T'yung'-kwëk, t's'yäng D'âi'-tsyen'


Il titolo di quest'ultimo capitolo, per il quale ringrazio sinceramente l'amico glottologo Guido Borghi, è la ricostruzione in fonologia cinese arcaica dell'epoca Han della frase « Zhôngguó zhèng Dàzin », cioè: "la Cina (Paese di Mezzo) conquista l'Occidente" (nella vecchia trascrizione: Chung-kuo cheng Ta-tsin). Per gli esperti del ramo e per gli appassionati aggiungerò che "Occidente" (il dottor Borghi proponeva addirittura "Impero Romano") è una traduzione ipersemantica di un sintagma che significa "il grande Zin" (o Tsin, un antico Stato cinese occidentale). é quindi legittimo estenderne la referenzialità all'intero Occidente e, più in generale,  fino alle ultime sopravvivenze delle strutture statali propriamente romane, nel XVIII-XIX secolo.

Infatti, in quest'ultima sezione descriveremo in succinto il più imprevedibile sviluppo delle conquiste di Alessandro Magno in oriente: l'ascesa della Cina. Questa è rimasta pressoché isolata fino al principio dell'Era Cristiana, poi ha cominciato la sua ascesa sotto un viceré senza ascendenza cinese (proprio come Cleopatra non aveva ascendenza egiziana!): Liu Hsiu, figlio di un nobile Chung (etnia mista di cui si è già parlato in precedenza) e della figlia di un funzionario indiano grecizzato. La Cina è l'unico vicereame in cui il greco non ha "sfondato", non riuscendo a soppiantare l'idioma locale almeno come lingua ufficiale della burocrazia e della nobiltà. Liu Hsiu pone fine al governo dei filosofi, accentra il potere nelle sue mani, governa da Ch'ang Han dove fonda la dinastia degli Han orientali (dal nome dell'antico regno combattente che ivi aveva il suo baricentro), durata dal 73 al 100 d.C. Sotto di lui si ha una nuova fioritura del vicereame cinese. Il generale Ban Chao compie varie spedizioni nell'Asia Centrale ed assoggetta definitivamente Tibet, Zungaria e la città di Kashgar.

Espansione del vicereame cinese fino al 1683

Nel frattempo i Kushana calano dal Turkestan e si impossessano del vicereame indiano; il loro grande capo Kaniskra assume il titolo di Basileus ed adotta lingua e costumi greci. Nel 6 d.C. l'ultimo viceré ebraico, Archelao figlio di Erode il Grande, è deposto per la sua crudeltà dal viceré romano Cesare Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Caio Giulio Cesare, che annette la Giudea cancellandola come vicereame, e provocando la ribellione dei partigiani Zeloti; anche l'Etiopia è spartita tra Roma e Palibothra. Il 7 aprile del 30 d.C. a Gerusalemme è crocifisso Gesù di Nazaret; dopo la Sua morte, la Sua predicazione di pace e di amore dilaga in tutto il mondo conosciuto grazie all'opera missionaria di Paolo di Tarso, fatto decapitare a Roma per ordine del viceré Lucio Domizio Enobarbo Nerone il 23 giugno del 67 d.C. L'opera unificatrice compiuta da Alessandro e dai Diadochi, e la diffusione di una lingua comune (nella quale i Vangeli, composti in ebraico, vengono immediatamente tradotti tra il 50 ed il 60 d.C.) fa da veicolo naturale e quasi provvidenziale per il dilagare in ogni dove del Cristianesimo, che conquista rapidamente Grecia, Anatolia, Italia, Egitto, Mesopotamia, Etiopia, Arabia, Persia e da lì si diffonde anche in India e in Indocina; solo in seguito arriverà nel resto dell'Europa continentale e nel vicereame cinese.

