SANTA MARIA IN BINDA (NOSATE)


 

Secondo un'antica tradizione popolare, in epoca longobarda nel territorio di Lonate, e precisamente nella striscia lungo il Ticino estesa da Nosate a Somma Lombardo, esisteva un centro abitato chiamato Binda, termine longobardo che indica appunto una striscia di terra. Nessun documento a tutt'oggi la cita più, e per questo il mio amico storico Gian Domenico Oltrona Visconti, nella sua "Storia di Lonate" (1969), vi ha dedicato solo un rapido cenno, con la motivazione che "la Storia dobbiamo farla sui documenti". Tuttavia che una tale conurbazione esistesse è quasi certo, visto che il ritrovamento di alcune olle tardoromane in località Sant'Antonino conferma come proprio da Lonate passasse la grande strada romana Como-Novara via Gallarate e Oleggio. Ad esempio, la località Pevereno, in cui si trovava la vigna che fu oggetto della transazione tra Aupaldo e Celsone, nella quale si trova la più antica attestazione scritta del toponimo "Lonnate" (vedi), deriva probabilmente il suo nome dal tardolatino "paraveredus", che significa "cavallo", e quindi indica un punto di cambio e stallazzo dei cavalli, posto verosimilmente al margine di una strada importante. Essa non può che essere identificata nella Como-Novara appena citata (le mappe della fine del XIX secolo individuano questa zona immediatamente a nord del centro storico, all'inizio dell'attuale via Repossi).

Tuttavia non è del tutto vero che della città chiamata Binda, evidentemente un importante stazione di posta lungo la Como-Novara all'intersezione con il fiume Ticino, non è rimasta proprio alcuna traccia. Se ne conserva infatti memoria nel nome dell'oratorio di Santa Maria in Binda, una chiesetta - guarda caso - di antichissima fondazione, situata però non in territorio di Lonate, bensì in quello di Nosate (il comune immediatamente a sud di Tornavento, in provincia di Milano); di essa potete vedere qui sotto una fotografia. Ad essa ho deciso di dedicare questa pagina perchè, pur non essendo a stretto rigore in territorio lonatese, come si è visto è collegata strettamente alla storia antica del nostro borgo e di tutta la zona in cui esso sorge.

 

L'esterno della Chiesa di Santa Maria in Binda

L'esterno della Chiesa di Santa Maria in Binda

 

Sicuramente Santa Maria in Binda rappresenta il fiore all’occhiello del comune di Nosate, e la bellezza artistica per cui più di ogni altra vale la pena di fermarsi anche qui, dopo aver visitato Lonate Pozzolo. Quest'antica chiesetta sorge isolata, in una posizione assolutamente favorevole, fra i prati che giacciono sotto la costa del paese, ed a poca distanza da quel Canale Industriale che alimenta la vicina centrale idroelettrica di Turbigo.

La costruzione, di origine longobarda, risale addirittura all'VIII secolo, anche se ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Pare che in origine essa fosse dedicata al culto dei morti: nel 1904, in occasione dello scavo del vicino canale, furono rinvenute tutt'intorno parecchie tombe contenenti oggetti del periodo longobardo, oggi conservati al Museo del Castello di Milano. L'esterno si presenta con mattoni a vista; sulla destra si nota una fonte d'acqua a cui si dissetano i numerosi ciclisti che, in tutte le stagioni dell'anno, percorrono le numerose vie ciclopedonali della zona, inclusa l'alzaia del Canale Industriale, che dista un centinaio di metri dalla chiesa (la presenza sulla destra di una bicicletta accanto alla fontana testimonia la veridicità di quanto asserito). Davanti alla porta d'ingresso in tempi recenti è stata realizzata una composizione con sassi bianchi e neri, mentre ai due lati della porta si vedono due finestrelle, tipiche di queste costruzioni che non avevano aperture sulle pareti laterali, per dare più luce all'ambiente. Entrambe le finestre mostrano delle roste di discreta fattura.

L'interno della chiesetta, oltre ad essere molto fresco quando si entra in essa durante una torrida giornata estiva, come è capitato al sottoscritto, è costituito da un'unica navata, le cui pareti sono tutte ricoperte da pregevoli affreschi rinascimentali, in parte rovinati. In quel che segue cercherò di dare una descrizione il più possibile accurata di queste opere d'arte.

