I Regni Uniti d'America

di Tommaso Mazzoni


P.o.D.: Ce ne sono svariati, ma il più importante è questo: le 13 Colonie sono organizzate come 13 Ducati, ciascuno con un Duca ereditario e non un governatore nominato dal Re.

1756: I Ducati proclamano la propria indipendenza, 20 anni in anticipo sulla H.L, perché contrariati dall'essere stati coinvolti nella Guerra dei 7 Anni, con grosse spese e un alto costo in vite umane per i Ducali. (In alcuni Ducati, la Dinastia Ducale regnante, leale alla corona britannica, è stata sostituita: Questo è il caso del Ducato di Virginia, dove Lawrence Washington diviene Duca di Virginia e in seguito 1° Re; in H.L. Il fratello maggiore di Washington morì prima dell'inizio della carriera militare del fratello.)
Scoppia la guerra d'Indipendenza. In questa linea gli insorti approfittano della Guerra dei Sette Anni.

1759: Al termine della Guerra George Washington, fratello minore del Duca di Virginia ed eroe Nazionale viene incoronato Imperatore dei Regni Uniti d'America.

1763: Al Termine della Guerra dei Sette Anni la Francia è la prima nazione a riconoscere il nuovo Stato.

1768: Entra in vigore la Carta Costituzionale dell'Impero; La capitale provvisoria è posta a Filadelfia, dove si riunisce il primo Concilio dei Re, composto da 14 membri, i Re di: New York, 
Delaware, Maryland, Connecticut, Massachusetts, New Hampshire, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia, Rhode Island, New Jersey, Pennsylvania, Virginia più l'Imperatore Giorgio 1°.

1775: Il Regno del Vermont entra nell'unione, insieme al neonato Regno del Kentucky e al regno del Tennessee.

1797: a Dicembre, un corpo di spedizione regnunitense guidato dal principe ereditario John Washington partecipa alla battaglia di Parigi, al fianco degli Austriaci e degli Inglesi, in cambio del riconoscimento internazionale: tale battaglia pone fine al terrore, libera Luigi XVII° e lo ripristina sul trono, sotto la reggenza dello zio. Il principe John, purtroppo, è ferito e muore; grave lutto per l'Imperatore e l'Imperatrice Martha. 

1798: L'Imperatore durante la cerimonia di sepoltura solenne del figlio adottivo a Filadelfia pronuncia uno storico discorso in cui proclama la dottrina Washington, di non interferenza negli affari intercontinentali. “Lasciamo agli Europei le loro guerre e i loro lutti!”

1799: Muore Giorgio I° Padre della Patria, fra il lutto dei suoi sudditi. Sale al trono il Principe Augustine George Washington di Virginia, primogenito di Lorenzo I° di Virginia. ( La costituzione impedisce infatti di assommare le cariche di Re e di Imperatore) In onore dello zio assume il nome di Giorgio II°.

1800: La Capitale è trasferita nella nuova città di Washington City, nel neo-costituito Distretto Imperiale di Columbia.

1805: Quasi-Guerra contro l'Inghilterra.

1806: Il Regno dell'Ohio entra nell'Unione.

1812: Il Principe di New Orleans, l'ex-Pirata Jean la Fitte ottiene l'indipendenza della Louisiana con i soldi della Corona dei Regni Uniti. Giovanni I° siede nel consiglio dei Re con l'ingresso del regno di Louisiana nell'Unione.

1813-1815: Non uno ma bensì tre conflitti sconvolgono l'unione: 
La Guerra contro il Principato di Florida, quella contro la Confederazione dei Popoli Nativi, guidata da Tecumseh I° ed infine la guerra contro l'Inghilterra.
L'unione vince due di questi conflitti, contro l'Inghilterra, guadagnando il controllo sui territori a sud dei Grandi Laghi, e contro la Florida, che diventa vassallo dell'unione. In Florida, tuttavia, nella battaglia di Okeefenokee muore l'Imperatore Giorgio II°.
Il Principe di Filadelfia (titolo dell'erede apparente al trono Imperiale) George Thomas Washington 
è impegnato alla guida dell'esercito dell'Unione presso il Lago Michigan, così è il secondogenito Lawrence ad assumere la reggenza. Lawrence incarica il Primo Ministro Madison di ocuparsi degli Indiani. Il Generale Harrison guida la Quinta Armata. A Tippecanoe la Confederazione dei Popoli Nativi infligge una devastante sconfitta all'esercito dell'Unione, ed Harrison rimane ucciso. Il Generale Jackson, alla guida della Sesta Armata interviene, sale da sud, e ingaggia il nemico a Fort Wayne. Dopo un primo momento che sembrava favorire l'Unione, i Nativi reagirono; erano stati armati dagli Inglesi, e avevano conservato un arma segreta che Jackson non s'aspettava, ovvero dei pezzi d'artiglieria! Espugnato il forte, Tecumseh ci si asserraglia dentro ed inizia a bombardare l'armata U.KA. Un secondo esercito Nativo, guidato dal fratello di Tecumseh si prepara a prendere Jackson alle spalle. Ma il 15 Giugno del 1815 la Terza Armata al comando dell'Imperatore in persona arriva a Fort Wayne. Meglio armato, ma provato e inferiore di numero l'esercito Imperiale a sorpresa alza bandiera bianca. A Fort Wayne viene siglato un Trattato di Pace che fa del nuovo Regno Nativo dell'Indiana il guardiano delle frontiere Nord-Occidentali dei Regni Uniti d'America.

1815: Giorgio III° è ufficialmente incoronato nei Giardini del Nuovo Palazzo Imperiale, il Castello Bianco. 

1816: Vengono fondati i Regni dell'Illinois del Mississippi e dello Utah, ma solo i primi due entrano nell'Unione, uno sotto Tommaso I° Lincoln, sposo dell'unica figlia dell'Imperatore, la Principessa di Filadelfia Nancy Washington, l'altro sotto Antonio I° Sawyer, eroe della Battaglia di Okeefenokee.. Nello Utah sorge una Teocrazia Mormone, sotto Jacob I° Johel, primo Santo Vicario e Re dello Utah. 

