SAN FORTUNATO MARTIRE


In questa pagina riporterò integralmente il contenuto del numero speciale del Bollettino Parrocchiale di Lonate Pozzolo (oggi "Nona Campana") del dicembre 1951, interamente dedicato alla traslazione a Lonate delle spoglie mortali di San Fortunato, con relative foto. Si notino il linguaggio forbito dell'epoca e gli altisonanti titoli conferiti ai religiosi:

Vita di S. Fortunato

Egli visse alla fine del terzo secolo ed all'inizio del quarto dopo Cristo. Era soldato della Legione Tebea, cosi chiamata perché risiedente nella Tebaide o alto Egitto, ed era composta di oltre diecimila uomini. Era pure detta Legione Fulminante, per i grandi prodigi di valore compiuti in Oriente. Il principale comandante era S. Maurizio il quale non vi accettava che dei cristiani, ragion per cui era composta, nella quasi totalità, di seguaci di Gesù Cristo.

Verso l'anno 303, l'imperatore Diocleziano richiamò in Roma la legione perchè si erano sollevati i Bagaudi della Gallia ed egli la mandò in aiuto di Massimiano, suo socio nell'impero, affinché debellasse tali nemici. Avendo Massimiano valicato le Alpi, accordò qualche giorno di riposo alla sua armata onde potesse ristorarsi dalle fatiche di un cammino così penoso e si accampò ad Ottoduro (oggi Martinac), nel Vallese.

Per ottenere poi buon successo alle armi dell'impero, ordinò che tutta l'armata facesse sacrificio agli dei.

San Fortunato Martire, quadro del pittore Angelo GalloniLa Legione cercò allora di allontanarsi e si portò ad Agaune, alle falde del Gran San Bernardo, dove arrivò il comando di Massimiano di fermarsi in attesa di ordini. E gli ordini furono che dovessero andare agli accampamenti per offrire il sacrificio.

Tutti rifiutarono e dissero: « Siamo cristiani e sacrifichiamo a Dio solo. »

Massimiano rinnovò l'intimazione di sacrificare, minacciandoli in caso contrario delta decimazione.

La risposta di Maurizio, Esuperio, Fortunato, Candido, Vittore e compagni fu questa: « Siamo tuoi soldati, o Cesare, ma servi di Dio. Da te riceviamo lo stipendio, da Dio avemmo la vita. A te dobbiamo il valore delle armi, a Dio la nostra fede. Ti sia dunque noto che non ti è lecito imporci un sacrilegio e l'apostasia ».

Non rispose il tiranno, ma nel cieco suo furore comandò che la Legione fosse decimata sperando che, alla vista del sangue, gli altri soldati si sarebbero sottomessi. E compiuta la decimazione rinnovò la minaccia, ma i Tebani risposero che la fede loro vietava di obbedire. Sdegnato Massimiano del rifiuto, comandò una seconda e forse una terza decimazione. Invano!... Disperando allora di poter vincere la costanza di quegli eroi, li fece circondare dalle truppe pagane con l'ordine di trucidarli tutti.

Fortunato ed i suoi compagni gettarono immediatamente le armi, si inginocchiarono, levarono le mani al cielo e cosi pregarono: « A Te, o Dio grande, offriamo la nostra vita e la nostra fede. A Te, o Gesù, che ci hai redenti col Tuo sangue offriamo tutto il nostro ».

E caddero quei prodi trafitti e sgozzati senza che un lamento uscisse dalle loro labbra o che una lagrima velasse i loro occhi. Il suolo fu coperto di cadaveri, il sangue scorse a ruscelli ed una ecatombe di circa settemila soldati venne ammonticchiata nella vallata del Rodano.

Tra questi trovò la gloria del martirio San Fortunato, il cui venerato Corpo fu, più tardi, portato a Roma unitamente a quelli di moltissimi altri compagni di lotta e di gloria (a lato: quadro di S. Fortunato Martire opera del pittore Angelo Galloni).

