La Guerra Fredda del Mondo Antico

di Perchè no?


POD: Filippo V di Macedonia non si allea con Annibale contro Roma.

Alla fine della seconda guerra punica Roma non entra in guerra contro la Macedonia e non interviene in Oriente. Oriente e Occidente proseguono lungo due storie separate. In Oriente Filippo V finisce vinto da Antioco III, più tardi Antioco IV conquista l’Egitto e unifica l’Oriente in un grande impero greco simile a quello di Alessandro (la salma di Alessandro é trasferita ad Antiochia). Perseo va in esilio a Roma dove é accolto dalla famiglia degli Scipioni.

In Occidente Roma prosegue la sua evoluzione, Spagna e Africa sono conquistate e pacificate alla metà del II secolo a.C. La cultura romana é influenzata molto meno da quella greca, le religioni orientali sono vietate e le idee del vecchio Catone trionfano contro gli aristocratici ellenizzati. Senza le lunghe e lontane guerre d’Oriente, Roma non subisce la crisi agraria e la crisi della cittadinanza come nella nostra Timeline. Alla fine del II secolo le riforme di Caio Gracco sono meno importanti e non provocano una reazione aristocratica. Il modello classico della repubblica prosegue, Roma rimane una città di cittadini-soldati, niente conflitto tra populares ed optimates. Mediante riforme all’inizio del I secolo Roma organizza la gestione delle sue province in maniera razionale. Caio Mario conquista in anticipo le Gallie (ribellione di Celtill, padre di Vercingetorige) e rimane lontano dalle vicende interne di Roma: niente guerra civile. I generali romani non ottengono un grande potere sui loro soldati, e il modello repubblicano non é minacciato.

Alla metà del II secolo il Mediterraneo é diviso tra un Occidente romano e repubblicano e un Oriente greco e monarchico, che entrano presto in conflitto. Roma sostiene le resistenze orientali (la ribellione nel 147 a.C. dello stratega Polibio in Grecia, quella dei Maccabei in Giudea...), e i Seleucidi provano ad allearsi con Cartagine e poi con la Numidia prima della loro conquista romana. Nell'88 a.C. Mitridate VI entra in guerra contro il Grande Seleucide, ma presto é in difficoltà e chiede l’aiuto di Roma: inizia la guerra aperta tra le due superpotenze. La Grande Guerra prosegue per 40 anni, ma i Romani sono in vantaggio durante le battaglie.

Nell'85 il generale Silla conquista la Grecia, più tardi passa con suoi luogotenenti Pompeo e Lucullo in Asia, conquistando la zona dopo lunghe campagne. Roma decide di non integrare l’Oriente nel suo dominio considerando i Greci troppo diversi ed estranei alla cultura latina. Così decidono di creare dei regni vassalli in Oriente, la Lega di Acaia é ricreata ed integra tutta la Grecia. La Macedonia é ricreata come regno ma un Romano della famiglia degli Scipioni (scelta da Perseo, morto senza figli, come erede degli suoi diritti) è messo alla sua testa: sembra un’ottima idea per controllare popoli stranieri, conservare un’alleanza stretta e soddisfare il desiderio di libertà dei Greci, e poi Roma considera un’occupazione troppo costosa.

Su questo modello la conquista prosegue: nel 78 Silla é nominato re del Ponto riconquistato. Più tardi Pompeo diventa re di Asia (cui è annessa la Galazia) e Lucullo re dell’Armenia (alleata dei Seleucidi). Nel 49 la Siria cade sotto i colpi del generale Cesare che ne diventa re. Una Giudea indipendente é ricreata a vantaggio di Erode. Nel 44 il generale Marco Antonio annienta le ultime forze greche ad Alessandria, e come ricompensa é nominato faraone d’Egitto da parte di Roma. Accanto ai regni greci sotto la guida di re romani, la repubblica di Rodi, l’Epiro e Cipro rimangono Stati indipendenti ma vassalli. A Roma l’assenza di tutti questi generali carismatici, impegnati in Oriente, permette alla vita politica di proseguire in pace. Roma ottiene un immenso bottino, e conserva i regni orientali sotto il proprio controllo per mezzo delle monarchie grecoromane.

Cicerone, Catone e Bruto dominano la vita politica romana, Bruto spinge il dominio diretto romano sul Reno e sbarca per la prima volta in Britannia. In Oriente i discendenti di Silla conquistano le rive del mar Nero, che diventa un lago grecoromano. Marco Antonio conquista l’Arabia e la Nubia. Cesare stesso conquista la Mesopotamia e buona parte della Partia; il suo erede Ottaviano prosegue la sua opera. Questa Pax Romana diversa prosegue durante tutto il I secolo dopo Cristo.

In Oriente la dinastia giulio-claudia non si interrompe, e Nerone diventa un grande re ellenistico. La cultura romana influenza la cultura greca dando vita al periodo romanistico, dove l’arte, le istituzioni delle città e la monarchia sono copiate dalle forme romane. A Roma nello stesso momento il console Vespasiano domina la vita politica conquistando una buona parte della Germania, già sottomessa in parte dal console Agricola. L’Armenia della dinastia Luculliana spinge le sue forze nel Caucaso.

Durante il II secolo Roma conquista la Dacia, che diventa un regno vassallo sotto la guida della dinastia del generale Traiano. Ma Roma inizia a perdere il controllo dei regni grecoromani quando la Siria cesariana entra in guerra contro l’Asia pompeiana. Roma deve occuparsi delle nuove incursioni barbariche a Nord, e non si occupa più dell’Oriente che conosce un nuovo periodo di concentrazione.

Le nuove guerre orientali del III secolo finiscono quando l’imperatore Costantino unifica tutto l’Oriente in un nuovo grande impero greco orientale, detto impero bizantino. Inizia una nuova guerra fredda con la repubblica romana, aggravata da una guerra religiosa tra un Oriente cristianizzato e un Occidente rimasto in gran parte pagano, perché la repubblica ha vietato le religioni orientali. La repubblica intanto é invasa dai barbari e si ritira progressivamente della Germania e della Britannia.

Durante il IV secolo d.C. la repubblica romana indebolita diventa vassalla dell’impero orientale, perde la maggior parte delle sue province che diventano regni barbari, repubbliche indipendenti, o repubbliche barbariche, iniziando il Medioevo. Però la repubblica romana sopravvive benché ristretta nel VI secolo all’Italia, e torna ad essere una repubblica cittadina, protetta da grandi basilei greci come Giustiniano. A partire da questo periodo la storia torna alla nostra Timeline, eccezion fatta per una cosa: il concetto della repubblica rimane vivo in un Occidente cristianizzato più tardi.

I Barbari integrano presto le istituzioni romane per controllare loro regni, e la forma di vita in città sopravvive, le città sono lasciate autonome dai re romanizzati. I regni barbari prendono presto un’importante forma istituzionale come mostra il parlamento del regno di Essex o la costituzione del regno franco sotto Dagoberto. Accanto ad essi esistono repubbliche libere come Venezia, Marsiglia, Barcellona o Nantes.

Nell'800 Carlomagno unifica l’Occidente (eccezion fatta per la repubblica romana in Italia) in un grande impero costituzionale occidentale. Il parlamento franco forma una monarchia parlamentare durante il IX secolo, l’Habeas Corpus é adottato durante il XI secolo e la democrazia rinasce durante il XIII secolo sotto il regno dell’imperatore San Luigi IX. Con la decadenza dell’impero orientale, la repubblica romana si allea con l’Occidente sotto il consolato di Francesco d’Assisi (la storia militare, scientifica e religiosa prosegue come nella nostra Timeline).

Le crociate non avvengono, ma una solida alleanza é firmata tra l’impero e il sultanato contro i Mongoli, la Terra Santa é gestita in comune. L’Europa inizia il periodo delle scoperte sotto un regime democratico e l’America sarà colonizzata pacificamente durante il XVI secolo. Non avverrà la colonizzazione, e l’industrializzazione nasce come nella nostra Timeline.

Perchè no?

.

L'Impero seleucide (grazie a Perchè no?)

L'Impero seleucide (grazie a Perchè no?)

.

Quest’idea mi é talmente piaciuta che ho deciso di trarne un’ucronia più sviluppata. Ed ecco il risultato:

.

La decisione di Filippo V di Macedonia cambia la faccia del mondo (e non lo sa)

Siamo nel 216 a.C., in Italia si svolge la seconda guerra punica; Annibale e suoi Cartaginesi hanno appena vinto l’esercito romano a Canne. La battaglia è un disastro per Roma, 50.000 tra Romani e alleati sono morti, (e tra i primi ci sono 80 senatori) e 20.000 sono stati fatti prigionieri. Roma si trova ormai senza difese, comincia ad essere abbandonata da alcuni dei suoi alleati italiani. Presi dal panico, i Romani urlano in preda alla disperazione: «Hannibal ad portas!». La potenza romana sembra destinata alla distruzione rapida.

In Oriente, il re di Macedonia, Filippo V vede l’occasione di estendersi in Illiria contro i Romani. Il re, insediato a Pella, pensa d'inviare un’ambasciata ad Annibale ed allearsi a Cartagine, raccogliendo le spoglie dei Romani. Però,a pensarci bene, la cosa non gli sembra così ovvia: Annibale ha lasciato perdere l’occasione di prendere Roma; la tattica del condottiero romano, Fabio Massimo, è ottima, ha ancora con lui uomini, mezzi ed alleati, in più Roma è decisa a vendicarsi. Inoltre la Macedonia deve preoccuparsi delle città greche, sempre in ribellione, e della minaccia di Antioco III in oriente, non è il momento di interessarsi ai barbari d’Occidente. Finalmente il re decide di non decidere, di aspettare e di vedere. Ordina solo ai suoi mercenari pirati in Adriatico di impadronirsi di qualche porto illirico sotto protezione romana.

La storia del mondo è cambiata.

211: come aveva brillantemente intuito Filippo V, Roma non è ancora a terra. In quest’anno il generale romano Marcello prende e saccheggia Siracusa, in più Annibale fallisce nella sua marcia su Roma e deve ritirarsi nella zona occupata del sud della penisola. Il Macedone seppellisce definitivamente il progetto di alleanza con Annibale.

207: battaglia del Metauro, Annibale e Asdrubale sono vinti, Cartagine perde tutte le speranze di vincere in Italia. Filippo V conclude: «Questo Annibale sa vincere le battaglie, ma non sa vincere una guerra.»

205: Roma approfitta della sua sicurezza ritrovata per riprendere il controllo dei porti dell'Illiria occupati da Filippo V (Apollonia è stata presa nel 216). Un’ambasciata romana arriva a Phoinicè dove tratta con il re. Quest’ultimo dimostra nei fatti la sua amicizia: non ha attaccato Roma allorché ne aveva la possibilità (avrebbe potuto essere uno nuovo Pirro per loro) ed è pronto a negoziare a proposito dell’Illiria. Roma ha ancora altre gatte da pelare, così accetta il trattato di Phoinicè: l’Illiria è divisa tra Roma e la Macedonia, Filippo V è riconosciuto amico ed alleato del popolo romano.

202: battaglia di Zama, Scipione sconfigge finalmente Annibale e le ultime forze puniche. L’anno successivo Cartagine chiede e ottiene la pace, perdendo quasi tutti i suoi territori africani e quelli iberici. Lo stesso anno, Roma e la Macedonia rinnovano la loro alleanza. Scipione riceve il titolo di "Africano". Quest’ultimo domina la vita politica romana, portando ad un rinnovo della pietà e delle tradizioni romane.

200: appena uscita della guerra, Roma vuole mostrare la sua forza in diverse operazioni belliche, permettendo di portare del bottino. Roma è sicura dal lato orientale e decide di proseguire la conquista della penisola iberica, ricca di miniere, e sottomette i diversi popoli.

199: Filippo V vuole estendersi verso il regno di Pergamo e Rodi, però la sua alleanza con Roma lo obbliga a rispettare Rodi che rimane fuori dal conflitto. Campagna degli Stretti. Presa di Bisanzio e sbarco in Asia.

198: il proconsole Flaminio prende il comando delle province iberiche con lo scopo di ampliare il potere di Roma e la sua gloria personale. Il proconsole inizia una politica di rapida integrazione delle città sottomesse, notevole la sua decisione di dichiarare la libertà di città iberiche come Sagunto, Cadice e anche Cartagena (benché città punica).
Battaglia di Ilio, Filippo V annienta le truppe di Eumene II che fugge con i suoi ultimi partigiani alla corte di Antioco III. Questi, preoccupato dalle ambizioni macedoni, dichiara la guerra a Filippo V ed invia il suo esercito in Asia; in cambio, Eumene II si dichiara vassallo. Questa guerra covava da tanto tempo; è l’incontro delle due ambizioni del Antigonide e del Seleucide.

197: battaglia di Magnesia, Filippo V è severamente sconfitto in Asia dalle truppe seleucidi e pergamee con una notevole forza di elefanti da guerra. Il Macedone deve reimbarcarsi per l’Europa, e chiede l’aiuto di Rodi e di Roma. La prima decide di non intervenire e tratta con Antioco III, in cambio di un suo aiuto navale ottiene diversi territori in Caria. 
A Roma si svolge un grande dibattito nel Senato per sapere se si deve intervenire così lontano in Oriente, contro uno regno non nemico.Scipione l’Africano è favorevole alla guerra. Ma in questa occasione si assiste ad uno dei primi interventi di Catone che consiglia di non partecipare ad una guerra tra re greci, che secondo lui non valgono la morte di valorosi Romani. Catone convince la maggior parte del Senato; è la sua prima vittoria nella personale lotta alle influenze greche a Roma. Così, venendo meno ai trattati stipulati, Roma decide di lasciare Filippo V a se stesso.
Lo stesso anno Roma sottomette il popolo insubro nella Gallia cisalpina; è la prima azione romana per riprendere il controllo di questa zona.

195: Antioco III e il suo esercito passano in Europa; seconda campagna degli Stretti. Il regno di Pergamo è integrato all’impero seleucide e Eumene II ne diventa satrapo. In Grecia tutti, eccezion fatta per gli Etoliani, rimangono fedeli al Macedone. Prusia I di Bitinia concede ad Antioco III un accordo di passaggio. Però Cotys II di Tracia rifiuta di lasciare passare Antioco III. La Tracia è invasa e vinta; sarà trasformata in satrapia di Tracia nel 194.

193: battaglia di Fillipopoli. Filippo V è di nuovo vinto da Antioco III e perde una buona parte della Macedonia e dei suoi alleati che passano al Seleucide. Però riesce a scappare verso le montagne del nord della Macedonia. Il re non ha perso la sua ambizione, giura di riconquistare il proprio trono e di vendicarsi di tutti, sopratutto di quei traditori di Romani.
Lo stesso anno Roma invia un esercito in Gallia Cisalpina per vendicarsi delle tribù che si sono alleate ad Annibale durante la guerra. La Gallia cisalpina è occupata come il resto della Liguria e le forze romane penetrano per la prima volta in Gallia transalpina, con l'accordo della loro alleata Massalia. Luciò Cornelio Scipio, fratello dell’Africano guida la guerra fino al 190 e riceverà il titolo di "Ligure".

192: Antioco III entra trionfalmente in Atene, accolto come un liberatore, riceve la cittadinanza e una tribù è rinominata Antiochia in suo onore. La maggior parte delle città greche l’accolgono nel stesso modo. Ma non si fanno illusioni: Antioco è un liberatore come l’aquila è un pesce, e fa immediatamente rioccupare da suoi uomini le fortezze macedoni.

