L'anarchico Tartaglia

di Never75

Il 13 dicembre 2009, al termine di un comizio a Milano, Massimo Tartaglia colpì Silvio Berlusconi con una riproduzione del Duomo, ferendolo abbastanza seriamente. Si sa bene che Tartaglia agì per conto proprio, senza nessuna copertura esterna o mandante. Non era neppure affiliato a nessun movimento né partito. Poniamo però il caso che lo sia. Poco prima di essere arrestato potrebbe vantarsi di aver voluto emulare Bruto e Cassio, ma di aver fatto ahimé la fine dei poveri Armodio ed Aristogitone! Direbbe di ispirarsi al Luccheni ed a Gaetano Bresci e citerebbe il "Vindiciae Contra Tyrannos" di Du Plessis-Mornay per giustificare il suo gesto. Penso al dibattito a Porta a Porta e/o Anno Zero su "Chi ca.. son Armodio ed Aristogitone"... O al titolone di Fede: « Gli Anarchici Greci attentano alla vita del Beneamato Leader! » Quali conseguenze potrebbe avere tutto questo sull'immaginario collettivo?

Ho pensato scherzosamente di sviluppare questo scenario. La ricostruzione "mediatica" che segue è anche un modo per ironizzare sulla situazione televisiva italiana e sulle capacità intellettive dei suoi conduttori.

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Dal Corriere della Sera del 13/12/09:

Si chiama M.T., ha 42 anni e risiede a C.B., nel Milanese, l'uomo che in Piazza Duomo ha colpito al volto il premier Silvio Berlusconi con una statuetta. Il 42enne è stato bloccato subito dopo l'aggressione al presidente del Consiglio e formalmente arrestato poco prima delle 22 per lesioni pluriaggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa e dalla premeditazione. T. aveva infatti in tasca un piccolo libro scritto in una lingua straniera (che gli inquirenti stanno traducendo) ed due piccole foto in bianco e nero, pure essa sequestrata.
Poco prima dell'arresto le sue parole sono state: "Volevo emulare i romani Bruto e Cassio e gli Ateniesi Armodio ed Aristogitone! W Luigi Luccheni! W Gaetano Bresci!"
Psicologi e psicanalisti stanno cercando di decifrare le sue misteriose parole.
Pare, da fonti esterne, che Bruto e Cassio siano dei cospiratori romani, sicuramente affiliati a qualche filone anarchico, mentre Armodio ed Aristogitone degli studenti greci forse responsabili, tra l'altro, dei recentissimi tumulti avvenuti ad Atene e dintorni.
La Magistratura ha intanto aperto un fascicolo riguardante i quattro probabili mandanti ed una commissione d'inchiesta è partita per la Grecia. Pure la Farnesina si è mobilitata per chiedere l'estradizione immediata di Armodio ed Aristogitone.
Ignoti rimangono però i nomi di Gaetano Bresci e Luigi Luccheni citati da M.T. e che sarebbero rappresentati pure nelle due piccole foto gelosamente custodite dall'attentatore stesso.

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Poche ore dopo, in onda sul telegiornale di una rete privata, lo speaker-tuttofare legge il suo monologo:

"Siamo in onda? Bene! Sconforto e desolazione dal mondo politico in generale per il gravissimo attentato contro il nostro premier.
Sono trascorse solo poche ore dall'infame gesto e già la nostra solerte magistratura si è messa all'opera.
Misteriosi i mandanti, ma pare proprio che la pista greca sia quella più fattibile.
Ecco, Paola, mi porta un aggiornamento.
Finalmente i nostri RIS hanno comunicato che il libretto posseduto da M.T. si intitola "Vindiciae Contra Tyrannos" ma la lingua usata non è nessuna di quelle parlate oggi al mondo o riconosciute ufficialmente. Sicuramente si tratta di un codice che non è stato ancora decifrato, oppure di un dialetto ristretto. I nostri esperti però sono già all'opera. E' stata richiesta la collaborazione anche alle Centrali di Spionaggio ed Intelligence di altri Paesi amici allo scopo di giungere al più presto allo scioglimento dell'enigma.
A Roma stanno accorrendo da ore numerosi specialisti in crittografia provenienti da CIA, FBI, Mossad, MI5 e FSB.
Nel frattempo pare confermata la pista greca.
Ma ecco un'altra notizia. Il Governo Greco ha rifiutato l'estradizione di Armodio ed Aristogitone dicendo di non conoscere affatto i nomi di questi due cittadini di Atene.
Ciò non dovrebbe stupire, visto che le ultime elezioni greche hanno assegnato la vittoria ad un Governo di Sinistra. Potrebbe a mio avviso, affiorare perfino l'ipotesi di una complicità di alcuni membri del Governo Greco con la collusione di una parte della Sinistra italiana, da sempre avversa al nostro Beneamato Presidente.
Oserei addirittura gridare al complotto comunista ordito dalle Sinistre Europee allo scopo di destabilizzare il Nostro Governo!
Un dubbio tuttavia ci assale ancora: chi sono Armodio ed Aristogitone?"

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La sera stessa, in prima serata, durante una ben nota trasmissione televisiva...

Presentatore: "Buonasera! Buonasera a tutti! Eccoci con questo speciale dedicato al recentissimo e vilissimo attentato contro l'incolumità del Nostro Premier.
Non sono ancora chiari i mandanti del turpe gesto.
Avremo in studio moltissimi ospiti che ci aiuteranno a venire a capo della vicenda.
Intanto per cominciare abbiamo il Dr. Edward Luttwak, esperto di strategia militare ed ex-consulente di alcuni presidenti USA. Buonasera dottor Luttwak!
E.Luttwak: "Buonasera"
Presentatore: Accanto a lui: Renato Mannheimer, noto scrittore e saggista. Buongiorno Renato."
R.Mannheimer: "Buonasera"
Presentatore "Ed ecco alla sua sinistra Dan Brown, scrittore americano noto per aver pubblicato molti libri in cui si parla di codici ed enigmi cifrati. Lui ci aiuterà nella decifrazione della lingua misteriosissima con cui è stato scritto il libriccino trovato addosso all'attentatore.
Buonasera Dr. Brown!"
D.Brown: "Good Evening!"
Presentatore: "Più tardi interverrà il nostro traduttore per tradurci quanto ci ha appena detto il Dr. Brown. Ecco invece il Prof. Paco Lanciano, noto fisico e collaboratore di Piero Angela. Buonasera Prof. Lanciano!"
P. Lanciano: "Buonasera a tutti"
Presentatore: "Bene. Come vede, Prof. Lanciano, abbiamo già riprodotto in questo plastico la Piazza di Milano in cui è avvenuto l'attentato. Ora Lei, che è esperto di balistica, dovrebbe poterci indicare in quale punto esatto è avvenuta la collusione tra il modellino del Duomo ed il corpo del nostro Presidente. Ecco, abbiamo indicato con una "X" Rossa la posizione precisa in cui M.T. si trovava al momento dell'aggressione. Secondo Lei da che angolatura è partito il colpo?"
P. Lanciano: "Beh, calcolando la forza di gravità, unita all'attrito dell'aria e moltiplicata per la spinta centripeta, sommata al movimento antiorario del braccio, considerata la massa specifica dell'oggetto…"

DLING DLONG (suona un campanello)

Presentatore: "Mi scusi, Prof. Lanciano, ma nel frattempo, mentre lei sta eseguendo i suoi calcoli, io vado ad aprire la porta ad un nuovo ospite. Ecco, la nota presentatrice Simona Ventura. Buonasera Simona!
S. Ventura: "Buonasera a tutti!"
Presentatore: "Ecco, Simona Ventura è esperta della situazione politica greca perché è appena tornata da una vacanza dall'isola di Mykonos.
A proposito, Simona, cosa ne pensi del coinvolgimento degli Ateniesi Armodio ed Aristogitone? Ne hai sentito parlare in Grecia?Hai avuto magari modo di frequentarli?"
S. Ventura: "Beh…io…veramente…"
Presentatore: "Pensaci con calma, Simona, e poi ci darai le tue conclusioni. Accomodati per il momento."

DRIIIN (Stavolta suona il telefono)

Presentatore: "Oh! deve essere senz'altro il nostro inviato speciale a Roma. Ora ci colleghiamo con lui..
Franco mi senti?"
Franco G. "Sì ti sento!"
Presentatore (a bassa voce al telefono): "Te possino ammazzà! Te l'ho detto mille volte che devi aspettare che presenti tutti gli ospiti i prima di telefonare in diretta!"
Franco G. "Scusami!"
Presentatore (di nuovo a bassa voce) "Facciamo i conti a fine mese!"(Poi ad alta voce, in modo da essere udito anche da casa): "A che punto sono le indagini? Hanno scoperto qualcosa i RIS?"
Franco G. "Sì, pare che la pista anarchica stia dando i primi frutti."
Presentatore: "Sì è riusciti quindi a decifrare la lingua con cui è scritto il libretto misterioso?"
Franco G. "Sì. E' latino. E' tutto scritto in latino."
Presentatore: "Oh…oh…E il pool di esperti si è già messo all'opera per tradurlo, no?"
Franco G. "Beh, a dire il vero, no!"
Presentatore: "Come no?"
Franco G. "Vedi, al giorno d'oggi non c'è più nessuno che studia ancora il latino a scuola. Perfino i professori se ne sono dimenticati"
Presentatore: "Quindi non c'è nessuna speranza per decifrare l'enigma contenuto nel libro?"
Franco G. "No, una soluzione c'è ed è quella che è stata appena adottata."
Presentatore: " E cioè, Franco?"
Franco G. "E' stata appena spedita una copia del libro al Santo Padre, Sua Santità Benedetto XVI^"
Presentatore: "Bel gesto davvero! Così Sua Santità potrà benedire e purificare un oggetto così malvagio e…"
Franco G. "A dire il vero, il motivo è un altro…"
Presentatore: "E cioè?"
Franco G. "Il papa lo dovrebbe tradurre. Alla fine è rimasto solo lui a parlare il latino in Italia!"
Presentatore: "Ahhh!"
Franco G. "Però nel frattempo sono state rese note le generalità degli italiani coinvolti."
Presentatore: "Dicci, dicci."
Franco G. "Dunque. Per quanto riguarda Bruto e Cassio, a Roma non è stato trovato nessuno che si chiami come loro. Però gli inquirenti sono ancora al lavoro."
Presentatore: "Mmmh."
Franco G. "Invece, per quanto riguarda Gaetano Bresci e Luigi Luccheni, qualcosa di importante si è già scoperto."
Presentatore: "Bene, bene!"
Franco G. "Il primo pare che sia un anarchico toscano, nato a Prato, ma residente per molti mesi negli USA. Anche il secondo probabile mandante, Luigi Luccheni (detto anche Lucheni) ha militato a lungo in formazioni anarchiche e pure lui trascorse alcuni anni negli USA."
Presentatore: "Ecco: già due elementi in comune. Pare proprio che la pista anarchica possa essere senza difficoltà confermata!"
Franco G. "Proprio così. La magistratura ha da subito decretato l'arresto per entrambi che ora si trovano latitanti. Accantonata poi per il momento la pista greca."
Presentatore (tra sé): "Che scoop che abbiamo dato in prima serata! Chissà domani l'audience come salirà alle stelle! Già mi vedo nei titoli di tutti i TG!"
Franco G. "C'è però dell'altro."
Presentatore: "Che c'è ancora?"
Franco G. " I nostri ispettori hanno scoperto un fatto straordinario.
Sono state rese note le generalità anagrafiche di Lucheni e di Bresci. Il primo pare sia nato nel 1873 mentre il secondo addirittura nel 1869! E' quasi incredibile come possano essere sopravvissuti così tanto senza essere mai arrestati!"
Presentatore: "Già, davvero incredibile! Ah sì!"
Franco G. "Mica tanto, però, se pensiamo ai tempi della giustizia italiana!"
Presentatore (a bassa voce e rivolto al solo Franco G.) "Non rubarmi le battute! Mi fai calare l'audience!"

DLING DLONG (Suona di nuovo il campanello)

Presentatore (tra sé): E chi mai sarà adesso? Erano finiti gli ospiti!
(Accorre verso la porta e poi la apre cerimoniosamente)
"Ah, ma è Lei, Signor Direttore! Non doveva disturbarsi! Come mai?
Direttore: "Ed ha anche la spudoratezza di chiedermelo? Non si vergogna neanche un po'?"
Presentatore: "E perché mai dovrei vergognarmi? Abbiamo dato degli scoop in trasmissione degni di…"
Direttore: "Ma stia zitto, Lei che non ne capisce niente! Lo sa chi sono Armodio ed Aristogitone? O Bruto e Cassio? E lo sa chi ha scritto il Vindiciae Contra Tyrannos? Lo sa?"
Presentatore: "E come faccio a saperlo io? Sono informazioni che neanche il più grande team di esperti mondiali non…"
Direttore: "Ma mi faccia il piacere, mi faccia! Ci hanno bersagliati, da quando è cominciata la trasmissione,, centinaia e centinaia di telefonate…"
Presentatore: "Ma è magnifico! Vuol dire che al trasmissione è stata seguitissima e lo share sarà salito di…"
Direttore: "Mi lasci finire! Erano telefonate di ragazzini tra i tredici ed i sedici anni che hanno continuato a sbeffeggiare la sua trasmissione per le colossali cretinate dette da Lei e dai suoi sedicenti esperti!"
Presentatore: "Ma come?"
Direttore: "Questi ragazzi ci hanno scoperto prima di tutti voi il reale significato delle parole di M.T. ed a chi faceva riferimento citando Armodio ed Aristogitone, Bruto e Cassio, eccetera, eccetera."
Presentatore: "Ma pensa te! E chi lo andava a sapere che dei ragazzini riuscivano ad arrivare dove neanche team di esperti…Ma no! E chi lo andava ad immaginare…"
Direttore: "Sarebbe semplicemente bastato studiare un po' la Storia…Ecco una cosa che Lei ed i suoi colleghi giornalisti non studiate mai! Vi risparmiereste tante brutte figure barbine!"
Presentatore: "Ha ragione, Signor Direttore. Le prometto che da domani dedicherò molto più tempo allo studio della Storia."
Direttore: "Le credo, anche perché di tempo ne avrà finché vuole".
Presentatore: "In che senso, Direttore?"
Direttore: "Nel senso che Lei è licenziato! Ha capito? L-I-C-E-N-Z-I-A-T-O!"
Presentatore: "No! Non può farmi questo! No! La prego!"
Direttore: "Su, su! Abbia un minimo di dignità! Da domani sbancate baracca e burattini. Togliete tutti i plastici di mezzo e le poltrone di stoffa che ci sono in salone. Niente! Non voglio vedere più niente in giro. Neanche un ospite! Mandateli tutti a casa loro. Smontate pure i letti, non voglio più gente che dorme in studio, chiaro?"
Presentatore: "Chiarissimo!" (tra sé) "Mannaggia! Proprio ora! Mi tocca andare in pensione! E tutto per colpa della Storia! Però! Se l'avessi studiata ai miei tempi!"
Direttore (tra sé): "Ho solo un dubbio! Adesso cosa metteremo domani per riempire il palinsesto? Se non buttiamo qualcosa di forte la concorrenza ci straccia. Ecco! Mi è venuta un'idea!"
(Ad alta voce, chiamando la Ventura)
"Simona! Simona! Aspetta ad andartene! Vieni qui un attimo!"
S. Ventura: "Mi dica, Direttore."
Direttore: "Dunque, Simona. Ti andrebbe di condurre da domani sera un altro reality?"
S. Ventura: "Oh certo! Che bella idea!"
Direttore: "Te lo annuncio ufficialmente da domani sera condurrai un bel reality anche in seconda serata… Originale come idea, davvero!"
S. Ventura: "Sììììì! Ma dove lo ambientiamo, Direttore?"
Direttore: "Vediamo…In un'isola c'è già…in una casa pure… in una fattoria, in un ristorante, in una beauty farm."
S. Ventura: "Già fatto."
Direttore: "Mmmh. Fammici pensare…cimitero? Che ne dici di un cimitero?"
S. Ventura: "Direttore, non per contraddirla, ma un reality deve divertire, mica rattristare!"
Direttore: "Hai ragione. E se lo facessimo in un tribunale?"
S. Ventura: "Ma c'è già Forum! I potenziali partecipanti attori ce li hanno già rubati da anni tutti loro!"
Direttore: "Beh che ne pensi allora di un ospedale? Con tutto quello che succede negli ospedali italiani! Se ne vedrebbero delle belle!"
S. Ventura: "Ma lo confonderebbero troppo con un telegiornale! Un reality deve essere finzione, mica cronaca!"
Direttore: "E perché, tu un telegiornale la chiami cronaca?"
S. Ventura: "Non ha tutti i torti neppure Lei, Direttore. Però per un reality che funziona ci vorrebbe davvero qualcosa di forte…"
Direttore: "Idea! Andiamo in carcere e contattiamo M.T.! Offriamogli una parte subito per un reality! Non conta tanto la location in cui si ambienta il reality, ma i personaggi! Corriamo subito, prima che qualcuno ci rubi l'idea!"
S. Ventura: "Ma, Direttore, M. T. è in carcere! E ci rimarrà per molto tempo!"
Direttore: "Embè! Allora ambientiamo il reality in carcere, no?
Mi sembra un'idea originalissima!"
S. Ventura: "Ha ragione! Non ci avevo mai pensato! Adesso ho capito perchè Lei è diventato Direttore! Raggiungo subito la troupe TV e corro a reclutare M.T. Vuole venire anche Lei?"
Direttore: "No. Mi fido di te, Simona. Pensa bene però al cast. Mi raccomando...ci deve essere dentro un po' di tutto."
S. Ventura: "Si fidi di me! Mi son già venuti in mente i probabili partecipanti...Nel cast dovrebbe esserci almeno un paio di ladri, di cui uno buono, che rubi ai ricchi per dare ai poveri, alla Arsenio Lupin, per intenderci. L'altro ladro però deve essere davvero cattivo, per compensare. Poi non deve mancare il serial killer, lo stupratore che deve scontare 10 ergastoli, il mafioso, il prete pedofilo, lo psicopatico, la prostituta, la lesbica gelosa che si trasforma in una mantide religiosa assassinando gli ex fidanzati della sua compagna... Non manca più nessuno direttore? Direttore?"
Direttore: "Sto pensando, Simona, che manca l'innocente. Il carcerato che si dichiara innocente e che forse lo è davvero."
S. Ventura: "Ha perfettamente ragione! Manca davvero il buono! C'è in tutti i reality. Poi, detto tra noi, Sig. Direttore, è quello che sotto sotto faremo vincere alla fine, vero?"
Direttore: "Ma, non so. Non so se renderebbe, sai?"
S. Ventura: "Per me renderebbe, eccome. Oltretutto, la primissima volta che uno spettacolo del genere è stato fatto, ha vinto un buono."
Direttore: "Ma dài? E quando mai è stato fatto uno spettacolo del genere? Vuoi dire che qualcuno ci ha soffiato l'idea?"
S. Ventura: "No, sig. Direttore! E' accaduto moltissimi anni fa! Non c'era ancora la televisione allora!"
Direttore: "E chi erano i protagonisti?"
S. Ventura: "Gesù e Barabba. Il pubblico doveva votare chi voleva che vincesse ed alla fine ha vinto Gesù, ed è stato graziato."
Direttore: "Ah! Fai riferimento a quella vicenda là! Ahhh! Ho capito, spiritosona! Ma lo sai che a me la vicenda mi sembrava un pochettino diversa? Non è che alla fine è stato Gesù ad essere condannato a morte?"
S. Ventura: "No, no! E' stato Barabba!"
Direttore: "Sei sicura? A me sembra il contrario!"
S. Ventura: "Ne sono arcisicura! Ieri ho letto un po' con mio figlio un suo libro di Storia e la vicenda è finita proprio così! Barabba ha perso per una manciata di voti, ed è stato condannato alla sedia elettrica od alla camera a gas, ora non ricordo, mentre Gesù è stato liberato."
Direttore: "Oh, cavolo! Comincio a perdere i colpi anch'io! Sarà per l'età! Forse è meglio che vada a casa anch'io a studiarmi un po' la Storia..."

FINE

Never75

Vi è piaciuto? Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.

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Veniamo ora a sedici "ucronie berlusconiane" di MorteBianca:

1) Il Cavaliere Rosso:
Berlusconi si mantiene alleato con Craxi. Sostiene il PSI nell'alleanza con DC e poi con il futuro PSDI. Dopo Craxi è lui stesso a prendere le redini del partito.
Sarà un Cavaliere "A la Craxi", o si convertirà genuinamente alla causa sinistrorsa, riunendo il suo patrimonio in una cooperativa, comprando la Feltrinelli, finanziando centri sociali e favorendo i sindacati?

2) Il Cavaliere Nero:
Berlusconi sostiene attivamente Gianfranco Fini e Alleanza Nazionale fino a candidarsi. Alleanza Nazionale si allea poi con le varie Casapound, Fiamma Tricolore e UDC per combattere il comunismo. Iniziano le leggi "Berlusconissime", la Costituzione inizia a cambiare, l'apologia del fascismo è depenalizzata, la lotta ai comunisti si fa con lo squadrismo.

3) Il Cavaliere Verde:
Berlusconi invece diventa un fan di Bossi e della sua Lega, che finanzia e sostiene fino a portarla al governo. Dopo il ritiro di Bossi sarà proprio lui a prenderne le redini. Devoluzioni al Sud, scandali del Mare Nostrum, depenalizzato l'omicidio per legittima difesa, autonomie estese a tutte le regioni del Nord, si pensa ad una futura scissione della Padania.

4) Il Cavaliere Bianco:
Il Cavaliere invece si candida per la cadente DC, appoggiato da Casini, e riesce a riportarla in sella, mantenendola unita nelle parti superstiti e reggendosi al governo per più di 20 anni, fra trasformismo e saltare sul carro del vincitore.

5) Il Cavaliere Grigio:
Berlusconi resta un imprenditore, concentrandosi nelle attività economiche. Finisce per diventare un esponente di punta di Confindustria, un economista a livello Europeo fino a potersi candidare per un Governo Tecnico, al posto del nostro Monti.

6) Il Cavaliere Azzurro:
Spin Off della precedente: il Cavaliere, come Tecnico, diventa un tecnocrate europeista, scala le gerarchie e diventa il direttore della BCE: come gestirà la Crisi Greca? E le relazioni con Putin, e i suoi gasdotti?

7) Il Cavaliere Inesistente:
Silvio Berlusconi non nasce: senza di lui in politica e in economia, quante cose sarebbero diverse in Italia?

8) Il Visconte Dimezzato:
Sempre più assurdo: Berlusconi ha un gemello con cui gestisce tutto il suo patrimonio e che lo assiste.
mentre uno si candida un politica, l'altro mantiene la gestione della Fininvest. Questo dualismo berlusconiano potrebbe evitare il conflitto d'interessi, ma se poi i due gemelli litigano?

