L'Italia si schiera con gli Imperi Centrali

di MAS


Ecco la proposta di MAS per il nostro gioco ucronico consistente nello scrivere tutti un'ucronia che preveda una Prima o una Seconda Guerra Mondiale "alternativa". Chi vuole commentare o partecipare,scriva al Webmaster a quest'indirizzo.

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28/06/1914
Attentato di Sarajevo durante la visita di Francesco Giuseppe e di Francesco Ferdinando in quella città, entrambi muoiono (come l'Arciduchessa Sofia) e Carlo viene proclamato imperatore/re; egli promette varie riforme che decentrino ulteriormente il potere, riconoscendo immediatamente il Regno di Boemia e Galizia e quello di Croazia e Bosnia, in attesa di eventuali ulteriori modifiche alla compagine Imperial/Regia.
Iniziano febbrili contatti con Italia e Germania per concordare l'azione contro la Serbia con compensazioni in Trentino e nell'Istria a favore dell'Italia in caso di acquisizione dell'Austria-Ungheria nei Balcani.

23/07
Invio di un ultimatum dell'Austria-Ungheria alla Serbia

28/07
Dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia

01/08
Dichiarazione di guerra della Germania alla Russia

02/08
Le truppe tedesche occupano il Lussemburgo

03/08
La Germania dichiara guerra alla Francia

04/08
La Germania invade il neutrale Belgio; il Regno Unito dichiara guerra alla Germania dopo che questa non rispetta la neutralità belga; l'Italia dichiara guerra alla Francia, al Regno Unito e alla Russia

05/08
Il Montenegro dichiara la propria neutralità

06/08
L'Austria dichiara guerra alla Russia; la Serbia dichiara guerra alla Germania

08/08
Dopo un forte bombardamento navale (flotte congiunte italo-austriache nonché navi germaniche Goeben e Breslau) la guarnigione britannica di Malta è costretta alla resa

09/08
La Francia dichiara guerra all'Austria-Ungheria

13/08
La Gran Bretagna dichiara guerra all'Austria-Ungheria

15/08
San Marino dichiara guerra a Regno Unito, Francia e Russia

20-28/08
I tedeschi occupano il Belgio; il Giappone dichiara guerra alla Germania e all'Austria; l'Austria dichiara guerra al Belgio.
Malgrado l'attacco Russo in Prussia e in Galizia, i tedeschi decidono di non ritirare forze dal fronte occidentale e non indeboliscono l'ala destra. delle loro forze; gli italiani ottengono alcuni piccoli successi sul fronte occidentale e occupano Mentone ed alcuni altri centri nella valle della Roja (inviano anche un corpo d'armata in Lorena per rinforzare il dispositivo tedesco)

06/09
Le truppe tedesche, che hanno superato la Marna, entrano a Parigi

20/09
Truppe italiane entrano a Nizza; Genova è bombardata dalle flotte dell'Intesa

30/09
L'impero Ottomano dichiara guerra a Regno Unito, Francia e Russia

03/10
Mentre le forze tedesche attaccano alle spalle le forze francesi in Lorena e sui Vosgi, raggiungendo nel contempo la Loira, nei pressi di Orléans, la Spagna dichiara guerra a Francia e Regno Unito

04/10
La Russia dichiara guerra alla Spagna

05/10
La Bulgaria dichiara guerra alla Serbia

06/10
L'Italia occupa alcuni porti dell'Albania che dichiara guerra a Serbia, Francia, Regno Unito e Russia

12/10
Il Montenegro dichiara guerra a Serbia, Regno Unito e Francia

14/10
Gibilterra è in mani spagnole

19/10
Regno Unito e Russia dichiarano guerra alla Bulgaria; la Russia dichiara guerra al Montenegro

22/10
La Francia firma l'armistizio a Bonn (le forze tedesche erano giunte a Lione e alle porte di Bordeaux, quelle italiane a Cannes e quelle spagnole a Perpignano) e si ritira dal conflitto, trasferendo il governo da Bordeaux a Vichy

27/10
Le ultime forze serbe si arrendono nei pressi del confine con la Grecia; quest'ultima dichiara guerra al Regno Unito

01/11
Il Giappone firma un accordo con la Germania ed esce dal conflitto

23/11
La Romania dichiara guerra a Regno Unito e Russia; gli Austriaci lanciano una controffensiva nei Carpazi

01/12
Vittoria schiacciante dei tedeschi c/o i laghi Masuri; inizia una rapida ritirata russa sul Dnestr, dalla Galizia (eccetto Tarnapol), in Polonia, dove gli austro-tedeschi giungono alle porte di Varsavia e in Lituania-Curlandia

07/12
Con un capovolgimento di alleanze il Giappone dichiara guerra alla Russia, ma non al Regno Unito

21/12
Pesante sconfitta britannica nella battaglia navale dello Jutland

31/12
Bombardamento del Pireo da parte di una flotta britannica; per aumentare il controllo del Mediterraneo Centrale, gli italiani occupano i principali porti tunisini (flebili proteste francesi)

06/01/1915
Una buona parte della flotta tedesca entra nel Mediterraneo

10/01
Iniziano gli sbarchi di forze degli Imperi Centrali (Alleate) a Cipro; gli italiani rioccupano la Marmarica (occupata dagli inglesi nei primi giorni di guerra), spingendosi sino a Marsa Matruh; forze turco-austriaco-tedesche occupano il Sinai e interrompono in più punti il canale di Suez

15/01
Il Regno Unito accetta la mediazione americana e chiede un armistizio agli Alleati

21/01
Il Regno Unito firma l'armistizio a Cassibile (SR)
Nella tarda primavera del 1915, gli Alleati attaccano con vigore la Russia.

22/06
La Russia, in preda ad una serie di rivolte interne da parte delle forze progressiste, si arrende agli Alleati.

4-11/11
Trattati di pace di Vienna.

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Il trattato di pace di Vienna vede le seguenti modifiche all'assetto pre-guerra:

Francia - Cede Belfort e parte del dipartimento di Nancy alla Germania e deve smilitarizzare tutta la parte est del Paese (linea Abbeville-Ginevra e Ginevra-Camargue); cessione di Nizza e Corsica all'Italia; cessione del Rossiglione e di altri territori alla Spagna; Cessione di Tunisia e Somalia Francese all'Italia; Marocco (sia pur in condominio con la Germania) e Gabon alla Spagna; Africa Equatoriale (Ciad, Centrafrica e Congo Francese) e Dahomey alla Germania; Guayana alla Romania; Costa d'Avorio all'Ungheria. Cessione della flotta agli Alleati.

Belgio - Non subisce amputazioni territoriali ma entra a far parte dell'Impero Germanico, il Congo diventa Colonia di tale impero.

Serbia - La Serbia vera e propria viene incorporata nell'Impero Austro-Ungarico; la Macedonia viene ceduta alla Bulgaria; il Kosovo e il Sangiaccato all'Illiria.

Regno Unito - Cede Malta, la Somalia Britannica, la Sierra Leone, Trinidad & Tobago e il Kenya all'Italia; l'Uganda,la Nigeria, le Bermuda, le Bahamas, la Beciuania, la Papuasia e altri domini nel Pacifico alla Germania; il Ghana all'Austria; Cipro alla Grecia; l'Egitto diventa indipendente; Suez e il Territorio del Canale diventano internazionalizzati sotto il controllo delle Potenze vincitrici e dell'Egitto; il Sudan diviene italo-egiziano; Transvaal e Orange diventano indipendenti; il Québec diventa indipendente; Kuwait e altri possedimenti e protettorati nella penisola arabica alla Turchia); Mauritius e alcune isole caraibiche alla Francia; Gambia alla Bulgaria; Guayana alla Grecia, Gibilterra alla Spagna. Cessione di circa un terzo della flotta agli Alleati.

Romania - Cede la Dobrugia meridionale alla Bulgaria; ottiene la Bessarabia e parte della Transnistria (esclusa Odessa); alcune aree del Banato e della Transilvania dall'Ungheria.

Montenegro - Diventa Regno dell'Illiria (sotto un larvato protettorato congiunto italo-austriaco) e ottiene Sangiaccato di Novi-Pazar e Kssovo dalla Serbia; l'Albania a Nord di Valona (Valona e l'hinterland all'Italia, il resto alla Grecia).

Russia - Cede la Polonia all'Austria; i Paesi Baltici, la Bielorussia e la Finlandia alla Germania (diventando regni autonomi all'interno dell'Impero Germanico); la Bessarabia e la Transnistria alla Romania; la Crimea alla Turchia; Ucraina e Caucasia diventano indipendenti. La Rivoluzione viene vinta dai moderati di Kerenskij e la Russia diventa una repubblica, moderatamente democratica, almeno per alcuni anni).

Austria-Ungheria - dopo l'ascesa al trono di Carlo, si trasforma in uno stato federale (Austria tedesca con Dalmazia e Slovenia autonome [e Istria o Costiera Adriatica, qual dir si voglia, con capoluogo Pola, Triste Città Libera sotto il diretto controllo dell'Imperatore d'Austria, come Fiume, sotto il diretto controllo del Re d'Ungheria], Cechia, Polonia, Ungheria e Slavia del Sud) e cede all'Italia il Trentino e il Goriziano nonché l'Isola di Pelagosa a compensazione delle sua espansioni in Serbia.

Giappone - in cambio del voltafaccia, se è vero che restituisce Tsingao e parte della Micronesia (eccetto le Marianne Settentrionali) alla Germania, nel contempo ottiene anche la parte settentrionale dell'Isola di Sahalin e alcune isole del Pacifico settentrionale dalla Russia; le province Costiere e quelle dell'Amur (territori sottratti dalla Russia alla Cina nel XIX sec.) vengono cedute allo stato di Manciuria, divenuto indipendente da Pechino e sotto una forte influenza nipponica che si tramuterà in un vero e proprio protettorato negli anni a seguire. Il Giappone conseguentemente punta (gioco forza) su un area di risorse settentrionale e non meridionale come nella nostra Timeline, ed entra in competizione più con la Russia che con USA e Regno Unito.

L'Africa nel 1916 nella Timeline ideata da MAS

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Troppo ottimista? Consideriamo che coi tedeschi (liberi ad oriente) alle porte di Parigi, gli italiani che, malgrado qualche batosta sul mare, avanzano lentamente in Costa Azzurra e gli spagnoli che, occupata Gibilterra, avanzano nel midi francese, con gli USA neutrali, Francia e Regno Unito si sarebbero dovuti arrendere.

Nella realtà il trattato di pace di Vienna non è poi così duro: la Francia mantiene l'Algeria, l'Africa Occidentale, il Madagascar, l'Indocina e varie colonie, nell'Oceano Indiano e nel Pacifico e nei Caraibi (addirittura riottiene alcune isole ed arcipelaghi sottrattile dal Regno Unito nel periodo Napoleonico); il Regno Unito mantiene India, Canada (escluso il Québec), Australia, Nuova Zelanda, Colonia del Capo, Malesia, Birmania, Ceylon e varie altre colonie e possedimenti.

Entrambe escono dal trattato di pace assai meno umiliate di quanto loro stesse fecero nella nostra Timeline a Germania e Austria-Ungheria (considerando che al momento degli armistizi del novembre 1918, il fronte era ancora in Belgio, con la Germania che occupava ancora Paesi Baltici, Polonia, Bielorussia e Ucraina e l'Austria-Ungheria che vede occupate alcune porzioni del Trentino e Trieste, ma che occupa ancora parte della Serbia, Romania, Montenegro e l'Albania settentrionale).

Tutto sommato le sottrazioni territoriali e coloniali sono molto modeste, e mentre la Francia deve cedere tutto il naviglio maggiore ad Italia e Austria-Ungheria, il Regno Unito cede solo un terzo della sua flotta alla Germania e alcune navi a Grecia, Turchia e Spagna; nella nostra Timeline sia Germania che Austria-Ungheria dovettero cedere praticamente tutti i natanti militari.

MAS

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Diamo ora la parola ad Enrico Pizzo:

All'inizio del Primo Conflitto Mondiale uno dei punti critici della linea di Confine tra l'Austria-Ungheria ed il Regno d'Italia era costituito dall'altopiano di Lavarone, dal quale era facilmente raggiungibile la Valsugana e quindi la città di Trento.
Consapevole di questa debolezza, in caso di cedimento in quel punto lo Stato Maggiore Austro-Ungherico riteneva che solo presso Bolzano sarebbe stato possibile fermare l'avanzata Italiana, la Duplice Monarchia aveva fatto rinforzare sensibilmente il sistema difensivo tramite la costruzione della Fortezza Luserna.
Come molte fortificazioni Austro-Ungheriche dell'epoca il Luserna era caratterizzato da un armamento di calibro inferiore, cannoni da 60 mm ed obici da 100, rispetto a quello a, cannoni da 149 ed obici da 280, disposizione degli Italiani.
Lo Stato Maggiore Austriaco conosceva queste limitazioni ma riteneva fossero ampiamente compensate dalla colossale blindatura, 500 cm di calcestruzzo armato, della Fortezza.
I primi giorno di conflitto dimostrarono però che si trattava di una convinzione errata, infatti il 28 Maggio del 1915, dopo 3 giorni di bombardamento, giudicando la Fortezza ormai condannata il comandante della guarnigione ordinava di mostrare la bandiera bianca.
Purtroppo Cadorna non raccolse l'incredibile opportunità, dando così tempo agli Austro-Ungherici di far arrivare gli Skoda da 305 con cui iniziarono sistematicamente a demolire le posizioni Italiane.
Ipotizziamo che Cadorna decida il 29 Maggio di far avanzare la Fanteria utilizzando le batterie del Verena e di Campolongo come protezione, consentendo agli Italiani di arrivare per il primo Giugno a Levico e per il 4 a Trento.
Come potrebbe cambiare la Storia?

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E ora,l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se il Piano Schlieffen avesse avuto successo?

