Obrenovic 1889

di Dans


Ciao a tutti! Sto sviluppando un'ucronia che, basandosi sulla continuità al potere degli Obrenovic filo-asburgici anzichè dei Karageorgevic filo-russi, mantenga la Serbia sottomessa all'Austria-Ungheria ed eviti la prima guerra mondiale.

Le note a pié di pagina contengono gli avvenimenti nella HomeLine.

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La dinastia Obrenovic governa la Serbia a partire dalla sua nascita come principato autonomo (knezevina) dell'impero ottomano nel 1830.

Dopo Milos, Milan I e Mihailo, Milan II diviene principe nel 1868.

Filoasburgico, punta allo sviluppo delle comunicazioni e allo sfruttamento delle risorse naturali; tuttavia, la forte tassazione e l'aumento della coscrizione rendono il principe e il partito austriaco impopolari.

Nel 1876 sposa Natalija Obrenovic, e l'anno dopo nasce il figlio Aleksandar; nel 1886 Milan e Natasija, filorussa, si separano.

Nel 1878, al Congresso di Berlino, Milan II ottiene il riconoscimento della piena indipendenza della Serbia, e il titolo di Re (Kralj).

Nel 1881, Milan II firma con l'Austria-Ungheria un trattato commerciale e un trattato politico segreto, che trasforma di fatto la Serbia in un satellite della monarchia asburgica. In base al trattato, la Serbia deve richiedere il consenso dell'Austria-Ungheria prima di firmare trattati con altre potenze, deve rinunciare ad ogni progetto su Bosnia-Erzegovina (sotto occupazione asburgica dal 1878) e Sangiaccato, non deve tollerare manifestazioni antiasburgiche su qualsiasi parte del territorio serbo, Bosnia compresa; in cambio, l'Austria-Ungheria s'impegna ad appoggiare le rivendicazioni serbe sulla Macedonia, in caso di crollo dell'impero ottomano nei Balcani.

Nel 1885-86 Milan II interviene in armi nella crisi bulgara, ma l'esercito è sconfitto, e la Serbia si salva solo grazie al diretto intervento dell'Austria-Ungheria.

Nel 1889 emana una Costituzione liberale, che sostituisce la Costituzione conservatrice del 1869.
Subito dopo aver emanato la Costituzione, abdica a favore del figlio 13enne Aleksandar, senza una particolare motivazione, e si ritira a Parigi. La vita politica serba si fa quindi complessa, fino al golpe che defenestra Aleksandar nel 1903 e instaura la dinastia dei Karageorgevic.

...e se...

Se Milan II non abdica nel 1889? La Serbia evita il golpe del 1903 e si mantiene filoasburgica, i problemi nei Balcani si fanno meno ingarbugliati.

1889: dopo l'emanazione della Costituzione liberale, Milan II rimane sul trono. Negli anni 1890, il re II si dedica alla riorganizzazione dell'esercito serbo, grazie anche ai consiglieri militari austriaci.

1897: neutralità serba nella guerra greco-turca.

1900: Aleksandar chiede al padre di poter sposare Draga Masin, già dama di compagnia della madre. Milan rifiuta sdegnato [1].

a) Aleksandar sposa una principessa tedesca e si tiene Draga come amante, quindi sale al trono nel 1901.

b) Aleksandar sposa Draga con matrimonio morganatico. Si stabilisce che alla sua morte la corona passi al fratello Sergije, e in caso di termine della sua discendenza, al principe Mirko Petrovic-Niegos di Montenegro (1879-1918), parente degli Obrenovic, e quindi alla sua discendenza (Michael 1908-86) [2].

c) Aleksandar fugge in Russia con Draga, il trono passa al fratello Sergije

1901: muore Re Milan II. La corona passa ad Aleksandar I, che emana una Costituzione bicamerale (skupstina e senato), riconciliando i partiti politici con la monarchia, e si dichiara fedele al patto dinastico con l'Austria-Ungheria.

Nel marzo 1903, tuttavia, la sospende per il tempo necessario a sostituire, per decreto, senatori e ministri, che si erano mostrati troppo indipendenti dalla corona; cresce così l'insofferenza popolare verso il re.

1903: con la rivolta in Macedonia, l'Austria-Ungheria e la Russia si accordano con il Programma di Murzsteg per pattugliare congiuntamente la zona; la Serbia fa conoscere le proprie rivendicazioni sull'area, e l'Austria si dimostra compiacente, nonostante le analoghe rivendicazioni della Grecia, sostenuta dalla Germania.

1906: il governo serbo ordina un'importante commessa militare alla Skoda [3].

1908: la rivoluzione dei Giovani Turchi impone un'accelerazione alle discussione sullo status dei territori balcanici post-ottomani. I ministri degli esteri Aerenthal (A.-U.) e Izvol'skij (Rus) si incontrano a Buchlov, in Moravia, e decidono per la divisione dei Balcani in due sfere d'influenza, austriaca ad ovest e russa ad est.

Il loro lavoro diplomatico viene reso pubblico in ottobre nella Conferenza di Buchlov, in cui:

- l'Austria-Ungheria proclama l'annessione della Bosnia-Erzegovina, e la Russia la riconosce

- l'Austria-Ungheria riconosce il diritto al libero passaggio delle navi da guerra russe negli Stretti

- entrambi riconoscono il diritto dell'Austria-Ungheria ad occupare il Sangiaccato, della Serbia ad avere uno sbocco sul mare, in Albania e/o in Macedonia, e ugualmente per la Bulgaria in Tracia.

L'annessione della Bosnia-Erzegovina è un duro colpo per i nazionalisti serbi, che coltivavano progetti nazionalisti pan-serbi verso quelle province.

Per controllarne le reazioni, Aleksandar dà inizio ad una politica di rivendicazioni verso il Sangiaccato, il Kossovo e la Macedonia.

1912: Dopo la sconfitta dei Turchi da parte dell'Italia, i nuovi stati balcanici vedono l'opportunità di allearsi contro il nemico comune: nasce la Lega Balcanica (Serbia, Bulgaria, Montenegro, Grecia), che combatte la Prima Guerra Balcanica contro la Turchia. Ciononostante, non riuscendo ad accordarsi sulla spartizione dei territori post-ottomani, la Seconda Guerra Balcanica vede Serbia e Grecia combattere contro la Bulgaria, alleate a Romania e Turchia, che riconquista Edirne.

L'Austria-Ungheria si candida per ospitare la conferenza di pace a Budapest [HL: Bucarest]: alla Serbia resta l'intera Macedonia Vardar, mentre l'Albania viene divisa in due zone di occupazione tra Serbia e Grecia [4].

