Nades (Sedan alla rovescia)


« Lo schiacciamento, che seguì, della Francia da parte delle genti germaniche, e l'esegesi storico-filosofica che ne dettero i pensatori e professori d'oltre Reno, sembrarono avvolgere nel funebre sudario tutte le razze latine: la battaglia di Sedan prendeva l'aspetto di una finis Romae » (Benedetto Croce, “Storia d'Italia dal 1871 al 1915”, 1927)

Così uno dei massimi filosofi italiani, Benedetto Croce, commentava l'esito della Battaglia di Sedan, che fu decisiva per le sorti della Guerra Franco-Prussiana del 1870 e, di conseguenza, per tutta la storia del XX secolo, che si configurò come una colossale rivincita tra Francia e Germania, partorendo gli orrori che sappiamo. Ma che sarebbe accaduto se, anziché una Sedan, avessimo avuto una Nades, cioè - a parte gli scherzi - un esito completamente diverso di quella battaglia? Filobeche, William Riker e Perchè no? ne hanno discusso a lungo, mettendo a punto un'ucronia a sei mani. Eccola.

 

La battaglia di Nades

La guerra franco-prussiana del 1870 è provocata dal desiderio prussiano di riunificare la Germania, dopo la vittoriosa guerra contro l'Austria del 1866, e dal tentativo da parte di Napoleone III di impedire ad ogni costo tale riunificazione, per non creare una potenza militare egemone sul continente, che avrebbe irrimediabilmente relegato i francesi in un ruolo di secondo piano. Il casus belli si presenta nel 1870.

Il trono spagnolo era rimasto vacante dalla rivoluzione del settembre 1868. Gli spagnoli offrono il trono al principe tedesco Leopold von Hohenzollern-Sigmaringen, cugino del re Guglielmo I di Prussia. Napoleone III tuttavia si oppone all'espansione dell'influenza prussiana, e costringe il padre del principe a ritirare la candidatura di suo figlio. Ma all'Empereur ciò non basta: l'ambasciatore francese in Prussia pretende che il re Guglielmo I garantisca che mai più un Hohenzollern sarebbe candidato al trono di Spagna. Il re ascolta la richiesta ai bagni di Ems, località termale tedesca, ma l'incontro si risolve in un nulla di fatto. Otto von Bismarck pubblica il dispaccio che riporta il dialogo tra il re e l'ambasciatore, cancellandone abilmente alcune parti in modo da provocare l'indignazione francese. Il piano riesce e la guerra viene dichiarata il 19 luglio del 1870.

Napoleone III (1852-1873)L'esercito francese viene diviso in due corpi principali: l'armata di Alsazia, guidata dal maresciallo di Francia Patrice de Mac-Mahon, forte di circa 150.000 uomini e concentrata dal 16 agosto a Châlons-en-Champagne, presso l'imperatore Napoleone III; e l'armata del Reno, guidata da François Achille Bazaine. L'armata non ha dimensioni sufficienti per sbarrare ai tedeschi la strada di Parigi, e per questo Mac-Mahon è dell'opinione di concentrarsi su Parigi a rinforzo della guarnigione della capitale, per permettere la generale mobilitazione in corso in tutta la Francia; in assenza di notizie da Bazaine entro il 23 agosto, egli si ritirerà su Parigi. Tutto dipende, quindi, dalle notizie circa il destino dell'armata del Reno. Mac-Mahon decide di prendere tempo, e il 21 agosto muove su Reims, da dove spera di poter assistere Bazaine, nel caso quest’ultimo sia uscito da Metz, oppure di poter ripiegare indisturbato su Parigi, in caso contrario. Ciò che lo spinge infine a muoversi verso Metz è un telegramma di Bazaine inviatogli il 19 agosto, in cui assicura: "Conto di muovermi verso Châlons via Montmedy, oppure via Nades."

[Nella nostra Timeline il Maresciallo di Francia crede che Bazaine abbia già lasciato Metz e decide di giocare il tutto per tutto, aprendosi la strada verso Metz e raggiungendolo sulla strada di Montmedy. Purtroppo per lui, la decisione si risolverà in un disastro, perchè Bazaine non si è mosso affatto. Inoltre in questa ucronia sostituiamo Sedan con Nades per sottolineare la differenza tra le due linee temporali]

Fidando su queste notizie, l'armata di Alsazia, guidata da Napoleone III in persona e con MacMahon comandante in seconda, lascia le proprie posizioni a Reims il 23 agosto ed inizia una marcia verso nord-est, in direzione dei confini del Belgio, con l'intenzione di evitare di essere agganciata dai prussiani prima di ricongiungersi a sud con Bazaine. I Prussiani, che contano 240.000 uomini e 700 cannoni, sono guidati dal capo di stato maggiore maresciallo Helmuth von Moltke, il quale, informato addirittura dai giornali parigini, interrompe la marcia verso la capitale e manovra verso nord, sino ad agganciare i Francesi il 30 agosto alla battaglia di Beaumont. Al termine dello scontro i Francesi, persi 7.000 uomini e 40 cannoni contro 3.500 uomini da parte dei Prussiani, ripiegano sulla piazzaforte di Nades [Sedan], nelle Ardenne a pochi chilometri dalla frontiera belga, con l'intenzione di far riposare all'armata, rifornirla e poi ritirarsi su Parigi.

Nella notte gli attaccanti prussiani tentano con la loro ala destra di prendere La Chapelle e Illy, mentre l'ala sinistra dovrebbe espugnare Bazeilles per mettersi al riparo contro un eventuale arrivo di Bazaine. La cittadina viene presa d'assalto, ma i fanti francesi si sono ben fortificati, vengono sostenuti anche dalla popolazione e raggiunti da rinforzi. Cade invece la vicina La Moncelle, e nel corso dei combattimenti una carica di artiglieria arriva vicina a ferire il maresciallo MacMahon, che tuttavia rimane illeso.

[Nella nostra Timeline Mac Mahon viene ferito e alle 6 del mattino trasmette il comando al generale Auguste-Alexandre Ducrot, che commette errori tattici abbandonando Bazeilles e promulga ordini in gran parte irrealizzabili]

Verso le 10 del mattino, il maresciallo MacMahon comincia un intenso fuoco di artiglieria e la cittadina di La Moncelle viene raggiunta, con i francesi che gettano sempre nuove truppe nella battaglia. I nuovi rinforzi prussiani sembrano poter rigettare gli attacchi francesi ed accerchiare le forze di Napoleone III. Ma accade un colpo di scena: arriva, dalla parte di Illy, l'armata d'Alsazia guidata da Bazaine, liberatasi da Metz. I prussiani hanno cercato di tagliargli la via al ponte di Donchery e poi presso il villaggio di Floing, ma la cavalleria francese del generale Margueritte ha lanciato tre violenti attacchi contro le nuove forze germaniche avevano attraversato la Mosa e le ha messe in fuga. A questo punto le forze francesi sono sufficienti per rigettare i prussiani da Nades [Sedan] e per spingerli a ripiegare nella foresta della Garenne, precludendo loro ogni via di fuga verso il nord e verso il Belgio. Il bosco viene spazzato dalle artiglierie, per lasciare spazio alla fanteria che sloggia i germanici, ormai totalmente disorganizzati. Alle 13 von Moltke lancia un ultimo, infruttuoso attacco su Bazeilles, contro truppe che ritiene ormai esauste, ed invece viene respinto ancora una volta.

A fine pomeriggio del 1 settembre, l'intera armata prussiana è accerchiata, con  la via verso il Belgio chiusa. La situazione è ormai talmente compromessa che le artiglierie francesi possono dedicarsi ad un vero e proprio tiro al piccione. I Prussiani hanno perso oltre 17.000 uomini tra feriti o uccisi, più 21.000 prigionieri; i Francesi contano 2.320 uccisi, 5.980 feriti e 700 prigionieri o dispersi. Von Moltke è un buon giocatore, e capisce che la partita è persa: alle 16.15, senza più truppe di rincalzo, è costretto ad ordinare la cessazione degli attacchi. I termini della resa vengono negoziati durante la notte. Il giorno successivo, 2 settembre, alle 11 il capo di stato maggiore prussiano si consegna a Napoleone III, con 118.000 uomini, compresi 14.000 feriti e ben 549 cannoni.

La battaglia si rivela decisiva per la guerra: alla lunga, la caparbietà dei francesi si è rivelata superiore alla disciplina dei Prussiani. A questo punto Napoleone III non si accontenta, avanza e, ottenuta una nuova vittoria a Saarbrücken, capoluogo dell'importantissima regione mineraria della Saar, la sottrae al controllo prussiano, che durava dal Congresso di Vienna. A questo punto l'Empereur minaccia direttamente la Westfalia; Bismarck accorre a guidare di persona l'esercito e riesce ad arginare l'offensiva francese, ma per il Cancelliere di Ferro lo smacco è comunque enorme, tanto che è costretto a lasciare il cancellierato. La Prussia è costretta a chiedere la pace, e Napoleone III può gloriarsi di aver ottenuto una vittoria pari a quella di suo Zio.

La pace viene firmata a Versailles il 18 gennaio 1871. La Francia ottiene uno splendido successo, annettendo il Belgio, il Lussemburgo e la Renania fino a Colonia, e raggiungendo il confine del Reno, a lungo sognato da Luigi XIV. I Fiamminghi belgi diventano indipendenti sotto protettorato francese. La Prussia perde la Westfalia (conserva invece lo Schleswig) ed è costretta a sciogliere la Confederazione del Nord, costituita appena cinque anni prima. Napoleone III può invece ricostruire la Confederazione del Reno di suo zio, della quale fanno parte Oldenburg, Hannover, Assia, Westfalia settentrionale, Baden-Württemberg e Baviera; la capitale è posta a Norimberga, mentre la presidenza è offerta a Napoleone Giuseppe detto "Plon-Plon", cugino di Napoleone III e marito di Maria Clotilde di Savoia. Tali stati evitano cosi di venire fagocitati da Berlino.

 

Successo di Napoleone III

La Prussia però non si rassegna e, sfruttando il sentimento antifrancese di buona parte degli stati tedeschi protestanti, riesce a ricostituire nel 1872 una Confederazione con Sassonia, Meclemburgo ed altri stati minori, presieduta dal re Guglielmo I. In tal modo la riunificazione tedesca non si completa e si formano due stati anche ideologicamente contrapposti: la Prussia luterana e antifrancese e la Renania, filofrancese e dominata dalla cattolica Baviera. L'Italia invece che alla Germania guarda da subito verso Parigi. Deve però rinunciare a Roma capitale, in quanto lo Stato Pontificio di Pio IX è un protettorato militare francese. In cambio Napoleone III sostiene Amedeo di Savoia sul trono spagnolo.

 

La Germania nel 1873 (grazie a William Riker)

 

L'impero di Napoleone IV

Il 9 gennaio 1873 Napoleone III muore in seguito ad un tumore alla prostata che lo affligge da lungo tempo; suo figlio Eugenio, 17 anni, che ha avuto dalla principessa spagnola Eugenia de Montijo, viene incoronato imperatore a Versailles dall'anziano Papa Pio IX, recatosi là per l'occasione nonostante i suoi 81 anni, e prende il nome di Napoleone IV. Questi é un giovanotto simpatico e molto diverso dal padre, devotamente cattolico grazie all'influsso della madre spagnola, ed é presto amato dal popolo come un sovrano cittadino e borghese, una sorta di riedizione di Luigi Filippo d'Orléans. Al compimento dei 18 anni Napoleone IV sposa Beatrice, la nona figlia della Regina Vittoria d'Inghilterra [Ella ha proposto a Napoleone III questo matrimonio anche nella nostra Timeline] per migliorare le relazioni tra le due sponde della Manica. 