9) Il Barone Rampante:
Il "Berlusconi Gate" si risolve con una "Arcoropoli" di massa, viene scoperta e condannata ogni attività illecita di Berlusconi, che si trascina mezza alta finanza lombarda e non. Niente più Berlusconi, ma la politica italiana resta sconvolta.

10) Il Caimano:
Berlusconi, invece di spendere tutti i miliardi (di lire) in campagna elettorale, li spende in piattaforme petrolifere in Libia.
Ancora più stretto il rapporto con Gheddafi, proverbiale il suo "Harem". Magari potrebbe, come fecero i Bush, approfittare del potere economico per finanziare la guerra contro lo stesso Gheddafi e deporlo con un fantoccio che conceda il monopolio petrolifero alla gestione di Berlusconi.

11) Cesare deve morire:
Berlusconi mantiene il potere per altri vent'anni, in maniera molto più spregiudicata di come siamo abituati (da far invidia a House of Cards e Mcbeth).
La sua "Monarchia", però, si conclude in Senato, dove viene pugnalato dai suoi più acerrimi rivali, fra cui, a sorpresa, Piersilvio.

12) Il Cavaliere reale:
Berlusconi si converte alla causa monarchica. Ce la farà?

13) Le Chavalier:
Berlusconi mantiene la sua promessa, rimane in Francia (lasciando perdere le battaglie legali per le televisioni in Italia) ed esporta Canale Cinque in tutta Europa, diventando il Leader delle telecomunicazioni a livello Europeo. L'ucronia "Il Cavaliere azzurro" potrebbe seguire.

14) Il Lupo di Wall Street
Berlusconi, invece di buttarsi in politica o nel petrolio o nelle televisioni europee, si butta in America ed inizia ad investire a Wall Street. Come andrà a finire?

15) Il Lanzichenecco:
Berlusconi crea un impero finanziario in Svizzera. Magari potrebbe essere l'ucronia sequel del "cavaliere verde"; dopo la cessione della Lombardia alla Svizzera....

16) Il Campione del mondo:
Berlusconi riesce nella sua fondazione della Polisportiva Milano (nella nostra timeline solo il Milan è rimasto), e riesce a creare delle squadre per ogni categoria sportiva pluripremiate a livello europeo, nasce così una tradizione sportiva eccezionale a Milano, che probabilmente avrà rivali in Italia solo nel Nuoto, dove da sempre Catania detiene il record, e nel Calcio, dove Juventus ed Inter non si lasceranno certo battere.

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Così gli replica il francese Perchè No?:

Riguardo alla #13: No, grazie, apprezzo l'attenzione ma non ne abbiamo bisogno, sul serio. Sapete come la gente chiamava talvolta Berlusconi? Berlusconnerie (un gioco di parole che significa "Berlu-cazzata")! Comunque La Cinq é stato un fallimento anche se é stato il primo canale a introdurre in massa le serie e animazioni americane e un certo stile di televisione (inutile precisare quale). Ma vedo bene Berlù che diventa l'eminenza grigia sotto la presidenza Sarkozy.
A proposito, il titolo di cavaliere non si traduce in francese, la cosa che corrisponde meglio sarebbe "le Baron", e si riferisce piuttosto a uomini politici in carica da anni se non da decenni. 
Mancano poi le ucronie sul cavaliere arancione, porpora, dorato, bianco a pois rossi, ecc... ^__^

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Ed ora, quest'idea di Enrico Pizzo, che lo riguarda molto da vicino:

Il 2 Novembre 2010, verso le ore 12,30, il fiume Frassine rompeva l'argine destro in località Pra di Botte a Saletto, allagando, con 50 miloni di mc di acqua la campagna compresa tra Este e Montagnana.
Non tutti sanno però che pochi minuti prima del cedimento a Pra, aveva rischiato di cedere l'argine sinistro in località Chiavicone di Lozzo Atestino.
Ho voluto provare a sviluppare una miniucronia che descrive un'ipotetico sviluppo degli eventi nel caso in cui la rottura fosse avvenuta a Chiavicone.

Giorni precedenti al 2 Novembre 2010:

Precipitazioni eccezionali si abbattono sul Nord-Est.

1 Novembre 2010:

L'onda di piena del fiume Frassine raggiunge la pianura, mettendo a dura prova la solidità degli argini, di fatto mai rinforzati dopo l'ultima alluvione nel Novembre 1966 e da ormai 40 anni in pratica abbandonati a se stessi.

2 Novembre 2010:

ore 12.00
L'argine Sx del fiume Frassine a Chiavicone, comune di Lozzo Atestino, da segni di cedimento.
La popolazione di Chiavicone viene invitata ad evacuare le case.

ore 12.30
Rottura arginale del fiume Frassine in sinistra idraulica a Chiavicone di Atestino.
Dalla sua abitazione, sita a Valbona di Lozzo Atestino, Giulietta Sinigaglia osserva come enormi stormi di uccelli si siano alzati in volo in direzione del "Ciavegon", nome veneto per Chiavicone, e richiama l'attenzione del marito Enrico Pizzo su questo singolare fenomeno.
Enrico Pizzo, che non ha testa se non per le sue Ucronie, non dedica più di un'occhiata distratta alla cosa...

ore 13.00
La frazione di Chiavicone è ormai completamente allagata, essendo costruita proprio a ridosso dell'argine ha patito gravi danni.

ore 13.30
L'acqua ha sommerso lo spazio compreso tra via Agora e lo scolo Roneghetto ed inizia a riversarsi in quest'ultimo.

ore 14.00
Iniziano ad essere manifesti i problemi che questa rottura sta creando.
Le acque alluvionali, riversatesi nel Roneghetto, si scaricano successivamente nello Scolo di Lozzo, ma questa massa di acqua crea una sorta di "effetto diga" nei confronti delle acque drenate dal Roneghetto e dallo Scolo di Lozzo.
Per il momento la sede della SP247 "Berica", sita in sinistra idraulica del Roneghetto, funge da argine proteggendo il Bellone e la Malandrina, ma a monte dell'intersezione della SP247 con la SP29 "Dei Pilastri Rossi", e dell'intersezione della SP247 con Via Val Calaona, il livello dell'acqua sale.

ore 14.30
L'effetto "diga" inizia a fare i primi danni, impossibilitate a scaricarsi le acque della Fossona e del Condotto salgono.
I piccoli canaletti di irrigazione che sfociano in loro non possono scaricare ed anche in loro inizia a salire il livello dell'acqua.
Bellone e Malandrina iniziano ad allagarsi.

ore 15.00
Il fosso Val Cinto, che dopo aver attraversato la Val Calaona si scarica nello Scolo di Lozzo poco prima del ponte di Riva d'Olmo, trovandosi nell'impossibilità di versare le proprie acque si è alzato, iniziando l'allagamento della Val Calaona.

ore 15.30
I campi compresi tra Fontanelle ed il Condotto iniziano ad allagarsi a causa dell'acqua che tracima da questo.

ore 16.00
La Protezione Civile chiude al traffico la SP29.

ore 16.30
La botte di Lozzo inizia a manifestare i primi segni di sofferenza. L'effetto "diga" le impedisce di scaricare l'acqua che si accumula a monte tra l'argine del canale Bisatto e la SP89.

ore 17.00
L'acqua che tracima dal Condotto inizia ad allagare le campagne di Valbona di Lozzo.

ore 17.30
Enrico Pizzo, lasciate per qualche minuto le sue amate Ucronie, inizia, grazie ad alcune notizie lette in rete, a rendersi conto di cosa sta accadendo al comune in cui vive...

ore 18.00
Inizia la tracimazione della Frassenella e della Bandeza, con conseguente allagamento delle campagne della Bella Venezia e di Lanzetta.
La Protezione civile chiude al traffico la SP247.

ore 18.30
Riunione straordinaria ad Este dei Responsabili del Consorzio di Bonifica e della Protezione Civile.
Preoccupa la situazione di Lozzo. 
Il comune è di fatto circondato da canali di "acqua alta" che impediscono il deflusso, mentre la rete dei canali di "acqua bassa" che converge nello Scolo di Lozzo, è saturata sia dall'acqua proveniente dal Frassine sia da quella piovana caduta nei giorni scorsi e che non riescono a drenare.
Ma soprattutto desta preoccupazione la situazione della Botte di Lozzo.
La Botte è in sofferenza a causa della massa di acqua che si sta accumulando a monte ed un suo eventuale cedimento è un'ipotesi che nessuno vuole prendere in considerazione...

Ore 19.00
Termina la riunione ad Este.
Si decide di intervenire aprendo 2 varchi sulla destra idraulica del fiume Frassine, uno a Prà di Botte, dove l'argine è già lesionato, mentre l'altro di fronte a Dossi di Ospedaletto Euganeo.

ore 19.30
Viene ordinata l'evacuazione degli abitanti di Prà di Botte.

ore 21.00
L'evacuazione è avvenuta iniziano i lavori di apertura dell'argine.

ore 21.30
Argine tagliato a Prà di Botte, si lavora per il taglio in località Brancaglia.

ore 22.00
Argine tagliato alla Brancaglia.

ore 23.00
La Protezione Civile rileva che il taglio degli argini sembra dare esito positivo.

03 Novembre 2010

ore 01.00
È confermato che il livello dell'acqua ha smesso di salire.

ore 17.00
La Botte di Lozzo non è più considerata in pericolo.

E poi?

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È il turno di un'idea di Enrica S.:

Il 14 maggio 2011 Dominique Strauss-Kahn non viene arrestato a New York con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera, e così non rassegna le dimissioni dalla carica di Direttore del Fondo Monetario Internazionale. Il suo prestigio resta intatto. e nelle Elezioni Presidenziali del 2012 DSK sconfigge Sarkozy e diventa Capo di Stato della Quinta Repubblica Francese. Ora, che accade se le sue disinvolte abitudini sessuali diventano di pubblico dominio dopo l'elezione, causando uno scandalo senza precedenti, tanto da far apparire una bagattella persino il menage tra Bill Clinton e Monica Lewinsky?

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Le risponde il francese Perchè No?:

Infatti sarebbe diventato più difficile saperlo, perché i giornalisti francesi sono abbastanza servili e autocensurati. E poi nella realtà un semplice adulterio non provocherebbe grossi problemi, sarebbe diverso se le feste « bunga bunga » come si dice da voi sono scoperte. Però la storia dello stupro di New York sarebbe ben più grave. L'opinione pubblica può passare sopra l’adulterio, dopotutto é un passatempo presidenziale, ma lo stupro e queste « partite » hanno scandalizzato l’opinione pubblica francese e provocato una vera discussione sull’atteggiamento dei nostri uomini politici verso le donne. E poi mi sembra che la moglie di DSK non ne faccia una gran tragedia.

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E Bhrg'hros aggiunge di suo:

Lo scandalo è tale in una società fondata (in parte) dai Padri Pellegrini e comunque per lungo tempo strutturata sul Puritanesimo. Negli Stati Uniti è molto sentito il parallelo con l'Impero Romano, ma se è vero che anche a Roma si è sempre insistito (per i più varî scopi) sul contrasto tra il Mos Maiorum e la decadenza dei costumi contemporanei, è altrettanto vero che la Roma delle origini era un normale sinecismo protostorico uguale a qualsiasi altra comunità latino-italica (touta), mentre alcuni Stati dei Tredici originarî angloamericani erano vere Comunità religiose fortemente ideologizzate nel senso della rinascita spirituale e sociale attraverso il distacco dalle terre di provenienza; potevano essere pacifiste o armate, ma in entrambi i casi erano spesso 'integraliste'.

La Francia è invece uno dei pochi casi, in àmbito neolatino, di massima continuità dalla Preistoria. La proverbiale insistenza sul centralismo della Capitale è manifestamente il simbolo dell'ineliminabile insicurezza del Potere in un Paese dove ogni Dipartimento potrebbe tranquillamente costituirsi in Stato indipendente (da questo punto di vista è massima la somiglianza con le Nazioni scandinave, dove i confini statali sono del tutto convenzionali - pur nella loro naturalità geografica - perché ogni Comunità vive sul posto dalla notte dei tempi). Una Nazione come la Francia, dunque, dove la dialettica politica è fondata sulla contrapposizione tra una realtà di fatto anarchica (in senso pacifistico) e l'immagine imperiale della grande Capitale, è ammesso per definizione che il rappresentante del Centro dell'Impero sia una persona eccezionale e quindi anche le sue caratteristiche siano in un certo senso l'esagerazione delle tendenze normali.

Quindi direi che Dominique Strauss-Kahn si sarebbe potuto permettere molto di più che un Presidente americano...

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Perchè No? continua la discussione:

Secondo le inchieste di opinione, la maggior parte dei Francesi pensa a una trappola politica: la cameriera era perfettamente consenziente, ma ha pensato di sfruttare la fama di tombeur de femmes di DSK per farsi coprire d'oro e per finire in TV come la vittima del politico-maniaco. La gente pensa che Sarkozy sia abbastanza spietato per ordire una macchinazione allo scopo di far fuori il suo principale avversario. E se la cosa diventa di dominio pubblico? Quanto sarà grande il danno d'immagine per Sarko?

Ma la vera ucronia sarebbe immaginare come avrebbe governato il presidente DSK, ex capo del FMI e ormai presidente di uno degli pilastri (più o meno stabile) dell'UE, nell'epoca di crisi dell'euro e della Grecia. Non avrebbe creato ancora più confusione tra politici, tecnocrati, FMI, UE, mondo della borsa eccetera?

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Lo stesso autore poi propone:

Il Giubileo di Diamante di Elisabetta II di Gran Bretagna, le cui celebrazioni si sono chiuse il 5 giugno 2012, é stata l’occasione per i media francesi per ripetere ancora una volta i loro discorsi abituali, mescolando ironia davanti a questo relitto del passato e invidia per queste cerimonie so british. Di fatto non c’é al mondo un popolo che ama le cerimonie dorate più del popolo francese, prova ne è il fatto che siamo riusciti a dorare (per non dire adorare) anche un semplice presidente eletto!

A questo si é aggiunto un articolo strano in cui un piccolissimo partito sconosciuto, l’Alleanza Reale, ha dichiarato di essere riuscito a iscrivere cinquanta candidati per le elezioni legislative (senza la minima possibilità di ottenere un seggio) con un programma di restaurazione monarchica. La restaurazione non è neppure verosimile, ma vorrei provare a buttare giù un piccolo racconto su una Seconda Restaurazione nel XXI secolo.

Per le cause, supponiamo che nelle elezioni presidenziali del 2017 la crisi abbia creato un’Unione Europea forte, capace di imporre le sue direttive ai paesi membri. La crisi ha favorito un’atmosfera di rivalità e di odio tra i cittadini, dove gli estremisti ormai sono abituali, sopratutto a destra che già nel 2012 ha visto nascere dei gruppi ultra-cattolici aggressivi e oppressivi. Questa destra sogna un ritorno alla « Francia Eterna », cioé xenofoba e chiusa in se stessa; dal canto loro i repubblicani piu o meno convinti sognano un regime parlamentare che dia meno potere al presidente, e vogliono trovare il metodo per riunire i Francesi entro un’identità chiara, laica e umanista.

E così, il candidato dell’Alleanza Reale riesce in queste condizioni a far convalidare la sua candidatura alla presidenza e ancor più approfitta di un effetto moda anche tra le elite dei mass media e del business per salire nelle inchieste di opinione; a questo punto il movimento di autosviluppa. Il suo programma promette la riunione di un’Assemblea Costituzionale libera sotto protezione di un monarca costituzionale che regnerebbe senza governare, come in Gran Bretagna.

A chi chiede perché spendere una fortuna per far vivere un parassita nel lusso, il candidato risponde che la lista civile dell’eventuale Re sarebbe sempre meno costosa delle spese fatte per i diversi presidenti che non hanno mai esitato a spendere e spandere il denaro pubblico (infatti nei confronti di Sarkozy quest’opinione potrebbe essere valida). In più questo re sarebbe una personalità morale neutrale, capace di rappresentare la Francia e avere uno ruolo di referenza per l’identità francese come la Regina in Inghilterra. A questo aggiunge delle idee sociali accompagnate da uno sfondo identitario che piace ai Francesi. A sorpresa il candidato arriva al secondo turno eliminando il candidato di destra, e riceve l’appoggio di tutta la destra (più l’estrema destra), venendo eletto Presidente.

Quando viene eletta l’assemblea costituente, viene proclamata la restaurazione monarchica in Francia, però non c’é ancora un re. In Francia esistono diversi candidati al trono, e ciascuno si dichiara legittimo. Il principe Napoleone per esempio, ma quest’ultimo ha sempre fatto sapere che non voleva salire al trono; resta dunque Enrico d'Orléans, « duca di Francia », discendente di Luigi Filippo I, o Luigi Alfonso di Borbone, « duca di Valois », discendente di Luigi XIV e dai Borboni di Spagna. In questa scelta un po' difficile ci sono quelli che vogliono una vera elezione aperta a tutti per scegliere uno sovrano adinastico… uffa!

Da notare che, davanti a questa evoluzione, certi repubblicani spagnoli propongono francamente di « dare » Juan-Carlos stesso ai Francesi con la sua corte: dopotutto sarebbe un ritorno alle origini, ma senza risultati.

A questo punto é organizzata un’elezione dinastica ridotta a due candidati. Da una parte l’Orléans é sostenuto dall’estrema destra perché é francese, mentre il Borbone é Spagnolo naturalizzato; le sue promesse manifestano però l’intenzione di dare il proprio parere sulle questioni politiche e la morale, a favore del suo partito, e di creare una vera rottura con la repubblica e i suoi uomini.

Dal canto suo il Borbone, più aperto al mondo e all’Europa, acetta tutto, promette tutto, la laicità per esempio (exit il re Très Chrétien), il diritto delle donne a salire sul trono, il favore da dare alla vecchia social-democrazia, la bandiera tricolore, la Marseillaise, ecc. Inoltre é giovane, ben più figo del vecchio Orléans, e ha al suo servizio un’agenzia di pubbliche relazioni che crea una vera moda per lui, che lo fa amare a Parigi (nel centro storico almeno, ad una buona parte dei Francesi di provincia o di banlieue non frega niente).

Logicamente Luigi Alfonso di Borbone (foto a sinistra) stravince, in virtù dell’unzione popolare viene proclamato Luigi XX, re dei Francesi e dei popoli d’Oltremare, Protettore della Laicità, ed è incoronato a Notre-Dame di Parigi in una grande cerimonia che riprende il modello capetingio con adattamenti, visto che la maggior parte delle regalie francesi non esistono piu. Olé! Il re ottiene la presidenza onoraria del Consiglio Costituzionale (senza diritto di voto ma con possibilità di esprimersi), e nomina Premier il candidato designato dall’Assemblea Nazionale, che governa con una seconda assemblea: la Chambre des Pairs, che prende il posto del Senato, composta da « Pari » eletti per dieci anni dall’assemblea e nominati dal re. Questi ricevono il titolo onorifico di « baroni » con privilegi onorari a vita anche dopo la fine del mandato, un'idea magnifica per distribuire i lecca lecca a tutti gli ambiziosi avidi di ricompense.

Ultimo problema, questo re dove potrebbe andare a dormire? Non al palazzo dell’Eliseo, residenza dei presidenti plebei, che diventa d'ora in poi la residenza dei Capi di Stato invitati nel paese. Ci sono poche scelte: il Louvre non va bene, la Gioconda non accetta rivali. Le Tuileries non esistono più, Les Invalides sono già occupati da Napoleone, « Versaillesland » é diventato troppo turistico. Forse la scuola militare dietro la Torre Eiffel, forse il castello di Vincennes, già residenza reale durante il Medioevo, ma dove si dovrebbe mettere in opera un restauro immenso per renderlo abitabile, ma avrebbe il vantaggio di mettere il Re vicino al suo popolo, nella banlieue Est di Parigi...

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Gli risponde Bhrghowidhon:

Anche per la corona di Re d'Italia possono concorrere, con le stesse ragioni qui riportate, tre Dinastie (e ancor più numerose linee dinastiche): oltre ai Savoia, ai Savoia-Carignano, eventualmente ai Savoia-Aosta ecc. i Bonaparte avrebbero tutto il diritto di rivendicare la Corona Ferrea e a maggior ragione gli eredi dell'ultima Dinastia di fatto del Sacro Romano Impero, in quanto erano anche Re d'Italia e Re dei Romani, quindi gli Asburgo. Tutto ciò del resto solleverebbe a buon diritto le rivendicazioni borboniche (in quanto il Regno delle Due Sicilie ecc. non è mai stato parte di alcun Regno d'Italia prima del 1860) e di restaurazione repubblicana a Venezia (mai stata nel Sacro Romano Impero) e Genova. Infine, dall'Alto Medioevo è sempre esistita una corrente favorevole a una Monarchia Pontificia estesa a oltre l'Italia Augustea.

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Invece Enrica S. ci scherza su:

Se è per questo, carissimo Perchè No?, non è difficile immaginare una restaurazione monarchica anche in Italia! Nel maggio 2012 Angelino Alfano (il lacché di Berlusconi, anche detto Yes-man, maggiordomo, uomo ombra, fantoccio, pupazzo, e quanti più titoli onorifici ti vengono in mente) propone di introdurre in Italia il Presidenzialismo alla francese per permettere al suo principale (che gli paga i conti) di ascendere al Quirinale e di governare davvero l'Italia come un monarca. Ma i sondaggi dicono che Berlusconi come sovrano non lo vogliono quasi più nemmeno i ciellini, e così il Silvio nazionale ripiega sul Piano B. Se il PDL (con un nuovo nome, il maquillage in Italia è tutto) rivincerà le elezioni, e sarebbe la quarta volta, restaurerà la monarchia. In tal modo avrà un Re che regna ma non governa, e dirà una montagna di scemenze al posto suo, mentre Alfano farà il premier, imbeccato da Silvio; quest'ultimo sarà nominato Ministro della Real Casa, in modo da orchestrare sia il Re sia il governo.

Noi non abbiamo neppure il problema di quale candidato scegliere. Infatti Amedeo di Savoia-Aosta, l'unico che sarebbe credibile oggi come Re d'Italia, non va bene proprio perchè sarebbe credibile. E poi, lui ragiona con la sua testa e vorrebbe mettere il naso negli intrallazzamenti di Berlusconi. Come candidato al trono è perciò scelto il Principe Ballerino, Emanuele Filiberto di Savoia, figlio di quel Vittorio Emanuele che ammazzò un ragazzo all'Isola di Cavallo, nipote di quell'Umberto II che fuggì a Brindisi col padre, e pronipote di quel Vittorio Emanuele III che ha aperto le porte al Fascismo e firmato le leggi razziali. Chi meglio di lui può incarnare lo spirito goliardico degli italiani, disposti a fare tutti i sacrifici necessari per salvare il paese solo se a farli sono i vicini di casa? Dopotutto lui è adorato dalle ragazze (e anche dai ragazzi, dicono i maligni), ha fatto bella figura nella gara televisiva di Ballando con le Stelle, e per poco non gli facevano vincere anche il Festival di Sanremo. Inutile dire che un candidato così avrà i voti della stragrande maggioranza degli italiani. Il PDL stravincerà le elezioni politiche del 2013, Emanuele Filiberto I andrà a risiedere nel Palazzo del Quirinale, con un'opportuna fornitura di ragazze reduci dai festini di Arcore (The Arcore's Nights, direbbero John Travolta e Olivia Newton-John), il Senato diverrà di nomina regia (ovviamente Giuliano Ferrara farà il Presidente del Senato, se riusciranno a trovare una poltrona abbastanza robusta per lui), e noi italiani continueremo ad andare a letto la sera stanchi morti, senza un quattrino in tasca, ma convinti di diventare un giorno tutti ricchi come Silvio e tutti bravi a cantare quanto Re Filiberto.

