Una diversa guerra franco-prussiana


POD. Nella guerra Franco-Prussiana del 1870 l’Austria-Ungheria stava per schierarsi con i francesi per sconfiggere i prussiani che nel 1866 avevano strappato agli Asburgo il ruolo egemone negli stati tedeschi. Supponiamo che così avvenga.

Se ciò fosse accaduto possiamo a buon titolo immaginare che la guerra sarebbe stata vinta dai francesi e che, al termine di questa, la Prussia non si sarebbe trasformata in Impero Tedesco; l’Austria-Ungheria riacquista il suo ruolo guida negli stati germanici e la Prussia cade sotto l’orbita asburgica e non viceversa (come è accaduto nella HL).

La Francia resta una grandissima potenza e condivide il primato continentale con l’Austria-Ungheria. In questa situazione Roma non può essere annessa, e ciò alla lunga porta gli italiani ad odiare i francesi che impediscono la presa della città più importante della Penisola. La capitale è posta a Firenze e il Regno d’Italia si allea con l’Austria e la Prussia a formare un’alleanza che si contrappone al blocco degli stati satelliti della Francia (Spagna, Belgio e poi Russia).

La guerra mondiale scoppia verso il 1920 come risultato di un assalto italiano a Roma. Iil Trentino è ceduto insieme all’Istria dagli Asburgo agli italiani durante la prima guerra mondiale come condizione per entrare in guerra con l'Austria. L'Inghilterra rimane neutrale nello scontro perché spera che i contendenti si rovinino uno con l’altro, onde evitare che o Francia o Austria abbiano il controllo del continente. Alla fine la guerra viene vinta dai francesi perché dispongono di un impero coloniale. Gli Stati Uniti rimangono neutrali. L’Italia, privata anche di parte del Piemonte e della Sardegna, dopo la guerra si butta tra le braccia del Fascismo come l’Austria, mentre in Prussia e Russia nascono e si consolidano regimi comunisti. Nel dopoguerra nasce la Grande Alleanza tra Italia, Austria, Inghilterra e Stati Uniti che ha come unico obbiettivo quello di sconfiggere i francesi, che nel frattempo si sono annessi tutti i territori spagnoli. Nasce così nel 1935 il Grande Impero, che comprende tutte le colonie spagnole e francesi, più le colonie prussiane in Africa orientale. Le nazioni comuniste si uniscono nell’U.R.F.S. o Unione delle Repubbliche Federate Socialiste (cioè Prussia e qualche ducato tedesco del nord, Russia e repubbliche baltiche).

Il Giappone può attaccare la Cina come nella nostra linea temporale, ma qui è osteggiato fortemente dall’U.R.F.S. che vorrebbe una Cina comunista. Verso la fine degli anni ’40 scoppia di nuovo la guerra, ancora una volta causata da un attacco italiano su Roma, che era rimasta al Papa poiché la prima guerra mondiale gli italiani l’avevano persa. L’attacco massiccio che la Francia subisce sembra distruggerla, ma gli scienziati transalpini guidati dai coniugi Irene Curie e Fréderic Joliot scoprono in tempo come si costruisce un’arma atomica e la usano contro gli italiani a Torino. I francesi tuttavia non hanno che solo due altri prototipi, poi gran parte del loro impero è occupato dagli Alleati. Si giunge dunque all’Armistizio di Le Havre. Con questo trattato l’Italia occupa Roma ed acquisisce Nizza, la Savoia, la Corsica, le Balearie la Tunisia, ma anche l’Albania e la Grecia che avevano combattuto a fianco dei francesi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna occupano la Polinesia, mentre l’Impero Asburgico occupa gli stati tedeschi del sud, tornati indipendenti dopo la Prima Guerra Mondiale, e parte dell’Alsazia-Lorena, oltre a Romania e Bulgaria, che si erano alleate con l'Impero Francese. Giappone e U.R.F.S. sono rimasti neutrali. La pace è umiliante per i francesi e determina un feroce Renvanscismo che dura ancora negli anni 2000.

In questo oggi Austria, Italia e Inghilterra sono legate da una stretta alleanza in chiave anti-francese; Italia e Austria sono nazioni governate da regimi fascisti, mentre la Gran Bretagna ha un’impostazione parlamentare di stampo autoritario e anticomunista. Queste tre nazioni sono potenze mondiali molto attive e per nulla subordinate agli Stati Uniti con cui sono alleate, ma non in maniera forte perché si guarda comunque con interesse ad un accordo con l’U.R.F.S. contro la Francia. L’Impero Ottomano sussiste ancora. L’U.R.F.S. a livello internazionale si contrappone sia al Giappone, con il quale si è spartita la Cina, sia con gli Stati Uniti. Buona parte dell’Africa come India e Oceania sono sotto il controllo britannico, come il sud e centro America sono una prerogativa degli Stati Uniti anche se in Argentina si è consolidato un regime fascista fedele all’Italia che prova ad espandersi in Cile. Il Giappone è un impero asiatico militarista ma non fascista, molto chiuso e disposto a qualunque alleanza pur di espandersi in qualche altra zona. In ogni caso la protagonista di tutti i giochi diplomatici è la Grande Francia guidata da Napoleone VI , discendente diretto di Napoleone III, che nonostante la sconfitta rimane la nazione più potente dal punto di vista economico e forse anche militare.

Giorgio Tebaldi

 

L'Europa "napoleonica" nel 2007 (cartina di Giorgio Tebaldi)

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Questa invece è la proposta di Generalissimus:

Re Guglielmo I del Wurttemberg, reputando dannosa un'eventuale egemonia prussiana o austriaca sugli altri stati tedeschi, ideò un progetto per creare una terza potenza tedesca dopo l'Austria e la Prussia, che riuscisse a tenere testa ad entrambe ed impedisse che una delle due prendesse il sopravvento sulle altre.

Secondo i suoi piani, Il Wurttemberg si sarebbe dovuto espandere annettendo l'Hohenzollern-Echingen, l'Hohenzollern-Sigmaringen e il Granducato di Baden. In seguito il regno si sarebbe dovuto unire in una confederazione con il Regno di Baviera, i vari stati sassoni e il Regno dell'Hannover.

Guglielmo voleva fare anche un tentativo per acquisire in modo pacifico l'Alsazia dalla Francia. Ma nel 1820 qualcuno, forse il suo collaboratore Friedrich Ludwig Lindner, pubblicò in Inghilterra un pamphlet intitolato "Manoscritto dalla Germania meridionale", che esponeva per filo e per segno le idee politiche di Guglielmo I. Austria e Prussia ovviamente la presero malissimo e al Congresso di Verona del 1822 chiesero l'isolamento diplomatico del Wurttemberg, che per lungo tempo non riuscì più ad avere buoni rapporti con questi due paesi.

Guglielmo dovette abbandonare per sempre le sue idee riguardo al futuro della Germania. Ma che accade se nessuno scrive il manoscritto, Guglielmo I ha più fortuna e nasce una confederazione di stati tedeschi meridionali equidistante da Austria e Prussia?

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Così gli replica Bhrghowidhon:

Questo progetto è stato sempre favorito dalla Francia, ma più che in ogni altra epoca da Napoleone III. (però l'Alsazia non sarebbe mai stata ceduta/restituita per alcun motivo, neanche in cambio - per dire - dell'intera Ungheria, visto che tutta l'Africa non valeva l'Alsazia-Lorena...); se teniamo tutto il resto come nella Storia reale, possiamo immaginare che il Punto cruciale di Svolta (o di deragliamento) possa cadere nel 1866, perché sicuramente la Prussia tenterebbe la conquista del Regno di Hannover (ci provava da Federico II.).
Si prospetterebbe un'alleanza franco-austriaca (a scapito dei Savoia, fra l'altro, per quanto riguarda il Veneto); se le due guerre separate (1866-1871) sono state vinte dalla Prussia, una congiunta potrebbe vedere la vittoria dell'alleanza dei due Imperatori, con conseguenze su tutta l'Europa Centrale da Nord a Sud (sarebbe nell'interesse dei due ristabilire i Borboni a Napoli e far ritornare lo Stato Pontificio a dimensioni maggiori)...

In ultima analisi il piano francese era di una Confederazione Europea, nella quale entrerebbero Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria (non divisa in Austria-Ungheria), Spagna, se possibile Napoli e lo Stato Pontificio; naturalmente la Lombardia rimarrebbe un elemento critico.

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Perchè No? si inserisce nella discussione :

Vedere uno Stato Pontificio stabile (almeno Roma intera più uno sbocco al mare), era un piacere per Napoleone III (almeno poteva far rientrare le truppe stanziate li e smettere di sprecarci soldi), ma perché sosterrebbe un regno borbonico a Napoli? Mi sembra che Louis-Napoléon non fosse un sostenitore della vecchia dinastia o un oppositore dell'unione all'Italia. Coma si può fare per mettere il Francese e l'Austriaco allo stesso tavolo?

E una confederazione centrata sulla Baviera e sul suo sovrano, quale strada avrebbe preso? Quali i rapporti tra questo regno cattolico e gli Stati luterani della Confederazione?

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E Bhrghowidhon ribatte:

Per Napoli gli accordi di Plombières del 21.7.1858 (confermati dall'Alleanza Franco-Sabauda del 26.-28.-29.1.1859, retrodatata al 12.-16.12.1858) erano che rimanesse ai Borboni o andasse a Lucien Murat; anche dopo il 1861 Napoleone III. ha accarezzato piani di insurrezione in Sicilia che portassero al ripristino dei precedenti Stati, e del resto l'ultimo accordo fra gli Imperi Francese e Austriaco (Villafranca, 11.-12.7.1859, ratificato dalla Pace di Zurigo del 10.11.1859) prevedeva una Confederazione Italica a presidenza pontificia (e l'intersezione fra i piani dei due Imperatori era costituita dai soli Borboni, non da L. Murat); anche la Convenzione di Fontainebleau (15.9.1864) sanciva il trasferimento della Capitale a Firenze (3.2.1865), non di più, mentre lo scambio di Nizza e Savoia era con la Lombardia, i Ducati Padani e le Legazioni Pontificie di Bologna, Ferrara e Romagna, insieme alla Toscana che 'compensava' l'esclusione del Veneto (rispetto a Plombières).

L'Alleanza Franco-Austriaca sarebbe stata certo estemporanea, di fronte a una prevedibile aggressione prussiana (con pretesto) al Regno di Hannover e in generale alla Confederazione del Sud; comunque una riedizione del Rovesciamento delle Alleanze del 1756 per reagire alla politica di Palmerston (principale responsabile della caduta del Regno delle Due Sicilie) sarebbe stata nella logica del momento e avrebbe forse potuto avere qualche conseguenza nella vicenda di Massimiliano I. del Messico (proprio nel 1866 rimasto senza il sostegno delle truppe francesi).

La Confederazione del Sud avrebbe avuto presumibilmente una struttura simile alla Confederazione Germanica, quindi senza eccessive difficoltà di rapporto fra Confessioni; casomai il contrasto era fra i due progetti klein- e großdeutsch, quest'ultimo (benché non solo cattolico!) prevalente fra i Cattolici, i quali invece in questa ucronia sarebbero forse spaccati (come anche gli Evangelico-Riformati) per la presenza di una componente "kleinstdeutsch" ("tedesca minimale") sostenitrice delle tre Germanie separate.

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Generalissimus ha poi tradotto per noi queste ucronie:

E se la Germania non si fosse mai unificata?

E se la Germania non si fosse mai unificata? Per diverse centinaia di anni la Germania è rimasta divisa tra una tonnellata di stati tedeschi più piccoli, e non esisteva davvero un concetto di “Germania”.
Non fu fino all’inizio del 19° secolo che le conquiste europee di Napoleone non instillarono un fervente nazionalismo in tutti i paesi che invase.
In particolare per i Tedeschi, Napoleone creò la Confederazione del Reno per “proteggerli” meglio dai loro alleati.
I Tedeschi odiavano assolutamente i loro occupanti francesi, perciò iniziarono a vedere loro stessi come un solo popolo.
Dopo che Napoleone fu sconfitto, molti nazionalisti tedeschi iniziarono a chiedere una Germania unita, ma invece finì con l’essere creata la Confederazione Germanica, che era in pratica una labile alleanza fra tutti gli stati più piccoli.
Comunque, nel 1848, dopo che in Francia avvenne una rivoluzione che rovesciò la monarchia francese… Di nuovo il fervore rivoluzionario si diffuse attraverso l’Europa, in particolare in Prussia, cosa che portò molti rivoluzionari e nazionalisti tedeschi a chiedere ancora una volta con forza l’unificazione, ma non funzionò.
Non passò molto tempo dopo queste rivoluzioni che nel quadro entrò Otto von Bismarck, un fervente nazionalista tedesco, nonché monarchico, che voleva davvero che l’unificazione tedesca avvenisse.
Bismarck mosse diverse guerre in Europa, prima di tutto contro la Danimarca per conquistare le terre dello Schleswig e dell’Holstein, poi in Austria per assicurarsi il dominio sulla Germania e infine contro la Francia per convincere gli stati tedeschi del sud a unirsi sotto l’egida prussiana.
Ci sono molti modi nei quali la Germania non avrebbe mai potuto unificarsi, potremmo far sì che Napoleone non conquisti mai la Germania, oppure che le rivoluzioni del 1848 non si estendano alla Prussia, oppure che semplicemente non avvenga nessuna delle guerre sopra menzionate.
Questi sono tutti modi sbilenchi per farlo, perciò facciamo qualcosa di meglio! Ma prima di arrivare al nostro scenario guardiamo ad alcuni dettagli: il 7 Maggio 1866, mentre Bismarck stava preparando quella che sarebbe diventata la Guerra Austro-Prussiana, un uomo chiamato Ferdinand Cohen-Blind, che pensava che Bismarck stesse per causare una guerra civile tra gli stati tedeschi (voglio dire, non è che avesse torto) sparò a Bismarck nella schiena.
Vedete, nella nostra TL Bismarck riuscì a sopravvivere a questo tentativo d’assassinio, ma in questa TL alternativa Bismarck viene ferito gravemente e muore.
La morte di Bismarck probabilmente manderà immediatamente il governo tedesco nel panico, perché senza Bismarck a terminare l’esecuzione del suo piano la Prussia sarà in una posizione estremamente pericolosa.
Dato che la Guerra Austro-Prussiana a questo punto sarà già iniziata, la Prussia invaderà comunque l’Austria e andrà comunque molto bene… Forse un po’ troppo bene in realtà, perché senza Bismarck a porgli un freno i Prussiani finiranno con lo spingersi troppo oltre, e finiranno addirittura con l’assediare Vienna.
L’assedio prussiano di Vienna farà quasi certamente incazzare tutti in Europa, in particolare l’Inghilterra e la Francia, che vedranno questa accresciuta aggressività prussiana come una terribile minaccia all’attuale equilibrio del potere europeo.
Il Regno Unito e la Francia probabilmente finiranno con l’intervenire nel conflitto tra la Prussia e l’Austria, facendo volgere la guerra drasticamente a favore dell’Austria e permettendole di sconfiggere i Prussiani.
Dato che la Prussia finirà per perdere la guerra, l’unificazione tedesca si fermerà del tutto.
Nel nostro mondo i Prussiani spinsero lentamente gli stati tedeschi del nord sotto il loro controllo attraverso la condivisione della loro forza economica e militare per mezzo della Confederazione Tedesca del Nord, e poiché gli stati del nord erano in gran parte Protestanti come la Prussia e avevano interessi geopolitici simili, questa partnership aveva parecchio senso.
Gli stati tedeschi del sud, però, erano in gran parte Cattolici e tendevano più verso gli interessi austriaci.
Questa guerra avrebbe portato alla catena di eventi che allontanò questi stati dall’influenza austriaca e diede alla Prussia l’opportunità di guidarli, ma stavolta le cose vanno in maniera un po’ diversa.
Nel nostro mondo, la creazione della Germania alterò drasticamente l’equilibrio del potere non solo in Europa, ma in tutto il mondo.
In questa TL ciò semplicemente non accade.
Una volta finita la Guerra Austro-Prussiana, Gran Bretagna, Francia e Austria sapranno di dover impedire ulteriori aggressioni prussiane e stabilizzare di nuovo la Germania.
L’Austria alla fine riconquisterà la Slesia dai Prussiani, che aveva perso oltre 100 anni prima nella Guerra dei Sette Anni, e lo Schleswig-Holstein verrà restituito alla Danimarca, visto che l’Inghilterra si è sempre opposta alle azioni della Prussia in quella zona.
La Confederazione Germanica finirà col venire ricostituita per riportare l’ordine in Germania, ma perché venga fatto questo saranno necessari alcuni cambiamenti.
Dato che l’intensa rivalità fra Austria e Prussia potrebbe destabilizzare molto facilmente la Confederazione, probabilmente verranno lasciate completamente fuori da essa, e così, con le due tradizionali potenze dominanti della Germania escluse, gran parte del potere nella Confederazione Germanica potrebbe finire con l’andare alla Baviera, un paese che di solito si è spacciato per il “protettore degli stati tedeschi più piccoli”, ma con la Prussia che è stata di fatto castrata dopo questa guerra, ciò lascerebbe un grande vuoto di potere sul continente.
Questo vuoto di potere finirà probabilmente per essere riempito dalla Francia, che era la potenza dominante europea tradizionale ed era ancora una forza militare decentemente formidabile.
La regione di confine della Renania diventerà quasi certamente una richiesta della Francia per la sua partecipazione al conflitto.
Napoleone III, l’imperatore francese dell’epoca, voleva davvero dimostrarsi alla pari del suo predecessore, il vero Napoleone.
Vedete, durante le Guerre Napoleoniche, Napoleone annetté la Renania perché, come gran parte dei Francesi, vedeva quel territorio come parte dei “confini naturali della Francia”, e dato che il regno di Napoleone III era stato in gran parte infruttuoso, egli probabilmente utilizzerà la sconfitta della Prussia nella Guerra Austro-Prussiana come modo per spingere per la riannessione di questi territori nell’impero francese.
L’Austria, però, quasi certamente si opporrà veementemente alla richiesta di Napoleone III nel desiderio di proteggere i Tedeschi che vivono lì, e anche gli Inglesi capiranno che un’annessione francese della Renania causerà molte tensioni in Germania.
A causa di ciò, la richiesta di Napoleone III verrà immediatamente rifiutata, e penso invece che la Renania finirà semplicemente per diventare indipendente.
Napoleone III però inizierà a diventare estremamente amareggiato per questo, dato che secondo lui il suo fallimento nell’ottenere un qualsiasi territorio in una guerra che ha vinto porrà fine al suo regno in gran parte fallimentare.
Questa disputa sulla Renania metterà un cuneo tra la Francia, il Regno Unito e l’Austria, portando addirittura i Francesi a iniziare a pensare che gli Austriaci li hanno traditi, creando ancora più tensioni.
Tutta questa tensione arriverà ad un punto di ebollizione quando Napoleone III, nel completo disprezzo del precedente trattato, invaderà la Renania.
Austria e Prussia, essendo troppo malconce dopo la Guerra Austro-Prussiana, sfortunatamente non riusciranno a fare nulla al riguardo, perciò dovranno semplicemente rimanere sedute e lasciare a malincuore che i Francesi si prendano la Renania.
La Gran Bretagna agirà in maniera simile, anche se il motivo della sua non partecipazione sarà la considerazione che non vale la pena dare il via ad una grande guerra con i Francesi per la Renania.
Comunque, solo perché non finirà col dare il via ad una guerra non significa che non inizierà a competere per l’influenza in tutta Europa.
Il caso più lampante sarà probabilmente l’Italia, la cui posizione la renderà un partner molto strategico da avere.
Dato che durante la Guerra Austro-Prussiana i Francesi si saranno schierati con gli Austriaci, che all’epoca erano più o meno gli arcinemici dell’Italia, questo farà peggiorare assolutamente l’opinione italiana dei Francesi.
I Francesi però proveranno a riparare le loro relazioni promettendo all’Italia un mucchio di terre austriache che voleva.
Gli Inglesi faranno qualcosa di simile promettendo agli Italiani la Savoia e Nizza nel caso scoppi una guerra nel continente.
Alla fine, però, penso che finirà per scoppiare una guerra a causa della disputa sulla Renania, e se all’epoca Helmuth Karl Bernhard von Moltke starà ancora servendo come feldmaresciallo prussiano, ammesso che sia ancora vivo, allora i Francesi verranno facilmente sconfitti in una guerra simile.
Le forze armate francesi erano antiquate, e le loro truppe si muovevano troppo lentamente, saranno facilmente cacciate dalla Renania dai notoriamente rapidi e notoriamente efficienti Prussiani… Ammesso che gli venga dato il tempo per recuperare e i Francesi non riescano ad avanzare in tempo.
Potete ringraziarmi dopo per non aver fatto qui una battuta sui Francesi che si arrendono.
Comunque, dopo la fine della guerra, alla regione a maggioranza tedesca dell’Alsazia-Lorena verrà probabilmente concessa l’indipendenza e si unirà alla Confederazione Germanica.
I Francesi, nella loro maniera tipicamente francese, finiranno con l’avere un’altra rivoluzione francese per la milionesima volta e cacceranno Napoleone III, sostituendolo con la Terza Repubblica Francese.
Austria e Prussia, sapendo che non dovrebbero andare in guerra l’una contro l’altra ed escluse dalla politica tedesca, sposteranno altrove la loro concentrazione politica, con la Prussia che adesso si concentrerà sulla Polonia e il Baltico mentre l’Austria si concentrerà sui Balcani e il Mediterraneo.
Perciò, alla fine, dato che la Germania non è mai nata e di conseguenza l’equilibrio del potere non si sposta mai così drasticamente come fece nella nostra TL, le guerre mondiali finiscono col non scoppiare mai, l’Inghilterra mantiene tutte le sue preziose colonie e rimane la superpotenza mondiale, e l’Austria e la Prussia continuano semplicemente a battibeccare l’una con l’altra più o meno per l’eternità, a volte riguardo gli interessi che hanno perso in Germania e altre volte in nuovi scontri che coinvolgeranno la Polonia e i Balcani.
E per quanto riguarda noi yankee quaggiù, anche se la nostra marina e l’economia stavano comunque crescendo davvero velocemente all’epoca, gli Stati Uniti non arriveranno mai alla potenza della nostra TL, ma forse finiremo col diventare una potenza coloniale decente nel Pacifico o qualcosa del genere.

