Staffarda 2017


Scritto da Sandro Degiani per William Riker ed a lui dedicato nel giorno del suo 38° compleanno (20 maggio 2007)

Come storico e redattore del Registro degli Eventi del Monastero della Staffarda non posso esimermi dal registrare in questo libro un “piccolo miracolo” di cui siamo stati testimoni noi tutti fratelli

Il disegno di Dio a volte è misterioso a volte gloriosamente chiaro ed evidente.

Noi abbiamo avuto una concreta prova di questa evidenza.

Ma visto che uno dei protagonisti del miracolo è anche migliore scrittore di me, umile fraticello, lascio a lui descrivere l’accaduto, con i suoi ben più forbiti e piacevoli fraseggi.

……………

La campanella d’ingresso tintinnava allegra e impaziente.

Il frate Guardiano correva per quanto glielo permettesse l’evidente obesità e l’età avanzata ciabattando sulle antiche  e levigate pietre dell’ombroso corridoio che portava all’antico portone di legno che chiudeva l’arco dell’ingresso del monastero.

“Arrivo.. arrivo… sto arrivando, che diamine! Che fretta avete! Lasciate in pace quella povera campana!”

Spalancò lo spioncino e gli apparve un volto sorridente, un paio di occhiali scuri ed un pizzo candido.

“Scusate l’ora…. Sono un po’ in ritardo….  Dovrei essere atteso, sono Fra’ Ciotti da Portacomaro!”

“Fratello Ciotti…. Vi aspettavamo stamattina e la corriera che vi doveva portare da noi non si è nemmeno fermata… e così un nostro fratello che doveva, anzi che voleva partire non ha potuto prenderla…che cosa vi è successo?”

Intanto il frate armeggiava con la pesante spranga di ferro forgiato che faceva da blocco alla portina del passo pedonale e faceva entrare, in una lama di vivida luce solare, fra’ Ciotti nell’androne.

Una nuvola di polvere entrò con il frate…ed il Guardiano si chino a guardare gli impolverati sandali ed i bordi del saio bianchi di polvere, sfrangiato  e con fili d’erba impigliati.

Sollevò interrogativo lo sguardo e ricevette la risposta alla domanda non fatta.

“Si… sono venuto a piedi dalla stazione, lungo quel vostro bel sentiero!”

“Ma sono dodici chilometri….!” Esclamò il frate Guardiano.

“Per voi sono dodici chilometri, fratello, per me sono state sei ore passate in Paradiso a passeggiare nei boschi.”

“Ma sei ore… fratello…”

“Lo so, non è un buon tempo… ma io cammino piano per guardarmi attorno e poi al bivio, dove c’è una edicola con la Madonna ed un altarino mi sono fermato ed li’ ho detto la mia Messa giornaliera…”

“Avete detto la Messa da solo…?”

“No, avevo un coro di fringuelli e un paio di scoiattoli si sono fermati a guardarmi per un bel po’…”

“Mi avevano detto che eravate un tipo strano… ma voi riuscite a stupirmi anche se vedo novizi da sessant’anni! Venite, l’Abate vi aspetta da stamane dopo il Mattutino, il suo umore potrebbe non essere migliorato nel frattempo..”

……………

In effetti l’Abate non era nel migliore stato d’animo per accogliere Frate Ciotti, ma il colorito racconto del perché del ritardo lo diverti molto ed alla fine del colloquio, benedisse benevolmente sorridendo il nuovo converso tenendogli una mano sulla testa e disse rivolto al Frate Guardiano:

“Credo che con Frate Ciotti nella nostra comunità ci annoieremo di meno e sorrideremo di più, vero…? Si è fatto tardi, fratello Guardiano, portate Fra Ciotti da fratello Riker, dividerà la cella con lui per questa notte, poi troveremo una sistemazione definitiva.”

“Venite, Fratello Riker da Lonate è il  fratello che doveva prendere la corriera… da un po’ di tempo aveva chiesto di cambiare convento e l’Abate gli aveva concesso di partire al vostro arrivo. E’ un po’ colpa vostra se lui è ancora qui..”

 “Fra Riker….?? No, non è possibile… non può essere lui….” Mormorò Fra Ciotti accarezzando il pizzetto e tirandosi le punte dei baffi.

“Che dite, fratello….?”

