Cronologia mitologica

di William Riker

Prima Era

Anno 1 [44628 a.C.], primo giorno: da Caos, essere impersonale privo di intelligenza che incarna il disordine assoluto ed indistinto, emerge per primo Eros "che spezza le membra", la spinta generatrice, che stimola Caos a generare a sua volta altri déi.

Due ore dopo: per effetto di Eros, da Caos si sollevano Gea, la Madre Terra dai Larghi Fianchi, e Tartaro, il Nebbioso. Tartaro si distende su Caos e Gaia su Tartaro, formando la prima stratificazione ordinata del cosmo. L'universo comincia a prendere forma.

Lisippo, statua di Eros che incorda l'arco, Roma, Musei CapitoliniSei ore dopo: da Caos si generano Erebo, l'oscurità assoluta sotterranea, che prende dimora nel grembo di Tartaro, e Notte, che prende dimora nel seno di Gea.

Al compimento del primo mese: primo concepimento sessuale della storia. Erebo e Notte si incontrano rispettivamente sulle teste di Tartaro e Gea, dov'è l'orizzonte, e uniscono i loro corpi.

Al compimento del terzo mese: anche Tartaro e Gea si uniscono in amore.

Al compimento del decimo mese: da Erebo e Notte nascono Etere, la luce più pura, ed Emera, il Giorno, che prendono dimora sopra Gea.

Al compimento del primo anno: unitasi di nuovo a Tartaro, Gea partorisce Urano, il Cielo, che si distende sopra di lei e diventa la dimora di Etere, mentre Emera continua a risiedere su Gea.

Anno 2: Da Gea e Tartaro nasce Ponto, il flutto marino.

Anno 50: Gea si unisce a suo figlio Urano e genera Oceano, primogenito dei Titani, il grande Fiume Primordiale che con nove bracci circonda Gea, la Terra, mentre il decimo scorre verso Tartaro, nell'oscurità sotterranea.

Anno 250: Emera viene a contesa con Notte e partendo dai piedi di Gea, all'estremo occidente, si cala in Tartaro per dirimere la disputa, ma Notte, offesa, sale sul grembo di Gea. Emera non vuole restare nel Tartaro più di dodici ore, perciò riemerge presso la chioma di Gea, all'estremo oriente, rincorrendo la madre, che però si tuffa di nuovo in Tartaro dai piedi di Gea, tra i quali sorge la Porta dell'Occidente. Emera e Notte da allora continuano ad inseguirsi per porre fine alla reciproca contesa, cosa che però avverrà solo nell'Ultimo Dì, quando il cosmo avrà fine.

Anni 250-10000:  Urano e Gea partoriscono altri figli: Ceo (l'Intelligenza), Crio (il Vigore), Iperione (Colui che abita in alto), Febe (la Brillante), Meti (la Prudente), Giapeto (il Frettoloso, progenitore della razza umana), Teia (la Luminosa), Temi (l'Ordine), Mnemosine (la Memoria), Giano (il dio bifronte che conosce il passato e il futuro), Rea (la Grande Madre che genererà la stirpe degli déi olimpici) e molti altri giganti, tra i quali Efialte, Oto, Encelado, Tizio ed Anteo. Per ultimo viene partorito Crono (il tempo), il più giovane e il più astuto dei suoi fratelli. Tutta questa generazione divina è conosciuta come quella dei Titani ("Signori").

Anno 1247: Notte genera da sé sola Ipno (il Sonno) e Tanato (la Morte), e poi tutta una serie di figli orripilanti: Biasimo, Sventura, Nemesi (la Vendetta), Inganno, Vecchiaia, Eris (la Discordia), Contesa, Pena, Oblio, Fame, Dolore, Guerra, Anarchia, Sciagura e Giuramento.

Anno 3012: Ponto e Gea generano Nereo, il Vecchio che non Inganna, Stige, Doride, Taumante, Euribie, Elettra, Forco e Ceto.

Anno 4884: Taumante ed Elettra generano Iride, la Messaggera degli Déi, e le tre Arpie, Celeno, Aello e Ocipete, personificazioni delle epidemie e delle carestie.

Anno 6178: Crio ed Euribie generano Asteria, Astreo, Pallante e Perse.

Anno 6502: da Giapeto e Climene nascono Prometeo, Menezio, Epimeteo ed Atlante.

Anno 7634: Nereo e la sorella Doride generano le cinquanta Nereidi: Ploto, Eucrante, Sao, Anfitrite, Eudore, Teti (la più bella), Galene, Glauce, Cimotoe, Speio, Talie, Pasitea, Erato, Eunice ("dalle braccia di rosa"), Melite, Eulimene, Agave, Doto, Proto, Ferusa, Dinamene, Nesea, Actea, Protomedea, Doride, Panope, Galatea, Ippotoe, Ipponoe, Cimodoce, Cimatoleghe, Cimo, Eione, Alimede, Glauconome, Pontoporea, Leagora, Evagora, Laomedea, Pulinoe, Autonoe, Lisianassa, Evarne, Psamate, Menippe, Neso, Eupompe, Temisto, Pronoe e Nemete.

Anno 7999: Notte genera Egle, Esperia e Aretusa, le tre bellissime Esperidi, custodi del Cancello dell'Occidente e personificazioni del Mistero.

Anni 8124-20000: Oceano e Teti generano prima il dio Proteo, capace di assumere ogni forma desiderata, e poi le tremila Oceanine, oltre a tutti i fiumi e alle sorgenti del mondo. La primogenita delle oceanine è Dione.

Anni 10000-32476: Urano, che vive ancora a contatto con Gea cui sta sempre appiccicato, la costringe a generare prima i Ciclopi ("Occhio Rotondo") Bronte, Sterope ed Arge (il tuono, il lampo e la saetta), i fabbri degli dèi, e poi gli Ecatonchiri ("Cento Braccia") o Centimani, Briareo, Cotto e Gia, esseri mostruosi con cento braccia e cinquanta teste. Vengono poi generate le montagne, le valli, i colli ed i mari, completando la creazione dell'universo.

Anni 11050-15000: Forco e Ceto generano altri mostri: Echidna, metà donna bellissima e metà orribile serpe; Cariddi, mostro marino che nessuno ha mai visto, in grado di generare vortici che inghiottono i naviganti; Enio, Pefredo e Deino, le tre Graie, personificazioni della vecchiaia, che non sono mai state giovani ed hanno un occhio solo in tre; Steno, Euriale e Medusa, le tre Gorgoni, personificazioni della bruttezza, con ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli, in grado di trasformare in pietra chiunque le guardi; l'Unicorno, cavallo gigantesco con un corno d'oro sulla fronte che mena come un micidiale pugnale; ed il drago Ladone dalle cento teste, che custodirà i pomi delle Esperidi, dono di nozze di Gea ad Era, prima di venire ucciso da Eracle.

Anni 20000-30000: da Nereo e Doride nascono le Ninfe, divise in Naiadi (le ninfe delle sorgenti), Potameidi (le ninfe dei fiumi), Oreadi (le ninfe delle montagne) e Driadi (le ninfe delle piante).

Anno 32476: Gea, stufa di essere costretta da Urano a procreare in continuazione, e desiderosa di staccarselo una buona volta di dosso, chiede ai figli di ribellarsi contro il padre. i Ciclopi e gli Ecatonchiri si rifiutano, e vengono rinchiusi dentro il ventre di Tartaro. Crono, fabbricatasi un falcetto di diamante, attende allora il padre nell'alcova della madre e, quando Urano giunge per unirsi di nuovo a lei, gli recide i genitali con la falce. Il membro divino, caduto in mare, ne feconda la schiuma, da cui si solleva così Afrodite ("nata dalla spuma"), la dea della Bellezza. Urano, persa la capacità di procreare, non può più accostarsi alla madre e sposa, e così si solleva da essa dando vita alla volta celeste. Scacciato il padre dal trono, Crono assume lo scettro dell'universo, regnando sui suoi fratelli Titani e su tutte le creature. A questo punto il mondo non è ancora abitato dagli uomini.

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Seconda Era

Anno 1 (32477 della Prima Era) [7566 a.C.]: Crono, nuovo signore del mondo, non si accontenta più di governare sui Titani, ed ordina a Prometeo di forgiare con il fango la stirpe degli uomini. Il primo uomo viene chiamato in Oriente Adamo (nelle lingue semitiche "terra", dal materiale con cui è stato forgiato). I primi abitatori del mondo chiamano questa l'Età dell'Oro, perchè la vita in essa scorre soave a contatto con la natura, e tutta la Terra somiglia ad un giardino ("Eden" nelle lingue semitiche, "Paradiso" in lingua persiana).

Anno 25: per rischiarare la vita degli uomini, Crono ordina ai fratelli Iperione e Teia di generare i luminari del cielo. Nascono così Elio (il Sole), Selene (la Luna) ed Eos (l'Aurora). Quando Selene sorge per la prima volta sul suo carro d'argento, tutti gli uomini restano stupiti, ma sono addirittura terrorizzati quando per la prima volta Elio glorioso sorge da dietro l'orizzonte, dando inizio al computo del tempo.

Anno 46: la Notte e l'Erebo generano le tre Erinni, personificazioni della Vendetta e del Rimorso: Tisifone, Aletto e Megera. Esse non hanno altra legge che la loro, e perseguitano in modo atroce peccatori ed assassini. Solo se questi mostrano pentimento sincero si trasformano nelle benigne Eumenidi ("benevole").

Anno 100: dietro preghiera degli uomini, Prometeo fabbrica per loro Pandora ("tutti i doni"), la prima donna, cui tutte le dee fanno doni meravigliosi.

Anno 157: Psiche ("anima") è una principessa africana così bella da causare l'invidia di Afrodite. Quest'ultima invia Eros perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra, ma è proprio il dio Eros, primogenito di tutti i numi, ad innamorarsi della mortale. Con l'aiuto di Zefiro la trasporta nel suo palazzo, imponendo che gli incontri con lui avvengano di notte, nel buio totale, per non incorrere nelle ire di Afrodite. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle invidiose, decide di vedere il volto del suo amante, e porta con sé unaCanova, Amore e Psiche, Louvre candela, che accende mentre Eros dorme. Ma una goccia di cera cade sul petto del suo amante, che si sveglia e scompare. Anche Afrodite si accorge della passione che lega Psiche ed Eros, e così le impone di discendere agli inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza, in cambio di un'ampolla datale dalla dea dell'amore. Durante il viaggio, mossa dalla curiosità, Psiche apre l'ampolla, che in realtà contiene il sonno più profondo, e Psiche cade in coma. Ma Eros, pentito di averla piantata in balia di Afrodite, torna indietro e la sveglia con un bacio, che le dona anche l'immortalità. Eros e Psiche si sposano sull'Olimpo, e dalla loro unione nasce il Piacere.

Anno 211: Epimeteo ("colui che comprende in ritardo"), il meno furbo dei fratelli, riceve da Crono e dagli altri déi un numero limitato di buone qualità da distribuire saggiamente fra tutti gli esseri viventi; comincia allora a distribuire le qualità agli animali ma si dimentica degli uomini. Prometeo ("colui che comprende in anticipo"), il dritto della famiglia, rimedia rubando agli déi uno scrigno in cui sono riposte la ragione, l'intelligenza e la pietà, e le dona alla specie umana, ponendola così al di sopra di tutti gli esseri viventi. A Crono la cosa inizialmente non piace, perché gli uomini in tal modo diventeranno sempre più potenti e capaci, e potrebbero sopraffare gli stessi déi. Allora consegna a Pandora un vaso contenente dei doni; Prometeo la sconsiglia di aprirlo, ma Epimeteo, curioso, le consiglia il contrario, ed allora Pandora lo scoperchia. Tutti i figli della Notte si riversano nel mondo, e con loro hanno inizio i lutti, la cattiveria, la fame, le pestilenze, la morte. L'uomo diventa fragile e mortale, e non potrà mai insidiare il dominio dei Titani. Poi però Crono si pente di aver punito eccessivamente gli uomini, ed insegna loro l'arte dell'agricoltura. Per questo i latini lo chiameranno Saturno (da "sata", i campi seminati).

Anno 248: Trittolemo, figlio del re di Eleusi cui Crono ha insegnato l'arte dell'agricoltura affinché egli la insegni a tutti gli uomini, giunge alla corte di Linco, re della Scizia, ma costui rifiuta di apprendere la nuova arte, che lo costringerebbe ad abbandonare il nomadismo, e tenta di uccidere Trittolemo. Per punizione, Crono lo trasforma allora in una lince. Ecco perchè i popoli della Scizia sono nomadi e non praticano l'agricoltura.

Anno 260: durante un banchetto sull'Olimpo Penia (l'Indigenza) non può partecipare, non avendo nemmeno una veste adeguata da mettersi, e così resta fuori della porta a piangere. Addormentatasi, la vede Poros (l'Espediente) che, giacendo con lei, fa in modo che da essa nasca la Gioia, che infatti è figlia di chi non ha nulla e sa arrangiarsi da solo.

Anno 331: il povero pescatore Glauco si accorge che i pesci da lui pescati e buttati sulla spiaggia, dopo aver mangiato una particolare erba che vi cresce, riacquistano vigore e si rituffano in mare. Prova allora egli stesso ad assaggiare l'erba, e subito sente l'irresistibile desiderio di gettarsi in mare. Si accorge di essere divenuto una divinità marina, con barba e capelli verdi, ed entra a far parte della corte di Oceano sposando l'oceanina Doride.

Anno 369 [7197 a.C.]: Atlantide, la terra più occidentale abitata dagli uomini, sprofonda in mare con tutta la sua popolazione nel giro di una sola notte.

Anno 425: Scilla, bellissima ninfa figlia di Forco e Ceto, si innamora del dio marino Glauco, e chiede a Stige un filtro d'amore per conquistarlo. Purtroppo anche Stige è innamorata di Glauco e, possedendo oscuri poteri di magia nera, le dà invece un veleno. Appena Scilla lo versa in una fonte e vi si bagna, si trasforma in un mostro orrendo dal cui corpo escono nove corpi di cane. La sventurata Scilla si rifugia su una rupe dello stretto di Messina, di fronte al gorgo di Cariddi, dove diventa il terrore dei naviganti, pretendendo sacrifici umani per lasciarli passare. Anche Odisseo dovrà darle il suo contributo di sangue.

Anno 497: Erebo e Notte concepiscono il figlio Caronte, che sarà destinato a traghettare le anime dei morti al di là dello Stige, il fiume infernale.

Anno 520: Narciso, figlio di Cefiso (divinità fluviale) e della ninfa Liriope, si innamora della sua immagine riflessa e, rendendosi conto dell'impossibilità di questo amore, muore di dolore. Gli déi impietositi lo trasformano nell'omonimo fiore (per questo si parla di "narcisismo").

Anno 611: Crono seduce Filira, una delle Oceanine, assumendo l'aspetto di un cavallo, e così da loro nasce un essere mezzo uomo e mezzo cavallo, Chirone, il più saggio dei centauri, precettore di déi ed eroi.

Anno 716: Alfeo, figlio di Oceano, si innamora della ninfa Aretusa, spiandola mentre fa il bagno nuda. Quando però tenta di possederla, Aretusa fugge e, siccome Alfeo non cessa dall'inseguimento, chiede a Gea di salvarla. La Madre Terra la tramuta così in una fonte dell'isola di Ortigia, in Sicilia. Ma Alfeo non demorde e invoca suo padre Oceano, il quale, commosso dal dolore del figlio, lo muta a sua volta in fiume. Questi si getta nelle acque del Mare Ionio e, senza mai confondere le proprie acque dolci con quelle salse del mare, giunge fino ad Ortigia dove si unisce per sempre all'amata fonte, presso l'attuale Siracusa.

Anno 803: Eos si unisce ad Astreo e partorisce i tre venti Noto, Zefiro e Borea, graditi agli uomini.

Anno 964: Acheloo, figlio di Oceano e di Teti, nume protettore del più lungo fiume della Grecia, si unisce a Mnemosine e partorisce le tre Sirene, Leucosia ("la Bianca"), Ligeia ("la Sonora") e Partenope ("dal volto di vergine"), creature con il corpo di uccello e la testa di donna, che con il loro canto affascinano i marinai, al punto da indurli a schiantarsi sugli scogli dell'isola su cui abitano.

Anno 1111: Stige e Pallante generano Nike (la Vittoria), Crato (il Potere) e Bie (la Forza).

Anno 1207: Cicno, figlio di Crono e di Arpalea, ha avuto dalla prima moglie Procleia il figlio Tenete. Morta la prima moglie, Cicno si risposa con la giovane Filonome, che si invaghisce di Tenete, ma da questi viene respinta. Allora Filonome lo calunnia presso Cicno, sostenendo che Tenete ha cercato di violentarla, e porta come testimone il flautista Eumolpo. Cicno le crede e ordina di gettare in mare Tenete, che però è salvato da Oceano per ordine di Crono. Accortosi della calunnia, Cicno fa seppellire viva Filonome e lapidare il flautista Eumolpo. Da Tenete prende il nome l'isola di Tenedo, di fronte a Troia. Alla fine della sua vita Cicno verrà trasformato dal padre in un cigno.

La dea Notte, particolare del fregio dell'altare di Pergamo Anno 1318: da Atlante e dall'oceanina Pleione nascono le sette Pleiadi ("colombe"): Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope e Taigete.

Anno 1675: Perse si unisce alla sorella Asteria e genera Ecate, dea dei giuramenti.

Anno 1835: sempre da Atlante e Pleione nasce Calipso, "la Nasconditrice".

Anno 1911: Febe e Ceo generano Leto (per i romani Latona), personificazione del progresso scientifico.

Anno 2008: Notte genera da sé sola le tre Moire, Cloto, Lachesi e Atropo, destinate a filare i destini dei mortali.

Anno 2216: Notte e Pallante generano gli Arimaspi, popolo di giganti con un occhio solo che abitano le regioni più settentrionali del mondo, a nord dei monti Iperborei; gli Epistigi, giganti senza testa e con il volto sul petto, che abitano la Nubia; gli Sciapodi dell'India, dotati di una gamba sola e di un unico, enorme piede, con cui saltano correndo velocissimi; e i Cinocefali, mostri della Scizia con il corpo di uomo e il volto di cane.

Anno 2349: il bellissimo mortale Espero viene rapito da Afrodite che, innamoratasi di lui alla follia, lo trasforma nell'astro della sera (il pianeta Venere), per poterlo vedere ogni notte dopo il tramonto del sole.

Anno 2517: Menezio, valoroso guerriero fratello di Prometeo e di Epimeteo, è confinato nel Tartaro da Crono a motivo della superbia usata contro di lui.

Anno 2800: Gea e Tartaro generano il Behemot, colossale ippopotamo sulla cui schiena crescono alberi come se si trattasse di un'isola, e il Leviatano, mostro orrendo a forma di coccodrillo delle profondità marine, che nessuno può ferire o uccidere (la sua distruzione sarà uno dei prodromi della Fine del Mondo): due creature ben note alla tradizione semitica.

Anno 2916: una povera contadina che dissoda un campo nei pressi del fiume Marta, in Etruria, vede una zolla sollevarsi da sola ed assumere le sembianze di un fanciullo, che egli chiama Tagete, ritenendolo figlio di Gea. Il fanciullo ha già i capelli bianchi nonostante la tenera età, e questo viene interpretato come segno di grande saggezza e di virtù profetiche. Un giorno la madre adottiva si ammala gravemente, e grazie ai suoi poteri oracolari egli consulta la madre Terra sul da farsi. Gea gli rivela che alla sua madre adottiva restano da vivere tanti mesi quanti petali ha il fiore bianco che egli le ha portato in dono. Tagete inorridisce, perchè il fiore ha solo quattro petali, ma subito dopo ha un'idea: con un coltello estremamente affilato li taglia in strisce sottilissime, ottenendo così un fiore con centinaia di petali: è nato il crisantemo. In tal modo la madre adottiva si rimette e vivrà ancora lunghi anni con lui.