Cominciamo con la parete a sinistra di chi entra. Ciò che colpisce l'osservatore è la ripetizione per ben sette volte del tema della Madonna con bambino, fatto quantomeno insolito, che però attesta la fortissima devozione mariana degli abitanti del luogo. nella foto sottostante sono visibili cinque di queste rappresentazioni, allineate nella fascia soprastante.

 

La parete di sinistra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda

La parete di sinistra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda

I primi quattro affreschi da sinistra rappresentano Madonne in Trono con il Bambino: la Vergine regge il Figlio, in fogge e colori diversi. Nella prima rappresentazione da sinistra (cm 100 x 180) appaiono solo Maria e Gesù. Nella seconda (cm 95 x 180), la Vergine tiene in mano un uccellino, probabilmente simbolo dell'anima salvata che vola fino alla visione beatifica di Dio. Nella terza (cm 90 x 180) il Bambino sembra giocare con una mela, certamente un'allusione al peccato originale. Nella quarta (cm 90 x 180) la Vergine ha un libro fra le mani.

Nelle tre successive rappresentazioni (rispettivamente cm 80 x 180, 80 x 180 e 70 x 180), di cui sopra è visibile solo la prima, la Madre porge invece manifestamente il seno al Figlio; si tratta dunque della tipica iconografia della Madonna del Latte, visibile anche nel Santuario di Santa Maria a Brunello, presso Castronno. Questo tema era infatti un tempo diffusissimo nelle chiese campestri, e venne rappresentato in pittura fin dai primi anni del XIV secolo. Anche l'affresco miracoloso di Re (Valle Vigezzo, provincia di Verbania), che il 29 aprile 1494 buttò sangue dopo essere stato colpito con un sasso in fronte da un ubriaco, è una Madonna del Latte.

Ma certamente il più importante degli affreschi di Santa Maria in Binda è rappresentato da uno dei rarissimi esempi di Danza Macabra sopravvissuti fino ai nostri giorni, visibile nella fascia sottostante (cm 750 x 115 in tutto). L'antico mistero medievale della morte che danza con gli uomini di potere, i VIP del tempo (papi, cardinali, re, imperatori...) ha spesso richiamato l'attenzione degli artisti che hanno indagato il senso della vita. Da Goethe ad Ingmar Bergman (nel suo "Settimo Sigillo"), fino ad arrivare a Fabrizio de André, tutti si sono sentiti attrratti da questo tema che, si può dire, dal XIV al XVI secolo ha "perseguitato" i fedeli dell'intera Europa. Quando, nel XIV secolo, alla fine del buio Medioevo, le condizioni di vita divennero più facili e la gente cominciò a sentire il "piacere di vivere", proprio allora iniziò una serie di pestilenze e carestie, a partire dalla Peste Nera descritta da Boccaccio nel "Decameron", che riproposero drammaticamente il rischio di una morte disperata. Allora si cercò di reagire all'angoscia attraverso una "educazione alla morte", tramite insegnamenti capaci di staccare gli uomini dalle cose di questo mondo, e tentando di "addomesticare" la grande paura. La Danza Macabra fissa, storicamente, questo particolare momento, segnando quindi il trapasso tra il Medioevo e il Rinascimento, dove lo spettacolo della morte assunse quel significato "moderno" di angoscia e paura che ancor oggi lo accompagna. Qui a Santa Maria in Binda la morte è raffigurata come uno scheletro che invita al ballo finale un lungo corteo di religiosi: dal prevosto al vescovo, dal cardinale al Papa, ciascuno di esso mostrato con gli attributi del suo potere, gelosi detentori di un tragico quanto grottesco potere, destinato a dissolversi non appena il VIP di turno verrà trascinato nell'ultima danza della sua vita.