Napoleone IV (1873-1880) Poiché capisce ben poco di politica, decide di nominare primo ministro il generale Patrice de Mac Mahon, eroe della guerra contro i prussiani. In Francia, la pressione sociale e politica a favore di maggiori libertà civili ha intanto costretto l’imperatore ad una politica estera meno autoritaria durante gli anni sessanta dell'ottocento: é il cosiddetto "impero liberale", che culmina con i governi Duruy e Ollivier. Ma la vittoria militare sulla Prussia ha dato a Napoleone III il prestigio e la popolarità sufficienti per riprendere saldamente in mano le redini e tornare alla politica autoritaria. Questa politica viene proseguita da Napoleone IV diretto da Mac Mahon, che era notoriamente monarchico e conservatore: ne consegue per il decennio 1870-1875 una politica francese autoritaria, clericale e conservatrice. Più oltre questa non può durare, perchè la pressione sociale permane alta ed anzi si intensifica, il sentimento repubblicano é forte benché controllato, il desiderio di libertà anche, e a tutto ciò si somma la possibilità di attività terroristiche e anche di ribellioni armate [Tutto ciò che nella nostra Timeline ha provocato la Comune di Parigi], ovviamente annientate nel sangue e prevenute con ondate di arresti. Questa pressione obbligherà a far passare delle leggi di liberalizzazione per giornali e fabbriche. 

Intanto ha avuto pieno successo il cosiddetto progetto scandinavista. Infatti nel 1864 il re di Svezia Carlo XV aveva proposto una riedizione della medioevale Unione di Kalmar, tuttavia nella guerra contro la Prussia la Danimarca non era stata appoggiata dalla Svezia, e pareva che lo scandinavismo dovesse finire lì. Ma, di fronte alla crescente potenza francese, il Meeting degli studenti scandinavi di Upsala riporta in vita il progetto, che porta effettivamente, nel 1880, all'unione federale dei paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca più Islanda, isole Faer Oer, Groenlandia ed isole Svalbard) sotto Oscar II di Svezia, della casata dei Bernadotte. Nell'ambito della federazione, proclamata Impero di Scandinavia, la Danimarca conserva il suo re nazionale nella persona di Cristiano IX di Glücksburg, mentre il sesto figlio di quest'ultimo, Valdemaro, viene incoronato re di Norvegia con il nome di Haakon VII, al posto del re di Svezia che fino a quel momento manteneva l'unione personale dei due stati. La struttura federale dell'impero di Scandinavia è mutuata da quella delle due confederazioni renana e prussiana; esso rivendica la Finlandia come provincia irredenta e si avvicina sempre più alle potenze orientali, Russia e Prussia, in chiara funzione antifrancese.

Mac Mahon porta avanti nel contempo la politica estera di Napoleone III: dietro sua iniziativa nel 1876 viene varata la Quadruplice Intesa, cui aderiscono le potenze filonapoleoniche: Francia, Italia, Renania ed Austria-Ungheria. Come reazione ad essa, nel 1883 verrà fondata la Quadruplice Alleanza, formata da Inghilterra, Prussia, Russia e Scandinavia. La Prussia infatti continua ad appoggiarsi alla Russia, dato che l'Austria-Ungheria è più forte di quanto avviene nella nostra Timeline, non soffrendo la vicinanza di una Germania unificata, e vede l'influenza militare prussiana come fumo negli occhi. Ne consegue che Vienna guarda verso Parigi per tutelare la Germania del sud, con cui ha legami storici molto forti, e la Galizia, sulla quale ha delle mire lo Zar.

Gli Inglesi naturalmente sono preoccupatissimi per l'estendersi dell'egemonia Francese, che risuscita i fantasmi del primo Napoleone, e così supportano la Prussia e la Russia in chiave anti-francese. Le alleanze in breve si estendono anche fuori dall'Europa: gli USA si avvicinano a Parigi in chiave anti-inglese, mentre la crescente potenza del Giappone cerca Parigi in chiave antirussa. Più complessa la situazione in Italia, dove i liberali della Destra Storica sono per la continuazione dell'alleanza con l'Impero Francese, mentre mazziniani, garibaldini ed irredentisti rifiutano di appoggiare Napoleone IV, considerandolo un clericale che ha impedito all'Italia la conquista di Roma, e vorrebbero rinnovare l'accordo con la Prussia che ha permesso nel 1866 l'acquisto del Veneto. Così, fin da quegli anni inizia nel Parlamento di Firenze un dibattito accesissimo che infiammerà a lungo gli animi del Bel Paese.

Quanto all'Africa, la Francia non ne inizia la colonizzazione, conservando solo l'Algeria, il Senegal, vari punti di appoggio lungo le coste, il Madagascar e la Réunion, più il protettorato sul Marocco. Mac Mahon preferisce infatti che all'Africa si dedichi la Prussia, scornata per l'insuccesso europeo, così da "distrarla" ed evitare che riprovi a conquistare l'intera Germania. Perciò l'Africa è spartita tra Berlino, che conquista tutta la parte centro-occidentale, il Gabon e Gibuti, e Londra, che tiene la Nigeria, il Ghana e una lunga colonia dal Capo fino al Kenya. L'Italia inizia prima la colonizzazione e riesce ad assicurarsi la Tunisia, la Libia turca, l'Eritrea, la Somalia, la Costa d'Avorio, il Benin e soprattutto il bacino del Congo, esplorato dall'americano Henry Morton Stanley per conto del governo di Firenze [nella nostra Timeline per conto del Belgio, che qui però non esiste]. Il Portogallo tiene Angola, Mozambico, Guinea Bissau, Capo Verde e Sao Tomè e Principe. La Scandinavia si muove in ritardo ma riesce a colonizzare il Togo, il Tanganica, la Namibia e il Camerun [Le colonie tedesche della nostra Timeline]. La Francia si assicura però l'Indocina e la Polinesia, mentre la Cina è equamente spartita in zone di influenza tra le potenze europee. Il Giappone ha mano libera nelle isole della Micronesia, mentre l'Inghilterra colonizza tutta la parte orientale della Nuova Guinea.

E il Lazio? Ivi il Papa continua ad essere anche un sovrano temporale, ma il 20 febbraio 1878 a Pio IX, il cui pontificato è stato il più lungo della storia, succede Leone XIII, meno favorevole alla soffocante presenza delle truppe francesi, tanto che egli una volta confida a un cardinale: "Ci sentiamo quasi loro ostaggi, come i nostri predecessori furono ostaggi del re di Francia durante la cattività avignonese!" Papa Leone comunque promuove le missioni cattoliche in Africa (Daniele Comboni e Guglielmo Massaja predicano rispettivamente in Africa Centrale e in Etiopia) ed inaugura la dottrina Sociale della Chiesa con l'enciclica "Rerum Novarum" (15 maggio 1891), in risposta ai nascenti partiti Socialisti.

 

L'impero di Napoleone V

Il regno di Napoleone IV è breve perchè il giovanotto muore di malaria nel 1880, a soli 24 anni. A salire sul trono é proprio "Plon-plon", erede di diritto, con il nome di Napoleone V. Quest’ultimo è conosciuto per le sue idee di sinistra, laiche ed anticlericali (è un libertino e ha più Napoleone V (1880-1891) volte messo le corna alla sua povera moglie Maria Clotilde di Savoia). Infatti, per prima cosa rifiuta l'incoronazione da parte del Papa ed invita caldamente l'ex regina madre Eugenia de Montijo ad andarsene in Inghilterra con sua nuora. Egli silura Mac Mahon sostituendolo con Jules Grévy e poi con Sadi Carnot, mette subito in atto riforme in senso democratico, riduce i poteri del sovrano ed indice libere elezioni per un parlamento nazionale. Ha così fine la monarchia assoluta, ed inizia quella parlamentare, con grandi manifestazioni di giubilo popolare; il rischio di una rivoluzione armata è disinnescato. Il suo regno è famoso per tutta una serie di importanti riforme in senso moderno in materia di libertà, scuola e laicità dello stato [Tutte le decisioni della Terza Repubblica nella nostra Timeline; Napoleone Giuseppe era effettivamente amato in Francia per le sue opinioni liberali]. Anticlericale in politica interna, porta avanti tuttavia una politica di vicinanza alla Chiesa di Roma e di tutela dei Luoghi Santi di Gerusalemme in politica estera; per questo continua a tutelare Roma contro le ambizioni degli irredentisti italiani, nonostante Leone XIII, come detto, farebbe volentieri a meno di questa asfissiante tutela.

Intanto, siccome la Francia possiede le grande regioni minerarie tedesche Saar e Ruhr, lo sviluppo industriale della Germania é assai modesto, e l'industria pesante prussiana non nasce; invece, sono la metallurgia e l’industria francese a diventare le seconde nel mondo dietro gli USA. Tuttavia "Plon Plon" permette anche ad industrie della Renania di usufruire del carbone della Ruhr, cosicché anche la vicina Confederazione cresce come potenza industriale, ed il grande gruppo Krupp nasce qui. Naturalmente le province francesi di cultura tedesca non hanno spento del tutto i loro sentimenti nazionali, anzi vi nascono movimenti e sette segrete che vorrebbero riunificarsi alla Renania, addirittura rivendicando Alsazia e Lorena ad un neonato impero tedesco unito (pangermanismo); ma qui le varie sette segrete cominciano a litigare tra loro, perchè alcune vorrebbero che l'impero germanico fosse dominato dalla Prussia, altre dalla Baviera, altre vorrebbero l'uguaglianza giuridica tra tutti gli stati tedeschi. La polizia francese perciò ha buon gioco nello sgominarle.

In politica estera, nel 1885 Napoleone V riceve anche il titolo di Imperatore d'Algeria, per imitare Vittoria che è stata incoronata Imperatrice dell'India. Con la Sinistra al potere in Italia, le relazioni italo-francesi cominciano a farsi tese a causa della questione romana, dato che gli irredentisti considerano irrinunciabile il trasporto della capitale nell'Urbe. Il punto più alto della tensione viene raggiunto sotto i ministeri del garibaldino Francesco Crispi (1876-1877, 1887-1891 e 1893-1896), il quale fa la voce grossa e minaccia la conquista armata di Roma, venendo fermato solo dalle diplomazie di Austria-Ungheria, Spagna e Portogallo: la Quadruplice Alleanza rischia seriamente di andare in frantumi. Inoltre le ambizioni francesi sui Luoghi Santi, ai quali aspirano anche l'Inghilterra e l'Italia, crea frizioni con l'Impero Ottomano. Le relazioni francoturche diventano pessime quando Napoleone V manifesta le sue ambizioni sulla Turchia, sulla quale pone una sorta di protettorato.