190: dopo due anni di resistenza Filippo V cade durante la battaglia delle Termopoli. Il regno macedone crolla e tutta la Grecia continentale cade nel potere seleucido. I figli di Filippo V, Demetrio e Perseo riescono a scappare e trovano rifugio a Roma, dove saranno accolti dalla famiglia di Scipio l’Africano, unica famiglia interessata alle vicende orientali. Demetrio prende formalmente il titolo di re come Demetrio III. Roma lo sostiene ufficialmente (anche se non è entrata in guerra non apprezza la nascita di una grande potenza imperiale alle sue porte) ma in verità sono gli Scipioni a motivare questa politica. Un’ambasciata seleucida arriva a Roma ma non ottiene la testa dei due principi. Le relazioni con Antioco III si raffreddano, ma non sono rotte.
Lo stesso anno i popoli celtiberi, infuriati dalla brutalità e dall’orgoglio dei Romani presenti sulla costa, entrano in ribellione contro Roma.

189: Roma invia un esercito in Spagna contro i ribelli celtiberi e conquista una grande parte dell’interno della penisola, di notevole importanza l'occupazione della zona attorno a Cordoba, che diventa la provincia di Betica.

188: Antioco III organizza le sue conquiste, crea una satrapia di Macedonia. Organizza tutta le città greche in una nuova lega di Corinto con Antioco III come hegemôn, ad imitazione della lega creata da Filippo II. Ormai la maggior parte dell’Asia è unita sotto il Seleucide; rimangono indipendenti Rodi, la Bitinia, il Ponto, l’Armenia e l’Egitto. Antioco III diventa il più grande conquistatore dai tempi di Alessandro.

187: morte di Antioco III il grande al colmo della sua potenza; è riuscito quasi a riunire le conquiste di Alessandro eccezion fatta per l’Egitto. Seleuco IV Filopatore sale al trono.

186: scandalo dei baccanali. A Roma lo Stato, guidato da persone come Catone il Censore provocano una reazione contro le religioni e la cultura orientale ormai viste nemiche, come la cultura dell’impero greco. Le religioni orientali sono o vietate o strettamente controllate come il culto di Cibele. Il Senato prende misure contro l’identificazione degli dei latini con quelli greci. Viene ripristinato il culto per alcune divinità locali, come Flora, Fauna, Liber o Saturno, vedendo la cosa anche sotto l'aspetto patriottico. Ormai, a Roma solo la potente famiglia degli Scipioni può mostrarsi liberamente interessata alla cultura greca, e questa famiglia ha perso il suo peso politico. L’Africano stesso muore in esilio con delle parole amare.

184: Catone diventa censore e si oppone a Scipione l’Africano; prende delle misure contro tutti i tipi di influenza greca a Roma e contro il peso delle più grandi famiglie aristocratiche.

181: Paolo Emilio è proconsole ed è mandato in Spagna, provincia romana mai totalmente pacificata. Presto riesce a a sottomettere la Lusitania e una buona parte dell’interno del paese, fondando la città di Toledo. Al suo ritorno riceverà il trionfo e il cognomen di "Iberico".

180: Lex Villia Annalis, che limita il peso delle personalità carismatiche nella società; è vietata l’iterazione del consolato ed è instaurato un tempo minimo tra due magistrature.

179: Demetrio III muore misteriosamente avvelenato a Roma, si dice da parte di spie seleucide, ma altri accusano Perseo che pretende ormai al trono macedone e riceve lo stesso l’appoggio romano (però senza progetti ben definiti).

178: ambasciata di Antioco, fratello di Seleuco IV, a Roma per trattare della sorte di Perseo e di qualche accordo sulle frontiere. Antioco fallisce nell'ottenere Perseo, viene però firmato un trattato dove Roma afferma la sua alleanza con Rodi e ottiene un accordo navale, la flotta romana è ben più sviluppata di quella seleucida.

175: morte di Seleuco IV, assassinato da ministro Eliodoro per conto del fratello Antioco IV, che sale sul trono con l’ambizione di conquistare la stessa gloria del padre e si fa chiamare il Gran Seleucide.

171: Mitridate I, re dei Parti è sconfitto da Antioco IV, il tentativo di conquista della Persia fallisce: il seleucida mantiene il suo potere nelle satrapie dell’Est con una severa epurazione nelle elite persiane. Con questo spera di chiudere con le ambizioni di autonomia dei Persiani, ma sarà solo per un momento; infatti poco dopo la Persia inizia progressivamente a sfuggire al potere seleucide, mentre la Mesopotamia rimane fermamente seleucida. Babilonia diventa città regia ed è colonizzata da mercenari greci, formandosi un’organizzazione cittadina.

168: Perseo riunisce un esercito di mercenari e di Macedoni esiliati e con l’oro romano (fornito soprattutto dai Cornelii Scipioni) prova a sbarcare in Oriente. Ottiene l’alleanza degli Epiroti e di qualche città greca ma è presto vinto dalle forze del satrapo d’Europa alla battaglia di Pidna. Perseo riesce a scappare e torna in esilio a Roma, la Grecia conosce una grande epurazione nelle città che fa migliaia di morti. Roma ritira il proprio sostegno a Perseo per permettergli di riconquistare il suo trono ma non lo caccia per rispetto alla famiglia di Scipione; Antioco IV smette tronca le relazioni diplomatiche con Roma ma non dichiara la guerra, ha altre gatte da pelare con diverse ribellioni in Galatia e in Mesopotamia. L’Epiro, alleato di Perseo riesce però a mantenere la sua indipendenza come stato-cuscinetto tra Roma e l’impero.
Lo stesso anno Antioco IV penetra in Egitto e annienta le forze del sovrano lagide. L’Egitto finanziava le diverse ribellioni contro il Seleucide e l’odio tra le due casate era tradizionale. Dopo poche settimane e senza grande resistenza da parte degli Egiziani, il Seleucide riesce a prendere Alessandria e giustizia l’ultimo sovrano d’Egitto, Tolomeo VI con l’intera famiglia. Alessandria stessa è saccheggiata: il Faro, luogo di un’ultima resistenza è danneggiato. L’ambasciatore romano in Egitto, Gaio Popilio Laena, protesta ma senza risultati.
La salma di Alessandro è portata con gran cerimonia ad Antiochia accanto a quella di Antioco III. La satrapia di Egitto è instaurata, Antioco IV si da il titolo di Neos Alexandros (di fatto l’impero del Macedone è ricostituito eccezion fatta per la Battriana). 
Però, nel sud dell’Egitto una ribellione indigena fa nascere un nuovo regno egiziano attorno a Tebe; i Tebani fondano la XXXI dinastia, il tempio di Ammone è restaurato come numerosi altri templi. Antioco IV lascia fare, non ha nessun interresse in Alto Egitto e gli indigeni non hanno mezzi per riconquistare il Delta.
Lo stesso anno Antioco IV lancia una vasta campagna di ellenizzazione forzata della Giudea, il tempio di Gerusalemme è saccheggiato è diventa un tempio a Zeus. La circoncisione ed altri riti ebrei sono vietati. Antioco IV vuole unificare forzatamente il suo impero con la cultura greca. Simile azioni hanno luogo in Persia, in Egitto e in Mesopotamia. Le misure, le unità di peso e di moneta vengono unificate.

167: Antioco IV da a Delo i diritti di porto franco; inizio della decadenza economica di Rodi, colpevole di preferire l’alleanza romana. Si dice che Antioco IV ha ambizioni per conquistare Cartagine, prima di volgersi contro Roma. Così fa costruire in Fenicia una potente flotta.

166: Ribellione ebrea in Giudea sotto la guida di Giuda Maccabeo.
Lo stesso anno, Perseo, sfortunato pretendente al trono di Macedonia muore a Roma, lascia la sua eredità ad un figlio illegitimo, Andrisco, che riesce con difficoltà a farsi riconoscere dai Romani.

164: Giuda Maccabeo, dopo una guerriglia di due anni, riesce a riprendere Gerusalemme e a scacciare un esercito seleucido da quel territorio. Antioco IV decide di reagire e riunisce un esercito. La ribellione ebrea mette fine ai progetti seleucidi contro l’Occidente però la tensione rimane.

163: sul cammino della Giudea, Antioco IV, chiamato da se stesso Neos Alexandros, ma dagli altri Epimanè (il pazzo), muore improvvisamente. Suo figlio, il bambino Antioco V Epifane sale sul trono e diventa basileos e Gran Seleucide. La spedizione contro i Maccabei viene rinviata.

162: Demetrio, figlio di Seleuco IV, fa assassinare suo cugino e sale sul trono come basileos e Gran Seleucide, facendosi chiamare Demetrio I Sotere.

161-160: Demetrio I riprende la via della Giudea e riconquista il paese, uccidendo Giuda Maccabeo. La Giudea torna sotto la tirannia greca, però la guerriglia sopravvive nelle montagne sotto la guida del fratello di quest’ultimo, Gionata.
Lo stesso anno muore a Roma il famoso generale Paolo Emilio Iberico. Dalle sue grande campagne iberiche Roma non ha più lanciato grandi spedizioni. Ogni anno, però, i proconsoli guidano loro eserciti in Hispania, in Gallia Cisalpina e in Illiria, per domare le tribù barbariche e raccogliere bottino. Però sono soprattutto delle operazioni di polizia e di allenamento per l’esercito cittadino. I cittadini ne sono consapevoli e vanno con il cuore leggero in queste vere guerre, tornando più tardi alle loro occupazioni civili.

158: la situazione non migliora in Giudea dove Gionata Maccabeo riesce a vincere un esercito seleucido e a riprendere il controllo del paese.

157: intervento del generale seleucide Bacchidès che riporta la maggior parte della Giudea a ubbidienza, però Gionata continua a guidare la guerriglia e mantiene un forte stato di insicurezza.

155: intervento di Demetrio I in Babilonia scossa dalla ribellione di Timarcho ed Eraclide; dopo la vittoria si dà il titolo di Sotere.

154: Inizio della ribellione in Spagna dei popoli celtiberi di Lusitania; presto un grande capo carismatico, Viriato, emerge e sfida Roma.

150: Demetrio I evita per poco un tentativo di colpo di Stato da parte dell’usurpatore Alessandro Balas, sostenuto dal satrapo di Egitto e segretamente da Roma. Dopo una breve guerra civile Demetrio I riprendere il controllo di tutto il potere. La satrapia d’Egitto è severamente punita e saccheggiata.
Lo stesso anno, Massinissa, re di Numida inizia una guerra contro Cartagine, Roma teme di vedere la nascita di un grande regno africano. A Cartagine, un partito antiromano invia un’ambasciata a Demetrio I e propone di diventare sudditi del re greco. Demetrio I vede l’occasione di farla pagare ai Romani per l’affare di Alessandro Balas.

149: a Roma il Senato, vedendo che la ricca Africa rischia di essere sottomessa sia dalla Numidia, sia, ancora peggio, dai Greci, decide di annettere l’Africa e distruggere Cartagine che ha mostrato di essere ancora un rischio. Scipione Emiliano è mandato in Africa e sottopone Cartagine ad un orrendo assedio.

147: morte di Demetrio I; suo figlio Demetrio II sale sul trono. Alla notizia di questa morte le città greche della lega di Acaia si ribellano. La Lega si ribella perché il Gran Seleucide sosteneva la sua nemica, Sparta, che impediva un’egemonia della Lega nel Peloponneso. La Lega è guidata dallo stratega Polibio, ammiratore di Roma ed erede dalla politica di Arato e di Filippo. Lo stratega invia un’ambasciata a Roma, ospitata dagli Scipioni ma non riesce a convincere il Senato ad impegnarsi in suo favore. A Roma domina sempre un’opinione ostile alle vicende greche, ed isolazionista.
Lo stesso anno Roma subisce una grave umiliazione in Spagna: le legioni di Quinto Fabio Massimo Serviliano sono intrappolate dalle forze del capo iberico Viriato. Quest’ultimo permette ai Romani di ritirarsi salvi ma umiliati. In conseguenza riceve per questa generosità il titolo di amico ed alleato del popolo romano. Però nei fatti la guerra continua, Viriato si è ritagliato un grande regno personale in Spagna e gli eserciti romani sono vinti uno dopo l’altro.

146: Caduta di Cartagine: la città è interamente distrutta, il suo popolo ridotto in schiavitù, la sua terra sterilizzata con il sale e maledetta. L’Africa diventa una provincia romana. La Numidia è ormai considerata come nemica di Roma. La morte di Demetrio I ha impedito di prendere una decisione rapida e i Greci sono rimasti fuori le vicende africane malgrado le speranze di Cartagine, poche settimane prima della caduta, la città punica si era data ufficialmente al re seleucido, senza effetti.
Lo stesso anno Demetrio II prende Corinto e la saccheggia, l’intera Grecia è occupata, eccezion fatta per Sparta alleata. Nascita della satrapia di Grecia. Tantissimi oligarchi greci prendono la via dell’esilio verso Roma o sono giustiziati. Lo stratega Polibio riesce ad arrivare salvo a Roma, da questo momento si lega con Scipione Emiliano, chiedendo durante il resto della sua vita a Roma di intervenire per la libertà dei Greci. Scrive molti discorsi ai Greci per spiegare quanto Roma può aiutarli, iniziando una vera propaganda filoromana e ostile alla tirannia seleucide che sarà ripresa durante i 50 anni seguenti.
Lo stesso anno muore Andrisco, figlio di Perseo e pretendente al trono di Macedonia (non ha mai perso la speranza), muore senza figli e lascia l’insieme della sua eredità alla famiglia romana che ha accolto i suoi. Così, paradossalmente, Scipio Emiliano diventa il nuovo candidato al trono di Macedonia e il capo di una potente corrente di resistenza in Grecia e in Macedonia.
Più a nord il proconsole Mummius crea le province di Gallia cisalpina e di Liguria, però si rende colpevole di numerosi massacri che fanno odiare Roma dai popoli locali.

145: Demetrio II annienta una nuova ribellione da parte di “Antioco VI“ Balas e del suo generale Trifone. Ma il Gran Seleucide riesce a mantenere la sua potenza su tutto l’impero. Fa occupare anche la Cirenaica fino al territorio di Leptis Magna, dove le sue frontiere toccano quelle della repubblica romana.

144: Ambasciata numida in Antiochia, Demetrio II negozia un’alleanza in funzione antiromana con re Micipsa di Numidia.

143: Demetrio II, sicuro del suo trono, lancia una nuova spedizione contro la Giudea tornata di fatto all’indipendenza con Gionata Maccabeo durante la ribellione greca. La Giudea è conquistata, Gerusalemme presa. La ribellione è severamente sconfitta. Gionata stesso è ucciso durante i combattimenti. La repressione è terribile e Demetrio II ordina di esiliare le principale elite ebree all’esilio in diverse satrapie dell’impero (il cosìdetto «secondo esilio in Babilonia»). Questa politica risponde al suo desiderio di mostrare la propria autorità, però è ben consapevole delle ragioni della ribellione ebrea, e in spirito di pacificazione rinuncia all’ellenizzazione del paese, autorizzando la purificazione del tempio.
Però la ribellione non è totalmente spenta e il suo nuovo capo, Simone Maccabeo parte per Roma onde trovare sostegni finanziari e militari.

141: durante una spedizione conto i Parti, Demetrio II è fatto prigioniero; la sconfitta e l’umiliazione fanno tremare sulle sue basi l’impero greco. Il re è tenuto prigioniero, ma durante gli anni la forza dello Stato si mantiene in Antiochia, dove suo fratello regna in suo nome come Antioco VII. Il reggente riesce a mantenere l’autorità seleucide e a fare dimenticare il vinto.

140: il regno di Numidia dopo la morte di Massinissa è stato diviso tra i tre figli del re, Micipsa, Gulussa e Mastanabal. Presto lotte di potere avvengono e Mastanabal deve esiliarsi a Roma. Questa vede l’occasione di sottomettere la Numidia e sostiene Mastanabal con l’oro e le truppe. Il figlio di Mastanabal, Jugurtha è educato come un romano.

139: morte di Viriato, la sua ribellione si frammenta in diversi movimenti più deboli. Dopo l’umiliazione delle legioni romane Roma è riuscita a riprendere il controllo della situazione. Però per non prendere rischi decide di fare assassinare il carismatico capo iberico dai suoi. Così muore una delle più grande figure delle resistenze contro Roma.

