Stresemann Presidente

di Dario Carcano


Quando il collasso della democrazia della Repubblica di Weimar è diventato inevitabile? Il 30 gennaio 1933, quando Hindenburg ha nominato Hitler cancelliere? No, perché il quel momento il NSDAP era già il partito di maggioranza relativa, inoltre i partiti estremisti – nazionalisti, comunisti, nazisti – erano già la maggioranza assoluta del Reichstag. Il 14 settembre 1930, quando i nazisti sono diventati secondo partito e forza egemone della Destra tedesca? Neanche, perché nel 1930 i partiti moderati avevano già dimostrato la loro incapacità di gestire la crisi economica della Germania ed erano crollati nei consensi. Allora quando il crollo della democrazia di Weimar è diventato solo una questione di tempo? Bisogna andare più indietro, fino al 3 ottobre 1929, giorno in cui un infarto uccise Gustav Stresemann, cancelliere dal 13 agosto 1923 al 30 novembre 1923 e ministro degli Esteri dal 13 agosto 1923 al 3 ottobre 1929 sotto quattro diversi cancellieri – uno dei quali se stesso. Stresemann era il principale sostenitore della riconciliazione franco-tedesca – sforzi per i quali nel 1926 ricevette il premio Nobel per la Pace assieme ad Aristide Briand -e l’unico dei politici dei partiti moderati a rendersi conto che una revisione dei trattati di Versailles era necessaria per permettere alla Germania di risollevarsi. Era l’unico che avrebbe potuto salvare la fragile democrazia di Weimar. Ventuno giorni dopo, il 24 ottobre 1929, esplose la Grande Depressione che dagli Stati Uniti travolse la fragile economia tedesca. Come cambia la Storia se invece Stresemann vive oltre il 1929 e può proseguire la sua azione politica? Ecco la mia proposta.

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Il 3 ottobre 1929 Gustav Stresemann, da sei anni ministro degli Esteri, fu vittima di un grave infarto che fece temere per la sua vita. Sopravvisse, ma le sue gravi condizioni resero necessario un lungo periodo di convalescenza in ospedale affinché si rimettesse del tutto. Dovette dimettersi sia da ministro che da leader del Partito Popolare Tedesco (DVP). Mentre era ricoverato in ospedale, per passare il tempo si dedicò alla lettura e, quando le sue condizioni glielo consentirono, iniziò a studiare testi di economia tra i quali The End of Laissez-faire scritto nel 1926 da John Maynard Keynes, in cui l’economista inglese criticava duramente l’idea alla base del liberismo classico secondo cui il mercato – in caso di crisi economica da sovrapproduzione – sarà in grado di riequilibrarsi da solo.

Durante la sua degenza, scoppiò la grande depressione, che colpì duramente la Germania, essendo la sua economia fortemente dipendente da quella degli Stati Uniti. Senza Stresemann, la grande coalizione al governo formata da socialdemocratici, centristi cattolici, liberal-democratici e popolari collassò e Hindenburg nominò cancelliere Heinrich Brüning del Centro Cattolico, il quale di fronte alla Grande depressione dell'anno precedente aveva propose al Parlamento misure di copertura economica molto rigide. Il 16 luglio 1930 Paul von Hindenburg avallò la proposta del cancelliere e firmò il decreto d'emergenza sull'economia e sulla finanza: l'intervento a gamba tesa del presidente avvenne perché le misure probabilmente non sarebbero state approvate dalla maggioranza dei deputati. La situazione divenne esplosiva quando il 18 luglio Hermann Dietrich, ministro delle Finanze appartenente al Partito Democratico Tedesco (DDP), avvisò il Parlamento che i provvedimenti erano stati approvati dal presidente; pertanto essi si potevano già considerare in corso d'opera. Alle vibranti proteste dei parlamentari fece seguito un progetto di modifica costituzionale presentato da socialdemocratici, comunisti, nazisti e popolari nazionali: con esso l'articolo 48 della Costituzione di Weimar, che consentiva al presidente di approvare decreti d'emergenza anche senza il consenso del Parlamento, veniva mandato in soffitta (i sì al progetto furono 256).

In questa situazione Gustav Stresemann, ripresosi dall’infarto dell’anno precedente, rifece il suo ingresso nella politica attiva. Il 15 luglio era tornato alla guida del DVP e, subito dopo l’approvazione della riforma costituzionale sui poteri presidenziali, riprese i contatti con i leader degli altri partiti della coalizione che era stata al governo prima di lui, convincendoli a sostenere un esecutivo guidato da lui. Durante la sua degenza in ospedale aveva steso un programma che permettesse alla Germania di risollevarsi dalla Grande Depressione, che in sostanza prevedeva un massiccio intervento dello Stato per aumentare la domanda e assorbire l’eccesso di sovrapproduzione; tale intervento sarebbe stato finanziato rinegoziando le enormi riparazioni di guerra previste dal trattato di Versailles e introducendo imposte progressive che colpissero i grandi capitali.

Già il 19 luglio Stresemann ebbe un colloquio col presidente Hindenburg, per persuaderlo del fatto che se avesse nominato lui cancelliere al posto di Brüning avrebbe avuto il sostegno della maggioranza del Reichstag. Il presidente accettò e il 21 luglio Stresemann formò il suo terzo governo, composto da popolari, socialdemocratici, liberal-democratici e centristi cattolici.

Il suo piano incontrò resistenze tra i membri del Zentrum, tendenzialmente liberisti, ma Stresemann li persuase – con argomenti tratti dalle letture di Keynes – che tale progetto era l’unica possibilità per salvare la Germania dal collasso. I principali consiglieri economici di Stresemann furono Walter Eucken, Wilhelm Röpke e Friedrich Lenz; anche Rudolf Hilferding, economista che dettava la linea economica dell’SPD, ebbe notevole influenza sulle decisioni del governo Stresemann. I principali provvedimenti economici del governo Stresemann furono:

Gli effetti della cura Stresemann furono immediati: nel 1932 il tasso di disoccupazione dal 20% era passato al 5%, la produzione industriale era in crescita, le persone al di sotto della soglia di povertà erano un decimo rispetto ai livelli del 1929. Un altro successo di Stresemann fu l’ottenimento nel 1932 di una riduzione delle riparazioni di guerra che la Germania doveva pagare alle nazioni vincitrici della Grande Guerra: da 132 miliardi di reichsmark a soli 3 miliardi.

Altri provvedimenti non strettamente economici furono presi contro le violenze delle SA legate al NSDAP; siccome Hitler voleva giungere legalmente al potere e correre alle elezioni presidenziali, decise di cambiare politica liquidando le SA attribuendo al solo Rohm la responsabilità delle azioni dei paramilitari.

Tuttavia c’era una incognita all’orizzonte: il mandato del presidente Hindenburg stava per scadere e il generale, a causa delle sue condizioni di salute, non aveva intenzione di ricandidarsi. I partiti di governo (SPD, DVP, DZP e DDP) decisero di sostenere la candidatura di Stresemann, diventato molto popolare grazie ai successi del suo governo; il DNVP sostenne assieme allo Stahlhelm e al KVP la candidatura di Theodor Duesterberg; i comunisti sostenevano Ernst Thälmann, mentre i nazisti presentarono la candidatura di Adolf Hitler.

Fu una campagna elettorale molto aspra: sia Hitler che Duesterberg diedero voce all’antisemitismo che, nonostante le migliorate condizioni economiche, era ancora dilagante in Germania, ed entrambi criticarono aspramente la politica di Stresemann di riconciliazione con le nazioni vincitrici della Grande Guerra, giudicando un elemosina la rinegoziazione delle riparazioni di guerra della Germania; dall’altro lato, i comunisti sostennero che le politiche di Stresemann avevano solo rimandato il crollo del capitalismo, e che era imminente la rivoluzione operaia che sarebbe iniziata con l’elezione di Thälmann alla presidenza.

La campagna di Stresemann al contrario fu lontana da derive estremiste, fu moderata sia nei modi che nei contenuti. Non si promettevano rivoluzioni, ma si rivendicavano i risultati economici raggiunti in tre anni di governo Stresemann.

I risultati del primo turno tenutosi il 13 marzo 1932 furono i seguenti:

Gustav Stresemann: 18.770.523 (51,4%)
Theodor Duesterberg: 8.339.446 (22,9%)
Adolf Hitler: 5.557.729 (15,2%)
Ernst Thälmann: 3.706.759 (10,2%)
Altri candidati: 116.304 (0,3%)
Totale: 36.490.761 (100%)

Stresemann fu eletto presidente al primo turno. Come suo successore alla cancelleria scelse il socialdemocratico Otto Braun, che proseguì la politica economica di Stresemann. Le elezioni federali dell’anno successivo ridiedero la maggioranza al blocco formato da SPD-DVP-DZP-DDP, permettendo al presidente di confermare Braun alla Cancelleria.

Il Reichspräsident Gustav Stresemann

Il Reichspräsident Gustav Stresemann

Sul fronte interno, la presidenza Stresemann fu nel complesso tranquilla: l’economia andava bene, comunisti e nazisti erano emarginati all’opposizione dal governo di SPD-DVP-DZP-DDP – che si sarebbe rafforzata quando nel 1935 la legge elettorale fu modificata introducendo un premio di maggioranza di 1/6 dei seggi complessivi assegnati alla coalizione vincitrice delle elezioni, i rapporti con le altre nazioni europee erano buoni, soprattutto con Francia e Gran Bretagna, con cui Stresemann iniziò a delineare un progetto di unione economica europea: un’area di libero scambio delle merci, specialmente carbone e acciaio. Questo progetto si concretizzò nel 1935 con la firma dei trattati di Berlino che sancivano la nascita della Europäische Gemeinschaft für Kohle und Stahl (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) formata da Germania, Francia, Gran Bretagna, Cecoslovacchia, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo.

Successo diplomatico della presidenza Stresemann fu la conferenza di Monaco del 24-25 aprile 1935, con cui Francia e Gran Bretagna apportarono alcune correzioni all’assetto delineato a Versailles:

          ○ Boemia, capitale Praga – anche capitale federale;
          ○ Sudetenland, capitale Reichenberg (Liberec in ceco);
          ○ Moravia-Silesia, capitale Brno;
          ○ Slovacchia, capitale Bratislava;
          ○ Rutenia subcarpatica, capitale Užhorod.

Il 3 ottobre 1935 l’Italia di Mussolini invase l’Etiopia. La Germania fu non solo il maggior sostenitore delle sanzioni economiche [applicate ben più rigidamente rispetto alla nostra TL] ma fornì grossi quantitativi di armi e altri aiuti all’Etiopia che le permisero di resistere, a carissimo prezzo, all’invasione italiana. In Italia la situazione economica divenne disastrosa a causa delle sanzioni, e i rovesci militari diedero all’ala filo-britannica del PNF guidata da Grandi e Ciano e a Vittorio Emanuele III il pretesto per rovesciare Mussolini. Il 3 febbraio 1936 il Duce fu arrestato al Quirinale, dopo aver avuto un colloquio col Re; sarebbe stato confinato sul Gran Sasso – dove sarebbe rimasto fino alla sua morte nel 1951. Il Gran Consiglio del Fascismo si riunì d’urgenza per scegliere il nuovo leader del Partito Nazionale Fascista che de facto sarebbe stato anche il nuovo leader del governo giacché l'intera Camera era formata da iscritti al Fascismo e il Gran Consiglio aveva sostituito per legge il Consiglio dei Ministri. Italo Balbo era il candidato favorito: per portare avanti il colpo di stato la collaborazione sua e dei suoi alleati (come De Bono) era fondamentale, aveva una grande influenza sulle forze armate e la fedeltà delle milizie fasciste, inoltre si era costruito una popolarità in patria e all'estero grazie alle sue trasvolate e appariva l’uomo ideale per la guida del paese in un momento di grave difficoltà per il regime: Balbo fu così nominato Presidente del Consiglio e capo del governo; per mediare Dino Grandi fu richiamato a Roma e fatto Ministro degli Esteri mentre Ciano divenne il nuovo Segretario del PNF.

