L'Unione Slava e la Terza Guerra Mondiale

di Echetelion

Salute, mi chiamo Echetelion. Mi sono molto interessato ai lavori ucronici che parlano di un ipotetico futuro, ed ho voluto esporre anch'io un mio semplice lavoro...

2008: Ucraina, Moldavia e Bielorussia sono investite da una terribile crisi economica, seguita da guerra civile: Putin sostiene dei colpi di stato e impone al governo di quegli stati alcuni dei suoi fedelissimi, e in poco più di un mese rimette tutto a posto. Tutte le popolazioni di quei tre stati votano l'annessione alla nuova Unione Slava, e i voti sono favorevoli all' annessione.

2010: Putin non riesce più a tenere unita la federazione di stati che compongono l'Unione Slava ed entra nella U.E.

2012: Ormai tutti gli stati dell' U.E. sono stabili economicamente.

2014: Israele entra nell' U.E.

2017: L' UE non ha più bisogno degli U.S.A. per via del fatto che la maggior parte delle materie prime provengono dalla Russia, gli armamenti da Israele e le tecnologie dal Giappone.

2020: Cuba fa richiesta di entrare nell' U.E. per non rischiare di andare verso la capitolazione per via dell' embargo statunitense ancora esistente (questa decisione è presa dall' anzianissimo Lider Maximo di Cuba Raul Castro, fratello del famosissimo Fidel ormai deceduto).

2021: Cuba entra nell' U.E. e ormai si comincia già a parlare di formare una federazione di stati. I rapporti con gli U.S.A. sono sempre più tesi.

2021-2025: È una nuova "belle epoque" per l' U.E. che ha rubato il primato di egemonia sul mondo agli Stati Uniti.

2026: L' U.E. diventa una federazione di stati anche se continua a chiamarsi U.E.

2027/8: Tutti gli stati Europei non ancora entrati nell' U.E. (a parte la Svizzera) più la Turchia l' Armenia, la Georgia e l' Azerbaigian entrano nell' U.E.

2029: Ogni stato aderente all' U.E. adotta L'Euro.

2030 [Settembre]: Gli U.S.A. non riescono più a mantenere un' economia stabile e dichiarano che se l' U.E. non ricomincia a commerciare con loro li attaccherà con ogni mezzo anche le armi nucleari; Il Canada e il Messico fortemente legati economicamente agli U.S.A. entrano negli Stati Uniti d'America.

2030 [Ottobre]: L' anzianissimo Putin ancora capo di stato dell'Unione Slava, dichiara che in tutti questi anni non ha mai veramente smaltito le armi nucleari dell' Unione Sovietica, anzi ha sempre fatto fare lavori di manutenzione e le ha fatte modernizzare.

2030 [Novembre]: Il giovane e bravissimo presidente greco dell' U.E. Echetelion Ruz è fortemente contrario alla guerra e vuole trattare con gli americani, ma loro non lo ascoltano e senza dire niente bombardano con bombe nucleari Berlino, Parigi, San Pietroburgo, Cuba (anche se lì risiedevano ormai solo militari, la popolazione era stata fatta evacuare in Spagna per il rischio della guerra, che ora era veramente scoppiata), Israele ( con così tante bombe da farlo rimanere un deserto radioattivo) e tutte le basi missilistiche europee (a parte quelle russe di cui non erano a conoscenza e ben nascoste in Siberia sotto strati di neve, così che da satellite non si vedessero); per di più nella stessa notte tutte le basi militari americane situate nel vecchio continente attaccano gli stessi stati in cui erano situate, due giorni dopo tutta l' Europa è invasa e si difende con tenacia; ormai non esiste più un solo punto dell'Europa in cui l' orrore della guerra non è presente. Dopo quest' atto compiuto dagli Stati Uniti anche la Svizzera entra nell' U.E., dandole così un gran supporto finanziario.

2030 [Dicembre]: Anche gli altri stati del mondo cominciano a schierarsi; il Giappone, l' India, la Cina e la Corea del nord si schierano con l' Europa, mentre tutti gli altri stati dell' estremo e del Medio Oriente si schierano con gli Stati Uniti d'America (Anche se solo secondo le dichiarazioni dei presidenti dei governi "fantoccio" della zona, Arabia Saudita a parte che rimane neutrale e continua a vendere petrolio a tutte e due le fazioni). L'Australia e la Nuova Zelanda si schierano con gli americani anche se poi la Nuova Zelanda attacca a tradimento l'Australia e se ne impossessa creando l'Impero Neozelandese, poi rimarrà neutrale per tutto il resto del conflitto, Gli stati Africani e Latino Americani invece si schierano un po' con una fazione un po' con l'altra, dando vita ad una miriade di fronti interni che al di fuori della loro zona non provocheranno nulla. Persino il presidente Echetelion Ruz si arma e come privato cittadino insieme alla Croce Rossa va a salvare i feriti di qualunque fazione siano e dà via molti dei suoi soldi per finanziare queste operazioni.

2030 [23 Dicembre]: Muore il presidente Ruz, che ha salvato la vita a tantissime persone, ucciso da un colpo di pistola di un capitano di una divisione americana che, infiltratosi nei suoi alloggi, gli spara alla testa mentre dorme.

2030 [24 Dicembre]: Putin prende la decisione, insieme a tutti gli altri capi di stato Europei di dare un ultimatum all'America: "o vi arrendete o morirete", ma gli americani pensandolo solo un bluff lo rifiutano, e così nella notte di natale centinaia di missili nucleari partono dalla Siberia e distruggono quasi tutti gli U.S.A.

2030 [25 Dicembre, "IL NATALE DI SANGUE"]: Mentre la guerra si combatte ancora fuori d' Europa, nel vecchio continente gli ultimi focolai di resistenza americani si spengino e gli ultimi capi di stato maggiore americani sopravvissuti dichiarano la resa incondizionata del loro paese; in tutto il mondo si diffonde il mito di Echetelion Ruz morto per difendere l'umanità dalla guerra.

Come continuarla?

Echetelion

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Ed ecco l'organico commento di Sandro Degiani:

La cosa più insolita e direi poco probabile è un attacco nucleare degli USA ad Israele. A parte la ferrea alleanza tra i due Stati c'è il problema che la comunità ebrea americana è, a dir poco, fortemente infiltrata ad ogni livello della politica, dell'esercito e dell'economia americana, specialmente quelli alti e poco in vista. Un Rotschild, un Rockerfeller, un Bauer o un Cohen non permetterebbero nemmeno di pensare ad un simile atto di guerra. Farebbero crollare Wall Street e sfratterebbero con effetto immediato l'inquilino della Casa Bianca.

La paura americana del diverso è forte, il loro sentimento isolazionista e quello espansionista in continuo conflitto, ma un guerra nucleare di attacco a sorpresa per motivi semplicemente economici e di strategia politica e non per minaccia diretta è poco credibile.

Tutti hanno imparato che l'economia la si domina non con la guerra ma con la pace... se qualcuno che si fosse ibernato nel 1939 tornasse oggi in vita e gli raccontassero che c'è stata una guerra mondiale tra USA/Inghilterra/ Francia e Germania/Giappone/Italia non crederebbe mai alla sconfitta di Germania e Giappone... Magari chi glielo racconta, anche se è americano, ha una Mercedes in garage, un televisore Sony da 50 pollici in casa e sta pasteggiano con Pasta Barilla, pelati Cirio e Parmigiano Reggiano... Come minino riceverebbe la seguente risposta:

"... a ammercà, te posso dar der tu, te posso toccà?"
"Yes, naturally...."
Dandogli una pacca sulla spalla:
"... a ammercà... mavaaquerpaese!"

Nella storia di Roberto gli arabi non ci sono.... sono scomparsi dalla faccia della terra... strano! Basterebbe che decidessero che il petrolio si paga in Euro invece che in Dollari e farebbero molti più danni agli USA che con tre aerei dirottati... Osama Bin Laden ricava il denaro che usa per finanziare la Jhiad contro il demonio USA vendendo petrolio alla Standard Oil...

Basterebbe che Cuba entrasse nella economia dell'Euro o nell'aerea di libero scambio europea per dichiarare una indipendenza dagli USA... ma con quali contributi economici reali? Buoni sigari, belle spiagge, ottimo Rum... la loro ricchezza è questa!

Credo che la UE, se vuole avere un futuro che non sia dare uno scopo di vita a migliaia di politici decotti e riciclati, a centinaia di migliaia di funzionari, impiegati e valletti, deve trovare una "visione" del futuro politico comune. Già conciliare le esigenze ed aspettative di un Norvegese che vive in un fiordo ed alleva salmoni con un Turco che pascola capre a Konja è un'impresa titanica e di scarsa probabilità di successo.

