La Corsa al Pacifico

Il discorso parte da un'idea del solito William Riker:

Supponiamo che il Cile si muova per tempo e non annetta solo l'Isola di Pasqua e la vicina e disabitata Sala-y-Gómez, ma anche le Isole Sottovento, le Marchesi, le Tuamotu, Pitcairn. le isole Jarvis, le isole Cook e magari addirittura le Samoa e le Tonga, creando un vero e proprio impero coloniale nell'Oceano Pacifico.

Le potenze europee e gli Stati Uniti stanno a guardare? Il Giappone dichiarerà guerra anche al Cile, durante la Seconda Guerra Mondiale? E se nella corsa al Pacifico si inseriscono anche Messico e Perù? Come cambia la storia del Sudamerica?

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Così obietta Rivoluzionario Liberale:

Beh, non credo che cambi molto per cosi poco, sono solo avamposti.

Certo che il Giappone la guerra l'ha gestita davvero male, farsi nemici contemporaneamente Cina e USA e tenere alleati cosi lontani da essere totalmente inutili!

Fossi stato io nell'elite militare al potere (l'imperatore non contava nulla) avrei fatto una guerra completamente diversa. La Cina non nemica e preferibilmente alleata, USA neutrali e avrei fatto la guerre agli imperi coloniali europei, abbastanza deboli, odiati e ricchi di colonie.

Avrei cercato di spiluccare qualcosa Nuova Guinea, Filippine, appoggiando gli indipendentisti di tutti i paesi Olanda, Francia, Inghilterra. Eventualmente gli stati nascituri (Vietnam, Cambogia, Filippine) anche se indipendenti sarebbero stati de facto dipendenti dal Giappone.

Avrei cercato di favorire l'indipendenza indonesiana, ma impedendo la creazione di uno stato unitario (Giava, Sumatra, Bali, Sulawesi) stati indipendenti, da porre come piccoli controllabili. Invece si è cercato l'assalto frontale, come novelli Alessandro Magno, ma gli USA non sono la Persia!

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Never75 aggiunge:

Beh, sul fatto che la guerra i Giapponesi l'abbiano gestita male, posso anche essere d'accordo. Ma siamo sicuri che ci sarebbe stata possibile un'alternativa?

Teniamo presente che Pearl Harbour fu, in un certo senso, una tappa obbligata.

Il Giappone, allora come oggi, dipende(va) al 90% dall'estero per le materie prime. Se gli USA gli avevano bloccato le importazioni dal Continente (con una specie di embargo militare già alla fine degli anni '30) me lo spiegate come avrebbe potuto conquistare quello che ha conquistato senza entrare in guerra cogli USA?

Il ragionamento dei generali era: attacchiamo gli USA ed impadroniamoci di più territori possibili e poi chiediamo a loro una pace separata. Credo che neanche i generali giapponesi abbiano mai preso in considerazione di vincere davvero una guerra con loro.

La cosa che non avevano considerato era la tenacia americana di fronte ad un attacco straniero (e gli effetti li stiamo vedendo anche oggi).

Sul fatto che Italia e Germania erano alleati troppo lontani da essere inutili: questo può anche essere vero, però vale anche il contrario.

Nei fatti Giappone-Germania-Italia (almeno fino al '43) pur formalmente tra loro alleate, in pratica si potè dire che combatterono più che una guerra sola, ben tre guerre parallele!

Non ci fu la benché minima collaborazione militare e geopolitica dei tre Stati Maggiori. Delle tre solo l'Italia (l'anello più debole della catena) fu costretta più per necessità che per altro a richiedere l'aiuto tedesco in diverse occasioni (Grecia, Jugoslavia e Nord Africa) ma solo perchè le cose si erano messe talmente male che da sola non ce l'avrebbe mai fatta a risolversele.

Per quanto riguarda i Paesi del Sud est asiatico, quello che dDuck dice nei fatti si è davvero verificato. In effetti il Giappone ci ha messo davvero poco a conquistarsi un Impero Continentale in Asia, proprio perchè gli avamposti occidentali erano deboli, divisi al loro interno ed in minoranza rispetto alla popolazione natìa (che aveva fatto causa comune con gli invasori).

L'India rimase britannica (ma solo fino alla fine della Guerra) solo perchè gli Inglesi le promisero l'indipendenza a fine conflitto. proprio per evitarle (forse) di abbracciare la causa nipponica. Anche se io avrei nutrito comunque dei dubbi. 

Gli Indiani in Asia si sono sempre ritenuti un popolo a parte, diversi (anche fisicamente) dagli altri "orientali".

Credo che i Giapponesi, in una eventuale invasione, sarebbero stati visti male comunque, né più né meno degli stessi Inglesi.

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Ed ecco il parere di Enrico Pellerito:

Mi trovo d'accordo con le conclusioni di Never75, ma anche l'analisi di dDuck, sul fatto che l'eventuale dominio del Pacifico cileno da occupare sarebbe stato solo un avamposto, mi sembra corretta.

Solo che bisognava arrivarci, e così ad est, nel quadrante meridionale del Pacifico, i Giapponesi non arrivarono.

Volevo far notare che l'apertura di un fronte nel Sud America sarebbe stata un'avventura piuttosto rischiosa, dagli esiti incerti e con (presumibili) risultati perlomeno discutibili.

Certo è che le più azzardate e fantasiose proiezioni di conquista nipponiche, prevedevano il dominio della costa pacifica delle Americhe, ma ciò sarebbe stato fattibile solo nel caso gli USA fossero spariti come potenza militare; ma fra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare (è proprio il caso di dire).

Sul fatto che il Giappone abbia gestito male la guerra, sono pienamente d'accordo, ma, come dice Max, la cricca al potere era ormai ad un bivio che per un orientale (specie nella prima metà del secolo scorso) risultava è improponibile: o combattere o perdere la faccia.

La Cina era considerata terra di conquista per Tokyo, nonostante il "Generalissimo" (ho sentito dire che nei documenti ufficiali cinesi il titolo era riportato in lingua italiana!?!) Chiang Kai-shek fosse ideologicamente vicina a Italia e Germania, che lo rifornirono di armi fino a poco prima che scoppiasse il secondo conflitto mondiale.

Sebbene ispirato ai principi della democrazia, il Partito Nazionalista Cinese (Kuomintang) non li applicava affatto.

Il Generalissimo aveva fatto l'accademia militare proprio in Giappone, impregnandosi di militarismo e di autoritarismo fin sopra i capelli e le sue idee politiche potevano tranquillamente definirsi fasciste.

Preconcetti razziali e fama di conquiste e materie prime impedivano ai Nipponici di vedere l'utilità di un'alleanza con la Cina, con qualsiasi Cina.

Paradossale e identico a quanto fatto da Mussolini nei confronti della Grecia!

Il Giappone voleva dominare totalmente la Cina e per questo, quando aveva invaso la Manciuria, era anche uscito dalla Società delle Nazioni, avendo contro tutti, ma, in primis, gli Stati Uniti.

La niente affatto consolidata talassocrazia nipponica comprese troppo tardi di essersi andata a cacciare in un vicolo cieco, dipendente com'era dalle materie prime che giungevano dall'estero.

Il petrolio mancese non era sufficiente a renderla indipendente per l'energia; nonostante ciò, la politica d'espansione in Cina provocò attriti e frizioni con USA e UK ma nessuna stretta economica tale da strangolare il Giappone; se Tokyo avesse ridimensionato i suoi programmi non si sarebbe per forza giunti alla guerra.

Proprio la successiva espansione verso l'Indocina francese fece provocare l'embargo petrolifero, voluto e guidato dal governo Roosevelt; da lì ne seguì l'esigenza che ha precisato Max e che potremmo riassumere in: o perdo la faccia o ti rompo la faccia (con l'altissimo rischio di trovarmela, invece, rotta io).

Aveva voglia a dire Yamamoto, che negli USA c'era stato e li conosceva bene, quanto rischioso fosse il gioco: "Se entriamo in guerra non dovremmo solo conquistare le Hawaii o la California; dovremo marciare fino a Washington". Praticamente impossibile.

I vertici giapponesi ritennero che l'occupazione di un'area quanto più ampia, accompagnata da potenti colpi inferti alle forze armate USA, avrebbero consentito di chiedere, da una posizione di predominio, il raggiungimento di un accordo.

Quanto si sbagliavano!

Tornando alle analisi di Never75, sul fatto che si lottava separatamente, ricordiamo che all'inizio Mussolini era un convinto assertore della guerra "parallela"; altra pia (anzi pietosa) illusione niente affatto diversa da quella di Tojo e combriccola.

Poi, come ricordate, invocò l'aiuto del più potente vicino.

Per concludere, è certo che i Giapponesi vennero accolti come liberatori da quei popoli prima soggetti al dominio diretto britannico, francese, olandese e americano, ma quando fu chiaro il vero spirito razzista dei militari del Sol Levante... i sinceri collaborazionisti cominciarono a diradarsi.

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Renato Balduzzi subito aggiunge:

Complimenti a Enrico e a Never75, avete una ottima conoscenza della Seconda Guerra Mondiale!

A me però ha sempre intrigato l'idea di un attacco diretto agli Stati Uniti (cosa che se non erro non sperimentarono dalle ultime guerre contro l'Inghilterra fino all'11 settembre 2001). E' anche vero che l'invasione degli Stati Uniti non sarebbe stata possibile se non per via dimostrativa (mi sembra di ricordare a questo proposito un bombardamento giapponese in una foresta dell'Oregon).

L'Europa, essendo un mosaico di popoli e nazioni, per di più con l'agguerrita Gran Bretagna onnipresente e l'Unione Sovietica che premeva ad est, non sarebbe stato un buon posto da dove partire per un ipotetico attacco agli USA.

L'unica speranza era un attacco giapponese della costa occidentale con bombardamenti sulle città di Seattle e San Francisco, e un ipotetico sbarco nella California meridionale.

Da quanto ho potuto evincere, esso si sarebbe potuto realizzare, forse, anche se in modo fallace, se il Giappone avesse rinunciato al controllo diretto della Cina. Grazie alla politica fascista di Chiang Kai-shek il Giappone avrebbe potuto impiegare truppe per un attacco diretto agli Stati Uniti, con conquista diretta delle Hawaii. L'asse sarebbe stato quindi quadripartito, e avrebbe visto Shangai e Tokio combattere "insieme" in Asia, Roma e Berlino in Europa e in Africa. La simbiosi sino-nipponica avrebbe portato giovamento ad entrambi. La Cina avrebbe potuto rimanere sul continente, mentre il Giappone avrebbe puntato esclusivamente al mare, protetto alle spalle dall'alleato.

Una espansione anche in Indonesia sarebbe stata importante, dato che alcune zone come il Borneo sono ricche di petrolio e materie prime.

Riguardo il Cile, siamo sicuri si sarebbe alleato con gli USA? Quali vantaggi avrebbe avuto ad entrare nell'Asse?

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Never75 non manca di rispondere:

I bombardamenti giapponesi nell'Oregon, come è stato recentissimamente svelato da documenti USA tenuti TOP SECRET fino a qualche anno fa, furono provocati da palloncini simili a quelli di elio con cui giocano i bambini ancora oggi.

Essi venivano caricati con materiale esplosivo ed incendiario e, sfruttando le correnti calde ascensionali del Golfo, lanciati dal Giappone arrivavano dalla parte opposta degli USA e lì rilasciavano il loro contenuto.

Nei fatti la difficile realizzazione pratica dei palloncini (e l'esito ormai scontato della guerra stessa) ne rese gli effetti reali pratici pressoché inesistenti.

Solo qualche incendio qua e là e l'uccisione di una ignara famiglia americana che aveva inavvertitamente raccolto il palloncino esplosivo.

Quelle 5 persone possono essere a pieno titolo annoverate tra le uniche vittime civili degli USA nella Seconda Guerra Mondiale!

Nonostante gli scarsi effetti, tuttavia i servizi segreti USA tennero i palloncini incendiari sotto segreto militare fino a pochissimi anni fa.

Solo recentemente ne è stata ufficialmente rivelata l'esistenza aprendo i famigerati archivi militari di 60 anni fa.

Guarda caso, detta rivelazione, giunse a pochissima distanza dagli avvenimenti dell'11/09/01.

Quasi a voler dire che ormai era inutile negare gli attacchi terroristici di quasi 60 anni prima quando se ne era verificato uno solo (ma dagli effetti assai più terrificanti) molto più recentemente...

Qui potrebbe venire l'ucronia.

E se i Giapponesi avessero pensato da subito all'idea dei palloncini kamikaze? Magari sarebbero riusciti a praticare con anticipo rispetto ad Al Qaeda una politica del terrore nei confronti degli USA anche senza entrare apertamente in conflitto con loro?

Io ne dubito lo stesso, però penso che comunque l'effetto-paura negli USA sarebbe stato assai maggiore.

Forse avrebbe prevalso il partito cosiddetto "pacifico" davvero esistente in HL e cioè coloro che pensavano che era meglio per gli USA concentrarsi maggiormente nella guerra del Pacifico contro i giapponesi piuttosto che aprire un fronte in Europa per aiutare gli inglesi.

Alla fine si fece un po' ed un po'.

Se però davvero gli USA ritengono che la guerra "giapponese" debba avere la precedenza?

In quel caso lo sbarco in Normandia o non avviene od avviene in ritardo. Magari spetterà ai soli inglesi ed ai loro Dominion (in primis Canada e Australia) accollarsene l'onere-onore,magari assistiti solo da un poco più che simbolico contingente statunitense. Con quale esito? E soprattutto, con quali effetti a fine conflitto?

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Enrico allora precisa:

Sul fatto dei palloncini incendiari, aggiungerei che la famiglia (una madre e i suoi 4 figli se non erro) perita nell'infausto evento, la si può definire l'unico gruppo di civili vittime sul suolo nazionale degli USA durante la seconda guerra mondiale.

In realtà, le vittime civili USA furono ben 8.000.

Ciò sembra assurdo, dato che non ci furono, ad esempio, bombardamenti sul territorio degli Stati Uniti.

In effetti, alcuni civili USA perirono in Europa durante il conflitto, perchè si trovavano di passaggio o momentaneamente residenti nelle città britanniche sottoposte agli attacchi della Luftwaffe.

Altri, marinai non militarizzati, facevano parte degli equipaggi di navi mercantili attaccate, oppure passeggeri di navi colpite "per errore".

Non mancarono anche dei giornalisti al seguito delle truppe, sebbene, in questo caso, una qualche forma di militarizzazione fosse in essere.

Vengono considerati pure "civili" alcuni membri dei servizi segreti che però non provenivano dalle forze armate (specie le donne) e che perirono a causa di operazioni fallite.

Infine, ricorderei i 68 civili morti durante l'attacco a Pearl Harbour e tutti quelli che si trovarono soggetti alle azioni nipponiche in Asia (specialmente nelle Filippine), compresi coloro fatti prigionieri e messi nei campi di concentramento dove hanno trovato la morte.

Per inciso, azioni militari dirette contro il territorio USA ve ne furono, come testimonia questa fonte.

L'ipotesi ucronica di un "Japan first", rispetto un "Germany First" è certo valida.

Pare che Roosevelt e Marshall giunsero alla seconda scelta perchè nell'entourage del governo americano (specialmente al Ministero del Tesoro) fosse presente una "corrente" sovietica (costituita anche da agenti segreti di Mosca) che pressava in questo senso.

Ma la logica ineccepibile diceva (e dice) che se si fosse combattuto primariamente il Giappone, Hitler avrebbe avuto il tempo di sconfiggere l'URSS e quindi consolidare al massimo la "Festung Europa", rendendo ancor più difficoltoso uno sbarco sul continente.

Mi chiedo, però, se nessuno abbia preso in considerazione a cosa si sarebbe andati incontro dovendo invadere il Giappone.

In ogni caso, ammettendo che non ci fossero state truppe USA impegnate in Africa e in Europa fintantochè non si fosse sconfitto il Giappone e che i bombardamenti nel vecchio continente fossero fatti dai soli Britannici, solo nel caso venissero pure lesinati gli aiuti all'URSS si sarebbe prospettata una situazione infausta per gli Alleati, al momento di sbarcare nella "Fortezza Europa".

Ben diversamente sarebbero state le cose nel caso di una guerra separata (Asse contro Commonwealth e URSS da un lato e Giappone contro Commonwealth e USA dall'altro).

Questa ipotesi, prospettata in "Asse pigliatutto" di Lucio Ceva, e sviluppata dai "nostri" Francesco, MAS e Giorgio Tebaldi, avrebbe costituito una seria probabilità che Hitler e Mussolini restassero in sella, dominando direttamente dall'Atlantico agli Urali e da Capo Nord fin dove si sarebbero potuti spingere in Africa.

Per fortuna nostra, non è andata così.

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E Basileus TFT puntualizza:

C'è anche da dire che un Cile troppo forte avrebbe certamente attirato le ire dell'Argentina, anche se è difficile prevedere se ci sarebbe stata una guerra, visto che tutta l'america del sud era sotto l'occhio vigile degli USA. Per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale, penso proprio che il Cile avrebbe volentieri preso parte alla spartizione del Giappone,piuttosto che rischiare di essere asfaltato dai relativamente vicini USA.

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Passiamo all'idea di Generalissimus:

Dopo la Battaglia di Midway, gli strateghi statunitensi erano divisi sulle vie da seguire.
Da una parte c'era l'Ammiraglio Chester Nimitz, che propendeva per il "salto della rana", ovvero riconquistare uno dopo l'altro gli arcipelaghi più strategici in mano al nemico, "saltando" appunto quelli che non avevano importanza strategica, limitandosi a renderli inoffensivi per il tranquillo svolgimento della campagna contro il Giappone.
Dall'altra c'era il Generale Douglas McArthur che voleva a tutti i costi sbarcare direttamente nelle Filippine per poter tenere fede alla promessa di tornare che aveva fatto quando fu costretto ad evacuare. La strategia di Nimitz era più razionale, ma anche quella di McArthur aveva elementi a suo favore e così si scelse una via di mezzo: prima si sarebbero conquistate le Marianne e Guam e poi sarebbe toccato alle Filippine.
Ma che accade se invece la spunta McArthur e gli Americani assaltano direttamente le Filippine?

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Gli risponde Perchè No?:

Non essendo le fabbriche americane ancora a pieno regime, il numero di navi e aerei disponibili è più ridotto. Le truppe inviate sono meno preparate non avendo imparato da tutti gli sbarchi sanguinosi di prima. I Giapponesi si aspettano questo dopo Midway e si fortificano ben meglio; di più il Giappone non è ancora del tutto scarso in risorse.

La battaglia per le Filippine sarebbe sanguinosissima per tutti, l'arcipelago è riconquistato ma le future operazioni contro le isole del Pacifico e gli altri territori occupati devono essere ritardati. Roosevelt vuole occuparsi prima dell'Europa e l'opinione americana è malcontenta delle perdite. MacArthur è inviato in pensione. Forse il Giappone accetterebbe una pace negoziata quando è ancora in possesso della maggior parte delle sue conquiste, non ha più i mezzi per fare qualcos'altro che difendersi da questo momento.

Il Giappone consente a denunciare la sua alleanza con l'Asse ed evacua i territori americani. Nessun trattato navale tra le due potenze, ne nascerà una sorte di guerra fredda. Il Giappone conserva le conquiste sulle altre potenze e ottiene l'indipendenza delle colonie europee cadute nelle sue mani. Si insediano dei regimi nazionalisti dove fazioni pro-americane e pro-giapponesi tentano di creare difficili governi di unione nazionale. La Manciuria viene riconosciuta e gli USA chiamano ad una conferenza asiatica sulla Cina alla quale tutti partecipano eccezione fatta dei Cinesi (comunisti o nazionalisti). La guerra civile prosegue con tre governi: governo di Nanjing (pro-Giappone), Kuomintang (pro-USA) e PCC (pro-URSS) e porterà alla divisione della Cina in tre zone.

La guerra del Pacifico risulta uno nulla di fatto ma con benefici per il Giappone.

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Generalissimus invece propone:

l'alternativa è: cercare di portare a termine la campagna delle Salomone (era già iniziata all'epoca di Midway), lasciar perdere le Gilbert e le Marshall, passare direttamente alle Marianne e a Palau e far partire da qui le operazioni contro le Filippine...