L'Austria-Ungheria, intanto, ne approfitta per fare firmare alla Serbia un accordo di unione doganale, che la vincola economicamente in modo definitivo.

Nel frattempo, i servizi segreti austro-ungarici si infiltrano in Serbia e ne approfittano per una campagna di omicidi mirati verso i leader e gli attivisti ultranazionalisti della Mano Nera.

1913-1916: Ultimi anni dell'imperatore Francesco Giuseppe. L'imperatore, anziano, cerca di perseguire una politica di pacificazione, ma non intende mettere in discussione l'Ausgleich.

1916: morte di Francesco Giuseppe. Franz Ferdinand viene incoronato imperatore. Franz Ferdinand pensa che il male dell'impero sia la supremazia magiara in Transleitania, che tiene sottomesse le altre nazionalità dell'impero, le stesse che lo hanno salvato dalla rivoluzione nel 1849. Franz Ferdinand vuole rinegoziare l'Ausgleich, trasformando il dualismo in un federalismo sovranazionale e mettendo fine al suprematismo magiaro.

Tra il 1916 e il 1918, una commissione guidata da Max Hussarek studia il progetto di riforma costituzionale dell'Impero, prendendo spunto tra gli altri dai concetti dell'austro-slavismo (1846-48 Borovsky e Palacky; 1906 Memorandum Transilvano di Aurel Popovici e del Partito Nazionale Rumeno).

Nel 1918 Franz Ferdinand abolisce l'Ausgleich e mette in atto il suo progetto di riforma federalista. L'impero è diviso in 3 corone (Austria, Ungheria, Jadroslavia), 16 stati, dotati di autonomia legislativa, e in 14 territori, enclavi tedescofone dotate di limitata autonomia e garanzie linguistico-culturali.

Il Reichsrat viene riconvocato secondo le nuove norme, con suffragio universale maschile su tutto il territorio imperiale.

Eventi successivi (da sviluppare, ogni commento è benvenuto):

- rivolta nazionalista e comunista (Bela Kun) in Ungheria contro la fine del regime dualistico, soffocata dall'esercito austriaco e dalle milizie delle nazionalità minori

- austromarxisti (SPO) maggioranza relativa del Reichsrat dal 1911: si battono per il suffragio universale, un governo parlamentare, la riforma federale, il principio di personalità - quali alleanza negli anni '20?

- quali effetti sulla nascita del fascismo e del nazismo? lo spettro in Europa resta solo quello della rivoluzione bolscevica?

Dans

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Note:

[1] Quando nel 1900 re Aleksandar annuncia il matrimonio, il padre Milan II, comandante dell'esercito, e il primo ministro Vladan Georgevic, si dimettono. La madre viene bandita dal regno, e la figura del re perde popolarità tra il popolo ma soprattutto tra l'esercito, che teme che la corona possa passare al cognato Nikodije.

[2] Accordo effettivamente raggiunto tra Re Aleksandar e il governo nel 1903.

[3] La commessa militare ad una ditta francese anziché alla Skoda fa scoppiare la "guerra dei maiali", con il blocco delle importazioni di suini serbi nell'Austria-Ungheria. Tuttavia, essa ha come risultato la fine della dipendenza commerciale della Serbia dall'Austria-Ungheria, e l'inizio di un odio popolare continuo verso gli Asburgo.

[4] L'indipendenza dell'Albania era stata fortemente voluta dal conte Berchtold, ministro degli esteri austroungarico, per evitare di concedere alla Serbia uno sbocco sull'Adriatico, che avrebbe potuto un giorno essere usato dai russi.

Fonti:

- John Mason, Il tramonto dell'impero asburgico, Il Mulino, 2000.

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Sono arrivato, come si vede, al 1914/1916... mi interessa sapere da voi se la grande guerra scoppierà comunque, con qualche altro casus belli, o se la Belle Époque potrebbe continuare... Se volete aiutarmi, scrivetemi a questo indirizzo.

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Ed ecco il commento di *Bhrg'howidhHô(n-):

Complimenti supervivissimi per l'eccellente lavoro! Se è permesso, vorrei sottoscriverlo tutto...

Sto aspettando con grande curiosità la  prosecuzione, con particolare riguardo alle ripercussioni sugli obiettivi russi e tedeschi (di fronte alle modalità del loro sviluppo, l'Impero Britannico potrebbe essere tentato di rimandare la decisione di scegliere tra l'alleanza con gli Stati Uniti e quella con la Germania).

Nel caso estremo di un mantenimento dell'Austria-Ungheria-Jadroslavija fuori da ogni ostilità, rimarrebbero come punti irrinunciabili: le mire russe (e di conserva greche) sulla Turchia e le aspirazioni prussiane (non per forza di tutto il Reich) sul Baltico. Certo si prestano benissimo come casûs bellî, ma a rigor di logica potrebbero anche costituire la base di un accordo (?) e sostituire la Prima Guerra Mondiale - in quanto Grande Guerra Europea - con una resa dei conti del Grande Gioco allargato (Turchia - Persia - Cina).

Spero di non essere andato troppo fuori tema; volevo solo sottolineare le questioni in cui credo di riconoscere il motore profondo del conflitto...

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Passiamo all'ucronia di xpnck, tradotta per noi da Generalissimus:

L’Impero di Rumelia

Anche se il Congresso di Berlino aveva ceduto l’intera Turchia europea al Regno di Rumelia, lo stato dei principati romeni era ancora incerto. Il Principe Hohenzollern della Romania era legalmente un vassallo dell’Imperatore Ottomano, ma in realtà la Turchia non aveva alcun modo di imporre qualsivoglia forma di dominio sull’Europa.

Carlo I, Principe della Romania, non aveva alcuna intenzione di rimanere un vassallo turco. Voleva essere Re della Romania, e liberarsi finalmente dei ceppi di secoli di dominio Ottomano. Per questo fine, chiese ai suoi parenti in Germania di sostenere l’indipendenza del suo paese, e la Germania accettò. Questo andava contro i progetti della Russia, che stava cercando di attirare a sé la Romania per avere una linea di comunicazione ininterrotta tra essa e la Rumelia.

Quando la Romania dichiarò la propria indipendenza dall’Impero Ottomano, i diplomatici russi iniziarono a influenzare i parlamenti romeni perché adottassero una prospettiva filorussa. Citarono la comune fratellanza Ortodossa e la comune inimicizia nei confronti dei Turchi. Quando Carlo I morì inaspettatamente senza eredi nel 1891, il parlamento romeno elesse a malincuore come nuovo re il candidato preferito dalla Russia: un membro minore degli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, la casa regnante della Rumelia.