Anni 3000-4211: Gea, che da sempre protegge il figlio Crono, lo avvisa che uno dei suoi figli lo detronizzerà. Allora, quando Rea gli partorisce Estia, la dea del focolare (la romana Vesta), subito Crono la divora. Fanno la stessa fine i figli Demetra (la romana Cerere, dea della vegetazione), Era, Poseidone ed Ade ("l'Invisibile").

Anno 3180: Tagete è assunto tra gli déi e diventa il nume italico tutelare degli indovini e degli aruspici.

Anno 3311: la ninfa Clizia ("illustre") è amata dal dio Sole, che le concede il privilegio di poterlo guardare fisso negli occhi senza perdere la vista. Poco dopo però Elio si innamora di Leucotoe, figlia del re Orcamo, e, assunte le sembianze della madre della ragazza, si introduce nella sua stanza e la seduce. Folle di gelosia, Clizia riferisce l'accaduto al padre di Leucotoe, che, in preda all'ira, fa seppellire viva la figlia. Disperato, Elio cosparge il luogo della sepoltura di Leucotoe con un nettare profumato, dal quale nascerà la pianta dell'incenso. Elio inoltre non vuole più saperne di Clizia, che non si rassegna alla fine del suo amore e passa i giorni a seguire con lo sguardo il percorso del carro del Sole, finché, consumata dal dolore, Gea non la trasforma in girasole, il fiore che rivolge sempre la propria corolla verso l'astro diurno.

Anno 3614: Rodope, moglie di Emo re della Tracia, è tanto superba della sua bellezza da ordinare ai suoi sudditi di chiamarla Afrodite. Per questa sua bestemmia, Crono la tramuta in un monte della Tracia, che da allora porta questo nome.

Anno 3879: Driope, ninfa figlia di Eurito, re di Ecalia, si reca sulle rive di un lago con la sorella ed il figlio, per offrire ghirlande alle ninfe del luogo. Per fabbricarle ella recide dei fiori da una pianta di loto, che subito comincia a sanguinare, poiché in quella pianta si era tramutata un'altra ninfa, Lotide, per sfuggire ad Atlante, che la voleva. Per questo sacrilegio Driope è tramutata a sua volta in albero.

Anno 4004 [3561 a.C.]: l'eroe mesopotamico Enoc, detto il Senzamorte, all'età di 365 anni viene assunto in Cielo ed ottiene l'immortalità. La sua scomparsa segna la fine dell'Età dell'Oro e l'inizio dell'Età dell'Argento.

Rea consegna a Crono una pietra al posto di Zeus, bassorilievoAnno 4211: Rea, la Grande Madre, è incinta di Zeus, ma non vuole che anche questo figlio le sia strappato. Allora chiede consiglio a Urano, rancoroso contro Crono che gli ha tolto il regno e la capacità di procreare, e questi gli suggerisce di partorire sul monte Ida, nell'isola di Creta, di affidare il piccolo alla ninfa Adrastea e di consegnare poi a Crono una pietra affinché egli la divori credendola il figlio. La capra Amaltea è incaricata di nutrire il piccolo Zeus con il suo latte, ma una poppata gli sfugge dalla bocca, finisce in cielo e diventa la Galassia (dal greco Via Lattea). Quando il bambino piange i Coribanti, indigeni dell'isola, si danno a canti e a danze sfrenate, impedendo a Crono di udirne i vagiti.

Anno 4350: diventato adulto, dietro consiglio di Meti, del quale è divenuto l'amante, Zeus fa bere al padre un emetico che lo costringe a vomitare prima la pietra, conservata in un santuario alle falde del Parnaso, e poi tutti i fratelli. I tre maschi, Zeus, Poseidone ed Ade, sconfiggono il padre e lo scacciano dal suo trono; Crono è costretto a rifugiarsi nel Lazio, sotto la protezione del dio Giano dalle due facce. Fine dell'Età dell'Argento, inizio dell'Età del Bronzo: progressivo imbarbarimento dell'umanità.

Anni 4531-4540: i Titani si rifiutano di riconoscere la signoria di Zeus e gli muovono guerra: sovrapposto il monte Pelion al monte Ossa, da lì bombardano con massi l'Olimpo su cui Zeus ha fissato la sua dimora. Infuria la Titanomachia, la guerra tra due generazioni divine che si contendono il dominio dell'universo, detta anche Guerra di Flegra dal nome dell'omonima pianura della Tessaglia dove essa ha luogo. Con i Titani si schierano Atlante, Menezio, Pallante e Notte, mentre con gli Olimpi si schierano Giano, Temi, Meti, Nereo, Iperione, Stige ed Ecate.

Anno 4554: Tizio tenta di violentare Leto, ma è fulminato da Zeus e precipitato nel Tartaro, dove è inchiodato al suolo (il suo corpo immane copre ben nove iugeri), e due avvoltoi gli rodono eternamente il fegato.

Anno 4540: Zeus è stanco dell'interminabile guerra, che sta riducendo il mondo ad un deserto perchè massi e lampi volano in ogni dove sul pianeta, ma a rincuorarlo viene la zia Temi, l'Ordine, che si è schierata con lui contro i suoi stessi fratelli. Quest'ultima gli consiglia di liberare da Tartaro i Ciclopi, che forgeranno per lui armi invincibili, e gli Ecatonchiri, che saranno degli alleati formidabili. Questi ultimi, furenti contro Crono che li ha imprigionati millenni prima nelle viscere del mondo, tempestano i Titani con 300 massi per volta, e la guerra volge definitivamente in favore degli Olimpi. Zeus, dietro consiglio di Temi, ha forgiato con la pelle della sua nutrice Amaltea uno scudo che lo rende invulnerabile, l'Egida (da cui il suo titolo di Egioco), e con le saette forgiategli dai Ciclopi dà il colpo di grazia ai suoi nemici. I Titani sono sbaragliati e rinchiusi nel Tartaro, mentre gli Ecatonchiri sono deputati a fare loro da custodi. Atlante è invece condannato a reggere sulle spalle la volta del firmamento. Fine dell'Età del Bronzo, inizio dell'Età del Ferro.

Anno 4547: avvisato da Urano che un figlio maschio avuto da Meti lo detronizzerà, quando Zeus sa che Meti è incinta la ingoia, ma subito gli prende un terribile mal di testa. Ade apre il cranio del fratello e da esso esce Atena, già completamente armata, la dea della Sapienza di cui Meti era incinta.

Anno 4550: da Maia, una delle Pleiadi, Zeus ha il figlio Ermes, messaggero degli déi e dio dell'astuzia (per questo è invocato dai ladri). Appena nato, ruba subito un branco di buoi a Poseidone, per poi restituirglieli, e con le corna di uno dei buoi e con il guscio di una tartaruga inventa la cetra. Dall'altra Pleiade Elettra, invece, Zeus ha il figlio Dardano, progenitore dei Troiani.

Anno 4552: dalla sorella Demetra Zeus ha la figlia Persefone, personificazione della Primavera.

Anno 4555: unitasi a Zeus, Temi partorisce le tre Ore, Eunomie (la Legalità), Dike (la Giustizia) ed Irene (la Pace), e le tre Cariti o Grazie, Aglaia (lo Splendore), Eufrosine (la Gioia) e Talia (la Prosperità).

Anno 4559: Gea non ha gradito la sconfitta del figlio prediletto e l'incarcerazione dei Titani, e così si unisce a Tartaro per generare il più terrificante di tutti i mostri: Tifone, personificazione del turbine, che ha mille orrende serpi al posto delle gambe, vomita in continuazione fuoco, lava e pietre incandescenti dalla bocca, con la testa sfiora il Cielo e, se apre le braccia, le sue mani lambiscono l'oriente e l'occidente. Unitosi ad Echidna, Tifone genera altri esseri spaventosi: Cerbero e Ortro, i cani dalle tre teste; l'Idra di Lerna, dalle nove teste il cui morso è velenoso, tali che per ognuna tagliata ne ricrescono due; il Leone di Nemea, dalla pelle invulnerabile; Argo Panopte ("che tutto vede"), gigante dai cento occhi; la Sfinge, dal corpo di leone, la testa di donna e le ali di rapace; l'Anfesibena, micidiale serpente dotato di due teste, una ad ogni estremità del corpo; il Grifone, con la metà anteriore di aquila e quella posteriore di cavallo; il Basilisco, mezzo gallo e mezzo serpente che uccide con lo sguardo; la Chimera, mostro dalle tre teste di leone, capra e serpente; e la Manticora dell'India, analoga alla Chimera ma con la testa di donna.

Anno 4575: sobillato dalla madre, Tifone dà l'assalto all'Olimpo. Gli Olimpi, terrorizzati, si tramutano in animali e fuggono in Egitto; e ciò spiega perchè gli egiziani adorano déi zoomorfi. Spronato di nuovo da Temi, Zeus abbandona il suo nascondiglio e ingaggia battaglia con Tifeo, ma questi lo schiaccia al suolo, gli strappa i nervi delle braccia e delle gambe rendendolo impotente e lo lascia in custodia alla sposa Echidna, tiranneggiando il mondo per dieci anni.

Anno 4585: travestitosi da aedo, Ermes si reca da Echidna e suona meravigliosamente la cetra per lei. Ad una ad una però fa saltare tutte le corde. Quando la donna mostruosa lo prega di suonare e cantare ancora, Ermes le chiede se non ha per caso dei nervi a disposizione. L'incauta Echidna le consegna quelli di Zeus, ed allora con essi il dio suona una melodia magica, che la fa addormentare. A questo punto Ermes prende i nervi e li infila nelle braccia e nelle gambe di Zeus, che può finalmente vendicarsi. Fornito di fulmini potentissimi dai Ciclopi, Zeus abbatte Tifone e gli schiaccia sopra una montagna della Sicilia, l'Etna, che da allora erutta fuoco e lapilli ogni volta che il mostro si scuote impotente e schiumante di rabbia.

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Terza Era

Anno 1 (4586 della Seconda Era, 37062 della Prima Era) [2980 a.C.]: vinta la Tifonomachia, Zeus viene di diritto investito sovrano degli déi e degli uomini, e può iniziare il suo regno. Gea e Notte si sottomettono a lui, e vengono da lui perdonate. Zeus e i fratelli si dividono allora l'universo: a Zeus tocca il Cielo, a Poseidone l'Enosigeo ("lo Scuotitore della Terra") spettano gli oceani, ad Ade spetta il regno sotterraneo (per timore gli uomini non pronunciano il suo nome e lo chiamano Plutone, "il ricco", perchè il sottosuolo è ricchissimo di minerali preziosi). La Terra e l'Olimpo sono proprietà comune di tutti.

Anno 2: Scontento delle notizie che il suo messaggero Ermes gli dà riguardo a quanto accade sulla Terra, Zeus decide con quest'ultimo di scendere in incognito tra gli uomini, travestito da mortale. I due déi travestiti vengono accolti da Licaone, re dell'Arcadia, che prima tenta di ucciderli, poi imbandisce loro un banchetto a base di carne umana. Inorridito, Zeus per punizione muta Licaone in lupo, quindi torna sull'Olimpo e decide di sterminare l'umanità corrotta per crearne una nuova. Tuttavia depone i fulmini, essendogli ben noto l'oracolo secondo cui l'universo sarà distrutto dal fuoco, e decide che il mondo verrà devastato dalle acque del fratello Poseidone: sarà il Grande Diluvio. Ma Prometeo avverte Deucalione, l'unico giusto rimasto sulla Terra, e gli insegna come costruirsi un'arca per salvarsi assieme alla moglie Pirra (Deucalione verrà detto "figlio di Prometeo" per l'amore che questi porta per lui). Mentre le acque dei fiumi si ingrossano ed inondano ogni terra, Deucalione e Pirra si salvano a bordo di un'arca a Deucalione e Pirra rigenerano l'umanità a partire dai sassi, incisione forma di nave, che galleggia per novanta giorni e novanta notti fino ad arenarsi sul monte Parnaso. Iride annuncia la fine del Diluvio proiettando in cielo l'arcobaleno, ed allora i due superstiti escono dall'arca e, consultato l'oracolo sul da farsi, si sentono dire che devono gettare le "ossa della propria madre" dietro le spalle. Deucalione comprende che la madre è la Terra e le sue ossa sono i sassi. Così fanno, e da essi sorge un'umanità rinnovata, adusa alla fatica come i sassi da cui deriva. Tra i nuovi nati c'è Elleno, capostipite di Dori, Ioni, Eoli e Achei, le quattro stirpi del popolo greco. Ma ci sono altri due superstiti: Dardano infatti si salva dal diluvio galleggiando in una grande anfora, dietro consiglio della madre Elettra, mentre il mesopotamico Ut-Napyshti, chiamato Noè dagli Ebrei e capostipite dei Semiti, sopravvive dentro un'arca di forma cubica.

Anno 3: unitosi a Mnemosine (la Memoria), il Cronide genera le nove Muse: Calliope ("dalla bella voce", la Poesia Epica), Clio ("colei che rende celebri", la Storia), Erato ("colei che provoca desiderio", la Poesia Amorosa); Euterpe ("colei che rallegra", la Poesia Lirica), Melpomene ("colei che canta", la Tragedia), Polimnia ("dai molti inni", il Mimo), Talia ("la festiva", la Commedia), Tersicore ("colei che si diletta nella danza", la Danza); ed Urania ("la celeste", l'Astronomia). 

Anno 4: Zeus prende in sposa Era, che gli dà i figli Ares (dio della guerra), Ebe (personificazione della giovinezza), Ilizia (la dea delle partorienti) ed Efesto (il dio del fuoco).

Anno 5: Zeus mette incinta Leto, ma Era non gradisce il primo tradimento da parte del marito, ed ordina a tutte le terre di rifiutare a Leto un luogo dove partorire. Allora Poseidone fa emergere dal mare l'isola errante di Delo, su cui Leto può partorire i figli Apollo (dio della medicina, della musica e della profezia) ed Artemide (dea vergine della caccia). Era manda allora il mostro Pitone, un serpente dalle molte teste figlio di Tifone ed Echidna, ad uccidere Leto e la sua prole, ma Apollo compie la prima delle sue imprese schiacciando le teste del mostruoso drago. Febe gli cede allora l'oracolo di Delfi, la cui sacerdotessa prende il nome di Pizia per ricordare l'uccisione di Pitone.

Anno 10 [2970 a.C.]: il dio Ermes, che in Egitto è adorato con il nome di Toth, inventa la scrittura. Inizio della registrazione della memoria storica degli uomini.

Anno 17: Efesto tenta di dividere il padre e la madre che litigano, ma Zeus va su tutte le furie e, presolo per un piede, lo scaraventa giù dall'Olimpo. Dopo un volo di un giorno intero, il dio precipita sull'isola di Lemno e rimane zoppo. Lasciato l'Olimpo sul quale si rifiuta di tornare, abita le profondità dell'isola di Vulcano, e diventa il fabbro degli déi con l'aiuto dei tre Ciclopi Bronte, Sterope ed Arge.

Anno 21: Ade, sdegnato per il fatto che nessuna dea o ninfa accetti di sposarlo e di vivere con lui nel suo regno sotterraneo, rapisce Persefone trascinandola con sé negli Inferi. La madre Demetra si mette in cerca della figlia piangendo senza sosta, e così la vegetazione terrestre avvizzisce e muore. Zeus, che non può permetterlo, ordina ad Ade di restituire la nipote alla sorella, ma ormai Persefone si è innamorata del suo tenebroso sposo, e così Zeus stabilisce che Persefone vivrà per sei mesi con la madre sulla Terra (primavera e estate), e per sei mesi con lo sposo negli Inferi (autunno e inverno). Ha perciò origine il ciclo delle stagioni.

Anno 40 [2940 a.C.]: Egitto, figlio di Poseidone e della ninfa Libia, fonda il regno d'Egitto assumendo per primo il titolo di Faraone ("signore della grande casa"); il suo popolo lo ricorderà con i nomi di Menes o Narmer.

Anno 55: Prometeo insegna agli uomini come fregare Zeus, bruciandogli ossa avvolte nel grasso e tenendo la preziosa carne per sé. Il re degli déi non gradisce e punisce l'umanità togliendole il fuoco. Ancora una volta interviene Prometeo, che ruba al carro di Elio una scintilla e la dona ai suoi protetti mortali. Allora Zeus perde la pazienza ed ordina che Prometeo sia incatenato su una roccia del Caucaso, mentre un'aquila immortale viene ogni giorno a divorargli il fegato, che la notte ricresce. La pena si rivelerà lunghissima.

Anno 68: Poseidone e la sua sposa Anfitrite, una delle Nereidi, assai meno gelosa di Era, generano Tritone, maestro di palazzo della corte paterna.

Anno 75: unitosi alla ninfa Toosa, a sua volta figlia di Forco e Ceto, Poseidone genera il figlio Polifemo ("molto noto"), il più forte dei Ciclopi.

Anno 90: matrimonio tra Ares ed Afrodite. Quest'ultima possiede una fonte magica che le permette di tornareOrione, dall'omonima fontana di Messina vergine ogni volta che vuole, semplicemente bagnandosi in essa.

Anno 101: Flegias, figlio di Ares e della ninfa Crise, scopre che sua figlia Coronide è stata sedotta da Apollo e poi abbandonata; per vendicarsi, brucia il tempio di Apollo a Delfi. Infuriato, il dio lo crivella di frecce e lo precipita nell'Ade, dove farà da custode ai dannati.

Anno 107 [2873 a.C.]: Orione, figlio di Poseidone ed Euriale, ricordato come il più grande di tutti i cacciatori e conosciuto in Mesopotamia con il nome di Nimrud (il dantesco Nembrotte), fonda la città di Babilonia, dove edifica una torre a gradoni (gli Ebrei la chiameranno Torre di Babele).

Anno 118: da Ermes e dalla ninfa Driope nasce il dio agreste Pan, personificazione della fertilità. Da lui discendono i sileni e i fauni dei boschi.

Anno 125: Orione vede le Pleiadi nude al bagno e se ne innamora, cominciando ad inseguirle per tutta la terra. Zeus si muove a compassione di loro e trasforma le sette ragazze in colombe, da cui il loro nome, per poi trasferirle in cielo sotto forma di stelle. Zeus manda poi uno scorpione mostruoso, figlio di Tifone e di Echidna, a pungere sia Orione che il suo fedele cane da caccia, Sirio. Prima di morire, Orione schiaccia il mostro. Come monito perenne, Zeus trasporta tutti e tre nel firmamento: nascono così la Costellazione di Orione, quella del Cane Maggiore (la cui stella più brillante, che è anche la più luminosa di tutto il cielo, prende il nome di Sirio) e quella dello Scorpione, che però è diametralmente opposta in cielo a quella di Orione, come segno di odio eterno fra i due: l'una sorge mentre l'altra tramonta.

Anno 138: Issione, figlio di Flegias, si innamora di Era e fa di tutto per possederla, ma Zeus lo inganna, inviandogli la nuvola Nefele che prende le sembianze di Era. Giacendo con lei ha due figli: Lapite, progenitore dei Lapiti che abitano la valle del fiume Peneo in Tessaglia, e Centauro, il quale si unisce ad una giumenta e dà vita ai centauri, esseri metà uomini e metà cavalli.

Anno 142: Eolo, nipote di Elleno ed abilissimo navigatore, nonché conoscitore di tutti i venti dell'aria, riceve da Zeus l'immortalità e diventa il dio dei venti, stabilendo la sua dimora nelle isole Eolie.