 

La nave raffigurata in un ex voto sulla parete sinistra

La nave raffigurata in un ex voto sulla parete sinistra

 

La seconda e la terza Madonna in Trono da sinistra appaiono oggi rovinate per l'inserzione di un cartiglio, di dimensioni 135 x 40 cm circa, che recita:

« MARE INVOCATE LE SOPRA PENTE FIGVRE E SVBITO FUNO LIBERATE ET MAGISTRE. IO MARIA DE LIONE DELLA CASTELANZA LA PENTE 1512 DIE 26 IUNY QVEST'OPRA A FACTO FARE CORVOLO DE NOSA AD HONORE DE DIO ET DE SANCTA MARIA BINDA MAGIS. IO, M. DE LI. »

Immediatamente al di sopra, dentro un ovale, è dipinto il tema di una nave, che probabilmente si riferisce ad un miracolo in mare, non dissimile da quello che sul Lago Maggiore è stato all'origine dell'eremo di Santa Caterina del Sasso: alcuni abitanti del luogo furono prodigiosamente salvati da un naufragio, e qui hanno dipinto il loro ex voto. Sopra la nave è infatti visibile la Pietà con una chiara allusione: "Maria, abbi pietà di noi come ne avesti del Tuo Figlio morto in croce". La data è quella del 26 giugno 1512, ed è utile per datare l'abbellimento della Chiesa.

Passando poi alla parete absidale, in essa è visibile una pala d'altare di cm 170 x 210, raffigurante la Natività di Maria.

 

L'abside della Chiesa di Santa Maria in Binda

L'abside della Chiesa di Santa Maria in Binda

 

Veniamo ora alla parete destra. Partendo dall'abside e venendo verso il fondo della chiesa, si nota anzitutto un'ennesima Madonna in Trono (cm 170 x 170), che è stata parzialmente rovinata per l'apertura di una finestra, inizialmente non prevista: probabilmente l'ambiente appariva troppo buio. Subito dopo si apre una porta le cui dimensioni misurano 56 x 197 cm per l'esattezza), sulla quale oggi si vede appeso un crocefisso nella fotografia sottostante, e poi è visibile un'Adorazione dei Magi di cm 240 x 180. La Madonna è a sinistra, fiancheggiata da San Giuseppe e con il Bambino in braccio, e sta ricevendo un dono dall'offerente inginocchiato, mentre gli altri due Magi sulla destra osservano la scena in piedi. Si noti che anche in questo caso, per la nona volta, la Madonna appare seduta in trono! Tutto questo ci rende ragione della regalità attribuita a Maria dalla pietà popolare, come se la si volesse contrapporre (ed a ragione) ai monarchi terreni, la cui condotta appariva tutt'altro che cristiana.

Sulla destra dell'Adorazione dei Magi nella foto sottostante è visibile un'Addolorata, di cm 155 x 180, altro tema caro alla religiosità contadina abituata a sventure e dolori di ogni sorta. La Madonna tiene in grembo il Figlio Morto, sullo sfondo della città di Gerusalemme. Sul lato sinistro in basso, sopra il manto della Madonna, è stato affrescatoun riquadro di cm 35 x 45, nel quale un uomo, seduto su un letto con "capocielo", si rivolge in preghiera alla Madonna, esibendo una gamba; e non è certo difficile indovinare lo scopo di questo dipinto.

In alto, tra l'Adorazione e l'Addolorata, come avvenuto sulla parete sinistra è stato inserito successivamente un quadretto nel quale è copiata una scritta leggibile a tratti:

« JOANNE DE CANTONO / DICTO DE RO TO / ESSENDO INFERMO / DI IOSIA [...] / SE INVOTÒ DE FARI / PINGERE LE SOPRAPENTE / FIGURE MAGISTRO / IO MARIA DE LIONE / 1512 »

Al di sopra è affrescato un ovale, simmetrico a quello della parete dirimpetto, in cui è raffigurata un'altra Addolorata, databile al XVIII secolo.

 

La parete di destra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda, porzione anteriore

La parete di destra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda, porzione anteriore

 

A destra dell'Addolorata si vede invece il dipinto di una enorme nave, di cm 180 x 180, anch'esso mozzato nella parte superiore dall'apertura di una seconda finestra; il suo esatto significato iconografico resta ignoto. In essa si possono riconoscere i medesimi elementi compositivi presenti nell'ovale sulla parete opposta, sopra le Madonne in Trono; ciò ha fatto pensare che si trattasse originariamente dell'ex voto, e che, quando questo fu decapitato dall'apertura della finestra, se ne fece una nuova copia, più piccola ma più moderna e più riconoscibile. Tra la nave e la parete di fondo della chiesa si riconosce invece la figura di un santo, visibile nella fotografia sottostante, che misura cm 80 x 180. La presenza del paniere alla sua destra fa pensare che si tratti di San Siro. Anche la via che congiunge Lonate Pozzolo a Nosate è intitolata a San Siro. Un'antica tradizione afferma che San Siro faceva parte del seguito di san Pietro nel suo viaggio verso Roma; dal primo Papa fu inviato a predicare il vangelo nella pianura padana ed in particolare a Pavia. Secondo altre fonti Siro era invece discepolo di Ermagora, primo vescovo di Aquileia, e fu quest'ultimo ad inviarlo ad evangelizzare il pavese. Quello che è certo è che San Siro divenne il primo vescovo di Pavia, partendo dalla quale egli portò l'annuncio del Vangelo in numerose altre città del nord Italia; da Verona a Brescia, da Parma a Piacenza, da Lodi a Milano, da Genova ad Asti. La sua festa cade il 9 dicembre. Tutto ciò aiuta a comprendere il particolare culto che in questa regione si rendeva a San Siro.

