Determinismo tecnologico?

Ecco la proposta avanzata da Dans:

Qualche tempo fa riflettevo sulla possibilità di modificare l'attuale determinismo tecnologico, ovvero: è davvero necessario che la serie delle scoperte tecnologiche sia avvenuta così come è stato? O la tecnologia avrebbe potuto prendere altre strade? E in quali casi? La prima cosa che mi veniva da pensare era un possibile utilizzo del vapore nell'ellenismo (vedi l'eolipila di Erone), impedito dalla economicità dell'economia schiavistica romana. Ma penso che potremmo trovare altri pod tecnologici se ci applichiamo.. aspetto le vostre proposte!

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Ed ecco come risponde dal par suo William Riker:

L'idea dell'eolipila di Erone è un classico. A me una delle idee che sta più a cuore è un "Medioevo tecnologico" con l'arrivo dalla Cina di bussola, stampa e polvere da sparo già prima del mille. Si può pensare alla macchina a vapore inventata da Leonardo da Vinci ed al parafulmine introdotto da Evangelista Torricelli, sopravvissuto più a lungo che nella nostra Timeline. In questo caso già nel settecento si può instaurare una tecnologia nucleare, e magari il Barone di Münchhausen sulla Luna ci va davvero, ma con un Apollo V, e non scalando una pianta di fagioli avviticchiatasi ad uno dei corni del satellite. A quest'ora potremmo essere già a bordo dell'Enterprise o di Babylon V, sempre se Francesi e Austriaci non si sono disintegrati reciprocamente a colpi di bombe atomiche durante le guerre napoleoniche... Che ne pensi?

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Dans replica:

La prospettiva è interessante, ma resta "mainstream": è sempre un'anticipazione di come la tecnologia si è effettivamente evoluta per arrivare a noi. Io mi chiedo: avrebbe potuto evolversi diversamente? Esistevano scorciatoie o strade alternative per arrivare alle stesse soluzioni? Purtroppo non sono un ingegnere e non mi so rispondere...

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Ovviamente Sandro Degiani non può certo esimersi dall'intervenire:

Questo è un po' un invito a nozze per un ingegnere! Io vedo più vie:

1) Un precoce sviluppo tecnologico/scientifico (occhio eh? Si deve sempre sviluppare anche la teoria a fianco della pratica) porta l'umanità alla distruzione per essersi impossessata di armi di distruzione planetaria prima di maturare una coscienza e cultura non basata sulla guerra e la conquista.

2) Il precoce sviluppo tecnologico porta anche come conseguenza una maturazione politica e sociale precoce, L'Unione Europea viene creata sulle Basi dell'Impero Romano e risulta più grande dell'attuale e sopratutto politicamente e culturalmente omogenea.
I popoli imparano che dal confronto fisico nasce solo la distruzione reciproca e quindi mille anni di pace e di progresso davvero ci proiettano verso le Stelle!

1 e 1/2) Il precoce sviluppo tecnologico esaurisce le riserve energetiche e di materie prime con mille anni di anticipo. Il 2007 vede un'umanità ridotta nel numero e che vive gestendo con avarizia ed attenzione ridottissime risorse. Un po' Mad Max ed un po' Blade Runner.

1 e 3/4) Il futuro dello scansafatiche. Il progresso viene indirizzato non ad aumentare la quantità delle risorse e ridurne il costo (quindi più lavoro, stipendi più bassi, espansione crescente) ma a ridurre la fatica umana ed aumentare il tempo libero.
Dopo mille anni tutto è praticamente automatico e la mano d'opera umana non è più necessaria. Culture idroponiche e piantagioni automatiche con robot giardinieri, Mezzi di traspoto automatici a navigazione satellitare, teletrasporto delle merci direttamente dalla produzione al frigo di casa tua.
L'uomo da mille anni si può dedicare a fare quello che gli piace... anche nulla se gli va'.
Una civiltà anarchica ed individualista di artisti, di eccelsi scultori ed ebanisti, di sarti ed architetti... che ognuno sia quello che vuol essere.
Ogni arte e mestiere raggiunge vertici inusitati.
Ladri? No, perchè rubare quello che si può avere gratis?
Imbroglioni? Sì, perchè lo spirito dell'imbroglione è eternamente stampato nel DNA.
Drogati? Sì, se gli piace.
Annoiati? Forse un po' tutti.. le Utopie sembrano meravigliose ma nella realtà sono noiose...

C'è un film in proposito... "La fuga di Logan".... se lo trovate guardatevelo...! Anche le Utopie di Asimov, tipo la civiltà umana dipendente dai robot di "Il Sole Nudo", sono un via già percorsa...

Per quanto riguarda invece la domanda di Dans, se esistono scorciatoie o strade alternative per arrivare alle stesse soluzioni, è davvero un bella domanda! Mi sono sentito subito tirato in causa come categoria. E ci ho pensato su un momento.

Direi che il progresso tecnologico è inevitabilmente legato alla insoddisfazione ed inquietudine di base dell'animo umano.
Quasiasi animale, anche superiore, raggiunto l'obiettivo di soddisfacimento dei bisogni primari (fame, sonno, sesso) si mette tranquillo e non cerca ulteriori rogne.
Quando la tecnologia avesse compensato gli svantaggi fisici dell'animale uomo (niente zanne e artigli, poca forza fisica, nessuna pelliccia contro il freddo), fornito un comodo accesso alle risorse alimentari (allevamento, agricoltura) e messa su una medicina di base, ci saremmo dovuti arrestare.
Bastavano quindi semplici armi come archi, fionde e lance, non era necessaria la bomba atomica; bastava una economia di scambio, non era necessaria Wall Street; bastava un buon medico generico con una ben collaudata farmacologia vegetale, non era necessaria la Tomografia Assiale.

All'uomo bastava quello che c'era già al tempo dei Sumeri... però all'UOMO non bastava.... perchè e percome è un lungo discorso... non è l'argomento di oggi...

Quindi il progresso tecnologico è inevitabile , salvo immaginare il trionfo e la diffusione capillare e profonda di un filosofia di tipo orientale, che concentrandosi sull'uomo e disdegnando gli aspetti fisici e materiali dell'esistenza porti l'umanità a un livello che trascende la "ricchezza" intesa come disponibilità illimitata di beni e servizi.
Il progresso tecnologico di una civiltà, come la nostra occidentale, che invece premia e invidia la "ricchezza" come sopra descritta, è inevitabile.

Il progresso può svilupparsi per due diversi percorsi:

a) Il primo prevede un approccio scientifico di tipo galileiano, lo sviluppo parallelo di una scienza che indaghi le leggi della natura, le descriva e le sottoponga alla prova scientifica della ripetibilità e oggettività.
Una tecnologia quindi che, insieme alla scienza, si espande e si alimenta, alimentando con strumenti sempre più sofisticati la ricerca e l'indagine, ottenendo in cambio strumenti ulteriormente sofisticati.
Infatti se, con tutta la mia cultura, dovessi saltare indietro di mille anni, non potrei continuare a progettare componentistica perchè non avrei né gli strumenti, né il modo di realizzare quello che potrei progettare. Senza un CAD potrei disegnare... senza un sistema di calcolo potrei usare il regolo calcolatore (sono uno degli ultimi ingegneri che sa usarlo) oppure carta e penna, ma senza l'acciaio, senza una fresatrice a tre assi, senza un tornio decente che non sia di legno, non potrei fabbricare un bel niente.
In questo panorama lo sviluppo tecnologico può differenziarsi per l'attenzione ad un settore piuttosto che ad un altro, svilupparsi sfruttando non il petrolio ma il metano, oppure energie alternative, puntare allo spazio invece che far soldi con il commercio delle armi e la guerra continua, essere insomma condizionato e guidato da indirizzi etici e morali diversi.

b) La seconda prevede invece uno sviluppo random a macchia di leopardo. Senza un approccio sistematico e scientifico, alcuni settori si espandono e fuggono in avanti, mentre altri restano al palo.
Bellissima situazione per uno scrittore... abbiamo astronavi che trasportano eserciti in armatura e spada, mondi di villaggi semicivili ma con una medicina avanzatissima, pianeti medievali ma con armi atomiche e laser (oggi abbiamo talebani con Kalashnikov e cellulare Motorola che vogliono restaurare un impianto politico/religioso medievale...) È quello che è accaduto nel mondo Romano e Medievale. Non credo che l'architettura si sia evoluta molto negli ultimi 2000 anni... facciamo monumenti, case e chiese diversi, ma non migliori e con tecniche diverse.
Negli Anni Bui uomini che vivevano molto peggio di mille anni prima edificarono cattedrali che ancora oggi ci riempiono di stupore e di meraviglia.
Altri campi invece, prigionieri di teorie astruse e non provate, di lacci ideologici e religiosi, sono rimasti fermi se non arretrati, come la medicina, la chimica lasciata in mano agli alchimisti, la fisica e l'astronomia degli astrologi.
Questa via però presuppone un impedimento fortissimo a sviluppare l'approccio scientifico. L'unica forza che potrebbe riuscire è la religione (intesa come un vincolo etico/morale che condiziona le scelte e vincola la liberta di pensiero).
Nel nostro mondo c'è voluta la Rivoluzione Francese per laicizzare il pensiero e rendere possibile anche un progresso politico di gestione dello Stato che ci ha portato allo Stato Moderno.
C'è voluto il pensiero tipicamente pratico del Protestante inglese o americano per iniziare la Rivoluzione industriale e innescare il "Progresso" così come lo conosciamo.
Direi che da un certo punto in poi, intorno al 1600/1700, il progresso tecnologico ha preso un indirizzo che non sarebbe stato molto diverso qualsiasi altro evento storico avesse cambiato il pianeta. Se a Waterloo avesse vinto Napoleone o se Hitler avesse conquistato l'Europa non avrebbe fatto la differenza.
Neanche se gli Stati Generali del 1788 fossero finiti in un bagno di sangue e la sconfitta del Terzo Stato fosse stata la loro conclusione, non sarebbe cambiato molto. I tempi erano maturi per un cambiamento di rotta e di abitudini politiche... la gente era cambiata e per sempre!

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Così replica Dans:

Ci stiamo avvicinando al punto che ho in mente io. Quali sono i momenti in cui la tecnologia si sarebbe potuta evolvere in direzioni diverse? Per stare al tuo esempio: chi avrebbe potuto utilizzare il metano anziché il petrolio? Quando? Le sue industrie e la sua produzione sarebbero state profondamente diverse? Avrebbe avuto un vantaggio o uno svantaggio comparativo?

Un discorso del genere lo si può fare, oggi, nella biologia evolutiva: conoscendo i progenitori e le specie affini di ogni animale, possiamo vedere come gli organi si sono evoluti e come si sarebbero potuti evolvere anche diversamente. Tuttavia dell'albero tecnologico non conosciamo "specie affini", e non possiamo fare una comparazione sulle possibili evoluzioni parallele.

>La seconda prevede invece uno sviluppo random a macchia di leopardo.
>Senza un approccio sistematico e scientifico, alcuni settori si espando e >fuggono in avanti mentre altri restano al palo.

Questo è un secondo punto. Quali sono stati i momenti in cui un balzo in avanti si sarebbe potuto fare, e invece è stato impedito? Nel concreto, nello specifico.
Ad esempio, per stare a una cosa appena citata da Riker: come sarebbe cambiata l'astronomia se le idee di Cusano fossero state subito accettate? Chi avrebbe potuto accettarle? Una tale idea avrebbe avuto ricadute anche in altri campi? Avrebbe potuto fornire un vantaggio comparativo ad un piccolo gruppo che l'avesse accettata? ecc.

Dobbiamo cmq stare coi piedi x terra: secondo me una civiltà con astronavi e eserciti in armatura non è possibile. Se sono arrivati a costruire un'astronave, la tecnologia x avere un carro armato. A meno che non si intenda un esercito di fanteria con armature tecnologiche. In quel caso si tratta di un'evoluzione diversa della tecnica militare. E' probabile che, se la forma della guerra fosse ancora quella del 1600, avremmo ancora lo stesso tipo di eserciti di fanteria, tecnologicamente aggiornati.

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Sandro Degiani continua il dibattito:

...è difficile stabilire dei punti di divergenza tecnologica, ammesso che possano esistere.

La Rivoluzione Industriale parte da un effetto domino di circostanze, qui traccio una linea di progresso molto lineare e semplice.

Inghilterra e Impero coloniale mondiale à politica di supremazia navale à troppe navi in legno costruite à Legno raro e materiale strategico à foreste protette e proprietà reale à impossibilità uso legno per riscaldamento à ricorso forzato al carbone à sviluppo miniere di carbone anche in terreni con infiltrazioni d'acqua o gallerie profonde à sviluppo tecnologia pompaggio acqua da tunnel profondi à insufficienza pompa ad azionamento equino à sviluppo caldaia a vapore e cilindro a singolo effetto à miglioramento sistemi cilindro, pistone, biella e manovella à nuova fonte di energia disponibile (vapore + macchina di Watt) à industrializzazione con macchinari a vapore à disoccupazione crescente à nascono nuove industrie à trasporti più efficenti à maggiore mobilità della popolazione à flusso dalla campagna verso la città à agricoltura meccanizzata à disponibilità in eccesso di beni di consumo à calo prezzi/miglioramento vita/spinta ai consumi à ecc...

Per me un punto chiave potrebbe essere l'inseguimento della supremazia navale dell'Inghilterra e la tecnologia dei cantieri navali che prevedeva l'uso di spropositate quantità di legname.

Se l'Inghilterra non avesse voluto essere la Prima Marina militare e commerciale del mondo, se allora la tecnologia avesse messo a disposizione materiali alternativi (per esempio una partenza anticipata della costruzione di navi con scafo in ferro, ma non è possibile perchè ferro in quantità presuppone industria e l'effetto non può precedere la causa), se l'Inghilterra fosse stata invasa dagli spagnoli della Invincibile Armada...
allora avremmo potuto avere uno sviluppo tecnologico diverso (ma non ne sono sicuro, forse solo una diversa partenza ma il percorso forse sarebbe stato molto simile).

Io non sono un ingegnere sciovinista e mi piace far volare la fantasia ma se tornassi nel 1600 o anche al Regno di Diocleziano e volessi indirizzare il progresso tecnologico non avrei altre strade in mente che costruire una rozza macchina di Watt e incominciare a commercializzarla ai mugnai e ai tessitori.

