Contributi alla scienza

L'opera di Archimede rappresenta certamente il culmine della scienza antica. In essa, la capacità di individuare insiemi di postulati utili a fondare nuove teorie si coniuga con la potenza e originalità degli strumenti matematici introdotti, l'interesse per questioni che oggi si definirebbero "fondazionali" con attenzione agli aspetti applicativi. Archimede, più che essere matematico, fisico e ingegnere, è stato il massimo esponente di una scienza che ignorava le divisioni che l'odierna terminologia spinge a considerare inevitabili.
Archimede, almeno a giudicare dalle opere rimaste, non ebbe nell'antichità eredi a lui confrontabili. La crisi che colpì la scienza rese poco comprensibili le sue opere che, non a caso, anche quando si sono conservate sono state trasmesse da una tradizione manoscritta estremamente esile.
Lo studio delle opere di Archimede, che impegnò a lungo gli studiosi della prima età moderna (ad esempio Piero della Francesca, Francesco Maurolico, Simon Stevin, Galileo Galilei) costituì un importante stimolo allo sviluppo della scienza moderna. L'influenza di Archimede negli ultimi secoli (ad esempio sullo sviluppo di un'analisi matematica rigorosa) è oggetto di valutazioni discordi da parte degli studiosi.
I suoi contributi alle scienze moderne non provengono solo dai suoi molteplici trattati, ma anche dalle numerose invenzioni (come la coclea) e dai molti assiomi (per esempio “per ogni punto del piano si può condurre una retta, e una soltanto, parallela a una retta data non passante per il punto”).Nelle pagine seguenti è possibile visualizzare le opere e le invenzioni dello scienziato, nonchè i principi da lui formulati.