Abbiamo sentito spesso che ci si aspettava che la Grande Guerra avrebbe dovuto essere rapida e decisiva, e che le potenze dell’epoca non avevano intenzione di muovere una guerra d’attrito lunga diversi anni che avrebbe destabilizzato le grandi potenze e che avrebbe portato il conflitto praticamente in ogni angolo del globo.
Questo era certamente il caso della Germania, ed era chiaro per via della fiducia che riponeva nel Piano Schlieffen per battere rapidamente i Francesi, aggirarli e concentrarsi per il resto della guerra sulla Russia, impedendo l’avvio di un conflitto su due fronti.
I Tedeschi, come molti di noi sanno, erano noti per le loro abilità organizzative e l’efficienza in combattimento, e perciò forse il Piano Schlieffen è un eccellente esempio di cosa accade quando si investe in un unico piano apparentemente a prova di idiota e non si prendono in considerazione alternative ed eventualità nel caso quel piano fallisca come alla fine avvenne in questo caso.
Il piano prese il nome e venne sviluppato dal Feldmaresciallo Alfred Graf von Schlieffen, un uomo che in precedenza aspirava ad una carriera giuridica ma che si ritrovò nel mondo della pianificazione militare per via della notevole abilità che dimostrò durante il suo anno di servizio di leva obbligatorio, eccellendo in questo campo per quelli che sarebbero diventati 35 anni di servizio.
Egli stesso disse che in origine non era sua intenzione diventare stratega, ma che piuttosto era nato per diventarlo e che fu un suo destino, si potrebbe perfino dire che fu tutto parte di un piano più grande.
All’epoca la Germania si dimostrò superiore alla Francia in termini di potenza militare, strategia e organizzazione, cosa piuttosto evidente fin dall’umiliante sconfitta dei Francesi durante la Guerra Franco-Prussiana, pertanto la Francia cercò un mezzo per riaffermarsi nei confronti della Germania stabilendo un’alleanza con la Russia, costringendo così i Tedeschi a combattere su due fronti nel caso fossero entrati in guerra con entrambe.
Essendo drammaticamente in inferiorità numerica nei confronti di queste due forze congiunte e non volendo dividere le risorse su due fronti, von Schlieffen considerò diverse strategie che in circostanze simili avrebbero potuto comunque assicurare una vittoria tedesca.
La risposta generalmente si manifestò nel trasformare l’offensiva su due fronti in un’offensiva in due fasi, eliminando rapidamente uno dei due alleati prima di passare all’altro.
Von Schlieffen capì che la Germania aveva a sua disposizione un’estesa rete ferroviaria con la quale trasportare le sue truppe tra i vari fronti, ma, in base ai suoi calcoli, se i Tedeschi avessero lanciato un’offensiva contro la Francia non ci sarebbero stati abbastanza tempo o uomini per causare una resa francese e spostare le truppe sul fronte orientale prima che la Russia avesse compiuto un’importante avanzata, anche nel migliore degli scenari.
Von Schlieffen avrebbe in seguito osservato nel 1905 quanto pessimamente fece la Russia contro il Giappone nella Guerra Russo-Giapponese, e notò che almeno nelle attuali circostanze di sottosviluppo, scarsa leadership e bassi livelli do organizzazione, la Russia che avrebbe dovuto affrontare la Germania non avrebbe potuto porre una grave minaccia per il fronte orientale come ci si aspettava in precedenza, perfino con l’aiuto di alleati, e probabilmente avrebbe richiesto solo una piccola forza terrestre tedesca per rendere sicura questa regione, permettendo alla maggioranza dei soldati e dei rifornimenti tedeschi di essere spostati ad occidente.
Queste ipotesi sulla Russia si dimostrarono vere, dato che perfino nonostante l’ordine anticipato di una mobilitazione generale i Russi si ritrovarono tremendamente impreparati, senza nemmeno essere riusciti a creare un mezzo sostenibile perché i loro alleati li rifornissero, e quindi il piano venne deciso: un numero di soldati apparentemente grande si sarebbe stabilito sul confine fortificato Franco-Tedesco come esca per la maggioranza delle forze francesi già stazionate lì.
Un numero più grande di soldati, la vera forza d’invasione, avrebbe fatto irruzione nei neutrali Belgio e Olanda, avrebbe preso Parigi e avrebbe accerchiato l’esercito francese.
In seguito la Germania avrebbe portato via le sue truppe dal fronte occidentale perché si congiungessero con la forza essenziale che aveva il compito di fare la guardia all’oriente e infine avrebbe lanciato un’offensiva contro la Russia.
Von Schlieffen alla fine andò in pensione e venne succeduto da Helmuth Johann Ludwig von Moltke, uno stratega afflitto dai dubbi sul successo tedesco e dalle sopravvalutazioni delle capacità Franco-Russe.
Fu sotto von Moltke il Giovane che il Piano Schlieffen venne significativamente modificato, implicando truppe aggiuntive in Germania Orientale ed eliminando l’Olanda dal piano, così da negare all’Inghilterra ogni diritto di occuparla, ma così facendo ai soldati tedeschi sarebbe costato l’accesso alle ferrovie settentrionali, rallentando l’avanzata e permettendo ai Francesi e ai Belgi di distruggere le loro ferrovie prima che potessero essere usate dai Tedeschi.
Questo, assieme alla resistenza belga, avrebbe ritardato abbastanza l’avanzata tedesca da far mobilitare la Francia portando la guerra nel punto morto nel quale rimase per diversi anni.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa il Piano Schlieffen avesse funzionato davvero? È chiaro che le modifiche di von Moltke al piano danneggiarono la funzionalità di un piano che dipendeva per buona parte da una forza schiacciante e dall’elemento sorpresa, sacrificati essenzialmente per paura e per provare ad andare sul sicuro.
Non bisogna però dare la colpa del fallimento del piano unicamente alle sue modifiche, la Germania aveva disperatamente bisogno che il Belgio e, nelle circostanze originarie del piano l’Olanda, cooperassero, se si voleva sconfiggere con sicurezza i Francesi in poco tempo.
Non solo la resistenza del Belgio, ma anche il coinvolgimento del Regno Unito per conto del Belgio fu un problema.
In origine l’idea era che la Germania potesse sottomettere la Francia così rapidamente che il coinvolgimento della Gran Bretagna non sarebbe stato un problema quando sarebbe arrivato, ma, come abbiamo visto nel nostro mondo, questo non accadde.
Se il Belgio e l’Olanda avessero permesso alla Germania di oltrepassare i loro confini pacificamente, l’Inghilterra sarebbe stata comunque segretamente obbligata a sostenere la Francia in caso di una guerra con la Germania, e avrebbe anche avuto tutti gli interessi a mantenere sicura la Manica da minacce come la Germania, ma le divisioni all’interno del governo tra le fazioni contrarie e favorevoli alla guerra e l’assenza di una violazione della neutralità avrebbero potuto essere sufficienti per impedire azioni inglesi.
Cooperazione da parte dei Belgi significa anche che non saranno necessarie truppe tedesche come forza d’occupazione per sottomettere la resistenza belga e che le linee ferroviarie non vengono distrutte, permettendo ad un esercito completamente equipaggiato di essere inviato rapidamente in Francia prima che possa essere stilata una strategia di risposta alla Germania.
Per amore di questo scenario supporremo che il Piano Schlieffen venga eseguito come inteso in origine e con la completa cooperazione del Belgio e dell’Olanda.
Ad occidente l’esercito francese viene rapidamente sconfitto, ad oriente i Tedeschi si dimostreranno meno sicuri contro i Russi durante la Battaglia di Tannenberg, ma nel nostro mondo i Tedeschi riuscirono comunque ad infliggere ai Russi il decuplo delle loro perdite con molti meno uomini, distruggendo completamente la 1a e la 2a Armata russe.
Ora, secondo le condizioni del Piano Schlieffen originale i Tedeschi sarebbero in numero ancora inferiore, ma considerato l’esito del conflitto nel nostro mondo non è improbabile che i Tedeschi resistano.
Anche così, se i Russi avessero vinto la battaglia, il suo scopo sarebbe concedere tempo ai soldati del fronte occidentale di accerchiare i Francesi, e a quel punto i Russi sarebbero stati cacciati e sconfitti.
La cosiddetta “guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre” non avviene, e invece il suo esito è molto simile a quello di molte altre che l’hanno preceduta.
Diventerà forse nota come Guerra Franco-Tedesca o Guerra Austro-Russa, a seconda di quale paese viene interpellato, e in pratica lo scenario è piuttosto simile a quello che sarebbe potuto accadere se la Germania avesse vinto la Grande Guerra, ma la vittoria è molto meno drastica.
L’equilibrio del potere in Europa è cambiato, ma le condizioni non sono così tremende per gli sconfitti, né la distruzione causata dalla guerra è così diffusa.
La Francia è stata semplicemente umiliata e relegata ad un ruolo di secondo piano, la debolezza della leadership russa viene esposta prima e il centro del potere continentale si è spostato ulteriormente dall’Europa occidentale verso l’Europa centrale.
La Germania asserirà con fermezza la sua posizione di superiorità sulla Francia e si porrà come il perno attorno al quale girerà l’Europa continentale, e di questo potere e prestigio godranno anche i suoi alleati.
Molte colonie francesi verranno occupate come bottino di guerra dalla Germania, soprattutto l’Indocina, il Marocco e parti di quelle che andranno a far parte del piano tedesco per la colonia della Mittelafrika.
Gli Austriaci renderanno la Serbia uno stato cliente per scoraggiare ed eradicare i gruppi di estremisti serbi come quello che assassinò l’Arciduca Francesco Ferdinando, ma cederà anche la Bosnia al fantoccio serbo per placare la popolazione serba e al contempo mantenere il controllo generale della regione da dietro le quinte.
Alla fine gli Austriaci troveranno una soluzione per le tensioni in ascesa all’interno dei loro confini senza il bisogno di fare concessioni frettolose sotto la pressione della guerra, e questo potrebbe manifestarsi sotto forma degli Stati Uniti della Grande Austria proposti da Francesco Ferdinando o della concessione di ulteriori diritti e sicurezze per le minoranze dell’impero.
La Russia vedrà molte delle sue terre più occidentali portate via dalla Germania per la creazione di stati cuscinetto, indebolendo qualsiasi futuro fronte congiunto tra Francia e Russia.
La Russia, non essendo stata spinta fino al punto di rottura da anni di guerra, non soccombe mai alla rivoluzione Comunista, ma dopo la sconfitta lo zar vede i suoi poteri ridotti e la creazione di una monarchia più democratica, una che verrà certamente tenuta sott’occhio dalla Germania nel caso il Comunismo dovesse acquisire consensi.
Gli Ottomani, avendo collegato il loro futuro alla Germania, beneficeranno significativamente da questa vittoria, ricevendo un costante sostegno finanziario e militare dalle potenze che adesso governano il continente, cosa che alla fine aiuterà i Turchi a mantenere il loro impero, aiutando a loro volta la Germania ad assicurarsi una fonte affidabile di petrolio e impedendo ulteriori espansioni inglesi e russe in Medio Oriente.
Il Regno Unito, in mancanza di una vittoria Franco-Russa, tornerà gradualmente ad una politica di splendido isolamento.
Anche se gli Inglesi cercarono di sfuggire a quella situazione che Joseph Chamberlain descriveva come “la Gran Bretagna non ha amici”, questa sembrava solo enfatizzare il loro desiderio di concentrarsi sulle faccende interne.
L’Alleanza Anglo-Giapponese in pratica affermava che l’Inghilterra si affidava al Giappone perché questi tenesse d’occhio le cose in Asia orientale, e lo stesso valse per gli Stati Uniti e le Americhe dopo la Crisi Venezuelana del 1902-1903.
Dato che i suoi due principali alleati in Europa non sono riusciti a sconfiggere la Germania e che i tentativi di amicizia con questa sono falliti da quando il Kaiser Guglielmo II ha licenziato Otto von Bismarck, il Regno Unito vedrà nel suo futuro maggiori relazioni con le sue colonie e i suoi due pari navali, gli Stati uniti e il Giappone, che non necessariamente andranno molto d’accordo.
Poiché la guerra non si allarga, gli Stati Uniti non vedono un boom economico seguito da un grande collasso, bensì uno sviluppo lungo e costante con piccoli occasionali intoppi economici come sarebbe accaduto in condizioni normali.
Come detto prima, se gli Stati Uniti non avranno il bisogno di assumere il ruolo di guida globale rimarranno invece concentrati sull’emisfero occidentale, gestendo le nazioni centro e sudamericane e promuovendo il suo genere di democrazia nelle Americhe.
La gente spesso dimentica che prima che gli Stati Uniti approfittassero della Grande Guerra la nazione stava comunque vedendo una significativa ascesa economica.
La fine dell’800 aveva visto gli Stati Uniti raggiungere tassi di produzione più alti e un reddito pro capite più alto di qualsiasi altra nazione sulla Terra.
Questo trend, considerato che gli Stati Uniti accresceranno la loro influenza nel proprio emisfero, probabilmente continuerà.
Inoltre potremmo vedere Woodrow Wilson perdere per poco le elezioni del 1916 a favore di Charles Evans Hughes o Theodore Roosevelt, se questi riuscirà ad ottenere la nomination Repubblicana.
Senza la Grande Guerra Wilson perderà i voti dei contrari al conflitto, che potrebbero altrimenti allinearsi con Hughes o Roosevelt.
Una vittoria di Roosevelt potrebbe concedere altri anni di vita al Partito Progressista e vedere un mandato caratterizzato da ulteriori riforme e interventi in America Latina, forse da un aggravamento della Guerra di Confine con il Messico prima che la salute di Roosevelt deteriori, lasciando che il suo ultimo anno di incarico venga affidato al suo vicepresidente, John M. Parker, un rivale di Huey Pierce Long.
Con la Germania e l’Inghilterra che emergeranno indenni dal decennio, esse porranno, un po’ come il Giappone del nostro mondo, molta attenzione alla Cina in seguito alla caduta della sua dinastia imperiale e alla destabilizzazione seguita dopo la morte del suo leader de facto, che la lasciò divisa fra vari signori della guerra e pronta ad essere conquistata.
La Germania si espanderà in Cina dalla sua attuale sfera d’influenza cinese e farà sue quelle che furono le rivendicazioni francesi a nord dell’Indocina, il Giappone, come ci si può aspettare, conquisterà la Manciuria e i territori della costa centrale e gli Inglesi si divideranno e domineranno quello che rimane.
Inoltre, la presenza statunitense nelle Filippine potrebbe rendere l’Asia orientale e il Pacifico il principale campo di battaglia del prossimo decennio.
I Giapponesi e i Tedeschi competeranno per i loro diritti sui territori cinesi, mentre Regno Unito e Stati Uniti tenteranno di difendere i loro attuali possedimenti.
Senza la diffusa distruzione postbellica della Grande Guerra e né la Gran Bretagna, né l’Italia, né la Bulgaria che hanno avuto la possibilità di farsi coinvolgere in questo conflitto, è impossibile che ideologie radicali come il Fascismo e il Comunismo ottengano l’importanza che hanno ottenuto nell’era successiva alla Grande Guerra.
Nonostante questo la Guerra Civile Spagnola avviene comunque come risultato delle tensioni crescenti fra destra e sinistra, ma vedrà una contrapposizione più chiara di monarchici nazionalisti contro repubblicani Socialisti, con i Nazionalisti che emergeranno comunque vittoriosi e i Carlisti che assumeranno un ruolo dominante nel periodo postbellico, mettendo un loro pretendente sul trono al posto di Alfonso XIII, che, anche se avrà una maggiore importanza negli anni precedenti alla guerra, si vedrà messo in ombra dallo zelo e dall’intensità del movimento Carlista.
L’Italia, senza l’impatto devastante della guerra, tenterà comunque di espandere il suo dominio nel Mediterraneo e come impero coloniale.
L’Italia all’epoca stava comunque flirtando per necessità con le politiche autoritarie, visto che doveva gestire un’economia accidentata e crescenti tensioni politiche in tutto il paese.
Prima della Grande Guerra il Partito Socialista Italiano aveva assunto un ruolo importante nella politica italiana, ed è piuttosto plausibile che in questo mondo alternativo formi in Italia un movimento importante, magari guidato da Mussolini, che non romperà mai col partito per le sue opinioni sulla Grande Guerra.
Ad un certo punto la Germania potrebbe cercare di acquistare il Congo dal Belgio per poter congiungere le sue colonie dell’Africa orientale e occidentale.
I Belgi potrebbero rifiutare l’offerta della Germania, spingendo ad un’invasione del Congo o del Belgio stesso.
L’Inghilterra, riconoscendo questo fatto come una minaccia per i suoi interessi coloniali in Sudafrica e un abuso di potere su una parte neutrale, potrebbe trovare una giustificazione e combattere finalmente i Tedeschi, facendo entrare in conflitto i due imperi più grandi d’Europa.
Questa potrebbe essere un’occasione per Francia e Russia per organizzare una rivincita, ma dato il tempo in più che la Germania e i suoi alleati hanno avuto per solidificare il loro potere, la guerra tra le due parti in causa potrebbe finire in entrambi i modi.
Il Giappone probabilmente si allineerà con il Regno Unito col solo scopo di impadronirsi dei territori tedeschi in Asia orientale, mentre gli Stati Uniti, non avendo stabilito legami più stretti con il Regno Unito grazie alla Grande Guerra e vedendo la loro vecchia élite anglosassone sostituita in gran parte da una nuova generazione di Tedeschi e Irlandesi, saranno ancora meno solidali con il Regno Unito di quanto lo furono nel nostro mondo, forse favoriranno addirittura la Germania, ma più probabilmente proveranno a giocare pulito con entrambi gli schieramenti.
Le tensioni in aumento fra Giapponesi e Statunitensi nel Pacifico potrebbero far oltrepassare il limite ai Giapponesi, che attaccheranno una nave o una base militare americana, portando allo scoppio di una guerra tra i due e a sua volta fra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Tradizionalmente, considerata la vecchia rivalità britannica con la Francia, gli Inglesi avranno una strategia di conquista delle colonie oltremare dei suoi avversari attraverso l’utilizzo della sua superiorità navale, togliendo risorse ai loro nemici e durando generalmente più di essi nel conflitto.
Anche se questo può essere raggiungibile in Africa e certamente in Asia col sostegno giapponese, i possedimenti inglesi nelle Americhe potrebbero essere completamente conquistati, non solo danneggiando lo sforzo bellico inglese, ma concedendo agli alleati della Germania ottima merce di scambio per poter riottenere i loro possedimenti coloniali nel caso la guerra dovesse concludersi in una sconfitta tedesca o in uno stallo.
Inghilterra e Germania probabilmente rimarranno bloccate in una dinamica di dominio terrestre tedesco sul continente e di dominio inglese sui mari.
Non essendo riuscito a stabilire forti legami con gli Stati Uniti e il Giappone, il Regno Unito si ritroverà con uno dei suoi potenziali alleati dalla parte degli avversari e con l’altro che lo sosterrà solo per i suoi interessi egoistici.
Sarà una triste realtà per la Gran Bretagna, ma in realtà sarà da sola, un’isola fra le nazioni.
La guerra finirà con l’Inghilterra che concederà il Congo e le colonie occupate dai Tedeschi in cambio del Canada e delle isole caraibiche, mentre la Germania e gli Stati Uniti continueranno la loro guerra contro il Giappone.
L’Austria-Ungheria potrebbe reclamare le ex colonie francesi dell’Africa settentrionale e occidentale, cosa alla quale la Germania acconsentirà, capendo che sarà necessario arricchire i suoi alleati se vorrà rendere ancora più sicura la sua posizione in Europa, una strategia che il Regno Unito ha trascurato, facendolo rimanere da solo.

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Gli risponde Dario Carcano:

Io sono dell'idea che il Piano Schlieffen non poteva funzionare, per il semplice motivo che nel suo svolgimento si basava su una quantità tale di assunti e premesse che giudicarlo 'ottimista' sarebbe quantomeno riduttivo.
I due assunti più grossi erano la neutralità del Regno Unito e l'idea che il Belgio, di fronte alle truppe tedesche, non avrebbe opposto una resistenza degna di questo nome, e quindi i tedeschi avrebbero solo dovuto marciare attraverso il Belgio per poi arrivare in Francia freschi come delle rose.

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E Alessio Mammarella aggiunge di suo:

Quanti danni ha fatto, comunque, la guerra russo-giapponese!

- ha illuso i tedeschi sulla debolezza della Russia, influendo forse sulla volontà bellicista del vertice militare tedesco (Moltke, indicato come timido in relazione al piano di guerra e alle sue politiche, fu tutt'altro che timido nell'insistere per la guerra);
- ha portato l'Austria-Ungheria a occupare la Bosnia (tanto i russi sono deboli e non possono altro che protestare a vuoto) predisponendo la Russia ad avere un atteggiamento inflessibile nella successiva crisi (appunto quella del 1914);
- ha influenzato la dottrina militare giapponese, che a causa del mito di Tsushima e della vittoria navale decisiva contro un nemico più potente è andata anni dopo a schiantarsi contro gli Stati Uniti (illudendosi che perfino le battaglie disperate condotte nel 1944 nelle Filippine potessero essere straordinarie e decisive vittorie).

