Le Dodici Tribù di Israele oggi
di MorteBianca
Il Regno di Adiabene – La Repubblica di Saba – La Federazione Africana Orientale (EAC) – La Celeste Repubblica Taiping – L'Oblast di Neftali – L'Unione dei Comuni Socialisti Sovrani di Königsberg – La tribù Lemba – L'Unione Africana Occidentale – La Repubblica Cinese di Taiwan – I Leviti in America – La tribù dei Macaseru – La regione autonoma di Sicilia – Lo Stato di Israele
In una precedente ucronia avevo proposto che le Dodici Tribù d'Israele (sopravvissute) avessero compiuto esodo insieme in Francia e in Inghilterra, e poi da lì nel Regno Unito, dove formeranno le colonie che poi diventeranno indipendenti, ed insomma gli Stati Uniti diventano una federazione di stampo fortemente israeliano.
In questa timeline invece si propone qualcosa di ancora più radicale: Ogni Tribù sopravvive, ogni tribù avrà un suo stato, ogni stato corrisponderà ad una effettiva proposta sionista, e tutti questi stati si riuniranno in una federazione.
Il POD rispetto alla precedente ucronia è al momento della Diaspora.
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1. Il Regno di Adiabene
Come dicevo, in conseguenza
della Diaspora le tribù iniziano a spargersi in giro per il mondo. Una delle
tribù, quella di Beniamino, si stabilisce nell'Assiria.
Qui esisteva un Regno noto come Adiabene, in cui moltissimi ebrei (anche da
altre tribù) si rifugiano considerata la vicinanza con la Palestina, in quello
che viene chiamato il Secondo Esilio Babilonese. Il Regno di Adiabene, dopo un
iniziale scetticismo, vede con favore il flusso di intellettuali e capitali e
soprattutto l'expertise degli ebrei, disposti a pagare forti somme per farsi
difendere. Ben presto numerosi ebrei vengono accolti nella classe dirigente
cittadina e fanno da precettori a numerosi nobili, tra cui Elena di Adiabene,
che dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme si converte e converte con lei tutto il
regno alla religione Ebraica. Gli ebrei, ritrovatisi come religione ufficiale
per la prima volta, proclamano sin da subito la tolleranza per tutte le
religioni e per tutte le visioni politiche, la cosiddetta "Via beniaminica".
Il Regno di Adiabene per questo è oggi popolato sia da persone geneticamente
ebree (del ceppo Assiro), sia da discendenti di convertiti. Adiabene sarà poi
conquistato dai Parti e quindi dai Sasanidi, subendo una conquista atroce e
pesante. Gli ebrei si ribelleranno con l'avvento del Califfato, ed in cambio
della tassa dedicata ai "Popoli del Libro" si libereranno degli sgraditi
padroni. Il dominio Ottomano sarà il punto di di rottura però. Infatti la
storica regione di Adiabene era poplata da Curdi, Armeni ed Ebrei. Queste tre
minoranze subirono continui stermini, deportazioni e violenze che li spinsero a
desiderare vendetta.
Gli inglesi durante il primo conflitto mondiale si misero in contatto con la
resistenza ebraica, promettendo loro una nazione indipendente. Gli
ebrei-curdi-armeni accettarono e combatterono, ma non era destino che
ottenessero l'indipendenza. Infatti l'intera regione venne spartita tra Siria ed
Iraq. L'Humus culturale ebraico comune fu quello che spinse il progetto
Baathista ad unire le due regioni in una federazione che ebbe vita brevissima,
per poi ritornare alla divisione. Con il governo Iracheno le persecuzioni si
fecero ancora più dure. Alla fine l'Iraq venne invaso, Saddam venne deposto e
ancora una volta agli ebrei-curdi venne promessa l'indipendenza. E ancora una
volta accettarono. Ma gli americani si rimangiarono la parola, dicendo che
"C'erano altre priorità".
Con l'avvento dell'ISIS però la situazione degenerò del tutto, e la guerra
civile in Siria favorì il caos. In questo clima terrificante, la Siria era
divisa in quattro fazioni: L'ISIS, la dittatura di Assad (Filo-Russa), il regime
islamista moderato di Free Syrya (filo-USA), ed in fine la Confederazione
Curdo-Ebraica, basata su principi del Socialismo Democratico e
dell'Eco-Femminismo, ispirata dagli insegnamenti di Moses Frederich Sanghell. I
curdo-ebrei lottarono con valore contro la dominazione Siriana prima e contro l'ISIS
dopo, tanto da ricevere anche il finanziamento americano per un breve periodo.
Tuttavia la Turchia aveva altri piani. Venuta meno la minaccia ISIS, e temendo
che gli ebreo-curdi potessero ispirare la minoranza turca a ribellarsi, Erdogan
invade (di comune accordo con l'ormai vincente Assad) la Confederazione. La
situazione è molto tesa, e si arriva al climax quando la Svezia e la Finlandia
chiedono di entrare nella NATO. Le due da tempo denunciano la persecuzione Turca
come illegittima, e ora la Turchia mette il veto: o acconsentiranno (strilla
Erdogan paonazzo) o non entreranno mai nella NATO.
Per l'ennesima volta gli ebreo-curdi stanno per essere abbandonati a sé stessi,
fino a quando a sorpresa i politici Svedesi e Finlandesi stessi ritirano la loro
proposta. "La NATO sarà democratica e rispettosa dei diritti, o non sarà una
alleanza a cui vogliamo accedere. Affronteremo il rischio russo da soli. Non
saremo soggetti ad alcun trattamento minaccioso".
Gli Stati Uniti tuonano pesantemente contro Erdogan per aver fatto perdere due
preziosi e potenziali alleati. Il mondo intero polemizza contro Erdogan, il
quale è in seria difficoltà perché la resistenza Curda gli sta dando filo da
torcere. Alla fine Erdogan viene deposto da un team di suoi fedelissimi durante
un viaggio diplomatico in Cina, la Turchia restaura la democrazia e viene
concesso un Referendum per i Curdi turchi, con cui subito questi si uniscono
alla Confederazione. Anche in Iraq si terà pochi anni dopo un referendum
analogo. E così, a sorpresa, per una volta nella storia c'è un leito fine:
Adiabene, la Repubblica di Beniamino (con capitale Kobane) è uno dei paesi più
socialdemocratici del mondo, ed è uno degli stati ebraici.
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2. La Repubblica di Saba
La Repubblica di Saba ha il
privilegio di essere quella che ha un legame con l'Ebraismo più antico della
stessa Israele, caso unico nel mondo. Le origini dei Sabei infatti
mitologicamente risalgono allo stesso Abramo, e dalla sua concubina Keturah, la
quale produsse tra gli altri Jokshan.
Jokshan ebbe come figlio Sheba. Questo rende i Sabei lontani parenti degli
ebrei.
I Sabei erano una tribà politeista, stanziata nella regione dell'odierno Yemen.
Qui svilupparono un regno matriarcale di donne-guerriere molto fiere della
propria indipendenza, che secondo alcuni hanno fatto da ispirazione per le
famose Amazzoni greche. Nella Bibbia si lega una seconda volta con Israele
grazie alla Regina di Saba che venne ad incontrare Salomone. Questa unione fu
biblica (letteralmente e metaforicamente), e produsse un erede: Menelik.
Il regno di Seba divenne estremamente ricco grazie a questa alleanza, ci furono
commerci ed immigrazioni/emigrazioni reciproche tra Israele e Seba, e tale regno
arrivò a commerciare e stabilire colonie in tutto il corno arabo e persino nel
Corno d'Africa, dove la Regina creò un regno per lo stesso figlio Menelik, che
farà da base per la futura Etiopia.
L'Etiopia è storicamente confermato che fu a lungo vassalla e tributaria di Seba,
ma divenne indipendente quando Seba attraversò il suo lento declino.
Il regno matriarcale rimase tale (e molto instabile) durante l'epopea Romana, e
con la Diaspora la tribà di Simeone andò a Sud, appunto dirigendosi verso la
Penisola Araba. Questo è il terzo punto di contatto genetico confermato tra le
due popolazioni. Una erronea tradizione filologica araba fa risalire a questo
momento il nome della regione.
Simeon sarebbe diventato Sebeon, e quindi il suo popolo sarebbe diventato i
Sebei, poi Sabei. Ma da tradizione sia Ebraica sia Romana sappiamo che i Sabei
avevano questo nome molto prima della Diaspora, e che dunque se c'è una
somiglianza fonetica si tratta di una coincidenza.
Oppure si tratta di una fusione dovuta ad altri fattori: secondo alcuni Simeone,
in quanto il più meridionale tra i popoli, è stato quello che ha favorito i
legami commerciali con le popolazioni arabe e ne ha probabilmente fornito le
basi legali e militari per costituirsi in un vero e proprio regno. Tale legame
ancestrale potrebbe spiegare la somiglianza nella nomenclatura.
Sia come sia, Seba divenne il rifugio della tribù di Simeone. I
guerrieri-pastori nomadi di Simeone sposarono le guerriere stanziali Sebane, e
il regno divenne noto come Himyar. Secondo alcuni questa transizione non fu così
pacifica (bensì i due regni sarebbero stati inizialmente distinti e l'Himyar
avrebbe conquistato Seba nel suo massimo declino, ci sono alcuni reperti che
suggeriscono l'esistenza di un tributo annuale da Seba all'Himyr).
L'Himyar divenne un ricchissimo regno, che assunse come religione ufficiale
quella ebraica e che cercò di resistere ai tentativi di influenza Bizantina. La
storia però era piena di sorprese, e sa essere piuttosto ironica: Il regno di
Aksum (la futura Etiopia), altro Regno di stirpe ebraica, ex colonia di Seba,
finì per assoggettare lo Himyar. La colonizzatrice divenne colonizzata. Questo è
alle origini della storica antipatia tra le due tribù israeliane. Dopo la
conquista Sasanide questa zona fu fondamentale per l'espansione Araba. Infatti
nel Corano si menzionano come "Popoli del Libro" tre culti: Quello Ebraico,
quello Cristiano ed i Sabei. A costoro sono concessi privilegi economici e
politici non concessi ai pagani.
Le origini di questo antico privilegio confermano che la popolazione araba era
consapevole sia della comune ascendenza (Ismaele è fratellastro di Jokshan), sia
della discendenza ebraica dei Sabei.
Secondo numerosi storici la classe dirigente Sabea potrebbe aver favorito
l'ascesa di Maometto (che ha storicamente studiato a Saba), vedendolo
inizialmente come un potenziale alleato per rendere monoteisti i vicini pagani.
Maometto nella sua conquista trattò in maniera clemente la regione, motivo per
cui Simeone è oggi spesso considerata traditrice dagli elementi più conservatori
delle altre tribù, avendo collaborato con gli occupanti arabi per tutto il
tempo. I Sabei furono parte dell'elite del Califfato, usando le loro conoscenze
per dargli nuova linfa nell'amministrazione e nel conquistare territori
vastissimi.
Questa zona fu sempre un centro nevralgico di commerci e cultura, nonché di
pirateria. La tradizione navale Sabea è sempre motivo di orgoglio e fu vista di
buon occhio dagli Inglesi, che iniziarono a finanziare con vere e proprie
patenti di Corsa i pirati (ora definiti corsari) dello Yemen allo scopo di
tormentare i suoi rivali (Francesi, Ottomani, Olandesi eccetera). I principali
pirati ebrei di questo periodo, con il sostegno britannico, formarono anche una
breve repubblica marinara (non dissimile in termini di ricchezza, commerci e
colonie da una Venezia), una Repubblica in cui (caso unico nel mondo antico)
anche le Donne potevano sedere nel consiglio oligarchico al comando. Una di
queste donne veniva chiamata appunto "La Regina pirata di Saba". Lo Yemen viveva
molto male la dominazione ottomana, e fu da qui che Lawrence d'Arabia partì per
perorare la sua causa a tutte le popolazioni arabe, promettendo una nazione
Panaraba e un regno giudaico indipendente nello Yemen. Inutile dire che le due
promesse erano contraddittorie tra loro, ma agli inglesi questo dettaglio non
interessava.
Gli ebrei Yemeniti lottarono contro il dominio ottomano ed ottennero finalmente
l'agognata indipendenza, venendo però divisa dopo la Seconda Guerra Mondialein
due: Yemen del Nord (capitalista, filo-coloniale) e Yemen del Sud.
Il primo divenne una federazione di monarchie islamiste con caratteristiche
capitaliste, nota come Califfati Arabi Uniti (volgarmente chiamato Yemen del
Nord, lo Yemen e basta). Gli Yemeniti tirarono le fila della politica araba
nella penisola a lungo cercando di favorire monarchie costituzionali moderate e
liberali. Ma i Sauditi presero il potere, impostando la loro predicazione su un
fondamentalismo Wahabita, la totale mancanza di Califfi (visti come figure
"alternative" che toglievano spazio ad Allah nella venerazione) e soprattutto
uno sfrenato odio verso lo Yemen.Ancora una volta le sorti del mondo si sono
invertite quando i Sauditi, giunti ormai all'apice del potere, influenzarono la
politica dello Yemen (c'è tutto in contenzioso tra la nomenclatura Araba "Yemen"
e quella ebraica "Seba"), favorendo l'erede maschio più giovane (considerato più
tradizionalista). Questo colpo di stato fu assistito dalla CIA, in quanto si era
scoperta da poca la presenza di petrolio, e la nuova monarchia assoluta vide
l'ascesa di un ceto di ricchi Iman e Petrolieri che vendevano agli americani
l'oro nero ottenendo in cambio cifre ridicole di denaro che spendevano per
sviluppare sfarzosi palazzi e una vera e propria città modernista e ad alta
tecnologia. Lo Yemen del Nord divenne il massimo esempio di opulenza e sfarzo
capitalistici in un paese apertamente post-schiavista ed assolutista. Gli ebrei
borghesi di questo stato vennero considerati opportunisti e traditori dagli
altri.
Lo Yemen del Sud (O Seba) invece divenne una repubblica socialista apertamente
Panarabista sostenuta da Nasser.
La storia dello Yemen non cessa di regalare perle di ironia: da un lato una
monarchia islamica a trazione ebraica, filo-Saudita e come tale favorevole ad
Israele, dall'altro una alleata di Nasser e dell'Unione Sovietica in funzione
anti-saudita, e per questo nemica di Israele. Seba cercò addirittura di
partecipare al progetto federale arabo di Nasser, ma senza successo. Con la fine
del Nasserismo rimase politicamente isolato, pressato com'era tra una fazione
sunnita (filo-Saudita) e una fazione ebraica, che trovò sostegno nel vicino
Iran. Lo Yemen divenne teatro della mini-guerra fredda tra Sunniti e Sciiti. La
Guerra fredda minacciò più volte di diventare calda, ma i due paesi auspicavano
la riunificazione più che mai.
Con il crollo del Muro e la riunificazione i due paesi misero da parte le
divergenze e si accordarono per la nascita di un solo paese, una federazione
nota come Yemen e Seba. La Repubblica si è avviata lentamente ad una
unificazione economica che ha avuto dell'incredibile, unendo il meglio dei due
mondi: da un lato, la zona "Sud" ha avviato importanti riforme sulla libertà di
pensiero, parola, stampa e associazione, e ha parzialmente privatizzato la
propria economia seguendo il modello cinese. Dall'altro il Nord ha introdotto
finalmente una costituzione laica, diritti per le donne (compreso il voto e la
possibilità di essere elette), ha ingrandito il suo settore pubblico.
Questa formula ibrida stava funzionando e lo Yemen poteva godere degli
investimenti americani sul petrolio mentre reinvestiva il denaro nello stato
sociale. Lo Yemen divenne uno dei paesi più ricchi della penisola araba,
considerato "La versione di sinistra di Israele", il cui primo ministro
strillava.
E ai Sauditi questo non piacque. Speravano di aver perso un nemico, e invece
avevano perso un vassallo. E così proclamarono la necessità (supportati
dall'allora presidente americano) di esportare un po' di democrazia, invadendo
lo Yemen. Quella che seguiì fu una delle guerre civili più atroci, disumane e
disastrose della storia. La Guerra Civile Saudita, non quella Yemenita. Lo Yemen
infatti rispose benissimo all'invasione, e compattato dalla minaccia saudita
sbaragliò tutte le ondate di soldati sauditi. Il Re saudita (strillante e
paonazzo) tuonò chiedendo altri miliardi agli americani, i quali puntualmente
acconsentirono. Storica la foto del presidente americano che lucida la macchina
del Re.