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E se la Guerra Franco-Prussiana non fosse mai avvenuta?

La Francia una volta era la principale potenza terrestre europea, un asse intorno al quale il continente era destinato a girare anche se era circondato da nemici e ostacolato da tribolazione dopo tribolazione.
Anche se il regno alle volte riusciva a vedere la vittoria all’orizzonte, alla fine non riusciva ad avere successo, guardando il traguardo allontanarsi anno dopo anno mentre i suoi rivali si rinforzavano.
Persino di fronte ad una rivoluzione devastante nacque una nuova dinastia dal generale corso Napoleone Bonaparte, che espanse l’influenza francese fino a vette mai viste, prima che perdesse il potere egli stesso e il regno entrasse in un’era di stagnazione.
Con gli Inglesi che dominavano le acque e videro il loro destino oltreoceano, nelle terre delle sue colonie appena create, molti continuarono a guardare alla Francia come leader continentale dell’Europa occidentale, e tra essi c’era Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, nipote del grande generale, che aspirava a trascinare la Francia fuori dal limbo e a darle di nuovo il ruolo di guida che ci si aspettava da essa.
Carlo Luigi, che sarebbe poi diventato noto come Napoleone III, assunse il potere come presidente francese a vita, prima di prendere il titolo di Imperatore dei Francesi.
L’uomo, che per l’epoca era un moderato, immaginava una Francia restaurata che potesse promuovere un ordine armonioso in tutta Europa, dove i vecchi imperi male amalgamati avrebbero lasciato spazio a nuovi stati basati sul principio delle nazionalità sovrane: un’Ungheria per gli Ungheresi libera dalla giurisdizione austriaca e un’Italia per gli Italiani sempre libera dalla giurisdizione austriaca.
Come egli proclamò in un discorso, “Il popolo francese ha immensi territori non arati da coltivare, strade da aprire, porti da costruire, canali da finire e una rete ferroviaria da completare”.
Aveva anche piani per assimilare l’appena acquisita Algeria, stabilire legami più forti con l’Inghilterra e le Americhe, riparare gli ultimi danni lasciati dalla rivoluzione e molto altro, ma un attore importante stava tenendo d’occhio la Francia da tempo, ambendo a soppiantarla come prima potenza continentale: non gli Inglesi, che vedevano la Francia come una minaccia di poco conto per la loro supremazia navale e avevano scarso interesse negli affari continentali, bensì la Prussia, uno stato che storicamente aveva dimostrato immense capacità nelle battaglie terrestri e riponeva fiducia nel fatto che il tempo della Francia fosse passato ed era arrivato il momento di una nuova era prussiana.
Ma la Prussia era determinata ad ottenere l’egemonia dei territori storicamente divisi dell’Europa centrale prima di attaccare il bersaglio grosso che costituiva la Francia, e il suo primo ostacolo sarebbe stata l’Austria, l’altra grande potenza dell’Europa centrale nonché concorrente per il dominio sulla Germania.
La Guerra Austro-Prussiana vide gli stati del sud storicamente Cattolici e rivali della Prussia allearsi con l’Austria, mentre una manciata di stati Protestanti tedeschi del nord si alleò con la Prussia, persino l’Italia fornì una forza di supporto di 200.000 uomini.
Alla fine gli Austriaci furono sconfitti, e la Prussia passò all’annessione dei suoi rivali settentrionali nella Confederazione Tedesca del Nord, mentre gli stati del sud furono costretti a siglare un patto di mutua difesa con i Prussiani.
L’Austria in pratica venne in questo modo esclusa dall’avere qualsiasi influenza successiva sulla politica tedesca, e la Prussia capì che era il momento di affrontare la grande sfida che era la Francia, ben sapendo che un avversario in comune avrebbe aiutato a dissolvere qualsiasi dubbio sull’unità rimasto fra gli stati tedeschi del sud.
Napoleone III era preoccupato dell’ambiziosa espansione della Prussia, e in precedenza si era sentito offeso dalla politica estera prussiana.
Il punto di rottura sarebbe stata la vacanza del trono spagnolo, che venne offerto ad un parente del Re di Prussia.
Napoleone III, temendo un accerchiamento della Francia da parte della Prussia e della Spagna, chiese che questa rivendicazione venisse abbandonata, cosa che avvenne, un esito che fu accolto con grandi festeggiamenti in tutta la Francia.
Ma, non soddisfatto da questo semplice risultato, egli chiese inoltre che fossero abbandonate anche tutte le future rivendicazioni prussiane sul trono spagnolo.
Il Re di Prussia, pensando che non avrebbe potuto parlare con i futuri governi, rifiutò questa condizione, e, a causa di un errore di traduzione o di una provocazione voluta dal Cancelliere e Ministro degli Affari Esteri Otto von Bismarck, la Francia ricevette una risposta sbrigativa e offensiva.
I media ovviamente gonfiarono la notizia, portando il pubblico francese a chiedere la guerra anche contro i desideri del governo, e scoppiò così la Guerra Franco-Prussiana.
Per il mondo e, cosa più importante, per gli stati tedeschi del sud, la Francia apparì come un'aggreditrice senza giustificazioni, mentre la Prussia assunse il ruolo di nobile difenditrice.
I Francesi entrarono in guerra contro un nemico che li surclassava sotto quasi tutti gli aspetti, e nel corso di sole poche settimane Napoleone III venne catturato e la guerra essenzialmente finì.
Un nuovo governo prese il potere e la Francia, che rifiutava di arrendersi, costrinse i Prussiani ad occuparla.
Poco dopo la Prussia diede il via all’annessione degli stati tedeschi del sud e stabilì ufficialmente l’Impero Tedesco.
Iniziò così l’era della Germania mentre terminava quella della Francia.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Guerra Franco-Prussiana non avvenisse mai? Possiamo chiederci “E se a Francia vincesse la Guerra Franco-Prussiana?”, ma a parte il fatto che la Francia era in un notevole svantaggio ci sarebbero una serie di effetti deleteri per la Francia derivanti semplicemente dal fatto che fu lei a fare la prima mossa del conflitto.
La Prussia in pratica aveva preparato una trappola per la Francia e l’aveva attirata al suo interno, anche se la Francia ottenesse un esito altamente improbabile in cui la Prussia è costretta ad una resa incondizionata gli stati tedeschi del sud preferirebbero comunque la forza prussiana all’indipendenza e temerebbero la sempre presente minaccia di una conquista francese, e quindi l’Impero Tedesco nascerebbe comunque, Napoleone III rimane al potere almeno fino a quando la Germania non sconfiggerà lui o un suo successore in una guerra successiva istigata forse dal sostegno francese ai movimenti indipendentisti all’interno dell’Austria-Ungheria, che, a meno che la Francia non riesca a ottenere in qualche modo la superiorità militare, porterà allo stesso esito di un rovesciamento di Napoleone III e potrebbe addirittura portare all’annessione di porzioni dell’Austria da parte di questa Germania.
Proporremo invece che la Francia semplicemente non abbocchi all’amo, Napoleone III e il pubblico francese non mostrano lo sdegno che Bismarck si aspettava e quindi le cose continuano come prima.
I progetti interni vengono portati a termine, il sistema educativo viene migliorato, ma rimane comunque una buona dose di opposizione che l’Imperatore silenzierà utilizzando la polizia proprio come fece nel nostro mondo.
Napoleone III nel 1870 non era nello stato di combattere una guerra, figuriamoci condurne una di persona come fece nella nostra TL, l’Imperatore aveva problemi di salute che trattava con l’oppio, cosa che lo lasciava sempre fiacco e senza emozioni.
Uno dei suoi marescialli descrisse il suo aspetto come “Pietoso, il suo volto era in un costante stato sia di travaglio morale che di angoscia fisica”.
È abbastanza possibile che se non fosse stato per i bisogni della guerra Napoleone III avrebbe ceduto il trono uno o due anni dopo al suo giovane figlio, Napoleone IV, quando avrebbe compiuto 16 anni.
I Prussiani, forse con l’eccezione di Otto von Bismarck e di pochi altri, non si accorgeranno nemmeno di aver evitato una guerra, ma nonostante questo porteranno avanti in qualche modo l’obiettivo dell’unificazione tedesca.
Spesso si dice che Bismarck non era uno stratega a lungo termine, ma piuttosto un opportunista che faceva le sue mosse a seconda di quale occasione gli capitasse.
Se questo è davvero il caso, Bismarck sarà costretto a ritardare qualsiasi mossa contro la Francia fino a quando essa non mostrerà un punto vulnerabile da sfruttare.
Fino ad allora la concentrazione potrebbe essere distolta verso il costringere la Baviera e gli stati del sud ad entrare in un’unione con altri mezzi, mentre la Francia si metterà alla ricerca di nuovi alleati nel caso i Prussiani ponessero una minaccia nell’immediato futuro.
Nonostante i tentativi di Napoleone III di creare un’alleanza duratura con il Regno Unito, gli Inglesi rimasero sempre molto scettici nei riguardi suoi e delle sue intenzioni, ma la Regina Vittoria riponeva grandi speranze nel figlio di Napoleone, e considerò perfino di fargli sposare la sua figlia più giovane, la Principessa Beatrice, una volta diventato imperatore.
Ovviamente nel nostro mondo questo non si verificò mai, ma stavolta le cose sono diverse: Napoleone IV, poco dopo essere salito al trono, getta le fondamenta per un’amicizia duratura con la Gran Bretagna.
Il giovane imperatore la ammirava personalmente da tempo, e nel nostro mondo partecipò perfino alla Guerra Anglo-Zulu.
Il matrimonio di Napoleone IV con la Principessa Beatrice non cementerà solo l’inizio dei buoni sentimenti tra i due imperi, ma manderà anche il messaggio a tutta l’Europa che è nato un nuovo equilibrio di potere e che molto presto l’Europa, e forse perfino il mondo, gireranno su un asse Franco-Inglese.
Gli Inglesi non vorranno farsi infastidire dagli affari continentali quando si stanno concentrando sulle loro colonie, e diverse volte desiderarono delle relazioni migliori con la Francia, ma l’opportunità non si presentò mai o si presentò in circostanze non chiare.
Nel nostro mondo ci vollero decenni di tensioni in crescita con la Germania perché la Francia e l’Inghilterra mettessero da parte le loro differenze e iniziassero finalmente a lavorare su un’alleanza, ma in questa TL alternativa questo processo è accelerato da un leader francese di cui gli Inglesi si possono fidare.
Ovviamente la Prussia al momento è comprensibilmente preoccupata, le forze armate francesi sono ancora inferiori a quelle della Prussia ma le cose non rimarranno così per sempre.
La Prussia potrebbe eseguire un attacco preventivo per paralizzare i Francesi, ma poi apparirebbe all’Europa e al Regno Unito come una pericolosa aggreditrice.
Gli stati tedeschi del sud, la Baviera in particolare, non avranno incentivi per unirsi alla Prussia, ancor più se i Prussiani inizieranno a mandare tuoni e fulmini contro la Francia e la Gran Bretagna.
Alcuni stati potrebbero accettare l’unione unicamente per paura che i Francesi potrebbero invadere per primi, ma possiamo benissimo aspettarci che diversi resistano all’unione.
I Bavaresi storicamente furono alleati della Francia e nemici della Prussia, ma quando la Francia iniziò il suo declino la Baviera optò per un’amicizia con l’Austria, che era entrata a sua volta in stagnazione.
Nel nostro mondo i Bavaresi apparentemente si isolarono da essa combattendo assieme alla Prussia contro i Francesi, e alla fine si sottomisero all’unione, ma in questo mondo potrebbero ritrovarsi nuovamente attirati dalla forza del nuovo Impero Francese.
La Baviera sarebbe un alleato strategico e di valore per la Francia, servendo da quella che diventerà nota come terza Germania, un’alternativa alla dicotomia Prussia-Austria.
I Bavaresi si vedevano come i difensori degli stati tedeschi minori, e ambivano ad unirsi con i loro vicini più piccoli e gli stati della Renania per negoziare un’unione che non sarebbe stata dominata dai Prussiani e dagli Austriaci, ma che avrebbe tenuto conto dei bisogni della Germania nel suo complesso.
Se Napoleone III riconoscesse queste condizioni, dopo la Guerra Austro-Prussiana potrebbe ravvivare la vecchia alleanza Franco-Bavarese, adesso che l’Austria è stata cacciata dal gioco tedesco.
Napoleone III potrebbe trovare una giustificazione con la pretesa del sostegno all’unificazione tedesca, solo sotto la guida di una potenza non ostile, ma sempre a causa del suo scarso stato fisico e mentale questo onere potrebbe ricadere su suo figlio, che renderebbe la Baviera un sicario col quale combattere i Prussiani e alla fine creare un cuscinetto fra loro e le potenze orientali.
Per quanto riguarda il carattere di Napoleone IV, il giovane imperatore era meno moderato di suo padre, e favoriva invece politiche più conservatrici e la tradizione Cattolica.
Il giovane era anche un po’ un falco di guerra, una cosa che nel nostro mondo gli costò la vita quando si fece coinvolgere troppo nelle campagne inglesi in Sudafrica.
In questa TL potremo invece vedere manifestarsi questo fatto sotto forma di sforzi colonialisti più aggressivi, investimenti nelle forze armate e una politica estera più assertiva contro i Prussiani.
Possiamo anche presumere un sostegno ai movimenti indipendentisti nazionalisti come fatto da suo padre, ma le preoccupazioni immediate di Napoleone IV saranno la Francia e la sua forza nella speranza di ottenere il sostegno degli stati appena diventati indipendenti, cosa che si dimostrerà inefficace quando l’Italia non riuscirà a diventare un alleato affidabile.
La Baviera è l’eccezione principale, a causa della sua vicinanza, della sua attuale indipendenza e del grande valore che avrebbe come stato cuscinetto tedesco.
La Francia si metterà a costruire nuove ferrovie, a modernizzare i sistemi di comunicazione, a creare un nuovo corso di studi basato sulle materie militari e in generale investirà più pesantemente nelle sue forze armate.
Questo potrebbe mandare dei brutti segnali all’Inghilterra se la Francia optasse di rafforzare la sua marina, ma presumendo che il nuovo imperatore avrà la saggezza di non irritare il suo alleato più prezioso limiterà lo sviluppo militare esclusivamente alle forze di terra, così da competere meglio col suo palese rivale, la Prussia, e non apparire come una minaccia per l’Inghilterra.
La concentrazione marittima francese potrebbe quindi spostarsi verso gli Stati Barbareschi dell’Africa Settentrionale.
Come menzionato prima Napoleone III in origine mirava ad assimilare completamente l’Algeria nella Francia, ma alla fine il suo principio delle nazionalità gli fece preferire il concetto di un regno arabo indipendente con egli stesso come re, comunque anche questo piano venne scartato.
Napoleone IV, anche se potrebbe avere poco interesse nello sviluppare e governare quella regione, potrebbe cercare di ottenere ulteriori conquiste in Nord Africa, se non altro per accrescere la sfera d’influenza francese.
Nella nostra TL questo fu quello che fece la Terza Repubblica Francese, che vide poche famiglie francesi stabilirsi oltremare, fece un uso minimo delle risorse della regione e in gran parte cercò solo il prestigio derivante dal possesso di una grande quantità di territorio.
Se non produrranno cambiamenti importanti le conquiste francesi potrebbero in realtà dimostrarsi nel complesso benefiche per gli Inglesi, che useranno i Francesi per assicurarsi una presa più salda sul Marocco e sull’Egitto, creando forse addirittura un co-dominio come nel caso del Canale di Suez.
Le campagne nordafricane francesi, come le campagne sudafricane inglesi, si dimostreranno un eccellente addestramento per raffinare l’esercito francese prima che affronti avversari sul campo interno.
Con l’aumentare della pressione sugli stati tedeschi del sud, e forse con l’annessione di uno dei vicini della Baviera, Francesi e Bavaresi prenderanno la loro posizione contro la Prussia, assicurandosi potenzialmente il sostegno dell’Austria, anche se non ci si può contare.
Se i tre si uniranno la vittoria è quasi assicurata, ma Francia e Baviera da sole potrebbero vedere il conflitto andare nell’altra direzione.
La vittoria prussiana dipende dal successo del regno di Napoleone IV, che potrebbe produrre un esito non troppo diverso da quello della nostra TL.
Se la Francia vincerà, comunque, il conflitto farà diventare la Baviera una vera e propria rivale della Prussia, ostacolando gli sforzi di unificazione di Bismarck e creando un nuovo paradigma in Germania che potrebbe voler dire diversi altri decenni di guerra prima dell’unificazione, ammesso sempre che avverrà.
Sul lungo termine la Prussia e la Baviera diventeranno sempre più divise, la cultura Protestante del nord e quella mista Cattolica del sud, assieme alle rivalità storiche e vecchie, renderà qualsiasi riconciliazione ancora più difficile.
Presumendo che la Francia vorrà assicurarsi il suo sviluppo, intraprenderà di nuovo il sostegno di Napoleone III ai movimenti indipendentisti.
Potremmo vedere i suoi interventi condurre alla dissoluzione dell’Austria-Ungheria in una serie di nuovi stati, lasciando l’Austria tedesca da sola ancora una volta.
L’Austria e la Baviera, anche se più culturalmente compatibili, potrebbero comunque sviluppare una propria rivalità a causa dell’amicizia bavarese con la Francia e il ruolo di quest’ultima nella dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico.
Nonostante il ruolo dell’Impero Tedesco nella Spartizione dell’Africa, gli sforzi coloniali nel continente saranno intrapresi comunque a causa delle crescenti rivendicazioni francesi, inglesi e belghe.
Poiché gli stati tedeschi non si uniscono nella grande potenza che è stata l’impero nel nostro mondo, le colonie tedesche sono poche e più piccole, di conseguenza la Germania non assume mai una posizione minacciosa avuta nella nostra TL, evitando gli scontri che potrebbero portare alla prima grande guerra.
Il Regno Unito continua ad espandere e sviluppare il suo impero coloniale, mentre la Francia assume di nuovo il suo posto di supervisore continentale, aiutando a mantenere la pace in Spagna e a sostenere il suo alleato nelle Guerre di Unificazione Tedesche.
Polonia, Grecia e alcuni altri stati inizieranno a fare squadra con la Francia, che ha riguadagnato la sua credibilità e ha assunto una reputazione di protettrice della sovranità delle nazioni e dei popoli non rappresentati da alcun governo, una cosa che porterà inevitabilmente la Francia in conflitto con la Russia, che potrebbe sostenere i Prussiani o gli Austriaci contro la Baviera alleata dei Francesi, dando il via alla prima di quella che diventerà una serie di guerre per procura tra due avversari ideologici.

