L'Impero Romano della Nazione Germanica


Tutto inizia da Filobeche:

Ho pensato ad una linea temporale alternativa dove, non cadendo l'impero Franco di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero si estende dalla vistola all'Atlantico passando per Parigi e Marsiglia. Che effetto ha questo sulla storia dell'Europa?

Innanzitutto il Francese rimane una lingua germanica simile al Vallone. Senza la Francia il Papato è ridotto a vescovato dell'imperatore, la lotta non è più tra guelfi e ghibellini ma tra Kapet e Staufen per il controllo dell'impero. Se l'impero è molto forte potrebbe anche essere capace di estendere il suo influsso verso l'Iberia...con la conseguenza che anche lo spagnolo sarebbe una lingua germanica... Ovviamente alla fine l'impero dovrà accettare le sue conseguenze di una politica espansiva e dovrà ritirarsi entro frontiere più accettabili ma un europa Germanica... farà si che sia più facile creare un'Unione Europea o avremo un blocco germanico ad occidente contro uno Slavo-greco ad est?

.

Maggioriano obietta:

Un impero simile è destinato a durare (come nella nostra timeline) solo finché sul trono stanno sovrani capaci. La situazione che descrivi potrebbe durare al massimo un decennio, senza lasciare grandi tracce nelle parlate locali.

.

Filobeche allora ribatte:

Non sono del tutto sicuro. Il trend dei regni Carolingi era la disgregazione in quanto il diritto Franco stabiliva che l'eredità toccasse in egual parte a tutti i figli (Gavelkind) però è anche vero che la parte tedesca dell'impero non si disgregò più ne accadde alla Francia. Se rimane un solo imperatore... diciamo Ludovico il Germanico(che mi sta simpatico), il processo di "accentramento" feudale alla fine sarebbe stato anticipato. Che nel XVI secolo l'impero Franco sia unificato o una collezione di stati tipo l'impero degli asburgo... questa è una questione aperta. Ed ecco una brevissima Timeline dell'Impero romano della nazione tedesca:

840: Dei figli di Carlo il Calvo, solo Ludovico sopravvive alla morte del padre ed eredita l'impero che va dall'Atlantico alla Morava.

IX-X secolo: l'impero entra in crisi con la fine della dinastia Carolingia, ma quando la minaccia Un gara si fa presente trova la sua compattezza nelle mani della Casata di Sassonia. Italia, Franconia (HL Francia), Germania e Borgogna tornano ad essere unite sotto la casata degli Ottoni. La corruzione del Papato viene fatta cessare con l'instaurazione di Papi fedeli alla casa imperiale.

999-1003: Roma torna, durante il breve regno di Ottone III ad essere il centro dell'impero. La casata si estingue ma l'opera svolta dall'imperatrice Teofane e dal giovane imperatore permettono alla successiva casa di Franconia (non la nostra Franconia, in questa TL sono abbastanza simili ai Capetingi) di espandere il dominio dell'impero verso oriente (Polonia ed Ungheria vassalle, definitiva annessione della Boemia e della Moravia).

1045: battaglia di Manzicerta, i Turchi invadono l'impero Bizantino, i Normanni stabilmente s'insediano nel sud Italia.

1066: Norvegia, Svezia, Danimarca e Anglia sono unificate da Harold di Norvegia. Galles, Cornovaglia e Irlanda sfuggono alla conquista danese.

1077: Colonizzazione dell'Islanda.

1086: Le sorti dell'impero Bizantino vengono sollevate dalla casata dei Comneni, i primi cavalieri tedeschi lasciano l'impero per combattere i mori in Spagna.

1099: le crociate; cavalieri Franconi, Inglesi e di altre nazionalità, lasciano le loro terre ed invadono la terra santa. Sotto il Governo dei da Buglione, sorge il regno di Gerusalemme.

XII secolo: Ascesa della casa Staufen con Filippo e poi Federico, rivolta dei comuni italiani e parziale concessione dei diritti ai comuni Franconi. A Federico succede Enrico VII che annette in unione personale il regno di Sicilia. Federico II e Corrado aiutano l'impero Bizantino e la Polonia.

1204-1210: Gli Angeli sfidano gli Staufen, crociata contro Costantinopoli, sacco della città, nascita dell'impero latino. Penetrazione Germanica in Spagna, Alfonso diventa prima duca, e poi re d'Aragona.

XIII secolo: Invasione dei Mongoli del Khanato dell'Orda d'oro e degli Ilkhan, i primi in Russia i secondi in Asia Minore/medio oriente. Crociata di Federico II per fermare i Mongoli, nascono i cavalieri Teutonici. Con l'aiuto degli Ilkhan (ed il pagamento di un pesante tributo), Trebisonda e Gerusalemme sopravvivono all'attacco degli Ayubbidi prima e dei Mamelucchi poi. La Siria e l'oltre Giordano vengono occupate dagli Ilkhan.

L'Europa intorno al 1200 (grazie a Filobeche)

C'è poi la proposta di Enrica S.:

Ucronia dedicata al grande Bhrghowidhon. La lingua romanza di Pannonia non si estingue all'epoca di Carlo Magno, ed è parlata tuttora in buona parte dei Balcani. Quali le conseguenze?

.

Le replica Iacopo Maffi:

Secondo me basterebbe che i Bulgari optassero per la Chiesa latina, coma pareva fosse cosa fatta.

.

Ma Bhrghowidhon non si mostra d'accordo:

Quello però era né più né meno che il romeno; quello di Pannonia (di cui esiste ancora oggi un'estrema eco nell'istrioto/istroromanzo) avrebbe richiesto, nella Storia (e geografia) che conosciamo, una conversione degli Avari (in quanto tali, non nella componente slava) entro il Patriarcato di Aquileia.

.

Iacopo allora si informa:

Il pannonico quanto sarebbe simile al friulano? Quali sarebbero i suoi limiti geografici? E i suoi sostrati? Come cambia la sprachbund balcanica? Possono resistere isole linguistiche tipo albanese? Cosa succede con l'irruzione magiara?

.

E Bhrghowidhon risponde:

Il pannonico sarebbe simile al friulano più o meno quanto il provenzale e il milanese: un po', ma chiaramente distinti e con varietà intermedie interposte. Più simili al pannonico sarebbero l'istrioto/istroromanzo e il dalmatico. I suoi limiti geografici sarebbero a Nord e Est il Danubio, a Ovest il confine fra Norico e Rezia, a Sud l'Adriatico; i suoi sostrati sarebbero il pannonico preromano (lingua indoeuropea centum con trasformazione di /o/ breve in /a/ breve) e il celtico continentale.

La Lega Linguistica Balcanica ha come varietà centrali l'albanese, il bulgaro-macedone e il romeno, laterali il serbo, il greco e il turco osmanlı; l'ungherese c'entra solo perché partecipa, come lo Sprachbund balcanico, dei carpatismi (parole tipiche dell'area carpatica), quindi la permanenza del pannonoromanzo invece del magiaro non avrebbe influenze dirette.

Possono resistere isole linguistiche tipo albanese? Dipende: se sfuggono al Patriarcato di Aquileia (e a tutti gli altri) per qualche secolo fra il V. e il X. sì, altrimenti sarebbero isole alloglotte di immigrazione relativamente più recente. Al momento dell'irruzione magiara, se il Cristianesimo è già rimasto ampiamente radicato e i Magiari vi si convertono senza una particolare Missione (praticamente come hanno fatto i Longobardi al Cattolicesimo), allora è possibile un'assimilazione dei Magiari così come storicamente sono stati assimilati a questi ultimi gli Jászi e i Cumani, altrimenti si avrebbe quel che si è visto nella Storia vera.

.

Anche Paolo Maltagliati ha una domanda in proposito:

Posso osare supporre che le attuali Svizzera, Tirolo e Carinzia siano ladine? E la Slovenia sia istrorumena?

.

Al che Bhrghowidhon ribatte:

Di Svizzera e Tirolo si sa positivamente che erano, fino ai primi secoli del Basso Medioevo, francoprovenzale l'Alto Vallese, l'Oberland Bernese e Unterwalden, lombarda/o Uri con Orsera (Urseren), romanci tutti i Grigioni, Glarona, San Gallo e Appenzell, romanci anche il Vorarlberg, il Tirolo Settentrionale (engadinese) e la Val Venosta (monasterina), ladina dolomitica la Valle Isarco e la Pusteria fino al Tirolo Orientale. La Carinzia poteva essere friulana, se non era pannonoromanza. La Slovenia istrorumena? Piuttosto istriota/istroromanza; l'istroromeno è di importazione più recente da Sud-Est.

.

Iacopo insiste:

Il morlacco equivale all'istroromeno? E lo stesso nome "morlacco" è di influenza turca o risale a prima?

.

Ma Bhrghowidhon non si fa pregare a rispondergli:

Il morlacco equivale all'istroromeno? In senso linguistico no, in senso etnico solo in parte e per coincidenza, perché alcuni Istroromeni possono essere di origine morlacca, ma altri quasi sicuramente no, mentre se alcuni Morlacchi possonoessere confluiti fra gli Istroromani, la maggioranza sicuramente no; quindi esistono due insiemi distinti, Morlacchi e Istroromeni, con una possibile intersezione.

Il termine "morlacco" risale in qualsiasi caso a prima dell'espansione ottomana in Europa, ma può riflettere una concezione cromatogeografica ("nero" = "settentrionale") anche turca (non per forza tale di origine immediata) se mauro- (ammesso che sia all'origine di mor-) va così inteso (appunto "nero" = "settentrionale"; lessicalmente si tratta di grecismo). L'etnonimo Valacchi, ovviamente, è di origine celtica (*Wolkai, singolare *Wolkā) e di mediazione germanica (*Walhōz, singolare *Walhaz) prima, slava (Vlasi, singolare Vlah[ŭ]) poi.

.

Paolo ritorna alla carica:

A questo punto volevo condividere la bozza di una cartina linguistica che avevo fatto per una mia ucronia in progetto diverso tempo fa, che credo possa essere relativa al tema...

.

Tommaso Mazzoni si informa:

I blocchi isocromatici continui corrispondono ad entità politiche oltre che linguistiche? Che so, Giallo1= Impero Romano, Giallo 2 Principato di Valacchia ecc, ecc?

.

Al che Paolo replica:

Tendenzialmente no, anche se, ovviamente, occorre tenere conto che:

1) la diffusione delle lingue tiene sempre conto dell'evoluzione politica
2) la situazione descritta a livello linguistico è approssimativa: naturalmente non ci sono che i gruppi "principali".
3) rappresenta un'epoca corrispondente a un ipotetico inizio/prima metà del XX secolo
4) è la cartina che si basa su un'ucronia che ahimé non ho sviluppato che in minima parte, e che prende le mosse da un'affermazione di un impero romano (visi)gotico. I PoD sono la vittoria dei visigoti nella battaglia di Vouillé e la prematura morte di Clodoveo. Poi a catena se ne legano altri, naturalmente (intuibile quello della mancata affermazione anglosassone totale sulla Britannia, per dirne uno).

.

Inseriamo qui la proposta di MattoMatteo:

Idea ispirata dal libro "Storie per bambini" di Isaac Bashevis Singer. In una delle storie, un rabbino arriva presso le tribù che abitano sulle sponde della Vistola (il più grande fiume polacco), e salva la figlia del re di quelle terra dall'essere sacrificata agli spiriti del fiume; l'opposizione di alcuni sudditi, però, costringe il re a mandare via il rabbino, assieme a cui se ne và anche la ragazza, innamorata di lui. La mia domanda è: se a cavallo dell'anno 1000 (secolo più, secolo meno) gli ebrei, per sfuggire alle persecuzioni, arrivassero in Polonia e convertissero la popolazione locale, creando un vero stato ebrei in Europa orientale?

.

Gli replica Alessio Mammarella:

Gli Ashkenazi (gli ebrei dell'Europa orientale) cominciarono a stabilirsi sul Reno tra il 1000 e il 1200 circa, per poi espandersi verso est; originariamente erano appena il 3% degli ebrei totali, ma prima della WWII erano arrivati ad essere oltre il 90%. Il fatto che gli ebrei Ashkenazi siano diventati così numerosi nei secoli mi fa pensare che qualcosa del genere possa essere realmente accaduto, seppure su una scala più limitata (gli ebrei non fanno proselitismo, anche se rispettando determinati requisiti accettano conversioni) rispetto a come immaginato dal tuo quesito. In ogni caso gli ebrei non potevano, nell'Europa medievale, pensare di fare politica: sarebbero immediatamente diventati oggetto di qualche "crociata". Peraltro in quella regione operava l'Ordine Teutonico, la confraternita di monaci-guerrieri, affine a templari ed ospitalieri, che si occupava di cristianizzare con la forza le tribù pagane del Baltico. L'Ordine Teutonico era espressione della Drang nach Osten, la storica espansione verso oriente delle popolazioni germaniche e l'espansione del cristianesimo era più che altro strumentale, tanto che ci furono varie guerre tra Ordine Teutonico e Polonia, nazione che si era già convertita al cristianesimo. Figuriamoci che cosa sarebbe potuto accadere se l'intera nazione si fosse adattata ai costumi ebraici! Forse sarebbe accaduto ai polacchi qualcosa di simile ai catari, l'Imperatore sarebbe arrivato con i suoi cavalieri e si sarebbe preso quelle terre sterminando gli abitanti. Avrebbe potuto farlo legittimamente (in base alle leggi del tempo, ovviamente, dal nostro punto di vista sarebbe stato un genocidio) in quanto successore di Carlo Magno e tutore della fede cristiana.