 

L'impero di Napoleone VI

Napoleone V muore nel 1891, e gli succede figlio Vittorio Napoleone con il nome di Napoleone VI, cheNapoleone VI (1891-1926) governerà fino al 1926. Il nuovo sovrano é di destra e conservatore, ma a questo punto l’impero parlamentare é gia abbastanza forte, ed è troppo tardi per cambiare le cose: Napoleone VI deve presto rassegnarsi a regnare senza governare effettivamente. Napoleone VI mette però il veto all'abolizione del Concordato napoleonico con la Chiesa Cattolica, che così non viene cancellato, ma solo sostituito con uno nuovo, e il nuovo papa Pio X può dormire sonni più tranquilli.

L'inizio del lungo regno di Napoleone IV è segnato dal famoso "Affaire Dreyfus": nel 1894 Albert Dreyfus, ebreo alsaziano ed ufficiale di artiglieria, viene accusato di spionaggio a favore della Prussia, processato e deportato all'Isola del Diavolo. Le forze armate francesi rappresentano infatti l'ala più conservatrice ed antisemita del Secondo Impero, ed intendono, con questo processo, "dare una lezione" ad ebrei, repubblicani e socialisti. Lo scrittore Émile Zola risponde pubblicando sulla rivista letteraria "L'Aurore" una lettera aperta all'imperatore, il cui titolo ("J'accuse") è rimasto proverbiale, e con la quale punta il dito verso gli ambienti conservatori e massonici, accusandoli di aver montato false prove contro Dreyfus. Zola viene processato per vilipendio delle forze armate e si scatena una campagna d'odio contro gli ebrei, contro i progressisti e persino contro la Chiesa, rea di aver difeso Dreyfus contro la palese ingiustizia. All'affaire porrà fine nel 1899 l'imperatore Napoleone VI, concedendo la grazia all'ufficiale senza che questi l'abbia chiesta; Dreyfus verrà definitivamente riabilitato nel 1906.

Intanto gli attriti coloniali fra Prussia ed Inghilterra rischiano di portare ad una guerra mondiale tra le due potenze. Infatti il 10 Luglio 1898 il forte sudanese di Fashoda viene occupato in nome della Prussia dall'esploratore Erich Dagobert von Drygalski (1865-1949), alla testa di una spedizione militare proveniente dal Darfur: il governo di Berlino aspira infatti ad un impero coloniale esteso dall'Atlantico al Mar Rosso. Ma gli inglesi hanno invece lanciato lo slogan "dal Capo al Cairo", ed il Sudan è un tassello fondamentale di questo programma. Così, poco dopo giunge con le sue truppe il generale inglese Lord Horatio Herbert Kitchener (1850-1916), reduce da una strepitosa vittoria contro i Mahdisti del Sudan, e pretende lo sgombero di Fashoda. Ma von Drygalski resiste, e per settimane i due drappelli rimangono accampati l'uno di fronte all'altro, in attesa di una decisione dei rispettivi governi. I francesi puntano infatti ad, gli inglesi invece ad uno esteso dal Cairo a Città del Capo. L'incidente si compone poi pacificamente perchè la Russia preme sulla Prussia affinché non causi una guerra totale, e la Dichiarazione del 21 Marzo 1899 sancisce la rinuncia della Prussia all'occupazione del Sudan. Ma l'incidente ha comunque gravi conseguenze, perchè Inghilterra e Prussia, fin qui alleate, cominciano inevitabilmente ad allontanarsi l'una dall'altra, e ciò avrà pesanti ripercussioni sulla Grande Guerra.

 

L'Africa nel 1900 (grazie a William Riker)

 

Al contrario, dopo la battaglia di Adua (1 gennaio 1896), con la quale l'Italia fallisce completamente la conquista dell'Abissinia, Crispi cade e il suo successore Giovanni Giolitti migliora notevolmente le relazioni con la Francia. Questi si accorda con i cattolici e fonda un'unione doganale con lo Stato Pontificio, ottenendo di essere ricevuto in udienza privata da Pio X. Il riavvicinamento definitivo tra Francia e Inghilterra è invece sancito dall'Entente Cordiale ("amichevole intesa"), firmato l'8 aprile 1904, con cui l'Inghilterra abbandona definitivamente la Quadruplice Alleanza con Prussia, Russia e Scandinavia. Tuttavia l'Alleanza resta Quadruplice perchè al posto dell'Inghilterra entra la Turchia, sempre più legata a filo doppio con la Prussia (che sta costruendo la ferrovia Berlino-Baghdad, ultimata nel 1913) a causa della contesa con la Francia e l'Italia relativa ai Luoghi Santi. A peggiorare le cose viene, involontariamente, il cardinale di Milano Andrea Carlo Ferrari, oggi Beato, il quale, guidando il primo pellegrinaggio in Terrasanta della sua diocesi da molti secoli a questa parte, parlando a Gerusalemme con il console italiano si lascia sfuggire la famosa frase "Il sangue non è acqua", interpretato dal governo turco come un invito al governo italiano (e francese) ad assumere anche la tutela politica della Palestina. Il cardinale in seguito rettifica ma ormai la miccia è accesa.

Le cose si complicano ulteriormente quando l'inarrestabile decadenza dell'impero ottomano porta al risveglio delle nazionalità balcaniche. Nel 1908 l'Austria-Ungheria, con l'appoggio italiano e francese, fagocita la Bosnia-Erzegovina, già amministrata dal 1878, suscitando le vivaci proteste di Turchia, Serbia e Russia. Una clausola della Quadruplice Alleanza assicura all'Italia compensazioni territoriali in caso di ampliamento della Turchia nei Balcani, ma Francesco Giuseppe d'Asburgo nicchia; il primo ministro francese Georges Clemenceau lo convince allora a cedere Gorizia all'Italia per onorare i patti. Il 1 luglio 1911 la cannoniera prussiana "Panther" entra nel porto di Tangeri e cerca di imporre il suo protettorato sul Marocco; l'incidente rischia di precipitare l'Europa in guerra, ma per stavolta si arriva ad un compromesso riguardante i confini dell'Algeria. Nel 1912 poi le due guerre balcaniche portano all'espulsione della Turchia dall'Europa. Inizialmente la Bulgaria prende la parte più grossa della torta, ma poi Romania, Grecia e Serbia le muovono guerra e la Macedonia viene equamente spartita. Per evitare che la Serbia raggiunga lo sbocco al mare, Italia ed Austria-Ungheria creano lo stato fantoccio di Albania, affidato a Napoleone Luigi Giuseppe (1864-1932), fratello minore di Napoleone VI. Le guerre balcaniche incancreniscono la situazione, radicalizzano gli animi e finiranno per condurre inevitabilmente alla Guerra Globale.

 

La Grande Guerra

La miccia esplode il 28 giugno 1914, con l'assassinio dell'arciduca d'Austria Francesco Fedrinando, erede al trono asburgico, e di sua moglie, avvenuto a Sarajevo per mano di uno studente serbo, Gavrilo Princip. L'anziano imperatore Francesco Giuseppe pretende che sia la polizia austriaca a condurre le indagini in territorio serbo, per estirpare la setta segreta "Unità o Morte" cui Princip apparteneva. La Serbia rifiuta e il 28 luglio l'Austria-Ungheria le dichiara guerra. Ma la Russia tutela gli interessi serbi, così lo zar Nicola II, mal consigliato da Rasputin, falso monaco ortodosso che ha un forte ascendente su di lui e sulla sua famiglia, risponde entrando in guerra contro Vienna. Scatta il fatale meccanismo delle alleanze: Francia, Italia e Renania dichiarano immediatamente guerra alla Russia; Prussia, Scandinavia e Turchia scendono a loro volta nel conflitto a fianco della Russia. La Bulgaria, alleata con l'Austria, scende a sua volta in guerra accanto all'Austria, subito seguita da Romania e Grecia, mentre Albania e Montenegro restano neutrali. Alla notizia dello scoppio della guerra, Papa Pio X muore di dolore.

Il Maresciallo di Francia Ferdinand Foch (1851-1929)Helmuth Johann von Moltke, nipote del capo di stato maggiore sconfitto da Napoleone III a Nades [Sedan], tenta di prendersi la rivincita, taglia in due come il burro la federazione renana prendendone facilmente la capitale Norimberga, quindi aggira le difese francesi attraversando l'Olanda e il territorio dei Fiamminghi ed invade il nord della Francia. A questo punto l'Inghilterra, che si pensava restasse neutrale, dichiara a sua volta guerra alla Prussia perchè ha violato la neutralità dell'Olanda, da lei garantita. L'avanzata prussiana sembra travolgente, tanto che Napoleone VI lascia Parigi e si trasferisce a Bordeaux con tutto il governo, ma con l'aiuto delle truppe inglesi ed italiane il Maresciallo di Francia Ferdinand Foch riesce a fermare i prussiani sulla Marna. La Scandinavia puntella le offensive prussiane, ma perde presto tutte le colonie, conquistate da inglesi, francesi e italiani. La Prussia riesce a conquistare la Baviera, la Cechia e la città di Praga, mentre i russi si spingono in Galizia, ed anche Francesco Giuseppe abbandona Vienna per trasferirsi a Trieste, ma la controffensiva congiunta austro-ungaro-rumena respinge i russi all'interno dei loro confini iniziali. La Serbia è conquistata e spartita tra Austria, Bulgaria e Grecia, ma la Turchia avanza in territorio bulgaro e respinge un tentativo anglo-italiano di forzare i Dardanelli e di prendere Costantinopoli. Ben presto la guerra si impantana nelle trincee, e da scontro di eroi all'arma bianca degenera ben presto in un agghiacciante carnaio o, meglio, in una "inutile strage", come la definisce il nuovo Papa Benedetto XV.