137: Scipione Emiliano è mandato in appoggio di Mastanabal in Numidia. Sbarca in Africa approfittando della debolezza greca in Oriente. Battaglia di Tapso, Mastanabal diventa l’unico re dei Numidi e cliente fedele di Roma. Inizio della romanizzazione della Numidia. Il giovane Jugurtha, ormai erede di diritto si è messo in mostra durante la guerra. In ricompensa il Senato concede al giovane africano la cittadinanza romana, in onore del generale Scipione Emiliano prende il nome di Publio Cornelio Giugurta.

135: tentativo fallito di sbarco da parte di Simone Maccabeo in Giudea, finanziato dall’oro romano. Muore durante il tentativo; suo figlio Giovanni Ircano riprende la via di Roma e la testa della ribellione.

133: Scipione Emiliano prende Numanzia, sancendo la fine dell’ultima ribellione dei Celtiberi, la Spagna è pacificata; solo la parte nordovest della penisola sfugge ormai alla potenza romana. Durante l’assedio un giovane ufficiale, Caio Mario, si copre di gloria. 
Lo stesso anno Tiberio Gracco, tribuno della plebe fa passare la sua grande riforma agraria, sostenuto da Scipio Emiliano. Questa riforma consolida la classe media dei coltivatori romani, base dell’esercito civico. Per Gracco l’idea è di rinforzare le basi della potenza militare romana contro i tentativi degli aristocratici di creare grandi latifondi, però quest’ultimi mancano di schiavi e non possono fare sparire la piccola proprietà. (la riforma è un problema meno intenso in questa timeline, non ci sono le guerre orientali, lunghe e lontane, la società romana può dunque riformarsi con meno problemi). Questa riforma permette anche di consolidare la politica della repubblica, il tribuno della plebe prende maggior peso nelle decisioni politiche prese tra i Comizi e il Senato, nel senso sognato e teorizzato da Polibio dell’equilibrio tra i poteri romani.

132: assassino di Tiberio Gracco tornato semplice cittadino; è il risultato dell’opposizione di nobili e conservatori, ma la sua riforma è mantenuta dai suoi alleati. I Comizi votano la condanna dei patrizi colpevoli dell’assassinio. Gracco è seppellito con tutti gli onori, le sue riforme hanno dato più giustizia e un migliore esercito. Però la sua morte provoca disordini e inizia un periodo di vita politica piena di tensioni.

131: la città greca di Marsiglia, alleata di sempre di Roma chiama quest’ultima al soccorso davanti alla minaccia dei popoli Celti e Liguri di Provenza. Roma invia il proconsole Flacco che in poche battaglie conquista la zona. In pochi anni Roma conquista tutta la costa fino alla Spagna e crea la provincia di Narbonese centrata sulla città di Narbo Martius. Fondazione anche di Aquae Sextiae. Da questa base si diffonde la cultura romana nelle Gallie, che iniziano a romanizzarsi.

130: Antioco VII, dopo anni di silenzio e di ricostruzione dell’esercito, lancia una nuova spedizione in Mesopotamia e Persia contro i Parti di re Fraate II;, riesce a riconquistare la Mesopotamia ma ha difficoltà in Persia e inizia le trattative. (per di più Fraate II è in pericolo ad Est contro gli Yue-Tche che hanno invaso l’Asia centrale).

129: Per mettere suo nemico in difficoltà Fraate II libera Demetrio II ma allo stesso momento Antioco VII muore combattendo. Demetrio II risale sul trono e firma la pace, l’impero perde la Persia ma conserva la Mesopotamia.
Lo stesso anno muore il grande generale Scipio Emiliano, la dinastia degli Scipioni prosegue, fanno sempre valere i loro diritti alla corona di Macedonia anche se rifiutano di farsi chiamare «re» in Roma stessa per rispetto per le istituzioni repubblicane.

125: Demetrio II muore assassinato dall’usurpatore Alessandro Zabinas però quest’ultimo non riesce ad imporsi e il potere torna alla dinastia seleucide con il giovane Gran Seleucida Seleuco V, sostenuto dalla moglie di Demetrio II, Cleopatra Tea.
In Gallia il peso romano diventa più forte ogni anno di più. Le tribù stanziate vicino alla provincia romana diventano presto ostili. Quest’anno una coalizione tra Voconci, Allobrogi e Arverni diretta dal re degli Arverni Betultich invade i possessi romani. Il proconsole Fabio Massimo è inviato con delle truppe, respinge presto i Voconci oltre il Rodano, ma la guerra prosegue.

124: morte improvvisa di Seleuco V, si dice assassinato, ma senza certezza, da Cleopatra Tea, che dirige la vera politica imperiale e preferisce mettere sul trono il suo secondo figlio, Antioco VIII.

123: Caio Gracco si fa eleggere tribuno della plebe giocando sulla fama del defunto fratello, accusato di demagogia lancia una politica aggressiva contro il Senato. Vuole rompere l’equilibrio instaurato dal fratello per instaurare una vera democrazia.

122: Caio Gracco evolve verso delle rivendicazioni estremiste e rivoluzionarie che provocano disordini in Roma stessa. Vuole la ridistribuzione totale delle terre dell’agro pubblico e la fine dei privilegi dei patrizi.

121: Caio Gracco viene assassinato insieme ai suoi principali partigiani. Con lui si spegne buona parte dell’agitazione politica perché il problema sociale è stato quasi tutto sistemato dalle riforme. La maggioranza dei Romani ha una piccola terra di proprietà. Il Senato ne approfitta per ridimensionare il potere del tribunato (che era diventato da qualche anno la somma magistratura) e dei Comizi nel senso del sistema di controllo e bilanciamento come ideato da Polibio.
In questa occasione si è visto anche il disprezzo dei Romani per la guerra civile: l’esercito si è accontentato di mantenere l’ordine e i disordini sono rimasti locali e limitati a gruppi di sostenitori politici.
Nello stesso anno, Antioco VIII prende veramente il potere in Oriente assassinando sua madre.
In Gallia il re degli Arverni Betultich è vinto dal proconsole Domizio Enobarbo preso Arausio. Le tribù libere galliche devono fare la pace con Roma. Ciò rimarca la fine dell’egemonia arverna in Gallia e l’inizio di quella romana con conseguente via libera ai mercanti romani e una romanizzazione crescente. La monarchia arverna è abolita, al suo posto i Romani fondano un’aristocrazia tribale diretta da unvergobret (capo militare). La provincia di Gallia transalpina si amplia verso l’interno del territorio.

120: Mitridate VI Eupatore diventa re del Ponto. Inizia una politica espansionistica e imperialista. Si da l’immagine di un’eroe greco, un liberatore contro la tirannia seleucide e sviluppa un forte partito politico nelle satrapie di Asia e di Acaia.

118: Morte di re Mastanabal di Numidia, Roma, favorisce la salita al trono del suo candidato, Giugurta, giovane e forte, che è anche cittadino romano e un alleato fedele. Con l’appoggio di Roma riesce a riunire tutta la Numidia nelle sue mani.

108: Giovanni Ircano organizza una nuova ribellione in Giudea contro l’occupante greco, saranno i vespri di Samaria dove i Greci saranno massacrati.

107: in Gallia il console Longino è massacrato dagli Elveti, Tolosa si ribelle, l’esercito è rimandato a riportare l’ordine. Le guerre galliche sono l’occasione per Roma di mantenere sempre in piedi un esercito capace occupato a fare delle guerre non troppo lontane e non troppo lunghe.

106: Caio Mario è eletto console, è uno dei rari homo novi della repubblica. Alla fine del suo consolato è spedito in Africa dove diventa l’amico del re Giugurta. Nel stesso tempo prende sotto sua protezione il proprio luogotenente Luciò Cornelio Silla. Nel 105 il popolo vuole rieleggerlo contro tutte le tradizioni e il proconsole rifiuta e rispetta la legge. Durante il suo consolato ne approfitta per lanciare la sua famosa riforma militare, l’esercito diventa più efficace ma anche più fedele al suo capo.

105: Mario è proconsole in Gallia, deve respingere l’invasione dei popoli germanici, perciò ottiene uno comando eccezionale per 10 anni. Questa guerra si divide in diverse piccole ribellioni galliche, le tribù vedono l’occasione di riprendere la loro autonomia. I vergobret degli Arverni e degli Eduani sono particolarmente ostili.

104: Giovanni Ircano, capo del popolo ebreo in esilio, è assassinato a Roma stessa da uomini pagati dal Seleucide. Ciò provoca un grande scandalo nel Senato che chiede scuse senza ricerverle. La tensione internazionale tra le due potenze egemoniche cresce di nuovo dopo anni dove i disordini interni avevano permesso un riscaldamento delle relazioni.

102: Mario vince i popoli germanici in due battaglie allorché le truppe barbariche stavano per passare in Italia. Ma la lotta non è spenta ci sono sempre gruppi ostili che girano e le tribù celtiche iniziano a muoversi. A Gergovia, capitale degli Arverni il vergobret Celtill inizia la sua carriera politica.

98: Celtill prende il potere a Gergovia e sconfigge l’aristocrazia filoromana. Si fa eleggere re degli Arverni e dichiara la guerra a Roma. La sua azione provoca la ribellione generalizzata delle tribù galliche contro il potere del proconsole Mario. Gli Arverni si alleano con i potenti Eduani di re Dumnorix. I Romani sono costretti a ritirarsi nella loro provincia.

97: Celtill riunisce le tribù galliche e si fa eleggere re dei Galli a Bibracte, la ribellione è ormai generalizzata.
96: morte di Antioco VIII, suo figlio Seleuco VI diventa basileos e Gran Seleucide dopo avere fatto assassinare il suo rivale Antioco IX.

95: Mario prende e brucia la città di Avaricum, la più ricca delle città delle Gallie, così provoca l’odio della maggior parte dei Galli. Roma è costretta a inviare numerose truppe per una guerra lunga e difficile. Al Senato e nei Comizi, molti chiedono di finirn con questa guerra e fare la pace.

93: Mario è sconfitto davanti a Gergovia dalle truppe di Celtill. Però quest’ultimo non sa approfittarne e poco dopo deve ritirarsi, iniziando una politica di terra bruciata per affamare l’invasore.

92: Mario riesce a intrappolare Celtill ad Alesia, Dopo un difficile assedio il re degli Galli si arrende con tutti i capi ribelli. è la fine della Gallia indipendente. Mario riceve mandato di organizzare le nuove province. La seconda guerra gallica ha provocato almeno un millione di morti in Gallia. Però il figlio del vinto, il giovanissimo Vercingetorige scappa da Alesia si ritira con degli alleati in Britannia.

91: La proposta del tribuno Livio Druso di dare la cittadinanza a tutti gli alleati italiana è respinta dal Senato, ciò provoca una ribellione generalizzata dell’Italia contro Roma. Inizio della guerra sociale. Mario è richiamato in Italia. Seleuco VI dà il suo appoggio finanziario ai popoli italiani ribelli.

90: il Senato pronuncia l’espulsione di tutti i Seleucidi presenti a Roma, colpevoli di essere collaboratori dei ribelli.

89: lex Plautia Papiria, Roma concede la cittadinanza agli Italiani sperando pacificare la penisola, però la guerra continua.

88: Morte di Seleuco VI, suo fratello Demetrio III prende il potere, allorché sta per partire in guerra contro i Parti, Mitridato del Ponto invade la satrapia seleucide di Asia, accolto come liberatore. In poche settimane conquista la provincia quasi senza combattere. I servitori del re seleucida sono massacrati, in Europa le città greche si ribellano e Atene si da al re del Ponto. La guarnigione seleucide di Delo è massacrata. A Roma il partito filogreco festeggia la cosa, gli Achei in esilio tornano in Grecia e organizzano una nuova lega. Roma riconosce subito l’azione del re del Ponto e da il proprio appoggio alla nuova lega d’Acaia.

87: Demetrio III inizia la riconquista delle satrapie occidentali, la sua flotta penetra nell’Egeo, assedia Atene e penetra in Asia, Mitridato VI deve ritirarsi nelle sue terre; nelle città rioccupate la repressione è feroce e la popolazione viene massacrata.
Demetrio III invia sulle coste italiane ancora in ribellione una flotta di aiuto, dando mezzi e denaro ai nemici di Roma. In Africa paga delle tribù libiche per attacare la provincia romana di Africa.

86: presa di Atene, la città è selvaggiamente saccheggiata e in gran parte spopolata. La distruzione di Atene provoca un grande scandalo a Roma dove il popolo chiama sempre più alla guerra. Davanti alla reazione seleucida le truppe della neonata lega greca crollano; Corinto è rioccupata, nel Peloponneso Sparta, sempre indipendente e filoseleucida attacca dal sud. Mitridato VI e lo stratego della lega chiamano Roma al soccorso.
Il famoso Mario muore nel suo letto a Roma, vecchio e malato, non ha potuto neanche celebrare il suo trionfo contro i Galli (Celtill sarà discretamente strangolato in prigione).

85: il Senato di Roma con accordo dei Comizi dichiara la guerra al basileos seleucide e promette il suo aiuto ai popoli in lotta per la loro libertà.
In conseguenza la flotta seleucida nel mare Jonio sbarca truppe comandate dal generale Archelao per allearsi con le ultime forze italiane ribelli. Però questa azione provoca l’unione sacra contro il vile orientale, i Sanniti fanno presto la pace con i Romani e alla fine dell’anno le truppe seleucide devono reimbarcarsi senza gloria e senza avere sostenuto combattimenti. Questi eventi evidenziano la fine della guerra sociale che si spegneva progressivamente dall’anno 89. Il Senato incarica Luciò Cornelio Silla della missione di cacciare Archelao dalla penisola e della futura spedizione in Oriente. In Asia Mitridato VI deve imbarcare verso la Chersonese, cacciato dall truppe seleucide, ma rifiuta di fare la pace, aspettando l’intervento romano.
Nelle Gallie Cinna riprende la direzione di queste province per lottare contro le ultime tribù indipendenti. Il popolo veneto è vinto e Cinna guida la prima spedizione in Bretagna, però senza conseguenze.

84: le truppe romane di Silla sbarcano in Etolia, sono ben accolte da questo paese che firma un trattato d’amicizia. Silla porta con sè il capo della famiglia degli Scipioni che rivendica ufficialmente per se stesso l’eredità degli Antigonidi, porta anche un forte reparto di Macedoni e di Greci delle comunità in esilio. A Pella la ribellione scoppia contro il satrapo locale. I Romani avanzano rapidamente verso la Grecia per aiutare gli Achei; sconfiggono Sparta alla battaglia di Sellasia e Atene è di nuovo assediata.

83: Battaglia di Cinocefale, le coorte romane annientano le falangi seleucide dell’esercito di Archelao arrivato in Europa. Silla ottiene uno comando eccezionale per la guerra.

82: Battaglia di Pidna, le truppe ellenistiche di Europa sono definitivamente sconfitte, Archelao stesso è ucciso. La Macedonia è liberata e accoglie bene i Romani. Immediatamente in conseguenza il regno di Tracia si allea ai Romani e delle trattative sono aperte con la Bitinia (missione diplomatica del giovane Cesare).
Le truppe seleucide evacuano Atene reimbarcandosi al Pireo. Qualche settimane dopo Silla proclama a Corinto la libertà dei Greci che si organizzano nella Seconda Lega di Corinto, uno Stato federale dalle istituzioni ispirate da Roma. Nel stesso anno la flotta romana penetra in Egeo e caccia progressivamente le guarnigioni di Demetrio III dalle isole; però resistono ancora nel Dodecaneso. Creta si organizza in Lega indipendente e filoromana.
Nel Ponto Mitridate VI è vinto a Sinope e ucciso nel suo tentativo di riconquistare il suo regno; non lascia eredi. Il re pontico diventa subito un grande eroe della guerra, una figura di resistenza eroica nel stile degli antichi Greci. La sua statua dorata è elevata davanti al tempio di Giove a Roma.
A Roma, la previsione di una guerra lunga e difficile fa temere al Senato dei problemi sociale con il popolo costretto a andare lottare in Oriente e il ricordo dei disordini sociali è ancora vivo. Dunque il Senato organizza in accordo con i Comizi un triumvirato speciale composto da un console costretto a rimanere nella città (l’altro comanda l’esercito), dal princeps del Senato e dal primo tribuno, carica onorifica creata apposta per rappresentare tutto il collegio dei tribuni. Il triumvirato, da organo non ufficiale diventa presto il vero governo esecutivo della repubblica.