.

Ed ora, una proposta alternativa sempre dello stesso Filobeche:

L'Impero Romano della Nazione Italica

Ogni estate a Maccagno (VA) una parata in costume rievoca un'antica tradizione, secondo cui Ottone I di Sassonia fece naufragio nel 962 sul Lago Maggiore mentre muoveva contro il suo rivale Berengario, e fu salvato dai pescatori di Maccagno; riconoscente, il futuro imperatore concesse l'indipendenza del feudo e il diritto di conio di una moneta. Ma che succede se i pescatori di Maccagno sono troppo impegnati nelle loro attività, e Ottone annega?
Ad essere eletto imperatore è Berengario. Il centro dell'impero rimane in Italia (a Milano o a Pavia); la Germania, senza il fardello dell'impero, segue la strada della Francia ed entro la fine del XIII secolo è uno stato unito e compiutamente feudale. L'Impero Italico è più piccolo di quello Germanico, ed anche meno superbo. La sfida con il papa può essere vinta, ma quella con la Francia? Si tornerà ad un impero Carolingio con i sovrani della dinastia Capetingia incoronati a Roma? E l'Impero può essere di aiuto nell'unificare l'Italia? Un potere centrale più vicino in teoria vorrebbe una maggiore unità ed una minore propensione alla secessione. I comuni si sviluppano? E se sì, come? Il Sud d'Italia fa certamente parte delle rivendicazioni imperiali, ma come recuperalo? E poi Bisanzio accetterà gli Italiani come pari, o considererà anche loro come dei barbari?

.

Così gli risponde in forma interlineare il grande *Bhrg'howidhHô(n-):

*Bhrg'howidhHô(n-): colgo volentieri l'occasione per dire la mia, perché abito a venti minuti da Maccagno!

.

Filobeche: secondo la tradizione, Ottone I di Sassonia fece naufragio nel 962 sul Lago Maggiore mentre muoveva contro il suo rivale Berengario, e fu salvato dai pescatori di Maccagno; riconoscente, il futuro imperatore concesse l'indipendenza del feudo e il diritto di conio di una moneta. Ma che succede se i pescatori di Maccagno sono troppo impegnati nelle loro attività, e Ottone annega?

*Bhrg'howidhHô(n-): il tema centrale dell'ucronia è un Sacro Romano Impero con sede a Pavia o comunque a Sud delle Alpi, quindi non voglio depistare, ma questo punto delicato ritorna spesso nelle ucronie e merita almeno una parola d'ufficio anche qui: la politica di espansione imperiale dalla Germania a Sud delle Alpi è stata una costante geopolitica di secoli e a sua volta si inserisce in una tendenza millenaria, non basta la morte di un singolo Imperatore tedesco per annullarla definitivamente, come se si trattasse di un treno che passa una sola volta nella Storia; occasioni uniche sono state piuttosto situazioni estreme come lo scontro tra Arabi e Cinesi nella battaglia di Talas oppure la morte di Tamerlano (a capo di un Impero sostanzialmente turco ma con centro di gravità collocato in area iranica) in procinto di attaccare la Cina o ancora la rinuncia di Alessandro il Macedone a inoltrarsi in India.
La prima risposta che verrebbe sarebbe quindi: non sarebbe cambiato molto, invece di Ottone I ci sarebbe stato Ottone II (che non sarebbe morto in Calabria) o anche Ottone III e poi in ogni caso Enrico IV, Federico I, Ottone IV, Enrico VII, Massimiliano I, Carlo V ecc.
Questo non toglie alcunché alla personale riconoscenza di Ottone I per i Pescatori di Maccagno, ci lascia però con un'ucronia interessantissima ma senza un punto di divergenza al di sopra di ogni dubbio.
Solo come tentativo, dato che appunto l'espansionismo transalpino non può essere eliminato dalla Storia, proporrei, invece di un Sacro Romano Impero senza né Francia né Germania, piuttosto un Sacro Romano Impero con la Germania ma con sede a Sud delle Alpi (ad esempio, per non cambiare troppo, Pavia); che poi l'Imperatore sia svevo o sassone o francone o longobardo non è decisivo (possono anche succedersi, come di fatto è accaduto tranne che per i Longobardi, tutte le Dinastie), l'importante è che il centro del Potere sia a Sud delle Alpi.
Qui di sèguito perciò faccio conto che l'ucronia sia così modificata: la Sede del Sacro Romano Imperatore è Pavia, ma i suoi dominî includono il Regno di Germania (dove ciò è in contraddizione con la formulazione originaria dell'ucronia, aggiungo una notazione specifica).

.

Filobeche:Ad essere eletto imperatore è Berengario. Il centro dell'impero rimane in Italia (a Milano o a Pavia); la Germania, senza il fardello dell'impero, segue la strada della Francia ed entro la fine del XIII secolo è uno stato unito e compiutamente feudale.

*Bhrg'howidhHô(n-): compatibile anche con l'ucronia riformulata, anche se meno verosimile rispetto all'alternativa (crescente potere dei Grandi Feudatarî e continua dispersione di sforzi da parte dell'Imperatore per mantenere la coesione dei proprî dominî d'Oltralpe. Questo è un gravissimo svantaggio (persino peggiore di quanto avvenuto realmente), ma pur sempre minore rispetto al conflitto continuo che si avrebbe tra un Sacro Romano Impero limitato a Sud delle Alpi e un Regno di Germania con direttrice di espansione verso il Mediterraneo.

.

Filobeche: L'Impero L'Impero Italico è più piccolo di quello Germanico, ed anche meno superbo.

*Bhrg'howidhHô(n-): qui evidentemente non c'è compatibilità tra l'ucronia originaria e quella riformulata. Sulla superbia - se si intende "ambizione geopolitica" - non vedo motivi di ipotizzare una differenza con la Storia reale, se non casomai in direzione opposta: un Sacro Romano Impero della Nazione Longobarda (o, se vogliamo, Italica, ma dovremmo discutere dettagliatamente il caso) sarebbe potenzialmente altrettanto espansionista di quello della Nazione Germanica e fattualmente molto più aggressivo (purché - per assurdo - sollevato per qualche propizia circostanza dagli attacchi transalpini), in quanto mirerebbe direttamente a Bisanzio e al Levante (veri e costanti obiettivi dell'imperialismo europeo).

.

Filobeche: La sfida con il Papa può essere vinta, ma quella con la Francia?

*Bhrg'howidhHô(n-): chiaramente sono due sfide congiunte, l'una può essere vinta solo insieme all'altra, a meno che i due avversarî (Francia e Papato) vengano tenuti separati, il che è tuttavia difficile a causa dell'asimmetria delle ostilità: l'Impero Longobardico o Italico può aspirare a un'intesa con la Francia, ma quest'ultima deve per definizione mirare all'annessione sia della Cisalpina sia dell'Italia (e naturalmente anche della Penisola Iberica), quindi non può addivenire a una vera intesa, mentre d'altra parte l'Impero Longobardico / Italico non può permettersi un Papato davvero indipendente, quindi nemmeno un'autentica alleanza in funzione antifrancese (che sarebbe solo difensiva, cioè limitata alle situazioni d'emergenza in concomitanza con episodî di imperialismo francese, ma lascerebbe insoddisfatte le primarie esigenze geopolitiche di conquista della Grecia e del Levante, beninteso senza tralasciare la Tunisia).
È chiaro che contro tre avversarî (Francia, Germania, Papato) e con tali obiettivi (Tunisia, Bisanzio, Levante) un Impero Longobardico / Italico non ha possibilità di successo a meno di combinazioni imprevedibili.
Qualche speranza in più ci sarebbe nel caso che - come propongo - il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica con centro in Lombardia comprendesse anche la Germania a Nord delle Alpi: allora si avrebbe un grande Impero dal Baltico al Tirreno contrappossto a Francia e Papato, ma questa è esattamente la situazione storica e sappiamo che è andata a finire con lo spostamento dell'egemonia imperiale verso la Spagna.
Del resto, giustamente gli sforzi degli Imperatori Tedeschi sono stati indirizzati contro il Papato e contro le estensioni slave (prima bizantine e poi, in parte ma più minacciosamente, papali) anziché contro la Francia, ma è da quest'ultima che è venuta la sconfitta dell'Impero a Sud delle Alpi.
L'unica alternativa è ipotizzare che una costante politica antifrancese da parte tedesca eliminasse l'avversario più pericoloso (ma - ammesso che riuscisse - sarebbe poi emerso l'avversario spagnolo) e comunque tutto ciò comporterebbe sempre il rimando degli obiettivi geopolitici più interessanti (Bisanzio e Levante).
In pratica, la Storia sembra suggerire che un imperialismo europeo compiuto può essere perseguito solo da Potenze che siano libere su tre lati da minacce.

.

Filobeche: Si tornerà ad un impero Carolingio con i sovrani della dinastia Capetingia incoronati a Roma?

*Bhrg'howidhHô(n-): ah, ecco, vedo che la Francia ha avuto la meglio; ma adesso deve rivolgersi contro la Spagna (o proseguire contro Bisanzio o in Tunisia?) e comunque ha la Germania contro (storicamente ha estromesso per un po' la Germania dalla Cisalpina e dall'Italia, ma non ha mai conquistato la Germania).

.

Filobeche: E l'Impero può essere di aiuto nell'unificare l'Italia?

*Bhrg'howidhHô(n-): se intendiamo eliminare la compresenza di due centri di potere potenzialmente continentali (Papato e Impero) nel territorio della Penisola Italica, direi che solo con uno dei due si può pensare di eliminare l'altro, quindi sì, solo l'Impero (Germanico o Francese) avrebbe potuto conquistare il Papato; altri Stati più piccoli non sarebbero stati sufficienti.

.

Filobeche:Un potere centrale più vicino in teoria vorrebbe una maggiore unità ed una minore propensione alla secessione. I comuni si sviluppano?

*Bhrg'howidhHô(n-): da un lato la differenza fondamentale tra Comuni cisalpini e comuni transalpini era che i primi avevano usufruito di alcuni secoli di sviluppo urbano in più (e inoltre quantitativamente maggiore), specialmente durante il periodo romano, ma già da epoca preromana, quindi il fatto che abbiano conosciuto un periodo di particolare fioritura tra X. e XV. secolo (per prenderla molto alla larga) è comprensibile anche senza far intervenire l'anarchia imperiale; tuttavia, il caso del Regno di Sicilia e di Napoli mostra che zone ancora più e da più tempo urbanizzate possono essere unificate in una compagine statale relativamente unitaria da un Potere centrale sufficientemente attento, quindi la risposta potrebbe essere che i Comuni non danno vita a Signorie regionali se la Sede dell'Impero è a Pavia o Milano (o in qualsiasi altra parte a Sud delle Alpi)

.

Filobeche: E se sì, come?

*Bhrg'howidhHô(n-): questa è la possibilità opposta. Se si sviluppano, ma al contempo l'Imperatore conserva un potere sostanziale, allora lo sviluppo dei Comuni dovrebbe essere limitato al solo territorio PLEBANO della città (così come in Germania) e non all'intera sua DIOCESI (come invece è avvenuto nella realtà a Sud delle Alpi e anche in Svizzera), quindi i Comuni non confinerebbero gli uni con gli altri, ma sarebbero separati dai vasti territorî dei Grandi e Piccoli Feudatarî.

.

Filobeche: Il Sud d'Italia fa certamente parte delle rivendicazioni imperiali, ma come recuperalo?

