LA QUARANTASETTESIMA NOTTE

Vedete, la sicumera con cui il sire contava sul funzionamento dell'editto era diretta conseguenza della condizione dei mariti di Atlantide, che conoscevano l'infedeltà di tutte le donne della città, ma non sapevano nulla della propria consorte. Supponiamo dunque che in tutta la mitica città ci fosse una sola sposa infedele. Il marito, ignorandone l'infedeltà, avrebbe allora pensato che tutte le donne, inclusa la sua, fossero fedeli come Penelope. Tuttavia, una volta a conoscenza dell'editto, si sarebbe reso conto che almeno un'adultera ci deve essere, altrimenti il proclama non avrebbe avuto ragione di essere. Costei non poteva che essere la sua sposa, e quindi la sua testa sarebbe caduta nella prima nottata.

Se invece le spose infedeli fossero state due, i rispettivi mariti (ciascuno dei quali era a conoscenza dell'infedeltà della moglie dell'altro) si sarebbero aspettati di vedere la testa mozza dell'infedele il mattino del giorno successivo alla proclamazione dell'editto. Non essendo successo nulla, ognuno dei due cornuti avrebbe preso coscienza del fatto che esisteva un'altra adultera oltre a quella di sua conoscenza, che non poteva essere che sua moglie; così, nel corso della seconda notte sarebbero cadute le due teste delle spose infedeli.

Nel caso presentatosi nel racconto che vi ho proposto, giunti alla quarantaseiesima notte, ognuno dei quarantasette mariti traditi si aspettava la carneficina; se non era accaduto nulla neanche quella volta, significava che vi era una quarantasettesima adultera, ed ognuno realizzò che si trattava della propria sposa. È per questo motivo che, solo alla quarantasettesima notte, i mariti traditi di Atlantide compirono la loro atroce vendetta! Vi basta?