Come dici? Che è un incubo? Cosa pretendi, non è che il momento attuale ci spinga troppo all'ottimismo...

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Val la pena di riportare questa « ucronia » di Simone Spetia, segnalataci da Sandro Degiani:

« Oggi, 30 febbraio, sono successe un po’ di cose.

La mia busta paga, che ho appena ricevuto, si è notevolmente appesantita. Il Governo ha deciso di tagliare le tasse in maniera decisa, grazie al recupero dei soldi finora evasi. Fortunatamente non c’è stato bisogno di mettere in campo operazioni straordinarie di polizia o controlli invasivi di conti correnti e spese personali: in un lampo di comprensione, gli evasori hanno gettato lo sguardo al futuro del Paese e hanno capito la differenza tra i benefici di breve periodo (non pagare le tasse) e quelli di lungo.

Sono andato a fare la spesa. Mentre ero in macchina mi ha chiamato mia moglie: aveva un po’ di febbre e aveva bisogno dell’aspirina. Tanto, da oggi, basta andare nell’angolo dedicato del supermercato e trovi tutto quello che ti serve.

È una giornata bellissima e ho deciso di portarmi il computer per lavorare un po’ al parco, tanto il Wi-Fi c’è ed è gratuito. Devo dire che da quando la mia azienda ha deciso di aprirsi completamente al telelavoro, la qualità della mia vita è migliorata molto. E sono anche più produttivo.

Devo andare da Milano a Roma e sono indeciso. Preferirei il treno, ma con tre figli usare la macchina è più semplice. E da quando hanno completato la variante di valico, anche se i tempi non si equivalgono, ci siamo molto vicini. Soprattutto perché le merci viaggiano quasi tutte su ferrovia e i tir sono una rarità.

Per andare più a Sud, invece, non c’è paragone, nonostante il raddoppio della A3 appena realizzato: quando sono andato a Reggio Calabria in treno, l’ultima volta, ci ho messo appena cinque ore e mezzo.

Mi prendo tutto il tempo per leggere i giornali. I dati sull’occupazione sono ottimi. Bisogna ringraziare la riforma del mercato del lavoro varata il 30 febbraio scorso e che ha visto l’accordo di tutte le parti sociali: le resistenze al cambiamento si sono improvvisamente allentate. I sindacati sembrano aver capito che si cambia, o si muore. Il PIL cresce ad un buon ritmo, sostenuto anche dai consumi, cresciuti per il taglio delle imposte. Il Paese si sta arricchendo... »

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E ora, l'idea di MorteBianca:

Al posto di Beppe Grillo sarà un altro comico genovese a candidarsi per il "terzo polo" fra Destra e Sinistra, Maurizio Crozza. Sebbene i punti in comune siano sicuramente molti fra gli eventuali due partiti (una fortissima critica alla corruzione politica e amministrativa, attenzione alla questione morale e uno scetticismo di fondo verso i vecchi partiti e verso le figure di Salvini, Berlusconi e Renzi) saranno molte anche le differenze: Crozza difficilmente approverà le azioni di Bossi, Salvini e della Le Pen, quindi il suo "Movimento delle Meraviglie" non tenderà alla formazione di un Fronte Nazionale Italiano.

Il Partito di Crozza, amato dai giovani, attira specialmente i delusi di sinistra e l'opposizione a Renzi; a differenza di Grillo infatti è probabile che la proposta di alleanza con la sinistra (prima con il PD sotto Bersani e poi con la Sinistra del PD sotto Renzi) venga accettata al fine di poter togliere dalla scena politica Berlusconi.
Con questi presupposti si aprono due scenari:

1) Bersani non deve ritirarsi e riesce a formare un governo di sinistra, si evita la parentesi Letta, la coalizione con la destra che formerà poi il terreno fertile per Renzi. L'Articolo 18 viene preservato, e vengono portate avanti le riforme dello stato sociale e la lotta alla corruzione in politica, chiuse le possibilità di candidatura per i pregiudicati.

2) Renzi vince comunque, in questo caso è molto probabile che sarà Crozza stesso a fare da collante per il polo anti-renziano a sinistra.

A differenza di Grillo che rifiuta ad oltranza ogni alleanza che non sia la Lega infatti Crozza, aprendosi all'opposizione e portando con sé una porzione di elettorato veramente grossa, potrebbe smuovere gli ultimi scettici nello scindersi dal Partito ormai Democristiano in perenne alleanza con il centro e la destra, e formare un polo a sinistra indipendente che comprenda:

-Movimento delle Meraviglie (Con la percentuale di voti massima ottenuta dal M5S se non di più, dato che attirerà molto di più le simpatie dell'elettorato di sinistra e non degenererà in una blogcrazia personalistica)
-Rivoluzione Civile (Comprendente Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi, Italia dei Valori, Movimento Arancione ecc)
-Sinistra Ecologia e Libertà (Che, unita a Rivoluzione Civile, aveva creato la Lista Tsipras per le europee)
-Possibile/Partito Socialista Democratico Italiano (a seconda che prevalga la linea di Civati o quella di Bersani/D'Alema/Cuperlo nella Sinistra del PD)

Renzi invece si troverà a dover scegliere se correre "da solo" (ossia con i fedelissimi del PD, i "Delusi di destra-centro" e i "Giovani"), con l'UDC o se estendere l'alleanza a Berlusconi, che però potrebbe fare spallucce dopo Mattarella (sostenuto da Crozza) e il fallimento del Nazzareno.

Se dunque Salvini non riesce a creare un polo di destra abbastanza forte (comprendente magari Fratelli d'Italia, Casapound e lo stesso Berlusconi) la vittoria, numericamente, andrebbe al partito di Crozza.

Ma se è molto probabile questa vittoria, è certo che all'opposizione non ci sarebbe né Berlusconi (ormai carta da macero), né Renzi (che probabilmente, tagliando tutti i contatti con la sinistra residua nel Partito, lo avrà riformato al punto da aver perso gli ultimi sostenitori), ma lo stesso Salvini, forte della propaganda populista e del sostegno del comico più critico del Presidente Crozza, ossia un certo Beppe Grillo, che dirige "Il Paese Cinque Stelle" su La Sette e fa imitazioni dei politici, facendo propaganda a favore di Salvini in Italia, della Le Pen in Europa e di Putin a livello globale...

Proposte, critiche, aggiunte, commenti?

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Federico Sangalli gli replica:

A mio parere si formerebbe una situazione simile a quella francese. A sinistra Crozza formerebbe sicuramente un'alleanza di sinistra (MDM, SEL, Sinistra PD e altri) chiamata Polo di Sinistra (PDS) o Alleanza Socialdemocratica (ASD), mentre il PD renziano tenterebbe una coalizione con UDC, NCD e FI ma l'impossibilità di Berlusconi di far parte di un'alleanza senza esserne il leader e quindi la sua rivalità con Renzi porta ben presto allo scioglimento del suo partito, che si divide tra i moderati di Fitto che affluiscono in NCD e UDC e i conservatori della Santanché che tornano in Fratelli d'Italia, che si allea con Lega e Casapound. Per cui troviamo un "partito" di sinistra, uno di centro-destra e uno di estrema destra. É chiaro che con un eventuale Italicum il centrodestra sarebbe avvantaggiato al secondo turno mentre Salvini probabilmente non diventerebbe mai premier per lo stesso motivo per cui la Le Pen non é mai diventata presidentessa di Francia: i loro atteggiamenti estremisti fanno sì che, se anche riescono ad accedere al ballottaggio, il partito rimasto fuori preferisce votare l'avversario anche se di idee politiche differenti (cosa accaduta sia al Partito Socialista sia all'UMF, nelle stesse parole dei loro leader, specie di quelli dell'UMF).

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MorteBianca ha anche un'altra proposta da farci:

In un'intervista a "La Sette" Marco Travaglio, davanti all'accusa di ostruzionismo e di aver aperto la via alle grandi coalizioni a destra del PD (e quindi indirettamente al Renzismo) da parte di Bersani, rispose che il Movimento Cinque Stelle aveva rifiutato di allearsi con il PD per un governo di coalizione dato che questo non avrebbe ricevuto ministri, e avrebbe dovuto "Dare il sostegno senza ricevere nulla in cambio". Mancando la maggioranza del solo PD+Alleati il partito, esclusa l'opzione Cinque Stelle, fu costretto ad aprirsi alle alleanze con i partiti centristi (UDC+Monti) e successivamente con il centro-destra. Questa è considerabile la linea di demarcazione fra il PD prima e dopo Bersani.

Fino ad allora il PD (e partiti precedenti) avevano cercato le alleanze solitamente a sinistra (o, prima che nascesse il PD, con le forze popolari di centro e centro-sinistra).
con Bersani iniziò la primissima fase di ambivalenza in cui il PD era alleato contemporaneamente di SEL (a sinistra) e UDC (A destra) causando i primi problemi dato che tutti e due minacciavano l'uscita dalla coalizione se l'altro rimaneva. Venendo a mancare il sostegno di Grillo il PD dovette aprirsi a destra, cosa che causò la frattura (quasi) definitiva con SEL.
Questo ha poi aperto la strada prima al governo Letta (dal quale SEL si auto-escluse e che includeva di default PD-UDC-Monti-Alfano) e poi al Renzismo, che chiuse definitivamente non solo con i partiti a sinistra del PD ma con la sinistra stessa del PD (da quel momento nota come Minoranza o Gufi) aprendosi invece ormai di default con UDC e Alfano e, poi, includendo anche Berlusconi (il Nazzareno).

Che succede se invece Bersani promette qualche ministero al Movimento Cinque Stelle, la coalizione va in porto, non è necessario invocare il centro-destra e si forma il governissimo PD-M5S?

In quest'ottica Bersani non deve dimettersi (le dimissioni vennero appunto causate dall'instabilità della coalizione), e quindi non si apre la via né al governo di coalizione Letta né a Renzi, che invece rimane nel Partito; forse scalerà comunque le gerarchie ma ricordiamoci che lui vinse le primarie grazie a tre fattori: il vuoto di potere causato dal ritiro di Bersani, la frammentazione dell'opposizione al Renzismo (Cuperlo e Civati si spartirono l'elettorato) e soprattutto il fallimento della linea tradizionale "Sempre a sinistra"; che portò alla necessità di una coalizione a destra, cosa che diventa non necessaria nel caso si aggiunga il Movimento Cinque Stelle.

SEL ovviamente può rimanere nella coalizione avendo molti punti in contatto con il programma di PD e M5S. Casini sarà inizialmente incluso per forza di cose ma si toglierà dopo cinque secondi (Viste le continue leggi riformiste della coalizione e le leggi anti-corruzione, nonché le pregiudiziali sulla fedina penale dei parlamentari) ritornando fra le braccia di Berlusconi o Alfano.

Questo governo di coalizione ovviamente si ritroverà, prima o poi, a fare i conti con la figura ingombrante di Grillo e le sue proposte (tipo quelle sui Vaccini, sugli Immigrati o sull'Euro), ed è inevitabile che si creerà una scissione a tre livelli: il livello dei "Fedelissimi" di Grillo, il livello di Parlamentari, deputati e politici in perenne coalizione con il PD, aperti al dialogo e che vogliono rimanere al governo ed infine i "Populisti" che seguono gli hashtag e non hanno una coordinazione definita.
Probabilmente Grillo, continuando a rimuovere i senatori che disobbediscono, finirà per aumentare la scissione fra potere centrale e deputati filo-PD, che finiranno per diventare sempre più attaccati alla maggioranza. Alla fine dei conti Grillo (come nella nostra timeline) si dimetterà lasciando il potere a Di Battista o chi per lui.

L'UDC, senza il sostegno di tre maggioranze di fila (Bersani, Letta, Renzi) è lasciato al suo sostegno elettorale, il che significa praticamente la morte (prende meno di SEL ora). Alfano darà forse l'appoggio esterno, ma comunque sarà ridimensionato. Berlusconi invece senza il sostegno del Nazzareno e del patto con Verdini praticamente muore elettoralmente e poi legalmente, le leggi PD-M5S gli impediscono ogni forma di ritorno in politica. Ad avere invece grande successo a destra sarà Salvini, che accoglierà tutta questa delusione elettorale fuori dalla maggioranza.

I problemi della coalizione in futuro saranno probabilmente negli stridori ideologici fra M5S e PD, dato che su certi temi c'è forte opposizione (uno fra tutti l'Europa), tuttavia si dovrebbe considerare quanto è stata importante l'influenza di Grillo su certi temi (il M5S, prima di toglierlo di mezzo, ne è stato comunque influenzato su certi temi come appunto l'Europa) e verrebbe da pensare che, se si toglie di mezzo un Grillo che nel frattempo farnetica di "Bossi come grande statista", di Scie Chimiche e di Stampanti 3-D, si possa costruire una maggioranza solida abbastanza per una nuova legge elettorale, e che possa magari durare anche oltre.

Renzi potrebbe ottenere comunque grande successo, ma se Bersani resta a capo del PD (e quando decide di ritirarsi lo fa nominando direttamente Cuperlo come suo successore) non avrà quei tre fattori che lo hanno fatto ascendere, né il successo su Twitter (venuto molto dopo la sua ascesa come leader del PD). Al massimo potrebbe fare ciò che Civati ha fatto sotto di lui, ossia fare l'oppositore h24 a Bersani che raccoglie tutti gli animi scontenti (ironia della sorte Civati sarebbe il suo braccio destro), accusandolo delle alleanze con i Grilini e preferendo invece una coalizione con le forze moderate, fino ad ascendere come rappresentante dei democristiani e dei cattolici in buona parte nel PD, tuttavia è opinabile quanto possa diventare forte con una coalizione relativamente stabile.

Tra l'altro, se si riesce a portare il Movimento Cinque Stelle "A sinistra" anche a livello Europeo, questo potrebbe fornire molti voti al DS(Ex PSE). Il PD-SEL-M5S rientreranno in quella frangia a metà fra sinistra, estrema sinistra e "Apolitica anti-corruzione" che sosterrà movimenti quali Podemos, Tsipras e che si opporrà alle sanzioni in Russia senza tuttavia supportare geopoliticamente Putin. E poi?

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Aggiungiamo anche le proposte ucroniche di MorteBianca:

L'EFFETTO RENZI

Ecco cinque possibili riforme renziane che non sono mai andate in porto:

1) Federalismo
Nonostante il successo al Referendum le critiche nei confronti di Renzi non cessano e anzi si rafforzano visto che ora bisognerà decidere il metodo di selezione dei Senatori. La riforma del Senato viene giudicata una "Mezza Federalata" da Zagrebesky perché il ridotto Senato dovrebbe rappresentare le località e le autonomie, ma non è eletto e non funziona come le varie camere degli Stati, delle Regioni e dei Lander analoghi di nazioni federali a cui Renzi ha fatto riferimento. Renzi, per mettere a tacere le critiche, accogliere un po' dell'opposizione e dare maggiore consistenza alla sua riforma e al suo nuovo senato decide di rendere l'Italia una repubblica Federale. Nel fare questo accoglie nella coalizione costituente numerosi fuoriusciti del PD ed invita al dialogo sia d'Alema sia la Lega, entrambi sostenitori del federalismo in passato o nel presente.
D'Alema coglie l'occasione per cercare di tornare rilevante all'interno della dirigenza PD, la Lega si spacca in due: una parte (i Salviniani) si rifiuta categoricamente di collaborare con Renzi in quanto Renzi, ma una parte (I Federalisti più incalliti) vede un'occasione che mai si è presentata e mai più si ripresenterà. Alla fine Tosi e alcuni oppositori creano un polo leghista dissidente in Parlamento ed iniziano il dialogo con il PD, formando un partito splinter (il Partito Federalista) protezionista e regionalista.
La nuova riforma costituzionale sancisce che l'Italia è formata da 20 Stati, con Quattro Autonomie speciali (Sicilia, Valle d'Aosta, Alto Adige, Roma Capitale). Queste ultime hanno un'autonomia ancora maggiore che si esplica in vari modi, quali bilinguismo (Valle d'Aosta, Alto Adige), autonomie fiscali maggiori e il fatto che non hanno un Presidente della Regione, ma un Governatore, e la Regione si riunisce al Parlamento Regionale. Il Senato ora rappresenta appunto le singole regioni e le città (le province sono state abolite). Il Partito Federalista e la Lega cercano di ottenere lo status di Stato Autonomo per la Lombardia e per tutto il Nord in vista di una secessione.

2) Presidenzialismo
Sulla scia di numerose leggi delle ultime legislature, culminate anche nel governo Renzi, l'Esecutivo si rafforza sempre di più a discapito del Legislativo, così come il ruolo del Presidente del Consiglio. Renzi critica le spese eccessive e la complessità del sistema politico italiano, in particolare il Presidente della Repubblica che definisce "Retaggio monarchico", sostenendo la necessità di unirsi alle nazioni presidenzialiste dove il ruolo di Presidente del Consiglio e della Repubblica (o meglio, gli analoghi esteri di queste cariche) sono unificate, o comunque il ruolo di capo di stato e quello di Presidente del Consiglio coincidono. La nuova riforma costituzionale a suo dire accelera il processo democratico, aumenta i poteri del governo evitando inutili "Ping Pong" e rende il Presidente direttamente eletto dal Popolo, eliminando l'inutile (e costosa) figura del Presidente della Repubblica. Al termine del suo mandato Mattarella è l'ultimo della sua stirpe e consegna le sue funzioni all'adesso Capo di Stato Matteo Renzi, che è anche capo dell'Esercito e con il compito di nominare membri della Corte Costituzionale, nonché garante della Costituzione stessa e capace di concedere la Grazia ai carcerati e molte altre cose.

3) Esteri e Difesa
A seguito dei problemi in Libia, Siria, Crimea e nei paesi Baltici gli Stati Uniti fanno pressioni sempre maggiori all'Italia per assumere un ruolo più attivo nella politica militare europea ed atlantica. Renzi si dimostra compiacente nonostante le critiche di violazione della Costituzione, che impone all'Italia una rigidissima neutralità salvo in caso di legittima difesa da un attacco esplicito. Per questo motivo Renzi riforma la costituzione abolendo la clausola pacifista, che viene modificata in tal senso: la Repubblica Italiana non entrerà in Guerra se non per difendere sè stessa, i propri alleati, o i diritti umani e gli ideali di Libertà, Uguaglianza e Pace.
L'Italia ascolta il consiglio americano, alzando le spese della difesa, e visto l'ottimo lavoro dei Servizi Segreti nell'impedire attentati terroristici sul suolo italiano Renzi decide di investire maggiormente sugli stessi, creando un nuovo braccio estero (l'Organo Informativo Speciale, o OIS) che utilizza per prendere parte all'addestramento delle milizie filo-Atlantiche in Siria, in Libia e in Crimea, nonché per scopi di spionaggio verso nazioni quali la stessa Siria, il Califfato, l'Iran e la Russia. Il Presidente stesso si congratula con gli agenti dei Sercizi per aver supportato la liberazione del popolo curdo durante il secondo assedio di Kobane, rendendo il futuro Kurdistan una nazione filo-Italiana. Infine Renzi inizia un programma tutto italiano di Droni-spia da unire all'eccellente forza aerea italiana, da questo momento presenza costante nelle portaerei mediterranee. A seguito della costruzione del Satan 2 da parte di Putin Renzi accetta anche il trasporto di ordigni nucleari di nuova ingegneria nella base di Singonella.

4) Economia e Grandi opere
Renzi mantiene la promessa e costruisce, nonostante le critiche da tutti (compresi i suoi alleati), il Ponte sullo Stretto di Messina. L'Opera è estremamente costosa (nonostante l'Europa e la Cina mettano del proprio in termini di investimenti) e, nonostante i severi controlli, è l'ennesima occasione per il più selvaggio abusivismo e corsa alle tangenti, a livelli che fanno impallidire l'Expo. Il Ponte però è costruito con la migliore tecnologia anti-sismica ed è progettato per reggere anche in caso di simultaneo terremoto ed eruzione violenta dell'Etna. A guadagnarne, sostiene, saranno soprattutto le province di Messina e Reggio con il rinnovato commercio e i viaggi più veloci. Il Ponte inoltre è duplice, possiede quattro corsie per via (una di andata, una di ritorno) e una galleria sotterranea a TAV (cosa che fa impazzire i soliti noti),collegando la Sicilia via terra al resto della Penisola. Il Manifesto titola ironico "A Quando il Ponte Cagliari-Roma?". Questa è solo una delle ultime grandi opere che il Governo ha incentivato, a partire dalle Olimpiadi a Roma a seguito della deposizione a furor di popolo della Raggi, altri Treni ad alta velocità, più aereoporti di ultima generazione e centrali idroelettriche con dighe per aumentare l'autonomia energetica italiana, visti i problemi con la Russia. Questi si accompagnano ad un piano economico sempre più liberale: il piano di tassazione viene semplificato con una doppia imposta: 15% dal ceto medio in giù, 33% per le grandi imprese su spese ed investimenti, incentivi e sconti per chi torna a dichiarare, con Travaglio che commenta "Siamo l'unico paese al mondo che premia gli evasori invece di incarcerarli". Per evitare che la tassa del 15% gravi sui più poveri come sostiene d'Alema Renzi crea un fondo popolare che distribuisce assegni mensili ai più poveri in modo da corpire le spese minime, ma proprio come con gli 80 Euro la cosa finisce perlasciare fuori troppe persone. Renzi incontra numerosi imprenditori che vengono ad investire in Italia, anche se molti continuano ad andare a cercare lavoratori nell'Europa dell'Est.