*Bhrg'howidhHô(n-): storicamente lo hanno fatto i Normanni a vantaggio prima del Papa, poi dell'Impero, infine della Provenza o dell'Aragona; da Federcio Barbarossa / Enrico VI fino a Manfredi d'Altavilla e Corradino di Svevia quindi si può affermare che la rivendicazione sia stata soddisfatta e Federico II. ne è la prova incontrovertibile (e infatti la sua azione geopolitica è proseguita nelle direttrici classiche: Mediterraneo e Levante). La causa della fine del progetto imperiale fridericiano non è nel Regno di Sicilia, ma nella rivalità con l'imperialismo francese (in forma angioina), per cui siamo di nuovo al punto cruciale: l'Impero (Sacro Romano) non funziona se non unisce (o comprende) sia la Germania sia la Francia, dopodiché può avere la meglio sulla Potenza Iberica di turno e controllare la Penisola Italica per rivolgersi finalmente più a Est e Sud. A Carlo V. non è riuscito; a Napoleone I. sì.

.

Filobeche: E poi Bisanzio accetterà gli Italiani come pari, o considererà anche loro come dei barbari?

*Bhrg'howidhHô(n-): a meno di un ripiegamento totalmente ellenico, l'Impero Bizantino è per propria costituzione l'Impero Romano (senza aggettivi né limitazioni), quindi i Latini non sono "pari" perché non sono "altri" (bensì sono parte integrante della Nazione Imperiale), mentre i Franchi e i Germani in generale restano "altri" finché non entrano nella Nazione Imperiale e quindi non sono nemmeno essi "pari".
Concretamente: ciò che chiamiamo genericamente "bizantino" era di volta in volta greco, illirico (albanese), armeno, pisidico, isaurico, licaonico, anche bulgaro, georgiano ecc.; in tutta questa multiforme Nazione Bizantina non ci sarebbe stata differenza per i Latini. Lo stesso problema ecclesiale era superabile: l'Armenia è sempre stata di confessione monofisita eppure a Bisanzio gli Armeni potevano essere bizantini (Rhōmaíoi) tanto quanto i Greci; persino entro la Confessione Ortodossa le singole Chiese Nazionali sono autocefale: ciò che sarebbe stato intollerabile sarebbe stata la pretesa del Vescovo di Roma di avere supremazia sugli altri, tanto per cominciare su quello di Costantinopoli, ma una questione analoga si pone per il titolo imperiale.
Il massimo che da un punto di vista bizantino sarebbe stato concepibile sarebbe stato un Sacro Romano Impero con proprio Imperatore Romano alla pari di quello di Costantinopoli e con proprio Patriarca, in ultima istanza persino sovraordinato agli altri Arcivescovi e/o Patriarchi di obbedienza romana (ma assolutamente non ad altri, tantomeno al Patriarca di Costantinopoli), ma soprattutto senza che ci fosse più alcun progetto geopolitico (mai espresso esplicitamente, ma sempre presente invece nella logica delle iniziative) di conquista di Costantinopoli o altri Themata della Pars Orientis da parte dell'Impero d'Occidente.

.

E ora, la parola ad Alberto Avanzi:

Differente trattato di Verdun. L'impero carolingio viene diviso fra area "francese" che comprende anche Lorena e Frisia, area "germanica" e area "provenzale", che comprende anche l'Italia del nord (vedi i confini segnati in rosso). Che accade?

.

Aggiungiamo l'idea di Lord Wilmore:

Dopo una prima vittoriosa campagna in Siria, nel 975 l'imperatore bizantino Giovanni I Zimiscè si spinse ancora più a sud, conquistando tra le altre città Emesa, Baalbek, Damasco, Tiberiade, Nazareth, Cesarea, Sidone, Beirut, Byblos e Tripoli, ma non riuscì a prendere Gerusalemme. Giovanni I morì improvvisamente il 10 gennaio 976 di ritorno dalla sua seconda campagna contro gli Arabi, e il suo sogno morì con lui. Ma che accade se i bizantini riconquistano la Città Santa e la tengono stabilmente?

.

Gli risponde Paolo Maltagliati:

« Bambini, vedete di fare i bravi, altrimenti arrivano i demoni dei Rum, Nikfur e Tsumuk, e vi prendono nel sonno! » Questa è l'ucronia in cui ciò che dice questa mamma per spaventare quei monelli dei suoi figli si avvera...

.

Prendiamo in considerazione anche l'idea di Generalissimus:

Alla morte di Ottone III il 23 gennaio 1002, il Sacro Romano Impero rimase senza un successore ben definito.
Enrico II, che era cugino di Ottone, sarebbe diventato Imperatore solo nel 1014, perché all'inizio non aveva nessun nobile dalla sua parte, eccetto il Vescovo di Augusta.
Che accade, quindi, se ad essere scelto per la successione fosse uno dei candidati che in seguito alla morte di Ottone III avevano più probabilità di essere eletti Imperatori, ovvero il Conte Azzo di Lotaringia, il Margravio Eccardo I di Meissen e il Duca Ermanno II di Svevia? Ipotesi meno probabile ma suggestiva: e se fosse Arduino d'Ivrea a prendersi il trono imperiale con la forza?

.

Così gli risponde Alessio Benassi:

Nel 1002, approfittando della morte di Ottone III, un nutrito gruppo di vassalli ostili al potere imperiale e contrari a Olderico Manfredi fa eleggere Arduino re d'Italia, nella basilica di San Michele Maggiore a Pavia, dal vescovo della città.

Il clero, nella figura di Arnolfo arcivescovo di Milano, temendo nuovamente per il proprio potere, chiama in Italia Enrico II, succeduto ad Ottone III, offrendogli la corona.

Enrico in un primo tempo (1002) invia truppe in Italia con a capo Ottone Duca di Carinzia e Marchese di Verona per far deporre ad Arduino lo scettro. Tuttavia, grazie ad alcune abili mosse di Arduino, l'esercito di Ottone viene bloccato alle Chiuse dell'Adige nella valle del Brenta (attuale Val Sugana) e sconfitto, dopo aver cercato di accerchiare il nemico, tra il 1002 e il 1003. Arduino, secondo alcune fonti, conquista così anche il titolo di Marchese di Verona.

Visto tale rovescio militare per le milizie dei vescovi e le truppe imperiali, Enrico nel 1004 cala in Italia con un poderoso esercito. Dopo aver sconfitto Arduino alle chiuse della Valsugana, costringendolo a ripiegare nella sua Marca, l'imperatore gli toglie il titolo regale, facendosi a sua volta incoronare a Pavia re d'Italia nonostante le proteste violente della folla. I pavesi, che non tollerano il dominio tedesco, si ribellarono e costringono l'imperatore a fuggire dalla città.

Arduino approfittando della situazione intercetta le truppe imperiali sul Ticino, le sconfigge e nello scontro Enrico II muore annegato.

Il Germania riprendono le lotte di potere, il Re di Polonia Boleslao il Coraggioso attacca da est.

In Italia Arduino ne approfitta, occupa la Marca di Verona, riduce il potere degli Aleramici del Monferrato e dei Marchesi di Tuscia di Canossa, assegnando feudi ai figli e a nobili fidati tra i suoi "secundi milites".

Inoltre imponendosi sui duchi di Spoleto gli toglie alcuni feudi, donandoli al Pontefice che nel Natale del 1003 lo incorona imperatore.

Nella politica estera Arduino accaserà i suoi figli e nipoti con matrimoni dinastici con i Re di Borgogna, che presteranno atto di omaggio a Pavia. Inoltre si diede impulso alla costruzione di castelli e fortificazioni, come Ivrea, Fruttura e altri nel Canavese. Inoltre la corte imperiale "itinerante" da Pavia a Milano, da Verona a Torino consentì ad Arduino di creare legami di vassallaggio e dispensare giustizia.

Nel dicembre del 1014 Arduino muore, viene incoronato il nipote Arduino II che completa la ricostruzione del palazzo imperiale di Pavia iniziata dal nonno, distribuisce feudi in Piemonte dove il casato borgognone dei Savoia ottiene la val di Susa e la Marca di Torino, in contrapposizione ai Marchesi del Monferrato. Inoltre Arduino II sposerà Matilde di Canossa, legando a se i feudi di Tuscia, si contrappone si Duchi di Spoleto e insedia uomini fedeli e i primi cavalieri normanni a Gaeta e Napoli legandoli a sé. Inoltre riconoscendo i domini papali in Italia centrale ottiene la corona imperiale.

.

Diamo adesso la parola a Generalissimus:

Nel 1018 Re Boleslao I di Polonia decise di intervenire nella crisi di successione della Rus' di Kiev in favore di suo genero Svjatopolk I.
I due godettero di un temporaneo successo, ma quando Boleslao tornò in Polonia, Jaroslav, il contendente principale di Svjatopolk, ritornò alla carica ed ebbe facilmente ragione del suo avversario.
Il monarca polacco allora tentò di organizzare una nuova campagna per tagliare la testa al toro e impossessarsi della Rus' di Kiev, ma i suoi contenziosi col Sacro Romano Impero gli fecero interrompere bruscamente tutti i suoi progetti.
Ma cosa accadrebbe se Boleslao l'Intrepido riuscisse a prendere possesso della Rus' e a governare su un enorme stato slavo?

.

Gli replica feder:

Cattolicizzazione dei Rus' sicura.
Forse polacchi e russi (tutti, anche i ceppi che daranno origine a ucraini, bielorussi, etc.) si fonderanno in un unico popolo. Del resto, la continuità territoriale c'era...
Magari all'epoca del Grande Interregno un principe polacco, o il re di Polonia stesso, assumerebbe la corona imperiale.
Altre possibilità sono l'eredità ungherese e boema (Mosca arriverebbe finalmente ad avere lo sbocco sui mari caldi!); se vogliamo sostituire in tutto e per tutto gli Asburgo con i figli dell'Intrepido, allora, anche la Spagna e, per forza di cose, l'Italia tornerebbero all'ovile.
Prima o poi è inevitabile la conquista di Costantinopoli, con tanto di ricomposizione dello scisma; in tal caso un re polacco assommerebbe, per la prima volta dopo Teodosio, le corone d'Oriente e d'Occidente sulla propria testa...

Superfluo sottolineare come in uno scenario del genere, gli ottomani (in ordine decrescente di probabilità):

a) non hanno spazio;
b) preclusa l'Europa, conservano la zona vicino e medio-orientale come campo d'azione, in tal caso pongono la propria capitale a Baghdad/Damasco ed accentuano la propria prerogativa califfale, unificando quantomeno i musulmani dall'Atlante sino all'Indo in reazione al potente impero cristiano che si trovano di fronte;
c) sfondano comunque in Europa, ma sono stabilmente arrestati sul Danubio o sui monti dei Carpazi e delle Alpi.

Nel 1569 l'imperatore d'Oriente e d'Occidente, re di Polonia, dei Rus', d'Ungheria, dei Serbi e dei Croati, di Bulgaria, di Spagna (i titoli regi minori di Aragona, Castiglia e Léon sono soppressi), di Germania e d'Italia Sigismondo II Augusto elimina con l'editto di Lublino tutti i suoi titoli minori per recuperare quello di Imperatore Romano; quindi restaura la capitale e la corte in Roma, dove, di concerto con il Papa Pio V, dà inizio ad una grandiosa riforma della cristianità, che passerà alla storia sotto il nome di (Contro)riforma Cattolica.
È l'epoca delle scoperte geografiche del colonialismo dei conquistadores, che portano il rinnovato impero ad espandersi in tutto il mondo.
L'11 agosto 1573, morto Sigismondo, il recuperato Senato elegge all'unanimità nuovo imperatore Enrico III di Francia, che assume il nome di Enrico V; questi sposerà Maria Emanuela d'Aviz, la quale gli porterà in dote il Portogallo, cosicché l'interezza dell'Europa continentale, da Lisbona a Mosca, è unita sotto la corona di un singolo monarca.
Unici formidabili avversari dell'impero sono, oltre ovviamente al Califfato turco, l'Inghilterra e le monarchie scandinave, che per odio alla ritrovata pace ecumenica cristiana si sono distaccate dalla sudditanza al Papa, considerato il cappellano di corte dell'imperatore.
Enrico V tuttavia non resta con le mani in mano: tentando di ripetere l'impresa del suo predecessore Claudio farà armare la più grande e potente flotta che si sia mai vista, e per questo detta Invincibile Armata; procellose tempeste sanciranno però l'hybris del discendente dei Cesari, affondato, con tutta la sua marina, l'8 agosto 1588 al largo di Gravelinga, nel Canale della Manica.
Se da un lato gli scandinavi, quindi, verranno recuperati all'ortodossia e sottomessi pacificamente nei secoli (1720 il matrimonio con Ulrica Eleonora porta la Svezia, nel 1863 all'estinzione del ramo principale del casato di Oldenburg regnante fa sì che Danimarca e Norvegia scelgano come nuovo sovrano l'imperatore), l'Inghilterra, ormai divenuta regno unito britannico, si confermerà acerrima rivale di Roma, combattendola in tutti i mari del mondo per ottenere la supremazia coloniale.