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Dario Carcano aggiunge:

Tra l'altro, se la guerra Franco-prussiana non avviene, non c'è il suicidio di Lucien-Anatole Prévost-Paradol.
Prévost-Paradol era un intellettuale francese, dal 1865 membro dell'Académie française (seggio 37), ed era uno dei principali membri dell'opposizione liberale al regime di Napoleone III.
Nel 1868 scrisse la sua opera più famosa, 'La France nouvelle', che divenne subito un manifesto dei principi dell'orleanismo. In quest'opera, tra le altre cose, Prévost-Paradol difende il bicameralismo, il sistema elettorale proporzionale creato da Thomas Hare, e la necessità di una camera alta (il Senato) che faccia da contrappeso alle masse rappresentate nella camera bassa.
Quando nel 1870 Émile Ollivier, altro esponente dell'opposizione liberale a Napoleone III, fu nominato dall'Imperatore capo del governo, Prévost-Paradol, persuaso dell'imminenza di una svolta liberale del regime bonapartista, accettò la nomina ad ambasciatore della Francia negli Stati Uniti.
Appena arrivato a Washington scoppiò la guerra con la Prussia, e Prévost-Paradol scrisse una lettera in cui avvertiva i compatrioti del grave errore che stavano facendo, e che la Francia sarebbe stata schiacciata dalla potenza industriale della Germania.
Poi, il 20 luglio 1870, all'età di quarant'anni, Prévost-Paradol si suicidò con un colpo di pistola.

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Ed ora, un'altra ucronia di Francesco Dessolis:

Nel 1870 re Vittorio Emanuele era propenso a schierarsi con Napoleone III. Dopo la caduta di Napoleone Garibaldi addirittura combatté contro i tedeschi... ma se fosse successo il contrario? In fondo i francesi impedivano l'unione di Roma all'Italia, e Nizza era stata unita alla Francia con un dubbio plebiscito.

Immaginiamo che Bismarck convinca l'Italia, magari favorendo l'ascesa politica anticipata di Crispi, a schierarsi nettamente contro la Francia. Non solo occupando Roma ma anche favorendo l'invasione di un contingente di "volontari" di garibaldini a Nizza. Garibaldi potrebbe annullare il plebiscito del 1860 e indirne un altro con esito contrario.

Il trattato di pace costringerebbe la Francia a rinunciare a Nizza e alla Corsica (oltre a Alsazia e Lorena), ma i rapporti tra Italia e Francia sarebbero irrimediabilmente rovinati.

L'Italia aderirebbe immediatamente alla Triplice e forse sarebbe aiutata dalla Germania anche in Tunisia e Libia. Nel 1878 l'Italia forse otterrà parte dell'Albania. Forse poi la cederà all'Austria in cambio del Trentino...

A questo punto che farà l'Italia durante la Grande Guerra? Interverrà contro la Francia, o manterrà una furba neutralità fino al crollo dell'Austria?

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Gli risponde da maestro Bhrghowidhon:

Le annessioni sabaude degli anni 1859-1866 sono state tutte, direttamente o indirettamente, annessioni francesi: il Regno d'Italia era ed è rimasto non solo attraverso la fase apparentemente triplicistica (e nonostante la Tunisia), ma addirittura fino al 1943 (!) un Protettorato della Francia (dopodiché è stato ceduto agli Stati Uniti come indennizzo di guerra). Basta confrontare le legislazioni dei due Stati e verificare gli ESITI delle rispettive politiche diplomatiche (non, ovviamente, le schermaglie puramente formali) per rendersi conto che l'Italia apparteneva alla Francia tanto quanto, in precedenza, i Ducati Padani o la Toscana appartenevano all'Austria. In questo quadro diventano comprensibili anche i momenti di forzato cedimento francese, come il 1870 o il 1940 (l'annessione di Nizza durante la Seconda Guerra Mondiale non è stata certo una manifestazione di francofilia, ma l'occupazione del 1942 sì, in opposizione e in confronto alla poi verificatasi occupazione tedesca).

Un cambio di politica nel 1870 sarebbe stato quindi un rivolgimento totale della strategia sabauda e degli equilibrî europei, ma per essere operativo avrebbe dovuto superare la semplice Triplice Alleanza e anticipare invece la progettata Unione Mitteleuropea (che sin dal 1848 era stata pensata con estensione fino alla Sicilia). Colgo l'occasione anche per un'altra considerazione: che Nizza sia stata per cinque secoli sabauda e, anche (sebbene non solo) in conseguenza di ciò, sia stata caratterizzata da una graficizzazione - e ri-morfofonologizzazione - toscana dei cognomi (in quanto corollario della progressiva adozione del fiorentino d'esportazione come lingua alta) è un fatto incontrovertibile, come dovrebbe esserlo anche quello complementare che non solo la Savoia, ma anche la Valle d'Aosta hanno avuto invece PER LE STESSE RAGIONI DINASTICHE una francesizzazione sociolinguistica e onomastica delle locali varietà francoprovenzali.

A questo punto, normalmente si tende ad assumere una posizione equivoca: la Savoia non viene considerata "italiana", ma tutt'al più "sabauda" (tra virgolette perché altrimenti sembra una tautologia), la Val d'Aosta viene considerata "italiana" (oltre che ovviamente sabauda) perché è entrata a far parte del Regno d'Italia (prima di allora non ne aveva mai fatto parte), ma Nizza viene considerata bensì sabauda (come è vero), ma pure "italiana" per ragioni diverse e OPPOSTE (acroletto, antroponimia) a quelle della Val d'Aosta. Questa è una prima incoerenza.

Una seconda incoerenza riguarda il presunto confine nazionale. La Francia in senso stretto è la Francia settentrionale (escluso il Sud, provenzal-occitano e guascone), in senso lato è il Regno franco e poi francese fino al Reno e alle Alpi; l'Italia in senso stretto è la Penisola omonima, in senso lato è la Confederazione (Etrusco-)Romana e poi il Regno Longobardo con inclusione della Cisalpina (che propriamente è Gallia, non Italia). Le due accezioni in senso lato arrivano a 'giustificare' (si fa per dire) il confine costituito dallo spartiacque alpino, ammessa l'assenza di qualsiasi altro centro statale tra Francia e Italia; non funzionano, tuttavia, lungo la costa del Mediterraneo, dove il confine alpino semplicemente non c'è (provare a camminare a piedi: personalmente l'ho fatto molte volte).

Ricorrere al criterio linguistico, come si è preteso di fare (per cadere però sùbito in contraddizione), dovrebbe porre il punto intermedio in Lunigiana, non certo a Nizza. Tra provenzale e ligure, Monaco è la più ligure, Mentone la più provenzale (sia pure con un sostrato ligure), mentre Nizza è esattamente a metà (benché geograficamente sia all'estremo Ovest dell'anfizona). Tutto ciò, d'altronde, può servire per delimitare le due regioni (Provenza e Liguria), ma non certo due nazioni come Francia e Italia, perché la diversità tra provenzale e ligure è minore di quella tra provenzale e francese o tra ligure e toscano. Ognuno di questi Stati (Italia, Francia, anche la Spagna) è notoriamente diverso al proprio interno, allo stesso tempo ha anche qualcosa di comune a tutte (o quasi) le proprie componenti, ma il punto cruciale è che:

- tutto ciò che è comune all'intera Spagna è un insieme di caratteristiche che include anche il Portogallo;
- tutto ciò che è comune all'intera Francia è un insieme di caratteristiche che include sicuramente la Padania, probabilmente l'intera Cisalpina e la Catalogna;
- tutto ciò che è comune all'intera Italia (escluse le zone tedesche, slave, albanesi e greche) è un insieme di caratteristiche che include... tutte le altre 'Nazioni' romanze!

In pratica: Francia e Italia non sono nozioni comparabili. Lo sarebbero Francia e "Italia in senso stretto (= Penisola)", mentre "Italia in senso lato" significa Romània (con accento sulla /a/), cioè l'insieme di tutti i Paesi neolatini, eventualmente con - discutibile - eccezione della Romanìa (con accento sulla /i/)

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E Marco Busi aggiunge:

Beh, il problema è che già l'alleanza della terza guerra d'indipendenza fu più un caso che qualcosa di pianificato: le trattative furono condotte da diplomatici di basso livello, e fino a pochi giorni dall'inizio delle ostilità il governo italiano non era proprio certo di entrare in guerra a fianco della Prussia; inoltre la pessima figura delle nostre forze armate di certo non fece intendere al Cancelliere di Ferro che un'alleanza tra le due nazioni era qualcosa di benefico per la Prussia.

Se vogliamo dare una possibilità all'alleanza italo-prussiana l'esercito italiano deve dare una prova migliore durante la guerra del 1866, cosa molto fattibile perchè peggio è quasi impossibile. Visti gli inerenti problemi strutturali del regio esercito dovuto a motivi dottrinali e per la recente unificazioni l'unico punto su cui lavorare è la catena di comando, cioè il Re (oltre a starsene fuori dalla guerra e non prende il comando diretto delle forze) dà il comando delle forze italiana a La Marmora che da le dimissioni dal governo prima per studire meglio il piano di battaglia, è rende chiaro a tutti che è lui che da gli ordini ciò dovrebbe almeno rendere la condotta della guerra più semplice e lineare per l'Italia e magari. Certo anche se la guerra va meglio non ci si può aspettare molte più conquiste territoriali, primo era già stato deciso tutto a tavolino secondo Francia e Inghilterra non vedrebbero di buon occhio un eccessivo indebolimento dell'Austria-Ungheria in quanto destabilizzerebbe troppo l'equilibrio europeo, al massimo si potrà ottenere la provincia di Trento, ma non di più. La migliore prestazione italiana però mostrerebbe a Bismarck che come alleati gli italiani valgono perciò una sua richiesta di ripetere con la Francia il gioco appena finito non sarebbe assurda ed in questo caso i nostri cugini d'oltralpe sono messi molto male, inoltre anche se non sarà una pace umiliante è difficile che ci si limiti alla sola Nizza come richiesta ma anche la Savoia e forse la Corsica ma quest'ultima è poco probabile. Il problema è che quest'alleanza porterebbe sicuramente ad un riavvicinamento tra Vienna e Parigi per contrastarla ed in caso di guerra nel 1870, in cui oltre alla crisi Franco-Prussiana s'aggiungono il problema di Roma, la successione al trono spagnolo (offerto ad un Savoia), la voglia di rivincita Austriaca per l'umiliazione ricevuta, potremmo avere un conflitto a quattro tra una 'doppia intesa' di Francia ed Austria-Ungheria e le potenze centrali ante litteram di Italia e Prussia con Russia, Impero Ottomano e Gran Bretagna che guardano preoccupati cosa avviene e decido cosa è meglio per loro.

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Francesco Dessolis torna alla carica:

L'annessione anche del solo Trentino al regno d'Italia, nel 1866, renderebbe molto più deboli le posizioni irredentistiche in Italia. Più probabile quindi un avvicinamento italiano a Germania e Austria, in funzione antifrancese.

Sono solo parzialmente d'accordo con Bhrghowidhon sulla soggezione italiana alla Francia nel XIX secolo. Fino al 1859 l'Austria comandava in rutta Italia, ad eccezione del Piemonte. Dal 1881 al 1914 tra Italia e Francia ci sono stati molto di più che "screzi". C'era però una soggezione "culturale" nella borghesia liberale italiana verso la Francia.. Solo in questi ultimi anni è stata soppiantata da quella americana.... naturalmente intentendo "cultura" in senso molto ampio, forse improprio per i prodotti commerciali USA!

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Al che Marco Busi risponde:

Il problema è che, vedendo un alleanza italo-Prussiana (poi Italo-Germanica) diventare qualcosa di stabile, come per esempio dopo una seconda guerra insieme, potrebbe essere l'Austria a cercare l'alleanza con la Francia in funzione anti-italiana, perciò se non partecipa a fianco della Francia alla guerra del 1870 magari non sentendosi pronta per un secondo round potremmo avere il continente diviso in due fazioni: Intesa con Francia, Austria-Ungheria, Russia e probabilmente Gran Bretagna; Potenze Centrali formate da Germania ed Italia, ora BFF (Best Friend Forever), e Impero Ottomano.

