranieri. Nasce così l'Anonima Sequestri Shardana, basata su un codice d'onore chiamato "Codice Barbaricino", e le cui origini affondano nella notte dei tempi. L'Anonima Sequestri si finanzia appunto con i rapimenti a scopo di estorsione, ma non può essere paragonata alla Camorra napoletana o alla Mafia siciliana perché non è collusa con le istituzioni politiche (che anzi la combattono duramente) e non ha una struttura e organizzazione interna, vista la totale indipendenza tra loro delle singole bande.

1961: il 12 gennaio dal Poligono di Addestramento Interforze di Salto di Quirra viene lanciato il primo missile, un razzo bistadio Nike-Cajun di fabbricazione americana, con lo scopo di misurare delle correnti atmosferiche di alta quota. Grazie al risalto dato dalla stampa a questi lanci, la base di Salto di Quirra viene coinvolta in un gran numero di ricerche spaziali in diversi settori di attività dell'ESRO (European Space Research Organization).

1962: l'11 maggio il socialdemocratico Giuseppe Saragat (1898-1988) è eletto 4° Presidente della Repubblica Italiana al nono scrutinio, con 443 voti su 842 (Antonio Segni infatti in questa Timeline non ha la cittadinanza italiana). Saragat, che è figlio di immigrati Shardana in Piemonte (suo padre è nato a Sanluri), propugnerà l'avvio della stagione dei governi di centrosinistra.
L'11 ottobre, per iniziativa di Papa Giovanni XXIII, si apre a Roma il Concilio Vaticano II. Partecipa anche un Osservatore della Chiesa Ortodossa Shardana.

1963: il 24 giugno muore a 79 anni il Gran Re Ferdinando II di Sardegna-Orrù, gli succede la figlia Maria IV di Sardegna-Orrù, 37 anni. Il sovrano viene sepolto insieme ai suoi antenati nella Basilica di Santa Sofia a Cagliari.
A Cagliari viene aperto il primo supermarket in territorio Shardana. La diffusione su larga scala dei frigoriferi, gli elettrodomestici più ambiti dalle donne, favorisce l'avvio della "Società dei Consumi".

1964: il 7 agosto il Primo Ministro Shardana Antonio Segni, che è appena tornato al governo dopo la vittoria nelle elezioni politiche del 21 giugno, è colpito da trombosi cerebrale ed è costretto alle dimissioni: gli succede il suo vice Efisio Corrias (1911-2007). Segni si spegnerà a 81 anni il 1 dicembre 1972, e gli sarà dedicato il Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università di Sassari. Di solito questo evento è considerato la data di conclusione del "miracolo economico Shardana", poiché inizia un periodo di stagnazione economica, che favorirà una stagione di contestazioni sociali ed aprirà la strada al Sessantotto.

1967: si corre la prima edizione del Rally Costa Smeralda. Dal Poligono Spaziale di Salto di Quirra viene lanciato con successo il primo satellite artificiale interamente Shardana (i precedenti erano stranieri o realizzati con la collaborazione di Italia e Francia).

1968: l'etnomusicologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon ( 1936- 1971) pubblica un monumentale studio scientifico sulle launeddas, tipica manifestazione della musica popolare Shardana. Per realizzare tale lavoro, egli ha effettuando numerose e preziose registrazioni, filmati e fotografie, frequentando i più importanti suonatori del tempo, come Dionigi Burranca, Pasqualino Erriu, Aurelio Porcu, Giovanni Lai, Giovanni Casu e, soprattutto, Efisio Melis e Antonio Lara.
Il cosiddetto "Sessantotto" contagia anche la Sardegna, con la contestazione contro la Guerra del Vietnam e in generale contro i modelli di vita tradizionali, e con la "rivoluzione sessuale" resa possibile dalla svolta sociale prodottasi durante il Boom economico, grazie alla maggiore scolarizzazione e al primo ingresso di massa dei giovani Shardana di ogni ceto sociale nelle università di Sassari e Cagliari, prima riservate a nobiltà ed alta borghesia. La Chiesa Ortodossa e la classe borghese condannano i sessantottini come "agitapopolo fautori della rivoluzione bolscevica mondiale", ma il cambiamento del tessuto della società Shardana risulterà irreversibile.
Il 26 marzo viene catturato Graziano Mesina detto "Gratzianeddu", massimo esponente del banditismo sardo, che con lui ha conosciuto una stagione di rinascita.
Lo scrittore Antonio Puddu pubblica il romanzo "Zio Mundeddu", ambientato nella cultura agropastorale Shardana.

1969: il 15 maggio il democristiano napoletano Giovanni Leone (1908-2001) è eletto 5° Presidente della Repubblica Italiana al ventitreesimo scrutinio, con 518 voti su 1008.
S
ull'onda delle contestazioni del Sessantotto il 22 giugno il Fronte Popolare, cui aderiscono il Partito Socialista, il Partito Comunista e il Partito Radicale, vince le elezioni politiche in Sardegna. Il Segretario del Partito Comunista Shardana Enrico Berlinguer (1922-1984) riceve dalla Gran Regina Maria IV l'incarico di formare il nuovo governo. Chi però paventava l'ingresso della Sardegna nell'orbita dell'URSS tira un sospiro di sollievo: Berlinguer è un fautore dell'"eurocomunismo" e compie il celebre "strappo da Mosca", sostenendo che il comunismo deve assumere il potere con libere elezioni e non con una rivoluzione armata, e deve governare nell'ambito della vita democratica della nazione, non come partito unico.