.

E Perchè No? puntualizza:

Non contare su Enrico di Valois, morto senza eredi: ilsuo regno sarebbe solo un episodio senza conseguenze. Chi é eletto dopo la sua morte (non assassinato come nella nostra TL ma cambia poco)?

.

Allora feder spiega:

Io presupponevo che ascendesse al trono Enrico IV di Borbone, tanto, oltre a lui, quali dinastie possono pretendere il trono in tali circostanze? Gli Asburgo e gli Jagelloni sono estinti, mentre il resto dei potenti governa su microstati.

Ecco una cartina dell'impero polacco-romano al momento cui sono arrivato (cliccare per ingrandire):

.

C'è anche la trovata di Tommaso Mazzoni:

Matilde la Grande

Matilde di Canossa fu una delle protagoniste più formidabili del medioevo Italiano, ma non ebbe eredi diretti, e non poté realizzare pienamente il progetto proto-Guelfo (che prevedeva la parificazione della pars italica alla pars germanica dell'Impero, sovvertendo lo status di colonia imposto da Ottone I il secolo precedente. Il Papa avrebbe dovuto affiancarsi all'Imperatore come bilanciamento, ed essere il portavoce dei potentati Italiani); ma il pontefice non collaborò, e questo portò alla nascita del progetto Guelfo propriamente detto; ma se Matilda ha un erede, e riesce a mettere un parente fidato sul Soglio di Pietro, potrebbe riuscire a) a rendere ereditario il Vicariato Imperiale per tutta l'Italia,e, b) a rovesciare i rapporti di forza con la Pars Germanica, costringendo l'Imperatore a risiedere a Pavia. Inevitabile allora l'elezione di un Anti-Re di Germania, dopo la cui sconfitta sarebbe il Regno d'Italia ad essere proclamato Re di Germania.

.

Ed ecco la cronologia proposta da Federico Sangalli:

1046: Matilde di Canossa nasce a Mantova, terzogenita di Bonifacio di Canossa "il Tiranno" e Beatrice di Lotaringia.

1052: Bonifacio di Canossa è ucciso a tradimento da un suo vassallo. Il Marchesato-Ducato di Tuscia cade nel caos.

1056: L'Imperatore Enrico III, zio di Matilde, la rapisce insieme alla madre per usarle come ostaggi ma muore l'anno seguente, permettendone il ritorno in Tuscia. Per tutelarsi Beatrice sposa Goffredo il Barbuto, fratello di Papa Stefano IX e discendente dei Duchi di Lotaringia, che diventa il nuovo Signore di Tuscia. Una clausola matrimoniale prevede il matrimonio tra il figlio di questi Goffredo il Gobbo e Matilde.

1061: Nello scontro tra Papa Alessandro II e l'Antipapa Onorio II, imposto dall'Imperatore, i Canossa presiedono il Concilio di Mantova che dà ragione al primo. I Canossa diventano così Protettori del Papato.

1069: Matilde sposa Goffredo il Gobbo, che lo stesso anno diventa Signore di Tuscia, Duca di Lotaringia e Conte di Verdun dopo la morte del padre Goffredo il Barbuto. La coppia si trasferisce in Lotaringia.

1071: Matilde partorisce la sua unica figlia Beatrice che non muore pochi mesi dopo (POD). Per tanto elle non viene accusata di essere portatrice di malocchio e non deve riparare in Tuscia: ella rimane in Lotaringia ove rafforza i suoi legami coi nobili locali.

1073: Ildebrando da Soana è eletto Papa come Gregorio VII. Egli immediatamente inizia a contestare la pretesa imperiale di predominio in Italia, sostenendo la superiorità del Papato sull'Impero.

1076: Goffredo il Gobbo muore in un'imboscata contro Roberto, Conte di Fiandre. Nel suo testamento lascia il trono ducale a suo nipote Goffredo di Buglione ma l'Imperatore Enrico IV fa occupare la Lotaringia per annettersela e Goffredo è costretto a fuggire. Matilde ritorna in Italia, ove lo stesso anno la morte della madre le lascia in eredità il Marchesato-Ducato di Tuscia, un territorio che va dal Lazio Settentrionale al Lago di Garda. Ella poi assume Goffredo di Buglione come condottiero delle armate canossiane. Gregorio VII scomunica Enrico IV, dando inizio ad un lungo braccio di ferro tra i due.

1077: Enrico IV è costretto a fare penitenza davanti al Papa ospite nel Castello di Canossa (celebre Umiliazione di Canossa, entrata nell'immaginario e nel linguaggio popolare con la frase "Andare a Canossa" nel senso di fare penitenza).

1079: Matilde stringe alleanza con Gregorio VII in aperta sfida all'Imperatore che decide di porre fine a tutta quanta questa faccenda.

1080: Enrico IV convoca un Concilio a Bressanone che dichiara deposto Gregorio VII ed elegge l'Antipapa Clemente III. Enrico IV allora dichiara decaduta la stessa Matilde ma le milizie ghibelline sono sconfitte a Volta Mantovana dai guelfi-canosso-papali guidate da Goffredo di Buglione.

1084: Nuova vittoria a Sorbara, vicino a Modena. Matilde riesce a formare una Lega Guelfa che si oppone attivamente all'Imperatore: vi aderiscono molti Comuni italiani, il Papato, i legittimisti della Lotaringia, diversi nobili tedeschi, Matilde stessa e Roberto d'Altavilla "il Guiscardo", Duca di Puglia, Calabria e Sicilia.

1085: Muore Papa Gregorio VII. Viene eletto suo successore l'Abate di Montecassino Desiderio, indicato dallo stesso Gregorio come il più degno a succedergli, che prende il nome di Vittorio III. Il nuovo Pontefice è un bravo abate di campagna, poco interessato alla vita pubblica e alle trame politiche: pertanto si limita a scomunicare ulteriormente Clemente III e si ritira nuovamente a Montecassino. Muore anche Roberto "il Guiscardo": il suo figlio primogenito Boemondo dovrebbe succedergli ma è figlio di moglie ripudiata per cui il fratellastro Ruggero riesce ad usurparne tutti i possedimenti. Solo con la mediazione del Papato, Boemondo ottiene la Signoria su Taranto, pur continuando ad ambire a maggior potere ed entrando in contrasto col fratellastro.

1087: Muore Papa Vittore III, Ottone di Chatillon, anch'egli indicato da Gregorio come uno dei più adatti a reggere il Soglio Pontificio, gli succede col nome di Urbano II. Il nuovo Pontefice è deciso a riprendere le politiche di Gregorio VII e, grazie alla sua mente fina, a della buona diplomazia e ad una inflessibile determinazione rimette rapidamente insieme la Lega Guelfa.

1088: Irato, Enrico IV scende nuovamente in Italia. Matilde decide allora di risposarsi per ottenere supporto e il furbo Urbano II decide di prendere due piccioni con una fava, facendola marinare con Boemondo di Taranto, più giovane di 12 anni (ma nella HL il suo sposo, Guelfo V di Baviera, aveva 31 anni in meno di lei per cui non credo che l'età faccia la differenza), che diventa così il nuovo Marchese-Duca di Tuscia. Le forze coalizzate riescono così a respingere nuovamente l'Imperatore.

1090: L'ennesima sconfitta innesca una lunga serie di lotte nobiliari in Germania, con il nuovamente scomunicato Enrico IV in lotta contro i ribelli guelfi capitanati da Rodolfo di Svevia e dai Sassoni. Goffredo di Buglione ne approfitta per riprendersi il suo di diritto Ducato di Lotaringia. Nasce Boemondo, unico figlio di Matilde di Canossa e Boemondo di Taranto.

1093: Convinto da Matilde come in HL, Corrado, figlio ed erede designato da Enrico IV, insorge contro il padre il quale scende in Italia per fermarlo ma viene assediato dai guelfi a Verona. Corrado viene quindi incoronato Re d'Italia a Milano da Papa Urbano II in persona. Enrico IV è poi costretto a ripiegare in Germania.

1095: Urbano II presiede il Concilio di Piacenza durante il quale riconosce Corrado come il legittimo Imperatore e accoglie la stessa Imperatrice, moglie di Enrico IV, Adelaide di Kiev, la quale denuncia le ributtanti richieste ed umiliazioni sessuali subite dal marito, che la teneva segregata in una sorta di alcova in uno dei suoi castelli. Il Papa la dichiara sciolta dal vincolo matrimoniale con "il mostro" e subito dopo celebra il matrimonio tra Corrado e Beatrice di Canossa, figlia di Matilde (solo tre anni di differenza). Poco dopo Urbano II lancia l'Appello di Clermont con cui bandisce la Prima Crociata.

1098: Enrico IV ritratta il suo testamento davanti alla Dieta imperiale di Magonza, escludendo Corrado e nominando al suo posto il suo fratello più giovane Enrico.

1099: Termina la Prima Crociata con la liberazione cristiana del Santo Sepolcro: sia Goffredo di Buglione, impegnato a difendere i suoi possedimenti in Lotaringia, sia Boemondo, già sazio dei territori della Tuscia, non partecipano per cui Roberto II, Duca di Normandia e figlio di Guglielmo il Conquistatore, Re d'Inghilterra, diventa Re di Gerusalemme e Ugo il Grande di Vermandois, fratello di Filippo I di Francia, è nominato Principe di Antiochia. Muore Papa Urbano II, Rainerio Raineri viene eletto suo successore come Pasquale II.

1101: Corrado, Re d'Italia, non essendo abbandonato e perseguitato da tutti, non muore a soli 27 anni. Anzi proprio in quest'anno nasce la sua unica figlia, Matilde pure lei.

1106: Muore Enrico IV, ascende al trono tedesco il suo erede designato Enrico V. Sebbene i due fratelli continuino a rivendicarsi a vicenda, vi è una certa distensione: de facto Enrico V viene riconosciuto Imperatore (dei e nei territori tedeschi) mentre Corrado è Re d'Italia.

1111: Muore Boemondo I, Signore di Tuscia e di Taranto. Suo figlio Boemondo II gli succede come Principe di Taranto, che d'ora in poi diverrà il titolo degli eredi al trono. Muore anche Ruggero, Duca di Puglia, Sicilia e Calabria, il suo unico figlio Guglielmo diventa Duca di Puglia e Calabria mentre il cugino Ruggero II diventa Re di Sicilia.

1115: Muore Matilde di Canossa, suo figlio Boemondo diventa Signore di Tuscia.

1118: Muore Papa Pasquale II, viene eletto suo successore Giovanni Caetani come Gelasio II che però muore dopo un anno. Gli succede dunque Guido di Borgogna come Callisto II.

1121: Boemondo II sposa Matilde, unica figlia del Re d'Italia Corrado (11 anni di differenza). La consanguineità viene superata con una speciale dispensa papale dato che Corrado non ha altri figli e ha la necessità inevitabile di tenersi legato ai Canossa-Altavilla, senza i quali non sarebbe neppure Re. 

1124: Muore Papa Callisto II, gli succede Lamberto Scannabecchi come Onorio II. 

1127: Muore Guglielmo, Duca di Puglia e Calabria, senza figli. Per la successione si scontrano Boemondo II, Signore di Tuscia e Taranto, e Ruggero II, cugino di Guglielmo e Re di Sicilia.

1130: Muore Boemondo II combattendo in battaglia: con la mediazione di Papa e del Re d'Italia Corrado I viene deciso di risolvere la questione facendo sposare Ruggero II d'Altavilla con Costanza d'Altavilla-Canossa, unica figlia di Boemondo II. Muore anche Papa Onorio II, gli succede Gregorio Papareschi col nome di Innocenzo II. 

1136: Muore Corrado, Re d'Italia, sua figlia Matilde è l'unica erede al trono e suo marito Ruggero II di Sicilia viene pertanto incoronato con la Corona Ferrea da Papa Innocenzo II. Egli si rivelerà un grande condottiero ed un efficiente organizzatore, oltre ad essere il primo Sovrano dell'intera Penisola Italiana. Il titolo di Duca di Tuscia (che perde il titolo di Marchesato in quanto ormai non è più una Marca di Confine imperiale) diventa il titolo degli eredi al trono italiano così come Principe di Taranto rimane la carica degli eredi al Ducato di Tuscia.

1136: Muore Corrado, Re d'Italia, sua figlia Matilde è l'unica erede al trono e suo marito Ruggero II di Sicilia viene pertanto incoronato con la Corona Ferrea da Papa Innocenzo II. Egli si rivelerà un grande condottiero ed un efficiente organizzatore, oltre ad essere il primo Sovrano dell'intera Penisola Italiana. Il titolo di Duca di Tuscia (che perde il titolo di Marchesato in quanto ormai non è più una Marca di Confine imperiale) diventa il titolo degli eredi al trono italiano così come Principe di Taranto rimane la carica degli eredi al Ducato di Tuscia. Duca di Tuscia è suo figlio primogenito Ruggero. 