La Germania era furiosa per la perdita della Romania da parte della sua casa reale, e protestò debolmente per l’elezione di un nuovo re invece della nomina automatica di un altro membro degli Hohenzollern, ma alla fine considerò l’intera situazione un non problema, dato che erano sorte tensioni con la Francia e l’Inghilterra per questioni non correlate alla faccenda.

La Russia aveva creato con successo un corridoio di amichevoli stati vassalli da Mosca a Costantinopoli. Il suo controllo sull’Europa orientale e i Balcani sembrava tutto fuorché certo, fino ad un giorno fatale del 1899.

Il Partito Socialista turco, messo al bando, diede il via ad un colpo di stato il 5 Ottobre 1899. Come motivazioni addussero il fallimento del Sultano di mantenere il prestigio e la prosperità del paese e il lusso in cui viveva il Sultano mentre la popolazione era affamata. I Socialisti assaltarono il palazzo nella parte asiatica di Costantinopoli e uccisero il Sultano e la sua famiglia. La fine della Dinastia Ottomana, che regnava da 600 anni, scioccò tutta Europa, e Russia e Rumelia risposero conquistando territori chiave in Anatolia che erano oggetto di dispute.

La Russia conquistò quella che veniva definita Armenia turca, mentre la Rumelia combatté un’aspra campagna per circondare il Mar di Marmara e riconquistare la metà asiatica di Costantinopoli. Con i Socialisti turchi che stavano affrontando la Rivolta Araba, la leadership spostò la capitale ad Ankara e firmò rapidamente un trattato di pace con la Russia, cedendo i territori occupati ai loro rispettivi occupanti e trasferendo la regione a maggioranza greca della Ionia, sulla costa occidentale, alla Rumelia.

Gli imbaldanziti Rumeli completarono con successo il compito che loro ritenevano più importante – non solo avevano cacciato con successo i Turchi dall’Europa, ma li avevano respinti fino all’Asia Minore e si erano reimpossessati di parti di essa che erano state invase dagli Ottomani secoli prima. Quando Re Giorgio I di Rumelia morì nel 1903, suo figlio Costantino non prese il nome di Costantino I, come ci si aspettava, ma decise di farsi chiamare Costantino XII, affermando di essere il successore dell’ultimo Imperatore romano, Costantino XI, morto durante l’assedio Ottomano di Costantinopoli.

Nella città che portava il suo nome, Costantino XII dichiarò che la Rumelia non sarebbe stata più un fantoccio della Russia. Erano stati i Rumeli, disse, a combattere e morire nella guerra contro la Turchia per reclamare un territorio loro di diritto, non i Russi. Giurò di restaurare un giorno i confini dell’Impero Romano d’Oriente, “dalla Dalmazia all’Armenia”, disse. Rassicurò la Russia che queste erano tutte insignificanti ostentazioni, e che non aveva intenzione di alterare il loro accordo, fino a quando la Russia non entrò in guerra col Giappone nel 1904.

Nei primi stadi della guerra, la Marina russa fu mandata dalla Crimea ad unire le forze con la Flotta del Pacifico. Quando si avvicinò al Bosforo, comunque, le autorità rumele si rifiutarono di concedere l’accesso alla Marina russa. Questo fece infuriare la Russia, che organizzò dei piani per invadere immediatamente la Rumelia e rimpiazzare il re con qualcuno di molto più obbediente. Ma quando la Guerra Russo-Giapponese volse al peggio, comunque, il tono della diplomazia russa divenne accondiscendente. Aveva un disperato bisogno che le sue navi uscissero dal Mar Nero, e Costantino lo sapeva. Disse alla Russia che se avesse riconosciuto la Rumelia come stato indipendente e Costantino come Imperatore romano, avrebbe lasciato passare le sue navi. La Russia, che non aveva nessuna intenzione di privarsi della sua autodichiarata eredità di “Terza Roma”, si offrì invece di riconoscere Costantino come Imperatore rumelo, un compromesso che fu lieto di accettare.

Alla fine del 1904 venne firmato un frettoloso trattato a Sebastopoli, in Crimea, che pose ufficialmente fine alla sovranità russa sullo stato rumelo. Alla fine alle navi venne permesso di attraversare il Bosforo, ma era troppo tardi. La Flotta del Pacifico era stata totalmente annientata dalla marina giapponese, e la Russia perse la guerra. E con essa il suo prestigio.

La Rumelia, comunque, si è dimostrata una potenza europea emergente a pieno titolo, e solo il tempo dirà cosa intende fare in futuro.

xpnck

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La palla passa a Inuyasha Han'yō:

Quali POD occorrono per rendere l'Albania una potenza regionale, con i confini mostrati nella cartina sottostante? E quanto ciò influirà sulla storia regionale?

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Gli risponde Alessio Mammarella:

Considerando i confini presi in considerazione al momento della nascita del moderno stato albanese, direi che l'indipendenza dell'Albania dall'Impero Ottomano sarebbe dovuta avvenire in modo ben distinto dalla guerra balcanica. Ad esempio, le truppe turche avrebbero dovuto in un primo momento sconfiggere l'esercito serbo e quello greco, evitando qualsiasi ingresso straniero nel territorio albanese, e solo in un secondo tempo (magari per iniziativa degli stessi comandanti turchi già vittoriosi) determinare il distacco dell'Albania.

Penso però che per uno scenario del genere sarebbe stata necessaria una condizione ben precisa: la non partecipazione del potente esercito bulgaro alla guerra balcanica. Ma come fare a far restare neutrale la Bulgaria? Forse una Bulgaria "già soddisfatta" dei suoi confini sarebbe stata neutrale. Una Bulgaria soddisfatta sarebbe stata quella del Trattato di Santo Stefano. La mia ipotesi per la formazione di una "Grande Albania" è che non ci sia stato il Trattato di Berlino:

- la Bulgaria mantiene i confini stabiliti col Trattato di Santo Stefano (e quindi non si verificano neppure la nascita della "Rumelia Orientale" e la guerra del 1885);
- la Guerra Balcanica viene condotta solo dagli eserciti serbo e greco che vengono però battuti e respinti;
- le potenze europee sono comunque favorevoli all'indipendenza dell'Albania e quest'ultima si distacca dall'Impero Ottomano.

Ciò per quanto riguarda la nascita del paese. Poi, chiaramente, bisogna vedere come l'Albania avrebbe potuto mantenere quella estensione geografica attraverso le due guerre mondiali.

