La paleoastronautica

La paleoastronautica é nota anche come teoria degli antichi astronauti o, ancora, come teoria del paleo contatto. Essa é volta ad indagare su un presunto contatto avvenuto tra civilta' extraterrestri e antiche civilta' umane (Sumeri, Egizi, Indiani, civilta' precolombiane), famose, sviluppate, ma talvolta cariche di misteri irrisolti. La paleoastronautica é strettamente collegata con gli OOparts: sono questi, in molti casi, ad avere fatto nascere diverse ipotesi, poi tutte raggruppate insieme nella teoria piu' vasta degli antichi astronauti.

La paleoastronautica si sviluppo' in modo considerevole nel XX secolo, non é accettata dalla comunita' scientifica e rientra sotto quella branca della pseudo scienza chiamata archeologia misteriosa.

Origine della paleoastronautica

Lo sviluppo di questa teoria é indicato nell'anno 1960, con la pubblicazione di un articolo da parte del russo Agrest. Essa, tuttavia, a partire dagli anni Settanta ha conosciuto un notevole incremento di popolarita'. Per essere precisi, si puo' affermare che il retroterra della teoria degli antichi astronauti é databile agli anni cinquanta, con la nascita dell'ufologia. L'attivita' degli interessati alla paleoastronautica é coordinata dalla Ancient Astronaut Society (fondata nel 1973) che, annualmente, organizza un congresso e attivita' di divulgazione.

Esiste una fondamentale differenza tra paleoastronautica e clipeologia: mentre la seconda sostiene che, in vari momenti del passato, si siano verificate visite da parte di extraterrestri, la prima afferma che questi abbiano esercitato una notevole influenza nello sviluppo della specie umana. Alcuni suoi esponenti piu' convinti, estremizzano queste convinzioni mettendo in dubbio, almeno in parte, la teoria evolutiva darwiniana, proponendo tesi creazioniste. I paleo astronauti avrebbero guidato, favorito, indotto la nostra evoluzione attraverso numerosi e frequenti soggiorni sulla Terra

Fondamenti della teoria

La specie umana, come indicato nella premessa, potrebbe essere il frutto di una “creazione programmata” (tramite esperimenti genetici) condotta sugli ominidi. Gli alieni avrebbero quindi semplicemente accelerato l'evoluzione spontanea della specie (il principale argomento sono i solo 300.000 anni impiegati dall'Homo Sapiens per progredire cosi' nettamente rispetto ai suoi antenati). I contatti con gli alieni sarebbero poi continuati: le divinita' delle civilta' antiche (per esempio maya, aztechi, egizi, popoli mesopotamici) sarebbero questi visitatori spaziali, da loro divinizzati. Alcuni appassionati di questa pseudo scienza trovano degli indizi della presenza degli extraterrestri anche nei testi religiosi piu' antichi, quali per esempio la Bibbia e la letteratura sumera, e in opere letterarie epiche, ma anche cavalleresche e rinascimentali. Gli OOpart, infine, sono considerati l'indizio schiacciante per verificare queste teorie di sicuro fantasiose. La teoria degli antichi astronauti avrebbe anche delle prove certe e verificabili: in alcuni elementi di architettura e decorativa antica esistono alcune figure senza dubbio simili a degli astronauti.

Le linee di Nazca, le piramidi della piana di Giza, i monoliti di Stonehenge, incisioni rupestri americane , scozzesi, alpine, sono preparate con una tale perizia e precisione che, a detta di molti, sarebbero la prova definitiva di questi contatti tra civilta'.

Un piccolo “jet” d'oro trovato in Colombia: di manifattura eccellente, tanto quanto misteriosa, é una delle prove della teoria degli antichi astronauti

Critiche e influenza culturale

La teoria degli antichi astronauti non é sostenuta dalla comunita' scientifica e non si basa su prove e pubblicazioni convalidate. Inoltre, i riferimenti ai testi antichi sono universalmente considerati degli elementi poetici e metaforici: gli autori non intendevano scrivere riferimenti a alieni e a presunti contatti. Soprattutto nei testi religiosi é oggi comprovato che sia necessaria un'esegesi e una lettura in chiave allegorica, affiancata da una contestualizzazione storica. I riferimenti ai testi proposti da questi teorici mancano di tutto cio' nell'approccio all'opera. La paleoastronautica ha trovato molti seguaci con l'avvento di internet: siti web amatoriali trattano miti e presunti misteri ignorando completamente le tesi riconosciute, accertate e notoriamente comprovate del mondo scientifico e accademico.

La stele di Palenque

Tra tutti i reperti che i sostenitori della paleoastronautica considerano prove, alcuni meritano sicuramente di essere approfonditi.

Il primo é una pietra tombale trovata nel sito archeologico di Palenque (in Messico), resa famosa alla fine degli anni settanta dallo scrittore Erich von Daniken. Questo reperto presenta delle incisioni curiose che, in effetti, fanno pensare a un uomo intento a pilotare una sorta di navicella spaziale. Le rovine di Palenque sono ricche di storia (la citta' splendeva nel 400 d.C. e, dopo essere stata abbandonata quattrocento anni dopo, venne riscoperta agli inizi del 1800, ma gli scavi cominciarono solo nel 1930); all'interno di uno dei templi, in quello chiamato “delle Iscrizioni”, venne scoperto il sensazionale reperto nel 1952. Il personaggio raffigurato sulla lastra di pietra (di ben 5 tonnellate) é il re Pakal, chiamato “vero uomo”; é intento a tirare leve e premere pulsanti in quella che sembra una navicella spaziale, completa anche di razzi propulsori. Erich Von Däniken interpreto' le incisioni affermando nel suo libro “Ricordi dal futuro” come la prova di una visita extraterrestre ricevuta da parte della civilta' Maya. Tutto cio' suscito' profondo scalpore, ma studi e supposizioni meno frettolose riescono a costruire una versione dei fatti piu' verosimile.

