A PROPOSITO DI ANTONIO DA LONATE

dedicato ad Antonio da Lonate, architetto della cerchia dell'Amadeo

(da "La Nona Campana", settembre 2006)


Di Antonio da Lonate, noto da decenni agli studiosi di storia dell'architettura lombarda come uno degli imitatori del celebre Bramante, ma personaggio assolutamente sbiadito sotto il profilo biografico, perché nulla si sapeva della sua vita, né la patria, né il cognome, né opere certe, abbiamo finalmente da pochi anni notizie precise che lo fanno indiscutibilmente oriundo di Lonate Pozzolo, appartenente alla famiglia Bodio, nato nel 1456 o 1457 e morto a Milano dopo il 1541, progettista certamente della chiesa parrocchiale di Lonate nel 1508 e del santuario di Santa Maria di Busto Arsizio nel 1517, oltre alle attribuzioni di altre opere stilisticamente compatibili.

Ora emerge dall'archivio un "nuovo" documento, che consente di aggiungere un altro tassello alla sua vita. Si riferisce al 1495, anno nel quale Antonio era a Milano (questo già si sapeva) a lavorare al Palazzo detto del Carmagnola, di proprietà del duca, come magister a muro, cioè mastro muratore. Il documento reca la data 7 agosto 1495 e fu stilato dal notaio lonatese Giovanni Antonio Cane, non a Lonate ma a Milano. Nel fascicolo delle sue imbreviature notarili l'atto precedente reca la data 30 luglio, ed era stato stilato a Lonate. Dall'atto seguente, quello del 7 appunto, stilato a Milano, si deduce che il notaio stava in città da alcuni giorni, non si sa per quale ragione, ma certamente non per stendere un istrumento fuori piazza.

Vediamo dettagliatamente il contenuto del "nuovo" atto notarile, che è molto semplice ma che presenta un sorprendente affollamento di individui lonatesi sulla scena di Milano. Il 7 agosto Giovan Pietro Castaldi, figlio di mastro Ambrogio, abitante a Milano in porta Vercellina nella parrocchia di Santa Maria alla Porta, quale procuratore di suo padre che tale l'aveva nominato come da rogito Giovanni Angelo Galli di Milano, affittò al sacerdote Donato Piantanida fu Giovanni, abitante a Milano nella porta e parrocchia predette, due camere al piano alto (in solaro) con i vani sovrapposti, site entro un sedime nelle predette porta e parrocchia, per la durata di un anno a partire dal giorno di san Michele (29 settembre), al prezzo di fiorini 8 e tre quarti, computato di 30 soldi imperiali ogni fiorino: somma da pagare metà entro la Pasqua del 1496 e l'altra metà entro la festa di San Michele del 1496. L'atto venne steso nella casa del locatore.

Il locatario Piantanida, sacerdote a Milano non si sa perché, era di cognome chiaramente lonatese, così come lonatesi erano quasi tutti gli individui menzionati nell'atto. Infatti, se a fianco del notaio lonatese Cane era presente il notaio milanese Girolamo de Porris fu Giacomino abitante in porta Vercellina nella parrocchia del Monastero Nuovo, di Lonate erano invece tutti e tre i testimoni: mastro Antonio de Bodiis fu Ambrogio, cioè proprio il nostro Antonio da Lonate, che l'atto dice esplicitamente abitante a Milano in porta Vercellina nella parrocchia di Santa Maria alla Porta, e con lui Giovanni Scrosati fu Ambrogio e Giacomo Piantanida fu Antonio, entrambi magistri, entrambi abitanti nel borgo di Lonate Pozzolo.

Un atto, dunque, semplice quanto al contenuto, ma con presenze significative di notai e di magistri, questi ultimi allora necessari a qualificare come borgo il nostro paese. A noi interessa sottolineare tra le presenze quella di Antonio Bodio con i suoi titoli di magister trapiantato e di cittadino di Milano, ed anche il fatto che già nel 1495 egli abitava nella parrocchia di Santa Maria alla Porta, nella quale lo confermerà residente un atto già noto del 1503 del citato notaio Galli, dalle cui filze, se esplorate con pazienza, dovrebbe uscire qualche altra citazione a favore del nostro Antonio.

A proposito, al nostro architetto nel 1990 è stata giustamente intitolata una via del paese, ma oggi come ieri è difficile individuarla per chi viene da via Matteotti, a causa dell'enigmatica denominazione che compare sulla sua targa ("via A. da Lonate"), ostinatamente incompleta nonostante il susseguirsi delle varie amministrazioni comunali, tutte finora ugualmente insensibili ad ogni richiesta di correzione; così come pure all'intitolazione di vie ad altri importanti personaggi lonatesi (Antonio Martignoni, Gian Domenico Oltrona Visconti) e non (il beato cardinal Schuster, Paolo VI, Giovanni Paolo II) che invece fanno bella mostra di sé nella toponomastica dei comuni vicini. Per fortuna, come mostra la foto in fondo a questa pagina, per chi viene da via Giovanni XXIII ora il nome è leggibile per intero grazie alla recente risistemazione di quella strada.


ALTRI "DA LONATE"

(da "La Nona Campana", maggio 2000)

 

Questo è l'ultimo articolo pubblicato sul notiziario parrocchiale "Nona Campana" dal grande storico Gian Domenico Oltrona Visconti. Chi è interessato può leggere in versione integrale i suoi "Appunti per una storia di Lonate Pozzolo", da me pubblicati in rete in un altro sito a questo indirizzo. Grazie, caro amico!