Se poi guardiamo attentamente i fatti accaduti, si può notare che se l'Austria è il nemico numero uno dell'Italia, la Francia occupa comodamente il secondo posto specialmente durante il governo Crispi, per non parlare dello "schiaffo di Tunisi", etc. etc. Però è vero che l'aristocrazia e parte dell'alta borghesia piemontese si sentiva sempre vicina alla Francia per motivi storici e culturali ma più passava il tempo e meno influenza questi avevano in generale.

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A questo punto ritorna in campo anche Bhrghowidhon:

Lasciamo stare le percezioni dell'élite e guardiamo alla concretezza geopolitica. L'imperialismo del Regno d'Italia mirava - oltre evidentemente allo spartiacque alpino e qualcosa in più (Engadina) - al Bacino dell'Adriatico e, grandiosamente, a tutti i territorî mediterranei dell'Impero Ottomano; queste erano le direttrici classiche da secoli (Repubbliche Marinare, Normanni &c.), a quel punto riunite in un unico blocco.

La politica francese era sovraordinata a tutto ciò, perseguendo l'unione di tutti i Paesi neolatini (America inclusa) e i loro imperi. Non dimentichiamo che, fino al XIX. secolo, le "Nazioni" erano rimaste quelle dell'Anno 1000: Latini, Germani, Slavi, Greci, egemonizzate rispettivamente dalla Francia, dall'Inghilterra (la stessa Gran Bretagna puntava alla Teutonic Connection tra Germania e Greater Britain = Impero Britannico + Stati Uniti d'America con tutte le Americhe, puntando più in là alla colonizzazione angloamericana della Cina e a quella tedesca della Russia) e dall'Impero Zarista (che ambiva a Costantinopoli capitale e ad annettere i quattro Imperi asiatici: Ottomano, Persiano, Indiano e Cinese).

Questo (il triplice iperimperialismo) era il motore ultimo; le disumane carneficine delle Guerre Mondiali non sono state una tragica conseguenza imprevista, ma il prezzo pagato consapevolmente per questi obiettivi fantapolitici.

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Passiamo la palla alla proposta di Generalissimus:

Dopo la Guerra Franco-Prussiana sembrava naturale che da impero la Francia tornasse ad essere una monarchia dopo una Terza Restaurazione.
Le elezioni legislative del 1871 furono vinte dai monarchici e quelle presidenziali del 1873 dal Legittimista Patrice de Mac-Mahon.
Dato che c'erano ancora discussioni tra Legittimisti e Orleanisti le forze monarchiche arrivarono ad un compromesso offrendo la corona ad Enrico di Borbone-Francia, nipote di Carlo X e pretendente legittimista al trono, che avrebbe preso il nome di Enrico V.
Inoltre Enrico era senza figli, perciò alla sua morte sarebbe diventato re Luigi Filippo Alberto d'Orléans.
Questo avrebbe causato anche la riunificazione delle case di Borbone e d'Orléans, portando di conseguenza alla creazione di un unico fronte monarchico.
Ma Enrico non voleva affatto essere un monarca costituzionale, bensì un sovrano semiassolutista come suo nonno Carlo X o il contemporaneo Guglielmo II.
Inoltre pretese che il paese abbandonasse il tricolore per tornare alla vecchia bandiera dei Borbone, cosa che il popolo non voleva affatto.
I monarchici decisero così di aspettare che Enrico morisse per offrire la corona direttamente a Luigi Filippo, ma questa a posteriori si rivelò una pessima mossa! Per la gioia dei Repubblicani Mac-Mahon, visto anche il fallimento di queste trattative, si dimise nel 1879, le successive elezioni presidenziali furono vinte dal Repubblicano Opportunista Jules Grévy ed Enrico visse fino al 1883, quando ormai l'euforia monarchica si era esaurita.
Ma che accade se Enrico ingoia il rospo e accetta di diventare il nuovo sovrano francese, magari accettando anche la bandiera tricolore di compromesso ideata apposta per lui? Cosa cambia con una Francia di nuovo guidata dai Borbone al posto della Terza Repubblica? Riuscirà questa nuova fase monarchica ad arrivare fino ai giorni nostri? Oggi alla testa del paese transalpino ci sarà Enrico VII?

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E ora, un'idea di Antonio Mele:

Vi propongo la foto di Alessandra Federica di Hohenzollern, Imperatrice di Germania, regnante tra il 1892 e il 1936, anno della sua morte:

Nella monarchia prussiana, infatti, sin dal XV secolo le donne possono ereditare il trono, e Alessandra Federica è stata la prima Imperatrice del Secondo Reich. Dopo di lei saranno ancora due uomini a regnare, Federico Guglielmo V dal 1936 al 1962 e Giorgio Alberto dal 1962 al 1987, dopo di che sarà ancora una donna a salire al trono, Margherita Giovanna, che regna ancora oggi.

(N.B. Nella nostra Timeline si tratta di Cecilie Auguste Marie, Duchessa di Mecklenburg-Schwerin e consorte del Principe Ereditario Friedrich Wilhelm Victor August Ernst von Preußen della Casa di Hohenzollern)

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Gli fa notare Bhrghowidhon:

Ma anche la successione in linea femminile (oltre a tutti i nomi individuali) è ucronica? Credevo che prima della Prammatica Sanzione del 1713 nelle Case Tedesche vigesse il c.d. Diritto Salico (piccola precisazione: la Prussia è stata una Monarchia in senso proprio - un Regno - dal 1701, prima era l'unione - dal 1618 - della Marca di Brandenburgo e del Ducato di Prussia, quest'ultimo creato nel 1525, mentre gli Hohenzollern erano Prìncipi Elettori del Brandenburgo dal 1415).

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C'è poi l'idea di Ainelif:

Dopo la deposizione di Isabella II, nel 1870 le Cortes nominarono nuovo Re di Spagna il secondogenito di Vittorio Emanuele II, Amedeo di Savoia. In Spagna i Savoia godevano di grande prestigio per la brillante soluzione nazionale e costituzionale italiana. Ma vi era una profonda ostilità da parte dei partigiani carlisti e dei sostenitori dei Borbone, anche a causa dell'annessione del Regno delle Due Sicilie. Inoltre Re Amedeo I non riuscì a cattivarsi le simpatie della Chiesa spagnola e dell'aristocrazia, e non padroneggiò mai la lingua spagnola. Il suo regno si complicò anche per lo scoppio di una rivolta separatista a Cuba.

Nel 1872 Amedeo subì un tentativo di assassinio e in Catalogna e nei Paesi Baschi insorsero i carlisti e i repubblicani. Re Amedeo I proclamò che senza supporto popolare era impossibile regnare e nel 1873 abdicò, pronunciando alle Cortes la sua rinuncia al trono, definendo ingovernabili gli spagnoli. Ma se invece il Re italiano nonostante la criticità della situazione spagnola non abdica e continua a regnare sulla Spagna avviando di fatto un ramo sabaudo nella penisola iberica? Che accade?

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Gli risponde Damiano:

Spagna e Italia stabiliscono uno strettissimo rapporto di alleanza. Il paese iberico entra nell’Alleanza tra Germania, Austria e Italia; se questi quattro paesi entrano assieme nella prima guerra mondiale, la Francia si trova assalita anche attraverso le Alpi e i Pirenei e l’Inghilterra perde l’importantissima Gibilterra. In ogni caso la Spagna si stabilizza e viene evitato il pronunciamiento di Miguel Primo de Rivera.

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E Iacopo si chiede:

L'intervento inglese negli Stretti diventa più difficile senza Gibilterra?

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Tommaso Mazzoni aggiunge:

Si, però, a questo punto l'Impero Ottomano che fa? Se si schiera con la Germania, come nella nostra timeline, allora riesce a tagliare gli inglesi fuori dal Mar Mediterraneo, perchè è probabile che un assalto congiunto Italo-Turco possa prendere l'Egitto, conquistando Suez. A quel punto, Potrebbe essere la marina Italo-Ispano-Austro-Ungarica a passare il Mediterraneo per aiutare la marina Imperiale.

Però, a questo punto, io farei un salto indietro; alla Guerra Ispano-Americana; L'Italia che fa? Si lascia coinvolgere? La Marina Italiana di fine ottocento era un po' meglio di quella spagnola, sarebbe stata sufficiente a fermare quella Statunitense? E se si, questa disfatta contribuisce a rendere gli States ancora più isolazionisti, o crea un revanchismo che, nella Prima Guerra Mondiale porterà ad un ingresso U.S.A. in guerra anticipato? In questo caso, potrebbe essere un bel guaio, ma a questo punto, la diplomazia Tedesca potrebbe persuadere il buon Porfirio Diaz ad attaccare gli states; con il Messico in guerra le cose cambiano non poco, specie se il Giappone decide di scommettere sulla vittoria di Berlino.

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Iacopo conclude:

L'Italia entra sicuramente in guerra al fianco della Spagna, perchè se c'è da fare una scempiaggine noi siamo sempre in prima fila. Secondo me però la Spagna perderebbe comunque, al limite gli States ci mettono un po' di più, ma una guerra così vicina alle proprie basi e così lontana da quelle nemiche era impossibile da perdere.

Porfirio "Baffone" Diaz però si dimette nell'11, durante la Grande Guerra il Messico è spazzato dalla guerra civile di Zapata e Villa, quindi (purtroppo) niente fronte sud. Bisogna solo vedere se le flotte italiana, austroungarica e spagnola riescono a premere a sufficienza sulla Manica per ribaltare le sorti della Battaglia dello Jutland.

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Tommaso Mazzoni a questo punto torna al principio e fa notare:

In realtà, il problema maggiore di Amedeo fu che i monarchici Spagnoli erano per buona parte contro di lui, e divisi fra Carlisti e legittimisti; Avrebbe bisogno di un fronte monarchico-liberale più forte. Se si forma, e resta sul trono, avremo una dinastia piuttosto decisionista e attiva, sul trono; Amedeo potrebbe puntare all'industrializzazione e al rafforzamento dell'esercito e della flotta anche, e seguire una politica di conciliazione nelle colonie americane superstiti ; la presa di Cuba e delle Filippine potrebbe allora risultare più costosa, per gli U.S.A. forse troppo. Nella I Guerra Mondiale la Spagna è alleata dell'Italia, e forse è leggermente più incisiva del Portogallo. Nel '23 niente Primo de Rivera e deciso allontanamento dalle Politiche di Roma, con avvicinamento alla Francia. Il Socialismo Spagnolo si evolve in maniera meno massimalista e la vittoria del Fronte Popolare nel 1932 non pregiudica la Monarchia, che, anzi, nel 1936 appoggia il governo legittimo contro Franco, che sarà sconfitto già nel 1937, perché gran parte dell'esercito e del popolo resta fedele al Re; Un governo Socialista che si affaccia nel Mediterraneo è fumo negli occhi di Hitler che fa invadere la Spagna nel 1940, impantanandosi come Napoleone a causa della Guerrilla. Dopodichè visto che tenterà lo stesso la campagna in Russia, nel 1944 ci sarà lo Sbarco di Capo Finisterre, e l'inizio della ritirata; la Guerra finirà comunque nel 1945, la Spagna avra un posto con seggio permanente all'Onu, e con la ricostruzione sarà un paese più ricco che non deve ancora smaltire le scorie di 36 anni di dittatura. Si, è una versione ottimista, gli Aosta mi stanno simpatici.

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E Paolo Maltagliati obietta:

Buona disamina, Tommaso, anche se non sono molto d’accordo su alcune piccole cose. Soprattutto perché a naso un rapido decollo industriale e il consistente potenziamento navale mi sembrano troppa roba da conseguire. Ma ammettiamo pure...

Gli Stati Uniti non credo mollerebbero l’osso di governare il continente americano. Forse le Filippine gliele lascerebbero però. Secondo me, però Amedeo non si avvicinerebbe alla Francia, nel senso che le sarebbe rimasto vicino dall’inizio! Magari poi, con il peso di un sovrano Sabaudo fuori dai confini nazionali, anche il nostro sovrano si mostrerebbe (leggermente, non esageriamo) più di polso nei confronti del fascismo e cercherebbe di condurlo su binari più controllabili.

Cosa che credo farebbe anche Amedeo, in fondo. Credo che il re appoggerebbe i franchisti contro i socialisti, anche se sarebbe una presa di potere all’italiana, non con una guerra civile. Il regime franchista sarebbe ossequioso della monarchia e dei suoi rapporti con la Francia, come, dall’altro lato del Mediterraneo, farebbe anche Mussolini.

Nel ‘36 Mussolini si accorda con francesi e britannici per il protettorato sull’Etiopia. Non nascerà il patto d’acciaio e quanto ne consegue. Potrebbe però nascere una triplice latina a guida Parigi, che se ufficialmente storce il naso per i governi fascisti dei suoi due stati confinanti, ufficiosamente, anche per il ruolo garantista interpretato dai Savoia, è sicura che Spagna e Italia non sono comunque in alcun modo pericolose per i suoi interessi vitali e, nella misura del possibile, sono piuttosto compiacenti ai suoi desiderata di natura economica e politica.

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Generalissimus ha avuto un'altra idea:

Disse il Re Giovanni di Sassonia che se nel 1871 si fosse chiesto ai nove vecchi principi elettori di decidere con una votazione quale dovesse essere il casato che da quel momento in poi avrebbe dovuto dominare sull'Impero tedesco, a diventare Kaiser sarebbe stato Enrico XXII di Reuss-Greiz e non Guglielmo I.
Cosa accadrebbe nella remota ipotesi che le cose alla fine andassero proprio così ed Enrico diventasse Imperatore? Enrico XXII era fortemente antiprussiano, lo rimase per tutta la vita e non perse mai occasione di fare dispetti agli imperatori Hohenzollern: non fece mai costruire monumenti in ricordo di Guglielmo I nel suo Principato, impedì qualsiasi forma di lutto alla morte di questi e di Federico III e proibì ogni celebrazione degli anniversari delle vittorie della Guerra Franco-Prussiana.
In egual misura era avverso ad Otto von Bismarck e a tutte le sue politiche: facile ipotizzare che una volta imperatore lo spedisca a casa per non averci più nulla a che fare.
Era anche un accesissimo oppositore del Kulturkampf e di tutto quello che derivò da esso, del matrimonio civile e del Socialismo.
Anche se concesse una costituzione al Reuss-Greiz, sognava di governarlo in maniera assolutista e di farne un caposaldo del Luteranesimo Ortodosso.
In politica estera era convinto che la Germania dovesse avere una politica coloniale molto attiva.
Come diventerebbe la Germania con alla sua testa Enrico XXII? E che accadrà quando nel 1902 toccherà salire al trono al suo successore, Enrico XXIV, menomato sia dal punto di vista fisico che mentale e morto senza eredi nel 1927?

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Gli replica Enrica S.:

Secondo me, per poter concedere spazio a Enrico di Reuss-Greiz, bisogna che il S.R.I. sopravviva e resti elettivo, quindi niente buriana napoleonica: la Rivoluzione Francese ha avuto un andamento "soft", i giacobini sono stati epurati, Luigi XVI è rimasto sul trono accettando una Costituzione e un Parlamento con poteri effettivi. La Prussia non ascende a potenza egemone, Francesco Giuseppe d'Asburgo muore prematuramente, suo fratello Carlo Ludovico dimostra di non avere polso e i Principi Elettori gli preferiscono Enrico XXII. Il S.R.I. conquista un vasto impero coloniale in Africa e in Asia, cresce la tensione con il Regno Unito. In questa TL, con gran gioia di Enrico Pizzo, la Repubblica di Venezia sopravvive. Nel 1848 prevale la soluzione giobertiana (e mia), e l'Italia diventa una Confederazione sul modello elvetico con Presidenza a rotazione tra i vari stati. Non male, direi...