Con le risorse dell'epoca sarebbe già difficile realizzare un decente cilindro/pistone che non esploda ed una biella e manovella che non grippi.
Beh... di mio qualcosina ce la metterei, farei il cilindro a doppio effetto con distribuzione a cassetto subito.... in modo da saltare 100 anni di sviluppo in un colpo solo e avere un doppio rendimento. In fondo questa "innovazione" è solo parto di una geniale invenzione e non richiede tecnologie esotiche o raffinate.
Magari anche la caldaia la farei doppio stadio con surriscaldatore e recupero del calore dei fumi.
Ma dovrei partire da li'.... perchè i negozi di pannelli solari devono ancora aprire e il silicio serve solo per fare i castelli in riva al mare.

Il metano è un'energia alternativa ma richiede tecnologia per estrarlo, trasportarlo, utilizzarlo. Il petrolio ha un vantaggio... i primi pozzi venivano scavati con le stesse attrezzature che si usavano per scavare pozzi di irrigazione. Nei primi pozzi veniva su da solo, anzi zampillava per effetto della pressione del metano, è un liquido e lo trasporto facilmente in fusti, cisterne, tubi, nelle navi, a dorso d''asino.
Brucia come il carbone e trova disponibile una tecnologia a vapore collaudata di quasi due secoli di sviluppo ed affinamento.
Se in una caldaia a carbone metto un iniettore ad aria compressa che spruzza petrolio ho risolto il problema del passaggio di combustibile.
E' quello che accadde sulle locomotive a vapore che erano a carbone e arrivarono al massimo splendore bruciando nafta.
Non trascurabile in fatto che in quanto a potere energetico un litro di petrolio lo tengo in una bottiglia e mi da' 10000 kilocalorie un metro cubo di metano mi dà 8400 kilocalorie ma richiede una bombola, alte pressioni, riduttore di pressione e rischia sempre di scoppiare.
Il petrolio lo conoscevamo da secoli... ma lo usavamo per rendere lucidi i capelli, scacciare i pidocchi e poco altro. nelle lampade meglio bruciare olio di balena che non puzza...

La tecnologia è una catena continua di causa ed effetto, il fatto che ambienti inibenti non l'abbiano fatta nascere è indicativo della probabile assenza di alternative (p.es. i delfini sono molto intelligenti ma non hanno mani, non hanno nemici da combattere, e il fuoco non può essere acceso nell'acqua... di conseguenza niente tecnologia... forse sono MOLTO PIÙ INTELLIGENTI DI NOI...)

Il fatto che non esista una aviazione talebana o una base lunare di Al Qaeda rende altamente improbabile (ma letterariamente affascinante) il discorso di eserciti medievali su astronavi. È solo il frutto di una letteratura di tipo traspositivo, prendo la storia di Lancillotto e Ginevra e li chiamo Flash Gordon e Dale Arden, condisco con regni alieni, esseri esotici malvagi al posto di maghi e streghe, e ho il prodotto bello e pronto. Se lascio l'ambientazione medievale faccio anche meno fatica a riscrivere la storia.

Vi voglio porre una domanda... secondo voi qual è la più grande invenzione del XX Secolo?

Secondo me è... il FRIGORIFERO!!!

Può sembrare banale, ma senza non sarebbe possibile conservare e distribuire alimenti lontano dal luogo di produzione, saremmo limitati ad una economia locale di autarchia, morirebbero miliardi di persone di fame senza la possibilità di aiutarli (non che adesso si faccia molto...). Impossibile coltivazioni estese senza etodi di conservazione del prodotto, impossibile monoculture dato che bisognerebbe produrre di tutto ovunque.

Senza frigo non ci sarebbero stati i supermercati e ci sarebbero ancora miriadi di piccoli mercati e negozietti, le donne spenderebbero ore al giorno per procurarsi gli alimenti, solo quelli per il giorno perchè non si conserverebbero e dovrebbero consumare gli avanzi o buttarli.

Ci sarebbe una economia di risparmio ed oculatezza, non sarebbe mai decollata la economia del consumo. Impossibile mobilitare eserciti se non basandosi sul saccheggio delle risorse locali, impossibile combattere nel deserto... o lontani dalla madrepatria, o per anni e anni...

Non sarebbe stato pensabile ad un accesso al lavoro delle donne che devono andare al mercato, comperare, preparare, cucinare i cibi due volte al giorno, preparare gli avanzi.. società maschile tipo Afghanistan.

No emancipazione femminile, ruolo casalingo della donna... di nuovo Afghanistan.

Tutto ciò solo perchè non abbiamo il frigo nell'angolo della cucina...!

P.S. considerazione derivante dal fatto che la TV con parabola non ha cambiato la vita dei Tuareg in Nubia, nemmeno il cellulare lo ha fatto, tantomeno la bomba atomica, ma basta un pannello solare e un frigo e il nomade diventa agricoltore e stabile... si tiene tenda e dromedario ma non si sposta più dal più vicino supermercato... dopo una vita di montone arrosto conservato malamente e rancido con tè di menta finalmente "Quattro Salti in Padella" e CousCous fresco, pane francese, birra ghiacciata e brioches ogni giorno anche se sei single!

Copertina del "Corriere della Sera Magazine" del 4 settembre 2008: Dante con il cellulare! (copyright RCS)

Copertina del "Corriere della Sera Magazine" del 4
settembre 2008: Dante con il cellulare! (copyright RCS)

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Diamo la parola a questo punto a zEnrico:

Qualche genio, come l'italiano Giovanni Branca o l'inglese Thomas Savery, inventa la macchina a vapore nel Seicento e la rivoluzione industriale inizia in anticipo di un secolo e mezzo. La guerra dei trent'anni si evolve come nella nostra Timeline, ma che accade se l'Illuminismo prende piede più velocemente? Le guerre mondiali intese nel senso del termine potranno scoppiare con anticipo? Nel 1740, dopo che la Francia e la Spagna non riconobbero la Prammatica Sanzione del 1713 che assicurava la successione a Carlo VI d'Asburgo, scoppiò la nostra guerra di successione austriaca. In questa TL, potrebbe accadere la stessa cosa, ma la guerra esplode in una società più avanzata e con armamenti più moderni, di conseguenza il tutto si svilupperebbe su scala mondiale. Certo l'Africa e l'Oceania non saranno sotto il dominio europeo, al contrario ancora lo sarà l'intera America, ma non escludo che con l'arrivo delle industrie l'Occidente potrebbe colonizzare in anticipo i due continenti. Il meccanismo di alleanze c'è lo stesso e la guerra prosegue e si conclude come in HL. La guerra dei sette anni, in questo caso la seconda guerra mondiale, scoppierà per le stesse motivazioni: monarchi insoddisfatti e desiderio di vendetta. Magari la Aquisgrana del 1748 potrebbe essere una Versailles del 1919 in anticipo. Inutile dire che le due guerre avrebbero ripercussioni in tutta la storia successiva. Che ne pensate?

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Gli risponde Andrea Villa:

Temo che, con una simile evoluzione accelerata, anche la distruzione dell'ecosistema terrestre partirebbe prima...

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zEnrico annuisce:

Esattamente... tutto sarebbe anticipato. L'Unione europea, forse, verrebbe fondata nel 1848, o dopo. Nel 2019 saremmo avanti di anni, sempre che il riscaldamento globale non ci abbia già spazzati via.

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William Riker però obietta:

Il PoD di zEnrico è interessante, ma bisogna tener conto di un fatto. La Rivoluzione Industriale scoppiò nell'Inghilterra del '700 perchè vi erano le condizioni favorevoli a tale scoppio. Il paese era una democrazia parlamentare in cui il Re con poteri limitati regnava ma non governava, non vi era ombra di assolutismo, il potere era già saldamente in mano alla classe borghese, il paese dominava sui mari e occorrevano nuove forme di energia (leggi il vapore) per muovere le industrie che processavano le materie prime provenienti dalle colonie. Al tempo di Branca e Savery invece l'Inghilterra era dominata da una monarchia che pretendeva di essere assoluta (gli Stuart), la borghesia era ancora in formazione, i mari erano ancora prevalentemente sotto controllo olandese e non arrivava in Inghilterra una tale massa di materie prime da giustificare l'avvio anticipato della Rivoluzione Industriale. Lo scoppio della Guerra tra Monarchia e Parlamento dominato dai Puritani di Cromwell (le Teste Rotonde), l'assolutismo del Re Sole in Francia, l'arretratezza sonnolenta degli stati italiani dominati dalla Spagna e la Guerra dei Trent'Anni che infuriava in Germania escludono secondo me che la Rivoluzione Industriale prendesse avvio nel Seicento (così come nel I secolo dopo Cristo dopo l'invenzione dell'eolipila di Erone: a quel tempo c'era una larga manodopera servile e il vapore appariva inutile o, tutt'al più, un curioso giochetto). Per riuscirci, bisogna introdurre dei PoD aggiuntivi, che creino in uno o più paesi d'Europa le condizioni per la nascita di tale Rivoluzione. Io propongo i Paesi Bassi, che avevano un impero coloniale mondiale e stavano vivendo il loro secolo d'oro (Anton Van Leeuwenoek inventò il microscopio, Hans Lippershey il cannocchiale e Chiristiaan Huygens formulò la teoria indulatoria della luce), e la Svezia del "Re delle Nevi" Gustavo II Adolfo, se evita di farsi coinvolgere nel casino germanico e inizia a sua volta a colonizzare America e Sudest Asiatico.

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Perchè No? si mostra d'accordo:

Tutto questo mi ricorda che talvolta ho letto che la guerra dei Sette Anni era una già una guerra mondiale (non perché combattuta da tutte le nazioni ma perché combattuta su diversi continenti fino all'Oceano Indiano). Concordo con William sul fatto che il XVII secolo non era il secolo giusto per sviluppare la macchina a vapore, ma comunque se viene inventata potrebbe rimanere una curiosità fino a quando si troverebbe un uso pratico (militare).

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Ed ecco che il nostro amico Marziano avanza improvvisamente un'altra interessantissima proposta:

I cartoni animati dei "Flintstones" sono diventati popolarissimi in Italia con il titolo "Gli Antenati", lasciando intendere che questi cartoon siano ambientati in un'epoca passata molto lontana. In realtà, essi si configurano invece come un vero e proprio XX Secolo alternativo, in cui la tecnologia moderna (automobili, aerei, elettrodomestici, televisori, perfino computer) è realizzata unicamente con il legno, la pietra e la forza muscolare. Che succederebbe dunque in caso di "Neolitico eterno", cioè in un mondo in cui la civiltà tecnologica non è mai decollata, non sono stati scoperti neppure i metalli, e le guerre mondiali, secondo l'intuizione di Albert Einstein, devono combattersi con asce e frecce?

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Sandro Degiani non si lascia scappare l'occasione propizia:

Ma noi SIAMO nell'Età della Pietra!!!
La nostra civiltà dipende unicamente e totalmente dal SILICIO! Se non è una pietra il silicio....!!! Io voglio un "virus" portato da una cometa che disgrega il reticolo cristallino del silicio... quella sì che sarebbe una calamità senza precedenti...!!

Ma torniamo a noi. L'unico modo di mantenere una Società staticamente legata a modi di vita "antichi" è la schiavitù.... Lo abbiamo visto negli USA, quando ad un Nord industriale e proiettato verso il "futuro tecnologico" si opponeva la società arcaica e schiavista del Sud, elitaria, borghese e proprietaria terriera, legata alla tradizione ed ai riti di società.

Roma non ha incentivato il progresso tecnologico perché aveva mano d'opera economica in abbondanza... così fecero Egizi e Babilonesi che avevano le conoscenza ma non l'interesse di puntare sul progresso tecnologico. Poi nel Settecento Watt e la sua Macchina a Vapore hanno dato il via alla Rivoluzione Industriale (complice la scarsità di mano d'opera economica in una Europa decimata da guerre, peste e colera) e da allora più macchine meno schiavi è stata la regola, fino ai miei amati robot che progettavo anni fa...!

Oggi abbiamo nei paesi industrializzati, al posto degli schiavi, circa 3 KW a testa di energia con cui azioniamo frigoriferi, cucine, lavatrici e lavastoviglie, aspirapolvere e folletti, ventilatori e termosifoni, radio e TV, auto e tram.

In cambio inquiniamo il pianeta, distruggiamo le foreste e buchiamo l'ozono, immettendo CO2 e forzando l'effetto serra.... Costringiamo anche un paio di miliardi di uomini in condizioni di povertà e indigenza drammatiche ma questo è un altro discorso...

3 KW sono l'energia erogata da circa 6/7 schiavi... circa 9000 sesterzi in età imperiale, una cifra non troppo elevata da investire per "vivere di rendita" come un pascià.... Spendiamo molto dio più in bollette, auto ed elettrodomestici.

Proviamo a tentare un parallelo:

Quattro maschietti e tre femminucce... possiamo contare anche su un naturale incremento della forza lavoro di circa 6/7 unità nell'arco di 20 anni; insomma ci ripaghiamo la spesa in quattro lustri. E' un buon investimento... e poi invecchiando niente badanti, niente Case di Riposo allucinanti, niente solitudine, i miei schiavi ed i loro figli ed i loro nipoti.... Una grande famigliola... e magari li lascio liberi alla mia morte.

Io propongo una Società Neolitica Illuminata del Terzo Millennio... dove una schiavitù "morbida", gestita con elevati canoni etici e morali, consente elevati standard di comfort ad un ristretto numero di persone.

Una schiavitù illuminata ma pur sempre schiavitù, dove lo schiavo "riottoso" o indegno viene punito corporalmente ed eliminato fisicamente, se necessario, dal padrone. Dove diritti e doveri sono ben diversi tra le due categorie. Dove la Chiesa Universale tollera la schiavitù come una condizione transitoria che si riscatta nell'Aldilà, dove l'anima rimane "libera" anche se il corpo è schiavo (in fondo l'Islam non condanna lo schiavismo e in America nell'800 c'era fior di pastori che dicevano che la schiavitù non era da condannare ma solo la crudeltà ingiustificata del padrone verso la schiavo era riprovevole). Ma dove non esiste una umanità "libera" e disperatamente votata alla morte per inedia, guerre, malattie o assenza di assistenza. Dove chi ha fame ha una scelta sola, sicura, quella di "vendersi" e risolvere di un colpo tutti suoi problemi contingenti... vitto, alloggio e lavoro.