La differenza è bella, ma se vogliamo creare uno spazio comune non possiamo metterci dentro di tutto come nel minestrone.... prima si uniscono i simili, poi si procede ad un avvicinamento degli altri. è bello parlare di rispetto delle differenze, ma se io coltivo basilico e il mio vicino alleva capre avremo sicuramente dei problemi, dato che le capre continueranno a brucare il mio basilico e lui continuerà a non gradire che io spari alle sue capre.

La soluzione si chiama filo spinato... brutto... poco amato.. ma indispensabile per separare capre e basilico.... con questo non giustifico i muri, sia ben chiaro, ma in un mondo senza muri diventa dura ogni certezza, dalla proprietà privata alla intimità. Occorre rendersi biblicamente "poveri" ossia non possedere nulla... allora sì che si può pensare ad un'umanità come ad una singola entità... qui San Francesco d'Assisi aveva visto giusto.

OK iniziate a buttare via voi il vostri PC, i vostri libri, il telefonino, l'auto ed anche gli abiti... io vi vengo dietro...!

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Questa invece è la proposta di continuazione di Mattiopolis:

Scoppia la Terza Guerra Mondiale tra Occidente ed Oriente come ipotizzato da Echetelion. Data la situazione di crisi, i paesi dell'Unione Europea decidono all'unanimità di consegnare tutti i poteri in materia di guerra ad un Governo Europeo d'emergenza, e tutti gli eserciti nazionali vengono inquadrati in un unico esercito europeo. Agli stati resta la politica interna, anche questa gestita in parte dal Governo Europeo, per gestire al meglio questa situazione di crisi, che non vede più coinvolti singoli stati, ma quasi tutto un continente. La guerra viene vinta dagli Occidentali ma intere città sono state cancellate per via dell'uso di bombe atomiche (15 in tutta la guerra).

La potenza vincitrice più importante al tavolo della pace è l'Unione Europea. Un referendum indetto in tutti i paesi dell'Unione fa rimanere al potere il Governo Europeo, che, dopo le necessarie riforme, si trasforma da semplice organizzazione d'emergenza in un vero e proprio governo federale. L'UE viene rinominata Federazione Europea. Ben presto tutti i paesi europei (Svizzera compresa, non è molto rassicurante vedere un missile russo dirigersi verso Berna per poi venire neutralizzato da un intero squadrone aereo tedesco-italiano) entrano nella Federazione, seguiti dalla Groenlandia, che si è ritrovata un ecosistema non molto sano dopo la guerra, e addirittura da tutta la CSI, stati centroasiatici esclusi (un referendum con il 65 % di consensi ha permesso questo, in aggiunta all'invasione della Russia). Gli USA ed il Canada si uniscono ma il Quebèc secede per entrare nella Federazione, trascinandosi dietro gli altri stati canadesi orientali (Terranova, New Brunswick e Nuova Scozia) ed il Nunavut diventa indipendente. Viene evitata per un pelo la secessione della cosiddetta Cascadia, ovvero uno stato comprendente Columbia Britannica, Washington e Oregon.

Abbiamo così un vero e proprio Impero Europeo, che oltre ad Europa e Russia, possiede anche Turchia e le repubbliche caucasiche, Groenlandia, Canada orientale e Guiana Francese. Le ex dipendenze britanniche diventano indipendenti tranne Nuova Zelanda e qualche stato isolano nei Caraibi o nel Pacifico, che diventano Stati Associati alla Federazione. Dopo qualche anno gli USA iniziano a temere seriamente questo colosso, dato che ha messo sotto la sua protezione l'Unione del Maghreb (stato formatosi dopo la guerra) e l'intera Africa nera, che durante la guerra era diventata una vera e propria anarchia, unitasi sotto il consiglio europeo in un'unica federazione tranne Liberia, Nigeria, Ghana, Camerun, Sudafrica che si è annessa le sue enclave più Namibia e Botswana, Etiopia e Kenya. In Nordamerica salgono al potere i Nuovi Repubblicani, gente al cui confronto Bush è un angelo, mentre in Europa si instaura un governo federale multietnico prevalentemente di sinistra moderata.

Le radici giudeo-cristiane e greco-romane dell'Europa vengono inseriti nella nuova Costituzione Europea, ma vengono legalizzate le unioni omosessuali e gli studi sulle cellule staminali da embrione. La medicina fa passi da gigante e l'AIDS viene curato, vengono attuati i primi esperimenti genetici avanzati e viene trovata una cura contro il morbo di Parkinson. In America la lobby dei teocon, già potente con G.W. Bush, assume il controllo dello stato ed inizia una politica imperialistica. Inizia la Seconda Guerra Fredda.

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E ora, la proposta futurologica del nostro Generalissimus:

Cosa succederà nei prossimi 100 anni (a partire dal 2009)?
Dal 2010 il conflitto tra gli USA e i fondamentalisti islamici si spegnerà e una seconda guerra fredda, meno estesa e lunga, si svolgerà tra gli Stati Uniti e la Russia.
Sarà caratterizzata dai tentativi russi di espandere la sua sfera d'influenza in Europa centrale ed orientale, accompagnati da un aumento delle capacità militari russe.
Durante questo periodo l'esercito russo potrebbe scatenare un conflitto regionale.
Gli USA diventeranno uno stretto alleato di alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale, tutti impegnati a resistere alle minacce geopolitiche russe: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania.
Intorno al 2015 comincerà a formarsi il "Blocco Polacco", un'alleanza militare di paesi dell'Europa orientale a guida polacca.
Intorno al 2020 la nuova guerra fredda finirà quando la tensione economica e la pressione politica sulla Russia, accoppiate con la crisi demografica e infrastrutturale di quel paese, causeranno il totale collasso del governo federale.
Anche gli altri paesi dell'ex Unione Sovietica si frammenteranno, così come si frammenterà politicamente e culturalmente la Cina, dove il rapido sviluppo economico causerà pressioni e disuguaglianze interne nella società.
Aumenteranno le tensioni regionali tra le prospere regioni costiere e quelle impoverite dell'interno.
Il collasso del governo russo e la frammentazione della Cina lasceranno l'Eurasia nel caos generale.
Le altre potenze si muoveranno per annettere territori o stabilire sfere d'influenza nell'area e in molti casi i leader regionali decideranno di secedere.
In Russia la Cecenia e altre regioni Musulmane, così come l'Estremo Oriente, diventeranno indipendenti.
La Finlandia annetterà la Carelia, la Romania annetterà la Moldavia, il Tibet diventerà indipendente con l'aiuto dell'India, Taiwan estenderà la sua influenza sul continente, mentre gli Stati Uniti, le potenze europee e il Giappone ricreeranno sfere d'influenza in Cina.
Nel 2030 tre nuove potenze emergeranno in Eurasia: Turchia, Polonia e Giappone.
Inizialmente supportata dagli USA, la Turchia espanderà la sua sfera d'influenza e diventerà una potenza regionale, un po' come durante l'epoca dell'Impero Ottomano.
La sfera d'influenza turca si estenderà al mondo arabo, che si sarà ulteriormente frammentato, alla Russia e ad altri paese dell'ex Unione Sovietica.
Israele continuerà ad essere una nazione potente e sarà l'unico paese della regione a rimanere fuori dalla sfera d'influenza turca.
Comunque, Israele sarà costretto a scendere a patti con la Turchia a causa del potere militare e politico turco.
Nel frattempo il Giappone espanderà la sua influenza economica alle regioni costiere della Cina, sull'Estremo Oriente russo e su molte isole del Pacifico.
Il Giappone cambierà politica estera durante questo periodo, diventando geopoliticamente aggressivo e cominciando un riarmo.
Infine la Polonia continuerà a comandare la sua alleanza militare, il Blocco Polacco.
La Polonia sarà una potenza importante, come all'epoca della Confederazione Polacco-Lituana.
La Polonia espanderà la sua influenza economica in quella che in precedenza era la Russia Europea e comincerà a competere con la Turchia nell'importante regione economica della Valle del Volga.
Intorno a questo periodo cominceranno programmi spaziali a scopo bellico.
Gli Stati Uniti saranno alleati con tutte e tre le potenze ma diventeranno gradualmente sempre più infastiditi dalla potenza militare e dall'influenza economica di Turchia e Giappone, che con le loro sfere d'influenza regionali hanno cominciato a minacciare gli interessi americani.
La crescita della potenza navale giapponese e turca e le loro attività militari nello spazio saranno di particolare disturbo per gli USA.
Giappone e Turchia, avendo interessi simili, formeranno un'alleanza per contrastare la schiacciante potenza globale degli Stati Uniti, insieme a Germania e Messico.
Gli Stati Uniti stringeranno i legami col Blocco Polacco, con la ristabilizzata Cina, all'India, alla Corea riunificata e al Regno Unito.
Intorno al 2040 ci saranno tensioni globali tra queste due alleanze.
Intorno al 2050 si svolgerà la terza guerra mondiale tra USA, Blocco Polacco, Inghilterra, India e Cina da una parte e Turchia e Giappone dall'altra, con Germania e Francia che entreranno in guerra in un momento successivo dalla parte della Turchia.
L'attacco a sorpresa iniziale Turco-Giapponese paralizzerà le capacità militari degli Stati Uniti e dei loro alleati.
L'alleanza Turco-Giapponese cercherà poi di negoziare, chiedendo che gli USA accettino il suo status di superpotenza.
Gli Stati uniti rifiuteranno i negoziati e l'egemonia sull'Eurasia dei due paesi, andando in guerra e vincendo.
La guerra mondiale durerà al massimo tre anni e farà circa 50000 vittime perché sarà limitata invece che totale e vedrà l'impiego di aerei ipersonici, esoscheletri potenziati, munizioni di precisione guidate e basi militari spaziali e lunari.
Dopo la guerra gli Stati Uniti godranno di un boom postbellico che durerà fino al 2060 circa.
La Turchia conserverà il grosso della sua sfera d'influenza anche se sarà in declino a causa della sconfitta, mentre il Giappone la perderà.
Entrambe le nazioni però verranno praticamente umiliate.
La potenza della Polonia crescerà in seguito all'espansione del Blocco Polacco dopo la vittoria, ma gli USA cominceranno a vedere anche alla Polonia come ad una minaccia e si alleeranno col vecchio nemico, la Turchia, e all'Inghilterra, per impedire che ottenga il dominio dell'Europa.
Gli Stati Uniti rimarranno il centro di gravità del sistema economica e politica per qualche altro secolo ma a partire dal 2070 aumenteranno le tensioni tra USA e Messico.
Ma in questo nuovo conflitto, che scoppierà intorno al 2100, gli stati del sudovest parteggeranno per il Messico, in quanto, a causa dell'immigrazione, ora sono popolati in maggioranza da persone che si sentono messicane dal punto di vista etnico, culturale e sociale.
A parteggiare per il Messico ci saranno Brasile e Polonia.
Aggiungo che attualmente le potenziali superpotenze sono sei, e di superpotenza ce n'è solo una, gli Stati Uniti.
Il Brasile può diventare una superpotenza, ma per farlo dovrà praticamente distruggere il suo ecosistema e inoltre gli manca l'"hard power".
La Cina dovrà affrontare grosse sfide politiche ed economiche.
L'Unione Europea deve dotarsi di una politica estera comune, di un esercito unificato capace di dislocare grossi contingenti in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi momento e, cosa più importante di tutte deve "fare gli Europei", come direbbe D'Azeglio.
L'India deve modernizzarsi, eliminare il sistema delle caste e i problemi di povertà fin troppo diffusi.
La Russia deve risolvere la sua crisi demografica.