Infine, nella fascia sottostante l'Adorazione, è dipinto un Corteo di Pellegrini, di circa 170 x 90 cm. Ivi si riconosce nella prima scena l'accoglienza offerta da un uomo ad un romeo, cioè ad un pellegrino in viaggio verso Roma, raffigurato con i suoi più tipici simboli: il bordone, il bastone e le chiavi incrociate sul petto. La seconda scena llustra un giovane affiancato da un viandante più anziano, che porge la sua zucca, altro insostituibile accessorio dei pellegrini (essendo necessario per bere), ad un ospite intento a riempirgliela con un imbuto. Negli altri lacerti sono visibili un infermo nudo con una ciotola in mano ed alcuni personaggi che oltrepassano un uscio, il cui originario significato non è più rintracciabile.

Nella Chiesa di Santa Maria in Binda si dice tuttora messa tutte le domeniche alle ore 17.

 

La parete di destra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda, porzione posteriore

La parete di destra dell'interno della Chiesa di Santa Maria in Binda, porzione posteriore

 

Aggiungiamo ora alcune notizie sul vicino comune di Nosate, nel cui territorio si trova Santa Maria in Binda. Esso è situato su un rilievo che domina la sponda orientale della valle del Ticino. Il territorio comunale misura circa 3 Km quadrati, mentre la popolazione al 31 luglio 2005 risultava di 649 abitanti. Mentre Lonate Pozzolo si trova in provincia di Varese, Nosate si trova in provincia di Milano (cliccate qui per accedere al sito della provincia), dunque il confine tra i due comuni è anche confine provinciale. Cliccate qui per accedere al sito di Nosate. La parrocchia fa parte dell'arcidiocesi di Milano, zona pastorale IV di Rho, decanato di Castano Primo.

Il paese si divide in due parti: quella alta, che rappresenta il centro storico raggruppato intorno alla vecchia piazza Borromeo di stile medievale, e quella bassa, di più recente costruzione, che scende lungo le pendici della collina fino a raggiungere il vecchio corso del Naviglio Grande ed il Ticino. In piazza Borromeo sorge anche la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Guniforte. Il disegno più antico di tale chiesa è contenuto negli atti della Visita pastorale di San Carlo Borromeo, avvenuta nel 1570. A quell’epoca la chiesa era a pianta rettangolare (6 x 9 m) con abside circolare, ma fu notevolmente ampliata tra il 1738 e il 1778. Una descrizione dettagliata del nuovo edificio è contenuta negli atti della visita pastorale compiuta nel 1753 dall'indimenticabile cardinale Pozzobonelli.

Proseguendo lungo la via che da piazza Borromeo scende nella valle del Ticino, si incontra prima Santa Maria in Binda, poi il ponte sul Canale Industriale, indi la Cascina Santa Maria; proseguendo, si supera l'antico corso del Naviglio Grande, si giunge alla Roggia Molinara di Castano, al canale Marinone ed infine al fiume Ticino: davvero un'abbondanza idrografica. Nelle foto sottostanti si vede a destra il sottoscritto sul ponte sul Canale Industriale con alle spalle Santa Maria in Binda e, a destra, la centrale idroelettrica di Turbigo vista dal medesimo canale. Le foto in questione sono state scattate il 10 luglio 2007 dall'autore di questo sito.

 

Il ponte sul Canale Industriale attiguo alla chiesa di Santa Maria in Binda

Il ponte sul Canale Industriale attiguo alla chiesa di Santa Maria in Binda

 

Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


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