5) Wellfare
Il piano economico su accompagna ad uno sociale: Renzi sostiene che la Sanità pubblica e universale sia uno spreco insostenibile sulle piccole imprese e che la causa della malasanità sia proprio l'abbondanza di pagamenti "senza se e senza ma". Per questo motivo la sanità pubblica viene disincentivata e, per la prima volta da decenni, non è più universale. Viene invece incentivata la sanità privata con investimenti statali, i cittadini devono ricorrere ad assicurazioni per pagare la sanità avanzata (come negli Stati Uniti), stesso discorso per le scuole: fondi alle Private, tagli alle Pubbliche. Le pensioni arrivano prima, ma overall sono molto più basse e, con la sanità tagliuzzata, i maliziosi pensano che i vecchi non riescano ad arrivare a percepire quanto prendevano prima perché moriranno prima del tempo. Il numero di regolazioni alle imprese viene semplificato, Renzi si concentra più sulla restituzione del maltolto in caso di crisi che di trasparenza. Maggiori diritti delle banche in caso di mancato pagamento, maggiori investimento dello stato, e uno stato a sua volta molto più assenteista in materia di regolazione economica, con l'unico obiettivo costante di rientrare nelle norme europee per evitare ulteriori sanzioni. 
Con queste 5 riforme ovviamente il PD e il Governo sono molto cambiati e hanno spostato la loro base ideologica, abbandonando definitivamente le radici Socialdemocratiche in favore di quelle Liberali (esce Bersani, entra Verdini), abbandonando quelle Unitarie in favore di quelle Federaliste (Esce Crocetta, ma Tosi diventa un alleato fidato), abbandona il pacifismo per far fronte ad un interventismo militarista (la Meloni si dice sorpresa, Cuperlo abbandona la sede del PD sbattendo la porta).
Il nuovo PD è in alleanza perenne con il NCD-UDC, con il Partito Federalista e ha fatto numerose leggi assieme a Fratelli d'Italia. L'opposizione è ora rappresentata non più dalla moribonda Lega Nord (sempre più asserragliata nell'estrema destra xenofoba) ma dal Movimento Cinque Stelle (sempre più anti-europeista e in generale anti-tutto) e da Federazione Sinistra, la galassia di formazioni a Sinistra del PD sempre più grossa a seguito delle leggi "Renzissime".

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Iacopo Maffi obietta:

Secondo me un Renzi davvero forte probabilmente attuerebbe politiche molto diverse su Opere e Wellfare (a oggi ogni volta che ha potuto ha indirizzato le politiche industriali verso il terziario avanzato e l'innovazione piuttosto che verso gli stradoni leghisti, e ha invertito certe tendenza distruttive invalse nei confronti del wellfare -e dico ciò non per appartenenza politica né per adorazione del leader).

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Tommaso Mazzoni non è da meno:

Bisogna che vi scriva una contro-ucronia:

2016
Vittoria del SI al referendum.

2017
Grazie all'insistenza dell'Italia, l'Ungheria ed altri paesi sono obbligati ad accollarsi l'80% del carico di migranti; 
Grazie alle misure il Pil aumenta del 1,3%, il Deficit cala, la disoccupazione giovanile e totale idem.
Vengono votate le norme per attuare le disposizioni di principio della costituzione riformata (Referendum Propositivo, Legge per l'elezione dei Senatori, ecc, ecc)
Approvata la legge che lega l'indennità dei parlamentari alle presenze in aula.
In Europa rivisto il Trattato di Maastricht, firmato il ben più ragionevole trattato di Firenze.
In Siria Assad propone una soluzione che garantisce il futuro della sua famiglia e gli consente di rinunciare al potere senza perdere la faccia: la trasformazione della Siria in una Monarchia Parlamentare con lui come Re. Il Commissario Europeo per la Politica Estera Mogherini appoggia la proposta insieme agli Stati Uniti della Signora Clinton.
Al-Baghdadi è catturato dai Peshmerga curdi e deferito al Tribunale dell'Aia dove sarà condannato al carcere a vita senza possibilità di sconti.

2018
Il PD vince con il 43%, ottiene il Premio di Maggioranza e Renzi torna Presidente del Consiglio (l'Italicum è stato modificato abolendo i capilista bloccati e le candidature multiple); 
Prima del voto è stata approvata la legge sui Partiti che obbliga i 5 Stelle a riformare profondamente il Non-Statuto.
I poteri dell'Autorità anti-corruzione vengono rafforzati, Cantone ottiene poteri speciali contro il crimine organizzato; La Regione Calabria è commissariata. Inizia una lotta alla criminalità organizzata con metodi quasi da Prefetto di Ferro; il 41 bis viene inasprito.
Lo stupro viene eguagliato all'omicidio, e viene previsto fino a 28 anni senza sconti di pena per gli stupratori.

2019
Terminata la Tav in Val di Susa.
Inaugurato il Ponte sullo Stretto.
Approvata la legge sul nuovo Wellfare che introduce l'assegno d'accompagnamento di disoccupazione, e introduce sistemi misti per garantirsi una pensione.
Coordinamento nazionale del Turismo; 
Con la raccolta di fondi privati vengono recuperati ed aperti al pubblico più di 6000 luoghi d'interesse culturale in tutta Italia.
Piano per la Famiglia, investiti su Asili Nidi, assegni per l'infanzia, e sgravi alle famiglie numerose risorse pari a 1.000.000.000 di Euro.

2020
La popolazione riprende a salire.
Piano Energetico Nazionale, abolite le accise.

E poi?

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Diamo ora la parola ad aNoNimo:

E se fosse stato realizzato il canale tra Sicilia e Tunisia illustrato nella figura sottostante? Una grande opera destinata a cambiare il destino dei due continenti; una grande sfida ingegneristica, politica, sociale...

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Passiamo alla proposta di Enrica S.:

Il 12 ottobre 1990, durante una manifestazione elettorale ad Oppenau nel Baden-Württemberg, Wolfgang Schäuble, considerato il delfino di Helmut Kohl, subì un attentato da parte di certo Dieter Kaufmann, malato di mente, il quale gli sparò tre colpi di pistola che lo ferirono gravemente al volto e alla spina dorsale, obbligandolo all'uso della sedia a rotelle. Ma che accade se Schäuble perde la vita in quell'attentato? Come cambieranno le politiche dell'Unione Europea negli anni duemila senza di lui?

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Le risponde Federico Sangalli:

Angela Merkel emerge prima e diventa presidente del suo partito giá nel 1998 quando Gerhard Schroder batte Helmut Kohl dopo 16 anni di governo. Nel 2000 lo scandalo dei finanziamenti illeciti a Kohl e CDU induce infine il partito a scaricare la Merkel, detestata poiché dell'Est, protestante e donna. L'SPD vince nel 2005 (dove perse per un solo punto percentuale) e Schröder rimane al governo fino al 2010 sostituito da Frank Muntfering che batte Edmund Stoiber. Niente austerità ma aiuto alle nazioni in difficoltà. Grecia, Italia e Spagna escono dalla crisi come l'Irlanda. Grillo, Tsipras e Podemos non nascono.

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Un'altra idea di MorteBianca:

Visto che si parla tanto di legge elettorale, ho pensato di proporre un sistema "Quasi Sovietico", nel senso che mantiene l'Organicità, ma non il sistema a Piramide propriamente detto (anche se il titolo è più elegante così).

Le elezioni comunali, regionali e nazionali si tengono nello stesso giorno, e sono la stessa elezione.
Nel giorno delle elezioni la gente vota sia per il proprio Sindaco, sia per il proprio Presidente/Governatore regionale, sia per la Lista politica che nominerà il Presidente del Consiglio. In questo modo non si creano le divisioni fra Nazionali e Locali, dove spesso in città dove ha vinto X poi, alle nazionali, finisce per vincere Y causando imbarazzo per il politico locale, ma anche aspettative a volte false per le prossime elezioni locali per il partito Y.

Gli elettori hanno di fronte, in ogni città, un programma diverso: il loro Sindaco, con le proposte per la città. Il candidato regionale, con i programmi per la regione, ed infine il Presidente. Le coalizioni sono diversificate, quindi in una città due partiti possono viaggiare insieme per ottenere più seggi, in un'altra essere opposti. In certi e rari casi due partiti alleati per il governo possono, in certe città chiave, essere nemici qualora le opinioni su certe questioni ivi importanti siano troppo divertenti (tipo a Taranto su come risolvere una questione d'inquinamento, Berlusconi e Renzi potrebbero essere alleati per le Nazionali ma disgiunti in città per la diversa visione su come risolvere la questione).

L'elezione funziona per cumulo di voti. Quindi tutte le città dove si tiene l'elezione non solo decidono chi sarà il sindaco, ma quelli sono effettivamente anche i voti per decidere chi vince la Regione, quindi chi avrà vinto più voti in Regione diventerà Presidente di quella Regione. Può ironicamente succedere che un Partito non riesca a piazzare neanche un Sindaco ma vince le elezioni perché magari era il primo partito battuto dalla coalizione di due partiti che però, cumulativamente, hanno preso meno/non sono riusciti a coalizzarsi per le Regionali.

Idem per le nazionali: un Partito ironicamente potrebbe piazzare pochissime regioni sotto la propria bandiera ma, se sarà quello con più voti a livello nazionale, vincere comunque. Ovviamente si tratta di casi limite, il caso generale vuole che il Partito che vince più città e Regioni sarà anche il vincitore delle nazionali.
Questo renderebbe il sistema più stabile e la politica meno "periodica", l'instabilità giunge solo per le elezioni e la politica non viene scossa ogni volta che un grosso comune cambia bandiera. La politica non resta più statica della nostra (infati il numero di elezioni è assolutamente uguale, semplicemente avvengono tutte insieme!).

E' un sistema che ricorda quello federale, con la differenza che c'è una sola camera (quella degli Stati) e che la nomina dei governatori locali coincide con quella del governo.

Ovviamente bisognerebbe trovare una soluzione per le diverse durate dei mandati, quindi o renderli uguali (Sindaco, Presidente del Consiglio e della Regione), oppure frantumarli in parti uguali che unite arrivano precisamente alla durata di un altro livello amministrativo (Quindi ad esempio il mandato di un Sindaco dura il doppio di quello di un Presidente del Consiglio, così ci sono due elezioni nazionali, una delle quali sarà "a Piramide" l'altra normale).

Il problema di questo sistema, ovviamente, sarebbe che le crisi di governo rovinerebbero tutta l'idea di stabilità: si rifà tutto ogni volta che un governo crolla? Dopo due secondi alcuni comuni deciderebbero di "bloccarsi", dato che ritengono di avere un consensus ormai stabilizzato e di non dover ripetere le elezioni solo per uno scandalo governativo, magari di un altro partito, e si tornerebbe all'attuale sistema.

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Impossibile non citare questo divertissement di Paolo Maltagliati, scritto il 6 maggio 2012:

Giulio Andreotti (non me ne voglia, dovunque egli sia ora), tra le tante cose che gli attribuiscono, ma non le guerre puniche, come lui stesso disse, ha un segreto. Una strana navicella aliena, caduta sul suolo italiano chissà per quale caso. Il divo non è morto. Era solo molto stanco. E dunque è salito sulla misteriosa astronave, che, rimessa a posto da pochi fidati esperti dell'Asi, è di nuovo in grado di fendere lo spazio cosmico. Dove è andato? Ha viaggiato lungamente nello spazio e nel tempo. E' finito su un lontano pianeta, chiamato hisalrya, poco lontano dalla dimora di un certo n'kata del gormo...

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Ma Lord Wilmore si mostra scettico:

Nonnò, per me non è andata così. Giulio Andreotti ERA un alieno, e precisamente un El-Auriano, della stessa razza di Guinan e del dr. Tolian Soran (vedere "Star Trek: Generazioni"). Vivono in media un migliaio d'anni e sono terribilmente infingardi ed astuti. Dicono solo ciò che a loro conviene, e non rivelano mai agli altri quanto può aiutarli, se a loro non torna comodo. In realtà Andreotti era arrivato sulla Terra all'epoca di Cesare Borgia, del quale era intimo amico, ed ha conosciuto tra l'altro personaggi del calibro di Masaniello, Talleyrand e Metternich. Ora si è semplicemente stufato del nostro pianeta e se n'è tornato sul suo. Dopotutto, lui stesso si considerava un uomo di media statura che però non era esattamente circondato da giganti; dato che ora non solo non sono giganti ma proprio nani (in particolare uno...), effettivamente aveva tutte le ragioni per tornarsene a casa! Caro Giulio, non pensare troppo male di noi, che, per certi aspetti, ti ricordiamo in questo modo. E poi, se pensassi che parliamo male di te, come ci hai insegnato, "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca"...

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E ora, l'idea di Ainelif:

Il Movimento Cinque Stelle non nasce, o nasce ma non ha il seguito che ha nel nostro Paese. Il suo posto di partito anti-casta viene occupato dal Partito Pirata Italiano. Nato il 16 settembre 2006 e membro fondatore dell'Internazionale dei Partiti Pirata (il primo ad essere ideato è svedese) e del Partito Pirata Europeo, il suo programma di sinistra prevede un rafforzamento dei diritti civili, maggiori istituti di democrazia liquida, riforma del diritto d'autore e dei brevetti, libertà di circolazione della conoscenza, protezione dei dati personali, maggiore trasparenza, libertà d'espressione e un'educazione libera. Che succede se vince le elezioni del 2013?

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Gli replica tuttavia Never75:

Se il M5S ha raggiunto un tale successo è stato quasi esclusivamente merito della campagna anti-casta e dalla poca credibilità dei partiti tradizionali. Il partito pirata non è così anti-casta (anche nella versione primigenia svedese) e più che ai diritti del cittadino, alla democrazia diretta ecc. è interessato alle leggi che regolino diritto d'autore e libertà d'espressioni. Principi nobilissimi, per carità, ma un po' di nicchia. Difficile che attecchiscano qui da noi dove i problemi sono ben altri.

Forse in Italia l'unico altro movimento che avrebbe potuto sostituire il M5S è il Movimento Zero di Massimo Fini se anche quest'ultimo si fosse configurato de facto come partito politico. Credo che però, alla lunga, i due partiti-movimenti si sarebbero comunque fusi. Specie dopo la morte di Casaleggio.

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E MorteBianca aggiunge:

Secondo me è molto difficile che il Partito Pirata intercetti il voto del M5S (non avendo la carica anti-casta), ma supponiamo che si allei con qualche partito vincente (il M5S, Bene Comune, una federazione di sinistra) e arrivi al governo nella coalizione vincente stessa. Che succede?

Il Partito Pirata propone il concetto di democrazia liquida, che sostiene la necessità per il popolo di decidere direttamente se cambiare quando e come vuole la forma di governo da democrazia diretta a indiretta per rappresentanza, ed è anche un fautore della E-Democracy. Un esempio di E-Democracy, oltre al votare sul blog di Grillo, è quello del Re-Vote, un proposto software che permette di votare online facendo prima dei "test" sia di cultura legale sia sul testo e il contenuto della legge che si va a votare, più errori si fanno meno il proprio voto conta in percentuale. Alcuni teorici della E-Democracy sono Tecnocrati e sostengono l'esigenza di governi intelligenti.

Il Partito Pirata inoltre richiede la Net Neutrality e la protezione della privacy, con una politica Lasseiz faire verso il web, ma soprattutto la riforma del sistema copyright.

Invece di attendere 70 anni dalla morte dell'autore per rendere quelle cose di pubblico dominio (si possono usare a fini commerciali e non liberamente), si vuole attendere 5 anni (c'è chi dice che ciò danneggerebbe molte società che lucrano anche su open source come GNU). Sono fortemente contrarie ad ogni forma di lobby e ingerenza delle aziende mediatiche per estendere questa durata (come per il Mickey Mouse Act). Il Partito Pirata ha anche difeso il sito di pirateria più famoso al mondo, Pirate Bay.

Ci sono diverse sfumature possibili, da un punto di vista legale, per quanto concerne le leggi del copyright:

1) Anti-Adblock: Adblock è una estensione dei motori di ricerca che permette di bloccare gli ad e la pubblicità. Questo ha generato fortissime discussioni poiché non si è ben capito se ciò non permette a chi hosta le pubblicità di guadagnare o meno, e se questa azione sia etica o meno. Al momento Adblock è ancora perfettamente legale, ma numerosi siti hanno iniziato a prendere misure contro chi visita la pagina possedendo Adblock. Adblock stesso sta cercando di riformarsi introducendo il concetto di "White List", una lista di siti in cui è permessa la pubblicità se limitata, breve, poco molesta e interessante l'utente, ma gli algoritmi sono limitatissimi e si ritiene che per entrare nella lista bisognerà pagare. Questo è il primissimo muro da superare, quello delle pubblicità che permettono di lucrare, che alcuni ritengono di poter saltare finché si sta fruendo di un prodotto in modo legale, dato che non è tutelato da legge il vedere un video su youtube e non sono obbligato a "Vedere pubblicità/ripagare" il sito, e soprattutto lo streaming è perfettamente legale a differenza del downloading. Una metafora è questa "Vedere un film in streaming è come vedere una rapina: se non sei complice non hai fatto nulla". Per questo motivo vedere un video su siti monetizzati come Youtube usando Adblock non è ritenuto reato perché è una forma "Lieve" di Streaming.

2) Metodo SEGA: il metodo più duro, aldilà dell'utilizzo o meno di Adblock. Qua si parla di videogiochi (protetti da copyright), ma non di pirateria bensì di fare video sui giochi stessi e metterli su canali che monetizzano i contenuti. La SEGA e qualche altra azienda hanno una policy tremenda: ritengono che mettere video dei propri videogiochi sia una violazione intollerabile dei loro diritti e fanno chiudere i video e anche i canali se possibile di chi compie questa violazione. Non accettano il concetto di Fair Use (utilizzare materiale protetto da copyright in circostanze limitate ma gratuite e libere)

3) Metodo Nintendo: un metodo più morbido, la Nintendo permette ai video dei propri giochi di rimanere su Youtube, ma toglie la monetizzazione (o meglio, se la prendono loro) ritenendo il lucro cosa loro, ma il mostrare video cosa pubblica.

4) Metodo Free: permette di mostrare a tutto il mondo video (anche lucrandoci) di un gioco, perché tanto il prodotto in sé non viene usufruito.

5) Creative Commons: una forma intermedia fra Copyright e Open Source, praticamente si tratta di un modo di condividere contenuti "con limitazioni". E' sostenuta dalla Copyleft (la "Sinistra" informatica che sostiene il diritto di condividere gratis certi contenuti a patto che la loro licenza sia uguale anche per le opere derivate.
Si può distinguere una Strong Copyleft (In cui tutte le opere derivate sono soggette allo stesso trattamento) e una Weak Copyleft (Solo alcune), una Full (l'intera opera è soggetta alla licenza) e una Partial (alcune parti sono libere).
5.1) Share alike: il permesso di condividere o fare contenuti identici, a patto che il contenuto stesso non sia alterato né monetizzato, niente opere derivate e bisogna creditare l'autore originale
5.2) Il permesso di rinunciare ad una delle condizioni di sopra, ad esempio condividerlo identico e creditando l'autore, ma monetizzandolo.
5.3) E così via fino ad arrivare alla forma più libera, ossia Share Alike (Il prodotto condivido è anch'esso parte del Creative Commons e sarà utilizzabile come lui ha utilizzato la sua fonte primaria) e creditare l'autore originale, ma per il resto (Modifica, monetizzazione, opere derivate) si è in libertà totale.
5.4) La forma più lieve del Creative Commons: niente share alike, solo attribuzione all'autore originale e si è totalmente liberi.

6) Dominio Pubblico, tutto quello che appartiene a tutti, per tutti, con libertà assoluta nell'utilizzo.

7) Free Software e Open Source: l'idea di programmi che nascono gratis e liberi di essere condivisi e modificati (letteralmente "Apribili") da chi li utilizza, di cui fanno parte GNU, Linux, Telegram e programmi simili. L'idea si basa sul concetto "Free Source è come Libertà di parola, non birra gratis". Sono dunque programmi che promuovono la propria libera circolazione e modifica, e la libera circolazione di idee, software e la loro possibilità di venire modificati dalla propria utenza, che è incoraggiata a crearne versioni differenti, a modificare ciò che non le piace liberamente e "dissezionare" i programmi per apprenderne le fondamenta. Il Venezuela patrocina il Free Software.
C'è una controversia fra la distinzione fra Open Source e Free Source. Diciamo che Open Source è la più "conservatrice" delle due (la licenza non è garantita come gratis), ma è permessa la modifica del codice sorgente. Free Software (è gratuito, condivisibile e distribuibile ma non è sempre open source. Ci sono numerosi canoni, siti e definizioni diverse per quanto una cosa è "free and Open". Alcuni programmi sono approvati da tutte le definizioni, diventando il massimo mix fra le due, Open and Free Source, è il massimo della legalità amica dello user.

8) Cultura Pirata: il concetto di Pirateria rifiuta i diritti d'autore. Il Pirata per sua natura non scarica solo prodotti free o open source ma qualsiasi cosa, e si basa sul concetto di scambio etico ottenuto tramite il Peer to Peer, quando qualcuno scarica permette agli altri di scaricare a loro volta, di conseguenza la pirateria diventa uno sforzo cooperativo.
Il Pirata può o non può, a seconda della propria volontà, modificare il programma in sé (la gran parte si limita a modificare in modo da poterne usufruire liberamente).

9) Hacker Culture: il massimo assoluto della libertà informatica, che considera ogni software come libero da ottenersi e aprirsi. Gli Hacker rifiutano ogni concetto di copyright, proprietà intellettuale e chiusura del codice sorgente, sono incoraggiati a rompere le barriere, esplorare, modificare e condividere informazioni. Più qualcosa è chiuso più sono stimolati ad aprirlo e condividere con tutti ciò che vi era nascosto. Gli Hacker sono spesso e volentieri programmatori indipendenti e artisti informatici.
La cultura Hacker ha una propria etica, che sostiene il diritto ad ottenere ogni informazione e l'incoraggiamento ad esplorare e superare i limiti preimposti. 
Gli Hacker insomma sostengono la cultura Open and Free Source, diffidano di autorità e diritti d'autore e ritengono che l'informazione possa, voglia e debba essere libera per tutti e trasparente per la libera circolazione di idee e concetti, specialmente in questi ultimi anni in cui tramite informazioni virtuali si possono ottenere oggetti reali (Stampanti 3D) che possono cambiare la vita di molte persone. Vogliono rendere tutta l'informazione (circolante e non) Open and Free Source, decentralizzata, gratuita e disponibile per tutti. Alcuni hacker "buoni" seguono questa etica e fanno ciò che fanno solo per il gusto dell'esplorazione, non ai fini di frode o per violare "altre" leggi, e possono cooperare con i sistemi informatici penetrandoli di proposito per poi riportare il "buco" alla sicurezza, suggerendo come migliorarlo. L'NSA offre lavoro e protezione a numerosi White Hackers. Altri Hacker, detti "Cracker", sono invece anti-etici e ricorrono spesso a virus, programmi di controllo e truffe ai fini di lucro egoistici.

Quanto è possibile realizzare, considerando la grande varietà possibile di comportamenti legali (si pensi alla differenza fra Francia e Svezia nei diritti d'autore)?