81: riunione di Pella, la nobiltà macedone con i rappresentanti delle città dell’antico regno si riuniscono per decidere del futuro del paese. Sono ostili a un governo diretto dai Romani; questi hanno il vero potere però sono in piena guerra e non hanno ne i mezzi ne la volontà (un buon Romano diffida dal governare un paese di Greci) per controllare questo vasto paese. Finalmente la soluzione ideale è trovata. Cornelio Scipio è riconosciuto re di Macedonia e erede di Filippo V. questa soluzione è il compromesso tra il potere romano, il desiderio d’indipendenza della Macedonia e la situazione pratica. Questo espediente improvvisato servirà di esempio più tardi. Il regno di Macedonia come la Lega di Corinto sono soci di Roma, pagano tributo, forniscono ausiliari ma conservano le loro legge e un governo proprio.

80: La Bitinia si allea a Roma, ciò permette a Silla di sbarcare in sicurezza in Asia minore. Lì, divide le sue truppe tra un esercito destinato a invadere la satrapia di Asia, comandato dal giovane luogotenente Gnaeo Pompeo, e un secondo esercito comandato da Silla stesso per riconquistare il Ponto occupato dai Seleucidi. Silla raggruppa le ultime forze pontiche allo sbando allorché Pompeo avanza verso sud, dove l’aspettano le truppe di Demetrio III.

79: Pompeo è bloccato in Asia dai Seleucidi, le città greche rifiutano di entrare nella guerra per paura della repressione com’è avvenuto dieci anni prima.

78: Silla entra come liberatore a Sinope, la capitale pontica, le truppe nemiche si sono ritirate. La dinastia regia è spenta e Silla deve assumere il potere con accordo del Senato. È bloccato per lungo tempo nel Ponto, onde riportare l’ordine nel paese.

77: un congresso della nobiltà e delle città pontiche offre la corona a Silla. A Roma Comizi e Senato discutono di questa possibilità. Il Senato vede di buon occhio tutti questi generali ambiziosi allontanarsi dall’urbs e nei Comizi il popolo è contento che Silla, conosciuto come una persona energica e conservatrice, stia lontana dal potere a Roma. Di più questa sovranità di un cittadino romano fa entrare il Ponto in un vassallaggio che costa poco e può fare guadagnare tanto. Silla accetta la corona e il Senato incarica Lepido di proseguire la guerra.
Però allo stesso momento in Spagna la ribellione scoppia diretta da un’ufficiale di Mario deluso nelle sue ambizioni, Sertorio. Pagato dal Gran Seleucide provoca una vera secessione delle città iberiche.
Ciò permette a Demetrio III di negoziare una pace di compromesso. Riconosce l’indipendenza della Lega Achea, e della Macedonia, fa la pace con il Ponto ma i Romani devono evacuare l’Asia e le isole egee. Roma, occupata alle sue spalle accetta ma le cenere sono ancora calde e a Roma il popolo è ancora favorevole alla guerra (che ha arricchito parecchio il cittadino medio, se non l’ha ucciso).

76: ad Antiochia Demetrio III è rovesciato dai suoi fratelli, i due gemelli Antioco XI e Filippo I che si dividono il trono. Si presentano come due nuovi Dioscuri e preparano una nuova guerra per riconquistare la Grecia. Nei mesi seguenti sconfiggono l’usurpatore Antioco X in Commagene.
Ambedue i re, Scipione di Macedonia e Silla del Ponto firmano, dei trattati economici con Roma. I Romani e gli Italiani hanno il diritto di insediarsi liberamente nel loro regno, ricevono i diritti d’isopolitia e d’epigamia. Per di più i due sovrani accolgono molti avventurieri romani nei loro eserciti per addestrare e comandare le truppe o per riscuotere le tasse.

75: Morte di Silla, suo figlio Fausto Silla è riconosciuto come re del Ponto dagli abitanti e da Roma. In pochi anni l’energico generale era riuscito a diventare un sovrano popolare, educato nella cultura greca si era ellenizzato perfettamente. Il nuovo re è una figura nuova e destinata a fiorire del duro e prammatico re romano di cultura greca. Introduzione dei culti di Giove, Minerva e Marte in Oriente, identificati a degli dei greci.
In Ispania la pace permette di occuparsi sul serio della ribellione di Sertorio. Il ribelle è vinto e il suo esercito annientato. Però Roma deve concedere a numerose città tra le più romanizzate la cittadinanza romana come avvenuto nella guerra sociale venti anni prima.

74: Antioco XI e Filippo I dichiarano improvvisamente la guerra ai Romani e ai suoi vassalli, subito un esercito invade la Bitinia dove il re Nicodemo III è appena morto. Vogliono occupare un paese nemico che può servire di base ai Romani; il Ponto è di nuovo isolato. Nel sud ,delle tribù libiche pagate dai gemelli attacano la provincia di Africa e avanzano fino ad Adrumento.

73: mentre l’esercito romano è mandato in Oriente, in Italia scoppia la grande ribellione di schiavi di Spartaco. L’assenza della maggior parte dell’esercito permette a Spartaco e ai suoi di metter la penisola a ferro e fuoco; due legioni sono massacrate dai ribelli.
In Oriente il re di Tracia tradisce e permette alle truppe di Antioco XI di passare in Europa dove affrontano il nuovo esercito romano-macedone del re Scipione, senza grandi risultati. Nel Ponto, Fausto Silla resiste all’invasione di Filippo I. Sulle coste del Peloponneso la Lega achea vede la flotta seleucida fare razzie sulle città; Argo è distrutta. In Africa il vecchissimo re Giugurta entra in guerra per aiutare Roma a respingere il nemico dalla provincia di Africa.

72: Spartaco, ritiratosi nel sud dell’Italia, chiama in suo soccorso l’impero seleucide e gli promette il dominio dell’Italia. Però i due gemelli sovrani non hanno la flotta sufficiente per approfittarne e per di più non si fidano dello schiavo. Così lasciano passare l’occasione di portare la guerra in Occidente.
In Africa le truppe romane e numide di re Giugurta annientano le tribù libiche alla battaglia di Tapso, mettendo al sicuro la provincia di Africa. Roma e il suo alleato decidono di marciare sulla Cirenaica seleucide.
Filippo I abbandona il fronte pontico al suo alleato il re di Armenia e prepara una spedizione contro i Parti che tornano ad essere pericolosi.

71: in Italia il ricchissimo Crasso annienta la ribellione degli schiavi e ordina una repressione durissima, mettendo sulla croce tutti i colpevoli di ribellione. L’ordine è riportato in Italia.
Lo stesso anno Pompeo annienta la flotta seleucida preso Faselide; controlla ormai il mare Egeo e fa occupare le isole che entrano a fare parte della Lega di Corinto. Antioco XI, rimasto bloccato in Tracia è costretto a ordinare la ritirata in Asia per non essere intrappolato in Europa.

70: consolato di Pompeo e Crasso. Sarà Crasso a governare a Roma nel triumvirato repubblicano allorché Pompeo guida gli affari della guerra. Il generale Lucullo è spedito in Oriente dove con l’aiuto di ausiliari romano-pontici invade il regno di Armenia, alleato dei Seleucidi.
In Persia il basileos Filippo I è ucciso dai Parti, questi ultimi iniziano a penetrare in Mesopotamia. Antioco XI si ritrova solo e troppo occupato a respingere i Romani.

69: Alla fine del suo consolato Pompeo riceve il comando dell’esercito in Oriente e sbarca in Asia.

68: con la battaglia del Meandro Pompeo, sconfigge Antioco XI stesso che deve ritirarsi oltre il Tauro, la satrapia di Asia è abbandonata dai Seleucidi, le sue città si proclamano libere.

67: il generale Lucullo prende Tigranocerta, la capitale dell’Armenia e spedisce le sue richezze a Roma, si dice che così ha pagato il Senato per farsi dare la corona dell’Armenia, ma possiede già il paese con le sue truppe insediate in colonie militari.
Lo stesso anno il Senato decide anche di dare la corona del regno di Asia a Gneo Pompeo come ricompensa della sua vittoria ma le città greche rifiutano di riconoscerlo e si ribellano contro l’occupante. Ciò mette fine ai progetti di Pompeo di invadere direttamente la Siria.

66: in Siria il basileos è assassinato da una giunta di generali che portano al potere l’ultimo dei figli di Antioco VIII, Antioco XII. L’esercito prende il potere e organizza con efficacia la difesa dell’impero contro la futura invasione romana. Viene finanziata la ribellione dell’Asia e riportato l’ordine in Mesopotamia.

65: In Giudea i Romani appoggiano e finanziano una nuova ribellione ebrea. Gerusalemme si rende indipendente sotto la guida degli fratelli Ircano II e Aristobulo II, discendenti dei Maccabei.

64: Pompeo riprende il controllo della maggior parte dell’Asia con la presa di Efesa e di Pergamo, le due principali città ribelli. Però la guerra non è finita; Pompeo deve adesso difendersi contro i Galati chiamati dai Greci.

63: battaglia di Ancira. Pompeo sconfigge l’alleanza tra Greci ribelli e Galati, questi ultimi devono riconoscersi sudditi del re romano. Avendo pacificato il suo regno può organizzarlo e impone una durissima amministrazione composta da pubblicani romani. Però il potere romano in questo regno è impopolare. I Romani devono aspettare prima di farne una base per attaccare la Siria.

62: a Roma il demagogico Sergio Catilina diventa console, sconfiggendo Cicerone, quest’ultimo si ritira della vita politica. Catilina ha le mani libere per lanciare una politica di riforme istituzionali. Il triumvirato non ufficiale degli anni precedenti è ufficializzato, composto dal primo tribuno, dal princeps del Senato (rieletto ogni anno) e da uno dei due consoli. Diventa la somma magistratura della repubblica che protegge l’equilibrio dei poteri. Prende anche delle misure popolari come la distribuzione di terre ai veterani rovinati, così fonda una colonia a Cartagine (Colonia Sergia Carthago) e a Bibracte. Crea delle nuove tribù per i nuovi cittadini d’Italia e di Spagna ecc. Lui e il suo alleato Cesare controllano per buona parte la politica interna della repubblica contro il partito conservatore senatoriale di Crasso.

61: presa di Gerusalemme, l’esercito seleucide in piena ricostruzione e ancora in pace al nord si lancia in una durissima repressione contro gli Ebrei per mostrare la loro capacità a fare ancora rispettare l’ordine. Antioco XII fa bruciare il Tempio. Ircano II e Aristobulo II riescono a fuggire e la ribellione prosegue nel resto del paese. La comunità ebrea di Roma, diventata importante dal II secolo invia mezzi e uomini pagati per aiutare alla causa, Crasso stesso contribuisce e fa dichiarare il popolo ebreo amico e alleato di Roma.

59: consolato di Cesare, prosegue le riforme popolari di Catilina ma lo tradisce presto negoziando con Crasso e altri per ottenere il comando dell’esercito in Oriente. Catilina perde ogni peso nel Senato ma conserva una certa influenza nei Comizi.

58: Cesare prende il comando delle legioni d'Oriente stanziate nel regno di Pompeo in Asia, al contrario degli altri capi degli ultimi anni prepara immediatamente un’offensiva di grande stile e prende contatti con i Parti ad Est.

57: Cesare alla testa di una flotta fa occupare l’isola di Cipro, dove fonda un grande tempio a Venere, secondo lui sua antenata. L’isola diventa la base per attacchi sulle coste seleucide e per rifornire gli Ebrei al sud.

56: Cesare attacca Tarso e oltrepassa il Tauro, alleato dalle truppe asiatiche e armeniane avanza verso Antiochia stessa, però le difese seleucide lo rallentano.
Ad est, secondo suoi piani, i Parti attaccano sotto la direzione del generale Surena. Presto diventa ovvio che il generale Parto lavora per il conto dei suoi, non invia aiuto a Cesare e occupa più territorio possibile in Mesopotamia, conquistando senza difficoltà Babilonia.

55: assedio di Antiochia. Cesare circonda la capitale nemica dove si è rinchiuso Antioco XII e il suo principale generale Aiace. Il generale romano costruisce vaste difese e strutture d’assedio che ne faranno l’assedio tipo dell’arte militare romana. I Seleucidi inviano in soccorso ad Antioco un esercito costituito dalle truppe stanziate in Giudea, ma sono respinti e Cesare rimane vincitore. Dopo avere espulso donne e bambini della città il basileos nemico deve prendere la decisione di arrendersi e si reca al campo di Cesare per umiliarsi allorché il generale Aiace si suicida. La vittoria del Romano è completa.
Ad est i Parti avanzano con rapidità sulle terre abbandonate dai Seleucidi; presso Ninive Surena sconfigge e uccide Filippo II, generale autoproclamatosi basileos dopo la presa di Antiochia. Cesare deve sbrigare i suoi progetti per non farsi prendere la Siria dai Parti.
Più a sud il giovane Antioco XIII, figlio del basileos prigioniero, fugge verso l’Egitto e raggruppa le truppe seleucide.
A Roma Crasso viene eletto console. Si evidenzia la ripresa del potere dei conservatori. Davanti al Senato e i Comizi spiega il pericolo rappresentato dai Parti e la brutta situazione creata da Cesare.

54: alla fine del suo consolato Crasso si fa dare il comando dell’esercito di Siria e ordina a Cesare di secondarlo. I Seleucidi non rappresentano un pericolo immediato e Crasso vuole respingere i Parti. Così dichiara la guerra a re Orodes II.

53: Crasso attacca i Parti in Mesopotamia con l’esercito d'Oriente, ma è sconfitto severamente a Carre. La sconfitta diventa presto un disastro e Crasso stesso perde la vita miseramente. Cesare, rimasto indietro, riprende allora il comando delle truppe. Raggruppa le coorti superstiti con l’aiuto di Cassio Longino (con cui nasce una grande amicizia) e ordina la ritirata seguito da vicino dalla cavalleria del generale Surena. Finalmente Cesare si rinchiude in Aleppo dove sostiene l’assedio con due legioni.

52: I luogotenenti di Cesare, Labieno e Marco Antonio, arrivano presso Aleppo per aiutare i superstiti di Carrae che resistono da ormai due mesi all’assedio. I Parti sono meno efficaci in assedi che in assalti di cavaleria e questa situazione non gli piace; la resistenza romana in Siria è ancora troppo forte. Si ritirano in Mesopotamia e iniziano le trattative di pace. Finalmente Cesare incontra Surena nell’oasi di Palmira e firma la pace. La Siria ai Romani, la Mesopotamia ai Parti, la testa di Crasso sarà restituita ma le insegne prese nella battaglia rimarono trofei umilianti nelle mani di re Orode.
In Gallia Roma deve vincere l’ultima ribellione gallica guidata da Vercingetorige, figlio di re Celtill. Dopo essere stato vinto, le Gallie non saranno più teatro di violenze. La cultura romana si è diffusa rapidamente ed entro qualche anno si potrà parlare di una vera civiltà gallo-romana.