Nella cerchia di Giovanni Antonio Amadeo, celebre architetto operante, come noto, tra Quattrocento e Cinquecento, si incontra Antonio da Lonate del quale parecchi scrissero e alcuni lo dimenticarono o confusero con parenti dello stesso nome e dalI'analoga attività. Sono ora da consultare, circa il nostro concittadino, titolare di una via compresa tra viale Giovanni XXIII e via Matteotti, tre recenti pubblicazioni assai importanti e di tutto rispetto. Ben altre di pari interesse saranno in circolazione, si dirà, ma per il momento non le contiamo.

Cioè la di lui biografia divulgata dalla Cattaneo Cattorini net 1985 in "Lonate Pozzolo. Storia, Arte, Società", impressa con la consueta maestria dal Nicolini di Gavirate; i di lui documenti, in italiano e in inglese, per merito di autori vari, comparsi nel '90 a cura delta New Press e sotto gli auspici della Società Storica Lombarda; infine il lavoro del Comincini sull'architettura quattrocentesca e i suoi protagonisti in Italia: "Saggi sull'architettura lombarda net '400", a cura di L. Giordano, editi net '96 dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pavia. Grande impegno e indefesso lavoro, dunque, in breve lasso di tempo.

In realtà enucleare il nostro "da Lonate" dai testi sopra accennati - quasi 900 fitte pagine - e selezionare i giudizi della critica in tanti anni di indagine non e facile e l'errore, o il dubbio, come accade in tutte le cose umane, non potrebbe mancare.

Certo, uno degli scritti più validi sulla cerchia dell'Amadeo è quello di Antonella Cattaneo Cattorini, che per rigore circa il valore del Nostro, circa il suo tempo, i suoi colleghi, i suoi lavori sparsi un po' dappertutto, abbiamo ricordato per primo. La precede il prof. Bertolli, che ci conferma per l'ingegnere il cognome Bodio. La bibliografia, del resto, parla da sola. Mancano, è vero, le date della di lui nascita e mote, che verranno alfine precisate. Ma nelle "osservazioni conclusive" del libro citato (da pag. 149), l'autrice Cattaneo avverte preventivamente che "...questa scheda, lungi dall'essere esaustiva, lascia aperti problemi e sollecita ulteriori ricerche", le quali potrebbero far supporre un contributo (tecnico) di Antonio da Lonate e d'altri alla ricostruzione e al successivo ampliamento della parrocchiale di S. Ambrogio.

Stemma della famiglia Bodio e Disegno del modello ligneo (1532)

del duomo di Vigevano, progettato da Antonio da Lonate.

Il predetto volume del '90 contiene a sua volta una congerie di regesti, peraltro supportati da foltissime note di riferimento. Vi si citano, oltre ad Antonio, i congiunti G. Niccolò e G. Giacomo, figli di Giovanni da Lonate, entrambi magistri, mentre si sottolinea che numerosi soggetti della loro generazione "cominciarono come muratori, ma pervennero raramente ad eccellere in questo campo, e Antonio ne è una eccezione": un bel complimento e un indiretto elogio di cui dobbiamo tener conto. Tuttavia non è sempre chiara in questo saggio la connessione tra testo e note di fine capitolo, talvolta lontane l'uno dall'altra e perciò di ostacolo, a parer nostro, alla chiarezza del terra e dei personaggi in esame.

Vedi poi, per i dati personali degli artisti lombardi, qual che emerge dai regesti e commenti del '90 (intr., pag. 78), cioè che "il medico medievale non sa esser preciso circa la natura della (eventuale) malattia e perciò la diagnosi è (spesso) generica e quindi inesatta; né, in certi casi, vi erano parenti in grado di comunicare al medico stesso l'età del defunto e la data di nascita. Tra i contributi della raccolta di Pavia del '96 segnaliamo ancora quello, già nominato, del Comincini sull'architettura del '400 dove Antonio Bodio "da Lonate", un sepriese vissuto nell'orbita della corte sforzesca a Milano, come noto, e in colleganza con ingegneri e architetti del suo tempo, è menzionato solo per l'elogio ricordato sopra, quantunque la bibliografia su questo eminente magister cominci ad essere copiosa. Ma al tempo stesso l'autore fornisce molte notizie di Pietro da Lonate, inzignero, direttore di cantiere operante con altri tecnici e un figlio nel castello di Milano intorno al 1473-75, collega, circa nello stesso periodo, di Antonio nell'erezione di edifici e chiese, nonché collaboratore di progetti di templi e fabbriche importanti nel Nord Italia. Si legga in proposito un articolo del Bertelli sul "Corriere" dell'11 aprile 1990, supponendo tuttavia che Antonio non fosse, net suo lavoro, un incallito ritardatario come il caposcuola Amadeo.

Erano forse loro parenti un Gio. Antonio da Lonate, "gabelliere del sale venale di Varese" il quale nel '500 chiedeva (venendo accontentato?) di poter andare per monti e per valli "con ogni some d'armi et anco con archibugi", così scriveva, per difendersi da ladri e aggressori. Pietro Bodio, infine, apparteneva alla parentela di Antonio?

Non rimane che proporre al Comune di Lonate di ri-intitolare a quest'ultimo la strada più bella del centro antico del borgo, per onorare più degnamente un concittadino illustre.

G. D. Oltrona Visconti

 

La targa della via intitolata ad Antonio da Lonate, in cui abita l'autore di questo sito

Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155

 

Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


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