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Ed ecco il contributo di Yoccio Liberanome:

Ho recentemente letto un libro su Bismarck che mi ha fatto venire in mente diversi POD
Eccone uno: Bismarck si oppose all'annessione di Alsazia e Lorena dopo la guerra franco-prussiana, capendo che avrebbe aperto la strada un risentimento impossibile da sanare, infatti a Parigi a Place de la Concorde una statua raffigurante Strasburgo rimase coperta da un velo nero fino al 1919.
Bismarck dovette però cedere alle pressioni dei militari, che desideravano fortemente un'annessione territoriale dopo un grande successo militare, al contrario di ciò che era successo dopo Sadowa, dove le minacce proprio di Napoleone III, che aveva promesso neutralità, avevano obbligato la Prussia a contenere i suoi appetiti, a dispetto delle intenzioni dei vertici militari
Ma cosa succede se Bismarck riesce a gestire il voltafaccia francese e ad ottenere per la Prussia dei risultati anche territoriali?
Quando Francia e Russia cominciano ad allarmarsi per la straordinaria vittoria prussiana Bismarck promette compensi territoriali a entrambe le nazioni.
Alla conferenza di Praga la Prussia ottiene, oltre all'egemonia nella confederazione, l'annessione della Boemia, Moravia e Austria, comprendente anche il Tirolo.
Bismarck ottiene una vittoria ancora più grande, ha realizzato il progetto della Grande Germania. 
Per evitare di entrare in contrasto con lo Zar, che aveva chiesto miti condizioni di pace per l'Austria, Bismarck gli fa cedere dagli Asburgo la Galizia polacca, così Bismarck cementifica per sempre l'alleanza e l'amicizia tra i due paesi, che riteneva vitale per gli interessi futuri della Germania e la sua sicurezza. 
L'Impero Asburgico quindi si riduce solo al Regno di Ungheria, comprendente anche Carniola, Dalmazia, Friuli, Slovacchia, Transilvania e Croazia. Gli ungheresi sono ben contenti di poter proclamare l'indipendenza e di avere un potente regno tutto loro e accettano gli Asburgo come dinastia regnante.
Alla Francia arriva solo un mero riconoscimento del possesso di Alsazia-Lorena e la promessa di non unirle mai al Reich tedesco, Napoleone rimane a bocca asciutta, sperava di ingrandimenti nella Renania, e diventa ancora più ostile.
Quando si presenta la crisi diplomatica per il trono spagnolo Bismarck, grazie al suo prestigio ancora più grande, riesce a convincere Guglielmo a non ritirare la candidatura di Leopoldo di Hohenzollern e di prendere tempo.
Alle pressioni francesi Guglielmo manda un telegramma in cui chiede di avere altro tempo per decidere, Bismarck manipola il telegramma facendolo sembrare offensivo, e il 19 luglio la Francia dichiara guerra.
La guerra va come tutti sappiamo, ma grazie al maggiore prestigio di Bismarck e al fatto che la Prussia abbia già avuto una grande annessione territoriale, il Cancelliere di Ferro dispone che la Francia non abbia mutazioni territoriali, avendo lo sguardo già avanti, quando bisognerà ricostruire l'equilibrio europeo. L'Alsazia e Lorena ricevono comunque una grandissima autonomia, unite alla Francia solo per politica estera.
La Francia, avendo condizioni di pace più miti, ha una ricostruzione politica più moderata, che riporta la monarchia nel paese.
Non nasce così la grande rivalità franco-tedesca, anche se una certa ostilità permane sempre.
Inoltre la Prussia, portando gli Hohenzollern sul trono spagnolo, ottiene un alleato di ferro sull'Atlantico.
Nel futuro Bismarck, non dovendo confrontarsi con il nazionalismo francese, potrà dedicarsi con più efficacia alle colonie, che erano una parte importante della realtà europea, anche se verso di esse era scettico.
Negli anni successivi Bismarck riuscirà a creare un equilibrio europeo.
Al Congresso di Berlino Bismarck farà in modo di mantenere per la Bulgaria uno sbocco sull'Egeo, lasciando comunque Tracia e Istanbul alla Turchia.
All'Ungheria cederà Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Sangiaccato, cercando di migliorare le relazioni con questo regno, invano.
Alla Conferenza di Berlino l'Ungheria otterrà il Congo.
Inoltre, cedendo il Tirolo all'Italia, il Cancelliere di Ferro crea la Quadruplice Alleanza, composta da Russia, Germania, Francia e Italia.
Bismarck riesce quindi a creare un vero equilibrio di potenze sul continente, paragonabile a quello del Congresso di Vienna, e a garantire buoni rapporti tra la Germania e tutti gli altri paesi eccetto l'Ungheria.
Tuttavia questo complesso mosaico andrà in pezzi con la caduta del suo creatore.
Con l'ascesa di Guglielmo e il suo sviluppo navale, la Gran Bretagna si preoccupa non poco, e crea la Duplice Intesa con l'Ungheria.
Subito la Duplice si riavvicina all'Impero ottomano, e grazie al consistente aiuto nel modernizzarsi, la Duplice diventa Triplice
Inoltre Guglielmo entra in contrasto diplomatico anche con gli USA nella guerra ispano-americana, visto che sulla Spagna siede un Hohenzollern.
Per la prima guerra mondiale Quadruplice contro Triplice. 
La Gran Bretagna invece di aprire il grande fronte asiatico contro gli ottomani ne apre uno in Finlandia, dove con l'appoggio della Svezia attacca la Russia, questa patirà tremende sconfitte che avranno tremendi impatti sul paese.
La Francia all'inizio si dichiara neutrale poi tradisce la Quadruplice attaccando a sorpresa la Germania, che riesce miracolosamente a frenare i francesi sul Reno. La Spagna attacca la Francia ma serve a poco
Quando l'Ungheria viene occupata tra Germania, Italia e Prussia l'Impero Ottomano chiede la pace e ottiene di mantenere oltre ai territori odierni la Siria, Giordania e la Palestina.
Alla caduta dell'Ungheria, la Francia viene ricacciata e rischia di soccombere, ma l'intervento degli USA riporterà la bilancia in equilibrio.
La situazione si sblocca quando il Giappone cambia schieramento e entra in guerra con l'Alleanza, costringendo i britannici ad aprire un altro fronte in difesa delle colonie e gli USA a correre in difesa delle Hawaii.
Alla fine i russo-tedesco-italiani sfondano le trincee nemiche con le battaglie di Verdun e la Francia viene invasa.
La Gran Bretagna, nonostante abbia spazzato via le armate zariste aiutate dai pussiani in Finlandia e sia quasi arrivata a San Pietroburgo, non riesce più a sostenere lo sforzo bellico chiede la fine della guerra.
Nel frattempo Lenin con l'aiuto dell'intelligence britannica fugge in Russia dove è scoppiata la Rivoluzione
A Versailles occupata la Germania fa un secondo grande affronto alla Francia.
Alsazia e Lorena vengono annesse al Reich, che occupa gran parte delle colonie francesi dividendosele con l'Italia
L'Italia ottiene il Friuli, la Dalmazia, la Libia e il Congo, e tutte le isole inglesi nel Mediterraneo.
il Giappone ottiene la cessione delle Hawaii, e di tutte le colonie europee nell'Estremo Oriente, a eccezione di India e Australia, con le quali fonda l'Area di Coprosperità Orientale.
La Gran Bretagna mantiene le colonie africane a eccezione dell'Egitto e del Sudan che passano a un codominio italo-tedesco.
Il Regno di Ungheria viene smembrato.
L'esercito russo che ha combattuto contro i francesi ottiene la solidarietà delle nazioni vincitrici e torna in patria per sconfiggere i bolscevichi
Gli USA entrano in crisi a causa della sconfitta e i prestiti concessi alle nazioni sconfitte.
Come continuare?

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Gli risponde il solito Bhrghowidhon:

Ci sono tre ostacoli nel 1866, 1871 e 1878:

1) cedere la Galizia avrebbe rovinato l'intero progetto di Großdeutschland e non sarebbe nemmeno servito a risolvere la questione polacca; la Galizia alla Russia avrebbe significato invitare la Russia a chiedere (e prima o poi ottenere) la Posnania e la Prussia Occidentale oppure far naufragare l'alleanza. Per 'pagare' la Russia occorreva un prezzo molto più alto ma al contempo meno caro per la Germania: via libera all'annessione di Valacchia, Moldavia, Serbia e Bulgaria, in prospettiva anche il Trono di Grecia qualora se ne fosse presentata l'occasione.

2) Se Bismarck non avesse annesso l'Alsazia e quella parte di Lorena, sarebbe stato defenestrato all'istante; la Germania (intesa come Intelligencija e Opinione Pubblica) ne attendeva la restituzione fin dal 1648, sarebbe stato un tradimento epocale, avrebbe fatto franare il neonato Secondo Reich. Le aspirazioni erano in realtà molto più estese: tutti i Dominî ex-Borgognoni, tutti i territorî già appartenuti al Sacro Romano Impero, anche la Normandia e la Bretagna (come del resto nella Prima Guerra Mondiale). Parallelamente, per la Francia conservare l'Alsazia e la Lorena sarebbe stata ugualmente un'umiliazione, perché l'obiettivo immediato era tutta la Renania (oltre al Belgio); l'esperienza del Primo Napoleone aveva poi mostrato che in realtà il progetto era ancora e sempre l'intera Austrasia (quindi fino all'Alta Franconia, allora e anche oggi in Baviera).
D'altra parte, è pur vero che già 'solo' il recupero dell'Alsazia e di quella parte di Lorena da parte della Germania avrebbero avvelenato per sempre il rapporto con la Francia e non ci sarebbero stati compensi che potessero ripianare la situazione. Apparentemente si tratta di un problema insolubile e, come al solito, lasciare indipendente il Nemico vinto significa perdere (o dover ricombattere a prezzo maggiorato) la guerra successiva. Bisogna avere il coraggio di ammettere che l'unica Vittoria stabile è l'annessione dell'intero Paese sconfitto, in questo caso di tutta la Francia (possibilmente anche con le Colonie, senza spartirle) al Reich. Questa consapevolezza è emersa chiaramente dal 1914 in poi (pubblicamente dal 1916), sia nei confronti dell'Austria-Ungheria sia della Francia, ma ormai era troppo tardi.

3) Se "Tirolo" significa anche un solo Comune in più che il Welschtirol (Trentino), già molto discutibile, di nuovo il Reich sarebbe crollato o avrebbe spinto il giorno dopo alla guerra contro i Savoia. Questi ultimi, del resto, non si sarebbero accontentati del solo Trentino se non per qualche anno, visto che le Forze Armate esigevano lo Spartiacque Alpino (anche quello che si trova in Svizzera). Il confine con l'Italia era un problema insolubile come quello con la Francia e in più, in questa ucronia, non c'era neanche una vittoria militare da sfruttare. Quindi solo Trentino, con la consapevolezza che si trattava di una concessione solo per prendere tempo, ma in sé e per sé buttata via.

La bandiera della Comune di Parigi, se avesse avuto successo

La bandiera della Comune di Parigi, se avesse avuto successo

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Inseriamo qui il contributo di Dario Carcano:

Nel mondo anglosassone, quando il marxismo era ancora un movimento radicale di nicchia che muoveva i primi passi, il principale movimento riformista e progressista era rappresentato dal Georgismo.
Il Georgismo nasce nella seconda metà del XVIII secolo dal pensiero dell'americano Henry George (1839-1897), e si basa sull'idea che una tassa unica sulla proprietà fondiaria dovrebbe sostituire tutte le altre imposte.
Nel dettaglio, il ragionamento di Henry George è: tassare il prodotto del lavoro è sbagliato, sia in forma diretta attraverso imposte sul reddito, sia in forma indiretta attraverso imposte come IVA, monopoli fiscali e dazi doganali, perché queste tasse tolgono a operai e imprenditori il frutto del proprio lavoro, e di conseguenza disincentivano a produrre di più.
La terra invece non è frutto del lavoro umano; tassandola non si colpisce il lavoro di nessuno. Di conseguenza la terra può essere tassata dal governo senza conseguenze negative.
Anzi, secondo i georgisti, la tassa unica sulla terra è equo, perché l'imposta fondiaria è intrinsecamente progressiva (più terra possiedi, più tasse dovrai pagare), ed efficiente, perché incentiva un uso il più possibile efficiente delle risorse naturali minimizzando gli sprechi.

È evidente come il Georgismo sia intrinsecamente liberale e borghese, infatti nonostante i georgisti si siano impegnati in campagne in favore del voto alle donne, di riforme anti-monopolistiche o abbiano simpatizzato con i nascenti movimenti operai, è completamente assente una prospettiva che porti all'abolizione del potere borghese, e il libero mercato non viene minimamente messo in discussione. Lo stesso Henry George ha sempre rigettato l'etichetta di 'socialista' che gli veniva spesso apposta.
Karl Marx criticò aspramente il Georgismo, e non senza ragione (poi spiegherò il perché), giudicandolo un tentativo di imbiancare il capitalismo con un falso socialismo. Ancora nel '900 le teorie georgiste erano ancora molto influenti nel mondo anglosassone, e hanno influenzato sia economisti monetaristi come Milton Friedman, sia neokeynesiani come Joseph Stiglitz.

La principale critica che mi viene da muovere a George, e che mi spinge a condividere (parzialmente) il giudizio di Marx, è che la tassa sulla terra teorizzata da George lascerebbe fuori l'economia finanziaria e i proventi delle speculazioni in borsa, che specialmente nell'economia moderna non sono cose esattamente insignificanti. La tassa sulla terra come è stata proposta da George mi sembra però una buona idea, anche se secondo me il georgismo funzionerebbe al meglio in una società che ha già abolito la proprietà privata e realizzato il socialismo collettivizzando i mezzi di produzione.

Sun Yat-sen era un sostenitore del Georgismo, cosa che non sorprende considerando i suoi studi americani e la sua conoscenza della cultura americana. Di conseguenza Sun fondò il Kuomintang secondo ideali georgisti, cosa che rende Taiwan l'unico paese al mondo governato da un partito georgista.

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Alessio Mammarella commenta così:

Se Sun Yat-sen è stato il suo Lenin, Chang Kai-Shek è stato il suo Stalin! E comunque il georgismo non è compatibile con il marxismo: è un fatto.
Il georgismo non è concretamente applicabile al mondo attuale: altro fatto. Il suo principio base per cui bisogna tassare principalmente le rendite, anziché il frutto del lavoro (cioè salari e profitti), è comunque condivisibile. Il problema è che ormai anche i profitti sono una rendita, e parlo soprattutto dei dividendi azionari, e la differenza stessa tra rendita e profitto è spesso vaga e arbitraria.

Al di là di questo si può dire che, se si dovesse scegliere cosa sia prioritario tassare tra salari, profitti e rendite, certamente la cosa più etica e funzionale sarebbe tassare le rendite (che non derivano più solo dai beni immobili come al tempo di George, ma soprattutto da attività finanziarie) e quindi perlomeno l'intuizione di base del georgismo potrebbe esserci ancora utile.

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Vi propongo a questo punto un'altra idea del grande Bhrghowidhon:

Ferdinando Giuseppe di Borbone-Asburgo Re di Francia dal 1883

Per innescarsi, questa ucronia ha bisogno che ci siano stati Napoleone III (quindi anche Napoleone I), la Guerra Franco-Prussiana e nel 1871 e anni seguenti la Terza Repubblica (per semplicità, ammettiamo anche che siano subentrati gli Orléans come nella Storia reale e che nel 1848 ci sia stata la Seconda Repubblica); dato che Francesco II/I (qui Carlo VIII come Imperatore – si chiamerebbe Carlo VII il nostro Carlo III di Spagna, eletto Imperatore durante la Guerra di Successione Austriaca, nella quale almeno la Francia non avrebbe certo potuto ostacolare un Borbone e in cui quindi Maria Teresa avrebbe conservato la Slesia – o Ferdinando IV, nel caso forse più probabile che si chiamasse Ferdinando, come Re di Germania Ferdinando V, come Re di Spagna Ferdinando VII) sarebbe come un fratello (avrebbe gli stessi quattro nonni, anche se a coppie incrociate) del Francesco II/I storico, non è detto che non restaurerebbe l’Impero e, non avendo in questa ucronia alcun titolo da rivendicare sulla Lorena, nel 1794, appena recuperati (provvisoriamente, come poi si è visto) i Paesi Bassi, accetterebbe – come qualunque persona razionale avrebbe fatto – di scambiarli con la Baviera come compenso per la mancata partecipazione alla Seconda Spartizione della Polonia fra Russia e Prussia l’anno prima (nel 1814-1815 otterrebbe comunque il Veneto, sia per conquista militare del Regno d’Italia – nel caso che Napoleone fosse arrivato a costituirlo – sia come compenso per la rinuncia ai Dominî Sabaudi annessi nel 1799-1800). In qualunque caso, la Toscana e le Due Sicilie non sarebbero diventate Secondogeniture, visto che l’Unione Asburgo-Borbonica risalirebbe al 1725 (per cui nessuno desidererebbe frazionare ulteriormente l’Eredità), tantopiù che la Toscana non sarebbe oggetto di contese internazionali (essendo data come Dote di Maria Teresa all’Infante Carlo) e i Regni delle Due Sicilie non verrebbero conquistati da Filippo V (che non ne disporrebbe né dunque potrebbe separarli dalla Spagna), inoltre – senza le sconfitte in Italia durante la Guerra di Successione Polacca – la Serbia e l’Oltenia sarebbero rimaste all’Austria; soprattutto, senza fuga del Re dall’Europa (perché avrebbe a disposizione l’Austria e l’Ungheria) durante l’Invasione Napoleonica e grazie alla costante Alleanza col Regno Unito anche dopo il 1815 e almeno fino al 1859 (come con l’Austria), la Spagna non perderebbe le Colonie Americane (compresa la Louisiana, mai tornata francese), neppure i territorî della Nuova Spagna a favore degli Stati Uniti (perché l’Austro-Spagna avrebbe, almeno fino al 1855, l’appoggio della Russia, unico Alleato degli Stati Uniti). Aggiungo che le Guerre Napoleoniche potrebbero terminare con la Seconda Coalizione e quindi vedere i Savoia confinati in Sardegna (e allora Venezia diventerebbe austriaca per mero Diritto di Conquista, come le Isole Ionie alla Russia o alla Gran Bretagna), la Polonia rimasta spartita come nel 1795 e gli stessi Stati Uniti riconquistati dalla Madrepatria nel 1812 (altrimenti, con la Louisiana rimasta spagnola e la rinuncia russa all’Oregon nel 1825, il Regno Unito non dovrebbe comunque cedere quest’ultimo agli Stati Uniti e dunque a loro volta la California e il Texas non confinerebbero con questi); in ogni caso, nel 1814-1815 verrebbero restaurati i Duchi di Lorena (in questa ucronia sarebbero geneticamente molto più vicini ai Borboni e ai Wettin che nella Storia reale) e i Wittelsbach nel Palatinato, in Renania e nei Paesi Bassi col Titolo (dal 1794) di Re di Borgogna con Parma-Piacenza, la Toscana e le Due Sicilie unite alla Duplice Monarchia Austro-Ispanica, né nel 1848 né nel 1859 sono verosimili Guerre Austro-Sarde e comunque è impossibile che Vittorio Emanuele vinca nel 1859 (il teatro delle operazioni si sposterebbe in Lunigiana – e Napoleone III avrebbe da temere – e non avrebbe luogo la fatale perdita di tempo austriaca in Lomellina), tantomeno potrebbe approntare una Flotta sufficiente nel 1866 (né ovviamente attaccare il Veneto).