Ma gli Yemeniti, considerati dai media occidentali "Stato canaglia", si difesero
ed anzi contrattaccarono, arrivando a penetrare il deserto Saudita. Gran parte
del mondo a questo punto iniziò a voltare le spalle ai Sauditi. Da principio
Cina, Russia e compagnia tolsero il riconoscimento al regime Saud, proclamando
"Non possiamo più riconoscere un regime illiberale come questo". Poi fu la volta
degli altri paesi non allineati. In un memorandum l'Unione Europea proclamò
"L'Arabia Saudita ha due mesi per fare le riforme che le chiediamo, altrimenti
saremo obbligati a ritirare il nostro supporto", intanto l'Europa investe nel
Solare per rendersi indipendente dal petroldollaro. Ormai restano solo gli
americani, e in America nasce un vero dibattito su questo scomodo alleato, che
li rende barzelletta del pianeta intero. Mentre i Sauditi continuano a perdere,
e mentre gli americani fanno la fame perché non ci sono abbastanza soldi dovendo
pagare i bombardieri sauditi usati per compiere crimini contro l'umanità, sempre
più politici democratici proclamano la necessità di tagliare il legame con Saud.
I Repubblicani strillanorono (istericamente) che senza tale alleato il mondo
sarebbe caduto nelle mani dell'Iran e quindi della Russia in un neo-bolscevismo
nazicomunista. Ma ormai la questione era tardiva. Gli americani come sempre
arrivarono tardi a fare la scelta giusta, e il mondo fece la scelta per loro
quando le truppe Yemenite arrivarono ad occupare un terzo del territorio
Saudita, grazie a Foreign Fighters come Thomas Matzon.
Nello scontro finale i Sauditi si giocarono il tutto per tutto, ammassando tutte
le loro truppe ben addestrate dalla CIA, con ben tre legioni turche a supporto.
Gli Yemeniti si preparavano per la battaglia più dura tra tutte, ma dall'alto
delle montagne videro arrivare un misterioso ed inaspettato alleato, che mai si
sarebbero aspettati.
Israele si era unita alla battaglia, e per una volta contro i Sauditi.
"Simeone è da solo" disse il generalissimo Moses Goren, capo di stato maggiore
dell'Esercito di Difesa Israeliano.
"Non da solo", rispose il viceministro degli Esteri italiano, con il supporto
Europeo per la missione di "Peacekeeping" Israelo-Yemenita.
I Sauditi vennero deposti poco dopo. L'Arabia Saudita venne spartita in una
serie di repubbliche e monarchie cerimoniali. Lo Yemen, più grande che mai,
divenne il gioiello dell'Oceano Indiano e l'alleanza Israelo-Yemenita era più
solida che mai.
Al tempo stesso, questo è considerato anche il momento in cui l'Impero Americano
è ufficialmente terminato, ed è iniziata l'ascesa di quello Europeo. Infatti gli
Americani fino all'ultimo mantennero i legami con i Sauditi, accogliendoli in
Esilio e rifiutandosi di Estradarli (il tutto mentre condannavano a Morte, a
Guantanamo, un whistleblower).
Gli Stati Uniti si scuseranno solo tre decenni dopo.
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3. La Federazione Africana Orientale (EAC)
Il terzo stato Israeliano è
l'EAC, le cui origini ed i cui legami con il popolo israeliano sono
antichissimi. Risalgono infatti sin dalle origini degli stessi ebrei. I popoli
del Mare (che comprendevano i Pheleset, ossia gli abitanti della Palestina, i
Filistei o Palestinesi, la cui distinzione da un punto di vista genetico con gli
ebrei è praticamente nulla) invasero secondo la tradizione egiziana tutto il
Regno (gli storici oggi ritengono si trattasse in realtà di una graduale
integrazione, un mix di invasioni, colonizzazioni, alleanze, matrimoni e
migrazioni). Gli Hyksos si imposero creando una vera dinastia in Egitto (questa
corrisponderebbe alla reggenza di Giuseppe in ambito biblico, e alla monarchia
monoteista di Akhenaten in ambito egizio), e poi gli ebrei vennero cacciati.
Il collegamento con l'Etiopia nasce proprio dal primo Matrimonio di Mosé con una
donna Kush prima di Zippora, ossia Thabris. La lotta di Mosé contro il Faraone
non riguardava solo gli ebrei, ma tutti gli schiavi in generale (ossia la
maggioranza del popolo in Egitto, che non erano egiziani di stirpe ma varie
tribù assoggettare nel corso dei secoli), tra cui gli stessi Kush. I Kush erano
infatti stati alleati storici degli Hyksos nella spartizione d'Egitto e poi
erano stati spesso conquistati o schiavizzati. Sarebbe da questo punto che
inizia la fratellanza tra i due popoli.
La cosa prosegue poi con la Regina di Seba, che come abbiamo visto divenne
concubina di Salomone ed ebbe da lui un erede, Menelik, che sarà mandato a
colonizzare l'Etiopia. Qui inizia il regno di Axum, un regno vassallo di Seba di
stipre ebraica. Quando Menelik verrà incaricato di partire per Axum prima andrà
a fare visita al padre, e prenderà l'Arca dell'Alleanza, che per tradizione si
trova ancora oggi in Etiopia nella Cattedrale di Axum, dove nessuno può entrare.
Il Regno di Axum conquisterà le tribù Kush rafforzando ancor di più la presenza
di queste popolazioni e la loro vicinanza.
Questa conquista coincide però con il declino di Seba, e l'ascesa di Axum come
nazione indipendente, che si lascia contaminare dai politeismi delle nazioni
vicine e delle nazioni assoggettate.
Con la grande perdita delle tribù, qui si stanziò la tribù di Dan, da cui
discendono i "Beta Israel" o "Ebrei di colore".
Questa popolazione di ebrei venne rinvigorita a seguito dell'espansione romana.
Esistevano infatti comunità ebraiche in Egitto, che supportarono l'ascesa e il
governo illuminato di Cleopatra. Questa classe di ebrei era ostile prima a
Cesare e poi ad Augusto. Con la fine di Cleopatra questi vennero duramente
perseguitati, e si rifugiarono in Axum.
Il Regno di Axum sebbene di origini ebraiche aveva da tempo abbandonato questo
culto ufficiale. Giunsero a governare due fratelli: Abrea e Azbea. Questi furono
istruiti da uno schiavo, Frumenzio, venuto come missionario cristiano. Frumenzio
istruì Abrea alla fede ed infine Abrea si convertì con tutto il suo regno e suo
fratello, cambiando nome di battesimo in Ezana. Ezana proclamò inoltre la
necessità di conquistare il regno nello Yemen che li aveva fondati (e che ora
perseguitava i cristiani), e mandò suo fratello a capo di tutte le truppe per la
conquista. Il fratello venne proclamato Vicerè, e fino a pochi anni fa i Re di
Etiopia si proclamavano "Re di Axum, Kush e Seba". Essendo Re di tre nazioni
Ezana si proclama Imperatore, anticipando i Russi di secoli sull'idea di "Terza
Roma". La sua fede era però Miafisita (credeva che Gesù avesse una sola natura).
Da qui l'origine del mito del regno di Prete Gianni in Africa.
L'Etiopia rimase un regno cristiano isolato dal mondo (a causa dell'espansione
musulmana), e seguì l'Oriente nello scisma Ortodosso, fondando una propria
Chiesa autocefala indipendente dalla stessa Bisanzio. Axum si espanse e rimase
una grande monarchia a lungo, approfittando della caduta degli Ottomani per
arrotondare i propri confini. E' a questo punto che siamo giunti all'ottocento,
gli Europei si stanno spartendo l'Africa e gli Etiopi sono, comprensibilmente,
nervosi.
Sotto consiglio del suo consigliere ebreo, Menelik II avvia una serie di riforme
importanti: assume consiglieri militari russi (approfittando della storica
fratellanza ortodossa), apprende dai Gesuiti come usare la polvere da sparo,
avvia investimenti in infrastrutture fondamentali quali Ferrovie e Porti che poi
rivende alla nascente borghesia (ebraica), attira gli investimenti degli
occidentali, centralizza il governo, crea una capitale permanente. Ma
soprattutto Menelik gioca alle tre carte con le potenze occidentali, chiamandole
in aiuto ogni volta che una di loro prova ad invadere e facendo in modo da
rimanere sempre il perno di una delicata bilancia.
Quando gli Italiani provarono ad invadere l'Etiopia, fu un vero massacro. Per
gli Italiani. Gli Etiopi li respinsero ed anzi contrattaccarono inglobando la
Somalia ma non l'Eritrea. Questa fu una sconfitta umiliante, che causò desidione
verso gli italiani (per essersi fatti battere da "dei semplici Africani"). Gli
Italiani rammenteranno molto bene questa umiliazione militare. Intanto sotto
Menelik la Chiesa Ortodossa Copta Etiope venne riformata nell'attuale religione
più diffusa in Etiopia, ossia i Rastafari. Questi si considerano discendenti
dagli Ebrei (per via di Menelik I), ritengono che l'Etiopia sia la Terra
promessa, sostengono che gli Africani siano una popolazione superiore destinata
a ribellarsi ed anzi contrattaccare contro i Bianchi. Arriva però la Seconda
Guerra Mondiale, in cui l'Italia aiutata dal Terzo Reich invade l'Etiopia. Gli
Etiopi iniziano una lunga guerriglia che rende la cosa estremamente costosa e
sconveniente per gli Italiani. Ma questi ultimi compiono atrocità terrificanti.
Richiamandosi alle origini ebraiche della monarchia gli Italiani iniziano ad
applicare la loro "Soluzione Finale", gassando gli Etiopi sospettati di essere
ebrei (ossia tutti). Questo secondo olocausto in Africa ebbe conseguenze
umanitarie disastrose ed è uno dei motivi per cui la Repubblica Italiana come la
Germania ha bandito ogni partito di ispirazione fascista anche minima.
L'Etiopia venne liberata e ricompensata con tutte le ex colonie italiane nel
Corno d'Africa, diventando una potenza regionale. L'Etiopia subì grandi
investimenti Americani, ma l'ideologia Rastafari la spinse ad investire nei
movimenti indipendentisti di tutta l'Africa. In particolare tutto questo avvenne
grazie al primo ministro El Haji Malik El Shabazz, di stirpe americana. Meglio
noto come Malcom X, che coltivò una serie di alleanze tra vari politici
Africani. E' in particolare uno di questi sostenitori del Rastafari che sarà
fondamentale. Un giovane Nasser. Studente in Etiopia di origini Egiziane, Nasser
andrà in Egitto e ribalterà la monarchia egiziana, portando l'Egitto a diventare
un solido alleato dell'Etiopia in ottica anti-occidentale, attirando le simpatie
dell'Unione Sovietica. Altre rivoluzoni simili avverranno nei paesi circostanti:
Libia (Gheddafi), Tunisia, Siria ed Iraq. Si arrivò addirittura a teorizzare una
sola grande federazione araba ed una Unione Africana modellata su quella
Europea. Tuttavia con la morte di Malcom X per assassinio la federazione non
andò da nessuna parte, i vari leader litigavano quando si arrivava alla domanda
cruciale (Chi comanda). Uno dopo l'altro questi leader vennero deposti e
l'Etiopia si ritrovò di nuovo isolata diplomaticamente, e fu per questo
obbligata a ritornare in riga ed accettare l'aiuto americano.
L'eredità di Malxom però non andò perduta: l'Etiopia non smise di ispirare
movimenti di liberazione del popolo africano e afroamericano (I Black Panthers
stessi proclamavano l'Etiopia la terra Promessa, lo stesso Nelson Mandela si
richiamava "Alla scuola di Marx, di Gandhi e quella di Menelik"), l'Unione
Africana è diventata pari in centralizzazione all'Unione Europea, e soprattutto
è nata di recente l'EAC (la Federazione Africana Orientale), che ha l'Etiopia
come proprio motore centrale. Anche l'EAC è entrata nella Federazione delle
Dodici Tribù d'Israele nonostante la storica rivalità geopolitica con lo Yemen.
L'EAC è l'unico stato membro della Federazione in cui gli ebrei sono la
minoranza della popolazione insieme al Madagascar, tuttavia tutti sono concordi
che tale popolazione sia stata determinante per i maggiori eventi che hanno
portato allo sviluppo di questo paese e della lotta contro il colonialismo. Lo
stesso Nelson Mandela affermò "La lotta contro il colonialismo è anzitutto lotta
contro l'Antisemitismo".
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4. La Celeste Repubblica Taiping
La Celeste Repubblica Taiping
è ancora oggi considerata la più cosmopolita e plurireligiosa al mondo, e i
motivi sono antichissimi. La regione geografica del Kashmir è stata un punto
centrale nella nascita della cultura induista (addirittura alcuni archeologi
sostennero la tesi secondo cui la civiltà Indoeuropea sarebbe nata qui). In
seguito questo fu il punto nevralgico di diffusione anche del Buddhismo. Questa
regione ha sempre praticato la convivenza tra le due religioni e tale tradizione
non ha smesso di venire rispettata anche con l'Esilio Babilonese, e la fuga
delle tribù d'Israele. Una di queste, la tribù di Manasse, andò fino al Nord
dell'India e qui si stabilì. Da loro discende appunto la popolazione dei Bnei
Manashe (che conserva la radice del nome). I Manashe ibridarono le loro credenze
con quelle locali, affermando che il Buddha era un profeta.
Con l'arrivo dei Macedoni l'arricchimento culturale proseguì. Alessandro Magno
rimase affascinato dalla cultura induista e buddhista, rispettò i culti ivi
presenti ed anzi portò maestri greci ed ebrei per favorire la cultura di scambio
ellenistico. E' qui che diversi ebrei provenienti da Gerusalemme possono
testimoniare la presenza ai loro fratelli della tribù perduta. Secondo la
tradizione il giorno di questa scoperta cade il 10 Aprile, che è giorno di
giubileo per gli ebrei Manashe ed è vacanza in Israele, noto come il Lieto
Ritrovamento. Alessandro si affezionerà al popolo ebraico, forse anche per via
del minuscolo dettaglio che aveva preso in moglie un'ebrea (Rossane). Tuttavia,
Alessandro non riuscirà mai a conquistare l'intera India, venendo favorito solo
fin dove vi era presenza di ebrei. Con la sua morte l'India alessandrina divenne
indipendente, formando un impero di etnia Indiana ma dalla classe dirigente
greco-macedone-ebraica. Fu qui che Rossane venne a vivere con il figlio, invece
di dare ascolto ai consiglieri e Diadochi. Visse dunque in libertà come reggente
del figlio, il quale venne cresciuto dai dotti ebrei e divenne un grande
generale. Alessandro VI diede via ad una dinastia ricca e che proseguirà a
lungo. Il Regno Greco-Indiano proseguì nelle generazioni. E' qui che San
Tommaso, apostolo scettico, venne a predicare e finì il suo lungo viaggio, dando
origine ad una prima comunità proto-cristiana che venne ben accolta nel Regno.
Come crocevia commerciale tra Cina ed Europa divenne estremamente ricco, con una
fitta rete di strade ed una amministrazione efficace.
Quando i Mongoli arrivarono, il Regno Indo-Greco fu l'unico a resistere,
riuscendo anche ad unificare le varie tribù dell'India Meridionale in una lega
comune per resistere all'invasione. Purtroppo questa solidarietà nazionalista
non si verificherà una seconda volta, ma prima è necessario parlare di come le
armate mongole (che non entrarono dalla porta) riuscirono ad entrare dalla
finestra secoli dopo, tramite l'Influenza di Tamerlano i cui discendenti
fondarono la dinastia Moghul.
Una famiglia nobiliare che infiltratasi tra i ranghi del regno ne prese
gradualmente il potere. Con l'avvento del colonialismo europeo gli Inglesi, i
Portoghesi e i Francesi iniziarono la loro penetrazione economica, corrompendo e
dividendo i vari signorotti indiani uno contro l'altro. Il Regno Indo-Greco
cercò inutilmente di unire gli indiani contro il nemico comune, ma non solo
fallì nell'intento, esso stesso da tempo in lungo declino e divisione si avviò
alla divisione. I Francesi iniziarono a conquistare l'India Sud-Orientale, e la
classe dirigente intuì che erano meglio come dominatori gli inglesi, che presero
dunque la parte Nord-Occidentale.
Qui avviene una seconda fase di migrazione di ebrei in India, favoriti
dall'Impero Britannico. Sono noti come Ebrei Paradesi. I Paradesi erano vicini
ai colonizzatori (tendenzialmente), i Manashe invece erano indipendentisti.
India orientale (più Induista) ed India occidentale (più Islamica e Buddhista)
si contrapposero in una frattura che non si è mai ripristinata. La Cina, vedendo
l'orribile fato dell'India, cercò a fati alterni (per lo più negativi) di
resistere. Uno di questi tentativi venne dal basso, da una rivolta spontanea
organizzata da Cinesi cristiani (di Rito Cinese) che avevano mescolato
l'ideologia cattolica con il politeismo cinese. Questi erano guidati da Hong
Xiuquan, che si autoproclamò Celeste imperatore, nonché Fratello di Gesù. La
rivolta Taiping divenne l'ennesima espressione della lunga guerra freddo/calda
tra Francesi e Inglesi. Gli Inglesi sostennero i Taiping meridionali, mentre i
francesi sostenevano i Qing settentrionali. Furono i francesi ad avere la
meglio, ed i Taiping stavano subendo durissime repressioni.