Siamo sicuri che se ci fossero 700 milioni di "padroni" e 5 miliardi di schiavi si vivrebbe molto peggio?

Beh.. se noi fossimo compresi nei 700 io direi di sì (ed in realtà lo siamo... ma solo a livello di rapace furto di risorse e non moralmente coinvolti.. purtroppo)

Ah, quasi dimenticavo: i Flinstone sono genialissimi, ma voi "scarpinereste" a piedi nudi per spingere la vostra auto? Dubito che un pappagallo possa essere usato in alternativa al telefono... o un dinosauro al posto di una gru!

Italia by night...

Italia by night...

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Never75 gli replica tosto:

A parer mio anche la nostra società è profondamente schiavista! Seppur in modo diverso rispetto a quelle antiche.

Se si pensa che in pratica le principali economie occidentali si reggono sulla manodopera schiava di abitanti del 3^ o 4^ Mondo, spesso prorpio nelle fabbriche dirette da manager europei.

Senza contare i quasi-schiavi dell'Occidente: centinaia se non migliaia di immigrati extracomunitari forse clandestini (ma non solo) che (in nero e pagati una miseria) lavorano con turni massacranti nelle ricchissime fabbriche del Nord.

E magari quando muoiono nessuno se ne cura, essendo SOLO dei clandestini. Se non è schiavismo questo, poco ci manca!

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Sandro non aspettava altro per continuare il dibattito:

Per questo io propongo uno schiavismo dichiarato e consapevole, dove se lo schiavo muore sul lavoro è un danno per me è non un “incidente sul lavoro”, dove mi assumo la totale responsabilità di altri esseri umani e dlelle loro vite e non di semplici “numeri di cartellino” che fanno le 8 ore pattuite e poi posso anche andar al diavolo, non sono cavoli miei... Dove la malattia dello schiavo e la salvaguardia della sua salute è un mio dovere e compito primario, un mio interesse, non una delega agli Enti Assistenziali e una assoluzione dei miei doveri.

Non è un caso che molti schiavi “liberati” in America, dopo aver lavorato in miniere e fabbriche come “liberi lavoratori” abbiano scelto di ritornare alle piantagioni del Sud... a fare “liberamente” per un salario da fame che li costringeva alla miseria più nera quello stesso lavoro che prima assicurava a loro e alle loro famiglie vitto ed alloggio... gli aguzzini e i cani da guardia erano gli stessi... che cosa era cambiato?

Credo che nessuno discuta sul fatto che i cavalli non siano liberi ma schiavi, vengono comperati e venduti, non votano... ma anche se esistono i casi eclatanti, nessuno ha interesse a maltrattare un cavallo, conviene curarlo quando si ammala... ci sono molti cavalli che vivono decisamente “bene” rispetto ai loro simili in libertà nelle praterie (ma ce ne sono ancora?)

Certo il cavallo anziano si abbatte... ecco, bisognerebbe pensare a qualcosa per tutelare la vecchiaia dello schiavo...

E chi va in Tunisia o in Turchia a cercare braccia per le sue fabbriche non fa dello schiavismo di ritorno? I bambini che assemblano le scarpe della Nike in Vietnam sono forse liberi? Signori, la libertà è un lusso di cui si disquisisce esclusivamente a pancia piena...

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Never75 si mostra d'accordo:

Concordo completamente con te.

Bisognerebbe poi distinguere anche tra schiavismo e schiavismo: ne esistevano diversissime sfumature. Anche nella società greco-romana c'erano schiavi nelle miniere o nelle arene che erano poco più che carne da macello.

C'erano però nelle familiae anche schiavi addetti all'educazione dei fanciulli oppure all'economia domestica che erano trattati con un certo riguardo. In molti casi venivano pagati e dopo un tot di anni potevano riscattarsi ed ottenere la libertà (e con essa la cittadinanza romana), privilegi non da poco.

Come disse Paul Veyne "schiavo" era uno status giuridico e non una condizione sociale: potevano esserci paradossalmente schiavi più ricchi dei liberi (ma nullatenenti) abitanti della Suburra.

Anche nel Medioevo paradossalmente molti servi della gleba vivevano in condizioni migliori degli odierni operai nigeriani o pakistani...

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Passiamo all'idea di Lord Wilmore:

Nel 960 Tai Zu riunificò la Cina dopo il periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni, e fondò la Dinastia Song. Molti storici hanno posto l'accento su quella che può essere definita una vera e propria " rivoluzione industriale" in compiuta: in Cina esistevano "fabbriche" addette alla produzione in serie di manufatti in Porcellana unicamente per l'esportazione, altre unicamente per il consumo a corte, altre per la vendita locale. Lo storico Robert Hartwell ha stimato che la produzione di ferro in Cina sia aumentata di sei volte dal 806 al 1078 e che in quest'ultimo anno in Cina se ne producessero 125.000 tonnellate l'anno (il doppio della produzione britannica del 1788). L'introduzione del cotone, specialmente a sud, costituì una enorme nuova risorsa e una nuova industria tessile. Le cartiere prosperarono nel Zhejiang così come la produzione di lacca. La produzione di polvere da sparo e cannoni permise di fronteggiare invasioni degli Xi Xia durante il periodo dei Song Meridionali. Cannoni furono adattati alle enormi giunche da carico per i commerci marittimi. La capitale Hangzhou era più popolosa di qualsiasi altra città europea coeva. Nonostante questi ed altri grandi progressi, tuttavia, a causa del mancato sviluppo di una classe borghese capitalista, non vi fu mai, durante la dinastia Song, una vera e propria rivoluzione industriale così come la si intende oggi. Ciò è dovuto anche ad una visione non scientifica della realtà, alla costante sovrabbondanza di manodopera a basso costo, alla mancanza di leggi che proteggessero la proprietà privata e la libertà individuale, e soprattutto all'enorme prestigio che aveva la burocrazia statale. Ma se la Rivoluzione Industriale scoppia in Cina con 750 anni di anticipo su quella europea, come cambia la storia del mondo?.

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Subito gli risponde Bhrghowidhon:

È uno dei punti cruciali di tutta la Storia. Sicuramente si può mettere in conto una maggiore produzione di beni e quindi un maggior livello di benessere, come in ogni rivoluzione produttiva; dato che non verrebbero meno le ragioni storiche dell'Imperialismo, è lecito chiedersi se con una maggiore disponibilità di risorse potesse intensificarsi anche l'imperialismo. A prima vista si direbbe che prima o poi sarebbe avvenuto: le materie prime e la manodopera, per quanto abbondanti, finiscono per esaurirsi e ne deriva il bisogno di 'reperirle' altrove...

Ammesso questo e premesso che la logica di espansione di un imperialismo cinese all'epoca avrebbe privilegiato lo scacchiere asiatico sudorientale (lo stesse delle direttrici di diffusione della cultura cinese nella dinastia precedente), è interessante esaminare l'eventualità di un ulteriore processo, di tipo quasi coloniale, verso aree marginali (a Nord e a Ovest, in quest'ultimo caso come appunto i Táng), fino a incontrare altri imperialismi (India, Islam).

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E Perchè No? aggiunge:

A questo si deve aggiungere lo sviluppo di una vera marina di mare per la prima volta nella storia cinese, e non più una semplice marina di fiume. I Cinesi avrebbero allora i mezzi per commerciare nell’Oceano Indiano con gli Arabi e gli Indiani (sopratutto i Chola), e forse colonizzare le isole più vicine come le Ryukyu (Okinawa), Kyushu e le isole delle Filippine che potrebbero cosi entrare nella sfera economico-culturale cinese.

Secondo me si creerebbe una vera rottura tra il Sud della Cina industrializzato, moderno e aperto sul mare, e il Nord della Cina agricolo, conservatore e rapidamente caduto in mani mongole. Questo potrebbe portare a una divisione della civiltà cinese in due rami cugini, ma con modi di pensare diversi (il Sud avrebbe una mentalità più « anglosassone »). Se i Song subiscono lo stesso l’invasione mongola (dopotutto non avevano i mezzi e gli uomini per resisterle), forse allora la dinastia potrebbe trovare riparo nelle sue colonie insulari e creare un’altra Cina...

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Ed ora, un'altra segnalazione di Lord Wilmore:

Avete sentito la notizia? A quanto pare, l'automobile che vola è una realtà, grazie a Paul Moller e alla sua Moller Skycar M400X. Quest'auto è lunga come una fuoriserie, fa otto chilometri con un litro e, soprattutto, è in grado di volare: può sollevarsi in verticale e, grazie alla cabina pressurizzata, può raggiungere i 9000 metri di quota. Naturalmente è dotata di un paracadute. Dicono che nei prossimi anni ne verranno costruiti circa 500 esemplari: la produzione in serie per il trasporto pubblico e privato dovrebbe iniziare a partire dal 2012.

La Skycar M400X

Ed ecco la risposta puntuale di Sandro Degiani:

Sì, ho sentito… è la terza volta che rimandano la commercializzazione… doveva essere pronta per il 2007, poi problemi di industrializzazione la fecero slittare al 2009… poi c'è stato il problema della omologazione come aereo e l'abilitazione al volo.. adesso si parla del 2011… ho dei dubbi sulla omologazione in urto frontale e laterale, nonché l'urto pedone dato che presenta una sezione frontale appuntita e spigoli pericolosi.

Non ha tergicristalli, specchi retrovisori, frecce laterali, fari che non siano quelli di volo.

Non è comunque un automobile che vola, è piuttosto un aereo senza ali che (forse, autorità e polizia permettendo) potrà anche spostarsi su strada… guarda le ruotine ridicole (probabilmente con piccolissimi freni…!!) e capisci che non ci puoi andare molto lontano ne' molto veloce… me lo vedo proprio bene sui tornanti dello Stelvio.

Per spostare i VIP, la soluzione migliore è un Jet Executive ed una bella limousine all'aeroporto… perché dovrebbero scegliere questo ibrido…?

Dato il decollo ed atterraggio verticale, potrebbe essere una alternativa all'elicottero… ma credo che sia meno efficiente e meno comodo. Da vedere se i tetti con eliporto possono sopportarne il peso che parrebbe molto maggiore di un normale velivolo ad ala rotante. Manca comunque la visibilità inferiore che la cabina a bolla di un elicottero consente.

In fondo tutti gli aerei rullano sulla pista e potrebbero quindi teoricamente andare per strada, il problema è l'ingombro delle ali...

Il precursore di questo impiego stradale dell'aereo fu Hans Ulrich Rudel, il grande asso degli Stukas sul fronte orientale (2600 missioni di guerra, 600 carri armati distrutti, 3 corazzate affondate, per lui Hitler fece coniare una decorazione apposita, la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con Fronde di Quercia, Spade, Diamanti e un serto con la scritta in diamanti 2500).

Nell'inverno del 1944 fu costretto all'atterraggio essendo incappato in un banco di nebbia così fitta da impedirgli il volo. Scoprì di essere atterrato vicino ad una strada che portava al suo aeroporto e sulla quale passava una colonna di rifornimenti.

Chiese spazio per il suo aereo, si infilò rullando tra due camion e percorse così oltre 40 chilometri fino a presentarsi davanti ad una stupita sentinella all'ingresso del suo aeroporto… nulla di nuovo sotto il sole…!!!

P.S. Come la mettiamo con le emissioni di CO…????? Quattro turboventole ne devono sparare fuori un bel po'...

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Vale la pena di riportare lo spin-off di MattoMatteo:

Semplicemente, l'aereo non viene mai inventato (perché tutti lo ritengono impossibile), quindi si punta esclusivamente a migliorare i dirigibili (struttura più leggera e robusta, uso di gas non infiammabile, motori più potenti, ecc.); l’unico veicolo ad ala fissa è l’aliante; i primi elicotteri verranno inventati solo alla fine del XX secolo (per ovviare al problema dell'autorotazione non verrà usato il rotore di coda, ma si costruiranno modelli con due rotori principali: o affiancati e controrotanti, o in tandem); i motori a reazione non verranno mai inventati, visto che nessuno dei tre veicoli aerei può sopportare velocità di crociera troppo alte; come combustibile si userà il GPL ottenuto tramite gasificazione del carbone, materia prima ampiamente presente in Europa, Asia, America settentrionale e Australia (questo fa si che non ci sia nessuna “corsa al petrolio” verso i paesi arabi); come si sviluppa il mondo, in questa situazione?

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Ed ora, la nuova idea di Renato Balduzzi:

Secondo voi, di quanto si può anticipare l'epoca spaziale?

Mi spiego meglio.

Ipotizzando che non vi siano grandissime differenze scientifiche con la nostra linea temporale, da che momento la civiltà umana avrebbe avuto la possibilità, sviluppando determinate tecniche, di costruire strumenti atti a lanciare oggetti fuori dal campo gravitazionale terrestre? Questo naturalmente a prescindere da possibili voli umani o ponti radio con la Terra.

Io ho meditato a lungo su questa possibilità. Innanzitutto, l'oggetto da mandare in orbita deve essere un satellite. è necessario che abbia un ponte radio con la terra perché sia identificabile? Secondo me no. La luce solare riflessa sarebbe stata sufficiente a individuarlo in una notte stellata ad occhio nudo. Gli astronomi l'avrebbero potuto identificare mediante calcoli matematici (e probabilmente anche per esclusione...). Se l'oggetto fosse stato ricoperto di specchi, l'identificazione sarebbe stata ancora più semplice.

Ma cosa lo può mandare in orbita? Un razzo. I razzi esistono dal Medioevo: li inventarono i Cinesi, ed utilizzavano come carburante la polvere da sparo. Ovviamente questa tipologia di razzi non va bene per un viaggio spaziale poiché il carburante peserebbe troppo, in assenza di ossigeno si spegnerebbe e sarebbe difficilmente controllabile, oltre che presentare un rischio altissimo di esplosione.

Per un viaggio spaziale ci vuole un razzo particolare che deve rispondere alle seguenti caratteristiche: essere opportunamente protetto dall'attrito dell'atmosfera, abbastanza potente da raggiungere l'orbita terrestre, avere una certa stabilità e presentare ugelli che permettono una propulsione regolare.