In tutti questi paesi, i militari godevano di forte reputazione e avevano un peso decisivo nelle scelte politiche: quindi forse da ciò potremmo trarre delle conclusioni di carattere generale: i militari tendono a guardare al passato, spesso sbagliano a causa di valutazioni anacronistiche e soprattutto dovrebbero stare lontani da decisioni politiche importanti.

Anche la successiva guerra Italo-Turca, oltre a indebolire il fronte balcanico (causando ben due guerre in pochi anni), ha illuso UK e Francia della debolezza della Turchia (che poi a Gallipoli constateranno sulla loro pelle che tanto allo sbando non era), e infine ha dato l'illusione che l'Italia potesse essere una potenza militare come le altre e che era nostro diritto conquistarci il nostro "posto al sole".

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Anche Federico Sangalli dice la sua in merito:

Proprio oggi riflettevo su questo dato. Nell'ambito di uno dei miei corsi universitari uno dei libri da leggere era di un generale in pensione britannico e io ho commentato che era un classico della letteratura anglosassone, quello dell'avere ufficiali che quando si ritiravano invariabilmente scrivevano libri (e/o venivano invitati ad assumere posizioni di divulgazione) che poi venivano insegnati nelle università, nelle accademie e nei circoli del potere. Un mio compagno ha risposto con un "così fan tutti". Al che l'ho corretto: che forse conosceva o si ricordava di qualche generale italiano che avesse scritto libri che ci era toccato studiare? Pensandoci su abbiamo concluso che, sebbene alcune persone del mestiere (analisti strategici, esperti di tecnologia militare, diplomatici, politici, politologi, geopolitologi) abbiano scritto in materia, sono molto pochi i testi riconducibili a ufficiali militari italiani e quasi esclusivamente dedicati a trattazioni di carattere storiografico. Sicuramente dipende dal fatto che le forze armate italiane hanno meno capacità e meno storia recente nel combattere e pianificare guerre rispetto ai loro corrispettivi anglosassoni ma anche solo sul piano strategico ci sarebbe spazio per un tal genere di letteratura, data soprattutto la posizione strategica italiana, eppure i testi in materia sono quasi tutti di non militari. Ne abbiamo dedotto che la ragione principale è da attribuire a un minore militarismo della società italiana: in Italia i militari sono rispettati e tendenzialmente ben visti ma nessuno si aspetta che facciano altro rispetto ai loro doveri, i quali non includono immischiarsi nella catena di comando civile, prendere parte alla discussione accademica o produrre testi strategici. La massima "controllo civile sui comandi militari e non viceversa", tacitamente al centro di grandi battaglie per assicurarne la sopravvivenza (anche delegando ai servizi segreti i compiti "sporchi") durante gli anni pericolosi della Strategia della Tensione, è sempre rimasta viva nella cultura italiana: in altre parole, in Italia politici e tecnici decidono e i militari eseguono prendendo parte al dibattito solo nelle sedi e nei limiti opportuni. Non così è accaduto nei paesi anglosassoni, dove anzi invece è inusuale che un alto ufficiale, ritirandosi, non produca libri di testo, non frequenti politici di alto rango, non entri in politica con incarichi legati al mondo della difesa e non influenzi il dibattito della strategia militare. Per esempio, il presidente della commissione esteri britannica, Tugendhat, è un ex militare che prima era consigliere di Johnson per le questioni belliche, ma la sua controparte laburista per lungo tempo, Dan Jarvis, aveva un background quasi identico. Il ministro della difesa americano Lloyd Austin è un ex generale e così il suo predecessore Jim Mattis. L'ex ammiraglio James Stavridis, già dato per favorito per una posizione in una eventuale amministrazione Clinton, ha scritto un libro su una guerra mondiale sino-americana che attualmente è al centro di molte discussioni e simulazioni nell'ambiente geopolitico. Uno dei capi di gabinetto di Trump era un generale, Jim Kelly, che prima era ministro della sicurezza nazionale. E così via, il che rende la linea di comando anglosassone molto meno univoca sul piano civili-militari.

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Altre ucronie tradotte per noi da Generalissimus:

E se l'Inghilterra si fosse unita alla Triplice Alleanza?