Per questo motivo Hong proclamò la Lunga Marcia, un terribile pellegrinaggio in
cui tutti i suoi fedeli (compresi numerosi cristiani ed ebrei cinesi) fuggirono
verso Occidente, stabilendosi tra le regioni buddhiste del Tibet e quelle Uigure
musulmane, ai confini dell'India Inglese. Qui i Qing non riuscirono a
perseguitarli ulteriormente, e i Taiping crearono una propria dinastia, vassalla
degli Inglesi e ben integrata con i territori sottostanti. Con la rivoluzione
cinese e successiva guerra civile il Tibet e in generale la porzione più
occidentale della Cina era fuori controllo, e gli Inglesi senza troppi
complimenti l'hanno annessa creando una propria unità coloniale unificata. I
Taiping rimasero vassalli degli inglesi e vennero ricompensati con
l'amministrazione Kushan.
E' a questo punto che si avvicina la Prima Guerra Mondiale. Un indiano che aveva
studiato nelle maggiori università londinesi, e di cultura Taiping, tale Gandhi,
sosteneva la necessità di fondere Socialismo, Cristianesimo ed Induismo in una
filosofia prettamente pacifista. Egli predicò in gioventù convincendo gli
indiani a lottare durante la Prima Guerra Mondiale contro la Triplice Alleanza,
nella speranza che gli inglesi gli avrebbero concesso l'indipendenza. Quando gli
Inglesi dopo la guerra risposero picche, Gandhi passò al suo pacifismo più
radicale, predicando la non violenza.
Con la Seconda Guerra Mondiale il Giappone minacciosamente si avvicinò da
Oriente. L'India Orientale cadde rapidamente in un colpo di stato
filo-giapponese, proclamandosi repubblica autonoma e fieramente induista. Gli
indiani d'oriente invitavano i loro fratelli occidentali a rompere i legami con
"il complotto giudaico-islamico asservito agli inglesi" ed entrare nella Sfera
di Co-Prosperità Asiatica. Gandhi però rifiutò sempre questo compromesso.
L'India Occidentale rimase fedele agli inglesi, ed i Giapponesi vennero
scacciati. L'India Est sopravvisse ben poco però, in quanto poco dopo la Guerra
civile cinese fu vinta dai Maoisti, i quali appoggiarono la guerriglia
anti-francese filo-comunista. La spaccatura Occidente-Oriente dunque si verificò
anche in India.
Mahatma Gandhi predicò abbastanza da ottenere la liberazione dell'India.
In questa timeline non ci fu divisione tra nazione musulmana e nazione indiana,
in quanto gli indiani qui sono una maggioranza molto più relativa, ergo i
musulmani non si sentono discriminati e restano nell'Unione Dravidica, che viene
divisa in tre regioni autonome: la Regione a maggioranza induista (India
propriamente detta), una a maggioranza Musulmana (Pakistan) e una a maggioranza buddhista (Taiping). In occidente l'India sviluppò una versione della cultura
induista socialisteggiante, mentre in oriente pur mantenendo il capitalismo si
sperimentò maggiormente il multiculturalismo e la pluralità religiosa. Con la
fine della Guerra Fredda anche altre nazioni entrarono nell'Unione Dravidica: Sri
Lanka, Bangladesh e gli stati che un tempo facevano parte della Repubblica
Democratica Indiana, crollata in una guerra civile poco dopo il crollo del Muro.
Gandhi non vide però il suo sogno realizzarsi. Sebbene sia morto (assassinato da
in induista nazionalista) consapevole che lo scisma tra Indiani e Musulmani si
era evitato, non vide mai le due indie riunirsi.
La regione Taiping è ancora oggi un punto di contesa tra Unione Dravidica e
Repubblica Popolare Cinese, che afferma di dover terminare "L'antico compito dei
Qing" e sterminare i ribelli Uiguri e Cristiani. La Chiesa Cattolica Taiping,
che ha reso Gandhi il suo martire e santo centrale, si è anche offerta per fare
da mediatrice con l'Associazione Patriottica Cattolica per la Chiesa Cattolica
Romana, quest'ultima ha sempre rifiutato, per ovvie ed enormi divergenze
teologiche. La Chiesa Ortodossa Etiope Copta Rastafari però sostiene che Hong
potrebbe essere stato un discendente di un cugino di Gesù, e che magari la cosa
è stata tradotta male.
La Repubblica Taiping è ancora oggi il più socialdemocratico dei membri
dell'Unione Dravidica, fa parte dell'Unione delle Nazioni Ebraiche.
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5. L'Oblast di Neftali
Durante l'Esilio babilonese
due tribù viaggiarono insieme (caso unico): quella di Neftali e quella di Efraim.
Queste vagarono a lungo e si stanziarono nell'Europa orientale.
Ed è qui che rimasero fino all'arrivo di una popolazione di origini nordiche
che, nell'invadere tutta la regione, riuscì a creare una confederazione
simil-feudale di vari feudi: la Rus di Kyev. Entrambe le tribù (la cui concordia
era nota) collaborarono con gli invasori e contribuirono a creare un ceto
commerciante che trasportava beni e informazioni in tutto l'Impero. Il Rus
rimase pagano fino all'ascesa di Santa Olga, una donna il cui marito venne
ucciso che utilizzando l'astuzia e la tattica militare riuscì non solo a
vendicarlo, ma anche a farsi rispettare. Ogni volta che i nobili tentarono di
spodestarla, Olga rispose con il pugno di ferro e sfruttò la loro misogonia
contro di loro (poiché sovente la sottovalutavano).
Olga era cristiana, si impegnò per diffondere la cristianità (che sarà
definitivamente imposta solo dal nipote). Olga centralizzò la Rus, da una mera
confederazione ad una federazione centralizzata con un potere centrale e
funzionari statali (di stirpe ebraica). Gli ebrei sotto Olga vissero il loro
periodo più luminoso. Olga venne per questo onorata come santa dagli Ortodossi,
e addirittura le venne conferito il titolo di "Pari agli Apostoli", ossia
Apostola. Sulla base di Olga e della sua enorme influenza sul clero ortodosso
nascente nella Rus, nonchè sul precedente di Junia l'Apostola e Teodora la
Vescova, la Chiesa Ortodossa concesse (prima al rito di Kyev, e poi in generale)
il sacerdozio femminile.
Grazie alla rivoluzione amministrativa di Olga il Rus riuscì a stabilirsi come
potenza regionale e durare. Fu solo con l'arrivo dell'armata mongola che la cosa
venne posta in crisi. I Mongoli infatti sfruttavano tattiche e abilità del tutto
aliene ai cavalieri della Rus, e li sgominarono. La porzione orientale (che oggi
chiamiamo Russia) venne occupata, quella occidentale (ossia l'odierna Ucraina,
Polonia e Lituania) rimase indipendente. E' qui che si consuma la spaccatur a
tra Neftali ed Efraim. Neftali infatti si schierò con le armate Mongole, vedendo
nel loro modello politico-militare il futuro inevitabile che avrebbe conquistato
tutto. Al contrario, Efraim sosteneva il modello ortodosso-cristiano. Ebbero
entrambi ragione a modo loro, dato che nessuno dei due conquistò l'altro. Ma
questo determinò la divisione delle due tribù, prima unitissime. Ci occuperemo
di Neftali. I mongoli favorirono gli ebrei come amministratori e messaggeri,
nonché mercanti, e tra tutti i feudi russi fedeli ai dominatori del Khanato
quello che emerse come alfiere fu quello di Mosca, che in quanto "fedelissimo"
crebbe a discapito degli altri. Fu sempre Mosca, sotto consiglio di consiglieri
ebrei, a ribellarsi contro il dominio del Khanato e guidare gli altri ducati e
regni in ribellione. Da questo momento ascende la potenza russa.
Gli ebrei si diffusero e si dispersero in giro per la sempre più grande Russia,
ed in generale assistettero alla crescita dell'Impero Russo. Gli ebrei erano
generalmente ben tollerati dall'amministrazione Russa. Questo finì con Ivan il
terribile, che sebbene ebbe il merito di centralizzare la Russia trasformandola
in un effettivo Impero si è comunque macchiato di pogrom e massacri antisemiti,
ahinoi i primi di una lunga serie. Alcuni sostengono che ci sia stato un
complotto ebraico dietro la sua morte. In ogni caso, l'Impero Russo raggiunse il
suo apogeo, e l'antisemitismo non fece che crescere sempre di più fino a quando,
sotto lo Czar Nicola II, questi non raggiunsero livelli atroci. I pochi ebrei
che non venivano perseguitati stavano riuscendo ad investire nella nascente
economia industriale russa.
Nonostante questo gli ebrei nel partito dei "Cadetti" erano relativamente pochi,
ed erano invece numerosi gli ebrei Socialdemocratici e Socialrivoluzionari.
Moltissimi membri di spicco del Partito Socialdemocratico Russo (sia Bolscevichi
sia Menscevichi) erano ebrei, in particolare Trockij che fu uno dei tre membri
più influenti di tutto il partito era di origini ebraiche. Gli ebrei sostennero
con entusiasmo l'ascesa di Lenin, il quale li ripagò sostenendo apertamente un
progetto sionista per la creazione di uno stato apertamente ebraico (grande
eccezione all'ateismo di stato fino ad allora perseguito). Si decise di creare
un Oblast Autonomo dove tutti gli ebrei si sarebbero riuniti, e tutti gli ebrei
russi vennero mandati (più o meno volontariamente a seconda dell'epoca sovietica
di cui parliamo) a vivere lì.
Questo Oblast (Oblast Neftali) era estremamente ad Oriente, cosa che contribuì
ancor di più alla spaccatura tra Neftali ed Efraim.
La forte presenza ebraica nel Partito Comunista dell'Unione Sovietica permise un
generale attenuarsi dell'antisemitismo, soprattutto perché contribuì a smentire
lo stereotipo degli "ebrei capitalisti", dato che quasi tutti gli ebrei di
Neftali erano notoriamente contrari alla NEP (a differenza di quelli di Neftali,
di cui parleremo nel prossimo pezzo), Trockij in primis, mentre Stalin (che non
era ebreo per nulla) la sosteneva. Questo favorì l'ascesa di Trockij (contro cui
numerosi stereotipi antisemiti non vennero mai usati).
Alla morte di Lenin nessuno tra Trockij e Stalin riuscì mai a vincere alle
primarie del Partito, e venne dunque preparato una sorta di contratto di
governo: le maggiori cariche dell'Unione Sovietica vennero equamente spartite
tra Trockijsti e Stalinisti. Stalin divenne il presidente del Partito Comunista,
mentre Trockij divenne Presidente dell'Unione Sovietica (un ruolo molto meno
cerimoniale rispetto alla nostra timeline), la presidenza venne lasciata ad un
neutrale Kalinin. Questo binomio permise alcune bizzarrie politiche: da un lato
Stalin ha potuto plasmare l'ideologia del Partito a sua immagine e selezionare i
leader esteri (come Mao in Cina), dall'altro Trockij ha potuto proseguire
l'influenza rivoluzionaria sovietica in giro per il mondo (India Orientale).
Sebbene la maggior parte degli ebrei fosse Trockijsta non mancavano ebrei
Stalinisti (in particolare molti di Efraim che si erano arricchiti come Kulaki,
motivo per cui Stalin impiegò durante l'Holodomor alcuni ebrei di Neftali per la
sua repressione, una cosa che le due tribù portano ancora con peso).
Quando Trockij morì "inspiegabilmente" Stalin iniziò gradualmente ad erodere il
potere della fazione Trockijsta, e mise il turbo nell'antisemitismo: solo nell'Oblast
gli ebrei erano ancora relativamente al sicuro (poiché qui al potere era salito
un ebreo fedelissimo a Stalin, che nel denunciare numerosi conoscenti aveva
ottenuto la fiducia del Baffone e l'aveva usata per salvare numerosi ebrei dai
pogrom di Stalin).
Qui inoltre c'erano molti Gulag dove oppositori politici di varia natura
venivano incarcerati, e spesso restavano a vivere in questo luogo, che rese l'Oblast
un baluardo per dissidenti e oppositori.
L'Oblast comprendeva il 95% della popolazione ebraica quando Stalin morì, e
Krushev (fazione Troskista) prese il potere, l'Unione Sovietica attraversò un
periodo di democraticizzazione. L'Oblast, senza tutte quelle persecuzioni, ebbe
un boom di nascite ed iniziò ad accogliere anche rifugiati dalla vicina Cina. L'Oblast
supportò le politiche di Gorbachev, ma quando quest'ultimo venne ostato da
Elstin l'Oblast proclamò la sua indipendenza e si staccò dalla Russia,
diventando la Repubblica di Neftali. La Repubblica, grazie alle privatizzazioni
e la democraticizzazione dovuta all'assenza di una burocrazia "stalinista"
forte, riuscì a modernizzarsi senza diventare uno stato fallito come molti
nell'ex Patto di Kyev. Nonostante questo Neftali è ancora oggi una repubblica
estremamente corrotta, tendenzialmente conservatrice.
Neftali subì più volte il veto da Königsberg per il suo possibile ingresso
nell'Unione Israeliana, ma alla fine entrò, e non fu neanche l'ultima a farlo.
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6. L'Unione dei Comuni Socialisti Sovrani di Königsberg
La Tribù di Efraim visse il trauma della separazione da Neftali con rinnovato fervore, ed iniziò il lungo processo che avrebbe portato al consolidamento di un regno: il ducato polacco, di matrice espressamente ebraica. Mentre la Russia si centralizzava, gli ebrei di Efraim decisero che per evitare i clamorosi "errori" dei loro lontani cugini avrebbero dovuto passare per la decentralizzazione. In particolare aborrivano l'idea di una dinastia di sangue, che li avrebbe legati alle vicende di una famiglia (comprese le vicende religiose). Per evitare di venire annessi (bastava una sola conversione, e tutti i figli sarebbero diventati papisti) favorirono l'idea di un Commonwealth Polacco-Lituano.
La Lituania, un tempo grande rivale della Polonia, divenne sempre più debole ed infine, ormai assoggettata, si unì a questo progetto federale.
Il commonwealth eleggeva il Re per la vita, aveva un parlamento di nobili e alcune città autonome (su modello del Sacro Romano Impero Germanico). Il commonwealth fu per molto tempo lo stato più democratico che ci fosse, ed anzi si democraticizzò sempre di più con il tempo fornendo patenti di nobiltà basate sul censo (la Nobiltà di toga, che i Francesi copiarono dopo una breve unione personale), imposero una costituzione sul Re e diedero rappresentanza alla gleba. Il Commonwealth polacco-lituano si espanse ed arrivò a controllare una grossa parte dell'Europa dell'Est. La capitale venne posta di nuovo a Kyev in memoria della Rus, ma il commonwealth continuava ad avere nemici: ad Oriente (la Russia), a Sud (gli Asburgo) e a Nord, con l'Ordine Teutonico.
Quest'ordine cercò in ogni modo di infiltrarsi territorialmente tramite numerose mini-crociate, insidiando il dominio del Commonwealth, ed era ideologicamente carico di un fortissimo antisemitismo. Il Commonwealth, avendo creato una struttura monarchica costituzionale e liberale, riuscì a resistere ai tentativi di spartirlo a suon di guerre di successione (visto che il Re aveva ben pochi poteri) e riuscì a resistere seppur ridimensionato. L'Ordine Teutonico iniziò un lento declino che culminò con la riforma protestante, con cui l'ultimo Gran Maestro si convertì al Luteranesimo e fondò il Ducato di Prussia. Questo è considerato il punto di massimo potere del Commonwealth: un nemico storico abbattuto, gli Asburgo fortemente limitati nel loro potere, e la Russia relativamente accerchiata. Eppure senza saperlo era appena nato il loro peggiore incubo. Il Ducato di Prussia si espanse con un'unione personale con il Brandemburgo (diventando Grande Elettore), e divenne una vera e propria caserma che sarà poi elevata a Regno, e ben presto divenne la maggiore rivale degli Asburgo per l'idea di una nazione germanica unita. Il commonwealth polacco Lituano perse molte guerre storiche e territori contro la Prussia, che approfittò dell'espansionismo Russo per diminuire sempre di più i territori della Polonia ed infine arrivare a spartirsela tra loro. Questa spartizione riuscirà a porre fine ad una semi-democrazia secolare, ma non all'identità comune dei Ruteni, Polacchi, Ucraini, Lituani ed Ebrei. Russia e Germania ambivano a sottrarsi il rispettivo pezzo di Ex-Commonwealth, ed in tutto questo gli ebrei che vivevano nella zona Russa iniziarono a trasferirsi nella Prussia, il motivo è che lì i pogrom anti-semiti erano molto marginali.