 

Peregrinazioni del corpo attraverso i secoli

Come sopra abbiamo detto, subito dopo il martirio, tutti i soldati uccisi trovarono sepoltura nella valle del Rodano.

Come prescrivevano però gli ordini dei Pontefici, vennero esumati non appena la Chiesa godette un poco di libertà e trasportati a Roma.

Cosi anche il Corpo di S. Fortunato venne sepolto a Roma nel Cimitero di S. Priscilla fuori di Porta Salaria.

Avvenuta verso la fine del 1600 la ricostruzione della Chiesa di Turbigo, ad opera e ad interessamento degli Agostiniani Scalzi, essendo nel 1605 divenuto papa Paolo V della famiglia Borghese, dietro richiesta di donna Ortensia di Santacroce, moglie di Francesco Borghese fratello del Papa, Paolo V con regolare Bolla in data 9 Gennaio 1614 concedeva alla Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta di Turbigo i Corpi di S. Fortunato Martire, di S. Felicita Martire ed altri tre Corpi pure di Martiri che vennero cosi trasferiti a Turbigo dove, due anni dopo, e precisamente il 29 Ottobre 1616, il Vicario Generale della Diocesi di Milano Mons. Mario Antonino, ne faceva solenne ricognizione e conferma.

Quando nel 1943 il nostro Parroco Sac. Antonio Tagliabue poté vedere tali Corpi di Martiri, provando vivissimo desiderio di poterne avere qualcuno, cominciò a supplicare il Parroco di Turbigo stesso, Rev. Don Edoardo Riboni, perché gliene cedesse uno e finalmente, nel 1950, poté dal medesimo ottenere quello di S. Fortunato. Bisognò portare però tutte le ossa del Martire a Milano da Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo che ne volle fare la ricognizione (come si potrà vedere dalla Bolla qui pubblicata) e che, nella fatidica serata del 27 Settembre 1951, consegnava il Corpo di S. Fortunato al Parroco nostro nel Palazzo Arcivescovile, alla presenza di Mons. Alfonso Beretta, delle Autorità Religiose e Civili e dei rappresentanti della popolazione Lonatese, portatisi a Milano per farne la prelevazione.

L'urna con il corpo ricoperto di cera di San Fortunato Martire

 

Prelevamento in Arcivescovado del Martire

Tutto ormai era stato diligentemente preparato. L'urna meravigliosa di bronzo massiccio argentato (opera dei Sigg. Frat. Bertarelli di Milano) contenente il Martire nel corpo di cera riccamente abbigliato, i cancelli artistici di bronzo sotto l'Altare maggiore della Chiesa parrocchiale pronti per racchiudervi l'urna ed il paese che si era completamente trasformato in un giardino di addobbi, di verde e di luce che, grazie alla sfarzosa illuminazione, irradiava in ogni contrada, da ogni arcata, dal campanile e nell'esterno ed interno della Chiesa.

La giornata del 27 Settembre 1951 rimarrà, nella storia della nostra Parrocchia, come una delle date più memorande della vita religiosa di un paese. Da 15 giorni le campane a festa, scuotendo i cuori, preparavano l'evento.

Alle cinque del pomeriggio una colonna motorizzata (composta di 33 moto e di 10 automobili), sotto la direzione del Moto Club locale, tra il festoso suono delle campane e la gioiosa festività del popolo che già aveva abbandonato il lavoro, prende il via portando a Milano le Autorità Religiose e Civili.

Alle ore 19 tutto l'Arcivescovado e in movimento e gli incaricati della Questura e della Polizia compiono a perfezione il loro lavoro di ricevimento e di direzione della colonna motorizzata.

Nel cortile dell'Episcopio il furgoncino addobbato del Sig. De Tomasi Alfredo già racchiude il Corpo di S. Fortunato.

Nelle sale arcivescovili, in attesa del Cardinale, si danno convegno tutti i partecipanti alla consegna.