1137: L'Imperatore Lotario II decide di approfittare del cambio di dinastia per rivendicare nuovamente il regno per cui scende in Italia con il segreto appoggio di Papa Innocenzo II che ora a paura di vedersi fagocitato dal nuovo, potente regno confinante. 

1139: Dopo aver conquistato diverse città del Nord ed essere entrato a Roma con il tacito consenso papale, Lotario II invade il Meridione ma qui cade in un'imboscata presso Galluccio, vicino a Caserta, e viene pesantemente sconfitto. Ruggero I viene confermato Re d'Italia e Lotario deve ritornare in Germania con le pive nel sacco. 

1140: Ruggero I promulga le Assise di Ariano, ovvero il corpus giuridico del nuovo regno, e il Catalogus Baronum, ovverosia l'elenco di tutti i nobili e i feudatari del regno. Egli poi si circonda di gente di ogni nazionalità e cultura, come poeti arabi, religiosi inglesi, ammiragli greci e generali bizantini, e favorisce un grande sviluppo culturale. 

1145: Ruggero I inizia a inviare spedizioni verso il Nord Africa, come fece in HL, conscio dell'importanza di dominare il Canale di Sicilia. Oltre a soldati e marinai, sono aggregati anche coloni con l'obiettivo di rendere gli insediamenti stabili ed autosufficienti. Gli sceicchi locali non oppongono grande resistenza, accettando il nuovo padrone in cambio di una certa autonomia. 

1149: Approfittando delle Crociate, Ruggero I sottrae Corfù al controllo bizantino. Lo stesso anno egli aiuta Papa Eugenio III a ritornare a Roma dopo la rivolta di Arnaldo da Brescia, riconciliandosi così con il Papato. 

1150: Il Duca di Tuscia Ruggero muore in una scaramuccia durante la colonizzazione della Tunisia. Re Ruggero I sceglie allora il Principe di Taranto e figlio di Ruggero il Giovane, Tancredi, come nuovo Duca di Tuscia ed erede al trono d'Italia (in questa TL infatti Ruggero il Giovane ha sposato Bianca e per cui Tancredi è figlio legittimo della coppia). 

1153: A questa data sono già state vassalizzate sia Tunisi sia Tripoli e gran parte della Tunisia si sta disseminando di insediamenti italici. 

1154: Muore Ruggero I, Re d'Italia, giudicato uno dei più grandi sovrani della penisola. Suo nipote Tancredi, sedicenne, è il nuovo Re sotto la reggenza di sua madre, Bianca di Lecce, e dei suoi zii. 

1156: Tancredi I esce dalla reggenza e dalla minore età e assume ufficialmente la Corona Ferrea, postagli sul capo da Papa Adriano IV, primo britannico sul soglio pontificio. 

1161: Il nuovo sovrano è meno tollerante del nonno: egli espelle una buona parte degli arabi dalla Corte e caccia tutti gli eunuchi, spesso greci o bizantini, ritenuti spie o usurpatori. 

1174: Re Tancredi decide di rafforzare le proprie posizioni nel Mediterraneo e alla guida di una flotta di 284 navi e 80 000 soldati guida una spedizione in Egitto (come in HL) per aiutare i Crociati e i Fatimidi contro Saladino: occupata Alessandria d'Egitto, Tancredi restaura i Fatimidi come governatori della regione sotto proprio protettorato.

1180: A questa data anche Bengasi e Cirene sono state incluse nei possedimenti italici. 

1185: Neutralizzata la minaccia saracena, Tancredi I volge le sue armate contro l'Impero Bizantino (come in HL): una flotta di trecento navi e quasi 100 000 uomini occupa prima Durazzo e poi Tessalonica. Zante, Itaca e Cefalonia sono facilmente conquistate. 

1186: La flotta italica conquista Cirpro, approfittando dell'ammutinamento del locale governatore bizantino, come in HL: il tentativo di riconquista da parte di Costantinopoli si risolve in un disastro con 70 navi e diversi ammiragli e generali imperiali catturati dalla flotta degli Altavilla-Canossa.Per festeggiare i suoi continui successi Tancredi I non trascura la politica interna, finanziano la costruzione di cattedrali e momenti celebrativi e stimolando la fioritura delle arti. 

1190: Diretti a difendere i loro possedimenti in Terra Santa, approdano a Messina Filippo di Francia e Riccardo Cuor di Leone d'Inghilterra. Re Tancredi accoglie personalmente i due illustri ospiti e stringe con Riccardo un'alleanza, suggellata dal matrimonio tra Medania, figlia di Tancredi, ed Arturo, nipote di Riccardo, Principe di Gerusalemme ed erede al trono d'Inghilterra (come avvenuto in HL). 

1192: Con un'altra abile mossa diplomatica il Duca di Tuscia ed erede al trono italico Ruggero sposa Irene Angelo, figlia dell'Imperatore bizantino Isacco Angelo. 

1194: Muore Re Tancredi I detto il Conquistatore. Suo figlio Ruggero II ascende al trono. 

1204: Ruggero II partecipa al Sacco di Costantinopoli con la sua potente flotta: giacché sia Isacco I sia suo figlio Alessio IV sono stati uccisi e così tutti gli altri pretendenti bizantini, egli ottiene il trono dell'Impero Romano d'Oriente in quanto sposo dell'ultima discendente della famiglia Angelo. 

1208: Muore la Regina Irene Angela. Molti possedimenti bizantini rifiutano la dinastia degli Altavilla-Canossa e si distaccano, formando regni separati. Gli Altavilla mantengono comunque ancora il controllo sulla Grecia e sugli Stretti, Costantinopoli inclusa. 

1228: Muore Re Ruggero II, dopo aver lasciato solo figlie femmine. Suo fratello Guglielmo diventa così Re come Guglielmo I. 

1245: Muore Re Guglielmo I, senza figli. Immediatamente Federico II rivendica il trono italiano ma il Papa e i baroni italiani si coalizzano per evitare il ritorno di un tedesco sul trono: la Corona Ferrea è così offerta a Gualtiero IV di Brienne, Conte di Lecce e cugino di Guglielmo I. Con Gualtiero I termina la Dinastia degli Altavilla-Canossa ed inizia quella dei Brienne. 

1261: Muore Gualtiero I, gli succede suo figlio Ugo. Lo stesso anno i Paleologi riconquistano Costantinopoli ricreando l'Impero Bizantino. Ugo viene così a patti con loro, rinunciando ad ogni rivendicazione sul titolo imperiale in cambio del possesso di Grecia, Creta e Cipro. 

1296: Muore Ugo I, suo figlio Gualtiero II diventa Re. 

1340: Muore Gualtiero II, gli succede suo figlio Gualtiero III. 

1366: Muore Gualtiero III, senza figli. Suo nipote, figlio di sua sorella Isabella, diventa Re come Giovanni I. 

1380: Muore Re Giovanni I, suo figlio Pietro gli succede come Pietro I.

1384: Muore Pietro I, senza figli. La corona passa, attraverso suo sorella Maria, al suo secondo marito Ladislao di Durazzo. 

1434: Muore Re Ladislao I, senza figli. Gli succede allora il figlio del primo matrimonio di Maria Giovanni Antonio Orsini del Balzo, col nome di Giovanni II. 

1453: I Turchi prendono Costantinopoli, minacciando i possedimenti orientali e inficiando le rotte verso l'Oriente.

1463: Muore Re Giovanni II, suo figlio Bertoldo è Re come Bertoldo I. 

1490: Muore Bertoldo I, il marito di sua sorella Caterina, Giulio Antonio d'Acquaviva, diventa Giulio I, Re d'Italia. 

1492: Cristoforo Colombo ottiene tre navi da Re Giulio I, la Matilde, la Caterina e la Santa Maria, per provare a raggiungere le Indie da Occidente. Il 12 ottobre egli sbarca su un'isoletta delle Bahamas che battezza Isola di San Salvatore in onore del protettore di Genova, sua città natale. Poco dopo egli scopre e battezza anche l'Isola di Santa Domenica, scoperta appunto di domenica, e Isola Tartaruga.

1494: Colombo, nominato ammiraglio da Re Giulio I, torna in America e scopre Porto Ricco e Cuba. Con la mediazione del Papato viene firmato il Trattato di Roma che assegna, tramite la suddivisione del Continente tramite un meridiano chiamato la Linea, il Brasile alla Spagna e il resto del Continente all'Italia. In realtà la Spagna finirà per espandersi anche in Argentina e Cile. 

1498: Terzo viaggio di Colombo e scoperta dell'Isola della Trinità e della Nuova Venezia

1502: Quarto viaggio di Colombo e scoperta dell'Isola dei Fiori (Martinica), Costa Ricca, Costa Profonda (Honduras) e Arcipelago delle Testuggini (Isole Cayman). A questa data l'Italia, oltre alla Penisola e alle sue rivendicazioni d'oltreoceano, possiede anche tutta la riviera nordafricana da Casablanca a Tobruk, un protettorato sull'Egitto, la Grecia con tutte le sue isole, Creta, Cipro ed Albania, nonché Malta e la Corsica.

Che ne dite?

.

Così gli replica Bhrihskwobhloukstroy:

Non volevo partecipare a questa ucronia perché immaginavo che avrebbe incontrato certi ‘gusti', ma una volta tenuto a rispondere non sono stato capace di evitare alcune critiche (senza le quali la stessa risposta sarebbe stata ancor meno comprensibile) e a questo punto scatta l'obbligo di non criticare senza controproporre un'alternativa.

Purtroppo è la solita storia e, siccome ormai abbiamo capito ognuno le idee o le ideologie degli altri, annoia perfino me che la propongo, figuriamoci i Lettori... Cerco dunque di limitarla a un breve cenno.

Ci si mette anche il fatto che, una volta iniziata un'ucronia che introduce personaggi storicamente non esistiti, le conseguenze possibili (e fra loro alternative) si moltiplicano a dismisura e si rischia anche di confondersi; per esempio, dai due anni «1130: […] viene deciso di risolvere la questione facendo sposare Ruggero II d'Altavilla con Costanza d'Altavilla-Canossa, unica figlia di Boemondo II. […]1136: Muore Corrado, Re d'Italia, sua figlia Matilde è l'unica erede al trono e suo marito Ruggero II di Sicilia viene pertanto incoronato […]» non si capisce se Ruggero II sposi Matilde figlia di Corrado oppure Costanza figlia di Boemondo II e bisogna ricorrere all'anno «1121: Boemondo II sposa Matilde, unica figlia del Re d'Italia Corrado» per concludere che Ruggero II sposa la figlia della figlia di Corrado.

Un paradosso è che, dopo tante discussioni sulle Leggi di Successione, proprio con la Dinastia Salica non si applichi la Legge Salica, che prevede, in assenza di parenti maschi, il trattamento come maschio della parente femmina più vicina, che in tal caso risulta – come nella Storia vera – la sorella di Corrado, Agnese, moglie di Federico di Svevia, e quindi i loro figli, l'omonimo Federico di Svevia (padre di Federico Barbarossa) e il suo predecessore Corrado III (anche in questa ucronia terzo del suo nome, perché lo zio Corrado è stato solo Re d'Italia, II del proprio nome dato che Corrado II il Salico era stato il primo Corrado a essere Re d'Italia; Corrado I era solo Re dei Franchi Orientali), mentre Ruggero II risulta marito della figlia della figlia di Corrado e quindi potrà ereditare il Principato di Taranto ma non la Marca (tuttora tale) di Tuscia né tantomeno la Corona Ferrea (di cui dispone l'Arcivescovo di Milano, non il Papa).