1970: il 24 aprile è il giorno della storica visita di Papa Paolo VI in Sardegna, che vede l'abbraccio con il Patriarca Shardana Sebastiano II e la celebrazione di una liturgia ecumenica.
Il professor Giuseppe Brotzu (1895-1976) dell'Università di Cagliari vince il prestigioso Premio Nobel per la Medicina per la scoperta delle cefalosporine. Rifiuta tuttavia di brevettarle, in modo che tutti, anche nei paesi più poveri, possano produrle.
Con le prime elezioni regionali si costituiscono in quanto Enti le venti regioni d'Italia: Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Alto Adige/Sudtirol, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Da notare che in questo elenco il Trentino-Alto Adige è stato diviso in due regioni distinte. Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Trentino, Alto Adige/Sudtirol, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia sono le cinque regioni a statuto speciale. Le amministrazioni provincoali di Aosta, Trento e Bolzano non esistono, perché le competenze provinciali vengono espletate dalle rispettive regioni.

1971: il 27 gennaio, per iniziativa del Governo Berlinguer, viene approvata dalla Corona de Logu la cosiddetta "Legge De Marzi-Cipolla" sui fondi rustici, che pone fine alle lotte per il pascolo ed in buona parte al fenomeno del banditismo. Persistono tuttavia le piaghe degli incendi, delle faide private e dei sequestri di persona, scomparsi solo negli anni novanta. Il governo del Fronte Popolare cerca inoltre di combattere il fenomeno della siccità, oltre a quello della disoccupazione, varando la costruzione di grandi dighe sulle montagne dell'interno, cosa che però crea delle resistenze tra le popolazioni montanare, ancora dedite per lo più alla pastorizia.

1972: il governo del Fronte Popolare introduce per la prima volta in Sardegna leggi che liberalizzano il divorzio e l'aborto, nonostante le proteste dei Conservatori e delle Chiese Ortodossa e Greco-Cattolica. In seguito arriveranno anche gli anticoncezionali.
Le Brigate Rosse, attive in questi anni in Italia, cercano di "contagiare" la Sardegna attraverso la loro "filiale" sarda, Barbagia Rossa, che organizza attentati anche a Cagliari, ma Berlinguer è durissimo con quelli che lui definisce « compagni che non hanno capito niente », e stronca sul nascere i movimenti guerriglieri attraverso efficaci operazioni di polizia.
Lo scrittore cagliaritano Giuseppe Dessì (1909.1977) pubblica il suo romanzo "Paese d'ombre", il suo capolavoro.

1973: il 12 ottobre Juan Domingo Perón, ritornato in Argentina dall'esilio nella Spagna franchista, viene rieletto Presidente, ma morirà il 1 luglio 1974, e la sua tomba sarà profanata dai suoi avversari politici.
I francesi René Goscinny e Albert Uderzo pubblicano l'albo a fumetti "Asterix in Sardegna", nel quale vengono ridicolizzati tutti gli stereotipi tipici dei Sardi: il protagonista Ocatarinetabelacicix (così chiamato dal titolo di una canzone del corso Tino Rossi), capo di uno degli innumerevoli clan Shardana, incarna tutte le virtù dei suoi connazionali risultando fiero, orgoglioso, pigro ed estremamente vendicativo.

1974: Enrico Berlinguer rivince le elezioni politiche del 23 giugno e si conferma Primo Ministro del Gran Regno di Sardegna. Tre giorni dopo sfugge ad un attentato dei terroristi di "Barbagia Rossa", che non gli perdonano la dura repressione del loro movimento. Oltre al terrorismo, il Primo Ministro Berlinguer deve affrontare anche la Grande Crisi Petrolifera seguita alla guerra dello Yom Kippur: il suo governo è costretto a varare un piano nazionale di "austerity economica" per diminuire il consumo di petrolio e per evitare gli sprechi. Mentre in Italia il governo, presieduto dal democristiano Mariano Rumor, imposta una riforma energetica con la costruzione di centrali nucleari per limitare l'uso del greggio, Berlinguer in Sardegna preferisce puntare fin da subito su un'altra forma di energia alternativa, quella eolica, visto che di vento la sua Isola non fa certo difetto. E così la Sardegna diventa ben presto il leader mondiale nel campo delle centrali eoliche.

1975: il 5 marzo muore Emilio Lussu ed è tumulato nel Cimitero Monumentale di Bonaria a Cagliari
La Sardegna aderisce all'ESA (European Space Agency), e mette a disposizione il Poligono Spaziale di Salto di Quirra (nel territorio del comune di Perdasdefogu) per l'esplorazione dello spazio a scopi pacifici.
Il governo Berlinguer vara un decreto per salvaguardare la colonia di foche monache (Monachus monachus) presente nella Grotta del Bue marino, nel golfo di Orosei. In esso vengono vietate la pesca e la navigazione con qualsiasi mezzo. La foca monaca diventa uno dei simboli della Sardegna.
Lo scrittore sassarese Gavino Ledda (1938-) pubblica il suo romanzo autobiografico "Padre Padrone", da cui è tratto anche un film.

1976: il 20 maggio il socialista ligure Sandro Pertini (1896-1990), uno dei protagonisti della Resistenza, è eletto 6° Presidente della Repubblica Italiana al sedicesimo scrutinio, con 832 voti su 995, a tutt'oggi la più ampia maggioranza in una votazione presidenziale nella storia italiana.
La Nuova Sardegna coglie il suo maggior successo in campo sportivo arrivando seconda nella Coppa d'Africa di Calcio dietro al Marocco, nell'edizione di quest'anno organizzata dall'Etiopia. Non si disputa una finale unica, ma nel girone finale la Nuova Sardegna pareggia 1-1 con la Nigeria, vince 4-2 con l'Egitto e pareggia 1-1 con il Marocco, che vince il titolo. In seguito lo stato africano non riuscirà più a piazzarsi tra le prime tre in nessuna delle successive edizioni della Coppa d'Africa.