Per quanto riguarda la I Guerra Mondiale, penso che l'Albania come in HL sarebbe stata neutrale e quindi, se anche fosse stata invasa, avrebbe visto poi ripristinati i suoi confini. Nota a margine, in questo scenario la Bulgaria avrebbe potuto essere neutrale a sua volta, perché anche in questo caso, come quello della Guerra Balcanica, non avrebbe avuto rivendicazioni da esercitare. Certo, avrebbe potuto comunque partecipare alla guerra per motivi di sudditanza politica, ma mi sembra poco probabile.

Per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale, l'Albania in HL fu invasa dall'Italia alla vigilia del conflitto. Se in questo scenario l'Albania è più grande, e comprende anche zone interne montuose, meno sensibili all'influenza culturale italiana, è possibile che il paese offra una maggiore resistenza e che l'annessione si riveli un flop. Ciò potrebbe influire sulla decisione italiana di partecipare al conflitto mondiale e di tentare, nei Balcani, un'altra invasione sconclusionata come quella della Grecia?

Possiamo immaginare, magari, che Mussolini decida di rinunciare ai territori più periferici dell'Albania stringendo accordi con Jugoslavia e Grecia, in cambio dell'adesione di questi ultimi all'Asse e di qualche compenso per l'Italia (Corfù, Spalato...)? Questa "spartizione dell'Albania" avrebbe potuto contemplare la sua riduzione alla parte più scura della mappa vista sopra, come "Albania reale" sotto Vittorio Emanuele III in unione personale con l'Italia, mentre le restanti parti sarebbero passate sotto la sovranità jugoslava e greca. In ogni caso, quella spartizione sarebbe stata probabilmente condannata dalla Società delle Nazioni e annullata dopo la fine della guerra, quando evidentemente l'Albania avrebbe recuperato i suoi confini ormai classici. Jugoslavia e Grecia, se fossero entrate nell'Asse per poter spartire l'Albania non avrebbero subito l'occupazione nazifascista, ma sarebbero state certamente punite dai trattati di pace in qualche modo. Credo pertanto che né l'una né l'altra avrebbero beneficiato di annessioni dall'Italia (in HL gran parte della Venezia Giulia per la Jugoslavia e il Dodecaneso per la Grecia). Tito, in mancanza dell'occupazione nazista, forse non sarebbe arrivato al potere, oppure ci sarebbe arrivato a seguito di una successiva guerra civile. Senza Tito e con un arrivo più precoce degli angloamericani in Grecia (Grecia "ventre molle dell'Asse" da invadere in via prioritaria), è possibile che l'Albania sarebbe rimasta un paese del blocco occidentale.

Restando occidentale, l'Albania avrebbe fatto parte della NATO sin dall'inizio e sarebbe potuta entrare nella Comunità Europea nel 1980 (con la Grecia) o nel 1986 (con Spagna e Portogallo).

Sarebbe a questo punto interessante anche valutare la storia della disgregazione della Jugoslavia. In questo scenario, le repubbliche jugoslave sarebbero solo 5, la Serbia sarebbe più piccola e quindi il baricentro della federazione sarebbe comunque più a nord. Forse quello "sciovinismo serbo" tanto antipatico da far saltare la federazione non ci sarebbe stato? Mantenendo una linea prudente, e immaginando uno scenario in cui la Jugoslavia si frammenta ugualmente, la mancanza del Kosovo (già compreso nell'Albania) avrebbe fatto sì che non ci sarebbero state le persecuzioni di Milosevic e quindi l'intervento militare NATO.

Ce n'è anche per l'Italia in questo scenario, perché se il Dodecaneso fosse rimasto italiano, oggi l'Italia potrebbe essere coinvolta nel contenzioso petrolifero con greci e turchi. Ci sarebbero tre parti in causa invece di due. E questo complicherebbe le cose...

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Paolo Maltagliati aggiunge di suo:

La posizione del Duce in questa TL sarebbe anche ragionevole ma non è realistica. Gli slavi balcanici erano considerati dalla politica italiana (e non solo dai fascisti) inferiori e imbelli. Prendere accordi con loro sarebbe stata una ammissione di debolezza e il prestigio, anche attraverso l'uso della forza, era il cardine della politica estera fascista. Certo, che l'esercito da operetta italiano non era capace di avere ragione di quattro montanari prima o poi sarebbe venuto fuori, ma una volta iniziata, la conquista albanese si sarebbe DOVUTA finire.

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Riprende la parola Alessio:

Per quanto attiene invece alla "spartizione dell'Albania" non considerarla consentirebbe un andamento della storia più lineare, più simile alla HL. Probabilmente l'Albania sarà ugualmente comunista, quindi la sua situazione economica sarebbe meno rosea rispetto a quanto avevo immaginato. Resta comunque la questione del Kosovo dove non sarebbe accaduto nulla di problematico.

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Diamo ora la parola a Paolo Maltagliati:

Bosnia 1903

Per reazione all'assassinio dell'ultimo degli Obrenovic e alla sostituzione con i Karageorgevic, smaccatamente filo-russi, gli austriaci decidono che è meglio recuperare assolutamente una pedina nel gioco a scacchi nei balcani, in cui sono in netta difficoltà. Decidono perciò di cedere l'amministrazione fiduciaria della Bosnia all'erede presuntivo del defunto sovrano serbo, Mirko di Montenegro, che potrà così fregiarsi del titolo di re di "Bosnia Erzegovina e Montenegro". Ovviamente in cambio lo stato sarà in unione doganale con l'Austria che dovrà essere anche nazione preferita in ambito economico. Inoltre l'impero avrà il monopolio della costruzione e della gestione della rete ferroviaria del paese, più tutta un'altra serie di clausole di favore in ambito culturale e politico. E, sopratutto, ma andava da sé, combattere con ogni mezzo diplomatico il regno di Belgrado.

Soluzione che cozza un po' con la politica usuale asburgica, lo so bene, ma che, fatti due conti, è la più efficiente e meno costosa, a patto di promettere qualche autonomia in più a cechi e croati(ungheria permettendo) nel futuro prossimo.

Magari se Cecco Beppe si ritira prima e Franz sale al trono in quel mentre potrebbe non essere così impossibile da pensare (tutto pur di far morire marci d'invidia gli ungheresi!)

Lo so che Mirko passa in genere come anti-austriaco, ma:

1) Davanti ad un'occasione simile scommettete che rivedrebbe al volo le sue posizioni?
2) Diventa veramente ostile agli Asburgo solo dopo il 1908.

La rivalità in stile divide ed impera all'interno del mondo jugo-slavo tra due stati egualmente indipendenti fa in modo che la mano nera perda in popolarità e muti obiettivi (i Petrovic prima, gli Asburgo poi).