Notiamo, tra le Autorità Religiose, Sua Ecc. Mons. Alfonso Beretta vescovo di Hyderabad in India, il parroco nostro Rev. Sac. Don Antonio Tagliabue, il Rev. P. Enrico Bottini nostro concittadino, i RR. Padri del Pontificio Istituto Missioni Estere P. Carlo Galbiati, P. Pietro Costa, P. Nazzareno Ciattaglia, P. Rinaldo Bossi, P. Cristiano Penner, il Rev. Don Giuseppe Camagni parroco di Brugherio, il Rev. Don Franco Brambilla pure di Brugherio ed il Rev. Don Carlo Colombo assistente all' Ospedale Maggiore di Milano.

Tra le Autorità Civili vediamo il Sig. Angelo Rag. Turri sindaco di Lonate Pozzolo, il Sig. Antonio Sacconaghi vice sindaco, il Sig. Alberto Santangelo segretario comunale, gli assessori Sig. Zocchi Umberto, Sig. Pietro Gelosa e Sig. Giacomo Negri, i consiglieri Sig. Pier Giulio Ing. Dott. Bosisio, Sig. Francesco Simontacchi e Sig. Franco Rag. Grassini.

Notiamo ancora tra i presenti : il Sig. Antonio Spezzibottiani presidente degli Uomini Cattolici, il pittore Sig. Angelo Galloni autore del quadro ad olio e nostro concittadino, il Sig. Rossetti in rappresentanza dei Sigg. Fratelli Bertarelli di Milano, etc.

Il Cardinale mostra al Parroco il Martirologio Mediolanense che parla di San Fortunato

Alle 19 e mezza Sua Eminenza entra nella sala di ricevimento, passa in rassegna le Autorità e poi dà lettura di una lettera da Lui indirizzata al Clero ed al popolo lonatese nella circostanza della consegna delle venerate spoglie del grande Martire. Eccone il testo integrale:


Al Rev. Parroci ed ai Fedeli di Lonate Pozzolo, Pace e Bene.

Viene a voi, colle Reliquie del suo corpo, S. Fortunato perché assuma la vostra protezione presso di Dio.

Queste sacre ossa provengono direttamente dalla Parrocchiale di Turbigo; ma altra volta erano piamente conservate nella Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, of ficiata degli Agostiniani Scalzi del medesimo Paese.

Uno di loro, il P. Girolamo Plato, era fratello del Card. Flaminio Plato, il quale verso il 1518 per mezzo dei suoi fratelli Martino e Ludovico fece rifabbricare l' antico tempio che venne poi arricchito, nel 1614, dei Corpi dei SS. Fortunato, Antonino, Felicita, Vittorino e d'un altro anonimo Martire, provenienti dalle Catacornbe di Roma.

Lo storico Bosca li ricorda tutti nel suo « Martyrologium Mediolanense » ed assicura che gli Agostiniani di Turbigo ne celebravano la festa con rito doppio nel giorno del rispettivo natale.

Dopo tante vicende, ora il corpo di S. Fortunio o Fortunato viene a santificare il suolo di Lonate Pozzolo.

Nessun dubbio che i fedeli di cotesta Parrocchia. sapranno far onore al novello concittadino che stabilisce presso di loro la sua residenza, facendo in modo che la loro vita non sia in contrasto con quella degli antichi Martiri Romani, i quali, battezzati già dai successori dei santi Apostoli Pietro e Paolo, sacrificarono la presente vita per non perdere, con una condotta pagana, Dio e la vita eterna.

Benedicendo paternamente il Clero ed il popolo di Lonate Pozzolo, ci professiamo in Cristo

aff.mo

+ Ildefonso Card. Arcivescovo.


Terminata la lettura il Cardinale mostrava al Vescovo ed al Parroco nostro il libro dello storico Bosca, dove parla di S. Fortunato e del rito di sua festività.