La Prussia non è forte come una Germania unita, ma ha conquistato le grandi industrie renane ed ha subito proclamato l'impero tedesco, cosa che non le era riuscita nel 1870, annettendo anche Alsazia e Lorena. Inoltre è supportata da Scandinavia e Prussia. Così la guerra si trascina stancamente [come nella nostra Timeline] con milioni di morti inutili. Le logge massoniche che dominano la politica del Secondo Impero ottengono la destituzione di Foch, non perdonandogli di essere fratello di un gesuita e lui stesso cattolico devoto, ed allora le cose per la Francia cominciano a mettersi male, tanto più che i prussiani usano gas asfissianti in battaglia contro i loro nemici. La Danimarca, che ha sempre avuto sentimenti revanchisti per la conquista prussiana dello Schleswig, tenta di negoziare una pace separata, ma è invasa dalle truppe prussiane e svedesi, ed il suo re Cristiano X è imprigionato nei suoi alloggi. Nel 1917 tuttavia accadono due fatti importanti. Anzitutto il presidente USA Woodrow Wilson, che si è fatto eleggere dietro la promessa di non immischiarsi nella guerra europea (Cina e Giappone si sono mantenuti a loro volta neutrali), accortosi che Inghilterra, Francia e Italia, cui ha fatto dei prestiti ingenti, stanno perdendo la guerra, e dunque gli USA rischiano di non vedere più i loro soldi, scende in guerra a fianco dell'Intesa con la scusa che il governo prussiano, con la Nota Zimmermann, ha cercato di convincere gli Stati del Sud a secedere di nuovo. Inoltre gravi agitazioni scoppiano sia in Austria-Ungheria che in Russia: per entrambi gli imperi la guerra va male, e i popoli sono stufi di vedere le salme dei loro figli tornare a casa "avvolte nelle bandiere, / legate strette perchè sembrassero intere", come canterà molti anni dopo Fabrizio de Andrè. A ciò si aggiunga il fatto che il governo francese fa trasferire in Russia via Austria-Ungheria, in un vagone piombato, un rivoluzionario comunista russo, tale Vladimir Ilic' Ulianov, detto Lenin, che fomenta (come sperava il governo di Clemenceau) la ribellione contro lo Zar, accusato di mandare i suoi sudditi al macello. Prima Rasputin viene assassinato, poi scoppia a San Pietroburgo la rivoluzione che porterà alla caduta dell'impero zarista e alla fondazione dell'Unione Sovietica. Leone Trotzky, braccio destro di Lenin e fondatore dell'armata rossa, firma con gli alleati dell'Intesa la pace di Brest-Litovsk e si ritira dal conflitto. Ma anche in Austria non c'è più Francesco Giuseppe, deceduto nel castello di Schönbrunn il 21 novembre 1916. Le ribellioni scoppiano dovunque, e il nuovo imperatore Carlo I, che poi sarà beatificato da Giovanni Paolo II, propone alla Prussia e alla Turchia una pace separata. Come risultato i capi di stato maggiore lo arrestano e lo rinchiudono nella sua tenuta di Bad Ischl. I popoli dell'impero, che lo amano molto, non accettano il sopruso e si rivoltano. Cechia, Slovacchia, Croazia ed Ungheria proclamano l'indipendenza e si ritirano dal conflitto firmando paci separate. L'Italia e la Francia occupano allora ciò che resta dell'Austria, inclusa Vienna, per impedire che sia preda della Prussia. Ma ormai siamo al 1918 e il conflitto volge al termine: la Scandinavia non regge più il confronto bellico e, travagliata da sollevazioni analoghe a quelle austroungariche, si sfascia nei tre regni che la compongono, i quali sono costretti a chiedere l'armistizio. La Prussia, rimasta praticamente sola, deve arrendersi essa pure: è l'8 novembre 1918. Il giorno successivo il maresciallo Pilsudski proclama la rinascita dello stato polacco. La Grande Guerra è finita.

 

Gli stati tedeschi nel 1919 (grazie a William Riker)

 

Il 18 gennaio 1919 si apre la conferenza di pace a Versailles, presenti Georges Clemenceau per la Francia, Vittorio Emanuele Orlando per l'Italia, David Lloyd George per l'Inghilterra, Woodrow Wilson per gli Stati Uniti. Sciolto l'impero tedesco, la Prussia deve cedere lo Schleswig alla Danimarca, l'Holstein alla Renania, la Mazovia alla neonata Polonia. L'Austria, rimasta da sola, decide di aderire alla ricostituita Confederazione Renana, e Carlo I, che conserva il titolo di imperatore, viene nominato presidente a vita della Confederazione. Confermata l'indipendenza della Cechia, della Slovacchia e dell'Ungheria, che conserva la Transilvania pur concedendo l'autonomia ai rumeni che la abitano. La Galizia è annessa dalla Polonia dopo un referendum. Carniola, Slovenia, Croazia e Bosnia danno vita alla Repubblica di Croazia; la Serbia si salva ma deve cedere territori di confine e non può unirsi al Montenegro. Sempre dopo referendum, l'Italia annette Trento, Trieste e l'Istria con Fiume, ma non Bolzano che resta all'Austria e quindi alla Renania. La Francia rinuncia ad annessioni in Europa ma prende tutta l'Africa Occidentale e Centrale Prussiana; concede inoltre l'autonomia alla popolazioni tedesche che abitano nei suoi confini. Olanda e Fiamminghia tornano indipendenti. La Scandinavia cessa di esistere e si formano i tre regni indipendenti di Norvegia, Svezia e Danimarca; quest'ultima conserva Islanda e Groenlandia perchè a Versailles è considerata paese aggredito. Invece le quattro colonie scandinave in Africa vengono equamente spartite: il Togo alla Francia, il Camerun all'Italia, il Tanganica all'Inghilterra e la Namibia all'Unione Sudafricana, che nel frattempo si è resa autonoma. Infine, l'Unione Sovietica è costretta a sgomberare la Polonia, le Repubbliche Baltiche e la Finlandia, che diventano indipendenti, ma dopo una sanguinosa guerra contro i "Bianchi" riesce a riconquistare Bielorussia, Ucraina e Caucaso; la Moldavia è invece assorbita dalla Romania. I Romanov si sono messi in salvo in Galizia, non sono stati fucilati dai bolscevichi, e Napoleone VI li accoglie a Parigi, dove organizza pure un governo "bianco" in esilio. Infine, l'impero ottomano si sfascia: la Siria è occupata dalla Francia, la Palestina dall'Italia, l'Iraq dall'Inghilterra; Arabia e Libano diventano indipendenti; quanto resta della Sublime Porta si trasforma nella Repubblica Turca, proclamata da Atatürk ad Ankara il 29 ottobre 1923.

Da notare che lo Stato Pontificio, neutrale durante la guerra, rimane indipendente, sempre tutelato da Napoleone VI, ma l'Italia ha ottenuto rilevanti arrotondamenti territoriali e coloniali, cosicché si ritiene paga, non nasce alcun mito della "vittoria mutilata", e il Fascismo, che pure è stato fondato, non decolla e non può prendere il potere. Purtroppo invece Clemenceau si incaponisce nel voler a tutti i costi punire la Prussia, imponendole pesantissime riparazioni di guerra, che provocano a Berlino un'inflazione senza precedenti e una diffusa miseria. Ciò costituirà il terreno ideale per la nascita e l'ascesa del Nazismo.

 

L'impero di Napoleone VII

Napoleone VII (1926-1997) Nel dopoguerra la Francia prosegue il suo sviluppo industriale sotto la guida di un saggio primo ministro, Aristide Briand. Il 3 maggio 1926 muore Napoleone VI e gli succede sul trono il figlio Luigi Napoleone con il nome di Napoleone VII. Questi ha solo 12 anni, per cui fino al 1932 si trova sotto la reggenza della madre, Clementina di Sassonia-Coburgo-Gotha. Egli resterà alla storia come il più famoso dei Bonaparte dopo Napoleone I, non solo per la sua personalità aperta che lo rende popolare tra i sudditi, ma soprattutto per le complesse vicende storiche che dovrà affrontare; prima tra tutte, la grande crisi del 1929 che mette in ginocchio l'economia.

L'Italia, come detto, non ha conosciuto il regime fascista, e viene retta per dodici lunghi anni, dal 1928 al 1940, dai sette ministeri capeggiati dallo statista democristiano Alcide de Gasperi, che sconfigge ripetutamente i tentativi dei socialisti di Matteotti e Turati di conquistare la maggioranza nelle elezioni legislative. De Gasperi porta avanti una politica di stretta alleanza con la Francia, la Renania e l'Inghilterra, e l'11 febbraio 1929 firma con il cardinal Gasparri, primo ministro di Papa Pio XI (1922-1939), un Concordato che prevede tra l'altro la libera circolazione di uomini e merci tra Italia e Stato Pontificio, neutralizzando così le rivendicazioni dei nazionalisti di destra Benito Mussolini e Gabriele d'Annunzio, giacché ormai tra il Lazio e il resto dell'Italia non vi è più alcuna barriera. Inoltre de Gasperi e il primo ministro francese Pierre Laval firmano un accordo che risistema i reciproci confini delle colonie africane, cosicché Libia ed Algeria giungono alla loro odierna configurazione.

Ma il 1933 vede l'ex illustratore austriaco Adolf Hitler ascendere al cancellierato di Prussia. In breve tempo questi instaura una feroce dittatura personale e restaura la potenza prussiana, sfruttando il sentimento di rivalsa dei tedeschi orientali contro i tedeschi occidentali, i francesi e gli inglesi, e il disagio seguito alla grande crisi del 1929. Hitler non può contare sull'appoggio italiano, ma in compenso sfrutta quello dei regimi totalitari sorti in breve tempo nei paesi di recente formazione: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Serbia, Romania. Nel 1938 i nazisti riescono a prendere il potere anche in Renania, l'imperatore Carlo I è scacciato e costretto ad andare in esilio a Madeira, dove morirà di lì a poco in odore di santità, e il 12 marzo 1938 Hitler, sfruttando la momentanea debolezza dei governi inglese e francese, annuncia l'Anschluss, cioè l'annessione della Renania e dell'Austria al suo Reich. Si forma così una grande potenza militarista ai diretti confini con l'impero francese, dal quale rivendica la Saar, la Renania, l'Alsazia, la Lorena e il Lussemburgo. Solo la voce dell'italiano de Gasperi si alza ad ammonire l'Europa del pericolo rappresentato da Hitler: il primo ministro britannico Neville Chamberlain e l'imperatore francese Napoleone VII ritengono erroneamente che Hitler rappresenti un valido argine contro l'avanzare dei bolscevichi di Stalin, e si mostrano arrendevoli di fronte alle sue pretese. Così, con la scusa dei Sudeti di lingua tedesca, nel maggio 1939 Hitler annette la Cechia e crea uno stato immenso nel centro dell'Europa.

 

La Seconda Guerra Mondiale

Il 1 settembre 1939 Hitler, che ha firmato un Patto di Non Aggressione con Stalin, attacca la Polonia per conquistare Danzica e riunire la Prussia Orientale alla madrepatria. A questo punto Francia, Inghilterra e Italia, che garantivano l'indipendenza polacca, capiscono che Hitler proseguirà all'infinito con le sue pretese se non sarà fermato, e dichiarano guerra alla Germania. L'attacco scatta fulmineo, prima all'Italia (dicembre 1939) e poi alla Francia (maggio 1940). Invasa dal Brennero, l'Italia crolla subito, Firenze è presa, il generale Graziani firma la resa il 31 dicembre 1939, ma re Vittorio Emanuele III ed il governo di de Gasperi fuggono in esilio a Tripoli, in Libia. Anche lo Stato Pontificio è invaso con la scusa di "proteggere" il Pontefice, che ora è Pio XII, ed è praticamente incarcerato dentro i suoi palazzi del Vaticano. La Francia non ha miglior sorte, perchè le divisioni celeri naziste aggirano attraverso Olanda e Fiamminghia la linea di difesa ("linea Maginot") approntata dalle truppe napoleoniche, e l'Empereur fugge ad Algeri con il governo Reynaud, mentre il generale Philippe Pétain firma l'armistizio il 22 giugno 1940. Per l'occasione Hitler fa riesumare lo stesso vagone piombato su cui le truppe prussiane avevano firmato la resa nel 1918, per soddisfare lo spirito di revanche del suo popolo. Le due nazioni sconfitte vengono smembrate: l'Italia del Nord con capitale Milano (più vicino quindi al confine tedesco di Firenze) e la Francia del Nord con capitale Parigi diventano governatorati militari prussiani, mentre a Roma è insediato il governo collaborazionista del fascista Benito Mussolini, e a Vichy quello di Pétain, entrambi sfegatati ammiratori di Hitler. A tutto ciò si aggiunge la "pugnalata alle spalle" da parte della Croazia che, guidata dal fascista Ante Pavelic', entra in guerra il 10 giugno 1940 a fianco della Germania per non restare fuori dalla spartizione della torta ed occupa Fiume, l'Istria e persino Trieste. Il folle dittatore tedesco conquista senza colpo ferire anche Slovacchia, Olanda, Fiamminghia, Danimarca e Norvegia, mentre l'Inghilterra (con l'aiuto americano) riesce a resistere vittoriosamente al tentativo tedesco di invasione per mare. Anche Serbia, Montenegro, Albania e Grecia vengono rapidamente occupate dai prussiani, mentre Bulgaria e Romania si piegano ed accettano il protettorato militare del Reich.