1977: il più grande cantautore italiano di tutti i tempi, Fabrizio de Andrè (1940-1999), si stabilisce nella tenuta sarda dell'Agnata, a due passi da Tempio Pausania, insieme a Dori Ghezzi, sua compagna dal 1974, che poi sposerà nel 1989. De Andrè impara la lingua sarda e compone alcune canzoni in essa, come "Zirichiltaggia" ("Lucertolaio"), che riproduce un litigio tra due pastori per questioni di eredità.
Viene pubblicato postumo il romanzo "Il Giorno del Giudizio" del giurista nuorese Salvatore Satta (1902-1975), che sarà tradotto in diciotto lingue.

1978: l'Italia attraversa una fase di grave crisi politica: il Segretario del Partito Comunista Italiano Giancarlo Pajetta (1911-1990), succeduto a Luigi Longo nel 1972 dopo che quest'ultimo è stato colpito da ictus (Berlinguer ovviamente è Segretario del Partito Comunista Shardana), è ostile a qualunque forma di "compromesso storico", l'inflazione è a due cifre e i movimenti terroristici mietono sangue innocente in tutta la penisola. Proprio il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse segna tuttavia la svolta: il Pentapartito si ricompatta e le cellule delle BR vengono smantellate ad una ad una.

Enrico Berlinguer (1922-1984) e Francesco Cossiga (1928-2010), avversari storici

Enrico Berlinguer (1922-1984) e Francesco Cossiga (1928-2010), avversari storici

1979: il 24 giugno, con la vittoria alle elezioni politiche del Partito Popolare Shardana, il sassarese Francesco Cossiga (1928-2010) diventa nuovo Primo Ministro del Gran Regno. Con il suo governo si assiste al miglioramento dei trasporti, specie di quelli aerei con le compagnie aeree a basso costo, che contribuiscono ad attenuato la condizione di isolamento storico dell'Isola e ad innovare e diversificare la sua economia.
La sera del 27 agosto Fabrizio de Andrè e la sua compagna Dori Ghezzi sono rapiti dall'Anonima Sequestri Shardana e tenuti prigionieri alle pendici del Monte Lerno presso Pattada. I due saranno liberati dopo quattro mesi: Dori il 21 dicembre, Fabrizio il 22, dopo il versamento di un riscatto di 500 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre di lui Giuseppe. Intervistato all'indomani della liberazione, De André afferma di essere stato trattato con una certa umanità ed ha parole di pietà per i suoi carcerieri: « Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai! » L'esperienza del sequestro gli ispirerà diverse canzoni, come "Hotel Supramonte" (ironico riferimento alla prigionia sulle montagne) e "Franziska" (che narra la difficile storia d'amore vissuta da una giovane con un bandito che si è dato alla macchia). Ai banditi Shardana de Andrè non vuole negare un certo romanticismo ed una connotazione di proletariato periferico che per questo merita, coerentemente con le sue tematiche privilegiate, una forte attenzione, tanto da arrivare a paragonarli agli Indiani d'America.

1983: il 25 maggio il democristiano toscano Amintore Fanfani (1908-1999) viene eletto 7° Presidente della Repubblica Italiana alla trentunesima votazione, con soli 504 voti su 1001.

1984: il 26 marzo Ahmed Gavino Turé, dittatore della Nuova Sardegna, muore a Cagliari durante un'operazione al cuore a cui si è sottoposto. Dopo una serie di colpi di stato, il potere a Conacrì passa a Lansana Mario Conté, che governerà come un vero e proprio dittatore fino alla morte, avvenuta il 23 dicembre 2008 a 74 anni.
Il 7 giugno Enrico Berlinguer, Segretario del Partito Comunista Shardana, è colpito da emorragia cerebrale durante un comizio a Villacidro e si spegne l'11 giugno in ospedale. In Unione Sovietica e nei suoi satelliti i media non danno neppure la notizia, perchè Berlinguer è ivi considerato un "eretico". L'ondata di emozione seguita alla sua morte porta il 24 giugno alla sconfitta del Partito Popolare di Francesco Cossiga e alla vittoria del Fronte Popolare; Armando Congiu (1918-2006) detto "Zozo", già sindaco di Villa di Chiesa (la nostra Iglesias) e leader delle lotte dei minatori del Sulcis-Iglesiente, diventa il nuovo Primo Ministro.

1985: il 17 gennaio viene sequestrato un piccolo imprenditore di Oliena presso Nuoro, Tonino Caggiari. Per la sua liberazione il governo Congiu mobilita ingenti forze dell'ordine, polizia, fanteria dell'esercito e persino un certo numero di cittadini, prevalentemente pastori che si offrono di collaborare con le forze di polizia. Sono proprio i volontari Olianesi ad indicare alle squadre dei marescialli Serra e Pusceddu il luogo dove i rapitori si sono fermati, in località Osposidda in territorio di Orgosolo. Abbandonato il sequestrato, i malviventi ingaggiano un tremendo conflitto a fuoco con la Polizia, e lanciano contro i militari anche una bomba a mano. Dopo una tremenda gragnuola di colpi stile Sfida all'OK Corral, restano uccisi i latitanti Giovanni Corraine, Giuseppe Mesina, Nicolò Floris, tutti di Orgosolo; Salvatore Fais, detto "Speedy Gonzales", latitante di Santulussurgiu; e il poliziotto Vincenzo Marongiu di Mogoro. Questo conflitto a fuoco entrerà negli annali come la "Battaglia di Osposidda". I cadaveri dei banditi vengono trasportati su dei camion al suono delle sirene della polizia, e molti a torto interpretano questo gesto come un'ostentazione dei cadaveri come trofei di caccia (la pratica del trasporto per le vie del paese si usa in Sardegna nella caccia al cinghiale). Il fattaccio ispira la canzone "Osposidda" del cantautore Piero Marras, nel quale si dice: « Sonende bos passizan finas in s'istradone / omines assimizan a peddes de sirbone » ("Al suono di clacson vi esibiscono per la strada: / assimilano uomini a pelli di cinghiale").
Grazie al Cielo, quest'anno annovera anche eventi più lieti. Il 18 ottobre Papa Giovanni Paolo II si reca in Sardegna e celebra una liturgia ecumenica insieme al Patriarca Shardana Giovanni VIII nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. Il Pontefice incontra anche l'Arcivescovo Greco Cattolico Paolo II e il Primate Latino di Sardegna Giovanni Melis Fois.