1817: Nasce ( con 11 anni di ritardo sulla nostra Timeline, ) Abraham Lincoln, Principe di Springfield. Diviene il nuovo principe di Filadelfia. 
Nasce Il Regno del Michigan, sotto il generale Cristopher Ness acclamato Re in seguito alla sua vittoria sulle truppe Inglesi sul Lago Erie. 

1818: Nasce il Regno d'Alabama, che entra nell'Unione.

1819: Nasce il Regno del Maine.

1820: Il Regno del Maine entra nell'Unione.

1824-1825: L'Indiana e i Regni Uniti sono alleati nella Guerra contro Aquila Rossa, Capo Secessionista del Nebraska.

1825: I Regni Nativi di Nebraska e Indiana entrano nell'Unione.

1826: Contro il parere dell'Imperatore, ma con il voto favorevole dei due terzi del Congresso Imperiale il Regno di Florida, governato dalla dinastia Ispano-Seminole degli Okeefenokee entra nell'Unione.

1828: Prima Ribellione degli Schiavi Neri. Massacro di Atlanta, Per la prima volta il Consiglio dei Re mette sotto accusa uno dei suoi membri Re Giovanni II° Custer, che è costretto ad abdicare a favore di un genero, Roberto I° Walker.

1829: I Regni del Nord aboliscono la schiavitù.

1830: Nel Vermont per la prima volta un uomo di Colore, Arthur Jackson, schiavo liberato, ottiene un titolo nobiliare, per aver salvato Mary, figlia del Re Edgard del Vermont da un tentativo di rapimento. 

1834: Scandalo nel Vermont, Arthur Jackson sposa la principessa Mary, futura Regina del Vermont. 

1835: Muore Re Edgar. Il Congresso del Vermont accetta la successione, e Arthur è il primo Re di Colore degli U.KA.

1836: Proteste dei Re degli Stati del Sud, il Vermont accoglie gli Schiavi fuggiaschi.

1837: Guerra d'Indipendenza del Regno del Texas, Antonio I° Lopez di Santa Ana, Imperatore Usurpatore del Messico prima massacra gli insorti a Fort Alamo, poi viene sconfitto dal Re del Tennessee Davide I° Crockett, dal neo-proclamato Re del Texas Samuele Houston e dal Generale Harold Bush, genero del Re Samuele, nella battaglia di San Jacinto.

1840: Guerra Messicana: Il Regno della California del Nord, il Regno della California del Sud il Regno dell'Arizona e quello del Nuevo Mexico insorgono, appoggiati dagli U.K.A. e dal Texas.
Al termine della Guerra la California del Nord, l'Arizona e il Nuovo Messico si uniscono agli U.K.A. Texas e California del Sud restano indipendenti fino al 1850.

1853: Il Regno dell'Oregon viene fondato insieme a quello della Virginia Occidentale, che aderisce agli U.KA.

1854: Antonio del Messico viene deposto, Benito Juarez è Lord protettore del Commonwealth Messicano. Juarez instaura un regime paternalista, ma filo-U.KA. 

1857: Inizio dei lavori per una ferrovia trans-oceanica.

1858: Nasce il Regno del Montana sotto Re Teodoro I Roosevelt, che entra nell'Unione.
Antonio del Messico viene deposto, Benito Juarez è Lord protettore del Commonwealth Messicano. Juarez instaura un regime paternalista, ma filo-U.K.A.

1860: Muore Giorgio III, ultra-novantenne, suo successore designato è il nipote, il Principe Abraham. Ma i Re del Sud, che conoscono le opinioni anti-schiavistiche del nuovo Imperatore si oppongono alla successione. Mettono in dubbio la legittimità della Regina Nancy, e appoggiano, invece il Re della Carolina del Sud Jefferson II Davies, Incoronato Imperatore dei Regni Confederati d'America ad Atlanta.

1861-1871: Guerra di Successione Americana.

1867: Approfittando della Guerra di Successione Americana, Napoleone III° dei Francesi invade il Messico, per instaurare un governo che paghi i debiti che Juarez ha contratto con la Francia. In questa linea è sempre Massimiliano d'Asburgo ad accettare il trono Messicano, ma, diversamente dalla nostra, Massimiliano arriva in Messico con 10 Navi da Guerra cariche di provviste, uomini, mezzi e munizioni, oltre ai mezzi e agli uomini Francesi. Il suo consigliere militare non è altri che Giuseppe Garibaldi (In questa Linea, dove il Terrore è iniziato subito, nel 1789, ed è durato 7 sanguinosissimi anni, Garibaldi, cresciuto da suo nonno Francesco, è un convinto sostenitore della monarchia costituzionale all'Americana, e visto che l'Italia esiste già, come confederazione fondata addirittura da Lorenzo il Magnifico, Garibaldi è amico personale di Massimiliano) Con l'aiuto di Garibaldi, Massimiliano sconfigge ripetutamente Juarez, si sgancia dalla Francia e costruisce un Impero Federale sul modello di quello Azteco, e di quello Cortesiano.(In questa linea, e ringrazio Perché No, per l'idea, Cortes ha approfittato del qui-pro-quo con Montezuma ed è salito sul trono del Serpente; La civiltà Azteca è quindi sopravvissuta, pur modificandosi.) 

1869-1874: Guerre di Liberazione Indiane; Si costituiscono i Regni Nativi Indipendenti del Dakota del Nord, del Colorado e del Dakota del Sud.

1871: dopo la battaglia di Gettysburg Davies si arrende; solo la morte lo salva dal patibolo, ma suo figlio, che ha denunciato per tempo il padre, conserva la corona della Carolina del Sud.

1875: Theodore, figlio cadetto del Re Teodoro del Montana, sposa Margaret, la Principessa di Filadelfia. Sono entrambi molto giovani, ma molto energici.

1879: Muore in un incidente cadendo da un cavallo, mentre si recava a teatro con la moglie, l'Imperatore Abramo; gli succedono Margaret e Theodore. Le corti dei Regni Uniti sono scettiche sulla possibilità per la coppia di governare l'enorme federazione.