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Federico Sangalli ne è entusiasta:

Magnifica, incredibile e stupefacente! Viene voglia di scriverci sopra una Timeline! L'unica cosa che manca secondo me è il cambiamento climatico e le sue conseguenze, unito alla progressiva diminuzione delle risorse.

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MorteBianca però puntualizza:

Odio l'Imperialismo, di ogni tipo, Americano e Russo ugualmente. E non sono uno di quelli che appoggia un dittatore per far dispetto ad un Imperialista o appoggia un Imperialismo per contrastare l'altro, è come curare il cancro al cuore con l'infarto del miocardio e viceversa, dissertando su quale dei due sia meglio. Si pensi al conflitto del Dombass o alla questione della Crimea tra Russia ed Ucraina o al caso del Kosovo. Il punto è sempre lo scontro fra Imperialismi...

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Ma Bhrghowidhon gli fa notare:

Tutti i conflitti citati mi sembrano Secessioni solo apparenti, in realtà spostamenti del confine a vantaggio o svantaggio di uno fra i seguenti progetti concorrenti:

1) la c.d. «Atlantide»
2) il «Quarto Reich» rigorosamente nei termini in cui è stato definito in altre nostre discussioni
3) l'Eurasia « né Europa né Asia »
4) l'Eurasia « Europa + Asia »

Non a caso dicono che io sono mono- (anzi, tetra-)maniaco!

Fra l'altro, il Quarto Reich è perfettamente compatibile con l'Impero di Atlantide, ma al contempo è una via di mezzo fra l'Eurasia « Europa + Asia » e l'Eurasia « né Europa né Asia », quindi in un certo senso il conflitto più profondo è fra queste ultime due interpretazioni (su quattro complessivamente possibili) di «Eurasia» (addirittura, l'Eurasia « Europa + Asia » tende a coincidere - salvo il diverso Centro - con una versione estesa dell'Impero di Atlantide; è dunque la miseria del Progetto di Eurasia «n é Europa né Asia » che sta riducendo ad assurdo ad es. il conflitto tra Russia ed Ucraina)

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A questo punto, Iacopo chiede spiegazioni:

Non mi è chiarissima la distinzione tra Quarto Reich e Piccola Eurasia.

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E il nostro Bhrghowidhon non si fa certo pregare:

La differenza fra Quarto Reich e Piccola Eurasia è che il primo include - a differenza della seconda - l’intera Europa ed è centrato sulla Germania, mentre la seconda include - a differenza del primo - almeno tutta l’Asia Centrale ex-Sovietica ed è centrata sulla Russia. In merito alla potatura della Foresta Geopolitica, alle sue possibilità e al bilancio in Perdite di Vite Umane rispetto alle alternative, visto che un’eventuale confutazione sarebbe motivo di gioia, mi sento in dovere di provarci, almeno in piccola parte. Anticipo sùbito in tutta franchezza che condivido tutti gli obiettivi e che non sono in grado di presentare previsioni alternative sulle possibili Perdite di Vite Umane nei prossimi due o tre secoli in caso di continuazione dei conflitti attuali; ugualmente, è innegabile che un modo per arrivare a un Mondo di «Stati con una dimensione massima pari a quella del Lussemburgo» sia «una deflagrazione di natura tanto violenta da sterminare non meno di un quarto dell'umanità attuale» e che quindi non sia fattibile. Mi concentro invece su una sola parola, l’aggettivo «unico» nell’espressione « l'unico modo che vedo per arrivare a tale risultato».

Di fronte a un dilemma «A o B», la Soluzione del Filosofo è, di solito, «A e B», mentre lo Storico, anziché rispondere, si mette a studiare come si è arrivati alla contrapposizione fra A e B. Per il problema che stiamo affrontando, che richiede la massima serietà, ricorrerei a entrambi gli stratagemmi, cominciando da quello dello Storico.

Che cosa rappresenta, storicamente, il Lussemburgo come limite massimo alle dimensioni degli Stati? Proprio come ci mostra la Storia del Lussemburgo, si tratta del Sacro Romano Impero fino agli Svevi, naturalmente fatte le debite eccezioni nella Metà Slava del Regno di Germania (ho la deformazione di insistere sempre, magari anche a sproposito, sulla circostanza che il Regno di Germania era per metà costituito da Paesi originariamente Slavi e che sono diventati i verî Arbitri dell’Impero – Austria, Boemia, Sassonia, Brandenburgo-Prussia). Nelle età successive, comunque, la dimensione massima degli Stati è stata appunto quella del Belgio, in tal caso con l’eccezione dei Dominî dell’Imperatore (di cui il Lussemburgo e il Belgio hanno spesso fatto parte). Questi ultimi, poi, appaiono come blocco compatto di fronte al resto dell’Impero, ma come ben sappiamo sono a loro volta costituiti da parti e particole assai numerose, fino al massimo di frammentazione costituito dai Kaiserliche Reichsländer.