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Prende poi la parola il grande Enrico Pellerito:

L'analisi è sostanzialmente giusta. Sarebbe stato un vero azzardo invadere le Filippine dopo la vittoria a Midway, anche se la flotta aeronavale imperiale era stata pesantemente ridotta nella quantità di portaerei, ve ne erano ancora a sufficienza per opporsi ad un'omologa forza dell'Us Navy, almeno per qualche tempo. Fra l'altro, in presenza di uno sbarco, l'azione portata dalle navi da battaglia poteva sempre significare pericolo per i convogli al largo della costa (Prima battaglia dell'isola di Savo docet) e di corazzate i giapponesi ne avevano ancora parecchie.

Il rischio poteva essere di conquistare a carissimo prezzo le Filippine per poi trovarsi in notevole difficoltà nel momento di dovere mantenerne il possesso, rifornendole militarmente di continuo.

Immaginiamo le rotte Hawaii-Filippine soggette all'azione di aerei e sommergibili giapponesi, che potevano sfruttare come punti di appoggio e rifornimento la catena di basi (vecchie e nuove) nelle Indie Olandesi, in Nuova Guinea e nelle Isole Salomone.

Inoltre, se i giapponesi riescono a costruire il famoso aeroporto a Guadalcanal avrebbero messo una grossa spina nei fianchi dei collegamenti con l'Australia e la Nuova Zelanda, con conseguenze negative per gli alleati in quell'area del Pacifico; perlomeno fino alla primavera del 1943 i Marines non sarebbero stati davvero sufficienti a sbarcare nell'isola in questione dopo quanto presumibilmente affrontato nelle Filippine.

Al contrario, prima di poter diventare una minaccia per le rotte tra l'emisfero sud ed il Giappone, le Filippine avrebbero dovuto essere notevolmente rinforzate.

Qui stiamo ipotizzando una scelta dei vertici USA a favore dell'intenzione di MacArthur ma perché siamo nel mondo delle ucronie; se, però, dobbiamo restare con i piedi per terra, allora anche senza essere analisti militari dei più preparati e smaliziati, comprenderemmo benissimo che l'unica strategia da attuarsi fra quelle proposte da MacArthur e Nimitz, poteva essere quella del secondo. Lo stesso MacArthur si convinse che non si poteva fare differentemente.

Quanto sostenuto da Generalissimus è una variante possibile: non si può davvero prescindere dall'impedire ai giapponesi l'utilizzo di un aeroporto a Guadalcanal (sarebbe stata una Malta nel Pacifico con la differenza che non avrebbe avuto esigenze di garanzia per una popolazione civile) e dall'eliminazione di una minaccia nei confronti dell'Australia (solo due ammiragli giapponesi propugnavano la conquista di questa, mentre tutti gli altri vertici dell'Esercito e della Marina imperiali non avevano alcuna intenzione d'imbarcarsi in una simile avventura ma, ovviamente, gli alleati all'epoca non potevano saperlo ed erano seriamente preoccupati). Ragion per cui bisognava sloggiare i nipponici dalle Salomone e dalla Nuova Guinea, poi si poteva pensare anche alle Filippine e, forse, a quel punto, le forze potevano anche esserci, e questa variante diventa possibile.

Certo, più che un salto di rana è un grande balzo ma se siamo già nell'estate del 1943 le unità di Marines ci sono e sono addestrate (poi, sotto il fuoco nemico è tutta un'altra cosa, ma le cose non andranno tanto diversamente dalla realtà). I Marines si "fanno le ossa" con le campagne di Guadalcanal, delle Salomone, delle Marianne e di Palau.

Poi le Filippine e nel frattempo la US Navy rende difficile la vita ai rifornimenti partiti dalle Indie (ex) Olandesi per il Giappone. Ci sarebbe stata solo un'alternativa alle proposte fin qui ipotizzate: la diretta invasione del Giappone attraverso la cosiddetta rotta ortodromica, partendo dall'Alaska, ma questo piano, che era "l'incubo alternativo degli strateghi giapponesi prima della guerra" (Theodore F. Cook Jr, "La sconfitta americana a Midway" nella raccolta "La storia fatta con i se") avrebbe necessitato perlomeno di ulteriori due anni di tempo, e nonostante il "First Germany" Roosevelt non aveva assolutamente intenzione di lasciare tranquilli i giapponesi all'interno della cintura di difesa che si erano creati tra l'inverno del 1941 e la primavera del 1942.

Lo sviluppo ipotizzato da Perchè No? è, quindi, molto verosimile.

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Aggiungiamo la proposta di MorteBianca:

Durante la Seconda Guerra Mondiale i Giapponesi avevano in mente di includere nella loro Sfera di Cooprosperità Asiatica anche l'India, e di toglierla dal dominio inglese.
Venne addirittura formato un corpo di volontari in India "amichevoli" nei confronti dell'eventuale occupazione Giapponese, che ad oggi in India sono ricordati come eroi avendo combattuto contro l'occupazione Inglese.

Ora, consideriamo questo scenario: Il Giappone ripartisce le proprie truppe in modo proporzionalmente inverso nel rapporto fra Est e Ovest, ossia: più truppe verso l'Indocina, la Birmania e quindi verso l'India, meno truppe verso Oceania e Indonesia, o che ancora meglio il Giappone non attacchi Pearl Harbour (il POD d'eccellenza per le vittorie dell'Asse) e che aggiri le Filippine prendendosela con l'Inghilterra e la Francia, già occupate con la Germania e l'Italia.

Il Giappone così riesce a mandare diversi uomini in India, dove però l'esercito inglese è infinitamente superiore per numero e supporto tecnico.
I militari giapponesi, che non vogliono suicidarsi (non così, almeno), decidono quindi di ricorrere alla guerriglia, ma dato che anche in questo scenario la sconfitta sarebbe plateale si preferisce far leva sui sentimenti d'indipendenza: vengono addestrate le milizie indipendentiste, il tutto viene fatto segretamente tramite contatti politici con le reti terroristiche che promuovono l'autonomia dell'India, non avviene alcuna Battaglia di Imphal, il Giappone si limita a creare, addestrare e poi sostenere militarmente ed economicamente la milizia che ha creato, l'Azad Hindi, conosciuto semplicemente come Free India oggi.

Il governo indipendentista accoglie numerosi rifugiati e oppositori politici inglesi, la politica degli occupatori è di creare un "ricettacolo di nemici" per il principio il nemico del mio nemico è mio amico. In loco praticamente tutte le reti terroristiche, le leghe di criminali, i movimenti indipendentisti e addirittura i partiti d'opposizione socialisti vengono finanziati militarmente ed economicamente. Free India viene diffusa nel Passaparola comune come la Terra Promessa dell'indipendenza. Il governo Giapponese promette ai nobili indiani e i ricchi borghesi locali autonomia e liberalizzazioni, restauro dei privilegi e tutte le promesse possibili in tempo di guerra.

A differenza della nostra timeline quindi il movimento d'opposizione all'Inghilterra è molto più forte di prima, supportato dai Giapponesi.

Gli Inglesi si ritrovano rivolte, scioperi e richieste sindacali come funghi in piena guerra, e ad ogni generale esagitato e ogni sciopero soppresso nel sangue ne seguono altri a domino. Sempre più territori diventano focolai terroristici e di rivolta, si formano nuove legioni di ribelli in marcia che piagano con la guerriglia l'India inglese.

Il Partito Comunista Cinese, quello Indiano e le forze d'occupazione inglesi si trovano quindi coalizzate contro il nemico giapponese, e fanno fronte comune.
Si formano quindi delle guerriglie filo-inglesi a Sud-Ovest, delle guerriglie filo-cinesi (comuniste) a Nord-Ovest, le guerriglie filo-nipponiche a Nord Est e delle guerriglie autonome islamiche nella zona Pakistana.

Gandhi, in questo frangente, dovrà scegliere in gioventù quale "Side" supportare.
La guerra prosegue, il Giappone fa la fine che fa (beh dipende, se gli USA entrano in Guerra capitola dopo poco, in caso contrario la cosa sarà più lenta... forse).
Dopo la Guerra i comunisti hanno occupato l'Ex area Giapponese free India e l'area a Nord-Ovest confinante con la Cina, gli Inglesi mantengono il potere stabile a Sud, le milizie musulmane in Pakistan.

Il corrispettivo indiano di Ho chi Minh inizia dunque a fare guerriglia comunista a favore dell'Indipendenza indiana, soprattutto a Nord.

Alla fine gli Inglesi cedono (come hanno ceduto i Francesi in Indocina) e l'India viene divisa in due blocchi: uno a Nord (Comunista) e uno a Sud (Capitalista).

Il Pakistan potrebbe venire lasciato indipendente (come nella soluzione Indocinese, dove abbiamo avuto un Vietnam Nord, Sud, una Cambogia indipendente e il Laos), nel qual caso è probabile che si ritroverà ad essere inglobato nelle questioni tipiche delle altre nazioni persiane (Laicità, diritti per le donne, petrolio, democrazia, milizie comuniste interne, e magari una futura invasione americana o Indiana, terrorismo islamico).

Quale delle due Indie alla fine riesce a spuntarla? Avremo una restaurazione capitalista (A là Germania); una riunificazione comunista (A là Vietnam), una cortina di ferro eterna (A là Corea) o un Socialismo a Caratteristiche Indiane (a là Cina) che sopravvive al 900?

Quali saranno i rapporti con l'URSS dopo la morte di Stalin? E quali con la Cina in quel periodo e poi con la morte di Mao e la de-maoizzazione che Deng Xiaoping ha applicato?
Quale il rapporto con i paesi persiani e ovviamente con la controparte al Sud?
Quale il rapporto con l'Indocina, specialmente con la Cambogia (Sosterranno il Vietnam, magari dividendosela, oppure il governo autoctono?)
Gandhi dove si trasferirà, e come andrà a finire la sua storia?
Il Dalai Lama riuscirà a fuggire dal Tibet o verrà catturato nell'India comunista e restituito ai cinesi?
E i nostri marò?

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Gli replica Enrico Pellerito:

Nulla da eccepire, ma se l'azione nipponica è rivolta verso l'Indocina, anche nei modi utilizzati in HL, gli USA applicheranno l'embargo petrolifero ed allora per Tojo & C. l'Indonesia e il suo petrolio sono un obbiettivo assolutamente prioritario, e le truppe necessarie per invadere, conquistare e mantenere il possesso delle Indie Olandesi non possono essere stornate verso altre zone.

Non attaccando Pearl Harbor e non invadendo le Filippine e gli altri territori USA in Asia e nel Pacifico, il Giappone può certo sperare che Roosevelt indugi ancora ma, prima o poi, qualche "incidente" farà si che gli americani entreranno in guerra contro il Giappone.

L'azione contro le Indie Olandesi, comunque, non pregiudica affatto lo sviluppo tracciato da MorteBianca ma, strategicamente parlando, se si considera la mentalità degli allora vertici militari giapponesi, non credo che si sarebbero limitati ad armare e sostenere milizie indipendentiste senza far uso delle proprie truppe sul territorio indiano; aggiungo che la capacità militare nipponica sarebbe stata da subito notevole contro le forze dei Dominions e del Regno Unito sia in Malesia che in Birmania (almeno tre divisioni in più rispetto a quelle effettivamente impiegate); per Londra diventa necessario sguarnire altre zone per inviare truppe contro i giapponesi (da dove le prendono? dal Medio Oriente? dall'Egitto? dall'Africa?).

Certo non sarà facile per i britannici poter contare sul serbatoio umano indiano, dato che questo alimenterà, in parte non certo ridotta, l'Azad Hindi, che in questa TL farà sentire notevolmente il suo peso. Credo che una "Imphal" ci sarà e potrebbe anche essere una vittoria indo-nipponica. 

Tutto ciò non cambia lo sviluppo storico alternativo ipotizzato, anzi; fintantoché il Giappone sarà in guerra, secondo me l'azione militare contro l'India britannica sarà molto più forte.

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E MorteBianca torna alla carica:

Infatti gli eserciti giapponesi sicuramente parteciperanno, ma come da me scritto in funzione di supporto, logistica, addestramento e rifornimenti. Solo in seguito, a parer mio, si "presenteranno" (o almeno tale sarebbe il piano) come liberatori finali a dare man forte ai rivoluzionari.

Vedo che è diffusa l'opinione (da me probabilmente condivisa) che l'Asse è destinato a non vincere, perché gli USA alla fine interverranno comunque per qualche motivo. E ottimo spunto per il Pakistan, sicuramente saranno casini con l'India del Nord. Paradossalmente l'India del Sud farà l'Americana del luogo:

-Dittatura della Sharia in Pakistan.
-Invasione e dominio sovietico-maoista-Indiano (a seconda di quale variante prevale).
-Il Sud finanzia le milizie islamiche.
-Le milizie scacciano l'India del Nord, ma da questo momento i terroristi sono molto più forti, e piagano sia il Nord che il Sud.
-Esportazione di democrazia.

Mi chiedo che fine farà il povero Gandhi e soprattutto l'Inghilterra come la prenderà questa perdita... E gli Stati Uniti a fare un Vietnam super-esteso!? Se vengono sconfitti, altro che Watergate...

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E ora, l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se il Giappone non avesse mai attaccato Pearl Harbor?

La guerra è stata vinta grazie ai cervelli inglesi, ai muscoli americani e al sangue russo.
Quando Stalin inizialmente disse queste parole, stava parlando della potenza industriale degli Americani.
Armi, carri armati, aerei, navi, nella Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti erano una macchina per la produzione militare, un motore.
Ma ogni motore ha bisogno della scintilla iniziale che lo risvegli e, cosa più importante, di qualcosa che lo alimenti.
Quella scintilla per l'America fu l'attacco giapponese a Pearl Harbor, e il carburante fu il desiderio di vendetta.
C'è un motivo del perché il 20° secolo per l'America può essere diviso in prima di Pearl Harbor e dopo Pearl Harbor: prima gli Stati Uniti erano un'isola, il pubblico non voleva andare oltre la fornitura di armi e rifornimenti nella lotta contro l'Asse, almeno fino a quando la guerra non arrivò da lui.
L'attacco a tradimento a Pearl Harbor fu la combinazione perfetta per far infuriare un intero paese nel giro di un giorno, e l'isolazionismo divenne una cosa del passato.
Perciò come continuerebbe la Seconda Guerra Mondiale se Pearl Harbor non venisse attaccata? Immaginiamo una possibile TL alternativa: è il 7 Dicembre 1941 e non accade nulla, questo perché l'Imperatore Hirohito, un uomo con una debole presa sui suoi generali militaristi, ha fatto valere la sua volontà: il Giappone non avrebbe attaccato a tradimento gli Stati Uniti.
Da questo punto in poi le relazioni tra i due paesi sono tese, ma non peggiorano oltre questo punto, le due nazioni sono separate dall'oceano più grande del mondo, e senza qualche provocazione rimangono così.
Per qualche motivo al di fuori del controllo di Franklin Delano Roosevelt, gli Stati Uniti non applicano alcun embargo petrolifero contro il Giappone, invece egli rimane a Washington, frustrato dal fatto che gli Americani debbano rimanere fuori dalla guerra.
L'Inghilterra è ai bordi di un'Europa Nazista e i Sovietici sono stati invasi, ma il pubblico non vuole mandare a morire i suoi uomini come fece nella Grande Guerra, solo l'8% era a favore di una guerra contro la Germania, il Congresso non avrebbe mai votato a favore di una cosa simile, e le cose rimangono così.
Senza guerra tra Giappone e America Hitler non fa mai l'errore di dichiarare guerra agli Stati Uniti e Roosevelt non può mandare truppe contro di lui, visto che il pubblico non vuole farsi coinvolgere.
Il 7 Dicembre 1941 i Giapponesi stanno combattendo un altro nemico, sulle coste congelate della Siberia orientale.
Il Giappone entra in guerra con la Russia.
Sia gli Stati Uniti che i Sovietici erano una minaccia per il Giappone, ma questi scelse di andare in guerra solo contro uno di essi.
Senza embargo non sono gli Americani il bersaglio, e con la Germania che invade i Sovietici da ovest i Giapponesi pensano che questa sia una buona opportunità per conquistare la meno difesa costa siberiana.
Essendo così lontana sarebbe difficile rinforzarla per bene, perciò i Giapponesi danno il via all'invasione dell'Unione Sovietica.
Per alcuni mesi i Giapponesi combattono una dura guerra contro i difensori russi e per compensare la loro mancanza di mezzi corazzati bombardano con armi chimiche le città che punteggiano i confini, uccidendo centinaia di migliaia di persone per alleggerire le difese, ma nel 1942 la loro avanzata, proprio come quella tedesca, inizia ad entrare in stallo.
La guerra fu vinta grazie al sangue dei Sovietici ed essi, con la loro grande superiorità numerica, respingono comunque la Germania.
In Europa, senza gli Americani, il D-Day non può avvenire, o almeno non come nella nostra TL.
Alla fine Berlino sarebbe caduta in mani russe e sarebbero state sacrificate più truppe per difendere il fronte orientale, anche se questo avrebbe voluto dire lasciare sguarnita la Francia e altri territori occupati.
I Nazisti non credevano nella ritirata, perciò la Germania potrebbe diventare un nemico drasticamente meno forte e solo a questo punto potrebbe verificarsi un'invasione in stile D-Day che vedrebbe coinvolta una forza più piccola di Inglesi e Canadesi.
Anche se in ritardo di alcuni mesi, i Sovietici riuscirebbero ad avanzare più ad ovest rispetto alla nostra TL, conquistando nel processo tutta la Germania e l'Europa orientale.
In questo mondo alternativo la Germania non viene divisa tra est ed ovest, l'intera Germania diventa semplicemente Comunista.
Nel frattempo, ad est, i Giapponesi non riescono a tenere testa ai Sovietici, dato che dopo la caduta della Germania arriverebbero altri rinforzi.
Ora il Giappone affronta tutta la potenza dell'Unione Sovietica e invece di vedere il suo impero cadere pezzo dopo pezzo grazie al salto delle isole americano nel Pacifico, esso potrebbe affrontare un destino peggiore.
Stalin era piuttosto vendicativo, e i Giapponesi hanno fatto squadra con Hitler senza curarsi molto delle vite dei loro stessi soldati, un'invasione sanguinosa e devastante potrebbe essere assolutamente possibile.
I Giapponesi affrontano una vera invasione per la prima volta nella loro storia, e alla fine vengono teoricamente cancellati come società.
Stalin li aiuta a ricostruire il paese, ma installa un governo fantoccio Comunista, e per quanto riguarda l'America, che è rimasta fuori dalla guerra, tutto quello che può fare è assistere alla nuova ascesa del dominio globale sovietico.
In Europa solo l'Inghilterra, la Francia e forse i paesi scandinavi rimangono democratici, tutta l'Asia orientale cade preda del Comunismo.
È in questo momento, alla fine di una Seconda Guerra Mondiale vinta dai Sovietici, che il concetto di isolazionismo inizia ad avere fine.
Per il pubblico il rimanere fuori dalla guerra non ha portato altro che gloria per i Rossi e gli Stati Uniti si ritrovano in un mondo dove i suoi ideali sono più soli che mai.
Forse questa sarà la scintilla che risveglierà la macchina americana, che però non sarà una macchina bellica, ma una macchina che servirà a prepararsi per quella che molti presumono sarà la prossima battaglia.
Se l'impero giapponese ha perso la guerra in patria, allora forse la sua grande marina e i suoi vasti territori sono rimasti, solo che ora quei territori sono nelle mani di uno stato fantoccio dei Sovietici.
A causa di questo nuovo mondo potrebbe nascere una mentalità simile a quella della nostra TL.
Per proteggere sé stesso l'Occidente potrebbe avere bisogno di un tipo speciale di arma, una che è stata concepita anni prima ma mai testata davvero, un'arma che forse potrebbe perfino essere utilizzata nel prossimo inevitabile conflitto, la Terza Guerra Mondiale: la bomba atomica.
Comunque questo è semplicemente uno scenario, non sapremo mai davvero cosa sarebbe successo se le cose fossero andate in modo diverso, ma è sempre un'idea divertente pensare a queste cose, a come si sviluppa la storia e al mondo nel quale viviamo adesso a causa di essa.