Anno 151: da Afrodite ed Ares nascono i due terribili scudieri di quest'ultimo: Phobos (la Fuga) e Deimos (il Terrore).

Anno 160: Issione viene punito per aver ucciso in modo crudele il suocero Deioneo: nell'Ade viene legato a una ruota di fuoco che gira senza sosta.

Anno 183: Efesto si prende la sua vendetta sui genitori, costruendo un magnifico trono d'oro che dona loro. Naturalmente Era non resiste alla tentazione di sedervisi ma, appena lo fa, vi rimane legata da mille fili invisibili. Fallito ogni tentativo di rompere l'incantesimo, gli altri déi pregano Efesto di venire a liberarla, ed egli accetta solo se potrà finalmente risalire sull'Olimpo, riprendere il posto che gli spetta e sposare Carite, la più bella tra le figlie di Zeus. Quest'ultimo è costretto ad accettare.

Anno 204: Apollo manifesta il desiderio di sposare la zia Estia, ma questa rifiuta e preferisce mantenersi vergine. Da allora le sacerdotesse di Estia, dette Vestali dal nome latino (Vesta) della dea, fanno voto di castità assoluta.

Mitra uccide il Toro celeste, bassorilievo del III sec. d.C.Anno 225: Mitra ("amicizia" in lingua persiana), figlio di Apollo e di una Oreade (ninfa delle montagne), anticipa Eracle nel compiere varie fatiche, tra cui la più importante è l'uccisione del Toro cosmico, oggi posto nel cielo sotto forma di costellazione, e per questo è assunto dal padre sull'Olimpo. Il suo culto assume grande importanza in Persia, e alla fine della Terza Era si diffonderà in tutto il bacino del Mediterraneo.

Anno 230: Ares ha da Afrodite altri figli spaventosi: Enio (dea degli spargimenti di sangue), Bia (la violenza), Crato (la forza bruta), Chidoimo (il frastuono della battaglia), e Polemo (lo spirito della battaglia). Da Polemo nascerà poi la figlia Alala, personificazione del grido di guerra, perchè Ares deciderà di usare il suo nome come proprio urlo di battaglia.

Anno 248 [2732 a.C.]: Gilgamesh, quinto re della città mesopotamica di Uruk e costruttore delle sue mura, per tre quarti discendente da divinità e solo per un quarto dagli uomini, ma per questo mortale, tenta di conseguire l'immortalità facendosi consigliare dal suo antenato Ut-Napyshti; dietro suo suggerimento, si tuffa nell'Oceano e preleva la stessa pianta che ha trasformato Glauco in una divinità marina, ma sulla via del ritorno un serpente gliela ruba e il suo sogno di vita eterna svanisce.

Anno 272: Apollo si innamora della ninfa Dafne e la insegue, ma questa non vuole rinunciare alla verginità, invoca la madre Gea e, quando Apollo la raggiunge, abbraccia una pianta di alloro. Da allora i poeti e i vincitori delle gare si adornano con corone di alloro.

Anno 291: come spesso fanno in quest'epoca remota, Zeus ed Ermes attraversano la Siria con sembianze umane, e giungono alla città di Sodoma. Qui bussano alle porte per chiedere ospitalità, e così saggiare il cuore dei sodomiti, che si dimostrano però quasi tutti empi, negando loro l'accoglienza che Zeus considera sacra, ed anzi trattandoli in malo modo ed aizzando i cani contro di loro. Una sola casa offre loro asilo: una miserabile capanna di canne e fango, dove vivono in povertà i pii coniugi Filemone e Bauci, gli unici timorati degli déi in tutta la città. Essi cedono ai due numi travestiti tutta la loro povera cena, e quindi offrono loro il proprio giaciglio di paglia. Venuto il mattino, Zeus chiede a Filemone e Bauci se hanno un desiderio che vorrebbero vedere esaudito, ma i due, anziché chiedere agi e ricchezze, domandano al padre degli déi di poter morire nello stesso momento, per non lasciarsi mai soli. Gli déi allora invitano i due coniugi ad uscire dalla città camminando di fronte a loro, e senza mai voltarsi indietro qualunque cosa accada. Filemone e Bauci sentono un grande frastuono alle loro spalle ma non si voltano. Quando giungono in cima alla collina e finalmente si girano, si avvedono che la città è scomparsa, rasa al suolo dalla furia di Zeus ed inghiottita dalle acque del mar Morto, mentre la loro povera capanna è stata trasformata in un tempio grandioso. I due coniugi comprendono che i loro ospiti erano due déi, e diventano sacerdoti del tempio di Zeus.

Anno 307: Fetonte, figlio di Elio e della ninfa Climene, chiede al padre di condurre per un giorno il carro del Sole. Il titano accetta, ma Fetonte è inesperto e guida il carro troppo vicino alla Terra: la Libia diventa uno sterile deserto, i boschi vanno in fiamme, fiumi e sorgenti si prosciugano, i mari ribollono. Onde evitare la distruzione del mondo, Zeus è costretto a folgorare Fetonte, che cade nell'Eridano (il nostro Po). I cavalli del Sole, non sentendo più la mano inesperta che li guida, tornano a quel punto sulla loro strada naturale. La madre Climene e le sorelle di Fetonte, le Eliadi, piangono inconsolabili sulle sponde del fiume Eridano, finché Zeus impietosito non le muta in pioppi.

Anno 315: Efesto viene a sapere da Elio, l'auriga del carro del Sole che tutto vede, che sua moglie Carite lo tradisce con Ares, il dio della guerra: quest'ultimo aveva posto un guardiano sulla porta, Alettrione, per avvisarlo del momento in cui il Sole sarebbe sorto, ma il servo si è addormentato ed Elio ha visto tutto. Allora Efesto organizza una trappola per i due amanti: quando si sdraiano sul letto di Efesto, una rete d'oro cade su di loro e li imprigiona. Efesto chiama subito gli déi dell'Olimpo per svergognare i due adulteri davanti a tutti, ma a quella vista i numi si danno alle più matte risate, dicono l'un l'altro che non sanno cosa darebbero per essere al posto di Ares, e danno del cornuto al dio del fuoco. Questi si lascia convincere da Poseidone a liberare i due fedifraghi ma, schiumante di rabbia, ripudia Carite e se ne torna nella sua fucina sotto l'isola di Vulcano. Ares, dal canto suo, punisce l'incauto Alettrione trasformandolo in un gallo, che da allora non si dimentica mai di avvisare con il proprio canto il sorgere del dio Sole.

Anno 318: dopo aver abbandonato l'infedele Carite, Efesto sposa in seconde nozze la ninfa Cabeiro, figlia di Proteo e di Anchinoe. Dal matrimonio nascono i Cabiri, abitanti del sottosuolo esperti in oreficeria che dagli uomini verranno in seguito chiamati Nani o Gnomi.

Anno 332: il dio Pan si innamora della ninfa Siringa, che fa parte della corte di Artemide. Per sfuggire a Pan, dal quale non vuole essere posseduta, Siringa scappa fin sulle rive del fiume Ladone, dove non ha più fiato per proseguire. Allora invoca Artemide, che la trasforma in un fascio di canne palustri. L'inconsolabile Pan si accorge che, quando i venti ci soffiano dentro, esse emettono un suono armonioso; allora, unendo alcune di esse, Pan costruisce uno nuovo strumento musicale, la siringa o flauto di Pan.

Anno 356: Zeus si innamora di Io, figlia di Inaco, fondatore e primo re di Argo; ma, temendo la gelosia di Era, quando va a trovarla la nasconde in una nuvola dorata. Era tuttavia pedina il marito e si accorge del sotterfugio; trasforma allora la giovane in una giovenca, ma Zeus continua a incontrarla trasformandosi a sua volta in toro. Allora la dea decide di farla sorvegliare da Argo, gigante dai cento occhi, dei quali cinquanta sono sempre aperti. Ermes, incaricato da Zeus di risolvere il problema, addormenta Argo con la sua musica e lo uccide, liberando la giovenca. Era tuttavia non si dà per vinta e, dopo aver posto i cento occhi di Argo sulla ruota del pavone maschio, manda un tafano terribile a pungere Io, che comincia a correre per tutta la Grecia per sfuggire all'insetto; arrivata al braccio di mare tra Europa e Asia, lo attraversa a nuoto, e così lo stretto prende il nome di Bosforo ("passaggio della giovenca"). Finalmente giunge in Egitto, dove è adorata con il nome di Hathor, prima che Zeus le restituisca finalmente la forma umana.

Anno 370: Giacinto, figlio Pierio e di Clio, viene amato sia da Zefiro che da Apollo. Giacinto ricambia l'amore di quest'ultimo, accompagnando il dio ovunque egli si rechi. Un giorno i due iniziano una gara di lancio del disco, ma il disco di Apollo, deviato da una folata del geloso Zefiro, colpisce alla tempia Giacinto, uccidendolo. Inconsolabile, Apollo trasforma l'amato in un fiore dal colore rosso porpora, lo stesso del sangue che Giacinto aveva versato.

Anno 388: Creteo, figlio di Eolo e di Enarete, viene punito da Zeus per aver desiderato di possedere la dea Era: Ipno, dio del sonno, fa cadere su di lui un sonno profondissimo dentro una caverna del monte Elicona. Questo sonno durerà 400 anni.

Il supplizio di Sisifo, Tiziano, 1549, Museo del PradoAnno 410: Sisifo, re di Corinto figlio di Eolo e di Enarete, e perciò fratello di Creteo, rivela alcuni segreti degli déi agli uomini, e per punirlo Zeus manda a lui Tanato (la Morte). Sisifo però riesce ad imprigionarla con uno stratagemma, ed allora nessuno sulla Terra muore più. Zeus invia allora Ipno, il Sonno, fratello di Tanato, a liberarla, ma Sisifo ha un'altra freccia al suo arco: ordina alla moglie Merope di lasciare insepolto il suo corpo. Giunto nell'Aldilà, Sisifo chiede ad Ade il permesso di tornare per un giorno sulla Terra onde punire la moglie che è stata empia verso il suo cadavere, ed Ade glielo accorda; ma, una volta tornato in superficie, se ne guarda bene dal ritornare nell'Averno.

Anno 433: giunto al compimento naturale dei suoi giorni, Sisifo deve ritornare da Ade che gli infligge un supplizio tremendo: dovrà rotolare un masso dalla base alla cima di un monte, ma, ogni volta che sta per raggiungere la cima, il masso rotola nuovamente alla base del monte, per cui Sisifo dovrà ripetere la sua scalata per tutta l'eternità.

Anno 445: Filemone e Bauci si sentono prossimi alla morte, ed allora Zeus, memore della loro fedeltà, li trasforma in una quercia e in un tiglio con le radici intrecciate, che si ergono di fronte al tempio. Questi alberi saranno venerati per anni dai fedeli.

Anno 489: Bellerofonte, figlio di Glauco e nipote di Sisifo, re di Corinto, resosi colpevole dell'omicidio del fratello, si rifugia presso Preto, re di Tirinto, sacerdote in grado di purificare dai peccati. Purtroppo però Stenebea, moglie di Preto, si invaghisce di lui; siccome viene rifiutata, la donna, assetata di vendetta, racconta falsamente a Preto di essere stata sedotta dallo straniero e gli chiede di ucciderlo. Le leggi di Zeus impediscono l'uccisione di un ospite, pertanto Preto invia Bellerofonte da Iobate, re di Licia e padre di Stenebea, con la scusa di consegnargli una lettera che richiede, in realtà, l'uccisione dello stesso Bellerofonte. Ma neanche Iobate se la sente di assassinarlo, e preferisce invece affidargli una missione senza ritorno, chiedendo al giovane di uccidere la Chimera. Zeus che lo protegge gli dona però un cavallo alato, in groppa al quale riesce a versare piombo fuso nella gola della Chimera, che, solidificandosi, soffoca il mostro. Iobate tenta nuovamente di eliminarlo, chiedendo a Bellerofonte di combattere contro i Solimi, ma il nipote di Sisifo la spunta anche stavolta. A questo punto Iobate capisce che Bellerofonte ha Zeus dalla sua, gli mostra il messaggio di Preto e gli dà in sposa l'altra figlia, Filonoe.

Anno 500: le nove figlie di Evippa e di Pierio, re di Macedonia, Acalantide, Cencride, Cissa, Cloride, Colimba, Dracontide Iunce, Nessa e Pipo, dette le Pieridi, ritengono di essere così abilissime nel canto, da decidere di sfidare le Muse. Inizialmente le Pieridi sembrano in vantaggio, ma poi vengono giudicate sconfitte grazie al canto melodioso di Calliope. Per punire la loro superbia, le Muse le trasformano in piche.

Anno 512: Aella dà vita al popolo delle Amazzoni, in greco "senza un seno", perchè queste donne guerriere si mutilano il seno destro per tendere meglio l'arco.

Anno 540: Bellerofonte, divenuto orgoglioso dei suoi successi, tenta di raggiungere l'Olimpo sul cavallo alato donatogli da Zeus, ma il re degli dei, infastidito dalla sua presunzione, mandano un tafano a pungere il cavallo, che disarciona Bellerofonte, e questi si sfracella al suolo.

Anno 589: Alcione, figlia di Eolo, sposa Ceicem ed è così felice che un giorno arriva a chiamare il marito "Zeus". Il re degli déi si indigna per questo affronto e scatena una tempesta mentre Ceice è in viaggio per mare, facendolo annegare. La sua ombra appare ad Alcione che, indovinatane la morte, si getta nelle acque per raggiungerlo. Ma Eolo ne ha pietà, e trasforma figlia e genero in gabbiani. Il nido dei due sposi, costruito vicino al mare, viene purtroppo continuamente distrutto dalle onde; Zeus in persona stavolta si impietosisce, e placa il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d'inverno, in modo che possano riprodursi.

Anno 626: Erisittone, figlio di Triope re di Tessaglia, abbatte un bosco sacro a Demetra per costruirsi una sala da pranzo, e la dea lo punisce con una fame terribile. Prima divora tutti i suoi averi, poi costringe le figlie a prostituirsi per comprare alimenti, e infine, quando non ha più nulla, prende a divorare a morsi le proprie stesse carni.

Anno 665: Zeus scorge Callisto, ninfa che fa parte del seguito di Artemide, mentre si riposa in un bosco, se ne innamora, ma Callisto è consacrata ad Artemide e per questo tenuta alla verginità. Allora il Cronide assume le sembianze della stessa Artemide e si unisce a lei in un rapporto lesbico. Callisto resta incinta e capisce di essere stata gabbata da Zeus. Quando Artemide si rende conto che Callisto non è più vergine, la trasforma in un'orsa e la scaccia. Arcade, il figlio nato dalla sua unione con Zeus che darà nome all'Arcadia, nel corso di una battuta di caccia si imbatté nell’orsa e, proprio quando sta per ucciderla, Zeus interviene per impedire il matricidio, trasformando madre e figlio nelle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Era, adirata per l'ennesimo tradimento da parte del marito, ottiene dal dio Urano che le nuove costellazioni non possano mai tramontare dietro l'orizzonte per trovare riposo, e così è (le due costellazioni sono circumpolari, e alle latitudini del Mediterraneo non tramontano mai).

Anno 678: Cinira, re di Cipro, si unisce a sua figlia Mirra, la quale, sconvolta dall'incesto, non riesce più a vivere e si suicida, ma Zeus trasforma il suo corpo nell'albero della mirra. Dal tronco di questa esce il figlio di Cinira e Mirra, il bellissimo Adone. I cananei lo chiameranno Tammuz o Baal Hadad, gli etruschi Atunnis, i Frigi Attis, i Germani Baldur.

Venere e Adone, Cristoforo Stati, Museo Civico di BraccianoAnno 699: Adone è  conteso da Afrodite e da Persefone, ma la loro disputa è risolta da Apollo che, geloso della bellezza del giovane, durante una battuta di caccia manda un cinghiale ad ucciderlo da inviato dal geloso Ares, sposo della dea Afrodite. Dal sangue del giovane nascono dei fiori bellissimi, gli anemoni, mentre quello della dea Afrodite, feritasi tra i rovi mentre correva da lui per soccorrerlo, piove sulle rose, che da bianche diventano rosse. Tuttavia Zeus, commosso per il dolore di Afrodite, concede ad Adone di vivere ogni anno quattro mesi nel regno di Ade, quattro sull'Olimpo assieme alla sua amante e quattro sulla Terra in compagnia di chi lui preferisce. Questo fatto renderà Adone il centro di culti misterici sul finire della Terza Era.

Anno 710: Aracne, tessitrice di Colofone, osa vantarsi di essere più brava della dea Atena nell'arte della tessitura. La dea accetta la sfida, ma le Muse decretano che il lavoro di Aracne è migliore. Offesa, la dea distrugge la tela di Aracne, la quale muore di dolore. Gli déi la tramutano allora in ragno, che tesse e ritesse in eterno la sua tela.

Anno 744: Filomela viene violentata dal re della Tracia Tereo, che ha sposato sua sorella Procne, ma è innamorato di lei senza essere corrisposto. Per impedirle di riferire le violenze subite, Tereo le taglia la lingua, ma Filomela riesce ad informare la sorella ricamando un messaggio per lei su una tela che le fa pervenire. Non appena saputo il fatto, Procne uccide il figlio Iti che ha avuto con Tereo e gliene dà in pasto le carni. Appena Tereo ha compreso quanto ha fatto, si mette alla ricerca delle due sorelle, che si sono rifugiate a Dauli. Le due invocano l'aiuto dagli dei, e tutti i protagonisti di questa tragedia vengono trasformati in uccelli: Procne in rondine, Filomela in usignolo, Tereo in upupa.

Anno 776: Zeus, notando l'attitudine al pettegolezzo di Eco, una delle Oreadi (le ninfe delle montagne), la convince ad intrattenere sua moglie Era in modo da distrarla dai suoi amori furtivi. Era però si accorge dell'inganno, e punisce Eco togliendole l'uso della parola e condannandola a ripetere solo l'ultima parola che le viene rivolta. Nasce così il fenomeno dell'Eco.

Anno 788: Creteo si sveglia dal suo sonno quattro volte secolare e, ottenuto il perdono di Zeus, fonda la città di Iolco in Tessaglia. Da lui discenderanno Esone e Giasone.

Anno 802: la dea Atena inventa il flauto, ma poi lo getta via, infastidita del modo in cui le deforma le gote quando lo suona. Allora il sileno Marsia lo raccoglie, ed inizia a suonarlo con tale grazia che tutto il popolo ne è ammaliato. Inorgoglitosi, Marsia afferma di avere più talento persino di Apollo. Contrariato, il dio decide di sfidarlo: al vincitore, decretato dalle Muse, sarà concesso il diritto di fare ciò che vuole dell'altro. Inizialmente le Muse decretano il pareggio tra i due, ma a questo punto Apollo rovescia la cetra e la suona divinamente, ma Marsia non può fare altrettanto con il suo flauto, ed è costretto a riconoscere Apollo vincitore. Il dio allora lo lega ad un albero e lo scortica vivo.

Anno 814: Acrisio, discendente di Egitto e re di Argo, prova un amore morboso verso la bellissima figlia Danae e, pur non commettendo incesto con lei, si rifiuta ostinatamente di darla in sposa ai pretendenti, ed anzi la tiene chiusa in una gabbia dalle sbarre strettissime. Ma di Danae si invaghisce Zeus, il quale si trasforma in pioggia d'oro che, colando tra le sbarre della gabbia, feconda la ragazza. Quando Acrisio si rende conto che la figlia è incinta, folle di gelosia la fa inchiodare in una cassa e buttare in mare. Poseidone però per ordine di Zeus manda un orrendo mostro marino dalle sette teste e dalle dieci corna a devastare Argo e ad uccidere Acrisio, mentre le correnti spingono Danae sull'isola di Serifo, il cui sovrano Polidete la salva e le offre ospitalità. Danae partorisce così un bimbo cui dà il nome di Perseo.