Tutto questo serve per inquadrare il contesto di un’eventuale Guerra Austro-Prussiana in questa ucronia: la Storia del Messico è molto più pacifica, l’omologo di Massimiliano (probabilmente con questo stesso nome) ci potrebbe andare con ogni tranquillità come Viceré, non ci sarebbero Guerre con gli Stati Uniti almeno fino al 1855 e dopo di allora non ci sarebbero appigli per un’Occupazione Francese (Alleanze in Nordamerica: Ispano-Austria [o Austrispania] e Regno Unito contro Russia e Stati Uniti; Napoleone III reduce dalla Guerra di Crimea e rimasto nemico di Alessandro II fino alla Guerra Franco-Prussiana – tanto che la Russia ha impedito all’Austria di intervenirvi a favore dell’Imperatore – non ha modo di allearsi con gli Stati Uniti, che a loro volta non hanno alcun interesse a sostituire l’Ispano-Austria con la Francia come Vicino); l’Austria (ancora egemone a Sud delle Alpi, comprese Parma-Piacenza e la Toscana, nonché sul Danubio – Serbia e Oltenia – anche durante la Guerra di Crimea e che in Polonia con ogni verosimiglianza comprende ancora anche la Galizia Occidentale e in Germania pure la Baviera, forse conservando perfino le Mediatizzazioni aggregate all’Austria Anteriore in Svevia e le Secondo- e Terzogeniture di allora [le Secondogeniture direttamente annesse perché non dovevano compensare la Toscana, la Terzogenitura scambiata col restaurato Ducato di Modena e Reggio], eventualmente lo stesso Titolo Imperiale, per quanto non molto più effettivo di quello storico della Presidenza della Confederazione Germanica) ha quindi a disposizione un consistente sovrappiù di risorse grazie alla Spagna, non privata dell’Impero Coloniale ed estesa anche alle Due Sicilie. Al momento in cui scoppia la Guerra Austro-Prussiana, gli schieramenti sono: Austrispania (Ispanoamerica, Spagna Peninsulare, Due Sicilie, Toscana, Parma-Piacenza, Lombardo-Veneto, Austria Alpina, Austria Anteriore, Baviera, Boemia-Moravia, Slesia, Holstein, Galizia Occidentale e Orientale, Ungheria-Illiria, Serbia, Oltenia) + gli stessi Alleati del 1866 (i Wittelsbach come Re di Borgogna, dal Palatinato ai Paesi Bassi Cattolici, quindi grosso modo una sorta di Grande Belgio, naturalmente sospettosissimo nei confronti di Napoleone III) e il Regno Unito (quindi in teoria anche l’Impero Ottomano) contro la Prussia (senza Renania ma ancora con la Nuova Prussia Orientale in Polonia), i suoi Alleati (Oldenburgo, Mecklenburgo, Lippe, Waldeck, Anhalt, Turingia) e la Russia come sostegno esterno (i Savoia, pur simpatizzando intimamente per Bismarck, si guarderebbero bene da qualsiasi iniziativa); Napoleone III resterebbe neutrale.

Data questa costellazione, l’esito della guerra non può essere identico a quello storico. Il massimo che può ottenere la Prussia, in caso di ripetute vittorie militari, sono le stesse annessioni (anche il Ducato di Holstein, a spese dell’Austria), il distacco della Confederazione del Nord dall’Impero (o Confederazione Germanica, che comunque continuerebbe a esistere, praticamente solo l’Austria con le varie Dipendenze, il Württemberg, il Baden e in questa ucronia la Sassonia), tutt’al più l’inclusione più o meno forzata della Borgogna (Wittelsbach) nella Confederazione del Nord (conclusione alquanto forzata, perché nella Storia reale la Baviera non vi ha aderito; perciò ritengo che debba essere bilanciata dalla permanenza della Sassonia nell’Impero o Confederazione Germanica ormai solo Meridionale). Solo se si realizzasse quest’ultima condizione – che, ripeto, è discutibile (bisogna proprio che la Vittoria Prussiana sia strepitosa e che la Prussia si presenti come più deciso avversario della Francia) – si arriverebbe alla Guerra Franco-Prussiana: ne abbiamo quindi bisogno per far partire l’ucronia di cui ci stiamo specificamente occupando (Ferdinando Giuseppe – o eventualmente Carlo Giuseppe, comunque omologo del nostro Francesco Giuseppe – come Re di Francia nel 1883), la ammettiamo per Ipotesi e non come Conseguenza.

Poiché gli Elettorati Ecclesiastici erano stati soppressi alla fine del secolo precedente e, se nel 1814 non vengono restaurati i Principati Ecclesiastici, rimangono sostituiti da quelli di Ratisbona-Aschaffenburg, Salisburgo-Würzburg, Assia-Kassel, Baden e Württemberg, mentre nel 1794 l’Elettorato di Baviera sarebbe rimasto agli Asburgo (compensato dal Titolo Regio di Borgogna per i Wittelsbach), alla fine della Guerra Austro-Prussiana – con l’annessione del Regno di Hannover e dell’Elettorato di Assia-Kassel alla Prussia, uscita dall’Impero – tutti gli Stati rimasti nell’Impero sono Elettorali: Baden, Württemberg, Sassonia e i quattro asburgici (Boemia, Baviera, Salisburgo-Würzburg e in questa ucronia anche Ratisbona-Aschaffenburg) che di fatto trasformano in Ereditario l’Impero (anche la Prussia potrebbe poi mantenere una finzione elettorale nel proprio [Secondo] Reich, avendo unito al proprio per annessione i rimanenti due Elettorati, Hannover e Assia-Kassel).

Così arriviamo alla Guerra Franco-Prussiana. La Prussia non ha la Sassonia, conserva però la Nuova Prussia Orientale (in Polonia) e in più ha il Belgio e il Lussemburgo (come Regno di Borgogna dei Wittelsbach nella Confederazione del Nord): ciò non compensa certo – come popolazione e territorio – la mancanza Baviera, Baden e Württemberg, però Lussemburgo e Belgio comportano un enorme vantaggio geostrategico contro il Secondo Impero e quindi il decorso e l’esito del conflitto si possono postulare pressoché equivalenti a quelli storici.

Trascorsa la guerra, la proclamazione del Secondo Reich (esistendo ancora il Primo), l’instaurazione della Terza Repubblica in Francia e l’esitazione del Conte di Chambord che compromette ogni possibilità di Restaurazione entro il 1873, occupati la Bosnia-Hercegovina e il Sangiaccato da parte dell’Austria (che, ricordiamo, ha la Serbia e l’Oltenia) nel 1878, mi pare scontato che Bismarck pervenga ugualmente il 7. ottobre 1879 alla Duplice Alleanza (Zweibund) ‘Nibelungica’ fra Primo e Secondo Reich: certo si sa benissimo che, quando Enrico V morirà, Ferdinando (o Carlo) Giuseppe ne erediterà i Diritti alla Corona Francese, ma dal punto di vista prussiano è molto meglio assicurarsene l’alleanza che averlo come nemico, tanto più che la recente conquista dell’Alsazia si interpone proprio fra l’Austria Anteriore (e anche il Baden, quindi comunque il Sacro Romano Impero) e la Francia, che a sua volta costituirebbe – fra il molto altro – la congiunzione territoriale fra la Spagna e l’Austria (il Lombardo-Veneto, nel caso che dal 1800 abbia recuperato il Piemonte, quindi poi annettendo nel 1814-1815 anche Nizza e la Savoia; altrimenti, nel caso che i Savoia fossero stati restaurati sul Continente nel 1814, a maggior ragione l’Alsazia sarebbe il più piccolo diaframma residuo – e perso dalla Francia da pochissimi anni – fra i Dominî Asburgici).

Il 18. giugno 1881 viene firmata l’Alleanza dei Tre Imperatori; il 20. maggio 1882 è inevitabile che Umberto I aderisca alla Triplice Alleanza, sia perché legato al Secondo Reich sia perché avrebbe tutto da perdere da un’inimicizia nei confronti dell’Austria, a prescindere da eventuali rivalità coloniali con la Francia (se Ferdinando Giuseppe diventa Re di Francia e Umberto regna anche sul Continente, si ritroverebbe accerchiato a Est e a Ovest, con unici sbocchi il Mar Ligure e la Svizzera; se è limitato alla Sardegna, nella vicina Corsica l’Austria si aggiunge alla Francia).

Il 24. agosto 1883 muore dunque Enrico V. Fra Vienna e Parigi scende un silenzio diplomatico quanto mai imbarazzato. I due Paesi non hanno alcun contenzioso aperto né strascichi dai decenni precedenti; dopo la perdita dell’Alsazia, gli unici confini comuni sono i Pirenei ed eventualmente (se le Guerre Rivoluzionarie e Napoleoniche sono terminate con la Seconda Coalizione) le Alpi Occidentali (Nizza e la Savoia se annesse dal Lombardo-Veneto nel 1814-1815 o prima), oltre al braccio di mare fra la Corsica e l’Elba. I Monarchici sono più divisi che mai: a parte i Bonapartisti (per i quali la questione non si pone), gli Orléanisti sono ovviamente contrarî a una Restaurazione che coincida con la fusione con l’Austrispania e il Sacro Romano Impero; fra i Legittimisti c’è una forte Minoranza non disposta ad arrivare a riconoscere un Re che comunque di fatto è uno straniero, mentre la Maggioranza è appunto sedotta dall’idea di recuperare perlomeno l’Alsazia (su cui gli Asburgo, già prima di confluire nei Lorena, vantano titoli anteriori agli stessi Borboni) al prezzo di avere un Borbone austrispanico (il motto sarebbe, prevedibilmente, «l’Alsazia val bene un’inflessione»).

Passa il tempo, passano gli anni; nel gennaio 1889 muore tragicamente Rodolfo di Borbone-Asburgo (secondo in Linea di Successione in Francia) e la Corte di Vienna e Madrid è convinta che ne sia responsabile Clemenceau; il 27. dicembre 1893-4. gennaio 1894 viene siglata la Duplice Alleanza Franco-Russa. Se Massimiliano vive fino al 1900 circa, dopo di lui l’Erede è Carlo Ferdinando (equivalente al nostro Francesco Ferdinando), che con la Serbia (e dal 1908 anche la Bosnia) nell’Impero non corre lo stesso pericolo di cadere vittima di un Attentato come quello del 28. giugno 1914 a Sarajevo. Il 21. novembre 1916, alla morte di Ferdinando Giuseppe, Carlo Ferdinando unisce forse Modena-Reggio e Massa all’Impero (la Dinastia di Francesco V di Modena è irrimediabilmente alterata per quanto riguarda Ferdinando d’Asburgo-Este, che sarebbe figlio – forse perfino con questo nome – di Maria Teresa e Carlo III anziché Francesco Stefano di Lorena), stabilendo la continuità territoriale con la Toscana (in precedenza sussistente solo in Lunigiana, se la Liguria è andata all’Austria, dapprima come Secondogenitura nel 1814-1815 e poi in Unione Personale dal 1848). La Prima Guerra Mondiale non è (ancora) scoppiata, Vittorio Emanuele III è rimasto nella Triplice Alleanza, gli Stati Uniti – se pure esistono – sono solo una Potenza Regionale (sempre alleati soprattutto alla Russia), Carlo Ferdinando non intende rischiare una guerra contro la Russia; Ferdinando Giuseppe non ha privato i suoi Discendenti dei Diritti al Trono, perché questo sarebbe stato in contrasto con la Legge di Successione Borbonica e di conseguenza con la Prammatica Sanzione del 19. aprile 1713 (Indivisibilità dei Dominî Asburgici) e il Prīuĭlēgĭŭm Māiŭs. Se Carlo Ferdinando vive fino al 1939 circa (Francesco Ferdinando è nato il 18. dicembre 1863; se facciamo una media fra l’età del padre, l’Arciduca Carlo Ludovico, 1833-1896, e del nonno paterno, l’Arciduca Francesco Carlo, 1802-1878, possiamo stimare che superasse i 75 anni), dopo di lui diventano Imperatori e Re (anche Titolari di Francia) Massimiliano di Hohenberg († 1962) e i suoi figli Francesco († 1977) – qui più verosimilmente Carlo – e Giorgio (attualmente ottantanovenne) di Borbone-Asburgo(-Este?).

Nel 1939 Nicola II avrebbe avuto 70/71 anni e, come avevamo visto a proposito di Venezia Spagnola, sua Erede sarebbe stata, dal 1924/1929, Ol’ga, secondo i suoi desiderî sposata con un Principe russo e non con Edoardo VIII, la cui permanenza sul Trono è incerta, ma non esclusa, in questa ucronia. Il 4. giugno del 1941 muore il Kaiser Guglielmo II e gli succede Guglielmo III.

Senza Prima Guerra Mondiale, è improbabile una Rivoluzione vittoriosa in Russia; senza confine austro-bavarese, Hitler rimane Suddito Austriaco e Imperiale; senza soppressione dello Stato Pontificio, Mussolini può ugualmente emigrare in Trentino, ma se viene comunque espulso dall’Austria non si può stabilire a Milano, bensì solo nello Stato Pontificio e comunque senza Prima Guerra Mondiale è meno verosimile un suo passaggio dal Socialismo alla Destra Nazionalista.

Ora dunque l’interrogativo è: fra il 1883 e lo sviluppo (probabile) dell’Arma Atomica, sarebbe scoppiato un conflitto? Se sì, chi avrebbe vinto? Vi avrebbero partecipato la Francia e l’Austrispania? In schieramenti opposti? La Prima Guerra Mondiale dimostra che, senza gli Stati Uniti come li conosciamo, gli Imperi Centrali avrebbero sconfitto di sicuro la Russia e verosimilmente anche la Francia (il Belgio sarebbe in questa ucronia già parte del Secondo Reich e quindi non ci sarebbe una sua Neutralità da violare, col che verrebbe meno una ragione di Intervento da parte della Gran Bretagna, se non legata alla Francia da un’Alleanza Difensiva in termini tali da costringerla ad accorrere in suo aiuto, ammesso che la Francia fosse aggredita e non intervenisse a difesa della Russia). In ogni scenario del genere, quindi, è verosimile che l’Imperatore e Re faccia valere i proprî diritti alla Corona Francese, ma l’Alsazia e la Lorena rimangono al Secondo Reich.
Anche nel caso che la Francia fosse schierata con gli Imperi Centrali (in Unione Personale e Reale con l’Austrispania o no), finché Primo e Secondo Reich restano Alleati non c’è possibilità di recupero dell’Alsazia e della Lorena.

L’unico scenario in cui la Francia può recuperare, in questa ucronia, l’Alsazia e la Lorena è dunque quello in cui vinca un conflitto contro il Secondo Reich, il che – senza Stati Uniti e Impero Britannico – comporta (oltre a non avere ostilità da parte della Russia, essendo neutrali le Potenze Anglosassoni) l’Alleanza con l’Austrispania (unica Potenza residua), che però ha qui quale condizione pregiudiziale la Restaurazione Monarchica sotto i Borboni-Asburgo. Dopo la tragedia di Mayerling, per Ferdinando Giuseppe qualsiasi possibilità di riconciliazione con lo Stato Francese viene revocata in dubbio, mentre un Carlo Ferdinando particolarmente cinico potrebbe compensare l’evidente lesione alla Maestà della Dinastia con la considerazione che la morte di Rodolfo era condizione imprescindibile per subentrargli come Erede al Trono.

Anche con Carlo Ferdinando, comunque, l’Alleanza Difensiva Franco-Russa del 1894 bloccherebbe anche per un Borbone-Asburgo Re di Francia le possibilità di espansione dell’Austria a Est (molto concrete, come si è visto nella Prima Guerra Mondiale); d’altra parte, prima del 1889 è la Duplice Alleanza Austro-Tedesca a rendere fantapolitica una guerra in cui la Francia con l’Austrispania (entrambe sconfitte, sia pur separatamente, nel ventennio precedente) recuperi l’Alsazia e la Lorena. Uno scontro fra Primo e Secondo Reich è possibile solo una volta esaurite le possibilità di espansione degli Imperi Centrali a Est (ossia a spese della Russia) e in un contesto in cui la Francia sia ‘difesa’ dall’Austrispania contro il Secondo Reich (altrimenti la via più logica sarebbe che gli Imperi Centrali si spartissero la Francia); ma l’Alleanza dei Tre Imperatori precede la morte del Conte di Chambord, quindi dopo il 24. agosto 1883 ogni percorso risulta precluso.

Col Senno di Poi, dunque, la successione delle tappe dev’essere per forza:

1) Restaurazione Monarchica di Enrico V (ciò che implica la sua accettazione del Tricolore ecc.);

2) regolare Successione di Ferdinando Giuseppe (già vincolato alla Duplice Alleanza, all’Alleanza dei Tre Imperatori e alla Triplice Alleanza) a Enrico V (la Svizzera è quasi circondata dall’Austrogallispania);

3) Rodolfo non muore (o perlomeno non sussistono sospetti che si tratti di omicidio politico orchestrato dalla Francia);

4) se è Rodolfo a succedere al padre (21. novembre 1916), finirà per attaccare l’Impero Ottomano (nel “Grande Memoriale sulla Politica Interna ed Estera dell’Austria-Ungheria” del 1886, prevedeva che la Grande Serbia e la Grande Romania sarebbero state aggregate all’Impero, Bulgaria e Albania vi sarebbero state legate da strette convenzioni militari, mentre la Grecia sarebbe dovuta essere almeno inclusa nella sfera degli interessi economici austriaci, poi Costantinopoli sarebbe divenuta la Capitale della «Grande Austria dell’avvenire») e di conseguenza per scontrarsi con la Russia (mettendo in grave imbarazzo il Regno Unito, che non può favorire volentieri né la Russia né l’Austrogallispania e comunque senza Francia – ormai di Rodolfo – né gli Stati Uniti nelle condizioni della nostra Storia ha scarse possibilità di successo a schierarsi contro gli Imperi Centrali);

5) vinti e spartiti con il Secondo Reich gli Imperi Ottomano e Russo (secondo il Piano attribuito alla presunta cospirazione fra il Kaiser e Francesco Ferdinando nel giugno 1914), arriva l’intevitabile e prevista resa dei conti fra Rodolfo (III/I/IV) e Guglielmo II per l’egemonia in Mitteleuropa. Rodolfo è nati il 21. agosto del 1858 e, in base alla media degli Antenati paterni prossimi, gli possiamo attribuire una speranza di vita di una settantina d’anni, quindi fino al 1928: se la guerra scoppia nel 1917, la Vittoria sui Russo-Turchi non può essere prima del 1921 (ammesso che non intervenga prima la Spagnola, che qui non si potrebbe chiamare così) e di conseguenza la Seconda Guerra Austro-Prussiana (contemporaneamente Seconda Guerra Franco-Prussiana) sarebbe fra il 1922 e il 1928;

6) se Carlo Ferdinando vive fino al 1939, succede a Rodolfo come Carlo XII/VIII/X Ferdinando (in Francia non potrebbe ammettere alcun Carlo X prima di lui; in Spagna Carlo III di Borbone come genero di Carlo VI avrebbe dovuto riconoscere a quest’ultimo di essere stato III del suo nome, quindi sarebbe Carlo IV) e dopo di lui i già ricordati figli e nipoti (Massimiliano III/I/I, Carlo XIII/IX/XI, Giorgio I).