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Fabio Roman gli replica:

Gli Stati Uniti avevano comunque bisogno che tornassero loro indietro tutti i soldi del programma lend-lease; se ad un certo punto il rischio è quello di avere un blocco comunista talmente forte da poter ignorare la richiesta statunitense di ricacciare i soldi, penso che i grandi gruppi finanziari americani avrebbero prima o poi fatto pressione affinché, in un modo o nell'altro, tale situazione non si verificasse.

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Interviene anche Tommaso Mazzoni:

La Russia sicuramente aveva grandi risorse, e il compianto Enrico Pellerito non mancava mai di ricordarci come il fronte orientale fosse tutt'altro che sguarnito. Ma, senza Vladivostok e quindi senza gli Aiuti americani, e con due fronti aperti, dubito che i Sovietici avrebbero potuto fare il rullo compressore su entrambi i fronti. Anche perchè, nel contempo, la fortezza Europa rimane inviolata, e la guerra d'Africa dura un po' più a lungo senza l'Operazione Torch.

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Lo stesso Generalissimus aggiunge:

C'è un altro punto importante che l'autore ha dimenticato e che potrebbe invalidare tutto quanto detto sopra: L'URSS non aveva una Flotta che potesse renderle possibile un'invasione del Giappone.

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Non poteva mancare il parere di Perchè No?:

Abbiamo parlato tante volte della scelta giapponese di preferire la via d'espansione verso Sud piuttosto che la via del Nord contro l'URSS. Una scelta giustificata da magri risultati dell'armata imperiale sulla frontiera del Mancukuo nel 1938-1939. Si dovrebbe trovare un POD che permetterebbe al Giappone di essere più bravo dei Sovietici (ma dubito di trovarne uno).

Poi ci sono due punti conosciuti da tutti ma che necessitano una correzione:

1) Pearl Harbor non era un attacco a tradimento. La dichiarazione di guerra doveva essere trasmessa prima dell'attacco ma, per ragioni mai chiarite, non é stata trasmessa prima, ma dopo (alcuni dicono che c'é stato uno ritardo di traduzione, altri dicono che l'armata imperiale ha fatto pressione contro il parere della marina per ritardarlo). Per di più tutta la retorica e propaganda giapponese dall'inizio del secolo era basata sull'idea della "liberazione" della Grande Asia contro il colonizzatore. Il nemico principale non era il Russo ma l'Inglese, il Francese, l'Olandese ecc. Non ci siano mai stati veri sforzi di coordinazione strategica tra la Germania e il Giappone, benché alleati.

2) Hirohito, Shôwa Tennô, anche se di carattere debole non era un pupazzo nelle mani dei suoi generali, tutti imperialisti convinti che veneravano l'istituzione imperiale (cosa diversa dal venerare l'imperatore stesso). È stato talvolta a guardare le iniziative dell'armata imperiale come nel 1931 e 1936, ma un ordine imperiale era definitivo e l'imperatore non ha mai mancato di usarlo. Hirohito é stato ben più attivo e ben più a favore dell'attacco di quanto noi sappiamo. ma la cosa é stata nascosta nel dopoguerra dai capi dell'armata imperiale. Si sono autoaccusati e hanno minimizzato il ruolo del tennô per salvarlo da un processo. Il ruolo dell'imperatore non é mai stato chiarito pienamente ma dei dettagli sono stati rivelati a poco a poco, soprattutto dopo la sua morte nel 1989. Hirohito stesso si considerava responsabile delle sofferenze subite dal popolo giapponese (non si sa se pensava qualcosa delle sofferenze degli altri popoli).

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Fabio Roman chiosa:

Aggiungerei anche come agli Alleati facesse comodo un Hirohito "pulito", a parte la rinuncia alla prerogativa divina, che tenesse unito il popolo ed evitasse l'insorgere di possibili simpatie "rosse", magari fomentate dal vicino che si era spinto (in violazione degli accordi) fino alle Curili.

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E ora, un'altra ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se il Giappone avesse vinto la Battaglia delle Midway?

Quando i Giapponesi bombardarono Pearl Harbor, come tutti sappiamo colsero l'America con la guardia abbassata.
L'attacco fece molti danni e il fatto che arrivò di sorpresa scioccò l'intero paese, convincendolo a mobilitarsi.
Ma una mobilitazione richiede tempo, l'Oceano Pacifico è... Grande, così grande che perfino dopo il giorno che vivrà per sempre nell'infamia entrambe le parti si salutarono con la mano per quasi mezzo anno mentre si preparavano.
Durante quel periodo di sei mesi il Giappone si sentì piuttosto spavaldo, pensava che gli Stati Uniti si sarebbero arresi facilmente, perciò nel Giugno del 1942 decise di cacciare gli Americani dalla loro base sull'Isola di Midway.
Sarebbe dovuta essere una grande vittoria per l'impero, ma, spoiler, non lo fu… Per niente! La Battaglia delle Midway risultò in una sonora sconfitta giapponese, tutte e quattro le portaerei impiegate in battaglia vennero perse letteralmente dopo dei mesi dall'inizio della guerra.
Questo fu il punto di svolta dopo il quale il Giappone iniziò a declinare, perciò, e se in una TL alternativa il Giappone non si dimostrasse incompetente e con la sua marina militare grande il doppio di quella americana ottenesse una vittoria contro gli Stati Uniti nella Battaglia delle Midway? Come ciò avrebbe potuto cambiare il corso della guerra? Beh, è un 1942 alternativo, diciamo che in qualche modo il Giappone ha vinto, cosa c'è bisogno di cambiare nello specifico perché questo accada? Beh, Jimmy, i Giapponesi sbagliarono così tante cose durante la battaglia che non ti annoierò elencandoti ogni specifico errore che fece fare patapum alla loro flotta.
Il Giappone di fatto aveva sovrastimato le sue capacità contro l'America, perciò passiamo alla TL alternativa: diciamo semplicemente che in questa battaglia l'intera flotta americana viene completamente distrutta.
Si realizza la minaccia più grande di tutte: i Giapponesi sono ora pronti ad invadere l'isola di Midway.
La fase 2 è iniziata, solo pochi giorni dopo che la marina americana è stata annientata le forze giapponesi assaltano le spiagge di Midway e... Vengono falciate in massa… Tutte quante.
Vedete, anche se il Giappone vincesse in qualche modo la battaglia navale di Midway, non c'era alcun modo in cui potesse davvero conquistare l'isola.
Durante la guerra nel Pacifico, anche se il Giappone aveva forze superiori a quelle degli Americani quando difendevano un'isola, i secondi alla fine la conquistavano comunque, perciò una difesa americana più forte e meglio equipaggiata contro un assalto anfibio dei Giapponesi mal preparato ed eseguito risulterebbe semplicemente in un fallimento per i secondi.
Stavo per dire che la Battaglia delle Midway sarebbe stata almeno un fallimento politico per l'America, ma dopo il flop giapponese sulle spiagge di Midway direi che le cose si pareggerebbero.
Un fallimento a Midway sarebbe un calcio negli stinchi, ma la successiva inevitabile vittoria navale contro il Giappone farebbe sentire tutti meglio.
Perciò, qual è la lezione da imparare, bambini? Qual è il senso di tutto ciò? La cosa che trovo interessante della storia è che a volte ci si imbatte in una situazione che semplicemente non può essere cambiata: il mio gatto non sta mai zitto alle 3 di notte e il Giappone avrebbe sempre perso la guerra nel Pacifico nel secondo esatto nel quale avrebbe deciso di attaccare gli Stati Uniti.
Non avrebbe potuto rimpiazzare la flotta che aveva e questo fu il motivo ultimo della sua caduta: l'America poteva sostituire ogni nave affondata dai Giapponesi con altre cinque, ma la flotta giapponese si rimpiccioliva sempre di più ad ogni nave affondata dagli Americani.
Abbiamo una concezione sbagliata della guerra nel Pacifico che ci fa credere che si sia trattato di uno scontro tra forze uguali, ma così non fu: dal 1942 al 1945 il Giappone non fece altro che cercare di impedire ad un masso di schiacciarlo, e non importava quante energie, uomini o aerei gettava nella mischia, alla fine il gigantesco masso sarebbe comunque caduto sul Giappone uccidendolo.
Non si trattò solo di sfortuna, la strategia migliore per vincere la partita sarebbe stata semplicemente non giocare affatto.

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Perchè No? tuttavia ha qualcosa da dire in proposito:

Il Giappone non ha mai avuto i mezzi per vincere una guerra contro qualsiasi potenza industriale, era portato solo dalle sue vittorie precedenti fin dall'epoca Meiji ma i più intelligenti nell'esercito lo sapevano, l'aveva dichiarato in privato il generale Ishikawa (artefice dell'incidente di Mukden) e anche l'ammiraglio Yamamoto lo sapeva, ciò speiga la sua strategia del colpo di poker a Pearl Harbor (colpo forte e roboante, pace immediata).

A Midway le sorti della battaglia sono riposte sulla capacità delle forze aeree di localizzare le portaaerei nemiche in anticipo. I piloti americani hanno avuto più fortuna ma sarebbe stato possibile il contrario. Una vittoria navale giapponese era possibile in quel momento. Come detto però Midway non sarebbe caduta e la fine della guerra non sarebbe cambiata, ma il calendario sarebbe stato diverso. Siamo d'accordo nel dire che gli USA avrebbero potuto ricostruire una flotta ma avrebbero perso mesi, forse un anno intero per farlo e formare nuovi piloti. Roosevelt sarebbe stato indebolito contro una fazione diretta dal segretario Hull in favore di condizioni più morbide per una pace con il Giappone. L'Europa sarebbe come nella HL diventata la priorità e probabilmente non ci sarebbe stata la riconquista progressiva della isole prima del 1944. Per fare più in fretta, Roosevelt non avrebbe scelto la via lunga dalle Filippine (contro il parere di MacArthur che non sarebbe "tornato" come promesso) e scelto una via più diretta verso le isole Marianne e il territorio giapponese, probabilmente con un costo maggiore perché i Giapponesi avrebbero avuto tempo per fortificare le loro conquiste.

Nel 1945 il fronte del Pacifico é ben più feroce che nella HL mentre la vittoria é ottenuta in Europa. l'URSS entra in gioco come nella HL e gli USA lanciano la bomba atomica. Non la lanciano su Hiroshima, ancora troppo lontana, ma su un obiettivo militare (in Cina? Nel Pacifico? Okinawa?) La bomba é usata come base per trattative di pace molto morbide per il Giappone. Il Giappone perde tutte le sue colonie, ma il suo territorio non é occupato (salvo forse per qualche isola dove insediare basi). La sua flotta é ridotta ma il sistema politico imperiale é mantenuto. Il Giappone poco dopo diventa formalmente un alleato degli USA nella guerra di Corea e nella guerra fredda. Milioni di vite sono state risparmiate, il che significa una grande vittoria per il Giappone.

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Fabio Roman aggiunge:

Risvolto molto interessante: i giapponesi però saranno ancora disposti a riconoscere la prerogativa divina al loro Imperatore, dopo che comunque la guerra è stata persa, anche se non con una resa incondizionata? In HL con le atomiche sulle città fu inevitabile, qui lo vedo meno scontato ma non impossibile.

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E Perchè No? gli replica:

Si può immaginare una resa dei conti finale nel dopoguerra tra l'esercito difensore del sistema imperiale e la casa imperiale stessa che avrebbe scelto la pace negoziata (non é paradossale, ricordatevi che l'esercito difendeva l'istituzione imperiale, non l'imperatore stesso). La marina imperiale, giudicata responsabile della non-vittoria dall'esercito imperiale, si schiererebbe con l'imperatore per un colpo di Stato con lo scopo di decapitare lo Stato Maggiore in nome della restaurazione imperiale. Lo Statuto divino dell'imperatore non sarebbe toccato ma rimarrebbe alla fine una curiosità anacronistica.

Poi se l'esercito giapponese torna in Corea sotto richiesta d'aiuto degli USA (sotto la bandiera dell'ONU) sarebbe una bella maniera per placare l'orgoglio nazionale.

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Fabio Roman annuisce:

Sì, se l'imperatore riesce a rifarsi una verginità così, direi che se la cava sostanzialmente bene, visto che già in HL non fu deposto; buon compromesso quello dello statuto divino che resta nella forma, a prescindere dalla sostanza del pensiero corrente dei giapponesi dopo la guerra. Il ritorno dell'esercito in Corea è un'opzione, ma i coreani come la prenderebbero? C'è l'analogia della presenza italiana in Somalia su mandato internazionale dopo che la stessa fu persa come colonia, ma nel frattempo noi avevamo cambiato tutto (repubblica anziché monarchia, democrazia anziché dittatura), non solo i vertici militari. I coreani si venderebbero anche al demonio, pur di non far marciare di nuovo anche solo mezzo soldato nipponico sul loro suolo. Penso che di fronte a tale rischio, più semplicemente, gli statunitensi non avrebbero chiesto l'aiuto dei giapponesi, e le cose sarebbero andate tendenzialmente come in HL. Quello che si può immaginare è tra la Corea del Sud e il Giappone corra meno buon sangue, per dire il mondiale di calcio 2002 organizzato congiuntamente non ce lo vedrei.

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Perchè No? suggerisce ancora:

Si deve pensare che se gli USA non occupano il Giappone, non avrebbero tempo di inviare truppe per difendere Busan nel 1950 (non c'erano più truppe americane in Corea dal 1949 e non si sa quanto lontana sarebbe la base più vicina, forse Taïwan). Ma il Giappone potrebbe aiutare gli USA in Vietnam. In Vietnam sarebbero meglio accolti che in Corea perché sono loro ad avere distrutto l'ordine coloniale francese nel 1945. I Giapponesi potrebbero essere più efficaci nella guerra nelle foreste del Vietnam che gli Americani.

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E ora, un'altra ucronia tradotta per noi dal solito Generalissimus:

E se nella Seconda Guerra Mondiale i Giapponesi avessero invaso l'Australia?