1881-1887: Guerra U.K.A. –Apache. Dopo la sconfitta in duello del Re Cochise per mano dell’Imperatore Teodoro, Geronimo, nuovo Re degli Apache, firma il trattato; L’Arizona diviene Regno Apache, ma sono consentiti insediamenti bianchi.

1888, Il Regno dello Utah entra nell’Unione, pur conservando le sue peculiarità Mormoni.

1890: Nasce il Regno d’Oklahoma, governato dalla dinastia Indiana di Aquila Rossa, che entra nell’Unione.

1891: Anno dei Tumulti Indiani; L’Imperatore consolida la sua fama di Duellante vincendo oltre 100 duelli contro Guerrieri Indiani, Capitani riottosi dell’esercito, sceriffi troppo zelanti e fuorilegge. Unica sconfitta, contro William Cody, che viene acclamato Re del neo-costituito regno di Wyoming. Il Wyoming entra nell'Unione.

1892: Nascono i Regni di Kansas, Nevada e Wisconsin, che, insieme al Regno dell'Oregon entrano nell'Unione.

1897: Guerra Ispano-Americana; l'imperatore guida personalmente la propria guardia personale I Rought Riders in una storica campagna militare. Cuba diviene un Regno indipendente sotto protettorato Americano.

1899: L'Idaho entra nell'Unione.

1903: Occupazione di Panama e creazione del Regno di Panama, indipendente dall'Impero di Colombia. 

1904-1907: Guerra dei Tre Imperi fra Impero Brasiliano, Impero di Colombia e Impero Messicano.

1905: Secessione del Regno di Porto Rico dall'Impero Messicano, impegnato nella Guerra dei Tre Imperi.

1910: L'Imperatore vince il premio Nobel per la pace per la mediazione nella guerra Sino-Giapponese.

1914: Scoppia la prima Guerra Mondiale fra Impero Tedesco, Impero Austro-Ungarico e Impero Russo da una parte, Commonwealth Imperiale Britannico, Regno dei Francesi e Confederazione Italiana dall'altra.
Massimiliano del Messico rifiuta l'appoggio al fratello Francesco Giuseppe “Così come non era affar suo la sorte del mio impero, così non è affar mio la sorte del suo!” L'Austria allora offre un alleanza all'Impero Brasiliano, uscito malconcio dalla Guerra dei Tre Imperi e desideroso di una rivincita.

1915: Il Brasile entra in Guerra ed inizia una guerra di corsa contro le nave inglesi, mentre ammassa 
truppe al confine con il Messico, approfittando del riarmo offerto dagli Austriaci.

1916: Il Messico entra in guerra al fianco dell'Inghilterra, sostenuto con rifornimenti da Teodoro I° che ha poca simpatia per il Brasile.

1917: Cina e Colombia entrano in guerra al fianco di Russia e Brasile, mentre l'Impero Ottomano, gli U.K.A. e quello Giapponese al fianco di Italia e Commonwealth; La Guerra è veramente mondiale.

1918: Rivoluzione Russa! I Romanov devono concludere una pace separata e ripiegare poi in Alaska, dove formano l'Impero d'Alaska, sotto protettorato Britannico.
Nasce l'Impero Sovietico, dove lo Zar viene nominato dal P.C.I.S. Nicola III° (Lenin) è il Nuovo Zar, il primo Zar Rosso.

1919: La Guerra è finita, la Conferenza di Versailles decide il nuovo ordine mondiale.
La Germania non subisce mutilazioni territoriali, ma Guglielmo II° deve abdicare a favore del figlio Guglielmo III, mentre l'Alsazia e la Lorena sono smilitarizzate; L'Impero Tedesco deve pesantemente ridurre le sue forze armate. Perde le colonie.
Carlo d'Austria (Francesco Giuseppe è morto) non è obbligato a ad abdicare, ma deve permettere una serie di referendum in tutti i territori dell'Impero, che sanciscono quanto segue: La Bosnia diviene un Regno Federato della Serbia, l'Italia ottiene Trieste. l'Istria e la Dalmazia; Il Tirolo ritorna indipendente. L'Ungheria, la Boemia e la Slovacchia accettano di restare federate in un Impero Danubiano, al patto di ottenere ciascuno un diverso sovrano, sul modello degli U.K.A. 
L'Impero Sovietico deve rinunciare ai Regni di Finlandia, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania. 
L'Impero Cinese perde i Regni del Tibet, della Corea, della Manciuria, di Taiwan e della Mongolia. La Corea è protettorato Giapponese, come la Manciuria, la Mongolia è protettorato Francese e il Tibet protettorato Britannico.
Il Brasile perde la Guyana, il Paraguay e l'Uruguay che divengono reami indipendenti, ma amici del Messico e l'Imperatrice Amara è costretta a concedere uno statuto federale per non perdere il trono.
L'Impero Colombiano si sfalda: Venezuela, Bolivia, Perù , Rapa Nui e Cile dichiarano l'indipendenza e diventano regni indipendenti ma sotto protettorato Messicano; L'Imperatore di Colombia abdica, e la nuova costituzione proclama il Regno di Colombia.
L'Italia ottiene anche le colonie della Germania, Gli U.K.A. ottengono le Samoa e le Isole Vergini, ma soprattutto stringono accordi commerciali vantaggiosi con Giappone, Messico e Commonwealth
La vittoria è però costata milioni di vite. Fra queste, il principe Theodore, figlio ed erede dell'Imperatore.

1920: Muore Teodoro, l'Imperatore duellante, l'Imperatore cowboy, colui che ha interrotto l'isolamento secolare dei Regni Uniti. Il suo successore è un giovane uomo di nome Franklin, il figlio di sua sorella.
L'impero Ottomano inizia un processo di rinnovamento, e concede l'indipendenza politica a alla Confederazione Araba, alla Persia, alla Siria e alla Giordania e ai paesi del Maghreb. Mantiene il controllo dell'Hijab, ma il titolo di Califfo è separato da quello di Sultano, per accontentare i laicisti dei Giovani Turchi. La Palestina viene affidata al governo della neo-fondata Società delle Nazioni.