Con molte piu' probabilita', il significato della stele di Palenque é strettamente spirituale. Pakal indosserebbe la maschera del dio della pioggia da cui si dirama un'albero cruciforme con un serpente bicefalo e l'uccello Quetzal. Studi piu' approfonditi poi hanno scoperto che l'elaborato bassorilievo sulla lastra di pietra é in realta' la fusione di sei bassorilievi, rinvenuti anche singolarmente ed indipendentemente gli uni dagli altri in altri siti archeologici. Il primo glifo rappresenta l'occidente, il luogo dove il suole muore, l'accesso al mondo dei morti. Il secondo raffigura la maschera ossea del dio della morte, presso il quale é scolpito anche Pakal, i cui resti furono riposti sotto la stele di Palenque; il terzo glifo assomiglia a un albero ed é una metafora molto ampia: simboleggia i quattro punti cardinali, l'Albero della Vita, un semplice vegetale, la via Lattea, il percorso che il defunto deve compiere per giungere al regno dell'oltretomba. Sovrapposta a questa incisione di cosi' vasto significato, se ne trova una che riproduce un serpente bicefalo adorato dai Maya, il governatore degli dei, simbolo di vita e morte. Il quinto bassorilievo é quello dell'uccello sacro Quetzal. A trarre in inganno molti studiosi fu la sovrapposizione di questi elementi decorativi che, visti insieme e senza uno studio meticoloso, assomigliano sicuramente a una navicella spaziale condotta da un essere piuttosto strano.

La stele di Palenque, vista in orizzontale, ha tratto in inganno molti studiosi e appassionati
In questa immagine da noi preparata, il primo glifo é in rosso, il secondo in giallo, il terzo in verde, il quarto in viola, il quinto in arancione. Pakal é colorato in azzurro.

La Catedral Nueva di Salamanca

Un element decorative della Catedral Nueva di Salamanca fa chiaramente pensare a un astronauta.

La Catedral Nueva é una chiesa gotica del XVI sec. costruita a Salamanca. Sul finire del millennio si noto' che, sulla porta nord dell'edificio di culto era stato scolpito un astronauta nei minimi particolari. La scultura, tuttavia, non era la prova definitiva della presenza di paleo astronauti perché venne aggiunta durante un restauro nel 1993. In occasione della mostra “le eta' dell'uomo” si decise di modificare le decorazioni integrandole con qualcosa di caratteristico del nostro secolo. Mistero svelato.

Le linee di Nazca

Nel deserto di Atacama, presso la regione di Nazca nel Peru' meridionale, si possono osservare le arcinote linee (o incisioni) di Nazca, degli immensi disegni da osservare da centinaia di metri di distanza dal terreno. Gli autori di questi misteriosi simboli sono gli uomini della civilta' Nazca, nata nel 300 a.C. e sopravvissuta per un millennio circa. I disegni sono numerosissimi, circa 800, 13000 linee che tracciano i profili stilizzati di animali di ogni genere. Fra questi colpiscono una lucertola e un ragno, lunghi rispettivamente 180 m e 45 m. Gli studiosi si interrogano su come sia stato possibile realizzarli, a cosa servissero e a chi fossero rivolti.

Una figura molto interessante é quella del cosiddetto “Gigante Cileno” (su Google Maps alle coordinate 19°56'56.88”S, 69°38'1.87”W), una strana figura che con una mano indica il Peru' e con l'altra regge uno strano strumento a cui é appeso un essere munito di coda. Altro disegno degno di nota é quello denominato “dell'Astronauta”, che non ha nessuna analogia con le figure circostanti. Il gia' nominato Ragno gigante, una delle figure piu' grandi, rappresenta la costellazione di Orione; inoltre, si é constatato che tutti i disegni partono dalla linea del Solstizio. Secondo alcune testimonianze si pensa che i disegni furono realizzati per il leggendario eroe-maestro Viracocha, che al tempo dello sbarco di Cortés era atteso dagli indios dal cielo. I geroglifici, quindi, sarebbero stati dei segnali, conservatisi fortunosamente per secoli.

Il Ragno, uno dei geroglifici di Nazca, é lungo piu' di 45 metri

Le pietre che ricoprono la piana di Nazca sono ricche di ossido di ferro, il che gli attribuisce una colorazione rossastra. I solchi sono stati creati rimuovendo queste pietre e di conseguenza lasciando scoperto il pietrisco sottostante che appare molto piu' chiaro. Nonostante la piana di Nazca sia molto ventosa, le pietre rosso scuro assorbono molto calore dal sole, riscaldando cosi' l'aria circostante che, espandendosi per effetto del calore, perde di densita' e sale, proteggendo cosi' il suolo dal vento e dall'erosione che ne consegue. Queste coincidenze hanno permesso di conservare per lungo tempo i reperti archeologici del deserto dell'Atacama. Per quanto riguarda la realizzazione dei disegni, l'ingegner August Steimann ritiene che questi popoli conoscessero gia' il segreto del volo e disponessero di piccoli alianti (altri studiosi pensano invece a dei palloni aerostatici) che potessero indicare agli operai a terra come tracciare le linee. Esistono anche altre interpretazioni: un popolo extra terrestre sarebbe intervenuto conoscendo la tecnica del volo, oppure il popolo Nazca (questa é la supposizione piu' verosimile), preparava dei bozzetti in scala ridotta per poi riprodurli con un reticolato di corde in scala “monumentale”. Anziché dei messaggi per popoli di altri mondi, questi simboli sarebbero in realta' dei percorsi cerimoniali di questo popolo americano.