L'Australia ha avuto una storia notevolmente pacifica e stabile, fin dalla colonizzazione inglese nessuna guerra importante ha mai ferito quella terra né ci sono stati importanti cambiamenti di regime o atrocità, ma le cose rischiarono di essere diverse.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i Giapponesi entrarono in possesso di gran parte della Nuova Guinea, a soli 640 chilometri dalle coste dell'Australia, e di tutta l'Indonesia, bombardarono addirittura le coste settentrionali dell'Australia alcune volte.
Per un po' sembrava che il sol levante dovesse ustionare l'Australia, perciò, e se accadesse l'impensabile e i Giapponesi invadessero davvero l'Australia nella Seconda Guerra Mondiale? Quali sarebbero oggi i confini? Come sarebbe la cultura? Questa è la domanda di quest'ucronia.
Per capire come questo potrebbe accadere dobbiamo capire perché i Giapponesi non invasero l'Australia: ci sono un paio di motivi, primo fra tutti che i Giapponesi avevano bisogno di rendere sicuri gli oceani intorno all'Australia e l'isola della Nuova Guinea, così da rendere sicure le teste di ponte per un'invasione dell'Australia.
Nella nostra TL i Giapponesi conquistarono gran parte della Nuova Guinea, ma non riuscirono a conquistare la costa sud e la capitale, Port Moresby.
Port Moresby era uno dei pochi porti dell'isola, e trovandosi di fronte all'Australia sarebbe stato fondamentale per un'invasione.
Una forza di miliziani australiani a malapena addestrati, praticamente degli adolescenti a cui vennero messi in mano dei fucili, riuscì a respingere forze giapponesi a volte grandi il triplo sulla Pista di Kokoda, in Nuova Guinea.
I combattimenti furono la cosa più vicina all'inferno che si possa immaginare, con vittime causate dalle malattie, dal calore, dalla giungla e dagli scarsi rifornimenti, vi consiglio di fare delle ricerche in proprio, è roba davvero eccitante.
Comunque, gli Australiani riuscirono a mandare in stallo i Giapponesi e a impedirgli di conquistare la Nuova Guinea.
I Giapponesi tentarono di controllare i mari intorno all'Australia, ma gli fu impedito dagli Americani durante la Battaglia del Mar dei Coralli.
Fu una battaglia navale combattuta al largo della costa nordoccidentale dell'Australia e finì in un nulla di fatto, con nessuna delle due parti capace di sconfiggere l'altra.
In realtà si risolse a favore degli Americani, dato che essi riuscirono a mantenere una connessione marittima con gli Australiani.
Perché questa TL funzioni sia la Campagna della Pista di Kokoda che la Battaglia del Mar dei Coralli devono essere delle vittorie giapponesi assolute, così che questi ottengano il controllo della Nuova Guinea e dei mari a nord dell'Australia.
Un'altra cosa che impedì a questa TL di verificarsi furono i Giapponesi stessi: i Giapponesi non avevano alcun vero interesse in un'invasione dell'Australia, fu una cosa suggerita alcune volte, ma in generale veniva considerata impraticabile, i Giapponesi non volevano sprecare truppe per essa.
Nel nostro mondo usarono 11 divisioni per l'intera guerra nel Pacifico meridionale, 27 divisioni contro la Cina e 18 divisioni rimasero parcheggiate sul confine con la Russia, nel caso questa avesse mai deciso di dichiarare guerra al Giappone.
I Giapponesi avevano paura che inviando truppe contro l'Australia i Russi avrebbero sfruttato questa debolezza.
Essi stimarono che la conquista dell'Australia avrebbe impegnato 150.000 uomini e avevano paura che questo avrebbe disperso troppo i soldati e che gli Americani avrebbero potuto lanciare un contrattacco al cuore dell'impero mentre i Giapponesi utilizzavano gran parte delle loro forze a sud.
In fin dei conti i Giapponesi avrebbero potuto invadere l'Australia, se lo avessero voluto, perciò che cosa dovrebbero fare in questa TL? Dovrebbero spostare le loro riserve dal confine con la Russia in Nuova Guinea e spostare la flotta dallo Sri Lanka all'Indonesia.
Nella nostra TL i Giapponesi considerarono di invadere lo Sri Lanka e il Madagascar per controllare l'Oceano Indiano, ma alla fine decisero di non farlo.
Comunque nel frattempo fecero sprecare diversi mesi alla loro flotta senza far nulla al largo delle coste dello Sri Lanka.
In questa TL la loro flotta va immediatamente in Australia per assistere l'invasione, e i Giapponesi sbarcano direttamente in diversi luoghi dell'Australia.
Sbarcherebbero sulla costa nord, un'area scarsamente popolata la cui città principale, Darwin, è completamente isolata dal resto dell'Australia abitata da migliaia di chilometri di deserto, ed è essa stessa poco popolata.
Conquisterebbero facilmente questa regione con una piccola forza.
Il secondo sbarco avverrebbe sulla costa orientale dell'Australia.
La Penisola di Capo York è impossibile da attraversare e non è abitata, perciò sbarcherebbero alle sue spalle, probabilmente vicino alla città di Bundaberg o di Rockhampton, poco a nord di Brisbane.
Nel frattempo eseguirebbero piccoli sbarchi lungo la costa, come nella Penisola di Capo York, per mantenere attivi i rifornimenti.
L'esercito australiano nel frattempo stava combattendo soprattutto in Egitto e Nordafrica, e questo vuol dire che ci sarebbero pochi uomini abili a proteggere l'Australia.
Gli Australiani riuscirebbero a mettere insieme un esercito composto da giovani e anziani male addestrati per combattere i Giapponesi, che fallirebbe.
I Giapponesi avanzeranno lungo la costa est dell'Australia verso Sidney, che probabilmente conquisterebbero.
Le semplici dimensioni dell'Australia aiuterebbero i suoi abitanti a guadagnare tempo per raggrupparsi, ma d'altro canto ci sarebbero così pochi Australiani che avrebbero problemi a resistere.
L'idea di un popolo anglosassone fraterno conquistato da una razza considerata inferiore orripilerebbe gli Stati Uniti, che invierebbero di corsa un'armata a salvare l'Australia il prima possibile.
Coi mari a nord dell'Australia sotto il controllo giapponese gli Stati Uniti percorreranno la rotta a sud.
Probabilmente useranno la loro stazza per bullizzare il Cile, costringerlo a entrare negli Alleati e usarlo per arrivare in Nuova Zelanda.
Stanziando le loro forze al largo della Nuova Zelanda, gli Stati Uniti faranno sbarcare un'armata a Melbourne e marceranno verso il fronte.
Essendo male addestrate e con poca esperienza, subiranno qualche rovescio iniziale come in Nordafrica, ma alla fine prenderanno l'iniziativa.
La dottrina militare giapponese era molto incentrata sulla fanteria ed era ottima nelle regioni dove la giungla era fitta o c'erano molte caverne.
La dottrina americana era molto più mobile e si concentrava sui carri armati, le forze motorizzate e l'artiglieria, e questo rendeva gli Stati Uniti molto migliori sui terreni aperti.
Questo giocherà molto a favore degli Stati Uniti nel pianeggiante e aperto Outback australiano.
Tutto ciò, combinato col vantaggio industriale e in termini di manodopera degli Stati Uniti, vorrà dire che alla fine gli USA sconfiggeranno i Giapponesi in Australia.
Come ho detto prima, l'esercito australiano stava combattendo soprattutto in Nordafrica contro Rommel e i Tedeschi, e furono una parte fondamentale delle forze dell'impero britannico nella regione.
L'attacco e l'occupazione della loro patria da parte dei Giapponesi sarebbero traumatici per le truppe australiane all'estero, ma gli Inglesi non gli permetteranno di tornare a casa per paura che i Tedeschi vincano in Egitto e conquistino il Canale di Suez, spaccando così l'impero in due.
Questo vuol dire che le forze australiane in Nordafrica si ammutineranno e chiederanno di tornare a casa, e così facendo l'esercito inglese sarà diviso quando i Tedeschi lanceranno la loro offensiva contro l'Egitto, quella che gli Inglesi fermarono ad El Alamein.
Con gli Inglesi a combattere tra di loro i Tedeschi conquisteranno l'Egitto e avanzeranno per conquistare il Canale di Suez.
Dato che gli Inglesi saranno incapaci di rifornirli senza l'Egitto, i Tedeschi conquisteranno la Siria, l'Iraq e il Levante, entrando in possesso del Medio Oriente e del suo petrolio.
Gli Stati Uniti faranno tutti i loro sforzi per salvare l'Australia e allo stesso tempo combattere i Giapponesi, e per loro l'Inghilterra e l'Europa passeranno in secondo piano.
L'Inghilterra ovviamente sopravviverà, l'America le manderà abbastanza rifornimenti per mantenerla in vita e far sì che continui la campagna di bombardamento contro l'Europa Nazista, ma i piani per l'invasione del Nordafrica e il D-Day saranno terribilmente in ritardo.
Nella nostra TL l'80% di quello che produceva l'America andava in Europa e il 20% andava nel Pacifico, ma in questa TL il Pacifico otterrebbe di più, con l'Europa messa da parte.
Con i Tedeschi che perderebbero comunque a Stalingrado e gli Alleati che bombarderebbero comunque l'Europa, rallentando l'industria tedesca, i Nazisti perderebbero comunque la guerra.
Senza il Nordafrica e il D-Day i Russi avrebbero una parte molto maggiore nei combattimenti e la guerra si trascinerebbe più a lungo.
Gli Americani prenderanno probabilmente parte al D-Day del 1945 con una forza di rappresentanza, quando i Russi saranno in profondità in Polonia.
Di conseguenza gli Americani conquisteranno molte meno parti d'Europa, l'Italia probabilmente diventerà Comunista e il Reno sarà il confine tra l'Europa Comunista e quella capitalista.
Nel frattempo, nel Pacifico, il vantaggio industriale farà vincere la guerra agli Stati Uniti, anche se più tardi.
Con così tanti Americani già in Australia gli Stati Uniti cercheranno di raggiungere il Giappone da sud invece che da est.
Invece che partire dalle Hawaii per raggiungere Okinawa partiranno dall'Australia per arrivare a Taiwan passando attraverso l'Indonesia e le Filippine.
Questo impiegherà molto tempo, perché gli Americani trascorreranno diverso tempo a combattere in Australia e percorreranno una strada più obliqua e meno diretta, e ciò vuol dire che quando raggiungeranno le isole patrie giapponesi i Russi avranno più tempo per conquistare più parti dell'Asia.
In questa TL l'intera Corea finirà sotto il folle regime Comunista nordcoreano.
La conquista del Giappone lo dividerà, con i Russi che avranno più tempo per invadere la parte settentrionale e gli Americani quella meridionale.
Il Giappone verrà diviso in Giappone del Nord e Giappone del Sud, con il sud capitalista e il nord Comunista.
Con la guerra in Europa verso la fine i Russi assaliranno il Medio Oriente Nazista dai loro possedimenti in Azerbaigian e Armenia.
Col Terzo Reich al collasso e pochi Tedeschi sul posto, i Russi conquisteranno in fretta questa regione, installando dei regimi fantoccio in gran parte del Medio Oriente, e paesi come l'Iraq, la Siria e la Giordania diventeranno Comunisti.
L'ascesa del mondo Comunista renderà gli Stati Uniti molto più disperati durante la Guerra Fredda, e avranno anche paura che i Comunisti conquistino il mondo, ogni vittoria Comunista verrà vista come una sconfitta delle assediate forze del capitalismo.
Nella nostra TL gli Inglesi conquistarono l'Indonesia ai Giapponesi e la cedettero ai suoi precedenti sgangherati padroni coloniali, gli Olandesi, che erano stati loro stessi conquistati dai Nazisti.
Gli Olandesi non riuscirono poi ad impedire agli Indonesiani di ribellarsi e conquistare il potere dopo una lunga guerra coloniale.
Questo portò alla presa del potere da parte di Sukarno, che instaurò un governo allineato con i Socialisti/Comunisti che rallentò la crescita dell'Indonesia.
In questa TL saranno gli Stati Uniti a conquistare l'Indonesia e probabilmente la renderanno un paese indipendente dall'Olanda per via del fatto di essere dichiaratamente anticolonialisti.
Questo risulterà in un'occupazione americana della nazione e nello stanziamento di enormi quantità di denaro per ricostruirla.
Temendo i Comunisti, gli Stati Uniti costringeranno il governo ad allinearsi rigidamente con gli USA.
Non so proprio come andranno a finire le cose, senza 30 anni di Socialismo l'Indonesia sarà sicuramente una nazione più forte, ma non so a cosa porterà questo.
Sarà come la Cina o il sudest asiatico, diventando una potenza regionale grazie alle sue dimensioni? O una versione esaltata delle Filippine, un'altra semplice ex colonia americana? Probabilmente saprò rispondere a questa domanda tra dieci anni, dipende da quale direzione prenderà l'economia indonesiana.
Un altro effetto collaterale di degli Stati Uniti più paranoici durante la Guerra Fredda è che gli USA probabilmente finanzieranno i Francesi nella loro guerra contro il Comunismo in Indocina, elargendo grandi quantità di sussidi in modo che i Francesi vincano la guerra.
In questa TL i Francesi, sostenuti dagli Stati Uniti, probabilmente vinceranno questa guerra dopo una lunga e sanguinosa guerriglia, un po' come successe con gli Inglesi in Malesia.
Senza l'Indocina a vincere la sua guerra d'indipendenza, gli Algerini non verranno ispirati a ribellarsi contro i Francesi, e questo, combinato col fatto che gli Stati Uniti immetteranno una grande quantità di finanziamenti in Francia, vorrà dire che l'impero francese sopravviverà più a lungo o addirittura fino ad oggi, considerando che grandi parti dell'Africa occidentale sono ancora composte da stati clienti della Francia, ma onestamente non posso dirlo.

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Così commenta Perché No?:

Non posso dire di conoscere molto bene questo periodo, ma ci sono alcuni punti da precisare:

- Progetti contro l'Australia: da quanto posso leggere i Giapponesi avevano già abbandonato l'idea di attaccare l’Australia nel febbraio 1942.

- Conquista di Port Moresby: l’ucronia presenta la battaglia del Mar dei Coralli dopo la pista Kokoda, ma in realtà é avvenuta prima, in maggio, e i tentativi giapponesi sulla pista tra luglio e novembre 1942. Se la battaglia del Mar dei Coralli fosse stata una vittoria chiara ci sarebbe stato un sbarco e l'attacco sulla pista Kokoda sarebbe stato solo una parte di un piano più ampio.

- Risorse giapponesi: le truppe in Mancukuo non erano lì solo per sorvegliare l’URSS, dovevano anche impedire una ribellione locale contro l’odiatissimo regime fantoccio locale. Se i Giapponesi prendono le truppe presenti, avrebbero sicuramente dovuto lottare contro dei partigiani locali. E' possibile che avrebbe indebolito il fronte cinese e minacciato la produzione agricola della Manciuria, importantissima per alimentare l'arcipelago giapponese.

- Truppe australiane: prima si dice che le truppe australiane composte di adolescenti mal addestrati sono riuscite a bloccare i Giapponesi in Nuova Guinea, ma poi un altro esercito composto di adulti e anziani non sarebbe stato capace di fare lo stesso in patria? E un po' semplicistico secondo me.

Ho sempre pensato che i Giapponesi avevano più interessi a destabilizzare l’India che a conquistare l’Australia. Bastava isolare quest’ultima e provocare una ribellione nazionalista in India con Chandra Bose. Con una vittoria del Mar dei Coralli forse si dovrebbe aspettare una mossa della marina contro l’India dove una vittoria anche simbolica contro i Britannici avrebbe potuto servire alla causa di Chandra Bose.

Se i Giapponesi prendono Port Moresby, avrebbero probabilmente condotto dei bombardamenti sul Nord dell’Australia. Un sbarco in Australia la vedo solo come una campagna di propaganda per sbandierare il prestigio della presa di Darwin. Ma avrebbe costretto l'esercito di terra e la marina a cooperare, e questo non era proprio il momento migliore, con la rivalità tra i due che stava crescendo (ciascuno accusando l'altro di sprecare delle risorse invano, spiegando così i rispettivi problemi).

E mi chiedo se, malgrado i problemi per la propaganda di guerra, i Britannici non sarebbero stati soddisfatti di vedere i Giapponesi sprecare le loro risorse su un territorio immenso impossibile da controllare interamente (e lasciare in pace l'India e il Sud-est asiatico). Come é detto nell’ucronia, ciò avrebbe probabilmente condotto gli USA ad aumentare i loro aiuti e accelerare le loro preparazioni.

Infine i Giapponesi perdono l’Australia, sembra impossibile da evitare, forse le risorse e uomini persi per non ottenere alcun risultato potranno facilitare e accelerare la sconfitta giapponese. Se a questo si aggiunge una situazione più difficile in Cina, una guerriglia in Manciuria che minaccia la produzione agricola e una presenza americana sempre più massiccia, allora forse potremo anche vedere una riduzione del fronte nel Pacifico (ma difficile perché nessuno tra i militari giapponesi avrebbe voluto assumersi la responsabilità di questa umiliazione).

Non c'è pericolo per l’Egitto secondo me, anche se gli Australiani avessero voluto tornare in patria le navi erano britanniche e il ritorno non era sicuro. Non credo che le truppe australiane potevano essere rimandate a casa, anche se ci fosse stata una volontà di farlo.

Veramente credo che l’ucronia giochi un po troppo sul catastrofico. Per dirne una, non credo in una vittoria francese in Indocina e non si deve fare un legame Indocina-Algeria. E' vero che l'esercito francese ha visto in Algeria l'occasione di « vendicarsi » dell'umiliazione di Dien Bien Phu (con il risultato che conosciamo), ma il processo per l'indipendenza algerina era già in corso da 1945 (8 maggio 1945, l'esercito francese massacra una manifestazione a Setif di Algerini che festeggiano la vittoria e chiede più autonomia come prezzo del loro sangue, con un risultato compreso tra 3.000 e 30.000 morti).

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E ora, la domanda posta da William Riker:

ニュージーランド (Nyūjīrando)

Quali condizioni devono essere soddisfatte, e quali modifiche ucroniche occorre apportare alla "nostra" Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, affinché il Giappone pianifichi e metta in atto con successo l'invasione e la completa occupazione della Nuova Zelanda? E con quali conseguenze?

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Gli risponde per primo Generalissimus:

Non dico che il Giappone debba conquistare l'Australia, ma almeno le Fiji sì. Anzi, per stare sul sicuro pure la Nuova Caledonia e Tonga.

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Questo è il parere in merito di Andrea Villa:

Non credo che il Giappone possa conquistare la Nuova Zelanda senza avere il controllo o quantomeno la neutralità forzata anche dell'Australia. per fare ciò, il Giappone deve riuscire a mantenere il suo perimetro difensivo abbastanza a lungo da mettere insieme una forza d'attacco sufficiente, oppure spaventare a tal punto le due nazioni da spingere gli elementi nazional-fascisti a esso vicini a un colpo di stato che porti le due nazioni a una pace separata che le faccia entrare sotto l'influenza giapponese.

A tale proposito, avrei un'idea in merito. Nel gioco Battlestation Pacific, che mostra una campagna giapponese in cui il Giappone riesce a vincere la battaglia delle Midway e da lì in poi vincere la guerra nel Pacifico (con una pace separata, che mette in chiaro che alla lunga gli Stati Uniti avrebbero vinto, se l'opinione pubblica esasperata dalle continue sconfitte non avesse spinto per la pace) vi era una missione in cui i Giapponesi, allo scopo di spaventare la popolazione civile di Australia e Nuova Zelanda per costringerle a una pace separata (in modo tale da poter concentrare tutte le proprie forze contro l'America) usava dei raid aerei e di sottomarini per colpire bersagli nei porti e nelle basi alleate. I bersagli erano privi di vero valore strategico (una era una nave di "importanti rifornimenti vitali") ma servivano a dimostrare alla popolazione civile che niente poteva impedire ai Giapponesi di colpire il nemico a casa loro, per spaventarli e spingerli quindi alla pace con un colossale bluff. Più o meno quello che i tedeschi hanno tentato di fare nel 1940 con l'Inghilterra, in quanto i tedeschi sapevano di non avere le risorse per invadere l'isola, ma volevano far credere agli inglesi di esserne capaci e che ciò fosse imminente, per spingere la popolazione a una pace che garantisse al III Reich il predominio sul continente europeo (ricordiamo che Hitler stesso fu stupito quando il 3 settembre Inghilterra e Francia non vollero concedere nuove pretese per preservare la pace e dichiararono guerra, e per molto tempo continuò a cercare le stesse a riconoscere il fatto compiuto in Polonia). Inutile dire che tale bluff non ebbe successo, con le conseguenze che tutti conosciamo.

Ma, ipotizziamo che i Giapponesi riescano con successo a spaventare Australia e Nuova Zelanda al punto da firmare una pace separata, magari d'accordo con un nuovo governo a loro simpatizzante, che accetta di entrare nella Sfera di Co-Prosperità Asiatica per il bene dei propri popoli. Se il Giappone riesce a vincere contro l'America (o quantomeno a finire pari) sarebbe interessante analizzare l'evoluzione storica-politica-sociale-culturale delle due nazioni sotto il Sol Levante.

Una domanda però sorge spontanea: quale strategia sarebbe stata necessaria per spaventare a tal punto l'Australia e la Nuova Zelanda (due nazioni che sono famose per la storia dei propri guerrieri e per la loro determinazione) da spingere queste nazioni a trattare la pace, o a portare a un colpo di stato filo-giapponese a supporto della pace separata?

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Non può mancare il contributo di Perchè No?:

Forse una condizione per questo scenario sarebbe se il Giappone non firmasse il trattato di Londra del 1930 che sanciva un equilibrio navale con gli USA e la Gran Bretagna. In questa maniera Tokyo potrebbe sviluppare molto di più la sua marina, in particolare le portaerei, ma nello stesso tempo non provocherebbe la reazione nazionalista che ha favorito l'ascesa al potere dell'esercito (senza parlare di un'ostilità anticipata degli USA).

Comunque secondo me la Nuova Zelanda non sarebbe stata conquistata direttamente ma diventerebbe un regime filo-giapponese integrata nella Sfera di Coprosperità dopo la sconfitta USA. Questo solo se l'Australia è prima convinta ad uscire del conflitto (in quale maniera?). I Giapponesi userebbero la Nuova Zelanda per controllare la via tra USA e Australia e impedire le loro comunicazioni. Dato che la Nuova Zelanda è ancora lontana e di poco rilievo per il Giappone immagino che Tokyo favorirebbe i Maori a scapito degli Europei, e forse il paese prenderebbe il nome di Aotearoa / アオテアロア, ma alla fine sarebbero sempre i Giapponesi a comandare.

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Lord Wilmore suggerisce:

Anch'io penso che la Nuova Zelanda sarebbe trasformata in uno stato fantoccio nipponico. E mi domando se i Maori resterebbero fedeli alla Corona Britannica e a Wellington, o accoglierebbero i nipponici come dei liberatori. Comunque nel 1939 l'intera Nuova Zelanda era popolata quanto lo è oggi un quartiere di Tokyo, non so quanta resistenza potrebbero incontrare gli invasori, a meno di un intervento diretto dell'Australia (anch'essa fra l'altro sottopopolata).

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E Andrea Villa obietta:

Forse Australia e Nuova Zelanda non erano popolate come oggi, ma avevano il vantaggio di giocare in casa e di avere le proprie basi di rifornimento molto più vicine dei nipponici. E se rimangono determinati la vedo brutta per le forze giapponesi che provano a sbarcare, se i nipponici non hanno la superiorità totale aerea.

E se gli Australiani riuscissero a schierare gli emù da guerra, per i giapponesi si metterebbe male...

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Ecco altre due traduzioni del nostro Generalissimus:

Operazione Downfall: e se l'America avesse invaso il Giappone?