Il Lussemburgo deriva da un Cantone come tanti altri della *Tĕuhₓtáhₐ indoeuropea (poi *Tŏutā gallica) dei Treveri, divenuto Pago della Cīuĭtās e Mūnĭcĭpĭŭm omonima, Contado della corrispondente Diocesi, quindi Contea, Ducato (letteralmente più-o-meno delle dimensioni del Ducato di Milano in epoca asburgica, meno della fase spagnola e più dell’austriaca) e Granducato, salvo finire spartito e ridotto a un quinto dell’estensione storica, indipendente per un’estemporanea questione di Legge di Successione Ereditaria. Anche tutti gli altri Cantoni, Pagi, Contadi dell’Impero erano come il Lussemburgo; anche loro sono stati spartiti e/o accorpati da medie o grandi Potenze vicine, solo non hanno ottenuto l’Indipendenza perché la congiunzione favorevole càpita statisticamente solo di rado; ma, prima della spartizione o dell’accorpamento, come avevano raggiunto il loro grado di autonomia? A quanto pare, senza alcuna procedura particolare; erano tutti Cantoni indoeuropei fùsisi in Cīuĭtātēs preromane prima o poi entrate volenti o nolenti in Alleanza con Roma e quindi nell’Impero Romano, fino a essere assimilate alle Colonie Latine e ai Mūnĭcĭpĭă Romani e da allora senza più cambiare nemmeno nome se non in Cŏmĭtātŭs e Contea, eventualmente Ducato. Il Lussemburgo ha avuto la ventura di rientrare nelle Petriche assegnate ai Fŏedĕrātī Franchi, rimanendo in Austrasia, Lotaringia, Alta Lorena, poi in unione col Regno di Boemia, Allodio dell’Imperatore, acquisito dalla Borgogna, ereditata dagli Asburgo di Spagna e quinci d’Austria, praticamente parte della Germania Spagnola, tutta ricompresa nella Metà Austriaca della Spagna, infine spartito tra Francia, Prussia e Paesi Bassi. Gli altri Contadi hanno avuto vicende meno convulse e turbinose, ma prima o poi (fra il XVIII. e il XIX. secolo, con le ultime eccezioni nel Secondo Reich fino a Weimar) sono stati livellati dall’Assolutismo, dal Centralismo Rivoluzionario, dal Bonapartismo &c. a Prefetture, Distretti, Circondarî, quando non addirittura declassati - se di dimensioni minori - a semplici Comuni Amministrativi.

Riassumiamo: nella Preistoria e Protostoria erano la condizione normale in tutto il Continente, nell’Impero Romano rappresentavano il tipo più diffuso di Cīuĭtās Fŏedĕrātă, poi Mūnĭcĭpĭŭm, Diocesi e Cŏmĭtātŭs; sono durati più a lungo dove l’Impero si è più a lungo mantenuto e gli ultimi residui si sono concentrati da un lato nel Secondo Reich, dall’altro in quella particolare sopravvivenza dell’Antico Reich costituita da un suo frammento precocemente distaccato, la Confederazione Svizzera. I Cantoni attuali sono di nome e di fatto i Cantoni Elvetici passati attraverso le Pievi del Sacro Romano Impero.

Quali caratteristiche saltano all’occhio? Per me tre: 1) appartenenza a un vasto Impero, 2) all’incrocio di diverse Aree d’Influenza, 3) ove possibile con relativamente minore partecipazione ai Conflitti.

Fin qui la sintesi storica; se passiamo a una sua proiezione nel Futuro, quali condizioni ricaviamo per poter ottenere un ambiente idoneo alla fioritura degli «Ottocento San Marini» temuti dal Giusti? Apparentemente le stesse tre; consideriamole a partire dalle Aree d’Influenza così ben delineate: perché tutte e tre le condizioni possano sussistere, è necessaria la coesistenza di influenze diverse in relativa assenza di conflitti, entro un’unica compagine geopolitica. Di conseguenza lo scenario dovrebbe essere, giusta lo Stratagemma del Filosofo:

1) confluenza delle dieci Potenze e Subpotenze, con le relative Sfere d’Influenza, in un’unica Organizzazione del Trattato di Alleanza Eurasiatico (E.A.T.O.) sul piano militare e Unione Eurasiatica (E.U.) su quello politico, in pratica tutto il Mondo con rare eccezioni in America Latina e in Paesi di Colonizzazione non Franco-Britannica in Africa (le aree contese diventano aree condivise);

2) fusione delle dieci Potenze (ed eventuali Stati subordinati, particolarmente necessarî alla contiguità geopolitica, dalle rispettive Sfere d’Influenza) in un’unica Federazione della Grande Eurasia (per esempio: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Paesi Germanofoni, con qualche classica appendice come l’Italia e la Slovacchia, Russia Bianca, Ucraina, Federazione Russa, Armenia, Turchia, Azərabaycan, Siria, Giordania, Egitto, Arabia Sa‘ūdita, ‘Īrāq, Īrān, Afḡānistān, Tadžkistan, Cina);

3) la Federazione Eurasiatica si articola direttamente in Paesi Federali (California, Scozia, Bretagna, Baviera, Crimea, Nagorno Karabach, Balōčistān &c.), senza intermediazione degli Stati dalla cui fusione è nata (questo è il momento della potatura);

4) questi Paesi Federali possono comprendere Interregioni in condominio (qui si verifica la coesistenza di Sfere d’Influenza diverse), per esempio il Trentino fra Baviera, Tirolo, Lombardia e Veneto, la Valle d’Aosta fra Lombardia e Savoia &c.;

5) il livello di appartenenza fondamentale diventa quindi il Cantone, al di sopra del quale si ha la Dialettica fra appartenenze alternative.

È chiaro che il primo punto è realizzabile per convenienza geostrategica, il terzo per Equilibrio di Potenza, il quarto per sospensione dei conflitti e il quinto come conseguenza dei precedenti, mentre tutta la difficoltà si concentra nel secondo punto, che può essere solo il prodotto di una decisione di élite.

È possibile che le élites arrivino a sentire come consona alla propria identità una tale fusione? Alla fine, il Futuro Prossimo dell’Umanità si decide qui. Non conosco le élites (con rarissime eccezioni e comunque poco e male), ma se si tratta di Decisori Razionali l’azione del tempo può portare gli stessi effetti che perfino io, insignificante uomo della strada (quando un nome proprio diventa destino...), ho sperimentato nella vita (che ahinoi è sempre troppo breve): venuto al Mondo nella Spagna del Generalissimo, ho esordito in Politica verso la metà degli Anni Settanta come sostenitore della Restaurazione del Califfato, per poi passare al Nazionalismo Persiano in forme monarchiche imperiali, all’Ottomanismo e - non sto a farla lunga, cito soltanto alcuni passaggi particolarmente intensi attraverso il Luteranesimo e il Trockismo - oggi mi riconosco ugualmente nella Grande Eurasia, nell’Indoeuropa, nel Mediterraneo, nel Cantonalismo Mitteleuropeo, nell’Atlantismo Celtico, nel Nativismo Precolombiano (non insisto su ritornelli temo stranoti come Bisanzio, il Panslavismo, il Sacro Romano Impero, la Grande Nation &c.), tutto questo in una vita fatta di ritardi cronici e di fuga dagli impegni, dove gli unici obiettivi morali sono il pasto quotidiano e il riposo notturno... Figuriamoci quanto meno squallido può essere il percorso intellettuale spontaneo di chi appartiene a un’élite: basta dare tempo al tempo e anche chi oggi cerca nella cocaina il compenso all’ambizione frustrata potrà avere domani come omologo qualcuno che faccia coincidere la propria realizzazione con la partecipazione al progetto dell’Impero più grande della Storia e proprio attraverso quest’azione finisca per favorire la valorizzazione del Livello di Appartenenza Cantonale.

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Se volete contribuire alla discussione in corso, scriveteci a questo indirizzo.


India e Cina ai ferri corti

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Ed ora, una proposta assai originale dovuta al nostro webmaster William Riker:

Tra India e Cina la crescente rivalità per il controllo dell'Asia si gioca da decenni sul filo della provocazione, della disputa territoriale, della costruzione di alleanze che scompaginano equilibri secolari: gli Stati Uniti diventano "consulenti" di New Delhi in campo nucleare, nonostante sia loro tradizionale alleato quel Pakistan che da sempre è rivale dell'India ed amico di Pechino; lo Sri Lanka accetta l'"aiuto" dei cinesi e si fa costruire una base a Hambantota; la dittatura di Myanmar fa il servitore di due padroni, essendo strettissima alleata di Pechino ma cedendo un porto all'India, mentre il confinante Bangladesh apre Chittagong alla Cina.