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In seguito aNoNimo ha aggiunto quest'altra idea:

Oscar Fulvio Giannino fondò nel 2012 il partito "Fare per Fermare il Declino", un movimento di ispirazione liberale, centrista ed europeista, che si caratterizzava anche per l'intenzione di introdurre il Federalismo, lo stretto Europeismo e la lotta contro la corruzione e lo strapotere a vari livelli amministrativi. Celebre infatti il video "Taci Miserabile" in cui Giannino denuncia un tentativo di minaccia da parte di un rettore universitario contro uno dei suoi sostenitori più attivi. Il video diventa istantaneamente virale, viene condiviso sui social, su Youtube diventa un'aggiunta immancabile in moltissimo montaggi comici e nelle "Youtube Poop".

Il Partito si ritrova improvvisamente ricoperto di enorme notorietà, tutti conoscono Giannino e tutti seguono la sua pagina Facebook, il suo profilo Twitter e i suoi video-conferenza. Giannino riesce a cavalcare bene l'onda mediatica, ottiene una buona copertura giornalistica e radio-televisiva e i sondaggi lo danno in costante ascesa.

Giannino si mantiene per il momento ambiguo nelle posizioni, cercando di raccogliere consensi da un po' tutti i partiti, ma in particolare diventa critico della figura di Silvio Berlusconi, che a suo dire ha "Rovinato la Destra e rovinato il Liberalismo", contrapponendosi a lui. Il colpo di scena avviene con il supporto di Futuro e Libertà per l'Italia di Gianfranco Fini, che gli fornisce la primissima costola dell'ex Partito di Berlusconi. Giannino diventa il nuovo volto dei liberali in Italia, pulito e onesto e senza tanti cavilli ultra-conservatori, disposto al dialogo con la Sinistra. In seguito nel PDL si scatena una faida interna, la fazione più liberale (capeggiata da Alfano) critica la direzione Berlusconiana, mentre i "fedelissimi" capeggiati dalla Meloni sono più conservatori.

Alla fine anche Alfano fuoriesce con i suoi, e annuncia di voler entrare in Fare per Fermare. Alla fine si consuma la faida stessa fra Berlusconiani e Meloniani, i secondi vanno a formare Fratelli d'Italia (di ispirazione conservatrice), Berlusconi rimane solo con Forza Italia, che affida a Marina Berlusconi ridandole quell'aspetto liberale degli inizi, e poco dopo anche Forza Italia (che numericamente conta molto poco) si allea con la coalizione di Fare, che ora è diventata "Liberi di Fare". La Meloni non si dice interessata all'alleanza e inizia ad appellare gli interessi dei conservatori, i nazionalisti e dei cattocon. Giannino invita a discutere anche la Lega per realizzare un piano federalista, riuscendo a convincere Maroni che è necessario abbandonare i propositi Secessionisti in favore dell'Unitarismo federalista. La Lega e il Movimento per le Autonomie e numerosi partiti simili si coalizzano in una Lista Federale, coalizzata a livello del futuro governo con Liberi di Fare.

L'ultima minaccia per il governo di Giannino, ora che ha il supporto di quasi tutto il polo Berlusconiano (senza Casini e Meloni) è però il PD (che marcia compatto con parecchi voti) e il Movimento Cinque Stelle (a cui Bersani fa una corte spietata).

Giannino si affianca alla propaganda giustizialista, anti-ka$ta, coinvolgendo anche l'ancora non-deceduto Italia dei Valori. Grillo viene convinto a proseguire senza pietà la propaganda contro le vecchie Mummie comuniste, Travaglio continua a pubblicare articoli contro d'Alema e Bersani, il Movimento Cinque Stelle può ora ufficializzare le posizioni xenofobe ed autocratiche allineandosi con Giannino. Alle elezioni i tre poli coalizzati (Liberali, Federalisti e Pentastellati) ottengono una maggioranza schiacciante, nonostante Bersani abbia raccolto diversi dissidenti grillini (perduti a seguito dell'alleanza con il centrodestra), tutta la galassia post-comunista e nonostante la Meloni avesse, insieme a Casini, costituito una Lista Conservatrice con diversi fuggitivi della Lega. Il governo Giannino attua numerosissime liberalizzazioni, semplifica e riduce le regolazioni statali e il wellfare, introduce una Flat Tax al 15%. Giannino attua inoltre la riforma Federalista, con 21 (Alto Adige e Valle d'Aosta sono bilingue, la Sicilia e la Lombardia hanno un parlamento autonomo) stati più il Distretto di Roma. Il governo Giannino è sostenuto dall'Europa, dagli Stati Uniti e restituisce credibilità alla destra italiana, e con una solida maggioranza riesce a far passare numerose leggi in senso libertario, è considerato il "Secondo Berlusconi". I problemi cominciano però alle Europee, dove Giannino propone una coalizione pro-Europeista allineata con i Liberali. E' qui che gli vengono incontro Casini e i suoi, ma che i Pentastellati e i Federalisti invece lo spintonano. Alle Europee stravincono i Socialisti (che hanno vissuto di opposizione), i Conservatori e i Federalisti si portano via una grossa fetta di elettorato, il governo è minacciato a seguito di alcune manovre imposte dall'Unione Europea. La caduta di Giannino però avverrà molto più tardi, grazie al trasformismo di numerosi centristi del PD (capeggiati da Matteo Renzi, chiamato da Crozza "Il tassista" perché traghetta ex deputati PD nella maggioranza). In questo contesto si scatena il dibattito sulle Unioni Civili, e qua Giannino ha già perso il sostegno dei Grillini e dei Federalisti una volta, non può rischiare di perdere quello dei centristi e dei conservatori rimasti nella coalizione. Giannino inoltre si oppone strenuamente alle adozioni, cosa che causa attrito con l'ideologia Liberal del Partito. Alla fine contro di lui si scatena una campagna mediatica quando viene rivelato che non ha mai avuto le lauree che millantava di avere. Lo scandalo delle proverbiali Lauree di Giannino demolisce in poche settimane la credibilità del primo ministro, che prima di dimettersi consegna al web un'ultima, ennesima perla in cui chiama l'intero parlamento "un pugno di Miserabili!!". Liberi di Fare a questo punto può elevare come proprio rappresentante un nuovo volto e ricercare gli alleati non più negli euroscettici Fratelli d'Italia, Movimento Cinque Stelle o Partito Federalista, bensì nel Partito Democratico, dove un giovanissimo Matteo Renzi (ammiratore di Giannino) ha rottamato le "vecchie mummie" e ha aperto il partito ad un'ideologia più centrista, moderata e liberale, nonché un ex sostenitore al governo di Giannino stesso. Renzi viene considerato un presidente di passaggio e di compromesso fra PD (nella sua fazione più conservatrice) e Liberi di Fare, che possa attrarre gli ex democristiani più liberali, ma Renzi ben presto dimostra di essere poco incline ai compromessi...

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Sempre aNoNimo ne ha avuta un'altra:

Di solito nelle ucronie scismatiche del Movimento Cinque Stelle si parla di conflitti fra Grillo e la base, o fra Grillo e qualche figura di spicco del Movimento. Ma questa volta ho provato ad immaginare uno scontro fra le altre due punte del partito: Di Maio e Di Battista.

In un momento in cui la figura di Grillo diventa irrilevante per il partito (magari viene esautorato, magari si ritira, magari è in carcere, magari è morto, magari si disillude per il suo stesso partito), i due iniziano a mostrare conflitti ideologici su parecchi temi. Di Battista si mostra favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, Di Maio contrario. Queste piccole differenze col tempo si ingigantiscono man mano che i due si accorgono di coagulare attorno a sé le due differenti ale (prima indistinte) del partito: quella di Sinistra (Renziani delusi, Socialdemocratici, post-comunisti) e quella di Destra (Berlusconiani delusi, liberali, legalisti, conservatori non xenofobi, nazionalisti moderati). Di Battista inizia a proporre una dialettica di sinistra e fare proprie tutte le battaglie e gli sglogan tipici: diritti dei lavoratori, reddito di cittadinanza, pensioni, wellfare, sanità, diritti civili per gli omosessuali, legalizzazione di droghe leggere ed eutanasia. Nel cercare di rubare più voti possibili al PD e al crescente Si finisce anche per ritrattare sull'Europa, spostandosi sull'asse LEFT in stile Tsipras "Non è che vogliamo lasciare l'Europa, la lasceremo solo qualora questa si dimostri irriformabile", e favorisce l'integrazione dei migranti. Di Maio invece decide di attirare gli elettori di destra: esacerba le posizioni anti-europeiste, si allinea con Putin, Le Pen, Farage, Trump, Assad, Kim Jon Un, l'Iran e la Cina. Riprende le posizioni leghiste sull'affondare i barconi, si lascia andare a frasi xenofobe sui Rom. Il legalismo tipico del Movimento Cinque Stelle viene portato alle conseguenze più forti: lotta contro gli sprechi e l'onestà, lotta all'evasione fiscale e alla criminalità organizzata. Al tempo stesso viene portato avanti un piano economico liberale, con tassazione al 14% per tutti e diminuita pressione fiscale sulle piccole imprese. Di Maio si presenta come il nuovo volto della destra: pulita, severa, forte. Di Battista è il nuovo volto della sinistra: carico, estremo, giovanile.

I due non si risparmiano neanche frecciatine personali ai parenti, alle responsabilità del caso Raggi (con Di Battista che ironizza "Di Maio non si accorgerebbe neanche di un UFO sulla sua casa"), sui ruoli nel partito (con Di Maio che rilancia sprezzante "Io ho servito gli italiani, lui si fa i giri in motocicletta a spese nostre").
I grillini sui social si spaccano. C'è chi sostiene Di Battista, chi Di Maio, chi cerca di ricucire la ferita, chi è nostalgico di Grillo e dice "Quando c'era LUI", chi viene deluso da queste faide interne e si dirige verso altri lidi.

Alla fine si arriva alla spaccatura. Se non sarà una Primaria a decidere il vincitore, probabilmente sarà Di Maio a tenersi il partito (essendo lui il volto politico e parlamentare del Movimento). L'alternativa è che Di Battista faccia a là Renzi, diventando segretario del Partito e scomunicando Di Maio che è in Parlamento.
In ogni caso nascono due partiti opposti, entrambi accomunati dalla lorra alla "casta" ed alla corruzione, ma contrapposti in tutti gli altri ambiti.

Uno entrerà in LEFT, l'altro nei Populisti Europei. Di Maio si allea con Salvini, Meloni e compagnia. Di Battista con Bersani, Vendola e compagnia. Se Renzi non è il leader del PD, è possibile un'alleanza di sinistra con grandi numeri, in caso contrario il conflitto fra i due sarebbe troppo severo per iniziare un'alleanza.

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Così gli ha risposto Federico Sangalli:

Giacché le posizioni dei 5 Stelle sono senz'altro onorevoli, ne sono sicuro, ma purtroppo a me totalmente inconoscibili (nel senso che tra contraddizioni, mancanza di una struttura organica, mancanza di regole e programma definito, assenza di posizioni più o meno gerarchico-decisionali o di qualcuno che abbia il potere di fare qualcosa che non sia l'onnipresente e incandidabile Grillo e la completa penuria di linee guida di carattere ideologico-idealistico o anche solo di una base culturale di riferimento che possa essere usata per comprenderne le future mosse o l'atteggiamento verso le varie questioni per il Movimento rimane un gran punto di domanda) credo che Di Maio incarni la "Destra" nel senso che é il più establishment, il più istituzionale, più Palazzo che Piazza insomma, mentre Di Battista é la "Sinistra" nel senso che é più un capopopolo masaniellano, più folla che salotto, più Piazza che Palazzo quindi. Forse anche per questo mi é parso sempre il più sincero in quella confusa combriccola che sono i M5S. Mi chiedo infine dove finirebbe Fico, leader degli ultraortodossi della prima ora e spesso spostato su posizioni di estrema sinistra. Un piccolo movimento giacobino forse?

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La parola ad Alessio Mammarella:

Finora abbiamo immaginato dei partiti ucronici nell'ambito di qualche nazione immaginaria... ma sempre con ispirazione basata su qualche partito realmente esistente. Ciò che ho provato a fare stavolta, e che vorrei proporre a tutti come gioco ucronico, è inventare un partito con nome/simbolo/programma che sono al 100% originali. Vi andrebbe di proporre il vostro partito "dei sogni" con la vostra personale "agenda"? Questa è la mia proposta, vedetela pure come un esempio per il "gioco"...

Collocazione "geografica":
"Avanti", come si evince dal nome è un partito progressista, quindi si colloca a sinistra.

Spiegazione del simbolo:
il nome scritto in rosso il colore della passione e dell'energia, che sono sempre condizione necessaria per ogni cambiamento degno di nota.
Il fondo verde, oltre che fornire il massimo risalto cromatico con la scritta, richiama anche l'immagine del "semaforo verde" nonché last but not least, l'interesse per l'imprescindibile questione ambientale. La rosa bianca stilizzata richiama sia la legalità (rosa bianca simbolo di purezza) sia la vocazione democratica (la Rosa Bianca è stata una organizzazione antinazista non-violenta). I colori sono gli stessi della bandiera italiana, ma si tratta di una coincidenza, non di un effetto cercato.

Programma:
il programma (che non si ispira in alcun modo a quello dei partiti reali, ma cerca anzi di differenziarsi per originalità) segue una impostazione pragmatica mirata a risolvere i problemi più urgenti/importanti del paese e far funzionare meglio i servizi pubblici. Ispirandomi ai tre colori del partito, ho raggruppato le voci del programma in tre sezioni.

Sezione Verde: Transizione ecologica
- Potenziamento della capacità di produzione dell'energia con fonti rinnovabili, anche con il ricorso su scala massiccia all'eolico off-shore.
- Piano straordinario di lotta contro il dissesto idrogeologico e valorizzazione del legno come risorsa per rilanciare le aree forestali economicamente e ridurre gli incendi.
- Programma di sostegno al cambiamento per le aziende agricole e zootecniche messe in difficoltà dai cambiamenti climatici.

Sezione Bianca: Giustizia, legalità e pace
- Revisione complessiva del codice penale, con distinzione dei reati sulla base del contenuto violento e della conseguente pericolosità sociale; progressiva sostituzione del carcere con due tipologie di strutture: residenziale "senza sbarre" per i detenuti a bassa pericolosità; sanitaria per i detenuti più pericolosi e bisognosi di lavoro psicologico.
- Unificazione di Polizia di Stato e di parte dell'Arma dei Carabinieri (quella che svolge compiti da polizia comune) in un corpo unificato e riorganizzato in modo da eliminare inefficienze e reparti doppi.
- Riduzione numerica dell'Esercito e minori spese militari complessive.

Sezione Rossa: Progresso e coesione
- Unione Fiscale nell'ambito della UE o quantomeno dell'Eurozona.
- Riforma tributaria, con tassazione più vantaggiosa sui redditi da lavoro e più severa sulle rendite.
- Impostazione di un sistema di educazione obbligatoria degli adulti mirato ai disoccupati, con formazione professionale ma anche coaching psicologico e civico.

Fin qui la mia proposta. Se volete, attendo le vostre.

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E ora, l'ennesima trovata di aNoNimo. Attenzione: è solo un divertissement!

Papa Francesco ha affermato "Prima l'umanità", esprimendosi dichiaratamente contro il "prima gli Italiani" di Salvini. Non è la prima volta che i due sono in attrito ideologico (e chi lo nega mente sapendo di mentire), non è neanche la prima volta che Papa Francesco si espone nel fronte anti-Salviniano (ricordiamo i selfie con la spilla "Aprite i porti"). Ma è la primissima volta che il Papa prende in maniera esplicita e alla lettera la frase del politico di riferimento attuale. Per la cronaca, non era avvenuto con Renzi ai tempi delle Unioni Civili, né con Berlusconi, né ai tempi del Divorzio si era mai arrivati a qualcosa di così diretto. Sappiamo anche che Papa Francesco non è alieno alle scomuniche (ricordiamo i mafiosi). Matteo Salvini fino ad ora poteva essere un ennesimo politico anti-cristiano come ce ne sono tanti. E un ennesimo politico anti-cristiano che si proclama cristiano, come ce ne sono pochi. Ma con la "consacrazione alla Vergine" della sua campagna elettorale, si segna un punto di rottura importante. Abbiamo un politico che afferma esplicitamente "La Madonna sta con me". E' una presa di posizione che neanche ai gloriosi tempi della Guerra Fredda si faceva in modo così spudorato. La Santa Sede e la Politica Italiana non sono mai state così distanti. Il POQ (Point of Question) è quest(i)o(n): che succede se Papa Francesco scomunica Salvini? Mi diverto ad immaginare lo scenario:

E' mattina presto. Papa Francesco fa la sua Messa. Alla fine della quale annuncia "I politici italiani sono da tempo distaccati dai bisogni della popolazione. Questa non è una novità e la Chiesa da sempre lamenta questa presunzione, che peggiora da anni. I valori anti-cristiani e violenti sono ora al comando del paese, e sebbene vi siano elementi genuinamente cristiani e con buone intenzioni, il potere temporale non può e non deve imporsi su quello spirituale. Matteo Salvini si è posto al di sopra della Madre Chiesa, e come un violentatore si è appropriato della santità di Maria madre dei cristiani. Egli non è più in comunione con Roma. E' scomunicato. Preghiamo per la sua fede affinché si ravveda".

I giornali esplodono, letteralmente (alcuni computer esplodono per la quantità di notifiche). I titoli, a seconda della fazione, cambiano. Il Manifesto proclama "Compagno Francesco" dopo averlo criticato appena eletto. Il Giornale e Libero titolano rispettivamente "Perché Bergoglio è Satana" e "10 motivi per cui ateo è meglio". Il Fatto Quotidiano si esprime "Il Vaticano abusivo: inchiesta sui preti pedofili". I blog ultra-conservatori e della destra cattolica fanno ginnastica mentale per cercare di dimostrare che con "è scomunicato" il Papa non intendeva scomunicare formalmente. Due secondi dopo prendono una frase detta al cesso di Pio II come prova inconfutabile del Creazionismo Ex Cathedra. Il Blog "Crocevia" proclama la totale scissione dalla Chiesa Cattolica ed afferma "Siamo gli unici cattolici in Italia".

I politici si esprimono, Mentana ha le occhiaie per la sua diretta continua, tutti dicono la propria. Il grande assente è proprio Salvini, che non si è visto e nessuno riesce a localizzare o fotografare. Tutte le pagine leghiste sono in "No comment". Tutti si chiedono che fine ha fatto Salvini. Di Maio commenta "Fosse il momento di una autocritica". Conte dice "I rapporti tra Vaticano e Roma non sono mai stati così solidi". Il Ministro Fontana viene trovato impiccato nella sua stanza. Pillon invece corre urlando in aramaico antico nudo per le strade di Roma, gli viene diagnosticato un attacco acutissimo di schizofrenia da shock. Adinolfi invece si schiera con il Papa "Ha ragione, Salvini non è stato abbastanza conservatore e non ha reso illegale l'Aborto. Giusta la condanna del Santo Padre". Quando gli viene spiegata la verità, implode in un Buco Nero.

Alla fine il grande assente, Salvini, fa una diretta su Facebook "Un saluto a tutti, mi trovo qui nelle campagne di Urbino, uno dei borghi più belli d'Italia. Ho saputo che i poteri forti ancora una volta sono contro di me. Ma io ho la Madonna dalla mia, triste vedere che qualche massone in Chiesa non ce l'abbia. Bacioni a Papa Francesco, rivedremo gli accordi per la protezione del Vaticano dalle forze terroristiche e daremo un'occhiata allo IOR".

Sotto i commenti di Salvini si scatena il putiferio. Sono tutti con lui.

Una sfilza di grandi cattolici sostiene Salvini internazionalmente: Donald Trump, Vladimir Putin, Erdogan, Kim Jong Un e persino il principe Saudita. La sua live però causa una spaccatura: non è stato speifico quando ha detto "qualche Massone". Alcuni lo interpretano come "il Papa". La Lega chiarisce che Salvini parlava di "Cardinali corrotti", ma Salvini non dice nulla e il dubbio fomenta l'idea. La palla passa a Bergoglio. Salvini si fa vedere a Messa, dove prova a fare la comunione. Il Prete, che ha più volte lanciato occhiate al ministro come a dire "Cazzo ci fai qua?", al momento dell'eucarestia si blocca imbarazzato e dice "Lei non può accostarsi a Cristo". Salvini risponde "Io sono un cattolico credente e praticante, ho diritto a fare la comunione". Il prete risponde "lei è scomunicato". Lo scambio tra i due viene ripreso. Il Prete sdegnosamente dopo un po' si stufa e lascia stare Salvini proseguendo di fronte a lui a distribuire le ostie. Salvini tenta di disturbare il prete ulteriormente, poi si allontana vociando.

Salvini fa sapere "La politica è entrata ufficialmente nella Religione. Questi preti comunisti pagati da Soros non la passeranno liscia. Da questo momento è istituito un numero verde. Se il vostro prete fa politica potete denunciarlo al Ministero dell'Interno e faremo degli accertamenti. Viene votata una legge che "vieta ai preti di fare proselitismo in materia di Immigrazione, giudizio sulle cariche alte dello stato e sulla condotta morale dei politici". La norma ovviamente non passa. Ma Salvini dice che intende mettere la fiducia. I Grillini, che sanno di essere condannati in caso di eventuali elezioni, la appoggiano con un margine ristretto.

Bergoglio proclama ufficialmente, quando viene diffuso il video di Salvini che prende la comunione ad una messa non regolare "Chi offre una falsa comunione, è a sua volta scomunicato. Il partito pagano noto come Lega Nord ha cercato di mettere il bavaglio alla Chiesa su cosa dire e cosa non dire. E' in atto un Non Expedit ufficiale."

Viene chiarito: votare Lega è peccato mortale. I Deputati leghisti e sindaci, a meno che non si proclamino dissidenti, devono farsi assolvere da un Vescovo. Salvini è scomunicato.

Salvini urla in live: "Il governo andrà avanti per la sua strada, l'Italia è un paese cattolico e questo anti-papa non ci rappresenta. La Chiesa dovrà pagare tasse speciali e i preti che fanno politica saranno multati".

La situazione continua a peggiorare. Si formano piccole chiese "Autoctone" che chiedono l'ammissione ai concili ortodossi, i quali cautamente rifiutano. La maggior parte dei cattolici ovviamente non fa scisma. Ed anzi, condanna la Lega che è in minoranza. Eppure anche i cattolici leghisti iniziano a dare segno di cedimento: Salvini è dato al 25% e in calo. La Meloni inizia a fare proselitismo "Fratelli d'Italia nuovo polo per il cattolicesimo conservatore. Il Papa ha esagerato ma Salvini gli sta dando ragione". Cerchiobottismo puro. Berlusconi dice "Cribbio, io sono favorevole alle sacerdotesse, spero non mi scomunichi!".

Zingaretti commenta: "Fono forprefo che Falvini non capifca che il fuo populifmo kfenofobo è antitetico al criftianefimo. La focialdemocrafia è l'unica vera efpreffione politica del criftianefimo autentico. Vi prego non fatemi dire altre eFFe". Di Maio fa votare sulla piattaforma Online "Dobbiamo sostenere il nostro amato alleato Salvini o essere ignobili papisti di m@@@@?". La rete stavolta non si fa raggirare dal tono neutralissimo dei referendum online e, prendendo la cosa a scherzo, stravince la seconda. Grillo annulla il voto online e detta linea.