“Un tempo conoscevo un Riker …  che aveva a che fare proprio con Lonate… ma sono dieci anni che non lo sento più… un giorno mi disse: non cercarmi… vado via e non l’ho più sentito!”

“Non l’avete più visto da allora?”

“Non l’avevo visto mai nemmeno allora, da anni ci tenevamo in contatto via internet con la posta elettronica, avevamo cose in comune ed eravamo curiosi delle medesime cose… diversi ma vicini”

Erano arrivati ad una cella uguale alle altre… non si udiva nulla se non l’assordante frinire delle cicale.

Il Frate Guardiano bussò lievemente e da dietro l’uscio  un voce sommessa disse : “Avanti, Fratelli, siate i benvenuti!”

Entrarono uno dietro l’altro, Fra’ Ciotti dietro  al Frate Guardiano con il capo un po’ chino.

Poi il Frate Guardiano si scostò e lui alzò lo sguardo incontrando quello di frate Riker che si era girato verso di loro mentre teneva ancora in mano il libro che stava leggendo… “Non Temiamo la Verità” … uno dei libri scritti da Karol  Wojtyla. E poi un ciondolo d’argento dondolava appeso all’unico scaffale della spoglia cella… un  portachiavi d’argento con incastonata una moneta da 500 lire con l’effige di  Giovanni Paolo II.

Possibile..? Poteva davvero essere vero che alla fine le loro strade si fossero incontrate in un punto così lontano ed imprevedibile.

Il Frate Guardiano li presentò.

“Frate Riker, questo è Frate Ciotti, per questa notte sarà ospite della vostra cella, domani gli troveremo una sistemazione migliore!”

“Non è un problema, anzi dividerò volentieri con lui i miei spazi… ed avrò qualcuno con cui chiacchierare se lui lo vorrà!” rispose Frate Riker

“Lo vorrò certamente, è più facile farmi parlare che farmi star zitto, ed accetto l’ospitalità di Frate Riker….  vorrei ricordargli che questa notte di ospitalità forse l’ho già pagata… 10 anni fa… al modico prezzo di 500 lire d’argento!”

rispose Fra’ Ciotti guardando prima negli occhi Fra Riker e poi spostando lo sguardo sul portachiavi appeso.

Spostò lo sguardo anche Fra Riker e poi si voltò rosso in volto per l’emozione.

“Sandro! Non è possibile…. Come mi hai trovato?”

“Senza cercarti, William, ma con una Mano che mi guidava dall’alto…. “

“Dieci anni…. E mi sembra che solo ieri……”

“…. Pensa se non avessi volutamente perso la corriera …”

“Se tu non avessi perso la corriera, io sarei partito al tuo arrivo e non ci saremmo incontrati!

“Ma se  tu non fossi partito……

Il Frate Guardiano scosse la testa si girò e usci dalla cella chiudendosi dietro la porticina, mentre le voci dei due frati salivano sempre più di  tono, eccitate….

“Ma se io quel giorno…”

“Ma se tu non avessi…”

“Ma se invece avessi preso la corriera…”

“…ucronisti inguaribili….” Mormorò sorridendo, e poi ciabattò via verso la sua cella, sentendosi chissà perché il cuore leggero leggero.

Sandro Degiani

 

L’Abbazia di Santa Maria di Staffarda

L’Abbazia di Santa Maria di Staffarda

 

Nota dell'autore: le 500 lire d'argento con l'effigie di Karol Wojtyla rappresentano davvero un regalo che Sandro Degiani intendeva fare a William Riker per il suo 38° compleanno: nella "nostra" Timeline non è riuscito a trovarle, ma evidentemente in un'altra sì... e quest'ultimo, che ha effettivamente carezzato l'idea di farsi monaco, in conseguenza di quel dono forse ha deciso di intraprendere davvero questa strada...


Vite parallele

 

Proseguiamo il gioco, ma applichiamolo a personaggi famosi. Che cosa avrebbero fatto diversi protagonisti della storia e della politica se avessero avuto nella loro vita la possibilità di compiere la scelta di cambiare professione? Si può inaugurare un ricco filone di "vite parallele", con:

Bossi e Berlusconi: cantanti

Celentano: politico (ma anche orologiaio)

Reagan: attore

Clinton: saxofonista country

G.W. Bush: petroliere fallito

Giovanni Paolo II: ...talmente eclettico che avrebbe potuto seguire una qualsiasi delle sue attività: professore universitario, bibliotecario, attore, oppure traduttore, data la sua ottima conoscenza delle lingue

Tony Blair: cantante rock (chissà perchè l'accoppiata cantante/politico è ricorrente!)