Durante la Guerra Balcanica si prende una strisciolina di terra con novi Pazar. Pochissimo ma abbastanza per far incavolare a morte la Serbia, che per di più si vede doppiamente fregata perché anche la Bosnia sostiene la nascita dell'Albania indipendente. E ciò non toglie che magari quatto quatto il nostro re Mirko non faccia qualche giro di valzer con l'Italia...

E se nel '14 la Mano Nera fa fuori re Mirko? Scoppia la terza guerra Balcanica, ovviamente: (Albania) + Bosnia + Bulgaria vs Serbia + Grecia

I turchi per me rimangono neutrali, perché i tedeschi li fanno stare buoni(avrebbero propeso per andare contro la Bulgaria). In questo modo a rimanere fregata è la Russia, che non può rimanere allo stesso tempo amica di Bulgaria e Serbia e si gioca la prima (nella nostra TL se l'era comunque già giocata del resto).

Vittoria dei primi: La Bosnia si pappa la Serbia, (principato) l'Albania guadagna qualcosa di relativamente insignificante (figurati se le danno il Kosovo); La Bulgaria si guadagna la Macedonia e Pirot.

La Grecia riesce a non perdere Salonicco solo perché abbandona la Serbia in tempo. Perde qualche pezzo di epiro (la Chameria) a danno degli albanesi, e qualcos'altro sul confine macedone, ma niente di che.

Finalmente nasce il Regno di Jugoslavia. Non proprio uguale al nostro...

Un'altro Regno di Jugoslavia (cliccare per ingrandire)

Un'altro Regno di Jugoslavia (cliccare per ingrandire)

Ovviamente il problema principale che rema contro questa ucronia, al di là che è in generale contro la logica della politica di potenza così in voga nel periodo, è quello ungherese. Al di là delle ben note paturnie in politica estera contro la Russia e la Serbia, l'annessione della Bosnia era pensata anche per controbilanciare il peso ungherese nell'Ausgleich, che si faceva di anno in anno più ingombrante.

P.S.: penso che una guerra mondiale si sarebbe fatta lo stesso, anche se non saprei dire con quale pretesto. Quando si vuole litigare a tutti i costi, trovare un motivo non è poi così difficile...

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Gli risponde il solito Bhrghowidhon:

Certo, il contrasto tra le esigenze ungheresi e le aspirazioni di tutte le altre Nazionalità (Tedeschi inclusi) nell'Impero Austro-Ungarico è stato la causa principale della crisi prolungata. Il progetto di Mitteleuropa intendeva porre rimedio a questa situazione, ma appunto la guerra ritenuta inevitabile ha deciso altrimenti (non sulle Fronti austro-ungariche, peraltro). L'unico progetto di matrice ungherese che avrebbe risolto la questione delle Nazionalità era quello di Jászi Oszkár (cognome-nome).

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E ora, la parola a Findarato Anàrion:

Sulla pagina Facebook “Fun With Flags” propongono una strana bandiera della Repubblica Partenopea con sovraimpresso lo stemma della casa Borbone-Due Sicilie. La pagina di suo propone discussioni leggere sulle bandiere, alternate a presentazione di bandiere e vessilli di posto sconosciuti e al altro.

L’unica idea che mi viene in mente è che, dopo il congresso di Vienna, i restaurati Borbone si limitino a le accettare la bandiera che intanto si è diffusa ed è stata universalmente accettata come simbolo degli Stati siculi, sovrapponendoci il loro stemma. Ecco la descrizione che ne fanno gli Autori della pagina:

“Una stranezza, la bandiera della Repubblica Partenopea caricata con lo stemma Borbonico. Sono due simboli in contrasto tra loro, la Rivoluzione Partenopea era rivolta contro la casa regnante dei borboni.”

Secondo voi sarebbe stato possibile vederla sventolare davvero?

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Gli risponde il buon Tommaso:

Beh, il Tricolore italiano, simbolo rivoluzionario, fu usato come bandiera dai Savoia, mettendoci il loro stemma sopra; magari un Ferdinando IV e III, I delle Due Sicilie, è meno assolutista e concede la costituzione nel 1821, adottando questa bandiera.

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Invece William Riker è di un'altra idea:

Ma no, è così semplice... il 13 marzo 1881 a Francesco II di Borbone viene offerta la corona del neocostituito Regno di Romania, lui accetta, si converte all'ortodossia, sposa in seconde nozze Elena Rosetti, vedova di Alexandru Ioan Cuza, ed adotta per il suo stato questa bandiera!

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Aggiungiamo la timeline (molto irenistica) di Tommaso Mazzoni:

Nicola II prima e meglio

Dedicato al buon MorteBianca che, si sa, ama le monarchie, e in special modo i Romanov  :D

"Oggi ho dovuto chiedere a sua altezza imperiale di raccomandare ai suoi figli di non praticare più la lotta libera senza supervisione, lo Zarevitch avrebbe potuto farsi male, ma sono intervenuto per tempo" (l'attendente dello Zarevitch, 1865)

1866
Lo Zarevitch sposa Dagmer di Danimarca (ribattezzata nella chiesa Ortodossa Maria Fedorovna)

1868
Nasce il Granduca Alexander Nicholaevitch, futuro Zarevitch e Zar.

1869
Nasce il Granduca Nicholae Nicholaevitch.

1871
Nasce il Granduca Georg Nicholaevitch.

1875
Nasce la Granduchessa Xenia Nicholaevna.

1878
Nasce il Granduca Mikahil Nicholaevitch.

1880
Muore in un attentato lo Zar Alessandro II. Gli succede il figlio Nicola II.
Il nuovo Zar esordisce a sorpresa con un'amnistia generale per tutti i reati politici non di danguece commuta la pena di morte per i coinvolti nell' attentato al padre. Alexander Uljanov scampa alla forca e va al confino in Siberia.
La riforma Loris-Melikov è approvata, non è ancora una costituzione ma pone le basi per la limitazione del potere autocratico degli Zar.

1882
Nasce la Granduchessa Olga Nicholaevna.

1885
Conferenza di Kyev, sono invitati intellettuali, ministri, aristocratici, esponenti del clero ed esponenti della nascente classe imprenditoriale Russa, selezionati grazie alla Riforma Melikov. La conferenza propone una bozza costituzionale, chiamata Carta di Kyev. Lo Zar si prende cinque anni di tempo per decidere cosa fare e fissa una nuova conferenza a Pietroburgo. Molti sono scettici Ulyanov, dalla Siberia scrive al fratello Vladimir: " che un Autocrate ponga delle limitazioni al proprio potere è probabile come un agnello che chieda di anticipare la Pasqua. "

1886
Riforma agraria che risolve le questioni lasciate in sospeso dall'abolizione della servitù della gleba fatta da Alessandro II.
Inizia la costruzione di varie infrastrutture, strade, porti e ferrovie. Questo favorisce l'industrializzazione.