Salvini prepara una serie di leggi anti-clericali. Non mette tutto (togliere il crocifisso dalle scuole) perché non vuole perdere il suo elettorato più crudo e puro, che non è esattamente lì lì con Charles Darwin. Ma prende un po' di roba da sinistra. La legge più eclatante è il modello cinese: La CEI deve giurare di non esprimersi su alcuna legge politica (direttamente o meno) e deve giurare fedeltà al presidente della repubblica e la costituzione. La legge sta per venire discussa. Palla a Bergoglio.

Papa Francesco tranquillizza gli animi: Non ci sarà una scomunica per i politici che votano a favore della legge. Afferma di pregare per l'anima di Salvini, verso il quale pronuncia Anatema. La cosa, sorprendentemente, gli è favorevole. La Legge non passa, i politici non si sentono "Minacciati" dal clericalismo e si sentono dunque liberi di votare di testa. Crolla il governo. Salvini è al 13%, peggio di Renzi e Di Maio ai rispettivi picchi di insuccesso.

Salvini dice in Live "E basta con le solite filastrocche: I diamanti in Tanzania, le lauree in Albania, i soldi della camorra, la morte di Saviano, la scomunica, gli insulti ai terroni. Sì, Salvini ha fatto degli errori, e allora? Sono pronto a cambiare". Salvini fa percorsi di penitenza, viene ripreso a pregare il rosario. La Meloni intanto è sorniona "Noi siamo in piena compatibilità con la Santa Sede, a cui chiediamo toni meno duri". La Meloni è al 20%.

Salvini viene in pellegrinaggio a piedi nudi fino a Roma. Qui cerca di ottenere una visita da Papa Francesco, il quale si rifiuta di vederlo perché "Deve pregare". Su consiglio degli esperti di marketing, Salvini dice "Non smetterò di rimanere inginocchiato qui fuori fino a quando non vedrò il Santo Padre".

Francesco, ben memore dei bei tempi, lo fa rimanere fuori al freddo due giorni e due notti. Poi lo accoglie.

Salvini, stremato ed esausto, può entrare. Si inginocchia chiedendo il perdono per i suoi peccati. Papa Francesco lo confessa di persona. La confessione dura UN'ORA. Salvini esce paonazzo e Francesco ha un sorrisetto sulla faccia che i giornali non mancano di identificare. Salvini annuncia pubblicamente: "La Lega Nord donerà spontaneamente 49 milioni alla Chiesa Cattolica. Io personalmente espierò i miei peccati andando in Nigeria, a prendermi cura dei meno bisognosi". Vittorio Feltri è ricoverato d'urgenza. Il suo fegato è di dimensioni sovraumane ed è letteralmente in combustione spontanea. Tutto torna come prima: la Lega al 4% che riprende a parlare di autonomia leghista e paganesimo, Salvini fuori da posizioni di potere, Berlusconi al comando reale della destra, il Movimento Cinque Stelle che cerca di riprendersi. L'opinione pubblica su Papa Francesco, dopo l'iniziale dubbio, cresce di mese in mese dopo questo evento. Marco Damilano dice "E' sorprendente che tutti i politici, tutti i giornalisti e tutte le istituzioni italiane e non si siano opposte a Salvini senza riuscirci, e alla fine l'unico che ce l'ha fatta è stato il Papa. Forse siamo davvero ancora al conflitto tra Guelfi e Ghibellini". Scalfari commenta "Malgrado tutto, la guida cattolica del paese si è manifestata nei momenti di maggiore dubbio ideologico. Era dai tempi del fascismo che l'Italia non sentiva un chiaro impegno politico della Chiesa. Papa Francesco sarà sicuramente ricordato come l'uomo più potente del ventunesimo secolo. Sto per avere un infarto, aiutatemi".

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E ora, ecco quanto ci ha scritto Dario Carcano:

Piccolo dizionario di parole fraintese

Responsabilità
Parola dal significato variabile, a seconda che sia usata dalla maggioranza o dall’opposizione.
Se usata dalle forze di governo, indica la richiesta all’opposizione (o a singoli membri di essa) di cambiare schieramento e passare tra le forze di maggioranza.
Se usata dall’opposizione o da Matteo Renzi indica la richiesta al governo di farsi da parte per creare un nuovo governo più competente, più capace, più bello, più migliore.

Governo dei migliori
Entità mitologica al pari del mostro di Loch Ness, Bigfoot e della Sinistra statunitense, consistente in un governo in cui i partiti mettono da parte le proprie divergenze, i propri interessi, le promesse fatte ai propri elettori, le proprie posizioni e i propri obiettivi di breve e lungo termine per sostenere un governo composto dagli esponenti migliori della classe dirigente e politica che agisca in nome del Bene del Paese (vedi la voce Paese). A seconda del momento storico può essere guidato da un politico di “alto profilo” o da una figura tecnica estranea alla politica.
Il “governo dei migliori” smette di essere tale non appena si scopre che nella lista dei ministri ci sono nomi di politici che hanno fallito nel riformare la pubblica amministrazione a colpi d’ascia oppure credevano esistesse un tunnel tra il CERN e il Gran Sasso in cui il passaggio dei neutrini ha provocato un terremoto in Abruzzo.

Competenza
Termine che può essere facilmente frainteso, in quanto non indica l’abilità in un certo settore o la capacità di far funzionare a dovere la macchina burocratico-amministrativa dello Stato, ma piuttosto è un etichetta attribuita in base a quanto si è d’accordo con le azioni e le idee di una certa persona.
Per esempio, un ministro della Sanità che sa gestire una pandemia ma appartiene all’opposto schieramento politico sarà automaticamente etichettato come incompetente; al contrario, un ministro dell’Interno che in un anno ha fatto due decreti, esclusivamente sull’immigrazione, e ha passato la maggior parte del tempo a fare dirette su Facebook, se appartenente al proprio schieramento politico sarà molto competente.

Unità Nazionale
Vedi la voce Responsabilità

Trasformismo e Parlamentarismo
Termini strettamente collegati, usati alternativamente per commentare manovre parlamentari che rafforzano, creano, indeboliscono o fanno cadere governi. Se la manovra ha danneggiato il proprio schieramento politico, si parlerà di trasformismo e protagonisti della manovra saranno definiti traditori o voltagabbana; se invece la manovra ha favorito il proprio schieramento politico, si parlerà di parlamentarismo e protagonisti della manovra saranno definiti responsabili o costruttori.

Paese
Entità astratta in nome della quale si giustificano tagli alla spesa sociale spacciati per riforme.
Alcuni studiosi credono che la parola debba essere completata aggiungendo La parte ricca e privilegiata del P.

Buon senso (anche Senso comune)
Contrariamente all'apparenza, non indica la capacità di decidere su una situazione in maniera equilibrata e senza pregiudizi ideologici; piuttosto indica l'esatto opposto, in quanto si tratta di un etichetta usata per definire tutte quelle politiche fortemente ideologiche, generalmente molto conservatrici e in alcuni casi anche impopolari, che potevano essere considerate equilibrare solo al tempo in cui gli omossessuali erano considerati una fonte di energia rinnovabile.

Mandato popolare
Istituto di rappresentanza usato da una maggioranza per giustificare l'azione del proprio governo e dall'opposizione per delegittimare il governo in carica e le sue azioni.
Esempi
"Questo governo ha ricevuto un forte - per cambiare questo paese."
"Questo governo è privo di un -, si tratta quindi dell'ennesimo governo di non eletti."

Famiglia
In apparenza può designare un qualsiasi nucleo familiare, composto da: madre + padre + figli / zio + zia + nipoti che la madre ha lasciato alla sorella perché non in grado di crescerli / padre + padre + figli adottivi / ecc.
In realtà ha un significato molto più ristretto, in quanto indica solo ed esclusivamente quei nuclei familiari formati da: madre + padre + figli + (a volte) amante, bianchi, cattolici e di estrazione borghese.

Valori
Insieme degli elementi che costituiscono l'ideologia di uno schieramento politico, la maggior parte dei quali alla prima occasione sarà portata al banco dei pegni per potersi pagare l'ingresso in un governo politicamente affine.

Riforme
Peggioramento dello stato delle cose e riduzione dei diritti sociali venduto come miglioramento della situazione esistente, spesso con l'ausilio di inestricabili contorsioni mentali. Generalmente il miglioramento c'è solo per pochi privilegiati (vedi la voce Paese).
Es. "Abbiamo riformato il mercato del lavoro aumentando la facilità con cui le imprese possono licenziare, affinché le imprese possano assumere più facilmente..."

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Ma ora, veniamo a una proposta davvero ucronica. Nel novembre 2019 è stato pubblicato il seguente sondaggio effettuato dall'istituto BiDiMedia che ha chiesto ad un campione di intervistati "cosa votereste se si tenessero oggi le elezioni 1983, con i partiti di allora?" Ecco i risultati:

Come è possibile evincere immediatamente dalla grafica, i due principali partiti della Prima Repubblica (DC e PCI) crollerebbero rispetto ai consensi passati. Ad emergere sarebbe difatti il Movimento Sociale Italiano, lo schieramento di destra per eccellenza di quel periodo, e le formazioni storiche minori del PLI e del PSDI, mentre solo il PSI resta su valori molto simili ad allora. Gli altri partiti a segnare una crescita sono invece i Radicali, Democrazia Proletaria e i partiti regionali delle minoranze linguistiche, che nel 1983 non andavano oltre ad un 1% scarso sommate assieme.

Supponiamo che questi risultati non siano quelli delle elezioni del 1983, ma di una tornata di elezioni politiche avvenuta proprio nel 2019, con i partiti e la legge elettorale della Prima Repubblica. Abbiamo (tra parentesi ho messo i possibili leader ucronici):

Movimento Sociale Italiano (Giorgia Meloni): 19,6 %
Partito Comunista Italiano (Nicola Zingaretti): 18,9 %
Democrazia Cristiana (Matteo Renzi): 17,4 %
Partito Socialista Italiano (Bobo Craxi): 12,5 %
Partito Radicale (Emma Bonino): 7,0 %
Partito Liberale Italiano (Carlo Calenda): 6,3 %
Partito Socialista Democratico Italiano (Renato d'Andria): 5,5 %
Democrazia Proletaria (Maurizio Acerbo): 4,7 %
Partito Repubblicano Italiano (Corrado De Rinaldis Saponaro): 4,6 %
Regionalisti e Altre liste: 3,7 %

Come si vede, qui nessun partito raggiunge il 20%, e ciò rende arduo formare un governo. Comunque, immaginiamo alcune possibili coalizioni.

DC – PSI – PLI – PSDI – PRI (Pentapartito 2.0): 46,3 %
MSI – DC – PLI – PRI (Centrodestra): 47,9 %
PCI – PSI – PR – PSDI – DP (Fronte di Sinistra): 48,6 %
PCI – DC – PSI – PSDI (Centrosinistra): 54,3 %
PCI – DC – PSI – PLI – PSDI – PRI (Fronte Repubblicano Antifascista): 65,2 %

Mi conforta vedere che, nonostante l’MSI sia il primo partito, sarebbe comunque isolato e incapace di arrivare al governo. E soprattutto che le forze costituzionali sarebbero quasi i due terzi del Parlamento (ci metterei la firma per un risultato elettorale così!). Le uniche coalizioni che avrebbero la maggioranza per governare sarebbero una coalizione di centrosinistra con comunisti, democristiani, socialisti e socialdemocratici, oppure una coalizione “ampia” che includa i partiti del CLN (più i repubblicani). In ogni caso sarebbe indispensabile un patto tra la DC e il PCI (anche se è difficile che nel 2019 il PCI arrivi completamente digiuno di esperienza al governo nazionale).

Che ne pensate??

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Gli risponde Alessio Mammarella:

Il fatto che nessuno dei partiti superi il 20% dei voti, e che i primi due siano divisi da uno scarto minimo, mi fa pensare che comunque il Presidente della Repubblica si sarebbe sentito libero di ignorare la questione del "primo partito" e il presunto diritto del suo leader a essere individuato come prima opzione per Palazzo Chigi. Potremmo immaginare una Giorgia Meloni furente, che sostiene di essere stata defraudata della sua "vittoria" solo perché donna e madre in una politica dominata dagli uomini.
Per quanto riguarda le coalizioni, credo sia interessante considerare l'appartenenza dei vari partiti italiani a quelli europei, perché la comune appartenenza a un europartito potrebbe essere un fattore di facilitazione delle alleanze politiche. Vediamo un po' la situazione:

- il Movimento Sociale potrebbe appartenere, a seconda dell'evoluzione politica vissuta, all'ECR (il raggruppamento conservatore di cui fa parte effettivamente Fratelli d'Italia) oppure a ID (l'estrema destra dell'Europarlamento, dove per l'Italia siedono i leghisti); ciò non è irrilevante, perché nel primo caso il MSI potrebbe anche essere considerato eligibile per una coalizione di "centrodestra", nel secondo probabilmente sarebbe considerato ancora fuori del cosiddetto "arco costituzionale";
- il PCI certamente apparterrebbe al gruppo S&D insieme al PSI e quindi è possibile che i due partiti seguano una stretta cooperazione, formando in pratica un blocco del 30% idoneo come ancoraggio forte di una coalizione di governo;
- la DC avrebbe fatto parte, come sempre nella sua storia, del gruppo EPP; coerentemente con la sua storia, e anche con le scelte della CDU che è egemonica fra i popolari europei, la DC potrebbe guardare in via prevalente a sinistra anche se una sua corrente (penso a coloro che nella realtà fanno parte di Forza Italia) potrebbe essere in buoni rapporti con il MSI con conseguenti tribolazioni interne;
- Radicali, liberali e repubblicani farebbero probabilmente capo a Renew Europe, quello che nelle precedenti legislature si chiamava "ALDE"; in realtà mi lascia perplesso la percentuale di voti associata nel sondaggio a questo genere di partiti: in totale quasi il 18% a partiti di tipo centrista/laico/liberale, che hanno sempre fatto registrare percentuali piuttosto basse. Nella I Repubblica, in media PRI+PLI+radicali non superavano il 6-7% tutti insieme, e se guardiamo le ultime europee, partiti di questo tipo hanno ottenuto consensi decisamente modesti;
- il PSDI rappresenta un elemento di incertezza... tenendo fede al suo nome ed alla sua tradizione avrebbe dovuto avere un rapporto privilegiato con PSI e PCI, ma considerando il complessivo spostamento verso il centro dei partiti di sinistra il PSDI sarebbe anche potuto arrivare a posizioni pressoché identiche a quelle del "centro laico" (che in questo caso sarebbe arrivato alla percentuale record del 23,4% come se in Italia ci fosse stato "En Marche"); penso che sarebbe potuto diventare, per questa sua posizione particolare, il trait d'union fra i partiti socialdemocratici e quelli centristi laici.

In conclusione, io penso che la coalizione di governo sarebbe potuta essere: PCI-PSI-PSDI-Radicali-PRI-PLI (54,8% dei voti; 345 deputati; 170+ senatori). Mattarella avrebbe potuto scegliere come Primo ministro Emma Bonino (silenziando così le polemiche pseudo-femministe di Giorgia Meloni). Quando alla DC, sarebbe rimasta fuori da una coalizione di governo a causa di vari fattori:

- la tenuta interna del partito (il malumore di una corrente interna che da molti anni propende per sganciarsi dal PCI e costruire una coalizione di centrodestra, con il rischio continuo di scissione);
- le inchieste giudiziarie su Renzi (se in questa linea temporale non c'è stato Berlusconi, i cittadini saranno meno assuefatti ed indifferenti alle inchieste giudiziarie sui politici);
- le divergenze su bioetica e diritti civili con gli altri partiti della costituenda compagine di maggioranza (che in caso di esecutivo Bonino immagino sarebbero stati temi di assoluta priorità).

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Dario però obietta:

L’MSI penso che, archiviata la fase finiana di moderazione e costituzionalizzazione (che senza Berlusconi finirebbe nel nulla), tornerebbe su posizioni estremiste e fortemente euroscettiche simili a quelle della lega salviniana; credo quindi sia più probabile sieda in ID assieme alla Le Pen piuttosto che in ECR assieme ai tories inglesi.

Sul PSDI credo che il gruppo più probabile sia Renew Europe assieme agli altri centristi laici, che non i socialisti europei coi comunisti e i socialisti, perché ciò sarebbe coerente col progressivo spostamento al centro del partito.

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Alessio torna alla carica:

Credo che tutte e due le cose che ha osservato Dario siano compatibili con una DC più orientata verso destra, quindi immaginiamo che la DC, pur essendo guidata da Renzi, abbia più o meno le posizioni politiche di Forza Italia. E del resto, se al 18% del PCI (che più o meno corrisponde ai voti del PD) bisogna poi aggiungere oltre un 35% per altri partiti di centrosinistra (PSI 12,5 + radicali 7 + PRI 4,5 + PLI 6,5 + PSDI 5,5 = 36%) non si può immaginare che anche la DC sia a indirizzo progressista.

Mi resta il dubbio di come, in un paese dove circa un 20% dei voti va a un movimento antisistema come il Movimento 5 Stelle, possano poi spuntare così tanti voti per partiti europeisti, atlantisti e pro-Confindustria. A meno che lì dentro non siano finiti i voti degli elettori PD, e siano stati invece proprio gli elettori pentastellati a indicare che avrebbero votato PCI.

In questo secondo caso, potremmo anche immaginare che il PCI abbia effettuato un percorso parzialmente diverso e si sia meno "imborghesito" rispetto alla home line. Se però il PCI è più progressista potrebbe essere in conflitto, sui temi economico-sociali, con partiti come radicali e PLI.

Allora forse dovrei cambiare idea e pensare che il PCI pur abbandonando il campo della sinistra "rossa" abbia rifiutato di convergere con i socialisti nel campo socialdemocratico. Potremmo essere di fronte a una scelta creativa dell'ex maggior partito comunista dell'Europa occidentale di diventare un partito "verde"? PCI trasformato in partito eminentemente ecologista che tiene una sua linea più specifica. In questo caso, ci sarebbe un 50/50 di probabilità fra:

- coalizione PCI-PSI-PSDI- Radicali-PRI-PLI;
- coalizione PSI-PSDI-Radicali-PRI-PLI-DC.

La prima coalizione sarebbe maggiormente impegnata sui temi della laicità della libertà sessuale, della bioetica (e dunque fuori i cattolici della DC, di opinione diversa rispetto al resto della maggioranza).

La seconda coalizione sarebbe maggiormente impegnata sui temi socio-economici (e dunque fuori quelli del PCI, che aspirano a livelli di spesa sociale su cui il resto della coalizione non sarebbe d'accordo).

In ogni caso, una componente stabile della maggioranza con il 36% dei voti, con l'aggiunta di uno dei due partiti maggiori. Un po' anomalo il fatto che i piccoli partiti sembrerebbero dominare sui grandi, nel gioco politico...

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Dario aggiunge:

Ho provato a scrivere una possibile storia del PCI se esistesse ancora nel 2020, potete leggerla a questo link. Voi che ne dite?

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Federico Sangalli però non si mostra completamente soddisfatto:

É un'ucronia molto ben fatta e si vede che l'autore ci si è messo di impegno, però non ne condivido lo sviluppo.
In primis c'è la questione dell'alleanza tra comunisti e democristiani nel 1992: con il quadro che è identico all'HL (la DC sotto il 30% come nella nostra storia, i socialisti delusi) salvo che quel 6% scarso che votò Rifondazione qui voterebbe PC, tenendo il principale partito di sinistra sopra il 20%. In queste condizioni non si capisce perchè il quadripartito uscente DC-PSI-PSDI-PLI perda la maggioranza risicata che ottenne in HL. Ma ponendo anche che ciò avvenga la DC non si sarebbe mai rivolta al PC, non come prima scelta almeno: nel 1992 il partito era saldamente in mano al CAF e questo non aveva alcuna intenzione di concedere spazio ai comunisti. Qualcuno potrebbe pensare che una qualche opposizione interna avrebbe potuto emergere e fare l'accordo, sulla scorda di quanto avvenuto negli Anni Settanta tra Moro e Andreotti, ma sbaglierebbe: l'opposizione ad Andreotti c'era già ed era Forlani il quale però, essendo un'opposizione di potere e non di ideologia, aveva fatto delle larghe intese interne con il Divo per chiuder fuori De Mita. Lo si vide proprio nelle elezioni presidenziali di quell'anno quando tra i democristiani si contrapposero allo sfinimento proprio Andreotti e Forlani, finché la bomba di Capaci non portò all'elezione di Scalfaro. Se il quadripartito avesse perso la maggioranza l'opzione più probabile sarebbe stata una riedizione del famigerato pentapartito con il ritorno del PRI. Se anche questo non fosse bastato sarebbe stata la volta della Lista Pannella, che non ha mai rifiutato una bella ammucchiata, e poi dei Verdi e degli autonomisti. Quindi l'MSI della nuova gestione Fini sarebbero stati approciati. Solo e solamente dopo che tutte queste iniziative si fossero dimostrate vane oppure insufficienti a garantire i numeri, si sarebbe potuto parlare di un governo con un coinvolgimento delle sinistra sinistre. Ma escludo che Andreotti e Forlani possano permettere una tale alleanza prima in assenza dello sfacelo del partito (sfacelo che in HL li costrinse a dimettersi e permise a Martinazzoli di fare l'accordo in tempo per le elezioni del 1996).
In secundis c'è una concezione monolitica del PC che, per quanto comprensibile dato il POD, appare irrealistica. Il Partito Comunista subì scissioni in periodi molto più tranquilli ideologicamente e con la comodità di stare all'opposizione (ricordiamo, per dirne una, quella del Manifesto). Qua il PC è al governo per un decennio e compie scelte politiche anche molto diverse dal suo repertorio ideologico: partecipa alla Guerra del Kosovo e a quella inn Afghanistan, vara massicce privatizzazioni, introduce tasse e persino prelievi forzosi dai conti correnti. Ora, date le condizioni economiche del paese, è uno scenario comprensibile ma si sottovaluta il disagio di un elettorato che finalmente vede i suoi beniamini arrivare al governo dopo quarant'anni di battaglie e fare così e così diciamo. Non dimentichiamo che in questa TL Bertinotti e compagnia sarebbero ancora dentro il partito. E secondo voi Bertinotti, che non ha esitato a causare la scissione del suo micro-partito per testardaggine ideologica, non avrebbe fatto almeno una levata di scudi contro una linea politica del genere?
In terzo luogo si immagina una stabilità tipica di molte nazioni ma non dell'Italia. Al netto del fatto che i governi durano una legislatura senza problemi, poi vengono addirittura riconfermati. Vale per il centrosinistra nel 1997 e per il centrodestra nel 2007. Questo nonostante le sopraddette polemiche e il fatto che il Governo Prodi abbia dovuto applicare misure di austerità e il centrodestra non ha Mediaset dietro a tirargli la volata.
Infine i 5 Stelle sono addirittura inesistenti: nonostante qua i partiti di fatto siano ancora pesantemente legati alla Prima Repubblica, nessun terzo polo emerge per incarnare questa novità. Niente forze anti-sistema, niente di njente.
Ah, e Salvini a metà degli Anno Novanta era già saldamente nella Lega, difficile immaginarne l'uscita (per far che poi, aderire al partito dell'Eurotassa?). Allo stesso la vedo dura per Renzi essere eletto sindaco come non comunista a Firenze, anche se potrebbe farcelo stesso come candidato di coalizione ( ma servirebbero come minimo le primarie e quindi l'introduzione delle stesse nel centrosinistra, cosa che che in HL fu appannaggio solo dell'Ulivo).