Balbo immediatamente firmò una pace con l’Etiopia che sostanzialmente stabiliva il ritorno allo status quo ante bellum, adoperandosi assieme al ministro Grandi perché le sanzioni fossero revocate e l’Italia riammessa alla Società delle Nazioni. Le sanzioni economiche furono revocate nel 1937 e nello stesso anno l’Italia aderì alla CECA fondata l’anno precedente da Stresemann, ma solo nel 1940 sarebbe avvenuta la riammissione alla SdN. L’economia si riprese, ma il governo Balbo entrò in crisi quando nel gennaio 1938 sostenne una riforma militare che prevedeva l'istituzione di un super ministro della guerra che avrebbe avuto poteri straordinari in campo militare, suscitando l’immediata opposizione del Re, il quale scrisse una lettera di protesta ai giudici della consulta, che però diedero ragione a Balbo. Tuttavia il rapporto tra Balbo e il Re era ormai logorato, rendendo necessario un tacito compromesso tra i due: la Riforma Balbo fu approvata e le posizioni di Ministro della Guerra, della Marina e dell'Aviazione, di capo di stato maggiore e comandante della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale furono accorpate nel titolo di Gran Maresciallo del Regno, che venne conferito allo stesso Balbo, il quale s'impegnò a limitare il suo assoluto potere militare rinunciando alla guida del governo e facendo qualche concessione formale, il che significò abolire alcuni vincoli fascistissimi applicati allo Statuto Albertino; questo sarebbe avvenuto in occasione delle elezioni del 1939: rimasero fuorilegge tutti i movimenti di ispirazione marxista, proletaria, rivoluzionaria, repubblicana ed anarchica, il che significava i comunisti, i socialisti (unitari e non, massimalisti e riformisti che fossero), i socialdemocratici (o demo-socialisti o laburisti o altre sigle) e i repubblicani (per ovvie ragioni), mentre i popolari furono riammessi giocoforza per non scontentare Pio XI. Ovviamente non si poteva permettere che tale partito fosse guidato da quei leader fermamente anti-fascisti, come De Gasperi o Sturzo, quindi si optò per una modalità molto in uso nei regimi autoritari sudamericani: costituire dei partiti di opposizione più o meno a tavolino, perché facciano da valvola di sfogo. Tutti i latifondisti cattolici conservatori che erano passati col Fascismo furono incoraggiati a formare il nuovo Partito Popolare Nazionale, alla cui guida andò Stefano Cavazzoni, leader dei popolari di Destra che supportarono i fascisti e già Ministro del Lavoro nel Governo Mussolini I. Alla fine venne concessa anche la creazione di un soggetto guidato da qualche politico ostile al fascismo, giusto per raccogliere gli intellettuali scontenti e i vecchi politici giolittiani: si trattava dei liberali come Benedetto Croce – troppo stimato all'estero per chiudergli la bocca, Vittorio Emanuele Orlando ed Enrico De Nicola e dei radicali di Francesco Saverio Nitti, che costituirono il Blocco Democratico Nazionale. Il voto avvenne con la Legge Acerbo, perfetta per quello che Balbo, Grandi e Ciano avevano mente: alla prima forza politica spettava infatti un premio pari a due terzi dei seggi della Camera (il Senato è di nomina regia e dunque non costituiva un problema) purché superasse la soglia del 25%, mentre i rimanenti seggi sarebbero stati divisi proporzionalmente tra le altre forze politiche. Si andò al voto il 24 marzo 1939: i fascisti commisero meno violenze del solito, ma controllavano i media, la TV, la Radio, i giornali, la scuola, l'educazione, i sindacati e le forze armate, le schede erano colorare in modo che fosse chiaramente visibile il voto e i seggi erano controllati dalle camicie nere. Balbo era popolare e, nonostante la crisi economica e la sconfitta in Etiopia (avvenute comunque ormai quattro anni prima, prima dell'adesione alla CECA e del ritiro delle sanzioni), il Partito Nazionale Fascista superò abbondantemente la metà dei suffragi, meno che nel 1924 ma comunque più del doppio della soglia di maggioranza, vincendo così automaticamente i due terzi dei seggi in palio. Il PPN partiva da quel 9% che votò popolare nel '24 e toccò alla fine il 18%, mentre il BDN rimase fermo all’8% del voto popolare. I seggi della Camera sono dunque suddivisi nel seguente modo: PNF 67%, PPN 24%, BDN 9%. Galeazzo Ciano fu eletto Presidente della Camera, Balbo lasciò la guida del governo per diventare Gran Maresciallo, rimanendo l'ombra militare del governo fascista, ora guidato da Dino Grandi. Solo la morte di Balbo nel 1963 avrebbe permesso al figlio di Vittorio Emanuele III, Umberto II, di ripristinare gradualmente la democrazia.

Risolta la questione Etiopia, il 17 luglio 1936 esplose la guerra civile in Spagna; doveva essere un colpo di Stato mirato a instaurare una giunta militare, ma il golpe fallì e degenerò in una guerra civile che vedeva contrapposte le truppe nazionaliste e quelle repubblicane. Tutte le speranze di una rapida fine della guerra cessarono il 21 luglio, il quinto giorno di guerra, quando i nazionalisti catturarono la principale base navale spagnola di Ferrol, nella Spagna nord-occidentale. Questo incoraggiò i governi europei a sostenere il fronte nazionalista in funzione anticomunista, che aveva già contattato i governi di Germania e Italia il giorno precedente.

In Germania il presidente Stresemann si trovò in disaccordo col suo cancelliere Braun sull’atteggiamento da tenere nella guerra: Stresemann voleva sostenere i nazionalisti in funzione anticomunista, mentre Braun propendeva per il mantenimento della neutralità. Prevalse la linea del presidente, ma ciò causò il collasso della coalizione di governo, perché Braun diede le dimissioni assieme a tutti i ministri socialdemocratici; Stresemann non poté fare altro che accoglierle, incaricando il centrista Joseph Wirth – ministro degli esteri del governo Braun – di formare un governo che traghettasse la Germania fino alle elezioni che furono organizzate a novembre di quell’anno. Alla coalizione di governo si aggiunsero la Konservative Volkspartei (KVP) di Gottfried Treviranus e la Bayerische Volkspartei (BVP) in sostituzione dell’SPD, cosa che permise – grazie al premio di governabilità introdotto l’anno precedente – di ottenere, per pochi seggi, la maggioranza parlamentare necessaria per governare. Il Reichstag approvò gli aiuti ai nazionalisti, anche col voto favorevole di DNVP e NSDAP e altri partiti minori di Destra; solo i comunisti votarono contro, mentre i socialdemocratici si astennero.

In Italia il governo presieduto da Balbo approvò immediatamente l’invio di grossi aiuti militari ai nazionalisti, che ricevettero aiuti anche dal Portogallo e, blandamente, dalla Romania.

Il governo repubblicano invece ricevette gli aiuti dell’URSS e delle Brigate Internazionali, mentre Gran Bretagna e Francia tennero un atteggiamento neutrale nel conflitto – anche se la Francia simpatizzava per i repubblicani.

La guerra fu lunga e terminò solo nel 1939. Grazie agli aiuti di Italia, Germania e Portogallo e alle divisioni interne allo schieramento repubblicano culminate nell’insurrezione di Barcellona del 1938, i nazionalisti vinsero la guerra, dando inizio alla dittatura del generale Franco, l’unico dei leader nazionalisti sopravvissuti al conflitto.

L’anno successivo si tennero le elezioni presidenziali in Germania. Stresemann non si ricandidò, perché nell’ultimo anno di presidenza le sue condizioni di salute si erano molto aggravate; quindi la coalizione al governo formata da DVP-DZP-KVP-DDP-BVP trovò un accordo attorno alla figura di Franz von Papen, leader dell’ala di Destra del Zentrum, ex ministro-presidente della Prussia e vice-cancelliere nei governi di Otto Braun, che invece era il candidato dei socialdemocratici; i comunisti sostennero la candidatura di Wilhelm Pieck mentre l’estrema Destra scelse di sostenere unitariamente la candidatura di Adolf Hitler. Le elezioni furono vinte al secondo turno da Otto Braun col 42,7% dei voti; l’ex cancelliere aveva raccolto i voti della gran parte dei moderati. Papen ottenne il 35,1%, e il suo insuccesso provocò la crisi dell’ala di Destra del Zentrum, che avrebbe ceduto il passo a quella più moderata guidata da Konrad Adenauer, che l’anno successivo sarebbe divenato cancelliere alla guida di una coalizione di centro-destra formata da DZP-DVP-DDP-BVD.

Stresemann però sarebbe morto il 31 agosto 1939, a causa di un colpo apoplettico. Molti lo considerarono il vero padre della democrazia di Weimar e il padre dell’integrazione europea, e la notizia delle sua morte suscitò il cordoglio di molti tedeschi, ma anche di gran parte dei governi europei, che avevano apprezzato gli sforzi di Stresemann per riconciliare la Germania con le potenze che l’avevano sconfitta nella grande guerra.

Dario Carcano

Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.

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E ora, l'idea di Andrea Mascitti:

Al termine della WWI come nella nostra timeline si decide di creare un Mandato in Palestina, ma la Società delle Nazioni decide di assegnarlo al Giappone, poiché tra le potenze vincitrici è l'unica in cui le tre grandi religioni monoteiste sono tutte e tre minoranza, quindi l'occupazione della Palestina e di Gerusalemme sarebbe la più "neutrale" possibile...

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Alessio Mammarella gli risponde:

La prima cosa che mi viene in mente è che i giapponesi si sarebbero sentiti immensamente valorizzati da un mandato del genere. Buona parte del feroce imperialismo nipponico era dovuto alla percezione di essere considerati inferiori dai "bianchi" e dal desiderio di confutare tali pregiudizi negativi dimostrando uno straordinario valore militare. Penso quindi che in una ucronia del genere il Giappone potrebbe essere decisamente meno aggressivo che in HL. Anzi, l'idea di avere per le mani qualcosa di prezioso (un incarico internazionale dall'altra parte del Mondo, in un territorio piccolo ma di grande valore affettivo per gli occidentali) avrebbe portato forse il Giappone a comportarsi come un membro esemplare della Società delle Nazioni.

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E Perchè No? puntualizza:

Dal punto di vista pratico, il Giappone sarebbe lontano 9000 km dalle sue basi e avrebbe probabilmente interesse a conservare buone relazioni con la Gran Bretagna per passare il canale di Suez e avere porti di rifornimento nell'oceano indiano. Questo pero porterebbe il Giappone alla via di espansione verso Sud e al confronto con le potenze colonizzatrici. Potrebbe anche permettere al Giappone di avere contatti piu importanti con i paesi del Medio Oriente e avere una possibilità per rifornirsi di petrolio, cosa che era vitale per questo paese senza risorse naturali.

Nella nostra TL la marina giapponese è stata davvero presente nel Mediterraneo durante la WWI, con due navi con il compito di lottare contro i sottomarini, con base a Malta (c'era anche un gruppo di piloti sul fronte in Francia).

Francamente i Giapponesi non avevano la minima idea di cosa c'entravano quelle dispute di religione tra stranieri, le loro conoscenze sugli Ebrei erano tratte da ciò che dicevano di loro gli Europei (un punto di vista spesso antisemita), ma avevano una grande stima per un popolo che consideravano pronto allo sforzo e al lavoro. Avrebbero ben presto colto l'interesse di trattare bene l'immigrazione ebraica per instaurare buoni contatti con gli Ebrei in America e in Europa (queste considerazioni sono riprese paro paro dal "Piano Fugu" degli anni trenta, quando volevano incoraggiare l'immigrazione ebraica in Manciuria).