1986: maxiprocesso a Cagliari contro i militanti storici di "Barbagia Rossa": sedici terroristi vengono condannati per cospirazione contro lo Stato.
Il governo Congiu, superando le fortissime resistenze dei proprietari terrieri e degli speculatori, istituisce il Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei, esteso su una superficie di 73.935 ettari e comprendente territori molto differenti fra loro, sia dal punto di vista geologico che naturalistico.

1987: lo scrittore Benvenuto Lobina (1914-1993) pubblica il romanzo storico "Po cantu Biddanoa", ambientato a Villanova Tulo, paese natale dell'autore, nell’arco di tempo che va dal 1918 al 1942. In esso la lingua del narrante è il sardo campidanese meridionale, mentre i personaggi parlano il sarcidanese di Villanova Tulo. Lobina ha inoltre tradotto in sardo opere di poeti e prosatori ispano-americani.

1988: esce il romanzo "Procedura" del giallista e uomo politico Salvatore Mannuzzu (1930-), Ministro della Giustizia nel governo Congiu. Nel 2000 il regista sassarese Antonello Grimaldi (1955-) trarrà da tale romanzo il film "Un delitto impossibile".
Nello stesso anno l'antropologo Shardana Giulio Angioni (1939-) pubblica il romanzo noir "L'oro di Fraus", ambientato nell'omonimo immaginario paesino. Angioni, Atzeni, Mannuzzu, Todde ed altri sono considerati gli esponenti di una sorta di nouvelle vague definita "Nuova Letteratura Shardana", di rinomanza europea.

1989: il 25 giugno il cartello di centrodestra formato dal Partito Popolare, dal Partito Shardana d'Azione, dal Partito Liberale e da formazioni minori vince le elezioni politiche e il suo leader Mario Segni (1939-), figlio del compianto Antonio Segni, riceve l'incarico di formare il nuovo governo.

1990: il 25 maggio il segretario della DC Arnaldo Forlani (1925-) è eletto 8° Presidente della Repubblica Italiana al primo scrutinio con una larga maggioranza (752 su 977 votanti), in seguito ad un accordo tra i maggiori partiti della Penisola.
Il Fronte Popolare Shardana, alleanza formata da Socialisti, Comunisti e Radicali, decide di cambiare nome dopo il crollo del muro di Berlino e la fine del Socialismo Reale, e prende il nome di Partito Democratico Shardana (PDS).
Al Gran Regno di Sardegna è attribuito il TLD .sr (al Suriname, che nella HL ha questo Top Level Domain, viene assegnato invece .su, dalle nostre parti usato dall'ex URSS).

1992: il 15 gennaio il bandito Matteo Boe (1957-), capo indiscusso dell'Anonima Sequestri, rapisce il piccolo Farouk Kassam, di neanche otto anni, di nazionalità libanese naturalizzato belga, figlio del gestore di un grande albergo della località turistica di Porto Cervo. Durante la prigionia al bambino viene tagliata la parte superiore del padiglione auricolare sinistro, onde convincere i genitori a pagare. Farouk Kassam viene liberato il 10 luglio successivo in circostanze mai completamente chiarite, con l'intermediazione di Graziano Mesina. Il processo si concluderà con la condanna a 20 anni di detenzione per Matteo Boe e a 27 e 29 anni di carcere per due suoi compaesani, Ciriaco Marras e Mario Asproni, ma resta il mistero sugli altri componenti della banda e sui carcerieri del bambino.
Il 7 febbraio il Gran Regno di Sardegna firma il Trattato di Maastricht con cui viene istituita l'Unione Europea, subentrata alla CEE.
Intanto, scoppiato lo scandalo di Tangentopoli, il Presidente della Repubblica Italiana Arnaldo Forlani è incriminato per via del suo diretto coinvolgimento nello Scandalo Enimont, e il 28 aprile dà le dimissioni tra la disapprovazione popolare. L'Italia piomba nel più completo caos istituzionale, ma il 25 maggio, sull'onda dell'emozione per l'attentato di Capaci nel quale la mafia fa saltare per aria il giudice Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo (il famoso "Attentatuni"), il parlamento italiano si ricompatta ed elegge 9° Presidente della Repubblica al sedicesimo scrutinio con 672 voti su 1003 il Presidente della Camera dei Deputati Oscar Luigi Scalfaro (1918-2012), democristiano piemontese di origini meridionali.
Il 30 agosto l'erede al trono Shardana Nicola sposa a Cagliari Lady Sarah Frances Elizabeth Armstrong-Jones (nata il 1 maggio 1964), nipote della regina Elisabetta II d'Inghilterra, essendo figlia di sua sorella Margaret e di Antony Armstrong-Jones, Primo Conte di Snowdon. I due si sono conosciuti su una spiaggia del Golfo degli Aranci.