Voglio provare a buttare giù uno schema di come secondo me il Partito Comunista potrebbe sopravvivere fino ad oggi:

Il PCI nel 2021

Enrico Berlinguer è colpito da un malore durante un comizio per le elezioni europee del 1984 ma si riprende. Il PC non supera la DC ma ottiene comunque un ottimo risultato. Dopo essere andato tanto vicino alla propria dipartita, Berlinguer inizia a pianificare la propria successione, in quanto aveva già in mente di ritirarsi al congresso del 1986. Al congresso egli svela il suo successore designato: con grandissima sorpresa si tratta di Massimo D'Alema, il quale, sebbene già segretario regionale del Partito per la Puglia, membro della direzione nazionale e direttore dell'Unità, è comunque un giovanissimo, tant'è che non è nemmeno deputato. Una settimana dopo la fine del congresso il nuovo Segretario compie infatti 38 anni. Sebbene qualcuno si chieda se scavalcare candidati con più esperienza come Natta, Napolitano e Lama sia stata una buona idea, la base accoglie con entusiasmo questo giovane segretario che, noto per in regione per la sua linea anti-craxiana e favorevole a una riedizione del compromesso storico coi cattolici progressisti e per i suoi articoli sulla Questione Morale, rappresenta una rivoluzione generazionale non da poco in un partito spesso accusato di venerare la gerontocrazia.

Enrico Berlinguer saluta i giovani della FGCI mentre introduce il suo successore, Massimo D'Alema (alla sua sinistra), metà degli Anni Ottanta circa. Dopo una serie di buoni successi alle amministrative, il crollo del "patto della staffetta" tra Craxi e De Mita proietta la segreteria D'Alema per la prima volta al voto nazionale, nel 1987. Sebbene sia segretario da poco, la linea aggressiva contro Craxi e l'entusiasmo per la giovane età mentre dibatte con i vecchi leoni del pentapartito permettono al PC di ottenere un ottimo risultato: con il 31% è il miglior risultato dal 1976. Il PS, invischiato nelle dispute con i democristiani (non solo a livello nazionale ma anche locale, dopo che i cattolici hanno risposto al tradimento di Craxi silurando la giunta provinciale e comunale della capitale del craxismo, cioè Milano) e assalito a sinistra dal PC, si ferma al 13% in leggera flessione, arrestando per la prima volta una crescita continuata che perdurava dall'inizio degli Anni Settanta. La DC ha un incremento marginale ma la differenza tra la "balena bianca" e il PC è di appena due punti, la più bassa della storia repubblicana. La DC rivendica la guida del governo ma presto il CAF si adopera per far fuori De Mita e i suoi accoliti e nel 1989 riporta Giulio Andreotti al potere.

Nel PC intanto inizia la discussione sul futuro del partito: Napolitano e Occhetto premono affinché, dopo la caduta del Muro di Berlino, il Partito effettui una rivoluzione, abbandonando la vecchia denominazione marxista in favore di un profilo più socialdemocratico. D'Alema condivide queste preoccupazioni ma allo stesso tempo sa che questa mossa risultarebbe traumatica per molti militanti (con i quali si schiera anche l'ex segretario e ora Presidente Onorario del Partito Berlinguer) e vede nella proposta una sottointesa ambizione di cambio di leadership che lo vedrebbe rimpiazzato con qualcun'altro, forse proprio l'ambizioso Occhetto, magari dopo una sconfitta elettorale causata dalle divisioni. D'Alema quindi prende tempo e al congresso del 1991 rivendica il buon risultato ottenuto sotto la falce e il martello nel 1987, quindi rinvia ogni discussione a dopo le elezioni dell'anno successivo. Ligi al principio della fedeltà alla linea di partito, il resto del gruppo dirigente si accoda.

Le elezioni del 1992 sono caratterizzate da una crescente sfiducia verso i vecchi parti, simbolicamente rappresentata dalle "picconate" di Cossiga. Il quadripartito uscente DC-PS-PLI-PSDI perde la maggioranza ed è costretto a trattare con i repubblicani e coi radicali per avere una maggioranza molto risicata risicata. La Democrazia Cristiana scende per la prima volta sotto il 30%, attestandosi a un triste 28,5%. Il PS cala anch'egli all'11%. Il PC sconta l'essere un vecchio partito e il clima post-crollo del Muro, lasciando sul campo quasi quattro punti, mancando il pareggio con la DC per pochi decimali. A dare ritmo a quella che si preannuncia una caotica legislatura è la Mafia che, assassinando il giudice Giovanni Falcone nel bel mezzo dell'elezione del nuovo presidente della repubblica, porta all'elezione di Oscar Luigi Scalfaro, il "moralizzatore" che rifiuta di affidare l'incarico per un nuovo governo a un inquisito. Secondo gli accordi del CAF la guida del governo spetterebbe comunque agli indeboliti socialisti ma Craxi deve così lasciare il posto al più giovane Giuliano Amato. Nel PC Occhetto e Veltroni iniziano a chiedere un nuovo congresso, nella convinzione che la svolta socialdemocratica sia ora imprescindibile e necessaria a sorpassare la DC. Ma l'accelerazione delle vicende avrebbe presto messo in naftalina questa istanza.

- Poche settimane dopo la difficoltosa formazione del nuovo governo infatti esplode Tangentopoli. Piogge di avvisi di garanzia colpiscono i partiti "governativi" dal dopoguerra ad oggi, che si sfaldano come neve al sole. Contemporaneamente divampano le guerre di mafia, per le quali Amato è costretto a inviare l'esercito, e la speculazione internazionale approfitta della crisi del sistema politico italiano per colpire duramente la Lira. L'impatto è tale che l'Italia deve lasciare lo SME e varare una finanziaria "lacrime e sangue". Il Governo Amato, paralizzato dalle sterili liti interne e continuamente bersagliato dai franchi tiratori di questo o quel partito, viene rapidamente sopraffatto dall'incedere degli eventi. Quando viene varato il Decreto Conso per depenalizzare alcuni dei reati di Tangentopoli con valenza retroattiva, in un ultimo tentativo della classe dirigente italiana di salvarsi, Scalfaro rifiuta di firmarlo e Amato deve rassegnare le dimissioni. Il Quirinale allora avvia le consultazioni per creare il primo governo tecnico della storia italiana, presieduto dal direttore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi. Si offre ai comunisti la possibilità di partecipare, nominando dei ministri di area, se accetteranno di formare una gross koalition che tenga in piedi il nuovo esecutivo. D'Alema, che vede in questo lo "sdoganamento" dei comunisti al governo e lo ritiene un passo necessario per vincere le elezioni in un nuovo contesto non più bipolare, accetta tra le critiche dell'ala sinistra del Partito.

Ttuttavia il giorno dopo (29 aprile 1993) il giuramento la Camera respinge l'autorizzazione a procedere contro Craxi, divenuto nel frattempo il simbolo di Tangentopoli. Il paese è indignato, il PC decide di ritirare i ministri dal Governo Ciampi ma rimane in dubbio se sostenerlo o meno: D'Alema sarebbe per sostenerlo e con lui Occhetto, ma teme di essere svenato dagli attacchi da sinistra, in particolare di Ingrao e del leader della CGL Fausto Bertinotti, che invece manifestano la propria contrarietà a partecipare all'ammucchiata. Alla fine il Segretario opta per "consigliare" l'astensione ai suoi, imitando l'esempio del "governo della non sfiducia" di berlingueriana memoria, i vetero-comunisti sono indignati ma non osano abbandonare il Partito-Madre e si limitano a disattendere il "consiglio" e votare contro. Tuttavia di fatto il Governo Ciampi nasce morto, perché in possesso solo della maggioranza relativa (come in HL, seppur con margine minore) e già mezzo monco. Dopo il buon successo alle elezioni amministrative di giugno si intensificano le pressioni su D'Alema affinché "stacchi la spina" a Ciampi e vada alle elezioni. Il 4 agosto è approvata la nuova legge elettorale (Mattarellum), di fatto realizzando uno dei due obiettivi del governo Ciampi. Ma prima che possa mettere in sicurezza anche i conti il PC annuncia a sorpresa il ritiro della fiducia al governo. D'Alema fa notare come l'assenso fosse motivato dalla promessa di posizioni nell'esecutivo, ma che, dopo le dimissioni dei ministri, Ciampi non abbia cercato di ricucire, per esempio silurando il vituperato Conso, e reintegrare i comunisti nel governo. Ricorda anche come per le stesse ragioni Berlinguer si preparava a votare no al "governo della non sfiducia" e che solo l'assassinio di Moro spostò i comunisti a favore di Andreotti. Ora che la legge elettorale c'è, afferma il capo dell'opposizione, è tempo di restituire la parola agli italiani. La mossa è stata anche attentamente studiata per colpire gli ormai agonizzanti democristiani, che sono nel pieno della loro transizione dopo l'elezione del nuovo Segretario Mino Martinazzoli, e che sono quindi costretti a sospenderla per presentarsi alle elezioni. Dopo un breve giro di consultazioni, Scalfaro non può che sciogliere le camere e indire un nuovo voto in ottobre.

Le elezioni del 1993, appena un anno e mezzo dopo le precedenti elezioni, sono da considerarsi storiche: non solo seguivano la più breve legislatura della Repubblica, ma ne avrebbero segnato il futuro per anni a venire. La Democrazia Cristiana, trascinata in elezioni che non voleva e nel pieno dei suoi drammi interni sulle alleanze se a destra o a sinistra, recupera un attimo di respiro quando sigla l'alleanza con Mariotto Segni: il famoso dissidente democristiano, uscito dal partito per lanciare le sue campagne referendarie, poi aderente ad Alleanza Democratica, era insofferente verso la linea progressista adottata da AD e accetta quindi di rientrare nei ranghi cattolici a patto di non dover dire di essere capo della DC. Questa posizione si sposa alla perfezione con quella di Martinazzoli che intendeva sfruttare il voto per consacrare il passaggio a un nuovo partito cattolico post-democristiano. Così la DC, i "segnisti" di Patto Segni e i partiti minori del pentapartito formano il Popolari per l'Italia (PpI), un polo centrista con Segni candidato premier. Il PpI può contare sulla benedizione del magnate delle comunicazioni Silvio Berlusconi, a sua volta preso alla sprovvista dal voto anticipato e da tempo promotore di una formazione di centro che tenesse fuori i comunisti. A sinistra invece il PC dà vita all'Alleanza dei Progressisti, sulla falsariga del modello presentato alle amministrative: il PC centrale, con D'Alema idealmente candidato premier, a cui si uniscono Alleanza Democratica, i Verdi e il movimento dei cattolici progressisti La Rete. Restano poi fuori dai giochi ma comunque in campo Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, che riunisce gli ex missini e che, nonostante gli appelli in tal senso, è stata rifiutata come alleato da Martinazzoli e Segni, e la Lega di Umberto Bossi. Sebbene la popolarità di Segni permetta al PpI di ottenere un buon risultato, di fatto assicurando la sopravvivenza di una casa politica per i cattolici italianai, di fatto la concorrenza per i voti del centrodestra tra i popolari e i finiani gioca a loro sfavore in un sistema semi-maggioritario, assegnando così la maggioranza dei seggi all'AdP, che inoltre negozia con la Lega una certa benevolenza esterna in cambio di riforme federaliste. A 45 anni, Massimo D'Alema diventa il primo comunista a ottenere l'incarico di Presidente del Consiglio.

D'Alema entra in carica in un momento di seria crisi per l'economia italiana e deve prendere misure drastiche per salvarla: un aumento fiscale per stabilizzare la Lira, un piano di privatizzazioni, un prelievo forzoso dai conti per raggiungere i parametri europei ("Eurotassa"). Tali manovre guadagnano a D'Alema il rispetto e la fiducia internazionali ma provocano forti polemiche a sinistra, l'unica cosa che frena Bertinotti e i suoi dalla scissioni è la speranza di spuntarla al prossimo congresso. Allo stesso tempo si ottempera alle promesse fatte alla Lega varando la riforma del Titolo V della Costituzione, poi approvata via referendum. Intanto nel campo opposto si consuma l'ultimo atto della DC: alla linea "autonomista" di Martinazzoli viene imputata la prima disfatta nella storia democristiana e il segretario bresciano deve dimettersi poco dopo aver formalmente sciolto la DC per dar vita al Partito Popolare Italiano che, assieme al vecchio Patto Segni, forma Patto Popolare. Ma la nascita del nuovo soggetto è travagliata: l'arresto di Berlusconi poco dopo e le dispute tra cattolici progressisti e conservatori rendono difficile la convivenza. Alla fine è Segni ha scegliere l'alleanza con AN attraverso il famoso "patto del cavallino". I cattolici più progressisti rigettano questa scelta e una parte di essi si scindono per aderire a La Rete, sostenitori del centrosinistra. Ma anche nel quest'ultimo è tempo di cambiamenti: nel 1996 D'Alema arriva alla fine del suo secondo mandato e opta per non cercarne un terzo. Nel Partito ' "dalemiani" sono forti, grazie al prestigio di aver per la prima volta portato il PC al governo, ma anche logorati dopo le scelte che questo ha comportato. Occhetto e la corrente di chi vorrebbe unire tutte le componenti dell'AdP e abbandonare il marxismo anche di nome oltre che di fatto sceglie di cercare di incarnare questo discrimine generazionale proponendo un giovane, Walter Veltroni, che viene presentato come colui che può rieditare la "formula D'Alema" che così bene ha funzionato dieci anni prima. Bertinotti è candidato dall'ala sinistra. Un po' a sorpresa molti dalemiani convergono su Veltroni che viene così eletto. Bertinotti lascia così il partito ma, tacciato di tradimento e personalismo dai compagni, porta con sé pochi sostenitori e il suo partito ("Democrazia Proletaria per il Vero Marxismo") non raccoglierà che pochi consensi. La piccola crisi è però anche il momento perfetto per la nuova leadership per accompagnare D'Alema alla porta e inaugurare la transizione post-marxista. Così a inizio del 1997 il D'Alema II deve dimettersi (lo aveva già fatto una volta per venire incontro ai suoi critici) e lasciare il posto a Veltroni stesso. Ma il giovane e inesperto leader si ritrova ben presto intrappolato: con le elezioni a breve, non c'è tempo per lanciare riforme incisive anzi la Lega ritira il suo sostegno dopo aver ottenuto il federalismo per recuperare un po' di quell'aurea anti-sistema che gli giova tanto. Dopo pochi mesi Veltroni si ritrova così senza la maggioranza e deve a sua volta dimettersi. Scalfaro nomina allora Antonio Maccanico affinché guidi il paese alle elezioni del 1998.

- Il voto del 1998, con la Guerra del Kosovo che infiammava gli animi tra interventisti (quasi tutti) e neutralisti (Bertinotti), determina la fine dell'esperienza comunista e la vittoria dell'alleanza PP-AN. Fini ha concordato precedentemente che agli ex missini serve un po' di palestra politica per essere "sdoganati", così è Segni ha ottenere la premiership, mentre il leader missini diventa vicepremier e Ministro degli Esteri. Lo "sdoganamento" dei post-fascisti, pur riconosciuto il coraggio politico di Fini nell'assumere certe posizioni in diretta rottura con la sua storia, susciterà grandi polemiche, soprattutto in relazione all'uso della forza da parte delle forze dell'ordine durante i disordini che seguirono il G7 di Genova. Il nuovo governo attua una moderata riduzione fiscale ma in realtà non cambia di molto l'impostazione fiscale, seguendo le preoccupazioni del Ministro delle Finanze Romano Prodi per non deragliare l'adesione dell'Italia all'Euro. Nel centrosinistra invece Veltroni rimane in sella ma è molto debole e non può fare granché. Dopo una serie di sconfitte subite in voti locali e le polemiche per la sua "vocazione maggioritaria" che lo spinge a abbandonare gli alleati, Veltroni deve dimettersi all'inizio del 2000. Poiché manca un anno al prossimo congresso, la direzione nazionale opta per eleggere un reggente nella figura di Piero Fassino e lasciare la segreteria arrivare alla sua naturale scadenza. Al successivo congresso la sinistra dalemiana ( gireranno grandi voci sul fatto che D'Alema abbia lasciato apposta il passo a Veltroni nel 1996 solo per vederlo schiantarsi e bruciarsi nelle dispute interne e nelle sconfitte elettorali mentre lui sornione guardava la caduta dei suoi rivali interni) recupera la segreteria con Giovanni Berlinguer, fratello di Enrico ed ex Ministro della Sanità. L'elezione dell'ultra-settantenne Berlinguer lasciano intuire che non sarà lui il candidato premier della coalizione. Tra i nomi che circolano figurano quello dell'ex Ministro dell'Istruzione Fabio Mussi, del Sindaco di Napoli Antonio Bassolino, del suo collega di Catania Claudio Fava o quello di Torino Diego Novelli. Si parla anche di un possibile ritorno di D'Alema o di Veltroni, in una sorta di accordo di spartizione dietro le quinte. Ma non è così: all'inizio del 2003 il PC annuncia orgoglioso che lui e la sua coalizione avranno in Claudio Fava il loro candidato premier. Figlio di una vittima di mafia, Fava viene scelto come nome di compromesso che possa essere potabile anche per gli alleati, soprattutto i cattolici progressisti de La Rete e come simbolo di un'esperienza civica che i progressisti intendono replicare a livello nazionale, sia come alleanze sia come amministrazione.

Se la Guerra del Kosovo aveva tenuto banco durante le elezioni del 1998, quella d'Iraq lo fa nel 2003. Segni preferisce non commentare, nella speranza di mantenersi equidistante tra le varie sensibilità del mondo cattolico (lo stesso Pontefice si è infatti scagliato contro l'invasione non provocata scatenata dagli americani), ma questo silenzio lascia il campo libero a Fini che, come ministro degli esteri, è sempre in televisione a dichiarare che l'Italia sta con Washington. Questo, assieme alla classica attitudine italica a cambiare governo e alla delusione tra gli elettori di centrodestra circa le promesse fiscali che gli erano state fatte, portano alla vittoria dei progressisti, anche se per un margine strettissimo. Il Governo Fava si rende protagonista di numerose riforme in campo giudiziario, come l'inasprimento delle leggi contro la criminalità organizzata, il recepimento del mandato di cattura europeo e la prima legge sul conflitto di interessi in Italia. Si fa inoltre promotore di battaglie come l'acqua pubblica e la tutela dell'ambiente e di una riscoperta delle formule economiche socialiste (in particolare la nazionalizzazione di Autostrade ad opera del Ministro Bersani, dopo la scoperta di una grave forma di negligenza nella manutenzione in violazione al contratto di privatizzazione. La riforma sarebbe poi stata revocata dal Governo Fini). Molti, soprattutto nel centrosinistra, ricorderanno questa fase, dopo i turbolenti Anni Novanta e il Governo Segni (con la repressione di Genova) ma prima della crisi finanziaria, con nostalgia e affetto. Il governo comunque sconta una maggioranza stretta che ne limita fortemente il raggio d'azione, ridando fiato a chi chiedeva una svolta "maggioritaria". Questo tema è al centro del congresso del 2006, quando l'anziano Giovanni Berlinguer annuncia che non intende correre per un secondo mandato. Di fatto si contrappongono due mozioni: una, candidato segretario Mussi, propone di rafforzare l'Alleanza dei Progressisti, eventualmente presentando anche una lista unica sulla falsariga di quanto già fatto alle amministrative e durante la Prima Repubblica con l'inserimento nei ranghi comunisti degli "indipendenti di sinistra", ma col PC come perno distinto, senza fusioni con altre forze politiche; l'altra invece viene guidata dal Ministro delle Infrastrutture Pier Luigi Bersani e propone di avviare la fusione con i Verdi, La Rete e Alleanza Democratica al fine di dar vita a un nuovo soggetto totalmente socialdemocratico e non più marxista, un "campo largo di sinistra". La normalizzazione e l'assuefazione al gioco politico, nonché le pressioni dovute al sistema elettorale maggioritario, spingono a favore della seconda mozione. A ratificare il risultato che si aspettano tutti dovrebbe essere un voto dei circoli. Durante le fasi conclusive del congresso però l'ex Segretario Enrico Berlinguer, ormai 84enne, prende la parola per invitare i "compagni" a non gettare via decenni di lotte e di speranze riposte del Partito Comunista, a ricercare il confronto con le altre forze politiche e gli alleati ma senza sacrificare gli ideali del socialismo. Mentre sta parlando accoratamente l'anziano e riveritissimo ex segretario accusa un malore ma insiste per concludere il discorso finché non sono gli stessi compagni a trascinarlo giù dal palco per portarlo in ospedale. Ma non c'è niente da fare ed Enrico Berlinguer si spegne tra le lacrime di un intero popolo, quello della sinistra. Si parlerà in seguito di "effetto Berlinguer": l'emozione per la dipartita di un gigante come il "compagno Enrico" infatti ribalta tutti i pronostici e la "mozione Mussi" vince a mani basse il voto dei militanti, lo stesso Bersani ammetterà commosso di ritirare la sua proposta e di votare per quella del "compagno Mussi". Il PC rimane tale e con essa l'Alleanza dei Progressisti e il risultato blinda anche il futuro del Governo Fava. Al contrario a destra dopo la sconfitta del 2003 Segni si è ritirato a favore di Fini che è di fatto diventa il nuovo leader della coalizione. Nel Partito Popolare invece il ritiro dell'ultimo democristiano e del segretario Buttiglione aprono la strada al duo Pierferdinando Casini-Marco Follini, rispettivamente capo-delegazione/frontman e segretario.