Anno 832: Polidete, divenuto invidioso del vigore fisico di Perseo e timoroso che questo lo scacci dal trono, gli annuncia che intende sposarsi, e vorrebbe come trofeo la testa di Medusa. Quest'ultima pietrifica con lo sguardo, per cui Polidete pensa di sbarazzarsi così di Perseo. Quest'ultimo però è protetto dal padre Zeus e da Atena, che gli consegna l'elmo fatato di Ade, capace di rendere invisibili, e uno scudo lucido come uno specchio. Così, camminando all'indietro e guardando Medusa nello specchio, Perseo riesce a spiccarle la testa dal busto. Il suo sangue si mescola con la terra e da esso nasce Pegaso, il cavallo alato immortale, oltre alla Fenice, uccello prodigioso che ogni 500 anni muore nel fuoco e rinasce dalla sue ceneri (detta per questo anche "Uccello di Fuoco"). Subito Perseo monta in groppa a Pegaso e si fa riportare da Polidete, che pietrifica con la testa di Medusa per punirlo del suo complotto ai propri danni. Infine riprende il volo e giunge in Etiopia, dove la sciocca regina Cassiopea, moglie di re Cefeo, ha osato vantare che la bellezza di sua figlia Andromeda è superiore a quella di Anfitrite, moglie di Poseidone. Quest'ultimo, furibondo, ha mandato lo stesso mostro dalle sette teste che aveva ucciso Acrisio a devastare le coste dell'Etiopia, e l'oracolo afferma che il flagello cesserà solo se Andromeda sarà sacrificata al mostro. Perseo arriva a cavallo di Pegaso proprio nel momento in cui la ragazza, incatenata a uno scoglio, sta per essere divorata dal drago: Perseo mostra a quest'ultimo la testa della Gorgone, e subito esso diventa uno scoglio immane di pietra. Allora Cefeo offre Andromeda in sposa a Perseo, e tutti vissero felici e contenti.

Anno 842: Perseo subisce una congiura da parte di Fineo, già aspirante alla mano di Andromeda, ma lo pietrifica con la testa di Medusa. Fiutata l'aria cattiva, l'eroe lascia allora l'Etiopia con la sposa a cavallo di Pegaso, rientra nel Peloponneso e fonda la città di Micene. La testa di Medusa è offerta in dono ad Atena, che la pone al centro del proprio scudo.

Anno 887: Leandro, bellissimo giovane che vive ad Abido, sulla sponda asiatica dell'Ellesponto, si innamora di Ero, sacerdotessa di Afrodite che abita a Sesto, sulla riva europea di quello stretto, ed ogni sera attraversa a nuoto lo stretto per incontrare la sua amata che, per aiutarlo ad orientarsi, accende una lucerna sulla propria finestra. Una notte una tempesta infuria sullo stretto e spegne la lucerna, ma Leandro vuole tuffarsi ugualmente per raggiungere la sua diletta, e purtroppo annega. All'alba Ero trova il corpo senza vita dell'amato sulla spiaggia e, incapace di sopravvivere al dolore, si suicida gettandosi da una torre.

Anno 911: Tantalo, re della Frigia figlio di Zeus e di Taigete, è tanto benvoluto dagli dei che spesso si siedono alla sua mensa, ma ne approfitta per rubare nettare e ambrosia e distribuirli ai suoi sudditi. Offeso, Zeus lo fulmina e nell'Ade lo condanna a soffrire in eterno la fame e la sete, pur avendo davanti cibi succulenti ed acqua dolce ("supplizio di Tantalo").

Anno 945: Niobe, figlia di Tantalo, sposa il re di Lidia Anfione e da lui ha sette figli e sette figlie. Inorgoglitasi, osa burlarsi della dea Leto, che ha avuto solo due figli. Apollo e Artemide, furibondi per l'offesa recata alla propria madre, le uccidono a frecciate tutti i figli, e Niobe scoppia in un pianto che nessuno può consolare. Straziato dai suoi lamenti, Zeus la muta in pietra, visibile ancor oggi nella Lidia, sul monte Sipilo.

Anno 981 [1999 a.C.]: il semita Melchisedec ("re di giustizia") fonda la città di Gerusalemme.

Anno 998: di Endimione, bellissimo pastore dell'Elide, si innamora Selene, la cocchiera della Luna, che per poterlo ammirare ogni notte fa scendere su di lui un sonno eterno, e da allora egli, eternamente giovane, dorme sui prati del monte Latmo.

Anno 1001: Poseidone si unisce di nuovo alla ninfa Libia e genera Agenore, fondatore e primo re della città di Tiro.

Anno 1020 [1960 a.C.]: Cecrope, figlio di Gea il cui corpo termina con una coda di serpente, fonda la città di Atene. A lui si fa risalire l'uso di seppellire i morti anziché cremarli. Subito dopo la fondazione della città, Poseidone ed Atena si contendono il favore degli abitanti: Poseidone offre loro in dono il cavallo, Atena l'ulivo. I primi ateniesi ritengono più utile l'ulivo, e così la vergine guerriera diviene patrona della città, che da lei prende il nome.

Anno 1040: da Telefassa il re Agenore ha i figli Cadmo, Cilice, Fenice, Europa e Asterione.

Europa e Zeus, pittura vascolareAnno 1068: Zeus si incapriccia di Europa ("dalla bella faccia"), la stupenda figlia di Agenore e Telefassa, e per adescarla si trasforma in uno splendido toro. Vedendolo docile, Europa gli monta in groppa, e questi la rapisce e la porta sull'isola di Creta, dove la mette incinta. Da lei nascono tre gemelli: Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Intanto Agenore invia i suoi figli maschi alla ricerca di Europa, ingiungendo loro di non tornare senza di lei. Fenice diventerà il capostipite dei Fenici, Cilice degli abitanti della Cilicia.

Anno 1078: Cadmo interrompe le ricerche di Europa e, seguendo i consigli dell'oracolo di Delfi, segue una vacca, perchè nel luogo in cui si fermerà dovrà edificare una nuova città. La vacca si ferma nel cuore della Beozia: qui Cadmo decide di sacrificare l'animale alla dea Atena, ma nel mentre un drago lo attacca. Cadmo abbatte il mostro, poi porta a termine il sacrificio; Atena, riconoscente, gli appare e gli suggerisce di seminare i denti del drago: da ognuno di essi spunta un uomo armato. Costoro aiutano Cadmo a costruire la rocca della nuova città di Tebe, di cui Cadmo diventa primo re. Atena gli dà in sposa Armonia, figlia di Ares e di Afrodite, e dall'unione nascono quattro figlie: Ino, Agave, Autonoe e Semele.

Anno 1090: Zeus si innamora di Semele e le appare sotto forma di mortale, ma la gelosa Era convince Semele a chiedere all'amante di mostrarsi a lei nel suo vero aspetto. Zeus la ammonisce che non potrà sostenere la sua vista, ma Semele insiste, e così Zeus si mostra a lei in tutto il suo fulgore divino. Il fuoco che da lui promana uccide Semele, ma rende immortale il figlio che ella portava nel grembo. Zeus allora lo toglie dal cadavere della madre e se lo nasconde nel ginocchio. Al compimento naturale del parto, dalla sua gamba esce Dioniso (vuol dire appunto "ginocchio di Zeus").

Anno 1092: Ino, sorella di Semele, accetta di prendersi cura del piccolo Dioniso per incarico di Zeus; la vendetta di Era però la colpisce e la fa impazzire, sicché ella uccide il marito Atamante e il figlio Melicerte. Rinsavita e distrutta dal rimorso, Ino decide di suicidarsi gettandosi in mare, ma Zeus vuole riparare il torto commesso dalla moglie e trasforma Ino nella divinità marina Leucotea ("la bianca dea").

Anno 1098 [1882 a.C.]: Minosse diventa il primo re dell'isola di Creta; pur essendo un mortale, Zeus lo ricompensa per la sua giustizia ed equanimità concedendogli una vita lunghissima.

Anno 1101: con un calcio, il cavallo alato Pegaso fa sgorgare sul monte Elicona la fonte Ippocrene, alla quale si abbeverano i poeti prima di accingersi alle loro opere.

Anno 1110: Dioniso scende agli Inferi e convince Ade a liberare la madre, che riceve da Zeus l'immortalità e può ascendere all'Olimpo.

Anno 1125: Dioniso scopre che dal succo dell'uva si può ricavare una bevanda inebriante, e diventa il dio orgiastico del vino. Del suo corteo fanno parte le Menadi o Baccanti e i Satiri, oltre al dio Pan.

Anno 1141: Penteo, figlio di Echione e di Agave, a sua volta figlia di Cadmo, succede al nonno sul trono di Tebe, ma si oppone all'introduzione in città del culto di Dioniso, suo cugino per parte di madre, perchè basato su orge e danze sfrenate. Desideroso di vendicarsi, Dioniso sotto le mentite spoglie di un mortale, consiglia a Penteo di spiare la madre e le zie, riunite sul monte Citerone a celebrare i riti dionisiaci, in modo da rendersi personalmente conto della loro turpitudine. Penteo si nasconde sotto un pino, ma Dioniso fa in modo che venga scoperto dalle sue sacerdotesse che, invasate dalla furia dell'estasi dionisiaca, lo scambiano per un nemico e lo fanno a pezzi, conficcando la sua testa in cima ad un tirso e portandola come un macabro trofeo fino a Tebe. La stessa Agave regge il palo con la testa del figlio; solo quando la sbornia è passata, la madre si accorge del tragico inganno e si toglie la vita.

Anno 1168: Anfizione, re di Atene discendente di Cecrope, fonda l'Anfizionia di Delfi, la prima lega di città greche che gravitano intorno al culto del santuario delfico. Dodici sono i popoli che compongono la lega: dolopi, beoti, dori, tessali, focesi, achei, ioni, locresi, etei, perrebii, magneti e malii.

Anno 1189: Radamanto, fratello di Minosse, è il primo mortale ad evitare la morte senza essere divinizzato, venendo accolto da suo padre Zeus nei Campi Elisi, la terra beata posta all'estremità occidentale del mondo.

Eos e Titone, pittura vascolare, VulciAnno 1200: Eos, l'Aurora, si invaghisce del bellissimo Titone, discendente di Dardano, e chiede per lui l'immortalità a Zeus. Si dimentica però di chiedere anche l'eterna giovinezza. Presto Titone invecchia ed Eos ha ribrezzo di lui. Dopo che ogni tentativo da parte di Titone di darsi la morte è fallito, essendo ormai immortale, Zeus per pietà di lui lo tramuta in cicala.

Anno 1211: il dio del fuoco Efesto desidera possedere la dea Atena, che però è intenzionata a restare vergine ad ogni costo. Atena riesce a liberarsi dall'abbraccio del fabbro degli déi, ma questi le eiacula sulla coscia. Schifata, la dea si ripulisce dallo sperma di Efesto con un fiocco di lana e lo butta per terra. A causa di questo Gea, la Madre Terra, rimane gravida, e ne nasce Erittonio, mostruosa creatura che ha due serpenti al posto delle gambe. A questo punto Atena ne ha pietà, lo raccoglie e lo nasconde in una cesta chiusa che affida ad Aglauro, Pandroso ed Erse, le tre figlie del re di Atene Anfizione. Aglauro ed Erse, inorridite dalla mostruosità del bambino, fuggono spaventate, inciampano e precipitano dall'Acropoli ateniese. Pandroso invece accetta di allevare Erittonio, che una volta adulto diverrà re di Atene; per nascondere le sue gambe serpentiformi si servirà di un particolare cocchio di sua invenzione.

Anno 1237: da Ermes ed Afrodite nasce il bellissimo Ermafrodito, allevato dalle ninfe della Frigia.

Anno 1252: il quindicenne Ermafrodito si ferma sulle rive di un grande lago della Caria, per dissetarsi alle sue acque. Qui lo vede la ninfa Salmace, che si innamora subito di lui, ma il giovane la respinge. Salmace non demorde e, appena Ermafrodito si bagna nel lago, lo abbraccia strettamente e chiede agli dèi di potersi unire per sempre a lui. I due così divengono un essere solo, metà uomo e metà donna.

Anno 1266: Asopo, re della Beozia figlio di Zeus e di Eurinome, dalla moglie Metope ha avuto le figlie Egina e Antiope. Zeus cerca di sedurre la bella Egina, ma Asopo lo sorprende. Il dio cerca di cavarsi dagli impicci trasformandosi in roccia, ma Asopo non sopporta che sua figlia sia stata violata impunemente, e lo sfida a duello. Zeus non sopporta l'affronto e colpisce il figlio con un fulmine, scaraventandolo in un fiume che da questo momento in poi prende il nome di Asopo.

Anno 1304: la ninfa Galatea ("bianca come il latte"), figlia di Nereo e di Doride, è amata dal ciclope Polifemo, ma Galatea lo respinge per la sua bruttezza e i suoi modi rozzi, e si innamora invece di Aci, un giovane bellissimo. Avendo fallito ogni tentativo di distogliere Galatea da Aci, Polifemo si infuria e scaglia su Aci un enorme masso, uccidendolo. Galatea, per tenere in vita almeno simbolicamente il suo amore, trasforma il sangue di Aci in una sorgente. Da lui prendono il nome alcune località della Sicilia (Aci Trezza, Aci Castello...)

Anno 1315: la nuvola Nefele sposa Atamante, re di Iolco figlio di Eolo, e gli dà due figli, Frisso ed Elle, ma dopo qualche tempo il re la ripudia per sposare una mortale, Neera, la quale odia i figli di primo letto di Atamante e cerca di liberarsene con l'inganno. Anzitutto persuade le donne del paese a mettere nel forno i semi di grano conservati per la semina successiva, che naturalmente, quando vengono seminati, non germinano, precipitando il paese in una grave carestia. Atamante invia allora i suoi messaggeri all'oracolo di Delfi, per chiedere il da farsi, ma Neera paga i messaggeri affinché, al loro ritorno, dicano al re che l'oracolo chiede il sacrificio di Frisso e Elle per far cessare la carestia. Costretto dal suo popolo affamato, Atamante deve acconsentire e i due ragazzi sono condotti sull'altare sacrificale. A questo punto però Frisso invoca l'aiuto di sua madre Nefele, la quale ottiene da Era di inviare in loro soccorso un animale prodigioso, un ariete alato con il vello tutto oro; esso prende in groppa Frisso e la sorella e li porta in salvo verso una terra lontana. Purtroppo Elle si addormenta e abbandona la presa del vello, precipitando in mare ed annegando nello stretto che da questo momento in poi prende il nome di Ellesponto ("mare di Elle"). Frisso prosegue da solo e raggiunge la Colchide, sulla costa orientale del Mar Nero. Il re della regione lo accoglie benevolmente e gli dà in sposa la figlia Calciope. In cambio, Frisso sacrifica l'ariete a Zeus e ne offre il vello al re, il quale lo consacra ad Ares e lo appende a una quercia in un bosco sacro al dio, mettendovi a guardia un drago insonne che sputa fiamme dalla bocca. Da Calciope e Frisso discende la dinastia regnante della Colchide.

Anno 1388: Apollo si innamora della ninfa Coronide dopo averla vista mentre fa il bagno in un lago. Dopo essersi accoppiato con lei, il dio se ne va lasciando una cornacchia a guardia della ragazza. Ma Coronide sposa il suo fidanzato Ischi; la cornacchia vola da Apollo per riferire il fatto, ed Apollo la punisce perché non ha allontanato Ischi da Coronide, tramutandole le piume da bianche in nere. Artemide uccide Coronide con un dardo, per vendicare il fratello disonorato, ma Apollo, accortosi che la ragazza era incinta, decide di salvare il piccolo che Coronide aveva in grembo, lo preleva dal cadavere della madre e lo pone nell'utero di Arsinoe, che porta a termine la gravidanza. Quando il bambino nasce, il dio gli conferisce l'immortalità e gli dà il nome di Asclepio. Questi diverrà il dio della medicina, ed il suo culto avrà centro ad Epidauro: basta che un uomo malato dorma nel tempio di Asclepio, per essere sanato. Da Lampezia, figlia di Elio, Asclepio avrà i figli Igea, la Salute; Panacea, che ha il dono di curare tutte le malattie; ed Iaso, che al contrario provoca le malattie Da Asclepio discenderà anche Macaone, il medico degli Achei che combatteranno a Troia.

Anno 1410: ad Efesto nasce il figlio Caco, un centauro che sputa fuoco e fiamme dalla bocca, che è solito rubare gli armenti altrui tra i colli dove sorgerà la futura Roma.

Johann Heinrich Füssli, l'indovino Tiresia (particolare)Anno 1444: Atteone, famoso cacciatore figlio di Aristeo e di Autonoe, che era stato allevato dal centauro Chirone, sorprende la dea Artemide nuda mentre fa il bagno in una fonte, e si nasconde per spiarla. La dea però lo scopre e, furibonda, lo trasforma in un cervo, aizzandogli poi contro la muta dei suoi cani che, non riconoscendolo, lo sbranano. Subito dopo si mettono alla ricerca del loro padrone per tutta la foresta, non trovandolo e riempiendola di dolorosi lamenti. Per porre fine al loro strazio, Zeus li muta in scoiattoli.

Anno 1479: da Evereo e dalla ninfa Cariclo nasce l'indovino Tiresia.

Anno 1489: Egeo, figlio di Pandione, ascende al trono di Atene, e da Calciope ha il figlio Teseo, uno dei più leggendari eroi della Grecia.

Anno 1501: Minosse è molto devoto di Poseidone, il quale, per provare la sua fedeltà, gli manda dal mare un magnifico toro bianco, ordinandogli di sacrificarglielo. Invece Minosse se lo tiene ben stretto e gli sacrifica cento tori ordinari. Poseidone va su tutte le furie e fa in modo che Eros sfrecci Pasifae, ultima moglie di Minosse, facendola innamorare follemente del toro. Pasifae chiede all'artigiano Dedalo di costruire per lei una vacca di legno, dentro la quale potrà nascondersi per accoppiarsi con il toro. Dall'amore bestiale nasce un figlio mostruoso, con il corpo di uomo e la testa di toro: il Minotauro. Rendendosi conto di essere cornuto quanto il figlio, Minosse chiede a Dedalo di costruirgli il Labirinto, un palazzo dalle mille stanze e dai diecimila anditi, così complicato che nessuno, una volta entrato, possa uscirne. Vi fa quindi rinchiudere il Minotauro, ma anche Dedalo ed il figlio Icaro, colpevoli di aver costruito la "falsa vacca" per Pasifae. Dedalo trova il modo di evadere da esso in volo, applicando alle proprie braccia e a quelle del figlio delle ali tenute insieme dalla cera; ma Icaro, trascinato dall'entusiasmo, si avvicina troppo al sole, le sue ali si sciolgono ed egli precipita in mare. Dedalo riesce invece a prendere terra in Sicilia, dove trovò rifugio presso Cocalo, sovrano di Agrigento.

Anno 1518: Androgeo, figlio prediletto di Minosse, prende parte ai giochi panatenaici indetti da re Egeo, e sbaraglia tutti i campioni di Atene. Egeo non gradisce e lo fa uccidere. Minosse, sdegnato, muove guerra ad Atene, la assedia, la costringe alla resa e, per non distruggere la città, pretende un tributo spaventoso: ogni anni sette giovani e sette ragazze della città dovranno essere inviati a Creta per essere chiusi nel Labirinto e divorati dal Minotauro, che è insaziabile di carne umana.