1887
Viaggio dello Zar a Varsavia dove ascolta le doglianze dei locali, e ad Helsinki dove incontra il parlamento locale, al quale riconferma le autonomie di cui il Granducato di Finlandia gode.
Riforma dell'esercito sul modello Tedesco.
Riforma dell'istruzione sul modello Francese.

1888
Nicola II annuncia il ripristino di una versione emendata della costituzione del 1815 in Polonia.

1890
Proclamata l'amnistia generale per consentire l'implementazione del nuovo codice penale e civile e finalmente, viene promulgata la Carta di Kyev, rinominato Statuto Nicolino, che introduce finalmente un parlamento bicamerale, la Duma Nazionale, composto da una camera bassa, Il Consiglio Generale (Generalny Sovet) e da una camera alta, il Senedd, o Senato. Le prime elezioni vedono la vittoria dei Liberali moderati e Mikahil Loris-Melikov diventa Presidente del Governo Imperiale.
Alexander Ulyanov lascia la Siberia e si riunisce alla famiglia, Vladimir gli fa notare scherzando come la Pasqua fosse stata anticipata davvero.
Si interessa subito al nascente movimento Operaio.
Polonia e Finlandia diventano pienamente indipendenti come reami della Corona Imperiale di Tutte le Russie, con governi e parlamenti autonomi. Sono uniti all'impero nella difesa, nella politica estera e le monete sono agganciate l'una all'altra.

1892
L'Okrahna è riformata come servizio di sicurezza nazionale e di controspionaggio, e lo Zar abolisce la pratica degli agenti provocatori.

1894
Nasce il Partito Socialdemocratico Operaio Russo e i Fratelli Ulyanov ne diventano presto la guida.

1898
Completata la Ferrovia Pietroburgo-Vladivostok, la più lunga del globo.

1904-1905
La Guerra Russo-Giapponese è una schiacciante vittoria per i Russi che conquistano la Manciuria e impongono un protettorato sulla Corea sostituendo i Giapponesi stessi.

1904
Nasce Alexei Alexandrovitch erede dello Zarevitch e fortunatamente non affetto dall'emofilia.

1905
I Socialdemocratici (forti nelle città) in coalizione coi Socialisti-Rivoluzionari (forti nelle campagne) vincono le elezioni e Alexander Uljanov diventa Presidente del Governo Imperiale. Uljanov pur dichiaratamente repubblicano avrà una buona relazione di lavoro con l'imperatore Nicola II e con il successore.

1908
Muore a 65 anni lo Zar Nicola II, gli succede il figlio Alessandro IV.

1910
La coalizione di sinistra guidata da Ulyanov si conferma alla guida del paese anche in virtù delle molte riforme sociali.

1911
Approvato il suffragio universale in Russia e negli altri paesi della Corona dei Romanov.

1914
La Russia resta neutrale nella crisi di Sarajevo, in seguito all'attentato a Francesco Ferdinando. Senza l'appoggio russo Belgrado deve acconsentire a tutte le richieste di Vienna e ne diventa un protettorato de facto.

1915
Seconda riconferma per Uljanov.

1916
Muore Francesco Giuseppe di Austria-Ungheria, gli succede il bisnipote Carlo, che riforma l'impero in senso federale. Nel frattempo in Serbia una rivoluzione depone Re Pietro e chiama sul trono Nicola del Montenegro il quale, da sempre amico della Russia, e suocero del Re d'Italia, concorda con Vienna l'attenuazione della protettorato di due anni prima e imposta la politica estera del nuovo Regno di Serbia e Montenegro in chiave filo-Bulgara e Anti-Greca.

1917-1919
Terza guerra balcanica
Bulgaria e Serbia contro Grecia e Impero Ottomano. La Grecia chiede aiuto all' Alleanza, ma la Germania, d'accordo con la Federazione Imperiale dei Paesi Asburgici rifiuta. Atene prova allora a cercare il sostegno di Londra, ma a Londra il governo Laburista di Mc Donald-Ramsey è in ottimi rapporti con il governo Socialdemocratico di Uljanov e Londra si limita a mediare la pace. La Macedonia è equamente spartita fra Serbia e Bulgaria e la Tracia passa a Sofia ma Londra insistono perchè Instambul resti al Sultano e da Pietroburgo concordano.

1919
Muore in un attentato ordito dal Panslavista e fanatico religioso Grigorji Rasputin, gia condannato per eresia e truffa, il Presidente del Governo Imperiale Russo Alexander Uljanov, succeduto dal fratello Vladimir.

1920
La coalizione di sinistra vince nuovamente le elezioni, purtroppo Vladimr Uljanov si ammala e morirà in capo a quattro anni.
Prima di morire però lancerà una grande proposta di collaborazione fra tutti i popoli d'Europa, affinché "non vi siano più né ingiustizie né guerre"
Al progetto aderisce il governo Socialdemocratico Tedesco di Ebert, quello Socialdemocratico Asburgico di Renner, quello Socialista Italiano di Turati, quello Laburista Britannico di Mc Donald Ramsey e quello Socialista Francese di Auriol.

1923
Anche Bulgaria e Serbia aderiscono al progetto Pan-Europeo.

1924
Muore Vladimir Uljanov, gli succede Lev Bronstein che porterà avanti il sogno della Lega delle Nazioni Europee.

1925
In Russia una coalizione di centro-destra formata dai Liberali del Partito Costituzional-Democratico e dai Conservatori del Partito della Madrepatria va al governo, guidata dal Principe Lvov. Tuttavia, lo Zar Alessandro, che ha molto apprezzato la politica estera di Vladimir Uljanov e che è un convinto pacifista e teme le idee di riarmo dei conservatori, il cui leader è l'ex socialista georgiano Josif Dzhusgavili, ora ministro della difesa, costringe il governo a nominare Bronstein agli esteri.

1926
Tentativo di colpo di Stato in Russia da parte dei conservatori. Lo Zar si oppone e viene ferito gravemente, ma il generale Tucachevski rimane fedele allo Zar e alla costituzione, Dzhusgavili è arrestato e condannato a morte per alto tradimento.
Alessandro IV sul letto di morte scioglie le camere e nuove elezioni riportano i Socialdemocratici al governo. Alla morte dello Zar lo Zarevitch Alexei sale al trono come Alessio II, giovane e vitale simpatizzante per le idee economiche della sinistra, pacifista come il padre che sarà il principale sostenitore del progetto pan-europeo.