Nonostante il buon governo le oggettive difficoltà numeriche e le dispute attorno al futuro del marxismo hanno indebolito la coalizione. Inoltre proprio nel 2008 l'Europa è investita dalla recessione finanziaria esplosa dalle speculazioni di borsa americane e l'Italia ne è particolarmente colpita. Il centrodestra, guidato dal dinamico Fini e promettendo una riduzione fiscale massiccia, vince così le elezioni. Tuttavia il governo si rivelerà tutt'altro che idilliaco: mentre le correnti cattoliche litigano dalla mattina alla sera su come pesarsi all'interno del governo, l'economia va a rotoli sotto la gestione disastrosa del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Scandali e malaffare dilagano nel governo, lo stesso Fini è investito da numerosi scandali riguardanti case all'estero donategli da alleati politici e imprenditori e intestate a dei familiari per sfuggire ai controlli. Fini poi deve fronteggiare uno stillicidio di pugnalate interne lanciate da Matteo Renzi, giovane deputato toscano che, con una campagna incentrata su amici degli amici e "rottamazione" delle vecchie correnti (ma solo di quelle a lui avverse), ha progressivamente assunto la guida del Partito Popolare. Alla fine il Governo Fini, dopo vari rimpasti, deve dare le dimissioni nel 2012 dopo aver perso la maggioranza. La Destra accuserà per sempre il Quirinale, dietro il sornione sorriso del Presidente Massimo D'Alema, di aver orchestrato la caduta del governo ma nulla sarà mai provato e rimarrà una diceria tesa ad accrescere la fama di gran manipolatore di D'Alema. Il Presidente della Repubblica poi diede l'incarico di formare il nuovo governo all'ex ministro delle finanze Romano Prodi per formare un governo di unità nazionale con una serie di ministri tecnici per traghettare il paese alle elezioni, una sorta di riedizione dello "schema Ciampi" (fu notato il paradosso che a riesumarlo fosse stato proprio l'affossatore di Ciampi nel 1993). Il centrosinistra dopo la sconfitta aveva attraversato una fase travagliata: Mussi si era trovato ad essere quello in carica al momento della sconfitta e alla fine si era dovuto dimettere. Tuttavia il sotteso che era stato l'attaccamento al marxismo a determinare la sconfitta viene respinto con sdegno da molti, che al contrario sottolineano come la crisi economica sia l'occasione giusta per mostrare lato miglior lato sociale del socialismo. Dopo le dimissioni di Mussi viene scelto un reggente che guidi il Partito fino al prossimo congresso e per tale compito viene scelto l'ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano. Al congresso del 2011 Bersani viene eletto Segretario con ampissimo mandato e , ritenendo che "questa unione nel popolo esiste già", vara le primarie di coalizione (che vince facilmente) per cementare un'unione che immagina possibile dopo le elezioni.

Le elezioni del 2013 apparivano come molto incerte: Alleanza Nazionale, dopo le dimissioni di Fini, si era affidata alla reggenza del Ministro della Difesa Ignazio La Russa prima di cercare di recuperare una verginità politica eleggendo leader la Ministra della Famiglia Giorgia Meloni, di fedele estrazione missina. Il Partito Popolare guidato da Renzi aveva incentrato la sua candidatura sulla "rottamazione" della vecchia politica. L'Alleanza dei Progressisti candida Bersani sotto lo slogan "Italia Bene Comune". Dopo la caduta di Fini e l'ascesa di Renzi, scampoli di centro e centrodestra si sono scissi, dando vita al Partito Conservatore Riformista di Raffaele Fitto, che candida il "rottamatore del centrodestra" Alessandro Cattaneo. Poco dopo comunque il PCR, visti il basso tiraggio di consensi, si associa con Italia Futura, il movimento lanciato con la "discesa in campo" di Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle. La Lega, da tempo in crisi, vede in questa apertura la possibilità di accreditarsi come il partito del buon governo del Nord e batte su questo tasto in linea con il giovane segretario Flavio Tosi. Infine fa capolino un nuovo soggetto politico, il Movimento 5 Stelle, guidato dal comico Beppe Grillo e dall'esperto di informatica e ambientalista Gianroberto Casaleggio. Grillo in passato si era candidato come "indipendente di sinistra" nel PC ma era rimasto deluso dai continui giochi correntizi che animavano il vecchio partito di Togliatti e Gramsci. Pertanto egli fonda il M5S, con una piattaforma di lotta alla corruzione, ambientalismo, democrazia diretta e digitalizzazione.

Con un quadro politico così confuso i sondaggi non danno una maggioranza chiara. Di fatto emergono tre blocchi: il vecchio centrodestra (AN-PP-PCR-IF), più la Lega, e a guida renziana; il vecchio centrosinistra (PC-AD-V-LR), guidato da Bersani; il M5S di Grillo. Tuttavia al momento del voto il successo di Italia Futura, evidentemente motivato dalla fiducia nelle capacità di questi grandi imprenditori di risolvere i problemi economici italiani, permette a sorpresa la formazione di una maggioranza di centrodestra guidata da Renzi. Questa larghissima coalizione si regge comunque per pochi voti e diventa presto tristemente famosa per l'operato di Denis Verdini, capogruppo popolare soprannominato "il tassista" per come procura i voti che servono alla maggioranza. Renzi inoltre diventa rapidamente odiato da gran parte della popolazione per il malgoverno, la sua spocchia, la sua arroganza e il suo assoluto sprezzo per le regole istituzionali. Alla fine indice un referendum costituzionale sostenendo che il problema è che il Mattarellum non era abbastanza maggioritario ma lo perde disastrosamente e deve dimettersi, pur rimanendo leader del Partito Popolare e dominus del governo. Lo sostituisce un altro cattolico, Angelino Alfano. Nel centrosinistra intanto Bersani si dimette nel 2014 per ragioni di salute, il Partito come da tradizione sceglie un reggente nella figura di Gianni Cuperlo mentre di riapre la discussione sul posizionamento del PC, anche a livello europeo, e sul rapporto con il M5S. Al congresso del 2016 l'ala centrista guidata dal "giovane turco" Matteo Orfini vorrebbe replicare Renzi, rottamando le vecchie correnti e mettersi in rotta di collisione con i grillini. Tuttavia anni di opposizione a Renzi, ulteriormente rinfocolati dalla campagna referendaria, rendono poco adatto al palato dell'elettorato del centrosinistra una candidatura riecheggiante quella del leader del centrodestra. Ma anche la candidatura di Cuperlo, sostenuto dalla vecchia classe dirigente, non convince mentre quella dei giovani, Nicola Fratoianni e Stefano Fassina, non godono del necessario sostegno tra la dirigenza comunista. Molti chiedono a Claudio Fava di scendere nella mischia e guidare il Partito che lo ha portato a Palazzo Chigi ma alla fine a prevalere è la candidatura un po' a sorpresa di Sergio Cofferati, ex sindacalista e governatore della Liguria, che come tale unisce dietro di sé vari mondi: sindacati, amministratori, locali, dirigenza, ala sinistra del partito. In vista delle elezioni ripropone le primarie di coalizione e in esse lancia la ri-candidatura di Fava come candidato premier.

Le elezioni del 2018 sono un plebiscito chiaro contro la coalizione di centrodestra, che tocca il minimo storico. In grande affanno il Partito Popolare, che viene ridotto ai minimi termini e si ritrova agonizzante e diviso in una guerra interna tra renziani e franceschiniani. Anche AN se la passa maluccio, con la Meloni che a stento contiene il dissanguamento di voti a destra e manca in favore delle formazioni più euroscettiche e populiste. PCR-IF poi collassa e si scioglie ufficialmente. Solo la Lega rimane stabile nelle sue conquiste. A rubare soprattutto voti a destra è il Movimento del Fare lanciato da Flavio Briatore, che incamera in sé le principali pulsioni personaliste, populiste, liberiste e pseudo-razziste del centrodestra. Ottengono invece ottimi risultati il centrosinistra e il M5S, che negoziano una coalizione: il primo è leggermente avanti ma il secondo pretende di non essere guidato da un politico bensì da una figura terza, che viene infine individuata nel Presidente dell'ISTAT Enrico Giovannini/nel presidente dell'ANAC Raffaele Cantone. Il nuovo governo ha poi dovuto affrontare l'esplosione dell'epidemia di Covid-19, affrontata grazie a un sistema sanitario piuttosto efficiente, e le stupide critiche negazioniste del capo dell'opposizione Briatore (poi ricoverato per Covid) ma ha ricevuto grande plauso per aver ottenuto un corposo prestito dall'Unione Europea per lanciare la ripartenza. La lotta alla pandemia e il Recovery Plan sono ancora il principale argomento del dibattito pubblico, assieme alla nascita di una nuova coalizione dei progressisti estesa ai 5 Stelle. All'opposizione invece, dopo la figuraccia sul Covid, il consenso di Briatore è collassato ma, con la Meloni ancora stigmatizzata come una vecchia politica, gli euroscettici dell'ex leghista Gialuigi Paragone in crisi dopo il varo del Recovery Fund e i popolari in piena guerra civile tra renziani e anti-renziani, si sta aprendo uno spazio a destra che potrebbe essere colmato da nuove forze politiche, per esempio dalla Lega di Luca Zaia o dalle formazioni di centro liberali come Azione dell'ex ministro Carlo Calenda.

Note dell'autore: pensavo venisse più breve, in fondo ho trascurato il lato "quirinalizio" e quasi ignorato quello internazionale, ma lo sapete che sono logorroico ;) Rispetto alla TL di Dario ci sono alcune modifiche sostanziali: il POD è retrodatato e si è cercato di mantenerlo unico, i cattolici non si scindono formalmente ma rimangono nel Partito Popolare mentre i cattolici progressisti confluiscono ne La Rete, Antonio Di Pietro non entra in politica perchè non ci sono gli attacchi di Berlusconi (ma la leggenda di Mani Pulite verrà ripescato dalla coalizione giallorossa), Salvini rimane nella Lega ma senza Forza Italia pensa di potersi lanciare al centro piuttosto che a destra, così facendo però il populismo salviniano non trova grande sbocco e alla fine è rimpiazzato dal più consono Tosi e dalla "corrente veneta" della Lega, i 5 Stelle nascono come spesso nascevano forze movimentiste opposte al rigido e stantio Partito Comunista ma come in HL i grillini da extraparlamentari che erano finiscono per entrare in parlamento e fanno una coalizione con il centrosinistra piuttosto che con i vituperati alleati di Renzi. Alla fine non sapevo se scegliere Giovannini o Cantone e li ho lasciati entrambi.

Segretari Generali del Partito Comunista Italiano:
Enrico Berlinguer 1972-1986
Massimo D'Alema 1986-1996
Walter Veltroni 1996-2000
Piero Fassino 2000-2001*
Giovanni Berlinguer 2001-2006
Fabio Mussi 2006-2009
Cesare Damiano 2009-2011*
Pier Luigi Bersani 2011-2014
Gianni Cuperlo 2014-2016 *
Stefano Cofferati 2016-...

* Segretari-Reggenti scelti dopo le dimissioni del precedente segretario.

Presidenti del Consiglio (N° di Governi):
Carlo Azeglio Ciampi 1993 Indipendente (I)
Massimo D'Alema 1993-1997 Partito Comunista (I, II)
Walter Veltroni 1997-1998 Partito Comunista (I, II)

Mario Segni 1998-2003 Partito Popolare-Patto Segni (I, II, III)
Claudio Fava 2003-2008 Partito Comunista (I, II, III)
Gianfranco Fini 2008-2012 Alleanza Nazionale (I, II)
Romano Prodi 2012-2013 Partito Popolare (I)
Matteo Renzi 2013-2016 Partito Popolare (I)
Angelino Alfano 2016-2018 Partito Popolare (I)

Enrico Giovannini/ Raffaele Cantone 2018-... Indipendente di Centrosinistra (I)

Presidenti della Repubblica:
9 Oscar Luigi Scalfaro 1992-1999 DC/PPI
10 Franco Marini 1999-2006 PPI

11 Massimo D'Alema 2006-2013 PCI
12 Sergio Mattarella 2013-2020 PPI
13 Antonio Di Pietro 2020-... Indipendente di centrosinistra

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Restituiamo la parola a Perchè No?:

Il giornale francese "Marianne" (tendenza di sinistra, più o meno, chiaramente giacobino e vi ricordo che in Francia é una qualificazione positiva) ha pubblicato a fine 2020 un numero speciale dedicato alle ucronie (si fa per dire). Vi faccio una lista di queste ucronie, non risalgono molto indietro nel passato perché Marianne é sempre un giornale politico e polemico.

- Se il coronavirus fosse stato più pericoloso per i giovani che gli anziani?
- Se Macron fosse diventato attore?
- Se i Gilets Jaunes avessero occupato l’Eliseo ?
- Se la Francia avesse impedito l’entrata nell’UE dei paesi dell'Europa dell’Est?
- Se Internet non fosse mai esistita?
- Se Erdogan avesse restaurato il califfato ottomano?
- Se non fosse possibile sintetizzare un vaccino per il COVID-19?
- Se Trump avesse provocato un conflitto diretto con la Cina?

Cosa ne pensate? Personalmente l’ucronia erdoganista mi sembra la più interessante. Però... c'è un però: "Marianne" intende che Erdogan si autoproclama Califfo, o che resta il capo politico dei Turchi mentre proclama Califfo qualcun altro? In effetti ottomano vuol dire proprio ottomano, e cioè l'italianizzazione dell'aggettivo riferito alla dinastia Osmanlı che resse storicamente l'impero fin dal XIV secolo; ergo, in quel caso "Marianne" parla di una restaurazione di Dundar Ali, certo sotto il patrocinato di Erdoğan. Potrebbe essere una restaurazione stile Ammiraglio Horthy o alla Francisco Franco: il pretendente è contrario ad essere restaurato come fantoccio del dittatore di turno il quale a sua volta è poco propenso a cedere il potere a qualcun’altro, per cui la monarchia é restaurata ma il “monarca” rimane in esilio da qualche parte. Quanto al califfato, il titolo di Califfo è stato abolito fa da una legge della Repubblica Turca e da un’altra può essere restaurato. Quanto sia efficace sul mondo musulmano, specie arabo, è tutto un altro discorso.

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Iacopo propone:

Se i Gilet Jaunes avessero preso l'Eliseo si potrebbe avverare il trasloco di sede che proposi qualche anno fa, con la sede della Presidenza a Saint Denis...

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E Perchè No? gli risponde:

Lo spostamento della presidenza francese é un vecchio progetto che esisteva già all'epoca di De Gaulle: Les Invalides, la scuola militare (ai piedi della Torre Eiffel), il Castello di Vincennes, un centro amministrativo tutto nuovo costruito su diversi siti tra i quali Saint-Denis. Le proposte sono state numerose e tutte rappresentano una scelta migliore dell'Eliseo, ma non hanno l'unico punto forte dell'Eliseo: non si può fare nulla di più centrale in Parigi (più centrale dell'Eliseo c'è solo il Louvre o il Palais-Royal).

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C'è spazio anche per il "racconto poco serio" di Dario Carcano:

Risvegli

A volte si vorrebbe risvegliarsi e scoprire che era tutto un incubo... ma risvegliarsi dove?

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno. C’erano al governo Salvini coi Cinque Stelle… come chi sono Salvini e i Cinque Stelle!? Vabbè, lasciamo perdere. Però, spinto da curiosità, mi alzai in piedi, aprii la finestra, e chiesi ad un passante chi ci fosse al governo in quel momento.
“Un'Intelligenza Artificiale con la personalità di Andreotti!”
"Oh c####!" pensai in quel momento.

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno. Mi alzai in piedi, aprii la finestra, e chiesi ad un passante:
“Mi scusi, chi c’è al governo in questo momento?”
Si guardò intorno disorientato e mi rispose:
“Lei chi? State parlando con me?”
“Sto parlando con Lei-tu.”
“Il Lei è stato abolito, come dovreste ben sapere.”
“Voi chi?”
“Voi-lei... cioè, volevo dire, Voi-tu.”
E in quel momento mi sorse un sospetto...

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno. Mi alzai in piedi, aprii la finestra e chiesi ad un passante chi ci fosse al governo in quel momento.
“Was? Ich verstehe nicht! Könnten Sie das bitte wiederholen?”
E notando un individuo con una uniforme nera e una fascia rossa al braccio fermo all’angolo della strada, mi venne nuovamente un sospetto.

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno. Notai un poster appeso alla parete:

"Ok, non mi alzo nemmeno!" pensai.

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno...

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Il nostro William Riker ha aggiunto:

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un brutto sogno...
Mi alzai seduto sul letto, mi stiracchiai e accesi la radio. Proprio allora iniziava il notiziario. La voce calda e pastosa della giornalista leggeva:
"Signore e signori, una splendida giornata a tutti. Il Presidente degli Stati Uniti d'Europa Giovanni Falcone ha dichiarato che si recherà quanto prima nella Repubblica Democratica di Cina per incontrare la Presidente neoeletta Gao Yu, giornalista di fama planetaria, e cementare l'amicizia tra le due superpotenze economiche mondiali. Dal canto suo il Presidente degli Stati Uniti d'America Bernie Sanders, in visita di stato sull'isola di Cuba, ha annunciato che inviterà quanto prima a Washington la neopresidente cinese e il Presidente del Consiglio dei Ministri degli Stati Uniti d'Europa Aleksej Anatol'evič Naval'nyj per fare il punto sulla progettata riduzione del 50 % dell'emissione di gas serra entro il 2030 per scongiurare gli effetti del riscaldamento climatico. Papa Francesco ha iniziato la sua visita pastorale nel Regno di Libia ed oggi incontrerà il sovrano Muhammad I al-Senussi e il Gran Muftì di Tripoli nel corso di un viaggio dai forti contorni ecumenici. Il Re dell'Arabia Hashemita Abd Allāh II ibn al-Husayn ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Primo Ministro Israeliano Isaac Herzog per lo status definitivo della Città Santa di Gerusalemme. Un team di archeologi dell'Università La Sapienza di Roma ha dato notizia di aver localizzato con certezza la tomba di Alessandro Magno al largo della città di Alessandria d'Egitto, in un quartiere oggi sommerso dal mare. Il CERN di Ginevra ha reso nota la scoperta della prima particella supersimmetrica, pietra miliare sulla strada dell'unificazione di tutte le forze della natura. Il Torino Football Club Campione d'Italia e d'Europa ha annunciato l'ingaggio dell'asso brasiliano Neymar da Silva Santos per la modica cifra di 250 milioni di euro. È iniziato il Campionato Mondiale di Rugby in Giappone, il "quindici" degli Azzurri d'Italia nel primo match ha sotterrato il Sudafrica per 93-15 con cinque mete dell'intramontabile Sergio Parisse. Auguro ancora a tutti voi una magnifica giornata."

Mi svegliai, ricordando solo di aver fatto un sogno stupendo...

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Non può mancare la domanda (molto d'attualità) postaci il 27 dicembre 2020 dal nostro Dario Carcano:

Il 2020 sta per finire; un anno che poche persone ricorderanno positivamente a causa del coronavirus SARS-CoV-2 e della pandemia che ha provocato.
Tuttavia, in questi giorni mi è venuto in mente che forse poteva andarci peggio; perché se il coronavirus fosse apparso non nel 2020 ma nel 1990, avrebbe avuto conseguenze ben peggiori.
30 anni fa non c'erano tecnologie che permettessero il lavoro da casa, la stessa parola "telelavoro" era sconosciuta. Se nel 1990 ci fosse stata una pandemia come quella che stiamo vivendo adesso, l'economia avrebbe dovuto fermarsi sul serio, con conseguenze occupazionali ben peggiori di quelle che stiamo sperimentando. L'Europa sarebbe stata divisa di fronte alla pandemia, infatti iniziarono proprio quell'anno i negoziati per il trattato di Maastricht.
L'Italia sarebbe nella situazione peggiore possibile per affrontare una pandemia del genere: un debito pubblico alle stelle, una moneta svalutata e vulnerabile alle speculazioni dei mercati, una classe politica in crisi di consensi e legittimità.
Probabilmente la pandemia accelererà il collasso dei regimi comunisti nell'Europa orientale, ma paradossalmente l'URSS potrebbe uscirne rafforzata se Gorbačëv gestisce bene l'emergenza e ne approfitta per rimuovere quella parte del PCUS ostile alle sue riforme.
Gli USA avrebbero il grande vantaggio di non avere Trump alla Casa Bianca, e probabilmente gestirebbero la pandemia meglio che in HL. Però la pandemia potrebbe spingere il governo americano ad annullare l'invasione dell'Iraq, e senza la prima guerra del Golfo non ci sarebbe l'espansione di Al Qaida, e forse non ci sarebbe l'11 settembre, con conseguenze enormi sul Medio Oriente.
Insomma, se il coronavirus avesse colpito nel 1990 invece che nel 2020 il mondo sarebbe completamente diverso.

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La palla torna all'immaginoso William Riker:

Lettera da Orgosolo (NU)

All'attenzione del Presidente della Camera dei Deputati On. Roberto Fico

In considerazione del fatto che oggi, addì 24 gennaio 2022, la prima votazione per l'elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica Italiana prevedeva - ai sensi dell'art. 83 della Costituzione della Repubblica - un quorum di 672 voti, e si sono registrate per l'appunto 672 schede bianche, io, Bianca Scheda, figlia di fu Efisio Scheda e di Grazia Orrù, 52 anni, separata, residente a Orgosolo (NU) in Via Brigata Sassari 66, di professione tabaccaia nel Comune di Oliena (NU), chiedo di essere riconosciuta come legittima Presidente Eletta della Repubblica.
Infatti tutti gli italiani collegati con Rai Parlamento hanno sentito la Sua voce che ripeteva per 672 volte "Scheda Bianca! Scheda Bianca! Scheda Bianca!..." Questo è per l'appunto il mio nome e cognome, come si può appurare dalla fotografia allegata della mia carta di identità. Ed avendo il mio nome raggiunto il quorum per l'elezione, domani mi presenterò a Palazzo Montecitorio per essere ufficialmente proclamata Presidente e per leggere il discorso che ho già preparato, prima di trasferirmi al Quirinale con i miei tre figli e il mio attuale convivente.
Certa che la mia richiesta sarà accolta, in ossequio alle leggi della Repubblica, porgo distinti saluti.

sig.ra Scheda Bianca
SCDBNC69H20C765J
Orgosolo (NU)
schbianca969@libero.it

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Chiudiamo per ora con le parole del nostro grande amico francese Perchè No?:

Personalmente, ai vili attacchi terroristici contro Parigi del 13 novembre 2015 ho reagito alla mia maniera: ho aperto una bella bottiglia che conservavo per un'occasione speciale, un Margaux di dieci anni fa.
Ho tirato fuori le diverse prelibatezze del mio paese che tenevo da parte: formaggio di Beaufort, Foie gras des Landes, Terrines du terroir, olives des Baux e baguette.
Ho chiamato i miei amici.
Abbiamo bevuto, mangiato e chiacchierato lasciando la TV spenta.
Abbiamo alzato i bicchieri e detto "Salute".
Era il nostro omaggio.

Non dimentichiamo che i morti erano usciti per sentire musica, mangiare, bere e ridere. Quale altra maniera di pensare a loro che amavano vivere? Quale altra maniera di disprezzare i loro assassini che non sanno cosa vuol dire vivere?
Hoc est vivere.
O, per dire alla maniera pragmatica della nonna: "C'è ancora qualcosa che i Prussiani (aggiornamento: i Terroristi) non ci prenderanno!"

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Per contribuire alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.


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