Anno 1522: passeggiando sul monte Citerone, Tiresia vede due serpenti che si accoppiano ed uccide la femmina, venendo subito tramutato da uomo a donna; vivrà in questa condizione per sette anni.

Anno 1525: dopo che il tributo di sangue è stato versato a Minosse per sette anni, Teseo si imbarca tra i quattordici destinati alla morte per porre fine a quella barbarie. Giunto a Cnosso, fa innamorare di lui Arianna, la figlia più giovane di Minosse, che gli spiega come uscire vivo dal Labirinto: legherà un filo all'ingresso e lo srotolerà progressivamente. Incontrato il mostro, Teseo lo abbatte liberando Atene dalla maledizione, poi riavvolge il filo e riesce a fuggire. Per sfuggire all'ira di Minosse, Teseo ed Arianna si imbarcano per Atene, ma l'eroe, che non è realmente innamorato di Arianna, la abbandona una notte sull'isola di Nasso (da cui l'espressione "piantare in Nasso" o "piantare in asso"). Qui la trova piangente Dioniso, che se ne innamora, la rende immortale e la fa sua sposa. Arianna però scaglia una maledizione contro Teseo, che si dimentica di sostituire le vele nere con altre bianche, come gli aveva chiesto di fare il padre in caso di vittoria. Vedendo di lontano le vele nere, Egeo crede che il figlio sia perito e, disperato, si butta nel mare che da lui prenderà il nome. Teseo gli succede sul trono di Atene.

Anno 1528: Piritoo, discendente di Issione e re dei Lapiti, invita i Centauri al proprio banchetto di nozze con Ippodamia; i Centauri, ubriacatisi, tentano però di rapire la sposa. I Lapiti ingaggiano allora una furibonda lotta con loro (Centauromachia) e li sterminano tutti fino all'ultimo.

Anno 1529: Tiresia, da sette anni divenuto donna, si ritrova sul monte Citerone ed assiste di nuovo all'accoppiamento di due serpenti. Questa volta uccide il serpente maschio, e subito ritorna uomo.

Teseo uccide il Minotauro, pittura vascolareAnno 1530: Minosse, che ha ancora un conto aperto con Dedalo, per cercare di rintracciarlo promette una forte ricompensa a chi troverà il modo di far passare un filo tra le volute di una conchiglia viva senza aprirla, certo che solo Dedalo ci riuscirà. E infatti Dedalo per conto di Cocalo ce la fa: cosparge i bordi della conchiglia di miele, lega un filo ad una formica e la introduce nella conchiglia, che passa tra gli orifizi per trovare il miele. Minosse allestisce allora una spedizione contro Agrigento, ma le figlie di Cocalo aiutano Dedalo ad attirare Minosse in una trappola e ad ucciderlo. Dopo la morte, Minosse è eletto giudice dell'Oltretomba.

Anno 1531: Ippolito, figlio di Teseo e di Melanippe, tralascia disprezzò il culto di Afrodite in favore di quello di Artemide e così, per vendetta, Afrodite fa sì che la sua matrigna Fedra si innamori di lui, ben sapendo che Ippolito l'avrebbe respinta. Fedra cerca vendetta nei confronti di Ippolito suicidandosi e, nella sua lettera di addio, fa sapere a Teseo di essersi tolta la vita per vergogna, perché Ippolito l'ha violentata. Allora Teseo maledice il figlio, e così Ippolito cade da cavallo, è da esso trascinato e muore. In seguito Afrodite si pente del crimine commesso, ed ottiene da Zeus che il dio Asclepio richiami dalla morte sia Ippolito che Fedra, i quali finalmente si riconciliano.

Anno 1533: Piritoo e Teseo, divenuti amici inseparabili, tentano l'impresa di scendere agli Inferi per liberare Persefone, ed ottenere così che sulla Terra regni un'eterna primavera. Tuttavia Ade li inganna e li fa sedere sulle sedie dell'oblio, che danno la dimenticanza di ogni cosa.

Anno 1535: da Climene e Iasio, re dell'Arcadia, nasce Atalanta ("in equilibrio"), una delle massime eroine greche di ogni tempo. Il padre, che desiderava un maschio, la ripudia e la abbandona sul monte Pelio. Artemide però ha pietà della bambina ed invia un'orsa, che se ne prende cura allattandola ed allevandola. Ella diverrà un'abilissima cacciatrice, come dimostrerà ancora adolescente, quando affronterà ed ucciderà con l'arco i centauri Ileo e Reco che tenteranno di possederla.

Anno 1536: da Tiresia nasce l'indovina Manto.

Anno 1540: Ares si unisce alla mortale Altea, sposa di Oineo re di Calidone, e dall'unione nasce Meleagro. Tuttavia, appena il bambino è nato, da Altea si presentano le Moire, le quali le annunciano che la vita del figlio durerà sinché non si sarà consumato un tizzone del suo camino. Subito Altea lo spegne e corre a nasconderlo in un luogo sicuro.

Anno 1555: Zeus ed Era si trovano a discutere su chi prova più piacere in amore, se l'uomo o la donna. Non riuscendo a giungere ad una conclusione, decidono di chiamare in causa Tiresia, l'unico che può risolvere la disputa, essendo stato sia uomo che donna. Interpellato dagli dei, l'indovino tebano risponde che il piacere sessuale si compone di dieci parti: l’uomo ne prova solo una e la donna nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo. La dea Era, infuriata perché l’indovino ha svelato a Zeus questo segreto, lo acceca sull'istante, ma Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli concede di vivere per sette generazioni umane, e poi di mantenere intatto il suo potere divinatorio anche nell'Oltretomba.

Anno 1565: Oineo, patrigno di Meleagro, offre un sacrificio per ogni divinità, ma si dimentica di Artemide. Offesa, la dea invia un terribile cinghiale con zoccoli e zanne di bronzo a devastare la regione. Il padre e gli zii di Meleagro, fratelli di Altea, indicono allora una battuta di caccia per uccidere l'animale, cui partecipano tutti i più grandi eroi del suo tempo, fra i quali c'è Atalanta, la vergine cacciatrice. Atalanta, caricata dal cinghiale calidonio, lo ferisce ad un orecchio con una freccia, indebolendolo; Plessippo, fratello di Altea e zio di Meleagro, lo colpisce allora con un giavellotto, mentre Meleagro lo finisce a pugnalate. A questo punto Meleagro, cui spetterebbe il trofeo, lo offre invece ad Atalanta, della quale si è perdutamente innamorato, sostenendo che senza la sua freccia non ce l'avrebbe fatta. Plessippo si oppone, sostenendo che il suo giavellotto è stato più efficace della freccia della donna. Nasce così una lite, e Meleagro finisce per uccidere i suoi zii. Quando Altea lo sa, pazza d'ira corre a prendere il tizzone delle Moire e lo butta nel fuoco; mentre esso si consuma, Meleagro crolla a terra morto. Altea non riesce a sopravvivere al rimorso e si impicca.

Anno 1570: Atalanta è stufa delle continue richieste di matrimonio che riceve, e così, per scoraggiare i pretendenti, promette di sposare solo colui che la batterà in una gara di corsa; chi perderà la gara, però, perderà anche la vita. Nessuno riesce a batterla ed ella fa fuori molti figli di re, finché non arriva Melanione che, pazzo d'amore per lei, vuole cimentarsi nella rischiosissima impresa e chiede aiuto per questo ad Afrodite. La dea gli dà allora tre mele d'oro del Giardino delle Esperidi ed egli, seguendo il suo consiglio, le lascia cadere ad una ad una durante la corsa. Atalanta non può lasciarsi scappare una simile occasione, e si ferma ogni volta a raccoglierle, perdendo così terreno prezioso, e venendo infine battuta da Melanione. Soddisfatta dell'astuzia usata da lui, decide finalmente di sposarlo.

Anno 1583: Atalanta e Melanione incorrono nelle ire di Rea, madre di Zeus, che li scopre mentre fanno l'amore nel recinto sacro del proprio tempio, e per questo li tramuta in due leoni.

Anno 1590: Laio, figlio di Labdaco, discendente di Cadmo e di Armonia, è ancora giovane quando Anfione e Zeto usurpano il trono di Tebe. Alcuni tebani, per fare in modo che la discendenza di Cadmo continui a regnare su Tebe, lo portano segretamente fuori dalla città prima dell'attacco.

Anno 1601: da Dioniso ed Afrodite nasce Priapo, dio della fertilità maschile, dotato di enormi genitali.

Anno 1610: cresciuto a Pisa nel Peloponneso, Laio si ritiene pronto per la vendetta ed attacca Tebe; gli usurpatori Anfione e Zeto muoiono arsi vivi nel rogo del palazzo reale. Laio diventa allora re di Tebe e sposa Giocasta, figlia di Meneceo. Ma, come gli predice l'indovino cieco Tiresia per ben tre volte, Tebe sarà salva solo se Laio non avrà una discendenza: per questo motivo allontana da sé la moglie senza darle spiegazioni. Giocasta tuttavia fa ubriacare il marito e poi giace con lui, dando alla luce un figlio. Laio, preoccupatissimo per le parole di Tiresia, consegna il bambino a una delle sue guardie perchè lo uccida, ma questi non se la sente di farlo e lo abbandona in aperta campagna, appeso per un piede al ramo di un albero. Tuttavia a trovarlo non sono le bestie feroci ma un pastore che lo chiama Edipo, "piede gonfio", per via del modo in cui era stato abbandonato alla nascita. Il pastore lo consegna a Peribea, la moglie sterile del re di Corinto Polibo, che lo alleva come se fosse figlio suo.

Anno 1620 [1360 a.C.]: il Faraone Akhenaton ("gradito ad Aton") tenta di imporre in Egitto il culto dell'unico dio Aton (Elio), il disco solare, ma la sua riforma non va a buon fine, e alla sua morte si torna al culto degli déi tradizionali.

Anno 1623: Ocno, figlio di Manto con la quale ha lasciato Tebe, fonda la città di Mantova, dandole il nome della madre defunta proprio in quel luogo.

Anno 1641: Edipo scopre di non essere figlio di Polibo, bensì un trovatello. Allora si reca ad interrogare l'oracolo di Delfi per sapere chi sono veramente i suoi genitori, ma la Pizia, inorridita, lo scaccia dal santuario, predicendogli che ucciderà il padre e sposerà la madre. Atterrito dal vaticinio, Edipo, per evitare di uccidere Polibo e di sposare Peribea, decide di non tornare mai più a Corinto e di recarsi invece proprio a Tebe. Durante il viaggio purtroppo si imbatte in un cocchio guidato da Laio e diretto al santuario delfico per chiedere alla Pizia come liberare Tebe dalla Sfinge, il mostro che, installatosi sulla strada per la città, impone indovinelli a chi passa e, se l'interrogato non riesce a rispondere, lo divora. Poiché Edipo non vuole cedergli il passo a un incrocio, Laio cerca di percuoterlo, ma l'altro reagisce uccidendolo. Alla notizia della morte di Laio, i tebani eleggono re Creonte, fratello di Giocasta, ma questi non sa proprio come affrontare la Sfinge e, quando il mostro divora suo figlio Emone, distrutto dal dolore, annuncia che cederà il trono e darà in moglie Giocasta a colui che riuscirà a risolvere gli enigmi della Sfinge.

Gustave Moreau, Edipo e la Sfinge, 1864, Metropolitan Museum, New YorkAnno 1642: Edipo, in viaggio verso Tebe, si imbatte nella Sfinge, accovacciata sul monte Ficio, presso la città. Il mostro gli pone due enigmi: « Qual è l'essere che cammina al mattino con quattro gambe, al meriggio con due e alla sera con tre? » E poi: « Quali sono le due sorelle, delle quali l'una genera l'altra, la seconda a sua volta genera la prima, e si rincorrono perpetuamente? » Edipo risponde correttamente: la risposta al primo indovinello è l'uomo, che cammina a quattro gambe durante l'infanzia, su due da adulto, e infine si appoggia ad un bastone nella vecchiaia; la risposta al secondo è costituita dal Giorno e dalla Notte, entrambe parole femminili in lingua greca. La Sfinge, delusa per aver trovato un uomo più scaltro di lei, si precipita dalla rupe su cui era appollaiata e muore. Allora Creonte stesso, soddisfatto di vedere vendicata la morte di suo figlio, cede il trono ad Edipo che sposa Giocasta, compiendo la tragica profezia. Dalla loro unione nascono due figli maschi, Eteocle e Polinice, e due figlie femmine, Antigone e Ismene.

Anno 1667: dopo 25 felici anni di regno, una pestilenza si abbatte sulla città di Tebe, ed Edipo invia il cognato Creonte a chiedere all'oracolo di Delfi la ragione di questo flagello. La Pizia risponde che la peste cesserà soltanto se la morte di Laio sarà vendicata. Edipo allora condanna all'esilio l'autore di quel delitto, e poi interroga l'indovino Tiresia per chiedergli chi è il colpevole. Questi, che attraverso le sue facoltà divinatorie conosce tutto il dramma, tenta di eludere la risposta, ma ottiene solo che Edipo si immagini che Tiresia e Creonte siano complici nel delitto. Allora Giocasta, che vuol mettere pace fra il marito e il fratello, mette in discussione la chiaroveggenza di Tiresia, ricordando la profezia che lui stesso ha pronunciato sul figlio di Laio e Giocasta, credendo che non si sia avverata, visto che Laio è morto ucciso dai briganti in un croccicchio. Edipo tuttavia si ricorda di aver ucciso uno straniero ad un incrocio, si fa descrivere Laio ed è costretto a riconoscere di essere lui l'assassino di suo padre. Giocasta si impicca, travolta dal dolore, mentre Edipo si acceca e, fedele alla condanna da lui stesso pronunciata, va in esilio con la figlia Antigone, l'unica che gli è rimasta fedele. Infatti i due figli Eteocle e Polinice, scoperta la storia dell'incesto, lo coprono di vituperi, ed Edipo, disgustato dal loro comportamento, li maledice, predicendo loro che moriranno l'uno per mano dell'altro. Creonte, ridiventato re della città, tenta inutilmente di convincere Edipo a restare; questi preferisce cominciare a peregrinare per la Grecia, chiedendo l'elemosina come un mendicante.

Anno 1674: alla morte di Creonte, Eteocle e Polinice si accordano per regnare insieme su Tebe, ma ben presto il primo scaccia il secondo, che ripara ad Argo. Allora Polinice mette insieme un esercito formato dalle truppe di altri cinque re: Adrasto re di Argo, Capaneo re di Corinto, Ippomedonte re di Lerna, Partenopeo re di Atene e discendente di Atalanta e Melanione, e Tideo re di Calidone. Ad essi si aggiunge Anfiarao, indovino di Argo, il quale, avendo previsto la propria morte in battaglia, cerca di nascondersi in un luogo noto solo alla moglie Erifile; tuttavia Argia, moglie di Polinice, promette ad Erifile la preziosa collana d'oro che il dio Efesto ha forgiato per Armonia in occasione delle sue nozze con Cadmo, e così la moglie tradisce Anfiarao, rivelando il suo nascondiglio. I condottieri sono così sette quante le porte di Tebe (i celeberrimi Sette contro Tebe), ed Eteocle mette assieme altrettanti campioni per difendere ciascuno una porta. Adrasto attacca la porta Neistana, difesa da Megareo; Anfiarao, assalta la porta Omoloide, difesa da Lastene; Capaneo si scaglia contro la porta Elettriana, difesa da Polifonte; Ippomedonte porta l'attacco alla porta Onceana, difesa da Iperbio; Partenopeo dà l'assalto alla porta Orreana, difesa da Attore; Tideo, muove contro la porta Proetide, difesa da Melanippo; ed infine Polinice carica la porta Ipsistiana, difesa naturalmente dal fratello Eteocle. Come Anfiarao aveva predetto, l'impresa si risolve in un vero disastro. Capaneo riesce a salire sulle mura di Tebe ma, in un impeto di superbia, grida ai quattro venti che non ha bisogno di Zeus per conquistare Tebe, e il permaloso Cronide subito lo fulmina. Anfiarao sta correndo con il suo carro da guerra lungo la piana di Tebe, quando la terra gli si apre sotto i piedi, ed egli precipita fino al trono di Minosse; il figlio Alcmeone non la fa passare liscia alla madre Erifile, uccidendola per vendicare il padre. Tideo affronta Melanippo in singolar tenzone, lo uccide ma viene a sua volta ferito a morte. È tanto accecato dall'ira che, fattasi portare la testa di Melanippo, inizia a roderla furiosamente con i denti. La dea Atena, giunta per guarirlo e donargli l'immortalità, perchè Tideo è un guerriero valoroso, resta tanto inorridita dal suo gesto che se ne va vomitando e lo abbandona in potere della Morte. Partenopeo è ucciso da Periclimeno, Ippomedonte da Iperbio; Eteocle e Polinice si uccidono a vicenda, come aveva predetto il loro padre; ed il loro odio è tanto profondo che, quando sono posti insieme sulla stessa pira funeraria, la fiamma si separa in due. L'unico a sopravvivere è Adrasto, che fugge sul proprio cavallo magico Arione.

J. W. Waterhouse. La Maga CirceAnno 1680: la ninfa Perseide concepisce con il dio del Sole i figli Eete, futuro re della Colchide, e la maga Circe.

Anno 1682: giunto a Colono, nell'Attica, Edipo scende i gradini di un abisso che conduce direttamente agli Inferi, e sparisce per sempre dal mondo degli uomini.

Anno 1684: dieci anni dopo la sfortunata spedizione dei Sette contro Tebe, i loro figli ed eredi, detti gli Epigoni ("quelli che sono venuti dopo"), ritentano l'assalto alla città per vendicare la morte dei padri, guidati da Adrasto, unico superstite della precedente spedizione. Gli Epigoni sono Alcmeone figlio di Anfiarao, Egialeo figlio di Adrasto, Diomede figlio di Tideo (ed antenato del Diomede che parteciperà alla Guerra di Troia), Promaco figlio di Partenopeo, Stenelo figlio di Capaneo, Tersandro figlio di Polinice ed Eurialo figlio di Ippomedonte. Stavolta l'impresa è coronata dal successo: Laodamante, nuovo re di Tebe, viene sonoramente battuto. Nella battaglia però muore Egialeo, ucciso da Laodamante che a sua volta viene ucciso da Alcmeone, ed il suo vecchio padre Adrasteo muore di dolore. Tersandro diventa il nuovo re di Tebe, e il sangue di Cadmo torna a regnare sulla città. 

Anno 1685: nascita di Pelope, figlio di Dione e Tantalo, a sua volta discendente di quel Tantalo che era stato punito nell'Averno con il proverbiale supplizio. Il suo dominio si estenderà a quello che noi chiamiamo Peloponneso ("isola di Pelope").

Anno 1691: dagli amori tra Zeus e la ninfa Egina, per possedere la quale il padre degli dèi si è trasformato in aquila, nasce Eaco. Sempre sotto forma di aquila, il Cronide porta con sé madre e figlio sull'isola di Enopia, che da questo momento in poi si chiamerà Egina. Ma la solita Era, sposa gelosa di Zeus, per vendetta avvelena tutti i corsi d'acqua dell'isola, con il risultato che tutti gli abitanti muoiono. Eaco si rivolge allora a suo padre Zeus, che purifica le acque avvelenate e quindi ripopola l'isola trasformando le formiche in esseri umani: nascono così i Mirmidoni (da murmex, "formica").

Anno 1699: dopo una vita pari a quella di sette generazioni umane, l'indovino Tiresia si ferma nei pressi della fonte Telfussa dalla quale beve dell'acqua gelata e muore di congestione. Cento anni più tardi Odisseo scenderà nell'Ade per interrogare la sua ombra.