Dall'altra parte non conoscevano praticamente niente degli Arabi e dell'Islam. Però, come detto sopra, avrebbero interessi a diventare amici di paesi dove sono scoperte le risorse energetiche che mancano loro.

Direi che la maniera di gestire la Palestina sarebbe fatta di conciliazione ma presto di feroce repressione se il loro potere era sfidato e/o rimesso in questione. L'approccio principale sarebbe di lasciare le comunità organizzarsi da sole (cosa che avevano fatto con gli aborigeni taiwanesi) sotto la garanzia di ordine, e poco importano le questioni religiose se l'ordine è mantenuto e gli interessi giapponesi assicurati. Ma mi piacerebbe vedere la faccia degli ebrei, musulmani e cristiani quando sarebbe inaugurato il primo santuario shintoista (politeista) in Palestina, forse anche a Gerusalemme! Da notare che ciò potrebbe incoraggiare il movimento religioso ultraminoritario nipponico che crede nelle origine ebraiche dei giapponesi. Ma non credo che tutto ciò impedirebbe le ambiziosi nipponiche sulla Cina, sempre l'obiettivo principale nel quale avevano già il piede (con scarpe di acciaio e chiodate).

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C'è anche il contributo di Winterward66:

Un mandato della Palestina in mano all’Impero del Sol Levante porterebbe a più di un cambiamento nella tempolinea.
Innanzitutto, come anche detto da altri, un Giappone che si ritrova affidato un territorio di estrema importanza “sentimentale” per le potenze europee, per cui la leadership giapponese tanto sbavava per essere al loro stesso livello internazionale, virerebbe la sua politica estera in una maniera diversa da quella OTL, rimanendo filo occidentale (e per filo occidentale leggasi filo inglese), come lo era durante la prima guerra mondiale.

Una politica estera filo inglese certamente precluderebbe una guerra contro gli alleati per il controllo dell’Australasia e l’Indocina, in quanto l’Impero sarebbe allineato a loro e non avrebbe così il problema delle risorse sotto embargo, in quanto le potrebbero tranquillamente acquistare come, appunto, facevano prima degli embarghi.

I giapponesi del periodo imperiale post Meiji sì sarebbero stati neutrali nei fatti religiosi della Terra Santa, non avrebbero motivo per schierarsi con uno o con l’altro lato, sono troppo distaccati dalle popolazioni di religione abramitica della Palestina.

Il problema di un’amministrazione giapponese in quell’area sarebbe quello che io voglio chiamare “dell’immane viulenza” (detta un po’ alla Abatantuono): la dottrina di guerra giapponese, come ben sappiamo, era estremamente brutale e in caso di rivolte di arabi o ebrei non penso avrebbero cambiato la loro metodologia e avrebbero continuato con il loro solito tran tran.

L’amministrazione della Palestina probabilmente ricadrebbe sulla Marina Imperiale, che difficilmente si lascerebbe sfuggire l’occasione di impiantare una propria presenza sulle sponde del Mar Mediterraneo (e del Mar Rosso, in quanto l’odierno Israele e l’allora Mandato della Palestina hanno uno sbocco sull’altro mare) addirittura vicina al canale di Suez; la questione del canale di Suez sarebbe un altro fattore che porterebbe al mantenimento dell’allineamento filo inglese dell’Impero del Sol Levante, in quanto perdere l’accesso a tale via marina sarebbe un duro colpo per la Marina Imperiale Giapponese.

Tralasciando l’importanza morale nell'amministrare la Palestina sotto la fiducia della Società delle Nazioni (ergo, i paesi occidentali) l’indubbio valore strategico porterebbe ad un’incentivazione da parte dei giapponesi a mandare proprio personale là in Medio Oriente, oltre che molto probabilmente ad installare lo stesso tipo di economia, basato sui conglomerati delle Zaibatsu, anche lì.

Sempre parlando di demografia e spostamenti di persone, i giapponesi non avrebbero problemi con l’immigrazione di ebrei in Terra Santa a differenza degli inglesi per cui, a differenza del governo di sua Maestà, non porrebbero blocchi all’immigrazione. Viceversa, bisogna considerare anche la spinta contraria all’immigrazione degli ebrei verso la Manciuria a causa della visione distorta che i nipponici si erano fatti a causa delle descrizioni europee e dei Protocolli dei Savi di Sion. Con Palestina e Manciuria situati nello stesso sistema imperiale (de facto l’Impero del Manchukuo era un dominio dell’Esercito Imperiale Giapponese e per proprietà transitiva dell’Impero Giapponese) l’immigrazione ebraica nella zona di Harbin sarebbe maggiore di quanto già non fosse OTL. Non per forza notevolmente, ma credo si avrebbe un maggior numero di spostamenti dal Medio Oriente all’Asia. D’altronde i giapponesi stavano investendo un sacco in quell’area [in Manciuria] e c’era molto bisogno di manodopera, anche specializzata.

Non vedo perché un Giappone filo inglese non dovrebbe avere mire sulla Cina. L’ingresso in Manciuria del 1931 ci sarebbe stato lo stesso, d’altronde era una preda agognata dai nipponici sin da prima della Guerra Russo-Giapponese. Per simile logica, prima o poi l’incidente del ponte Marco Polo o una simile situazione avverrà, e le ostilità tra i due paesi asiatici avranno inizio.

Continuando il discorso sulla Cina, in questa situazione Chang Kai Shek sarebbe senza supporto americano (il giappone filo inglese e filo anglofono non sarebbe un problema per Washington come OTL, in quanto non interessato a sfidare il dominio americano nell’Oceano Pacifico). Limitato a ricevere solo aiuti dall’URSS (che ricordo a tutti che comunque durante il periodo della Seconda Guerra Sino Giapponese Stalin vedeva più favorevole Chang che Mao) dubito che la Cina possa essere capace di resistere all’invasione e finirebbe probabilmente con i rimasugli delle forze del Kuomintang leali a Chang o eventuali successori del generalissimo, assieme ai guerriglieri di Mao a combattere una guerriglia infinita nell’entroterra contro il governo collaborazionista di Wang Jingwei e guarnigioni giapponesi in luoghi strategici dell’entroterra come scali ferroviari. Quindi ci si troverebbe con una Cina devastata, con le città costiere de jure del governo di Jingwei ma de facto dell’impero del Tenno, una guerriglia costante nelle regioni più rurali e probabilmente con sovietici che finirebbero per annettere direttamente la Mongolia (che storicamente aveva chiesto a Stalin di essere annessa come repubblica sovietica all'URSS, il quale rifiutò per non rovinare il rapporto con la Cina) e lo Xinjang (dove già i sovietici erano presenti).

Piccola aggiunta a questo scenario orientale ovvero il Tibet che diventerebbe ferreamente filo inglese prima e filo indiano poi a decolonizzazione avvenuta del subcontinente indiano; il governo di Wang Jingwei, in quanto si voleva far riconoscere come governo effettivo molto probabilmente avrebbe in ogni caso rivendicato Xinjang e Tibet come legittimi territori cinesi (il primo ormai sotto controllo diretto del politburo non avrebbe avuto alcuna possibilità di riprenderlo mentre il secondo sarebbe stato scudato da inglesi e indiani.)

Per quanto riguarda la Mongolia, tralasciando il fatto che è stata annessa all’URSS in questa situazione, Wang Jingwei può solo ingoiare il boccone amaro e “lasciarla stare” dalle sue rivendicazioni, in quanto come la manciuria sotto il dominio indiretto giapponese pure la Mongolia Interna era un vassallo del Sol Levante sotto la guida del principe mongolo Demchugdongrub, il quale aveva l’aspirazione di controllare tutta la Mongolia.

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Passiamo ora alla proposta di Ainelif:

Un tale di nome Adolfo Itlerelli, di origini italo-austriache, nel 1918 fonda a Venezia il Partito Nazionalsocialista Italiano, prendendo spunto dalle idee di Nietzsche.

Terminata la prima guerra mondiale, nel 1919 l'Italia viene umiliata nel trattato di pace a Parigi, ricevendo molto meno di ciò che si aspettava.

Nel 1920 senza troppi ripensamenti, Itlerelli tiene comizi energici e una propaganda gigantesca per vincere le elezioni del 1921.

Appunto i nazionalsocialisti (o nazisti) vincono le elezioni battendo i cattolici di Sturzo e i neonati comunisti di Gramsci.

Itlerelli riceve l'incarico da Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo, mentre in Germania prendono il potere i comunisti della Lega Spartachista, instaurando una dittatura di stampo sovietico.

I nazisti instaurano a loro volta un regime autoritario e dittatoriale, professando la xenofobia e il nazionalismo contro le minoranze slave e albanesi nella penisola.

Itlerelli, nominatosi "Conduttore d'Italia", firma i Patti Lateranensi nel 1929 con Papa Pio XI per cattivarsene l'appoggio, ma poi dichiara: "Sono l'unico uomo della storia ad avere ingannato il Vaticano!"

Tutti gli oppositori, popolari, liberali, comunisti e socialisti, vengono incarcerati o esiliati, ma talvolta assassinati: è il destino di Matteotti e di don Minzoni.

Bandiera Nazionalsocialista Italiana

Itlerelli vuole la rivincita italiana contro le nazioni che nel primo conflitto mondiale erano sue alleate ma la tradirono nel trattato di pace, considerandola uno stato di serie B: in primis, Francia e Inghilterra. Così, nel 1930, violando i patti militari di Versailles e poi quelli firmati da Briand e Kellog a Stresa, comincia il riarmo e l'ammodernamento dell'esercito italiano.

In pochi anni l'Italia ottiene una buona flotta navale, aerea e terrestre.

La Spagna sotto la dittatura di Miguel Primo de Riviera decide di allearsi con l'Italia, e vengono sventate le rivolte repubblicane e comuniste in tutta la penisola iberica. Viene così firmato ad Ibiza il Patto di Piombo ispano-italiano tra De Riviera e Itlerelli.

La Spagna segue la politica di ammodernamento dell'esercito militare, e l'anno di svolta è il 1939. Il 7 aprile le truppe italiane invadono il piccolo Regno d'Albania occupandolo in un solo giorno. La Spagna intanto invade il Marocco: la Gran Bretagna e Francia si riarmano in fretta per una guerra preventiva, ma è troppo tardi.

Il 1 settembre 1939 l'Italia invade la Grecia travolgendo anche i contingenti inglesi, il re Paolo II fugge a Creta dove forma un governo in esilio; Itlerelli riceve la dichiarazione di guerra di Regno Unito e Francia.

Gli italiani invadono anche il Regno di Jugoslavia ma incontrano fortissima resistenza alle porte di Belgrado.

La Spagna invade la Francia ma arriva solo a Narbona e viene fermata dalla controffensiva francese.

In Africa gli italiani entrano in Egitto arrivando a El Sidi Barrani, mentre gli spagnoli dilagano nell'Africa Occidentale Francese, verso l'Algeria e la Tunisia.

Itlerelli ordina anche l'invasione dell'Austria con la celebre frase: "domeremo i biondini!" Le truppe italiane entrano a Vienna instaurando un governo collaborazionista presieduto da Dollfuss.

Nel 1941 si ha l'invasione del Portogallo da parte della Spagna, il governo si rifugia a Londra sotto protezione inglese.

I francesi tentano un'invasione dell'Italia in Piemonte, ma fallisce ed anzi si ha per l'occupazione italiana della Corsica.