Saddam Hussein: pastore

Ahmadinejad: ingegnere

Montale: cantante d'opera

Margaret Thatcher: ricercatrice presso un'azienda che produce gelati

Fidel Castro: campione di baseball

Che Guevara: rugbista professionista, scacchista oppure medico

Yuri Gagarin: metalmeccanico (o addirittura falegname come il padre, se non riesce a completare gli studi)

Gandhi: commerciante di spezie

Mussolini: maestro elementare e sindacalista

Hitler: disegnatore di fumetti e ricco sfondato

Stalin: Pope ortodosso georgiano

D'Annunzio: politico

Napoleone: governatore della Martinica per conto del re di Francia (aveva sposato una creola di quella terra)

Cavour: produttore vinicolo

George Washington: contrabbandiere

Isaac Newton: latifondista e primo ministro dell'Impero Britannico

Galileo Galilei: apprezzato suonatore di clavicembalo

Leonardo da Vinci: avvocato come il padre

Cristoforo Colombo: disegnatore di mappe nautiche per conto della Repubblica di Genova

Gengis Khan: allevatore di cavalli

Sant'Ambrogio: governatore di Milano e poi magari imperatore d'Occidente

Diocleziano: coltivatore diretto di cavoli nella natia Dalmazia

Paolo di Tarso: fabbricante di tende

Simon Pietro: pescatore

Pericle: filosofo e seguace di Socrate e Platone...

Buddha: principe

e l'elenco potrebbe continuare... Per suggerirci altre vite parallele, scriveteci a questo indirizzo.

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E ora, l'idea di MorteBianca:

Ho visto che, nelle loro ucronie, alcuni autori si sono sbizzarriti nel creare religioni alternative, completamente nuove o sincretistiche, e queste sono sempre un fattore di alternatività in più nelle ucronie, quindi ho deciso di proporvi un piccolo esperimento: chiunque voglia potrà creare qui la propria "religione ucronica" sbizzarrendosi. Le regole sono semplici:

- Bisogna prima mostrarne la fondazione,la storia, e poi le zone d'influenza e il credo,come pure la struttura,tutte in quest'ordine.

- Può essere una versione alternativa di una religione già esistente,una del tutto nuova,una fusione di tante religioni,oppure sbizzarritevi ed inventate qualcosa che nessuno ha mai visto!

- Cerchiamo di non farle tutte uguali,più è vario più e bello e soprattutto più è innovativo più fa colpo!

- La religione nel corso della sua storia può rimanere statica o subire modifiche,a vostra discrezione.

-Potete anche inventarvi avvenimenti storici alternativi per giustificarla, o anche luoghi geografici inesistenti per darle una patria (per esempio una guerra, un avvenimento politico, un'isoletta o un villaggio).

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Gli risponde Enrica S.:

Una bella idea potrebbe essere anche un sincretismo buddismo-cristianesimo in seguito a una spedizione militare sotto Domiziano con conquista romana dell'Arabia Felix e dell'isola di Sri Lanka, la mitologica Taprobane da alcuni identificata con l'Eden biblico.

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MorteBianca invece propone:

Tanto tempo fa, nella lontana India, i saggi si misuravano nelle parole e chi era abile nel vincere le questioni veniva ritenuto,a buon titolo,il più saggio.

Un giorno nacque un uomo che era talmente abile con le parole che, si racconta, avrebbe dimostrato che gli asini volano ad un maestro di fisiche meccaniche della terra.

La sua abilità era leggendaria,nessuno riusciva a batterlo, e alla fine iniziò a prendere degli allievi e fondò la "scuola di oratoria".

Furono molti gli illustri oratori di quella scuola, ognuno di loro era più abile dell'altro e sviluppavano tesi e antitesi, senza sostenerne alcuna, come il loro maestro aveva loro insegnato.

Un giorno però venne un alunno geniale, che in breve riuscì a battere tutti i maestri e tutti i saggi, divenendo non solo il maestro principale del gruppo ma anche una figura di ispirazione per tutti.