Per di più i nuovi imperi in formazione posseggono l'arma nucleare, come dimostra il sottomarino nucleare chiamato Arihant, ovvero "distruttore di nemici", varato dall'India nel 2009, che ha in programma una flotta di ben dieci strumenti di morte come quello. Perchè? Perchè l'India si sente sotto assedio, dal momento che quel gigantesco Paese di oltre un miliardo di abitanti ha visto stringersi attorno al proprio territorio una cintura di porti e basi costruite dai cinesi in tutto l'Oceano Indiano lungo le rotte dell' approvvigionamento di petrolio, dallo Stretto di Malacca al Golfo Persico, dalle quali Pechino, in caso di conflitto, potrebbe agevolmente colpire l'India.

Il confronto finora è sempre stato solamente economico, ma se diventasse militare? L'India non ha certo dimenticato la sconfitta incassata dalla Cina di Mao nel conflitto di frontiera del 1962, e ci sono molti nel subcontinente che pensano ad una rivincita.

Tra di essi vi è Bharat Verma, direttore dell'Indian Defence Review, il quale ha indicato persino la data: secondo lui, la Cina attaccherà l'India entro il 2012. Ci sono molteplici ragioni perché Pechino, in grave difficoltà economica e politica, desideri impartire la lezione decisiva a New Delhi. La principale è assicurarsi la supremazia in Asia in questo secolo. Inoltre la recessione globale che sarà in grado di fermare le esportazioni cinesi, la crescente disoccupazione, la fuga di capitali cinesi all' estero, il restringersi delle riserve in valuta e una crescente opposizione interna stanno creando un disagio sociale senza precedenti, vicino alla rivolta. Non basta: secondo Verma New Delhi si è di fatto alleata con gli Stati Uniti e l'Occidente, mossa che può far pendere la bilancia della tecnologia avanzata dalla parte del subcontinente. Una zampata contro la pacifica India permetterebbe alla Cina di annullare tutti questi svantaggi strategici.

Da Pechino si sono affrettati a confutare le tesi di Verma, accusandolo di essere una nuova Cassandra, ma i motivi di tensione restano, e per giganti delle dimensioni di Cina e India il minimo incidente potrebbe degenerare rapidamente in un conflitto totale.

Ora, che accade se le (catastrofiche) previsioni di Bharat Verma si avverano, anche se magari più tardi, verso il 2020, quando per una banale disputa commerciale in un porto dell'Oceano Indiano viene sferrato un attacco cinese contro l'India tramite missili a testata nucleare? Dato che probabilmente New Delhi reagirà quanto prima, c'è il rischio che le due potenze si distruggano a vicenda, ed allora chi colmerà il vuoto di potere in Asia? Forse gli estremisti islamici, che proclameranno un califfato cinese ed un nuovo Impero Moghul in India? L'Occidente che farà? E la Russia? E se l'ONU si mostrasse impotente a fermare la carneficina, essa sarà definitivamente delegittimata e dovrà chiudere i battenti? Ed i paesi africani, trovatisi improvvisamente orfani degli aiuti cinesi e indiani, che fine faranno? Quali scenari si apriranno per il ventunesimo secolo?

(detto per inciso: speriamo che avesse ragione il generale filosofo Sun Tzu, quando ha scritto che « il più grande condottiero è colui che vince senza combattere »!").

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Così subito gli risponde Perchè No?:

Personalmente sull'argomento di uno scontro sino-indiano prevedo piuttosto una guerra "non calda" fatta di attacchi economici e informatici, e sopratutto una lotta tra candidati rispettivi in Africa orientale. l'Africa orientale é il nuovo obiettivo strategico della Cina, e l'India ha anche lei interressi nella zona (e delle forti minoranze in diversi paesi). la rivalità Cina/India potrebbe prendere l'aspetto di un sostegno a diversi paesi africani o fazioni in guerra, aggravando delle situazioni gia preoccupanti (penso al Sudan per esempio). A proposito, non vedo né India né Cina allearsi a dei regimi musulmani, i due colossi asiatici non portano nel loro DNA alcuna simpatia per l'Islam. Il ruolo dell'Occidente (America inclusa) lo spero ridotto, di fronte ai due grandi asiatici il meglio sarebbe rimanere neutrale o almeno dare solo uno sostegno economico e passare informazioni. la Russia, nel quadro del cosiddetto "club di Shanghai" sarebbe piuttosto pro-cinese, ma non mi immagino Mosca che entra in guerra contro l'India.

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E Taxinassimo aggiunge:

Geostrategicamente parlando, l'ucronia in questione può a differenza di altre essere possibile. Mi spiego. Non è un segreto che la Cina venda materiale strategico alle potenze emergenti del Medio Oriente e del subcontinente. Questo comporta non solo un incremento di capitali nelle casse di Pechino, ma relazioni diplomatiche e alleanze commerciali che certamente la dottrina Staliniana/Mao non avesse contemplato. Porti commerciali già sono operativi in Pakistan e grazie all'impegno profuso contro i pirati somali si è trasformato in un impegno bilaterale per la protezione degli interessi delle vie d'acqua dei due paesi.

2020 è la data prospettata... Io sarei più cauto e direi 2025 per una guerra mondiale nel subcontinente.

Tutto inizia dal lontano 2000 quando si prevedeva un aumento anno della popolazione nell'area costante ma non avevano fatto i conti con lo sviluppo industriale e demografico grazie all'aumentato tenore di vita.

2010 è prevista nella sola India un aumento della popolazione di 18milioni e un impoverimento accelerato delle falde freatiche. Ecco dove voglio arrivare. Nel settore nord occidentale della Cina, grazie al G8-G20 abbiamo scoperto la difficile condizione di vita di migliaia di cinesi musulmani e non...

Nel 2020 mi preoccuperei per una invasione contro la provincia ribelle di Taiwain e se il Politburo cinese valutasse l'impatto economico di tale atto e lo posticipasse, vedrei veramente scoppiare una guerra per l'acqua. India/Pakistan con conseguente intervento armato cinese in virtù della loro alleanza e ingerenza. Escalation nucleare?

Se le forze cinesi da nord riuscissero a prendere velocemente le province 'alte' e le forze pakistane riuscissero a contenere gli attacchi della superiore aviazione e della marina indiana, ho paura che non possano fare diversamente.

L'India è un guazzabuglio di colture e caste, famiglie e religioni e l'esercito indiano dovrebbe combattere contro nemici di fronte e contro i nemici interni. Chi mi dice che il generale 'Caio' in cambio di una lauta pensione non si arrenda con tutto il suo esercito ai cinesi?

L'ONU è da tempo un organizzazione che da più parti chiedono che venga riformata. È fallimentare a partire dall'intervento in Somalia nel 1992. E' in deficit e molti paesi africani non pagano i loro ambasciatori se non sono gli USA che aprono il portafoglio...

In definitiva: 2012 è una data troppo prossima perché l'area abbia un aumento di armamenti. 2015 se nei 3 anni precedenti si è iniziato a costruire e varare il più imponente piano di militarizzazione che la cina abbia mai affrontato... Vedi libro bianco della difesa 2007-8.

Ecco, da questa data potrebbe accadere l'irreparabile con decine di battaglioni iraniani ed arabi fondamentalisti che marcerebbero contro l'india e contro i paesi imperialisti!

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Anche Enrico Pellerito dice la sua:

Mi sembra che i "think-tank" degli istituti che si occupano di geostrategia non sono concordi sull'ipotesi più negativa, cioè lo scontro fra le due nazioni, mentre i soli Indiani ne sembrano certi.

Ho letto gli articoli su questo tema di Paolo Solom sul Corriere della Sera, e mi lascia perplesso che Verma definisca "pacifica" e "impreparata" l'India.

In effetti l'atteggiamento politico internazionale dell'India sembra essere più "pacifico" rispetto quello della Cina e quest'ultima risulterebbe essere più forte in campo nucleare, assumendo quindi un ruolo più "cattivo"; pur non di meno, New Delhi dispone di forze armate esclusivamente formate da professionisti, che sconsiglierei tutti dall'andare a stuzzicare, nonostante i problemi che l'aviazione militare indiana attraversa da qualche anno. Il conflitto di confine del 1962 è stato un episodio verifcatosi in un contesto diverso dalle forze in gioco attualmente.

Se guerra ci sarà (mi auguro mai) potrebbe rapidamente giungere ad una escalation nucleare con conseguenze tremende per tutti e due i contendenti e i loro vicini.

Una guerra economico/finanziaria/informatica (calda solo per procura nei territori africani), così come ipotizzato da Perchè No?, mi sembra più "comoda" per tutti.