La Germania Sovietica dichiara guerra all'Italia occupando l'Austria del Nord, l'Inghilterra occupa invece le colonie italiane in Africa Orientale Italiana.

La Turchia di Kemal entra in guerra a fianco del Patto di Piombo e invade la Bulgaria e la Romania, mentre in Asia Minore dilaga nei mandati anglo-francesi di Siria, Libano e Giordania.

L'Unione Sovietica interviene occupando la Moldavia rumena e la Polonia e coalizzandosi con i tedeschi ccupa l'Ungheria e alcune regioni jugoslave.

Itlerelli sostiene che la razza mediterranea ma soprattutto italica non deve essere contaminata da quella africana e musulmana, perciò ordina un genocidio di musulmani in Italia, nella penisola balcanica e in Libia.

Con il paracadutamento nel 1942 dei turchi su Creta, il governo greco fugge in Egitto, mentre Cipro viene occupata.

La Spagna ricongiunge il Rio de Oro con il Marocco francese e comincia l'avanzata verso l'Algeria, mentre al nord il fronte rimane pressoché fermo.

L'attacco turco contro installazioni petrolifere di una compagnia americana provoca l'intervento degli americani che sbarcano in Africa e in Iraq, travolgendo rispettivamente le truppe spagnole e turche.

Intanto i russi respingono gli italiani a Vienna e fino in Carinzia, mentre gli americani sbarcano anche in Portogallo liberandolo dagli spagnoli con aiuti inglesi.

I francesi liberano la Corsica dopo duri combattimenti, gli italiani attuano una durissima repressione in Grecia e Jugoslavia contro i partigiani.

I turchi invadono la Russia attraverso la Georgia e l'Armenia, ingaggiando sanguinosissime battaglie.

Ma la guerra non è finita: il Giappone, che ha costituito un immenso impero in Asia, bombardando le Hawaii scatena una guerra contro gli USA. I giapponesi attaccano anche l'URSS invadendo la Siberia e aprendo nuovi fronti di guerra.

Churchill si incontra con Roosevelt, Liebknecht, Stalin e De Gaulle a Yalta per decidere i futuri assetti politico-geografici europei una volta terminata la guerra.

Nel 1944 gli americani arrivano in Tunisia scontrandosi con i nazisti italiani, liberando i campi di prigionia e bombardando Tripoli.

Gli inglesi scatenano una controffensiva in Egitto e conquistano la Cirenaica, ma con gravi perdite, mentre i franco-inglesi sbarcano in Siria respingendo i turchi e liberano Cipro.

Gli italo-spagnoli tentano una disperata offensiva ad Algeri che porta all'occupazione della città, ma i francesi entrano in Liguria e Piemonte arrivando a Milano.

Le truppe italiane resistono e compiono atti epici, Itlerelli ordina il mantenimento delle posizioni. I russo-tedeschi arrivano in Istria e a Trieste e nel 1945 arrivano a Venezia.

Gli anglo-franco-americani liberano tutta la penisola balcanica ed occupano quasi tutta la Spagna.

Itlerelli non si arrende e a Roma ordina una furiosa rappresaglia contro i prigionieri di guerra americani e inglesi. Il 30 aprile del 1945 tuttavia Itlerelli si suicida a Palazzo Madama con i suoi gerarchi, mentre il nuovo re Umberto II firmerà la pace incondizionata con i franco-russi a Milano. Intanto il Giappone è stato domato solo grazie alle bombe atomiche.

Con la conferenza di pace a Berlino l'Italia  è divisa in due zone: il Regno d'Italia che sopravvive al referendum del 1946, e la Repubblica Popolare Italiana comprendente il Friuli, il Veneto, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, l'Emilia-Romagna e la Toscana con capitale Bologna; primo segretario del Partito Comunista Italiano e capo del Soviet Supremo d'Italia è Palmiro Togliatti. Il Trentino rimane alla Repubblica Popolare Italiana, l'Alto Adige va all'Austria, la Val d'Aosta alla Francia, la Sicilia all'Inghilterra, Trieste e l'Istria alla Jugoslavia.

Bandiera del Regno d'Italia_______Bandiera della Repubblica Popolare Italiana

In Albania, Jugoslavia, Bulgaria e Austria si instaurano governi parlamentari filoamericani, mentre Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria e Romania diventano dittature comuniste. L'Albania viene restituita a Zog I. L'Armenia diventa indipendente dalla Turchia e diviene satellite dell'URSS. In Spagna si restaura la repubblica parlamentare ed il paese entra nell'orbita USA; nel 1951 un referendum sancisce l'indipendenza della Catalogna. In Grecia i monarchici vincono le elezioni sgominando le milizie  comuniste. La Turchia è suddivisa in vari settori di occupazione: sovietico, tedesco, inglese, francese e americano. Alla fine tedeschi e sovietici sgomberano, ma la Turchia deve scegliere la neutralità. Cipro diventa indipendente e filoamericana.

Gli USA varano il Piano Marshall e fondano la NATO che comprende anche Canada, Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Regno d'Italia, Austria, Jugoslavia, Albania, Grecia, Cipro, Israele, Danimarca, Norvegia e Islanda; come reazione, l'URSS fonda il Patto di Varsavia con Germania, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Armenia e Mongolia. Sono neutrali Svizzera, Svezia, Finlandia e Turchia. Inizia la Guerra Fredda.

Nel 1989, grazie all'azione di Giovanni Paolo II, cadono i regimi comunisti e si ha la Riunificazione Italiana sotto la corona di re Vittorio Emanuele IV. Gli ex stati del Patto di Varsavia più le tre repubbliche baltiche, divenute indipendenti dopo il tracollo dell'URSS, entrano ad una ad una nell'Unione Europea, fondata nel 1957 con i Trattati di Roma. La Jugoslavia resta unita e federale. Che per l'Europa si prospetti finalmente l'inizio di un'era di pace?

Ainelif

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E ora, un'altra creazione di Ainelif:

Adolphe Hitlére nacque il 20 aprile 1889 a Haguenau, nell'Alsazia germanica, il padre e la madre, svizzeri ginevrini erano emigrati per motivi economici nelle zone industriali tra Francia e Germania dove avevano aperto una locanda prosperosa. La Guide fu sempre molto legato alla sua cittadina natale, tanto da farla raffigurare su un francobollo nel 1938 dopo aver annesso l'Alsazia tedesca.

Fu bocciato due volte a Strasburgo in lingua tedesca, e per l'ammissione all'educazione superiore.

E' datato che nel 1904, per la forte componente anticattolica generata dalle politiche bismarckiane Hitlére meditò di farsi prete in questo periodo perchè era affascinato dalle celebrazioni religiose, un anno dopo terminata la scuola dell'obbligo fu trovato privo di sensi per ebbrezza, che indusse il dittatore ad elogiare l'alcol e il vino.

Nel 1907 venne a contatto con l'antisemitismo di Strasburgo, giunse alla conclusione che gli ebrei erano il rallentamento della lotta dei popoli contro l'oppressione dei potenti, e per ritrovare il giusto nazionalismo lavoratore.

Sua madre soffrendo di cancro al seno, un medico austriaco, Eduard Bloch tentò di salvarla ma invano, questi, ebreo durante la guerra chiederà allo stesso Hitlére di salvarlo e dargli la possibilità di fuggire in America, cosa che si realizzerà.

Nel 1913, un anno prima lo scoppio del primo conflitto mondiale, Adolphe frequentava abitualmente ambienti socialisteggianti francesi e allo stesso tempo con un sentimenti di unità nazionale, tali ideali fecero subito presa nel giovane Hitlére che era stato bocciato come pittore in importanti accademie d'arte.
Per sfuggire all'arruolamento degli Imperi Centrali prese la cittadinanza in Francia e si arruolò nell'esercito francese combattendo sul fronte occidentale contro tedeschi e contingenti austriaci, poi fu mandato sul fronte italiano, qui rimase gravemente ferito verso il 1918 poco prima la fine del conflitto, all'ospedale seppe della sconfitta della sua nazione.

Nel 1920 completamente dimesso da ferite di guerra, si ritrovò un paese nella completa anarchia, senza più un governo forte ma debole e corrotto che faceva il gioco dei vincitori, tradito dall'alleato inglese, e dimenticato dagli americani isolazionisti e capitalisti.

Nel 1923 condusse con il maresciallo Henri-Philippe Pétain il fallito "putsch" di Lione dove tentò di proclamare uno Stato operaio, la rivolta fu schiacciata dall'esercito inviato da Parigi, ed Hitlére fu incarcerato sull'isola del Diavolo come l'ufficiale ebreo Dreyfus, qui scrisse "Ma Bataille", un libro-trattato che divenne la "bibbia" del partito nazionalcomunista.

Fino al 1929, data della Grande Depressione, Hitlére rimase alla direzione clandestina del Partito Nazista, compiendo ritorsioni, spedizioni punitive, e fomentò rivolte nelle campagne e nelle periferie industriali, come la celebre rivolta "marsigliese" dove marinai ed operai si unirono nel prendere il controllo della città.

Il saluto dei fedeli nazisti era il pugno alzato a sinistra, per la prima volta fu usato dallo stesso Adolphe quando entrò nell'Assemblea nazionale parigina.

Dal 1930 al 1933, la Francia ricadde nel baratro economico che sembrava fosse senza scampo, i nazisti raccolsero sempre più consensi tra le classi scontente e disagiate, assaltando castelli, regge, chiese e cattedrali appartenenti ancora a famiglie nobili e al clero.

Parigi con Hitlére conobbe un periodo di splendore, fu costruita sopra l'Arco di Trionfo, la Statua del dittatore per dimostrare la sua grandezza, alla pari e forse superiore di quella napoleonica.

Dalla presa di potere dei nazisti in Francia, tutte le colonie rimaste e sparse nel mondo divennero zone soggette ad un governo libero e democratico e ritenuto "legittimo" dalla SdN, ben presto il governo della Francia Libera fu assunto da Charles De Gaulle, fiero oppositore di Hitlére.

Numerosi scienziati e tecnici assoldati dal regime nazista furono incaricati di condurre ricerche per nuovi armamentari, che porterà alla scoperta dei razzi V-1 e V-2 e a prototipi minuscoli di bombe nucleari capaci di distruggere isolati interi, queste però rimasero sempre in sperimentazione nel Canale della Manica, alle Isole Normanne dove ne nacquero film e storie dell'orrore nel dopoguerra della ricaduta radioattiva sull'arcipelago, numerose spedizioni si registrano durante il conflitto in Antartide e in Africa, nel primo furono costruite diverse basi spaziali operative per la costruzioni di satelliti bellici, nella seconda si parlava di enormi giacimenti in miniere nascoste tra le foreste pluviali, capaci di compensare i vuoti delle casse dello Stato francese.

Il progetto "Madagascar" varato da Adolphe fu quello di deportare tutti gli ebrei rimanenti insieme ai "sottouomini reazionari" appunto in Madagascar, creando un sistema di carceri e prigioni inaccessibile dall'esterno per poter controllare meglio gli individui ritenuti nocivi dai nazi-sovietici, il progetto ebbe successo fino al 1943.

Il Patto Komintern o Patto di Varsavia sancì la nascita dell'alleanza ufficiale tra Unione Sovietica e Francia Nazista, nel quale si confermava per la vittoria contro gli Alleati una spartizione netta del continente europeo, l'Europa occidentale sarebbe passata sotto l'influenza francese insieme al Mediterraneo e i Balcani e alcune regioni moldave ed ucraine, la Russia si sarebbe annessa tutta la Scandinavia, Baltico, Polonia, Romania e probabilmente anche la Turchia ottomana (che aveva vinto la guerra sebbene con grossissime perdite e sconfitte ed era divenuta una monarchia costituzionale grazie a Mustafà Kemal).