Non sono sicuro di capire per quali conseguenze del Punto di Divergenza Lotario III (di Supplimburgo) non venga ucciso presso Breitenwang; se però ha l'appoggio di Innocenzo II potrà anche rivendicare i Beni Matildini (immagino che la Contessa, dopo averli donati al Papa, li abbia lasciati in eredità a Corrado anziché a Enrico V) e quindi si scontrerà sùbito con Corrado III (tale sia in quanto Re d'Italia sia eventualmente – dalla morte di Lotario III in poi, se gli sopravvive – in quanto Re di Germania e Imperatore, come nella Storia reale). In questa ucronia, dopo la nota un po' sprezzante del ritorno di Lotario «in Germania con le pive nel sacco», non si sa più niente dell'Imperatore. Di certo la sua base di potere non include la Tuscia e quindi alla sua morte (fra il 1138, ultimo anno in cui se ne ha qui notizia, e il 1150 circa, a 75 anni?) né il genero Enrico il Superbo (morto nel 1139) ne il figlio di questi, Enrico il Leone, saranno più forti che nella Storia vera, dunque non potranno impedire l'Elezione di Corrado III (almeno per gli ultimi due anni di vita) né quella di Federico Barbarossa (1152). Dal 1138/1150, pertanto, il Regno d'Italia (che per chiarezza potremo chiamare, secondo la dizione pontificia, «Regno dei Longobardi») è di nuovo unito – in posizione prioritaria, come deseridato dall'Ucroniarca – al Regno di Germania nel Sacro Romano Impero; restano contesa la Sovranità immediata sui Beni Matildini, in ogni caso appartenenti all'Impero (la stessa Roma ne faceva ancora parte, a maggior ragione la Tuscia) e non al pur tuttora alleato Regno di Sicilia (discussa rimane anche la Sovranità suprema sul Ducato di Puglia e Calabria, Feudo Imperiale e Pontificio in Unione Personale col Regno di Sicilia).

Se la Storia prosegue come descritto nell'ucronia, non c'è Costanza d'Altavilla (perlomeno come figlia di Ruggero II e Beatrice di Rethel) né in qualsiasi caso l'Ũnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī con gli Svevi (soprattutto Federico II, che potrebbe non esistere proprio, se non come puro nome del verosimile primogenito di Enrico VI); del tutto incerto il destino dei Beni Matildini, dato che, quanto meno gli Svevi (o, se – come poco probabile – eletto, Ottone IV) riescono a imporre la propria pur soltanto Alta Sovranità sul Ducato di Puglia e Calabria, tanto più i Pontefici inclineranno a favorirli in Tuscia (qualora non se possano impadronire direttamente) anziché lasciarsi stringere a tenaglia dagli Altavilla(« Canossa»; non capisco perché, dato che Beatrice di Canossa sposa un Salico, quindi sua figlia Matilde è Salica): se poi i Beni Matildini finiscono stabilmente al Papato, questo non avrà alcun motivo di ostacolare gli Svevi in Lombardia.

Un tremendo rompicapo di questa ucronia, così come è stata delineata nella discussione, è il rapporto fra Normanni e Svevi. È stato proposto (ma si tratta di invenzione, non di conseguenza storicamente necessaria) che Ruggero II sposi la figlia di Boemondo II e della figlia Matilde di Corrado *III (designo con l'asterisco il figlio di Enrico IV con tale nome) e Beatrice di Canossa; da allora in poi tutta la discendenza degli Altavilla è alterata e dunque non c'è una Costanza d'Altavilla identica a quella storica (quindi neanche, come visto, un Federico II identico a quello storico). Perduta la sovrapponibilità prosopografica con la Storia vera, leggiamo che comunque Ruggero II ha un figlio Ruggero il Giovane e un (qui legittimo) nipote Tancredi, che gli succede fin dal 1154 e ha come Eredi i figli Ruggero III (dal 1194 fino all'ucronica morte nel 1228) e Guglielmo I (storicamente III), con cui la Dinastia si estingue nel 1245.

In ogni caso, non c'è mai la possibilità che una figlia di Ruggero II maritabile con Enrico VI sia dal 1172 Erede al Trono di Sicilia (continuo a chiamare così il Regno, per la stessa esigenza di chiarezza onde chiamo «Regno dei Longobardi» quello d'Italia nel Sacro Romano Impero), dunque ne risulta alterata la Dinastia degli Hohenstaufen: come proposto lo scorso 14. agosto, l'eventualità più probabile è che il Barbarossa, offrendo rifugio e salvezza a Maria d'Antiochia nel 1182, la faccia sposare col proprio diciassettenne Erede Enrico (di 23 anni più giovane di lei) in modo da assicurare sùbito una discendenza maschile (quasi sicuramente con lo stesso nome di Federico II) che (copio e incollo) «all'uccisione di Alessio II. da parte di Andronico I. Comneno (1183) potrebbe entrare nel novero dei Pretendenti e nel 1185 essere candidato alla Successione dei Comneni contro Isacco II. Angelo. In quell'anno, il ventenne Enrico potrebbe preparare, anziché la fallita campagna di Francia, un equivalente ucronico della spedizione (che in questo caso non avverrebbe) di Guglielmo II contro Bisanzio […]. Se fosse respinta – come storicamente quella normanna – si profilerebbe comunque nel 1189 un intervento diretto del Barbarossa, che farebbe quindi anziché la Terza Crociata un anticipo della Quarta, vittoriosa come è stato di fatto lo stesso Barbarossa contro Isacco II e che, invece che risolversi col secondo matrimonio di Irene con Filippo di Svevia, andrebbe dritta all'insediamento del primogenito e della quarantottenne consorte già Imperatrice Vedova sul Trono della Seconda Roma. Dipende dai gusti degli Ucronisti ammettere o no che l'ormai trionfante Federico I continuasse la Crociata (andando incontro al proprio destino storico); è in ogni caso molto probabile che Enrico VI non muoia trentaduenne – qualunque ne sia stata la causa fra quelle indicate – e che perciò entro la fine del secolo abbia luogo la Riunificazione degli Imperi, N.B. di conseguenza senza la Catastrofe del 1204. Enrico VI potrebbe compiere la progettata Crociata e ottenere quindi l'Ereditarietà dell'Impero, non avrebbe luogo la competizione fra Filippo di Svevia e Ottone IV, né quest'ultimo né Federico II cederebbero alcunché al Papato, la Sardegna passerebbe permanentemente agli Svevi e il massimo contrasto con Roma che si potrebbe immaginare sarebbe la rivendicazione del Ducato di Puglia e Calabria da parte imperiale, il cui conseguimento costituirebbe la prima gloria di Federico II una volta succeduto al padre (presumibilmente entro il primo quarto del XIII secolo). Lo scenario critico si troverebbe naturalmente nella Parte Orientale del riunificato Impero e questo prenderebbe forse il posto dell'ostilità da parte del Papato (che invece in questo caso sarebbe cointeressato agli sviluppi nel contesto bizantino)» [Fine dell'autocitazione]. Questo scenario comporta un secondo macroscopico allontanamento dall'ucronia finora qui discussa: oltre alla permanenza del Regno di Lombardia con la Germania nel Sacro Romano Impero, si ha anche una diversa Successione ‘Latina' a Bisanzio. Per soprammercato, aggiungo la prima parte della boutade georgiana dello scorso 4. giugno: «nel 1190 la Regina T(h)amar accetta di sposare Corrado ălĭās Federico VI di Svevia; la Dinastia degli Hohenstaufen-Bagratidi sopravvive fino a oggi […]»; non è una superfetazione gratuita, ma una conseguenza necessaria della sopravvivenza del Barbarossa.

Per tornare all'ucronia fin qui discussa, nel 1245 «Federico II rivendica il trono italiano ma il Papa e i baroni italiani si coalizzano per evitare il ritorno di un tedesco sul trono»; preciso che storicamente si trattava di un normanno legittimato come mezzo svevo, ma forse nato (secondo Benedetto Leopardi, Guglielmo da Lisciano, Fermo, Stab. Coop. Tipografico, 1939, 32 p., cm 16x21, brossura; titoli al piatto; edizione limitata di 200 esemplari) da una relazione extraconiugale con Guglielmo Divini da Lisciano (poi Fra' Pacifico), già Cavalier Servente di Costanza d'Altavilla, incoronato da Federico II “Re dei Versi”, probabile ispiratore della Scuola Siciliana nonché del Cantico di Frate Sole (Cesare Catà, Con l'alloro sotto il cappuccio del saio. La figura di Frate Pacifico (Guglielmo Divini) e la problematica genealogica de Il Cantico di Frate Sole, in “Picenum Seraphicum. Rivista di studi storici e francescani”, n. XXV [2006-2008], pp. 355-395) (secondo Benedetto Leopardi, Guglielmo da Lisciano, Fermo, Stab. Coop. Tipografico, 1939, 32 p., cm 16x21, brossura; titoli al piatto; edizione limitata di 200 esemplari). Ad ogni modo, in questa ucronia Federico II sarebbe mezzo tedesco e mezzo bizantino, non sarebbe contemporaneamente Imperatore e Re di Sicilia (ma ‘solo' Re dei Longobardi oltre che appunto Imperatore Sacro Romano e d'Oriente), non avrebbe figli (Manfredi) da Bianca Lancia del Vasto, potrebbe avere come Eredi un Enrico VII o un Corrado IV, ma alla fine l'idea di variare ucronicamente il Matrimonio di Ruggero II impedisce di delineare un futuro preciso per gli Hohenstaufen. Poiché sono sospettabile di simpatia per la Dinastia Sveva, a scanso di equivoci voglio optare per la prospettiva più sfavorevole: non solo la contesa per i Beni Matildini – per tacere di quella sul Ducato di Puglia e Calabria – termina con una totale sconfitta, ma, addirittura, entro la seconda metà del XIII secolo – anche se ovviamente non con le stesse modalità della Storia nota – tutti i rami, maschili e femminili, legittimi e no, della famiglia finiscono per estinguersi; l'Eredità degli Allodî (qui anche la Lombardia) ha lo stesso destino che conosciamo dalla Storia (qui bisogna ammettere una conseguenza ucronica in più: se tutti i rami si estinguono, la Georgia deve prima o poi essere stata unita all'Impero come Allodio) e in Germania si afferma una nuova Dinastia, non importa se sùbito gli Asburgo o i Lussemburgo, però senza Interregno e probabilmente senza Adolfo di Nassau né Ludovico il Bavaro (tantomeno, per quanto detto, Alfonso di Castiglia o Riccardo di Cornovaglia).

In tutti i casi, il risultato – inedito e anche inatteso nelle ucronie che propongo o discuto –è un Impero privo dell'Unione col Regno di Sicilia e pure dei Beni Matildini, tuttavia con possibile mantenimento dell'Impero Latino d'Oriente (che qui è, appropriatamente, in continuità diretta Impero Bizantino), di sicuro del Regno dei Bagratidi e soprattutto in tollerabilmente buoni rapporti col Papato da ormai più di un secolo (il Barbarossa è anche in questo caso, come nella Storia effettiva, il primo Imperatore a essersi personalmente impegnato nella Crociata, in più le è sopravvissuto, suo figlio Enrico ne ha fatta a sua volta una ed è quanto mai verosimile che anche l'ucronico Federico II riesca a restaurare il Regno di Gerusalemme, certo con minori rischi di Scomunica). Arriviamo dunque al Pontificato di Bonifacio VIII con un Impero che, a Sud delle Alpi, è sulla difensiva, ma in compenso gode di saldi punti di forza probabilmente a Bisanzio, forse a Gerusalemme e di certo in Georgia. Tutto ciò non è gratuita invenzione, ma aggiustamento davvero minimalista (= con opzione per lo scenario più sfavorevole ai Protagonisti) degli scompensi introdotti con la lecita ma pur sempre destabilizzante scelta di alterare la Discendenza di Ruggero II.

Insisto sul fatto che si tratta di conseguenze non volute da me (non ho proposto quest'ucronia e soprattutto non ho ideato – né, direi, ‘approvato', ammesso e non concesso che mi sia permesso – gli sviluppi successivi canossiano-normanni) e che, dove la totale aleatorietà della prosecuzione mi ha costretto a prendere decisioni arbitrario, ho apposto optato per lo scenario più rovinoso per quanto costruito prima (la tanto faticosamente conseguita Ereditarietà dell'Impero). Dunque nessuno mi potrà accusare di partigianeria se affronto il successivo punto cruciale in un modo che potrà sembrare spregiudicato.

Si tratta della Scomunica comminata da Bonifacio VIII a Filippo il Bello e della progettata Investitura di Alberto d'Asburgo (già Re di Germania) come Re di Francia. Quanto pesa una Scomunica? Con Enrico IV prima tanto e poi poco, con Enrico V tutto sommato poco ma poi tanto (rovesciamento della Dinastia, con Lotario III); con Ottone IV e Federico II tanto (fino alla rovina della Dinastia), con Ludovico il Bavaro anche, con Filippo il Bello – storicamente – quasi niente.