51: Roma conferma le condizioni della pace con i Parti; Catilina entra nel triumvirato, stavolta in qualità di tribuno della plebe, dove affronta Catone, capo dell’ala conservatrice del Senato, e fa la pace con Cesare.
La guerra partica è stato uno spreco inutile, i Romani non hanno guadagnato niente. Antioco XIII è riuscito a ritirarsi in Egitto dove ha raccolto denaro e truppe sufficienti per una difesa efficace e blocca il commercio del grano egiziano. Ha stabilito la sua capitale ad Alessandria dove ha sposato la propria sorella Berenice VI secondo la tradizione faraonica. I Seleucidi sono ancora presenti in Giudea dove lottano ancora contro gli Ebrei, ma anche in Nabatea. E dopo la sconfitta di Carre Cesare non ha più le truppe sufficienti per attaccare; deve riorganizzare la Siria e il suo esercito.

50: Cesare invia alcuni uomini in Giudea a sostenere la ribellione ebrea, prendendo contatto con l’uomo forte della ribellione Antipater, il cui potere è nato dopo la morte di Aristobulo II ed è il nemico di Ircano II. Il figlio di Antipater, Erodo, è inviato in qualità di ambasciatore ad Antiochia. L’invio di truppe romane e di volontari delle comunità ebree d’Italia permette ai ribelli di ampliare la loro azione.

48: Gneo Pompeo Megalos, re di Asia, è assassinato da un greco vittima della sua politica mentre visita la città di Efeso. La cosa provoca la ribellione delle città greche ma anche una guerra tra gli eredi del ex-generale romano.

.

Regni Romani in oriente (grazie a Perchè no?)

Regni Romani in oriente (grazie a Perchè no?)

.

47: Cesare e il suo esercito invadono la Giudea dove entrano in contatto con i capi ebrei. Dopo durissimi combattimenti Gerusalemme è ripresa e i Seleucidi si ritirano su Gaza, ultima piazzaforte prima dell’Egitto. Però la situazione locale tra le diverse fazioni religiose e politiche è esplosiva. Ircano II è nominato grande prete, Erodo è nominato stratego di Galilea, iniziando la sua lunga carriera.

46: il Senato di Roma offre la corona di Siria a Giulio Cesare. È il risultato di trattative del generale con i politici di Roma; Cesare si offre di riprendere la guerra contro i Parti (ma secondo una leggenda solo un re potrà sconfiggerli) a suo favore giocano la rete clientelare e il peso di Catilina, ben lieto di non vedere più tornare Cesare in Italia. Così nasce il regno cesariano di Siria. Antiochia è ribatezzata Caesarea come altre città. Cesare si prepara alla guerra contro i Parti.
Cesare consiglia al Senato di dare la missione di conquistare l’Egitto seleucido al suo molto capace luogotenente Marco Antonio; così sarà fatto. Marco Antonio è immediatamente inviato per sorvegliare la situazione in Giudea e preparare la guerra.

45: Sesto Pompeo, figlio del re di Asia prende il potere a Pergamo, riuscendo a sconfiggere tutti i nemici possibili. Viene riconosciuto re dal Senato. Sotto il suo regno l’Asia sviluppa una forte flotta di guerra che lui consente di utilizzare come polizia del mare in Mediterraneo orientale per conto di Roma.

.

Intermezzo

Stamattina Caio Giulio Cesare si è svegliato pieno di inquietudine. Il suo sogno è stato veramente realistico e preoccupante. Tranquillizzato dalla dolce mattina di Antiochia (o piuttosto Caesarea come l’aveva ribattezzata con poco umiltà) si lasciava vestire da una corrazza dorata e ripensava a questo sogno. 
Era tornato a Roma, accolto da tutti i senatori riuniti. Però tutti lo guardavano con ansia o addirittura con paura. Anche dopo le sue vittorie in Siria e neanche dopo avere ricevuto la corona di Antiochia con il permesso del Senato, i suoi colleghi avevano mai dimostrato così reverenza nei suoi confronti. Per loro era rimasto un Romano, un cittadino uguale a loro, il fatto che era ormai re in un paese straniero non cambiava niente; tutti i Quirites erano naturalmente dei re. Allora perché stavolta tutti questi segni di un potere assoluto e duro, perché lui stesso considerava tutto ciò come normale? Diverse persone chiedevano un appoggio o qualsiasi cosa, ma ad un certo punto il senatore Metello, che conosce e stima, fa un gesto strano e subito il sogno cade nell’orrore: tutte le persone che vede l’attacano con coltelli. Tutti questi degni senatori che lui conosce così bene lo colpisono ancora e ancora, c’é Cassio Longino, c’é Metello … e c’é anche Bruto! Bruto ! Il console in carica! Un uomo che considera come un figlio! Cosa significa tutto questo?
Finisce il suo sogno a terra, ai piedi della statua di Pompeo (cosa fa una statua di Pompeo qui?), è stanco, non sopporta più il dolore, si sente venir meno e si copre la faccia della toga. … E a questo punto si sveglia, sudato tra le sue regie lenzuole.
_ « Basileos? »
_ « Cosa? »
_ « Vi aspettano tutti, l’esercito è pronto a partire. »
_ « Di cosa parli? »
Lo schiavo lancia uno sguardo preoccupato all’ufficiale davanti alla porta, che aspetta con diverse altre persone, c’è un rumore stupito.
_ « È oggi, o basileos »
La guerra! Come aveva potuto dimenticarla! Ci sono migliaie di soldati siriani e greci con qualche reparto di Romani volontari che l’aspettano per la sua grande spedizione contro i Parti! E lui rimane lì. come se non c’è nient’altro da fare! Lancia uno sguardo imbarazzato a suoi uomini:
_ Ehm, mi sto addormentando in questa città, questa piccola guerra non ci farà del male!
Gli ufficiali ridevano ancora a questa povera scusa allorquando Cesare usciva dal palazzo per issarsi sul suo cavallo.
Non dovrei lasciarmi preoccupare da un semplice sogno, soprattutto allorché questa « piccola guerra » non sarà facile, disse fra sè, prendendo la testa delle truppe. Però era davvero strano quanto questa mattina delle idi di marzo; a lui sembrava bella, era come se stesse annegando e avesse ritrovato l’aria, tutto sembrava nuovo e meraviglioso, la città, gli elmi dell’esercito in marcia luccicando al sole, la freschezza dell’aria, anche gli alberi ! Proprio come se fosse rinato.
« Ma basta con questi pensieri oziosi. Devo rimanere sveglio. Oggi, ancora una volta, prendo un cammino che non ho mai percorso. »

.

44: Cesare dichiara guerra ai Parti insieme a Roma. Invade subito la Mesopotamia. Ai suoi fianchi il giovane Ottaviano sperimenta la guerra per la prima volta. 
In Giudea, Antipatro è assassinato da nemici politici e i disordini militari si sviluppano senza che Marco Antonio riesca a controllarli.
A Roma, consolato di Bruto e Cassio Longino, lo stesso anno muore Catilina.

43: Cesare avanza con prudenza nelle terre dei Parti al contrario di Crasso ma ciò permette alla cavalleria partica di mobilitarsi, ma senza più Surena a guidarla (è stato assassinato da re Orodes). Le truppe romane e partiche muovono durante tutto l’anno attraverso la Mesopotamia senza affrontarsi direttamente. Cesare chiede a Marco Antonio di lasciare la Giudea per rinforzarlo; cosa che il suo ex-luogotenente fa senza discutere.

42: seconda battaglia di Gaugamela. Le truppe greco-siriane di Cesare e le legioni romane di Marco Antonio riescono a sconfiggere per la prima volta i Parti. Quest’ultimi hanno perso tanti uomini e devono ritirarsi in basi più sicure in Persia. Per Cesare è la vendetta tanto desiderata per l’umiliazione di Carrae e per di più questa vittoria a Gaugamela fa di lui uno nuovo Alessandro, cosa sognata dai tempi della sua gioventù. La Mesopotamia cade nelle mani nel regno cesariano. Cesare entra da trionfatore in Babilonia e come Alessandro ordina subito di farla restaurare e farne la seconda città del suo regno. Durante la battaglia Ottaviano per poco ha rischiato di morire; è stato salvato per un pelo da Marco Antonio stesso, e ciò farà dei due grandi amici.
In Giudea, Antigono, figlio di Aristobulo II prova a prendere il potere e inizia la guerra civile contro i fedeli ai Romani guidati da Erodo. Antigono si allea ai Parti.

41: Cesare è costretto a rimanere in Mesopotamia per organizzare la provincia, le sue difese e il suo esercito in previsione della lunga campagna in Persia. In Giudea la ribellione, sostenuta in segreto da Antioco XIII si propaga; Erodo deve fuggire.

40: ad Alessandria Antioco XIII è avvelenato dalla sua sorella-sposa Berenice VI che si proclama regina d’Egitto. Iniziano trattative con Marco Antonio e quest’ultimo non è ostile all’idea, ma Roma gli ordina di rompere le relazioni di conquistare l’Egitto.
Lo stesso anno Roma dà ufficialmente il suo appoggio a Erode e lo riconosce come re degli Ebrei ma quest’ultimo deve totalmente riconquistare il suo regno.
Le truppe di Cesare penetrano in Persia, respingono un attacco partico preso Susa e continuano ad avanzare.

39: battaglia navale di Pelusio, la flotta di Marco Antonio annienta l’ultima flotta seleucide e sbarca in Egitto. Le truppe nemiche sono scarse e mal pagate, i Romani non hanno difficoltà a puntare direttamente su Alessandria. Berenice, consapevole della sua debolezza si arrende e prova a sedurre il generale romano. La regina gli promette l’Egitto se le lascia salva la vita, e i privilegi del suo rango; Marco Antonio accetta anche se il Senato gli aveva chiesto di spedire l’ultima dei seleucidi a Roma per suo trionfo.

38: morte di Cesare, il sovrano siriano-romano era già vecchio e soffriva sempre più della sua malattia; si spegne in pace nel suo letto a Susa. L’esercito siriano si trova in questo momento in pericolo ma Cesare aveva già nominato Ottaviano come erede. Quest’ultimo diventa re di Siria ed aiutato dal suo amico Vipsanio Agrippa riesce a riprendere le redini dell’esercito. Consapevole della sua debolezza e delle distruzioni inflitte ai Parti negozia la pace. Recupera tutta la Mesopotamia, lascia la Persia ai Parti, ottiene anche la restituzione delle insegne romane prese a Carrae e le spedisce a Roma.
Una volta tornato a Cesarea il giovane Ottaviano Cesare riorganizza la pace per il suo nuovo regno e lo pacifica. Fa dichiarare Cesare dio e gli fa costruire uno grande tempio, il Kaisarion. Il giovane re stesso si fa attribuire gli onori divini e prende il titolo di Sebastos.

37: dopo un’orrenda guerra di tre anni, fatta di tradimenti, massacri, imboscate e battaglie Erodo prende Gerusalemme e fa giustiziare Antigono e il grande prete Ircano II. Erodo diventa così l’unico re degli Ebrei. 
In Egitto Marco Antonio, come concesso del Senato si fa incoronare re d’Egitto e subito sposa Berenice VI legittimando il suo potere. Roma avrebbe preferito creare una provincia in Egitto per rifornirsi del suo grano, cosa che chiedeva Catone. Però Marco Antonio ha ancora un suo esercito e non è disposto a lasciare la preda (inoltre si fa consigliare da Berenice). Il Senato deve finalmente accettare uno nuovo regno romanistico (come si chiamano questi regni dei Romani nei paesi ellenizzati). Marco Antonio firma un trattato con il quale, come tutti gli altri re, diventa vassallo e alleato di Roma, promettendo di fornire gratuitamente una parte del grano egiziano alla madrepatria.

31: in quest’anno, i triumviri, con gran cerimonia, chiudono le porte del tempo di Giano. La grande guerra orientale è ormai finita e Roma non combatte in nessun conflitto dopo anni di pacificazione. 
La repubblica stessa sembra forte e immortale. La guerra ha portato un bottino immenso all’Urbs, Roma è lo stato il più ricco al mondo, e di questa ricchezza approfittano tutti i cittadini. Le perdite della guerra sono state meno importanti del previsto. Sono anni che i Romani non rappresentano più la maggiore parte dell’esercito con tutti gli ausiliari greci, macedoni, pontici, asiatici, siriani ecc. Senza parlare della massa di nuovi cittadini creati in Italia e in Ispania. Politicamente il regime triumvirale ha portato la stabilità. E qualche anno prima è avvenuta la grande riforma del governo delle provincie. Sono ormai governate da prefetti romani eletti ogni anno e non più da proconsoli e la loro amministrazione è stata riorganizzata per dare rappresentanza ai provinciali. 
All’estero i Parti sono stati sconfitti e non sono le tribù germaniche a rappresentare un pericolo. La rete di regni satelliti greco-romani forma una riserva in denaro e uomini enorme e anche una muraglia contro tutte le minacce. Su proposta di Ottaviano Sebastos di Siria, Roma e i regni si sono riuniti a Delfi dove hanno definito le condizioni di associazione tra Roma e loro. I regni sono vassalli, soci. I Romani possono insediarsi liberamente in Oriente e viceversa. La cittadinanza latina e romana potrà essere concessa agli Orientali. Guarnigioni romane sono stanziate nei regni che pagano tributo ma questi sono indipendenti, hanno le loro dinastie reali, i loro eserciti e il loro governo, ma in materia di politica estera devono chiedere il parere di Roma. La repubblica romana prende così l’egemonia dell’ecumene greco composto dalla Lega di Corinto, dall’Epiro, dalla repubblica di Rodi, dal regno di Macedonia (dinastia romana degli Scipioni), dalla Tracia, dalla Bitinia, dal Ponto (dinastia romana dei Silla), dall’Armenia (dinastia romana dei Luculli), dalla Siria (dinastia romana dei Cesari), dalla Giudea e dall’Egitto (dinastia seleuco-romana degli Antoni).
Il periodo di quest’ordine mondiale sarà chiamato periodo romanistico, vedendo nascere una sorta di cultura greco-romana in un ambiente di pace e di prosperità (nella nostra TL è la cultura imperiale).

25: spedizione di Ottaviano Sebastos in Arabia; la zona entra nella sfera politica del regno cesariano di Siria. Ottaviano riceve lo stesso anno la prima ambasciata indiana mai arrivata in Occidente a Caesarea. Prevede di sviluppare i porti del golfo persico per iniziare un continuo commercio.

24: morte di Marco Antonio, suo figlio Alessandro Elio diventa il secondo re della dinastia antoniana (XXXII dinastia). Prosegue la guerra meridionale iniziata da suo padre per conquistare il regno faraonico dei re di Tebe. Riuscirà a unificare l’Egitto in due anni, con la presa di Tebe e più tardi con l’occupazione della prima cataratta.

20: spedizione del re Mitridate Silla del Ponto in Chersoneso per conquistare le vaste pianure di Scizia, fonda numerosi porti sulle coste del mar Nero mentre più ad Est l’Armenia conquista la Colchide e avanza verso Est. Fondazione di Scitopoli (Kiev).

15: il console Bruto guida un esercito nel nord della repubblica e giunge il fiume Danubio, sottomette le tribù locali. Questa spedizione è stata preparata in coordinazione con il re Filippo I Scipione di Macedonia che porta la propria frontiera fino al Danubio e conquista la Mesia. Il Senato prevede di conquistare la Germania per la sicurezza dell’Italia e delle Gallie.

12-8: serie di guerre da parte della repubblica per conquistare la Germania.

6: in Giudea il regno tirannico di re Archelao provoca l’intervento su richiesta del Senato di Ottaviano e Alessandro Elio. La Giudea diventa un regno fantoccio sotto lo scettro di Erode II Antipa.

9: il console Varo muore combattendo nella battaglia di Teutoburgo. La battaglia è più un massacro dove tre legioni spariscono totalmente. La conquista della Germania viene abbandonata e la repubblica decide di non oltrepassare i confini del Reno e del Danubio.

14: Morte di Ottaviano Cesare Sebastos; a lui succede il figlio di sua moglie Livia, il giovane Tiberios Kaisar.