La Germania partecipò alla prima guerra mondiale, ed inizialmente sembrò realizzare il suo sogno (vedendo la Russia ritirarsi per la Guerra Civile ed imponendo il suo dominio su tutto l'Ex Commonwealth per crearsi uno spazio vitale), ma poi perse. La Germania si vide troncata in due (con la Prussia orientale isolata in mezzo alla Polonia). Gli ebrei ormai vivevano quasi interamente in Germania (zona Prussia) e nella neonata repubblica Polacca.
Con l'ascesa di Hitler le cose rapidamente peggiorarono. Gli ebrei scapparono dove potevano, ma la tribù di Efraim che viveva in quei due paesi fu la più duramente colpita dall'Olocausto, motivo per cui è ancora oggi la tribù più piccola tra tutte. Quando l'Armata Rossa giunse a liberare l'Est Europa Efraim si ritrovò ironicamente salvata dal paese che reputavano comandato dai loro cugini "traditori" (i quali, in realtà, erano da tempo perseguitati).
La Germania venne sconfitta, e l'Est Europa venne ridisegnato secondo i piani di Stalin: la Polonia e l'Ucraina, viste come potenze pericolose, vennero separate e ridotte a stati molto piccoli e marginali, ma soprattutto separate (la Polonia una repubblica indipendente, l'Ucraina uno stato nell'URSS, e tale sarebbe rimasto). La stessa Prussia Orientale, che doveva andare ad uno dei paesi orientali, andò invece direttamente all'Unione Sovietica (ma non alla Russia) come Exclave. Fu qui che Stalin si offrì di fornire asilo a tutti gli ebrei sopravvissuti di Polonia e Germania. Questi, stufi di persecuzioni continue e che sognavano uno stato ebraico come lo era un tempo la Polonia, accettarono. Königsberg divenne una Repubblica Socialista Sovietica indipendente (a differenza dell'Oblast di Neftali, che era parte della Russia, ennesimo motivo di contenzioso). Nonostante questo, Stalin stesso non poteva negare la centralità del sogno del Commonwealth per il suo progetto di una alleanza militare. Quando gli Stati Uniti fondarono la NATO, alleanza militare "puramente difensiva" e a scopo "pacifico", egli chiese furbescamente se l'Unione Sovietica poteva entrare. Pose in questo modo in difficoltà le leadership occidentali, che avevano in mente una alleanza prettamente anti-russa e filo-americana. Se la Russia fosse entrata avrebbero dovuto proteggere una loro alleata, e renderla meno americo-centrica. E così rifiutarono, e Stalin poté (una volta tanto) proclamare d'essere vittima di un torto, e fondare la sua alleanza: il Patto di Kyev, una alleanza militare tra URSS e i paesi dell'Europa Orientale nell'orbita sovietica.
Si giunse rapidamente ai primi screzi in questa alleanza, quando la Jugoslavia (inizialmente considerata la più fedele delle Repubbliche per via della storica amicizia tra il Maresciallo Tito e Trockij) iniziò a criticare la dirigenza moscovita ormai totalmente Stalinista. Questo litigio per (s)fortuna fu breve: Stalin prese il potere molto tardi, e morì molto presto, e con l'avvento di Krushev le relazioni tra le due nazioni vennero riparate. La Jugoslavia rimase nel Patto di Kyev, ed anzi Krushev per abbuonarsela le diede l'Austria-Sovietica. Fu invece l'Albania ad andarsene in polemica contro Krushev e fedele invece alla linea di Pechino. Con la morte di Mao Zedong l'Albania si ritrovò isolata, e trovò nel modello autonomo della Jugoslavia un valido alleato. La leadership albanese "depose" Hoxa e chiese ed ottenne l'ingresso nella Jugoslavia.
Con il tentativo di Socialismo dal volto umano in Cecoslovacchia e la risposta troppo severa di Mosca, il Patto di Kyev si ruppe ufficialmente, tra i paesi ancora fedeli a Mosca (Germania Est, Polonia, Romania) e quelle ribelli (Grande Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria - quest'ultima era arrivata al socialismo democraticamente).
La Jugoslavia sostenne ed accolse la Cecoslovacchia (dividendola in due Repubbliche) al suo interno, e poco dopo anche l'Ungheria entrò. Seguì una sorta di Guerra Fredda nella Guerra Fredda in cui i due blocchi si odiarono a lungo, ma sotto Breznev i rapporti con la Bulgaria divennero pessimi e quest'ultima risplverò l'idea, che divenne poi effettiva, di una Federazione Balcanica con la Jugoslavia. Sotto Gorbachev la situazione si stabilizzò, mentre in Europa gli Eurocomunisti già da tempo parlavano di seguire il "Modello Occidentale", ossia quello di Belgrado.
Quando il muro Crollò, la Germania Est si riunì con la sua vecchia controparte e a questo punto la Polonia e la Romania dovettero decidere cosa fare: se legarsi di più ad una morente Russia, se unirsi alla NATO oppure se entrare nella Federazione. La Polonia temporeggiò mentre la Romania no, unendosi.
La Federazione dei Balcani rimase ancora un po' socialista, per poi riformarsi gradualmente: il Partito Comunista Unito dei Balcani (PCUB) divenne il Partito Socialista Democratico Balcanico, e la Federazione si aprì al capitalismo, con enorme sostegno economico degli Stati Uniti che speravano di fare dell'Europa dell'Est "il baluardo anti-Russo" e soprattutto di avere una Europa ancora spaccata in due. In seguito anche la Polonia e successivamente l'Ucraina entreranno nell'Unione Balcanica.
Quanto a Königsberg, con la fine dell'Unione Sovietica rimase teoricamente l'ultimo stato fedele: quando tutte le altre nazioni se ne erano andate rimasero solo la Russia, il Kazakhistan e Königsberg. La Russia stessa issò la propria bandiera, lasciando Kazakhistan e Königsberg le uniche rappresentanti della moribonda unione. Anche il Kazakhistan si separò, e Königsberg rimase l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Königsberg era diventata il rifugio di tutti gli ebrei occidentali del Patto di Kyev durante la guerra fredda, e aveva sviluppato ironicamente un forte attaccamento verso Mosca (mentre l'Oblast lentamente se ne allontanava ideologicamente), anche perché dipendeva interamente da loro. Fino all'ultimo Königsberg perorò la causa di Gorbachev e la possibile riforma per mantenere la Federazione in piedi. Quando il Kazakhistan era rimasto l'unico stato membro, Königsberg arrivò a chiedere di rimandare lo scioglimento ancora per un po', nella speranza di poter discutere una possibile "annessione a distanza".
Alla fine Königsberg venne lasciata da sola, e non abbandonò l'idea Sovietica a cui si era ironicamente affezionata, bensì decise di riformarsi (essere una federazione nn aveva molto senso considerate le dimensioni), secondo il modello di Gorbachev, in una Unione di Comuni, ognuno autonomo e decentralizzato. Questo strano residuato della Guerra Fredda è ancora oggi meta di pellegrinaggio per il suo strano stile di architettura, di vita e di ideologia (Ebraismo e Comunismo, l'incubo di ogni nazista). Nonostante questo Königsberg fu sin da subito coccolata dall'occidente (essendo anche innoqua), e fu anche l'unico paese orientale ad entrare nell'Unione Europea invece dell'Unione Balcanica. Forse per antipatia verso gli stati "traditori", forse per il crescente conservatorismo e antisemitismo nell'Unione, forse perché il sogno di un Commonwealth polacco-Lituano-Ucraino, proprio ora che si era realizzato, era scarsamente popolato da ebrei e questi non vedevano legami politici con questa struttura.
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7. La tribù Lemba
Delle Dodici Tribù ebraiche, una è quella che per molto tempo è stata ritenuta estinta da tutte le altre: la tribù di Zebulon.
Ben pochi sapevano invece che questa tribù era viva e vegeta, e che semplicemente dopo il trauma della cattività babilonese scelsero di occultarsi e nascondersi alla vista. Zebulon considerò tollerabile l'apostasia pubblica (ma non quella privata) se sotto minaccia di morte, iniziarono a vestire i panni dei gentili e tolsero l'obbligo alla circoncisione, mescolandosi con le popolazioni locali. Ma in segreto rimanevano ebrei. Zebulon seguì Simeone nel loro lungo tragitto nella penisola araba, e qui fondarono Zelon (poi Zeno, poi Seno, ed infine Sena, come venne in seguito ricordata dali loro discendenti), una città agli estremi confini del regno di Saba, pagando tributi ai loro fratelli di Simeone. In seguito però si trasferirono in Africa partecipando all'opera colonizzatrice della tribù di Dan nel futuro regno di Axum. Una parte di loro rimase a Seba, e si mescolarono con la tribù locale.
Anche in Etiopia si divisero, con una parte che rimase lì a farsi assimilare e una parte che invece andò verso Sud, fino al profondo dell'Africa. Qui divennero noti come Zelumbo, che poi venne translitterato in Lembu, ed infine Lemba, che è il nome con cui la tribù viene ancora oggi identificata. La Tribù Lemba mantenne inalterati i loro riti e la loro volontà di mescolarsi con le popolazioni locali.
Ancora oggi loro tramandano il loro lunghissimo viaggio che testimonia i loro legami ancestrali con Dan e Simeone, ed i ritrovamenti archeologici confermano che Sena è effettivamente esistita, così come la presenza in Etiopia di una varietà genetica insolita anche nelle zone più rurali e ortodosse.
I Lemba rimasero in Africa e vissero in mezzo alle altre popolazioni Bantù dell'Africa Sud-Occidentale. Queste zone coloniali iniziarono ad essere rifugio per ebrei (soprattutto Russi) sin dagli inizi della colonizzazione inglese, e questa zona si riempì di piccole riserve ebraiche. Quando Hitler salì al potere la sua propaganda era carica di retorica tanto xenofoba quanto violenta. Da un lato parlava della necessità di eliminare il "nemico giudaico", dall'altro considerava gli ebrei così pericolosi che era meglio non toccarli, e che esiliarli da qualche parte sarebbe stato più conveniente. Inizialmente si pensava alla Polonia, paese già ricco di ebrei e la cui storia era legata a doppio mandato a questo popolo. Ma la Polonia repubblicana rifiutò sdegnosamente, antisemita quasi quanto la Germania. Fu per questo che i nazisti elaborarono il Piano Madagascar: esiliare tutti gli ebrei nella remotissima isola (all'epoca sotto la Francia). Il piano venne proposto a Mussolini ed alla fine era di comune accordo in tutto l'Asse che il Madagascar sarebbe diventato il luogo di deportazione di tutte le Undici Tribù. Perché il Madagascar? Perché la Francia vi aveva istituito il suo progetto Sionista (in antitesi a quello Palestinese degli inglesi).
Hitler invase la Francia e la occupò: Il Nord era amministrato dalla Germania, una minuscola porzione a Sud-Est dall'Italia, e tutto il resto sotto il governo collaborazionista di Vichy, a cui andarono tutte le colonie (ufficialmente). ufficiosamente quasi tutta l'Africa francese meridionale passò alla Resistenza di De Gaulle, ma il Madagascar rimase fedele. A questo punto vennero avviati i piani di deportazione: tutti gli ebrei dalla Germania e dalla Polonia vennero spediti in Madagascar, e Mussolini durante la sua breve avventura Etiope sterminò tanti ebrei quanti ne mandò in Madagascar, che rapidamente si riempì di ebrei.
E' a questo punto che dobbiamo parlare di Oskar Schindler: membro del partito nazista ed industriale, si pose in prima linea per la produzione metallurgica del Reich. Nel farlo necessitava di impiegare manodopera altamente specializzata, ivi compresi sapienti anziani e bambini dalle mani piccole e precise. Questa manodopera artigianale era costituita esclusivamente da ebrei. Il Reich fu estremamente tollerante e gli concesse di spostarli e tenerli al sicuro nelle sue fabbriche perché Schindler era considerato un tassello fondamentale della borghesia filo-nazista, nonché un motore principale per la conduzione bellica.
Nessuno avrebbe mai immaginato che Schindler invece era fermamente intenzionato a salvare gli ebrei, e salvarne il più possibile inventandosi ogni genere di scusa. Nel farlo ottenne la collaborazione di Amon Goth, gerarca nazista a capo del campo di concentramento di Cracovia. In cambio di mazzette e beni di lusso, Schindler ottenne la liberazione di moltissimi ebrei, facendo carte false per cercare di rintracciare le informazioni di tutti (tra amici e parenti) ed inventarsi le migliori opportunità. Quando i suoi ebrei vennero per errore deportati, nel farli tornare indietro ingigantì ancor di più la sua lista, riuscendo a salvare più ebrei che poteva, ed ottenne addirittura un campo tutto suo.
Schindler grazie al suo ingegno ottenne favori e potere dal Partito Nazista, che lo mise a capo di conglomerati d'industria sempre più grandi dove lui prometteva di "spremere" in schiavitù moltissimi ebrei, che invece tutelava. Durante i suoi viaggi d'affari Schindler entrò in contatto con le migliori menti ingegneristiche dell'Asse, tra cui Jiro Horikoshi.
Horikoshi era un ingegnere giapponese aeronautico, innamorato delle macchine italiane e genio creativo di aerei da guerra. Nelle loro discussioni spesso parlavano del tema della guerra e del conflitto tra l'amore per la produzione di nuove macchine ed il loro utilizzo in guerra. Schindler disse qualcosa che a Horikoshi ricordò il suo idolo italiano Caproni, ossia che la bellezza di questi mezzi era qualcosa che andava aldilà dal loro utilizzo, e che queste idee (neutre in sé) potevano essere usate per il male ed in futuro per il bene. Horikoshi rimase ispirato e collaborò con Schindler nella costruzione di velivoli straordinari. Ed oltre a questo, si convinse a sua volta di poter salvare molti ebrei nella Sfera di Co-Prosperità asiatica.
Intanto, i nazisti avevano fretta e la guerra stava volgendo al termine. Questo significava una sola cosa: sempre meno ebrei mandati in Madagascar, sempre più ebrei mandati a morire nei campi. Schindler iniziò a svendere tutte le sue proprietà private per comprare più ebrei possibili e mandarli segretamente in Madagascar. Fu in questo aiutato da uno dei suoi idoli, ossia Papa Pio XI, che si impegnò per usare i privilegi ecclesiastici per fornire rifugi (clandestini o legali) a tutti gli invisi ad Hitler, compresi moltissimi ebrei nonostante l'antisemitismo di moltissimi membri dell'Alto-Clero.
Pio XI si sbracciò a sua volta per spostare più ebrei possibili e mandarli in Madagascar, ed infine Schindler chiese ed ottenne dal Reich di poter spostare il suo ufficio generale sull'Isola, da cui avrebbe progettato "L'Arma Finale" con l'ausilio di ingegneri tedeschi. L'arma finale (ossia i missili V2) sarebbe poi stata usata per portare testate nucleari (che il Reich stava ancora sviluppando). Schindler ed il suo collaboratore (un tale di nome Von Braun) si trasferirono quindi in Madagascar, dove lavorarono duramente per salvare più ebrei possibile dall'Olocausto. In tutto questo Schindler, che stava fallendo economicamente, ricevette aiuti sostanziosi da dei misteriosi benefattori: I Lemba. Usciti dal loro secolare silenzio, decisero di finanziare Schindler e aiutarlo in ogni modo a salvare più ebrei possibile portandoli in Madagascar, e molti di loro si trasferirono sull'Isola per coordinare il progetto di evacuazione.
Alla fine gli Alleati invasero l'Isola, che venne assegnata alla Francia libera di De Gaulle.
Schindler, da tempo in bancarotta, chiuse il suo business poco dopo la guerra, pagando una multa per la sua partecipazione al partito nazista.
La multa venne pagata da una colletta fatta da ebrei che Schindler aveva salvato.
Oskar Schindler non vide mai la sua riabilitazione: morì di tubercolosi (presa sull'Isola). Sarà Von Braun (che lavorerà per la CIA nell'ambito del progetto Paperclip, che salvò numerosi ex nazisti per le loro abilità tecniche) a riabilitarlo postumo. Oggi Schindler è considerato un eroe per il Madagascar e ci sono numerose statue a lui dedicate in tutta l'isola. Schindler e Pio XII sono entrambi proclamati "Giusti tra le nazioni".
Il Madagascar rimase alla Francia ancora a lungo. Fu una delle ultime repubbliche a proclamarsi indipendente, proprio in virtù della enorme percentuale di ebrei legati alla cultura europea, ma infine si staccò a sua volta. Il Madagascar ha in seguito offerto un trasloco pagato a tutti i Lemba, per ringraziarli della loro generosa offerta. Il trasloco fu finanziario sia dal pubblico sia da privati. I Lemba gradualmente accettarono ed oggi vivono quasi tutti in Madagascar.
Oggi il Madagascar è un solido alleato dell'Etiopia ed è entrato nell'Unione Israeliana.