1994: il Cagliari, Campione di Sardegna nella stagione 1992-93 guidato dal tecnico Bruno Giorgi, compie una memorabile cavalcata in Coppa UEFA, eliminando in successione i rumeni della Dinamo Bucarest, i turchi del Trabzonspor Kulübü e i belgi K.V. Mechelen. Ai quarti di finale il Cagliari riesce nell'impresa di eliminare la Juventus vincendo a Torino 1-0 e a Cagliari per 2-1, qualificandosi alle semifinali. Qui deve incontrare un'altra italiana, l'Inter, con la quale i rossoblu vincono in casa per 3-0 e perdono nella gara di ritorno a Milano per 3-2, ottenendo una storica qualificazione alla finale. La finale di andata si gioca il 26 aprile all'Ernst Happel Stadium di Vienna contro il Salisburgo, e vede la vittoria dei Sardi per 1-0 con gol al 35' di Luís Oliveira; con lo stesso punteggio i Sardi vincono al ritorno l'11 maggio allo Stadio Is Arenas con gol al 62' di José Oscar Herrera. In tal modo il Cagliari si aggiudica la Coppa UEFA: è la prima e finora unica volta che una squadra Shardana vince un trofeo internazionale di calcio.
Il 26 giugno il Partito Democratico Shardana vince le elezioni politiche e l'avvocato cagliaritano Federico Palomba (1937-) riceve dalla Gran Regina l'incarico di formare il nuovo governo. Il governo Palomba modifica il modello di sviluppo e gli strumenti della Programmazione; vengono varati i Piani Integrati d’Area (PIA) con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo industriale, le risorse aggiuntive vengono per lo più dall’Unione Europea.
Il 31 luglio il quotidiano Shardana "Sa Unioni Sarda" ("L'Unione Sarda") è il primo quotidiano europeo a dotarsi di un sito Internet, per iniziativa del suo direttore Nicola Grauso.

L'erede al trono del Gran Regno di Sardegna, Nicola, insieme alla moglie Sarah il giorno del suo matrimonio

L'erede al trono del Gran Regno di Sardegna, Nicola,
insieme alla moglie Sarah il giorno del suo matrimonio

1995: il 16 agosto i poliziotti Shardana Ciriaco Carru e Walter Frau, in servizio al nucleo radiomobile, sono sulle tracce di un'autobetoniera rubata durante la notte e ad un certo punto informano la centrale di aver ritrovato in zona Chilivani presso Ozieri il mezzo, con all'interno diverse armi da fuoco, ed un altro veicolo rubato, e di averne arrestato il detentore, poi risultato essere Salvatore Antonio Giua di Buddusò. All'improvviso vengono colpiti alle spalle da colpi di Kalashnikov sparati da malviventi successivamente identificati in Graziano Palmas e Andrea Gusinu. Questo evento sarà ricordato come la Strage di Chilivani. Palmas si suiciderà con un colpo di pistola per evitare l'arresto, mentre Gusinu con altri complici sarà condannato all'ergastolo; si sospetta tuttavia che nell'eccidio siano stati coinvolti personaggi mai identificati e aventi uno spessore criminale decisamente maggiore rispetto ai banditi condannati.
Il 6 settembre muore tragicamente, sbattuto da un'onda sugli scogli dell'isola di San Pietro, il grande scrittore in lingua sarda Sergio Atzeni (1952-1995). Esce postumo il suo capolavoro "Passavamo sulla terra leggeri", una rievocazione mitica della storia del popolo Shardana, raccontata dall'interno come una memoria comune tramandata di padre in figlio.

1996: il 28 luglio suonano a festa tutte le campane della Sardegna per la nascita dell'erede al trono Gavino Samuele Davide Benedetto, futuro Gran Re Shardana figlio di Nicola II di Sardegna-Orrù- Karagjorgjević e di Sarah Armstrong-Jones.

1997: il 12 febbraio Silvia Melis, imprenditrice di Tortolì, viene rapita dall'Anonima Sequestri mentre ritorna a casa in macchina. Il sequestro dura 265 giorni, fino a quando l'11 novembre successivo la Melis riesce a liberarsi da sola dalla sua prigione e viene trovata vicino a Nuoro sul ciglio di una strada. Silvia Melis sostiene che è scappata perché i rapitori si sono distratti, senza pagare alcun riscatto, mentre l'imprenditore Nicola Grauso rivela di aver pagato, nelle campagne di Esterzili, un grosso riscatto per la liberazione della Melis. Si susseguono varie ipotesi sul riscatto, tra cui quella secondo cui esso sarebbe stato pagato dal Servizio Segreto Shardana: alla fine il 20 novembre Tito Melis, padre di Silvia, ammette di aver pagato lui stesso il riscatto, di cui un milione di Scudi sardi messo a disposizione da lui, 500.000 da Grauso e un altro milione da non si saprà mai chi.
Ringalluzzita dal successo dell'affare Melis, l'Anonima Sequestri si fa così ardita da espandere le sue attività fin sulla penisola italiana: il 17 giugno Giuseppe Soffiantini, imprenditore industriale bresciano, viene prelevato dalla sua casa a Manerbio (Brescia) da un gruppo di esperti banditi Shardana e rinchiuso in diversi covi tra la Calvana e le montagne pratesi, dove viene tenuto in condizioni disumane per ben 237 giorni. Si tratta di uno dei sequestri più lunghi e drammatici mai avvenuti in Italia, che però fortunatamente ha un buon esito grazie al pagamento di un riscatto di ben 5 miliardi di lire. Durante due differenti conflitti a fuoco, nel corso del sequestro, rimangono uccisi il bandito Mario Moro di Ovodda (presso Nuoro) e l'ispettore della Polizia Shardana Samuele Donatoni. Il governo italiano presieduto da Romano Prodi chiede alle autorità del Gran Regno Shardana di fare di più per combattere l'Anonima.