Anno 1709: invaghitosi di Alcmena, la bellissima moglie del re di Tirinto Anfitrione, Zeus prende le sembianze del marito di lei, entra nel suo talamo e fa durare la notte per l'equivalente di nove giorni e nove notti, mentre Ermes, assunte le sembianze di Sosia, il servo del re, si prende la briga di tenere il vero Anfitrione fuori di casa, dandogli a bere che essa è infestata dai fantasmi. Alcmena partorisce un figlio, ma Era, stanca dei continui tradimenti del divino marito, gli invia nella culla due serpenti affinché lo uccidano. È invece il bambino a strangolarli entrambi. Egli viene perciò chiamato Eracle ("la gloria di Era"), detto anche Alcide dal nome del nonno paterno Alceo, e viene istruito in ogni scienza da Chirone, il precettore di déi ed eroi.

Anno 1712: Procri, figlia del re di Atene,  sposa Cefalo, Figlio del re della Focide Deioneo e di Diomedea, ma di suo marito si innamora Eos, la dea dell'aurora, che cerca di attirarlo con generose profferte d'amore. Cefalo tuttavia si dichiara fedele a Procri e rifiuta. Eos, non rinunciando a lui, lo invita a mettere alla prova la fedeltà della moglie, quindi sparisce. Cefalo, turbato dal pensiero che Procri poteva tradirlo in sua assenza, sotto mentite spoglie si presenta alla moglie e le offre molti monili d'oro in cambio di una notte con lei. Procri accetta, ed allora il marito si rivela. Piena di vergogna e travestitasi da fanciullo, Procri fugge a Creta, dove diviene l'amante del re Deucalione. Questi dona a Procri una lancia magica che non manca mai il bersaglio, regalo che aveva ricevuto da Artemide. In seguito Procri torna da Creta e incontra Cefalo pur senza riconoscerlo. Questi le chiede cosa volesse in cambio della lancia, e questa gli risponde che li avrà in cambio di una notte d'amore. I due sposi si riconoscono nell'intimità dell'alcova e si riconciliano. Ma Artemide non ha gradito che i suoi regali passassero di mano in mano per le gioie della carne, e così decide di vendicarsi. Poco dopo Procri, temendo che Cefalo fosse ancora innamorato di Eos, durante una battuta di caccia si nasconde in un cespuglio per spiare l'amato. Cefalo, sentendo un fruscio nel cespuglio e pensando che in quel cespuglio si nasconda una preda di caccia, vi scaglia contro la lancia che non fallisce mai il bersaglio, uccidendo la moglie. Condannato all'esilio per questo omicidio, si ritira sull'isola che da lui prende il nome di Cefalonia; roso dal rimorso per aver ucciso l'amante, egli finisce per gettarsi giù da una rupe.

Anno 1715: costretto a lasciare la natia Frigia, Pelope intraprende un viaggio attraverso la Grecia alla ricerca di una nuova patria, e giunge quindi alla corte di Enomao, re della città di Pisa nell' Elide. Questi è figlio del dio Ares, e non ha mai acconsentito a concedere la mano della bella figlia Ippodamia ai giovani che la corteggiavano, perché un oracolo gli ha predetto che morirà per mano del proprio genero. Enomao possiede dei cavalli magici, e perciò, sapendo di non poter essere mai battuto, propone ai pretendenti della figlia di gareggiare con lui in una corsa di carri : se vinceranno, sposeranno Ippodamia, in caso contrario saranno uccisi. Già tredici giovani hanno perso la vita quando Pelope arriva a Pisa con cavalli altrettanto magici datigli da Poseidone e si innamora di Ippodamia. Tuttavia, viste le teste degli sfortunati pretendenti, inchiodate alle porte del palazzo di Enomao, decise di vincere la gara slealmente e corrompe l'auriga Mirtilo, figlio di Hermes anch'egli infatuato della figlia del re, promettendogli che, non appena vincerà la corsa, gli permetterà di passare una notte con la principessa Ippodamia. Mirtilo accetta l'offerta di Pelope, toglie i perni dell'assiale del carro e li sostituisce con dei pezzi di cera. Durante la corsa le ruote si staccano, il carro si rovescia ed Enomao perisce, compiendo la profezia. Pelope tuttavia, geloso dell'amore d'Ippodamia, butta in mare l'auriga che, prima di annegare, invoca Ermes e maledice lui e tutta la sua discendenza: di conseguenza Pelope, divenuto re dell'intero Peloponneso, diventa potentissimo, ma la maledizione causerà la rovina dei suoi figli e nipoti.

Anno 1721: da Pelope e Ippodamia nascono i gemelli Atreo ("indomabile") e Tieste, che parteciperanno alla spedizione degli Argonauti.

Anno 1723: da Neleo, re di Pilo, e Cloride nasce Nestore, il più anziano e più saggio tra i re Greci che prenderanno parte alla spedizione contro Troia.

Anno 1726: da Apollo nasce Orfeo, il più eccelso di tutti i citaredi, la cui musica è in grado di spostare le pietre ed ammansire le belve feroci.

Anno 1729: ucciso Ergino, re di Orcomeno che cercava di conquistare Tebe,Eracle  riceve in sposa dal re di questa città, Creonte, la propria bellissima figlia Megara.

Anno 1730: da Eaco e da Endeide, a sua volta figlia di Chirone, nascono Peleo e Telamone, due degli Argonauti più valorosi.

Anno 1731: da Arctisio ("orso"), figlio di Procri e di un orso, da cui il nome, nasce Laerte, re di Itaca, membro della spedizione argonautica e futuro padre di Odisseo.

Anno 1735: da Esone, re di Iolco, e Polimela nasce l'eroe Giasone. Poco dopo però Pelia, fratello di Esone, usurpa il trono di Iolco, e così Giasone viene affidato al centauro Chirone perchè lo istruisca. Divenuto adulto, Giasone reclamerà il trono paterno, dando vita all'epopea degli Argonauti.

Testa di Eracle, Napoli, Museo Archeologico NazionaleAnno 1738: il re di Troia Laomedonte ordina a Poseidone ed Apollo, divenuti temporaneamente suoi servi in seguito a una punizione inflitta loro da Zeus per avergli disobbedito, di costruire le mura invincibili di Troia. Il capomastro della costruzione è Eaco, che per la sua pietà religiosa ha avuto il ruolo di avvocato difensore dei due numi.

Anno 1739: Era, sempre accesa d'ira contro Eracle, suscita nella sua mente la pazzia, sicché egli, in un impeto d'ira, uccide la moglie e tutti i figli. Rientrato in sé stesso e sconvolto dal dolore, Eracle vorrebbe suicidarsi ma Atena lo dissuade e lo invia all'oracolo di Delfi, il quale, per purificarsi del suo orribile peccato, gli impone di mettersi al servizio di Euristeo, re di Argo. Questi gli impone dodici terribili imprese ("Fatiche di Eracle"), simbolo della lotta dell'uomo contro la natura nella sua forma più spietata e selvaggia.

Anno 1740:  Zeus si innamora follemente di Leda, la bellissima moglie del re di Sparta Tindaro; mentre lei è nuda al bagno, Zeus le si avvicina sotto forma di cigno e la possiede. Leda depone un uovo da cui escono quattro gemelli: Elena e Polideuce sono figli di Zeus, mentre Clitemnestra e Castore sono figli di Tindaro. Gli inseparabili Castore e Polideuce saranno chiamati i Dioscuri ("figli di Zeus"), e saranno i patroni della città di Roma. Tutti e quattro i figli di Leda avranno in retaggio una lunga vita.

Anno 1741: I Fatica di Eracle: uccisione del Leone di Nemea, che Eracle deve strozzare perchè la sua pelle è invulnerabile. Con essa poi si riveste, restando immune da frecce e giavellotti.

Anno 1743: II Fatica di Eracle: uccisione dell'Idra di Lerna, con l'aiuto del fratellastro Ificlo, figlio di Anfitrione e di Alcmena, che consuma un bosco per bruciare i colli delle teste dell'Idra recise da Eracle, in modo che esse non ricrescano. L'ultima testa, che è immortale, viene sepolta da Eracle sul fondo della palude di Lerna. Eracle intinge le sue frecce nel sangue dell'Idra, un veleno potentissimo.

Anno 1744: III e IV Fatica di Eracle: cattura del Cinghiale di Erimanto e della Cerva di Cerinea dalle corna d'oro e dagli zoccoli di bronzo. Rientrando a Tirinto Eracle si scontra con i Centauri che lo inseguono in massa; Chirone, suo antico precettore, li rincorre per fermarli, ma Eracle, che ha cominciato a sfrecciargli, gli trapassa per errore con una freccia avvelenata con il sangue dell'Idra di Lerna. Chirone è immortale e dovrebbe soffrire atroci dolori in eterno, ma Eracle invoca il padre Zeus, che accetta di commutare la sua immortalità con la mortalità di Eaco, che è assunto all'Olimpo e diventa giudice delle contese tra gli déi. Chirone così muore, hanno fine le sue sofferenze, e Zeus lo pone in cielo nella costellazione del Centauro.

Anno 1745: Atreo e Tieste uccidono il fratellastro Crisippo, attirandosi la maledizione paterna. Costretti alla fuga, si rifugiarono presso Euristeo.

Anno 1746: V Fatica di Eracle: sono sterminati gli uccelli carnivori della palude di Stinfalo, dalle penne di bronzo che essi lanciano come pugnali. Sulla via del rientro Zeus sente le urla di Prometeo, ancora torturato dall'aquila, e convince suo padre a porre fine al supplizio. Zeus ormai ha perdonato Prometeo, e così lascia che il figlio uccida l'aquila con una freccia e liberi Prometeo, che può tornare sull'Olimpo.

Anno  1747: VI e VII Fatica di Eracle: l'eroe ripulisce le stalle di Augia, re dell'Elide, che nessuno mondava da trent'anni, deviando le acque dei fiumi Alfeo e Penteo, che trascinano via la sozzura; quindi ruba per conto di Euristeo le cavalle carnivore di Diomede, re dei Bistoni nella Tracia, che viene dato in pasto ai suoi stessi animali. Sulla via del ritorno, Eracle viene a sapere che Alcesti ha offerto la sua vita alla Morte in cambio di quella del marito Admeto, re di Fere; impressionato, l'eroe rincorre la Morte, lotta terribilmente con lei, le strappa Alcesti e la restituisce così al marito.

Anno 1748: terminate le mura di Troia dopo dieci anni di lavoro, Poseidone richiede come pagamento del suo lavoro forzato i cavalli parlanti che Laomedonte aveva ricevuto in dono da Zeus, e che il re troiano aveva promesso ai due costruttori della "sacra arce" troiana. Laomedonte però si rimangia la parola data. Apollo rinuncia al compenso, ma non Poseidone che invia un mostro marino a devastare la Troade. Anche in questo caso, come già accaduto a Cefeo, l'oracolo sentenzia che solo sacrificando al mostro sua figlia Esione, Laomedonte potrà salvare la città. Tuttavia casualmente passa di lì Eracle che, vista la fanciulla legata a una roccia e il mostro con le fauci spalancate di fronte a lei, la libera dopo aver ammazzato il drago. Laomedonte promette anche a lui i cavalli parlanti di Zeus come premio, ma pure stavolta si rimangia la parola. Il permaloso Eracle allora lo uccide assieme a tutti i suoi figli, eccetto Esione, che gli chiede di risparmiare anche il più giovane dei suoi fratelli, Priamo. Eracle acconsente e Priamo diventa re di Troia. Dalla moglie Ecuba avrà 19 figli, tra cui il primogenito Ettore, il bellimbusto Paride, la profetessa Cassandra e lo sfortunato Polidoro, più 31 figli avuti da altre mogli e concubine, per un totale di 50 (di tutti solo l'indovino Eleno sopravvivrà alla Guerra di Troia).

Anno 1749: VIII Fatica di Eracle: cattura del Toro che devasta l'isola di Creta. Scontratosi con Anteo, brigante figlio di Gea, Eracle si rende conto che egli riprende forza ogni volta che lo abbatte, dopo averlo gettato al suolo. Lo solleva così da terra, lontano dal contatto con sua madre, e finalmente ha ragione di lui strozzandolo.

Anno 1750: IX Fatica di Eracle: Euristeo vuole i buoi di Gerione, essere che dalla cintola in su ha tre corpi, tre teste e sei braccia; i suoi armenti sono guardati da Ortro, orrendo cane a tre teste fratello di Cerbero. La stessa Era accorre in aiuto di Gerione contro l'odiato figliastro, ma Eracle non esita a colpire anche a lei: uccisi Gerione ed Ortro, Eracle separa le montagne di Abila e Calpe, creando i grandi continenti, e vi erige due colonne, dette Colonne d'Eracle, al di là del quale l'uomo non dovrà spingersi. Sulla via del ritorno, presso il monte Aventino dove più tardi sorgerà Roma, il centauro Caco tenta di rubare ad Eracle i buoi di Gerione, ma Eracle lo strozza nonostante il fumo asfissiante che egli emette in continuazione dalla bocca.

Atena, Eracle e Cerbero, pittura vascolare, LouvreAnno 1751: da Atreo ed Erope nasce Agamennone e, l'anno successivo, Menelao. Da Telamone e da Peribea, una discendente di Pelope, nasce Aiace Telamonio.

Anno 1752: X Fatica di Eracle, che scende agli Inferi per rapire Cerbero. Durante il viaggio incontra l'ombra di Meleagro, che gli chiede di occuparsi della sua discendente Deianira. L'impresa riesce, ed Ercole riesce anche a liberare Teseo dalla sedia dell'oblio, ma non Piritoo, che resterà per sempre negli Inferi. Tornato alla luce del sole dopo due secoli e mezzo, Teseo riottiene il trono di Atene e diviene inseparabile amico di Eracle.

Anno 1753: XI Fatica di Eracle: Euristeo vuole il cinto di Ippolita, la bellissima regina delle Amazzoni. Quest'ultima si innamora perdutamente di Teseo e lo segue ad Atene, ma le donne guerriere credono che Teseo l'abbia rapita, lo inseguono e pongono l'assedio ad Atene. Eracle, Teseo e la stessa Ippolita scendono in guerra contro le Amazzoni , che sono sconfitte, ma Ippolita cade nello scontro.

Anno 1754: XII ed ultima Fatica di Eracle: Euristeo pretende anche i pomi d'oro delle Esperidi, offerti da Gea ad Era come dono di nozze con Zeus. Dietro consiglio di Prometeo, grato a lui per averlo liberato, Eracle si reca dal fratello di lui Atlante, il quale acconsente a prelevare lui stesso i pomi delle Esperidi dopo che il drago Ladone è stato ucciso da Eracle, purché nel frattempo il fortissimo eroe si sobbarchi il Cielo sulle spalle. Eracle accetta, ma al suo ritorno Atlante ha tutt'altro che voglia di riprendersi in spalla l'immane fardello. A questo punto Eracle gioca d'astuzia: dice ad Atlante di sentirsi onorato di quell'incarico, ma gli chiede di riprendersi le colonne del Cielo sulle spalle per un momento, mentre cerca un cuscino. L'ingenuo Atlante accetta, ma Eracle salta in sella al suo cavallo e fugge con i pomi d'oro. A questo punto Euristeo non ha più frecce al proprio arco e lascia libero l'eroe. Questi sposa Deianira, discendente di Meleagro, dopo aver sconfitto il dio Acheloo, che pure aspirava alla mano della donna, nonostante le sue continue metamorfosi.

Anno 1755: unitosi a Esione, Telamone ha il secondo figlio Teucro. Da Oileo, re della Locride, nasce Aiace Oileo, il più arrogante tra i capi greci che prenderanno parte alla Guerra di Troia; la sua arroganza lo porterà alla morte.

Anni 1756-1760 [1224-1220 a.C.]: spedizione degli Argonauti nella Colchide per recuperare il Vello d'Oro dell'ariete che quattro secoli e mezzo prima salvò la vita a Frisso: questa prova viene imposta a Giasone dallo zio Pelia, usurpatore del trono di Iolco, nella speranza che egli non torni vivo dall'impresa. Ad essa partecipano tra gli altri eroi Castore, Polideuce, Peleo, Telamone, Laerte, Eracle, Teseo, Orfeo, Admeto, Nestore, il timoniere Tifi ed i figli di Borea, Calai e Zete. La missione si rivela più lunga e complicata del previsto, a causa dell'opposizione del re della Colchide Eete, ma termina con un successo, e Giasone porta con sé come sposa anche Medea ("l'astuta"), la maga figlia di Eete.

Anno 1757: da Afrodite e dall'eroe troiano Anchise nasce Enea. Intanto Pelia non vuole lasciare il trono di Iolco, e così Medea ricorre a uno stratagemma: mostra alle figlie di Pelia come, facendo a pezzi un manzo e cuocendone le membra assieme a particolari erbe magiche, dal calderone salta fuori un vitello. Le ragazze tentano di far ringiovanire il padre, ma Medea fornisce loro le erbe sbagliate, e così Pelia muore, Giasone diventa re e Medea regina.

Anno 1760: nasce Penelope, figlia di Policaste e di Icario, fratello di Tindaro, e quindi cugina di Elena. Suo padre, re di Arcanania, voleva un maschio, e così la fa gettare in mare, com'è costume della sua gente; ma la bambina è salvata da alcune anatre che la tengono a galla e la portano verso la spiaggia più vicina. Davanti a questo miracolo, Icario la riprende con sé e la chiama Penelope ("anatra").

Anno 1761: da Laerte ed Anticlea (figlia di Autolico e nipote di Ermes) nasce Odisseo, l'eroe "dal multiforme ingegno", che "città vide molte, e delle genti l'indol conobbe". Intanto Teseo rapisce Elena, volendo farne la sua sposa, ma i Dioscuri accorrono in suo aiuto e costringono Teseo a restituirla.

Anno 1762: Eracle e Deianira chiedono al centauro Nesso di aiutarli a traghettare un fiume. Nesso accetta e porta di là Deianira ma, giunto sull'altra riva, tenta di violentarla. Ercole tuttavia lo colpisce con una freccia avvelenata. Prima di morire Nesso confida a Deianira che, se un giorno l'eroe si disamorerà di lei, potrà farlo di nuovo suo facendogli vestire una tunica intrisa nel suo sangue. Intanto, alla morte di Eurist eo, i Pelopidi Atreo e Tieste si impadroniscono del suo regno, ma entrano in lite fra di loro per il titolo regale; la cont esa è esasperata dall'adulterio di Erope, moglie di Atreo, con il cognato Tieste. La spunta Atreo che, divenuto finalmente re di Micene, prima bandisce Tieste, e poi, richiamatolo, si vendica dell'adulterio facendogli mangiare con l'inganno la carne de i tre figli da lui avuti con una ninfa. Si compie così la maledizione scagliata da Mirtilo contro Pelope. Fuggito a Sicione ed assetato di vendetta, venuto a sapere da un oracolo che da sua figlia Pelopia nascerà il suo vendicatore, Tieste si traveste e violenta la figlia senza farsi riconoscere. Dall'unione incestuosa nasce Egisto, dal greco "capra", perchè la madre non vuole saperne di lui, ed egli viene allevato da una capra.

Anno 1763: Creonte, re di Corinto, vuole dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone, che così ripudia Medea. La maga medita allora vendetta e dona a Glauce come regalo di nozze un vestito avvelenato, che inizia a bruciare appena lei lo indossa. Creonte tenta di strapparglielo, ma entrambi periscono arsi vivi. Per di più Medea uccide freddamente i due figli avuti da Giasone, Tessalo e Alcimede, per poi fuggire su un carro trainato da serpenti alati donatole da Apollo. Giasone per la disperazione si toglie la vita. Medea raggiunge Atene, dove sposa Teseo e ha da lui il figlio Medo.