Mosaico bizantino del Duomo di Monreale che mostra il Cristo Pantocrator

Kaniskra ed i suoi successori buddisti sono tolleranti nei confronti della nuova religione, che anzi vedono con favore per il suo invito ad obbedire alle leggi dello Stato ("date al Basileus ciò che è del Basileus e a Dio ciò che è di Dio") e per il suo messaggio di tolleranza e di rispetto reciproco. Invece i Romani la combattono fin da subito per la decisa politica antischiavista da essa pronunciata e per il rifiuto di attribuire onori divini ai viceré romani. Nerone, Marco Aurelio, Decio, Aureliano, Diocleziano bandiscono varie persecuzioni di massa nel corso dei due secoli e mezzo successivi, ma l'unico risultato che ottengono è quello di fare pubblicità alla religione del Cristo e a farle guadagnare nuovi adepti; Tito (che nel 70 d.C. distrugge involontariamente il Tempio di Gerusalemme nel corso di una sommossa antiromana fomentata dagli Zeloti), Elio Adriano ed Alessandro Severo si mostrano più tolleranti. Alla fine il viceré Costantino I il Grande (312 - 337 d.C.) concede libertà di culto ai cristiani con l'Editto di Milano (313), città in cui ha trasferito il proprio quartier generale. Teodosio I il Grande con l'Editto di Tessalonica erige addirittura il cristianesimo a religione ufficiale del vicereame romano (390 d.C.) Nel 451 d.C. l'unno Attila tenta di invadere i domini centroeuropei di Roma, ma papa Leone I Magno gli va incontro e lo convince a desistere e a ritirarsi di nuovo verso l'Asia, dietro pagamento di un fortissimo riscatto, ma anche grazie al proprio carisma ed alla propria personalità magnetica: per la prima volta il potere religioso scavalca quello civile. Con Giustiniano I (529-565 d.C.) la capitale del vicereame occidentale è trasferita a Costantinopoli, nuova denominazione di Bisanzio, giudicata più facilmente difendibile delle metropoli italiane, e più centrale rispetto ai possedimenti romani più orientali - anch'essa, del resto, sorge su sette colli proprio come Roma -, e quest' ultima rimane praticamente nelle mani del Papa.

Si noti come il vicereame romano conosca una perfetta continuità politica, senza differenze tra Repubblica ed Impero, e come non si smembri e non cada affatto nel 476 d.C. La lingua greca soppianta completamente il latino e tutti i popoli d'Europa, dell'Africa Bianca, dell'Etiopia e dell'Arabia parlano esclusivamente il greco, che è anche la lingua ufficiale della Chiesa di Roma. Ma intanto l'India decade e la CinaCeramica cinese, dinastia T'ang cresce. Nel II secolo d.C. avviene la resa dei conti finale con gli invasori Hsiung-nu, al fine di eliminare ogni futura minaccia da parte dei Popoli delle Steppe. Prosegue l'espansione in Asia Centrale verso Sud fino all'annessione delle satrapie settentrionali del vicereame dei Kushana, fino al raggiungimento del confine diretto con Roma. In India prende il potere la dinastia dei Gupta, che raggiunge il suo culmine nel VII secolo con il re Harsa, famoso per aver affrontato e vinto in singolar tenzone il re degli Unni Eftaliti, sfuggiti al dominio cinese, a soli 17 anni. Alla sua morte nel 647 i cinesi si espandono ulteriormente in India e annettono il Kashmir. Dal 618 al 907 in Cina regna la dinastia T'ang, con la quale inizia la penetrazione cinese in Giappone; inoltre, in questo ergocronotopo i cinesi subentrano alle fulminee conquiste islamiche e nel 753 riescono ad occupare la pianura del Gange e a scacciare l'ultimo imperatore indiano. Il grande imperatore Huan Tsung, con cui la dinastia T'ang raggiunge l'apice della potenza, si proclama Basileus, ordina che il cinese ed il greco siano a pari merito lingue ufficiali dell'Impero, e costringe l'Occidente, a quel tempo governato dai viceré bizantini della Dinastia Isaurica , a riconoscere la sua supremazia: Costantino V (741-775) deve accettare perché le sue truppe sono impegnate a reprimere le rivolte dei Goti e dei Longobardi nel nord d'Europa. I Greci d'Occidente sono inoltre indeboliti dalla lotta iconoclasta e dalle tensioni tra il Papa di Roma, il Patriarca di Costantinopoli e quello di Alessandria d'Egitto, a seguito della disputa sul monofisismo.