Prima questione: il materiale. I razzi attuali credo siano fatti di materie plastiche ma i primi erano d'acciaio, che divenne relativamente comune a partire dall'età industriale. Certo, i tecnici dell'epoca (ancora imprecisata) avrebbero dovuto trovare un metodo per produrre fogli di forma conica perfettamente levigati e ottimamente resistenti, ma credo che questo sia un problema minore, dato che le tecniche per ottenere oggetti "precisi" esistono sin dall'antichità. Ovviamente, in base alla tecnologia, una serie di tentativi ed errori avrebbe portato alla formulazione del veivolo ideale per raggiungere l'orbita terrestre.

Il propellente può essere di tipi diversi. Questo credo sia il fattore limitante, in quanto prevede una conoscenza approfondita della materia che non può esulare dalla chimica propriamente detta. Prima di Lavoisier, quindi, è ben difficile che si potesse concepire un razzo modernamente inteso. Il propellente potrebbe essere quello della V2, basato sull'alcool etilico e sul perossido di idrogeno, ossia la comune acqua ossigenata. Il primo può essere prodotto per fermentazione e infine distillato, mentre il perossido di idrogeno si ottiene nel modo più semplice con l'elettrolisi dell'acido solforico. Tra l'altro, l'acido solforico viene prodotto industrialmente dal 1746 e Lavoisier conosce bene l'elettrolisi.

Mancava solo l'idea di applicare un ugello al razzo per migliorarne notevolmente le prestazioni, idea che venne a Robert Goddard nel 1917.

Quindi, sono giunto alla conclusione che, verosimilmente, mediante uno sviluppo tecnologico delle conoscenze scientifiche dell'epoca, un buon numero di esperimenti e un interesse da parte delle autorità, l'uomo avrebbe potuto lanciare un satellite in orbita terrestre entro la fine del Settecento. L'autore della straordinaria impresa sarebbe potuto essere Lavoisier: scienziato all'avanguardia nello studio della chimica, possedeva le conoscenze necessarie per ideare un propellente identico a quello delle V2. Tra l'altro, si occupò per molto tempo dello studio della combustione, che qui casca a fagiuolo. Il grande scienziato ha anche più di un motivo biografico per tentare la mitica impresa. Innanzitutto la sua impresa abbisognava, a monte, del sistema metrico decimale che lui stava propagandando in Francia: gli ottimi successi dei suoi studi sui razzi avrebbero dimostrato ai dubbiosi che quella dell'unificazione delle misure era la strada giusta.

Lavoisier, inoltre, fu ghigliottinato nel 1794 poiché nella vita svolgeva il ruolo di esattore delle tasse e aveva rifiutato il futuro rivoluzionario Marat come allievo. Solo un'impresa straordinaria avrebbe potuto convincere Marat, il suo accusatore principale, a risparmiarlo: quella di lanciare un satellite in orbita terrestre per la gloria della Francia rivoluzionaria...

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Gli risponde Camillo Cantarano:

Se Leonardo sviluppa bene il suo elicottero e poi i posteri ne fanno modelli sempre più sofisticati, si può pensare anche al '600 come nuova epoca spaziale, con tentativi di colonizzazione del cosmo dopo che lo "spazio vitale" in Africa ed Asia è finito. Si potrebbero vedere addirittura piccole battaglie fra inglesi e tedeschi per il possesso della luna. E immaginiamoci una seconda guerra mondiale combattuta su più pianeti...

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Invece Mattiopolis torna all'idea di Renato:

Lavoisier il pioniere dell' industria aerospaziale... potrebbe funzionare. Inizia quindi a lavorare sui razzi, protetto dal governo francese rivoluzionario, però i prototipi di razzo all' inizio saranno più uno sfoggio di potenza da parte di Parigi che altro, condito da slogan tipo "La Ragione conquisterà lo spazio!". Con Napoleone si assisterà ad una svolta: il lancio di preistorici razzi in cielo viene affiancato dal lancio di razzi (anch'essi un pò alla buona) contro gli eserciti avversari, e le èlite scientifiche della Francia si daranno da fare per creare razzi più letali ed in grado di colpire gli eserciti da lunga distanza... e forse anche le città. La guerra quindi si rivoluziona, e le forze inglesi si daranno da fare per creare anch'esse razzi di vario genere. A Waterloo si assiste quindi ad un vero e proprio tiro incrociato di testate: i francesi però, sebbene superiori in quanto a capacità balistica, vengono schiacciati dalle truppe avversarie, che sono più abili nella strategia generale. A questo punto il ruolo di potenza passa agli inglesi, che oltre a colonizzare e sfruttare Africa ed Asia decidono di fornirsi di un' arsenale di tutto rispetto, e a partire dal 1848, quando le tensioni tra e dentro i vari stati si acutizzano, le varie potenze iniziano una frenetica corsa allo spazio, per esaltare le folle e distoglierle da propositi rivoluzionari. Gran Bretagna, Francia, Reich, Austria, e più tardi Italia e Russia spediscono in orbita satelliti e razzi, tentando anche di far fare un piacevole viaggetto a cani, gatti e altre sfortunate creature... senza che la Terra possa contattare lo spazio e viceversa. Così, non esistendo, per ragioni tecnologiche, il contatto tra chi è a terra e chi è in cielo, questi astronauti saranno isolati, ricreando ciò che i navigatori provavano nel '500. Nel 1869 la "nave spaziale" inglese Albion, con a bordo tre astronauti, sbarca sulla Luna.

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Cosicché Renato torna alla carica:

Grossomodo la mia proposta di timeline è questa:

1779: Lavoisier applica a un razzo artigianale il suo nuovo motore chimico basato sulla reazone tra alcool etilico e perossido d'idrogeno.

1780: gli viene suggerito di apporre degli ugelli. I razzi sono molto più efficaci.

1781: in contemporanea con gli esperimenti dei fratelli Montgolfier, Lavoisier lavora per rendere possibile l'esplorazione dell'atmosfera mediante razzi-sonda che raggiungono quote sempre più alte.

1783: viene lanciato il primo essere vivente su di un razzo: si tratta di un gatto inserito in una navicella di vimini che raggiunge gli 8 km di altezza per poi essere espulso e cadere con un paracadute a 50 km dal luogo del lancio.

1785: è la volta del primo volontario umano ad un lancio con un razzo, che raggiunge i 12 km di altitudine.

1789: scoppia la Rivoluzione Francese e Marat, rivoluzionario facente parte dell'entourage di Lavoisier, protegge il maestro propagandando le sue ricerche e cercando finanziamenti statali. L'Assemblea Nazionale appare molto interessato dagli esperimenti dell'insigne scienziato perché intuisce le possibilità di applicazione in campo militare. Nello stesso anno Lavoisier lancia dalla campagna parigina un razzo che raggiunge un punto prestabilito della costa orientale della Normandia con una buona approssimazione.

1790: Lavoisier pubblica un opuscolo dove teorizza la possibilità di effettuare viaggi nello spazio interplanetario, ipotizzando che fosse privo d'aria. Offre ufficialmente all'Assemblea Nazionale il suo completo appoggio per la costruzione di una "stella artificiale" da lanciare in orbita terrestre. Il popolo è entusiasta dell'idea e il governo rivoluzionario appoggia senza condizioni i progetti costosissimi di Lavoisier.

1796: primo utilizzo di razzi a scopo militare, soprattutto terroristico, impiegati contro l'Italia e l'Austria. La loro gittata tuttavia è ancora piuttosto modesta (qualche decina di chilometri).

1797: Dopo anni di ricerche e tentativi, viene messo in orbita con l'innovativo vettore Citoyen il primo satellite artificiale della storia umana. Si tratta di un cubo di metallo leggero, cavo e ricoperto di specchi, battezzato "étoile de la Révolution". La portata dell'evento è immane: il satellite, messo su un'orbita bassa, è visibile nelle notti stellate da tutta l'Europa.

Continua...

Il mondo è nelle nostre mani?

Anche Enrica S. ha la sua proposta:

Secondo l'opinione comune, all'era del vapore posero fine l'invenzione del motore a scoppio a quattro tempi, dovuta a Nikolaus Otto nel 1867, e quella del motore a scoppio a due tempi, compiuta da Karl Friedrich Benz nel 1878; le ultime automobili a vapore, prodotte dai fratelli americani Francis Freelan Stanley, uscirono dalla catena di montaggio nel 1917, dopo di che i due industriali dovettero gettare la spugna ed arrendersi alla vittoria del petrolio. In tempi recenti tuttavia ha avuto fortuna un genere letterario chiamato Steampunk (letteralmente "vapore da due soldi"), nel quale si immagina un mondo moderno ipertecnologico e digitale, ma basato sulla sola forza del vapore, senza motori a scoppio né reattori nucleari. I romanzi, film e fumetti di questo genere immaginano un'età vittoriana eterna, fatta di ottoni luccicanti, bulloni ingrassati, ciminiere fumanti, un mondo fatto di ghisa e di olio lubrificante, percorso da macchinari colossali alimentati dalla forza del vapore e da proiettili sparati su altri pianeti alla maniera di Jules Verne.

Al di là della fantasia più o meno sfrenata di scrittori come Paul Di Filippo, che accade se il vapore resta la fonte di energia principale per l'umanità? Certamente le voraci macchine a vapore richiederanno migliaia di tonnellate di legna e carbone, per cui vi è il rischio del disboscamento della Terra, della distruzione di paesaggi incontaminati per aprire miniere di carbone a cielo aperto, e dell'immissione in atmosfera di enormi quantità di polveri, anidride carbonica ed anidride solforosa, con la conseguenza di piogge acide che farebbero inaridire la Terra. Si potrebbe replicare la catastrofe avvenuta 225 milioni di anni fa, alla fine del Permiano, quando ciclopiche eruzioni vulcaniche scaricarono milioni di tonnellate di ceneri e fumo nell'atmosfera, provocando l'estinzione del 95 % dei viventi. Ci aspetterà davvero un futuro così fosco, o l'umanità saprà fermarsi in tempo mediante un Trattato di Kyoto ante litteram e mediante un "vapore ecosostenibile"? E come cambiano le due Guerre Mondiali, la Guerra Fredda, l'Era Spaziale messe in moto unicamente dalla forza del vapore.

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Cos le replica l'amico Sandro:

La quantità di energia che l'umanità consuma oggi è infinitamente superiore alla biomassa che si rigenera per azione del energia solare.

Un mondo "steampunk" è ingegneristicamente affascinante e teoricamente possibile a patto di rispettare le condizioni che aveva posto il grandissimo Randall Garret nei sui gialli con protagonista Lord Darcy, Investigatore Capo del Duca di Normandia al servizio di Sua Maestà la Regina di Inghilterra e Francia.

Le condizioni sono un governo "mondiale" di tipo Coloniale ed Illuminato e strutturato in un ordine sociale di classi ben definite.

Il benessere è assicurato a tutti i sudditi e la legge è "abbastanza" uguale per tutti ma il progresso tecnologico ed i suoi benefici sono riservati all'elite nobiliare e di governo, che sovente snobbano comunque i manufatti, preferendo da buoni inglesi "i buoni vecchi metodi dei tempi andati" quando i cavalli tiravano le carrozze e si volava con le mongolfiere!

In un mondo sottopopolato, agricolo, socialmente tranquillo e remissivo, dove le "regole" sono scritte nel DNA delle persone e nessuno si sogna di sovvertir l'ordine delle cose (a parte quel pazzo generale corso che per fortuna fu sconfitto clamorosamente ed esiliato nelle colonie d'Africa) una cultura tecnologica evoluta ma non esplosiva e devastante basata sul vapore è possibile... l'abbiamo già vissuto anche se per pochi anni, diciamo dal 1870 al 1900, troppo poco perchè la cultura del vapore potesse rendere evidenti i suoi effetti.

Il volo sarebbe però stato molto difficile se non con dirigibili perchè un motore a vapore può erogare troppo poca potenza per unità di peso e questo limite è tecnicamente insuperabile.

Dove il peso non è un problema, anzi un vantaggio, come nei treni (più peso = più trazione) e nelle navi (più peso in basso=più stabilità) il vapore è rimasto fino a molto tardi il padrone e ancora oggi le navi nucleari trasformano il calore della reazione in vapore e usano turbine che derivano da quelle dei piroscafi di inizio secolo alimentate a legna e carbone.

Un modo quindi di navi, diligenze senza cavalli e qualche dispositivo in più, ma non ricco tecnologicamente.

Tant'è che Garrett per dare un po' di brio ai suoi racconti ha dovuto introdurre anche la magia per sopperire a carenze tecnologiche e così il frigo diventa l'armadio con incantesimo di conservazione, la televisione una sfera di cristallo ben caricata di magia (anziché il canone paghi il mago per la ricarica, un po' come con Sky)

OK... io AMO i racconti di Garrett, molto "english" e ironici... per gli amici Ucronici ricordo il POD di Garrett... Riccardo Cuor di Leone non muore il 6 Aprile 1199 in seguito ad una ferita di freccia ricevuta durante l'assedio del castello di Chalus, ma guarisce grazie ad un mago chiamato a corte per salvarlo.

Da allora si sposa, ha una discendenza, mantiene unite le corone di Francia e Inghilterra e con una crociata definitiva sconfigge e distrugge l'Impero Musulmano di Oriente dove crea il Feudo di Costantinopoli, quello di Gerusalemme, quello di Baghdad e quello di Alessandria che si spartiscono l'intero Medio Oriente fino all'India (che diventa 300 anni prima colonia Inglese).

E sopratutto difende ed incoraggia la Magia Celtica e Druidica. Per cui nasce una Scuola di Magia Reale alla Harry Potter, dove si insegna magia ed incantesimi e la "scienza" galileiana non trova spazio e non nasce, lasciando spazio all'Alchimia ed altre scienze esoteriche...

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C'è spazio anche per questa idea di William Riker:

Pochi sanno che il motore a combustione interna venne inventato da un sacerdote lucchese, don Eugenio Barsanti (1821-1864), che assieme all'amico ingegnere Felice Matteucci (1808-1887) lo mise a punto e lo presentò al mondo accademico il 5 giugno 1856.