Anche se un conflitto termina in maniera decisiva si lascia sempre alle spalle la distruzione.
In Europa la non volontà di arrendersi di Hitler non fece altro che prolungare l'inevitabile, e questa determinazione a rimanere aggrappato al potere gli si ritorse contro quando il fronte orientale cedette e i la Germania si ritirò.
I Russi non ebbero pietà, stuprarono, assassinarono e deportarono milioni di persone mentre avanzavano verso Berlino.
Questo è quello che accade nella guerra moderna: tutto viene influenzato da essa perché le dimensioni del conflitto non si limitano ai campi di battaglia, ma coinvolgono intere città, zone economiche e centri di popolazione.
Poiché i Nazisti non si arresero, l'esito della guerra fu un bagno di sangue, morirono altri milioni di persone, i Sovietici rivendicarono territori per loro e l'Europa rimase divisa, ma lo stesso non avvenne dopo la resa del Giappone.
Come ci viene insegnato a scuola la strategia nella guerra nel Pacifico fu piuttosto semplice: l'America si riprese tutte le isole occupate dal Giappone, distruggendo nel processo la maggior parte della flotta giapponese e poi, appena in tempo, sganciò la bomba atomica per porre fine alla guerra, due, giusto per stare sicuri, e ad un certo punto i Sovietici invasero la Manciuria.
Non importa quale sia la vostra opinione sulla fine della guerra, abbiamo ancora a che fare con le ramificazioni della fine breve del conflitto.
La ricostruzione del Giappone fu rapida, e il paese è diventato uno degli alleati più stretti dell'America, l'ex impero isolazionista ora è una delle economie più grandi del mondo, una nazione democratica del Primo Mondo, ma ci fu la possibilità che non finisse in questo modo: anche dopo lo sgancio delle due bombe e l'invasione sovietica della Manciuria, l'unico evento che contava davvero era la singola decisione di arrendersi da parte dell'Imperatore del Giappone.
Il Giappone aveva già cercato di arrendersi prima, ma le condizioni poste da esso vennero considerate inaccettabili dagli Americani.
I Giapponesi temevano che la resa completa rappresentasse una minaccia per la vita dell'Imperatore.
Nella nostra TL, dopo lo shock dei due attacchi nucleari e l'invasione sovietica della Manciuria il Giappone si inginocchiò, ma in una TL alternativa? E se le atomiche non venissero mai sganciate e i Giapponesi non capissero appieno la minaccia sovietica? L'Imperatore potrebbe semplicemente… Non arrendersi mai.
Se ciò avvenisse, gli Stati Uniti sarebbero pronti ad utilizzare tutta la forza necessaria per costringerlo a cedere, anche se questo significasse stivali americani in Giappone.
Questa era l'Operazione Downfall, un reale e possibile scenario da utilizzare nella peggiore delle ipotesi ideato dalle forze armate americane nel caso i Giapponesi si fossero rifiutati di arrendersi, un'invasione completa del territorio nazionale giapponese che avrebbe richiesto una flotta e una forza più grandi di quelle utilizzate nel D-Day.
Perciò, e se in una TL alternativa i Giapponesi non si arrendessero? Diciamo che il Progetto Manhattan rimane indietro e non riesce a produrre una bomba funzionante entro Agosto, questo apre ad una serie di eventi più oscuri che porterebbero la Seconda Guerra Mondiale ad una conclusione più lunga, più logorante e più tragica.
Ora, quando si discute dell'Operazione Downfall è importante far notare che questo era uno scenario da utilizzare nella peggiore delle ipotesi, se fosse stato necessario usare i lanciafiamme contro i bunker a livello nazionale, questo era il piano da utilizzare per farlo.
Questo scenario si verifica solo se ogni azione intrapresa da entrambe le parti li porta solo più vicine ad un inevitabile conflitto in Giappone.
Ma prima di discuterne dobbiamo ripassare un po' di storia: nel 1943 Franklin Roosevelt decise che l'unico modo per vincere davvero la guerra era una politica di resa incondizionata nei confronti delle potenze dell'Asse.
Questa doveva essere utilizzata per eliminare gli elementi militaristi dai governi delle nazioni che avevano perso.
Per i Giapponesi questo concetto era terrificante, molti immaginavano cosa sarebbe accaduto se si fossero ritrovati in balia dei capricci degli Americani vittoriosi: l'Imperatore sarebbe stato giustiziato? Il codice imperiale sarebbe stato eliminato? Nel codice militare giapponese la resa non era letteralmente un'opzione, ma all'epoca il territorio nazionale giapponese era stato distrutto da anni di guerra.
Il dominio aereo degli Stati Uniti aveva permesso loro di eseguire costanti bombardamenti incendiari delle città, lasciando milioni di persone senza casa e centinaia di migliaia di morti.
Dopo i combattimenti in Europa e la Leapfrogging Strategy, gli Stati Uniti erano stanchi della guerra, l'ultima cosa che volevano gli Americani era un altro stadio del conflitto.
L'esito dei mesi seguenti era tutto sulle spalle di alcune potenti figure giapponesi.
Sì, ci furono tentativi di ottenere una resa condizionata da parte di alcuni membri del governo, ma quello che tutti desideravano davvero era che l'Imperatore rimanesse al potere.
Oltre a questo, le dimensioni di questi negoziati variarono, dal lasciare intatto il governo al permettere che i processi di guerra venissero organizzati dallo stesso Giappone (sapete, il Massacro di Nanchino), al far si che l'occupazione americana del territorio nazionale giapponese fosse limitata nelle dimensioni e nel tempo, inclusa una piccolissima presenza americana a Tokyo.
Questo ovviamente era completamente inaccettabile per gli Americani, per i quali l'unica soluzione era la resa incondizionata.
Ma a causa delle gravi perdite a Iwo Jima e Okinawa, per gli Stati Uniti divenne chiaro che per raggiungere questo obiettivo sarebbero morte altre persone, perciò c'erano due opzioni per far cedere i Giapponesi:
1) Circondare il Giappone e bloccare l'intera isola.
Questo avrebbe creato carestie che avrebbero fatto morire milioni di civili e forse, dopo mesi di fame, il Giappone si sarebbe arreso.
2) L'Operazione Downfall.
Sarebbe stato uno sforzo di minimo sei mesi per eliminare qualsiasi resistenza in Giappone. Anche se le città giapponesi erano state distrutte, la sua marina annientata e l'aeronautica obsoleta, il Giappone era ancora capace di una cosa: la guerriglia.
Aspetta, aspetta, aspetta! Prima di arrivare all'invasione o alla carestia, di certo l'Imperatore sarebbe intervenuto e si sarebbe arreso, giusto? Beh, questo è vero, ma dobbiamo pensare al perché l'Imperatore si arrese.
Ci furono due fattori: le bombe atomiche e la Russia, che avrebbe potuto fare molti più danni delle atomiche (per quanto gli Americani odino ammetterlo).
Per l'intera guerra il Giappone e i Sovietici non combatterono mai tra di loro, il Giappone aveva addirittura un'ambasciata a Mosca che mandò diverse offerte di resa (alle proprie condizioni, ovvio) negoziando con la Russia.
Nell'Agosto del 1945 questa relazione si interruppe, i Sovietici guadagnarono fiducia e invasero la Manciuria occupata dai Giapponesi il 9 Agosto, lo stesso giorno del bombardamento di Nagasaki.
Questa non fu una piccola schermaglia di confine, fu un'invasione su vasta scala, un milione e mezzo di Sovietici contro la male equipaggiata forza d'occupazione giapponese.
I Giapponesi persero l'intera forza composta da 700.000 soldati in sole due settimane, tra morti, disertori e prigionieri.
Questa sconfitta improvvisa spaventò i Giapponesi e gli fece pensare che prolungare la guerra li avrebbe solo fatti cadere vittima dei Comunisti, e se c'è una cosa che non piace ai Comunisti sono i leader autocratici considerati divini.
Facendo un confronto, i Giapponesi speravano che gli Americani sarebbero stati più disposti a far rimanere in qualche modo l'Imperatore al suo posto, e quell'azzardo venne ripagato, visto che gli Americani permisero ad Hirohito di regnare per paura di una ribellione.
Perciò, in questa TL alternativa, perché l'Operazione Downfall parta, l'Imperatore del Giappone non deve arrendersi nonostante l'invasione americana e sovietica, il che a questo punto sarebbe praticamente suicida, ma se non si arrende allora permette semplicemente alle sue forze armate di continuare i loro piani e il Giappone schiererebbe una forza per la guerriglia industrializzata.
Di cosa consisteva esattamente l'Operazione Downfall? La forza in campo comprendeva principalmente truppe americane, sostenute però anche da soldati inglesi e australiani.
Il Giappone è montuoso, con sacche di civiltà nelle valli tra le montagne, prendere queste città vuol dire che le forze armate devono comunque eliminare le difese giapponesi nelle zone rurali montuose scalando terreni impervi per sconfiggere soldati zelanti all'interno di bunker di montagna.
L'1 Novembre 1945, o X-Day, inizia l'Operazione Downfall, che si divide in due operazioni: la prima è l'Operazione Olympic, l'invasione di Kyūshū, l'isola più a sud.
Se gli Alleati ne avessero conquistato anche solo una piccola porzione, allora avrebbero potuto avere un punto d'appoggio per invadere il resto del Giappone.
Ma il problema rimaneva la geografia, e c'erano solo alcuni punti che gli Americani potevano davvero invadere.
Questa invasione è un massacro, una campagna di bombardamenti indebolisce ulteriormente le difese, ma i Giapponesi resistono ancora nei bunker sotterranei.
Gli Alleati invadono da tre punti nella parte più meridionale di Kyūshū, le loro forze salperebbero rispettivamente dalle Hawaii, dalle Filippine, dalle Marianne e dalle Ryūkyū.
Dopo aver catturato una piccola parte dell'isola, gli Alleati si preparano poi per l'Operazione Coronet, l'invasione di Honshū, l'isola principale del Giappone.
Gli Stati Uniti prenderebbero possesso di Honshū entro pochi mesi, ma durante questo periodo di tempo i Sovietici invaderebbero l'intera penisola coreana e l'isola di Hokkaidō.
Proprio come in Germania, gli Americani e i Sovietici invaderebbero lo stesso paese da estremità opposte, in questa TL alternativa prenderebbe il via una corsa verso Tokyo.
A questo punto è molto improbabile che l'Imperatore del Giappone non si arrenda, ma se non lo fa questo vuol dire che il Marzo successivo prenderà il via l'Operazione Coronet, un assalto anfibio diretto contro la Pianura di Kantō, in seguito al quale gli Americani si sarebbero fatti strada verso nord e avrebbero catturato Tokyo.
Le specifiche dell'assalto non erano ancora state definite del tutto a causa della fine della guerra, ma quello che sappiamo è che avrebbe visto l'impiego di un milione di uomini.
Bombardamenti convenzionali del Kantō partiti dalle portaerei sarebbero stati seguiti da un'invasione su vasta scala da parte di quasi tutte le unità disponibili nel teatro del Pacifico, che si sarebbero riversate in massa su Tokyo.
Dopo questo attacco è probabile che i Giapponesi siano divisi e a pezzi, forse l'Imperatore verrà arrestato o ucciso, se si arrende allora forse tutti i combattimenti finiranno, se verrà ucciso allora gli Alleati si ritroveranno tra le mani un problema ancora più grande.
Tutte le conseguenze dell'occupazione del Giappone dipendono dal destino dell'Imperatore: egli era ancora il centro politico del Giappone, e rimuoverlo avrebbe causato una ribellione di tutte le fazioni dell'isola che in seguito gli Stati uniti avrebbero dovuto sedare, e questo fu l'unico motivo del perché lo abbiamo tenuto al suo posto nella nostra TL.
Gli Stati Uniti conquistano il Giappone, grande! Ma adesso? Non posso predire quanto saranno vendicativi gli Stati Uniti dopo aver perso innumerevoli vite per conquistare le isole, forse i militari si morderanno la lingua e permetteranno a molti dei leader giapponesi di rimanere per… Amore della burocrazia, oppure gli Stati Uniti purgheranno il governo giapponese, sopprimeranno la sua cultura, e puniranno il popolo giapponese per aver iniziato la guerra.
In entrambi i casi le tensioni tra i due paesi sono molto peggiori che nella nostra TL e verranno utilizzate più energie per ricostruire un Giappone che ha subito danni più gravi.
Durante il tempo che gli Stati Uniti hanno impiegato per invadere il Giappone, i Sovietici hanno già invaso la Manciuria, l'intera Corea e l'isola giapponese di Hokkaidō, che finiscono tutte sotto un regime fantoccio Comunista.
Perciò la Guerra Fredda si trasferisce in un Giappone diviso, i confini verranno tracciati semplicemente dove ogni esercito è riuscito ad arrivare.
Nella nostra TL il Giappone ha completamente smantellato le sue forze armate, ma non per via degli Stati Uniti, in realtà noi volevamo ricostruire l'esercito giapponese per usarlo come potente alleato contro i Comunisti, fu il Giappone, che subì la vergogna della sconfitta, a smantellare le proprie forze armate per non aggredire mai più nessuno.
Beh, poiché il Giappone era un'isola questo non fu un grosso problema, e gli Stati Uniti si concentrarono invece sulla Corea, ma in questa TL alternativa gli USA non saranno tanto accondiscendenti con gli sforzi di pace del Giappone.
I Giapponesi del Nord sono fantocci dei Comunisti, e gli Stati Uniti ricostruirebbero le forze armate del Giappone del Sud perché facciano da cuscinetto contro qualsiasi movimento Comunista.
Perciò avverrà qualcosa di simile alla Guerra di Corea, con un conflitto tra Giappone del Nord e Giappone del Sud? Non è facile dirlo, il Giappone del Nord ha una popolazione molto più piccola rispetto al Giappone del Sud, essendo freddo e tutto il resto, ed è difficile dire se si svilupperanno delle politiche che trascineranno in guerra i due paesi.
Per gran parte della Guerra Fredda è probabile che il Giappone rimarrà diviso tra Nord e Sud, ma per quanto riguarda l'eredità della guerra nel Pacifico? L'invasione del Giappone verrebbe ricordata dal pubblico americano come il combattimento più spietato mai visto in sei mesi di guerra.
Stimare le vittime è... Difficile, nella migliore delle ipotesi, perché tutti quelli che fecero le stime avevano dei motivi per rendere noti i numeri da loro usati.
La stima delle vittime vanno dai 100.000 agli 800.000 morti, per fare un paragone gli Stati Uniti ebbero 400.000 caduti durante l'intera guerra.
Questi numeri potrebbero imprimere un marchio nel pubblico americano, se centinaia di migliaia di uomini morissero semplicemente perché il Giappone no si è arreso, allora questo fatto creerebbe delle cicatrici che durerebbero per generazioni.
Molto probabilmente, dopo la guerra gli Stati Uniti non saranno molto disposti a perdonare il Giappone.
L'Operazione Downfall sarebbe l'occupazione terrestre più complessa mai messa in atto, prolungherebbe la guerra di almeno un altro anno e farebbe continuare la battaglia tra i due paesi molto dopo la resa di Tokyo.
Probabilmente sarebbero morti milioni di Giapponesi a causa dei bombardamenti, delle operazioni militari, delle carestie e delle malattie che deriverebbero dalla guerra, centinaia di migliaia di Americani probabilmente avrebbero perso la vita e non si sarebbero mai fatti una famiglia, ma fortunatamente, per qualunque motivo, che siano le bombe, l'invasione sovietica o entrambe, l'Imperatore si arrese e risparmiò a tutti quella fase della guerra.
Ovviamente non sapremo mai al cento per cento cosa sarebbe potuto succedere, ma è divertente fare teorie, questo è solo uno degli scenari possibili.

