La rivolta di Cassandro


Il motivo del precipitoso rientro dall'Occidente di Alessandro e dei Grandi dell'Impero è da ricercarsi nelle azioni di un personaggio che abbiamo perso di vista per alcuni anni: Cassandro, il figlio di Antipatro inviato in missione speciale nelle remote province indiane per cercare di aprire una rotta commerciale tra l'Egitto e l'India. L'impresa si rivela un successo: tra il 318 e il 312 il giovane generale ha compiuto, grazie all'aiuto dell'ammiraglio Onesicrito, ben tre viaggi di andata e ritorno lungo quella tratta, dimostrando che essa è percorribile nonostante i forti venti monsonici che già avevano dato filo da torcere al figlio di Filippo II durante la battaglia sull'Idaspe (326 a.C.). Durante il secondo viaggio ha anche risalito l'Indo sino a Sangala ed è riuscito ad avanzare con le sue truppe al di là dell'Ifasi, il più orientale tra i cinque bracci dell'Indo che danno il nome al Penjab, e a conquistare parte del Gandhara orientale. Questo però ha ingenerato in lui una tremenda sete di potere, che lo ha portato a concepire il sogno di rovesciare Alessandro per prenderne il posto. E così, nel corso del viaggio di ritorno, anzichè puntare sull'Oman sbarca a Carace, residenza estiva di Rossane sul Golfo Persico, ed ordina ai suoi soldati di attaccare la reggia e di metterla a ferro e fuoco. L'imperatrice muore nell'incendio, nonostante il tentativo dei suoi fedelissimi di portarla in salvo, e Cassandro, che è convinto di aver eliminato anche Alessandro junior, punta su Babilonia per eliminare anche Efestione e farsi proclamare imperatore degli ex domini persiani. Siamo nel giugno del 311 a.C. ("giugno triste").

Statua equestre dell'usurpatore Cassandro

Ma in realtà il figlio di Alessandro il Grande si trova con il suo precettore, il filosofo cinico Cratete, ad una battuta di caccia sui monti dell'Armenia, dove Efestione l'ha inviato forse subodorando qualche colpo gobbo da parte di qualcuno dei Diadochi. Non appena Cassandro pone l'assedio a Babilonia, Cratete porta il ragazzo in salvo ad Efeso, sul mar Egeo. Alla notizia della sua ribellione suo padre Antipatro, governatore di Roma e dell'Italia a nome di Alessandro, per la vergogna si suicida con un colpo di spada, tra il compianto generale del popolo romano.

Benché Cassandro sperasse in una rapida caduta della capitale per poter impalmare le altri mogli di Alessandro, e potersi legittimamente proclamare basileus, i suoi piani vanno in fumo per il tempestivo accorrere di Seleuco. Quest'ultimo, mosso da gelosia nei confronti di Demetrio che ha conquistato mezza Europa, aveva deciso di partire lui pure per una spedizione contro gli Sciti, che lo ha portato fin sul lago d'Aral, dimostrando tra l'altro in modo definitivo che il mar Caspio è un lago e non un golfo del mare Artico, come si credeva a quei tempi. Quando però Efestione gli manda una disperata richiesta di soccorso Seleuco, che si trova a Corasmia sul fiume Oxo (Amu Daija), rientra a tappe forzate e sloggia da Babilonia il ribelle Cassandro, costretto a fuggire verso la Siria per non diventare assediato da assediante che era. Intanto, chiamati dal crapulone ma fedelissimo Efestione, arrivano fulmineamente anche gli altri Grandi dell'Impero: Demetrio taglia a Cassandro la via della Grecia, prendendo posizione in Lidia, mentre Tolomeo ed Alessandro lo affrontano in battaglia ad Ipso, in Frigia (25 gennaio 310). Le truppe dell'usurpatore sono annientate, ed egli si toglie la vita sul campo di battaglia. La rivolta è finita.

Le rovine dell'ex capitale persiana, Persepoli

Alessandro Magno, che ha potuto finalmente riabbracciare il figlio che quasi neppure conosce, si rende finalmente conto del fatto che, dopo aver vinto tante battaglie, rischia seriamente di perdere l'occasione di dare un assetto pacifico e duraturo al suo ormai immenso impero. Si stabilisce perciò a Babilonia, nomina sposa reale ed imperatrice la persiana Statira, altra figlia dell'ultimo imperatore achemenide Dario III, dichiara finita l'epoca delle conquiste e si dedica alla grande serie di opere civili che sognava già fin dal suo ritorno dall'India. Tuttavia, per timore che qualcun altro dei Diadochi tenti un altro saltafosso ai suoi danni, ed anche per rendere governabile il suo gigantesco impero, convoca a Triparadiso (Siria) una dieta di tutti i Grandi dell'Impero, onde giungere ad un accordo pacifico sulla spartizione del governo delle satrapie.