Relativamente agli anni segnalati come probabili periodi di inizio delle ostilità... ma come? il mondo non deve finire nel 2012?  ^__^

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È degna di nota l'idea di Tony Moretta:

Vi presento questa mia cartina ucronica di un ipotetico terzo dopoguerra; per disegnrla mi sono ispirato al romanzo "La Svastica sul Sole" di Philip K. Dick. La situazione è quella in cui Cina e Russia hanno vinto la Terza Guerra Mondiale contro Europa e Stati Uniti, ed ora tra di essi si combatte una guerra fredda che rischia presto di diventare molto calda. Legenda: in rosso la Russia e i suoi satelliti, in arancione i suoi alleati; in giallo la Cina e i suoi satelliti, in giallo scuro i suoi alleati; in verde scuro l'Iran e i suoi alleati; in verde oliva il Brasile; in celeste l'Argentina.

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Renato Balduzzi avanza una nuova proposta:

Se effettivamente la guerra nucleare tra Cina e India avrà luogo, quali conseguenze socio-culturali e ambientali ci sarebbero in Asia? Sarebbe un'immensa Chernobyl? Conseguenze per il resto del mondo?

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Ed Enrico osserva:

C'è una, più o meno consistente, bibliografia, con documentazione non di parte, riguardo le conseguenze che gli esperimenti nucleari hanno prodotto nell'Oceano Pacifico, nel Kazakistan un tempo sovietico, nel Sahara algerino un tempo francese, nel Sud Ovest degli USA.

Ci sono poi zone di cui non mi risulta siano stati resi noti monitoraggi (isola di Novaja Zemlja, regione di Pilbara in Australia) mentre si sa pochissimo o niente riguardo lo Xinjiang cinese o le aree interessate dagli esperimenti indiani, pakistani e nord coreani, nonostante parecchi sollevino dubbi sull'effetiva detonazione di ordigni nucleari da parte della Repubblica Democratica Popolare (qua ci vorrebbe tutta una serie di fischi) di Corea.

Parecchi anni fa lessi che uno degli esperimenti cinesi fu funestato da incidenti non da poco; numerosi militari dell'Armata popolare vennero ricoverati in ospedali civili di Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang, perchè le strutture sanitarie militari si erano saturate.

I militari risultavano feriti per ustioni e ferite traumatiche dovute, si diceva nell'articolo all'esposizione ad una esplosione nucleare effettuata nella regione ma che aveva avuto effetti non previsti.

Al di là di questo, le aree interessate da una guerra nucleare tra Cina e India non sarebbero certo i deserti, ma laddove saranno attestate le truppe, i centri di comando e controllo, i centri industriali, gli aeroporti stretegici; spero non gli agglomerati urbani in quanto tali.

Zona dove avverrebbero le esplosioni e zone limitrofe, più o meno ampie a seconda dei venti circolanti e dell'orografia locale, direttamente investite dalla ricaduta radioattiva, dopo la strage iniziale e quella mediata nel tempo, risulterebbero inabitabili e non sfruttabili per periodi di tempo abbastanza lunghi.

Se nella lotta volesse intervenire il Pakistan, i territori interessati aumenterebbero.

A farne le spese, a causa dei venti, certamente il Bangladesh e, a seconda della quantità delle esplosioni, anche la Birmania, forse i paesi della penisola indocinese.

Invito chiunque ne sa più di me a dare un contributo alla questione: l'argomento mi sembra maledettamente importante.

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E ora, un'importante riflessione di Bhrghowidhon:

Il fatto più vistoso nell'attuale configurazione geopolitica sembra - almeno a un'osservazione ingenua - che quasi tutte le situazioni di conflitto nel mondo coinvolgano gli Stati Uniti d'America. Questa è un'ovvia conseguenza del loro ruolo egemone, ma anche un sintomo che il massimo problema mondiale attualmente è proprio l'egemonia americana. La maggioranza degli altri conflitti, cioè dei contrasti tra Potenze non egemoni, tende o a inserirsi nella logica dell'Impero Americano (contro o a favore, comunque con gli Stati Uniti come controparte pressoché unica) oppure a smorzarsi; inoltre, ogni Potenza maggiore diversa dagli Stati Uniti sembra cercare un rapporto privilegiato con l'America:

- la cosiddetta Chimerica (discutibile pastiche per dire China-America),
- il progetto di Russia Sovrana (che non considera nemmeno l'esistenza dell'Unione Europea, bensì dei soli singoli Stati, e ovviamente cerca l'accordo con l'Occidente nelle forme di un condominio con l'America),
- le aspirazioni latinoamericane a un riequilibrio dei rapporti nel Nuovo Continente,
- i progetti di sviluppo dell'India a immagine e somiglianza del modello americano
- e, a conferma inattesa, le voci (la cui affidabilità potrebbe essere scarsa quanto la correttezza morfologica dello slogan da loro coniato: "Cindia") che prefigurano un gigante 'asiatico' sino-indiano per sollecitare malcelatamente la fusione ("difensiva") tra Europa e Nordamerica.

In una situazione del genere sembrerebbe più probabile una ressa tra aspiranti alleati privilegiati degli Stati Uniti che un confronto diretto con questi ultimi da parte di una Potenza in ascesa. Comunque la storia europea dei secoli XVI.-XIX. viene presa a volte come modello per interpretare una situazione in cui la contemporanea presenza di molte Potenze generi un equilibrio, ma instabile:

Spagna - Francia - Sacro Romano Impero - Danimarca - Polonia-Lituania - Moscovia - Turchia nel 1500,
Spagna-Austria - Francia - Inghilterra - Danimarca - Svezia - Polonia-Lituania - Russia - Turchia nel 1600,
Spagna-Austria - Francia - Inghilterra - Svezia - (Polonia) - Russia - Turchia nel 1700,
Austria - Francia - Inghilterra - (Prussia) - Russia - (Turchia) nel 1800,
Inghilterra - Francia - Germania - Austria-Ungheria - Russia nel 1900.

Arrivati a quest'ultimo punto, l'Impero Britannico rappresentava la Potenza egemone nel Mondo, direttamente rivale della Francia in Africa e della Russia in Asia, mentre Francia e Russia erano naturalmente alleate sia contro le Potenze vecchie e nuove che sia frapponevano tra loro in Europa Centrale (Germania e Austria-Ungheria) sia, potenzialmente, contro l'egemonia britannica. La situazione è stata notoriamente sbloccata dall'intervento nelle vicende europee della più grande egemonia continentale mai raggiunta, quella americana, cresciuta come e più dell'Impero Britannico (nonché come e più della Russia e della Francia e, in precedenza, della Spagna e del Portogallo) grazie all'espansione coloniale in territorî extraeuropei, mentre la situazione attuale non prevede attori esterni in grado di alterare gli equilibrî; la previsione dovrebbe quindi tendere a coincidere con ciò che sarebbe successo senza l'esistenza degli Stati Uniti: fino a un certo livello lo si è effettivamente visto (vittoria degli Imperi Centrali sulla Russia; vittoria delle Potenze Coloniali maggiori su quelle minori; stallo continentale tra Germania e Francia), per il resto si tratta di ipotesi paragonabili a quelle che si dovrebbero fare per il futuro.

Naturalmente, è già ipotetico stabilire comparazioni tra Potenze europee dell'inizio del XX. secolo e Potenze mondiali dell'inizio del XXI., anche se è abbastanza oggettivo riconoscere nell'America (in senso lato, come egemonia continentale) l'omologo attuale del Commonwealth Britannico delle origini e nell'Unione Europea ciò che di più simile si possa pensare alla Francia della Terza Repubblica, specialmente se in Cordiale Intesa con l'Impero Britannico. Del tutto aleatorio è invece qualsiasi paragone tra le altre tre Potenze europee della Belle Époque (Germania, Austria-Ungheria, Russia) e le tre Potenze mondiali in ascesa (o, nel caso russo, in declino dal ruolo di Superpotenza), Russia, Cina e India. Si nota purtuttavia:

- da parte americana ed europea la stessa isterica insofferenza nei confronti della Cina che cent'anni fa caratterizzava la percezione franco-inglese della Germania (a sua volta all'inseguimento del modello inglese come oggi la Cina di quello americano);

- una retrocessione di potenza della Russia come quella dell'Austria-Ungheria al termine del secolo XIX., significativamente accompagnata in entrambi i casi da velleità di rivincita e da un accostamento tattico e obtorto collo all'ex-avversario (la Germania per l'Austria, la Cina per la Russia nel Gruppo di Shanghai) al fine di garantire la propria esistenza dalle minacce spartitorie da parte della Potenza egemone (l'Inghilterra amica delle nazioni soggette agli Asburgo; l'America finanziatrice dei secessionismi interni alla Russia);

- un diffuso timore nei confronti della crescita demografica e delle risorse naturali della Russia cent'anni fa e dell'India oggi; uno sconcertante parallelismo tra schieramenti (anche geopoliticamente 'innaturali', come quello tra Impero Britannico e Impero Russo) allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e percezione del Nemico da parte dei Decisori statunitensi: nel 1914 Impero Britannico, Francia e Impero Russo contro Germania e Austria-Ungheria, oggi Stati Uniti, Unione Europea e India contro Cina e Russia (da notare che persino un 'nazionalista euroamericano' come Samuel Huntington preferirebbe arruolare la Russia nella Grande Alleanza contro quelli che considera i massimi pericoli, Cina e Islâm; i vertici della NATO sono evidentemente su posizioni ancora più aggressive).