Mi fermo qui con la narrazione, perché siamo arrivati alla terza generazione di Romanov "buoni" la Russia è una Monarchia costituzionale compiuta, i Socialdemocratici hanno formato il loro sesto governo e in Europa prevalgono le sinistre moderate sul modello che da noi è scandinavo, e che qui è Russo, e abbiamo evitato la prima guerra mondiale e tutto quel che ne deriva. Mi sembra un buon punto per fermarmi prima di trasformare la timeline in una successione di scadenze elettorali.

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Chiudiamo per ora con questa ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se il Giappone avesse perso la Guerra Russo-Giapponese?

L’anno è il 1904, l’impero cinese retto da secoli dalla Dinastia Qing è in declino e i corvi volano in circolo intorno al suo cadavere, Russia e Giappone stanno competendo per l’influenza sulla Manciuria, nella Cina nordorientale.
I Russi si stanno muovendo verso sud dai loro possedimenti in Siberia e hanno costruito il porto libero dai ghiacci di Port Arthur sul Mar del Giappone, dominando la ferrovia principale che corre attraverso la regione.
Il Giappone, una nuova potenza che si è industrializzata da poco, ha già conquistato la Corea e sta guardando ancora più ad ovest.
Le due potenze stanno per entrare in conflitto in una delle guerre decisive della storia, la Guerra Russo-Giapponese.
Nella nostra TL il Giappone imperiale distrusse le forze russe e ricacciò i Russi in Siberia, e la Russia passò gran parte del XX secolo a preoccuparsi dell’Europa, in particolare della Germania, invece di farsi coinvolgere in Asia orientale.
Il Giappone assurse ad una grandezza ancora maggiore e alla fine venne sconfitto solo dagli Americani durante la Seconda Guerra Mondiale, ma se questo non fosse mai successo? E se la storia fosse andata in modo diverso e fossero stati i Russi, non i Giapponesi, ad uscirne vincitori? Come sarebbero i confini? Come sarebbe la cultura? Come sarebbe il mondo? Questa è la domanda di questa ucronia.
In questa TL la Russia ottiene una doppia vittoria, prima vince nelle trincee della Battaglia di Mukden, che all’epoca fu forse la più grande battaglia della storia.
I Russi superavano effettivamente di numero i Giapponesi di 80.000 uomini, perciò potrebbe accadere.
La seconda vittoria è quella della battaglia navale di Tsushima.
Dopo che la Flotta del Pacifico russa fu costretta a nascondersi a Vladivostok dai Giapponesi, i Russi fecero salpare la Flotta del Baltico attraverso il Canale di Suez e intorno al Capo di Buona Speranza fino al Pacifico per combattere i Giapponesi.
Dopo tutti questi sforzi i Giapponesi la distrussero nello stretto di Tsushima, tra la Corea e il Giappone.
I Russi avevano il doppio delle corazzate, ma i Giapponesi avevano navi più moderne e veloci che si rivelarono molto più efficaci.
Penso che entrambe queste battaglie avrebbero potuto essere vinte, ma i comandanti russi si rivelarono troppo inefficaci.
In questa TL questo non accade, Aleksej Kuropatkin e Zinovij Rožestvenskij sono comandanti molto migliori e riescono ad ottenere la vittoria.
In questa TL le forze terrestri giapponesi vengono sconfitte in modo decisivo a Mukden, dove caricano le trincee russe in classico stile Prima Guerra Mondiale e vengono falcidiate da una gragnuola di proiettili di mitragliatrice.
Dopo le pesanti perdite giapponesi i Russi, guidati dalla forte leadership di Aleksej Kuropatkin, riescono ad organizzare un contrattacco efficace riconquistando qualche territorio e infrangendo la fiducia dell’esercito giapponese.
Nel frattempo, grazie al suo saggio stoicismo, l’Ammiraglio Zinovij Rožestvenskij riesce a convincere lo Zar ad effettuare alcune importanti riparazioni prima di partire dal Baltico, e la flotta russa riesce ad utilizzare il numero di corazzate e le tattiche superiori per mandare la flotta giapponese nel Regno dei Cieli.
Senza il supporto navale le rimanenti forze giapponesi in Manciuria rimangono senza connessioni con le isole patrie giapponesi e devono arrendersi.
Il trattato che ne risulterà cambierà completamente l’equilibrio del potere nella regione, la Manciuria faceva tecnicamente parte della Cina, perciò né al Giappone né alla Russia sarebbe stato ancora permesso di conquistarla, ma la seconda otterrà un trattato che le darà il controllo effettivo della regione.
I Russi manterranno il possesso di Port Arthur, sulla penisola cinese di Liaodong, e la Corea, che stava diventando un fantoccio giapponese, in questa TL non lo farà, perché i Giapponesi perderanno il controllo dei mari.
La Corea diventerà uno stato cliente russo, con guarnigioni russe sulla penisola, mentre l’Imperatore della Corea manterrà il controllo.
Questo avrà molti effetti interni in entrambi i paesi, nella nostra TL la Russia quasi precipitò nella rivoluzione a causa della Guerra Russo-Giapponese, lo Zar dovette liberalizzare il suo regime e creare un parlamento, la Duma.
I semi che portarono alla Rivoluzione Russa vennero piantati grazie agli esiti della Guerra Russo-Giapponese, ma in questa TL ciò non accadrà mai.
Nel frattempo il Giappone ha subito la sconfitta da parte dei Russi.
La presenza russa in Corea, così vicino al Giappone, orripilerà i Giapponesi, che investiranno ancora di più nelle loro forze armate per sconfiggere i Russi nella prossima guerra.
La sorprendente verità è che la maggior parte degli osservatori del mondo pensava che la vittoria russa nella guerra fosse una conclusione inevitabile, il razzismo dominava e col colonialismo europeo in piena corsa l’idea che una nazione europea venisse sconfitta in una grande guerra da una asiatica veniva ritenuta impossibile.
Tsushima fece scoppiare la bolla, e questo aiutò a creare dubbi sulla forza del colonialismo e assicurando un cambio di paradigma nel modo in cui gli occidentali vedevano il mondo.
Il risultato diverso della guerra porterà ad alleanze completamente diverse: per quasi tutto il XIX secolo il principale rivale dell’Inghilterra fu la Russia, che si stava espandendo rapidamente in Asia.
Gli Inglesi erano terrorizzati dall’idea di un’invasione russa dell’India e del Medio Oriente, perciò si allearono con la Francia e fecero tutto il possibile per mantenere la Russia debole.