 

L'Europa occupata dai nazisti nel 1942 (grazie a William Riker)

 

Ma Napoleone VII ed Alcide de Gasperi si oppongono agli armistizi firmati rispettivamente da Pétain e Mussolini, decidono di continuare la guerra contro l'invasore partendo dalle loro basi in Africa, e a capo dell'esercito di liberazione italofrancese chiamano il generale Charles de Gaulle, che occupa il ministero francese della guerra in esilio; in tal modo i governi di Pétain e di Mussolini non hanno legittimità agli occhi dei Francesi e degli Italiani. Inoltre Hitler osa troppo: con l'aiuto di Mussolini, di Ante Pavelic', dei nazisti ungheresi (le famigerate "Croci Frecciate") e dei governi finlandese, rumeno e bulgaro, il 22 giugno 1942 invade a sorpresa l'URSS ("Operazione Barbarossa"), tentando di raggiungere gli Urali per attestarvisi a tempo indeterminato. Hitler e i suoi alleati sembrano avere in pugno la vittoria, ma il Giappone, anch'esso alleato di Hitler, che ha conquistato mezza Asia, ha trascinato in guerra gli Stati Uniti cercando di conquistare le Hawaii il 7 dicembre 1941 (attacco di Pearl Harbour), e questo intervento alla lunga risulterà decisivo. Per di più in Italia, Francia, Danimarca, Norvegia, Serbia e Grecia si organizzano movimenti di Resistenza armata che mettono in atto una spietata guerriglia contro i nazisti. Per combattere contro di loro, Hitler è costretto a distogliere forze preziose dal fronte orientale, e così le sue truppe devono fermarsi quando ormai hanno quasi raggiunto i quartieri periferici di Mosca. Il terrificante inverno russo e la spietata guerriglia dei sovietici costringono a poco a poco i prussiani ad arretrare. Il 10 luglio 1943 truppe italiane e francesi, supportate da inglesi ed americani, sbarcano in Sicilia presso Trapani e ricominciano la conquista della penisola, che sarà lunga e sanguinosissima. Il 4 giugno 1944 Roma è liberata, e Papa Pio XII, che non ha mai voluto abbandonare l'Urbe ed ha dato rifugio a molti Ebrei e perseguitati politici, è celebrato come un eroe. Due giorni dopo, il 6 giugno 1944 il generale francese Charles de Gaulle e il comandante in capo delle forze alleate, l'americano Dwight David Eisenhower, sbarcano in Normandia ed iniziano anche la riconquista della Francia. Il 15 agosto 1944 viene conquistata la Francia di Vichy: Pétain è catturato, processato e condannato a morte, ma graziato perchè ha quasi novant'anni (infatti morirà poco dopo di morte naturale). Il 25 agosto il generale De Gaulle e Napoleone VII entrano finalmente a Parigi. Ormai i prussiani devono arretrare su tutti i fronti, ma Hitler non vuole rendersi conto che la guerra è perduta, e rifiuta ogni proposta di trattativa con gli Alleati, finché il 30 aprile 1945 non si suicida, nel bunker sotto la cancelleria di Berlino, per non cadere in mano ai sovietici che hanno occupato la sua capitale. Pochi giorni prima, il 25 aprile, è caduto il governo di Mussolini, poi arrestato e fucilato mentre tenta di fuggire in Svizzera. La guerra in Europa è finita.

[Nella nostra Timeline il principe Napoleone a titolo privato si é arruolato nella legione straniera, poi é sbarcato in Francia ed è entrato nella Resistenza, è stato ferito e fatto prigioniero dai Tedeschi; De Gaulle lo ha riconosciuto, a guerra finita, come un eroe della Resistenza]

 

L'Europa divisa in due blocchi nel 1949 (grazie a William Riker)

 

Il trattato di pace di Parigi impone condizioni durissime alla Prussia. La Renania è reintegrata nei confini del 1938, e si erige a Repubblica Federale; suo primo cancelliere è il democristiano Konrad Adenauer. L'Unione Sovietica e la Polonia si spartiscono la Prussia orientale, mentre Pomerania e Slesia sono annesse dalla Polonia per compensare le annessioni sovietiche ad oriente; il confine orientale della Prussia diventa la linea dell'Oder-Neisse. I criminali nazisti di guerra sono processati a Norimberga dagli Alleati. Quanto resta del Reich hitleriano viene occupato interamente dai sovietici che vi fondano la Repubblica Popolare di Prussia. L'Ungheria deve cedere alla Romania l'intera Transilvania, mentre la Romania cede la Moldavia all'URSS, che occupa anche la Rutenia slovacca e le tre Repubbliche Baltiche. La Croazia restituisce all'Italia tutti i territori occupati, e deve cederle anche Zara e una parte della Dalmazia; paga inoltre la sua acquiescenza ad Hitler con la perdita dell'indipendenza, perchè la Serbia forma con essa e con il Montenegro la nuova Repubblica Popolare di Jugoslavia. L'Italia resta una monarchia costituzionale sotto re Umberto II di Savoia, ed i democristiani e i socialisti si alternano al governo.

Secondo gli accordi presi nella Conferenza di Yalta, Prussia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia ed Albania diventano dittature comuniste satelliti di Stalin, che appare il vero vincitore della guerra in Europa. "Una cortina di ferro è calata sull'Europa", dichiara amaramente Napoleone VII. I satelliti sovietici "a sovranità limitata" sono inquadrati nel Patto di Varsavia; gli USA allora rispondono fondando la NATO alla quale aderiscono anche Canada, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Islanda, la Francia napoleonica, l'Italia, lo Stato Pontificio, la Cechia [nella nostra Timeline si trova nell'area controllata da Mosca, ma in questa la Jugoslavia non compie alcuno "strappo" e non è espulsa dal Comintern], la Grecia e la Turchia. In questa linea temporale l'Impero Francese non si ritirerà mai dalla struttura militare dell'Alleanza Atlantica.

 

Il Terzo Impero

Imperatore della Guerra nell’onore, Napoleone VII diventa giocoforza l’imperatore della ricostruzione e della rinascita economica, rimanendo la somma autorità morale del paese. Charles de Gaulle diventa da subito primo ministro di quello che viene chiamato il Terzo Impero, che regge con grande energia [evitando così le turbolenze di quella che per noi è la Quarta Repubblica]. Nunzio in Francia per conto di Papa Pio XII è il cardinale bergamasco Angelo Roncalli, che nel 1958 gli succederà con il nome di Giovanni XXIII. Intanto inizia la decolonizzazione: l'Italia lascia il mandato sulla Palestina in cui si forma lo Stato d'Israele, mentre la Francia rende l'indipendenza alla Siria e l'Inghilterra alla Giordania e all'Iraq. Seguiranno a ruota tutti i paesi africani ed asiatici, inclusi l'Algeria ed il Vietnam, paesi dove le truppe napoleoniche subiscono una serie di cocenti sconfitte. Fallisce clamorosamente anche il tentativo, fatto congiuntamente con Gran Bretagna e Italia, di Napoleone VIII, sul trono dal 1997rioccupare il canale di Suez. Malgrado ciò la Francia diventa, insieme a Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Renania, Italia e Giappone, una delle sette maggiori potenze industriali ed economiche del pianeta. Grazie al fisico Féderic Joliot-Curie, l'impero napoleonico si dota anche dell'arma atomica e costruisce un gran numero di centrali nucleari per lo sfruttamento pacifico dell'uranio. Intanto la Francia Imperiale partecipa alla fondazione delle Comunità Europee con Fiamminghia, Olanda, Renania, Italia e Stato Pontificio, i sei paesi fondatori che oggi sono diventati 27.

Il 30 maggio 1980 Napoleone VII accoglie Papa Giovanni Paolo II in visita in Francia. L'anno successivo accetta il socialista François Mitterand come primo ministro, ed alla fine degli anni ottanta assiste al Big Bang dell'URSS e dei suoi satelliti. La Jugoslavia si spezza di nuovo in Serbia, Montenegro, Croazia e Macedonia, dopo una sanguinosa guerra civile; le Repubbliche Baltiche conseguono l'indipendenza; e, soprattutto, il 3 ottobre 1990 la Renania e la Prussia, dopo che quest'ultima ha cacciato il dittatore comunista Erich Honecker, si unificano finalmente, dando vita alla Repubblica Federale di Germania, con capitale Norimberga. Fallisce invece il tentativo di Danimarca, Svezia e Norvegia di dare vita nuovamente alla Scandinavia unita, dopo che i norvegesi in un referendum bocciano il progetto di stretta misura.

Napoleone VII muore il 3 maggio 1997 a 83 anni, dopo ben 71 anni di regno: sicuramente uno degli imperi più lunghi di tutti i tempi. Sale allora sul trono suo figlio Carlo Napoleone, 47 anni, con il nome di Napoleone VIII. Il regno di quest'ultimo vede la vittoria francese nel campionato del mondo casalingo di calcio del 1998, l'adozione dell'Euro, l'opposizione alla guerra all'Iraq voluta da George W. Bush e l'ascesa alla carica di primo ministro della socialista Segolène Royal. Ed arriviamo così al presente.

Oggi lo Stato Pontificio esiste ancora, dal 19 aprile 2005 retto da Papa Benedetto XVI, anche se il governo si è laicizzato da quando Giovanni Paolo II, nel 1981, ha chiamato per la prima volta un laico, nella persona di Giulio Andreotti, a ricoprire la carica di primo ministro; oggi tale ruolo è ricoperto per la prima volta da una donna, Rosaria Bindi, mentre Romano Prodi a Firenze è primo ministro italiano. Come detto, l'Unione Europea conta 27 membri: ai sei paesi fondatori (Impero Napoleonico, Fiamminghia, Olanda, Renania, Italia e Stato Pontificio) si sono aggiunti nel 1966 la Cechia; nel 1973 Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca; nel 1982 la Jean-Christophe Napoléon, il futuro Napoleone IXGrecia; nel 1986 Spagna e Portogallo; nel 1990 la Prussia, unita alla Renania; nel 1995 Svezia e Finlandia; nel 2004 Polonia, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Lituania, Lettonia, Estonia, Malta e Cipro; nel 2007 Montenegro, Romania e Bulgaria. Serbia, Albania, Macedonia e Turchia restano in lista d'attesa per l'ingresso. Tredici di questi paesi (Francia, Fiamminghia, Olanda, Italia, Stato Pontificio, Germania, Cechia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Finlandia, Grecia e Croazia) adottano ufficialmente l'Euro, assieme ad Andorra, Principato di Monaco e San Marino; il Montenegro e il Kosovo, regione autonoma serba che fu teatro dell'ultima sanguinosa "guerra civile europea" in ordine di tempo, lo utilizzano unilateralmente.