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8. L'Unione Africana Occidentale
Dopo l'Esilio Babilonese un gruppo di ebrei, la tribù di Gad, si diresse verso l'Egitto. A differenza della tribù di Dan decisero di non rimanere, temendo di poter tornare un giorno in schiavitù. L'Ironia sarà assai tagliente, per questa decisione. La tribù di Gad proseguì il suo lungo viaggio attraversando tutto il Nord Africa, e giungendo fino all'odierno Marocco. Qui formarono le tribù dei cosiddetti Berberi Ebrei. Questi riuscirono a prosperare nelle oasi che facevano da snodi per i lunghi viaggi necessari per attraversare il deserto del Sahara. La loro esistenza venne però minacciata dall'espansionismo arabo. I berberi ebrei infatti decisero di difendersi con la forza, e vennero sconfitti.
Per questo si spostarono a
Sud, sempre più a Sud, attraversando il deserto fin dove neanche gli arabi li
avrebbero perseguitati. Lì la tribù di Gad (sia per via del clima torrido, sia
per continue mescolanze con i nativi) divenne indistinguibile dalle popolazioni
africane del luogo, ed il nome venne translitterato in Agd, poi Agbd ed infine
Igbo, nome con cui ancora oggi sono noti. Gli Igbo mantennero la loro religione
monoteista, e venivano per questo perseguitate da diverse tribù vicine.
Passano i secoli, gli europei iniziano a colonizzare le americhe e hanno bisogno
di manodopera a nullo costo. Le americhe sono poco popolate e così guardano
all'Africa in cerca di schiavi. Eh, si.
Gli Igbo vennero venduti come schiavi da diverse delle tribù Africane ivi presenti, e vennero smistati dalla crudele tratta dell'Atlantico in tutto il continente americano, ma soprattutto nel Nord America. Gli europei ebbero reazioni diverse vedendo che alcuni di questi africani affermavano di essere i loro "fratelli ebrei". Alcuni si rifiutarono di crederlo, sostenendo che fossero dei mitomani che avevano al massimo imitato ebrei mediterranei. Altri sostennero che la schiavitù fosse ancor più giustificata, così da punire "l'antico nemico giudeo". Le motivazioni erano tante, la sostanza era la stessa: gli Igbo vennero imprigionati e schiavizzati. La loro cultura iniziò a fare ovvi parallelismi con la schiavitù in Egitto, ancora una volta in terra straniera e ancora una volta schiavizzati da una religione estranea. La religone Igbo si diffuse a macchia d'olio tra gli afroamericani non cristiani, che si convertirono e si mescolarono agli Igbo vedendo in loro la promessa di una futura liberazione, e potendo considerarsi così il vero popolo eletto (a differenza dei bianchi).
Gli Afroamericani vissero con durezza la schiavitù nel Nord America, ma giunsero segnali positivi visto che la classe dirigente britannica si stava stufando di questa barbarie e c'erano voci che il ceto politico inglese l'avrebbe presto abolita. Questo però non piacque alla classe dirigente nord-americana nelle colonie, che di schiavitù ci viveva. Il contenzioso della schiavitù, così come l'approvazione di una tassa sul commercio obbligato del Thé per ripagare la Guerra dei Sette anni (senza che gli americani potessero votare) sarà alla base della Guerra d'Indipendenza. E così gli Afroamericani (pur vedendo una nazione emanciparsi), videro lontane le speranze di liberarsi. I padri fondatori erano quasi tutti schiavisti (e dei pochi abolizionisti, diversi tra questi avevano schiavi, il che la diceva lunga). Tuttavia era comune tra i Padri Fondatori del Nord e Federalisti che la schiavitù fosse moralmente deprorevole e destinata a sparire "nei secoli dei secoli".
Questo cambiò con l'introduzione dei macchinari per la lavorazione delle macchine a cotone, che resero il business della schiavitù di nuovo profittevole, allontanando la possibilità di una emancipazione. Gli Afroamericani a questo punto potevano almeno sperare che futuri stati membri sarebbero diventati abolizionisti e un giorno avrebbero raggiunto la maggioranza, o che la corte suprema sarebbe intervenuta a loro favore. Invece la Corte Suprema ribadì strillando fino all'ultimo il santo diritto degli stati di schiavizzare, e gli stati del Sud si imposero al fine di rendere schiavisti metà di tutti i nuovi stati membri, quelli del Sud appunto. Gli Afroamericani videro la loro penultima speranza così svanire nel nulla. Un'ultima possibilità derivò dalla divisione nel Partito Democratico, che permise ai Repubblicani di salire al potere (ivi compresa la loro corrente radicale, che voleva abolire la schiavitù). Abramo Lincoln, il cui nome era di radice ebrea e che era ritenuto vicino ai Radicali, venne eletto presidente. Ma Lincoln venne assassinato durante la sua presidenza. Gli Afroamericani a questo punto erano stufi. Si riunirono attorno alla figura di Frederick Douglass.
Igbo di stirpe (credente e praticante), schiavo che aveva insegnato da solo a leggere e a scrivere, si era liberato ed aveva iniziato a sostenere le attività sia legali sia illegali per la liberazione degli Afroamericani. Sostenitore di Lincoln e dei Radicali, vide nella presidenza Johnson (Democratico) il tradimento di tutti i valori del suo predecessore. Douglass affermò a questo punto che non c'era più spazio per i tentativi di riforma, ed invitò tutti gli Afroamericani alla rivoluzione. Si verificarono proteste pacifiche, e queste vennero represse nel sangue. Si verificarono scioperi degli schiavi. Anche questi vennero repressi nel sangue. Alla fine Douglass andò fino a Washington, dove disse "Johnson, lascia partire il mio popolo!". Il presidente non uscì dalla Casa Bianca. Quello stesso giorno tutte le bevande in America divennero rosse, ed erano come sangue. A questo evento si richiamò il Movimento della Temperanza e i Proibizionisti nel novecento, sostenendo che quello fosse un segno divino. I politici americani ignorarono il segno. Per la seconda volta Douglass andò a Washington, e chiese a Johnson di lasciare andare il suo popolo.
Poi vennero le rane. Poi le pulci. Poi le mosche. Si diffuse una grande pandemia, e i singoli stati rifiutarono di adeguarsi alle direttive federali per controllare la malattia. Gli stati del sud tradirono Johnson, e rifiutarono di obbligare l'uso del velo e della sciarpa per coprire naso e bocca. Poi morì il bestiame, e negli Stati Uniti si verificò una grande carestia. A questo punto molti (soprattutto nel Nord) divennero convinti che gli schiavi andavano subito liberati. Nel Sud c'era più resistenza. Douglass disse di nuovo "Johnson, lascia partire il mio popolo!" ma nulla.
La Pandemia peggiorava, e si verificarono ovunque tempeste, uragani terribili (soprattutto in Florida). Infine, a Yellowstone si verificò una micro-eruzione, che fu sufficiente per avvolgere l'America nell'oscurità per tre giorni e tre notti, e creare tempeste di ceneri e lapilli. Tornarono pure le locuste. Douglass disse ancora una volta "Johnson, lascia partire il mio popolo!" E Johnson, per l'ultima volta, rifiutò, nonostante persino diversi schiavisti gli stessero chiedendo di arrendersi. Quella che seguì fu l'ultima piaga. La piaga dei primogeniti adulti di tutti coloro che non segnarono lo stipite delle loro porte.
Per fortuna dopo noe piaghe la maggior parte della popolazione credeva nella causa di Douglass, e rapidamente segnarono, per tal motivo morirono poche persone, con enorme ironia il numero maggiore di morti si verificò a Salem. Johnson infine diede agli Afroamericani il permesso di partire.
Tutti gli ex schiavi ed i liberati si diressero fino in Florida, dove con l'aiuto di misteriosi benefattori provenienti dalla Russia si pagarono un lungo esodo marittimo, giungendo in Africa dove fondarono un paese chiamato Liberia. Questo paese era a modello (legale, civile e tecnologico) americano, ma di carattere espressamente Giudaico-Africano.
La Liberia venne guidata in un primo tempo da una elite di Igbo "bianchi" e ricchi, ma poi si aprì sempre di più alla democrazia. Liberia purtroppo finì per macchiarsi degli stessi crimini che aveva un tempo subito, vendicandosi contro le tribù che secoli prima li avevano svenduti in schiavitù deportandole e togliendo loro i terreni coltivabili. Inoltre a Liberia furono accolti tutti gli Igbo rimasti in Africa, che però ebbero difficoltà ad integrarsi e rimasero tecnoligicamente primitivi. Questi sono noti come "Igbo Amish".
Liberia paradossalmente raggiunse accordi cordiali con gli Stati Uniti, soprattutto quando questi (qualcuno con malizia dice "Perché ne erano rimasti pochi") diedero rapidamente pieni diritti agli Afroamericani, senza toccare il ruolo degli stati. Gli Stati Uniti divennero estremamente liberisti, molto meno ricchi per via della mancanza di buona parte della manodopera e del ceto intellettuale, e fu solo con il crollo delle potenze europee che riuscirono ad affermarsi come potenza mondiale, e non senza difficoltà.
Intanto la Liberia divenne una potenza virtuosa, investendo nelle potenze vicine e capitalizzando sulle miglior industrie minerarie della zona. La Liberia sarà una fondamentale alleata dell'Etiopia, unite nella lotta contro la dominazione coloniale e l'emancipazione Africana.
Purtroppo l'Etiopia sarà brevemente occupata dall'Asse, mentre la Liberia no ed anzi questa finanzierà la Francia Libera (facendola enormemente indebitare). Quando la Francia di Vichy cadde, la Liberia esigeva che la Quarta Repubblica ripagasse anche le riparazioni di guerra per i danni fatti da Vichy. Poiché la Francia era troppo indebitata e incapace di aggiungere altre insolvenze, la Liberia si propose di condonare questa parte di debito, in cambio dell'emancipazione del Madagascar, che sapevano contenere moltissimi loro fratelli ebrei. La Francia, disperata e strillante, acconsentì. La Liberia sostenne insieme all'Etiopia tutti i movimenti indipendentisti della zona, e lentamente strapparono le varie colonie vicine (tutte Francesi), unendole nell'Unione Africana Occidentale (UAO). La CEAO era tendenzialmente capitalista, e contrapposta alla Federazione Africana Orientale che invece era Socialisteggiante.
Oggi la UAO e la FAO, un tempo in una sorta di guerra fredda in miniatura, hanno messo da parte le loro divergenze ed insieme al Madagascar furono i primi ad ipotizzare una unione tra le nazioni ebraiche, ossia la futura Unione Israeliana.
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9. La Repubblica Cinese di Taiwan
Di tutte le tribù di Israele nessuna ha compiuto un'odissea lunga e tortuosa come quella di Issacar. Si spostarono ad oriente, andando a Nord invece che a Sud (dove invece si era diretta Manasse), trovando però steppe aride e tribù di predoni ostili. Continuarono a marciare fino ad arrivare alle catene montuose dell'Himalaya e qui si stabilirono legami con la cultura Qin. Il loro nome venne sinizzato da Issacar a Isshatal.
Il clan militò al servizio degli Imperatori cinesi fino a stabilirsi nell'attuale Corea del Nord, dove vennero ricompensati con diversi lotti di terra ove si stabilirono e formarono un clan (che, stando ai documenti imperiali cinesi, è chiamato Hatal). Gli Hatal rimasero qui fino a quando il Nord della Corea non venne coinvolto nelle guerre civili cinesi, e la dinastia Han prevalse su quella Qin. Decisero a questo punto di attraversare il mare e dirigersi verso l'arcipelago vicino, quello giapponese. Secondo la tradizione, attraversarono il mare a piedi spartendo le acque. Arrivarono in Giappone dove vennero accolti con tutti gli onori insieme a tutti i migranti provenienti dalla Cina in quel tempo (cosa che contribuì a cambiare la cultura giapponese). Gli Hata (come erano noti presso i giapponesi) proclavamo di essere imparentati con la dinastia Qin e per qualche tempo se ne proclamarono addirittura imperatori.
Il loro simbolo era proprio una Stella di David (Kagome Mon). Il Clan Hata era noto per la sua estrema ricchezza e abilità nei commerci, e ricevette posizioni di rilievo durante il dominio imperiale nipponico. A loro si fa risalire il tabù nipponico verso il sangue. Tutto questo ebbe fine però con la guerra civile giapponese, in cui i Tokugawa vinsero sui Toyotomi. Gli Hata erano alleati di questi ultimi. E' a questo punto che per molti viene considerata estinta la dinastia degli Hata, che vennero massacrati. Inoltre da questo momento il Giappone si chiude in isolamento per evitare di farsi colonizzare e perseguita duramente le religioni occidentali, tra cui il cristianesimo. Gli Hata tuttavia collaborarono con i cristiani e si nascosero ad Okinawa. Qui gli Hata rimasero nascosti in clandestinità (erano ora dei Ronin: guerrieri senza terra e senza padrone), terrorizzati dal governo giapponese. Ad Okinawa si rifugiarono numerosi cristiani dopo la rivolta di Shimabara.
Tutto questo ebbe fine con la crisi dello Shogunato, la fine dei Tokugawa e la monarchia assoluta "illuminata" Meji, che vide il giappone industrializzarsi rapidamente, nazionalizzare proprietà, finanziare con capitali stranieri l'avanzamento tecnologico e poi rivenderle a privati.
Ossia gli Hata, che pur non erano più una casata ufficiale, divennero ora tra i più fidati consiglieri a corte e furono responsabili di molto dell'avanzamento tecnologico e dei legami con l'occidente per il Giappone. Gli Hata spinsero per la colonizzazione della loro terra ancestrale (ossia la Corea), e furono parte integrante dell'investimento nell'industria coreana, diventando estremamente ricchi. Gli Hata arrivarono a formare uno dei Cinque Grandi Zaibatsu: Sumitomo, Mitsui, Mitsubishi, Yasuda e Hatamoto (loro).
Gli Hatamoto come gruppo finanziario continuarono ad arricchirsi con la crescita del nazionalismo e dell'Imperialismo. E più il Giappone si armava e si potenziava, più loro si arricchivano e diventavano influenti. Ma gli Hatamoto videro il Giappone diventare un luogo sempre più violento e sempre meno aperto alle idee democratiche, con l'ascesa di Tojo e del suo fascismo Giapponese gli Hatamoto videro che il Giappone si avvicinava a quegli ideali di antisemitismo che loro temevano. Le Zaibatsu vennero una dopo l'altra nazionalizzate durante il conflitto, gli Hatamoto temevano di sparire di nuovo, volevano trovare una soluzione.
E' a questo punto che dobbiamo parlare di Jiro Horikoshi, un ingegnere che si era innamorati dei progetti italiani di Caproni e intendeva creare aerei di nuova generazione. Lui lavorò proprio per le industrie Hatamoto e durante i suoi viaggi per lavoro conobbe Oskar Schindler, industriale tedesco in una situazione simile. Dalle loro conversazioni si influenzarono vicendevolmente, e Horikoshi si rese conto che la crescente intolleranza dell'Impero Giapponese avrebbe portato alla distruzione di milioni di vite in tutta l'Asia e il pacifico, se non oltre. Horikoshi decise dunque di fare qualcosa. Dobbiamo ricordare che all'epoca non era chiaro chi avrebbe vinto la guerra. Il Giappone aveva tenuto una posizione ambivalente con gli ebrei: ufficialmente allineati con i nazisti, ma di fatto concedevano visti a tutti gli ebrei che desideravano fuggire qui. Ma i nazisti continuavano a pressare per uno sterminio, e un giorno un politico diverso avrebbe potuto cedere.
Horikoshi per questo ideò un piano ingegnoso: tramite un suo contatto (Chiune Sugihara) forniva documenti e permessi ad ebrei provenienti da vari territori in tutta l'Europa, facendoli rifugiare in Giappone. Qui gli ebrei vennero accolti sotto i palazzi e i magazzini del clan Hatamoto a Taiwan, dove gli Hatamoto si occupavano di costruire aereoplani e dove avevano silenziosamente spostato tutti i loro mezzi e personale. La guerra volse al termine ed il Giappone venne sconfitto.
Taiwan venne liberata e ceduta ai Cinesi, ed è qui che tutti gli ebrei (vecchi e nuovi) vissero.
Gli Hatamoto erano un clan minuscolo, e gli ebrei in giappone non erano molti, per cui la deportazione a taiwan di tutto il clan non fu particolarmente lunga. Lo Zaibatsu venne smantellato parzialmente. Gli ebrei rimasero per tutto il tempo nella Repubblica Cinese (fazione capitalista), e quando quest'ultima perse la guerra civile i suoi sostenitori fuggirono a Taiwan, dove proclamarono la continuazione della Cina nazionalista contrapposta ai "ribelli" di Pechino, mentre a Pechino veniva proclamata la Cina Popolare contrapposta ai "ribelli" di Taiwan.