Comunque sia, dopo che la Russia dimostrò la sua debolezza nella Guerra Russo-Giapponese e l’interruzione della marcia verso est della Russia, la minaccia divenne la Germania, un colosso industriale col quale condivideva il Mare del Nord.
Di conseguenza l’Inghilterra si alleò con la Russia contro la Germania, e insieme alla Francia formarono la Triplice Intesa, che fu la pietra angolare della Prima Guerra Mondiale, ma questo non accadrà in questa TL, gli Inglesi rimarranno inorriditi dal risultato della Guerra Russo-Giapponese, perché con i porti mancesi e coreani la Russia diventerà una superpotenza del Pacifico.
Nella nostra TL gli Inglesi si schierarono con i Giapponesi per danneggiare i Russi, e questo si applicherebbe ancora di più a questa TL, con gli Inglesi che invieranno navi e soldati ai Giapponesi.
Questo avrà risultati incredibili più avanti nella storia, quando scoppierà la Prima Guerra Mondiale il Giappone si alleerà con la Triplice Alleanza per avere la rivincita sulla Russia.
L’Inghilterra, vedendo i Tedeschi e i Russi, i suoi due più grandi rivali, uccidersi l’un l’altro, si terrà fuori dalla guerra.
Questo risulterà inevitabilmente in una vittoria della Triplice Alleanza: la Francia, senza gli Inglesi a coprire il suo fianco sinistro, crollerà nel 1916, e la Russia sarà costretta a combattere una guerra su due fronti con la Germania ad ovest e il Giappone ad est.
La Russia sarà costretta a firmare il Trattato di Brest-Litovsk e a cedere la Manciuria e la Corea ai Giapponesi.
Dato che la guerra finirà molto prima, non sarà così dolorosa e lunga da vedere la rivoluzione Comunista, inoltre gli elementi sediziosi Comunisti non godranno dell’impeto iniziale derivato dalle rivolte del 1904.
L’ascesa al potere dei Comunisti si basò incredibilmente sull’esatto tempismo della guerra e dell’arrivo di Lenin, la cui abilità nel percepire lo zeitgeist generale e nell’intuire quando far partire la rivoluzione Comunista basandosi sui mugugni a San Pietroburgo, sulla mancanza di cibo ecc. fu davvero brillante.
Kerenskij, nel frattempo, terrà insieme i resti della Russia tramite la monarchia costituzionale che deriverà dalla Rivoluzione di Febbraio, che avverrà comunque.
Intanto, la vittoria nella guerra permetterà agli Imperi Centrali come l’Austria-Ungheria e gli Ottomani di sopravvivere.
Dopo una guerra civile tra le parti ungheresi e quelle non ungheresi dell’impero, l’Austria-Ungheria si riformerà come federazione di gruppi etnici.
Gli Ottomani si modernizzeranno grazie ai Giovani Turchi, e con la scoperta del petrolio sotto molte parti del loro impero diventeranno una nazione favolosamente ricca.
Con l’arrivo degli anni ’30 vedremo un mondo molto diverso e la Russia si sposterà sempre più a destra.
Nella nostra TL, poco prima della Grande Guerra, il nazionalismo slavo stava davvero decollando in Russia, e se fosse rimasta uno stato democratico conservatore questa ideologia avrebbe guadagnato sempre più influenza.
Nella nostra TL tutte le nazioni che persero la Prima Guerra Mondiale caddero vittima del totalitarismo, ma anche con una Prima Guerra Mondiale più corta e meno sanguinosa non sarei sorpreso se questo nazionalismo slavo in Russia si trasformasse in Fascismo.
Anche la Francia diventerebbe Fascista.
Nel frattempo, senza la vergogna della sconfitta, la Germania rimarrà sotto la guida del Kaiser e Hitler non prenderà mai il potere.
Gli effetti sull’Inghilterra sarebbero enormi, prima della Grande Guerra l’Inghilterra era la potenza mondiale predominante, ma divenne presto chiaro che essa non aveva la possibilità di combattere da sola una guerra totale contro nazioni come la Germania o la Russia.
L’Inghilterra vide il fior fiore della sua gioventù ucciso sui campi di battaglia delle Fiandre, entrò nella guerra come più grande creditrice del mondo e ne uscì come più grande debitrice del mondo, e il suo impero iniziò a precipitare in un declino inarrestabile.
Questo non avverrà in questa TL, l’impero manterrà il suo dominio più a lungo, inoltre, con l’Inghilterra fuori dal conflitto, non ci sarà nessuna campagna sottomarina che trascinerà in guerra il suo cugino, gli Stati Uniti, e ciò significa che l’ascesa della potenza americana dopo la Prima Guerra Mondiale non ci sarà mai.
Senza Comunismo la Russia diventerà un’economia molto più forte e ricca.
Prima della Grande Guerra si stava industrializzando rapidamente, i Comunisti continuarono questo processo e fecero avanzare l’industria a marce forzate a spese di praticamente tutti gli altri.
La Dekulakizzazione distrusse letteralmente la base agricola e imprenditoriale della nazione, e l’Unione Sovietica rimase il guscio di un’economia, ma ciò non avverrà in questa TL, la Russia espanderà continuamente la sua economia verso uno status da Primo Mondo.
La Seconda Guerra Mondiale nascerà dalle ceneri della Prima, Francesi e Russi saranno arrabbiati per la sconfitta e da ciò scoppierà un conflitto per l’Europa.
L’Inghilterra, preoccupata che la Germania possa diventare la potenza europea dominante e minacciare di conseguenza l’Inghilterra, si schiererà con queste due nazioni.
Il Giappone, che controllerebbe la Manciuria e la Corea, avrebbe due scelte: dirigere il suo attacco contro la Russia a nord o attaccare l’Asia sudorientale e meridionale.
Il Giappone si schiererebbe di nuovo con la Germania e vedremo una guerra simile alla Seconda Guerra Mondiale della nostra TL, con Russia, Inghilterra e Francia contro Germania e Giappone.
Francamente è difficile dire chi vincerà, il blocco della Triplice Alleanza potrebbe essere difficile da sconfiggere semplicemente perché enorme, e il fatto che i Tedeschi non sono dei maniaci genocidi lo aiuterà di molto, ma d’altro canto la Russia continuerà l’industrializzazione e l’Inghilterra sarà ancora una grande potenza, molto dipende da se gli Stati Uniti, la superpotenza economica e potenza industriale più grande del mondo, verranno coinvolti nello schieramento alleato.
In fin dei conti non posso dirlo, perciò finirò qui questa ucronia.

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