La grande rivalità fra Inghilterra e Germania che prese il via nel 20° secolo è una di quelle con più conseguenze di tutta la storia umana.
Dopo aver perso le colonie che sarebbero diventati gli Stati Uniti e aver rovesciato Napoleone sul continente europeo, il Regno Unito mantenne il suo dominio sui mari e nel corso di un secolo procedette ad espandere e sviluppare i suoi domini coloniali fino a diventare l’impero più grande che il mondo avesse mai visto.
Gli Inglesi avevano una presenza importante su quasi ogni continente, stabilendo persino colonie che erano loro estensioni in Nord America tramite il Canada, in Oceania tramite l’Australia e la Nuova Zelanda e in Africa tramite la colonia del Capo.
La Gran Bretagna dominava assolutamente il commercio globale, e grazie a questo divenne eccezionalmente ricca e potente, entrando in un periodo di splendido isolamento nel quale non ebbe bisogno di affidarsi a nessuno se non a sé stessa.
Comprensibilmente questo lasciò l’amaro in bocca alle altre grandi potenze che miravano a sorpassare o perlomeno eguagliare l’Inghilterra.
Queste includevano la Russia, che competé con il Regno Unito per il dominio sull’Eurasia durante quello che divenne noto come il Grande Gioco, e ovviamente la rivale del Regno Unito da ere, la Francia.
I Francesi raggiunsero davvero un picco con Napoleone e il suo Impero Francese, da allora il paese non fu più lo stesso ed ebbe difficoltà a riasserire il suo posto di potenza continentale guida e grande forza all’estero.
La Francia subì instabilità interne, conflitti di identità, divisioni sulla leadership e una generale mancanza di visione per il futuro.
Tutto questo apparentemente si fermò brevemente sotto la leadership di Napoleone III, che aveva una chiara nuova visione per il paese e un percorso perché i Francesi riguadagnassero la loro importanza e prestigio, ma Napoleone non sapeva che le altre potenze del continente avevano deciso che il tempo della Francia come cuore d’Europa era finito e che adesso era il momento che una nuova stirpe potesse fregiarsi di questo orgoglio.
In Europa centrale c’erano gli stati tedeschi: Austria, Prussia e gli stati meno importanti della Confederazione Germanica.
All’epoca gli Austriaci avevano dominato per secoli la Germania grazie al controllo della confederazione e del suo predecessore, il Sacro Romano Impero, da parte della dinastia Asburgica, ma a quel punto l’Austria era in declino.
Un po’ come la Francia, era stata indebolita dagli effetti delle Guerre Napoleoniche e aveva difficoltà a tenere insieme il suo impero.
Gli Austriaci si ritrovarono divisi e incerti riguardo al loro futuro: l’Austria era uno stato tedesco e aveva un profondo interesse nell’Europa germanica, ma il suo tempo nel Sacro Romano Impero le aveva lasciato anche dei legami col Mediterraneo, legami che stavano diventando dei pesi da quando lo stato italiano del Regno di Sardegna stava cercando di riunire l’intera Italia sottraendo terre all’Austria.
In più gli Austriaci erano una potenza balcanica, dato che avevano assistito all’incursione dei Musulmani Ottomani secoli prima e adesso stavano liberando le popolazioni Cristiane della regione.
Ma anche la Russia cercava di rompere la presa Ottomana sui Balcani, essa intendeva però concedere questa regione ad una popolazione predominantemente Slava e Ortodossa sotto il suo controllo, una cosa che l’Austria non era desiderosa di permettere.
In parole povere l’Austria era divisa da fattori interni ed esterni, era uno stato multietnico che tentava di combattere tre rivali su tre fronti per il dominio su tre diverse arene.
La seconda grande potenza della Germania, la Prussia, riconobbe tutto questo e si mosse sempre più per cacciare l’Austria dalle politiche tedesche e portare gli stati minori sotto il suo controllo.
Prussia e Austria alla fine andarono in guerra, una durante la quale i Sardi si allearono con la Prussia e tolsero ulteriori terre italiane all’Austria, mentre la Prussia escluse completamente l’Austria dalla sfera tedesca, lasciandola una potenza esclusivamente balcanica costretta a condividere ulteriormente il primato con la metà ungherese dell’impero, mentre le sue popolazioni slave iniziarono a chiedere lo stesso.
La Prussia, ora alle redini della Germania, vide l’opportunità di consolidare il suo dominio contro il nemico comune, ovvero la Francia, e asserire la sua posizione di leader dell’Europa continentale.
La Prussia provocò ripetutamente la Francia fino a quando non scoppiò la Guerra Franco-Prussiana.
Napoleone III era troppo fiducioso nelle capacità della Francia, mentre il Prussiano Otto von Bismarck sapeva bene che la Francia era debole e non era all’altezza del meglio organizzato esercito prussiano.
La guerra finì in mezzo anno e con un esito imbarazzante, Napoleone III fu catturato in battaglia.
I Prussiani unirono il dominio tedesco nell’Impero Tedesco, e sostituirono la Francia come leader continentale, ma alla fine dell’800 questo non gli bastava.
Non gli bastava essere uno stato potente all’interno dell’Europa, il vero segno del potere in quell’epoca era il possesso di un impero coloniale, un impero dal quale si sarebbe potuto ricavare una grande quantità di risorse per alimentare una vera economia di prima classe: la Spagna aveva resti di un impero coloniale, i Francesi stavano ricreando un impero coloniale, perfino gli Olandesi avevano un impero coloniale, se la Germania doveva essere il nuovo asse attorno al quale sarebbe dovuto girare l’Europa aveva bisogno di altre risorse, e adesso, dopo essersi assicurata il suo dominio interno, aveva i mezzi coi quali fare altre rivendicazioni.
La Germania creerà nuovi possedimenti coloniali in Africa giocando un ruolo guida nella spartizione del continente.
La Germania ottenne relativamente pochi territori ma strategicamente di valore, che alla fine aveva intenzione di unificare sotto forma di una grande colonia centrafricana attraverso acquisti e conquiste graduali.
Nel frattempo l’attenzione si spostò sull’Asia Pacifica, dove i Tedeschi pensarono di avere ancora una forte opportunità di colonizzazione, ma un po’ come in Africa la Gran Bretagna accelerò le sue conquiste per negarle ai Tedeschi, avvertendo che questi stavano cercando di competere con la Gran Bretagna come potenza globale economica e militare.
Capendo che adesso l’Inghilterra non solo dominava il mondo, ma cercava di impedire che qualsiasi altro rivale si avvicinasse a condividere quel potere, la Germania divenne sempre più ostile verso gli Inglesi, andando contro l’intenzione di Bismarck di concentrarsi sulla Francia.
I Francesi, anche se erano stati sconfitti una volta, sarebbero stati di nuovo una minaccia per la Germania se si fossero allineati con un’altra grande potenza.
Bismarck propose una politica di isolamento della Francia per indebolirla gradualmente anno per anno, ma il Kaiser Guglielmo II si sentì fiducioso della posizione della Germania sulla Francia e si rivolse contro il successivo bersaglio più grande, portando involontariamente gli un tempo aspri rivali Francia e Regno Unito di nuovo dalla stessa parte a causa di un nemico comune.
Questo avrebbe portato all’Entente Cordiale, che rafforzò le relazioni Franco-Tedesche e portò alla creazione di un’alleanza fra le due che alla fine vide la Gran Bretagna schierarsi con la Francia durante la Grande Guerra utilizzando semplicemente l’invasione tedesca del neutrale Belgio come pretesto ufficiale per il suo coinvolgimento, ma le cose andarono quasi in una direzione molto diversa: ci fu un periodo in cui alcuni all’interno della Gran Bretagna vedevano la Germania non come un rivale emergente ma come un nuovo alleato col quale cooperare contro i loro avversari comuni, una forza utile sul continente per mantenere l’ordine e tenere in scacco sia la Francia che la Russia.
La stessa Germania era guardinga riguardo a queste due potenze sui suoi confini occidentale e orientale, dato che le relazioni tra la Francia e la Russia avevano dato vita ad un’alleanza apparentemente mirata a mettere la Germania in una posizione vulnerabile, e c’erano stati dei negoziati tra la Germania e l’Inghilterra per la creazione di una propria alleanza.
Questi negoziati però caddero nel vuoto, ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa quest’alleanza avesse successo? L’architetto di questa potenziale alleanza Anglo-Tedesca sarebbe nientemeno che il Giusto e Onorevole Segretario di Stato per le Colonie Joseph Chamberlain, padre di Neville Chamberlain.
Chamberlain a questo punto della sua carriera era diventato una delle figure più importanti nella ricerca di un imperialismo riformato.
Vedete, anche se esternamente il Regno Unito appariva un potente impero, internamente gli Inglesi stavano perdendo la presa sulle loro colonie, che con lo sviluppo vedevano una maggiore indipendenza dalla madrepatria.
Chamberlain lo aveva capito, e sapeva che era necessaria una nuova soluzione, e fino a quando quella soluzione non si fosse manifestata completamente gli Inglesi non potevano permettersi di inimicarsi lo stato più potente nelle sue immediate vicinanze.
La Francia era gestibile, la Russia era gestibile, la Germania era ostica, c’era poco che la Gran Bretagna potesse fare per contrastare la possente potenza terrestre nel cuore dell’Europa.
Farlo voleva dire investire la sua fiducia in un’altra potenza come la Francia, ma con i Francesi che erano stati così profondamente umiliati dai Tedeschi non molto tempo prima e con l’incerto livello di stabilità dato da Napoleone III ormai andato si poteva davvero fare affidamento sui Francesi? Ci si poteva fidare perfino del fatto che i Francesi non tradissero gli Inglesi per via della loro rivalità lunga secoli? Semplicemente no, l’Inghilterra doveva parlamentare direttamente con la Germania se si doveva trovare una soluzione duratura.
Nel 1898 Chamberlain incontrò l’ambasciatore tedesco per discutere di quelli che chiamava i loro mutui interessi e lo rassicurò che le tensioni che c’erano state tra i due paesi non erano indicative di differenze inconciliabili.
Insieme avrebbero potuto dominare la Cina e creare loro sfere d’influenza a spese di Russia e Francia, ma l’ambasciatore aveva le mani legate, dato che l’opinione politica in patria era contraria al Regno Unito, e guardò all’offerta con sospetto.
Alla Gran Bretagna fu fatta un’offerta di concedere territori coloniali alla Germania come segno di buona volontà prima di ricevere un qualsiasi impegno dai Tedeschi, ma comprensibilmente la Gran Bretagna rifiutò l’offerta.
L’anno seguente Chamberlain si incontrò col Kaiser Guglielmo II, ma anche lui espresse la sua sfiducia nel Regno Unito come alleato.
Chamberlain propose che la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania creassero un’alleanza come risposta a quella tra Francia e Russia, una che avrebbe visto il dominio Anglo-Americano sull’Atlantico e il Pacifico e il dominio tedesco del continente europeo, ma la Germania non la vide praticabile, o piuttosto il Kaiser Guglielmo dichiarò di non averla vista come praticabile.
Eppure Chamberlain fu incoraggiato dal ministro degli esteri e in seguito cancelliere tedesco, che scaldò il pubblico con l’idea di un’alleanza Anglo-Teutonica, ma quando lo fece i Tedeschi si presero beffe dell’Inghilterra durante un incontro al Reichstag, facendo apparire Chamberlain come uno stupido al pubblico inglese, al quale aveva parlato così bene della Germania.
Nel 1901 Chamberlain tentò un’ultima volta di forgiare un’alleanza con la Germania, e il Kaiser Guglielmo insistette con i suoi funzionari che l’offerta venisse accettata, ma essi rimasero indecisi fino a quando il Regno Unito non apparve più disperato, sperando di negoziare da una posizione di maggior potere e forza per offrire una promessa di sicurezza per l’Austria come condizione per l’alleanza.
Il risultato fu che i negoziati terminarono ancora una volta con un nulla di fatto, e alla fine Chamberlain ne ebbe abbastanza del senso di superiorità della Germania.
L’alleanza Anglo-Tedesca venne abbandonata e nacque un’alleanza Anglo-Francese, ma stavolta le cose sono diverse: ora dobbiamo supporre immediatamente che la Gran Bretagna sia più disposta a concedere territori alla Germania così che l’alleanza possa manifestarsi completamente.
Una cosa del genere potrebbe avvenire se le relazioni Franco-Britanniche si deteriorassero gravemente nel periodo precedente al primo incontro con la Germania, nello specifico durante la Crisi di Fascioda del 1898.
Forse fare una concessione territoriale sarà un’offerta più ragionevole in cambio di un’alleanza, tranne che questa non sarà garantita, né risolverà il problema più grande che impedì a questa alleanza di manifestarsi: la Germania non sarà affatto nella posizione per fare richieste senza offrire qualcosa di sostanziale in cambio.
Certamente poteva essere la potenza dominante dell’Europa continentale, ma l’Inghilterra era ancora la più forte.
Il Regno Unito stava forse affrontando delle difficoltà interne, ma era ancora capace di tenere sotto scacco i suoi rivali con altri mezzi.
L’approccio antagonistico e apertamente di superiorità che la Germania utilizzò in questi negoziati le costò un prezioso alleato, ma sembrò stranamente fuori posto, perciò, precisamente perché la Germania si comportò in una maniera così sconsiderata? Come si scoprì, quello che alla fine danneggiò i negoziati fu un terribile tasso di cattiva comunicazione che iniziò con l’anormale schiettezza di Chamberlain.
Diversamente dalla maggior parte dei politici dell’epoca egli era molto pratico riguardo a quello che diceva, e non tentava di mascherare le sue vere intenzioni, dato che pensava che questo spesso complicasse troppo i negoziati e lasciasse le parti in causa con pesi non voluti e inaspettati.
La Germania, dati i passati cattivi trascorsi con la Gran Bretagna e la natura tradizionalmente tattica e ingannevole di questi negoziati, pensò che l’offerta di Chamberlain fosse troppo buona per essere vera e presunse che la Gran Bretagna fosse spinta da qualche altra motivazione, molto probabilmente il fatto che dopo la Crisi di Fascioda la Gran Bretagna fosse in segreto sull’orlo di una guerra con la Russia o la Francia e stesse cercando di ingannare la Germania e l’Austria per combattere una guerra continentale su due fronti.
Per la Germania questo non era un accordo sincero, l’Inghilterra avrebbe fatto una cosa simile solo se fosse stata in una posizione vulnerabile, alla ricerca disperata di sostegno, e stesse cercando di sfruttare in qualche modo la Germania.
Ovviamente non era così, e la paranoia tedesca, assieme alla cattiva comunicazione su cosa comportasse davvero l’alleanza, mandò all’aria tre volte l’accordo, con l’offerta o rifiutata del tutto o accettata solo a condizioni che sembravano irragionevoli quando in realtà le due parti non avevano nulla da perdere e tutto da guadagnare.
I Tedeschi temevano che alleandosi con il Regno Unito si sarebbero inimicati la Russia e avrebbero perso del tutto un potenziale alleato, anche se i Russi e i Francesi avevano già l’impressione che un’alleanza Anglo-Tedesca fosse inevitabile, e usarono questa paura per facilitare la loro alleanza, che all’epoca del primo negoziato fra Germania e Regno Unito era già stata creata.
La Gran Bretagna invece temeva che la belligeranza tedesca la rendesse un alleato troppo costoso e che il sostegno e la difesa delle Isole Britanniche da parte dei Tedeschi non valesse affatto un accordo del genere, specialmente quando la Gran Bretagna era abbastanza capace di difendere la propria patria da sola.
Quello di cui l’Inghilterra aveva davvero bisogno era assistenza nel mantenere le sue colonie d’oltremare, sulle quali pensava che la Germania avesse gli occhi.
In realtà il Regno Unito si dimostrò capace di contrastare sia le azioni francesi che quelle russe, dato che a quel punto aveva tenuto la Francia al suo posto per secoli e aveva impedito importanti conquiste russe durante il recente Grande Gioco.
La Germania a sua volta non sentiva il bisogno di sostituire la Gran Bretagna, ma sfidarla sufficientemente perché l’Impero Tedesco non avesse il bisogno di dipendere dall’impero economico globale inglese, la Germania voleva l’autosufficienza e la sua piccola sfera d’influenza che riflettesse la sua importanza.
Gli interessi inglesi e tedeschi erano in contrasto solo in alcuni territori di minore importanza, e avrebbero guadagnato di più rivolgendo la loro attenzione contro la Russia e la Francia.
Per amore di questo scenario supporremo che durante questi negoziati Chamberlain riesca a trasmettere meglio i desideri dell’Inghilterra senza provocare paranoia fra i Tedeschi ed entrambe le parti riescano ad esprimere chiaramente i loro obbiettivi geopolitici e come possano aiutarsi a vicenda per raggiungerli.
I Tedeschi volevano un contrappeso contro Francia e Russia, ma non semplicemente per la Germania, ma anche per l’alleato austriaco recentemente diventato instabile, e anche in misura minore per l’Italia, che era anch’essa membro della Triplice Alleanza.
Questo è quello che proposero davvero i Tedeschi durante il terzo round di negoziati, ma il Regno Unito disse comprensibilmente no.
La Gran Bretagna non era interessata a farsi coinvolgere in una guerra per conto di quella che considerava una grande potenza in declino e uno stato che costituiva a malapena una grande potenza, il tutto semplicemente per la promessa del sostegno tedesco nel caso scoppiasse una guerra tra la Gran Bretagna e i suoi rivali.
Di nuovo, l’Inghilterra non affrontava alcuna minaccia importante sul suo fronte interno, e si presumeva che questo fosse tutto quello che la Germania stesse offrendo, ma qui è dove la cattiva comunicazione davvero compromise l’alleanza.
Quello che i Tedeschi stavano proponendo davvero era qualcosa di molto più sostanzioso della protezione per il solo Regno Unito.
Quello che la Germania aveva in mente era un accordo che trattasse l’intero impero britannico come una singola unità, e questo voleva dire che un’incursione russa o francese contro una qualsiasi delle colonie inglesi avrebbe visto una rappresaglia tedesca altrettanto pesante del caso di un attacco diretto alla Gran Bretagna.
Questo non era limitato solo alla Francia e alla Russia, ma la Triplice Alleanza sarebbe stata in guardia contro qualsiasi grande potenza, inclusi il Giappone, gli Stati Uniti e l’Impero Ottomano.
Quello che la Germania avrebbe fornito in cambio della protezione imperiale per sé stessa e i suoi alleati era la costante sicurezza per l’impero coloniale inglese.
Questo cambia assolutamente le cose, e avrebbe reso quest’offerta molto più attraente per l’Inghilterra, che sotto Chamberlain aveva in mente solo un’alleanza multilaterale separata tra Germania, Inghilterra e Stati Uniti e una nuova Triplice Alleanza che sarebbe partita da quella che la Germania già aveva con Austria e Italia.
In questa TL alternativa entrambe le parti potrebbero rendere chiaro lo scopo completo delle loro proposte di alleanza, così come il loro piani geopolitici a lungo termine per il mondo.
Vengono fatti accordi formali perché il Regno Unito si unisca alla Triplice Alleanza con effetto ufficiale a partire dall’anno 1900.
Questa nuova alleanza Anglo-Tedesca annuncerà una nuova era nell’ordine globale, dato che si materializzeranno le più grandi paure della Francia e della Russia e non ci sarà più il loro contrappeso contro la Germania, adesso non hanno più possibilità di minacciare la Triplice, o piuttosto l’ormai Quadruplice Alleanza.
L’Austria riuscirà a rimanere al sicuro dalle minacce balcaniche, in particolare il nazionalismo serbo e jugoslavo in ascesa, senza la paura di una rappresaglia russa.
La Germania sarà libera di espandere i suoi possedimenti coloniali a spese della Francia senza doversi preoccupare di essere sconfitta sul continente, e la Gran Bretagna, con i suoi rivali sotto controllo, continuerà a concentrarsi sul riformare e rafforzare i legami con le sue colonie invece di essere costretta a competere con le altre grandi potenze per mantenere l’equilibrio del potere.
Questo disfa immediatamente i progressi fatti verso l’Entente Cordiale e porta su un binario morto il riavvicinamento Anglo-Francese.
I Francesi non hanno nulla di meglio da offrire all’Inghilterra di quello che può offrire la Germania, perciò, sentendosi molto meno sicura ora che le sue paure sono diventate realtà, la Francia cercherà altri alleati altrove.
Finché saranno così significativamente surclassate dalla Quadruplice Alleanza, gli obiettivi politici Franco-Russi saranno paralizzati.
Ironicamente, uno dei potenziali alleati più ricettivi che troverà la Francia sarà la confinante Italia, che anche se membro della Quadruplice Alleanza desiderava molto intensamente territori che erano in mano all’Austria.
Anche se l’alleanza con il Regno Unito ha dato alla Germania e all’Austria la libertà di perseguire le loro ambizioni territoriali, ha fatto relativamente poco per l’Italia, che è rimasta in buoni rapporti con la Francia nonostante le dispute sulla Tunisia.
Perfino per quanto riguarda il Nord Africa, l’emergente relazione della Germania con l’Impero Ottomano, i possedimenti inglesi in Egitto e il desiderio di preservare il controllo Ottomano nella regione come contrappeso alla Russia si dimostreranno più frustranti per l’Italia che i possedimenti francesi in Nord Africa, perciò, con la costituzione del Trattato di Nizza del 1892, Italia e Francia stipuleranno un’alleanza segreta assieme alla Russia mirata specificamente contro l’Austria.
Nonostante questo, e proprio come nella nostra TL, l’Austria sospetterà il tradimento da parte dell’Italia e inizierà a fortificare il suo confine mentre l’Italia farà lo stesso.
La ribellione degli Italiani in Austria del 1902 potrebbe fornire la scintilla che darà il via alla guerra tra l’intesa Franco-Russo-Italiana e la Triplice Alleanza di Austria, Germania e Gran Bretagna, ma un colpevole più probabile potrebbero essere la Guerra Italo-Turca e la susseguente Prima Guerra Balcanica, che vide gli Austriaci e gli Ottomani collaborare contro gli emergenti stati balcanici che erano sostenuti dalla Russia e dall’Italia.
In una circostanza simile possiamo aspettarci che la Grecia si allinei con la Triplice Alleanza invece che con la Lega Balcanica, dato lo storico sostegno inglese all’indipendenza greca e la minaccia che porrebbe l’Italia all’autonomia greca, così come la promessa di terre allora contese con la Bulgaria.
I Greci, non essendo Slavi, avranno meno lealtà nei confronti della Russia rispetto ai Serbi o Bulgari, e sarebbero in una posizione strategicamente preziosa per assistere gli ottomani attraverso il Mar Egeo, ma stiamo andando troppo avanti.
Prima dello scoppio di questa Grande Guerra alternativa accadrebbero alcune cose: la Francia, ancora in cerca di alleati, cercherà di far rivivere l’alleanza Franco-Ottomana, ma una cosa del genere confliggerebbe con le ambizioni della Russia, il desiderio di neutralità Ottomano per stabilizzarsi e il desiderio tedesco di corteggiare gli Ottomani come stato fantoccio.
La Francia potrebbe tentare di forgiare un’alleanza con il Giappone, ma il Regno Unito starebbe già corteggiando i Giapponesi, i Francesi avevano un consistente possedimento costiero nell’Asia orientale, sotto forma dell’Indocina, che i Giapponesi potrebbero desiderare presto, e non stiamo nemmeno menzionando il fatto che le ambizioni Russo-Giapponesi in competizione sembravano pronte ad innescare una guerra.
Gli Stati Uniti sono fuori questione data la loro relazione amichevole con la Gran Bretagna e la loro storica neutralità, perfino la Cina è fuori questione data la sua crescente instabilità e il fatto che sia la Francia che la Russia ambiscono al territorio cinese.
Solo la Bulgaria e la Romania sembrano aggiunte ragionevoli, ai Romeni verranno promessi territori Austro-Ungarici per il loro coinvolgimento e alla Bulgaria verranno promessi territori balcanici dalla Turchia e dalla Grecia.
La Spagna, che nella nostra TL rimase neutrale, potrebbe essere persuasa se le verranno promesse concessioni coloniali da un’Inghilterra sconfitta, visto che gli Spagnoli speravano di riottenere il loro prestigio dopo aver perso i loro possedimenti coloniali a favore degli Stati Uniti dopo la Guerra Ispano-Americana.
Detto questo, i suoi contributi saranno terribilmente limitati, ed è perfino dubbio il fatto che la Spagna si senta affatto capace di contribuire alla guerra, perciò probabilmente è fuori dai giochi.
Nel 1902 il Regno Unito, dopo aver corteggiato il Giappone come alleato per contrastare ulteriormente la Russia nell’Estremo oriente, proporrà la sua entrata nella Triplice Alleanza.
Vedendo i benefici dell’avere la Germania e l’Austria ad occidente contro la Russia, una cosa che la costringerebbe a combattere su due fronti, per non parlare dell’opportunità di conquistare l’Indocina francese per via dell’alleanza Franco-Russa, il Giappone alla fine accetterà, e si troverà in contrasto con le percepite ambizioni Anglo-Tedesche sulla Cina.
Con lo scoppio della Guerra Russo-Giapponese in seguito alle tensioni Russo-Giapponesi in ascesa riguardo alle rivendicazioni coloniali, qualcuno temerà lo scoppio di un conflitto più grande, ma poiché è stato il Giappone la potenza ad iniziare le ostilità, in questa circostanza l’alleanza non si attiverà.
Similmente la Francia, temendo l’attivazione della Triplice Alleanza, proprio come nella nostra TL non sosterrà il suo alleato russo, rivelando ulteriormente la debolezza della Francia e della posizione della Russia sul palcoscenico globale.
Non importa come la si vede, la semplice realtà per la Francia e la Russia è che questa diventerà l’era del loro declino definitivo sulla scena globale.
C’è poco che possono fare per sfidare l’alleanza Anglo-Tedesca, dato che in teoria tutte le loro azioni possono essere contrastate con efficacia e annullate, o possono semplicemente stroncate sul nascere.
Ottimisticamente possiamo immaginare che la Francia e la Russia utilizzino quest’opportunità per rivolgersi su loro stesse e rafforzare le proprie forze armate e le capacità interne piuttosto che conquistare altro esternamente, ma la Russia sarà già su una traiettoria accidentata, mentre la Francia potrebbe recuperare in seguito.
Il problema adesso è l’Italia, che continua ad essere su un percorso belligerante contro l’Austria e gli Ottomani nella sua ricerca di una propria sfera imperiale.
Prima ancora che l’Arciduca Francesco Ferdinando venga assassinato, le potenze della Triplice Alleanza e dell’Intesa si ritroveranno trascinate in un grande conflitto a causa della fiducia Austro-Tedesca, della loro alleanza con la Gran Bretagna e la crescente ostilità italiana in risposta agli interventi Anglo-Tedeschi per sostenere e stabilizzare l’Impero Ottomano.
Proprio come la transizione dalla Guerra Italo-Turca alla Prima Guerra Balcanica coinvolse il sostegno austriaco, così anche in questa TL l’Austria darà una mano agli Ottomani, e come risposta vedrà una rappresaglia dall’Italia, trascinando entrambe le alleanze in un conflitto che sebbene brutale non sarà per nulla paragonabile alla Grande Guerra della nostra TL.
Con i numeri così pesantemente contrari all’Intesa, si arriva più rapidamente alla fine del conflitto senza gli estenuanti anni di stallo visti nel nostro mondo.
Né l’Austria, né la Russia, né l’Impero Ottomano collasseranno, perché nessuno sopporterà per diversi anni le estenuanti condizioni della Grande Guerra.
I Balcani verranno ridisegnati secondo i desideri della Triplice Alleanza, portando alla creazione di una grande Grecia e riducendo la Serbia e la Bulgaria a frammenti di loro stesse.
I Serbi verranno inseriti nella sfera d’influenza austriaca e i Bulgari nella sfera d’influenza greca.
Agli Ottomani verrà negato ogni nuovo territorio in Europa, data la loro incapacità di mantenere le terre rimaste durante il conflitto, ma verranno compensati con territori russi nel Caucaso.
La Germania spingerà per la creazione di stati cuscinetto polacchi e ucraini tra sé e la Russia composti interamente da territori imperiali russi, così come della Repubblica delle Montagne del Caucaso Settentrionale come cuscinetto fra l’Impero Ottomano e la Russia.
All’Austria verranno dati il tempo e la potenza nei Balcani necessari per riorganizzarsi in risposta alle crescenti richieste di rappresentazione degli Slavi nell’impero, in particolare adesso che sono state annesse la Bosnia e parti della Serbia.
Nonostante la resistenza dell’Ungheria, che capirebbe che questo ridurrebbe la sua influenza sulle politiche imperiali, per non parlare del fatto che gli costerebbe una parte delle sue terre all’interno dell’impero, verrà creata una terza corona per la Croazia, e, mettendo in disparte gli isolazionisti Ungheresi, l’Austria, assieme ai Croati della costa, riuscirà a far riavere all’impero un ruolo attivo in Europa e sul mare, rivitalizzando l’impero in precedenza stagnante.
L’Italia perderà territori nordorientali e alpini a favore dell’Austria e le sue recenti acquisizioni in Nord Africa e nel Mar Egeo in favore della Grecia, così come i suoi possedimenti coloniali nel Corno d’Africa in favore dell’Inghilterra.
La Francia, che resisterà di più ed emergerà come la più forte fra gli alleati, manterrà i suoi confini interni, ma perderà importanti territori coloniali a favore di Germania, Giappone e Regno Unito.
I Tedeschi reclameranno il Madagascar e l’Africa equatoriale, i Giapponesi reclameranno l’Indocina e gli Inglesi reclameranno le colonie rimaste nel Corno d’Africa e la costa occidentale.
Chamberlain, immediatamente dopo il suo successo e aver forgiato l’alleanza Anglo-Tedesca, dedicherà ogni anno precedente alla Grande Guerra per riformare l’impero nella Federazione Imperiale.
Questo ideale ottenne un po’ di popolarità in Gran Bretagna come alternativa al tradizionale dominio imperiale, se di fatto le colonie si stavano muovendo in una propria direzione sulla quale la corona inglese non poteva più decidere allora meglio concedergli una voce al tavolo delle trattative invece di costringerle ad andarsene.
Nel nostro mondo Chamberlain trovò diverse difficoltà nel promuovere questa agenda, e lo scoppio della Grande Guerra mise una fine definitiva al piano, con le colonie che divennero sempre più indipendenti e più disilluse riguardo al combattere le guerre dell’Inghilterra.
Anche se ci vorrà tempo, senza lo straziante tritacarne della Grande Guerra che nella nostra TL abbiamo visto interferire coi tentativi dell’impero di riformarsi, è probabile che esso trovi una nuova alternativa che gli permetta di mantenere la potenza dei suoi vari regni combinati.
La Germania, cercando di ottenere la grande colonia della Mittelafrika che aveva in mente, cercherà di conquistare il Congo belga poco dopo la Grande Guerra.
Sperando di unire la colonia rimasta dell’Africa sudoccidentale col resto della Mittelafrika, la Germania negozierà con il Regno Unito un acquisto o uno scambio col Portogallo della sua colonia dell’Angola, con il Regno Unito che accetterà solo in cambio della libera movimentazione di cittadini e commerci inglesi attraverso l’Africa Orientale Tedesca, una colonia che ostacolava la ferrovia inglese dal Capo al Cairo, un qualcosa per la quale la Germania sarà felice di fare un favore.
Diversamente dalla nostra TL, la Gran Bretagna alla fine riuscirà a completare la sua strada panafricana, permettendo alle sue colonie sul continente di arricchirsi e svilupparsi ulteriormente, cosa che accadrà fino al giorno d’oggi.
La Germania riuscirà a raggiungere il suo desiderato grado di autosufficienza e importanza economica e militare globale, stabilendo un significativo possedimento coloniale in una Cina fratturata assieme all’Inghilterra e al Giappone dopo il collasso della Dinastia Qing.
Un mondo in cui il Regno Unito entra a far parte della Triplice Alleanza vedrebbe una continuazione dell’ordine globale dominato dal Regno Unito, con la Germania come partner di minoranza in ascesa.
L’inaspettata alleanza della Gran Bretagna con i suoi vecchi rivali, la Francia e la Russia, fece davvero molto per fermare l’ascesa del potere della Germania, che stava davvero facendo da contrappeso agli imperi austriaco e Ottomano al collasso nella Triplice Alleanza della nostra TL.
Questi erano stati che la Germania voleva tenere in piedi, ma no erano potenze alla pari che potevano sfidare la Germania, il Regno Unito o la Francia.
Gran Bretagna e Germania sarebbero potute davvero diventare una forza inarrestabile sul palcoscenico globale e monopolizzare la geopolitica come due metà di una stessa superpotenza.
Non è chiaro per quanto a lungo durerà quest’alleanza, dato che la rivalità fra le due sembra inevitabile col consolidarsi della presa sul globo, e quando inizieranno a scontrarsi l’una con l’altra, ma detto questo, l’Inghilterra probabilmente manterrà comunque il vantaggio, dato che andrà ulteriormente avanti col processo imperiale.
Quando la Germania stabilirà delle colonie importanti e inizierà ad affrontare divisioni imperiali, la Federazione Imperiale inglese sarà meglio organizzata e capace di lanciare offensive coordinate contro un Impero Tedesco rivale.