Presentato alla prima esposizione nazionale di Firenze del 1861, ebbe un successo di gran lunga superiore alle attese, e Barsanti ebbe molti contatti da parte di aziende agricole che pensavano di usare il suo motore per far muovere trattori e trebbiatrici. Tuttavia Barsanti e Matteucci non riuscirono a convincere le grandi imprese della bontà della loro invenzione, i progetti spediti ad un'industria belga interessata al motore sparirono nel nulla, e don Barsanti morì nel 1864 a soli 43 anni. Nel 1867 gli inventori tedeschi Nikolaus Otto ed Eugen Landen brevettarono il loro motore, del tutto identico a quello del prete lucchese, che conobbe un successo strepitoso, tanto che ne vennero realizzati tremila esemplari. Un caso di plagio? Non è da escludere.

Ma che accade se il Motore Barsanti sfonda già negli anni '50 dell'ottocento, e pochi anni dopo le vie d'Europa sono già percorse dalle prime automobili moderne? Come cambia da quel momento in poi la storia dell'uomo?

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Il prolifico Sandro non manca di fargli avere il suo parere anche stavolta:

Il primato di Barsanti è stato riconosciuto anche dai tedeschi. Il Deutsche Museum di Monaco in Germania ha ricevuto in dono dalla Fondazione Barsanti un modello in scala 1:1 del primo esemplare di motore e lo ha esposto nelle sue sale con la scritta "Primo motore a combustione interna - Brevetto Barsanti" (vedi questo sito).

All’evento, i media tedeschi hanno dato notevole rilevanza, ne hanno parlato giornali, riviste scientifiche e televisione ma la cosa piu importante sono state le dichiarazioni pubblicamente rese alla manifestazione dal Vice Direttore del Museo Dott.Klaus Freymann quando, parlando del motore Barsanti e Matteucci, tra le altre cose, letteralmente afferma:

« …Questo motore ha un’enorme importanza, visto che Nikolaus Otto, che ha ricevuto il proprio brevetto circa 10 anni dopo questa invenzione ed il cui nome e strettamente collegato col motore a scoppio, ha in gran parte, per non dire del tutto, copiato da Barsanti e Matteucci… »

Che per i tedeschi è una bella fatica ammettere di avere copiato...!

Temo che se fosse stato riconosciuto il primato di Barsanti finiva come con il motore elettrico di Galileo Ferraris.... lo avrebbe donato alla umanità rinunciando ai diritti sul brevetto.

Dieci anni non fanno differenza secondo me... il motore a scoppio si affermò solo negli anni '20 con la motorizzazione di massa di Ford. Fino ad allora non dimentichiamo che le auto (molto poche andavano a vapore, a elettricità, a gassogeno, oltre che a benzina. Non esistevano i carburatori, l'accensione era precaria, i giri pochi, i cavalli ancora di meno e il peso elevato.

I Fratelli Anzani furono tra primi a sviluppare motori a scoppio leggeri e potenti per uso areonautico (per i Bleriot per esempio), ma dopo il 1910.

Mancava non l'idea ma la tecnologia... nessuna invenzione può superare i limiti tecnologici dell'epoca in cui viene fatta (vedi fusione nucleare, ma anche le geniali visioni di Leonardo).

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E ora, l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se le auto non fossero mai esistite?

Le auto non hanno bisogno di alcuna presentazione, sono mezzi di trasporto relativamente economici e facili da manovrare (a meno che tu non sia Becky, oddio Becky, guidi in maniera terribile) e sono ovunque.
E intendo proprio ovunque.
Durante lo scorso secolo l'uomo ha mandato i cavalli nelle fabbriche della colla e ha trasformato l'automobile nel mezzo di trasporto primario.
Essa ha accorciato le distanze e ha fatto sembrare il mondo più piccolo anche prima di internet, è una delle invenzioni senza le quali il mondo moderno probabilmente non esisterebbe.
A tal proposito, diciamo che le auto non esistono: e se in una TL alternativa le auto non venissero inventate? Prima di parlare di questo scenario, ecco un po' di contesto: durante la Rivoluzione Industriale la modernissima tecnologia del motore a vapore infuriava, e la gente voleva trovare modi nuovi e interessanti per usarla.
A metà 19° secolo esistevano già veicoli a vapore e negli anni '90 dell'800 saltarono fuori prototipi di mezzi di trasporto personali alimentati da vapore, elettricità, idrogeno e persino gas.
Tenete in mente però che solo perché queste auto esistevano non significa che fossero comuni, fino agli anni '20 questi veicoli rimasero o delle novità o prerogativa dei ricchi, come le auto a guida autonoma di oggi o gli Apple Watch.
Scherzo, quelli non sono mai stati attraenti.
Il progresso doveva andare avanti, e Karl Benz sapeva cosa era il progresso, fu un pioniere in tutto quello che riguardava i motori, prima dell'inizio del 20° secolo inventò il primo camion, il primo modello di serie e il primo motore a cilindri contrapposti, inventò un sacco di cose.
Semplificando al massimo, entro il 1900 le compagnie automobilistiche iniziarono a produrre auto in Europa e negli USA.
La tecnologia cambia la società quando è popolare e facile da acquistare per il pubblico generale, ma diventa importante dal punto di vista storico solo quando si mescola con altre tecnologie e permette ad un piccolo gruppo di persone di cambiare la cultura di una nazione e del mondo.
Henry Ford fu incredibilmente influente, impose il suo marchio sulla storia dell'auto e degli USA.
L'auto esisteva decenni prima di Ford, così come la catena di montaggio, ma quello che fece Ford fu migliorare drasticamente il processo della catena di montaggio per costruire auto in maniera più veloce ed economica.
Così facendo riuscì ad abbassare il costo delle auto e rese questa nuova tecnologia disponibile a tutti gli Americani.
L'automobile divenne un'icona culturale, la gente non aveva più bisogno di vivere ad una distanza raggiungibile a piedi dai posti di lavoro nei centri urbani, né doveva più affidarsi ai treni per andare nella città a fianco, i trasporti si individualizzarono.
Era la libertà personificata, o per meglio dire macchinificata.
Anche se oggi la diamo per scontata, quest'idea di poter viaggiare senza l'uso di un cavallo o delle gambe su grandi distanze era liberatrice, bastava guidare e si arrivava dove si voleva.
Le macchine stavano diventando sempre più popolari e la gente stava iniziando a guidare ovunque e dovettero essere fatti dei cambiamenti, o dei tentativi di cambiamenti, nella progettazione delle infrastrutture e dei centri urbani perché potessero accogliere questi mucchi di metallo che viaggiavano a velocità molto più elevate di quella di un cavallo.
Ovviamente oggi, a meno che non viviate in una città con un eccellente rete di mezzi pubblici o in un villaggio senza contatti col mondo esterno, vi affidate ad un veicolo per arrivare da un punto A ad un punto B, o nel mio caso dal mio appartamento al Wendy's e ritorno.
In questo scenario alternativo le auto semplicemente non vengono inventate.
Volendo essere realistici è ovvio che verrebbero inventate, la gente stava pensando alla loro idea di base fin dagli anni '60 dell'800, ma proprio come col video sulla polvere da sparo, per qualche motivo in questo scenario nessuno crea l'automobile.
Forse le auto prendono fuoco appena qualcuno le crea, non lo so.
Invece in questa TL la gente si affida ai mezzi di trasporto antecedenti al 20° secolo: i treni, i cavalli e forse gli aerei.
Cosa cambia? Tutto, letteralmente tutto ciò che riguarda le vostre attuali vite è in qualche modo un prodotto dell'invenzione dell'automobile.
In questo inizio del 20° secolo alternativo, diciamo dal 1900 alla Prima Guerra Mondiale, non cambia molto, la maggioranza della gente usa ancora i cavalli o cammina, Francia e Germania si odiano comunque e gli unici a venire davvero colpiti sono i ricchi, che devono prendere la carrozza invece dell'auto (una tragedia).
Vi starete chiedendo "Se non ci sono auto allora chi vince la Prima Guerra Mondiale?", beh, Jimmy, questo è un qualcosa che non si può predire, in questo scenario non parlerò delle alternative politiche o belliche perché non posso farlo, anche se sarebbe fico vedere i Nazisti sconfitti dalla cavalleria polacca.
Nella nostra TL la guerra del 20° secolo dipendeva molto dai motori, di certo le Jeep dotate di mitragliatrice non cambiarono l'Offensiva delle Ardenne, ma cambierebbe il modo in cui vengono spostati i rifornimenti e gli equipaggiamenti, e questo determina tutto in una guerra.
Con le auto la guerra divenne più mobile, rimuovendole si rimuovono le varianti nate dalla loro invenzione, come le jeep, i camion o questo strano coso:

In questo scenario non ci sono camion che portino cibo e risorse al fronte, nessun trasporto truppe tranne treni e navi, la guerra lampo della Germania Nazista è impossibile senza camion e mobilità, il modo in cui la guerra moderna viene condotta è completamente diverso dalla nostra TL, perciò per quanto riguarda la situazione politica e quella bellica in questo scenario le lascerò alla vostra immaginazione.
"E allora, Cody", direte voi con uno sguardo penetrante pronto ad uccidere, "cosa altro cambia in questo scenario?" Come ho detto prima: tutto! La violenza non è tutto, Jimmy.
È il momento del racconto: quest'estate ho avuto un incidente, e sono rimasto senza auto per una settimana, e mi ci volevano 30 minuti a piedi per percorrere le distanze che con la macchina coprivo in 7 minuti.
Una piccola passeggiata fino al Walmart attraversando la piccola cittadina universitaria dove vivo adesso assomigliava più a fare trekking a Mordor.
Qual è la morale di questa storiella inutile? Senza l'invenzione dell'auto in questo scenario il mezzo di trasporto primario rimane il Cavallo di San Francesco, e dato che camminare richiede tempo, la pianificazione urbana cambia per soddisfare i bisogni di una popolazione appiedata, il disegno delle strade, il posizionamento dei negozi e dei luoghi essenziali ecc.
Nella nostra TL le città americane e canadesi seguono una struttura chiamata Scuola di Chicago, dove le parti collegate al capitalismo e frequentate di notte si trovano al centro, che è circondato dalla città composta dagli alloggi più poveri e dalla zona industriale, che è circondata a sua volta dalla periferia, dove abita il maggior numero di persone.
L'unico motivo per cui esiste questo stile è perché le macchine hanno permesso alle persone di coprire la distanza per andare al lavoro.
Oggi per le persone è comune guidare 20 minuti per andare al lavoro su una distanza che in altri casi avrebbero impiegato ore a percorrere, ed è per questo che abbiamo le periferie e le città diffuse: dato che la gente può percorrere grandi distanze, non c'è più bisogno di vivere vicino al posto di lavoro.
Siccome molte città nordamericane si sono sviluppate o sono cresciute rapidamente dopo l'invenzione dell'auto, esse progettarono tutta la loro struttura urbana intorno a quest'unica invenzione.
Tranne Boston, a Boston se ne fregano degli automobilisti.
In Europa questo non ha molta importanza, perché furono le auto a doversi adattare alle preesistenti città europee piene di storia e cultura (ed è per questo che sono così piccole).
In questo scenario queste città alternative non si espandono per diversi chilometri, sono densamente concentrate come nell'America dell'Era Industriale, ogni necessità si trova ad una distanza raggiungibile a piedi, tutte le città future costruite nel 20° secolo rimangono piccole e compatte.
La civiltà dipende interamente dalle ferrovie e dagli aerei, se questi vengono inventati, senza l'autoarticolato e l'invenzione dell'Interstate Highway System le risorse non possono essere spedite con facilità da un posto all'altro senza usare le rotaie.
Questo problema diventa più evidente con la crescita della popolazione, cosa che si tramuterà in più ferrovie per più beni.
Alle altre persone piace denigrare i pessimi trasporti pubblici degli Stati Uniti, dato che gli USA non hanno una rete ferroviaria come quella di Giappone o Germania, ma in realtà non ne hanno bisogno: il paese è così grande e vasto che l'opzione migliore e più economica è l'auto (ed è per questo che i drive-through sono così popolari).
Siete mai andati in bicicletta in un'area che pensavate fosse piccola e che poi avete impiegato molto più tempo per attraversare? Avete mai pensato "Wow, è più grande di quanto mi ricordassi"? Il motivo è che le auto influiscono sul modo in cui percepiamo le grandi distanze.
Intanto, negli USA, i vari stati si creano un'identità più indipendente, dato che le uniche volte in cui le persone viaggiano in un altro stato è per occasioni importanti.
Le culture regionali ottengono più risalto e non si ha la lenta e graduale unificazione della nostra TL.
In tutto il mondo le aree rurali non sono affatto popolate, al che voi direte "Per forza, è per questo che sono rurali", ma in questo scenario senza auto è pericoloso e pesante vivere a chilometri di distanza dal centro civilizzato più vicino.
Le moderne città del sudovest o nel West rurale potrebbero addirittura non esistere, e se esistessero sarebbero vicino ad una ferrovia.
In questa TL alternativa molto probabilmente l'economia moderna non esisterebbe.
Oggi siamo completamente dipendenti da una rete vitale di strade presente in tutto il mondo per trasportare beni da un posto all'altro, di certo non esisterebbe la Walmart.
Le economie rimarrebbero localizzate nonostante il progresso della tecnologia, nel 20° secolo i cavalli rimarranno un prezioso mezzo di trasporto, ma rimarranno utilizzati solo dalle persone che vivono nelle aree rurali, perché è difficile tenere un cavallo se vivi in un appartamento.

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Questo è il commento in proposito di Perchè No?:

Sarebbe sopratutto la città sul modello nordamericano che cambierebbe. Le città USA sono state concepite per l'auto, sono estremamente estese, il cosiddetto regno dei Suburbs. È un'intera cultura e una maniera di vivere, l'American Way of Life, che non si svilupperebbe a partire dagli anni '50.

In Europa le città sarebbero lo stesso meno estese ma più dense. L'effetto Hub dei treni sarebbe moltiplicato. Le campagne rimarrebbero piùsolate, con di conseguenza una desertificazione accentuata dei villaggi più lontani. Le classi medie si muoveranno meno e il turismo sarebbe ben più ridotto. Niente autostrade, ovviamente.