17: il console Seiano guida una nuova spedizione in Germania ma Roma non può più imporsi nella zona. In Oriente il basileos Tiberios riprende la guerra contro i Parti, l’esercito conquista una grande parte della Persia sotto direzione di Germanikos (chiamato così per il suo addestramento militare nell’esercito della repubblica anni prima in Germania). I Parti sono respinti nelle Alte Satrapie.

30: nel regno di Giudea un rabbi di nome Gesù, originario di Nazareth, viene crocifisso (uso imitato dai Romani) su ordine di re Erode II Antipa.

31: il triumviro ed ex-console Seiano è arrestato e giustiziato per avere preparato un colpo di Stato per farsi incoronare re di Roma.

32: l’ultimo re di Numidia e Mauretania, discendente di Giugurta, lascia in eredità il suo regno a Roma che lo trasforma in provincia. Cartagine riceve la cittadinanza romana con altre città africane.

37: morte del basileos Tiberios. Inizio del regno di Kaios Kaisar, ma suo regno tirannico e paranoico convince Roma a intervenire nel 41. Con l’aiuto dei re di Asia e d’Egitto il tiranno viene deposto e giustiziato dalle legioni. Al suo posto I triumviri scelgono suo zio Klaudios.

43: la repubblica si lancia nella conquista delle isole britanniche; nella stessa epoca numerose città e popoli gallici ricevono la cittadinanza romana e si vedono dei capi galli entrare al Senato.

47: inizio della predicazione cristiana di San Paolo.

51: il re Markos II Dionisios d’Egitto lancia la sua prima guerra per conquistare il regno nilotico di Meroe e avanzare in Egitto nell’obiettivo di entrare in contatto con l’Etiopia.

54: il basileos siriano Klaudios è avvelenato dalla sua moglie Agrippina per portare al trono suo figlio, il giovane Nero Apollo Kaisar. Il secondo figlio del basileos, Britannikos (chiamato così in onore della conquista romana delle isole britanniche) fugge a Roma per paura di essere ucciso.

63: nuova pace tra la Siria e i Parti. La forza dei Parti e la debolezza del basileos Nero Apollo permette ai Parti di vincere la guerra. Un regno fantoccio di Persia è creato per servire da stato cuscinetto.

64: grande Incendio di Roma; prime persecuzioni contro i cristiani ordinate dal triumviro Corbulone. Il cristianesimo è dichiarato religione proibita a Roma. Medesime persecuzioni saranno bandite nei regni romanistici di Oriente.
A Caesarea la corte di Nero Apollo cade in una sorta di decadenza e di anarchia descritta dallo scrittore romano Petronio. Nel regno siro-romano la tirannia del basileos si appesantisce anche sui cittadini romani provocando delle tensioni con Roma.

66: ribellione degli Ebrei contro re Erode Agrippa II, intervento delle legioni romane ma la critica situazione in Siria impedisce agli alleati siriani e egiziani di intervenire.

67: spedizione sul Nilo del re d’Egitto Alessandro II Antonio, che sconfigge definitivamente il regno di Meroe e incontra il re di Etiopia col quale stringe un’alleanza.

68: dopo anni di attività politica preso il Senato il principe Britannikos riesce a convincere i senatori del pericolo rappresentato da Nero Apollo, accusato di tirannia e di incapacità. Davanti alla situazione dei cittadini romani del regno e del pericolo rappresentato dalla ribellione ebrea il triumvirato decide l’invio delle legioni aiutate dalle truppe del regno di Asia e d’Egitto comandate dal console Galba per deporre il buffone siriano. Quest’ultimo preferisce fuggire e darsi la morte preso Neropoli (Aleppo). Galba è insediato come reggente di Siria.

69: il console Galba è assassinato dal generale siro-romano Ottone, capo della guardia reale. Quest’ultimo si proclama basileos. Ma è presto rovesciato dal governatore di Babilonia Vitellio. Roma non può sopportare questa situazione e ordina al generale Vespasiano, capo dell’esercito di Giudea di riportare la Siria nell’ordine romano. Nello stesso momento Britannikos con truppe romane occupa Cipro. Vespasiano vince e uccide Vitellio e prende possesso di Caesearea dove accoglie Britannikos Kaisar, ultimo superstite dalla dinastia cesariana, riconosciuto re di Siria dal Senato.

70: Vespasiano e suo figlio Tito prendono Gerusalemme e mettono fine alla ribellione ebrea. Quest’ultima vittoria finisce di trasformare il generale Vespasiano in eroe della repubblica. Al suo ritorno a Roma sarà eletto console e triumviro, diventando il vero capo della repubblica nei dieci anni seguenti e il più grande romano del I secolo. Su decisione di Roma la Giudea è divisa tra il regno di Siria e il regno d’Egitto del re Alessandro II Antonio.

79: morte di Vespasiano, però la sua popolarità permette a suo figlio Tito di farsi eleggere triumviro. Lo stesso anno Pompei è distrutta dal Vesuvio.

81: consolato di Domiziano, il secondo figlio del triumviro Vespasiano si dimostra ben più ambizioso del fratello. In Brittania il console Agricola completa la conquista delle isole britanniche in Caledonia.

82: spedizione militare del re romano del Ponto in Scitia, che risale il fiume fino al mar Baltico. Nascita della via commerciale degli Sciti, che collega il mondo romano e il mondo baltico, sviluppo del commercio dell’ambra. Però questa zona non è conquistata e rimane terra di nessuno.

86: guerra contro i Daci, il regno di Macedonia deve pagare tributo ai Daci e si ritrova in pericolo, perciò chiede l’aiuto di Roma. Secondo consolato illegale di Domiziano, quest’ultimo sviluppa uno potere quasi-monarchico e si fa riconoscere princeps del Senato a vita.

96: congiura contro Domiziano accusato di essere diventato tiranno di Roma. Viene assassinato da un gruppo di lealisti repubblicani. Cocceio Nerva diventa triumviro e restaura il potere repubblicano.

98: consolato e triumvirato di Traiano. Questo generale risponde alle richieste macedoniche di re Perseo II Scipione e prepara una futura guerra contro i Daci.

99: seconda ambasciata indiana nel regno di Siria, il re Tiberios II Kaisar restaura il commercio marittimo con l’India. L’esercito prende il controllo delle coste del golfo persico e fonda il porto di Basileia (Bassorah). Primi contatti con la Cina.

101-106: guerre daciche di Ulpio Traiano. Le truppe della Roma repubblicana e gli ausiliari romano-macedoni sconfiggono i barbari d’oltredanubio. Il bottino è immenso e permette di restaurare le finanze della repubblica. L’ambizioso Traiano si fa concedere dal Senato la corona della Dacia e crea un potente regno romano-barbarico sulle rive del Danubio.

106: il regno cesariano di Siria annette l’Arabia nabatea.

108: grande spedizione romano-egiziana sul Nilo per scoprire le sorgenti del Nilo, la spedizione giunge fino ai grandi laghi del centro dell’Africa e prende contatto con questi popoli. Fondano alcuni fondachi e sviluppano un grande commercio dell’avorio, degli schiavi e dei diamanti il lungo del Nilo.

112: grande Costituzione, il Senato e i Comizi di Roma accordano la cittadinanza romana a tutti gli abitanti maschi e liberi della repubblica.

114-117: nuova guerra romano-partica, Roma e la Siria riprendono il controllo del regno fantoccio di Persia ma una ribellione ebraica impedisce di penetrare in Partia stessa.

117: alla morte del basileos Kaios II Persikos di Siria l’avventuriero romano Aelio Adriano riesce a farsi riconoscere dalla nobiltà locale e dal Senato re di Siria. Inizio della dinastia antoniana. 
120: Prima spedizione romano-egiziana nel bacino del Congo.

121-125: primo viaggio ufficiale del basileos Aelios Adrianos Kaisar sul mare verso l’India dove firma patti di amicizia con i regni locali. Offre anche la sua protezione agli ultimi regni greco-battriani greci della zona ma senza effetti.

128-134: seconda spedizione marittima di Adrianos Kaisar, stavolta prende contatti con le coste africane, incontro con i re di Saba e poi di Etiopia con i quali sono stabiliti rapporti commerciali.

132-135: Adrianos reprime un’ennesima ribellione ebrea. Gerusalemme è ripresa e la sua popolazione ebrea espulsa in tutto l’Oriente. Però la repubblica rifiuta di accogliere nel suo territorio gli ebrei espulsi.

138: morte di Adrianos Kaisar, gli succede Antonino Kaisar.

155: il basileos siriano invia un’ambasciata nella lontanissima Serica (Cina) però senza grandi risultati.

161: morte di Antonino, Markos Aurelios Kaisar diventa basileos, ripresa della guerra contro i Parti, durante questo periodo la Mesopotamia è persa.

166: prima invasione germanica in Occidente, la citta di Aquileia è assediata. Roma conduce nuove campagne militari in Germania.

180: morte di Markos Aurelios, Kommodos diventa basileos in Siria.

192: Kommodos è assassinato, guerra civile in Siria. La repubblica e il regno ulpiano di Dacia sommettono vasti territori sul Danubio e in Germania.

193: Roma invia in Siria il console Pescennio Nigro a riportare il regno alla pace. Ma presso Emesa il generale romano-siriano Settimio Severo si proclama re e sconfigge le truppe della repubblica nel 194. Sconfigge anche le truppe mandate successivamente mandate dal secondo console Clodio Albino nel 197. Roma deve finalmente riconoscere Settimio Severo re di Siria. Viaggio di Severo a Roma per firmare la pace, inizio della dinastia severa.

197-202: Settimios Severos riprende il controllo della Persia.

Perchè no?

.

Questa invece è la proposta di Lucio Antonio Formosa:

Pirro è stato uno dei personaggi più controversi e particolari di tutta l’antichità, uno dei pochi a tener testa allo strapotere di Roma battaglia su battaglia, anche se alla fine si è dovuto chinare di fronte all’immensa forza dell’esercito romano. Fu dichiarato anche da alcuni poeti latini come possessore della virtus romana. La sconfitta subita a Benevento fu la fine della sua breve ma intensa carriera militare. Mettiamo caso invece che Pirro riesca nuovamente a vincere, anche a Benevento (Malevento in questo caso) anche con una vittoria pirrica, ciò non era impossibile, la possibilità di vittoria era comunque alta, Pirro aveva messo in campo un numero maggiore di unità rispetto ai romani, e già più volte si era imposto contro le legioni della Res Pubblica. E se quindi ciò accadesse, come cambierebbe il corso della storia, che ne sarebbe del futuro di Roma, ma anche quello di Cartagine e di tutta l’Italia?

Questa è la mia proposta di Timeline:

275 a.C.: A Maleventum si scontrano gli eserciti epiroti e romani, a guidare l’esercito della Repubblica di Roma vi è posto, il console Manio Curio Dentato, al comando di 17.000 unità, contro le 20.000 del re d’Epiro Pirro. Dopo una lunga ed intensa battaglia, l’esercito oplitico di Pirro riesce ad ottenere la vittoria contro le legioni romane. Le ultime forze dell’Urbe rimaste si ritirano verso il Latium. Il senato a seguito di quest’ulteriore sconfitta, invia presso l’accampamento epirota il console Lucio Cornelio Lentulo Caudino, con l’intento di assicurare una pace tra Roma e l’Epiro. La pace viene accolta, e la guerra tra i due stati è terminata dopo 5 anni di scontri. Dopo la fine della guerra, Pirro conquista tutte le poleis greche della Magna Grecia fino alla città di Maleventum. Per la prima volta nella sua storia la Magna Grecia si ritrova unita. Fondazione in Egitto del Museo di Alessandria, fortemente voluto da Tolomeo II.

274 a.C.: Dopo la grandiosa campagna Italica, Pirro decide di condurre una campagna verso i territori macedoni. Preso il fiume Aoos gli Epiroti affrontano le forze del re macedone Antigono II di Macedonia. Al termine dello scontro è Pirro a vincere, con questa vittoria si assicura l’annessione totale della Macedonia, con il conseguente ottenimento del titolo di Re dei Macedoni.

273 a.C.: A seguito della sconfitta bruciante ottenuta contro Pirro, Roma attua un nuovo attacco contro gli Etruschi, presso Cerveteri, che viene interamente conquistata e annessa all’Urbe.

272 a.C.: Prima Guerra Siriaca: grande sconfitta subita da parte delle truppe di Antioco I, contro l’esercito di Tolomeo II, il quale riesce a conquistare i territori fino alla Cilicia e alla Caria. Cleonimo, un membro dell’élite reale di Sparta, viene esiliato. Pertanto decide di invocare l’aiuto di Pirro, chiedendogli di occupare Sparta e l’intero Peloponneso. Pirro accetta l’offerta e si nomina capo di un grande esercito, con il quale invaderà i territori spartani. Arrivato a Sparta la mette sotto assedio e dopo mesi di asserragliamento, il Re di Sparta, Areo I, giunge da Pirro per terminare le ostilità che stanno distruggendo il Peloponneso. Al termine della Guerra, Pirro è incoronato Re di Sparta e sovrano di tutto il Peloponneso.

271 a.C.: Pirro invade gli ultimi stati greci ancora liberi, riuscendo alla fine degli scontri ad unificare sotto il suo dominio l’intera Grecia. La penisola ellenica ritorna unita dopo più di cinquant’anni. Ultimi scontri tra romani ed etruschi. A seguito delle ultime battaglie, Roma sconfigge definitivamente i suoi rivali, conquistando tutti gli attuali territori toscani.

270 a.C.: Gerone II diviene tiranno della poleis siciliana Siracusa.

268 a.C.: Cremonide, generale e politico ateniese, porta alla ribellione i territori attici e peloponnesiaci, creando una lega anti-epirota. Pirro, sgomentato dall’accaduto decide di dichiarare guerra al ribelle.

267 a.C.: Le forze epirote riescono a sconfiggere tutte le forze ribelli della lega anti-epirota, che viene sconfitta così come lo stesso Cremonide, il quale però riesce comunque a fuggire andando a rifugiarsi in Egitto.

265 a.C.: Primi studi del fisico e matematico Archimede di Siracusa, sulla vite ed il peso specifico. Viene posta la fine alle Guerre Greco-Puniche, conclusesi con l’alleanza tra Siracusa e Cartagine.

264 a.C.: I mamertini stanchi a causa dei continui scontri contro il tiranno Gerone II, tentano di chiedere aiuto ai Cartaginesi, loro alleati, affinché li liberassero dalla tirannia di Gerone. Cartagine però decise di negare il loro intervento a favore della popolazione siciliana. A questo punto i mamertini domandano aiuto presso la corte di Pirro, il quale vedendo la possibilità di riottenere quei territorio bramati anni prima, decide di accettare con immediatezza la proposta dei siculi, e quindi dichiara guerra ai Cartaginesi, ha così inizio la Prima Guerra Cartaginese. Pirro invia così un modesto esercito verso la Sicilia, il quale si impone subito sulla città di Messina, che viene rapidamente occupata. Avvengono nella capitale romana i primi scontri tra gladiatori. Nel frattempo viene distrutta la città etrusca di Orvieto, a causa di grandi dissidi interi, inoltre avviene una deportazione di massa di tutti i suoi abitanti, i quali sono costretti ad emigrare verso Volsinii Novi (attuale Bolsena).

Continua...

.

Ed ecco la Timeline sullo stesso PoD ideata da feder:

275 a.C.: Pirro re dell'Epiro sconfigge duramente i romani a Maleventum; è l'ultima dura batosta per la città-Stato, i popoli da poco sottomessi si ribellano, formando una nuova lega italica, che i Sanniti cercano di egemonizzare, fallendo. Gli italici adottano un modello confederativo e restano neutrali. In onore della vittoria Maleventum è ribatezzata Eufania (che si manifesta benevolmente).

274 a.C.: Pirro entra a Neapolis, dove sverna. Gli abitanti della città gli riconoscono un tributo, mentre Capua, fedele a Roma, è presa dopo un duro assedio. Pirro riceve l'ambasciata di Volterra, che gli propone l'alleanza della ricostituita lega etrusca.