L’Operazione Downfall fu uno dei migliaia di finali alternativi della Seconda Guerra Mondiale.
Anche se i bombardamenti nucleari vengono visti come particolarmente disastrosi, furono molto migliori dell’alternativa, 600.000 Statunitensi e 7,5 milioni di Giapponesi morti.
Questi otto milioni di persone non sono state aggiunte al bilancio ufficiale delle vittime della Seconda Guerra Mondiale perché la loro vita gli venne risparmiata dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, che misero fine al conflitto più sanguinoso della storia umana.
Anche se i bombardamenti atomici vengono visti come un modo eccezionalmente brutale per costringere il Giappone alla resa, furono il percorso più ovvio che gli Stati Uniti avrebbero potuto prendere.
L’unica altra opzione che gli Stati Uniti avrebbero potuto scegliere sarebbe stata dare il via all’Operazione Downfall, che in breve era un’invasione su larga scala della patria giapponese.
Ovviamente lo scenario non si verificò mai, ma immaginiamo che l’Operazione Downfall abbia inizio e che gli Stati Uniti organizzino un’invasione nel cuore dell’impero del Giappone: prima di tutto discutiamo di come lo scenario si sarebbe potuto realizzare, cosa che, in tutta onestà, non sarebbe affatto difficile.
Dopo che il Progetto Manhattan diede buoni frutti nel Nuovo Messico, al Presidente Truman si presentarono due scelte: usare la bomba atomica o iniziare l’Operazione Downfall.
Nella nostra TL Truman decise di usare la bomba, dato che la vedeva come un mezzo per porre fine alla guerra più rapidamente.
In questo scenario Truman potrebbe comunque usare la bomba su Hiroshima e Nagasaki, ma l’unica differenza è che prevarrebbe l’usanza giapponese di non arrendersi mai, e i Giapponesi si rifiuteranno di arrendersi anche davanti alla prospettiva della distruzione nucleare.
Questo non è affatto irrealistico, dato che molti generali d’alto rango, come Kenji Doihara, volevano continuare a combattere contro gli Alleati anche se la capitale imperiale di Tokyo fosse stata obliterata da un bombardamento nucleare.
Anche se forse verranno sganciate altre atomiche e bombe incendiarie sulle città giapponesi di Kokura o Kyoto, questo non basterà a infrangere la mentalità giapponese di non arrendersi mai, e inizierà l’adunata per inviare truppe statunitensi sul suolo giapponese.
L’Operazione Downfall è ufficialmente cominciata.
Usando l’isola di Okinawa come base avanzata, gli Statunitensi daranno il via ad uno sbarco anfibio a Kyūshū simile agli sbarchi del D-Day in Normandia, tranne per il fatto che sarà più grande del 25%.
Allo stesso tempo una grande flotta statunitense arriverà nel Kantō orientale, con gli Statunitensi che si faranno strada verso Tokyo con l’intenzione di catturare l’Imperatore Hirohito.
Durante questo periodo della storia giapponese l’imperatore veniva considerato simile ad un dio, perciò gli Statunitensi penseranno che se l’imperatore cadesse nelle loro mani crollerà il pilastro principale del morale giapponese.
Mentre avverrà tutto questo l’Unione Sovietica farà indubbiamente enormi sforzi per catturare quanto più territorio possibile.
I Sovietici avranno già iniziato questa operazione allo sgancio iniziale della bomba su Hiroshima, e riusciranno a conquistare più territori che nella nostra TL, dato che l’Operazione Downfall prolungherà la guerra.
I Sovietici imperverseranno per la Manciuria posseduta dai Giapponesi e si faranno strada fino alla costa meridionale della penisola coreana.
Le Isole Curili, assieme alla parte meridionale di Sachalin, verranno facilmente conquistate dai Sovietici, che non avranno problemi nell’impadronirsi dell’Hokkaidō con l’intenzione di soggiogare tutto il Giappone settentrionale.
Nella nostra TL l’Unione Sovietica riuscì a catturare solo le Curili, assieme a gran parte della Manciuria, a causa del fatto che i Giapponesi gettarono ufficialmente le armi solo una settimana dopo che Nagasaki venne nuclearizzata.
In questa TL, dato che la guerra si trascinerà per molti più mesi o perfino anni, i Sovietici avranno abbastanza tempo per catturare molti più territori in Asia orientale, e gli sarà addirittura possibile prendere e occupare lo Shandong o perfino arrivare a sud fino al Jiangsu.
Nel frattempo, dato che gli Statunitensi non riusciranno ad orientarsi attraverso la sconosciuta campagna giapponese, l’offensiva per prendere Tokyo si fermerà e saranno costretti ad una situazione di stallo.
Dopo aver conquistato il Kyūshū, immagino che per continuare la loro spinta attraverso il Giappone e arrivare a Tokyo verrà dato il via alla guerra chimica contro i Giapponesi per debilitare sia la popolazione che le sue riserve di cibo.
Nella nostra TL vennero ammassate armi chimiche nelle Marianne occupate dagli Statunitensi con l’intenzione di usarle contro il Giappone, e a causa dei venti dominanti prevedibili la nazione sarebbe stata particolarmente vulnerabile agli attacchi coi gas.
Anche se la guerra chimica era stata messa fuorilegge dal Protocollo di Ginevra, all’epoca né gli Stati Uniti né il Giappone lo avevano firmato, e oltre a questo il Giappone aveva già usato armi chimiche contro la Cina alcuni anni prima, cosa che potrebbe dare agli Statunitensi una giustificazione per iniziare attacchi di questo tipo.
A causa di questi motivi mi aspetto che i Giapponesi diventino vittime degli attacchi chimici statunitensi, ma le loro provviste di cibo nell’Honshū orientale e nel Kyūshū meridionale saranno il bersaglio principale.
Poiché gli Alleati non riusciranno a fiaccare la mentalità giapponese del combattere fino alla morte, non riusciranno a costringerli alla capitolazione, piuttosto il resto dell’operazione si dedicherà al togliergli le risorse e a sferrare un colpo da KO finale al cuore del Giappone.
Per gran parte della guerra i Giapponesi riuscirono ad alimentare la macchina da guerra attraverso le risorse sviluppate dei materiali grezzi e dell’industria pesante nelle colonie che avevano creato in Corea, Taiwan e Manciuria.
A questo punto sarebbero incapacitati a farlo, dato che i Sovietici avranno già stabilito il loro dominio in Asia orientale e gli Statunitensi impediranno a qualsiasi nave giapponese di raggiungere Taiwan.
Quando si arriverà allo sferrare un colpo da KO finale al Giappone mi aspetto che arriverà sotto forma di raid aerei o forse addirittura di altri attacchi atomici contro le città giapponesi, con Tokyo che sarà il bersaglio più probabile.
Questo non è poco realistico, dato che molti ufficiali statunitensi d’alto rango come Kenneth Nichols, l’ufficiale del genio che presiedeva il Progetto Manhattan, scrisse che se avesse preso piede un’invasione delle isole patrie giapponesi allora le truppe avrebbero dovuto essere supportate da ulteriori 15 bombe atomiche, il cui scopo era creare onde d’urto 600 metri al di sopra delle roccaforti giapponesi più importanti per massimizzare gli effetti delle esplosioni e ridurre al minimo le radiazioni, così che quelle roccaforti potessero essere occupate.
Allo stesso tempo, i Sovietici avranno già conquistato tutto l’Hokkaidō e il Tōhoku settentrionale, e proprio come in Germania i due paesi invaderanno lo stesso paese alle estremità opposte e inizieranno una corsa verso la capitale.
A questo punto i Giapponesi capiranno che il loro destino è segnato e chiederanno la pace, dato che il paese ha perso decine di milioni di vite per tutta la guerra e il casato imperiale adesso e minacciato, perciò, prima che gli Statunitensi possano raggiungere Tokyo e catturare l’imperatore mi aspetto che Hirohito chieda al Giappone di arrendersi agli Alleati e di abbandonare le armi.
Dopo anni di combattimenti e decine di milioni di vite perse sia a causa del conflitto che del genocidio, la Seconda Guerra Mondiale ha ufficialmente termine con la resa dell’impero giapponese, e proprio come nella nostra TL l’intero Giappone sarà sotto occupazione.
Diversamente dalla nostra TL, però, gli Statunitensi non avranno a che fare con l’intero Giappone, la Cina o perfino la Corea, perché i Sovietici avranno già investito centinaia di migliaia delle loro truppe nella conquista di tutta la Corea, gran parte della Cina orientale e praticamente di tutto il Giappone settentrionale.
A causa di questo mi aspetto che il Giappone venga diviso fra un Hokkaidō e un Tōhoku occupati dai Sovietici e un sud occupato dagli Statunitensi.
Proprio come la capitale della Germania, Berlino, la capitale del Giappone, Tokyo, sarà sotto occupazione Alleata, con Stati Uniti e Unione Sovietica che otterranno la maggior parte della città.
Inghilterra e Francia potrebbero ottenere una piccola parte di Tokyo, ma non avranno influenza su alcuna altra parte della nazione.
In breve in questa TL il Giappone diventerà la Germania asiatica, e verrà diviso a metà fra sud capitalista e nord Comunista, con la capitale che finirà anch’essa sotto occupazione congiunta.
Quando si arriva al destino dell’Imperatore Hirohito trovo estremamente improbabile che venga giustiziato: a questo punto le relazioni fra Stati Uniti e Unione Sovietica inizieranno ad incrinarsi nella stessa maniera della nostra TL, cosa che farà sì che ogni paese desidererà rendere il Giappone un alleato chiave per le loro rispettive cause per motivi geopolitici.
Se una delle parti giustiziasse l’imperatore, l’uomo che il popolo giapponese vedeva come una figura divina che incarnava il Giappone stesso, questo sarebbe praticamente chiedere al popolo giapponese di ribellarsi contro il paese che ha ucciso il suo dio, senza contare il fatto che l’influenza dell’imperatore sarà estremamente utile per far sì che il popolo giapponese stia dalla parte o degli Stati Uniti o dell’Unione Sovietica, ecco perché mi aspetto che l’imperatore diventi un monarca fantoccio, con gli USA e l’URSS che competeranno per la sua influenza.
È difficile dire chi sosterrà il resto del casato imperiale, ma un altro scenario lo vede completamente silenzioso quando si tratterà di questioni politiche, questo perché il casato saprà che il suo status e la sua posizione saranno nelle mani delle due superpotenze e che fare o dire qualcosa che offenda l’una o l’altra potrebbe risultare nella perdita della sua posizione elevata.
Per quanto riguarda la cultura giapponese dopo la guerra non mi aspetto che in questa TL esista una versione eccessivamente sgargiante della cultura statunitense: quando immaginiamo la cultura giapponese moderna non tendiamo a pensare ad una forma futuristica della cultura americana, ma alla pletora di robot, luci scintillanti e ovviamente anime.
Gli anime sono nati nella nostra TL perché le truppe Statunitensi portarono i fumetti in Giappone durante il periodo dell’occupazione, questi vennero adattati dai disegnatori giapponesi e divennero quelli che conosciamo come i moderni anime.
Trovo difficile pensare che gli anime abbiano una tale presa in questa TL, dato che molti dei grandi pionieri dell’animazione giapponese come Katsuhiro Ōtomo vengono dalle zone settentrionali del Giappone.
In questa TL questi aspiranti pionieri non avranno accesso ai fumetti e ai media statunitensi come fecero nella nostra TL, perché vivranno in una zona sotto il controllo dei Sovietici, e questo significa che il tipo di anime che vediamo oggi non diventerà diffuso com’è o non esisterà affatto.
Nel frattempo, in Europa, poiché gli Stati Uniti hanno diretto i loro sforzi verso la costrizione del Giappone alla resa per molto tempo dopo che il regime Nazista è già crollato, l’Unione Sovietica avrò già ricostruito gran parte dell’Europa postbellica a sua immagine, anche se i Sovietici non riusciranno a realizzare tutte le loro ambizioni europee perché gli Stati Uniti offriranno comunque sostegno economico alle nazioni europee distrutte dalla Seconda Guerra Mondiale.
Un dettaglio minore al riguardo è che siccome George Marshall continuerà ad essere il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti fino alla fine della guerra contro il Giappone, il Piano Marshall non prenderà il nome da lui ma dal segretario di stato in carica, James Francis Byrnes.
Il Piano Byrnes consisterà delle stesse politiche di recupero economico del Piano Marshall, a parte il fatto che al piano verranno destinati meno soldi perché gli Stati Uniti saranno ancora in guerra col Giappone.
Nella nostra TL i Sovietici non liberarono i territori precedentemente in possesso dei Nazisti, ma piuttosto li occuparono, ed è per questo che in questa TL gli Statunitensi manderanno comunque aiuti all’Europa, perché anche se saranno ancora ufficialmente in guerra non vorranno che gran parte dell’Europa finisca sotto il dominio sovietico.
In questa TL i confini europei rimarranno gli stessi della nostra TL, la Cortina di Ferro comincerà comunque ad attraversare i confini di Germania dell’Est, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia, con la parte orientale Comunista e la parte occidentale capitalista.
Con tutta onestà, quando si arriva all’Europa, in questa TL non ci sarà un forte contrasto con la nostra.
Le vere differenze ci saranno invece in Asia orientale.
Ritornando a quella regione, parliamo della Corea: nella nostra TL la penisola fu divisa lungo il 38° Parallelo, col nord Comunista e il sud anticomunista, ma in questa TL non ci sarà alcuna divisione, dato che mi aspetto che tutta la Corea diventi Comunista.
Come ho detto prima, mentre si svolgerà l’invasione di terra del Giappone i Sovietici imperverseranno per tutta la penisola coreana e stabiliranno lì un governo fantoccio.
Una regione che mi aspetto verrà divisa tra un nord Comunista e un sud capitalista non è la Corea, bensì la Cina.
Nella nostra TL la Cina finì sotto il dominio Comunista perché ai ribelli Comunisti guidati da Mao Zedong venne concessa la regione posseduta dai Sovietici della Manciuria, che poi usarono per conquistare il resto della Cina continentale.
In questa TL i Sovietici cederanno comunque la Manciuria ai Comunisti, assieme alle provincie costiere cinesi che hanno strappato ai Giapponesi mentre l’Operazione Downfall stava andando avanti.
Gli Stati Uniti molto probabilmente non vorranno che tutta la Cina finisca sotto il Comunismo, dato che la regione è di estrema importanza strategica per la loro causa, e dopo aver già perso la Corea e il Giappone settentrionale gli USA sapranno che non possono permettersi ulteriori perdite in Asia.
A causa di ciò mi aspetto che dalla Guerra Civile Cinese derivi una guerra per procura simile alla Guerra di Corea della nostra TL, con l’Unione Sovietica a sostenere la base Comunista a Pechino e gli Stati Uniti a spalleggiare i Nazionalisti con base a Canton.
Dato che adesso la guerra civile sta andando avanti da decenni ed entrambe le parti saranno sostenute dai due paesi più potenti della Terra non mi aspetto che una di esse ne esca vittoriosa sull’altra, mi aspetto invece che alla fine il combattimento si risolva in uno stallo, dato che entrambi capiranno che non possono sconfiggere la parte opposta, perciò, proprio come è accaduto nella nostra TL con la Corea, la Cina sarà divisa fra un nord Comunista e un sud capitalista che sono ancora tecnicamente in guerra l’uno contro l’altro anche se i combattimenti veri e propri sono terminati anni fa.
Riguardo al confine tra queste due regioni mi aspetto che il Fiume Azzurro servirà da confine adatto tra le due parti, questo perché mi aspetto che molti dei combattimenti si svolgeranno nei dintorni del fiume, così, quando col cessate il fuoco verranno tracciati i confini, molti probabilmente si troveranno sul fiume.
Riguardo al Tibet, lo scenario più probabile che posso immaginare per la regione sarà l’indipendenza, perché entrambe le fazioni cinesi cercheranno di dominarlo con uguale forza ed esautorare la fazione avversa dal suo possesso.
Il Tibet sarebbe della massima importanza sia per i capitalisti che per i Comunisti a causa di un unico fattore: l’acqua.
Quasi tutti i fiumi cinesi più importanti hanno la sorgente in Tibet, e a causa di questo se una delle due parti occupasse completamente la regione riuscirebbe a far cedere l’altra per carenza d’acqua.
Entrambe le parti lo capiranno, ma non proveranno davvero a prendere il Tibet, dato che questo farà sì che la regione chieda aiuto alla fazione opposta, poiché vedrà come un invasore la fazione che cercherà di conquistarlo.
A causa di questo non mi aspetto che entrambe le parti conquistino davvero il Tibet, ma che piuttosto cerchino di ottenere il sostegno della regione grazie a favori politici e promesse.
Dato che entrambe le parti non vorranno far infuriare il Tibet e il suo popolo il Dalai Lama non avrà alcun motivo di fuggire in India.
Anche se le forze Comuniste cinesi organizzassero un'invasione della regione il Tibet saprà che le forze Nazionaliste arriveranno in aiuto e viceversa.
Per quanto riguarda la Guerra Fredda dopo gli anni ’50 è impossibile dire come si svolgerà, eccetto per alcuni punti avvenuti nella nostra TL che avverranno anche in questa TL: alcuni di questi punti includono la corsa alle armi fra USA e URSS, entrambe le nazioni che competeranno per l’influenza in Europa e la guerra per procura in Vietnam.
Oltre a questo, uno dei cambiamenti più degni di nota in questa TL sarà l’assenza della Crisi Sino-Sovietica.
Il motivo per il quale la Repubblica Popolare Cinese iniziò ad allontanarsi dall’URSS nella nostra TL è che Mao e Chruščëv erano in disaccordo su come avrebbero dovuto essere guidati i due paesi Comunisti, al punto che Mao pensò che sarebbe stato meglio per la Cina andare per la propria strada.
In questa TL questo potrebbe non essere il caso per via della dipendenza dei Comunisti cinesi dall’Unione Sovietica.
Come ho detto prima la Cina Comunista sarà simile alla Corea del Nord della nostra TL, e anche se possiederà comunque delle forze armate formidabili avrà comunque bisogno del sostegno dell’Unione Sovietica nel caso scoppiasse un conflitto, e per questo mi aspetto che la Crisi Sino-Sovietica sarà un evento meno drammatico o potrebbe addirittura non avvenire, perché il nord Comunista cinese avrà bisogno di supporto contro il sud capitalista.
Oltre a questo, sarà estremamente difficile determinare come sarà il mondo.
Per riassumere, i confini dell’Asia saranno estremamente differenti, l’Unione Sovietica sarà molto più potente e avrà possedimenti molto più estesi nell’Asia orientale, e potrebbe avere un’autorità più grande sull’Europa.

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C'è spazio anche per l'idea di Inuyasha Han'yō:

Questa mappa rappresenta una ipotetica spartizione del Giappone tra le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale (USA, URSS, Cina e Regno Unito). E se fosse stata messa in atto?

Ed ecco bandiera e stemma della Repubblica Popolare del Giappone (da questo sito):

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Così gli risponde Andrea Villa:

A questo proposito esiste un cartone animato giapponese del 2004 con trama ucronica che si basa proprio su questo assunto, intitolato "The place promised in our early days" ("Kumo no mukô, yakusoku no basho"). In un dopoguerra alternativo il Giappone è diviso in due differenti parti: Hokkaido è sotto il governo dell'Unione Sovietica mentre Honshu e le altre isole del sud sono sotto l'autorità degli Stati Uniti. A Hokkaido, inoltre, è stata costruita un'alta torre, che è possibile vedere anche da Tokyo. Nel corso dell'estate, Hiroki, Takuya e Sayuri, tre studenti delle scuole medie, si promettono di costruire un velivolo in grado di avvicinare la torre e svelarne i segreti. Il loro progetto viene però abbandonato quando Sayuri, la ragazza del gruppo, si ammala misteriosamente e si trasferisce a Tokyo. Anni dopo, sull'orlo di una nuova guerra, Hiroki scopre che Sayuri è in coma da quando è partita per una grave forma di narcolessia, e chiede a Takuya di aiutarlo a trovare un modo per risvegliarla...

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Non può mancare il parere in proposito di Perchè No?:

Sono stati elaborati davvero dei piani di occupazione del Giappone in zone come la Germania, ma sono tutti rimasti sulla carta quando gli USA hanno deciso che il Giappone sarebbe stato occupato solo da loro (principale e quasi unica forza combattente alleata nel Pacifico).

Quale sarebbe stato l'aspetto del Giappone secondo questi piani (mai veramente discussi)?

Il piano principale prevedeva tre zone tra URSS, USA e Gran Bretagna. L'URSS doveva prendersi almeno Hokkaido e forse anche il Tohoku (Nord del Giappone). Gli USA avrebbero conservato il Giappone centrale con le principali città (Tôkyô, Nagoya, Ôsaka, Kyôto) e forse l'intera isola di Honshû secondo le varie versioni. La Gran Bretagna doveva almeno prendersi il Kyûshû ma forse anche l'isola poco strategica di Shikoku e tutta la parte Ovest dell'Honshû (dove si trova Hiroshima).

Altre nazioni alleate sono state lasciate fuori della spartizione per ragioni ovvie. Per esempio la Francia non aveva i mezzi per mantenere una zona di occupazione in Giappone e la restituzione delle sue colonie in Indocina era già un grosso sforzo (e considerato dagli USA come una concessione generosa). Stessa cosa per l'Olanda. La Corea neonata non aveva ancora mezzi militari. Anche la zona di occupazione cinese non fu realizzata per le stesse ragioni: mancanza di mezzi per mantenere la zona e attribuzione di un pezzo di territorio giapponese (Taïwan).

Anche per la Grae Bretagna gli USA erano dubbiosi sulla sua capacità di partecipare all'occupazione. I Britannici hanno però ricevuto nella nostra TL la missione di partecipare al disarmo dell'esercito giapponese sulla stessa zona descritta sopra (Kyûshû e Ovest dell'Honshû). Ci sono state delle truppe britanniche a Hiroshima. Ma presto la Gran Bretagna ha chiesto aiuto in uomini, mezzi e finanze, confermando l'opinione americana. La zona britannica non era possibile.

La zona sovietica... le ragioni sono ovvie: anticomunismo americano, timore di veder ripetersi la situazione della Germania o della Corea, ostilità delle élite giapponesi a vedere dei comunisti sul loro territorio ecc.

Ma se fosse avvenuto, credo che alcuni sviluppi sarebbero stati interessanti!

Giappone, zona sovietica: Comando delle truppe di occupazione a Sapporo. Non si deve essere tanto intelligenti per immaginare che come altrove la zona sovietica si sarebbe trasformata presto in una Repubblica Popolare del Giappone (o una Repubblica Popolare di Ezo se ridotta a Hokkaido). Le zone americane, britanniche (e cinese?) sarebbero state fuse nello Stato del Giappone. Ne abbiamo spesso parlato ma generalmente con l'idea che prenderebbe il posto della Corea. In questo scenario il Giappone E la Corea sono spartite. Si potrebbe immaginare che nel 1950, quando scoppia la guerra di Corea, il Nord-Giappone partecipa al conflitto come alleato della Corea del Nord. La guerra di Corea sarebbe raddoppiata con una guerra del Giappone. Gli Americani sarebbero costretti a mantenere delle truppe combattenti nell'arcipelago, indebolendo il loro sforzo nella penisola. Potrebbe cambiare del tutto il corso della guerra o il Giappone comunista crollerebbe?

Giappone, zona britannica: Comando delle truppe di occupazione a Fukuoka. Il nome può ingannare, c'è una certa probabilità che le truppe di occupazione britanniche sarebbero infatti degli Australiani e/o Neozelandesi. Questo renderebbe ancora più evidente per gli Americani la necessità del trattato ANZUS e farebbe dell'Australia un attore importante nelle vicende non solo dell'Asia meridionale ma anche della zona Cina-Giappone. l'Australia (e la Nuova Zelanda) potrebbero avere una politica molto più attiva nel contesto della Guerra Fredda. Probabilmente un trattato simile e contemporaneo al trattato di San Francisco segnerebbe la fine dell'occupazione ma l'Australia potrebbe rimanere un alleato e partner commerciale importante del Giappone. Nella nostra epoca, in cui la sicurezza dello scudo americano si sta deteriorando, l'Australia potrebbe diventare il nuovo principale alleato di Tokyo in funzione anti-cinese, girando le spalle a Washington.

Giappone, zona cinese: Comando delle truppe di occupazione a Matsuyama. Questa sarebbe la mia preferita. Questa occupazione da parte dei nazionalisti cinesi sarebbe ovviamente breve, finirebbe con la vittoria di Mao Zedong, ma secondo me avrebbe le conseguenze più importanti. Nella nostra TL il Giappone si ricorda solo della sua sconfitta, ma in Pacifico, c'é solo uno Vincitore, é l'Americano, l'Occidentale che ha vinto per grazia della sua potenza industriale. Ma nella realtà anche in Cina il Giappone stava perdendo e la maggior parte delle sue perdite militari sono state sul continente. Tuttavia per il Giappone di oggi é ancora difficile ammettere di essere stato sconfitto dai barbari cinesi con poco materiale e ancora meno cibo. La creazione di una zona di occupazione cinese sarebbe la prova e il simbolo impossibile da negare che anche la Cina era uno dei vincitori e doveva essere rispettato per questo. Questo cambierebbe molto la memoria giapponese della guerra, rovinerebbe per sempre il prestigio dell'estrema destra e forse produrrebbe un Giappone capace di giudicare le sue guerre sul continente e di iniziare una riconciliazione con la Cina (almeno con Taïwan). C'è anche la possibilità che, con la vittoria comunista, un numero importante di soldati del Kuomintang siano trasferiti nello Shikoku piuttosto che direttamente a Taïwan, ed alcuni di loro rimarrebbero in Giappone, creando un'importante comunità cinese nell'arcipelago.

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Federico gli domanda:

Di certo i giapponesi non furono teneri con i cinesi, per usare un eufemismo. E se i cinesi gli rendessero pan per focaccia? Ricordando Nanchino e gli altri massacri, i cinesi vessano ed espellono progressivamente i giapponesi dalla loro zona d'occupazione, sostituendoli con cinesi, un immigrazione che raggiunge il boom dopo la vittoria di Mao. Tale zona diventa una provincia/dipendenza di Taiwan. Il modello storico sarebbe il trattamento dei tedeschi in Prussia Orientale (e in Slesia, Posnania, Pomerania e Sudeti) da parte dei sovietici (e polacchi e cecoslovacchi).

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E Perchè No? gli spiega:

Non si può credere che una forza di occupazione cinese in Giappone sarebbe stata un modello di moderazione, piccoli atti di rivincita sono possibili se non creano disordini civili. La zona cinese dipenderebbe dagli Americani per quasi tutto, ed allora guai se provocano una reazione dello SCAP (il comando delle forze di occupazione a Yokohama).

Pensavo che nella situazione del 1948 i Nazionalisti cinesi, con l'accordo americano, potrebbero inviare una parte dei loro esuli e veterani a Shikoku, ma solo come soluzione temporanea prima di spedirli a Taiwan. Un certo numero di questi Cinesi civili e veterani potrebbero insediarsi in Giappone, ma solo come emigrati. Nel 1948 la ROC non avrebbe più i mezzi per mantenere l'occupazione, e la loro zona sarebbe stata fusa alla zona americana o britannica.