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Gli replica Federico Sangalli:

In questo Mondo le principali questioni sarebbero: Francia vs Impero Prussiano (lo chiamo così perché chiamarlo Secondo Reich o Impero Tedesco non è possibile perché sussiste ancora il Primo e non include che la metà dei tedeschi stessi) per la Guerra del 1870, Russia vs Impero Austriaco/Sacro Romano Impero per via delle regioni slave balcaniche, Impero Prussiano vs Impero Austriaco per la supremazia in Germania, Russia vs Impero Prussiano per i confini orientali. Ponendo che la riconciliazione bismarckiana e postbismarckiana vi sia lo stesso (e che la Kulturkampf diminuisca il desiderio di Berlino di annettersi regioni altamente cattoliche) Grande Prussia e Sacro Austriaco Impero (sinonimi dei precedenti termini, forse migliori) si ritroverebbero alleate, alche ha stesso sviluppo l'alleanza Franco-Russa e l'avvicinamento del Regno Unito, inevitabile per bilanciare un alleanza che consiste in Spagna, Italia, Austria-Ungheria e Germania sommate assieme. In Russia tra i candidati alla mano di Olga figurano il Granduca Dmitri, il Principe Carlo di Romania, il Principe di Galles Edoardo e Alessandro Karadordevic: ora Olga aveva chiesto un russo come marito e di poter continuare a vivere in Russia ma Dmitri era visto con sospetto in quanto presunto bisessuale e acclarato nemico di Rasputin. Escludiamo il meno russo dei candidati, Edoardo (non è né slavo né ortodosso), mentre Olga detestava Carlo (ubriacone e donnaiolo, nel 1914 visitò la Romania e fece di tutto per non parlarci, cosa che spinse la Famiglia Reale rumena a farsene una pessima opinione). Dunque Alessandro sarebbe il candidato ideale, anche perché, non essendo un sovrano regnante o candidato ad esserlo, non c'è il rischio per Olga di vivere in un paese straniero. Il matrimonio con Alessandro (l'Unificatore, in questa TL dei popoli slavi ortodossi invece che degli iugoslavi), figlio di Pietro il Ribelle (il Liberatore in HL), peggiorerebbe i rapporti con Vienna. La guerra scoppierebbe il 9 ottobre 1934, con l'assassinio di Carlo Ferdinando da parte del cecchino bulgaro Vlado Chermozenski in collaborazione con altri estremisti macedoni, croati e serbi e la conseguente dichiarazione di guerra alla Bulgaria da parte di Carlo I (o meglio dei Cancellieri cisletani e transletani Egelbert Dollfuss e Miklos Horty), e vedrebbe Francia, Bulgaria e Russia contro Prussia (ed alleati tedesco-settentrionali), Austria (ed alleati tedesco-meridionali) e Spagna, col possibile supporto della Romania e dell'Impero Ottomano. Nel giro di un anno i prussiani sono a Parigi e la Francia deve arrendersi: come nel 1870 precipita nel caos, mentre i comunisti proclamano comuni e il golpe nazionalista monarchico del 1934 ha successo. L'unico modo per il raccogliticcio governo provvisorio francese di salvarsi la pelle (cioè scongiurare il pericolo comunista, accontentare i monarchici e salvarsi dalle grinfie prussiane) è accettare le rivendicazioni dei Legittimisti e restaurare sul trono Massimiliano di Hohenberg, legittimo pretendente al Trono del Giglio. In questo modo si accontentano i monarchici (marginalizzandone la minoranza estremista del germanofobo Maurras) e si diventa improvvisamente "uno di famiglia", scongiurando le mire prussiane. La morte di Carlo Ferdinando ha ironicamente permesso tutto ciò, grazie al fatto che, essendo ai suoi figli impedito l'accesso al trono austriaco, si è evitato di dare l'idea di porre Parigi sotto il controllo diretto di Vienna. Ovviamente Massimiliano deve accettare la Marsigliese ed il Tricolore, rinunciare ad ogni titolo e rivendicazione tedesca, parlare francese e assumere un nome francese, prima di ascendere al trono all'età di 33 anni. Rimasta sola, la Russia, pur meglio equipaggiata del 1914, non ha certo le industrie sovietiche alle spalle: entro il 1917 le proteste si fanno violente, Nicola II probabilmente muore e la popolare Principessa Olga, nota per il suo servizio come crocerossina nelle trincee, diventa Zarina. Posta in salvo la famiglia nell'amica Grecia, Olga firma poi la pace. La Conferenza di Monaco pone fine al conflitto: Ucraina e Polonia sotto poste sotto sovrani asburgici, Lituania, Finlandia ed il resto dei paesi baltici sotto candidati prussiani (come dai piani tedeschi per la Prima Guerra Mondiale). La Bulgaria viene praticamente spartita tra Austria, Romania e Turchia. La Confederazione Italiana di Papa Pio XI, nemico di tutti i nazionalismi, è rimasta neutrale a tenere a bada i pericolosi estremisti del rivoluzionario Mussolini. L'Europa è unita nell'Unione MittelEuropea, da cui stanno fuori solo Regno Unito, Grecia, Russia, Norvegia e Svezia. La Russia diventa una monarchia costituzionale su modello britannico sotto il patrocinio della Zarina Olga. La successiva Guerra del Pacifico (1941-1944; USA, Cina e Regno Unito vs Giappone) vedrà il tramonto della potenza nipponica. L'Austria sarà la prima nazione a sviluppare la Bomba Atomica nel 1949, dando inizio alla Guerra Fredda tra Unione MittelEuropea, Impero Ottomano e Cina Nazionalista da un lato e Impero Britannico, Impero Russo e Stati Uniti dall'altro. A metà Anni Sessanta moriranno Olga ed Alessandro IV e il di loro figlio Pietro IV diventerà Zar mentre la moglie Alessandra, Regina di Grecia, sarà Zarina. Questo potrebbe far vita ad una sorta di Crisi dei Missili Greci. Massimiliano di Francia (Enrico VI) morirà nel 1962, lasciando il trono ai suoi due figli, Carlo Ferdinando (1962-1977 come Carlo X) e Giorgio (1962 ad oggi come Enrico VII), il cui erede è il 56enne Principe Nicola. In un periodo compresa tra gli Anni Sessanta ed gli Anni Ottanta la Guerra Fredda finirebbe per estinguersi a seguito del collasso dell'Impero Britannico, di quello ottomano, della secessione (1989-1999) delle regioni slave ed italiane dall'Impero Austriaco e dell'apertura alla democrazia in Cina. Giusto per concludere, allo Zar Pietro IV (che probabilmente vivrebbe fini agli Anni Novanta come la moglie) succederà suo figlio Alessandro V.

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Lasciamo spazio alla domanda postaci da Giuseppe Bartiromo:

Quali PoD sono necessari per arrivare alla formazione di un Regno di Baviera-Baden-Württemberg esistente ancora oggi?

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La nostra amica Annalisa ci domanda:

Ci sono grandi differenze tra il tedesco che si impara a scuola e il dialetto bavarese?

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Il più indicato a risponderle è naturalmente Bhrghowidhon:

“Bavarese” è una nozione abbastanza estesa – per la precisione “austro-bavarese” – e al suo interno si articola in settentrionale, centrale (o danubiano) e meridionale (alpino), dove sia il centrale (danubiano) sia il meridionale (alpino) sono parlati in entrambi i Paesi (Baviera e Austria), per cui il viennese è relativamente più simile al bavarese di Monaco che al carinziano, per esempio.

La massima differenza fra il tedesco standard e l’austro-bavarese sono, come sempre, a livello lessicale e sono effettivamente numerose oltre che differenziate all’interno dello stesso austro-bavarese; alcune sono diventate emblemi, come i due giorni della settimana Er(ge)tag anziché Dienstag ‘martedì’ e Pfinztag (perlopiù) anziché Donnerstag ‘giovedì’, oppure il saluto Grüß Gott! ‘Dio (Ti) benedica’ (maliziosamente interpretato ‘saluta Dio’, cui si risponde in modo provocatorio wenn ich Ihn sehe ‘se Lo vedo’) al posto di Guten Morgen (al mattino) / Guten Tag ‘buon giorno’. Monaco (München) si dice Minga, Vienna (Wien) si dice Wea.

Le differenze fonetiche sono anche più vistose: caratteristiche del bavarese sono /e/ (o varianti) al posto di /ö/ e /i/ (o varianti) al posto di ü, inoltre il dittongo /oa/ invece di /ei/ (per esempio: ‘largo’ si dice broad – come in inglese – invece di breit, che noi conosciamo dal longobardico braida all’origine di Brera) e spesso la /a/ (scritta <å>) si avvicina a /o/ (di nuovo come in inglese: wårm ‘caldo’ invece di warm, lång ‘lungo’ invece di lang). Risulta indebolita l’opposizione fra consonanti occlusive sonore (come /b/) e sorde (come /p/), per esempio Poan ‘Baviera’ (invece di Bayern), poarisch ‘bavarese’ (invece di bairisch) e al contempo Beda ‘Pietro’ invece di Peter. È curiosa la vocalizzazione di /l/ in fine di sillaba come /i/: Såizpuak ‘Salisburgo’ per Salzburg.

In morfologia, è facile ricordare gli articoli: quello determinativo è da (maschile), d’ (femminile), (a)s (neutro), de (plurale per tutti e tre i generi) al posto di der, die, das e rispettivamente die; l’articolo indeterminativo singolare è a (invariato; come in inglese) al posto di ein, eine, ein. Prevedibili numerali sono oa(n)s (standard eins), zwoa (zwei), ma drei (pronunciato com’è scritto), fiar (vier; quasi identico), fimf (fünf) &c. L’infinito dei verbi è spesso in -a invece che in -en (måcha ‘fare’ invece di machen).

Per indicare lo stato in luogo con un toponimo si usa z invece di in (per cui si dice, scherzando, che in Baviera tutti i nomi di luogo iniziano per Z-). A differenza che nello standard, si può collocare il verbo in principio di frase, per metterlo in evidenza (nello standard lo si può fare solo nelle interrogative e nelle protasi di periodo ipotetico).

In complesso, quindi, la differenza col tedesco standard è quasi come fra tedesco e olandese o fra napoletano e toscano (quindi minore che fra milanese e fiorentino).

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C'è anche l'ennesima trovata di Generalissimus:

A Guglielmo I e ai suoi successori poco piaceva il titolo di "Imperatore tedesco", scelto accuratamente per loro da Otto von Bismarck nel 1871.
Guglielmo I si ritrovò costretto ad accettarlo controvoglia perché avrebbe preferito farsi proclamare Imperatore della Germania.
Ma questo sarebbe stato inaccettabile per i monarchi della Confederazione Tedesca del Nord e inoltre avrebbe voluto significare future rivendicazioni su terre al di fuori del suo regno come Austria, Svizzera, Lussemburgo ecc.
L'alternativa era assumere il titolo di Imperatore dei Tedeschi proposto nel 1848 dal Parlamento di Francoforte a Federico Guglielmo IV, cosa che Guglielmo I aborriva, perché considerava sé stesso un monarca che regnava per diritto divino e scelto Per Grazia di Dio, non dal popolo in una monarchia popolare.
Il colpo di grazia alle ambizioni degli Hohenzollern in tal senso arrivò nel 1892, quando il Principe Valdemaro di Lippe, partecipando ad un raduno fra tutti i regnanti tedeschi e Guglielmo II, si accorse che quest'ultimo continuava a descrivere gli altri sovrani come suoi vassalli.
Valdemaro, non potendo più tollerare la cosa, interruppe il discorso del Kaiser e disse: "No, Sire, non siamo i suoi vassalli. Casomai i suoi alleati."
Da quel momento in poi Guglielmo II, che più di tutti desiderava essere Imperatore della Germania, dovette abbandonare l'idea.
Ma che accade invece se i Kaiser riescono nei loro intenti e diventano imperatori della Germania? Una semplice questione di stile o qualcosa che avrebbe potuto avere delle conseguenze?

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Chiudiamo per ora con l'ucronia di Federico Sangalli:

La Prussia senza la Renania

Al Congresso di Vienna Metternich intuisce le ambizioni prussiane e si oppone all'assegnare la Renania-Vestafalia alla Prussia. Seguendo la politica austriaca di creare degli stati cuscinetto tra se stessa e la Francia (come già fatto con i Paesi Bassi e il Regno di Sardegna), la regione renana viene affidata all'Elettore di Hesse, appartenente ad una dinastia generalmente pro-austriaca. Per compensare la mancanza acquisizione, Vienna permette alla Prussia di allargarsi maggiormente in Polonia, con il Granducato di Posen che arriva fin quasi al Vistola, e annettendosi la quasi totalità del Regno di Sassonia.

Senza il carbone e l'acciaio renano la Prussia non riesce a diventare la piccola e aggressiva superpotenza che fu in HL e mantiene una linea autonoma ma di non confronto con l'Austria che per tanto rimane leader in Germania.
visto che nel 1859 Napoleone III non teme le manovre prussiane sul Reno, la Seconda Guerra d'Indipendenza si conclude con la conquista del Veneto. Napoleone III accetta lo stesso la fine dei Piano di Plombiéres (e quindi l'annessione di Toscana e ducati emiliani) in cambio di Nizza e Savoia. Poco dopo Garibaldi unisce le Due Sicilie con placet anglo-francese e il sostegno piemontese.

Nel 1866 la Guerra dei Ducati Danesi si conclude ugualmente con la vittoria austro-prussiana e Vienna decide di accontentare Bismarck, permettendo a Berlino di annettersi i due ducati. La Confederazione Germanica a guida austriaca rimane in piedi e, senza la disfatta del 1866, l'Austria non sente il bisogno di riformarsi: niente Ausgleich e niente Doppia Monarchia Austro-Ungherese, il potere rimane strettamente a Vienna.

Nessuna Guerra Franco-Prussiana, la Spagna seguirà la storia che conosciamo, in Francia rimane in piedi il regime bonapartista. Roma rimane al Papa nonostante le ambizioni italiane in tal senso.

Il colonialismo in Africa, sopratutto centrale, procede diversamente: il Congo va per lo più al Portogallo, che lo unisce all'Angola, mentre il Nord viene incamerato dalla Francia. Le colonie tedesche sono divise, con l'Inghilterra che prende Namibia e Tanganika per collegare finalmente il Capo al Cairo, e francesi e italiani che si dividono Camerun e Togo. L'Austria manda in porto il progetto di acquisto del Sahara Spagnolo. Mentre Parigi non deve cercare compensi per la disfatta di Sedan è l'Italia che, ossessionata dalla mancanza della sua "vera" capitale, si lancia nel colonialismo, sperando che un posto al sole gli dia quel posto da potenza a cui aspira e di cui si sente priva: senza il Congresso di Berlino bismarckiano, Firenze riesce a occupare la Tunisia prima della Francia e riesce anche a ritagliarsi una piccola colonia in Estremo Oriente, una Nuova Guinea Italiana probabilmente, o qualcosa di simile in Indocina. Oppure ancora l'acquisto delle Filippine dalla Spagna, spesso ventilato.

Visto che la politica inglese è sempre quella di impedire l'affermarsi di un potere continentale in grado di mettere a rischio Londra, il Governo di Sua Maestà aumenta il sospetto verso la Francia Napoleonica, che, in assenza della Prussia, è quella più vicina ad instaurare un nuovo ordine europeo. A ciò si aggiunge una storica rivalità in Asia con la Russia. La Prussia storicamente è vicina all'Inghilterra e non ha mai rinunciato davvero al sogno di rovesciare il primato viennese in terra tedesca. L'Austria ha liti coi russi nei Balcani e con gli italiani per Trento e Trieste, anche se il vero cruccio italiano è sempre Roma e i loro odiati protettori francesi. Non c'è un vero e proprio sistema di alleanze definito, quanto piuttosto una comunanza d'intenti che vede la Gran Bretagna, l'Italia, la Prussia e probabilmente la Russia, dopo che gli inglesi e lo Zar avranno risolto le loro dispute afghane come in HL, contrapporsi al nuovo ordine sostenuto da Austria e Francia.