Cambierebbe qualcosa in questo caso? Con ogni verosimiglianza sì: il Re di Germania – ammettiamo, per semplicità, lo stesso Alberto I – è qui Imperatore ereditario, non ha rivali interni, non ha dovuto fare nuove concessioni a Sud delle Alpi, soprattutto dispone di Bisanzio, della Georgia e di Gerusalemme, un prestigio immenso, corrispondente ai più rosei progetti di Pierre Du Bois proprio per Filippo IV, che a sua volta sarebbe considerevolmente più debole in Italia a causa della mancanza degli Angiò a Napoli (ci sarebbero in Provenza, ma nella pericolosa posizione di Felloni nei confronti dell'Imperatore...). La prima delle enormi potenzialità cui accennavo per questa ucronia arriva quindi all'inizio del XIV secolo e avrà effetti dirompenti su tutta la Storia successiva: la Francia diventa Allodio Ereditario dell'Imperatore. Da qui in poi l'effetto è a valanga: se è ben possibile che si abbia ugualmente un trasferimento della Sede Pontificia ad Avignone, in questo caso si tratta di Feudo Imperiale e in ogni caso il ruolo storico dei Cardinali francesi diventerà automaticamente filoimperiale e così via. I Concilî quattrocenteschi saranno più facili e più efficaci ed è perfino possibile che non si arrivi agli Scismi delle Riforme cinquecentesche.

Avevo promesso di limitarmi a un breve cenno e così faccio: le successive fasi cruciali a livello geopolitico sono notoriamente il processo di concentrazione dinastica fra Boemia, Ungheria e Polonia (con partecipazione dell'Impero e tentativi di opposizione francese) fra XIV e XV secolo, la Guerra dei Cent'Anni, lo scontro fra Ordine Teutonico e Polonia-Lituania nel XIV-XV secolo, la lotta fra l'Impero e Venezia e in generale per l'egemonia in Lombardia e Italia dal XIV al XVI-XVII secolo, le Unioni Dinastiche e Personali fra Asburgo e Lussemburgo, Trastámara, Jagielloni, Tudor, Wasa dal XIV al XVII secolo, l'ascesa della Moscovia dal XIV al XVIII secolo, la rivalità fra Impero e Francia soprattutto dal XVI al XVIII secolo e quella fra Polonia-Lituania e Russia negli stessi secoli, le Guerre Austro-Turche, Russo-Turche e Russo-Persiane, le Indipendenze Coloniali nelle Americhe, la Rivoluzione Francese e le Guerre Napoleoniche, le Guerre in Europa Centrale 1848-1871, il Colonialismo otto-novecentesco, le Guerre Mondiali e la Guerra Fredda. Tutto questo costituisce la seconda e più grande potenzialità (davvero smisurata) di questa ucronia:

- col Patto di Mutua Successione fra Lusssemburgo e Asburgo i tre Regni della Slavia Roman(o-Germanic)a (Boemia, Ungheria e Triregno di Croazia-Slavonia-Dalmazia, Polonia) saranno uniti all'Impero al più tardi dalla prima metà del XV secolo;

- la Guerra dei Cent'Anni – qui ridotta alla sua essenza di Guerra per l'Incameramento dei maggiori Feudi Francesi – viene vinta nettamente dalla Francia (a maggior ragione che nella Storia reale;
come in altre ucronie, la Casa dei Darc/Dart a Domrémy rimane nell'Impero, ma in tal caso Enrico VI non resta Re di Francia);

- viene meno lo scontro fra Ordine Teutonico e Polonia, che insieme sottomettono invece la Lituania e proseguono contro l'Orda d'Oro;

- l'Impero, già saldamente egemone in Lombardia, conquista Venezia fra XIV e XV secolo e, con Carlo V, unisce pressoché senza guerre l'Italia nel XVI secolo, più in generale realizzando il grande progetto di Mercurino Arborio da Gattinara (Ricomposizione dello Scisma d'Oriente, Riconquista dei Territorî Musulmani, Conversione delle Indie Occidentali);

- le Unioni Dinastiche e Personali, che partono senza rovesciamenti fra Asburgo e Lussemburgo (Sigismondo conserva il Brandenburgo), portano con le modalità note a Carlo V e poi Carlo VI, si estendono nel 1573 agli Jagielloni in Lituania, ai Tudor entro la fine del XVI secolo, ai Wasa (di Svezia) entro il XVII secolo e al contempo raggiungono l'apice con l'Unione fra (Polonia )Lituania e Moscovia;

- non sussiste alcuna rivalità fra Impero e Francia né fra Polonia-Lituania e Russia;

- le Guerre Austro-Turche, Russo-Turche e Russo-Persiane sono condotte dal duplice Impero (Sacro Romano e d'Oriente) annullando l'eventuale (e qui meno verosimile) conquista ottomana di Constantinopoli e sostituendosi a quella dell'Egitto Mamelucco e della Barberia;

- non hanno luogo né le Indipendenze Coloniali nelle Americhe né la Rivoluzione Francese e le Guerre Napoleoniche, tantomeno le Guerre in Europa Centrale del 1848-1871;

- un gravissimo punto dolente è la persistenza del Colonialismo otto-novecentesco, che tuttavia, senza le Indipendenze delle Neoeurope, si svolgerebbe verosimilmente secondo modalità meno distruttive e senza massiccio popolamento europeo (rimarrebbe nelle proporzioni della colonizzazione castigliana dell'epoca coloniale e più simile al modello per esempio inglese in India);

- evidentemente, a Mondo unificato già agli inizî del XX secolo, non avverrebbero né le Guerre Mondiali né la Guerra Fredda.

.

Restituiamo la parola a Federico:

Chiedo scusa a Bhrihskwobhloukstroy per la mia (irrealistica, sono il primo a riconoscerlo) Ucronia su Matilde I. In particolare il sottoscritto si scusa per aver diviso Germania ed Italia, perlomeno senza una buona ragione storicamente comprovata, oltre ad aver improvvisato dinastie raffazzonate e successioni illogiche. Avrei voluto argomentarla meglio ma essendo in vacanza non avevo i mezzi adeguati per sostenere una ricerca ad ampio raggio. Ammetto anche di essere neanche tanto nascostamente un "Nipotino di Ciampi" sebbene non un nazionalista, anzi mi ritengo un europeista convinto. Ad ogni modo un po' di dialettica risorgimentale dei lombardi che lottano contro il tirannico imperatore alberga in me ma ho sempre cercato di mantenerla sotto controllo con uno studio rigoroso delle vicende storiche. Nel caso in questione però la richiesta mi pareva già improntata allo sviluppo di uno stato italiano pre-unitario e dotato di un impero coloniale e pertanto ho finito per seguire la traccia nata dalla discussione. Mi scuso comunque nuovamente con Guido, a cui so quanto dispiacere fa vedere le nazioni così divise, e provo a lanciare un punto di mediazione che ricalca parzialmente le proposte di Tommaso (Italia e Germania unite) e di Massimo e Sparta (Impero Coloniale) in questa nuova versione tutto va come nella mia proposta ma Corrado viene sconfitto e muore normalmente, non usurpando così il titolo di Re d'Italia. I Canossa si uniscono ugualmente con gli Altavilla i quali poi creano l'Impero coloniale da me descritto, come da loro effettivamente tentato in HL, ma la Dinastia termina ugualmente con una Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Hohestafen, il quale diventa così Sacro Romano Imperatore, Re dei Romani, Re d'Italia, Re di Sicilia, Re di Cipro, Duca di Tuscia, Napoli, Calabria, Puglia, Atene e forse di Lotaringia, Giudice di Sardegna e Signore di Tunisi, Tripoli, Bengasi, Cirene, Valona, Durazzo, Epiro, Macedonia, Tessalonica, Creta, Rodi e Malta e Protettore (se non Faraone stesso dopo l'estinzione dei Fatimidi) d'Egitto (più eventualmente, se possibile, i titoli attribuitigli da Guido riguardo a Bisanzio e alla Georgia).

.

Massimo Berto propone:

Ma se invece di Beatrice nasce Goffredo come figlio di Matilde... si potrebbe arrivare a un ipotetico regno di Sicilia, Italia e Lotaringia?

.

E Bhrihskwobhloukstroy gli replica:

Non c'è proprio di che chiedere scusa, avere preferenze non è una colpa; addirittura, credo che sia inevitabile e comunque in questa come in altre Liste di Discussione è la normalità (perciò ogni tanto ho usato il nome di “Bar Storia” a imitazione dei Bar Sport in cui tipicamente avvengono accalorate dispute sul Campionato di Calcio). Mi sono permesso di essere burbero perché è pure normale che Azione chiami Reazione: laddove «un po' di dialettica risorgimentale dei lombardi che lottano contro il tirannico imperatore» (quelli che scrivevano «Viva VERDI», immagino) si manifesta – del tutto lecitamente! – con inequivocabile passione (pur nello «studio rigoroso delle vicende storiche»: non ho avuto niente da eccepire in relazione ai dati, anche l'osservazione sulla Legge Salica si colloca comunque in un contesto assai disputabile quale quello delle Elezioni Imperiali), mi sento autorizzato a replicare ogni volta che posso con una concreta proposta alternativa (come nel caso di Muḥammad ‘Alī); in questo modo, ognuno ha esposto la propria visione (l’importante è trovare il tempo per farlo...) ed evidentemente mi sento gratificato del fatto che un Punto di Divergenza con retrogusto amaro (lo scopo dell’ucronia di partenza, praticamente un Sacro Romano Impero con Capitale in Lombardia, è stato proprio l’obiettivo di tutti i «tirannici Imperatori» contro cui hanno combattutto i Lombardi assunti come Eroi dal Risorgimento, ma con somma facilità si presta a trasformarsi, e infatti si è sùbito – anche se, ripeto, in modo del tutto lecito – mutata, nell’ucronia opposta, Matilde - Papato - Normanni – Italia contro Enrico - Impero - Svevi - Germania) e proseguita con la complicazione che due Dinastie risultassero alterate si potesse risolvere, spero con sufficiente ragionevolezza, in un’Unificazione del Mondo, dapprima col recupero di due precedenti ucronie su Federico Barbarossa (l’ultima possibile Ūnĭō ŭtrīŭsquĕ Ĭmpĕrĭī, con Enrico VI Porfirogenito, e il Regno Svevo-Bagratide), poi anzitutto con l’inattesa fattibilità dell’Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī fra Germania - Lombardia - Borgogna e Francia (a quota cronologica già assai bassa – di fatto la terzultima, prima dei Lancaster - Tudor - Asburgo e dei Guisa-Lorena – e perciò pregiata in quanto raramente risulta davvero possibile), da cui conseguono i noti Punti di Divergenza tre-, quattro-, cinque-, sei- e settecenteschi di solito ardui e qui invece riuniti in organica armonia (compresa la differente e più classica Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī, quella fra Impero-Lombardia-Sardegna e Sicilia-Puglia-Calabria, qui senza la prima edizione – sveva con parentesi ottoniana – ma puntualmente realizzata, attraverso la Spagna, nelle successive due, con Carlo V e Carlo VI, oltre alle altre Unioni fra Impero e Boemia-Ungheria-Triregno, Polonia, Lituania, Moscovia, Tartaria, Svezia nonché – di nuovo attraverso la Spagna – Portogallo e Inghilterra-Irlanda).

Confesso, piuttosto, che a questo punto mi spiacerebbe perdere tutto ciò con la reintroduzione di Costanza d’Altavilla e Federico II di Hohenstaufen, perché con l’Impero di quest’ultimo (che comunque sarebbe incompatibile con l’Ūnĭō ŭtrīŭsquĕ Ĭmpĕrĭī attraverso lo stesso Enrico VI da cui dipende l’Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī fra Germania-Borgogna-Lombardia-Sardegna e Sicilia-Puglia-Calabria) da un lato ne verrebbe anche la storica distruzione a opera pontificio-angioina, dall’altro svanirebbe il contesto favorevole alla più importante e decisiva Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī, quella asburgica d’inizio del XIV secolo fra Germania-Lombardia-Borgogna e Francia. In pratica, con la terza versione (tenuto conto solo di quelle medioevali) di questa ucronia, dal 1250-1268 tutto tenderebbe a riconfluire nella Storia nota.

La quarta versione (quella di Goffredo – che, faccio presente, è sempre stato fedele a Enrico IV – e Matilde e di *Goffredo III e Costanza), invece, mi sembra destinata a sovrapporsi alla prima (quella ‘fridericiana’, intesa come proposta da Te) e di conseguenza anche alla seconda (la mia, per intenderci) a partire dall’anno di nascita di Carlo V, allorché Massimiliano I (Imperatore Sacro Romano e Porfirogenito, Re di Francia e di Georgia) e Ferdinando il Cattolico si spartiscono il Regno della Casa di Fiandra-Canossa e Altavilla; anche in questo caso, il 13. febbraio 1503 la probabile Disfida di Barletta opporrebbe Cavalieri al servizio dell’uno o l’altro consuocero (pure qui Cristianissimo – ma anche Apostolico – e rispettivamente Cattolico), non Francesi contro Italiani, ma “Franchi” (= Galleschi – inclusi i Lombardi – e Tedeschi, all’epoca comprendenti anche Scandinavi – qui non pertinenti – e Croati, Ungheresi, Boemi, Polacchi, Lituani e Russi, entrambi gli ultimi in questa ucronia eventualmente solo come Vassalli dell’Ordine Teutonico non ancora Feudo dell’Impero) contro “Aragonesi” (= Catalani, Sardi, Siciliani, Calabresi, Pugliesi), senza dubbio un episodio suggestivo, che si presta ancor meglio di quello storico a elaborazioni oleografiche: non semplicemente “cugini” contrapposti, bensì Nordici contro Mediterranei (più umanisticamente “Boreali” contro “Australi”), sia pur destinati a fondersi entro sedici anni, quattro mesi e due settimane da allora...