273 a.C.: Cerveteri respinge un assalto romano, proveniente da una città ormai disperata. Gli etruschi entrano in guerra contro Roma.

272 a.C.: Pirro è ucciso da un giavellotto nemico mentre porta l'assedio alla città di Roma, che desidera la libertà. Gli succede il figlio Alessandro II, che rinnova lo sforzo bellico contro l'Urbe.

270 a.C.: Roma finalmente cade e al suo posto viene dedotta una colonia etrusca. I cittadini sono passati a fil di spada. Alessandro II è soddisfatto e si installa a Epifania, facendone la sua capitale. Rivolta delle poleis sottomesse, guidata da Taranto, che guadagna l'alleanza del tiranno di Siracusa, Gerone; l'Italia non trova pace.

268 a.C.: Alessandro II stringe alleanza con Antigono II Gonata, re di Macedonia, per tutelarsi le spalle a oriente. Conquista di Taranto, ma la rivolta italiota non si estingue.

267 a.C.: Gerone chiama in causa Cartagine per aiutarlo nella guerra contro l'Epiro. Il conflitto si espande.

266 a.C.: la Lega Etrusca vive violenti conflitti interni per stabilire quale città debba avere il ruolo di capitale. Espulsione degli esuli verso la Pianura Padana.

265 a.C.: allo scienziato Archimede viene dato il comando supremo di Siracusa dallo stratega Gerone, che si sposta a Messina per controllare la possibilità di sbarchi epiroti. Purtroppo è inutile: Alessandro II arriva in Sicilia col favore della notte, occupa Taormina, ferma l'esercito cartaginese nella battaglia del fiume Salso e sconfigge l'esercito isolato di Gerone. Pace separata con Cartagine, contenta di aver guadagnato metà Sicilia.

264 a.C.: i mercenari Mamertini tradiscono Gerone, consegnando Messina alle armi di Alessandro II in cambio di un lauto compenso. Alessandro II si rivolge verso Siracusa, ormai difesa dal solo Archimede, eletto nuovo stratego della polis.

263 a.C.: nemmeno le risorse epirote sono infinite, e dopo decenni di guerra, le casse di Alessandro II sono quasi esaurite. Perciò egli eccetta l'offerta di Alleanza di Archimede di Siracusa, stipulando una pace. Si reca poi a Eufania per dare forma e ordine al suo nuovo regno.

262 a.C.: Neapolis, ultimo residuo della lega italiota, viene cinta d'assedio da Alessandro II. Bruciati i rotoli della Sibilla Cumana.

261 a.C.: termina la guerra d'indipendenza greca, sottomessa dagli Antigonidi. Alessandro II sposa l'ultima figlia di Antigono II Gonata per celebrare l'alleanza col potente vicino.

260 a.C.: ripetute battaglie fra cartaginesi ed etruschi portano questi ultimi a cementificare la loro alleanza oltre le divisioni locali. Purtroppo sarà tutto inutile.

259 a.C.: Cartagine occupa la Corsica e la Sardegna.

257 a.C.: ulteriore sconfitta etrusca per mare al largo delle Lipari e delle Eolie, infine presso Tindari.

256 a.C.: battaglia dell'Elba; ciò che resta della flotta etrusca è spazzata via. I cartaginesi sbarcano in Italia e massacrano l'esercito etrusco.

255 a.C.: scontri fra etruschi e cartaginesi sulla terra segnano l'inversione della marea, poiché l'esercito cartaginese in Italia è solo e isolato.

254 a.C.: nuovo sbarco in Etruria di un esercito cartaginese, che mette a sacco Volterra. La guida della resistenza etrusca passa a Cerveteri.

251 a.C.: dopo tre anni di fame, le logore forze cartaginesi sono vinte dagli etruschi. Si prefila la possibilità di stipulare una pace.

250 a.C.: Cirene è annessa dall'Egitto.

249 a.C.: Cartagine non molla stupidamente, e invia altri uomini a morire in Italia. Il controllo della città sulla costa è suo, ma gli etruschi si rifugiano nell'interno e conducono una spietata guerriglia.

246 a.C.: entrambi i sovrani d'Egitto e Siria muoiono, venendo sostituiti dai loro figli; s'inverte la fortuna dei regni degli epigoni.

244 a.C.: Amilcare Barca prende la testa delle truppe cartaginesi e si guadagna grande gloria conquistando l'altura dove sorgerà Siena.

242 a.C.: muore Alessandro II d'Epiro. Gli succede il figlio Pirro II, prole per metà antigonide.

241 a.C.: dopo due strabilianti vittorie conseguite dal Barca, Cerveteri, rimasta senza esercito, si arrende. Gli etruschi non possono più andare per mare.

240 a.C.: circonfus di gloria, Amilcare, ferma la rivolta dei mercenari senza paga a parole, integrandoli nell'esercito regolare e formando così il primo embrione di un'armata cittadina, di cui il Barca ha intuito la necessità. Verrà ricordato come il Riformatore.

239 a.C.: Seleuco II batte i Parti che tentavano di invadere la Persia e li stanzia come regno cliente nell'area immediatamente settentrionale al suo territorio, forgiandosi uno scudo contro ulteriori avanzate di popoli nomadi. Antiochia ha finalmente lo spazio e l'occasione per espandersi a Occidente.

238 a.C.: Amilcare Barca, cui Cartagine sta stretta, sottomette i ribelli sardi dell'entroterra. Fine della civiltà nuragica.

237 a.C.: al raggiungimento della sua matura età, Pirro II si arroga anche il titolo di re d'Italia. Evoluzione del regno centralizzato verso uno statuto di alleanza multipolare; guerre infinite contro i sanniti e i loro alleati, che non si vogliono sottomettere. Neapolis, insieme con le poleis campane, prende la guida di questa coalizione.

236 a.C.: Amilcare finanzia con i suoi soldi una spedizione in Liguria, di cui si mette a capo.

234 a.C.: Corsica, Sardegna e Liguria si ribellano invano contro il predominio cartaginese. Fondazione della colonia cartaginese di (non so il punico, equivale alla nostra Genova)

232 a.C.: Teuta la Trionfante assume la corona d'Illiria. Subito si lancia in spedizioni punitive per assoggettare alla sua corona anche l'Epiro, e Pirro II deve ritirarsi dall'Italia. A difesa dei Balcani resta suo fratello, Tolomeo, che muore in battaglia.

231 a.C.: le tribù ispaniche inviano ambasciatori per parlamentare con Cartagine, ma sono massacrati.

230 a.C.: Filippo V, nuovo re di Macedonia sposa Deidamia, figlia di Pirro II. Antigono III assume la reggenza del regno di Macedonia in opposizione alla coppia; così Pirro II si trova pieno di nemici da ogni lato.

228 a.C.: gli epiroti invadono l'Illiria. Teuta, la cui forza è sul mare e non sulla terra, viene sconfitta e accetta di sottoscrivere una pace. Purtroppo Pirro II muore di stenti nelle montagne della zona nel corso delle lunghe trattative, gli succede l'unico parente maschio ancora in vita, suo figlio Pirro III che è ancora un bambino, ma questo è rapidamente fatto fuori dalla sorella Deidamia.

227 a.C.: Filippo V si proclama re d'Epiro, subentrando alla dinastia eacide. Continua la guerra contro Antigono III.

226 a.C: Asdrubale il vecchio, succeduto ad Amilcare alla guida delle truppe cartaginesi, sconfigge duramente le tribù ispaniche, ponendo il confine di Cartagine sull'Ebro.

225 a.C.: scontri fra etruschi e celti in pianura si concludono con un nulla di fatto. Cerveteri non ha la forza di conquistare il nord.

223 a.C.: dopo l'inconcludente regno di suo fratello, Antioco il Grande è coronato re di Siria.

222 a.C.: Antioco sbarca in Grecia e annienta l'esercito spartano. Stringe alleanza con Filippo V in vista della sua conquista dell'Ellade contro Antigono.

221 a.C: Antigone è sconfitto a Pella dall'alleanza epiro-siriaca e Filippo V si guadagna la Macedonia. Cede l'Attica e la Beozia ad Antioco per ringraziarlo, che con il Peloponneso assicurato ritorna in Asia.

220 a.C; guerra fra Mitridate del Ponto e Antioco, i pontici falliscono la conquista di Sinope.

219 a.C.: Annibale, nuovo comandante dell'esercito cartaginese, completa la conquista della Spagna con la presa di Sagunto.

218 a.C.: Annibale valica i Pirenei e inizia la conquista della Gallia.

217 a.C.: i regni di Dacia, Illira e Epiro-Macedonia sono ingaggiati in una serie di guerre in cui le alleanze cambiano continuamente. Non così i confini, presto stabilizzati lungo il corso dei fiumi.

212 a.C: Annibale prende Burdigala.

208 a.C: Antioco il Grande conquista il regno di Battria.

207 a.C: vittoria di misura epirota contro i regni rivali, permette a Filippo V di espandere il suo regno fino al Danubio.

205 a.C: primo sbarco di un esercito cartaginese in Britannia; è distrutto un accampamento delle tribù locali perché rifiutano di sottomettersi a Cartagine.

202 a.C: Annibale, di ritorno in Gallia, sconfigge gli ultimi rimasugli gallici presso il luogo dove sorgerà Parigi. Fine delle guerre galliche.

200 a.C.: Antioco conquista la Palestina e arriva fino al Sinai. Filippo V, mai sazio, tenta un attacco a Pergamo per sottomettere il regno ma è respinto. Gli abitanti si rendono conto di necessitare maggiore protezione.

197 a.C.: Antioco, chiamato in soccorso dai pergamei, sconfigge l'esercito comandato dal suo vecchio amico Filippo V.

192 a.C.: Antioco interviene in Tracia contro gli epiroti, sollevandoli dalla sottomissione a Epifania.

189 a.C.: il regno trace appena liberato è sciolto da Antioco, che ne fa suo possesso.

188 a.C.: pace di Apamea: la Siria ottiene il controllo dell'Egeo.

187 a.C.: muore Antioco il grande, gli succede Seleuco IV.

183 a.C.: Annibale, conquistatore delle Gallie, si spegne serenamente nel suo letto. Egli ha portato i confini di Cartagine fin sul Reno.

182 a.C.: riprendono le guerre fra Ponto e Siria.

180 a.C.: Demetrio I, spodestato dalla Batria, invade l'India incoronandosene sovrano. Accetta l'alleanza di Antioco.

178 a.C.: muore l'ambizioso Filippo V. Epiro e Macedonia passano al figlio minore Perseo.

171 a.C.: comincia la terza guerra macedonica fra Seleuco e Perseo.

168 a.C.: Seleuco sconfigge Perseo di Macedonia.

167 a.C.: la Macedonia, sconfitta, viene divisa in quattro regni indipendenti tutti vassalli di Seleuco IV. Perseo può continuare a regnare sull'Epiro con il consenso siriaco; il regno esce dalla storia.

.

Riportiamo pure la proposta di Perchè No?: il regno ellenistico di Meroe!

Ho letto un articolo che descrive Meroe come un regno "greco-egiziano", ovviamente si tratta di un errore, ma potrebbe diventare una bella idea. Meroe, questo regno nubiano a sud dell'Egitto oggi in Sudan, é noto per le sue piramidi ed ha conosciuto la sua età dell'oro proprio quando l'Egitto era in mani greche e romane. Non é però mai entrato veramente nella storia del bacino mediterraneo. Ora mi domando: come si potrebbe farne un regno ellenistico? Forse conquistato da Alessandro e poi affidato a un Diadoco, ma quale? Forse conquistato dai Tolomei e poi regno di uno ramo cadetto della dinastia? Qualcuno avrebbe un'idea di quale via sarebbe più interessante da sviluppare?

.

Gli risponde feder:

Dunque, finché esistono i Lagidi, Meroe non ha spazio di manovra e vive sotto il timore costante di essere invasa, quindi bisogna levarli necessariamente di mezzo. Ecco alcune idee:

1) il mio cuore dice che Meroe conquista l'Egitto dopo la decadenza dei Tolomei e si ellenizza, costruendo una nuova dinastia nubiana;

2) la più probabile, Antioco il Grande distrugge i Lagidi, penetra in Egitto, proclama di essere Alessandro Magno redivivo e l'unico suo legittimo successore (muta nome in Alessandro IV Antioco), i romani decapitano la Macedonia e quindi nessuno può opporglisi. L'impero argeade è ricostituito dopo due secoli, ma più piccolo; fra le altre cose, i Seleucidi non riusciranno mai a estendere il proprio controllo sul Nilo più a sud di Menfi. Numerosi sono i profughi greci ed egiziani, legati al vecchio regime tolemaico, che fuggono a sud. Meroe li accoglie, si ellenizza, mette un Tolomeo sul trono, si proclama legittima padrona del Nilo e occupa l'Alto Egitto con Tebe ed Eliopoli, cuore religioso della terra;

3) Tolomeo Cesare, capendo che nel Mediterraneo non c'è spazio per lui, ripara a Meroe, dove, al comando di un'imponente armata, cattura la regina di Nubia e la costringe a sposarlo. L'Egitto diviene comunque romano, ma Meroe riceve vigore e nuova spinta dal dominio greco-egiziano e si estende verso sud, giungendo a unificare la Nubia. Quali rapporti fra le dinastie giulio-claudia e giulio-tolomaica?

4) (variante della precedente): 69 d.C. Il dominio di Roma è nel caos: quattro imperatori nominati e uccisi nel giro di un anno, quand'ecco minacciosa una potenza militare sconosciuta emergere dal profondo sud. Si tratta di un uomo che ha tratti somatici simili a quelli dei Cesari che campeggiano sui solidi e sui denarii, misti però a una carnagione scura e occhi di fascino egiziano... Tanto peggio: da Alessandria, egli proclama di essere bisnipote di Cesare e che, estinta la stirpe di Augusto, resta lui il parente più vicino in vita. Il suo esercito di neri, poi, è disciplinatissimo e potente: presto sbarca in Italia, batte l'ultimo usurpatore Vitellio, rade al suolo la città di Cremona perché in essa si mormorano maldicenze contro lo stregone etiope, entra a Roma e si fa riconoscere imperator per acclamazione dal popolo dell'Urbe, che, conquistato dalla sua gloria militare e dalla sua malia esotica, è convinto di aver di fronte un vero figlio di Venere. Un africano governa su Roma, e su tutto l'impero.
...ma c'è un'ombra. Il Senato è tutto meno che contento di essere stato marginalizzato in questa maniera, e comincia a prendere contatti con Vespasiano. Chi prevarrà?

.

Al che Perchè No? commenta:

La 1) mi sembra possibile, ma direi che Meroe conquista solo l’Alto Egitto e i Tolomei conservano il Basso Egitto (o almeno Alessandria e Cirenaica) con l'aiuto di mercenari. Il problema sarebbe che questa conquista contro i Tolomei sarebbe per forza anti-greca e tradizionalista, come le ribellioni indigene dopo Raphia, e non vedo come potrebbero ellenizzarsi.

La 2) é più improbabile, perché un Tolomeo sarebbe messo sul trono di Méroé? Posso capirlo se fugge nel Sud con un esercito e conquista il potere, ma se ha un esercito perché non rimane a combattere Antioco? I profughi greci non andrebbero verso zone piu « civilizzate » (Cirene per esempio)?

La 3) e la 4) soffrono dello stesso problema: perché Tolomeo Cesare, sopravvissuto e nascosto in Nubia, potrebbe diventare re di Méroé?

E se facciamo una quinta ipotesi? Alessandro spinge le sua armate più a Sud dell'Egitto o vi invia uno dei suoi generali. Questo ritarda un po' la sua conquista dell’impero persiano ma gli permette di prendere le miniere d'oro della Nubia. Alla sua morte la satrapia di Nubia viene affidata a un generale macedone, prima vassallo dei Lagidi e poi indipendente con il loro declino (uno scenario copiato sul modello del regno greco-battriano, insomma). Possiamo allora riprendere il tuo scenario 1) o 2).