Non credo che Shikoku avrebbe potuto essere separata del resto dell'arcipelago, aveva la popolazione più bassa, era la meno industrializzata, non aveva grandi porti (ancora oggi é un po' la Sardegna del Giappone) e storicamente la Cina non aveva diritti su di essa (al contrario di Taiwan e Okinawa), gli USA non la avrebbero lasciato fare per paura di causare una reazione violenta dei Giapponesi, fino a questo momento particolarmente passivi.

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Anche feder ha la sua idea: lo Shogunato MacArthur!

Prima ancora della firma della resa da parte dei nipponici, il popolarissimo generale statunitense Douglas MacArthur ricevette l'incarico di comandante supremo delle forze alleate nel paese del Sol Levante, con poteri assoluti di controllo sulle istituzioni giapponesi, compreso lo stesso imperatore Hirohito, ormai ridotto al fantasma di ciò che era stato in passato.MacArthur era in quei pazzeschi anni di fatto l'unica voce della politica nell'arcipelago: dettava legge non solo agli alleati occidentali, ma anche a tutto il popolo giapponese, dai soldati alle più alte sfere dell'esercito e della finanza. La quantità di influenza che gli americani, sia indirettamente, sia per mezzo del rispetto e della sottomissione totale di cui godeva MacArthur, ebbero sulla cultura e la nazione giapponese dal 1945 al al 1952 (anno della fine dell'occupazione occidentale) è impressionante, quasi inconcepibile per un Paese che volesse definirsi libero e sovrano: numerosi criminali di guerra vennero perdonati e cooptati nell'establishment, le industrie vennero salvate in extremis dai donativi statunitensi, e profondi interventi sulla società vennero portati avanti allo scopo di svecchiare e modernizzare l'impero. Basti pensare che la stessa Costituzione giapponese venne redatta dallo staff al servizio del generale...

Il patto fra le due parti era semplice: obbedienza in cambio di preservazione. Un'obbedienza tale da generare nei giapponesi l'istinto di titolare, in accordo con le loro tradizioni, autonomamente il generale shogun, in varie occasioni. In effetti, l'ambito e la portata del suo operato, così come la modalità adottata, erano pari, nella storia giapponese, solo a quella di grandi shogun del passato quali Minamoto no Yoritomo, Ashikaga Takauji e Tokugawa Ieyasu. Quindi... avete capito? E se l'abbaglio di un popolo ancora abituato a vivere con il linguaggio di un secolo prima si realizzasse nel concreto? MacArthur resterebbe shogun a vita? Se se ne andasse, avrebbe fatto abbastanza gavetta politica da vincere le elezioni presidenziali statunitensi del 1952? E se sì, ricordando che MacArthur fu lo stesso a richiedere l'utilizzo di armi nucleari durante la guerra di Corea, con quali differenze rispetto alla nostra timeline? Possibile che la guerra fredda diventi calda?

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Gli risponde il solito Perchè No?:

Non ho capito bene, MacArthur diventa un vero shogun e fonda una dinastia in Giappone? Torna in America e diventa uno shogun americano? Credo che in entrambi i casi il governo USA non sarebbe molto d'accordo.

Dal lato giapponese il titolo di shogun era stato abolito nel 1868 e non esisteva più. Era un titolo dato dall'imperatore stesso (uno non poteva proclamarsi shogun da solo), ciò significa che farebbe teoricamente di MacArthur un suddito di Hirohito (e per di più uno shogun doveva essere un discendente dei Minamoto, dunque se non si fa adottare da una famiglia nobiliare giapponese per MacArthur sarebbe stato impossibile).

Il titolo si deve comprendere dal punto di vista culturale perché effettivamente definiva bene la funzione di MacArthur in Giappone. Ritroviamo anche il compromesso fondamentale tra lo shogun e l'imperatore come ideato nel 1182 da Yoritomo: l'imperatore riconosce e legittima lo shogun, delegando ogni funzione esecutiva e giudiziaria (non c'erano funzioni legislative) e conferma il monopolio dello shogun ad usare la forza. In cambio lo shogun promette di proteggere e conservare l'istituzione imperiale (non l'imperatore, preciso bene), di proteggere il paese contro ogni nemico interno ed esterno e di mantenere un "buon governo". L'unica cosa che manca é la sottomissione teorica all'imperatore.

Dire che MacArthur era uno shogun é pienamente giustificato, ma non poteva realizzarsi veramente. Ma per i Giapponesi del 1945 dare del Gaijin shogun a MacArthur non é usare un linguaggio ancora attuale, era solo un referimento al passato facile da capire per tutti. Oggi si usa il termine Yami shogun per parlare di un ex-premier che continua a dirigere il governo tramite delle creature proprie, l'ex premier Shinzô Abe diventerà probabilmente uno di loro.

A proposito, mi viene in mente una proposta alternativa: se la guerra di Corea non scoppia gli USA non avrebbero bisogno di far tornare il Giappone alla piena sovranità così presto, né fondare le Forze di Autodifesa (Jieitai, JSDF). L'occupazione americana potrebbe continuare con MacArthur a capo, egli diventerebbe lo shogun a vita che tu immaginavi. Fino a quando? In quale maniera il Giappone potrebbe ritrovare la sua indipendenza? Un territorio così importante non potrebbe rimanere per sempre una dipendenza, forse sarebbe possibile immaginare un'integrazione come Stato USA (poco probabile, ma l'imperatore non sarebbe così problematico).

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William Riker gli domanda:

Secondo te il Giappone potrebbe adottare un giorno l'alfabeto latino, come ha fatto l'Indonesia?

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E Perchè No? gli risponde:

Avrebbero potuto farlo nel XIX secolo e i coreani lo hanno fatto (ma con il loro proprio alfabeto), é possibile nel dopoguerra, ma i segni kanji rimarrebbero insegnati nella letteratura classica e probabilmente sarebbero usati ancor oggi. Posso immaginare i genitori che inviano i loro figli in scuole serali (juku) per imparare questi segni, sopratutto se conoscere i kanji diventa il segno distintivo dell'uomo educato rispetto al semplice cittadino. Anche se aboliti ufficialmente, i kanji rimarrebbero lo stesso obbligatori per far parte di un alto livello sociale o di certi gruppi professionali (politica, università, letteratura, giornalismo etc.). Solo le nuove generazioni all'inizio degli anni 2000 sarebbero più favorevoli a usare solo i roma-ji (le lettere romane).

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La palla passa a Inuyasha Han'yō:

Sarebbe possibile un conflitto sino-americano per via di Taiwan, isola di fatto indipendente dal lontano 1949, anno della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao, e che il regime di Pechino considera niente più che una provincia ribelle?

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A rispondergli è sempre Perchè No?:

Può avvenire in ogni momento. La RPC ha votato una legge che le permette di usare la forza senza limiti in caso di secessione. É stata una legge fatta per il caso unico di Taiwan se l'isola proclama la sua indipendenza come Repubblica di Taiwan (per il momento Taiwan si pretende Repubblica di Cina, conservando la finzione dell'unità della Cina anche se tra le mani di due fazioni rivali). La presidente attuale Tsai Ing Wen viene dal partito tradizionalmente favorevole all'indipendenza (alla taiwanizazzione diciamo) contro il Guomintang (alleato politico per caso della Cina comunista, la storia ama i paradossi). Molti Taiwanesi vorrebbero un referendum che sarebbe senza dubbio vinto dagli indipendentisti e la reazione cinese sarebbe automatica, come la reazione americana. Ma per fortuna i politici taiwanesi sono da decenni abituati a negoziare e trattare, fanno poco caso al populismo e all'azione emotiva. Ci vorrebbe una grossa pressione cinese per provocare la crisi.

Mi dispiace molto perché Taiwan é un paese che ammiro molto, é una democrazia sana e attiva, una società cinese moderna che conserva e venera pure le sue tradizioni. Un paese con buoni rapporti con i suoi vicini (eccezione fatta per la Cina), anche con il Giappone (non é poco, direi). Un giorno tutto questo finirà...

Ma se facciamo delle ucronie allora possiamo immaginare le diverse occasioni di un conflitto sfiorato tra le due Cine con conseguente intervento americano:

- Prima crisi dello stretto (di Formosa), 1953
- Seconda crisi dello stretto, 1955
- Terza crisi dello stretto, 1995, la sola crisi contro la Taiwan democratica: la Cina spara missili contro Taiwan durante le elezioni presidenziali per mostrare cosa pensa del candidato indipendentista (che per reazione viene eletto, ovviamente).

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Anche Generalissimus ha qualcosa da dire:

Di ritorno dalla spedizione che costrinse il Giappone ad aprirsi al commercio, il Commodoro Perry ebbe la bella pensata di piantare la bandiera americana sulle Isole Ogasawara, e consigliò fortemente al governo americano di impadronirsi delle isole Ryūkyū. Ovviamente non venne ascoltato, e le Ogasawara tornarono poi di proprietà giapponese, ma se invece il Presidente Pierce o chi per esso si dicessero d'accordo con l'ufficiale americano? Perry aveva anche consigliato la colonizzazione di Formosa, e se gli Stati Uniti mettessero gli occhi anche su quell'isola?

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E Perchè No? non si fa attendere:

Le Ogasawara sono delle piccolissime isole a Sud di Tokyo. Fanno ridere ai Giapponesi stessi perché sono le isole più... isolate dell'arcipelago ma amministrativamente fanno parte di Tokyo, la più grande città del paese.

Prendere le Ogasawara sarebbe stato difficile per gli Americani, non c'erano dei porti importanti, niente o quasi risorse, sono spesso colpite dai tifoni. Francamente nessuno voleva prendersele.

Okinawa sarebbe stata un'altra storia, ma lo statuto delle Ryûkyû era complesso, un regno indipendente vassallo della Cina ma sotto controllo del clan giapponese di Satsuma e dunque teoricamente parte del Giappone. Come prendere le Ryûkyû? Contro la Cina o contro il Giappone? In più le Ryûkyû erano già aperte agli stranieri (non sono mai state chiuse come il resto del Giappone) e altre potenze usavano il porto di Naha, Britannici e Francesi per primi. Infatti la Francia sarebbe stato il colonizzatore più probabile perché aveva più contatti locali grazie ai missionari gesuiti, tutti Francesi. Gli USA si sono prima interessati al Giappone e poi sono stati occupati dalla loro guerra civile. Non hanno avuto il tempo di pensare a colonizzare Okinawa.

Un POD centrato su Okinawa potrebbe vedere il regno delle Ryûkyû rimanere indipendente del Giappone anche teoricamente tributario della Cina. Sarebbe interessante perché quando il regno di Ryûkyû é unificato durante il XV secolo da Shô Hashi diventa presto una talassocrazia basata sul commercio. Ha avuto la fortuna di prendere il posto della Cina che nello stesso momento aveva abbandonato il mare. I marinai delle Ryûkyû si sono ritrovati quasi soli ad approfittare dell'occasione e sono diventati la potenza commerciale nella zona fino all'arrivo di Spagnoli, Olandesi e al ritorno dei Giapponesi sul mare durante il XVI secolo. Le loro navi andavano fino alle Filippine e anche a Sumatra. Senza risorse, Okinawa contava unicamente sulla sua funzione di mediatore commerciale tra Cina, Corea, Giappone e i paesi del Sud.

Possiamo immaginare che, al contrario della nostra TL, i re di Ryûkyû approfittano di questo domino sul mare per estendere il loro controllo su Taïwan, Jeju e forse anche le isole giapponesi di Tsushima o Tanegashima, creando un impero insulare che resisterebbe ai samurai di Satsuma durante il XVI secolo, agli Spagnoli, agli Olandesi e rimarrebbe una nazione indipendente fino al XIX secolo. Oggi sarebbe un paese indipendente sotto il nome di regno di Ryûkyû, sempre sotto la dinastia Shô.

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E ora, la proposta di Dario Carcano:

Nell'aprile del 1944 il Giappone lanciò l'operazione Ichi-Go, ovvero un offensiva contro il governo cinese di Chiang Kai-shek con il doppio obiettivo di congiungere i possedimenti giapponesi in Cina, rendendo possibile creare una rotta terrestre su cui far viaggiare le risorse di cui il Giappone aveva un disperato bisogno per proseguire la guerra contro gli Stati Uniti, e catturare le basi statunitensi in Cina impedendo così agli americani di bombardare il territorio metropolitano del Giappone.
L'operazione fu una vittoria di Pirro dei giapponesi. L'esercito imperiale riuscì a conquistare vasti territori nelle regioni dell'Hunan, Henan e Guangxi, congiungendo le conquiste nipponiche degli anni precedenti, ma i giapponesi non riuscirono a creare una rotta terrestre su cui far viaggiare le risorse provenienti dall'Asia meridionale, e la contemporanea conquista americana delle Marianne diede agli Stati Uniti una base migliore della Cina da cui bombardare impunemente il Giappone.
Ma per quanto i magri risultati ottenuti da Ichi-Go abbiano avuto un costo carissimo per il già stremato Giappone, il grande sconfitto di questa operazione fu Chiang, e in generale il governo nazionalista cinese.
Fino a quel momento la principale forza che si era opposta ai giapponesi era stata l'Esercito Nazionale Rivoluzionario del Kuomintang, e i comunisti di Mao avevano avuto un ruolo nel complesso marginale nella lotta ai giapponesi.
Però Ichi-Go cambiò le carte in tavola. I nazionalisti, a causa degli errori strategici di Chiang, subirono perdite pesantissime per fermare l'avanzata giapponese, tali che l'ENR fu quasi distrutto. Alla fine dell'offensiva Chiang era così debole che dovette difendersi da un tentativo degli americani (nella persona del generale Stilwell) di sostituirlo alla guida delle truppe alleate in Cina. Se il Giappone non fosse stato a sua volta debole e vicino alla resa, per la Cina nazionalista sarebbe stata la fine.
Al contrario Mao e i comunisti uscirono rafforzati dall'offensiva. Infatti il PCC rafforzò il suo controllo sulle zone rurali della Cina meridionale, e i partigiani comunisti divennero i principali antagonisti dei giapponesi, che avevano sì ottenuto grossi guadagni territoriali dall'offensiva, ma riuscivano a controllare solo le città e le principali linee di comunicazione, lasciando nelle campagne un vuoto che fu colmato da Mao e dai suoi partigiani.
Tutto questo ovviamente avrebbe avuto conseguenze enormi negli anni successivi, quando con la fine della guerra contro i giapponesi sarebbe ripresa la guerra civile tra KMT e PCC.
Quindi il PoD è molto semplice: Chiang non commette gli errori strategici della TL (credere che l'attacco principale sarebbe arrivato dall'Indocina, mentre invece i giapponesi attaccarono dai loro possedimenti nella Cina settentrionale) e non subisce perdite così pesanti nell'affrontare i giapponesi.
Ichi-Go quindi non è una vittoria di Pirro ma una sconfitta per i giapponesi; Chiang guadagna prestigio dall'aver respinto i giapponesi e Mao non ha l'opportunità per rafforzarsi a scapito di Chiang, che negli anni successivi vince la guerra civile contro Mao.

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Gli risponde Perchè No?:

Per la parte giapponese direi che una sconfitta in Cina porterebbe a una riduzione del fronte in Asia con forse la ritirata dalle zone occupate più isolate allo scopo di rafforzare le zone occupate in Cina, Manciuria e fortificare le isole Okinawa. La via per il Giappone metropolitano diventerebbe ancora più sanguinosa per gli Americani. O forse possiamo legarla alla proposta di un golpe in favore di una pace negoziata in Giappone...

La luna conquistata dai Giapponesi!

La luna conquistata dai Giapponesi!

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Diamo adesso la parola a MorteBianca:

Pu Yi Imperatore giapponese!

Questa ucronia è dedicata al buon William Riker, a cui è anche ispirata (emula una sua vecchia proposta su uno scambio monarchico postbellico tra Italia e Spagna).

Pu Yi in questa timeline si allea con i Giapponesi, diventa imperatore della Manciuria come pupazzo satellite dei giapponesi nella sfera di co-prosperità e, per favorire tale alleanza, si propone un matrimonio tra un membro secondario della famiglia imperiale giapponese e Pu Yi. Così i giapponesi possono vantare di essersi legati ai celesti imperatori. La seconda guerra mondiale prosegue come al solito, gli americani sganciano l’atomica. L’Imperatore cerca di convincere i generali alla resa, ma i generali si oppongono e l’Imperatore decide di fuggire con tutta la sua famiglia su una portaerei carica di tutti i tesori e le opere d’arte (più una piccola porzione del tesoro di stato), intenzionato a fuggire negli Stati Uniti. I giapponesi sono disgustati dal tradimento dell’Imperatore che li abbandona nel momento del bisogno, e al tempo stesso sono traumatizzati dal venire abbandonati dalla loro guida e figura imperiale, che non possono né amare né odiare. E’ il momento più basso della storia giapponese. Il concilio militarista cerca di prendere tempo mentre devono decidere se scomunicare l’Imperatore (ancora divino) come traditore filo-americano o se inventarsi una balla su un possibile rapimento e farne un martire. Alla terza atomica (pericolosamente vicina a Tokyo) una parte più liberale della nomenclatura nobiliare giapponese depone i militari ed incontra gli americani siglando una pace. Nessuna guerra civile a differenza del caso italiano (dove c’era la Germania a supportare i fascisti), è soprattutto la paura dei comunisti a cementificare tale paura. L’imperatore ritorna, credendo di venire accolto come il salvatore della patria. In realtà all’aeroporto non lo aspetta quasi nessuno, ed in città la folla gli riserva lanci di sassi e pomodori. Le urla sacrileghe mai udite prima: “Tu non sei un Dio!” segnano il destino di quello che sarà il futuro della famiglia Imperiale. Il nuovo parlamento decide di esiliare la famiglia reale ma non osa proporre un referendum monarchia-repubblica, sia per timore che questo venga poi usato dal Fronte Repubblicano filo-sovietico per portarsi dietro chissà che altro, sia perché molti ex fascisti ed industriali e militari sono nobili e rinunciare alla monarchia significa perdere tutti i propri titoli e privilegi. Si decide quindi di offrire la corona ad un nuovo ramo della famiglia imperiale. E si guarda proprio a Pu Yi, scampato miracolosamente ai comunisti passando per la Corea. Pu Yi è infatti stato alleato dei Giapponesi, è un monarca di nobilissimi natali (molto più nobili degli imperatori giapponesi, tecnicamente), porta su di sé un’eredità incredibile e poi è anche sposato con una nipote dell’Imperatore, il quale aveva comunque abdicato nella speranza che il suo giovane figlio potesse allettare il popolo. Il fattore del matrimonio è quello che spegne le ultime recalcitrante, dovute principalmente al fatto che Pu Yi non avesse una sola goccia di sangue giapponese (e spiccicava poche parole della lingua dei suoi oppressori/alleati), ma essendosi sposato entrava di diritto nella famiglia reale. Pu Yi dovette firmare il concordato con cui riconosceva di non essere divino (cosa che non aveva, peraltro, mai preteso, quindi nessuno strappo alla regola). Inoltre si fanno contenti diversi progressisti perché Pu Yi è al potere unicamente per via di sua moglie, quindi quest’ultima non può essere regale consorte (è proprio il contrario, eppure è lui a dover avere i poteri cerimoniali), quindi sua moglie diventa imperatrice parimenti, ottenendo a sua volta numerose onorificenze e ruoli di primaria importanza. Pu Yi quindi siede ora sul trono di quelli che un tempo erano i suoi padroni e, ironia delle ironie, di quelli che secoli prima sarebbero stati i suoi vassalli. Un cinese è Imperatore del Giappone. Non è esattamente una soluzione tranquilla, ma nessun animo irrequieto giapponese si può paragonare al disastro diplomatico con la Cina. Che Mao sia furioso è dire poco, perché Pu Yi è ancora tecnicamente Imperatore Manciù (e ancora tecnicamente imperatore cinese). Pu Yi però, nonostante non abbia mai ufficialmente rinunciato alle sue pretese dinastiche, non le ha neanche mai fatte valere. “Ne ho abbastanza della Cina, non mi hanno voluto due volte”.