La sconfitta italiana ad Adua, la Guerra Ispano-Americana, quella Russo-Giapponese e i conflitti sino-nipponici, unitamente alle Guerre Boere, avvengono tutte come in HL. Se a Fashoda non deflagrerà un conflitto mondiale, la prossima crisi sarà quella Bosniaca, nel 1908, e probabilmente sarà quella definitiva: senza la Germania Guglielmina ha minacciare batoste galattiche, la Russia non recederà dal suo sostegno alla Serbia e la guerra probabilmente deflagrerà in Europa. La Russia, spalleggiata dai suoi alleati della Lega Balcanica (Serbia, Montenegro, Bulgaria e forse Grecia), attaccherà l'Austria, sostenuta dalla Confederazione Germanica (cioè Prussia, Baviera, Hesse, Sassonia, Hanover e via dicendo). La Gran Bretagna, che ha appianato le divergenze con Pietrogrado e che ha comunque un buon legame con l'Hanover natale, rimarrà neutrale, a meno di mosse francesi, ma non credo che Parigi morirebbe dalla voglia di ammazzarsi per le dispute balcaniche dei due imperi orientali. L'Italia a sua volta starebbe neutrale senza manovre francesi mentre l'Impero Ottomano spererebbe semplicemente di non prenderne troppe dal vincitore della contesa. La "Grande Guerra Orientale" va avanti a gran fatica, visto che la Prussia non si butta proprio animo e corpo nella battaglia per salvare le beghe austriache nei Balcani, ma termina dopo tre anni con la vittoria sofferta di Vienna: la Russia va incontro alla Rivoluzione, probabilmente senza i Bolscevichi visto che, senza la necessità del suo aiuto, Lenin rimarrà in esilio almeno fino a dopo la rivoluzione stessa. I paesi balcanici saranno sconfitti e presumibilmente annessi all'Austria, che però sarà molto indebolita e dovrà vedersela sia con l'accresciuta forza numerica interna slava sia con la tacita e mai soddisfatta ostilità ungherese.

La sconfitta della Russia e l'indebolimento dell'Austria aprono le porte a uno stravolgimento del quadro internazionale, con Prussia e Francia che sperano di riempire il vuoto di potere. In particolare Berlino mira ad estendere la sua influenza sui territori ex russi, Baltico in primis, mentre Parigi mira a mediare, a suo vantaggio naturalmente, la futura spartizione dell'Impero Ottomano. La decisione italiana di precedere la Francia occupando la Libia innesca infatti un periodo di rivendicazioni: la Gran Bretagna minaccia interventi se Parigi si arrogherà troppo il ruolo di superpotenza, con l'Italia pronta a spalleggiarla. Alla fine Londra vede riconosciuti i suoi interessi su Afghanistan, Persia, Mesopotamia, Transgiordania ed Arabia, che diventano, salvo i primi due, delle colonie vere e proprie. La Francia si prende invece il Levante, la Siria, parte dell'Anatolia e della Palestina. L'Italia ottiene un'altra parte di Anatolia. A Istambul rimane comunque in piedi il debole regime del Sultano, seppur ormai in mano ai nazionalisti dei Giovani Turchi che meditano vendetta.

Tuttavia le tensioni non si placano, con la Francia decisa a ricoprire il ruolo di grande potenza che aspira dall'ascesa di Napoleone III, e la Trappola di Tucidide si mette in moto. Quando D'Annunzio cerca di fare un'Impresa di Roma, si rischia un nuovo conflitto e l'Italia è costretta firmare un accordo, i Patti Lateranensi, riedizione della Convenzione di Settembre, in cui si impegna a non occupare Roma. Visto che le altre potenze sono deboli o incapaci di reagire, Londra si volge alla Prussia affinché bilanci le mire francesi. Vienna sente puzza di bruciato e si lega a Parigi, con Dollfuss e Laval uniti dal loro nazionalismo in salsa ultra cattolica. La Russia socialdemocratica fa intendere di essere per la pace, anche se una linea di pensiero guidata dal Sindaco di Pietroburgo e popolare leader dell'opposizione interna del Partito Socialdemocratico degli Operai e dei Contadini Russo Lev Trockij, che vorrebbe approfittare del conflitto per tirare l'ultima spallata in vecchi imperi europei. Il Giappone mira alla Cina, con qualche preoccupazione statunitense. Poi avviene.

Il 9 ottobre 1934 un terrorista macedone affiliato ai sovversivi slavi e agli ustascia croati uccide l'Imperatore Francesco Ferdinando a Marsiglia, mentre si sta incontrando col Ministro degli Esteri francese che perisce anch'egli, analogamente all'attentato che costò la vita ad Alessandro I di Jugoslavia nella nostra Storia. E come nella nostra Storia l'Italia verrà accusato di aver armato e protetto oltre confine gli assassini. Gli ultimatum inaccettabili partono da Vienna e da Parigi, con la prima che spera di dare un esempio ai Balcani e la seconda che vuole distruggere l'unica potenza (la Prussia non è ancora considerata tale) in Europa. Firenze risponde che "tireremo dritti!". Austria e Francia dichiarano guerra all'Italia. La Gran Bretagna è molto riluttante a scendere in guerra ma si rende conto di non poter lasciare il suo unico, grande alleato stritolato dalla morsa austro-francese e, dopo una serie di incidenti, dichiarata volta guerra. Prussia e Russia si mobilitano entrambi aspettando il momento giusto per fare qualcosa, qualunque cosa. Il Giappone ne approfitta per invadere la Cina. L'Italia finisce per cedere di colpo e chiedere l'armistizio, anche se un governo nazionalista rifiuta di ubbidire al Re e si rifugia all'estero. Londra prevale sul mare e nelle colonie, riarruolando per l'occasione la vecchia Turchia Ottomana (chissà se esisterà un Lawrence di Turchia) che può così recuperare un po' di Siria. Alla fine tra Berlino e Mosca è la Russia ad agire per prima, accusando l'Austria di aver distrutto la pace mondiale e di opprimere popoli aventi il diritto di autodeterminarsi: l'apporto russo fa sfasciare di schianto l'Austria, proprio mentre gli inglesi organizzano uno sbarco in Italia. La Prussia capisce che ormai è tutto o niente e attacca alle spalle l'Austria, per poi aprire il fronte renano con la Francia. Alla fine Parigi deve chiedere la pace: l'Italia diventa una Repubblica, fondata sul Repubblicanesimo Risorgimentale che compie anche il suo obiettivo anti-clericale annettendo finalmente Roma e poi anche Trento, Trieste e l'Istria; nasce la Jugoslavia, estesa alla Bulgaria e all'Albania ma probabilmente senza Croazia; la Russia riottiene molti territori persi a Brest-Litovsk; cade la monarchia francese, sostituita dalla Terza Repubblica; la Spagna diventa una repubblica federale; l'Austria è smembrata in diversi stati indipendenti; la Prussia assume la guida della Confederazione Germanica, centralizzandola pur senza annettersela ufficialmente.

Come la Grande Guerra Orientale aveva gettato i semi geopolitici della Prima Guerra Mondiale ora il primo conflitto planetario getta i semi per il secondo: scomparsa l'Austria e bastonata la Francia, la Prussia e la Russia iniziano a flettere i muscoli sotto lo sguardo preoccupato di Londra e di Roma, mentre in Oriente il Giappone aspira ormai a un ruolo da grande potenza, sotto l'analogamente inquieto sguardo degli Stati Uniti. Il Dopoguerra vede la Francia nel caos dopo la sconfitta, con rampanti punte di antisemitismo e nazionalismo spinto che chiede una vendetta, da cui il nome Revachismo. Il Maresciallo Petàin assume rapidamente il potere in questa repubblica presidenzialista. La Prussia spinge sempre di più per un nazionalismo spinto mitteleuropeo e, abbandonata la tradizionale politica anti-asiatica di Guglielmo II alla sua morte, inizia ad appoggiare segretamente il Giappone, nella speranza che funga da adeguato contrappeso alla Russia, paese che vede con crescente ostilità i tentativi prussiani di sostituire Vienna come arbitro conservatore d'Europa, almeno quanto gli USA vedono male i tentativi analoghi del Giappone in Estremo Oriente.

A fine Anni Quaranta la Grande Depressione flagella il sistema economico mondiale. In Francia un Petàin ormai incapace di intendere e di volere apre le porte a una restaurazione nazionalista e anglo-germanofoba, con un forte riarmo interno. La Prussia è quasi allo stesso livello in fatto di nazionalismo e autoritarismo. Ormai tutti intravedono la possibilità di un nuovo conflitto mondiale, di nuovo senza alleanza pienamente definiti ma solo superpotenze pronte a raggrupparsi in tatticismi su scala planetaria.

Ma non in Europa che scocca la scintilla, bensì in Estremo Oriente dove il Giappone, diciamo nel 1950, reagisce ai tentativi americani di arginare la sua espansione con una attacco a sorpresa alla flotta statunitense: visto che non si può supporre siano fortunati come il 7 dicembre 1941, l'intera flotta USA, portaerei comprese, è affondata. Il Giappone poi procede ad attaccare le colonie americane, italiane, inglesi ed olandesi. Il Terzo Impero francese coglie la palla al balzo per attaccare la Gran Bretagna e l'Italia. Nuovamente Russia e Prussia rimangono a guardare il susseguirsi degli eventi, dichiarando la loro non belligeranza. Stavolta è Berlino a rompere gli indugi per prima e, ben sapendo che la Francia rappresenta l'unica potenza occidentale che deve spezzare per poi poter confrontarsi sicuramente con Mosca, attacca Parigi e la sconfigge assieme ad inglesi, olandesi, italiani e spagnoli, durante una campagna che per la sua velocità stupisce il Mondo intero. Il Giappone nel frattempo, approfittando del dominio marittimo, impone il suo dominio sulle Indie Orientali, minaccia l'india, occupa le Hawaii e blocca l'Australia e la Nuova Zelanda. Il secondo anno gli USA lanciano un tentativo di riconquista delle Hawaii che però si conclude con un mezzo fallimento, così come il tentativo inglese di forzare il blocco attorno all'Australia. La Prussia è il primo paese a ottenere l'Atomica ma preferisce tenersela per sé e lasciare che gli altri paesi si scannino senza fine tra loro. Deciso a piegare la resistenza occidentale dopo una nuova serie di duri assalti navali e una massiccia controffensiva anglo-cinese in Birmania, il Giappone sfodera le sue Armi Biologiche, perfezionate e sperimentate in anni di orribili esperimenti sulla popolazione della Manciuria, attaccando l'Australia e la Costa Occidentale americana: la cosiddetta "Peste Gialla" miete centinaia di migliaia, forse milioni di vittime, e mette in ginocchio i paesi colpiti. L'uso delle armi di distruzione di massa spinge la Russia a scendere in campo a sua volta, sia come reazione a questi orrendi crimini di guerra sia per non sbilanciare troppo la situazione a favore di Tokyo, con già l'Europa in mani prussiane: il clima freddo e al scarsamente poppata Siberia riducono notevolmente l'efficacia delle armi batteriologiche nipponiche, permettendo all'Armata Russa di conquistare Mongolia, Manciuria e parte della Corea. Onde fermare la valanga slava, il Giappone ricorre all'Arma Atomica, sviluppata nel frattempo, fermando così le forze di Mosca a metà della penisola coreana. Poco dopo però anche la Russia ottiene a sua volta le armi nucleari e le usa contro le forze di Tokyo, se non su Tokyo stessa, oltre a minacciare di impiegare anche le armi batteriologiche che sono state catturate in Manciuria dai depositi del Kwangtung. Un armistizio viene firmato per porre fine alla Seconda Guerra Mondiale, proprio mentre Berlino fa detonare pubblicamente la atomica nel Baltico come segno d'avvertimento.

Il Giappone riesce a costituire la sua Sfera di Co-Prosperità Asiatica, annettendovi anche Australia e Nuova Zelanda, mentre deve accettare la divisione della Corea, tra una Repubblica di Corea al nord e un diretto dominio di Tokyo al sud, e della Cina, con l'interno e il nord in mano cinesi e le coste e il sud in mano di un governo fantoccio retto dalle baionette del Sol Levante. L'India, diventata indipendente, si avvicina molto alla SCPA pur senza aderirvi. Gli USA, piegati dalle epidemie e dal conflitto, si rituffano nel loro tradizionale isolazionismo. In Europa la Prussia forma un Patto Mitteleuropeo che unisce la Confederazione Germanica, il Benelux, la Francia sconfitta, la Polonia, i Paesi Baltici, l'Ungheria, la Croazia e la Romania. La Gran Bretagna, assieme a Portogallo, Italia, Grecia, Jugoslavia e Turchia Ottomana, formano un alleanza che prende il nome di Patto di Londra. Cecoslovacchia, Spagna e probabilmente l'Ucraina e paesi caucasici si allineano invece con la Russia. I paesi scandinavi si compattano in un'Unione Nordica. Ben presto il decolonialismo indebolisce sempre più la potenza leader del Patto di Londra, inducendola a cercare un maggior legame con la Russia per contrastare la crescente intesa prusso-giapponese. Inizia la Guerra Fredda tra i due schieramenti, i primi seri schieramenti ideologici dai tempi delle Guerre Napoleoniche.

Negli Anni Novanta una serie di gravi problemi economici portano al collasso l'Impero Nipponico, permettendo la riunificazione cinese e la fine della SCPA. La Prussia preferisce invece riformarsi lentamente, pur mantenendo una forte efficienza organizzativa e un forte controllo militare ed economico sui paesi alleati. Tutt'oggi la situazione perdura così.

Patto Mitteleuropeo:
Prussia (come Stati della Confederazione Germanica), Paesi Bassi, Fiandre, Francia, Ungheria, Croazia, Romania, Polonia, Lituania, Curlandia-Semigallia, Ducato Baltico Unito.

Intesa Euroasiatica:
Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda, Portogallo, Repubblica Federale Spagnola, Italia, Jugoslavia, Grecia, Impero Ottomano, Cecoslovacchia, Russia, Ucraina, Malta, Palestina, Egitto, Marocco, Algeria.

Cancellieri Prussiani della Confederazione Germanica:
Kurt von Schleicher (Militare) 1937-1944
Fedor von Bock (Militare) 1944-1949
Wilhelm Keitel (Militare) 1949-1955
Franz von Papen (Zentrum) 1955-1959
Hans -Christoph Seebohm (Partito Popolare Nazionale Tedesco) 1959-1967
Heinrich Hellwege (PPNT) 1967
Hans Frahm (Partito SocialDemocratico) 1967-1974
Helmut Schmidt (PSD) 1974-1975
Hans-Joachim von Merkatz (PPNT) 1975-1982
Adolf von Thadden (PPNT) 1982-1996
Wolfang Schäuble (PPNT) 1996-1999
Gerhard Schröder (PSD) 1999-2007
Roland Koch (PPNT) 2007-2011
Frank-Walter Steinmeier (PSD) 2011-2015
Friedrich Merz (PPNT) 2015-...

Primi Ministri del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda:
Henry Asquith (Partito Liberale) 1908-1923
Stanley Baldwin (Partito Conservatore) 1923-1927
Ramsay McDonald (Partito Laburista) 1927-1934
Arthur Henderson (Lab) 1934-1935
Arthur Greenwood (Lab) 1935-1939
Neville Chamberlain (Cons) 1939-1940
Lord Halifax (Cons) 1940-1943
Herbert Morrison (Lab) 1943-1955
Ralph Butler (Cons) 1955-1967
James Callaghan (Lab) 1967-1979
Edward Heath (Cons) 1979-1983
Roy Jenkins (Liberal-Social Democratic Alliance) 1983-1988
Michael Steele (Lib-Dem) 1988-1998
Anthony Blair (Lab) 1998-2006
Gordon Brown (Lab) 2006-2008
David Cameron (Cons) 2008-2017
Jeremy Corbyn (Lab) 2017-...

Presidenti degli Stati Uniti d'America:
27 William Howard Taft (R-Ohio) 1909-1913
28 Woodrow Wilson (D-New Jersey) 1913-1917
29 Charles Evans Hughes (R-New York) 1917-1925
30 Samuel Ralston (D-Indiana) 1925
31 Albert Ritchie (D-Maryland) 1925-1929
32 Charles Curtis (R-Kansas) 1929-1933
33 John Nance Garner (D-Texas) 1933-1941
34 Herbert Hoover (R-iowa) 1941-1949
35 Alben Barkley (D-Kentucky) 1949-1954
36 Adlai Stevenson (D-Illinois) 1954-1957
37 Joseph McCarthy (R-Wisconsin) 1957
38 Richard Nixon (R-California) 1957-1965
39 Hubert Humphrey (D-Minnesota) 1965-1973
40 Joseph Patrick Kennedy Jr (D-Massachusetts) 1973-1975
41 John Connelly (D-Texas) 1975
Acting Edmund Muskie (D-Maine) 1975-1977
42 Ronald Reagan (R-California) 1977-1981
43 Edmund Muskie (D-Maine) 1981-1989
44 Bob Dole (R-Kansas) 1989-1997
45 Jack Kemp (R-New York) 1997-2005
46 Richard Gephardt (D-Missouri) 2005-2009
47 Jeb Bush (R-Texas) 2009-2017
48 Joseph Biden (R-Delawere) 2017-2021
49 Bernard Sanders (D-Vermont) 2021-...

Presidenti della Repubblica Socialista Federale Russa:
Provvisorio Aleksander Guchkov (Unione del 17 Ottobre) 1911
Provvisorio Viktor Chernov (Partito Socialista Rivoluzionario) 1911-1914
1 Viktor Chernov (PSR) 1914-1934
2 Nikolai Avksentiev (PSR) 1934-1943
3 Lev Trockij (Partito Socialdemocratico Operaio Russo) 1943-1958
4 Nikita Chruscev (PSDOR) 1958-1971
5 Nikolai Podgorny (PSDOR) 1971-1976
6 Vladimir Nabokov (Partito Costituzionale Democratico) 1976-1977
7 Aliza Rozenbaum (PCD) 1977-1982
8 Aleksandr Solzhenitsyn (PCD) 1982-1987
9 Mikhail Gorbaciov (PSR) 1987-2002
10 Yuri Luzhkov (PCD) 2002-2012
11 Mikhail Ignatieff (PSR) 2012-....

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