Dal 976 al 1125 regna in Cina la Dinastia Song, che segna l'apogeo della superiorità cinese rispetto al resto del mondo sul piano economico-finanziario, tecnologico e demografico; l'Asia Centrale e Orientale si trovano al culmine della prosperità. Sotto questa dinastia avvengono la conquista dell'autoproclamato Impero Khidan (Liao), l'eliminazione dei Jürchen, la sottomissione finale dell'Indocina, l'attacco ai Turchi Qarluqi (Qarakhanidi), la successione all'eredità dei Turchi Selgiuchidi in Asia centrale, l'annientamento dei Cumani  e dei Peceneghi, la sottomissione delle satrapie russe fin qui soggette a Bisanzio. Sotto la dinastia Macedone, culminata con il regno di Basilio II Bulgaroctono (976 - 1025 d.C.), anche Bisanzio e l'Occidente ritrovano un momento di splendore, opponendosi con successo alle mire orientali, ma poi un processo inarrestabile di Ceramica cinese, dinastia Songfeudalizzazione sgretola le strutture militari e politiche del vicereame occidentale. I cinesi ne approfittano e, dopo aver occupato l'Arabia e l'Etiopia, nel 1090 muovono guerra ai Fatimidi, satrapi d'Egitto e di Palestina, e lo conquistano. Ne segue che Papa Urbano II bandisce la Crociata per la riconquista da parte cristiana dei Luoghi Santi. L'inevitabile guerra con il vicereame Bizantino porta alla restituzione della Palestina all'Occidente, ma Egitto, Arabia ed Etiopia restano cinesi.

Ma anche la Cina, nel corso del XIII secolo, vive un brutto momento. Il capo mongolo Gengiz Khan, dopo aver unificato tutta la regione delle Steppe ed essersi scrollato dal collo il dominio cinese, assale la Grande Muraglia, la espugna, dilaga in Cina e conquista tutto il vicereame orientale assumendo nel 1211 il titolo (peraltro greco, non cinese) di Basileus, e fondando la dinastia degli Imperatori Yuan. Gengiz arriva fino in Russia ed in Persia. Alla sua morte (1226) seguono gli imperatori Khubilai Qaghan, Temür, Khaishan, Ayurbawada Renzong. Il primo di essi accoglie a Qambaliq ("città del signore", nome mongolo di Pechino, la sua nuova capitale) il mercante e viaggiatore veneziano Marco Polos e lo nomina governatore di una delle sue satrapie.

Sotto la Dinastia Yuan riprendono le guerre di conquista, anche perché Costantinopoli è entrata in una inarrestabile parabola discendente sotto le dinastie dei Comneni (1081-1185) e degli Angeli (1185-1204). I Mongoli, che si stanno fondendo con i Chung, si impossessano dell'Ucraina, dell'Africa Settentrionale e della Spagna Meridionale, arrivando addirittura a sbarcare in Francia, in Inghilterra e in Scandinavia. Nel 1204 la sensazione di accerchiamento da parte dei Cinesi porta alla reazione romano-germanica contro Costantinopoli, che viene attaccata e rasa al suolo (si perdono le tracce della Sacra Sindone, ritrovata un secolo e mezzo più tardi a Liry, in Francia). Federico Eritrobarbo (Barbarossa), satrapo di Svevia, assume il titolo di viceré d'Occidente. Suo nipote Federico II (morto nel 1250) dà praticamente il via alla nuova stagione dell'Umanesimo con la riscoperta dei classici antichi, dimenticati nel corso della stagione feudale. Ma nel 1310 la dinastia germanica si estingue con la deposizione di Arrigo di Lussemburgo, esaltato da Dante Aligherios, l'autore in lingua greca di una "Divina Commedia" che sintetizza in sé tutto il sapere degli ultimi quindici secoli in Europa. Le lotte per la successione dividono ed indeboliscono ulteriormente l'Occidente, esponendolo alle mire dei cinesi.