Un ultimo aspetto macroscopico è l'omologia tra territorî ottomani cent'anni fa e fascia islamica (dalla Mauritania al Xinjiang) oggi; come gli istruttori militari tedeschi in Turchia - principale ostacolo ai piani coloniali angofrancesi - all'inizio del XX. secolo, oggi fanno scandalo soprattutto le collaborazioni criptomilitari con l'Iran o con altri Stati islamici da parte di Russia e Cina, mentre complementarmente la Russia di Putin - come l'Austria-Ungheria asburgica - agita lo spettro del terrorismo ai confini meridionali per giustificare rivincite imperiali. Questo è il quadro che un osservatore ingenuo vede e il risultato del paragone più spesso istituito (equilibrio di potenza europeo - equilibrio di potenza mondiale). Nel 1914 la coalizione innaturale anglo-franco-russa ha messo da parte tutti i proprî contrasti reciproci interni per perseguire al contempo l'eliminazione della Potenza emergente (sul piano economico, tecnologico e militare), la Germania, la spartizione della Potenza in declino (l'Austria-Ungheria) e dell'ex-Potenza divenuta obiettivo ocloniale (l'Impero Ottomano); oggi l'eventualità da temere è che l'Occidente euroamericano e l'India cedano alla tentazione di una prova di forza contro la Cina e la Russia perseguendo al contempo una politica imperialistica nella fascia islamica. Prima dell'intervento americano, la situazione bellica europea si era arenata nel blocco sul Fronte Occidentale dopo una vittoria degli Imperi Centrali sul Fronte Orientale: se si mantiene il paragone, questo significherebbe:

- un genocidio (come quello armeno) nell'anello debole della  Coalizione interna (allora l'Impero Ottomano),
- crollo dell'anello debole della Coalizione esterna (allora l'Impero Russo, oggi l'India, eventualmente con una rivoluzione sostenuta dalla Cina),
- impegno a distanza da parte della Potenza egemone (Impero Britannico, oggi gli Stati Uniti),
- massimo onere economico per la Potenza subalterna della Coalizione esterna (la Francia, oggi l'Unione Europea)
- e, a breve distanza di tempo, cedimento e dissoluzione territoriale della Potenza subalterna della Coalizione interna (allora l'Austria-Ungheria, oggi la Russia)
- ma, senza un intervento esterno paragonabile a quello americano nella Prima Guerra Mondiale, non ci sarebbe la sconfitta né l'umiliazione della principale Potenza della Coalizione interna (la Germania, oggi la Cina).

La prospettiva è paradossale: uno scontro tra America e Cina porterebbe, secondo il paragone, alla dissoluzione della Russia e dell'India e alla spartizione dei Paesi Islamici, venendo pagato soprattutto dall'Europa. Forse è questo il motivo per cui le truppe NATO occupano l'Afghanistan?

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Passiamo all'idea di MorteBianca:

Vorrei proporre un'alternativa: la formazione di uno stato panafricano.

2020: il generale Afhal Mayaned, inizialmente un semplice mercenario, riunisce sotto il suo comando diversi clan e bande di guerriglia di stampo comunista della sua nazione (facciamo uno dei microstati dell'Africa occidentale) e inizia ad organizzare un'attività di guerriglia contro lo stato, accusato di filo-occidentalismo.

2022: Con un colpo di stato Mayaned prende il potere e si proclama Presidente, Ministro del Tesoro e Generalissimo di uno staterello centrafricano.

2024-2028: Le aziende vengono statalizzate e tolte dalle multinazionali straniere, si favorisce la creazione di un monopolio statale, i cittadini vengono sottoposti a diversi censimenti sanitari per stabilire chi è adatto alla guerra, e in seguito gli adatti vengono addestrati e armati dai veterani dell'esercito mercenario di Mayaned.

2029: Le nazioni confinanti dichiarano guerra al paese di Mayaned per approfittare della debolezza post-rivoluzionaria, che si ritrovano impreparate di fronte alla tattica non convenzionale dell'esercito mayanediano.

2035: in marzo molti staterelli sono stati annessi, mentre diversi territori vengono strappati ai giganti confinanti.

2035: Viene siglata la pace, il nuovo stato mantiene parte delle conquiste (di fatto tutti i paesi completamente annessi) ma restituisce una parte di quelle prese agli stati rimasti in gioco.

2036: Viene proclamata la Repubblica Panafricana, Mayaned dichiara la sua intenzione di « unificare tutti i popoli dell'Africa sotto un'unica bandiera » e di « liberarli dalla mano nera del capitalismo occidentale »a fine discorso, inoltre, fa cenno a future elezioni.

2037: Con il trattato di Parigi vengono stilati dei rapporti preferenziali per l'estrazione del petrolio e delle materie prime, che vengono vendute ai paesi occidentali a prezzi molto più alti, il denaro ricavato viene intascato dall'unica banca nazionale, di controllo statale.

2028: Vengono assunti dei tecnici occidentali per fornire il nuovo stato di un impianto energetico moderno e abbondante, essi dispongono di tutto il denaro proveniente dalle vendite del petrolio, che però viene completamente venduto senza che ne rimanga da usare statalmente, e visto l'alto costo di materiale fissile che gli stati occidentali non vogliono vendere per timore che la Repubblica Panafricana sviluppi un arsenale, si decide per l'energia solare, sfruttando il potente irradiamento solare vengono creati enormi campi di pannelli fotovoltaici e di torri solari in tutta la nazione [ho letto un'interessante inserto in cui si parlava di simili torri, che all'interno contenevano delle ventole gigantesche che, a causa dei moti dell'aria riscaldata all'interno, si muovevano generando, oltre che energia solare per i pannelli, anche energia eolica]

2030: la costa della Repubblica viene riempita di impianti di desalinizzazione, alimentati dalle torri solari, in questo modo viene distribuita acqua ai cittadini, inizia inoltre la costruzione di un'imponente sistema di pompaggio che dovrebbe trasportare l'acqua per tutto lo stato, in particolare in larghissime serre nelle quali, usando particolari vetri riflettenti possono aumentare la produttività.

2035: Lo stato inizia a distribuire cibo di natura vegetale ai cittadini, l'emigrazione subisce un calo enorme.

2037: con l'allevamento animale inizia anche la produzione di vestiari, carne e accessori, inoltre lo stato inizia a concedere, seppur sotto un continuo controllo economico, delle prime attività economiche parzialmente indipendenti, strutturando i grandi monopoli in diverse "aziende figlie" in costante competizione fra loro, pur rimanendo fondamentalmente unite.

2040: grazie all'afflusso di capitale inizia un'industrializzazione molto rapida, in stile Dubai, che permette l'espansione delle maggiori città in termini di dimensioni, ma anche la formazione di baraccopoli e quartieri dalla scarsa sanità.

2045: La Repubblica diventa "verde" ovvero le serre si espandono e si uniscono divenendo enormi campi, e in alcuni casi giardini e foreste, grazie alla continua irrigazione acquifera.

2047: A causa delle continue pressioni e di alcuni scioperi, Mayaned decide di concedere una costituzione di stampo occidentale (anche se si notano molto dei connotati accentratori, in ambito economico) e la formazione di un parlamento a due camere, la Camera del Popolo e la Camera dei Mestieri, nella prima vengono mandati dei rappresentanti eletti in maniera piramidale secondo uno schema organico, nella seconda vi sono i rappresentanti statali delle varie industrie monopolistiche. In questo parlamento Mayaned è ancora Presidente della Repubblica, del Consiglio, degli Esteri, della Difesa, degli Interni e del Tesoro, oltre che Capo di Stato Maggiore.

2050: il giorno del suo cinquantesimo compleanno, Mayaned concede alla popolazione le sue prime elezioni per rinnovare il parlamento, inizialmente composto da delegati eletti dall'alto. Le elezioni sono però una semplice proposta di diverse liste scelte dall'alto, fondamentalmente sotto controllo statale, nonostante i diversi tumulti però le elezioni proseguono, anche per via delle proposte di aumento delle razioni da parte di molti candidati.