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E se gli USA si fossero uniti alla Triplice Alleanza?

Durante gli anni centrali della prima grande guerra, alla Triplice Intesa formata da Inghilterra, Francia e Russia sembrò che la Germania e la Triplice Alleanza potessero ottenere una vittoria per sfinimento, ammesso che il conflitto avesse avuto davvero un vincitore.
Nel 1917 né le forze tedesche né quelle francesi fecero conquiste significative sul fronte occidentale arrivato apparentemente ad un punto morto, anche nonostante il fatto che dallo scoppio del conflitto la Francia era riuscita a far scendere in campo diversi altri alleati, e la Germania aveva solidificato il suo dominio su tutta l’Europa centrale.
Gli Ottomani stavano resistendo all’invasione dell’Intesa, la Bulgaria aveva fatto importanti conquiste territoriali dividendosi territori serbi con l’Austria-Ungheria e la Germania, ormai da tre anni, aveva significativamente indebolito la Russia sul fronte orientale, seminando attivamente i semi dello scontento civile all’interno dell’Impero Russo e cogliendo i frutti di quello scontento quando arrivarono la rimozione dello zar dal potere e l’ascesa dei Bolscevichi, un cambio al potere che non solo eliminò la Russia dai combattimenti ma sgombrò anche la strada perché nascessero stati clienti tedeschi in Europa orientale e nel Caucaso.
L’Intesa però aveva ancora alcuni vantaggi, il più importante dei quali era l’essere riuscita ad isolare la Germania e gli Imperi Centrali dalle risorse esterne attraverso un blocco nel Mare del Nord.
Se anche la Germania fosse riuscita ad accedere all’Atlantico, le sue colonie erano state occupate grazie allo sforzo dell’Intesa per sconfiggere i Tedeschi attraverso una guerra d’attrito che li portava sempre più vicini alla resa per fame ogni giorno in più che la guerra rimaneva stagnante.
La Germania e l’Austria, dominando molte terre coltivabili in Europa centrale, avevano fatto in modo esse stesse di paralizzare la loro produzione interna di cibo arruolando la maggioranza di questi agricoltori produttori di risorse.
Le terre appena conquistate dalla Russia dovevano riempire i vuoti nella domanda tedesca di carbone, grano e prodotti industriali, ma questi stati clienti si dimostrarono difficili da gestire in tempo di guerra, ritardando di molto la pianificata estrazione delle risorse, oltre al fatto che sottraevano parte dell’esercito tedesco per compiti d’occupazione quando in realtà questi soldati avrebbero potuto essere utilizzati in modo più efficace in occidente, praticamente non c’era più manodopera disponibile per rimettere in riga più velocemente questi nuovi domini.
Con la principale opportunità per la Germania di bilanciare le cose a suo favore rivelatasi un processo lento e costoso, fu l’Intesa ad assicurarsi il fattore che cambiò le carte in tavola: gli Stati Uniti.
All’inizio gli Stati Uniti si avvicinarono al conflitto europeo con la tradizionale neutralità, ma gli anni recenti avevano visto il Regno Unito concedere aperture per una maggiore cooperazione tra esso e gli USA, riconoscendo la crescente potenza navale che possedevano gli Stati Uniti e il Giappone, così come il loro potenziale per diventare potenze guida del mondo nei decenni successivi.
Questo ovviamente portò ad una maggiore interconnessione degli affari inglesi e statunitensi, il denaro delle imprese statunitensi andava oltremare e viceversa, fu ben stabilita la mutua comprensione delle rispettive sfere d’influenza e si costituì l’amicizia personale tra i leader nazionali.
Il risultato di ciò fu la nascita, o piuttosto la riaccensione di una mentalità filo-britannica tra alcuni statunitensi, in particolare quelli delle classi alte e soprattutto quelli di antica discendenza inglese nel nordest.
Individui come l’allora ex presidente Theodore Roosevelt promuovevano addirittura quello che divenne noto come Movimento per la Preparazione, un’iniziativa per addestrare la popolazione statunitense, promuovere la coscrizione e una campagna per l’espansione militare, così che nel caso la guerra fosse arrivata negli Stati Uniti essa non sarebbe stata colta con la guardia abbassata.
Il movimento dava uno sguardo realistico alla mancanza di una potenza militare statunitense e offriva una giusta critica del fatto che nonostante una popolazione così grande la potenza bellica statunitense attuale era circa il 5% dei quella francese o tedesca.
Detto questo, il movimento all’inizio non riuscì a fare un’importante differenza, dato che il Presidente Woodrow Wilson continuò a tentare di mantenere gli Stati Uniti neutrali.
La mancanza di preparazione alla fine fece sì che gli Stati Uniti apportassero solo contributi minori nei primi giorni della sua entrata in guerra, ma le semplici dimensioni dell’industria statunitense e la sua organizzazione gli permisero di livellare rapidamente le disparità.
Gli sforzi continui di Wilson a favore della neutralità e la rottura finale di essa riflettono piuttosto fedelmente la mentalità di diversi Statunitensi dell’epoca.
Il 1914 aveva visto una piccola reazione pubblica di sdegno nei confronti della violazione della neutralità del Belgio ad opera della Germania, che fu ulteriormente alimentata dalla propaganda antitedesca inglese.
La Germania venne vista come un'aggreditrice e malvagia, ma non era la nemica degli Stati Uniti.
Qualunque minaccia ponesse la Germania alla sovranità statunitense sul lungo termine rimase inesistente nella mente dello Statunitense medio.
Non molto dopo, il siluramento ad opera della Germania dell’RMS Lusitania fu uno shock per la psiche comune statunitense, alla quale sembrò che la Germania avesse attaccato un’indifesa nave passeggeri, ponendo fine alla vita dei diversi Statunitensi che erano a bordo.
Per aggiungere contesto, la Gran Bretagna aveva cercato di affamare la Germania stabilendo un blocco navale nel Mare del Nord e la Germania, come rappresaglia, tentò di rafforzare il proprio blocco contro la Gran Bretagna attraverso il siluramento della flotta mercantile inglese utilizzando gli u-boot.
Germania e Inghilterra avevano stabilito fra di loro che le loro acque e quelle del Mare del Nord erano ufficialmente una zona di guerra.
Poco dopo il Regno Unito si mise ad utilizzare false bandiere neutrali per evitare gli attacchi delle navi tedesche, e, date le terribili circostanze del conflitto per la Germania, essa adottò una politica di Guerra Sottomarina Indiscriminata, minacciando di considerare qualunque nave non tedesca si trovasse in quelle acque come potenzialmente di proprietà inglese.
Inoltre i sottomarini tedeschi venivano scoraggiati dall’emergere o dal rendere nota la loro presenza attraverso avvertimenti, dato che la Gran Bretagna aveva reso procedura standard per i mercantili cannoneggiare o speronare qualsiasi u-boot senza tenere conto di se avesse iniziato le ostilità o meno.
La Germania aveva scoperto grazie ad un messaggio intercettato che all’epoca il Lusitania stava trasportando diverse tonnellate di munizioni per lo sforzo bellico inglese e che non avrebbe sventolato alcuna bandiera.
Per riassumere, la nave stava partecipando attivamente alla guerra sia in base al suo carico che ai suoi ordini di attaccare a vista gli u-boot tedeschi, ed era in una zona di guerra attiva quando venne affondata, quello che la differenziava dalle altre navi silurate era il suo grande numero di passeggeri, molti dei quali erano Statunitensi che l’Inghilterra sapeva che sarebbero stati in pericolo e la cui morte potrebbe aver spinto gli Stati Uniti a dichiarare guerra alla Germania a beneficio dell’Inghilterra.
Un giovane Winston Churchill scrisse ignominiosamente una settimana dopo l’affondamento del Lusitania: “È importantissimo attirare le navi neutrali verso le nostre coste, nella speranza di coinvolgere gli Stati Uniti contro la Germania”.
Il Presidente Wilson dichiarò che le azioni della Germania non erano solo moralmente barbariche, ma erano anche una violazione del principio della Libertà dei Mari, una violazione della neutralità statunitense e un motivo sufficiente per dichiarare guerra.
Anche il Regno Unito aveva ipocritamente violato quegli stessi principi in diverse occasioni precedenti sequestrando navi statunitensi ritenute in rotta verso la Germania.
La minaccia di Wilson fu sufficiente perché i Tedeschi cedessero e sospendessero temporaneamente la Guerra Sottomarina Indiscriminata.
Fu solo con la nuova adozione di questa politica nel 1917 che gli Stati Uniti entrarono finalmente in guerra, e a quel punto il pubblico era diventato sufficientemente avverso alla Germania tramite la propagandizzazione dell’incidente del Lusitania e delle ambizioni tedesche di soggiogare gli Stati Uniti.
Come detto prima, gli Stati Uniti cambiarono il corso delle cose in occidente e la Germania venne sconfitta, ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa, invece di combattere la Triplice Alleanza gli Stati Uniti si fossero alleati con la Germania? Gli Stati Uniti di fine XIX e inizio XX secolo avevano una popolazione tedesca notevolmente grande che si concentrava principalmente negli stati industriali vicini ai Grandi Laghi, e si stima che costituisse da un quarto ad un terzo del totale della popolazione statunitense.
Quasi il 10% di questo totale era costituito da immigrati di prima o seconda generazione, e perciò probabilmente aveva ancora stretti legami con la patria e la sua cultura d’oltreoceano.
Le ondate di immigrazione tedesca negli Stati Uniti ebbero un profondo impatto sulla politica nazionale, fin da prima della Guerra di Secessione Americana, quelli che erano arrivati si allinearono strettamente con le cause abolizionista, Unionista e Repubblicana.
Anche se una manciata di questi Statunitensi con origini tedesche nel 1900 si era ben integrata nella cultura dominante, le nuove ondate di immigrati tedeschi continuarono ad affluire, e non era raro scoprire che le città più grandi di Pennsylvania, Ohio, Indiana e così via rivendicavano con orgoglio ed espressamente di essere di cultura tedesca.
Si può pensare che considerata questa presenza il sostegno a favore dello sforzo bellico tedesco fosse forte e che sparì solo in seguito all’incidente del Lusitania, ma sembra che non ci fu mai una grande chiamata a radunarsi a sostegno della Germania e della Triplice Alleanza, quanto piuttosto a rimanere semplicemente fuori dal conflitto.
La numericamente più piccola ma più politicamente attiva popolazione irlandese americana mantenne una posizione più aggressiva nei confronti della Gran Bretagna, ma ancora una volta la maggior parte di essa non chiese il sostegno della Triplice Alleanza.
Quello che troviamo è ovviamente una maggioranza a favore della neutralità che solo col tempo imparò a percepire la Germania come una minaccia.
Sembra che non ci fu alcun movimento o politico particolare che avrebbe potuto portare gli Stati Uniti a sostenere la Germania contro l’Intesa, ma c’è una serie di eventi che avrebbe potuto far cambiare le percezioni statunitensi durante la guerra e condurre così ad un esito drasticamente diverso.
Come detto prima in diversi momenti l’Inghilterra fece gli stessi errori della Germania nei confronti degli Stati Uniti, ma i buoni sentimenti stabiliti in precedenza fra i due aiutarono l’Inghilterra a salvare la faccia, mentre la Germania apparve sempre più ostile.
La Germania era stata incastrata dal Regno Unito come una nazione bellicosa le cui ambizioni implicavano il soggiogamento del mondo, ma in realtà era lo stesso Regno Unito l’impero che si estendeva in tutto il mondo, mentre la Germania era semplicemente una rivale che poteva davvero sfidare quel dominio globale e distruggere il monopolio inglese sulla colonizzazione.
Inoltre la leadership inglese aveva l’obiettivo di costringere gli Stati Uniti ad entrare in guerra, ma questo sarebbe stato un danneggiamento della sovranità statunitense e uno schiaffo in faccia alla loro relazione in ascesa, dato che una cosa del genere avrebbe dato la sensazione che gli Inglesi pensavano ancora di poter manipolare gli Statunitensi perché combattessero le loro guerre, trattando gli Stati Uniti come se fossero ancora sudditi dell’Impero Britannico.
Ad essere onesti anche i Tedeschi avevano tentato una cosa simile, ovvero incitare proteste filotedesche e contro la guerra tramite i sindacati, il finanziamento di diversi quotidiani filotedeschi o a favore della neutralità, la dissuasione dal condurre ulteriori affari con la Gran Bretagna e l’incitamento dei conflitti fra Stati Uniti, Messico e Canada, ma diversamente dagli Inglesi i Tedeschi si fecero beccare.
Questa volta le cose sono diverse: anche se è uno scenario improbabile che richiede che si svolgano certi eventi, potremmo supporre che nel 1915 la Germania non affondi mai il Lusitania ma che gli Inglesi continuino a molestare i mercantili statunitensi.
Qualche mese dopo, come accadde con un membro dell’ambasciata tedesca nel nostro mondo, un diplomatico inglese dimentica la sua valigetta su un treno a New York, lasciando che il suo contenuto venga scoperto e pubblicato: lettere incriminanti che descrivono le mire inglesi per mettere gli Stati Uniti contro la Germania.
I legami Anglo-Americani si spezzano e all’improvviso diversi Statunitensi vedono la Germania meno come una minaccia, dato che molti presumono che le credenze negative che avevano fossero semplicemente bugie diffuse dall’Inghilterra.
Proprio come nel nostro mondo nel 1916 la Germania negozia con Papa Benedetto XV e fa appello per la fine del conflitto e la ricostituzione dei confini prebellici, esclusi i territori d’oltremare tedeschi, che saranno oggetto di negoziati.
L’Intesa, come nella nostra TL, liquida l’offerta asserendo che solo la sconfitta totale della Germania è accettabile.
In questo mondo alternativo, con gli Stati Uniti più scettici nei confronti del Regno Unito e dell’Intesa, Woodrow Wilson aprirà discussioni dirette con la leadership tedesca riguardo a dei piani per porre finalmente fine alla guerra, suggerendo il taglio di tutto il sostegno finanziario e in termini di risorse all’Intesa.
La Gran Bretagna, intercettando queste discussioni, tenta di fare pressioni sugli Stati Uniti affinché mantengano aperto il commercio, situazione che alla fine si aggraverà fino ad arrivare ad uno scontro a fuoco e che vedrà gli Stati Uniti finalmente entrare in guerra contro la Gran Bretagna.
Gli Stati Uniti non hanno ancora assemblato un grande esercito, e dovranno iniziare un rapido processo di militarizzazione sul continente, mentre la loro marina si ritroverà bloccata a combattere nell’Atlantico.
Temendo un attacco preventivo, tutte le forze armate statunitensi verranno mobilitate sul confine canadese, concentrandosi specialmente a nordest.
La guerra nell’Atlantico costringerà l’Inghilterra a spostare alcune delle sue navi dal blocco del Mare del Nord, dando ai Tedeschi l’opportunità di attaccare le navi isolate e rompere gradualmente il blocco una volta che verranno richiamate ulteriori navi a difendere il Canada.
Altrove, il Regno Unito e il Giappone invaderanno le Filippine statunitensi, mentre l’ultima delle colonie africane cadrà a causa di un’invasione dell’Intesa.
Le forze statunitensi ad est avanzeranno fino al Fiume San Lorenzo prima di ritrovarsi bloccate dalle difese canadesi, tutto quello che potranno fare è aspettare perché soldati aggiuntivi vengano addestrati, armati e schierati sul fronte, ma nell’occidente meno densamente popolato vengono conquistate grandi quantità di territorio e non ci sono segni che quest’avanzata rallenterà.
La Gran Bretagna, capendo l’inutilità del tentare di respingere un’invasione statunitense su larga scala del Canada e la necessità di concentrarsi sulla guerra in Europa, essenzialmente abbandonerà il dominion, lasciandolo a sé stesso e inevitabilmente conquistato dagli Statunitensi.
Mentre il Giappone e l’Inghilterra conquisteranno le Hawaii, il Canada soccomberà all’invasione statunitense, la Russia collasserà perdendo vari dei suoi territori occidentali e la Germania, non più ostacolata dall’Inghilterra e con la Francia che in assenza del sostegno Anglo-Americano sta crollando, sfonderà il fronte occidentale precedentemente congelato e marcerà su Parigi.
La guerra adesso è finita e gli Stati Uniti si siedono al fianco della Triplice Alleanza per riorganizzare il mondo postbellico.
Anche se i Quattordici Punti di Wilson contrastavano completamente con le ambizioni imperiali dell’Intesa e perciò videro solo implementazioni minori, potrebbero sorprendentemente essere molto più attraenti per la Triplice Alleanza, anche se di nuovo non nella loro forma pura.
Prendete per esempio il punto 10, lo sviluppo autonomo per i popoli dell’Austria-Ungheria: l’Austria era ben consapevole delle sue grandi divisioni interne, e tra le soluzioni possibili c’erano gli Stati Uniti della Grande Austria proposti dal compianto Francesco Ferdinando, dove i territori dell’impero sarebbero rimasti uniti ma sarebbero stati creati stati autonomi correlati al gruppo etnico di ogni regione, che avrebbero permesso una rappresentazione uguale nella politica nazionale per il bene della sicurezza, ma che avrebbero anche permesso sovranità regionale per amore dell’autodeterminazione culturale.
Lo stesso vale per il punto 12, l’abbandono del controllo turco sui popoli non turchi: l’Impero Ottomano si stava spaccando a causa delle sue divisioni interne, e sapeva che probabilmente non sarebbe durato a lungo, ma vedeva ancora un mezzo col quale conservare il potere in Medio Oriente attraverso il mantenimento della sua posizione al centro del mondo Islamico.
Durante la guerra gli Ottomani sostennero direttamente e indirettamente numerose fazioni indipendentistiche filoislamiche in Nord Africa, Sudan, Etiopia, Somalia e Arabia.
Anche se forse sapranno che probabilmente non riusciranno ad annettere e dominare efficacemente queste terre, potrebbero comunque proiettare la loro influenza su di essi attraverso l’Islam, forse diventeranno una versione più potente di quello che fu lo Stato Pontificio per il Cristianesimo.
La Germania ha già creato degli stati clienti con i territori russi che si sono separati invece di annetterli direttamente, e potrebbe così avere l’opportunità sia di appagare gli Stati Uniti che di mantenere il dominio sui vari territori.
La Mittelafrika probabilmente sarà l’eccezione, dato che sarà difficile per i Tedeschi trovare una giustificazione per gli Stati Uniti, ma ciononostante è molto probabile che non perderanno l’opportunità di creare questa enorme colonia a spese di Regno Unito, Belgio e Francia, visto che non si ripresenterà una chance simile in futuro.
Gli Stati Uniti annetteranno gran parte del sottopopolato Canada occidentale per riempire la disconnessione tra gli stati continentali e l’Alaska, mentre il Québec e l’Ontario, con l’ultimo che probabilmente manterrà il nome Canada, verranno resi stati indipendenti, anche se rimarranno ben all’interno dell’influenza statunitense.
Molti dei possedimenti caraibici inglesi verranno annessi direttamente, mentre ad altri verrà garantita l’indipendenza, anche se avranno governi strettamente regolati come quello di Cuba e forse in futuro vedranno importanti insediamenti statunitensi seguiti dall’annessione.
Anche la Corea, l’Indocina e vari altri territori nel Pacifico diventeranno ufficialmente estensioni indipendenti dell’influenza degli Stati Uniti, e probabilmente in seguito raggiungeranno l’indipendenza totale come le Filippine, anche se rimarranno degli stretti alleati degli Stati Uniti.
Questa maggiore presenza nel Pacifico darà agli Stati Uniti un’ottima occasione per intervenire in Cina durante il Periodo dei Signori della Guerra.
A quel punto anche i Sovietici potrebbero tentare di proiettare la loro influenza nella regione, mentre i Giapponesi si militarizzeranno, preparandosi ad ottenere vendetta sugli Stati Uniti per la spartizione del suo impero.
Nel frattempo, in Europa, mentre le nuove grandi potenze centroeuropee consolideranno la loro autorità, Gran Bretagna, Francia e Italia, paralizzate dai costi della ricostruzione e umiliate dal furto delle loro colonie, si ritroveranno a scivolare verso una vendetta nazionalista contro le potenze che le hanno danneggiate.