Questi ultimi nel 1351 si scuotono di dosso l'egemonia mongola con la rivolta detta dei "Turbanti Rossi", divampata in tutto il paese sotto la guida di un giovane monaco buddista figlio di contadini, Chu Yuan-Chang. Questi scaccia l'ultimo Khan mongolo, mette definitivamente fine al sogno dei Popoli delle Steppe di fare loro il ricco mondo civilizzato, assume il nome di Hung Wu (=Figlio del Cielo) e fonda la Dinastia Ming (= "la luminosa").

Ceramica Ming con i tipici colori bianco ed azzurro

Alla fine del XIV secolo i Ming riconquistano la satrapia di Delhi, che si era resa pressoché indipendente, e poi attaccano di nuovo l'Egitto e Bisanzio. Proseguono inoltre l'offensiva in Europa annettendo Polonia, Ungheria e parte della Germania. I pirati arabi al soldo dei cinesi devastano le coste mediterranee di Grecia, Francia ed Italia. Viene annesso definitivamente il Giappone. Gli ultimi Khanati Mongoli vengono annientati grazie alla recente scoperta delle armi da fuoco, che permettono anche la conquista da Est della Siberia e della Russia. Nel 1399 la Cina arriva a porre un protettorato su Bisanzio, nominalmente parte del vicereame occidentale.

Dal 1405 al 1421 hanno luogo le spedizioni del grande ammiraglio cinese Zheng He, che circumnaviga l'Africa da est ad ovest e raggiunge la Spagna. Prosegue la penetrazione in Indonesia. Nel 1492 l'ammiraglio genovese Cristophoros Columbos, al soldo del Basileus cinese, attraversa il Pacifico e scopre l'America, aprendo nuove rotte commerciali. Il nuovo continente prende il nome da un altro navigatore europeo al servizio del Figlio del Cielo, il fiorentino Amerigos Vespokios, che per primo attraversa l'Atlantico partendo dalla Spagna e scopre il Brasile. La conseguenza di queste ardite spedizioni transoceaniche è la formazione di un Impero Coloniale Cinese in America e lo sterminio delle popolazioni autoctone (Maya, Aztechi, Inca, Amerindi). Presto vi si stabiliscono moltissimi coloni europei ed africani, che trasformano i Cinesi americani in una minoranza. Il vicereame occidentale, ridotto ai minimi termini (Francia, Germania, Italia, Austria, isole Britanniche, parte della Scandinavia), è intanto governato dalla dinastia degli Asburgo; i Greci si consolano con lo splendore artistico e culturale del Rinascimento. I Ming si preparano alla conquista di ciò che rimane degli antichi domini di Roma, quando improvvisamente scoppia la rivoluzione e l'Europa è salva. Un abile avventuriero, Li Tzu-Ch'eng, assale Pechino alla testa di un esercito di contadini rovinati dall'eccessivo fiscalismo Ming, e penetra nei palazzi imperiali. Per sottrarsi al linciaggio l'ultimo Basileus Ming si impicca, mentre i notabili del regno chiedono aiuto alle tribù della Manciuria, già da tempo sottomesse ed utilizzate come mercenarie nelle guerre di conquista in America, Africa ed Europa. I Mancesi eleggono Basileus il giovanissimo Shun-chi, con il quale nel 1644 ha inizio l'ultima dinastia cinese, quella dei Qing (1644-1911).Kitaga Utamaro, Dama cinese, 1790

Con essa la Cina raggiunge la massima estensione territoriale, con protettorati dal Portogallo a Sakhalin e dalla Finlandia alla Nuova Guinea. Dopo un vano assedio cinese di Vienna (1683), salvata dall'intervento del principe polacco Giovanni Sobieskos, l'imperatore Ch'ien-Lung (1736-1796) giunge ad un'alleanza con il papato, effettivo detentore del potere temporale in ciò che resta dell'Europa, e con gli Asburgo, il loro braccio militare, e restituisce loro parte dell'Europa Occidentale. La Rivoluzione Industriale capovolge la situazione: la cultura greca europea riprende il sopravvento e ricomincia l'ascesa del nostro continente.