1921: Muore Massimiliano del Messico, che ha trasformato l'impero in una nazione moderna nonché in una potenza mondiale. A succedergli è il figlio adottivo, Monctezuma Augustin Iturbide, discendente dell'Imperatore Agostino I°, che sale al trono con il nome di Massimiliano II 

1922: Mussolini diviene Primo Ministro del Regno d'Italia.

1925: Re Vittorio Emanuele III° si ammala gravemente. Mussolini prende i pieni poteri con un colpo di stato, approfittando della malattia del Re.

1926: Muore lo Zar Rosso Nicola III°; il P.C.I.S. elegge segretario generale e Zar Rosso Josif Dzusgavili, Alias Stalin, che regnerà proprio con quel nome.

1929: Grande depressione. L'imperatore Franklyn prende una serie di iniziative per rilanciare l'economia, è il cosiddetto “new deal”.

1930: Inizia il riarmo nel Regno di Colombia.

1931: I militari prendono potere in Giappone ed iniziano ad aumentare il controllo sui protettorati

1933: Adolf Hitler diventa cancelliere dell'Impero Tedesco.

1934: I Giapponesi occupano la Corea e la Manciuria.

1935: Colpo di stato del Cancelliere che esautora l'Imperatore Guglielmo Terzo e accentra il potere nelle sue mani. Gli stati tedeschi vengono aboliti , e i regnanti presi in ostaggio. 

1936: Il Cancelliere Dolfuss imita Hitler, esautora Carlo e negozia l'unione dei due imperi.
Guerra d'Etiopia.

1936-1939: Guerra Civile Spagnola, fra sostenitori del neo-proclamato Regno Sovietico di Spagna da una parte, e i Falangisti alleati con i monarchici lealisti dall'altra. 

1937: Il Regno di Colombia ormai completamente nelle mani dei militari inizia una campagna di annessione delle nazioni dell'ex impero. 

1938: Adolf Hitler fa assassinare Dolfuss e diventa il solo leader del nuovo impero, dal quale si separa l'Ungheria, che rimane alleata del Impero Germanico in funzione antisovietica.
I Giapponesi.

1938-1939: Guerra d'Inverno fra Finlandia ed Impero Sovietico; L'Armata Rossa è respinta dal Regio esercito Finlandese. 

1939-1945: Seconda Guerra Mondiale.

1941: Il figlio dell'Imperatore Franklin, il Principe di Filadelfia Theodore riunisce un gruppo di compagni e si reca a combattere i Tedeschi in Francia. La Brigata del Principe diventa il simbolo della lotta per la libertà del Regno di Francia occupato. Nella tarda primavera del 1941, a causa del tradimento di uno dei suoi uomini la Brigata del Principe è catturata, come anche il Principe stesso.
Inizialmente il Fuhrer vuole usarli per ricattare l'Imperatore Franklin, dato che gli U.K.A. E il Messico sono prossimi all'ingresso in guerra ma durante un colloquio coi prigionieri Hitler riceve uno sputo nel volto dal Principe. Hitler da ordine di massacrare la Brigata, e poi fa impiccare il principe. Nessuno riesce a farlo ragionare. La notizia coglie l'Imperatore di sorpresa, ma l'impatto pubblico negli U.K.A. è sconvolgente; prima della Guerra il giovane principe aveva girato i Regni Uniti con i suoi nuovi “Rought Riders” costruendosi un enorme popolarità personale. La sua morte scatena l'ira del popolo americano, che a questo punto spinge per l'ingresso in guerra. Il rinato impero Colombiano che ha ottenuto l'annessione di Cile, Perù e Uruguay approfittando della pesante opposizione alla guerra dell'opinione pubblica Messicana, memore delle distruzioni causate dall'ultima guerra. Quando i Colombiani invadono il Guatemala, protettorato Messicano da decenni la guerra è inevitabile. 

1943: Svolta della guerra: Muore Vittorio Emanuele III° d'Italia il nuovo Re, Umberto II° organizza un colpo di stato con l'appoggio di Grandi, Ciano ed altri gerarchi fascisti. Le truppe Italiane ricevono l'ordine di sparare sui tedeschi; Si apre un fronte meridionale per i nazisti.
In Cina la Manciuria, ostaggio dei Giapponesi, inizia una guerra di liberazione, con l'aiuto dell'Impero Cinese della Dinastia Sung. 

1945: La guerra finisce con la sconfitta delle potenze dell'Asse. L'impero Sovietico estende la sua influenza sull'Europa dell'est e sull'Asia orientale. In questa timeline, tuttavia, Mao Tze Tung è un fedele sostenitore dell'Impero, ed è il fondatore del Partito Socialista Democratico Cinese.
La Colombia sconfitta perde anche l'Ecuador, che offre la corona ad un cugino dell'Imperatore Messicano, il conte Sancho Duarte, che sale sul trono ecuadoregno.

1946: Nasce l'O.N.U. Sono membri permanenti del consiglio di sicurezza Commonwealth Britannico, Regno di Francia, U.KA., Impero Sovietico, Confederazione Italiana, Impero Cinese e Impero Messicano. 

1947: Nascono i Regni di Palestina e di Israele sotto, rispettivamente, Abdallah il fratello minore del Re di Giordania e Shelomon ben David 318° erede della Casa di Davide. Gerusalemme viene internazionalizzata. 

1953-1955: Guerra di Corea, l'Impero Coreano sarà diviso in due regni: la Corea del Sud, affidata alla dinastia Josen, mentre sul Trono della Corea del Nord sale la dinastia Rossa dei Kim.

1959: Privo di eredi diretti l'Imperatore Franklin fa approvare un emendamento alla Costituzione che stabilisce che sarà il Congresso ad eleggere un Imperatore dovesse quest'ultimo morire in tale condizione.

1963: L'Imperatore muore; Il Congresso elegge lord John Fitzgerald Kennedy, nipote di quest'ultimo per parte di madre.