Gli ebrei qui vissero un rapporto difficile con l'ennesimo regime di estrema destra: da un lato perseguitati, dall'altro usati per le loro conoscenze. Quando Taiwan divenne più democratica ed ebbe un boom economico, in particolare nella costruzione di chip avanzatissimi e processori di ultima generazione (ed in questo è leader mondiale) la questione cinese divenne più pressante che mai, ed il presidente Cinese sembra sempre più aggressivo verso la piccola isola. E di contro a Taiwan si dividono i sostenitori del KMT (Cinesi) e gli indipendentisti (Taiwanesi-Ebraici).
Anche Taiwan ha accettato di far parte dell'Unione Israeliana, il che rende tutto molto ironico: la Cina intera (ufficialmente) è parte dell'Unione Israeliana, e i discendenti del Primo Imperatore cinese sono ora ai vertici della Cina, tornati dal loro esilio giapponese.
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10. I Leviti in America
La tribù di Levi è sempre stata di primaria importanza, essendo quella che aveva il monopolio sul sacerdozio. Levi non aveva una nazione tutta sua o dei territori, bensì delle città sacerdotali in cui i criminali potevano rifugiarsi e ottenere amnistia alla morte del Gran Sacerdote.
Con l'Esilio babilonese sia Levi sia Giuda ritornarono in Palestina a differenza delle altre tribù.
Tuttavia, con la distruzione di Gerusalemme, Levi lasciò la Terra promessa a differenza di Giuda, ritenendo realizzata la profezia secondo cui per gli ebrei era iniziato un nuovo tempo di tribolazione e sofferenza. Levi vagò a lungo per mare, giungendo in Spagna e poi attraversò a Nord un lungo esodo fino alle coste settentrionali della Francia. Da qui si spostarono sempre più a Nord, alla ricerca di un luogo dove non abitassero popolazioni ostili. Giunsero nella penisola scandinava, e qui si stabilirono costruendo delle città fortificate, convivendo in mezzo ai vichinghi. Il clima duro e ostile spingeva alla continua ricerca di pesce come unica fonte di cibo, e per tal motivo i pescatori Leviti e Vichinghi seguivano le migrazioni dei pesci lungo le correnti calde. Seguendoli giunsero a Thule (la moderna Islanda), dove i Leviti per un periodo si insediarono sotto la protezione di Re Valiant.
Poi si spostarono ancora più a Nord, nella Terra Verde (la Groenlandia), dove i Leviti abitarono per un certo periodo. Ironicamente i reperti che vennero trovati secoli dopo, e che attestavano una popolazione altamente spirituale "di stirpe ariana" convinsero i fascisti esoterici di aver scoperto la mitica Iperborea abitata dai primi Ariani. Quando invece stavano studiando ebrei del tardo medioevo! Alla fine i Leviti si spinsero a Sud in cerca di un clima migliore, e trovarono una nuova terra mai vista prima. La chiamarono Vinland, e qui istituirono di nuovo le città (Tredici in totale) sacerdotali, basate sulla Teocrazia. Le tredici città si allearono per respingere invasioni ostili e per regolare il commercio in una sorta di Confederazione elettiva, la Repubblica di Vinland, una sorta di oligarchia teocratica. La capitale era Golan.
Quando gli Europei (secoli dopo) giunsero in America, essi scoprirono leggende e dicerie di una mistica popolazione a Nord dotata di incredibili capacità di raffinamento del metallo, in particolare dell'oro, nonché dalle grandi capacità curative. Da qui nascono i miti di El Dorado e della Fonte della giovinezza nel continente americano, che sono in realtà distorsioni esagerate nei secoli della raffineria Levitica e della resistenza dei Leviti a malattie che per gli indigeni erano incurabili (per mera immunizzazione). Grazie alla presenza dei Leviti gli Indigeni americani riuscirono ad avere un primo impatto meno traumatico con batteri e virus europei, e riuscirono a formarsi una prima immunizzazione che gli diede notevole resistenza. Mentre nel Sud si insediarono gli Spagnoli, il Nord toccò agli inglesi. Questi crearono una prima colonia a Roanoke, sotto la Regina Elisabetta I. La spedizione ritornò in Inghilterra per riprendere i viveri e, quando tornarono, la colonia di Roanoke era sparita. Il mistero di cosa sia successo è ancora oggi uno dei più intriganti della storia. Tra chi ipotizzava che gli indiani li avessero sterminati, o al contrario accolti, oppure che fossero morti per una malattia, oppure che un mostro o qualche entità paranormale fosse intervenuta. La risposta ce la fornisce un mix di genetica, archeologia e leggende urbane. La città fu ritrovata illesa, e con segni d'essere stata abbandonata volontariamente. C'era una sola scritta incisa su un albero (seguendo l'indicazione lasciata prima di partire che, se avessero dovuto abbandonare il villaggio, avrebbero dovuto scrivere la destinazione da qualche parte). Sull'albero era scritto YOALOAN. Si tratta dell'inglesizzazione di Golan, la capitale del Vinland. La cosa trova riscontro nelle leggende antiche degli ebrei americani, secondo cui sarebbero giunti a loro dei "visi pallidi" affamati, provenienti dalla costa meridionale e che avevano esaurito il cibo. Gli abitanti di Golan risposero fornendogli Tacchino e Zucche, che i Leviti avevano importato da commerci verso il Messico. Da qui nasce la tradizione ebraica della Festa del Ringraziamento, dovuta al fatto che la colonia venne da loro durante la Pesach, e li ringraziarono per l'ospitalità finendo per mescolarsi con loro. Le analisi genetiche confermano che ci sono ascendenze inglesi anche nelle zone più rurali dove vivono tribù molto chiuse ed isolate di ebrei leviti.
L'Ospitalità ebraica non sarà ricambiata in futuro. I Puritani colonizzarono il Nord America e qui fecero nascere una società basata sul litteralismo religioso più conservatore possibile, da qui il termine "puritano" usato in senso dispregiativo. Era una società paranoica in cui tutti erano pronti ad accusarsi tra loro, ed era anche molto misogina. L'isteria collettiva, un inverno particolarmente rigido, la misoginia rampante e una frenesia data forse da eccessiva ingestione di segale cornuta e l'eccessiva produzione di piante da tabacco che in un brutto incendio affumicarono il villaggio di Salem, tutte queste cose giocarono brutti scherzi alla popolazione locale, che si ritenne sicura di aver visto fenomeni paranormali, e si incolparono tra loro numerose persone. Si giunse ai processi per stregoneria di Salem, in cui diverse donne innocenti vennero bruciate al rogo, tra queste una ebrea.
Durante la guerra d'indipendenza americana il Vinland sostenne lo sforzo autonomista delle tredici colonie, che le ricambiarono caldamente annettendole senza troppi complimenti nell'ottica dell'annessione del Canada inglese.
Il Vinland era troppo debole e diviso per riuscire a resistere. Gli ebrei vennero deportati a Sud e trattati come una tribù indigena qualsiasi. Fu a questo punto che nel 1820 venne fondata Ararat, una città con l'esplicito scopo di fare da rifugio per gli ebrei di tutto il mondo negli Stati Uniti. Ad Ararat si trasferirono ebrei da tutta Europa, e ad Ararat vennero a vivere gli indiani-ebrei. Altri insediamenti ebraici come Kiryas Joel e Nuova Amsterdam diventeranno rifugio storico per tutta la popolazione ebraica. Una nuova ondata di antisemitismo ed anti-indianismo investì la politica americana, e gli ebrei di queste città capirono che era tempo di fuggire di nuovo. Iniziarono così un lungo percorso di esodo verso l'Ovest.
A questo punto dobbiamo parlare di Joseph Smith Junior. Egli, studiando l'archeologia degli indiani d'america, si rese conto che gli indiani canadesi orientali erano diversi da tutti gli altri, e si convinse che erano una delle tribù perdute di Israele. Da qui nasce il Mormonismo, la religione politeista secondo cui l'America è la nuova terra promessa, Gesù è venuto qui a predicare dopo la sua resurrezione in Palestina e tutti possono diventare déi se si comportano bene. La predicazione di Smith convertì numerosi tra cristiani ed ebrei parimenti.
Fu Smith stesso ad auto-proclamarsi il protettore dei Leviti e suggerire l'esodo verso Ovest. Indiani, Ebrei e Mormoni fuggirono e fondarono nell'attuale Utah uno stato chiamato Deseret, nome associato al miele palestinese che era delizia (insieme al latte) e simbolo della paradisiaca Terra Promessa.
Ispirandosi al Vinland, Smith proclamò come forma di governo la Teodemocrazia: uno stato confessionale e di esplicite radici giudaico-mormoni, ma democratico e rappresentativo. Il Deseret chiese l'annessione come Territorio mentre l'America era molto divisa sulla questione della schiavitù. Il Deseret si tenne fermamente neutrale sulla questione (dato che essendo ostile alle coltivazioni non c'era possibilità di schiavismo), e si poneva come "territorio neutro".
Essendo un semplice Territorio e non uno stato, i politici americani se la presero comoda (pensando di poterlo dividere con il tempo).
Quando però Lincoln venne assassinato e i piani di abolizione della schiavitù vennero annullati, i Mormoni guardarono con estremo interesse all'esodo degli Afro-Americani e si convinsero che Washington era la Nuova Babilonia. Il Deseret chiese di entrare nell'Unione come stato intero (California compresa). L'Unione Rifiutò. La Guerra Civile Americana dunque si è combattuta tra Oriente e Occidente, non tra Nord e Sud. Da un lato il Deseret e gli stati occidentali più "giovani", con l'aiuto degli indiani d'america, dall'altro il Nord ed il Sud prive di schiavi (giocoforza). Il Deseret avrebbe probabilmente perso, se non fosse che l'Unione si stava ancora riprendendo dalle Dieci Piaghe, e per questo alla fine Washington firmò la resa, concedendo l'indipendenza al Deseret, lasciandogli la California e tutti gli stati orientali che volevano unirsi a lui. Per evitare che il Sud collassasse, Washington concesse generosissime autonomie a loro pur di tenersele. Da questo momento le due americhe (Federazione del Deseret e Stati Uniti) ebbero obiettivi diversi: il Deseret si espanse verso Nord (inglobando il resto del Canada e comprando l'Alaska dalla Russia, e favorendo un Golpe nella Hawaii). Gli Stati Uniti invece verso Sud, rubando le varie isole caraibiche ed il Nord del Messico. Washington si impose sul Sud America (Dottrina Monroe), mentre Salt Lake sul Pacifico. Una arrivò quasi al Polo Sud, l'altra arrivò alle Filippine. Le due americhe (Ovest ed Est) si odiarono a vicenda silenziosamente, fino a quando gli interessi comuni non le unirono.
La Prima Guerra Mondiale infatti vide il dominio inglese dei mari spezzarsi. Gli Stati Uniti avevano già riallacciato i rapporti con la ex madrepatria avendo fatto da "guardiani" al Sud America mentre loro erano impegnati. L'Ovest invece rimase neutrale. L'Est si arricchì enormemente vendendo armi e investendo in Francia e Inghilterra, ed imponendo il suo interventismo (i 14 Punti di Wilson) come metodo geopolitico americano occidentale. L'Oriente invece viveva in una sorta di splendido isolamento, a parte le occasionali guerricole per imporsi sul mercato cinese.
Ma è con la Seconda Guerra Mondiale che le due americhe si ritrovano alleate. L'Ovest verrà trascinato in guerra dal Giappone (Pearl Harbour), mentre l'Est dagli Uboat tedeschi. Le due americhe si riscoprono di nuovo amiche, l'una sul pacifico e l'altra in Europa. Si fa un gran parlare di "riunione dei due mondi" e di come le due americhe insieme sono inarrestabili. Mentre l'occidente sbarca in Normandia e ripulisce l'Europa, l'Oriente libera le isole dal Giappone e sgancia le atomiche. A fine conflitto le due americhe siglano una alleanza che era già informale alla Conferenza di Los Angeles, nella quale vige la dottrina dei Due Poliziotti: ognuno si occupa di un pezzo di mondo, in nessun modo possono entrare in conflitto (ed anzi devono cooperare e favorirsi a vicenda) perché il vero nemico sono i criminali (ossia l'Unione Sovietica).
L'Est fonderà la NATO (che comprende Groenlandia, Islanda, Impero Britannico, Repubblica Francese e mezza Europa). L'Ovest fonderà la TEO, una analoga alleanza ma con Corea del Sud, Giappone, Taiwan (in futuro), Filippine, Australia e poi India, Vietnam del Sud e varie altre nazioni.
Le due americhe ancora oggi non sono proprio allineate al 100% (in particolare l'Est si è di recente chiuso in un isolazionismo sempre maggiore, mentre l'Ovest è in guerra commerciale contro la Cina).
Ma cosa è successo agli Ebrei Leviti? Loro come un tempo non hanno nazioni. Solo città. Città autonome dove ci sono loopholes legali estremamente importanti, e qui nel Deseret utilizzano questi loopholes per accogliere numerosi indiani nelle Riserve. Per questo motivo a differenza di Madagascar, Taiwan, Unione Africana Occidentale, Königsberg, Oblast di Neftali, Federazione Africana Orientale, Repubblica di Seba, Confederazione Curda e Celeste Repubblica di Taiping, i Leviti non hanno una nazione propria. E va bene così a loro.
A loro interessa solo che le loro Tredici Riserve abbiano autonomia e siano in un sistema teodemocratico.
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11. La tribù dei Macaseru
La Tribù di Aser, di nota e
celebre fedeltà ai sacerdoti di Levi, cercò senza successo di rintracciarli ed
inseguirli a Nord. Invece di finire nella penisola scandinava, Asher finì
nell'isola britannica. Si stabilirono a Nord dove speravano di venire lasciati
in pace, e qui si mescolarono alle locali tribù scozzesi. Aser divenne
fieramente isolazionista, e tentò in tutti i modi di impedire ogni penetrazione
cristiana (politica o culturale che fosse) in Scozia. Il Clan MacAsher divenne
uno dei più potenti in tutta la Scozia. Amati dalla popolazione locale,
divennero Re di StrathClyde ed erano considerati degni candidati per una
possibile unificazione di tutta la scozia. Ma le loro origini straniere non
convinsero la maggioranza dei clan a federarsi, ed invece questi favorirono la
dinastia Alpin.
I MacAsher servirono fedelmente come loro alfieri e consiglieri finanziari,
arricchendosi enormemente. I MacAsher sono sempre stati a capo del partito "anti-inglese",
e fu loro l'idea di coltivare alleanze con la Francia in ottica anti-inglese.
Uno dei più famosi clan al servizio dei MacAsher era il clan Wallace, di cui
faceva parte il cavaliere William Wallace, divenuto martire per la causa
scozzese e bruciato al rogo (in quanto ebreo, ergo blasfemo). Quando a regnare
sulla scozia fu la dinastia degli Stuart (un tempo Stewart, ossia Alfieri come
loro), i MacAsher chiesero più e più volte di mantenersi in isolamento e di non
mescolarsi alla dinastia britannica, ma così non fu.
Gli Stuart si legarono ai Tudor e, quando i Tudor si ritrovarono nei casini
dinasticamente, gli Stuart divennero candidati papabili al trono.
In questo contesto inoltre la Scozia aveva tentato una sua colonizzazione delle
americhe, con la creazione della Nuova Scozia.
Questa colonia, dove tutto il clan MacAsher emigrò in massa nel tentativo di
costituirsi una patria lontana dagli inglesi "casomai", fu un disastro. Gli
abitanti non riuscirono a coltivare niente a causa del terreno ostile, gli
Spagnoli li circondavano e di conseguenza la loro era una missione segreta, ergo
nessuno commerciava con loro (a parte gli Inglesi, che vendevano alcol). Quindi
abbiamo una popolazione perennemente digiuna che beve quintali di alcol, isolata
e in un clima torrido e ostile. Morirono tre quarti dei coloni, il clan MacAsher
venne rovinato e siccome in Scozia non si sapeva del disastro vennero mandati
altri coloni ed altri aiuti, che vennero coinvolti in questo ed altri disastri
(diverse delle navi andarono a fuoco). Alla fine la Scozia andò in bancarotta, e
venne "salvata" finanziariamente dall'Inghilterra tramite l'Atto di Unione. I
MacAsher non ci stavano, e andarono via.
Presero il mare. Ma non l'Oceano Atlantico, bensì il Pacifico. Navigarono con
numerose navi in cerca di una nuova patria dove vivere in santa pace, pensando
di arrivare in India dove supponevano di trovare almeno una tribù perduta.