Pu Yi sarà un Imperatore abbastanza silenzioso. Si farà vedere poco e parlerà pochissimo, e quelle poche parole saranno caratterizzate da una strettissima neutralità. Per quanto ne sappiamo ogni suo discorso è stato scritto dal suo staff (ed infatti il registro linguistico è troppo alto per una persona che non parla così bene il giapponese). Si usa scherzare ancora oggi sul fatto che Pu Yi parlasse poco non per motivi politici, ma perché il suo pesante accento cinese si sentisse troppo. Tanto meglio per la moglie, l’Imperatrice, che fu la più vocale da secoli, paragonata spesso ad Elisabetta II (ed infatti i parallelismi matrimoniali tra le due non sono pochi). Noto è anche l’incontro tra i ministri di Corea del Sud, Vietnam del Sud, Taiwan, Giappone e Filippine, a cui era presente lo stesso Pu Yi. Il presidente e dittatore Coreano lamentava questioni di confine con il Giappone e proclamava il governo giapponese crudele ed imperialista. Quando il ministro giapponese fece notare che lui era stato regolarmente eletto (cosa che il dittatore coreano non poteva vantare), quest’ultimo si lanciò in uno sproloquio che a quanto pare stufò Pu Yi, che prese il microfono (in realtà non si sentì quasi nulla, il microfono era spento) e disse “Perché non chiudi il becco?” in un giapponese, per una volta, perfetto. La frase divenne meme. Ne nacquero suonerie, programmi televisivi, battute, parodie, magliette, spille, adesivi, bandiere, una canzone e mille altri gadget. Pu Yi in realtà ha passato la sua vita imperiale in forti disagi. Per via dei suoi agi passati era incapace di provvedere alle sue necessità, e ha dovuto imparare da solo ogni cosa, persino come andare in bagno. In tarda età il suo Alzheimer era pesante. Non riconosceva più i suoi figli, né sua moglie (che prima confuse per una delle sue precedenti, poi per sua madre, l’Imperatrice Vedova) e divenne quasi cieco. Ormai suo figlio (l’Imperatore mezzo cinese, che lui aveva visto ben poco perché la real casata lo aveva educato sin da piccolissimo per il suo delicato ruolo) era abbastanza grande da occuparsi dei suoi ruoli reali, e gli fece quindi firmare (mentre era, come sempre, spaesato) i documenti che ne delegavano i ruoli. Si preferì non farlo abdicare, il Giappone aveva passato troppe turbolenze e si era appena abituato al nuovo Imperatore, che morì 8 anni dopo per un attacco ischemico cerebrale. Pu Yi venne sepolto insieme agli Imperatori giapponesi. Non ritornò a dominare questa terra con armate e flottiglie, ma per un semplice matrimonio ed un colpo di fortuna.

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Dario Carcano gli obietta:

Ottima ucronia, ma ha due punti deboli:

1) Se immaginiamo un Hirohito alla Carlo II di Romania, sarebbe più probabile che dopo la guerra sia messo sul trono un principe ancora bambino, che proprio per questo non sarebbe compromesso né col regime militarista né col tradimento di Hirohito (del resto in Romania le azioni di Carlo II non preclusero la successione di suo figlio, Michele I);

2) In Giappone non c'è mai stata la successione in linea femminile, se ne è discusso alcuni anni fa ma poi più nulla quando il fratello di Naruhito ha generato un maschio. Dunque a meno che non ci sia un radicale cambio di mentalità, Pu Yi in nessun modo potrebbe diventare imperatore attraverso un matrimonio.

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E Alessio Mammarella aggiunge:

Sfizioso il riferimento al "porque no te callas?" di Juan Carlos a Hugo Chavez. Solo una osservazione vorrei fare, a proposito del livello di nobiltà di Pu Yi rispetto agli altri imperatori giapponesi (è una precisazione che non inficia la storia, comunque).

Pu Yi aveva portato il titolo assolutamente prestigioso di Celeste Imperatore, ma dal punto di vista strettamente dinastico apparteneva a una famiglia, quella Qing, di origine "barbarica" (mancese). Una dinastia che, a parte il malgoverno, era odiata proprio per queste sue origini da molti cinesi. Se i cinesi nazionalisti erano risolutamente repubblicani, ciò è dovuto proprio al senso di estraneità verso la dinastia imperiale. La dinastia imperiale giapponese, al contrario, ha la particolarità della continuità: mentre in tutti gli altri paesi dinastie si sono sostituite ad altre, anche senza legami di sangue fra l'una e l'altra (e la dinastia Qing non faceva eccezione, non aveva nessuna parentela con quella dei Ming, soppiantata militarmente) gli imperatori nipponici sono tutti imparentati in qualche modo (per linea paterna o materna) senza soluzione di continuità. Anche in questo sta la sacralità dell'Imperatore, che può essere considerato diretto discendente del primo sovrano del Giappone e conseguentemente (per i credenti shintoisti) della dea del sole Amaterasu.

In effetti nella storia giapponese ci furono delle imperatrici, ma la costituzione del 1889 (probabilmente per copiare gli usi europei) stabilì una successione rigorosamente maschile. Tuttavia, tenendo in mente il principio della continuità di sangue, forse un eventuale figlio di Pu Yi e della principessa giapponese sarebbe potuto essere Imperatore, con la madre come reggente. Sarebbe stato quindi anche lui un imperatore bambino come lo era stato Pu Yi. Dal punto di vista un bambino innocente, cresciuto in un paese con tanta voglia di rinnovamento e modernità, sarebbe stato forse l'ideale.

Pu Yi però non ebbe figli, giusto? Se non erro aveva problemi di salute che non glielo avrebbero proprio consentito...

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Anche Perchè No? dice la sua:

Dario ha ragione, la successione giapponese é esclusivamente in linea patrilineare. Non risale alla costituzione di 1889 ma é la tradizione dall'inizio della storia giapponese. Le donne potevano salire sul trono in quanto figlie o nipoti di un imperatore regnante. Generalmente non erano sposate e non potevano mai trasmettere il trono per via del sangue, il trono passava allora a un cugino o ad un fratello minore diventato adulto.

Poi Pu Yi non era giapponese, era un barbaro manciù. I Giapponesi disprezzavano la Cina perché sconfitta dagli Europei e ancora di più i Qing. Un candidato più logico sarebbe stato il fratello dell'imperatore Shôwa (Hirohito), mi sembra che il futuro imperatore Heisei (Akihito) fosse gia nato a quell'epoca.

Anzi, tra le due dinastie é avvenuto il contrario: il fratello di Pu Yi, Pujie (all'epoca facendosi chiamare Fuketsu) si era sposato con una principessa giapponese. L'idea del Giappone era ovviamente di recuperare le pretese sul trono cinese con il possibile figlio del fratello dell'ultimo imperatore.

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E ora, sullo stesso tema, la proposta di Never75:

L'arcipelago delle isole Ryūkyū (delle quali Okinawa è l'isola più famosa) fu praticamente da sempre uno stato indipendente (analogamente a Taiwan). Il Giappone lo annetté, non senza problemi, solo nella seconda metà dell'800.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli americani occuparono l'Isola e, come sappiamo bene, installarono una base militare che esiste tuttora.

In seguito nel 1972, gli americani restituirono formalmente le isole al Giappone.

Poniamo invece che gli americani non decidano di restituire le isole che alla fine dei conti (esattamente come Taiwan) non fecero mai parte del Giappone e decidano di renderle indipendenti, magari proponendo un referendum tra gli abitanti?

I motivi potrebbero essere svariati. Forse perché i rapporti nippo-americani sono più tesi, forse perché il Giappone riesce a recuperare parte delle Kurili o perché gli americani preferiscono amministrare la zona con uno Stato fantoccio più debole rispetto al colosso nipponico.

Diciamo che il Giappone non la prende molto bene e questo potrebbe portare a politiche nazionalistiche già negli anni '80 che porterebbero paradossalmente a un riavvicinamento con la Cina. Possibili sviluppi?

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Gli replica Tommaso Mazzoni:

Secondo me quelle isole ritornerebbero ad essere un regno con a capo Mamoru Sho, legittimo erede, in linea primogenita maschile, al trono delle Ryūkyū.

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C'è anche l'interessante "Giappone ucronico" di Andrea Mascitti, scritto per la festa di Utopiaucronia il 28 giugno 2022:

Il Giappone (in giapponese 日本 Nihon o Nippon, ufficialmente 日本国 Nihon-koku o Nippon-koku) è uno Stato insulare dell'Asia orientale. Situato nell'oceano Pacifico, il Giappone è limitato a ovest dal mar del Giappone e dal Mar cinese orientale, a nord dal mare di Okhotsk, a est dall'oceano Pacifico settentrionale (fino al 160° meridiano) e a sud dal oceano Pacifico (fin quasi all’equatore). È un arcipelago composto da più di 7 500 isole, le cui sei più grandi sono Hokkaidō, Honshū, Kyūshū, Shikoku, Taiwan e Karafuto, a cui si aggiungono diversi arcipelaghi come le isole Ryūkyū, le Curili la Micronesia e diverse isole minori nel mar del Giappone.

Grande potenza regionale asiatica, il Giappone ha la terza maggiore economia per prodotto interno lordo e la quarta maggiore per potere d'acquisto; è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale. È inoltre uno Stato membro del G7. Lo Stato ha un moderno apparato militare. Il Giappone si piazza diciannovesimo a livello mondiale per lo sviluppo umano, vanta una qualità di vita molto elevata e una tra le più alte speranze di vita al mondo: ciò ha comunque portato a un costante invecchiamento della popolazione, pressione demografica e ricadute economico-sociali importanti che, assieme all'emergenza ambientale, costituiscono le principali sfide odierne per il paese.

Capitale: Tokyo
Forma di Governo: Monarchia parlamentare
Imperatore: Naruhito
Primo ministro: Fumio Kishida
Indipendenza: Incerta, III-V secolo d.C.
Superficie: 491.600 km² (54°)
Abitanti: 363.700.350 (3°)
Densità: 740 abitanti/km²
Moneta: Yen (¥)

Demografia: Il Giappone è il terzo paese più popolato del mondo, anche se dagli inizi degli anni 90 si sta registrando una tendenza inversa con il saldo nascite/morti sempre più in negativo, che unito all’alta speranza di vita sta provocando a un costante invecchiamento della popolazione
In Giappone la maggior parte della popolazione totale vive nelle prime quattro grandi aree metropolitane (Kantō, Chūkyō, Kansai, Taihoku).
Negli ultimi decenni per contrastare la forte densità di popolazione di queste aree, il governo sta cercando di incentivare il trasferimento della popolazione nelle aree meno densamente popolate come l’Hokkaido e Karafuto.
Il 96% della popolazione è formato da cittadini di etnia giapponese, il resto da lavoratori stranieri coreani, cinesi (concentrati in particolare nell’isola di Taiwan), filippini, indonesiani, brasiliani e peruviani. Altri gruppi minoritari includono gli indigeni Ainu, Ryukyuani, indigeni di Taiwan e Micronesiani.
A Karafuto è presente una piccola comunità di discendenza europea risalente a quando l’isola era parte dell’impero russo.

Religione: Il Giappone gode di una piena libertà religiosa ai sensi dell'articolo 20 della sua Costituzione.
Di fatto, la grande maggioranza della popolazione è legata a locali santuari e culti shintoisti e una larga fetta pratica un sincretismo di shintoismo e buddismo.
Tra le minoranze religiose vi sono il cristianesimo, l'islam, l'induismo e l'ebraismo.

Lingue: Più del 99% della popolazione parla giapponese come prima lingua.
Oltre il giapponese, le lingue ryukyuane e le lingue micronesiane continuano ad essere usate nei rispettivi arcipelaghi. La lingua ainu, parlata nell’Hokkaido, nelle Curili e a Karafuto, è quasi scomparsa, ed è utilizzata solamente da pochi anziani nativi. Il cinese e il coreano sono invece ancora parlati a Taiwan e nell’isola di Jeju.

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Perchè No? gli replica:

La cosa difficile in questa ucronia non sono le frontiere, queste possono essere spiegate, ma la libertà religiosa.

Una piena libertà religiosa significa che lo shinto non è piu (o non è stato) religione di Stato. Dunque significa che l'imperatore non ha il suo status semi-divino come nel Giappone pre-1945 e che l'ideologia di Stato kokutai è stata rovesciata.
Nella nostra TL c'è voluta la sconfitta e l'occupazione per riuscire in questo e in questa TL non sembra logica. Meglio ipotizzare che il kokutai non sia mai stato ideologia di Stato.
Direi che nel decennio 1880-1890 le lotte politiche a favore all'elezione di una rappresentanza nazionale e di una costituzione sono più forti. Il movimento a favore dei diritti del popolo riesce a unificarsi e continua a mettere la pressione sul governo Meiji (forse sotto la direzione di Sakamoto Ryôma che non sarebbe stato assassinato nel 1867). Infine la costituzione Meiji non è ispirata al modello tedesco con il kokutai ma piuttosto al modello americano che permette la libertà religiosa e una piena democrazia. Il Giappone diventa una vera monarchia parlamentare.
Questo Giappone combatte la Cina, colonizza Formosa ma impone solo un protettorato sulla Corea e non un'annessione (questa idea è stata assai tardiva, molti grandi politici giapponesi non la volevano, tra i quali Ito Hirobumi, il primo premier giapponese, che fu però assassinato da un Coreano, dando una giustificazione all'annessione del 1910). La Corea potrebbe diventare pienamente indipendente più tardi.
Sembra però che il Giappone abbia sconfitto la Russia lo stesso (ancora più nettamente, prendendosi tutto Sakhakin/Karafuto). Partecipa anche alla Prima Guerra Mondiale a fianco dell'alleato britannico.
Il Giappone democratico in anticipo non cadrebbe nel militarismo fanatico (in gran parte fondato sul kokutai) e non si alleerebbe con la Germania nazista.

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Andrea Mascitti allora spiega:

Ho fatto un lavoro inverso a quello che si fa di solito ovvero, ho immaginato una mappa, per poi costruirci sopra le modifiche necessarie per ottenerla.
Come detto da Feder, l'obbiettivo era proprio quello di ottenere un Giappone fuori dal continente ma che possedesse ancora i suoi possedimenti sul mare.
Le modifiche ucroniche da me pensate/proposte erano le seguenti:

Nord Karafuto: Miglior andamento dell'intervento giapponese della Siberia A differenza della nostra time line i giapponesi mantengono il controllo del nord dell'isola, i sovietici non avendo le forze e la potenza necessaria per riconquistarla sono costretti a rinunciarci durante la convenzione di base sovietico-giapponese firmata il 20 gennaio 1925.

Mantenimento dei possedimenti sul mare: Giappone che rimane neutrale dalla WWII, dovuta alla vittoria della fazione neutralista su quella imperialista-nazionalista. Questo porterà il Giappone uscito illeso dalla WWII, a erigersi come terza potenza mondiale alle spalle dei due colossi USA e URSS (Un pò come nello scenario di Red Alert 3), in questa time line sarà proprio lo stato giapponese a erigersi come leader dei non-allineati.

Perdita dei possedimenti sulla terraferma: Come anche le altre potenze coloniali, il Giappone dovrà far sempre più a che fare con i moti indipendentisti in Manciuria e Corea. Sempre più violenti e costosi sia dal visto di vista economico che da quello umano e sotto la pressione della comunità internazionale, il paese nipponico si vedrà costretto a dare indipendenza ad entrambi i paesi. Questo avrà anche un forte impatto sulla politica interna che porterà il paese a subire delle notevoli riforme interne.

Rapporti con i paesi vicini: Con la Corea rimane aperto il contezioso dell'isola di Jeju non consegnata ai coreani al momento dell'indipendenza e ripopolata con coloni giapponesi. La Manciuria dopo aver occupato e ottenuto Porth Arthur ha preferito invece non riunirsi alla Cina che in questa time line sfinita dalla guerra civile non è riuscita a rioccupare il Tibet, la Mongolia esterna, Xinjiang e per l'appunto la Manciuria.
Pessimi rapporti anche con le vicine Filippine e Indonesia, per la questione migranti.

Guam: Scambio territoriale con gli Stati Uniti, che ricevono in cambio l'arcipelago delle isole Marshall, le due potenze in un accordo decidono di fissare una divisione delle loro rispettive sfere di affluenza lungo il 160° meridiano.

In questa Timeline ad aver vinto è la Cina Nazionalista, che è una nazione filo-americana. Gli Urss si sono "consolati" tramite ingrandimento della Mongolia e la formazione di stati filo-sovietici in Manciuria e in Xinjiang. Il Tibet invece sarebbe uno stato molto simile al Nepal di oggi.

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Perchè No? tuttavia obietta:

Non c'era una fazione neutrale nel Giappone imperiale, solo diverse fazioni militari. Non è sorprendente, perché il Giappone Meiji si è costruito attorno al suo sviluppo industriale e militare e con la convinzione di essere circondato da nemici pronti a conquistare il Giappone.
Se vogliamo un Giappone neutrale, ci vuole uno sviluppo politico alternativo negli anni 1870-1890. Senza la natura militarista del regime Meiji, anche la politica coloniale può essere cancellata o almeno diminuita. Ma ci sarebbe sempre stato il bisogno di territori e risorse che infine porterebbero Giappone e USA (o URSS) su una rotta di collisione. Per impedire la guerra occorrerebbe che il trattato di Washington sia negoziato meglio, o almeno che gli Americani siano pronti a dividere il Pacifico con Tokyo in posizione di parità.

Ma anche un Giappone che non avesse combattuto nella WWII non sarebbe potuto diventare la terza potenza mondiale senza risorse sul continente. Con una Cina Nazionalista e senza occupazione giapponese si potrebbe immaginare un blocco asiatico con un'asse Beijing-Tokyo (con neutralizzazione di una Corea indipendente). Ma se l'occupazione della Cina è avvenuta e Beijing è alleata di Washington, allora la vedo brutta per Tokyo che finirebbe isolata e ben presto in posizione secondaria.

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William Riker commenta:

In ogni caso, sarebbe stato bello se fosse andata così.

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Chiudiamo con l'interessante notizia fornitaci da Perchè No?:

Stranamente Nagasaki è una magnifica città con un centro storico intatto, al contrario di molte città del Giappone. Si può vedere il suo quartiere cinese che risale al XVIII secolo, il tempio di Confucio è stato costruito con materiali portati dalla Cina e il tempio Sofukuji è uno dei migliori esempi di architettura Ming fuori dalla Cina. Mi piace molto anche il giardino Glover costruito dal ricchissimo mercante di armi insediatosi in città nel XIX secolo.

Come mai?

Il rilievo ha limitato gli effetti della bomba. L'obiettivo del bombardiere Bockscar erano le industrie della città. Queste industrie si erano sviluppate nella larga valle del fiume Urakami, e quando la bomba è esplosa, ha distrutto tutto ciò che sorgeva nella valle fino al porto (alle foci dell'Urakami). Gli incendi hanno poi distrutto la maggior parte del centro moderno di Nagasaki ma si sono fermati più o meno al livello del fiume Nakashima. Il centro storico si trova oltre questo piccolo fiume. La bomba ha fatto tantissimi morti perché ha colpito una zona densamente abitata (le abitazioni più recenti si erano concentrate attorno alle fabbriche).

Poi c'é stata anche una decisione da parte delle autorità di Nagasaki. Hiroshima è stata ricostruita attorno al ricordo dell'esplosione con il suo emblematico Duomo della Bomba e l'immenso Parco della Pace. Nagasaki ha scelto la ricostruzione integrale. Una decisione motivata dalla scarsità di terreni, al contrario di Hiroshima. Ciò spiega perché il Parco della Pace di Nagasaki è ben più piccolo (si trova alla periferia della città). Ma non è la sola ragione. Nagasaki aveva anche il suo simbolo della distruzione atomica: era la cattedrale cattolica di Urakami, quasi al punto zero dell'esplosione. Le sue rovine erano la sede di tutte le commemorazioni ma è stato deciso di smantellare queste rovine (oggi conservate nel Museo di Nagasaki e nel Parco della Pace) e di ricostruirla integralmente. Nagasaki ha scelto di non ricostruire la sua identità attorno alla memoria della tragedia.

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