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Alessio Mammarella commenta:

In effetti non mi sembra molto diverso, come scenario, da quello che varie volte è stato immaginato fra noi. Il dubbio più grande resta la questione del primato tra britannici e tedeschi. A ben vedere, infatti le due alleanze rivali avevano proprio nell'Impero Britannico e in quello Tedesco i due "capitani". Gli altri paesi, seppure in posizione formalmente paritaria, in realtà erano leggermente inferiori. La domanda che ci si potrebbe porre è: quale tra i due paesi accetterà di cedere il comando all'altro? Diciamo che, di solito, questo scenario viene esplorato da filotedeschi che vorrebbero vedere la Germania vincere la Grande Guerra, quindi si tende a privilegiare il punto di vista tedesco usando come ipotetico "risarcimento" le colonie francesi da lasciare ai britannici. Non so se avrebbe funzionato però, in HL è palese che non abbia funzionato.

Altra questione, al di là della fattibilità complessiva dello scenario, è quella della guerra: ci sarebbe stata la Prima Guerra Mondiale in questo scenario? Ne siamo sicuri? Vedete, una delle ragioni per cui è scoppiata la Grande Guerra è che tutte e due le coalizioni erano convinte di poter vincerla. Se però in questo scenario l'Alleanza è fortissima, comprendendo perfino gli Stati Uniti e a tratti il Giappone, perché mai dovrebbe esserci una guerra? Francia, Russia e Italia non si sarebbero consapevolmente suicidate, gettandosi in guerra contro l'alleanza capitanata da britannici/tedeschi? In questo scenario quindi la guerra potrebbe non scoppiare. In un certo senso ha ragione il buon Guido quando sostiene che l'Unione Mitteleuropea o comunque una Triplice più estesa, avrebbe reso impossibile la guerra, sarebbe stata una soluzione al tempo stesso imperialista e irenista.

Provando a cercare qualcosa di originale e interessante in questo scenario, mi viene in mente che se Francia, Italia e Spagna si fossero trovate tutte dalla stessa parte, ossia sfavorite dalla nuova egemonia anglotedesca, allora forse potrebbe attuarsi in questo scenario qualcosa di raramente visto nelle ucronie, magari l'unificazione (federazione?) di questi tre paesi. Anzi, forse anche del Portogallo se consideriamo l'aggressività con cui la Gran Bretagna minacciò il piccolo paese iberico (alleato di lungo corso, peraltro) per costringerlo a ridimensionare le sue ambizioni in Africa. Certo sì, la Francia era una repubblica e gli altri tre paesi avevano ciascuno la propria dinastia regnante. Non escludo però che qualcosa nel lungo termine sarebbe potuto succedere, sotto la pressione dell'egemonia tedesca...

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E Strataghemma aggiunge:

Alla gran Bretagna il Mare, alla Germania la Terra. Questo credo fosse il principio che poteva soddisfare entrambi. La Germania nella Seconda Guerra Mondiale aveva questo scopo preciso, eppure il Regno Unito non ha accettato, preferendo farsi essenzialmente annettere dall'Impero Americano.

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Alessio gli risponde:

In HL, il contributo americano è stato soprattutto in termini di soldati di fanteria, circa 1 milione nel 1918, quando parteciparono alle grandi offensive alleate che decisero la guerra. Nel caso di intervento americano dalla parte degli Imperi Centrali, non possiamo aspettarci nulla di simile: i soldati americani infatti non avrebbero potuto attraversare l'Atlantico tranquillamente perché le flotte dei paesi dell'Intesa lo avrebbero impedito (e avrebbero impedito anche l'invio di merci e aiuti alla Germania). Gli americani quindi non si sarebbero visti sul fronte principale della guerra ma solo su fronti secondari: oltre all'Atlantico (dove la flotta americana avrebbe tentato di disturbare e danneggiare la flotta dell'Intesa) gli autori del video ipotizzano un attacco al Canada o magari un tentativo di sbarco in Marocco, che però avrebbe avuto un impatto trascurabile rispetto al fronte principale (impatto sicuramente non paragonabile a quello del 1942). Gli autori, inoltre, osservano che il Giappone all'epoca era alleato dell'Intesa e che con la tecnologia navale di allora (niente portaerei e velivoli ancora primitivi) il Giappone avrebbe potuto vincere una guerra nel Pacifico contro gli Stati Uniti e mantenere il possesso delle Filippine dopo averle conquistate.

Il fatto che l'intervento americano non incida molto a favore degli Imperi Centrali non vuol dire ovviamente che sarebbe stato trascurabile nell'economia del conflitto. L'Intesa, secondo gli autori, non avrebbe avuto risorse per le grandi offensive del 1918, quindi probabilmente la guerra si sarebbe trascinata ancora per un altro anno almeno, con l'Austria-Ungheria che nel frattempo sarebbe collassata comunque per ragioni interne. Per quanto riguarda i fronti secondari, nei Balcani hanno ipotizzato che la Grecia sarebbe rimasta fuori dalla guerra e che quindi la Bulgaria sarebbe rimasta più a lungo nel conflitto, dando anche una mano all'Austria-Ungheria. A me sembra un'ipotesi un po' gratuita ma potrebbe rivelarsi interessante per l'ipotetico dopoguerra (Bulgaria che acquista la Macedonia?). Altra ipotesi, nessuna possibilità per i britannici di andare alla conquista della Palestina (cosa che avrebbe un impatto ancora più grande per la storia successiva). Insomma, avrete capito che tutti questi elementi concorrono a determinare la fine della guerra con un sostanziale pareggio. Un compromesso che significherebbe:

- una pace non punitiva nei confronti della Germania;
- possibilità di unione tra Germania e Austria;
- assetto dell'Europa orientale più simile a quello della pace di Brest-Litovsk.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, uno scenario del genere avrebbe dato agli Stati Uniti una dimensione più continentale (conquistando parti del Canada) ma meno chance per diventare una grande potenza mondiale?

Secondo me ci sono due aree su cui si potrebbe lavorare per tirare fuori qualcosa di interessante. La prima è la causa storico-politica della scelta americana pro-Imperi Centrali: come avrebbe dovuto essere diversa la storia politica americana per far sì che una scelta del genere fosse considerata conveniente dalle istituzioni americane e che fosse gradita alla popolazione? Purtroppo oggi non ho avuto molto tempo libero da dedicare a questi ragionamenti, ma direi che i punti di divergenza potrebbero essere la guerra ispano-americana (ad esempio, la scelta da parte di Francia o Gran Bretagna di sostenere la Spagna, anche solo politicamente e logisticamente) oppure la crisi finanziaria del Venezuela (che gli Stati Uniti difesero diplomaticamente dalle pressioni di vari paesi europei arrivati a spedire navi militari al largo di Caracas) che potrebbe essere più violenta e contemplare un incidente navale tra americani e britannici. Oppure la spiegazione potrebbe essere interna: per qualche ragione gli americani di origine tedesca potrebbero essere più influenti sulla politica nazionale rispetto alla consolidata upper class di matrice anglosassone.

Andando più indietro nel tempo, a modificare l'atteggiamento americano potrebbe essere un eventuale successo del tentativo francese di colonizzare il Messico. Cosa difficile, certo, considerando che nel 1870 la Francia sarebbe stata sconfitta dai prussiani e avrebbe inevitabilmente cessato di sostenere il nuovo Impero messicano. Tuttavia se il regime imperiale fosse riuscito a consolidarsi per bene prima di quella guerra, avrebbe potuto sopravvivere per qualche anno con la Francia fuori dai giochi e incapace di sostenerlo. Chiaramente se fosse esistito un Impero del Messico politicamente legato alla Francia, gli Stati Uniti lo avrebbero considerato un nemico, forse il nemico n.1 e di conseguenza sarebbe stato ovvio schierarsi contro la Francia nella Grande Guerra. Nota di colore in questo scenario non avremmo probabilmente mai visto la Statua della Libertà a New York...

La seconda è l'evoluzione geopolitica del mondo dopo una Guerra Mondiale finita in questo modo (lo ricordo: sostanziale pareggio, trattato di pace molto equilibrato che penalizza solo le due potenze collassate per ragioni interne, la Russia e l'Austria-Ungheria). Dopo la guerra ci sarebbero potute essere una "nuova Triplice Intesa" (con l'Italia al posto della Russia) e una "nuova Triplice Alleanza" (Germania, Bulgaria e Impero Ottomano). Gran Bretagna e Francia non avrebbero ricavato dal conflitto alcun "bottino" (in HL le colonie tedesche e il Vicino Oriente) e anzi, la Gran Bretagna avrebbe potuto perdere almeno in parte il Canada a causa dell'invasione americana. Ciò avrebbe potuto determinare maggiori difficoltà economiche e politiche interne nel dopoguerra. Un effetto secondario positivo di questa situazione potrebbe essere però che in Italia non sarebbe sorto il mito della vittoria mutilata (ad alimentarlo non fu tanto la mancata annessione della Dalmazia o di qualche colonia in Africa, quanto la sproporzione rispetto alle acquisizioni del colonialismo britannico e francese).

La Germania, pur non esasperata dalle sanzioni di un severo trattato di pace, penso avrebbe comunque visto andare in crisi quel sistema "prussiano" che l'aveva condotta in una guerra rovinosa. La Bulgaria forse avrebbe preso il posto dell'Austria-Ungheria nei Balcani. Nel mio primo intervento avevo ipotizzato una Bulgaria allargata alla Macedonia, ma forse era fin troppo riduttivo. Dovremmo considerare che, oltre al collasso della Russia e dell'Austria-Ungheria, in questo scenario la Serbia e la Romania sarebbero state già sconfitte ed occupate ben prima della pace generale. Potremmo allora addirittura immaginare che la Bulgaria sarebbe diventata un impero, annettendo la Serbia e il Montenegro e almeno in parte l'Albania (quindi come la Balkania della mia ucronia di qualche tempo fa - ma con una genesi diversa) e magari anche la Valacchia e la Dobrugia (prendendosi in pratica tutto il basso corso del Danubio). Se la Serbia e la Romania avessero cessato di esistere, forse si sarebbe formato uno stato slavo composto solo da sloveni e croati (quindi cattolico e mitteleuropeo) e l'Ungheria avrebbe potuto conservare Banato e Transilvania. Riepilogando quindi i nuovi stati prodotti dalla guerra sarebbero stati: Polonia (più piccola rispetto alla HL, per fare spazio a delle annessioni tedesche), Cecoslovacchia, Ungheria, Slovenia-Croazia, Moldavia (la parte superstite della Romania). Bisognerebbe comunque riflettere sul nuovo impero bulgaro e la sua capacità di assestarsi e trovare una sua coesione interna dopo aver realizzato annessioni in tutte le direzioni.

Quanto all'Impero Ottomano, ci sarebbe da capire se la Rivolta Araba potrebbe avere successo anche senza il supporto britannico. Può essere di sì, gli arabi avrebbero potuto continuare a insistere per anni, mentre gli ottomani avevano comunque partecipato a una sanguinosa e costosissima guerra mondiale.