Nei Paesi occupati dai nazi-sovietici furono create le Repubbliche Socialiste collaborazioniste, è il caso dell'intervento francese in Spagna a favore degli stalinisti nella guerra civile che annientarono sia le forze della Falange, sia quelle dei repubblicani ed anarchici instaurando sotto Francisco Largo Caballero un regime comunista a Madrid che successivamente schiacciò il regime fascista di Salazar in Portogallo, centinaia di migliaia di profughi franchisti e democratici fuggirono nel Marocco spagnolo e alle Canarie o si imbarcarono per gli Stati Uniti o l'Italia.

Dopo l'occupazione della Germania Imperiale, a Berlino e in molte altre città tedesche si consumò il dramma della resistenza nazionale contro l'invasore, il Kaiser Guglielmo II ormai anziano fu ugualmente fucilato nella pubblica piazza con tutta la sua famiglia, episodio che sarà ricordato su molte riviste e quotidiani, il cancelliere Von Papen fugge all'estero con tutto il governo legittimo mentre è messo alla guida della Repubblica Socialista Tedesca un tale di nome Goering.

Philippe Pétain, vecchio pupillo di Hitlére, disgustato dalla sua politica ha il permesso di fuggire in Inghilterra dove approva e si unisce a Radio Londra nell'incitare la resistenza europea e in particolar modo quella clandestina francese composta dai Maquis.

Dopo la distruzione del fronte italiano in Alta Savoia e nel Nizzardo, tutto il Norditalia è sottoposto al regime collaborazionista di Palmiro Togliatti, con sede a Bologna, dove crea la R.S.I., la Repubblica Socialista Italiana, il socialista Pietro Nenni tradisce il Komintern e si schiera dalla parte del Regno d'Italia, ormai divenuto Regno del Sud, Roma è piegata dai bombardamenti, il Vaticano è invaso dalle truppe nazi-sovietiche, migliaia di ebrei sono salvati nelle catacombe vaticane, Pio XII e altri cardinali sono fucilati in Piazza San Pietro, molti cattolici definiranno l'arrivo dei carro armati franco-russi "l'avvento di Satana"; è dichiarata finita la Chiesa cattolica romana apostolica.

L'Impero Austro-Ungarico schiacciato dalla Francia e dall'URSS crolla come un castello di carte, gli Asburgo però riescono a fuggire a Londra, l'Austria è unita alla repubblica socialista tedesca, l'Ungheria è messa sotto le direzioni di Bela Kun, mentre nei Balcani è creata la Repubblica Socialista di Jugoslavia sotto Josip Broz detto Tito.

In Grecia prende il potere l'ELAS che affianca Dimitrov in Bulgaria e Ceausescu in Romania, tutti posti dai russi dopo aver deposto le rispettive case regnanti, avvengono degli sconfinamenti al confine turco, ma Istanbul riesce a rimanere neutrale alla guerra.

Una volta in Africa settentrionale gli ispano-francesi inizieranno a perseguitare pure i neri e i musulmani che si uniranno alle file delle armate italiane dirette da Graziani e Rommel in Tunisia ed Algeria, l'incubo degli eserciti alleati sarà la Legione Straniera francese anche nel dopoguerra.

Altri grandi progetti di Hitlére furono quelli di intensificare la rete metropolitana parigina, riammodernare ed estendere le periferie e una grande svastica con falce e martello sulla punta della Tour Eiffel.

La pena di morte fu ulteriormente intensificata in tutto il territorio francese e nelle regioni occupate, fu addirittura ristabilita la ghigliottina, Hitlére aveva come idoli Robespiérre, Danton, il Re Sole (la sua potenza, come per Stalin lo era Ivan il Terribile) ed elogiava la pittura francese.

La Guide visitava abitualmente fabbriche e zone industriali, con urla di gioia ed emozioni per operai e manovali, con discorsi carismatici si sentiva il Messia contro la Reazione. I suoi ideali ispirarono Mao Tze-Tung nell'instaurare la Repubblica Popolare Cinese durante la guerra contro il Giappone e i nazionalisti di Chiang Kai-Shek.

Lo sbarco in Normandia nell'estate 1944 che consumò migliaia e migliaia di vite da entrambe le parti in lotta sancì la penetrazione alleata nella fortezza Europa, ci vollero solo tre mesi per espugnare Parigi dove le forze di Hitlére resistevano valorosamente, si ebbe la notizia che La Guide fosse scappato in Angola o in Sudamerica, in realtà fino all'ultimo scelse di suicidarsi il 30 novembre 1944 nel suo bunker sotto all'Eliseo, l'Armeé Français non si arrese e continuò a combattere fino al gennaio 1945 per poi arrendersi alla liberazione anglo-americana. Rimaneva l'URSS da distruggere, gli Alleati distrussero l'Armata Rossa a Berlino e a Praga, due aerei americani sganciarono su Minsk e Stalingrado due bombe atomiche che deflagrarono le due città con centinaia di migliaia di morti, la minaccia di sganciarne una terza su Mosca costrinse Stalin a firmare la resa, e subito dopo fu trovato morto per la troppa sbornia o per la paura di essere linciato dalla folla moscovita che assaltò il Cremlino.

Ainelif

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Vale la pena di inserire in questa sede anche la geniale trovata di Basileus TFT:

Mussolini, inizialmente in buoni rapporti con l'URSS, cambia bandiera a favore della Germania firmando il Patto Anticomintern. Tuttavia l'annessione dell'Austria alla Germania distrugge i rapporti fra i due stati, tanto che Mussolini è seriamente tentato di dichiarare guerra al Führer, ma non lo farà solo perchè sa bene di avere avverse le potenze democratiche. E se invece Mussolini,dopo l'annessione tedesca dell'Austria, fa dietro front e torna dal suo vecchio amico russo rispolverando i piani per eliminare la Germania?

La guerra civile spagnola viene vinta da Franco che è l'unico a ricevere rinforzi dall'estero (tedeschi),mentre Italia e URSS stanno a guardare con disinteresse. La timeline tedesca va come da noi,mentre italiano e russi decidono di spartirsi i balcani con il patto Molotov-Balbo: l'Urss si annette la Romania anziché la Finlandia (quest'ultima cede pacificamente alcuni territori di confine) mentre l'Italia invade l'Albania già nel 38.

Tedeschi e russi si accordano comunque per la spartizione della Polonia,che viene schiacciata come nella nostra Timeline,vedendo questo Mussolini ordina una immediata invasione della Grecia,che tuttavia resiste accanitamente e firma la pace con l'Italia dopo una guerra di tre mesi,cedendo l'isola di Creta. L'URSS invade poi le repubblica baltiche. Quando la Bandiera tedesca sventola su Parigi e viene creata la repubblica di Vichy sia Mussolini che Stalin si sentono pià che mai minacciati da un possibile intervento tedesco.

Nel 1941 l'Operazione Barbarossa è pronta...riuscirà il Vallo Alpino a tenere testa agli invasori tedeschi? La Grecia si alleerà con Hitler e darà vita alla Guerra di Continuazione contro gli italiani? A guerra finita come saranno spartiti i territori?

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C'è poi quest'idea di Konstantinos XI:

Novembre 1914, Ypres, Fiandre occidentali.

Avanza l'offensiva inglese contro il villaggio fiammingo ed il Ten. William Tandy durante uno scontro scorge un soldato tedesco ferito e lo inquada nel mirino. 
Inebetito dai combattimenti, il soldato tedesco attende inerte la propria fine, le braccia abbandonate dalla forza necessaria ad alzare il fucile. 
Per qualche freddo istante i due rimangono così, l'uno alla mercé all'altro. 
Il soldato inglese spara e fredda centrandolo alla testa il caporale in uniforme germanica. 
Un anonimo caporale di origine austriaca, un pittore di nome Adolf... Adolf Hitler.

Settembre 1932, Berlino.

Il Feldmaresciallo del Reich Erich Ludendorff si candida alle elezioni contro il suo ex compagno allo Stato Maggiore Paul von Hindenburg. 
Spalleggiato dal gruppo misto di matrice ultranazionalista e con simpatie socialiste guidato da Rudolf Hess, Hermann Göring ed Ernst Röhm, riesce con il suo prestigio di ex comandante di successo dell'esercito germanico a radunare attorno a se i nostaligici e revanscisti veterani di guerra e la sua linea politica autarchica e militarista gli conferisce l'appoggio dei grandi gruppi industriali con i quali era in eccellenti rapporti durante la grande guerra. Tuttavia gli rimangono ostili i grandi centri operai della Ruhr e della Slesia, bacini di utenza del Partito Comunista guidato da Ernst Thälmann. 
La media borghesia è spaventata dagli eccessi di entrambe le parti, sono ancora vive nella memoria le violenze commesse dagli Spartachisti a Berlino e dai Freikorps nella Ruhr subito dopo la fine della guerra e dalle SA di Röhm durante fallito Putsch di Monaco del '23. Una delle più inspiegabili conseguenze di queste rivolte fallite è proprio il fatto che i capi erano esattamente gli stessi Thälmann e Röhm che si candidano a governare il paese. È la più totale confusione politica, poiché nemmeno il disastroso governo di Heinrich Brüning riesce più a dare sicurezza e speranza.
Il popolo tedesco si reca alle urne, ma nessuno in quel momento sa quale destino attende la Germania.

Che accade?

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E ora, la proposta di Generalissimus:

E se fossero le SA a prevalere sulle SS? Ernst Röhm è informato da un delatore delle intenzioni delle SS, e le squadre di protezione si ritrovano di fronte le squadre d'assalto in assetto da combattimento, e vengono sterminate. Se Röhm resta a capo delle SA, forse non ci saranno i lager; piuttosto, il nemico sarebbe il grande capitale, senza discriminare tra ebrei e non ebrei. Le SA poi erano meno fanaticamente leali al Fuhrer; potrebbero farlo fuori loro, nel 1944.

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aNoNimo aggiunge:

Hitler fa buon viso a cattivo gioco, scarica la colpa sulle sole SS e via. Però "Ein Führer" neanche per sogno, ci vedo una diarchia tipo Re-Mussolini, con Hitler Presidente e Röhm Cancelliere del Reich come ago della bilancia (anche qui, un parallelo con l'Italia). Niente Guerra Mondiale, almeno non la nostra. Difficile guidare la complessa macchina diplomatico-militare che ha portato Hitler HL a supporre (non a torto) che poteva vincere la guerra. Dei conflitti a bassa intensità, tipo nei Balcani. Oppure alleanze volanti, come con Varsavia per occupare prima la Russia. Röhm non ci ha informati a dovere sulle sue idee di politica estera...

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E Paolo Maltagliati azzarda:

Formazione della Lega dei Paesi Fascisti contro il "pericolo russo" (con sede permanente a Riva del Garda, che è un bel posto con tante ville sul lago).

Prima è un accordo bilaterale con la Germania e l'Ungheria. Poi perfezionato in una vera alleanza ed esteso alla Grecia e all'Austria nel ‘36 e nel ‘39 a Spagna e Portogallo. La Polonia, pur non entrando nella Lega, sarà una sorta di osservatore. Altro paese osservatore sarà il Giappone.

1939: Guerra civile in Spagna. Tedeschi e italiani intervengono a sostegno di Franco. Simbolicamente, vi sono anche contingenti ungheresi e greci. Accordi di Danzica sul futuro del corridoio.

Plebiscito in Austria che formalizza l'Anschluss. Accordo Ciano-Röhm sull'autonomia del Sud-Tirol.

Prendendo a pretesto diversi "incidenti" di confine con la Grecia, una forza di invasione italiana sbarca a Valona. Accordi di Brindisi: l'Albania diviene "protettorato" della Lega sotto tutela italo-greca. La Grecia si annette l'Epiro settentrionale.