1965-1970: Guerra del Vietnam; In questa timeline l'offensiva del Tet va a finire in un disastro totale per i Nord-Vietnamiti. Il Vietnam dell'imperatore Cao Dai è unificato.

1968: Massimiliano II° Muore ultracentenario. Gli succede il nipote Massimiliano III°.

1972: Il regno dell'Iraq si separa pacificamente dalla Siria. Il Regno del Kurdistan proclama la propria indipendenza, iniziando la Guerra del Kurdistan contro Siria Turchia Iraq e Persia. che durerà fino al 1980.

1979-1982: Guerra Civile Persiana, in questa timeline il regime dello Shah è moderno e moderato, e i suoi sostenitori sfidano quelli di Khomeini in una sanguinosa guerra civile che si conclude con la vittoria dello Shah.

1984-1988: Guerra d'Afghanistan: i Sovietici sono sconfitti dai lealisti di Re Zahir Shah.

1989: Riunificazione della Germania. Nasce la Federazione Cinese fra Impero Cinese, Regno di Manciuria, Regno di Taiwan, Regno del Tibet Regno dell'Uiguristan, e Regno di Mongolia.

1991: Michele III° Gorbaciov è l'ultimo degli Zar Rossi; egli abdica a favore di Vladimir Romanov d'Alaska ricostituendo l'Impero Russo sotto forma di Impero Federale Russo.

1993: Giovanni I° muore assassinato da un killer armato dalla Mafia che non gli perdona le forti legislazioni a loro contrarie. Sale al trono Giovanni II°.

1995: Guerra Civile Irachena, l'Iraq del Nord e quello del Sud si separano.

2001: Scoppia la grande Jihad: Organizzazioni Islamiche Radicali occupano la Mecca ed organizzano una serie di devastanti attentati in tutto il mondo; ne é a capo l'ex agente della C.I.A. Osama bin Laden.

2001-2011 Grande Jihad; la Guerra del Terrore dura fino alla morte del Califfo Osama.

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Sovrani e dinastie degli U.K.A.

Regno

Dinastia

Sovrano

REGNI UNITI D'AMERICA

KENNEDY

IMPERATORE GIOVANNI II°

ALABAMA

WALLACE

RE ROBERTO

ARIZONA

GOKLAYE

RE GERONIMO III°

ARKANSAS

CLINTON

RE GUGLIELMO III°

CALIFORNIA D. NORD

NORTON

RE JOSHUA II°

CALIFORNIA D. SUD

DE LA VEGA

RE ALESSANDRO II°

CAROLINA DEL NORD

MC MAHON

RE VINCENZO II°

CAROLINA DEL SUD

DAVIES

RE GUGLIELMO II°

COLORADO

MOKETANATO

RE PENTOLA NERA III°

CONNECTICUT

MASON

RE FILIPPO II°

DAKOTA DEL NORD

TOTANKA

RE TORO SEDUTO IV°

DAKOTA DEL SUD

HUNTER

RE CAVALLO PAZZO IV°

DELAWARE

VAN DYKE

RE NICOLA IV°

FLORIDA

OKEEFENOKEE

RE GIOVANNI V°

GEORGIA

WALKER

RE GIOVANNI II°

IDAHO

ASTOR

RE GIOVANNI GIACOMO III°

ILLINOIS

LINCOLN

RE TOMMASO IV°

INDIANA

PUCKSHINE

RE TECUMSEH VIII°

IOWA

O'MALLEY

RE SEAN III°

KANSAS

EISENHOWER

RE GIOVANNI

KENTUCKY

GRANT

RE ULISSE III°

LOUISIANA

LA FITTE

RE GIOVANNI PAOLO

MAINE

TYLER

RE ALBERT II°

MARYLAND

O'DONNEL

REGINA CRISTINA II^

MASSACHUSSETS

JEFFERSON

REGINA GIOVANNA

MICHIGAN

ELIOTT NESS

RE GIACOMO

MINNESOTA

VENTURA

RE GEREMIA II°

MISSISSIPPI

SAWYER

RE TOMMASO II°

MISSOURI

FREEMAN

RE GIOVANNI ENRICO

MONTANA

ROOSEVELT

RE TEODORO II°

NEBRASKA

CHUNWJO

RE TUONO GIALLO V°

NEVADA

MORLEY

RE MARTINO VI°

NEW HAMPSHIRE

FRANKLYN

RE BRANDON

NEW JERSEY

TORRENCE

RE CARLO II°

NEW MEXICO

NIXON

REGINA PATRIZIA

NEW YORK

GIULIANI-DA VERRAZZANO

RE RODOLFO

OHIO

RAEGAN

REGINA SONIA

OKLAHOMA

AQUILA ROSSA

GIACOMO II°

OREGON

MC KAIN

ZEBEDIA II°

PENNSYLVANIA

PENN

GIORGIO XII°

PUERTO RICO

GARCIA

REGINA ANGELA II^

RHODE ISLAND

SMITH

RE GIACOMO IV°

TENNESSEE

CROCKETT

RE DAVIDE III°

TEXAS

BUSH

RE GIORGIO II°

UTAH

JOHEL

RE GIACOBBE VI°

VERMONT

JACKSON

RE ARTURO III°

VIRGINIA

WASHINGTON-VIRGINIA

REGINA SARA II^

VIRGINIA OCCID.

MONROE

RE MICHELE IV°

WASHINGTON

WASHINGTON-SEATTLE

RE PAOLO II°

WISCONSIN

WILSON

RE ADAMO II°

WYOMING

CODY

RE GUGLIELMO III°

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Imperatori degli U.K.A.

Nome

Periodo di Regno

Dinastia

Parentela con il predecessore

 

GIORGIO I°

1759-1799

WASHINGTON

TITOLO CREATO

 

GIORGIO II°

1799-1815

WASHINGTON

FIGLIO DEL FRATELLO

 

GIORGIO III°

1815-1860

WASHINGTON

FIGLIO

 

ABRAMO

1860-1879

LINCOLN

FIGLIO DELLA FIGLIA

 

MARGHERITA

1879-1910

LINCOLN

FIGLIA

 

TEODORO I°

1879-1920

ROOSEVELT

MARITO

 

TEODORO II°

1920-1963

ROOSEVELT

FIGLIO DI UNA SORELLA E DI UN CUGINO.