Come già accennato, senza contrapposizione fra Impero e Francia non è detto che si venisse a creare una contrapposizione fra le Sedi Pontificie di Avignone (probabile anche in questa ucronia) e Roma (dato che l’Impero non avrebbe alcun interesse a regalare al comunque potenzialmente rivale Regno di Sicilia, oltretutto potente Feudatario in Lombardia e Germania, il prestigio di un [Anti]papa, per giunta con Diritti di Primogenitura Episcopale in quanto a Roma), perciò nemmeno fra Concilio (nato per sanare lo Scisma d’Occidente) e Papato né di conseguenza fra Progetti di Riforma Conciliare (Imperiale) e Pontificia, in ultima analisi fra Riforma Evangelica e Cattolica. Da un lato, i Papi – in tutto paragonabili agli Arcivescovi-Elettori – sarebbero ‘docili’ nei confronti degli Imperatore e Re Cristianissimi (nonché Apostolici) anche o più di quanto lo sono stati nella Realtà con questi soli ultimi; dall’altro, avrebbero ogni convenienza ad appoggiarsi, quasi come Vescovi-Conti, agli Imperatori (Re d’Italia) per difendere i proprî Stati nella Penisola, interposti fra i Dominî dei Re di Sicilia e Marchesi di Toscana e dunque ambita preda per questi.

In assenza della prima Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī fra Germania - Borgogna - Lombardia - Sardegna e Sicilia - Puglia - Calabria, il confine fra Regno d’Italia (in particolare il Ducato di Spoleto nel Regno Longobardo) e Ducato di Puglia e Calabria sarebbe rimasto sul Trigno (anziché sul Tronto), come dall’801, e l’Impero (attraverso il Rēgnŭm tŏtīŭs Ītălĭăe) avrebbe mantenuto, insieme all’Alta Sovranità sul Ducato Romano, anche quella sul Principato di Benevento in quanto Suffeudo di quest’ultimo (mentre il Regno di Sicilia sarebbe bensì esso pure Feudo Pontificio, ma non come Suffeudo Imperiale). Qualunque fondamento dinastico avessero le rivendicazioni aragonesi sul Regno di Sicilia (presumo che, senza Successione Sveva né Angioini, non ci sarebbero né i Vespri Siciliani né la Pace di Caltabellotta – di cui fra un mese e mezzo ricorrerà il 715° Anniversario – e la Divisione fra Al di qua e Al di là del Faro), la Spartizione dei Dominî della Casa di Fiandra-Canossa e Altavilla (o comunque se chiamasse la Dinastia che eventualmente le subentrasse in caso di estinzione) prevederebbe di sicuro per l’Impero i Beni in Lotaringia e (Matildini) in Lombardia nonché il Ducato di Spoleto e i Principati Longobardi di Benevento (nella sua massima estensione), Capua e Salerno, invece per l’Aragona di certo la Sicilia e, per equilibrio, il contestato Feudo del Ducato di Puglia e Calabria (in compenso Amalfi, Sorrento e Napoli all’Impero quali Feudi Pontifici), tutto in pratica come nel 1502-1504.

Ricordo altresì che, in questa ucronia (perlomeno nella mia versione), Eleonora del Portogallo, sposando – come nella Storia reale – l’amato Federico III (qui IV anche come Imperatore e non solo come Re di Germania, poiché Federico il Bello d’Asburgo è Imperatore in luogo di Ludovico il Bavaro o al massimo insieme a lui), diventa contemporaneamente anche Imperatrice di Bisanzio (come effettivamente proposto; il ruolo di Costantino XI coincide, grazie al Matrimonio del 1182 fra Enrico di Svevia – poi Enrico VI – e Maria d’Antiochia, con quello del Sacro Romano Imperatore, appunto Federico III = IV), in un contesto nel quale l’Unione con la Georgia è già realtà da tempo (senza richiedere l’ucronico matrimonio fra lo stesso Costantino XI e la Regina T[h]amar); anche ammessa la Conquista Ottomana di Costantinopoli nel 1453, entro la morte di Carlo il Temerario nel 1477 Federico IV (= III) può concedere al diciottenne figlio Massimiliano di realizzare il sogno della Crociata di Riconquista, a capo di un’Armata che unisce – nell’ipotesi minima! – le Forze di Francia, Borgogna, Germania (comprese Savoia e Provenza), Lombardia (con Genova), Venezia, Ungheria-Triregno e Boemia, Polonia, Ordine Teutonico e suoi ucronici Vassalli (Lituania, Moscovia, Tartaria) nonché Georgia, con prospettive di successo pressoché garantite.

Dopo di allora, le guerre con gli Ottomani proseguirebbero fino a Selīm I il Terribile (Selīm-şāh b. Bāyezīd, minore di soli otto anni rispetto all’Imperatore); il medesimo Massimiliano I, nell’anno stesso dell’Unione della Castiglia con l’Aragona (e Sardegna-Sicilia-Puglia-Calabria) sotto il sedicenne nipote Carlo (ancora ‘solo’ I), potrebbe coronare i proprî più ‘faraonici’ progetti (è il caso di dirlo) sostituendosi a Selīm nella conquista dell’Egitto dei Mamelucchi (1516-1517), onde dal 1519 Carlo (ormai IV, dato che Carlo IV di Lussemburgo, ammesso che fosse stato Re di Germania e Imperatore, non avrebbe assunto il nome di Carlo in onore del capetingio Carlo IV, che non sarebbe stato Re di Francia) non avrebbe ostacoli a completare l’opera con le conquiste storiche di Solimano il Magnifico (qui titolo carolino: dopo Carlo Magno, “Carlo il Magnifico”), qualunque fosse stato il destino di «Tunisi, Tripoli, Bengasi, Cirene» (e, prima ancora, di «Valona, Durazzo, Epiro, Macedonia, Tessalonica, Creta, Rodi e Malta») dal XIII secolo ad allora (che andassero e rimanessero al Regno di Sicilia, come nella prima e terza versione – le due prime ‘fridericiane’, nel secondo caso anche in quanto relative a Federico II – di questa ucronia, oppure no).

Gli anni della ‘ridivisione’ in ‘Impero’ d’Occidente (Monarchia Cattolica e del Re Cristianissimo) e d’‘Oriente’ (Sacro Romano Impero, Monarchia Apostolica, Polonia, Lituania, Impero di Tutte le Russie, Impero Bizantino, Georgia, Gerusalemme e Vassalli) andrebbero dalla morte di Carlo il Magnifico (1558) a quella di Carlo VI (storicamente Carlo II di Spagna; i Re di Francia dopo la deposizione di Filippo IV sarebbero Alberto I fino al 1308, poi Federico I 1308-1322, Leopoldo I 1322-1326, Alberto II 1326-1358, Rodolfo I 1358-1365, Alberto III 1365-1395, Alberto IV 1395-1404, Alberto V il Magnanimo 1404-1439 [o, probabilmente, più tardi?], Ladislao fino al 1457, Federico II [= IV come Imperatore e Re di Germania] 1457-1493, Massimiliano I 1493-1519, Carlo V [sīc, perché Carlo il Grosso verrebbe sicuramente conteggiato come III di Francia dopo Carlo il Calvo e quindi Carlo il Semplice come IV anziché III] = Carlo IV come Imperatore e Re di Germania, 1519-1558 senza abdicare, Filippo V [= II di Spagna e I d’Inghilterra e Irlanda iūrĕ ŭxōrĭs dallo stesso anno] 1558-1598, Filippo VI [= III/II] 1598-1621, Filippo VII [= IV/III] 1621-1665, Carlo VI [= II di Spagna e I d’Inghilterra e Irlanda] 1665-1700), dopodiché Carlo V (per noi VI) o ăltĕr IV (come storicamente «ăltĕr V»), il ‘Secondo Magnifico’, riunirebbe le Monarchie Cesareo-Apostolica e Cattolico-Cristianissima come Carlo VII di Francia, III di Spagna e II d’Inghilterra e Irlanda (ulteriore Successione in Francia: Francesco I [anche come Sacro Romano Imperatore] 1740-1765 [in Spagna e Inghilterra-Irlanda Maria Teresa I fino al 1780], Giuseppe I [II come Sacro Romano Imperatore] 1765-1790 [dal 1780 anche in Spagna e Inghilterra-Irlanda], Leopoldo I [II come Sacro Romano Imperatore] 1790-1792, Francesco II [I in Spagna e Inghilterra-Irlanda] 1792-1835, Ferdinando I 1835-1875 [IV come Sacro Romano Imperatore, 1835-1848], Francesco Carlo I 1875-1878 [Sacro Romano Imperatore solo nel 1848], Francesco Giuseppe I [Sacro Romano Imperatore dal 1848] 1878-1916, Rodolfo II [I di Spagna e Inghilterra-Irlanda, IV come Sacro Romano Imperatore se Rodolfo I d’Asburgo succede agli Svevi] 1916-1940? [altrimenti Francesco Ferdinando I, 1916-1933?], Massimiliano II [III come Sacro Romano Imperatore], 1933 o 1940-1962 se legittimo [dopodiché Francesco III/II di Spagna e Inghilterra-Irlanda, 1962-1977, e l’oggicondì ottantottenne Giorgio I dal 1977], altrimenti Carlo VIII [IV di Spagna, III d’Inghilterra-Irlanda] se vivo [fino al 1957?], poi Ottone I [IV o V come Sacro Romano Imperatore] fino al 2011, infine Carlo IX [V di Spagna, IV d’Inghilterra-Irlanda]).

Tutti concordiamo nel ritenere l’Impero Bizantino la continuazione diretta dell’Impero Romano (un indizio fra i tanti, per esempio, ne è il fatto che la numerazione dei nomi degli Imperatori è ininterrottamente progressiva). Sappiamo che l’Impero Ottomano si considerava il continuatore legittimo dell’Impero Bizantino; è poi notissimo che il Sacro Romano Impero è nato fin dall’inizio come Restaurazione dell’Impero Romano (non solo d’Occidente – cessato alla fine del V secolo – bensì tutto, tanto che l’Incoronazione di Carlo Magno era propio a Imperatore anche di Bisanzio, a motivo del fatto che per la prima volta regnava da sola, non come Reggente, un’Imperatrice, Irene) e perciò non è mai stato riconosciuto né da Bisanzio né dagli Ottomani (ancora nel XVII l’Ambasciatore Imperiale a Costantinopoli era considerato rappresentante del Duca dei Franchi, quindi inferiore al Re di Francia, Basileús come il Sultano e Califfo dei Credenti). Per noi possono essere questioni nominalistiche, ma per i Contemporanei era sostanza giuridica. Del resto, fino al XVIII secolo il Sacro Romano Impero ha emesso medaglie che sottolieavano la continuità ininterrotta dall’antica Roma e Politici come Dante e Machiavelli consideravano naturale che l’Imperatore fosse Erede dei Cesari (e così era chiamato, semplicemente “Cesare”, Kaiser; in latino “Semper Augustus”). Perfino la Storiografia Cinese riconosce la continuità fra le quattro Prefetture Dioclezianee e le Monarchie dei Borboni, degli Asburgo, degli Ottomani e dei varî Carí (Zar) slavi. In tutte le ucronie in cui una di queste Monarchie arriva all’unificazione dell’Europa o del Mediterraneo (e poi magari del Mondo intero) credo quindi che possiamo senza timore vedere in forme realistiche lo sviluppo dei Punti di Divergenza spesso proposti (ma raramente – pur con vistose eccezioni – continuati) di sopravvivenza dell’Impero Romano fino a oggi. Ciò realizza a sua volta in modo concreto il paragone tante volte istituito fra Cina ed Europa se quest’ultima fosse ‘rimasta’ unita sotto l’Impero Romano. Non si tratta dunque solo di elaborazioni ucroniche possibili, più o meno verosimili, ma di un estremo dello spettro di possibilità realmente prese in considerazione da quasi tutti gli Statisti nella Storia d’Europa (certo poi ammantato magari anche sinceramente di Universalismo Cristiano o Musulmano). Più che letteratura ucronica, è un paradigma geopolitico.

.

Per partecipare alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.


Torna indietro