1940: occupazione sovietica senza colpo ferire delle tre Repubbliche Baltiche, in cambio della restituzione alla Germania del territorio di Memel.

Richiesta della Finlandia e della Romania di adesione alla Lega. La richiesta della Finlandia viene respinta.

Accordi di Sopron: l'Ungheria recupera parte della Transilvania, l'URSS occupa la Bessarabia e la Bulgaria ottiene la Dobrugia meridionale. Abdicazione di Re Carlo di Romania. Ion Antonescu firma l'ingresso della Romania nella lega.

Accordi segreti tra Italia, Germania, Inghilterra e Francia. Le potenze "democratiche" sono preoccupate per le crescenti pretese sovietiche.

Patto segreto Molotov-Ribbentropp: spartizione della Polonia. In caso di occupazione sovietica, la Posnania, la Slesia orientale e Danzica verranno occupate dai tedeschi, riportando i confini al 1914. La Lega lascia mano libera ai russi in Finlandia.

Occupazione della Polonia. L'Inghilterra e la Francia dichiarano guerra all'URSS.

L'URSS occupa Finlandia, Svezia e Norvegia. Non la Danimarca, che entra nella Lega.

E poi?

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Ora diamo la parola a MorteBianca:

Il figlio di Hitler

Adolf Hitler ed Eva Braun si sposano nel 1938, la Seconda Guerra Mondiale procede come da programma senza alcuna differenza sostanziale dalla nostra timeline. Nel Bunker di Hitler i Sovietici però non trovano il cadavere del Fuhrer (di cui rinvengono le ceneri poco fuori, secondo alcuni sono però un falso) né quello di Eva Braun (della quale mancano pure le ceneri), inoltre da numerosi documenti viene attestata la presenza, tenuta in gran segreto se non alle alte gerarchie del Partito Nazista, di un erede del Führer, ossia Wolfgang Hitler. Pochi mesi dopo arriva la conferma ufficiale: Eva Braun e Wolfgang Hitler sono stati identificati dal Mossad in Argentina, sotto protezione del governo (nonostante i falsi nomi). Inizialmente Hitler aveva pianificato un doppio suicidio "romanico", ma evidentemente la presenza del pargolo lo aveva distolto dall'infelice proposito, preferendo quindi suicidarsi da solo per dare una speranza alla moglie e al figlio di una nuova vita presso gli alleati in America del Sud.

In tutto il mondo il mito di ODESSA è molto più forte che nella nostra timeline, dato che "il figlio di Hitler" è effettivamente fuggito lì.
Wolfgang Hitler per lungo tempo rimarrà fuori dalla cosa pubblica, poi farà "Coming Out" pubblicando un libro memoriale "Mein Vater, Adolf".
Nel libro, che per certi versi ispirerà la simile biografia del figlio di Osama Bin Laden, il Wolfgang racconta dei pochi ricordi che ha del padre e di ciò che la madre e "Gli amici di lei" (Gli ex gerarchi nazisti fuggiti) gli narravano della sua figura paterna perduta. Il libro è best seller già soltanto per l'argomento e per chi lo scrive.
I suoi contenuti si suddividono in apologetici (C'è una moderata difesa di Adolf, che secondo Wolfgang è stato "Incolpato di più colpe di quante non ne avesse in realtà" o "Si è sobbarcato le responsabilità di tutta una nazione e di tutti gli errori commessi al suo interno" o "Ha comunque aiutato l'Europa a resistere l'invasione Comunista, gesto per il quale gli uomini di mio padre oggi lavorano per gli americani". Sulla spinosa questione dell'Olocausto Wolfgang pare essere un negazionista moderato, sostiene che i campi di prigionia fossero cosa comune all'epoca in tutte le fazioni, e che non siano morte così tante persone come riportano i media, anche se Wolfgang non esita a puntare il dito contro "l'ingiustificato sterminio di un popolo intero (ammettendo dunque la volontaria mira verso gli ebrei)" e rinnega ogni anti-semitismo dal canto proprio.
Dal canto paterno sostiene che Adolf ha sempre voluto adottare la soluzione Madagascar "Egli, come molti nella sua epoca, odiava gli ebrei e voleva allontanarli dall'economia tedesca. Ciò che è successo dopo è Storia"), inediti (Numerose testimonianze "private" sul Fuhrer, curiosità, la sua vita quotidiana, il suo credo personale, discorsi e memorie, piani segreti mai disvelati e progetti futuri, di tutto: dai V2 Nucleari alla Base sulla Luna, i contatti con il KKK eccetera) e di commentario.

Il libro assume dei connotati quasi messianici verso la figura paterna, infatti Wolfgang sostiene che senza Adolf Hitler oggi il razzismo sarebbe qualcosa di molto meno "cattivo" e tabù, l'anti-semitismo sarebbe ancora molto praticato in tutta Europa, lo stato di Israele non sarebbe probabilmente nato, il comunismo avrebbe preso il controllo dell'Europa e la Germania non si sarebbe risollevata dalla crisi economica, finendo per diventare una plutocrazia. Secondo Wolfgang insomma è solo grazie ad Hitler che sono nati tutti questi benefici (fra cui l'ONU) post-Hitleriani, tutto è nato a seguito di/in contrapposizione ad Hitler, arrivando a sostenere che "Si potrebbe ipotizzare lui ne fosse consapevole, e abbia deciso di caricaturarsi negativamente da un punto di vista morale così che il mondo intero fosse unito contro di lui sotto gli stendardi di nobili ideali, ideali di cui lui stesso nei suoi libri si fece propugnatore". Il libro per questi motivi fu uno dei più criticati, odiati e demoliti dalla critica della storia dell'umanità, ma ciò non frenò il suo successo commerciale né il dibattito politico. Wolfgang Hitler per il resto della sua vita ha continuato a sostenere la "Nuova Terza Via", ideologia da lui stesso coniata che voleva riportare il Nazionalsocialismo a ciò che doveva essere (a suo dire) alle origini: una alternativa vera a Capitalismo e Comunismo che incorporasse taluni elementi dell'uno e dell'altro. Per questo si definì grande ammiratore del primo Fascismo (specie il Sansepolcrismo), del Franchismo e del Peronismo. Fu un attivo sostenitore dei Non Allineati e della decolonizzazione, nonostante fosse dichiaratamente Atlantista. Ha più volte dichiarato di aver ricevuto "Proposte" dalla CIA e dalla NATO. Sono noti inoltre epistolari con Licio Gelli e altri membri chiave di Gladio e operazioni Stay Behind in tutta Europa. Wolfgang Hitler si è detto interessato ad entrare in politica, ma "non ancora, non adesso, non in Germania". Ha chiarito di non voler ricostruire il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedesco, perché sarebbe un vano ripetere gli errori del passato. Invece Wolfgang ha dichiarato che vorrebbe essere il fautore della rinascita di un "Blocco Nazionale" che riunisca Nazionalisti, NeoCon, Liberali, Monarchici e Nazifascisti.

Le organizzazioni neo-naziste e di nostalgici hanno opinioni controverse su Wolfgang, ravvisabili in 4 gruppi:

1) Lealisti: Sostenitori della visione "Monarchica" del Terzo Reich, che vedono in Wolfgang il Secondo Fuhrer-Imperatore e di conseguenza il legittimo successore di Adolf Hitler.

2) Repubblichini: Sostenitori della visione più repubblicana ed indipendente da culti della famiglia del Fuhrer (e a tratti anche critici di eccessivi culti della personalità), che vedono in Wolfgang un opinionista senza alcun merito di superiorità a qualsiasi altro essere umano.

3) Critici: Sostengono che Wolfgang, benché un interessante teorico, sia un revisionista traditore (a cui non hanno perdonato la recensione e le critiche al padre) e come tale imborghesito ed inadatto a guidarli nel futuro.

4) Nuovi Fascisti: Sono i più fedeli alla ideologia di Wolfgang. Fascisti e Nazisti che però seguono la "Nuova" idea di Wolfgang Hitler per ammirazione alle sue idee e non (tanto) per il suo lignaggio.

Quando gli hanno chiesto se si ritiene razzista, lui ha risposto "Trovo stupido giudicare una persona sulla base del colore della pelle e sugli zigomi. Trovo ancora più stupido fare finta di ignorare che provenga da una cultura violenta e fondamentalista. Non mi sentirete mai dire che i Neri sono ladri, ma mi sentirete dire che molti arabi sono destinati a vivere sotto dittatura e ad alimentare il terrorismo internazionale, perché quello meritano, sono DIVERSI da Noi".

Wolfgang Hitler ha ricevuto l'ammirazione di politici e personalità da tutto il mondo, fra cui: Marine Le Pen, Licio Gelli, Gianfranco Fini, Giorgio Almirante, Donald Trump, Borghezio, Matteo Salvini. Oggi Wolfgang Hitler ha 70 anni e ha dichiarato di essere fieramente Euroscettico "non questa Europa io voglio, ma qualcosa più centrato sulla Danimarca, che si liberi di pesi ingombranti come l'Italia e la Grecia per fare spazio a Norvegia, Svezia, Finlandia e Groenlandia".

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Passiamo ora alla nuova ucronia di aNoNimo:

Giusto per fare ancora più confusione... in un'Italia ucronica in cui Mussolini e il Fascismo sono illegali e al governo c'è un Fronte Popolare Radicali-PSI-PCI con a capo Nitti, quindi mi sento di dire neutralista, Hitler che fa? In tutti i fronti: Spagna Alpi Balcani Russia? Doversi proteggere da un colpo di testa italiano può avere gli stessi effetti di dover assistere l'Italia nella nostra Timeline (rallentamento di tutto e sconfitta a Est e poi a Ovest?)? Non so come proseguire...

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Gli replica *Bhrg'howidhHô(n-):

Il primo e più importante obiettivo concepito era l'annessione pura e semplice della Russia (Europea), quindi niente Spagna niente Alpi (se non Anschluß) niente Balcani; qui ci possiamo basare su affermazioni inequivocabili del protagonista.

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aNoNimo chiede lumi:

Ok, quindi niente paura tedesca di Dolchstoß latina in aiuto di Albione?
Altri dubbi: Adolf non invaderebbe neppure Ploieşti o la Jugoslavia post-golpe? Aiuterebbe un attacco jugoslavo all'Italia o alla Grecia?

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E *Bhrg'howidhHô(n-) risponde puntualmente:

P.G.: Ok, quindi niente paura tedesca di Dolchstoß latina in aiuto di Albione?
Bhr.: La guerra anglo-tedesca era e rimaneva evitabile. Comunque da un Governo neutralista le paure di pugnalata sono minime

P.G.: Non invaderebbe neppure Ploieşti o la Jugoslavia post-golpe?
Bhr.: Ragionevolmente no.

P.G.: aiuterebbe un attacco jugoslavo all'italia o alla grecia? 
Bhr.: No di certo!

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Rivoluzionario Liberale non si lascia scappare l'occasione:

Il problema è questo, se ad esempio il re fa arrestare i fascisti durante la marcia su Roma, Mussolini scappa in Svizzera, era già pronto sul treno, e il fascismo conosce una battuta di arresto. A questo punto il re rende illegali i Fasci e le vari corporazioni legate al fascismo.
E' dura mettere d'accordo, socialisti, cattolici, monarchia e altro ma, nell'ipotesi che ci si riesca, Hitler non ha più un esempio cui rifarsi.
Se il nazismo sale al potere nella tua Timeline, cosa non certa, si troverebbe in una situazione analoga all'URSS di Stalin, cioè un'ideologia totalitaria legata a un solo stato. 
Cambierebbe molto, perchè il nazismo da solo sarebbe a mio giudizio più cauto, e forse più vicino agli angloamericani.