 

GIOVANNI I°

1963-1993

KENNEDY

FIGLIO DI UNA CUGINA, ELETTO DAL CONGRESSO.

GIOVANNI II°

1993-Vivente

KENNEDY

FIGLIO

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Imperatori del Messico

Nome

Periodo di Regno

Dinastia

Parentela con il precedessore.

HERNAN QUETZALCOATL

1520-1550

CORTES

TITOLO CREATO USURPANDO MONTEZUMA II°

HERNAN II°

!550-1578

CORTES

FIGLIO

HERNAN III°

1578-1593

CORTES

FIGLIO

HERNAN IV°

1593-1671

CORTES

FIGLIO

FRANCESCO I°

1671-1678

CORTES

BISNIPOTE

FRANCESCO II°

1678-1681

CORTES

FIGLIO

HERNAN V°

1681-1698

CORTES

ZIO (FRATELLO DEL PADRE)

HERNAN VI°

1698-1715

CORTES

FIGLIO

STEFANO I°

1715-1737

CORTES

FIGLIO

STEFANO II°

1737-1780

CORTES

FIGLIO

HERNAN VII°

1780-1822

CORTES

NIPOTE

AGOSTINO

1822-1825

ITURBIDE

GENERO

ANTONIO

1825-1858

LOPEZ DE SANTA ANA

USURPATORE

BENITO JUAREZ

1858-1867

PRESIDENTE ELETTO

CREATORE DEL COMMONWEALTH MESSICANO

MASSIMILIANO I°

1867-1921

ASBURGO-MEXICO

CONQUISTA L'IMPERO, APPROFITTANDO DEI DEBITI CONTRATTI DAL MESSICO CON LA FRANCIA.

MASSIMILIANO II°

1921-1968

ASBURGO-MEXICO-ITURBIDE

FIGLIO ADOTTIVO, NIPOTE DI AGOSTINO.

MASSIMILIANO III°

1968-VIVENTE

ASBURGO-MEXICO-ITURBIDE

FIGLIO DEL FIGLIO

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Sovrani e dinastie del Commonwealth Britannico

Nazione

Dinastia

Sovrano

COMMONWEALTH BRITANNICO

WINDSOR

IMPERATRICE ELISABETTA

REGNO D'INGHILTERRA

WINDSOR

REGINA ELISABETTA II^

REGNO DI SCOZIA

MC GREGOR

RE DAVIDE III°

REGNO D'IRLANDA

STUART

RE EDOARDO IV°

PRINCIPATO DEL GALLES

GWYDEON

PRINCIPE LLEWYN VI°

PRINCIPATO DELL'ULSTER

ORANGE

PRINCIPE GUGLIELMO III°

SIGNORIA DI MAN

MANAGGHAN

LORD AMOS III°

REGNO CONFEDERATO DEL CANADA

ARROW

RE VALERIO II°

REGNO CONFEDERATO D'AUSTRALIA

WALLACE

RE GIOVANNI IV°

MARAJATO INDIANO

MOGHUL

MARAJA  ANKWAJARAMA II°

REGNO FEDERATO DI NUOVA ZELANDA

WESLEY

RE GIORGIO VI°

PRINCIPATO DELLE ISOLE FALKLAND E SANDWICH AUSTR.

TYLER

PRINCIPE ANTONIO II°

REGNO DI SANTA LUCIA

MONTOYA

RE IGNAZIO II°

REGNO DI ANTIGUA

RYAN

REGINA GINEVRA IV°

REGNO DI BARBUDA

LOPEZ

REGINA MARIA V^

REGNO DELLA GUYANA BRIT.

LAME

REGINA ANNA II^

REGNO DI ST. KITTIS E NEVIS

SMITHSON

RE CARLO II°

REGNO DELLE FIJI

ALOAI

REGINA ELEONORA III^

REGNO DELLE HAWAI

KAMEHAMEHA

REGINA LILA'I

REGNO DI SANT'ELENA

SIMMONS

RE MARCO III°

PRINCIPATO DI GIBILTERRA

GASPARD

PRINCIPE ENRICO XV°

PRINCIPATO DI MALTA

LE VALLEY

PRINCIPE GIOVANNI V°

REGNI UNITI DEL SUDAFRICA

MANDELA

RE NELSON

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Primi Ministri degli U.K.A.

Nome (Anno di Nascita-Anno di Morte)

Partito

Mandato

Sir Benjamin Franklin (1706-1790)

Indipendente

1763-1783

Sir Jhon Adams (1735-1826)

Conservatore

1783-1798

Sir Thomas Jefferson (1745-1826)

Liberale

1798-1808

Sir James Madison (1751-1836)

Liberale

1808-1823

Sir James Monroe (1758-1831)

Liberale

1823-1828

Sir Jhon Quincy Adams (1767-1848)

Liberale

1828-1833

Sir Andrew Jackson (1767-1845)

Conservatore

1833-1838

Sir Jhon Caloun (1782-1850)

Liberale

1838-1848

Sir Millard Fillmore (1800-1874)

Liberale

1848-1863

Sir Franklin Pierce (1804-1869)

Conservatore

1863-1868

Sir Andrew Jhonson (1808-1875)

Conservatore

1868-1873

Sir Shulyer Colfax (1823-1885)

Consevatore

1873-1883

Sir William Sherman (1820-1891)

Conservatore

1883-1888

Sir Stephen Grover Cleveland (1837-1907)

Liberale

1888-1898

Sir Warren Fairbanks (1852-1918)

Conservatore

1898-1913

H.R.H. Principe Thomas Woodrow Wilson (1856-1924)

Liberale

1913-1923

Sir Calvin Coolidge (1872-1923)

Conservatore

1923-1928

Sir Herbert Hoover (1874-1964)