E visto che parliamo anche di guerra, l'esercito francese nel 1914 non può usare i taxi parigini per muoversi e la battaglia della Marna non avviene. I Tedeschi prendono Parigi e la Prima Guerra Mondiale si conclude prima del Natale 1914.

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Altra ucronia tradotta da Generalissimus:

La Model E: una storia alternativa dell'auto elettrica

Le auto elettriche stanno solo iniziando ad essere una parte normale della vita, e governi e corporazioni sembrano convinti che l’auto elettrica sia il futuro del viaggio, ma all’alba dell’era dell’automobile le auto elettriche non erano il futuro… Erano il presente! Salve a tutti, sono Matt Mitrovich, lo storico alternativo.
Beh, è il momento di caricare le nostre batterie, perché faremo un viaggio su strada in una storia alternativa dell’auto elettrica.
Prima di iniziare, un po’ di contesto: come molte cose che sembrano futuristiche, i veicoli elettrici in realtà sono piuttosto vecchi, alcuni dei primi risalgono all’inizio dell’800, ma poiché le loro batterie non potevano essere ricaricate erano praticamente dei giocattoli.
Quando però negli anni ’50 dell’800 vennero inventate le batterie ricaricabili e le città iniziarono ad essere collegate all’elettricità negli anni ’80 dell’800, gli inventori iniziarono a giocherellare di più con i veicoli elettrici, con le prime auto elettriche funzionali che comparvero negli anni ’80 e ’90 dell’800.
Presto veicoli elettrici operavano a Londra, Parigi e soprattutto negli Stati Uniti.
Sembra che la prima auto elettrica sia stata inventata nel 1890 da William Morrison a Des Moines, Iowa.
Anche se la velocità massima del veicolo di Morrison era di soli 23 Km/h e doveva essere ricaricata ogni 80 Km, dimostrò che i veicoli elettrici potevano essere un mezzo di trasporto pratico.
Infatti, molte compagnie che oggi sono note solo per i loro veicoli alimentati a benzina come Oldsmobile, Porsche e Studebaker ebbero un ruolo importante nel mercato dei veicoli elettrici degli albori.
Nel 1900 un terzo di tutti i veicoli del paese era elettrico, il resto era alimentato a benzina o a vapore, perciò l’era d’oro delle auto elettriche era questa.
Per mettere le cose in prospettiva, anche se negli Stati Uniti le vendite di auto elettriche sono alle stelle, l’attuale numero di esse sulle strade rispetto agli altri tipi di auto è, in base alle fonti che ho letto, nell’ordine delle cifre singole, e quindi perché i veicoli elettrici erano così popolari all’inizio del 20° secolo? Beh, i primi veicoli elettrici avevano molti vantaggi sulla loro concorrenza.
In un’epoca precedente ai motorini d’avviamento erano più facili da far partire, dato che non dovevi girare una manovella per accendere il motore.
Di solito avevano un’unica marcia, perciò non dovevi sapere come usare la leva del cambio per farne funzionare uno.
Erano anche silenziosi e non producevano fumi puzzolenti.
Questo li rese popolari fra le compagnie di taxi e i residenti più ricchi delle città, specialmente le donne, che li utilizzavano solo per brevi tragitti in città.
Infatti i loro interni tendevano ad essere più lussuosi per questo motivo, e molte delle pubblicità dei veicoli elettrici erano mirate alle donne, ma questa epoca d’oro dei veicoli elettrici non durò, alla fine vennero buttati fuori strada dalle auto alimentate a benzina, ma come è successo? Beh, qualche teorico della cospirazione là fuori vi dirà che le compagnie petrolifere hanno sabotato i veicoli elettrici negli scorsi più di 100 anni, ma in realtà il motivo per cui i veicoli elettrici scomparvero è molto più banale: vedete, oltre ad essere più veloci, le auto alimentate a benzina potevano viaggiare su distanze più lunghe prima di aver bisogno di essere rifornite di nuovo, mentre le auto elettriche avevano un’autonomia limitata e non c’erano molti posti in città dove potessero essere ricaricate.
È scontato che i primi costruttori di veicoli elettrici affrontarono la cosa allestendo siti per il cambio della batteria dove potevi cambiare una batteria scarica con una nuova piuttosto che aspettare che si ricaricasse, ma l’autonomia limitata diventava un problema più grande quando si lasciava la città.
Gran parte degli Stati Uniti rurali, all’inizio del 20° secolo, non erano collegati all’elettricità, perciò trovare un luogo per ricaricare era quasi impossibile.
Certo, puoi portarti appresso batterie supplementari, ma un carico più pesante su un veicolo elettrico avrebbe fatto scaricare la batteria ancora prima, perciò sistemare davvero il problema della ricarica avrebbe richiesto cambiamenti fondamentali all’infrastruttura elettrica degli Stati Uniti, cosa che le compagnie energetiche all’epoca non erano interessate a fare nonostante le campagne promozionali dei sostenitori dei veicoli elettrici.
La gomma a terra finale per le auto elettriche ci fu quando nel 1908 l’industriale del settore automobilistico Henry Ford introdusse la sua Model T prodotta in massa e alimentata a benzina.
La Model T era più economica della maggior parte delle auto elettriche, inoltre le strade migliori degli anni ’20 e il calo del prezzo della benzina grazie alla scoperta di nuove riserve petrolifere in Texas fecero sì che i veicoli con motore a scoppio riuscissero ad andare più lontano dei loro cugini elettrici.
Negli anni ’30 i veicoli elettrici erano praticamente scomparsi, diventando solo il sogno di autori di fantascienza, e la società si dimenticò della loro epoca d’oro, almeno fino a quando le preoccupazioni riguardanti l’ambiente, l’aumento del prezzo della benzina, la paura di essere dipendenti dal petrolio straniero e il progresso nella tecnologia delle batterie non hanno reso le auto elettriche ancora una volta un’alternativa fattibile, ma se l’era d’oro delle auto elettriche non finisse mai? Anche se ci sarebbero degli ostacoli tecnologici da superare, è importante ricordare che c’erano persone all’epoca che stavano cercando di fare proprio questo, e una di queste persone era il pioniere dell’elettricità Thomas Edison.
Non solo la sua prima auto fu un veicolo elettrico, ma apparentemente era un buon amico di Henry Ford, lo stesso uomo la cui Model T alla fine sconfisse l’auto elettrica.
Anche se ci sono molte critiche che possono meritatamente essere fatte ad entrambi questi uomini, essi quasi crearono un mondo dominato dall’elettricità piuttosto che dal motore a scoppio.
Come scrisse Dan Strohl su Wired nel 2010, anche se Edison all’inizio incoraggiò Ford a perseguire il motore a scoppio, nel 1903 Edison aveva fatto più ricerche sulle auto elettriche e aveva annunciato piani per crearne una propria.
A quanto pare egli addirittura disse a Ford: “L’elettricità è una cosa concreta. Non ci sono ingranaggi ronzanti e stridenti con le loro numerose leve a confondere. Non c’è quel quasi spaventosamente incerto palpitare e rombare del potente motore a scoppio. Non c’è nessun sistema di circolazione dell’acqua che si guasta, nessuna benzina pericolosa e maleodorante e nessun rumore”.
Ford divenne presto familiare con l’idea dell’auto elettrica, e nel 1913 o 1914 i due uomini collaborarono su un veicolo elettrico che sarebbe stato basato sulla Model T di Ford e alimentato da un nuovo tipo di batterie che sarebbe stato sviluppato da Edison.
Sfortunatamente, Edison non riuscì a consegnare un prodotto efficace abbastanza velocemente, cosa che fece incazzare Ford, che a quanto pare aveva acquistato un centinaio di migliaia di batterie in previsione di tutte le auto elettriche che avrebbe venduto, e così il progetto andò in pezzi, ma se Edison non avesse incoraggiato Ford a perseguire esclusivamente veicoli alimentati a benzina o i suoi ricercatori fossero fortunati e inventassero una batteria utilizzabile alla fine del 1914 come aveva promesso? In entrambi i casi molto probabilmente Ford inventerebbe un’auto elettrica con prestazioni superiori a quelle delle sue rivali e più affidabile, perciò diciamo che Edison e Ford introducono il loro veicolo elettrico nel 1914: cosa accade dopo? Beh, è un po’ ironico pensare che in questa ucronia è Edison e non Tesla ad essere sinonimo di veicoli elettrici, ma detto questo, se la collaborazione tra Ford ed Edison, che io chiamerò Model E, riuscirà a produrre un veicolo elettrico più affidabile, potrebbe aiutarli a rimanere in circolazione per tutto il resto del 20° secolo invece di praticamente scomparire come fecero.
Donne, automobilisti urbani e compagnie di taxi saranno ancora gli acquirenti principali della Model E, ma quando verranno fatti ulteriori miglioramenti e progressi alle auto elettriche, in particolare riguardo alla capacità della batteria e al tempo di ricarica, le auto elettriche potrebbero vincere su quelle con motore a scoppio con decenni d’anticipo.
Ovviamente ci sono altri ostacoli da superare come la mancanza di elettricità e la mancanza di stazioni di ricarica negli Stati Uniti rurali, perciò le auto alimentate a benzina lì avranno ancora il vantaggio, ma il successo della Model E potrebbe incoraggiare le compagnie energetiche a costruire le infrastrutture per sostenere più veicoli elettrici sulla strada, di conseguenza potremmo vedere più depositi per il cambio della batteria spuntare nelle città e nelle periferie fino a quando le batterie non potranno essere ricaricate più velocemente.
Nel frattempo ci sarà una maggiore pressione sul governo federale per finanziare programmi per elettrificare più zone degli Stati Uniti.
Le centrali elettriche alimentate a carbone saranno probabilmente la fonte principale di questa energia, il che fa sorgere preoccupazioni su un’accelerazione della cronologia del cambiamento climatico.
Ciononostante, come sottolinea l’Agenzia Statunitense per la Protezione dell’Ambiente, i veicoli elettrici hanno un’impronta carbonica più piccola rispetto alle auto alimentate a benzina, e anche gli impianti che producono la loro elettricità.
Infatti, nonostante vivessero alla fine del 19° secolo, diversi sviluppatori dei primi veicoli elettrici erano motivati a creare queste auto in parte dalle preoccupazioni riguardanti l’inquinamento.
Anche se le centrali alimentate a carbone illuminavano le città, gli scienziati stavano facendo ricerche sull’impatto dell’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera e stavano guardando a fonti energetiche alternative.
Ci furono vari esperimenti sulla generazione di elettricità utilizzando l’energia eolica e solare durante il 19° secolo, sfortunatamente la gente perse interesse a causa dell’economicità dei combustibili fossili fino a quando la crisi energetica degli anni ’70 non iniziò a cambiare la mentalità di tutti, ma in questa TL alternativa la ricerca sull’energia pulita potrebbe riaccendersi prima, dato che le città lavorerebbero per aumentare la loro produzione di energia per fornire corrente a tutte le loro auto, camion e treni e allo stesso tempo evitare l’inquinamento.
È chiaro che i veicoli elettrici possono comunque avere un impatto sull’ambiente, per esempio le batterie contengono metalli pesanti che possono contaminare l’acqua e il suolo se non smaltite o riciclate correttamente.
Detto questo, in questa TL alternativa gli umani potrebbero sviluppare un modo più efficiente per riciclare le vecchie batterie decenni in anticipo, mentre la nostra TL ha ancora difficoltà al riguardo, e quindi in questa TL alternativa un’auto elettrica più di successo potrebbe davvero coincidere con una rivoluzione verde, ma per dare ai veicoli elettrici i fondi per tutta questa ricerca e sviluppo dobbiamo far sì che il governo federale venga coinvolto.
Per esempio, alcuni produttori di veicoli elettrici cercarono di costruire camion elettrici per lo US Army durante la Prima Guerra Mondiale.
Non ebbero successo, ma in questa TL alternativa, visto il successo della Model E, l’esercito potrebbe considerare l’acquisto di camion elettrici.
I veicoli militari elettrici potrebbero vedere un utilizzo maggiore dietro le linee del fronte, dove l’accesso ad energia affidabile sarebbe più frequente, ma farebbero risparmiare carburante per i veicoli al fronte.
Infatti i veicoli elettrici sono più facili da operare, più silenziosi e non richiedono una fornitura costante di combustibile al fronte.
Questi potrebbero essere dei vantaggi per le forze armate statunitensi, e quindi incoraggiare ulteriori ricerche su altri veicoli elettrici militari come i carri armati.
Certo, ci sarebbe comunque bisogno di trovare un modo per caricare questi veicoli, perciò ci sarebbe bisogno o di generatori o di impianti solari vicino al fronte.
Detto questo, Kyle Mizokami scrisse nel 2019 su Popular Mechanics che anche delle centrali nucleari per il campo di battaglia potrebbero essere un’opzione, e beh… Ehm… Non so, se ci pensate davvero parecchio, questo potrebbe causare qualche… Problema.
Ok, allora, a parte la proliferazione di potenziali bombe sporche in tutto il mondo, cos’altro potrebbe cambiare in questa ucronia sui veicoli elettrici? Beh, meno richiesta di petrolio potrebbe cambiare la politica estera nei confronti del Medio Oriente.
Gli Stati Uniti potrebbero essere meno interessati nell’allearsi con l’Arabia Saudita e altri stati del Golfo Persico, o nel farsi coinvolgere nel rovesciamento del governo dell’Iran nel 1953.
È anche improbabile che vedremo una cosa come la Crisi Energetica del 1973, o perlomeno non causerà l’accaparramento di benzina da parte delle persone.
Ovviamente questo non significa che i veicoli elettrici non causeranno i propri conflitti geopolitici, per esempio nelle batterie dei veicoli elettrici moderni della nostra TL viene usato il cobalto, ma questo è un elemento raro e il suo produttore più grande è la Repubblica Democratica del Congo, una nazione che ha già visto gravi oppressioni e conflitti.
Anche il litio viene utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici, e i suoi giacimenti più grandi si possono trovare sulle Ande.
Potremmo vedere il Perù, il Cile e la Bolivia diventare l’equivalente dell’OPEC di questa TL, e la storia del Sudamerica e della Repubblica Democratica del Congo potrebbe essere simile a quello del Golfo Persico e del Nord Africa.
Ho anche visto delle persone suggerire che una vittoria anticipata dei veicoli elettrici implicherà la non esistenza delle periferie statunitensi, ma non ne sono così sicuro.
Sì, la costruzione dell’Interstate Highway System incoraggiò la crescita delle periferie, ma con degli Stati Uniti alternativi collegati tramite veicoli a più corto raggio è possibile che ci sia poco interesse nel costruire una struttura così enorme, ma ci sono stati anche altri fattori che hanno condotto alla crescita delle periferie, inclusi la mancanza di alloggi in centro, il crimine in aumento, l’inquinamento e, ovviamente, il buon vecchio razzismo statunitense.
Perciò sì, potremmo comunque vedere una crescita minore delle periferie, con quelle più di successo che saranno vicine ai confini delle città o collegate via treno.
Ciononostante, con una focalizzazione sull’uso dei veicoli elettrici solo per brevi tragitti e dei treni o aerei per i viaggi più lunghi, le città potrebbero essere più densamente popolate e percorribili a piedi.
Molte persone probabilmente non possiederanno nemmeno un’auto, e se avranno bisogno di girare per la città forse salteranno su un taxi elettrico o un tram.
Naturalmente ci sarà sempre bisogno di un modo per trasportare beni attraverso il paese, ovviamente i treni serviranno per quello scopo e con più gente che li usa per viaggi sulle lunghe distanze gli Stati Uniti potrebbero ottenere la loro quasi mitologica alta velocità ferroviaria della quale internet ama tanto parlare, e sapete cosa altro potremmo ottenere? I dirigibili! Sì, se ci sono meno autoarticolati che utilizzano l’Interstate Highway System potremmo vedere queste balene del cielo come alternativa.
Infatti, nella nostra TL, la compagnia costruttrice di dirigibili Hybrid Air Vehicles sta cercando di costruire un dirigibile elettrico che possa trasportare merci, perciò nella TL alternativa della Model E questi dirigibili elettrici potrebbero arrivare prima e riempire la nicchia degli autoarticolati nella nostra versione degli Stati Uniti, ma chi guiderà tutti questi veicoli? Sean McKnight, che ha modificato le sceneggiature e creato le mappe per diversi miei video, ha creato un proprio scenario di storia alternativa sui veicoli elettrici.
In esso egli afferma che siccome i principali clienti delle auto elettriche erano le donne e probabilmente continueranno ad essere le loro principali acquirenti in una TL dove viene inventata la Model E, forse vedremo molte più donne che uomini alla guida.
Porca merda, la moderna cultura automobilistica è una cosa così maschile, e se in questa TL alternativa essere amanti delle auto fosse una cosa “da femmine”? Le donne autiste potrebbero essere quelle assunte per guidare i taxi e i camion elettrici delle compagnie di trasporto urbano, e questo vuol dire che più donne otterranno l’indipendenza finanziaria prima rispetto alla nostra TL, e potrebbero ritrovarsi a comporre una quantità significativa dei membri dei sindacati come quello della International Brotherhood of Teamsters.
Le donne potrebbero perfino essere reclutate dalle forze armate per agire come autieri dei camion elettrici.
Questo potrebbe accelerare la cronologia dei diritti delle donne, e vittorie come il diritto alla contraccezione e all’aborto potrebbero avvenire molto prima che nella nostra TL.
Immaginate semplicemente le autiste di taxi o camion che decidono di protestare per avere eguali diritti andando in sciopero, costringendo così intere città a chiudere i battenti.
Di fatto, anche se i veicoli elettrici stimolano la nostra immaginazione nel presente, dobbiamo ricordare che i veicoli elettrici non sono il futuro, sono piuttosto il passato che ritorna a ricordarci di un’opportunità mancata.
L’era d’oro dei veicoli elettrici avvenne oltre 100 anni fa, se solo un paio di cose fossero andate meglio per loro essa non sarebbe mai terminata, e le puzzolenti auto a benzina sarebbero state una nota a piè di pagina nei libri di storia e un raro oggetto da collezione nei garage di qualche ricco, e anche se i veicoli elettrici alla lunga hanno alla fine vinto, questo storico alternativo si chiede quali altre opportunità mancate avrebbero potuto dare il via molto prima al nostro futuro fantascientifico.