.

E feder aggiunge:

Hai ragione sugli sviluppi 1) e 2). Sui 3) e 4) mantengo le mie prospettive perché il motivo per fuggire a sud Tolomeo Cesare ce l'ha (scappare da Roma, dove né Marco Antonio né Ottaviano lo avrebbero benvoluto in quanto pericoloso rivale) e nessuno gli toglie di andarsene con un esercito potente.

Comunque vada per la 5), se vogliamo è meno originale ma funziona, quindi non vedo perché non prenderla in esame.

.

Diamo la parola a Generalissimus:

Nel 275 a.C. Tolomeo II si scontrò col Regno di Nubia, e dopo quel conflitto entrò in possesso della zona nota come Dodecascheno. E se invece riuscisse a conquistare l'intera Nubia?

.

Andrea Villa propone:

A seconda se i Tolomei riescono a mantenere il controllo della regione, ciò potrebbe avere conseguenze non insignificanti per tutte le civiltà del Mediterraneo. Per esempio, se la Nubia è ancora tolemaica dopo la morte di Cesare, Marco Antonio e Cleopatra Tèa Filopàtore potrebbero sfruttare la difficoltà dei collegamenti per creare una resistenza dopo Azio, e tentare di riconquistare l'Egitto. Un'altra possibilità è un maggiore sviluppo demografico, culturale e delle infrastrutture della Nubia, oltre a possibili screzi, scontri di confine e guerre con l'Etiopia...

.

Ma Perchè No? gela i loro entusiasmi:

Il Dodecascheno era la parte limitrofa all'Egitto tra la Prima e la Seconda Cataratta. L'intera zona tra le due cataratte era nota come la Triakontaschena. Poi dalla Seconda Cataratta fino alla Quarta vi era una zona non rivendicata che separava l'Egitto dal regno di Meroe (ma prima faceva parte del regno di Napata fino al IV secolo a.C.). Una conquista tolemaica fino alla Quarta Cataratta provocherebbe una reazione da parte di Meroe. Tolomeo II sarebbe ben lontano dalle sue basi con un esercito in gran parte indigeno e di fedeltà dubbia. Senza parlare della preoccupazione di non sapere cosa i Seleucidi combinano in Siria. Insomma, per rendere possibile la conquista della Nubia ci vorrebbe un POD per creare un pace durevole con i Seleucidi.

.

feder suggerisce:

Oppure una strategia diversa. Magari un'intensificazione dell'opera esplorativa, commerciale e missionaria lungo le sponde del fiume Nilo. Ma allora chissà dove potrebbero fermarsi i greci...

.

Perchè No? tuttavia scuote il capo:

Non c'era molto da esplorare. Il corso nubiano del Nilo era ben conosciuto da secoli e la cooperazione commerciale è stata assai ricca dopo il primo tentativo di Tolomeo II (credo che l'ultimo a condurre un esercito a Sud sia stato Tolomeo V, e solo per difendere l'Alto Egitto). L'attività missionaria? Sarebbe piuttosto il rovescio, Meroe voleva mantenere i contatti con i siti sacri in Alto Egitto, principalmente Philae, il movimento era più nella direzione da Sud verso Nord.

Da notare che Meroe è stata capace di sconfiggere Roma nel 24 a.C. e prendere Philae e Assuan, firmando un trattato di pace per delimitare il confine. Si potrebbe forse immaginare una TL dove Meroe ha più successo e strappa tutto l'Alto Egitto a Roma, creando la XXXII dinastia o Seconda Dinastia Nubiana.

.

E ora, l'idea di Inuyasha Han'yō:

Nel 168 a.C. Antioco IV decide di ignorare l'ultimatum di Gaio Popilio Lenate e prosegue la sua conquista dell'Egitto. Di conseguenza la repubblica romana dichiara guerra all'impero seleucide... Quali sviluppi?

.

Gli replica William Riker:

Scusa il ritardo nella risposta, Inuyasha. C'è il rischio che Antioco IV subisca una batosta al cui confronto quella di Magnesia era solo la sconfitta in un'allegra partita a Briscola, anche perchè i Romani possono contare sull'alleanza con Pergamo, la Bitinia, ovviamente l'Egitto e soprattutto i Fratelli Maccabei (che hanno dalla loro un alleato imbattibile, YHWH). C'è il rischio che l'intero ex Impero Seleucide venga annesso alla Repubblica Romana, con l'Egitto, l'Armenia e la Partia che diventano stati satelliti di Roma e Israele che recupera l'indipendenza (istituzione della Festa della Dedicazione o Channukah, a cui una volta io ho partecipato in casa di un amico), ovviamente sempre nell'orbita di Roma. La Repubblica si apre uno sbocco diretto sul Golfo Persico e può commerciare direttamente con l'India. Conseguenze imprevedibili: Pompeo nuovo Alessandro conquista la Persia? Cesare lascia perdere la Gallia e si concentra sull'Arabia Felix? Oἰκουμένη greco-romano dalla Spagna all'Indo?

.

E Bhrihskwobhloukstroy aggiunge:

Bisognerebbe che fosse un’annessione vera e propria e non la finzione di instaurare piccole Repubbliche democratiche, come Roma usava fare in quegli anni; dopo di ciò, si sarebbe trattato di invertire l’esito che storicamente ha avuto l’attacco dei Parti (Mitridate I.) ai Seleucidi nel 148-141 a.C.: in questo caso, la Persia non sarebbe da conquistare e Pompeo verosimilmente espanderebbe la Repubblica in India (con gli Indo-Sciti, per esempio). Cesare ha avuto il Proconsolato anche in Gallia Narbonese a causa dell’improvvisa e misteriosa morte di Quinto Cecilio Metello Celere (con le relative dicerie su Clodia) e quindi credo che lo otterrebbe anche in questo caso, tanto più se è vero che storicamente ha mutato i proprî progetti rispetto a quelli originarî contro Burebista.

.

Questa è l'idea in proposito di Lord Wilmore:

Allora, io l'ho pensata così. Nell'80 a.C. Tolomeo XI Alessandro lascia l'Egitto in eredità ai Romani (in questa TL il testamento non è fasullo e non viene impugnato). Giulio Cesare va in Gallia come in HL e conquista anche Britannia meridionale ed Elvezia. Pompeo si prende l'oriente, ripete l'impresa di Alessandro Magno, penetra in India e vi fonda stati satelliti di Roma; anche Sri Lanka diventa provincia romana come trampolino verso l'esplorazione dell'Indonesia e del Corno d'Africa. Crasso, invidioso, sottomette i Nabatei ed entra a cavallo nel Tempio di Gerusalemme, credendo di scoprirvi chissà quali tesori e trovandovi invece solo il rotolo della Torah. YHWH se la lega al dito e Crasso muore in battaglia a Macoraba (oggi la Mecca) sconfitto dai Banu Quraish.

Antipatro subentra agli ultimi Asmonei con l'appoggio di Pompeo. Dopo la sconfitta a Farsalo, Pompeo fugge proprio presso Erode Antipatro che lo fa assassinare credendo di ingraziarsi Cesare. Questi non gradisce, si innamora di sua figlia Salomè e la pone sul trono al posto del padre, che viene giustiziato senza troppi complimenti. Dopo che Cesare è assassinato da Bruto e Cassio, alla vigilia di una nuova spedizione contro gli Arabi, Salomè è liquidata da suo fratello Erode che recupera la sovranità sulla Terrasanta, dà la sua ex amante Mariamne in sposa ad Antonio che con lui pensa di eliminare Lepido e Ottaviano e di realizzare un terzo triumvirato Erode-Antonio (sì, lo so che ne manca uno, ma i Romani non erano bravi in Matematica). Agrippa sconfigge la flotta erodiana al largo di Cipro, Antonio e sua moglie Mariamne si suicidano, Erode fugge presso gli Arabi che lo fanno fuori e regalano la sua testa ad Ottaviano. Erode non ha figli adulti in grado di succedergli e l'intero suo regno, indiviso, va in eredità ai Romani come Provincia di Giudea e Galilea (Gaza dipende dalla Siria, la Decapoli è autonoma).

Ribellione degli Ebrei verso il 15 a.C. istigata da degli Zeloti ante litteram, Agrippa schiaccia la rivolta e rade al suolo o quasi Gerusalemme. Siccome non c'è stato Erode il Grande, il Tempio non è stato sontuosamente ricostruito e a finire in cenere è quello di Zorobabele, piccolo e fatiscente, nonostante Agrippa avesse dato ordine di non distruggerlo, perchè come tutti i Quiriti è superstizioso e teme che il Dio degli Ebrei lo perseguiti con la sua vendetta; infatti, come punizione egli morirà giovane e non succederà a Ottaviano di cui è diventato genero. La dura repressione romana fa sì che molti Ebrei fuggano in altre parti dell'Impero, verso la Mesopotamia ma anche verso la Grecia e l'Italia.

Un gruppo di transfughi di Betlemme, tra cui Giacobbe e suo figlio Giuseppe (oppure Eli e suo figlio adottivo Giuseppe), si stabiliscono in un villaggio dell'Umbria fondata da esuli Greci durante le Guerre Civili e perciò chiamata Colonia Graeca, l'attuale Greccio. Invece Gioacchino ed Anna con la figlia Maria si stanziano in un'altra cittadina umbra chiamata Tarsina dagli Etruschi e Tadinum dai Romani, l'attuale Gualdo Tadino, così l'amico Luigi ha ispirazione per scrivere un nuovo romanzo sulla sua città. Maria cresce perciò a Tadinum, ma conosce Giuseppe il carpentiere che si è recato là per costruire qualche casa (forse il primo nucleo della futura rocca di Re Totila?) e decidono di sposarsi. Lei resta incinta ma l'Angelo conta tutt'a cosa a Giuseppe che decide comunque di sposarla. Nel 7 a.C. Ottaviano Augusto ordina il censimento di tutta la Terra, dalla Lusitania a Sri Lanka, e Maria e Giuseppe vanno a Greccio (ribattezzata Betlemme dagli abitanti israeliti) per farsi registrare nonostante lei sia incinta di nove mesi, Gesù nasce in una stalla (il famoso Presepe di Greccio) e poi si reca con i genitori a vivere a Tadinum.

Dopo la morte di Giuseppe, Gesù inizia a predicare e giunge a Roma, ma la comunità ebraica lì presente lo osteggia e induce Elio Seiano (Tiberio se la sciala a Capri) a metterlo a morte "perchè Gesù si è proclamato Re e non vi è altro Re che Cesare". Seiano se ne lava le mani e Gesù è crocifisso con due schiavi sul Colle Vaticano. Viene sepolto lì vicino da Gneo Domizio Enobarbo su preghiera della giovane moglie Agrippina Minore, figlia di Germanico (nipote di Tiberio), che è stata convertita da Gesù. Il terzo giorno Gesù risorge e invia i discepoli ad evangelizzare tutta la Terra. Caio Germanico, fratello di Agrippina Minore detto Caligola, si dà con zelo a perseguitare i primi cristiani come nemici dello Stato, ma lungo la via che porta a Pompei viene folgorato da una luce e sente la voce di Gesù che lo invita a raggiungere Pompei dove gli sarà detto cosa fare. Egli abbandona tutto, inclusa la prospettiva di diventare Imperatore - di lì a poco a Tiberio succede il nipote Claudio, perchè ritenuto a torto un inetto - e si fa chiamare Paolo; sarà l'Apostolo delle Genti, e verrà decapitato a Mylapore, in India, il 29 giugno del 67 d.C. San Pietro morirà invece lo stesso giorno e alla stessa ora, crocifisso a testa in giù sul Monte Calvario poco fuori Gerusalemme, città di cui era Vescovo, nell'ambito della persecuzione ordinata da Nerone, figlio di quell'Agrippina Minore che era stata tra i primi discepoli di Gesù e da lui stesso fatta assassinare; i Cristiani infatti, che pure all'inizio non gli stavano antipatici, si sono rifiutati di riconoscerlo come Dio oltre che come sovrano, dato che Nerone, influenzato dalle province orientali del suo Impero, ha preteso onori divini quando è ancora in vita. Che ne pensate?

.

Gli replica Bhrihskwobhloukstroy, un'autorità indiscussa in questo campo:

Complimenti! Hai risolto tutti i problemi che mi paralizzavano (ma non perché l’idea fosse mia; è tutta Tua ed è giusto che sia stato Tu a realizzarla). Se non ho completamente frainteso, siamo all’interno dell’ucronia di Antioco IV. e quindi valgono anche le ulteriori conseguenze che Tu ne avevi tratto all’inizio.

Dato che si parla di Greccio in Sabina, non resisto alla tentazione di comunicare che, per parte mia, ho proposto di derivarne il nome (attraverso *Grĕcĭŭm in latino) dall’indoeuropeo *Grĕk-i̯ŏ-m (divenuto *Grĕki̯ŏ in sabellico, da cui l’ha tratto il latino) nel significato di ‘relativo alla curvatura (del terreno)’ (dato che si trova su una collina in curva), corradicale dell’indoeuropeo *grōk-ŭ́-s (da cui il germanico *krōǥŭ-z e quindi il tedesco Krug ‘bricco, brocca’), dalla radice √*grĕk- ‘curvo’. Beninteso: anche la derivazione da *Grăecĭŭm avrebbe dato lo stesso esito, quindi non contesto la correttezza dell’etimologia corrente, ho aggiunto la mia solo per completezza, perché nel caso dell’etimologia vulgata l’origine del nome risale a circa 2000 anni orsono, mentre l’etimologia indoeuropea rimonterebbe alla Preistoria, come minimo al Calcolitico e come massimo addirittura al Paleolitico Superiore!

La discussione al momento è – che mi risulti – la seguente:

1) un’etimologia che al contempo ha il pregio di essere linguisticamente regolare e il doppio vantaggio pubblicistico di essere intuitiva e nota è quella da *Grăecĭŭm (che, benché non sia attestato in latino, poteva esistere e significare ‘[territorio] dei Greci’);

2) l’etimologia che si trova nei repertorî usati degli Studiosi, ma che ha il difetto di non essere linguisticamente regolare, è *Cărĭcĭŭm ‘luogo delle càrici’ (non è attestato in latino, ma è un derivato regolare da cărĕx; irregolare è la trasformazione fonetica da *Cărĭcĭŭm a Grèccio, perché dovrebbe invece dare esito †Caréccio);

3) l’ultima etimologia è quella che ho proposto (indoeuropeo *Grĕk-i̯ŏ-m ‘[territorio] relativo alla curvatura [del terreno]’); in quanto recostrutto indoeuropeo, per definizione non è attestato (perché l’indoeuropeo era parlato solo prima della nascita della scrittura fonografica), in compenso è regolare sia dal punto di vista della formazione della parola sia da quello delle trasformazioni fonologiche.

Come giudicare tale varietà di proposte? Anzitutto col criterio della regolarità: la prima e la terza sono regolari, la seconda (paradossalmente quella degli Studiosi) no, quindi è intrinsecamente molto meno probabile. Inoltre col criterio delle possibilità: quando non sappiamo niente della storia di un toponimo – in questo caso in Sabina – possiamo ipotizzare che sia, a ritroso nel tempo, di origine germanica oppure latina oppure prelatina (nello specifico, sabina, a sua volta di origine indoeuropea). Potrei infatti proporre anche un’etimologia germanica, purché regolare. In questa prospettiva, tutte e tre le possibilità sono alla pari.

Infine, col criterio della pertinenza (quanto più il significato è verificabile come descrizione – nel senso più ampio – del luogo, tanto più è probabile): in tal caso, la seconda e la terza ipotesi hanno un riscontro (la collina è effettivamente curva e vi crescono le càrici), mentre di Greci finora non si ha documentazione o almeno traccia (che sia indipendente dall’ipotesi toponimica), quindi con questo criterio – che però è il più debole – si privilegiano la seconda e la terza.

.

Per farci sapere che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


Torna indietro