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E l'aNoNimo gli fa notare:

Obiezione ragionevolissima, e credo di averci ovviato facendo sì che il fascismo diventi un sogno di destra come il socialismo lo è stato per la sinistra fino al 1917: Mussolini scrive un'opera sul modello Mein Kampf e trova rifugio in Ungheria. Quanto a mettere d'accordo le parti politiche italiane del 1922 ho risolto facendo eliminare Mussolini dagli Arditi del Popolo: strategia della tensione ante litteram e fronte nazionale da Turati alla destra non fascista, con Giolitti che salva la situazione.
Quanto alla Romania, cosa renderebbe ragionevole l'invasione?

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Ma Rivoluzionario Liberale insiste:

L'ammiraglio ungherese Horty diventa reggente nel 1920, quindi in effetti Benito può scappare in Ungheria. Comunque se il Re Sciaboletta decide di fare arrestare i Fascisti, scoppia qualcosa che non possiamo assolutamente prevedere. 
Ora non so a quando ammontasse l'esercito regio, ma di sicuro sarebbe scoppiata una guerra civile, e i fascisti non avrebbero supporti esterni.
Alla fine probabilmente finirebbe con lo scioglimento delle milizie paramilitari e un po' di morti, ma è uno scenario surreale.
Forse il re si sentirebbe per paradosso più debole, ricattato da fortissime rivendicazioni socialiste, radicali, anarchiche...

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aNoNimo non è da meno:

Quanto a Mussolini, l'idea è di farne l'ideologo di Horty. Comunque Sciaboletta non arresta i Fascisti, sono gli Arditi del Popolo che li fanno neri (senza i carabinieri, i fascisti erano e sono nulla), e poi il re ne approfitta per rimettere ordine e fermare gli "opposti estremismi", ponendo Giolitti come al solito a fare da tappabuchi. Il re avrebbe la forza di essere "il Re invitto" (Libia, Grande Guerra, Marcia su Roma): non male per un Savoia Carignano...

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A questo punto *Bhrg'howidhHô(n-) riprende il filo del discorso:

L'ossessione geopolitica della Germania era l'accerchiamento, e il meme impersonato da Hitler era di risolvere alla radice la questione annettendo né più né meno che l'altro grande Accerchiato. Questo, nella sua visione, avrebbe risolto tutti i problemi, anche il proverbiale raffreddore (che nel frattempo doveva essere debellato pure dall'offerta ideologica contraria). In teoria non era nemmeno indispensabile una continuità territoriale, sarebbe bastata una totale convergenza geopolitica tra Germania, Polonia e Paesi Baltici. L'Irredentismo non era un'ossessione altrettanto forte, per la Svizzera non si è praticamente mai fatto sentire, altrettanto sarebbe avvenuto per la Polonia (ovviamente Danzica era tutt'altra questione). Deviare in Romania sarebbe stato necessario solo quanto un furto si può rendere necessario: per estrema indigenza oppure perché l'occasione fa l'uomo ladro. Se ci fosse stata una congiuntura tale da rendere concorrenziale un'invasione nessuno si sarebbe tirato indietro, altrimenti solo un urgente e altrimenti irresolubile bisogno di petrolio avrebbe potuto giustificare quello che sarebbe stato comunque un contrattempo.

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E Paolo aggiunge:

Appunto. Hitler non aveva assoluto bisogno di petrolio? O pensava di vivere di riserve e idrogenazione di carbone? Io sapevo che l'OKW si è messo le mani nei capelli quando gli Alleati hanno raso al suolo Ploieşti...

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Si intromette nel discorso anche MattoMatteo:

Tempo fa anch'io avevo ipotizzato che, lasciando da parte l'anti-semitismo e enfatizzando l'aspetto anti-comunista, il nazismo si sarebbe potuto espandere in Inghilterra e Stati Uniti (facendo leva, magari, anche sulle "comuni radici celtiche").
La tua idea si affianca alla mia, perchè Hitler avrebbe potuto paventare a Regno Unito e USA l'ascesa di un'Italia comunista; gli inglesi si sarebbero potuti preoccupare della perdita del Mediterraneo (in cui avevano degli interessi) nelle mani dei "rossi", col risultato di un'alleanza Germania-Inghilterra-USA.

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Ribatte il solito Paolo:

Mah, non ci credo, per questi motivi:

1. il putsh di Monaco o della birreria è coevo alla marcia su Roma, Hitler ha catalizzato idee già presenti; il totalitarismo è figlio dell'organizzazione auto o eterogestita delle masse, non dell'esempio di Mussolini (Annah Arendt addirittura non considera il fascismo italiano un totalitarismo, e un po' ha ragione)

2. l'Europa di Hitler era già fascista: a cominciare da Horty, che precede Mussolini, gli stati baltici, la Jugoslavia di Alessandro, perfino la Polonia di Piludsky (oddio avrò sicuramente sbagliato la forma). Magari si direbbe "magiarista" ma Hitler non sarebbe così isolato

3. ripercussioni potrebbero esserci forse sugli USA (la logica paradossale della dialettica) e sull'Argentina: senza corporativismo niente NRA di Roosevelt e niente peronismo. Ma:

a. NRA secondo alcuni (oddio sto per citare gli pdeudo-scienziati monetaristi) è la nipote del War Recovery Office di Wilson e di Hoover, ovvero una naturale conseguenza del monopolismo a guida statale come sviluppatosi in reazione all'FTC Act; quindi l'NRA resta plausibile anche senza corporativismo fascista

b. non è detto che Peron non inventi cmq il peronismo, soprattutto considerando c.

c. nella mia ucronia Gramsci guida il PCI. Ora, non so quanto conosciate Gramsci, ma era molto più sveglio di quanto sembrasse (se fossimo cinici potremmo chiederci perché Togliatti lo abbia abbandonato) e l'ho fatto aderire al trotzkismo (nulla di nuovo leggendo certi scritti tardi): la soluzione alternativa può risolve PARZIALMENTE 3.

4. non vedo possibile un'alleanza Regno Unito-Germania senza Edoardo VIII: i conservatori temevano Hitler, i laburisti lo odiavano, i massoni idem, Churchill non credo di dover dire che pensasse. Anche temendo un'Italia rossa e proiettata sul Mediterraneo, cosa possibilissima [qualcuno ha letto "il golpe inglese"?], MAI il Regno Unito senza Edoardo VIII si sarebbe alleato con Hitler, e in tre anni un re poco amato come Eddy the 8° non è che potesse fare miracoli; senza contare che i Savoia restano, e credo che sappiamo tutti cosa significhi la presenza dei Savoia sul trono per Regno Unito e Francia.

5. idem per gli USA: se Roosevelt avesse potuto avrebbe attaccato il 2-9-'39, i repubblicani non ne volevano sapere di Europa punto, idem America First, le speculazioni su Lindbergh filo-nazista restano speculazioni (non vedo motivi per non farne rapire il figlio... purtroppo per il bimbo): considerando il filo-comunismo di parte dell'enstablishment roosveltiano (che in alcuni rasenta il cripto-comunismo) non vedo affatto gli USA con Hitler per l'Italia rossa (per altro forse, ma non credo)

6. Hitler senza antisemitismo non ha senso: è una componente troppo propria del dittatore, troppa vicina alle sue corde e soprattutto troppo insita nella formazione del giovane Hitler (ovvero presso la Società di Thule e tutto l'esoterismo razzista e antisemita post-guglielmino, fertilizzato dalla Dolchstoßlegende) e questo significa avere contro lobby potenti

7. con questo non nego che se il Fronte avesse preso il potere nel '22 non sarebbe successo un vero casino (tipo invasione francese) infatti negli anni '20 c'è Giolitti nella mia ucronia.

Poi in altre ucronie ci mancherebbe, ma servirebbe una vera Italia Rossa nel '33 e non la vedo possibile, o la schiaccia la Francia nel '21 o poi sarebbe un fronte popolare alla Leòn Blùm (tranne spaventosi giri di valzer mussoliniani).

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Rivoluzionario Liberale torna alla carica:

Vero, Hitler non era il primo nazifascista, ma neppure si può parlare degli altri stati similfascisti come di qualcosa di assecondabile. De facto, con un'Italia non fascista Hitler si trova solo, poi gli stati baltici o l'Ungheria di Horty sono troppo piccoli come alleati e la Jugoslavia dei Karageorgevic mica era filotedesca.

Hitler era comunque solo, ma per paradosso non avere l'Italia era quasi un vantaggio. con tutti questi fronti in meno; non che Churchill o Roosevelt siano alleati, ma almeno più consenzienti. Poi Hitler era un pazzo e assolutamente imprevedibile, forse un nazismo più astuto con un'altro leader avrebbe condotto la guerra con altre alleanze.

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E aNoNimo lo asseconda:

Non avere accanto l'italia è un vantaggio che pure l'OKW conosceva bene (non ricordo quale generale disse che la guerra l'avrebbe vinta chi NON si fosse alleato con l'Italia), però non capisco il tuo pensiero sulla necessità (spero di aver capito bene) di Mussolini per avere un Hitler come lo abbiamo avuto noi; aggiungendo che Roosevelt MAI (ed è un MAI categorico) si sarebbe alleato con Hitler, le prime pagine del "Time" a lui dedicate non provenivano dalla Casa Bianca: forse Churchill, ma visto il suo considerare l'Italia un suo alleato-vassallo (pure sotto Benito: il carteggio tra di loro non è sparito per magia) comunque potevamo essere un problema per il Terzo Reich.
[per dovere di cronaca, ricordo che la decadenza militare dell'Italia comincia nel '37... precisazione che puzza di sciovinismo, lo so]

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Enrico Pellerito gli suggerisce:

Riguardo l'affermazione da te riportata sui niente affatto benefici effetti derivanti dalla presenza italiana in un' alleanza, ricordo di aver letto che venne redatta in un rapporto dell'addetto militare tedesco a Roma (forse non era un ufficiale dell'esercito ma della marina). E se la memoria non m'inganna, addirittura in tempi antecedenti a quelli della presa di potere nazista; credo sia corretto l'inquadramento temporale, perché l'articolo in questione aveva per oggetto la politica militare della Repubblica di Weimar (sopratutto quella "segreta" e gli accordi riservati a seguito del trattato di Rapallo del 1922 con l'URSS) e i propositi di rivalsa che nutrivano i vertici militari tedeschi dopo la fine del primo conflitto mondiale.

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E subito Paolo gli replica:

No, la mia citazione è diversa: è una dichiarazione di un generale alla stampa anglo-francese in occasione di una dimostrazione militare italiana prebellica, la trovi nella Storia d'Italia di Montanelli "L'Italia dell'Asse".

Mi è venuta in mente intanto questa cronologia:

1927: Gramsci sfugge alla retata e ripara in URSS. Incontra Trozky e comincia a rivedere le sue posizioni. Si trasferisce a Parigi raggiunto dalla moglie. Aumenta la critica a Stalin vista la maggiore libertà.

1929: Togliatti e Gramsci vengono ai ferri corti: Gramsci rimette disciplina ma sposta a sinistra il PCI.

1930: Gramsci studia il fenomeno dell'arditismo socialista, studia la rivolta irlandese del '17 e sviluppa teorie innovative sull'”armata clandestina popolare” contro il fascismo.
Togliatti schiva di poco una purga e diventa trozkysta pure lui; senza più stalinisti al vertice, il PCI è ufficialmente un partito trozkysta.

1934: il PCI partecipa alla Sollevazione asturiana; moltissimi esuli accorrono in sostegno (anche democratici, che rivedono in Spagna l'ascesa del fascismo); Togliatti organizza le Brigate Arditi del Popolo (BAT) e, segretamente, la Mano Rossa, via dimezzo tra la Ceka e i Dodici Apostoli di Collins.