Il Cardinale firma la bolla di consegna del corpo del Martire

Dopo di che sua Eminenza firmava il documento ufficiale (la Bolla) di consegna del Corpo, Bolla che consegnava al Parroco e che qui riportiamo integralmente, traducendola letteralmente dal latino.


ALFREDO ILDEFONSO

del titolo di S. Silvestro e Martino ai Monti

di S. Romana Chiesa Presbitero Cardinal SCHUSTER

Gran Cancelliere delta Pont. Facoltà Teologica Milanese

per grazia di Dio e delta Sede Apostolica della

Santa Chiesa Metropolitana di Milano

ARCIVESCOVO

A tutti e ai singoli che leggeranno la presente Nostra Lettera facciamo fede e testifichiamo che il S. Corpo di

S. FORTUNATO MARTIRE

già da molto tempo portato da Roma ed assai piamente venerato nella Chiesa parrocchiale del paese di Turbigo, è stato consegnato oggi al reverendissimo Sacerdote Antonio Tagliabue parroco di Lonate Pozzolo perché verga conservato nella Chiesa parrocchiale di detto luogo.

E testifichiamo che lo abbiamo reverentemente riposto e collocato in una cassa di metallo dorato, munita di cristallo in forma ovale. legata insieme da un nastro di seta rossa, e segnata col sigillo arcivescovile di S. Ambrogio. e che é stato canonicamente riconosciuto e approvato in questa Curia Arcivescovile. e a gloria di Dio Onnipotente e alla venerazione dei suoi santi, é da Noi concesso alto scopo di esporlo e collocarlo alla venerazione dei fedeli.

Dal Palazzo Arcivescovile di Milano 27 Settembre 1951.

+ Ildefonso, della S. Chiesa Milanese Arcivescovo.

Controfirmato: Can. Luigi Lanella.


Trionfale ritorno da Milano

Sua Eminenza vuole ancora portarsi giù in cortile dell'Arcivescovado per deporre, con tutti i presenti, la Sua prima preghiera davanti alle sante Spoglie e per impartire la Sua pastorale benedizione.

Vuole infine assistere alla partenza, ed ecco le macchine rombare festose e partire ordinate, seguendo il reparto di Polizia che, ammirevole nel suo contegno e nella disciplina del servizio, non abbandonerà la colonna motorizzata se non in Lonate stesso.

Il viaggio si compie benissimo. A Busto Arsizio la popolazione vorrebbe a tutti i costi almeno una breve sosta o il transito per la città, ma il tempo stringe ed i Lonatesi sono in impaziente aspettativa. Ormai tutte le contrade rigurgitano di persone venute da tutti i paesi vicini per assistere al ricevimento: sopratutto via Matteotti, dove avverrà lo scoprimento dell'Urna, vede passare migliaia e migliaia di gente che rendono impossibile persino il transito dei pedoni.

La fastosa illuminazione da al paese una intonazione nuova: campanile e facciata della Chiesa brillano di una luce radiante e l'interno della Parrocchiale presenta un colpo d'occhio mai visto fino ad ora sia per la delicatezza sia per la sfarzosità dell'addobbo.

Il corteo religioso con tutte le Confraternite ed il clero dei paesi vicini è in attesa allo sbocco di via Manzoni e, quando la colonna motorizzata vi giunge, l'accompagneranno sino a S. Mauro dove, nella relativa Cappella, il Vescovo si riveste degli abiti pontificali e l'urna vien prelevata dal camioncino. E' questo il momento del maggior delirio!