Anno 1764: la ninfa Euridice, amata da Orfeo, viene morsa da un aspide e muore. Inconsolabile, Orfeo tenta il tutto per tutto: scende agli Inferi ammansendo Cerbero e i mostri infernali con la sua musica, ed implora Ade e Persefone di restituirgli l'amata. Gli déi infernali acconsentono, a patto che Euridice cammini dietro Orfeo e che questo non si volti fino all'uscita dall'Erebo. Purtroppo Orfeo si volta troppo presto, ed Euridice è di nuovo fagocitata dall'Averno. Impazzito dal dolore, Orfeo vaga qua e là senza meta finché interrompe un banchetto di Menadi, che lo fanno a pezzi. La sua lira, gettata in mare, giunge fino sull'isola di Lesbo, dove nascerà Saffo, la più grande tra le poetesse greche.

F. Kirchbach, Il ratto di Ganimede, 1892Anno 1765: Eracle si innamora della bellissima Iole, e così la moglie Deianira pensa di ricorrere al suggerimento di Nesso. Ma è un tranello: appena la ha indosso, la tunica si appiccica al corpo di Eracle ed inizia a bruciare. Non sopportando oltre quel tormento, Eracle si fabbrica una pira funeraria, ma nessuno vuole accenderla. Alla fine accetta il giovanissimo Filottete, futuro eroe della Guerra di Troia, che in cambio delle armi di Eracle dà fuoco alla pira. Mentre però essa arde, Zeus conferisce al figlio l'immortalità e lo assume all'Olimpo, dove si rappacifica finalmente con Era e sposa Ebe, la dea della giovinezza.

Anno 1766: siccome Ebe ha sposato Eracle, Zeus si tramuta in aquila e rapisce il troiano Ganimede, il più bello fra tutti i mortali, affinché funga da coppiere degli déi, ruolo prima svolto da Ebe. Pelopia, figlia di Tieste, sposa lo zio Atreo, che allevò anche Egisto senza sapere chi siano i suoi veri i genitori.

Anno 1767: Zeus vuole fare sua la dea Teti, ma Temi lo avvisa che Teti è destinata a partorire un figlio più forte di suo padre, e se questo figlio fosse suo, egli lo detronizzerebbe. Zeus decide allora di dare Teti in sposa al mortale Peleo. Alle nozze tra la dea e l'eroe però non viene invitata Eris, la Discordia, che si vendica lanciando sulla mensa una mela d'oro con la scritta "Per la più bella". Subito Era, Atena ed Afrodite se la contendono.

Anno 1768: il re di Sciro Licomede, accordatosi con Menesteo che occupava il trono di Atene prima del ritorno di Teseo, attira quest'ultimo in un tranello e lo getta da una scogliera della sua isola. Trova così la morte uno dei più leggendari eroi dell'antica Grecia. Medea tenta di porre il figlio Medo sul trono di Atene, ma Menesteo la elimina e scaccia Medo, che si rifugia in oriente, dove diverrà il progenitore dei popoli dei Medi e dei Persiani.

Anno 1769: da Peleo e Teti nasce Achille, che la madre immerge nello Stige per renderlo invulnerabile; resta vulnerabile il solo tallone, per cui lo teneva. Poseidone offre in dono al neonato i due cavalli immortali Xanto e Balio, che lo accompagneranno alla Guerra di Troia. Quando ad Achille verrà chiesto di scegliere tra una vita breve ma gloriosa e una lunga ma oscura, Achille "più veloce" sceglierà la prima.

Anno 1770: Atreo invia Egisto a uccidere Tieste, ma questi, scoperto che la vittima designata è in realtà suo padre, uccide invece lo zio che gli ha fatto da patrigno: la maledizione di Mirtilo persiste. Gli Atridi Agamennone e Menelao si spartiscono allora il regno paterno: al primogenito va Micene, al secondogenito Sparta.

Anno 1775: Elena va in sposa a Menelao, re di Sparta, mentre Clitemnestra va in sposa a suo fratello Agamennone, re di Micene, dal quale ha i quattro figli Elettra, Oreste, Crisotemide e Ifigenia.

Anno 1776: Cassandra, figlia di Priamo, è amata da Apollo, che le accorda il dono della profezia; siccome però Cassandra vuole restare vergine, il dio le ritira il dono di essere creduta.

Anno 1780: Castore e Polideuce cadono in un'imboscata tesa loro dai nemici Ida e Linceo, figli gemelli di Afareo, fratello di Tindaro. Castore cade ferito a morte da Linceo; Polideuce, benché ferito, riesce ad uccidere Ida, ma poi soccomberebbe a Linceo se quest'ultimo non piombasse a terra fulminato da Zeus. Quando Polideuce si risveglia è sull'Olimpo, e chiede di suo fratello Castore. "Lui è mortale, lo sai", risponde suo padre Zeus: "è nell'Ade". Polideuce dichiara allora di rinunciare all'immortalità, pur di morire e di ricongiungersi al fratello. Di fronte a sì grande amore fraterno, Zeus non può che decretare che i Dioscuri vivano alternativamente un giorno nell'Ade e un giorno sull'Olimpo.

Anno 1784: nozze tra Odisseo e Penelope, nonostante l'opposizione di Icario.

Anno 1785: stufo dei litigi tra la moglie, la figlia e la zia per la Mela della Discordia, Zeus decide che sarà il più bello tra i mortali a decidere chi sarà la più bella tra le dée. La scelta cade su Paride, figlio di Priamo. Era gli promette il dominio sul mondo se darà a lei la mela, ma Paride è un dandy poco incline alle fatiche del governo; Atena gli promette la sapienza di ogni cosa, ma per Paride la sapienza non si mangia; Afrodite gli promette l'amore della più bella tra le donne, ed allora Paride consegna la mela a lei. Di conseguenza Era ed Atena diventano nemiche implacabili di tutti i troiani, protetti invece da Afrodite che ha sposato uno di loro, Anchise. La dea dell'amore fa in modo che, durante un'ambasceria in quel di Sparta, Paride ed Elena si innamorino perdutamente; Elena pianta Menelao e fugge con Paride. Menelao si consolerebbe anche, ma suo fratello Agamennone, che già cercava una scusa per muovere guerra a Troia, coglie la palla al balzo ed organizza una spedizione di tutti i re greci contro la loro rivale anatolica. Scoppia così una vera e propria guerra mondiale, tenendo conto che i Lici di Sarpedonte, le Amazzoni di Pentesilea e gli Etiopi di Memnone corrono in aiuto di Troia.

Anno 1786: da Odisseo e Penelope nasce Telemaco. Teti nasconde il figlio Achille in abiti femminili tra le cinquanta figlie del re di Sciro Licomede, perchè una profezia le ha fatto sapere che morirà, se parteciperà all'avventura troiana. Odisseo tuttavia, che ha scoperto il nascondiglio di Achille, fa portare due carri, uno carico di armi e uno di ornamenti femminili. Tutte le ragazze si accalcano intorno al secondo, e il solo Achille si avvicina al primo, venendo così riconosciuto e portato via a viva forza. Le navi achee si danno appuntamento nel porto di Aulide di Beozia, ma i venti contrari impediscono loro di partire; allora Calcante, l'indovino greco, fa sapere che gli déi in cambio vogliono in sacrificio la cosa più bella mai nata nel regno di Agamennone, e questa è sua figlia Ifigenia. Allora Agamennone attira Ifigenia ad Aulide con la scusa di volerla dare in sposa ad Achille, ed invece la ragazzina è legata e posta sull'altare sacrificale. All'ultimo momento la salva la dea Artemide, sostituendola con una cerva, ma Clitemnestra crede che la figlia sia stata sacrificata e comincia a covare un odio insanabile contro il marito.

Giambattista Tiepolo, il Cavallo di TroiaAnni 1786-1796 [1194-1184 a.C.]: la decennale Guerra di Troia. Dopo la morte di Ettore, Achille, Paride ed Aiace, quando ormai la guerra è ad un punto morto, la città cade grazie all'inganno del Cavallo di Troia perpetrato dall'astuto Odisseo.

Anno 1797: al suo ritorno a Micene, Agamennone è trucidato dalla moglie Clitemnestra e dall'amante Egisto. Inutilmente Cassandra, presa come schiava dall'Atride, lo aveva messo in guardia: la maledizione di Mirtilo infuria più che mai sulla casata dei Pelopidi. Ermes predice ad Egisto che il giovane Oreste vendicherà il padre, ma l'usurpatore non se ne cura, vista la giovane età di Oreste, ritenuto a torto un imbelle.

Anno 1798: tornato alla natia Argo, l'eroe Diomede rischia di fare la fine di Agamennone per mano della moglie Egialea, che si è trovata un amante, ma scampa all'agguato, abbandona la città e si reca in Italia, dove fonda varie città sulle coste dell'Adriatico, tra cui Pola, Ancona e Siponto nelle Puglie. Intanto le tre Sirene Leucosia, Ligeia e Partenope, disperate per non essere riuscite a sedurre Odisseo durante il suo passaggio presso la loro isola, decidono di suicidarsi. Il corpo di Partenope, la più bella delle tre, è portato dal mare sullo scoglio di Megaride; in onore della bellissima Sirena gli abitanti decidono di fondare una città ispirandosi al suo nome, e nasce così la città di Napoli.

Anno 1799: Antenore, uno dei tre principi troiani (gli altri sono Enea ed Eleno) scampati alla distruzione della città, dopo lunghe peregrinazioni trova accoglienza in un piccolo villaggio della Pianura Padana. Lui ed i suoi guerrieri fondano lì la città di Padova.

Anno 1800: Illo, figlio di Eracle e Deianira, emigra verso nord; da lui discenderà il popolo degli Illiri.

Anno 1801: Andromaca, figlia di Eezione e vedova di Ettore, viene liberata da Neottolemo, figlio di Achille che l'aveva presa prigioniera al momento della presa della città; sposa quindi l'indovino Eleno, fratello gemello di Cassandra, l'unico tra i figli di Priamo scampato alla rovina, e con lui si stabilisce a Butroto, nell'Epiro, dove ha un figlio che chiama Astianatte (come quello avuto da Ettore ed ucciso dagli Achei affinché non vendicasse il padre). Questi perpetuerà la stirpe di Priamo e darà vita alla linea generazionale che porterà ad Alessandro Magno di Macedonia.

Anno 1803: Oreste, diventato adulto ed aiutato dalla sorella Elettra, vendica il padre Agamennone uccidendo la madre Clitemnestra e il suo compagno Egisto, ma le Moire lo perseguitano con il rimorso.

Anno 1804 [1176 a.C.]: dopo essere rimasto otto anni bloccato dai venti contrari in Egitto, Menelao interroga il dio Proteo che gli consiglia di eseguire i sacrifici dimenticati alla partenza da Troia, e così egli può finalmente far rientro a Sparta con Elena; intanto Enea approda nel Lazio, sconfigge i Rutuli di re Turno, sposa Lavinia e fonda la città di Lavinio.

Anno 1806 [1174 a.C.]: Odisseo fa finalmente rientro ad Itaca e mena strage dei Proci che occupavano casa sua.Ulisse e la prova dell'arco, pittura vascolare Da Penelope avrà altri due figli, Arcesilao e Poliporte.

Anno 1807: dopo tre anni di regno, e dopo aver avuto da Lavinia i figli Enea Silvio, Brizio ed Elerna, Enea muore attraversando un fiume del Lazio, e sua madre Afrodite lo assume fra gli déi. Gli succede il figlio Iulo, fondatore della Gens Iulia.

Anno 1808: Diomede muore in battaglia ed è sepolto su una spiaggia delle isole Tremiti. I suoi compagni sono trasformati da Afrodite in grandi uccelli marini, le Diomedee, allo scopo di onorare sempre la tomba dell'eroe.

Anno 1809: Telemaco sposa Nausicaa, la figlia di Alcinoo ed Arete, sovrani dei Feaci che avevano accolto ed aiutato suo padre. Dalla loro stirpe discenderà la romana Gens Claudia e, quindi, gli imperatori Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone.

Anni 1810-1814: Secondo Viaggio di Odisseo alla ricerca dei popoli che non conoscono il mare tra i quali diffondere il culto di Poseidone, ed espiare così l'accecamento di Polifemo. L'eroe "dal multiforme ingegno" non rivelerà però mai a nessuno in quale parte del mondo lo ha condotto il suo Secondo Viaggio; le voci dicono che ha navigato al di là delle Colonne d'Ercole, nel "mondo senza gente".

Anno 1812: Oreste e l'inseparabile cugino ed amico Pilade, inseguiti dalle Moire, giungono in Tauride (la nostra Crimea), i cui abitanti sacrificano tutti gli stranieri giunti lì ad Artemide. La sacerdotessa che dovrebbe sacrificarli è però proprio Ifigenia, portata là dalla dea, che riconosce il fratello, lo salva e fugge assieme a lui e a Pilade per far ritorno in patria. Pilade sposa Elettra ed eredita il regno di Micene, mentre Oreste ed Ifigenia decidono di cercare una nuova patria oltremare.

Anno 1814 [1166 a.C.]: dopo essere stato respinto dal Faraone d'Egitto, Oreste sbarca sulla costa della Palestina, dietro consiglio di Ifigenia sposa Filista, figlia di un signore del luogo, e fonda la città di Azoto (la biblica Asdod). Da Oreste e Filista discenderà il popolo dei Filistei, fiero nemico degli Ebrei da cui deriverà anche il nome "Palestina".

Anno 1815: cinquant'anni dopo la morte di Eracle, i discendenti da questi avuti da Deianira, detti Eraclidi, che erano stati banditi dalla Grecia, tornano ed invadono la Beozia, riprendendo possesso di Tebe. Alcuni Eraclidi però restano in esilio e fondano la nuova casa regnante della Lidia, il cui ultimo esponente sarà Candaule, detronizzato da Gige, da cui avrà origine la successiva dinastia mermnade.

Anno 1831 [1149 a.C.]: Brizio, chiamato Bruto dai Latini, figlio di Enea e di Lavinia, è costretto a lasciare l'Italia per aver commesso un omicidio, ed allora varca le Colonne d'Ercole e sbarca in un'isola che da lui prende il nome di Britannia, della quale diviene primo re. Da lui discende il popolo dei Bretoni.

Anno 1832: Telegono, figlio di Odisseo e della maga Circe, parte per Itaca per conoscere il padre. Ivi giunto, vede un pastore che guida un gregge di bellissimi armenti e lo uccide per rubarglieli. Troppo tardi si accorge di aver ucciso suo padre Odisseo. Lasciata Itaca per il rimorso, si trasferisce in Italia dove sarà il capostipite dei Tirreni, cioè degli Etruschi.

Anno 1835: Elerna, figlia minore di Enea e Lavinia, sposa Sale, sovrano della Campania, e i due fondano la città che prenderà il nome di Salerno.

Anno 1837 [1143 a.C.]: Iulo, figlio di Enea, fonda Alba Longa, nel luogo dell'attuale Castelgandolfo, sui colli Albani.

Anno 1844: Menelao, in qualità di genero di Zeus attraverso Elena, assieme alla moglie è accolto al termine della sua vita nei Campi Elisi. Dopo la fine dell'Età degli Eroi, cantata da Omero e da Esiodo nelle loro opere, inizia una buia epoca di decadenza chiamata "Medioevo Ellenico".

Anno 1860: Ausonio (detto anche Nausitoo), figlio di Odisseo e della Ninfa Calipso, sbarca sulle coste dell'Italia meridionale, che da lui prende il nome di Ausonia, e sarà il capostipite dei popoli italici.

Anno 1912 [1068 a.C.]: Codro, l'ultimo re di Atene, scende in guerra contro Sparta. Avendo saputo che vincerà la città il cui re sarà ucciso, si traveste da mendicante, si infiltra tra gli spartani e li provoca, facendosi ammazzare. In tal modo Atene vince la guerra, abbandona l'ordinamento monarchico ed affida il potere agli Arconti.

Anno 1943: la Sibilla Cumana, profetessa italica, ottiene da Apollo di vivere più di mille anni, tanti quanti sono i granelli di sabbia che ha stretto nel pugno, ma si dimentica di chiedere anche una giovinezza altrettanto lunga, e perciò è costretta ad invecchiare sempre più.

Anno 1959 [1021 a.C.]: Pigmalione, re dell'isola di Cipro, rifiuta l'amore delle donne dell'isola, che non giudica alla sua altezza, e scolpisce invece una statua d'avorio con sembianze femminine, chiamandola Galatea. Egli si innamora perdutamente della statua (ancor oggi si chiama pigmalionismo l'attrazione sessuale verso oggetti inanimati), tanto da porla nel suo letto. Impietosita, la dea Afrodite (protettrice dell'isola) dà vita alla statua. Pigmalione la sposa; da loro nascerà Pafo, futuro re di Cipro, fondatore dell'omonima città dove sorgerà un grande tempio dedicato ad Afrodite.

Anno 1975 [1005 a.C.]: re Davide, sovrano degli Ebrei, conquista la città di Gerusalemme.

Anno 1992: Ermes ruba alcune giovenche dalla mandria di Apollo, approfittando di un attimo di distrazione del dio, e le conducendole nel Peloponneso sul monte Menalo, dove risiede il vecchio pastore Batto. In cambio del suo silenzio Ermes gli offre una giovenca, ed il pastore, accettato l'inaspettato dono, giura di esser muto come un pietra. Per verificare la sua sincerità, lo stesso Ermes gli si ripresenta davanti poco dopo sotto mentite spoglie, domandandogli se ha visto passare una mandria, e promettendogli in cambio tre giovenche. Il pastore indica subito il luogo in cui Ermes ha nascosto la mandria rubata ad Apollo; Ermes allora, rivelata la sua vera identità, per aver tradito il giuramento trasforma Batto proprio in una pietra.

Anno 2017 [963 a.C.]: Licurgo, discendente di Elena e Menelao, opera una profonda riforma degli ordinamenti di Sparta, suggeritagli da un responso oracolare di Delfi: tra le istituzioni a lui attribuite sono la diarchia (due re che governano contemporaneamente per controllarsi a vicenda), il consiglio degli anziani (gherusìa), formato da 30 membri compresi i due re, e l'assemblea popolare (apella).

Anno 2050 [930 a.C.]: morte di Salomone, il più grande dei re d'Israele.

Anno 2087: Arione, abilissimo suonatore di lira figlio di Poseidone e della ninfa Oenia, inventore tra l'altro del ditirambo in onore di Dionisio, si trova in viaggio dalla Sicilia a Corinto con i ricchi guadagni della sua tournée nell'isola. I marinai della nave su cui viaggia decidono allora di gettarlo in mare per impossessarsi dei suoi averi. Arione tuttavia li prega di lasciarli cantare un'ultima volta, cosa che gli viene concessa. Ma il suo canto attira un branco di delfini, che lo prendono sul dorso e lo conducono sano e salvo a Corinto.

Busto di OmeroAnno 2109 [871 a.C.]: Omero compone l'Iliade, il poema della sua giovinezza.

Anno 2139 [841 a.C.]: Omero porta a termine l'Odissea, il poema della sua maturità.

Anni 2159-2172 [821-808 a.C.]: Semiramide (la regina assira Shammuramat), figlia di Zeus e di Derceto, succede al marito Nino (il re assiro Adad Nirari II) e governa un impero esteso dall'Egitto alla Scizia. Per dare libero sfogo alla propria lussuria, che giunge all'incesto con il suo stesso figlio, ella promulga leggi che consentono l'amore libero, finché il figlio Adad Nirari III non la scaccia dal trono, ed ella si uccide.