Giunsero infine su un'isola e pensarono di aver trovato l'India, ma nella storia
quando qualcuno pensa di aver trovato quel subcontinente di solito ha scoperto
qualcosa di nuovo. E infatti avevano scoperto le Fiji, dove era già presente una
florida popolazione locale. Le tribù locali accolsero i MacAsher, i quali li
avvisarono di un pericolo imminente del mare (ossia le potenze coloniali). Le
tribù delle Fiji li ascoltarono e si unirono in un Regno autonomo, iniziando ad
investire in un armamentario più occidentaleggiante e mandando navi per
commerciare con la Cina. Ma l'incubo dei MacAsher si sarebbe realizzato nella
peggiore versione possibile: di tutte le potenze occidentali, a venire a
colonizzarli furono i loro arci-nemici. Gli inglesi. Le Fiji lottarono
fieramente, chiesero l'aiuto sia del Giappone sia della Cina, ma non ottennero
alcun aiuto. Le Fiji alla fine vennero annesse cole colonia, e i MacAsher
meditarono se scappare di nuovo o rimanere.
Rimasero quando scoprirono come venivano trattati gli indigeni in altre colonie
inglesi, e sapendo che avrebbero abbandonato gli abitanti delle Fiji ad un
crudele destino chiesero anche a loro di venire. Gli abitanti delle Fiji
rifiutarono, essendo quella la casa dei loro antenati. E così i MacAsher
rimasero, diventando i Macaseru.
I Macaseru divennero il punto di riferimento e mediazione con gli inglesi. Era
ai Macaseru che veniva dato il comando delle brigate di indigeni delle Fiji
(anche per un neanche velato razzismo che li vedeva come "più bianchi"). Gli
Inglesi non riuscirono mai fino in fondo nella loro azione di Divide et Impera
come avevano fatto in India, e così alle Fiji si verificarono rivolte continue.
Con la Seconda Guerra Mondiale le Fiji si ritrovarono per un breve momento
invase dai Giapponesi.
I Macaseru chiesero a Londra soccorso, e Londra rispose con un sostanziale due
di picche: dovevano pensare all'Australia prima. Erano da soli. E così i
Macaseru guidarono una coraggiosa resistenza, respinsero i giapponesi e poi,
quando gli inglesi tornarono, non si opposero al loro restaurare la colonia.
L'allora neo-governatore firmò un concordato scritto con cui Londra prometteva
come premio a fine guerra l'inizio di un percorso d'indipendenza.
Gli abitanti delle Fiji lottarono strenuamente, e a guerra finita chiesero che
il contratto venisse rispettato.
La risposta fu, di nuovo, picche. Iniziarono una lunga serie di proteste e
guerriglie, scioperi e manifestazioni, con il supporto di tutto il mondo
occidentale. Alla fine le Fiji (supportare dalla libera Scozia, seppur solo a
parole) divennero indipendenti. Non contente, le Fiji finanziarono
l'indipendentismo di tutti i paesi in praticamente tutta l'Oceania che erano
nelle mani degli inglesi. Le Fiji divennero la più ricca tra le nazioni del
Pacifico (dopo l'Australia). I Macaseru sono ancora oggi considerati una elite e
visti con occhio critico come vestigia coloniali, soprattutto per il loro
essersi fidati dei loro antichi padroni. Quando gli Scozzesi fecero un nuovo
referendum, un rappresentante Macaseru venne a perorare la causa
dell'indipendenza scozzese. Quando lo stesso si fece in Australia, sempre un
rappresentante Macaseru venne e disse "Fate come in Scozia, liberatevi!".
Quando un giornalista inglese chiese ad un capotribù Macaseru perché odiavano
così tanto gli inglesi e volevano togliere loro ogni colonia, lui rispose "Noi
non chiediamo la libertà. Noi lottiamo per averla. E sappiamo cosa si prova ad
essere isolati e abbandonati".
Le Fiji ora sono a capo di una sorta di Unione Pacifica a modello Europeo, con
espliciti intenti Anti-Deseret ed Anti-Inglesi.
Grazie ai Macaseru, oggi sappiamo che le tribù Israeliane si sono diffuse in ogni singolo
continente: America, Africa, Europa, Asia ed Oceania.
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12. La regione autonoma di Sicilia
La tribù di Ruben,
discendente del primogenito e più forte dei figli di Giacobbe, si disperse come
le altre durante l'Esilio Babilonese. Si diressero in occidente tentando di
tornare in Palestina, ma trovarono qui una popolazione ostile e ben difesa.
La tribù così prese il Mediterraneo, e giurarono "Ritorneremo". Da qui i
numerosi tentativi di Ruben di conquistare la Palestina in vari modi. Le navi di
Ruben viaggiarono fino alla Sicilia, dove si stabilirono.
Proclamarono la Sicilia "Nuova Sion", la terra promessa per tutti gli ebrei che
desideravano un rifugio sicuro. Vissero durante la dominazione romana
relativamente tranquilli, lasciati in pace ed anzi aiutando i Romani a liberare
la Palestina (motivo per cui Giuda detesta ancora oggi Ruben, vedendoli come i
responsabili del divide et impera romano, mentre invece per Ruben l'aver fatto
da avanguardia e scout e consulenti era un modo per aiutare la palestina ad
auto-determinarsi e liberarsi dal giogo dei grandi imperi orientali. Nonostante
la nascita di un regno palestinese, Ruben non si trasferì di nuovo in palestina
poiché si era ormai adattato alla vita e cultura della Sicilia. Quando ci fu la
distruzione di Gerusalemme fu Ruben a fornire a Levi i passaggi per andare a
Nord, ed anzi li avevano invitati a stabilirsi in Sicilia con loro, e costruire
lì una terra promessa. I grandi sacerdoti di Levi avevano però affermato che
Israele doveva essere indipendente, e la Sicilia per quanto culturalmente
ebraica era pur sempre una provincia romana.
La Sicilia fu poi occupata dai Vandali, e chiese per questo l'aiuto dei
Bizantini. Con la riconquista romana la Sicilia divenne una provincia
dell'impero bizantino, e Ruben mandò più volte emissari per consigliargli come
custodire i luoghi santi. La tribà di Ruben può essere considerata la più antica
sostenitrice del Sionismo Cristiano (da molto prima della riforma protestante),
affermando che la tutela degli ebrei e dei loro luoghi sacri avrebbe portato
alla benedizione divina verso i gentili cristiani.
Ma Bisanzio perse la Palestina, cedendola agli Arabi. E la Sicilia fece la
stessa fine, venendo conquistata dai pirati arabi. Essendo la Sicilia piena di
ebrei i musulmani concessero ampie autonomie e rispettarono la cultura locale,
rendendo la Sicilia un fiorente centro culturale (tanto che Palermo era nota
come la città delle cento moschee). Gli ebrei erano rispettati dalla popolazione
locale, con la funzione di eruditi medici ed economisti che finanziavano i
pirati arabi per fare da corsari contro i loro rivali. In questo contesto
Siracusa divenne nota come la Quinta Repubblica Marinara (informalmente, visto
che non era una repubblica).
Tuttavia, gli ebrei sognavano di liberarsi dal dominio arabo e di formare un
regno propriamente siciliano e libero. Chiesero di nuovo aiuto, e a rispondere
furono i Normanni. Senza colpo ferire, questi nordici guerrieri liberarono la
Sicilia (coalizzandosi con alcuni leader arabi in loco e ricompensandoli per la
loro fedeltà), il resto del meridione e tutta la Tunisia, dove i mercanti
siciliani avevano già penetrato economicamente. Nasce così il Regno normanno di
Sicilia.
Questo regno era apertamente multiconfessionale: cristiani, musulmani ed ebrei
erano liberi di praticare, senza alcuna tassa di culto. I Re normanni imparavano
dai filosofi arabi e tenevano a corte consiglieri ebrei. La Sicilia divenne il
regno centrale di tutta l'Europa, vivendo di ricchissimi commerci (saranno le
Repubbliche Marinare a copiare il modello siciliano), fondando la prima scuola
letteraria italiana (che sarà copiata dagli Stilnovisti toscani), investendo in
una burocrazia centralizzata e premiando in base al merito e non alla
provenienza religiosa o geografica. La Sicilia era una eccezione rispetto al
resto dell'Europa, con altissimi livelli in termini di qualità di vita e di
cultura generale. La prima università europea (quella di Catania) venne
costruita proprio qui.
La tecnologia idraulica romana (preservata da Bizantini ed Arabi) venne
amplificata, fornendo acqua corrente a tutte le città siciliane ed un sistema di
irrigazione moderno. Questo rese la Sicilia l'unica capace di esportare persino
d'Inverno il suo grano, e la rese un'isola relativamente intonsa dai casi di
peste. Gli ebrei inoltre consigliarono saggiamente i re Normanni in termini di
politiche matrimoniali, portandoli a porre proprio un Siciliano (Federico II di
Svevia) sul trono del Sacro Romano Impero Germanico. Riunendo quasi tutta
l'Italia e tutta la Germania, dopo aver conquistato Sardegna e Corsica Federico
II decise di accontentare una richiesta che gli ebrei facevano spesso: quella di
ricordarsi della Palestina, da troppo tempo in mano agli Arabi.
Federico II si portò dietro tutti i maggiori politici europei con le loro
armate, e vinse numerose battaglie. Ma i suoi maggiori successi furono
diplomatici. Dopo aver sbaragliato le truppe arabe più volte, propose la
creazione di un Regno di Gerusalemme. Questo Regno avrebbe giurato eterna
neutralità e piena laicità, facendo da stato cuscinetto tra il Nord cristiano ed
il Sud islamico. Il Regno sarebbe stato governato da un sistema di contee. Le
contee del Nord (capeggiate da Acri) in mano ai Cristiani. Quelle del Sud
(capeggiati da Giaffa). Il Re avrebbe avutu un titolo puramente formale, il vero
potere era nelle mani della Dieta Reale, i cui membri erano perfettamente divisi
tra cristiani e musulmani delle varie contee. In questo modo Gerusalemme divenne
la primissima monarchia costituzionale. I parenti di Baldovino IV furono
invitati a ritornare, giurando eterna neutralità in ogni futuro conflitto. Il
transito di tutti i pellegrini di ogni fede era garantito e sicuro. Federico II
organizzò un matrimonio con uno dei suoi nipoti, per legare Sicilia e
Gerusalemme.
Federico tornò in Europa accolto da alcuni come un liberatore delle terre sante,
da altri come un eroe pacificatore. Da altri ancora criticato come un demone al
servo del defunto Saladino, da altri ancora (nei paesi musulmani) come una piaga
papista. Sia come sia ora Sicilia, Tunisia, Napoli, Sardegna, Corsica, Tunisia e
Gerusalemme formarono le Sette Sicilie di quello che gli storici chiamano "Regno
del Sud". Ed era unita al Sacro Romano Impero Germanico.
La Sicilia era una superpotenza regionale, ed arrivò addirittura a minacciare
apertamente la sua vecchia madrepatria, ossia Bisanzio. Le truppe Siciliane
(meglio armate e meglio amministrate) sbarcarono nell'odierna Albania e
cercarono di sfruttare le divisioni politiche per imporre un re Normanno su
Bisanzio, e unificare di nuovo L'Impero Romano sotto di loro. Gli ebrei fecero
da consulenti agli Svevi per tutto il tempo. La guerra fu lunga e logorante, per
i Bizantini. Alla fine le popolazioni greche si ribellarono, le colonie
Veneziane (alleate di Bisanzio) vennero occupate dai pirati arabi al soldo dei
Normanni, e Bisanzio si ritrovò accerchiata ed isolata, con i Normanni che
favorirono l'ascesa di popolazioni ad Oriente di religione musulmana a cui
cedettero gran parte dell'Anatolia continentale. Il Sultanato di Rum, alleato
dei Normanni ed antenato dei futuri Ottomani.
Questo è considerato l'apogeo della politica Siciliana: un nuovo Impero Romano
(seppur con qualche pezzo mancante).
Per la seconda volta Roma aveva riunito oriente e occidente. E per la seconda
volta tale unione fu di breve durata.
La Francia si oppose con le unghie e con i denti al nuovo ordine mondiale. Il
Papa scomunicò di nuovo il monarca siciliano, ed alla fine i due figli
(sventuratamente gemelli) si spartirono Oriente e Occidente.
L'Oriente riprenderà la sua lenta decadenza, mentre l'occidente Siciliano
perderà gradualmente il controllo della Germania e poi di altre isole. Infine,
la stessa Francia architetta di tutto questo finirà per occupare illegalmente la
Sicilia. Gli ebrei non accettarono tale sopruso (il fenomeno dei Vespri
siciliani nasce proprio per una violenza antisemita) e chiesero l'aiuto della
corona Aragonese. Per la seconda volta gli ebrei furono consulenti di un
ingegnoso piano che portò gli Aragonesi (poco ambiziosi come ceto politico) a
riunire tutta la Spagna, e poi legarsi con gli Asburgo. Sotto Carlo V il sogno
di un Impero Romano sembrava ritornare, suo figlio era destinato a sposare la
Regina d'Inghilterra Maria Tudor e con Lepanto si parlava di una nuova crociata.
Poi però la Riforma Protestante divampò spezzando la Germania.
L'Inghilterra passò alla protestante Elisabetta, la Francia distrusse i piani di
dominazione alleandosi con gli Ottomani, e l'Impero Asburgico venne diviso tra
Austria e Spagna. E la Sicilia finì alla Spagna. E rimase alla Spagna a lungo,
fino a quando i Savoia non ereditarono la Sicilia con il Trattato di Utrech.
Essi avevano inizialmente sperato di scambiarla per la più vicina Sardegna, poi
però ci ripensarono. I Savoia, venuti in visita in Sicilia, si innamorarono del
panorama, del clima, del folklore, della cultura, della cucina e soprattutto
notarono le enormi potenzialità dell'Isola. I Savoia così si tennero la Sicilia,
e nasce così il Regno di Sicilia propriamente detto.
I Savoia perderanno progressivamente i loro domini piemontesi (diventando sempre
più siculo-centrici) nel corso di varie guerre, e con la Rivoluzione Francese si
rifugeranno in Sicilia del tutto, protetti dalla marina inglese. I Savoia non si
arresero, e finanziarono un cardinale ambizioso per far ribellare la popolazione
contro i Giacobini ed indurli alla ribellone. nascono così i Sanfideisti, truppe
di ribelli che mescolavano ex nobili conservatori e popolani patriottici
scontenti del governo giacobino. I Sanfideisti diedero filo da torcere alle
truppe Napoleoniche, e con il crollo dell'Impero francese si presero tutto il
Sud. Ai Trattati di Pace i Savoia avevano una scelta: abbandonare il Sud e
riprendersi i (pochi) territori piemontesi rimasti, oppure tenersi il Sud e
abbandonare il Nord ad un regno Lombardo-Piemontese spagnolo. I Savoia, ormai da
generazioni "sicilianizzati" ed anti-francesi, si tennero il Sud.
Sotto i Savoia il Regno di Sicilia fu il primo a proclamare una Costituzione, ad
investire pesantemente nell'industria dell'acciaio (chiamando ingegneri ed
esperti inglesi e prussiani).
Il divario tra Nord e Sud era più grande che mai: mentre il Sud era in piena
Magna Grecia, il Nord era diviso tra tribù galliche. Mentre il Sud era in mano
all'Impero Bizantino, il Nord era litigato da un terribile feudalesimo, e al di
fuori della breve età comunale (che esplicitamente si richiamava al modello
Siciliano) non ebbe vita facile, la Lega Lombarda era stata schiacciata (proprio
da un Siciliano, peraltro). Il Sud era esploso in ricchezza sotto i Normanni, e
sotto gli Asburgo era diventato potentissimo. Il breve momento di vantaggio del
Nord sul Sud (durante il dominio borbonico) venne meno quando il Veneto e poi la
Lombardia passarono all'Austria, moncando ogni tentativo di riforma e di nascita
di una potenza autenticamente "indipendente" nel Nord.
La Sicilia invece era rimasta indipendente, fiera, ricca e potente. La
differenza tra i due paesi era abissale.
I Savoia non rimasero con le mani in mano, e oltre a partecipare alla Guerra di
Crimea iniziarono a finanziare rivolte anti-asburgiche in tutto il Nord. Con lo
Sbarco a Quarto i Mille volontari capitanati da Garibaldi erano intenzionati a
liberare tutto il Nord. Sbaragliarono le truppe francesi in Liguria,
sbaragliarono le truppe spagnole in Piemonte e giunsero fino a Milano, dove
proclamarono la Repubblica Milanese portando finalmente una ondata di
liberalismo nel Nord. Poi andarono a Sud, liberando i vari micro-ducati
filo-Asburgici. Intanto dal Sud la Sicilia arrivò e a Teano i due eserciti si
riunirono. Il Nord, nonostante i desideri repubblicani e radicali, si fece
annettere al Sud.