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Passiamo all'ucronia di Dario Carcano:

Kaiserschlacht

L'offensiva di primavera fu l'ultima grande offensiva dell'esercito tedesco sul fronte occidentale. Obiettivo era la conquista di Parigi e delle coste della Manica, per tagliar fuori da ogni rifornimento le forze anglo-francesi impegnate sul continente. In seguito, sulla base di una situazione strategica così favorevole, sarebbe stato possibile cominciare trattative di pace da una posizione di grande vantaggio. Si trattava di un piano per nulla irrealistico, nonostante la Germania si trovasse in una situazione di grave carenza di uomini e materiali: la Russia, con il trattato di Brest-Litovsk si era ritirata dalla guerra: gran parte dei contingenti impegnati sul fronte orientale potevano ora essere trasferiti in occidente; ora, sul fronte occidentale, un milione di tedeschi fronteggiava 900.000 tra francesi ed inglesi. Ma per gli stati maggiori tedeschi era anche chiaro che queste offensive erano l'ultima possibilità per la Germania di ottenere un esito non catastrofico del conflitto cominciato nel 1914.

Nonostante i successi iniziali che colsero del tutto impreparati i comandi dell’Intesa, l’offensiva fallì per:

E se…?

Il 21 marzo 1918 inizia l’Operazione Michael, prima di una serie di offensive volta a ribaltare la situazione sul fronte occidentale. I preparativi all’attacco sono stati lunghi, ma l’offensiva è stata pianificata nei minimi dettagli: una volta sfondate le difese nemiche nel tratto di fronte tra Bapaume e Saint-Simon, il gruppo d’Armate del principe Rupprecht di Baviera si sarebbe mosso verso le coste della Manica, aggirando il grosso delle truppe britanniche e isolandole dal resto delle forze dell’Intesa, mentre il gruppo d’armate del Kronprinz Guglielmo di Prussia avrebbe puntato verso Parigi.

Già il primo giorno furono sfondate tutte le linee difensive alleate, e le truppe tedesche riuscirono complessivamente ad avanzare di 65 chilometri lungo un fronte di circa 80. L'attacco iniziò con un bombardamento d'artiglieria abbastanza breve ma estremamente violento. Prima che i difensori britannici, storditi, riuscissero a reagire, gruppi speciali d'assalto tedeschi uscirono dalla nebbia e dal fumo per attaccare o accerchiare i punti strategici delle linee di combattimento. Presi di sorpresa, schiacciati e sommersi, i difensori arretrarono su tutto il fronte, più di 160.000 britannici furono messi fuori combattimento.

Fu il gruppo d’Armate di Rupprecht a incontrare la maggiore resistenza presso Arras da parte delle forze inglesi, però Ludendorff decise di supportare maggiormente le forze del Kronprinz, affinché potesse penetrare ulteriormente nel territorio nemico. Rupprecht aggirò Arras, ed eseguendo i piani di Ludendorff puntò verso Abbeville e la foce della Somme, per isolare il BEF dalle forze francesi.

L’offensiva tedesca proseguì, determinata, verso Parigi. Il BEF era bloccato dalle armate di Rupprecht mentre il comando francese era nel panico: il gruppo d’Armate di riserva era stato annientato e ora i tedeschi avevano la strada spianata verso Parigi. La città, data per persa, era stata abbandonata dal governo, che si era frettolosamente trasferito a Orleans, e da lì a Bordeaux.

Il 1° aprile, sotto gli sguardi sgomenti della popolazione, le truppe del Kronprinz marciavano sugli Champs-Élysées sulle note della Königgrätzer Marsch: solo due settimane prima i tedeschi sembravano sconfitti e prossimi alla resa.

La risposta dell’Intesa non si fece attendere: tra il 6 e il 26 aprile il gruppo d’Armate Nord comandato da Louis Franchet d'Espèrey tentò di riconquistare Parigi, ma fu sconfitto sulla Marna, mentre tra il 27 maggio e il 4 giugno il gruppo d’Armate comandato da Rupprecht fu duramente attaccato dal BEF, che aveva appena ricevuto rinforzi dalla madrepatria, ma anche qui i tedeschi resistettero.

Per alleggerire la pressione sul gruppo d’Armate del Kronprinz e spingere l’Intesa ad incominciare i negoziati per la pace, Ludendorff ordinò a Max von Gallwitz di attaccare Verdun con il suo gruppo d’Armate, in quella che sarebbe diventata nota come Friedensturm (traducibile con “Tempesta per la pace” o “Assalto per la pace”). Solo un’altra battaglia, poi tutto sarà finito.

L’offensiva di Gallwitz fu sferrata il 9 giugno e non ottenne grossi risultati militari, perché gli americani fermarono l’attacco tedesco, ma comunque sortì l’effetto desiderato: il 28 giugno la Francia accettò di iniziare i negoziati con la Germania. Il 4 luglio gli inglesi accettarono di far partire i negoziati con la mediazione di alcuni diplomatici ex zaristi. Il corpo di spedizione americano, circondato a nord dal gruppo d’Armate di Gallwitz e a est dal gruppo d’Armate di Alberto di Württemberg, si arrese il 15 luglio; il generale John J. Pershing si era sparato il giorno prima, fu perciò Hunter Liggett, comandante del I Corps, a consegnarsi a Max von Gallwitz assieme agli effettivi dell’American Expeditionary Forces. Gli Stati Uniti iniziarono le trattative di pace il 18 luglio. Il corpo di spedizione italiano in Francia era stato rimpatriato due settimane prima, affinché potesse partecipare all’offensiva generale prevista di lì a breve.

Sul fronte italiano, il 15 giugno gli austriaci sferrarono una offensiva generale che da D’Annunzio prese il nome di battaglia del Solstizio. L’offensiva, che nelle volontà dell’alto comando austro-ungarico doveva emulare i successi ottenuti in Francia dai tedeschi, si trasformò in una disfatta: gli austriaci superarono il Piave, ma a costo di 118.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri, e il contrattacco degli italiani li costrinse ad abbandonare le posizioni conquistate. Anche tra gli italiani le perdite furono elevate – 87.000 tra morti, feriti e prigionieri – ma il morale era alto, perché la temuta offensiva degli austriaci era stata respinta. Tra gli alti comandi però serpeggiava la paura: la guerra era agli sgoccioli, e gli austriaci erano ancora in Veneto; il rischio era arrivare ai negoziati da sconfitti e vanificare la vittoria difensiva nella seconda battaglia del Piave. Bisognava sferrare il contrattacco e in fretta, perché l’armistizio con la Francia avrebbe fatto affluire un gran numero di forze tedesche in Italia. Già il 23 giugno, mentre la battaglia del solstizio era ancora in corso e si avviava alla conclusione, Diaz aveva richiesto al governo Orlando che gli obblighi di leva fossero estesi anche ai nati nel 1900 e nel 1901 – rispettivamente diciottenni e diciassettenni – e che fossero mobilitati al più presto in vista di una prossima controffensiva. Con quelle forze si voleva fare l’estremo tentativo per ottenere una non sconfitta separata. Ai primi di settembre, mentre i reparti tedeschi iniziavano ad affluire massicciamente in aiuto al logorato esercito austriaco, le nuove leve erano state inquadrate nei ranghi dell’esercito e tutto era pronto per l’offensiva, ma bisognava attaccare subito, prima che i reparti tedeschi avessero il tempo di organizzarsi.

L’offensiva iniziò il 14 settembre, cogliendo impreparati i comandi degli Imperi Centrali, che stavano a loro volta pianificando l’ultima spallata all’esercito italiano che pensavano ormai prossimo alla resa. Dopo due giorni di combattimenti, il 16 settembre gli italiani sfondarono il fronte, costringendo gli austro-tedeschi a ripiegare disordinatamente fino all’Isonzo, riconquistando le posizioni perse dopo Caporetto. Poi gli italiani si fermarono, così come gli austro-tedeschi. Entrambi gli eserciti erano stanchi. Si aspettava la pace. Alla fine fu l’Impero Austro-Ungarico a forzare per un armistizio: il 6 ottobre il Consiglio nazionale cecoslovacco si era riunito a palazzo Gregor assumendo le funzioni di un vero e proprio governo, impartendo agli ufficiali austriaci nel castello di Hradčany l'ordine di trasferire i poteri e proclamando l'indipendenza dello Stato ceco. Le truppe austriache però rifiutarono di deporre le armi, ed era iniziato un assedio terminato due settimane dopo, quando una brigata tedesca – il cui intervento era stato richiesto dall’imperatore Carlo – riportò Praga all’obbedienza. Era sempre più evidente che l’Impero non poteva sostenere ulteriormente lo sforzo bellico.

Il 19 ottobre iniziarono i negoziati di pace tra Italia da una parte e Austria-Ungheria e Germania dall’altra.

I negoziati di pace tra Imperi Centrali e Intesa durarono fino al giugno del 1919:

Subito dopo la firma del trattato di pace che poneva fine alla Grande Guerra, partirono i negoziati per la formazione dell’Unione Mitteleuropea, unione doganale che nelle intenzioni degli Imperi Centrali doveva raggruppare la maggior parte degli stati europei, che nacque ufficialmente nel settembre 1920. Vi aderirono fin dalla fondazione Germania, Austria-Ungheria-Croazia-Polonia-Romania, Impero Ottomano, Bulgaria, Calmucchia, Ciuvascia, Tatarstan, Baschkiria, Turkestan, Norvegia, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera, Persia e Grecia; nel 1921 aderì anche la Francia, dopo che le furono condonate le riparazioni di guerra, e nel 1922 vi aderirono Irlanda (che aveva appena ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito) e Spagna.

Altra decisione presa subito dopo la fine della guerra in Europa fu l’invio in Russia di un corpo di spedizione a sostegno dell’Armata Bianca contro i Bolscevichi. I primi contingenti furono inviati già nel 1919, ed uno dei primi successi fu la presa di San Pietroburgo il 24 maggio 1919. Senza San Pietroburgo, i bolscevichi si ritrovarono isolati e circondati dai nemici; la guerra proseguì altri tre anni, ma la resistenza dei rossi era disperata e senza prospettive di vittoria. Il 25 ottobre 1922 dopo una dura battaglia urbana fu presa Mosca, e nella città furono catturati Lenin e Lev Trockij, fucilati immediatamente dai bianchi. Dei leader bolscevichi solo Iosif Stalin sfuggì alla cattura e riuscì a riparare all’estero; ne risentiremo parlare.

Nel post-guerra civile la Germania, facendo leva sulle rivalità interne alle varie fazioni dell’Armata Bianca, riuscì a fare in modo che la Russia si dividesse in due stati indipendenti: la Russia europea formò il Regno di Moscovia, con capitale Mosca, su cui venne restaurato il granduca Kirill Vladimirovič Romanov, che assunse il nome di Cirillo I; la Russia asiatica formò il Regno di Siberia, con capitale Omsk, sul cui trono fu insediato – dopo uno Zemskij sobor convocato dal generale Michail Konstantinovič Diterichs – il granduca Nikolaj Nikolaevič Romanov, che assunse il nome di Nicola III. La Russia non sarebbe più stata una minaccia per la Germania.

Dopo la guerra, la Germania era rimasta la principale potenza militare e industriale europea, complici la divisione della Russia, l’adesione della Francia all’Unione Mitteleuropea e l’isolamento in cui si erano chiusi gli Stati Uniti con l’elezione alla Casa Bianca di Warren G. Harding nel 1920, già oppositore di Wilson sull’intervento americano nella Guerra Mondiale; questa politica sarà confermata dai successori di Harding alla presidenza, Calvin Coolidge e John Nance Garner. L’unica minaccia potenziale alla supremazia della Germania veniva dal Regno Unito, che ostinatamente si era rifiutato di aderire all’ Unione Mitteleuropea, nonostante, in cambio dell’adesione, fosse stato offerto il condono delle riparazioni di guerra, similmente a quanto fatto con la Francia. La politica della Germania era rimasta dominata dal duo Hindenburg-Ludendorff al comando dell’esercito, che come in una dittatura militare guidarono la Germania negli anni del dopoguerra attraverso dei cancellieri-fantoccio. Tale situazione fu istituzionalizzata il 4 marzo 1924 con la nomina di Hindenburg a cancelliere, mentre Ludendorff gli successe come capo di Stato Maggiore dell’esercito ed entrò nel governo come ministro della guerra.

Come cancelliere, Hindenburg ottenne un doppio successo diplomatico: l’adesione al Reich tedesco di Danimarca e Paesi Bassi. Entrambi i paesi sarebbero entrati nell’Impero come regni dotati di ampie autonomie, in cui il tedesco sarebbe stato lingua ufficiale assieme alla lingua locale.

L’Italia intanto viveva una grave situazione di ordine pubblico: dopo la sconfitta nella guerra, le destre cavalcavano il mito della “pugnalata alle spalle”, secondo cui l’Italia aveva vinto la guerra sul campo per poi essere tradita dagli alleati dell’Intesa e dai politici, che anziché proseguire la guerra fino a Trieste e Trento si erano arresi al nemico; dal canto loro, le sinistre organizzavano scioperi e occupazioni delle fabbriche reclamando migliori condizioni lavorative e salari adeguati al costo della vita. In poche parole, si era vicini al baratro e Vittorio Emanuele III non sembrava in grado di controllare la situazione: l’aver voluto la guerra lo rendeva inviso alle sinistre, l’aver accettato la pace gli alienava il consenso delle destre. Il 3 gennaio 1925, un colpo di stato dei militari depose il re ponendo al suo posto il duca d’Aosta Emanuele Filiberto, personalità più apprezzata tanto dai ranghi militari quanto dalle destre in quanto durante la guerra era stato il comandante della III Armata riportando numerose vittorie, senza essere mai sconfitto sul campo, che gli erano valse il soprannome di Duca Invitto. Il deposto Vittorio Emanuele III partì in esilio per il Portogallo assieme al figlio Umberto, mentre Emanuele Filiberto cingeva la corona di Re d’Italia.

Inizialmente Emanuele Filiberto I governò col pugno di ferro, assumendo in prima persona la guida del governo e reprimendo i moti delle sinistre, poi quando la situazione sembrò calmarsi, lasciò più margini di manovra ai Presidenti del Consiglio scelti dal Parlamento, pur continuando ad esercitare una forte influenza sull’indirizzo di governo che portò, ad esempio, alla soppressione del PSI e degli altri partiti politici di ispirazione marxista; dopo la sua morte, avvenuta il 4 luglio 1931, il suo successore, Amedeo I, si impegnò affinché fossero varate alcune riforme che venissero incontro a quelle che erano le rivendicazioni dei lavoratori nei primi anni ’20 e, in seguito, il decreto sulla soppressione del PSI fu attenuato: restavano bandite solo le organizzazioni politiche di ispirazione marxista “a carattere eversivo e finalizzate alla sovversione dello stato”. Definizione comunque vaga, in cui nei vari momenti della storia d’Italia sarebbero rientrate – o sarebbero state fatte rientrare – molte organizzazioni politiche di sinistra.

I rapporti diplomatici tra Germania e Regno Unito divennero sempre più tesi quando nel 1929 emerse che la Germania finanziava segretamente gruppi indipendentisti indiani e altri movimenti che nelle colonie inglesi lottavano per la fine del dominio britannico. Ne seguì una escalation diplomatica in cui però le posizioni, anziché avvicinarsi, si radicalizzarono. La guerra tra Germania e Gran Bretagna scoppiò il 12 settembre 1930.

Negli anni precedenti, la guerra con la Gran Bretagna era considerata tanto dal governo Hindenburg quanto dai comandi delle forze armate una mossa necessaria per affermare il primato mondiale della Germania, perciò era stata preparata attraverso il potenziamento della marina, realizzato dando grande impulso alla costruzione di moderne portaerei – tra il 1925 e il 1930 ne erano state costruite quattro (SMS Friedrich der Große, SMS Kaiser Wilhelm der Große, SMS Admiral Reinhard Scheer, SMS Sedan) – e il potenziamento della flotta sottomarina. Da un punto di vista diplomatico, ci si era assicurata la neutralità dei potenziali alleati della Gran Bretagna: al Giappone si era promessa la restituzione di Lüshunkou e dei diritti sul Liaoning se fosse rimasto neutrale nel conflitto, agli Stati Uniti era stato offerto supporto finanziario per contrastare la crisi economica, così come all’Italia.

Se alla Germania si unirono subito Austria-Ungheria-Croazia-Polonia-Romania e Impero Ottomano, la Gran Bretagna si ritrovò sola a causa del lavoro diplomatico della Germania e anche perché la Francia era membro dell’Unione Mitteleuropea, pertanto si mantenne neutrale.

La flotta tedesca inflisse perdite pesantissime alla Royal Navy, riuscendo anche in ciò in cui non era riuscita nel corso del conflitto di dieci anni prima: isolare la Gran Bretagna dal suo impero coloniale. Gia da febbraio 1931 i generi di prima necessità iniziarono a scarseggiare, l’inizio della più grande carestia affrontata dall’Inghilterra nel corso della sua storia. Il 4 giugno 1932, dopo aver conquistato la superiorità navale nel Mare del Nord e nel canale della Manica, i tedeschi sbarcarono nel Kent con un gruppo d’Armate comandato dal Kronprinz Guglielmo; solo una settimana dopo i tedeschi erano sul Tamigi, alle porte di Londra. La capitale era già stata abbandonata il 5 giugno dalla famiglia reale e dal governo, riparati a Manchester, e ci si preparava ad affrontare una lunga battaglia urbana per le strade. Poi successe un fatto che nessuno aveva previsto.