Il Terzo Impero Francese è una delle nazioni guida della nuova Europa, e indiscusso è il prestigio internazionale del sovrano Napoleone VIII, che tra l'altro è studioso di scienze economiche, autore di molti saggi storici e presidente della Fédération Européenne des Cités d'Histoire Napoléonienne.  Suo erede al trono è Jean-Christophe Napoléon (futuro Napoleone IX), che egli ha avuto l'11 luglio 1986 da Beatrice di Borbone-Sicilia: è da notare che in lui si sono fuse le storiche dinastie francesi dei Borbone e dei Bonaparte, perchè sua madre discende da Luigi XIV attraverso il ramo dei Borboni delle Due Sicilie! Oggi Jean-Christophe Napoléon, è il favorito nel cuore dei Francesi appassionati delle storie della corte imperiale, e fa sobbalzare i cuori di quasi tutte le ragazze d'Oltralpe tutte le volte che compare in pubblico in occasione di eventi mondani, culturali e sportivi. Anche negli anni duemila, i discendenti di Maria Letizia Ramolino sono più che mai agli onori della cronaca...

Filobeche, Perchè No? e William Riker

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E ora, la proposta alternativa di Alessio Mammarella:

Dopo la nascita dello Stato francese moderno (1789), molte sono state le vicissitudini istituzionali. In circa mezzo secolo, si sono succeduti i seguenti regimi:
- Prima Repubblica
- Primo Impero
- Monarchica ripristinata
- Monarchia orleanista

Nel 1848 la monarchia orleanista ha lasciato il posto alla Seconda Repubblica, tuttavia un ciclo come quello che abbiamo appena visto non si è mai più ripetuto perfettamente. Non ci sono state più restaurazioni monarchiche, a eccezione del Secondo Impero, ma solo diverse fasi repubblicane.
Possiamo ipotizzare una storia francese con una sequenza di cicli identici? In quel caso, oggi la Francia sarebbe monarchica, repubblicana, imperiale? Procedo con le mie ipotesi.

II ciclo storico (1848-1899)
- Seconda Repubblica
- Secondo Impero
- Monarchia legittimista

Il PoD che possiamo individuare non è affatto complicato, è stato ipotizzato tante volte: Enrico V riottiene la corona dopo aver trovato un compromesso sulla questione bandiera (nel mio personale sforzo di fantasia la immaginerei comunque tricolore, ma con una proporzione cromatica che favorisca il bianco centrale, e la riduzione delle parti blu e rossa a bande più sottili). La linea borbonica legittima però si estinguerà con lui, senza figli.

Monarchia orleanista
Il secondo avvento degli Orleans sul trono sarebbe stato fisiologico e concordato con i legittimisti, invece di essere sovversivo come nel 1830. Il primo sovrano sarebbe stato Filippo VII.
Potremmo finirla qui, ed immaginare che questo secondo ciclo si concluda con una stabilizzazione del paese sotto la dinastia Orleans. Tuttavia... perché fermarci qui?

III Ciclo storico (1899-1945)

La Rivoluzione del 1899 - (Terza Repubblica)
Il 1899 fu, a detta di molti storici, il momento più delicato nella vita della Terza Repubblica (paese diviso nettamente ed aspramente dal caso Dreyfus; morte improvvisa del Presidente della Repubblica). Nel nostro scenario, regnerebbe da pochi anni Filippo VIII, figlio di Filippo VII. Immaginando che il giovane sovrano abbia un atteggiamento conservatore ed antisemita, potrebbe essere l'occasione per una ripetizione degli eventi del 1848.

Il colpo di Stato di Napoleone V - (Terzo Impero)
Teoricamente Napoleone V potrebbe arrivare al potere durante la tensione dovuta a una delle due crisi marocchine (1905 o 1911). Ciò specialmente se dei governi repubblicani (tendenzialmente di sinistra) avessero trascurato le forze armate per reazione rispetto alle scelte di Filippo VIII. Il timore di essere impreparati a un eventuale nuovo scontro con la Germania avrebbe potuto rendere i francesi nostalgici di una guida più forte.
Dunque in questo scenario la Francia affronterebbe la Grande Guerra come Impero (non credo che cambierebbe qualcosa dal punto di vista militare, ma è interessante saperlo come riferimento temporale).

Il pretendente rosso (monarchia legittimista)
Napoleone V non avrebbe fatto certo la fine del III, vista la vittoria francese nella Grande Guerra. Resta però il fatto che il numero pari in famiglia sembra particolarmente infausto (tanto Napoleone II quanto Napoleone IV furono sovrani effimeri, finirono in esilio e morirono anche giovani). Possiamo allora immaginare che Napoleone VI non arrivi a regnare? Potremmo proseguire il ciclo con una nuova restaurazione borbonica? Nel 1926, anno della morte di Napoleone V, il suo erede aveva solo 12 anni, quindi condizioni tali da poter essere estromesso senza troppa fatica.
Interessante circostanza, dopo l'estinzione del ramo borbonico principale i legittimisti hanno optato per i cosiddetti "bianchi di Spagna" e quello che sarebbe stato pretendente al trono nel 1926 (anno della morte di Napoleone V) era Don Jaime, detto il pretendente rosso perché, caso anomalo in una casata decisamente reazionaria, era di idee sinistroidi. Nei difficili anni '20, con un imperatore che aveva saputo vincere la guerra ma non la pace, con la consapevolezza che la forma repubblicana funziona poco (dopo ben tre tentativi durati una manciata di anni) Don Jaime avrebbe anche potuto raccogliere la simpatia di molti francesi di sinistra, che avrebbero potuto preferire un sovrano "sensibile" al posto di un ragazzino o di soluzioni repubblicane velleitarie (peraltro le repubbliche "sovietiche" erano tutte fallite entro la prima metà degli anni '20, a parte ovviamente l'URSS). Ecco non so quanto sia credibile, ma la butto lì: alla morte di Napoleone V, oppure poco dopo, lo spagnolo Giacomo I diventa Re di Francia realizzando l'ennesima restaurazione.
Dopo la sua morte, gli possono succedere Carlo XII ed Alfonso II (già re di Spagna in precedenza).

Il Re di Vichy (monarchia orleanista)
Nel 1940 la Germania impose un governo collaborazionista alla Francia. Se il paese fosse stato monarchico come ipotizzato dal nostro scenario, è possibile che Hitler avrebbe colto l'occasione per rimettere sul trono gli Orleans? Poco sopra infatti ho legato la detronizzazione di Filippo VIII ad un atteggiamento smaccatamente antisemita sul caso Dreyfus, ed Hitler, ricordandosi di quella storia, potrebbe pensare che la dinastia orleanista sia quella che fa al caso suo per governare la Francia, o meglio ciò che ne resta. Enrico VI (suo padre morì nell'agosto del 1940, forse non avrebbe fatto in tempo ad essere re secondo i desideri di Hitler) sarebbe quindi un sovrano ostaggio/collaborazionista.
Ovviamente, in questo scenario Enrico sarà completamente bruciato, e nel dopoguerra, invece di dimorare a Parigi come pretendente al trono semi-riconosciuto sarebbe dovuto andarsi a nascondere chissà dove.

IV Ciclo storico (1945-in corso)

Quarta Repubblica (curiosamente, tutti i cambiamenti previsti ci restituiscono nel 1945 una IV Repubblica esattamente come in HL)

Quarto Impero
Per proseguire il nostro ciclo occorrerebbe una quarta fase imperiale, e il momento ideale per il passaggio potrebbe essere quel 1958 in cui in HL la Quarta Repubblica, travolta dall'instabilità e dalla debolezza rispetto alle tematiche di politica estera, ha lasciato il posto alla Quinta. De Gaulle, protagonista di questa trasformazione, certamente apprezzava il pretendente al trono napoleonico (valoroso partigiano durante la guerra, con tanto di decorazioni). Possiamo allora pensare che, Napoleone VI dopo tanti anni di "traversata nel deserto" recuperi finalmente il suo Impero (teniamo conto che in questo scenario l'ultima fase imperiale che i francesi ricorderebbero non sarebbe quella chiusa drammaticamente a Sedan, ma una fase sostanzialmente positiva comprensiva della vittoria nella I Guerra Mondiale).
Credo che questa possa essere proprio la fine di questo gioco, nel senso che dopo del 1958 non credo ci siano stati momenti abbastanza critici da produrre nuovi cambiamenti istituzionali.
Attualmente l'Imperatore sarebbe Napoleone VII (non il figlio, bensì il giovane nipote di Napoleone VI).

Finale alternativo
Parlando della terza restaurazione borbonica (1926/27) avevo ipotizzato una sorta di "maledizione dei numeri pari" per i sovrani napoleonici. Volendo avvalorare questa ipotetica leggenda nera, potremmo pensare che anche Napoleone VI muoia prima dei 25 anni. In questo caso, la dinastia napoleonica si sarebbe completamente estinta. In questo momento, mi sfugge quale esponente della ben più fiorente dinastia Murat avrebbe potuto raccogliere l'eredità dei Bonaparte (credo sia stato stabilito un limite generazionale, e attualmente la finestra di opportunità per i Murat è chiusa, ma forse fino a Napoleone VI c'era ancora la possibilità di un subentro dinastico) ma comunque non credo che dei Murat avrebbero avuto credibili opportunità di rivendicare il trono. Il nostro "ciclo" si sarebbe inevitabilmente interrotto prevedendo dopo la Quarta Repubblica o la Quinta (come in HL) oppure un'ennesima restaurazione monarchica. Il prescelto sarebbe stato in quel caso il giovane Alfonso III (suo padre era vivente, ma parzialmente invalido e poi avrebbe regnato portando il nome di Enrico, come l'Orleans collaborazionista di pochi anni prima). In questo caso, oggi il Re di Francia sarebbe Luigi XX.

Riepilogo - Lista alternativa dei capi di Stato francesi dal 1871 ad oggi:
Enrico V 1871-1883
Filippo VII 1883-1894
Filippo VIII 1894-1899
Emile Loubet 1899-1906
Napoleone V 1906-1926
Giacomo I 1926-1931
Carlo XII 1931-1936
Alfonso I 1936-1940
Enrico VI 1940-1945
Vincent Auriol 1947-1954
René Coty 1954-1959
Napoleone VI 1959-1997
Napoleone VII 1997-oggi

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Il francese Perchè No? ha obiettato:

Interessante, ma necessita di molti POD per mantenere il ciclo. Avrei un'idea diversa.

La seconda restaurazione borbonica (Enrico V) sarebbe probabilmente breve. Non sbagliamoci, Enrico V non era capace di fare compromessi, anche se riesce a fare la sua entrata in Parigi avrebbe presto fatto un passo di troppo. Possiamo ipotizzare una restaurazione corta (un anno? un po' meno o un po' di più) prima che l'assemblea decida di puntare sull'Orléans per una monarchia parlamentare (Mac Mahon perde il potere in questa occasione) e ci ritroviamo con un Luigi-Filippo II (Philippe VII puzza troppo di monarchia tradizionale).

Però la marcia della storia non cambia e l'assemblea diventa lo stesso repubblicana con Jules Grévy alla sua testa. l'Orléans é mandato in pensione senza complimenti e si instaura democraticamente e senza violenze la III Repubblica che farà il suo lavoro come nella nostra TL (in particolare le leggi sull'educazione). Mentre le due restaurazioni puntavano ai repubblicani come nemico numero uno, la Repubblica orienta l'opinione nella direzione della rivincita contro la Germania e arma molto di più il paese.