Anni 2160-2206 [820-774 a.C.]: regno di Pigmalione (Pumayyaton in lingua cananea), sovrano di Tiro e discendente di Agenore e Telefassa. Questi, dopo la morte del padre Belo, usurpa i diritti ereditari della sorella Didone, che avrebbe dovuto salire al trono insieme al marito Sicheo. Sicheo restà però vittima di una congiura ordita da Pigmalione, e Didone, per salvarsi la vita, è costretta alla fuga via mare con i suoi fedelissimi.

Anno 2166 [814 a.C.]: Didone approda sulle coste africane e chiede ad Iarba, re di Numidia, il permesso di costruire una città, ma questi in segno di scherno gli offre "tanta terra quanta ne può contenere una pelle di bue". Didone allora taglia la pelle di bue in tante striscioline sottilissime e le lega insieme, in modo da delimitare il perimetro della futura città di Cartagine (in semitico Karchedon, "città nuova"). In seguito Didone respinge le profferte di matrimonio di Iarba e di altri principi locali, e sposa invece un fedelissimo di nome Barca, da cui discenderà il grande condottiero Annibale.

Anno 2181 [799 a.C.]: Esiodo, poeta di Ascra in Beozia, sotto ispirazione delle Muse cui è devoto compone il suo capolavoro, la "Teogonia".

Anno 2199 [781 a.C.]: Amulio, fratello di Numitore, re di Alba Longa e discendente di Enea, ne usurpa il trono e lo scaccia in esilio. Onde evitare che qualunque erede possa insidiare il suo potere, obbliga Rea Silvia, unica figlia di Numitore, a consacrarsi alla dea Estia facendo voto di castità. Ma Tiberino, il dio del fiume Tevere, si innamora della fanciulla, si unisce a lei e la mette incinta. Quando Amulio scopre che Rea Silvia ha partorito due gemelli, la fa seppellire viva per aver violato il voto e fa abbandonare i due gemelli in una cesta sul Tevere. Ma il dio Tiberino fa in modo che la cesta sia trovata da una lupa che da poco ha perso i suoi cuccioli, e che perciò allatta i due neonati fino a che non li trova il pastore Faustolo. Questi li adotta come figli suoi e liLa Lupa allatta Romolo e Remo, Roma, Musei Capitolini chiama Romolo e Remo.

Anno 2204 [776 a.C.]: Prima Olimpiade, a partire dalla quale in Grecia si computano gli anni.

Anno 2216 [764 a.C.]: morte di Didone, che viene assunta all'Olimpo ed adorata dai cartaginesi con il nome di Tanit.

Anno 2226 [754 a.C.]: Romolo e Remo, divenuti adulti, scoprono la verità sulla loro ascendenza, si recano ad Alba Longa, fanno fuori Amulio e rimettono sul trono il nonno Numitore, quindi decidono di fondare una nuova città. Stabilito che chi vedrà più uccelli in cielo avrà l'onore di tracciarne le mura e di darle il suo nome, la sorte cade su Romolo.

Anno 2227 [753 a.C.]: Romolo traccia con l'aratro le mura di Roma. Il fratello Remo salta il solco in segno di sfida, ed egli lo accoppa. Per popolare la città invita i vicini Sabini a un banchetto, durante il quale fa rapire le loro donne. Il re dei sabini Tito Tazio vorrebbe riprenderle con la forza, ma le donne si interpongono tra di loro: "Non vogliamo vedere i nostri padri e i nostri mariti che si scannano a vicenda". I due popoli così si fondono pacificamente in uno solo, dando vita alle prime Gens romane.

Anno 2231 [749 a.C.]: Seno ed Aschio, figli di Remo, dopo la morte del padre per mano dello zio Romolo fuggono dal Lazio e si dirigono verso Nord, fondando il nucleo originario di quella che sarà poi la città di Siena.

Anno 2263 [717 a.C.]: Romolo è assunto sull'Olimpo durante una tempesta ed assume il nome di Quirino. Il colle su cui è sparito prende il nome di Quirinale.

Anni 2263-2306 [717-674 a.C.]: regno di Numa Pompilio, che riceve le Leggi delle Dodici Tavole (nucleo del primo diritto romano) dalla ninfa Egeria.

Anni 2264-2302 [716-678 a.C.]: regno di Gige, re della Lidia (il Gog della Bibbia), che pone fine alla dinastia degli Eraclidi ed avvia quella dei Mermnadi. Zeus gli ha donato un anello in grado di renderlo invisibile.

Anno 2274 [706 a.C.]: un gruppo di coloni spartani guidati da Taras fonda la città di Taranto.

Anno 2298 [682 a.C.]: Mida, avido re della Frigia, ottiene da Dioniso il dono di trasformare in oro tutto ciò che tocca, ma si accorge che in tal modo anche i cibi che tocca diventano dello stesso metallo, e non può più nutrirsi. Terrorizzato dall'idea di morire di fame, chiede a Dioniso di riprendersi il suo dono. Il dio accetta, ma in cambio gli fa crescere due orecchie d'asino. Mida lancia allora la moda dell'alto cappello a cilindro per nascondere le disdicevoli orecchie, ma di fronte al barbiere è costretto a toglierselo. Così, lo minaccia di morte affinché tenga il becco chiuso. Il barbiere, che non sa più trattenere il segreto, scava una buca in un campo e grida in essa: "Re Mida ha le orecchie d'asino!" Di lì a poco in quel punto crescono delle canne che, al soffiare del vento, cantano: "Re Mida ha le orecchie d'asino!" E il segreto diventa di pubblico dominio.

Saffo, Roma, Musei CapitoliniAnni 2342-2422 [638-558 a.C.]: vita di Solone, uno dei Sette Savi dell'antica Grecia (gli altri sono Talete di Mileto, Biante di Priene, Pittaco di Mitilene, Cleobulo di Lindo, Chilone di Sparta e Misone di Chene), ideatore delle istituzioni democratiche di Atene, e noto anche per aver ritrovato su una colonna di un tempio egiziano le testimonianze della distruzione di Atlantide.

Anni 2356-2433 [624-547 a.C.]: vita di Talete da Mileto, genio tuttologo ideatore della filosofia e della scienza moderne.

Anno 2379 [601 a.C.]: Saffo, la più grande poetessa greca di tutti i tempi, si suicida gettandosi in mare da una rupe dell'isola di Lesbo quando si accorge che l'adorato Faone non corrisponde il suo amore.

Anno 2410 [570 a.C.]: Rodopi ("guance rosate"), bellissima schiava greca, lavora nell'abitazione del suo padrone egiziano, dove è costretta a subire continui maltrattamenti dalla moglie del padrone e dalle altre schiave, invidiose della sua bellezza. Avendola sorpresa a danzare da sola con grande abilità, il suo padrone  le regala un paio di pantofole di oro rosso, con il risultato di inasprire ancor più il "mobbing" nei suoi confronti. Un giorno il Faraone Amosis invita il popolo d'Egitto ad una grande festa da lui offerta nella città di Sais, ma la padrona di casa impedisce la partecipazione di Rodopi, ingiungendole di portare a termine una lunga lista di ingrati lavori domestici. Mentre la fanciulla si trova al fiume a fare il bucato, con le pantofole esposte ad asciugare al sole, improvvisamente Apollo, nelle sembianze di un falcone (adorato in Egitto con il nome di Horus), le ruba una pantofola e, volato fino a Sais, la lascia cadere in grembo al faraone; questi, interpretato l'evento come un segno divino, decreta che tutte le fanciulle del regno dovranno provare la pantofola, perché egli sposerà quella che riuscirà a calzarla. L'emissario del Faraone Amosis giunge nella casa di Rodopi, ma le altre schiave la legano ed imbavagliano, in modo che nessuno si accorga di lei. Interviene però di nuovo Apollo, che la libera in tempo perchè ella possa provare la calzatura. A questo punto questa Cenerentola dell'antichità tira fuori anche l'altra, e il Faraone la prende come sua sposa.

Anni 2419-2433 [561-547 a.C.]: regno di Creso, re della Lidia ed ultimo dei Mermnadi, proverbiale per la sua ricchezza. Volendo scendere in guerra contro Ciro, re dei Medi e dei Persiani, consulta l'oracolo di Delfi che gli risponde: "se scenderai in guerra, distruggerai un grande regno". Creso ingaggia battaglia ma perde, ed il grande regno che distrugge è il proprio.

Anno 2450 [530 a.C.]: Esopo, schiavo africano, inventa il genere della favola.

Anno 2471 [509 a.C.]: Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma, viene scacciato da Lucio Tarquinio Collatino, cui il figlio del re ha violato la moglie Lucrezia, suicidatasi per la vergogna: fine della monarchia ed inizio della Repubblica Romana.

Anno 2500 [480 a.C.]: gli ateniesi sconfiggono la flotta persiana di Serse nella battaglia di Salamina e scongiurano la conquista della Grecia da parte dei Persiani.

Anni 2549-2576 [431-404 a.C.]: tra Atene e Sparta si combatte la trentennale Guerra del Peloponneso; la spunta la seconda.

Anno 2581 [399 a.C.]: Socrate, uno dei massimi pensatori greci, è condannato ingiustamente a morte con l'accusa di empietà.

Anno 2590 [390 a.C.]: Er, figlio di Armenio, soldato originario della Panfilia, muore in battaglia contro i Persiani. Il decimo giorno dopo la battaglia si portano via dal campo i cadaveri decomposti, ma quello di Er è raccolto intatto e riportato a casa per essere sepolto. Al dodicesimo giorno, quando già si trova sulla pira funebre, improvvisamente Er ritorna in vita e racconta al filosofo greco Platone, discepolo di Socrate, quanto ha visto circa il destino delle anime nell'Aldilà. Platone include il racconto del suo dialogo "La Repubblica".

Anno 2628 [352 a.C.]: Artemisia, principessa di Caria in Asia Minore, rimane vedova e succede al fratello e marito Mausolo come sovrana del suo paese. Quando le vengono portate le ceneri del marito, ella le diluisce in acqua e le inghiotte, "così il mio sposo sarà sempre con me", come spiega ai cortigiani. Per perpetuare la memoria di Mausolo, Artemisia fa costruire in suo onore una sepoltura monumentale ad Alicarnasso: esso verrà chiamato "Mausoleo", e sarà ricordato come una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico (il nome di mausoleo indica da qui in poi ogni sepoltura monumentale).

Anno 2644 [336 a.C.]: Filippo II di Macedonia ha la cattiva idea di porre la sua statua assieme a quelle deiAlessandro Magno, affresco dalla villa del Fauno a Pompei dodici déi maggiori dell'Olimpo, e lo stesso giorno muore assassinato da un certo Pausania, ufficiale della propria guardia. Da allora si considera il 13 un numero sfortunato.

Anno 2657 [323 a.C.]: Alessandro III, figlio di Zeus e di Olimpiade, moglie di Filippo II di Macedonia, si spegne a Babilonia a soli 33 anni dopo aver conquistato un impero che va dal Mar Ionio ai confini dell'India. Inizia la cosiddetta epoca dell'Ellenismo: il greco è lingua franca in tutto il mondo conosciuto.

Anno 2676 [304 a.C.]: per celebrare la loro vittoria su Demetrio, generale di Alessandro, gli abitanti di Rodi fanno costruire una statua monumentale di Apollo all'imbocco del loro porto, alta 32 metri, che sarà ricordata come il Colosso di Rodi.

Anno 2734 [246 a.C.]: Tolomeo III Evergete ("benefattore"), sovrano ellenistico d'Egitto, parte in guerra contro Antioco III di Siria. La sua sorella e sposa, Berenice, fa voto di offrire la sua chioma lunghissima, che tocca terra, alla dea Afrodite se Tolomeo tornerà sano e salvo dalla guerra. Tolomeo torna e Berenice si taglia la chioma, deponendola nel tempio di Afrodite, ma il mattino dopo essa è scomparsa. L'astronomo di corte Conone di Samo afferma di averla vista in cielo, presso la coda del Leone, e nasce così la costellazione della Chioma di Berenice.

Anno 2754 [226 a.C.]: il Colosso di Rodi è abbattuto da un terremoto. Temendo l'ira di Apollo contro di loro, i rodiensi decidono di non ricostruirlo. Esso verrà comunque annoverato tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico (le altre sono le Piramidi d'Egitto, i Giardini Pensili di Babilonia, il Tempio di Diana ad Efeso, la Statua di Zeus ad Olimpia, il Faro di Alessandria e il Mausoleo di Alicarnasso).

Anno 2778 [202 a.C.]: Quinto Ennio, reincarnazione di Omero, introduce a Roma l'esametro e compone il poema epico "Annali" sulla fondazione e la storia di Roma.

Anno 2819 [161 a.C.]: per iniziativa di Giuda Maccabeo il popolo Giudeo fa alleanza con Roma e con Sparta contro le pretese del sovrano ellenistico Antioco IV Epifane ("colui che si manifesta con potenza"), detto Epimane ("pazzo") dai Maccabei.

Anno 2827 [153 a.C.]: Publio Cornelio Scipione l’Emiliano si reca in Africa per incontrare il re di Numidia Massinissa, e durante il banchetto in suo onore si intrattiene con lui fino a tarda notte parlando del nonno adottivo Publio Cornelio Scipione l'Africano. Quando l'Emiliano si addormenta, gli appare in sogno proprio l'Africano, che gli rivela di essere stato portato dagli déi dopo la morte sulla Via Lattea, dove risiedono i giusti, i benefattori e i valorosi in battaglia. Da lì egli può osservare l'Universo da una posizione privilegiata, e contemplare il movimento delle sfere celesti.

Anno 2834 [146 a.C.]: il console romano Lucio Mummio distrugge Corinto e riduce la Grecia a provincia romana con il nome di Acaia.

Busto di VirgilioAnno 2932 [48 a.C.]: Gneo Pompeo sta per scontrarsi con le truppe del rivale Giulio Cesare nella pianura di Farsalo, in Tessaglia, ma vuole conoscere in anticipo le mosse dell'altro, e così decide di interrogare la maga Eritone, che abita in un sepolcreto lì accanto. Dietro il pagamento di una forte somma di denaro, Eritone riporta in vita un soldato appena caduto perché predica a Pompeo l'esito della battaglia, che è tutt'altro che a lui favorevole: Cesare otterrà una vittoria decisiva.

Anno 2936 [44 a.C.]: Giulio Cesare, discendente di Iulo, figlio di Enea, è assassinato nel Foro Romano. La dea Afrodite da cui discende lo assume nell'Olimpo tra gli déi sotto forma di stella.

Anno 2961[19 a.C.]: morte di Publio Virgilio Marone, che poco prima aveva completato l'"Eneide", il suo capolavoro.

Anno 2972 [8 a.C.]: una notte, l'equipaggio di una nave romana in navigazione verso l'isola greca di Paxos, presso Corfù, si accorge che il vento è cessato improvvisamente, e nel buio ode una voce gridare: "Il dio Pan è morto! Dite a tutti che è morto!" Da ogni parte dell'isola scoppiano pianti, gemiti e singhiozzi di cui non si saprà mai la provenienza. Il fatto, riferito dal marinaio egiziano Tamo e tramandato da Plutarco, fa il giro del Mondo: probabilmente, dice più d'uno, la voce annuncia la fine della Terza Era e l'avvento di una nuova generazione divina.

Anno 2973  (7559 della Seconda Era, 44621 della Prima Era) [7 a.C.]: l'Arcangelo Gabriele annuncia a un'umile ragazzina di Nazareth, in Galilea, che darà alla luce un Bambino che sarà chiamato Santo e Figlio di Dio. Tramonta l'epoca dei vecchi déi, ha fine la Terza Era ed inizia la Quarta Era, quella del Dio unico e trascendente, in cui viviamo tuttora.

William Riker

Nota Importante: questa cronologia è frutto del divertissement estivo di un appassionato di mitologia, basato sulla rielaborazione delle leggende di tutti i popoli del mondo, ridistribuite e collegate tra di loro talvolta in contrasto con le fonti antiche che ce le hanno trasmesse. Il lavoro però non ha nessuna pretesa scientifica, storica o filologica, e ad esso va attribuita la stessa veridicità che può competere al racconto di Ulisse e delle Sirene.

Grazie a Never75 per i contributi e i suggerimenti. Se volete fornire consigli o proposte per migliorare la cronologia, scrivete a questo indirizzo.

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Ed ecco cosa ci scrive l'amico Bhrghowidhon:

Per quel niente che posso contribuire a questa magnifica ucronia (la materia è intricatissima), vorrei aggiungere che il dio Giano qui citato è nientemeno che il Dio Sole (è anche celtico, anche se meno evidente) e addirittura la parola rĕlĭgĭō indicava in origine il canto in suo onore; probabilmente non è un caso che lo stesso appellativo Dĕŭs sia la luce del giorno e quindi che in pratica il Cristianesimo Latino si sia formato su un Culto Solare, laddove invece il Monoteismo Musulmano – ma anche il Cristianesimo Arabo – è la continuazione di un Culto Lunare (in pratica, Dio è il nome del Sole, ’Allāh – che a seconda della pronuncia indica il Dio Cristiano o il Dio Musulmano – è la Luna; i Latini e gli Arabi chiamano la stessa Entità Suprema – esterna al nostro Ergocronotopo – col nome dell’una o dell’altra Divinità Precristiana).

Nota: In arabo, se si pronuncia [ʔałˈłɑː] si intende il Dio Musulmano, se si pronuncia [ʔalˈlaː] si intende il Dio Cristiano. Il segno [ł] è la consonante laterale alveo-velare sonora (per esempio la cosiddetta “elle dura” delle lingue slave; la si nota nei Russi che parlano in una lingua neolatina); il segno [ɑ] è la vocale posteriore bassa non arrotondata, per esempio quando in dialetto bustocco si pronuncia una /a/ accentata seguìta da una sola vocale ([ʃtrˈɑːda] ‘strada’). Ah, dimenticavo: il segno [ʔ] è quel momento di silenzio (spontaneo quando una frase inizia per vocale) che si sente quando si pronuncia «lo... òdio» invece che «loòdio» oppure «la... àmo» invece che «laàmo»; il segno [ˈ] indica che la vocale successiva è accentata.

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C'è pure il contributo di Perchè No?, che vive in Giappone:

Anch'io aggiungo una cosa. Nella mitologia giapponese le divinità primordiali Izanagi e Izanami vivono una vicenda che a prima vista somiglia incredibilmente a quella di Orfeo ed Euridice (lei muore, lui va a riprenderla dal mondo dei morti ma si volta prima del tempo e la perde definitivamente). In realtà però la storia di Izanami e Izanagi assomiglia a Orfeo solo da lontano. Infatti Izanami muore bruciata quando partorisce il dio del fuoco e scende nel Yomi, la versione locale dell'aldilà. Izanagi la segue per ritrovarla ma quando la ritrova lei rifiuta di vederlo e gli ordina di andarsene. Izanagi fa finta di accettare ma riesce a vederla e la scorge in decomposizione, con la faccia distrutta e mangiata dai vermi. Izanagi urla e fugge via. Furiosa di essere stata ingannata e abbandonata, lancia contro Izanagi Raijin, dio dei fulmini, e le Shikome (una sorta di vecchie malvagie, spesso rappresentate come serpenti). Izanagi scappa e blocca l'accesso al Yomi, Izanami dietro l'entrata lo maledice e gli promette di distruggere ogni giorno 1000 delle sue creazioni. Izanagi risponde che darà allora la vita a 1500 nuovi esseri ogni giorno, creando il ciclo della vita e della morte.

Ho letto un'interpretazione di questo mito, e certi storici credono che sia in rapporto con l'eruzione catastrofica di un vulcano alla fine del periodo Jômon II nel Giappone centrale. Izanami sarebbe il vulcano, dispensatore di vita e abbondanza, distrutto dal fuoco, e lascerebbe un paese orribilmente bruciato facendo morire uomini, animali e piante.


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