Si gioisce, si applaude, si piange!... Con gran fatica i tutori dell'ordine riescono ad incanalare la Processione. II Corpo Musicale nostro fa pompa di nella nuova divisa che viene inaugurata nella circostanza. I portatori del Martire sono orgogliosi dell' onore che venne riservato ai Combattenti, agli Uomini Cattolici ed ai membri del Circolo San Giuseppe e del Circolo S. Ambrogio. E sotto la galleria delle migliaia di lampadine si svolge la prima Processione che passa per via Matteotti, piazza Mazzini, via Roma e piazza S. Ambrogio per giungere alla Parrocchiale dove il Vescovo Mons. Beretta indirizza alla massa che gremisce il Tempio una calda parola di fede ed imparte la Benedizione pontificale. I Confessori si alternano ininterrottamente per predisporre le anime alla purificazione. Ed a mezzanotte il Parroco canta la S. Messa riservata al solo ceto femminile ed amministra la S. Comunione a coloro che han fatto in tempo a confessarsi.

L'apertura dei festeggiamenti (che dureranno tre giorni) è ultimata ed il paese rientra nella quiete e nel silenzio.

Un gruppo di portatori dell'Urna

 

Prima giornata dei festeggiamenti

Il 28 Settembre, venerdì, la potremmo chiamare la giornata dello spirito. Tutto sarà quieto, anche se gli stabilimenti rimangono chiusi e le persone sono in abiti di festa. E' la giornata che vedrà più di tremila persone al Confessionale. I Sacerdoti usciranno alla una di notte sfiniti ma felici. E si che sono in 18 i Confessori e si alternano continuamente.

Sua Ecc. Mons. Beretta celebra alle otto la S. Messa distinta, poi si degnerà Egli pure di aiutare nelle confessioni degli uomini.

A sera un'altra Processione coll'Urna del Martire passerà per via Garibaldi, via Repossi, via Maciantelli, via Dante e via Cavour e si chiuderà pure in Parrocchia colla Benedizione pontificale del Vescovo.

Ed a mezzanotte il Parroco canterà nuovamente la S. Messa per gli uomini che poi si accosteranno al Banchetto Eucaristico con viva devozione.

 

Seconda giornata dei festeggiamenti

Sabato, 29 Settembre. Purtroppo il tempo è cambiato e l'acqua cade con abbondanza. Se questo ha come effetto di tener lontano dal paese tanti e tanti forastieri che vi sarebbero accorsi, non scema l'entusiasmo dei Lonatesi che, per tutta la giornata, accalcano maggiormente la Chiesa, intervenendo in massa alle diverse funzioni religiose sia del mattino come del pomeriggio.

Nelle prime ore si susseguono 12 S. Messe lette in attesa della Messa solenne in canto e con assistenza del Vescovo che s celebra alle ore 10, cantata dal Rev. Sac. Don Giuseppe Motta, prevosto di S. Galdino in Milano, coetaneo di Mons. Beretta e nativo di Brugherio.

Nel pomeriggio poi ha luogo la S. Cresima e sono 58 ragazzetti e 52 bambine che, per mano del novello Vescovo di Hyderabad, ricevono lo Spirito Santo ed i suoi doni che li renderanno, nella vita, degni di militare nell'esercito di Cristo Signore per il grande trionfo della santa Madre Chiesa e per l'avvento del Suo santo Regno.

 

La terza giornata dei festeggiamenti

Certamente la domenica, 30 Settembre, segna la data più grandiosa. Anche il tempo e andato rimettendosi nella nottata e nelle prime ore ed ormai non piove più.

Al mattino sono 11 le SS. Messe lette che trovano sempre ripiena la Chiesa e due Sacerdoti si affannano alla balaustra per porgere la S. Particola alle migliaia e migliaia di fedeli che vi si accostano.

Alle ore 10 parte dall'Oratorio Femminile il corteo religioso (Figlie di Maria in divisa bianca, Ambrogini, Luigini, Confratelli, Corpo Musicale e Clero) che portano alla Parrocchiale Sua Eccellenza il Vescovo per il solenne Pontificale. Mai Lonate Pozzolo ha potuto assistere a tale grandiosità di riti sul suo altare.

Anche la Schola Cantorum locale, che si è preparata con tenacia e con sacrificio e che unisce le voci gravi degli adulti alle sonori voci dei piccoli, si impone per la maestria Belle esecuzioni.