Riuscì,con la sua abilità,a confutare TUTTE le tesi dello storico maestro(defunto da secoli ormai) ed era noto appunto per questa sua abilità: poteva solo confutare,non elaborava tesi proprie.

Era infatti chiamato "Maestro delle Antitesi". Egli arrivò a sviluppare un proprio pensiero, ritenendo che "Nulla fosse vero, non esistono verità neppure nella geometria e la matematica, nulla esiste oltre il mondo terreno, ma nulla esiste neppure oltre i sensi, e non esistono cose come il passato e il futuro, e nulla esiste oltre la percezione sensibile, e nulla di queste percezioni esiste oltre la nostra mente, tutto è nella nostra mente, e la nostra mente è solo un illusione da noi creata per distinguerci, nulla è, nemmeno noi siamo, il mondo è Nulla, Nulla e Nulla regna sovrano, Nulla può essere, e nemmeno il Nulla esiste, proprio per questo è Nulla". In questo suo nichilismo radicale predicava la vanità di tutte le cose e di tutte le credenze,e aveva un folto seguito di allievi. Il maestro amava ritirarsi in meditazione per annullare la coscienza e ricongiungersi con il supremo nulla (simile quindi al Nirvana) e alla fine lui e i suoi alunni decisero di trasferirsi su un'isoletta dove vivevano con tutti i divieti possibili: Niente droghe, alcol, niente donne, niente proprietà privata, niente cibo o materiale proveniente da animali, niente violenza nemmeno verbale o mentale, castità assoluta, lunghe ore di meditazione, studio e lavoro pesante per guadagnare il poco che si doveva mangiare, e lunghissimi digiuni per temprare lo spirito.

Questa comunità accrebbe i suoi membri esponenzialmente, e grandi condottieri e pensatori venivano dal maestro per interloquire con lui,ma tutti ne uscivano sconfitti.

Il maestro giunse ad estremizzare le sue "purificazioni": Mangiava soltanto l'erba dei prati, nessun frutto toccava le sue labbra, erba e acqua erano le sue uniche fonti di cibo, si dice che dormisse poco e parlasse ancor meno, sembrava una statua e i suoi allievi lo imitavano.

Predicava tra l'altro,in maniera simile ai manichei, l'assenza di odio anche verso gli elementi,quindi non spegnere i fuochi, non rompere nulla di solido, non emettere suoni(che disturbavano l'armonia sonora) muoversi il meno possibile per non disturbare l'aria e non disturbare l'acqua quando essa è tranquilla.

Il Maestro era ormai sulla soglia della totale purificazione, e gli allievi credevano che stesse per diventare... cosa? Non certo una divinità,dato che predicava il Nulla,ma di certo stava per ricongiungersi,allora, con il nulla stesso. Ormai non mangiava più né beveva, si limitava a respirare abbondantemente,non dormiva più e ormai non si muoveva, non parlava più:scriveva,e solo per linguaggio matematico,elaborando complessi schemi(lo faceva perchè la matematica era esercizio di intelletto).

Quando ormai era vicina la sua fine, dato che non respirava più eppure dava segni di vita, egli scrisse un lungo Rotolo della Verità,in cui proclamava che in realtà il Nulla,che ormai lui conosceva bene,era Infinito,da non intendersi né con il Nulla né con l'Essere parmenideo, ma con l'Infinito come semplice "quantità",come numero,non come cosa che è infinita, egli parlava del Nulla perchè il Nulla è infinito,e tutto è vano in confronto all'Infinito,che ai suoi occhi non può essere Nulla,giacchè è infinitamente esteso (come il Nulla stesso è,per essere Nulla più assoluto anche se aspaziale doveva per forza essere ovunque) E predicava il mito della fanciulla:

Una fanciulla nata in un villaggio guardava sempre il cielo,e non si curava delle cose terrene ma aveva sempre gli occhi puntati verso l'infinito azzurro,poi un giorno scoprì il mare,e vide che anche esso era infinito,e vide l'orizzonte,qualcosa di irraggiungibile,e vide i gabbiani,e si chiese se erano soli(citazione di un poema giapponese molto famoso e molto triste,ma ricco di speranza) a volare,non toccati nè dal cielo nè dal mare,ma liberi nell'infinita estensione,blu ovunque, in eterno a volare in quel blu fino a perdersi in esso,a divenire blu infinito,a divenire né mare né cielo,ma il romantico spazio infinito fra essi, il maestro così parlò: dopo la morte diventiamo gabbiano e vaghiamo per l'eternità fino a ricongiungerci con l'assoluto. Così parlo Zarathustra (quello di Nietzsche). I suoi allievi quindi apportarono questa modifica al loro "programma" e nelle loro meditazioni cercavano di essere "infinito", guardavano il mare e si placavano.