Nel giro di un secolo e mezzo l'Europa si riafferma come potenza egemone nel mondo, mentre al contrario il vicereame cinese regredisce e comincia un'inarrestabile decadenza, esattamente come l'Impero Ottomano nel nostro ergocronotopo. A marcare l'ascesa dell'Europa c'è l'abbattimento della monarchia, avvenuto nel 1789, e la sua sostituzione con una Repubblica a capo della qual c'è un Presidente liberamente eletto da tutti i cittadini a suffragio universale maschile e femminile, non più un viceré con carica ereditaria. Il Senato di Roma si trasforma a sua volta in un Parlamento elettivo. Papa Braskos (Pio VI) cede le proprie prerogative temporali al governo laico della Repubblica Romana (cioè europea), mantenendo il governo effettivo solo su Roma e sul Lazio. La Russia si scuote di dosso il giogo cinese e conquista la Siberia fino al Pacifico. Gli Arabi cacciano i cinesi nella battaglia delle Piramidi (1801) e confluiscono nell'Occidente. Francia, Germania, Inghilterra ed Italia esplorano e si spartiscono l'Africa (Congresso di Berlino, 1878). L'India cade sotto controllo inglese nel 1852; la Gran Bretagna diventa padrona incontrastata dei mari dopo aver costretto la Cina ad aprire i suoi porti al commercio europeo (1853). L'Olanda conquista l'Indonesia (1858). I coloni europei in America scacciano l'esercito cinese dopo averlo sconfitto a Gerapoli (Gettysburg, 1865) e si uniscono all'Occidente. L'Australia, dove i Cinesi avevano creato una colonia per prigionieri politici, si associa alla Repubblica (1880).

Nel 1899 l'ultima grande imperatrice della storia, Tzu-Hsi, appoggia la Rivolta dei Boxer, setta segreta xenofoba ed anticristiana, nella speranza di scacciare gli europei dalle concessioni economiche che essi hanno aperto sul suolo cinese, ma un intervento della Repubblica la stronca sul nascere e Tzu-Hsi è costretta ad abdicare. La resa dei conti arriva nel 1905 con la battaglia di Tsushima, nel mar Giallo, nella quale la flotta sinonipponica è completamente distrutta da quella anglorussa. L'ultimo basileus, Pu-Yi, è costretto ad abdicare dal rivoluzionario di religione cristiana Sun-Yat Sen (1911), che proclama la Repubblica Cinese e successivamente aderisce alla grande repubblica mondiale in cui si è trasformato il vicereame occidentale dell'Impero Greco. Cade la suddivisione tra Oriente ed Occidente. Atene, da cui tutto era partito 26 secoli prima, torna ad essere la capitale della Repubblica (la rivincita di Demostene!) Prima il tedesco Adolphos Itlerius (1933), poi il russo Giuseppe Stalinos (1941), infine il cinese Mao Zedong (1949) tentano invano di prendere il potere, ma vengono sconfitti e muoiono suicidi. Non si combatte alcuna Guerra Mondiale. La scienza progredisce a dismisura: nel 1942 si ha l'accensione della prima pila atomica da parte del fisico italiano Enrico Phermys; nel 1967 il primo trapianto di cuore ad opera del chirurgo sudafricano Giovanni Bernardos; nel 1969 l'astronauta americano Nylos Armastros mette piede per la prima volta sulla Luna; nel 1992 nasce Oikonet (noi diremmo Internet). Il Papa polacco Giovanni Paolo II (al secolo Kalos Oitilas) pone fine alle millenarie lotte tra le religioni per il predominio nell'ecumene, ottenendo una generale pacificazione di tutti i credenti (ecumenismo). Nel 2004 d.C. la Repubblica è al culmine della sua prosperità, si stanno facendo i preparativi per la conquista umana di Marte e si cerca di realizzare il reattore a fusione nucleare. E tutto questo, perché l'antico Siracide convinse Alessandro I il Grande a lasciare Babilonia nella primavera del 323 a.C...

La battaglia di Isso, affresco da Pompei


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