1998: Renato Soru fonda a Sa Illetta presso Cagliari Tiscali (dal nome di un sito nuragico), che diventa ben presto la principale società privata di telecomunicazioni della Sardegna, ed estende le sue operazioni anche all'Italia e ad altri paesi europei. Al 31 dicembre 2012 Tiscali avrà registrato oltre 479.000 client ADSL.
Esce "Sempre caro", primo romanzo di una trilogia (proseguita con "Sangue dal cielo" del 1999 e "L'altro mondo" del 2002) dello scrittore nuorese Marcello Fois (1960-). La trilogia è ambientata nella Nuoro di fine ottocento e che ha come protagonista un avvocato, Bustianu, ispirato a un avvocato e poeta nuorese realmente esistito, Sebastiano Satta.

1999: il 18 maggio l'ex Governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi (1920-) è eletto 10° Presidente della Repubblica Italiana alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010).
Il 27 giugno il Partito Popolare Shardana e i suoi alleati vincono le elezioni politiche, Mauro Pili (1966-) di Carbonia diventa nuovo Primo Ministro. Egli annuncia una campagna di costruzione di grandi impianti eolici, che permetteranno alla Sardegna di essere autosufficiente dal punto di vista energetico.
Nelle acque del porto vecchio di Olbia sono recuperati 18 relitti di navi romane, di cui due probabilmente dell'età di Nerone, testimonianza dell'importanza dello scalo portuale della città.

2001: il medico oculista cagliaritano Giorgio Todde (1951-) pubblica il romanzo "Lo stato delle anime", con il quale prende il via un ciclo narrativo che ha come protagonista l’imbalsamatore-detective Efisio Marini, realmente esistito nell'ottocento. Attorno al medesimo personaggio ruoteranno  i successivi "Paura e carne" (2003), "L’occhiata letale" (2004), "E quale amor non cambia" (2005) e "L'estremo delle cose" (2007).

2002: il 1 gennaio in tredici paesi dell'Unione Europea entra in vigore l'Euro: sono Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Sardegna e Spagna. In tal modo la Sardegna abbandona dopo 365 anni la tradizionale valuta locale, lo Scudo, il cui cambio irrevocabile è stato fissato a 1 € = 9,39 Scudi.

2003: il 1 dicembre la Sardegna è in lutto per la morte della Gran Regina Maria IV all'età di 77 anni (il principe consorte Tomislav Karagjorgjević si è spento il 12 luglio 2000). Le succede il figlio Nicola, di 45 anni, che prende il nome di Nicola II di Sardegna-Orrù-Serbia, molto amato dal popolo Shardana.
La Nazionale di Calcio Shardana fa bella figura nelle Qualificazioni per il Campionato Europeo di Calcio del 2004 organizzato dal Portogallo, arrivando secondo nel Gruppo 9 con 13 punti, dietro all'Italia allenata da Giovanni Trapattoni con 17 (che si qualifica direttamente) e davanti a Serbia e Montenegro con 12, Finlandia con 10 e Azerbaigian con 4. Nello spareggio per accedere alla fase finale deve affrontare la forte Russia; il 15 novembre 2003 al Lokomotiv Stadium di Mosca i Sardi ottengono un gran successo pareggiando 0-0, ma al ritorno allo Stadio Is Arenas di Cagliari il 19 novembre i Russi si impongono 1-0 con un gol di Vadim Evseev al 21', e il sogno della qualificazione sfuma ad un passo dalla fase finale.

2004: il 27 giugno il Partito Democratico Shardana vince le elezioni politiche in Sardegna e Renato Soru (1957-) di Sanluri, fondatore di Tiscali, diventa il nuovo Primo Ministro.
Dopo 40 anni in carcere, 5 da latitante e 11 agli arresti domiciliari, il bandito Graziano Mesina viene graziato dal Gran Re Nicola II, nell'ambito di un'amnistia generale seguita alla sua incoronazione.

2006: il 15 maggio il napoletano Giorgio Napolitano (1925-) è eletto 11° Presidente della Repubblica Italiana alla quarta votazione con 543 voti su 990 votanti, primo a ricoprire questa carica proveniente dall'ex Partito Comunista Italiano.

2007: il 15 giugno un'automotrice e un treno merci entrano in collisione a Macomer, nello scontro rimangono uccise tre persone.
Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I (1940-) visita la Sardegna per celebrare il 500° anniversario dell'elevazione di Nostra Signora di Bonaria a patrona della Sardegna.

2008: il 20 febbraio il Gran Regno di Sardegna è il dodicesimo paese del mondo a riconoscere l'indipendenza del Kosovo dalla Serbia, proclamata tre giorni prima, anche se il governo Shardana, in linea con la propria neutralità militare, non ha partecipato alle operazioni contro il regime di Slobodan Milošević.
Il 7 settembre Papa Benedetto XVI è il terzo Papa della storia a visitare la Sardegna, accolto dal Patriarca Giuseppe IV e dal Vescovo Latino degli Shardana Paolo Mario Virgilio Atzei, O.F.M.
Il 30 ottobre la Sardegna diventa la prima nazione d'Europa a ricevere solamente il segnale del digitale terrestre, effettuando così il primo switch-off del segnale analogico nell'Unione Europea.

2009: il 28 giugno il Partito Popolare Shardana con i suoi alleati vince le elezioni politiche in Sardegna e Ugo Cappellacci (nipote del primo sindaco di Villa di Chiesa del dopoguerra) riceve dal Gran Re Nicola II il compito di formare il nuovo governo. È tuttora in carica, nonostante sia indagato per un caso di corruzione riguardante gli appalti dell'energia eolica.
Il 23 luglio una serie di devastanti incendi boschivi colpisce la Sardegna, provocando numerose vittime.
La scrittrice Shardana Michela Murgia (1972-), di religione cattolica di rito greco, pubblica il suo romanzo "L'Accabadora", che intreccia nella Sardegna degli anni cinquanta i temi dell'adozione e dell'eutanasia.