Nell'isola vennero ben presto altri grandi pensatori,portando il loro pantheon di moltissime divinità, e ogni volta questi si stabilivano e parlavano delle loro divinità, gli scolari tentavano di scacciarli ma a nulla valsero i loro sforzi per via della loro insistenza,e l'isola era ormai divenuta piena di idoli finché non giunse un maestro induista,che spiegò loro come tutte quelle divinità altro non fossero che emanazioni, angeli, o semplici enti che avevano grande potere,ma il tutto proveniva da un'Unità ancestrale,infinita ed eterna,e i monaci vi colsero l'Infinito,e allora coesistettero tutte quelle divinità e l'Infinito,e nacque una nuova massima: l'Infinito può inviare sulla Terra esseri più vicini ad esso,e quindi più potenti e saggi,e il loro maestro era certamente uno di loro. Ogni volta che una nuova religione monoteista nasceva,quel pantheon veniva incluso nel loro gigantesco pantheon, che contava 10.000 divinità!

Con l'età moderna inclusero nella loro lista di "profeti" anche grandi filosofi e scienziati, dato che per loro virtù=sapere=santità.

Si aprirono in seguito alla modernità, alle donne e persino all'omosessualità, e al matrimonio per i propri preti (l'omosessualità rimaneva comunque sconsigliata).

Durante la storia il culto cominciò ad uscire dall'isola man mano che si parlava di questi monaci dall'eccellente virtù ed eloquenza,e moltissimi si convertirono dopo averli visitati,e quando l'isola fu piena vennero fondati degli altri "paradisi" in altri luoghi(per loro l'isolarsi nell'isola in meditazione era come entrare in paradiso).

Il credo di questa religione è monoteista e predicano l'esistenza di un unico, immutabile, eterno, infinito, onnipotente, onnipossente, onnisciente e onnipresente Dio misericordioso,e che tutti i profeti della storia siano egualmente santi. Considerano le altre divinità di tre livelli,dall'alto in basso: Angeli, Divinità come "espressioni di Dio stesso" in maniera tolkeniana, e infine come esseri potentissimi e autonomi. Hanno una concezione sia ciclica che lineare del tempo: continue creazioni e distruzioni e cicli all'interno dei cicli,ma il tutto con un fine, secondo loro siamo alla 3000 versione del mondo,e altre ne seguiranno ma prima o poi finirà, dato che in ogni ripetizione di questo "eterno ritorno" le cose cambiano.

Hanno una concezione singolare dell'aldilà: dopo la morte l'anima diventa gabbiano(il loro animale sacro) e trasmigra fra gli oceani in un "eterno secondo",ovvero un secondo che viene percepito come un'eternità,finchè non si perdono nell'Infinito,contemplano le "idee platoniche" da esso derivate e infine si reincarnano, in qualcosa di più basso o di più alto.

Hanno un Inferno, (che finisce nella dannazione eterna solo nel fondale fino alla prossima versione dell'universo) un Purgatorio e diversi Paradisi sempre più alti,a seconda di quanto si è stati "casti" (hanno diversi livelli per gli adepti). Secondo loro,dal basso verso l'alto,si può fare un "cursus honorum" dall'Inferno più basso (o almeno il penultimo)su fino all'energia delle brane (la più bassa forma di "vita", si passa poi agli atomi,molecole e così via,i virus,i batteri e si risale fino all'uomo,che può essere di vari tipi fino ai santoni tipo il maestro.

Inoltre ci sono i nobili,ovvero coloro che sono di sangue "superiore", gli eroi mitologici,i semidei,gli dei e così via sempre più in alto fino agli Angeli, a quel punto, se non ci si vuole reincarnare più in basso per "assistere" il mondo, si può diventare parte di coscienze collettive: della città,dello stato,del pianeta,della stella,della galassia ecc. fino alla mente collettiva,alla vita collettiva,alla materia collettiva,all'energia collettiva, fino alla congiunzione finale con l'Assoluto e Infinito, Dio, l'Essere. Che ne dite?


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