2053: nuove elezioni vengono convocate per via del crescente numero di proteste, si forma il Partito del Progresso, di stampo socialdemocratico con forti connotati liberali, che opera in clandestinità e che dirige le sommosse, ma non gode di un successo totale per via della matrice marxista del governo di Mayaned, che quindi gode di una notevole fama presso le masse. Mayaned si decide quindi a permettere, per evitare una "controrivoluzione", la partecipazione del Partito del Progresso, ma riunisce tutte le sue liste nel Partito del Governo, promettendo ampie riforme e retribuzioni per non perdere voti. L'esito delle elezioni da un sostanziale pareggio, ma il Partito del Progresso è in testa per alcuni voti.

2054: Annunciato il nuovo governo di coalizione, il primo nella storia di un paese filo-marxista, che vede la prima perdita di uno dei ministeri da parte di Mayaned, che concede il posto di Presidente del Consiglio a Matge Dafur, capo del Partito del progresso, che da via a diverse riforme a carattere sociale e ad una parziale liberalizzazione dell'economia, che però rimane fortemente condizionata dallo stato, inoltre la libertà di stampa e di parola, oltre che di sciopero e associazione, viene concessa.

2055: Il Partito del Governo deve decidere, come in tutti i paesi socialisti dopo il crollo dell'URSS, se disciogliersi e darsi un'impronta socialdemocratica, mantenere la linea dura e cercare di riportare lo stato ai primi fasti, o rinnovarsi mantenendo il controllo "dal basso" dello stato, cercando di eliminare la burocrazia che si era formata.

Viene scelta la terza ipotesi onde evitare da un lato la perdita di potere, dall'altro ripercussioni popolari, questo induce Mayaned a convocare le elezioni nel Partito del Governo (ribattezzato Partito Operaio dell'Africa) migliaia di cittadini (tra cui molti iscritti al Partito Progressista) affluiscono alle urne, sentendo il "ritorno"del primo socialismo di Mayaned, le elezioni mostrano un sostanziale rinnovamento dal basso della burocrazia di partito, che in parte però viene conservata dallo stesso Mayaned ove ritenuta abile nel controllo dell'apparato industriale, e incredibilmente Mayaned viene riconfermato presidente (la stampa occidentale accusa brogli, quella africana sostiene che Mayaned appaia ormai un pater patriae, con i sensi buon ie negativi conseguenti).

2057: Il Partito Operaio dell'Africa fa delle proposte molto più spinte a carattere sociale e vince le elezioni, pur rimanendo in coalizione con il Partito Progressista (ora ribattezzato Africa Libera) , le industrie statali vengono sovvenzionate, viene introdotta la sanità, l'istruzione gratuita fino alla laurea, il riciclaggio (il Partito Operaio accoglie in se molte anime della sinistra africana, che è molto più preoccupata per l'ambiente per ovvi motivi) 
2059: il New York Times pubblica un articolo che fa scandalo: Mayaned, fondatore di una nuova potenza.
Lo stesso giornale aveva, vent'anni prima, scritto un articolo con ben altri toni: Il sanguinario dittatore africano contro tutta l'africa!
La Repubblica Panafricana è uno stato ricchissimo, con un tenore di vita molto alto, con un settore di ricerca sovvenzionato dallo stato e con una popolazione istruita, dotata di sanità statale e residente in città pulite, ma gran parte della popolazione lavora nei campi o nelle fabbriche (che comunque sono di proprietà sindacale, ma vengono gestite in maniera padronalistica).

2060: Mayaned, ormai sessantenne, incontra il nipote di Nelson Mandela a Città del Capo, i due presidenti discutono su una futura alleanza africana, Mayaned rivela di essersi ispirato a tre persone: « Mandela, per la sua lotta alla discriminazione, Nasser per il suo panarabismo culturale, anche Gheddafi aveva un progetto Panafricano, ma era ideologicamente distorto, non ha mantenuto ciò che scrisse nel suo « Libro Verde ».

2065: Liberalizzazione della Repubblica Panafricana, le industrie rimangono sotto un controllo statale rigido da parte dei commissari e dei sindacati, ma ora si formano aziende azionarie che alimentano il flusso di capitale nell'economia della Repubblica, Mayaned inoltre fa passare la "Carta dei diritti", una serie di norme sul lavoro che regolarizzano il campo lavorativo.
Viene inoltre creato il Ministero della Sanità, affidato ad Emergency, secondo Mayaned infatti « Non siamo ancora pronti per poter amministrare la nostra Sanità, ci limiteremo a sovvenzionare Emergency, che ha sempre aiutato i compagni africani ». Nasser lascia il Ministero della Difesa al suo braccio destro, nonché ex capo dei servizi segreti, Mogdul Amafer, l'esercito viene "momentaneamente"convertito in forza di polizia e successivamente smembrato se non per i corpi veterani esperti, e viene affidato a un'altro dei suoi generalissimi, Bamur Fasel.
Anche il posto di Ministro del Tesoro viene ceduto al magnate occidentale e noto filantropo Walter Rayland, il quale inizia a trattare l'economia statale come una gigantesca multinazionale, facendo salire i profitti.

2070: il Settantenne Mayaned, Presidente della Repubblica Panafricana e Presidente degli Esteri e degli Interni, convoca tutti gli stati africani a città del Capo, dove mostra un documento elaborato insieme a molti politici e rappresentanti statali di tutto il mondo, principalmente frutto della collaborazione fra lui e Mandela, la "Costituzione dell'Africa"che ha la doppia funzione di carta dei diritti e di contratto, viene proposta per la prima volta la nascita di un'Unione Africana che, inglobando l'omonima associazione tuttora esistente, riunisca l'Africa in un unico stato.
Diversi presidenti sfilano davanti al banco e firmano sotto le diverse colonne: Unione Economica, Unione Militare, Unione Parlamentare, Unione Politica.
Tutti, sull'onda del successo della Repubblica Panafricana, hanno sottoscritto per l'Unione Economica, mentre solo alcuni paesi (gli alleati della Repubblica Panafricana) hanno controfirmato per un esercito comune e per riconoscerlo come tale, mentre gli stati vicini alla Repubblica hanno firmato l'Unione Politica, e il Sudafrica, l'Egitto, la Libia, la Tunisia e l'Algeria hanno firmato per l'Unione Parlamentare.

2075: Nasce l'Unione Africana, un'alleanza con moneta unica (il Dinaro) con capitale la ribattezzata Africa City (la capitale della Repubblica Panafricana) , nello stesso anno nasce l'Alleanza Militare Panafricana, in cui diversi stati riuniscono l'esercito sotto il controllo dello stato Panafricano, per protezione e alleanza, nasce anche il Parlamento Panafricano, in cui vengono eletti deputati algerini, libici, egiziani, panafricani e sudafricani, e infine lo stato Panafricano aumenta per due terzi i propri confini.

2080: Mayaned, con un secondo congresso all'ONU, parla in favore della pace mondiale e fa un commovente discorso sulla storia dell'Africa, sullo sfruttamento che ha subito nei secoli e sulla sua, imminente, liberazione tamite l'uso dell'arma più potente di tutte: « La dialettica ».

2090: Mayaned non vedrà il suo sogno realizzato, perchè muore pianto da tutta la popolazione e da molti africani, diverse personalità del mondo di colore partecipano al suo funerale, la sua salma viene accompagnata dalla folla come per Chavez, nel suo testamento chiede agli africani di essere come fratelli per lui, che fu un padre.
Numerose sono le liberalizzazioni promosse, ma il controllo dal basso di stampo Mayanediano non viene perso, dopo la sua morte molti stati sottoscrivono per l'Unione parlamentare, e l'Alleanza Panafricana, divenuta ormai un'esercito di pacificazione e difesa, si estende prima fra i paesi che vogliono protezione, poi fra i paesi che ambiscono ad alleanze vantaggiose.

2100: L'Unione Africana unisce economicamente tutto il Continente Nero, il Parlamento Panafricano contiene metà degli stati Africani (fra questi sono compresi quelli della lega araba) , l'Alleanza Militare Panafricana contiene un Terzo degli eserciti Africani, e la Repubblica Panafricana, una potenza al livello del Giappone, occupa tutta l'Africa Occidentale, il corpo di Mayaned viene visitato da moltissimi africani, i suoi scritti vengono pubblicati e letti in tutto il mondo, si formano partiti di ispirazione Mayanediana in molti paesi con popolazioni di colore, e il tenore africano, in generale, inizia a risalire dopo secoli di baratro.

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