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Aggiungiamo la proposta di Mortebianca:

Pochi si ricordano dell'Olivetti Programma 101, considerato il primo personal computer propriamente detto della storia, già nel 1966 (molto prima dunque che Microsoft e Apple producessero i modelli ben più noti al mercato). Ebbe uno straordinario successo in Unione Sovietica, venne usato dalla NASA per Apollo 11 e nel Vietnam, fu da ispirazione per l'HP 9100A e poi per l'Apple I e venne considerato un successo anche economico e commerciale. Era in grado di operare su dati alfanumerici e disponeva di una memoria di lavoro interna, un sistema di salvataggio dati su unità magnetica e una piccola ed avanzata stampante come sistema di output.

Altri orgogli dell'informatica italiana furono l'Olivetti M24 (clone del PC IBM con il suo schermo televisore e sistema operativo UNIX di categoria Xenix sviluppato da Microsoft). Il loro ultimo PC fu l'M8500, dopo smisero ufficialmente di occuparsi si informatica, schiacciati dal mercato Microsoft e HP. I sistemi operativi sviluppati dalla Olivetti erano considerati l'avanguardia europea, basti pensare a COSMOS, fondamentale perché fu uno dei primi sistemi a coordinare i vari computer in una rete dove parte del lavoro veniva svolta dalle singole unità, non solo dal computer centrale. Abbiamo in COSMOS un primissimo esempio sia di Internet, sia di Cloud Computing (senza il Coud) e di Peer to Peer, in un certo senso. Vi è poi la Simulmondo, azienda del 1987 tutta italiana che produceva videogiochi, inizialmente simulatori sportivi, poi avventure grafiche punta e clicca basate su personaggi del fumetto italiano (ma l'azienda ebbe un successo tale da arrivare a commercializzare persino Spiderman), e poi videogiochi con trame del tutto nuove.

Quali cambiamenti sono necessari affinché l'Italia (e l'Europa per estensione) diventi il centro dell'informatica internazionale, visto che le prime intuizioni venivano proprio da qui?

Magari Alan Turing produce i suoi brevetti e discute le sue tesi in ambienti europei più che americani, limitandosi alla stretta collaborazione militare con gli Yankees. La Olivetti non smette di produrre PC e anzi attira molte menti da tutta Europa che ne accelerano l'innovazione, e ben presto il marchio Olivetti diventa un Must di tutte le conferenze al pari di IBM e Apple per le performance. Il nuovo Olivetti 2000 ha un successo straordinario per diversi motivi: E' il primo Personal Computer dotato di schermo, tastiera e mouse, è il primo con un prezzo a buon mercato, e soprattutto per il suo sistema operativo, MOS II, una versione decisamente migliorata e più user-friendly del primo MOS che riprende alcuni aspetti di COSMOS. Il sistema operativo fu la principale causa del successo infinitamente superiore del modello Olivetti rispetto a quello Microsoft, poiché Olivetti adottava un sistema che riprendeva OSA, in cui diversi Computer (con sistemi operativi diversi, quindi MOS II, DOS e Unix) possono scambiarsi informazioni ed integrare i dati in modo aperto e condiviso, inoltre gli informatici UNIX cercavano un'azienda performante che offrisse un supporto fisico ai loro sistemi (come Microsoft aveva trovato in IBM e HP). Per questo motivo iniziò una vera e propria Guerra Informatica fra i computer HP Microsoft e quelli Olivetti Unix, con due filosofie informatiche opposte: da un lato sistemi proprietari privati e chiusi, dall'altro sistemi aperti in connessione. E fu questo il fattore principale di vittoria dell'Olivetti, un sistema aperto, modificabile (non per nulla UNIX) che dava totale libertà di programmazione e creazione di nuovi sistemi. Gli Hacker, gli Informatici e gli Studenti Europei e Americani usavano l'Olivetti per costruire nuovi programmi e sperimentare, e mentre i sistemi Microsoft erano "chiusi" al solo mondo Microsoft, quelli OVA dell'Olivetti erano aperti e compatibili con gli altri. Motivo per cui i videogiochi della Simulmondo erano un'esclusiva Olivetti, ma i videogiochi americani sviluppati su Microsoft avevano l'adattamento per MOS II.

L'esito finale di tutto questo fu ovviamente la nascita di Internet, dovuta proprio all'interconnessione delle macchine Olivetti. I sistemi Olivetti già da decenni favorivano le LAN, piccole reti aziendali che integravano i dati dei singoli computer. Numerose università europee avevano sviluppato dei mezzi di comunicazione e condivisione dei dati fra tutti i computer che sono parte della rete. Questa fu la versione "provvisoria" di Internet, una mera connessione fra le reti delle varie università europee (Roma, Milano, Parigi, Monaco, Ginevra, Berlino, Vienna, Londra ecc). A cui in seguito si aggiunsero quelle americane (che per diversi anni ebbero problemi dati dalla compatibilità e rimasero "chiuse" nel loro micromondo, motivo per il quale oggi gli Stati Uniti hanno la rete più lenta del Primo Mondo).

Con la nascita di Internet (e dei suoi protocolli di programmazione e condivisione dati) Olivetti si assicurò una nuova fetta di mercato, producendo Columbus (il primo Motore di Ricerca). I computer Olivetti divennero un must per ogni casa europea e per tutte le università e gli enti di ricerca, chiunque volesse programmare seriamente doveva usare un sistema operativo UNIX su base Olivetti. Gli Americani ancora oggi continuano a comprare Microsoft (nonostante una grossa fetta del loro mercato possegga Olivetti), una scissione con il resto del mondo analoga alle console (dove tutto il mondo adotta Playstation, e solo negli Stati Uniti c'è un forte mercato Xbox).

La Simulmondo divenne la principale azienda di produzione videoludica in Europa, anche se oggi la francese Ubisoft sembra una rivale accanita.

Per molto tempo la Simulmondo si è dedicata alle avventure grafiche, man mano che aumentavano gli introiti e gli impiegati (giovanissimi programmatori e appassionati che furono l'avanguardia della cultura Nerd in Italia). La Simulmondo ha una orgogliosissima libreria con esclusive di centinaia di fumetti diversi Marvel e DC, inoltre era nota per produrre videogiochi a puntate (ogni mese in edicola usciva un nuovo Floppy che proseguiva la storia, che si concludeva sempre con un grande cliffhanger, i programmatori dissero di essersi ispirati a Dickens e i suoi romanzi venduti sul giornale a puntate).

Ancora oggi la Simulmondo si distingue proprio per questo, per il fatto che vende gli episodi "a puntate" (e non in blocco, come le aziende americane), e proprio per questo ogni puntata può avere miglioramenti in termini di gameplay e di grafica, di features e di potenzialità, che le prime non hanno. Per questo motivo la Simulmondo raramente produce Sequel che riportano lo stesso universo narrativo in un nuovo linguaggio di programmazione, gli basta attendere ancora un po'. La Simulmondo è anche considerata anticipatrice dei DLC, dato che producendo più Floppy e più Dischi aveva l'abitudine di aggiungere nuovi contenuti, nuovi luoghi e nuovi personaggi alle proprie storie. Man mano che la programmazione migliorava (passando agli sparatutto e poi agli RPG ed infine agli Open World) questo aspetto diventava ancor più interessante. La Simulmondo vendeva sempre un primo disco (con il primo episodio e il mondo "Base") e poi, di disco in disco, mandava avanti la storia, venivano aggiunti luoghi, personaggi e nuove possibili azioni, in modo che il gioco finale fosse un gigantesco mondo tutto esplorabile, pieno di infiniti oggetti, personaggi, possibili azioni e possibili eventi. Il giocatore era invitato ad "arricchire" il gioco.

Con l'avvento di Steam questo aspetto non ha più richiesto la vendita del disco, ogni mese Steam installa automaticamente il nuovo aggiornamento, e quindi la Simulmondo è più libera di produrre nuove caratteristiche. Per questo la Simulmondo è anche nota per la sua produzione di giochi "Per sempre in pre-alpha", dato che non sono mai definitivi fino all'abbandono, e vengono sempre aggiornati con nuove meccaniche e nuove componenti, "riprogrammati" ogni volta, rimasterizzati, aggiornati, sistemati e migliorati.

Uno degli sviluppatori più celebri della Simulmondo è Will Wright, creatore della serie "Simu", il Simulatore di vita, e "SimuCittà" e tanti altri simulatori (la categoria principale della Simulmondo restano i simulatori sportivi, lavorativi, aziendali ecc). La Astragon (distaccamento tedesco della Simulmondo) è una delle aziende più produttive in questo senso.

È doveroso menzionare infine che la Filosofia della Olivetti in campo informatico è alla base della moderna cultura del Free and Open Source, la cultura Hacker, la Filosofia del Creative Commons, dello Scambio Etico in Peer to Peer e del File Sharing. Secondo la Microsoft la Olivetti sarebbe colpevole di aver supportato la Pirateria ai suoi danni e di essere patrona di tutte le violazioni delle patenti private.

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Questo è il commento in proposito dell'Ing. Giuseppe Brianza, amico di Bhrghowidhon:

La lungimiranza di Adriano Olivetti e dei suoi due ingegneri Tchou e Perotti (Il famoso Programma 101 era stato ribattezzato ‘la perottina’) sta nell’aver impiantato a Pisa un laboratorio staccato della Olivetti, aver sottoscritto un accordo di collaborazione e ricerca con la Normale di Pisa e nell’aver individuato a Pisa nel transistor (il ‘chip’) l’elemento primordiale per la futura scienza informatica (il ‘chip’ è tuttora alla base di tutta la tecnologia elettronica...)

Tutto questo accadeva negli anni cinquanta/sessanta (1965): un vagone di anni prima del primo PC (Commodore) davvero tale (IBM e APPLE sono arrivate ancora dopo).

Questo quadro ha anche scatenato velati (non tanto) sospetti che Adriano sia stato ‘fatto fuori’ perchè gli Stati Uniti temevano di perdere il business dei computer; all’epoca la Olivetti era un’azienda da trentamila dipendenti: altro che Cupertino (di allora)… In ogni caso la vera grandezza di Adriano (e anche di suo padre Camillo) risiede nelle attenzioni sociali dei personaggi: Olivetti si è definito ‘socialista-liberale’, ha assunto e pagato come Olivetti una schiera di uomini di grande cultura (Volponi, Ottieri, Pampaloni, Fortini, Sottsass, ecc.ecc.) affinché "pensassero futuro".