2010: il 21 dicembre si svolgono le prime libere elezioni nella storia della Nuova Sardegna, vinte da Alfa Emilio Contè, tuttora in carica. Nella notte tra il 18 ed il 19 luglio 2011 Contè subirà un attentato, nel quale rimarrà ucciso un membro della sua scorta.
L'Associazione Sportiva Torres Calcio, la squadra di calcio femminile più forte della Sardegna con 17 campionati al suo attivo, ottiene il miglior piazzamento europeo della sua storia, giungendo fino alle semifinali di Champions League, dove è sconfitta dall'Olympique Lyonnais.

2011: con un referendum popolare i cittadini Shardana respingono la proposta della maggioranza di destra nella Corona de Logu di raddoppiare i Giudicati in cui è diviso il Gran Regno di Sardegna, scorporando dal Giudicato di Arborea il nuovo Giudicato di Medio Campidano con capoluogo Villacidro, dal Giudicato di Cagliari il Giudicato dell'Ogliastra con capitale Tortolì e il Giudicato di Carbonia con capoluogo nell'omonima città, e dai Giudicati di Gallura e Logudoro il Giudicato di Ortobene (dal nome dell'omonima montagna) con capoluogo Nuoro. I nuovi Giudicati vengono infatti considerati uno spreco inutile di risorse statali, e poi prevale la tendenza a non modificare un ordinamento amministrativo che risale all'Alto Medioevo.

2013: nelle elezioni politiche italiane del 24 e 25 febbraio 2013 nessuna delle coalizioni in lizza ottiene la maggioranza assoluta, ma il Segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani (1951-) trova un accordo con il Movimento Cinque Stelle fondato dal comico Beppe Grillo, corifeo dell'Antipolitica, e forma un Governo di Programma con lo scopo di varare riforme istituzionali e di risanare i conti dello stato.
Il 19 aprile un accordo tra il Partito Democratico, "Sinistra Ecologia e Libertà" di Nichi Vendola e il Movimento Cinque Stelle permette l'elezione al quinto scrutinio dell'ex Presidente della Commissione Europea Romano Prodi (1939-) in qualità di 12° Presidente della Repubblica Italiana. Il 30 aprile il neoeletto Presidente compie la sua prima visita di stato proprio in Sardegna, per rafforzare i legami tra la Penisola e l'Isola a lei così vicina.
Il 22 settembre Papa Francesco è il quarto Papa della storia a visitare l'Isola, per pregare
nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. Il Santo Padre incontra anche il mondo del lavoro  nella zona del Porto Canale: egli infatti ha più volte espresso solidarietà verso coloro che vivono particolari condizioni di disagio economico e povertà, condannando il feticismo del denaro da parte dei ricchi, a scapito dell'attenzione alla persona e ai poveri. Ed è una voce a cui gli orecchi di tutti gli Shardana, siano essi ortodossi, cattolici o Dio sa cosa, sono molto sensibili!

2014: il 12 marzo Francesco Pigliaru (1954-), Prorettore dell'Università di Cagliari candidato dal Partito Democratico Shardana, vince le elezioni politiche sconfiggendo il Popolare Ugo Cappellacci, e diventa il nuovo Primo Ministro. In settembre Lucia Macaluso, Assessore ai Beni Culturali del Comune Italiano di Petralia Sottana (in provincia di Palermo), annuncia che nel cuore del Geoparco delle Madonie sono stati rinvenuti monumenti megalitici costituiti da rocce monolitiche di grandezza variabile (Cromlech e Menhir) e da Tholos di probabile origine Shardana, una scoperta destinata a riaccendere l'interesse sull'antichissima grandezza del popolo sardo. Il 5 settembre il Gran Regno di Sardegna, che non aderisce alla NATO, decide di non partecipare alla coalizione militare promossa dal Presidente USA Barack Obama contro il sanguinario Califfato Islamico che sta compiendo un vero e proprio genocidio in Iraq, ma invia molti aiuti umanitari alle popolazioni sciite, cristiane e yazide perseguitate dai fondamentalisti islamici. Il Primo Ministro Sardo Francesco Pigliaru dichiara: « Quella contro l'Isis non è una guerra di religione, uno scontro di civiltà o il terzo tempo della guerra in Iraq: è la risposta all'appello di arabi e musulmani e delle minoranze. E la politica estera dell'UE non deve essere una mediazione al ribasso ».

2015: dal 19 al 23 maggio si tiene a Vienna la 61ª edizione dell'Eurovision Song Contest, che viene vinta per la prima volta da un cantante sardo, Valerio Scanu (1990-). Il 31 maggio il ciclista sardo Fabio Aru (1990-) trionfa al Giro d'Italia davanti allo spagnolo Alberto Contador. Il 13 settembre vincerà a Madrid anche la Vuelta a España davanti a Joaquim Rodríguez.

2016: il 5 giugno Massimo Zedda, del Partito Democratico Shardana, è rieletto Sindaco di Cagliari per un secondo mandato. Il 23 giugno si svolge nel Gran Regno di Sardegna un Referendum voluto dall'estrema destra che chiede l'uscita dell'isola dall'Unione Europea. I cittadini sardi si esprimono contro l'abbandono dell'UE con il 65 % dei consensi, e il leader della destra si dimette. Il 14 luglio, Festa Nazionale in Francia, sulla Promenade des Anglais di Nizza il terrorista tunisno Mohammed Lahouaiej Bouhlel, affiliato all'ISIS, alla guida di un autocarro investe volontariamente a gran velocità la folla che assiste allo spettacolo pirotecnico e uccide 84 persone prima di essere abbattuto dalla polizia. Nella strage muoiono anche 6 cittadini sardi, mentre altri 4 restano feriti. « Contro il terrorismo dobbiamo prendere l'impegno di continuare a essere uniti », afferma il Primo Ministro Francesco Pigliaru, aprendo il suo intervento nello stabilimento Fluorsid Group nell'area industriale di Macchiareddu, nel comune di Assemini. « Alla Fluorsid oggi è un giorno di festa », ha aggiunto, « ma noi piangiamo le vittime di Nizza, nella speranza di poter catturare e condannare i mandanti di un delitto tanto efferato ».