Il Communist Party of Great Britain approfittò del vuoto di potere per organizzare una insurrezione contro le ultime autorità rimaste a Londra, proclamando la nascita del Commonwealth of Socialist Councils’ Republics (CSCR). La rivolta iniziò il 10 giugno, quando i soldati rifiutarono di eseguire l’ordine di sparare sull’ennesimo corteo organizzato dal CPGB contro la guerra e la carestia, e l’evento simbolo fu la presa di Buckingham Palace, avvenuta il 16 giugno. Era l’inizio della rivoluzione inglese. I principali leader della rivoluzione furono Albert Inkpin, John Ross Campbell, Harry Pollitt, Fred Peet e Joe Steel, nome anglicizzato di Josif Stalin, che proprio in Gran Bretagna aveva trovato rifugio dopo la sconfitta dei rossi nella guerra civile russa.

I tedeschi, pur essendo alle porte di Londra, per il momento non intervenivano: la volontà del Kronprinz era mantenere la propria posizione fino a quando il governo britannico non avrebbe accettato di aprire i negoziati, cosa che in quel momento sembrava prossimo a fare; egli dunque non riteneva utile iniziare una battaglia urbana dall’esito incerto.

Questa decisione permise alla neonata CSCR di darsi una struttura: al vertice dello Stato vi era un Comitato Centrale, formato dai principali esponenti del Partito, dotato di poteri in ambito esecutivo; il maggior organo legislativo era la People's Chamber, eletta a suffragio universale ogni cinque anni. Altre città intanto si rivoltavano e aderivano alla CSCR: Bristol, Cardiff, Plymouth, Birmingham, Hull e alla fine anche Manchester, da dove il governo e la famiglia reale erano già partiti per il Canada. Nel comitato centrale si impose Steel, che insistette affinché si iniziassero trattative per la fine della guerra. Questa decisione era necessaria per normalizzare la situazione critica dell’Inghilterra. Anche il governo reale intavolò trattative di pace con la Germania.

La guerra anglo-tedesca terminò con la firma del trattato di Windsor (tra CSSR e Germania) il 13 gennaio 1933 e del trattato di Montréal (tra governo reale e Germania) il 6 febbraio 1933.

La rivoluzione inglese fu il preludio allo sgretolamento dell’Impero Britannico: una ad una le colonie e i dominions britannici proclamarono la propria indipendenza; tuttavia in questo processo vi furono sostanziali differenze tra le varie colonie:

Nella CSCR iniziò un lungo processo di ricostruzione, durante il quale Joe Steel avrebbe rafforzato la sua leadership, diventando in breve il padrone assoluto del Commonwealth; si sarebbe reso responsabile di purghe sanguinarie contro i controrivoluzionari – definizione in cui veniva racchiuso chiunque si opponesse al suo regime del terrore – in cui sarebbero morti quasi tutti i membri originari del Comitato Centrale, ma sarebbe anche riuscito a fare della CSCR una potenza economica e una potenza militare regionale, che in alcune occasioni fu in grado di impensierire la Germania.

Ludendorff, Hindenburg e Guglielmo II erano riusciti a fare della Germania la prima potenza mondiale; l’Impero Britannico si era sgretolato, gli USA erano chiusi nel loro isolamento, la Russia divisa, la Francia alleata nell’Unione Mitteleuropea. Era l’inizio del secolo d’oro della Germania.

Cosa ne pensate? Per farmelo sapere, scrivetemi a questo indirizzo.

Dario Carcano

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E ora, le proposte di Basileus TFT dedicate al generale più... controverso della prima guerra mondiale:

Le cinque divisioni in Germania.
Mentre si decideva se entrare o meno in guerra, Cadorna propose l'invio preventivo di cinque divisioni al confine col Reno in difesa della Germania contro la Francia, motivando che un'eccessiva titubanza avrebbe isolato l'Italia diplomaticamente.
La proposta fu rapidamente scartata: se fossimo entrati con l'Intesa avremmo consegnato migliaia di uomini al nemico, se fossimo entrati con l'Alleanza avremmo comunque inviato truppe per difendere una posizione dal quale i tedeschi spingevano, non si ritiravano.
Ma se questo piano andasse in porto?

L'offensiva rapida.
Cadorna puntava a colpire gli austriaci di sorpresa, anticipando l'assalto il più possibile per fare in modo di avanzare in montagna quando ancora le postazioni austriache erano relativamente sguarnite. La caduta del governo Salandra però rallentò le operazioni e quando iniziò la guerra gli austriaci si erano posizionati e trincerati. Che accade se invece il piano di Cadorna ha successo.

Trieste.
Una delle direttive dell'Intesa era quella di non spingere verso Trieste e l'Istria ma di infognare l'Austria in una guerra logorante sulla montagne per deviare più possibile truppe dal fronte occidentale. Che accade se invece Cadorna, che si credeva il nuovo Napoleone, fa di testa sua e si lancia alla liberazione di Trieste e Istria?

Amedeo e non Diaz.
Diaz era semisconosciuto quando venne messo al posto di Cadorna. Inizialmente si pensava tale ruolo potesse essere ricoperto da Amedeo D'Aosta, figura carismatica e di grande abilità militare. Che accade se effettivamente va così?

La Linea Cadorna.
Fu una fortificazione voluta da Cadorna per difendere la Lombardia (Valtellina, Valchiavenna) da un possibile attacco tedesco alla Svizzera, volto alla conquista della Lombardia, cuore produttivo italiano. La linea non servì mai e ancora oggi restano le vestigia di quelle trincee rudimentali e qualche postazione cannoniera. Ma che accade se i tedeschi si lanciano in un Blitzkgrieg anticipata in suolo svizzero?

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Gli risponde Fabio Roman:

Nella quinta proposta vedo una Svizzera che dichiara guerra alla Germania ma non all'Austria, perlomeno fino a quando quest'ultima non mostra chiari intenti offensivi. Se la penetrazione tedesca va bene, allora anche gli austriaci ne approfittano, e a questo punto la Svizzera entra ufficialmente nell'Intesa, creando di fatto un fronte unico dall'Oceano a Monfalcone.

Se la Germania si impantana in territorio elvetico, è costretta a perdere tempo e risorse per non rischiare un contrattacco di Berna, e ciò gli può creare problemi altrove.

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Anche Enrico Pizzo ha la sua proposta:

La Strafexpedition del generale Conrad fallì essenzialmente per il rifiuto del generale tedesco von Falkenhayn di spostare due divisioni dal fronte francese a quello galiziano per consentire agli austriaci di spostare in Tirolo due divisioni impegnate in Galizia.

Conrad decise di procedere lo stesso lasciando la Galizia scoperta, errore che consentì a Cadorna di chiedere, a fine Maggio, all'alleato Russo un'offensiva sul fronte galiziano, il 4 giugno, che obbligò gli austriaci ad allentare la pressione sul vicentino, decretando così il fallimento della Strafexpedition.

Ai primi di Giugno la possibilità che gli austriaci raggiungessero la pianura era molto concreta: ipotizzando che von Falkenhayn accettì di aiutare il collega austriaco e che quindi Conrad non sia costretto a richiamare uomini dalle montagne vicentine, come cambierebbe il corso della guerra?

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Gli risponde l'altro Enrico, Enrico Pellerito:

L'argomento è uno dei miei preferiti.
Preciso che all'epoca non si può parlare di austro-tedeschi perché il Regno d'Italia avrebbe dichiarato guerra all'Impero Germanico il 27 agosto 1916, sebbene, osservatori a parte, alcuni specialisti non ufficialmente "prestati" da Berlino erano già operativi nei confronti dell'Italia.
Riguardo il termine "Strafexpedition", esso era in uso tra gli ufficiali dell'imperial regio Esercito austro-ungherese, compresi quelli che nella primavera del 1916 disertarono raggiungendo le linee italiane, rendendo noto che da li a breve si sarebbe scatenata un'offensiva, citandola, per l'appunto con il suddetto termine.
A parte una quantomeno fumosa denominazione di Strasse Expedition, dal nome del supposto pianificatore, colonnello Viktor Strasse, cosa assolutamente senza fondamenti storici, i documenti ufficiali austro-ungheresi indicavano l'operazione come "Südtiroloffensive" o "Frühjahrsoffensive" (offensiva di primavera).
Gli obiettivi di Conrad erano di spezzare il fronte nemico raggiungendo il mare, per la precisione Venezia, proiettando la potenza delle proprie forze contro la 1ª Armata italiana, travolgendola e isolando di conseguenza tutto il dispositivo avversario dislocato nel Veneto orientale e nel Friuli (2ª, 3ª e 4ª armata).
Se si concretizza il PoD qui ipotizzato, Conrad non deve correre ai ripari in Galizia, stante che l'offensiva di Brusilov viene, più o meno, contenuta ma von Falkenhayn potrebbe ritrovarsi con il dover posticipare l'ennesima (e da egli sperata quale ultima) offensiva su Verdun nel maggio 1916, motivo per cui in realtà non aveva aderito alla richiesta di Conrad. Magari von Falkenhayn si convince che l'azione di Conrad possa mettere seriamente in crisi il Regio Esercito, tanto che l'Italia si trovi costretta a dover uscire dal conflitto, e da qui gli sviluppi per Berlino, Vienna e i loro alleati possono diventare interessanti.
Di conseguenza la pressione su Verdun non viene esercitata dai tedeschi, mentre Conrad raggiunge la pianura e a Roma si torna ad urlare che "Annibale è alle porte"; l'offensiva di Brusilov si esaurirà come in HL e due o tre divisioni in meno non possono determinare un crollo tedesco sulla Somme dopo che ha inizio l'offensiva alleata del 1' luglio, considerando che, a differenza del fronte orientale dove si combatte senza lo stallo delle trincee, queste ultime vincolano fortemente gli assalti in Europa occidentale.
Il risultato militare di tutto ciò potrebbe essere quello delineato da Guido Morselli nel suo "Contro-passato prossimo", il primo romanzo ucronico che lessi nel lontano 1977.
In questo scritto Morselli fa si che accanto alla operazione di cui stiamo trattando se ne realizza un'altra parallela, "Edelweiss Expedition", con l'effetto di scompaginare le difese italiane "da tergo" e di mettere, a seguito di ciò, l'Italia fuori dal conflitto.
Conseguenza finale è la vittoria degli Imperi centrali.
Qui, però, le cose non sono così semplici. Bisogna conquistare Padova e poi Venezia, non soltanto lambire la pianura veneta e Cadorna aveva concrete possibilità per impedire ciò: la costituzione di una nuova armata, la 5ª, tramite l'afflusso di truppe dall'area isontina, un impegno logistico non da poco che venne brillantemente realizzato ed il frettoloso ma prezioso arrivo di contingenti dal resto del paese, dalla Libia e dall'Albania.
Ciò sarebbe bastato a fermare gli austro-ungarici, come avvenne nella realtà?
Se Conrad non ha necessità di trasferire truppe dal fronte del Tirolo in Galizia le possibilità di mantenere la pressione e farla diventare insostenibile fino a scardinare l'apparato difensivo italiano diventa sempre più probabile.

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Diamo la parola ad aNoNimo, ispiratosi a questo sito:

Francesco Baracca partecipa alla Prima Guerra Mondiale ma non muore a Nervesa della Battaglia il 19 giugno 1918, e dopo la guerra continua la sua carriera militare sino al 1928 diventando Comandante dell'Aeronautica. Nel 1933 Baracca diventa Generale promuovendo la modernizzazione dell'Aeronautica e viene anche nominato Conte. La sua storia potrebbe diramarsi in vari altri mondi paralleli: potrebbe aver abbracciato il fascismo per poi allontanarsene per divergenze con Mussolini, oppure potrebbe essere nominato Ministro del governo Mussolini. Potrebbe anche essere il Generale più giovane durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi morire nel 1978 a 90 anni. Quali imprese compirà?

Francesco Baracca (9 maggio 1888 – 27 giugno 1978)

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Ainelif poi ha posto a tutti i suoi amici ucronisti la seguente domanda:

Vorrei chiedervi come sarebbe cambiata la Prima Guerra Mondiale se al fianco di Impero di Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e Impero Ottomano fossero entrati nel conflitto dalla loro parte il Messico, la Spagna e l'Impero Giapponese.

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Gli risponde Tommaso Mazzoni:

Dipende quando e dalle condizioni dell'esercito Messicano; il Messico ha un senso solo a partire dal 1917, Mentre il Giappone dovrebbe entrare almeno nel 1915, contro la Russia. Allo stesso modo combattere su due fronti contro la Spagna e la Germania renderebbe certa la resa Francese. Con Parigi sconfitta nel 1915, è possibile, forse probabile, che se Costantinopoli evita di minacciare i possedimenti Italiani Roma attacchi l'intesa, (o resti neutrale, dipende quanto offre Vienna per l'una o per l'altra cosa; A questo punto, bisogna vedere se Wilson porta o no in guerra gli Stati Uniti nel 1917; se accade, allora il Messico può essere importante, se adeguatamente supportato con mezzi e consulenti militari. Alla fine, la Grecia si schiererebbe con l'alleanza, e si spartirebbe la Serbia con Vienna e Budapest; Le rivolte arabe potrebbero essere anti-inglesi, con l'appoggio dei Rashiditi filo-ottomani, se gli Italiani mettono in campo il loro Lawrence d'Arabia (Amedeo Guillet). L'Impero Ottomano e quello Asburgico sopravvivono in forma federale. L'impero Russo, nel quale la Rivoluzione avviene comunque, è smembrato, si creano Tre Russie, una Zarista, con capitale Minsk, una Bolscevica, con capitale Mosca ed una Menscevica con capitale Samara; Rinascono i Regni di Polonia e Finlandia e un Granducato di Lituania, un Regno d'Arabia Rashidita, e un Regno di Mongolia, vassallo dei Giapponesi. La Cina, se si schiera sempre con l'alleanza deve acconsentire al ritorno della Monarchia ma in cambio ottiene di espandersi nell'India Britannica e in Indocina; conserverà la Manciuria. L'Italia ottiene il Nord-Africa, Sudan incluso, mentre l'Africa Sud-Occidentale passa in parte a Berlino, in parte a Vienna,mentre le colonie Anglò Francesi sulla costa Atlantica alla Spagna (insieme alle colonie Portoghesi se Lisbona s'è schierata con l'alleanza come nella HL. in tal caso a Lisbona tornano i Braganza). L'Impero Ottomano rinuncia all'Higiaz, ma conquista il Caucaso e le steppe. Il Messico, se è stato ben supportato da Berlino e da Tokyo, si riprende il Texas con il suo petrolio. Washington probabilmente deve restituire le Filippine alla Spagna. Gli USA sono ridimensionati, ma solo in parte; nascerà un pericoloso revanscismo americano, che potrebbe causare la Seconda Guerra Mondiale.

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Chiudiamo per ora con la trovata di Lord Wilmore:

Roma, 25 dicembre 1917

Comunicato ufficiale della Segreteria di Stato della Santa Sede

In occasione del Santo Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, il Santo Padre Benedetto XV si rallegra perchè la sua Nota ai capi dei popoli belligeranti del 1° agosto ultimo scorso è stata accolta in pieno da tutte le potenze in conflitto, è stato finalmente dichiarato - dopo tre anni di inutili sofferenze per i popoli d'Europa, costretti a combattere una guerra fratricida - il cessate il fuoco tra tutti gli eserciti combattenti, seguito il 4 novembre successivo dal definitivo armistizio, e alla convocazione di una Conferenza di Pace che si aprirà a Ginevra il prossimo 10 gennaio. Il Santo Padre, per tramite della mia umile persona che è stata invitata a partecipare alla Conferenza, si permette di auspicare che il problema della sovranità dell'Alsazia-Lorena sia risolto negli interessi delle popolazioni che vi abitano, non dei governi che hanno mandato tanta gioventù al macello per contendersi quelle terre; che a tutti i popoli dell'Impero Austro-Ungarico sia concessa adeguata autonomia, attraverso la sua trasformazione negli Stati Uniti del Danubio, come auspicato dallo stesso governo di Vienna; che i Balcan trovino finalmente una sistemazione pacifica che escluda future guerre per contendersi quelle regioni; che la svolta democratica in Russia dopo la proclamazione della Repubblica sia adeguatamente incoraggiata dagli altri stati europei ed extraeuropei; che la sovranità della Polonia e della Lituania possa finalmente dopo tanto tempo essere riconosciuta, così come quella di Lettonia, Estonia, Finlandia, Ucraina e Transcaucasia; che l'antico stato di Armenia possa essere adeguatamente ricostruito; che Gerusalemme e la Terrasanta siano poste sotto controllo dell'intera comunità di nazioni affinchè cristiani di ogni confessione, ebrei e maomettani vi possano finalmente vivere in pace e in sicurezza; e infine, che possa avere seguito la proposta dell'Imperatore d'Austria e Re Apostolico d'Ungheria Carlo I di Asburgo-Lorena di fondare una Comunità Economica Europea che promuova in tutta Europa il libero movimento dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali, l'abolizione dei cartelli e lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro dello stato sociale, dell'agricoltura, dei trasporti, del commercio estero, quale embrione di una futura unificazione europea, grazie alla quale i nostri figli e nipoti potranno vivere in pace e in amicizia, senza più alcuno spettro di Guerra Mondiale che tolga il futuro a tanti figli di Dio. Il Santo Padre invia a tutti i partecipanti alla Conferenza di Pace la propria paterna benedizione apostolica, da estendere a tutti i popoli d'Europa e del Mondo.

Cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità

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Per contribuire alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


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