1937: Guerra Civile Spagnola: visto il maggior peso di POUM e PCI (le BAT ormai sono una divisione e mezza), Juan Negrin non scioglie il POUM.
Sull'Ebro i repubblicani tengono; tra le Asturie e i Paesi Baschi vengono sperimentate nuove tecniche partigiane come sabotaggi e incursioni.

1938: Francisco Franco è assassinato da commandos suicidi POUM-BAP. Il fronte nazionalista perde colpi.

1940: i nazionalisti si arrendono da posizioni di forza; circa due divisioni tercios entrano nella MVSN, riorganizzata come una Legione straniera fascista; la Mano Rossa tenta lo sterminio degli ufficiali NKVD in Spagna ma fallisce; Seconda Guerra Civile Spagnola, vinta di poco dagli anti-stalinisti.
Hitler e Nis (ministro degli Esteri spagnolo) firmano un patto di non aggressione triennale; le BAP si organizzano per la lotta partigiana in Italia aumentando organico e mezzi (stima delle forze: 3 divisioni leggere con primitivi anticarro e AA).

1942: Operazione Torch: le BAP si trasferiscono nel Rif (recentemente promosso a regione autonoma) e passano agli Alleati; nasce il Comitato di Liberazione Nazionale, considerato da Roosevelt (e a malincuore da Stalin) governo italiano in esilio [forse sto forzando].

1943: Operazione Husky: BAP e UK invadono la Sicilia, ma invece della Mafia gli Alleati puntano sulla CGL [allora mancava la "I"] clandestina.
25 luglio: Oordine del Giorno Grandi; invece di farsi arrestare, Mussolini scatena le MVSN: epurazione totale dei maschi Savoia compresi gli infanti, epurazione parziale dei carabinieri, invasione amichevole tedesca [volendo usare la categorizzazione di *Bhrg'howidhHô(n-) che si trova in questa pagina, sarebbe 2k o 2l]
Il CLN proclama la Repubblica; entrata definitiva del PPI-DC nel CLN; la Mano Rossa si estende in Italia e organizza innanzitutto scioperi ma anche omicidi eccellenti come quello di Roberto Farinacci, pagato ad alto prezzo dalla popolazione civile; Gramsci ordina di ridurre lo spargimento di sangue, ma Togliatti e Secchia non sempre ottemperano; le MVSN ormai comprendono: 3 divisioni leggere, 1 corazzata, 4 spagnole, 1 croata, 1 parà, 1 marò, 1 araba, 1 hindi, 1 oriundi mediterranei, 1 genio, 1 slovena, 1 serbo-montenegrina, 2 MAS, 1 africana, 1 penale militare, 1 bosniaca, 1 mista: totale ~240000; 90% della ex-Regia Aeronautica.
27 settembre-1 ottobre: Quattro Giornate di Napoli [ne ho aggiunta una per simulare il fatto che ci avrebbero pensato le BAP e per suggerire quelle di Milano] e liberazione della città da parte di “cittadini in armi”; liberazione di Roma ad opera di BAP, Carabinieri ed Esercito; il generale Clark non entra in città ma distrugge metà della XIV armata Tedesca; Kesselring raggiunge zoppicando la Linea Gotica.

1945: sbarco alleato a Venezia e Grado con insurrezioni BAP; fuga tedesca verso e corsa alleata al Brennero; sollevazioni popolari nelle città del Nord e "macelleria messicana" dei fascisti rimasti [probabilmente i più coraggiosi, non quella manica di cripto-fasciti che voltarono gabbana nel '43]; Mussolini è ucciso mentre cerca di raggiungere la Valtellina mentre la Mano Rossa trova il carteggio Mussolini-Churchill.
Trattato di Pace: niente mandati ma creazione dello Stato Libero del Friuli nei confini pre-bellici, ingresso nell'ONU, status di “amico con molto da farsi perdonare”.

1946: Costituzione della Repubblica Italiana [praticamente identica a quella nostrana, è perfetta così com'ERA... forse però tolgo il Senato]

1947: vittoria del Fronte Popolare PRI-PSIUP-PCI, Parri capo del Governo, Gramsci all'Istruzione, Sforza agli Esteri, Nenni agli Interni, Togliatti alla Giustizia, de Gasperi presidente della Camera; niente amnistia ma caccia serrata ai fascisti (per es. Roatta è estradato in Jugoslavia).

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Chiudiamo per ora con la proposta di MorteBianca:

Visto che i partiti che concorrevano al dominio della Duma erano numerosi viene da chiedersi quale sarebbe stato il destino alternativo se uno di questi fosse salito al potere al posto dei Bolscevichi, escludendo a tal proposito sia i Bolscevichi sia i Liberal-Costituzionali o Cadetti (perché di ucronia sulla Russia costituzionale e liberalizzata ce ne sono novantanovemila).

1) Russia Menscevica
Sicuramente la proposta più suggestiva, Martov vince nel suo partito e poi alla Duma: i menscevichi non credevano che la Rivoluzione potesse avvenire così presto, specialmente in un paese come la Russia che ancora doveva uscire dal Feudalesimo, per tal motivo Martov ottiene l'appoggio dei cadetti borghesi (chiudendo con gli aristocratici), convoca una costituente, indice libere elezioni e poi, forte della nuova maggioranza, avvia le liberalizzazioni nella stampa e nel pensiero, inizia gli investimenti statali nell'industrializzazione e successivamente cede a basso prezzo i titoli agli imprenditori privati. In questa perenne coalizione fra Liberali e Socialdemocratici il governo di Martov è impegnato nel proseguire la "Capitalizzazione" della Russia, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale avviene lo stacco fra Liberali e Socialdemocratici, e questi iniziano ad avviare le riforme più propriamente socialiste (già iniziate dal primissimo governo Martov) in favore dei lavoratori, sindacati, riforme sul lavoro, collettivizzazione eccetera.
Oggi il Partito Socialdemocratico è il partito socialista di maggior successo al mondo e si ritiene "vicino" al momento del passaggio definitivo da capitalismo a socialismo, la minoranza interna (quella che noi chiameremmo ironicamente Bolscevichi ma che tali non sono) però continua a chiedere la rivoluzione.

2) Russia Socialrivoluzionaria
Chernov, forte della sua maggioranza, riesce a formare un governo in coalizione con i Socialdemocratici Menscevichi e successivamente arriva al governo, dando il via alla redistribuzione delle terre, tolte agli indolenti aristocratici e affidate alle famiglie o a piccole comunità (ma sempre in mano privata). I nobili (supportati dallo Tzar e l'Esercito) ovviamente fanno resistenza e iniziano la rivolta, supportati da alcune nazioni occidentali. Questa è la fase in cui il Partito Socialrivoluzionario (spinto dall'influenza di quello Socialdemocratico) si infiamma a causa della propria ala estremista e diventa più violento, agitando le folle a dare addosso ai "nobili parassiti", formando bande armate popolari da mandare a fare le collettivizzazioni forzate e così via. Lentamente la Russia scivola in una Rivoluzione in stile Francese, il Partito Socialrivoluzionario mantiene il controllo con il sangue, le terre vengono redistribuite del tutto (così come i beni), i facoltosi e i nobili vengono processati in massa e condannati, la Russia riesce ad uscire da questa instabilità interna solo quando l'ala moderata del Partito, che ancora ascolta le esigenze popolari (e influenzata nuovamente dai Socialdemocratici) riprende il potere eliminando il Robespierre russo di turno. Oggi la Russia è una Repubblica Federale molto centralizzata con una grave disparità fra ricchi e poveri e uno sviluppo economico carente, che lentamente si riprende.

3) Russia Conservatrice
Kornilov riesce nel suo colpo di stato, fa man bassa di tutti quelli che iniziano con "Social" e finiscono con "(Cade)tti", instaura un regime dittatoriale assoluto facendosi nominare Autarca (Autzar?), reprime le rivolte popolari nelle campagne russe, schiaccia gli scioperi operai a San Pietroburgo (dove i leader socialisti si sono rifugiati), firma la pace con la Germania e avvia un forte dirigismo statale, la burocrazia nazionale viene militarizzata, le libertà (scarse) conquistate dai russi vengono cancellate con un colpo di spugna, il paese è restaurato più conservatore di prima.
Una dittatura che dura poco, la Seconda Guerra Mondiale ha l'effetto Asburgo-Hoenzollern, la dittatura crolla (o non dura oltre il proprio leader) e le nuove elezioni portano i Socialdemocratici e i Liberali al potere in coalizione per una costituente mentre avviano la ricostruzione e le liberalizzazioni.

4) Russia Machnovscina
Qua ci vuole molta fantasia: i membri della Machnovscina erano gli Anarcocomunisti ucraini, volevano una russia che fosse socialista ma più indipendente dal Partito centrale (che accusavano di essere troppo centralista) e un'Ucraina più indipendente dalla Russia stessa, divisa in comunità collettive autonome in stile Mir.
Il progetto della Machnovscina invece di svilupparsi in polemica aperta ai Bolscevichi si sviluppa come corrente interna di questo e viene adottato ovunque nelle campagne, dove molti ex Socialrivoluzionari si riciclano nella Machnovscina volendo tenere le proprie terre (anche se in comune) invece di nazionalizzarle e affidare tutto allo stato. I Bolscevichi invece si arroccano a Mosca da dove dirigono in modo molto più diretto e controllato le industrie.
Alla fine però (vuoi per una rivolta finale della Machnovscina che arrivano fino a Mosca e fanno piazza pulita, vuoi per una riformata interna dei Bolscevichi, vuoi perché i Bolscevichi diventano i "burocrati dall'alto" lasciando il potere locale e la rappresentanza al sistema della Machnovscina) la Russia diventa una Coalizione di Confederazioni Anarchiche: essa è unica nelle leggi principali, esercito e moneta (come Unione delle Confederazioni Anarchiche Sovietiche, o UCAS) ma per il resto ha un governo unito molto loose, che si riunisce per questioni nazionali, è più una alleanza in stile ONU fra pari.
Le varie Confederazioni (Russia Bianca, Ucraina, Novgorod ecc...) hanno anch'esse un governo molto loose (ma più centralizzato) e sono divise in nazioni di grandezza che potremmo definire regionale (Oblast?), a loro volta federali, in cui ogni provincia è uno stato autonomo dove tutto è collettivizzato in funzione cooperativa, il potere politico è nelle mani dei Soviet, ora mere assemblee decisionali dove i leader sono solo rappresentanti a livello federale, confederale o Unionista.
Non so se una simile federazione potrà reggere a Hitler, ma se gioca bene sulla resistenza un simile sistema "Cantonale" può durare e magari restringersi alla sola Ucraina man mano che altre federazioni si capitalizzano, si comunistizzano, si fascistizzano o vengono annesse/si separano.

5) Russia Verde
I movimenti indipendentisti hanno la meglio: Ucraina, Polinia, Lituania e compagnia: la Russia lentamente, in modo centrifugo, inizia a crollare, dapprima sono appunto le nazionalità tradizionalmente ostili alla Russia unita, poi è la stessa Russia a frammentarsi, e persino la Russia occidentale si divide.
Oggi la Russia è come l'Africa: un insieme indistinto di nazioni in guerra fra loro con molti problemi di confine per quanto riguarda etnie e risorse, con un passato unito (Impero Arabo/ottomano) e un futuro incerto, con la differenza che il problema climatico qua è inverso, ma come scolarizzazione ed economia siamo là.
Ovviamente alcune nazioni brillano sopra altre (vedo molto bene Novgorod, Mosca e Crimea).

Altri movimenti?

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Gli risponde Generalissimus:

Mancano solo gli Ottobristi...

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Per farci sapere che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


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