Clicca qui per ascoltare l'Inno Sardo

« Cunservet Deus su Re! / Salvet su Regnu Sardu, / Et gloria a s'istendardu / Cuncedat de su Re! / Chi manchet in nois s'animu, / chi languat su valore, /Pro fortza o pro terrore / Non apas suspetu, o Re. / Unu o omni chentu intrepidos / a ferru et a mitralia, / in vallu e in muralia / amus andare, o Re! »
(« Iddio conservi il Re! / Che salvi il Regno Sardo, / e gloria allo stendardo / conceda del suo Re! / Che in noi languisca l'animo / e spengasi il valore, / per forza o per terrore / mai non temere, o Re. / Un contro cento intrepidi / A spade ed a mitraglie, / su valli e su muraglie / noi correremo, o Re! »)

(S'Hymnu Sardu Nationale, 1844)

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Gran Re

regno

dinastia

Gran Re regno dinastia
Mariano III 1308-1321 Bas Serra Gaspare I 1637-1660 Orrù
Ugo II 1321-1336 Bas Serra Matteo I 1660-1709 Orrù
Pietro III 1336-1347 Bas Serra Ugo IV 1709-1755 Orrù
Mariano IV 1347-1375 Bas Serra Antonio III 1755-1792 Orrù
Ugo III 1376-1383 Bas Serra Maria II (1) 1792-1794 Orrù
Eleonora I 1383-1404 Bas Serra Repubblica 1794-1804  
Mariano V 1404-1407 Serra-Cubello Luciano I 1804-1814 Bonaparte
Leonardo I 1407-1427 Serra-Cubello Maria II (2) 1814-1826 Orrù
Antonio II 1427-1455 Serra-Cubello Gavino IV 1826-1852 Paderi-Orrù
Salvatore I 1455-1470 Serra-Cubello Maria III 1852-1888 Paderi-Orrù
Leonardo II 1470-1479 Alagòn Gavino V 1888-1931 Savoia-Paderi-Orrù
Ferdinando I 1479-1516 Trastamara Ferdinando II (1) 1931-1940 Savoia-Paderi-Orrù
Carlo I (V del S.R.I.) 1516-1556 Asburgo Vittorio Emanuele III 1940-1943 Savoia
Filippo I (II di Spagna) 1556-1598 Asburgo Ferdinando II (2) 1943-1963 Sardegna-Orrù
Filippo II (III di Spagna) 1598-1621 Asburgo Maria IV 1963-2003 Sardegna-Orrù
Filippo III (IV di Spagna) 1621-1637 Asburgo Nicola II 2003-oggi Sardegna-Orrù-Serbia

I Gran Re di Sardegna dal 1308 ad oggi

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Nome ufficiale: Rennu Mannu de SardignaBandera de sos battor moros
Capitale: Casteddu / Cagliari (40° 3′ N, 9° 5′ E, 149.548 ab. al 31 dicembre 2012)
Capo dello Stato: Gran Re Nicola II di Sardegna-Orrù-Serbia, dal 1 dicembre 2003
Primo Ministro: Ugo Cappellacci (PPS), dal 16 febbraio 2009
Superficie: 24.090 km², compresa tra i 38° 51' 52'' e i 41° 15' 42'' N e tra gli 8° 8' e 9° 50' E (13,6 % montagna, 67,9 % collina, 38,5 % pianura). Tra i suoi punti più estremi Punta Falcone a nord e Capo Teulada a sud vi sono 270 km, tra Capo dell'Argentiera a ovest e Capo Comino ad est vi sono 145 km
Sviluppo costiero: 1.849 Km
Abitanti: 1.639.942 (al 31 dicembre 2012)
Densità: 68,08 ab./km² 
Divisione amministrativa: 4 giudicati (Arborea, Cagliari, Gallura, Logudoro), 51 curatorie, 377 comuni
Altre città: Sassari (130.588 ab.), Quartu Sant'Elena (71.882 ab.), Olbia (57.041 ab.), Alghero (43.914 ab.), Nuoro (36.176 ab.), Oristano (31.893 ab.), Carbonia (29.749 ab.), Selargius (29.172 ab.), Villa di Chiesa (27.445 ab.), Assemini (27.144 ab.), Capoterra (23.975 ab.), Porto Torres (22.648 ab.), Sestu (20.158 ab.), Monserrato (20.136 ab.)
Lingue: Sardo, Sassarese, Logudorese, Gallurese, Algherese, Tabarchino (Ligure). Usato anche l'Italiano
Religione: Ortodossi 75 %, Cattolici di Rito Greco 10 %, Cattolici di Rito Latino 5 %, Musulmani 2 %, Altri 8 %
Fuso orario: UTC+1 
Nome abitanti: Sardus (pron. Sàrdusu, in Sardo) Sardos (pron. Sàrdoso, in Logudorese), Sardhi (in Sassarese), Saldi (in Gallurese), Sardi (in Italiano e Ligure), Sardos (pron. Sàldus, in Catalano).
Valuta: Euro
Inno Nazionale:
S'hymnu sardu nationale (ascolta)
Festa Nazionale: 28 aprile (28 de Abrili, Festa de sa Natzioni Sarda)
PIL: 32.064,2 milioni di €
PIL pro capite: 19.552 €
Prefisso telefonico: +390
Targa automobilistica: SR
TLD: .sr

Enrica S.

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