Però alla fine del XIX secolo gli scandali di Suez, l'affare Dreyfus ecc. rendono la repubblica impopolare e uno colpo di Stato riesce a portare Napoleone V sul trono. Viene instaurato un regime militarista, conservatore ma fedele alle idee della repubblica. Il Terzo Impero combatte la I guerra mondiale come nella nostra TL e sopravvive.

Negli anni trenta il regime é ancora scosso da scandali di corruzione e dalla divisione tra estrema sinistra e estrema destra. Quando la guerra scoppia nel 1939, la Francia perde lo stesso. Allora la successione di regimi si accelera, l'imperatore fugge a Londra con de Gaull. A Vichy, Pétain accoglie il ramo borbone di Spagna (prestato da Franco) per rendere il suo regime più legittimo. Enrico VI del ramo Orléans si proclama re ad Algeri ed é più o meno sostenuto dalle autorità militari locali (poi condotte dal generale Giraud).

Il "re di Algeri" dovrà abbandonare le sue pretese dopo il fallimento di Giraud ad imporsi presso gli Alleati. Il "re di Vichy" tornerà presto in Spagna al momento dell'occupazione della "zona libera" nel 1942. Gli Alleati sostengono Napoleone VI ma alla liberazione un referendum ripristina la (IV) repubblica, mandando De Gaulle in pensione (IV repubblica come nella nostra TL).

Finalmente Napoleone VI é restaurato con il IV Impero in 1962 Dopo il ritorno al potere di De Gaulle neln 1958, l'impero si mantiene tuttora in piedi.

L'estrema destra francese é legittimista con l'Alliance Française. La destra conservatrice é orléanista (UMP, Unione per una Monarchia Parlamentare, non possono avere il loro nome attuale di Repubblicani, totalmente ingiustificato), il Centro e la Sinistra sono fedeli all'impero. L'estrema sinistra é repubblicana con France Insoumise. Nel 2018 un'improbabile alleanza tra i repubblicani più estremisti e legittimisti si riunisce sotto il nome di Gilets Jaunes allo scopo di ... beh, qualsiasi scopo potrebbero avere se potevano parlarsi...

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Generalissimus ha poi proposto un'altra idea:

Durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1867, l'immigrato polacco Antoni Berezowski attaccò la carrozza a bordo della quale erano ospitati lo Zar Alessandro II di Russia, i suoi figli Alessandro e Vladimir e l'Imperatore Napoleone III di Francia.
Per assassinare lo Zar, suo vero obiettivo, si era procurato una pistola a due canne da lui stesso modificata, ma questa esplose al momento dello sparo e l'unica sua vittima fu uno dei cavalli dei soldati che stavano scortando la carrozza.
Berezowski venne poi bloccato dalla folla e arrestato.
E se invece per fare il lavoro utilizzasse un ordigno esplosivo, causando la morte di tutti gli occupanti della carrozza? A succedere a Napoleone III sarebbe il figlio, col nome di Napoleone IV, per il quale però si prospetterebbe una reggenza, avendo solo 11 anni al momento del misfatto.
Quando scoppierà la Guerra Franco-Prussiana sarà ancora minorenne, possibile che riesca a rimanere in sella pur se sconfitto? Probabilmente no, ma se sì allora eviterà la sua morte prematura e vivrà fino al 1919 circa.
In Russia, intanto, a diventare Zar è il sestogenito di Alessandro II, Aleksej, anch'egli minorenne, anche il suo periodo di reggenza sarà più breve e durerà fino al 1870. Quali altre saranno le conseguenze?

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Così gli ha risposto Alessio Mammarella:

Secondo me  uno scenario del genere potrebbe portare più pace. Voglio dire, il giovanissimo Napoleone IV non sarebbe ritenuto da Bismarck una minaccia pari a quella paterna per i progetti prussiani, quindi magari la provocazione che ha condotto alla guerra franco-prussiana non ci sarebbe. Analogamente anche per la Russia l'avvento di uno Zar molto giovane potrebbe significare una certa tranquillità del paese. Se ci fosse modo di proclamare l'Impero Tedesco senza opposizione da parte di nessuna delle due potenze, allora la storia andrebbe come in HL ma senza conflitti (e con l'Alsazia-Lorena ancora francese, cosa a sua volta positiva per la pace europea).

Ci sarebbe da capire, più che altro, come si evolverebbe la politica interna della Francia e della Russia: in Francia i regime napoleonico sarebbe stabile oppure scatterebbero manovre monarchiche/repubblicane per approfittare della giovane età del nuovo Imperatore? In Russia, ci sarebbe da vedere se Alessio sarà di indirizzo conservatore (magari ultraconservatore, come reazione all'attentato che gli ha assassinato il padre e i fratelli maggiori) oppure se sarà al contrario di indirizzo liberale e cercherà di modernizzare la Russia.

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Non poteva mancare il parere di Perchè No?:

Il Secondo Impero aveva una legge di successione ma niente che regolamentasse una reggenza. Siamo in piena evoluzione parlamentare dell'impero, e Napoleone III aveva già concesso una liberalizzazione politica e sociale. Questa liberalizzazione era sostenuta dalla maggior parte del mondo politico e stava vedendo rinascere il dibattito politico e la libertà di espressione. Se Napoleone III muore in queste condizioni, credo che ci sarebbe una reazione anti-repubblicana contro gente come Léon Gambetta, ma infine favorirebbe il potere del Senato. Forse la reggenza di Eugenia sarebbe confermata solo se venisse assistita da un consiglio nel quale si potrebbero immaginare Alessandro Walewski (il figlio naturale di Napoleone I e grande sostenitore della liberalizzazione), Charles de Morny (fratellastro di Napoleone III) e forse anche Napoleone-Jerôme detto Plon-plon, l'unico Bonaparte socialista. Il regno di Napoleone IV vedrebbe l'evoluzione verso un regime borghese aperto alla fazione più moderata dei repubblicani. Si potrebbe anche immaginare un ritorno trionfale di Victor Hugo dall'esilio...

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E Alessio ha aggiunto:

L'Imperatrice Eugenia era una cattolica conservatrice. Se fosse stata lei la reggente per il figlio, Napoleone IV, probabilmente l'Italia non avrebbe potuto puntare a una rapida annessione di Roma. Anzi, in caso di raffreddamento dei rapporti tra Francia e Italia, potrebbe rafforzarsi l'avvicinamento alla Prussia di una Italia timorosa di restare isolata. Una alleanza esplicita tra Prussia e Italia potrebbe stabilizzare la situazione europea. I francesi, per quanto convinti dei loro mezzi, avrebbero capito che contro Prussia e Italia insieme non sarebbe stato possibile vincere. Forse si sarebbe pensato a rilanciare una alleanza con l'Austria-Ungheria ma comunque sarebbe stato necessario attendere che quest'ultima si riprendesse dalla batosta appena subita a opera della Prussia. In ordine a una alleanza tra Francia e Austria, sarebbe stato forse plausibile un matrimonio fra Napoleone IV e Gisella, figlia di Francesco Giuseppe? Un altro matrimonio tra Francia e Austria, dopo quelli tra Luigi XVI e Maria Antonietta e tra Napoleone I e Maria Luisa. Sarebbe stato anche quello un matrimonio sfortunato?

Per quanto riguarda Alessio, certamente l'essere diventato improvvisamente Zar cambierebbe la sua vita, che non sarebbe così avventurosa. Certamente si sarebbe sposato con una donna di adeguato lignaggio, ma magari non avrebbe avuto dei figli (con il trono conseguentemente destinato al fratello minore Paolo e ai suoi discendenti). A causa dell'attentato subito dal padre e dai fratelli maggiori si sarebbe sentito probabilmente in empatia con Napoleone IV e quindi diciamo che al 1870 si sarebbe prospettata una situazione di informale alleanza tra Francia, Austria e Russia contrapposte a Prussia e Italia. Se fosse stato così la candidatura di Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen sarebbe saltata senza provocazioni associate.

Riepiloghiamo:
- la guerra del 1870 non si verifica;
- la proclamazione dell'Impero Tedesco è rinviata;
- idem per l'annessione di Roma al Regno d'Italia;
- Napoleone IV sposa Gisella d'Asburgo-Lorena.

Le forze che hanno scatenato in HL la Comune parigina potrebbero tentare una nuova rivoluzione contro la svolta conservatrice del paese? Quando?

Ipotesi I:
Potremmo immaginare che il 1879, anno in cui il figlio di Napoleone III è effettivamente morto in HL, sia l'anno di una nuova "Rivoluzione Francese" che conduca alla sua morte e alla morte o fuga (facciamo fuga) di Gisella (che al 1879, in HL aveva avuto le sue prime due figlie, quindi comunque Napoleone IV non avrebbe avuto eredi maschi).
La Prussia potrebbe approfittare della nuova rivoluzione per proclamare l'Impero Tedesco, mentre il Regno d'Italia ne approfitterebbe per occupare Roma. Austria-Ungheria e Russia potrebbero non reagire perché magari avevano condotto appena prima (in HL nel 1876-77 si è svolta la guerra russo-turca) l'espulsione dell'Impero Ottomano dalla Penisola Balcanica (nel caso la guerra l'avessero condotta le due potenze congiuntamente, forse sarebbe stata risolutiva).
In Francia viene quindi proclamata la Terza Repubblica (che ha ancora, come le prime due un profilo rivoluzionario, quindi potrebbe durare pochi anni e prestare il fianco a un tentativo di restaurazione monarchica. Considerando gli anni a cui siamo arrivati (Enrico V muore nel 1883) probabilmente sarà un tentativo di restaurazione orleanista.

Ipotesi II:
Se il 1879 è troppo presto (Napoleone IV avrebbe dovuto governare piuttosto male per meritarsi una sorte del genere) possiamo immaginare che la crisi francese di verifichi verso fine secolo, in occasione dell'affare Dreyfus: in quel caso la Francia si è divisa, e se l'Imperatore si fosse schierato con i conservatori forse sarebbe scoppiata una Rivoluzione. Il 1898 è l'anno dell'esplosione (l'anno del j'accuse di Emile Zola) l'anno successivo l'Imperatore subisce un attentato assassino e si verifica una insurrezione parigina che induce Napoleone V, appena maggiorenne (in HL sarebbe il terzogenito di Gisella, Giorgio di Baviera, nato nel 1880) ad abdicare e lasciare il paese (i pretendenti napoleonici odierni potrebbero quindi essere discendenti di Gisella).
In questo secondo caso forse la Terza Repubblica potrebbe essere più matura e simile a quella della home line, ma è tutto ipotetico.
Anche in questo caso sarebbe proclamato l'Impero Tedesco e sarebbe annessa Roma al Regno d'Italia. Se tuttavia queste cose avvenissero così tardi, è possibile che la Prussia sarebbe in ritardo rispetto a quelle velleità navali e coloniali che hanno guastato il rapporto con la Gran Bretagna e causato la I Guerra Mondiale.