E la folla enorme dei fedeli segue tutte le cerimonie che si impongono al suo animo con particolare commozione.

Nel pomeriggio, alle ore 16, Sua Eccellenza procede alla benedizione della nuova bandiera delle Donne di Azione Cattolica, per la quale cerimonia funge da madrina la Signora Canziani Matilde in Colombo, circondata dalla presidente Sig.ra Regalia Antonietta ved. Zaro e dalla Vice presidente contessa Anna Gilda da Persico.

Segue poi l'ultima processione col Martire a chiusura dei festeggiamenti. Ed ancora fedeli, fedeli e fedeli che gremiscono la Chiesa; ed ancora il Sindaco colle Autorità Civili e Militari che seguono la S. Processione che porta le Spoglie venerate attraverso le altre contrade di Lonate Pozzolo, vale a dire via Cavour, via Dante, via Vittorio Veneto, via Novara, piazza S. Croce e via Roma.

La chiusura è quanto mai intima. Il Vescovo (che ha passato quattro giorni in Lonate e che sta per lasciare definitivamente l'Italia per ritornare nella lontana Sua India) porge il suo saluto di commiato ai fedeli tutti prima di benedirli per l'ultima volta. Assicura che ricorderà anche dalle terre di Sua missione il paese nostro e chiede preghiere per Lui e per i missionari, assicurando del contraccambio. Porterà in India la Reliquia di S. Fortunato che il Parroco ha a Lui donato e che sarà come un maggior legame spirituale tra Lui ed i fedeli Lonatesi.

Imparte poi la Benedizione Pontificale e chiude cosi, ai piedi dell'Altare e vicino all'Urna benedetta, le solennità grandiose che, a detta anche dei più vecchi dei paese, Lonate Pozzolo non aveva mai visto.

L'Urna non è stata però immediatamente collocata sotto l'Altare maggiore. È rimasta esposta ancora alla venerazione della popolazione che, la domenica successive 7 ottobre, volle ritrovarsi nel pomeriggio davanti al Corpo dell'ormai suo Martire, per consacrare a Lui tutte le singole famiglie del paese.

Vescovo e autorità civili a seguito dell'Urna

Ancora la domenica 14 ottobre segnò una data di commozione quando, su invito del nostro Sig. Parroco, furono portati alla Chiesa i vecchi e gli ammalati per impetrare la protezione del Martire sulla loro vecchiaia e sulle loro sofferenze.

Che spettacolo emozionante!... Difficilmente si potevano trattenere le lagrime che sgorgavano spontanee!

Ed ora S. Fortunato è nostro, assolutamente nostro. E' ormai entrato nella vita del nostro paese e la Parrocchia nostra sa dove deve correre per ogni suo bisogno od aiuto.

Noi passeremo e, coll'andar degli anni, entreremo nell'eternità di Dio, ma nessuno ci potrà più strappare il merito ed il vanto di aver lasciato, a chi verrà dopo di noi ed ai figli nostri, un cosi prezioso e grandioso dono.

E dopo aver tanto e tanto amato in terra il nuovo nostro concittadino S. Fortunato, ci sarà di immenso sollievo, nelle ultime ore di nostra vita mortale, pensare a Lui, alla Sua protezione (sopratutto in quel momento), e vivere la più viva speranza di vedercelo venire incontro per farci entrare, con Lui, nella beata Eternità.


Ecco quanto recita il Bollettino Parrocchiale edito in quei lontani giorni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Ma attenti! Il "nostro" San Fortunato non va confuso con l'omonimo santo il cui corpo riposa a Napoli. Oggi le ossa ricoperte di cera del "nostro" San Fortunato si trovano dentro l' altare maggiore della parrocchiale, come si vede nella mia pagina dedicata alla storia recente del mio comune, e l'ultima domenica di settembre a Lonate si svolge una processione in suo onore. 

Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.

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