Conservatore

1928-1933

Sir Harry Truman (1884-1972)

Liberale

1933-1953

Sir Douglas Mac Arthur (1880-1964)

Conservatore

1953-1963

 Sir Lyndon Jhonson (1908-1973)

Democratico

1963-1973

H. I. H. Duca Robert Kennedy (1925-2005)

Democratico

1973-1993

Sir Robert Dole (1923-vivente)

Conservatore

1993-2003

H.R H. Principe George Walker Bush (1946-vivente)

Conservatore

2003-2008

Sir Barack Obama (1961-vivente)

Democratico

2008-in carica

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Tommaso Mazzoni

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Questo è il commento in proposito di Massimiliano Paleari:

Ucronia molto interessante. L'istituzione di Ducati legati alla Corona Britannica era nel novero delle possibilità, anche se nella nostra Timeline l'afflusso nel Nuovo continente di appartenenti a minoranze religiose perseguitare in Patria e di "spostati" di vario genere fece emergere quasi subito aneliti autonomistici e "protorepubblicani" (perdonatemi l'espressione, è solo per rendere l'idea di una generale ispirazione all'Autogoverno). Comunque fu solo dopo la Guerra dei 7 Anni, durante la quale le milizie americane diedero un contributo notevole alla sconfitta dei Francesi, che si sviluppò progressivamente un sentimento anti inglese per le mancate promesse della Corona Britannica. Malgrado ciò, il 40% circa dei coloni restarono filo britannici durante la guerra di indipendenza (poco conosciuto è il capitolo delle persecuzioni a cui furono sottoposti gli Americani fedeli alla Corona durante e dopo la guerra; molti emigrarono in Canada o in Inghilterra).
Ora, in questa timeline ucronica immagino che alcuni Ducati (ad esempio quello di New York, a maggioranza lealista anche nella nostra timeline), guidati da energici Duchi e dotati di proprie milizie lealiste, avrebbero affiancato efficacemente le truppe britanniche contro gli indipendentisti. A questo punto si sarebbero aperti due scenari:

Il primo scenario avrebbe comportato latenti tensioni tra le due realtà (ad esempio nei confronti dell'espansione verso Ovest, con i Britannici alleati dei Nativi e gli Imperiali Americani tesi a erodere territori a scapito degli Indiani) che probabilmente sarebbero sfociati in altre guerre nel corso dell''800. Napoleone si sarebbe alleato con l'Impero Americano Confederato senza cedere a quest'utimo la Louisiana e truppe francesi avrebbero attaccato i Ducati filo-britannici insieme agli Imperiali. Si può immaginare un assedio di New York e la caduta della città nel 1805. Dopo la sconfitta di Napoleone la Louisiana sarebbe comunque entrata a fare parte dell'Impero Americano Confederato (mantenendo però l'impronta creolo-francese), mentre i Britannici dal Canada sarebbaro passati al contrattacco riprendendo New York. Sarebbe poi verso metà '800 scoppiato qualcosa di simile alla Guerra Civile Americana, usando sempre come pretesto il problema della schiavitù, con i Ducati lealisti del nord tesi a "imbracciare" la crociata umanitaria contro la vergogna dell'odiata pratica largamente diffusa nell'Impero Americano. La guerra sarebbe terminata con un nulla di fatto (il Nord in questa timeline è meno popolato e meno industrializzato). Poi bisognerebbe capire come si schiera il Messico...

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Gli risponde Tommaso:

L'elemento dei lealisti è interessante; Diciamo che, nel mio sviluppo, ho presunto che i lealisti fossero, in questa timeline, molto inferiori, dato che un maggior decentramento dell'autorità sposta sui Duchi la fedeltà dovuta al sovrano. Inoltre non scordiamo che, anticipando di vent'nni l'impegno in America, i Britannici devono fare i conti con la guerra dei Sette Anni. In questa Timeline, inoltre, i Ducali ricevono aiuti dagli Indiani, molto più coesi fra di loro (cosa che si nota nel mio sviluppo, dove gli indiani vincono molte più guerre contro gli Americani).

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Alessio Mammarella propone:

In effetti, al tempo delle Guerre Giacobite gli inglesi si erano già insediati in quello che sarà conosciuto poi come "Canada". In ogni caso la Francia, alleata dei pretendenti giacobiti, era ancora molto forte in Nordamerica: far arrivare i giacobiti in Canada con un piccolo esercito e conquistare le colonie britanniche era quindi possibile. Certo, gli Stuart non volevano regnare su quel posto freddo e selvaggio, volevano regnare a Londra, ma quantomeno avrebbero avuto una base territoriale da cui partire, da cui trarre risorse umane, materiali e finanziarie per il progetto di tornare prima o poi in Inghilterra. La Francia, da canto suo, ci avrebbe guadagnato la pace nella regione perché di sicuro la colonia britannica non sarebbe più stata un nemico. Chissà se ci hanno mai pensato... forse le guerre giacobite si sono sempre combattute nelle sole isole britanniche perché lo scopo della Francia era indebolire l'Inghilterra, e limitarsi a togliere agli inglesi il Canada non avrebbe cambiato nulla a livello di equilibri europei. Un Canada indipendente a guida giacobita avrebbe reso diverso l'esito della Guerra dei Sette Anni? Avrebbe anticipato, posticipato, annullato la Rivoluzione Americana?