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Diamo ora la parola a Federico Sangalli:

Austria e Russia hanno dimostrato di essere incompatibili geopoliticamente quindi penso si andrebbe verso un anticipazione della contrapposizione tra asse franco-russo e blocco triplicista italo-austro-tedesco, uno scenario che ho ragione di credere non sarebbe piaciuto tanto a Bismarck, il quale avrebbe probabilmente cercato di sganciare Londra dal suo splendido isolazionismo per coinvolgerla ma probabilmente senza successo. Quanto al matrimonio del giovane Napoleone IV sua madre e Isabella II di Spagna aveva già scelto l'Infanta Maria del Pilar ma la povera ragazza morì di meningite tubercolotica appena due mesi dopo la morte del principe in HL. L'altra forte possibilità che venne considerata fu la più giovane figlia della Regina Vittoria, la principessa Beatrice. Penso che questo matrimonio avrebbe un senso, anche per tenere la Gran Bretagna fuori dai giochi continentali. Dipenderà molto dalle azioni di Napoleone IV ma non è detto che scoppi comunque una rivoluzione comunarda: in HL l'ex Imperatrice Eugenia fu uno dei pochi difensori pubblici di Dreyfus già prima di Zola, quindi può è probabile che la Famiglia Imperiale non si lancerà nella "caccia all'ebreo" che molti si aspetterebbero. Oltretutto senza la Guerra Franco-Prussiana è perfettamente possibile che non ci sia alcun Affaire Dreyfus: niente revanchismo, niente nazionalismo esasperato, niente caccia ai sovversivi che hanno pugnalato la nazione l'ultima volta, niente sospetto verso i cognomi alsaziani come quello di Dreyfus. Anzi, leggo dalla sua biografia che Dreyfus scelse la carriera militare solo dopo aver visto la sua famiglia costretta ad abbandonare la propria casa per Parigi dopo l'invasione prussiana dell'Alsazia, quindi è perfettamente possibile che Dreyfus non entri nell'esercito e segua le orme del padre come ricco imprenditore del settore tessile. Ci saranno comunque i sovversivi, sotto forma di terroristi anarchici, e Napoleone IV potrebbe cadere sotto uno di questi al posto del Presidente Sadi Carnot che in HL venne assassinato nel 1894. Alla sua morte suo figlio Napoleone V (il nostro Alexander Mountbatten, secondo il geniale metodo delle genealogie alternative che il buon Alessio ha inventato) avrebbe solo otto anni, dunque l'Impero finirebbe sotto reggenza dell'Imperatrice madre Beatrice per un decennio. Sotto di lei ci sarà un riavvicinamento con la Gran Bretagna e magari questo eviterebbe che la Crisi di Fashoda diventi una guerra mondiale in un mondo dove la Francia non è stata umiliata e non vorrebbe recedere, sempre che Boulanger non sia rimasto in circolazione e non si faccia venire colpi di testa. Oppure può darsi con una guerra franco-prussiana scoppi ugualmente nel 1887, a seguito dell'Incidente Schaebele.

Devo dire che erano anni che cercavo un principio per trattare le genealogie alternative ucroniche, ma non ne avevo mai trovato uno soddisfacente. Essendo tendenzialmente fedele al principio di conservazione storica (l’Ucronia non è un’opera di fantasia, i cambiamenti possono essere giudicati più o meno probabili a seconda dell’autore ma ogni scelta deve poter essere spiegata in modo esauriente, l’effetto farfalla non è ammesso perché è di fatto la copertura per una selezione arbitraria a discrezione dell’autore) il dover spiegare una genealogia alternativa (nomi, data di nascita, data di morte, numero di figli, sesso dei figli eccetera eccetera) era arduo supplire alla lacuna. Alla fine non potendo spiegarle adeguatamente mi ero rassegnato al mantenimento delle dinastie originarie (matrimoni diversi generano la stessa prole solo con nomi differenti) su base maschile, secondo il principio che storicamente è sempre stato l’uomo ha scegliere nome, carriera ed educazione (quindi anche personalità in parte) dei figli quindi a parità di fattori era più giustificabile questa ipotesi in quanto “conservava” più elementi possibili dell’individuo originario. Tuttavia questo metodo, in pratica una resa, non mi aveva mai soddisfatto del tutto. Ma la “formula Mammarella” fornisce un pratico principio per regolarsi, facile da usare e neanche in contraddizione con quanto detto poc'anzi: la prole è quella della madre, poiché unico genitore di cui si può essere ragionevolmente certi, e mantiene la durata della vita dell’HL mentre nomi e indirizzi di carriera vengono dal padre in ossequio al suo ruolo storico di pater familias. Lo stesso principio é poi replicato al matrimonio successivo, che può essere così deciso nella piena libertà delle considerazioni culturali, geopolitiche e dinastiche che un ucronista immagina ma nel contempo rimanendo poi all’interno di un perimetro che evita di plasmare sovrani da zero a seconda delle preferenze arbitrarie dell’autore e dei desideri di questi che la storia si evolva in una data direzione. Penso francamente che d’ora in poi lo userò in tutte le mie ucronie.

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Restituiamo la parola a Perchè No?:

Non credo che la reggenza di Eugenia sia importante. L'impero era già in una fase parlamentare e attorno al giovane imperatore c'erano molti membri maschi della sua famiglia a favore di questa evoluzione e pronti ad avere un'influenza sulla sua educazione politica. Eugenia avrebbe una reggenza del tutto nominale (ristretta alla gestione quotidiana dell'educazione di Napoleone IV) accanto a un premier scelto tra i fedeli dei Bonaparte e confermato dal senato. Un impero senza un imperatore forte sarebbe logicamente aperto alla crescita dei poteri del Senato (già eletto a suffragio universale) e potrebbe guadagnare il favore della borghesia, degli Orleanisti (che a questo punto erano ancora contrari alla restaurazione di Enrico V) e i repubblicani moderati. I più estremisti tra i repubblicani sarebbero ancora all'opposizione e forse la loro posizione si rafforzerebbe col tempo, ma senza guerra franco-prussiana non ci sarebbe un'esplosione tipo la Comune. Non credo a una possibile nuova rivoluzione, i tempi erano maturi per un regime più stabile fondato sulla borghesia e sull'esercito, ancor più se il regime stava evolvendo verso la neutralizzazione del sovrano. Ma tutto dipende se la guerra scoppia e, anche senza Napoleone III, posso credere che i vertici dell'esercito troppo sicuri di sé e l'opinione pubblica sarebbero stati pronti a litigare con Bismarck.

Napoleone IV aveva ricevuto un'educazione militare, ma non sembra essere stato molto appassionato di guerre, avrebbe fatto il suo dovere nelle cerimonie ma probabilmente senza nulla di pià. Forse avrebbe visitato le colonie in Africa del Nord e condotto qualche piccola operazione senza rischi per guadagnarsi una fama militare. Era piuttosto amante delle arti, ma suo padre non voleva sentirne parlare. Diventato sovrano, questo gusto sarebbe stato incoraggiato per allontanarlo dagli affari a vantaggio del governo degli suoi zii e del Senato. Napoleone IV, imperatore artista, sarebbe stato perfetto per il regime e in pieno periodo di grande attività artistica della Parigi di fine secolo.

Come sposa vedrei piuttosto la figlia di Vittoria, la principessa Beatrice, un'idea già presa in considerazione dal padre e sostenuta dalla madre (anche se cattolica conservatrice). Francia e Gran Bretagna potevano allora allearsi. Beatrice é vissuta fino al 1944, ma per Napoleone IV non saprei dire, era giovane e senza problemi di salute particolari. Avrebbero avuto figli, probabilmente. Credo anche che, immediatamente dopo la morte di Napoleone III e con i problemi interni da sistemare, si potrebbe sperare una razionalizzazione della politica estera francese e una fine della presenza a Roma, che veramente non aveva senso oltre la dimensione religiosa.

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Chiudiamo per ora con l'idea di Alessio Mammarella:

L'ipotesi di una unione tra il Belgio e la Francia forse non è del tutto inedita. In passato avevamo per esempio lavorato sull'ipotesi della proposta che sarebbe stata inoltrata a Napoleone nel 1814, per convincerlo a riconoscere la sconfitta e non lottare fino all'ultimo.

Una ucronia basata su questi elementi però non mi ha mai attratto più di tanto, perché sarebbe una ucronia in cui il concetto di unione tra Francia e Belgio ha un rilievo marginale (sarebbe stata semplicemente un'ucronia in cui Napoleone se la cava meglio che in HL e l'Impero Francese sopravvive).

Un'altra possibile unione tra Belgio e Francia sarebbe potuta scaturire da una monarchia orleanista in Belgio. Sappiamo infatti che i belgi elessero proprio uno dei figli di Luigi Filippo d'Orleans come sovrano del loro paese, prima che il timore di un intervento della Santa Alleanza lo convincesse a fare marcia indietro. Se invece il Belgio avesse avuto un sovrano orleanista, in seguito ci sarebbe stata la possibilità di un'unione dinastica tra i due paesi. Certo, questa eventualità avrebbe avuto bisogno di un ulteriore PoD: l'estinzione del ramo orleanista primogenito e il conseguente passaggio della corona francese, per la legge salica, al monarca belga. Per queste ragioni ho sempre considerato macchinosa una ucronia di questo tipo.

E ora arriviamo a ciò che avevo immaginato io. Tempo fa, portando avanti una ricerca storiografica su nazionalismo tedesco e nazismo mi sono imbattuto nell'affermazione di uno storico che tracciava tre possibili strategie per la Germania dopo il 1870: perseguire una situazione di stabilità continentale isolando diplomaticamente la Francia (la strada scelta da Bismarck); affrontare la Francia per sconfiggerla definitivamente (la strada scelta da Guglielmo II con la I Guerra Mondiale); far dimenticare ai francesi la sconfitta e la perdita dell'Alsazia-Lorena concedendo in compensazione il Belgio.

Chiaro che questo riferimento mi ha immediatamente intrigato. Come avrebbero potuto unirsi Belgio e Francia verso il 1871? Certamente non poteva essere la Francia, sconfitta e mortificata, a effettuare un'annessione. Poteva accadere però il contrario? Considerando che la Francia, in quel momento, era indecisa su una eventuale restaurazione monarchica, al candidato legittimista e a quello orleanista poteva aggiungersi un sovrano straniero che avrebbe "portato in dote" il suo paese? Non saprei, forse stiamo parlando di qualcosa che poteva accadere nell'ancien régime, non certo al tempo delle monarchie costituzionali. I belgi avevano voluto quel re, e non credo che avrebbero gradito essere considerati una dote per consentire al loro sovrano di salire anche sul trono francese.

Avrebbe potuto essere la stessa Germania a spingere per questa soluzione, magari in cambio di riparazioni di guerra più ridotte? Dal punto di vista tedesco, al di là del fine recondito che indicava lo storico, ci sarebbe stata l'apparente utilità di fare tabula rasa del sistema istituzionale francese sostituendolo con un altro.

Non so se sarebbe stato fattibile e anzi, ammetto candidamente che non sono stato in grado di scrivere una ucronia su questo tema. Forse basterebbe un unico PoD ma è davvero difficile da costruire prevedendo un comportamento razionale delle persone dell'epoca. L'unica cosa che sono riuscito a fare è stato immaginare una bandiera per la monarchia franco-belga, questa:

Troppo semplice? Io ho pensato che avrebbe dovuto essere una bandiera molto francese e al tempo stesso molto belga e mi sembrava una soluzione funzionale da una parte integrare lo storico tricolore e dall'altro un simbolo, più forte (perché più antico) rispetto ai colori della bandiera belga.

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Per farci sapere che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


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