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E Lord Wilmore ci ricorda:

Vi trascrivo un aforisma pronunciato da Umberto Eco pochi mesi prima di morire, senza il Nobel che avrebbe meritato: « Qualcuno ha detto che se ci fosse stata Internet ai tempi di Hitler i campi di sterminio non sarebbero stati possibili, perché la notizia si sarebbe diffusa viralmente. Ma, d'altro canto, Internet dà diritto di parola a legioni di imbecilli; i quali prima parlavano solo al bar, dopo due o tre bicchieri di rosso, e quindi non danneggiavano la società… gente che di solito veniva messa a tacere dai compagni: "Ma tas ti, stùpid..."; e che adesso, invece, ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. » Come dargli torto?

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Non possiamo non aggiungere questo prezioso spunto di riflessione di Andrea Villa:

Non c'è nulla di più bello di un povero che sa vedere le ricchezze che ha, ed esserne felice.
Non c'è nulla di più orrendo di un ricco che non sa vedere le ricchezze di cui dispone, e sperpera e abusa ciò di cui altri fanno tesoro...

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La parola passa a Dario Carcano:

Una favola sanitaria

C'era una volta una giovane ricercatrice tanto brillante quanto ambiziosa, il suo nome era Elizabeth Holmes. Elizabeth aveva un sogno: democratizzare l'assistenza sanitaria. Permettere a tutti, anche ai meno abbienti, di avere cure mediche accessibili e poter effettuare esami del sangue senza l'uso degli aghi invasivi usati nei prelievi venosi. Elizabeth aveva questo sogno, e per realizzarlo creò una società, la Theranos, per sviluppare nuove tecnologie mediche che rendessero accessibile a tutti l'assistenza sanitaria, e lavorando duramente alla fine Elizabeth trasformò il suo sogno in realtà, e grazie a lei oggi negli Stati Uniti i tempi in cui bisognava scegliere se curarsi o avere un tetto sopra la testa sono finiti.
E vissero tutti felici e contenti.

A parte un trascurabile particolare: non è affatto andata così.

Partiamo dal principio: Elizabeth Holmes nasce il 3 febbraio 1984 a Washington DC da una famiglia benestante; il padre, Christian Rasmus Holmes IV, era vicepresidente della Enron e in precedenza aveva ricoperto varie posizioni dirigenziali in enti governativi. Frequenta l'università di Stanford, dove inizialmente lavorò come ricercatrice, per poi perseguire il suo sogno.
Nel 2004 lascia Stanford e si dedica interamente a Theranos, che aveva fondato l'anno prima. A dicembre di quello stesso anno Elizabeth aveva raccolto 6 milioni di dollari per finanziare l'azienda.
La principale tecnologia della Theranos erano le macchine Edison, un'apparecchiatura che nelle intenzioni della Holmes doveva essere in grado di eseguire un esame completo del sangue impiegando solo due gocce prelevate con un prelievo capillare. Da subito questa tecnologia fu criticata dai medici, e il fatto che non fosse mai stata sottoposta a una peer review non aiutava a dissipare i dubbi della comunità scientifica.
Ma la Holmes seppe coinvolgere nel suo progetto le persone giuste per risolvere i suoi problemi: nel luglio 2011 la Holmes riuscì a convincere l'ex segretario di Stato George Shultz a investire nell'azienda ed entrare nel consiglio di amministrazione. Grazie a Shultz, nel 2015 il CdA di Theranos includeva:

1) Henry Kissinger, segretario di Stato nelle amministrazioni Nixon e Ford;
2) William Perry, segretario alla Difesa nell'amministrazione Clinton;
3) James Mattis, generale degli US Marines in pensione e futuro segretario alla Difesa nell'amministrazione Trump;
4) Gary Roughead, ammiraglio in pensione ed ex comandante in capo della flotta degli Stati Uniti;
5) Bill Frist, ex senatore del Tennesse;
6) Sam Nunn, ex senatore della Georgia;
7) Richard Kovacevich, ex amministratore delegato di Wells Fargo;
8) Riley P. Bechtel, ex presidente della Bechtel Corporation.

Gli investitori di Theranos includevano:

1) Rupert Murdoch, magnate dei media conservatore e proprietario di Fox Corporation;
2) David Boies, avvocato e presidente della firma legale più temuta degli Stati Uniti, la Boies, Schiller & Flexner; capo dell'accusa nel caso United States v. Microsoft Corp e rappresentante di Al Gore e dei Democratici nelle dispute sulle elezioni del 2000;
3) Betsy DeVos, futuro segretario all'Istruzione nell'amministrazione Trump;
4) la famiglia Walton, una delle famiglie più ricche del mondo e fondatrice di Walmart;
5) Carlos Slim Helú, miliardario messicano e uomo più ricco del Messico.

Un simile mazzo di alti papaveri non poteva fallire. Nel 2012 Safeway, nonostante i dubbi dei medici sulla validità delle tecnologie di Theranos, investe nell'azienda della Holmes 350 milioni di dollari, destinati ad aprire 800 cliniche che offirissero test del sangue a costi accessibili.
E qua ebbero inizio i problemi. Mentre la stampa statunitense incensava Elizabeth Holmes come "la Steve Jobs della Sanità", la Theranos era una delle aziende più opache del paese.
E non poteva essere altrimenti, senza il segreto industriale sarebbe stato evidente a tutti che le tecnologie dell'azienda non funzionavano, e che le macchine Edison spesso davano risultati diversi a partire dallo stesso campione di sangue.
Ian Gibbons, biochimico e direttore tecnico della Theranos, ne era ben consapevole. Licenziato nel 2010 dopo aver espresso alla Holmes tutti i propri dubbi sul progetto e sulle modalità di lavoro della Theranos, riassunto in seguito alle proteste dei suoi colleghi ma con responsabilità ridotte, nel 2013 fu chiamato a testimoniare in un processo che riguardava le tecnologie e i brevetti della Theranos.
Depresso e frustrato a causa del mobbing che stava subendo alla Theranos, la chiamata a deporre in un tribunale fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il 16 maggio 2013, la sera prima del processo in cui avrebbe dovuto testimoniare, Ian Gibbons assunse un cocktail di alcolici e farmaci. La mattina seguente fu trovato dalla moglie sul pavimento del bagno vivo ma privo di coscienza; sarebbe morto in ospedale il successivo 23 maggio a causa di un'insufficienza epatica.
Quando la moglie di Gibbons informò Elizabeth Holmes della morte del marito, l'unica risposta dell'azienda fu la richiesta degli avvocati di portare alla Theranos il computer del marito e ogni documento riguardante il suo lavoro nell'azienda.

Poi, come sempre succede, la bolla scoppiò. Nel 2015, nonostante le numerose minacce di ritorsioni legali ricevute da David Boies, il giornalista del Wall Street Journal John Carreyrou scrisse un lungo e dettagliato articolo che metteva a nudo la Theranos e le sue mirabolanti promesse: l'articolo parlava dell'inaffidabilità delle Edison, di come la Theranos impiegasse macchine tradizionali acquistate da altre aziende per eseguire i propri esami del sangue, e di come per lungo tempo, nell'esecuzione di questi test, la Theranos avesse diluito il sangue raccolto coi prelievi capillari, rendendo estremamente inaffidabili i risultati, e di come poi la Theranos sia tornata ai tradizionali prelievi venosi.
Per Elizabeth Holmes fu l'inizio della fine. A gennaio 2016 un'ispezione a sorpresa delle autorità sanitarie nei laboratori Theranos a Newark (California) rilevò irregolarità nelle procedure dell'azienda, che a luglio fu diffidata per due anni dall'eseguire esami del sangue. Abbandonata dalle sue protezioni politiche, a ottobre 2016 la Theranos chiuse i laboratori e i centri analisi, licenziando il 40% del proprio personale. Gli investitori iniziarono a chiedere indietro i soldi, e in poco tempo il castello crollò completamente.
Nel settembre 2018, mentre la Holmes era sotto processo per truffa, la Theranos fu chiusa e messa in liquidazione.

La più grande frode sanitaria nella storia degli Stati Uniti era venuta alla luce; e chi fu a farne le spese? Le migliaia di persone che, non avendo i soldi per cure ed esami costosi, affidarono la propria salute a dei truffatori che stavano lucrando sulla vita delle classi meno abbienti.

Dario Carcano

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E ora, la domanda di Never75:

Volevo fare una riflessione semplice semplice. Nel passato sono state molte le lingue veicolari nel Mondo che son durate per secoli come tali, anche dopo secoli che i rispettivi imperi che le avevano diffuse si sciolsero. Pensiamo, limitandoci al bacino mediterraneo e poco più, all'aramaico, al greco antico, al latino, al sabir, ecc.

Oggi, senza dubbio, la parte da leone la fa l'inglese, o meglio, la sua versione "globish" ed è indubbio che sarà così ancora per parecchio. Ma per il futuro? Soprattutto in Europa, quale sarà (se ci sarà) una lingua franca? (dando per scontato che la UE sopravviva, ovviamente). E per il resto del Mondo? L'inglese la farà ancora da padrone o voi immaginate che siano le lingue "orientali" a prenderne il posto di qui a qualche secolo?

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Cui risponde il nostro Bhrghowidhon:

In Europa attualmente la prima lingua straniera in ogni Paese Membro è l'inglese, quindi non c'è spazio per altre scelte. Purtroppo né il francese né il tedesco (tantomeno il latino), pur godendo di una ragguardevole diffusione, sono in grado di competere con l'inglese. Ad ogni modo, il Futuro – a giudicare da quanto avviene oggi – non è a una lingua sola: il progresso delle traduzioni automatiche è molto più rapido che quello delle tecniche di apprendimento linguistico di massa, quindi è verosimile che lo stesso inglese perda, in prosieguo di tempo, parte della sua attuale diffusione.

In Italia, come è noto, l'inglese è quasi l'unica lingua straniera (resiste, per legge, il francese, ma con un enorme distacco, ormai abbondantemente superato dal castigliano, più orecchiato che saputo), ma è tuttora semisconosciuto; molti si illudono di saperlo, ma sono al livello A2 (il minimo è A1, il massimo C2) e gli anglismi in italiano sono in notevole parte introdotti da semianalfabeti linguisticamente deprivati che non solo non hanno le minime competenze di inglese, ma sono handicappati anche in italiano. Siccome il fenomeno è in preoccupante crescita, l'unica soluzione è la traduzione assistita, per pochi volonterosi, tutt'al più condita per le Masse da una spolveratina di pseudoanglismi caserecci.

Già l'attuale Monolinguismo rappresenta una situazione patologica, ma per il futuro è un'eventualità reale l'afasia parziale o totale. Ho un amico fraterno gravemente cerebroleso le cui competenze linguistiche – assai sofferte – sono molto superiori a un gran numero di apparenti normodotati che conosco. In compenso, per l'Umanità privilegiata aumenterà il numero dei Poliglotti e quindi molte lingue mondiali oggi in regresso recupereranno in questo settore.

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Terminiamo per ora con l'ennesimo colpo di genio di Sandro:

Carissimi, eccovi una divertente Ucronia tratta direttamente da "Sturmtruppen" di Bonvi!

Berlino 1936 - XI Olimpiade

La cerimonia di apertura viene trasmessa per la prima volta nella storia in TELEVISIONE.
La tecnica tedesca segna un nuovo primato e il mondo intero rimane stupito dalla possibilità di trasmettere a distanza non solo segnali o parole ma IMMAGINI IN MOVIMENTO in tempo reale!
La risonanza mondiale dell'evento stupisce lo stesso Hitler e Goebbels intuisce immediatamente la potenza del nuovo mezzo tecnico nella diffusione della propaganda Nazista.
Una riunione al massimo livello politico del vertice Tedesco vede contrapposte le richieste di potenziamento dell'esercito e della aviazione e finanziamento della ricerca sulle "Armi Segrete" portate avanti da Goering che vuole una conquista militare dello "Spazio Vitale" e la richiesta di dirottare ogni energia sullo sviluppo della televisione, sulla creazione di una rete europea di diffusione del segnale, creazione di immensi studi televisivi in grado di sfornare prodotto "tedeschi" come sceneggiati, filmati, notiziari, documentari che esaltino e diffondano la dottrina nazista e i risultati di benessere e felicità per la popolazione che essa crea. Secondo Goebbels questo darà alla Germania uno "Spazio Vitale" ancora maggiore con la diffusione del nazismo in tutta l'Europa ed oltre, con la creazione di una opinione pubblica favorevole, con la nascita di partiti nazisti nazionali e con la conquista politica e non militare dei paesi.
E' Himmler che fa' pendere la bilancia verso la tesi di Goebbels, vedendo nella televisione un potente strumento di controllo... se la TV trasmette da un punto all'altro quale migliore sistema di spionaggio continuo e capillare del territorio e delle persone?
Himmler vede nel futuro un sistema di "telesorveglianza" migliore di qualunque rete spionistica e appoggia la scelta di Goebbels.
Hitler, blandito anche sul piano del proprio Ego e narcisismo dalla possibilità di parlare davanti ad una platea di centinaia di milioni di folla, di diventare un "idolo" globale, decide di appoggiare la scelta di Goebbels. Tutte le forze industriali della Germania verranno indirizzate alla ricerca, al miglioramento della tecnologia, allo sviluppo della rete di diffusione alla preparazione dei programmi... si decide di puntare tutto sulla TELEVISIONE.
Dieci anni dopo oltre 40.000.000 di televisori sono censiti in Europa, tre aziende USA, una inglese e due Giapponesi hanno ottenuto il brevetto di costruzione e commercializzazione.
Grazie al lavoro di Werner Von Braun, Hitler e Goebbels festeggiano il decennale con un altra epica tappa.... nell'ultimo anno mediante V2 modificate sono stati messi in orbita ben 15 satelliti ripetitori per la televisione.
Hitler celebra il decennale della televisione con un epico e trascinante discorso dal palco dello stadio di Norimberga trasmesso in MONDOVISIONE... oltre un miliardo di persone assiste all'evento... è la VITTORIA FINALE...!!!

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Se volete intervenire, scriveteci a quest'indirizzo.


 

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