Ed ecco il risultato dell'accordo. Efestione è confermato nella carica di viceré e Primo Ministro dell'Impero, e da Babilonia continuerà ad aiutare Alessandro nel governo del suo dominio esteso dalla foce del Tamigi a quella dell'Indo. Siracide diventa Consigliere personale del sire, storico di corte e Ministro della Cultura (come diremmo ora). Tolomeo è confermato nella carica di viceré d'Egitto e di Nubia con sede ad Alessandria, Seleuco Nicanore in quella di viceré d'Anatolia, Armenia e dei nuovi territori da lui conquistati con sede ad Antiochia, il vecchio Antigono in quella di viceré d'Africa, ma gli viene aggiunta anche l'Italia, con sede a Roma, mentre Demetrio Poliorcete si vede riconoscere il vicereame su un vasto dominio con sede a Pella che va dalla Grecia, attraverso la Tessaglia, la Macedonia e l'Illirico, fino all'alto Danubio. Meleagro diventa viceré d'Arabia, Pitone viceré di Media, Carmania, Ariana e Partia, mentre Eumene è viceré di Battriana (oggi Afghanistan), Sogdiana (Uzbekistan), Aracosia, Gedrosia e Pentapotamia. Eraclide, Asandro e Stasanore sono i governatori rispettivamente di Spagna, Gallia e Britannia, con il compito di reprimere le rivolte e consolidare le nuove conquiste; tra i tre si aprirà però la rivalità per divenire viceré del nuovo vicereame d'Occidente che Alessandro intende creare non appena le conquiste saranno consolidate. Callistene è confermato ammiraglio della flotta del Mediterraneo e dell'Oceano, mentre Onesicrito, che riesce a dimostrare di non aver avuto parte nella ribellione di Cassandro, viene nominato ammiraglio dell'Oceano Indiano. Alessandro incarica inoltre Callistene di proseguire l'esplorazione del mondo al di là delle Colonne d'Ercole ed Onesicrito quella delle coste africane a sud della Somalia; infine il re, che ha 46 anni, si associa al trono il figlio Alessandro II in qualità di coreggente, per alcuni anni desiste dalle operazioni militari e si dedica invece ad importanti opere civili, che gli procureranno una fama di edificatore almeno pari a quella che si è guadagnata come condottiero. Tra di esse si possono citare la creazione di un'ampia rete di canali d'irrigazione in Assiria e nell'Iran, l'edificazione di templi sontuosi a tutte le divinità, la magnifica ricostruzione del tempio di Gerusalemme, essendo ormai fatiscente la pur volonterosa opera di Zorobabele al ritorno dall'esilio babilonese, la costruzione di una grande rete viaria che congiunge praticamente ogni angolo dell'Impero, ed in particolare della cosiddetta Via Alessandrina, che da Mileto sul Mar Egeo giunge fino a Nicea sull'Indo. Si deve sempre a lui l'apertura di una via commerciale con il paese di Dedan, citato anche nella Bibbia come grande fornitore di avorio e di schiavi, da identificarsi con l'isola di Zanzibar. Dal punto di vista culturale, Siracide pubblica trenta volumi nelle cinque versioni in greco, in aramaico, in persiano, in ebraico ed in latino sulla vita e le imprese del suo protettore, ma avvia anche, ad Alessandria d'Egitto, la traduzione dell'intero Vecchio Testamento in greco: è la cosiddetta versione dei Settanta, il cui nome deriva dai settantadue saggi rabbini che vi si dedicarono. Grazie all'opera di Alessandro, che ha riunificato praticamente tutto il mondo conosciuto, la cultura circola liberamente dall'occidente all'oriente: nobili etruschi e romani vengono a studiare a Persepoli e a Babilonia, mentre le navi persiane ed egizie incrociano nell'Oceano Atlantico al di là dello stretto di Gibilterra. Alessandro invia anche una spedizione nell'oceano alla ricerca della mitica Atlantide di Platone, ma com'è ovvio essa non ha successo; vengono invece scoperte Madeira e le isole Canarie. Una nave inviata in esplorazione da Callistene al di là delle isole Britanniche riesce a raggiungere l'Islanda e la identifica con la mitica Ultima Thule.

Mappa dell'antica città di Babilonia (dal sito www.imninalu.net/ Babylon.htm)

Ma voi pensate davvero che uno come Alessandro il Grande potesse trascorrere il resto della sua vita comodamente assiso su di un trono? No davvero! Infatti egli non aspetta altro che l'occasione propizia per tornare alla testa delle sue truppe, ed essa pare presentarglisi nella primavera del 305 a.C...


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