Quando proposero di spostare la capitale a Firenze o Napoli (più centrali), il
primo ministro Carmelo Ben Joseph conte di Bagheria disse "La capitale fuori
dalla Sicilia? Ma siamo pazzi?". Viene proclamato il Regno d'Italia, che avrà
una classe politica e una tiratura ideologica orgogliosamente siciliana. Il
Lazio verrà liberato con la fine di Napoleone III, e il Veneto invece con
l'alleanza con la Prussia. Il Nord ebbe continui fenomeni di rivolta contro il
Sud, ed il fiorentino divenne la lingua tipica dei nostalgici degli Asburgo (i
Viennisti, che si resero responsabili di atti di vero e proprio terrorismo),
contrapposta al Siciliano (lingua ufficiale).
L'Italia visse un periodo di industrializzazione sempre più pesante sotto vari
governi (alcuni dei quali guidati da ebrei siciliani), fino all'età dell'oro di
Giovanni Giolitti, di famiglia piemontese ma filo-sicula.
La politica italiana venne controllata da una elite Siciliana praticamente in
maniera ininterrotta, portando alla ripresa della Tunisia e della Libia così
come alla vittoria nella Prima Guerra Mondiale. A questo punto però emerge un
nuovo partito politico. Il Movimento dei Fasci Italiani. Composto da ex
Viennisti, si caratterizza per un mix di nazionalismo italiano e di disprezzo
verso la politica siciliana. I Fascisti a differenza dei loro genitori e nonni
Viennisti sanno che ormai l'Italia si è fatta, e invece di staccarsi dalla
Sicilia è necessario deporre l'elite culturale ed economica siciliana. I
fascisti proteggevano gli imprenditori settentrionali e i grandi latifondisti
padani dalle politiche accentratrici del governo italiano e dai sindacalisti e
comunisti. Alla fine Mussolini marciò su Roma, e i Savoia nonostante il parere
dei loro consiglieri accettarono di dargli il potere. Mussolini sin da subito si
caratterizza per lo spostamento dell'asse politico dalla Sicilia alla Lombardia,
per un avvicinamento storico all'Austria (e poi alla Germania), e per un
fortissimo anti-semitismo. Vennero imposte pesantissime sanzioni su tutta
l'economia meridionale (compresa la famosa Tassa sul Macinato) allo scopo di
"ripagare il superiore Nord da tutte le ruberie dei Terroni".
Ruberie mai esistite, al di fuori della Lega Lombarda la Sicilia non aveva mai
interferito con il Nord e l'amministrazione Sicula non aveva mai fatto uso di
criminalità organizzata sul Nord. In ogni caso Mussolini cercò di depotenziare
la Sicilia (cosa che gli sarà fatale) e la sua industria, e fu in primo piano
nel tentativo di deportare gli ebrei Siciliani in Etiopia (dove la tribù di
Ruben reincontrò i suoi antichissimi cugini) ed avviare un terribile sterminio.
Quando gli Stati Uniti invasero l'Italia, questi partirono proprio dalla Sicilia
(considerata più amichevole), ed il Sud venne rapidamente ripulito grazie alla
collaborazione dei locali e della classe politica. Al Nord invece ci fu
un'invasione tedesca, con una guerra senza quartiere tra Partigiani e
Repubblichini. Alla fine il Sud vinse, i Savoia vennero esiliati colpevoli
d'aver favoreggiato il Fascismo, e nacque la Repubblica Italiana. Questa
Repubblica si caratterizzò sin da subito per un senso di accentramento romanista
in mano alla Democrazia Cristiana, poco più che fantoccio degli Stati Uniti. Il
governo democristiano annunciò sin da subito la sua ferma intenzione di
annullare le riforme agrarie risalenti addirittura ai Normanni, e cedere le
terre a dei latifondisti nordici "che avrebbero meglio amministrato la cosa
pubblica nel mezzogiorno".
I Siciliani non ci stavano, ed indissero fortissimi scioperi e manifestazioni,
chiedendo l'indipendenza dalla Repubblica Italiana. Gli americani, temendo che i
comunisti si sarebbero infilati, imposero a Roma un referendum indipendentista.
Nonostante i tentativi di brogli da Roma, il tentativo di introdurre un
"Collegio Elettorale" per misurare il voto democratico e "controllarlo meglio",
alla fine la Sicilia ottenne una enorme autonomia come regione a statuto
speciale.
La Banca centrale italiana, da che era a Roma, venne rimessa dove era un tempo
(a Messina).
Oggi la Sicilia è una delle più forti sostenitrici dello Stato Israeliano, ed è
parte dell'Unione Israeliana (essendo uno stato autonomo può farlo).
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13. Lo Stato di Israele
Con l'Esilio Babilonese, solo otto delle Tribù rimasero nel continente della loro Terra Promessa (ovvero l'Asia): Beniamino, Simeone, Dan, Manasse, Neftali, Issacar, Levi e Giuda. Di queste, Dan si trasferì in Africa mentre Neftali in realtà è solo successivamente che divenne una nazione propriamente asiatica. Dunque solo Beniamino, Simeone, Manasse, Issacar, Levi e Giuda erano propriamente rimaste nello stesso continente della Palestina. E di queste, solo tre rimasero nella mezzaluna fertile: Levi, Beniamino e Giuda.
E di queste tre, solo Giuda e Levi dopo l'Esilio Babilonese tornarono in Palestina, dove si ricostituirono come un unico regno che orbitò sempre nella politica Babilonese (compresa l'impresa di Alessandro Magno, che fu storicamente aiutato dagli Ebrei). Quando gli ebrei si stufarono dell'oppressione post-ellenistica chiesero l'aiuto dei Romani, e vennero frammentati in quattro regni clientelari. In questo clima c'era una rigida divisione in caste, in cui in cima c'erano i pochi Leviti rimasti (casta sacerdotale), sotto il comune volgo di Giuda, e sotto ancora i Samaritani, considerati stranieri ma in realtà discendenti di mescolanze progressive tra Filistei ed Ebrei di varie tribù. I Samaritani erano considerati eretici dai Leviti, mentre i Samaritani consideravano eretici gli stessi Leviti, e li accusavano di essersi fatti contaminare dal politeismo babilonese.
E' in questo periodo che la predicazione di Gesù fece nascere i primi cristiani. Molti ebrei si convertirono, alcuni invece rimasero appunto tali ed alcune frange estremiste divennero strenuamente anti-cristiane ed anti-romane. Dopo una fallita ribellione, e la distruzione di Gerusalemme, Levi lasciò la Terra Santa. Giuda era a questo punto l'ultima tribù che si rifiutò di abbandonare la Palestina. Giuda si mescolò ai Samaritani creando la popolazione semitica che oggi conosciamo come Palestinesi. Questa popolazione rimase di cultura prettamente ebraica sotto la dominazione Romana e Bizantina fino all'avvento del Califfato. A questo punto iniziano le crociate, che conducono tutte le nazioni cristiane a sostenere la nascita di paesi crociati militaristici in difesa dei luoghi santi. Questi stati si federano sotto la monarchia di Gerusalemme. Questa monarchia avrà il suo più alto apogeo con Baldovino IV, detto il Giusto. Lebbroso sin da giovane, si appoggiò ai medici ebrei e alla loro medicina (più empirica), cosa che gli allungò notevolmente la vita e gli diede vigore. Fidandosi di loro, rese Gerusalemme un centro importante di commercio, strinse relazioni amichevoli con i paesi e i potentati vicini (cristiani e musulmani), garantì massima libertà di culto sia ai musulmani sia ai cristiani e (caso unico) anche agli ebrei. Il Regno di Gerusalemme venne sostenuto con fervore dalla tribù di Giuda, il regno di Baldovino era una monarchia costituzionale illuminata che vide il fiorire di arti e cultura, ingegneria e architettura, con il supporto di esponenti del mondo cristiano e musulmano, così come detrattori da entrambi i mondi. Baldovino ed i suoi discendenti riuscirono a giocarsi un delicatissimo equilibrio, chiedendo il soccorso dei Regni cristiani ogni volta che i musulmani minacciavano di invadere, e al tempo stesso stringendo rapporti commerciali e proposte difensive con i maggiori generali del Califfato per evitare simpatici Golpe da Templari e simili.
Con la fine di Baldovino il Regno di Gerusalemme crollerà, ma non la sua eredità. Federico II di Svevia lo ripristinerà, affermando di ispirarsi espressamente a Baldovino e al suo modello di amministrazione tollerante. Gerusalemme rimarrà una nazione normanna per generazioni, sarà solo con gli Ottomani che cadrà in mano musulmana definitivamente. Gli Ottomani nacquero in un contesto geografico fatto di alleati musulmani anti-bizantini foraggiati dai Normanni, che con l'invasione Mongola si erano potenziati. Gli Ottomani rubarono tutto il meridione e l'oriente a Bisanzio, compresa Gerusalemme che infine cadde. I cristiani, invece di venirla a liberare, assaltarono Bisanzio indebolendola ulteriormente. Gli Ottomani infine si presero tutti i territori che furono dell'Impero Bizantino. Moltissimi ebrei del regno di Giudea si convertirono alla religione islamica, lasciando gli ebrei palestinesi in minoranza.
Con la prima guerra mondiale l'Impero Britannico decise di risolvere due problemi in uno: eliminare tutti quegli ebrei così tanto da loro indesiderati e rubare territori al morente Impero Ottomano. Così proposero il Progetto Sionista: una patria comune per gli ebrei di tutta l'Inghilterra. Anzi, di tutto il Regno Unito. Anzi, di tutto l'Impero Britannico. Anzi, di tutto il mondo. La proposta incontrò il favore del ceto intellettuale ebraico, ed il supporto di alcune di queste (come lo Yemen).
L'Impero Ottomano crollò, e la Palestina passò all'Impero Britannico. L'Impero iniziò a finanziare il trasferimento (spesso forzoso) di moltissimi ebrei, e molti ebrei dalle varie nazioni ebraiche si trasferirono in Palestina. Questo creò una divisione in due della popolazione: gli Ebrei di Gerusalemme (ossia un mix di ebrei di tutto il pianeta, soprattutto inglesi e americani) ed Ebrei di Giuda (ossia Palestinesi, molti dei quali non ebrei di religione). Gli ebrei di Gerusalemme non furono sempre trasparenti e paritari nell'acquisto (spesso poco trasparente, o addirittura forzoso) di territori dei Palestinesi, e si crearono frizioni per il controllo dell'acqua e delle zone più fertili. Ma i Britannici non ci fecero molto caso, essendo fortemente antisemiti. La cosa cambiò con la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto. Questo rese la violenza sugli ebrei qualcosa di inaccettabile, e con il diffondersi dell'anti-colonialismo l'idea di una nazione ebraica sembrava orma ineluttabile. Sempre più ebrei da tutto il mondo scapparono in Israele, soprattutto con la fine del conflitto. Si decise quindi di dividere la palestina in due territori: Israele (composto in larga parte da ebrei di recente arrivo) e Giuda (composto da palestinesi, tribù di Giuda). Gerusalemme venne divisa in due parti.
A questo punto lo stato di Israele, sfruttando gli attacchi dei paesi vicini e di certi movimenti terroristici minoritari di Giuda, iniziò a praticare un vero e proprio Apartheid: quartieri segregati, ostracismo politico, politiche poliziesche differenti, razzismo aperto nelle istituzioni verso i palestinesi, rimozione di territori (anche illegalmente) ed incarcerazione di massa. Fu a questo punto che il mondo intero iniziò a protestare. Contro Israele.
"E' assurdo che così tanti
ebrei vengano massacrati", "Non si è mai vista una tale violenza anti-semita dai
tempi dell'Olocausto", "Non importa quanto gli ebrei di Israele abbiano
sofferto, questo non giustifica l'eccidio verso i loro cugini". Moltissimi
intellettuali ebraici condannarono la politica neo-fascista di Israele.
Un professore (discendente da Ruben) in Sicilia cinicamente fece notare uno
strano scenario ucronistico "Se a Giuda non ci abitassero ebrei, ma arabi
comuni, il mondo si sarebbe sollevato così facilmente? Oppure avrebbero annuito
silenziosamente lasciando andare avanti questo scempio?"
Alla fine Israele stava balcanizzando Giuda, lasciandogli pochi territori (tutti separati tra loro, privi di acqua potabile e in mano ad estremisti, con crudeltà continue), alleandosi con l'Arabia Saudita. Ma una crisi di governo, unita all'instabile legge elettorale Israeliana e un Partygate dei conservatori, permise al Partito Laburista Israeliano di ottenere la maggioranza assoluta coalizzandosi con i comunisti dei Kibbutz e con il Partito di Giuda (partito di riferimento degli Arabi in Israele, filo-palestinese). Il nuovo governo per prima cosa riconobbe l'esistenza di Giuda come stato legittimo, ed i due stati firmarono una Tregua Perenne, che poi divenne un trattato di Non Aggressione, ed infine di Pace Perpetua. Israele condannò le milizie di estrema destra ed organizzò la primissima Norimberga Israeliana. Giuda scomunicò e condannò diversi membri delle milizie estremiste. I due paesi firmarono una alleanza difensiva comune, e successivamente di offesa comune. Unirono i loro eserciti (lasciando distinti i singoli reggimenti). Israele ritirò tutti gli insediamenti illegali (ripagando le spese di trasloco), affermando che non avrebbero protetto coloro che sarebbero (per loro volontà visti i traslochi pagati) rimasti a Giuda. I confini della risoluzione ONU vennero ripristinati, ma con modifiche basate su una divisione cantonale (che seguiva i confini etnici). Ogni cantone votò con Referendum a quale delle due nazioni appartenere, ed i due paesi si unirono in una federazione in stile Bosnia Erzegovina, composta da tre stati sovrani: Israele, Giuda e Gerusalemme (come città). La moneta unica veniva stampata nella Banca Centrale di Gerusalemme, e continuò a venire stampata lì fino all'ingresso dell'Unione di Gerusalemme in Europa.
Fu proprio questo governo Laburista, guidato da Merav Michaeli, oltre a favorire l'ingresso in Europa, il responsabile dell'invasione dell'Arabia Saudita per salvare la repubblica sorella dello Yemen. Con questa Repubblica e con l'Etiopia venne siglata la Fratellanza Ebraica, che in seguito diventerà l'Unione Israeliana.
L'Unione Israeliana è un'alleanza formale di tutti e dodici i paesi che discendono dalle varie tribù di Israele. Levi non ha un paese tutto suo essendo nel Deseret, ma manda comunque dei delegati regolarmente. L'Unione Israeliana ha il compito di preservare la cultura ebraica "in tutte le sue varianti e diversità", valorizzare l'ecumenismo di tutte le chiese ebraiche, tutelare dall'antisemitismo dei non ebrei (specie il Nazismo), così come degli ebrei (nella forma di lotte interne), aiutare lo sviluppo dei paesi membri (specie i più poveri), affrontare le sfide del futuro insieme, favorire la migrazione di qualsiasi ebreo in Israele se lo desidera, favorire la cooperazione economica tra i paesi e fare peso economico insieme.
L'Unione Israeliana, considerati alcuni dei paesi che ne fanno parte (come Etiopia, Liberia e Taiwan) è molto potente. Al suo interno conivono comunisti (Konigsberg) e Nazionalisti (Taiwan), ebrei Ortodossi (Israele) e Rastafari (Etiopia). L'Unione Israeliana ha un peso geopolitico notevole, è considerata il blocco emergente insieme all'Unione Europea nella nuova guerra fredda tra USA e Cina. Alcuni accusano l'Unione di essere la prova di un complotto Giudaico Massonico per il controllo del globo, e usano come prova il "successo" dei paesi ebraici. Lasciamo che siano le parole del Primo Ministro Michaeli a smentire tali voci:
« Ma scusate, siamo stati sterminati ed esiliati, soggiogati e conquistati così tante volte! Abbiamo ripreso la nostra indipendenza a volte solo dopo secoli! E non c'è mai stata alcuna comunicazione tra noi, chilometri e chilometri ci separavano. Spesso i nostri obiettivi sono stati contraddittori, tra Panarabisti e filo-Israeliani, tra pro e anti-americani. Non c'è una sola cosa su cui siamo stati tutti d'accordo, abbiamo supportato sia nazioni vincenti sia nazioni perdenti. A me sembra che l'Antisemitismo sia basato sull'ignoranza della statistica. Se siete in tanti, e credete in tante idee, prima o poi matematicamente ci si azzecca. Ma non perché ci sia un trucchetto dietro! Se noi ebrei controllassimo davvero il mondo non ci saremmo mai divisi. Saremmo rimasti uniti. E' proprio perché non lo controlliamo che stiamo cercando di farlo ora! »
שָׁלוֹם עֲלֵיכֶם
Shalom aleikhem.
MorteBianca
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Questo è il commento in merito di Alessio Mammarella:
Bellissimo il finale e bellissima l'intera storia. Soprattutto, non è soltanto un esercizio di controfattualità, ma ha anche un senso molto politico. Rappresenta un modello alternativo rispetto allo stato israeliano attuale. Non un'unica patria bensì tante, ciascuna con le sue caratteristiche politiche e religiose frutto dell'esperienza storica di quel particolare angolo del mondo.
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