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Gli risponde Federico Sangalli:

Particolare interessante: al momento della Gloriosa Rivoluzione la dirigenza delle Tredici (non ancora Tredici a dir la verità) Colonie era in massima parte fedele al legittimo Re Giacomo II, che l'aveva nominata, ma fu rovesciata da una serie di rivoluzioni parallele guidate dai protestanti. Sir Edmund Andros, Governatore in Capo di tutte le Colonie e Province del New England (i territori a nord del Maryland e a sud dell'Acadia francese) venne rovesciato nella Rivolta di Boston (1689 Boston revolt). Contemporaneamente un'analoga rivolta prendeva il controllo di New York (Leisler's Rebellion), mentre in Maryland, una colonia fondata dai cattolici (da cui anche il nome), la dirigenza cattolica filo-realista fu deposta da una sollevazione protestante (Protestant Revolution in Maryland).
Si potrebbe immaginare che tali rivolte falliscano, almeno in parte, permettendo a una forza lealista (probabilmente centrata sul cattolico Maryland) di iniziare le ostilità vere e proprie coi ribelli protestanti e chiedere aiuto alla Francia e a Giacomo II. Il monarca deposto potrebbe dare un appoggio anche simbolico ai "miei sudditi più fedeli" e così dirigere un esercito di francesi e volontari giacobiti in soccorso dei lealisti, che batterebbero facilmente i ribelli e imporrebbero il dominio stuardo in America. Probabilmente gli Stuart non si trasferirebbero subito in America, ma è possibile che nel 1715 si muovano lì invece che nello Stato Pontificio.

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Alessio annuisce:

Perfetto, e allora dal 1715 i giacobiti governerebbero le colonie americane in vista di un ritorno, periodicamente annunciato e rimandato, nelle isole britanniche. I britannici cercherebbero in più occasioni di riconquistare le colonie (praticamente a ogni occasione di scontro con la Francia) ma tutti i tentativi sarebbero frustrati. La vittoria dei franco-americani sui britannici nel corso della Guerra dei Sette Anni potrebbe influire sull'esito del conflitto nel suo complesso, determinando una sconfitta anche della Prussia (che se non erro dipendeva dall'aiuto economico britannico)?

Tra il 1766, alla morte di Giacomo Francesco Stuart (The Old Pretender) e il 1788, anno della morte di Carlo Edoardo (The Young Pretender) potrebbe verificarsi una grande insurrezione protestante. Carlo Edoardo infatti tendeva alla vita dissoluta e non aveva eredi legittimi. A questo punto però la borghesia americana, ormai abituata a non dipendere più politicamente dall'Europa, prenderebbe in mano la situazione. Carlo Edoardo potrebbe essere costretto dai suoi a scegliere un erede (adozione in stile Roma Antica?) e sarebbe poi quest'ultimo, una volta archiviato il vecchio sovrano dalle antiquate idee assolutiste, a predisporre la trasformazione costituzionale del paese (Repubblica o Monarchia Elettiva "molto vicina" all'impostazione repubblicana).

Al posto di quella che conosciamo come "Rivoluzione Americana" ci potrebbe quindi essere semplicemente il penultimo tentativo britannico di riprendere il controllo (l'ultimo sarebbe quello del 1812).

Insomma, gli Stati Uniti nascerebbero ugualmente, che cosa avrebbero di diverso? Probabilmente avere una imprinting culturale cattolico invece che protestante: in ragione di questo gli americani potrebbero essere meno sprezzanti nei confronti dell'America Latina e degli ispanici, più accoglienti con gli immigrati irlandesi, italiani e polacchi... e naturalmente più strettamente legati alla Francia, visto un'alleanza che partirebbe da più lontano e la comune base culturale cattolica. La storia del tardo XIX e del XX secolo andrebbe rivista considerando una relazione speciale non tra USA e UK ma tra USA e Francia (gli americani sosterrebbero, invece di ostacolarlo in modo decisivo, l'Impero del Messico?)

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Ecco quanto ci scrive in proposito l'amico feder:

La fastosa immigrazione britannica nel territorio degli odierni USA tra il XVII e il XVIII ha corso ad un ritmo talmente travolgente da fare invidia alle crescite di popolazione indiana e cinese di oggi, cambiando il mondo per sempre. Cosa se vi dicessi, però, che tale strepitoso successo è dovuto per buona parte a un espediente giuridico?

Eh sì, le cose andarono in questa maniera: più o meno nell'Inghilterra della regina Elisabetta, allo scopo di incentivare e garantire gli investimenti nelle Americhe, le compagnie iniziarono ad offrire un metro di tutela particolare a coloro che decidessero di prendere parte all'impresa. Tale metro di tutela si concretava nella concessione di un particolare beneficio per coloro che si assumevano i rischi corrispondenti di un viaggio da cui era probabile non tornare mai: e cioè, nella possibilità di limitare l'esposizione del proprio patrimonio personale al solo apporto nell'iniziativa, tenendo invece separata, e dunque esente dall'aggressione dei creditori, la parte restante del patrimonio medesimo.

Questo espediente, all'origine del moderno concetto di autonomia patrimoniale, forte o debole, bilaterale o unilaterale, che sottiene a tutti gli enti associativi, siano essi personificati o deboli, lucrativi o meno, ha certamente indirizzato la Storia in una maniera considerevole, dando una forte spinta alla crescita delle Tredici Colonie, posto che il genere di investimenti ad esse connesso godeva di un maggior margine di sicurezza. Se gli inglesi non se ne fossero usciti con questa innovazione giurisprudenziale, le loro colonie sarebbero state meno popolate, la Francia li avrebbe probabilmente battuti nella guerra per il possesso dell'Oltremare e, l'Europa avrebbe preso la direzione dell'egemonia borbonica, la Rivoluzione non sarebbe mai esplosa e i monarchi di mezzo mondo sarebbero rimasti assisi sul loro trono, forse sovrani di un mondo più unificato.

Beh, che dire... mi spiace, Tommaso!

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Dario Carcano tuttavia obietta:

Avevo studiato il concetto di autonomia patrimoniale alle superiori, quando ho studiato le diverse forme di società previste dall'ordinamento italiano. Devo correggere parzialmente questa analisi, perché le prime forme di società anonime sono ancora più antiche, e risalgono al medioevo e ai mercanti genovesi, che per ridurre i rischi dell'investimento dividevano in 'parti' il carico delle navi, ma queste forme primordiali di società per azioni non prevedevano l'autonomia patrimoniale, che nacque solo secoli dopo, appunto con le compagnie coloniali istituite per sfruttare le risorse del Nuovo Mondo, come forma di garanzia verso gli ingenti rischi legati a quegli investimenti.

È interessante come anche altre forme di società, ancora oggi esistenti e previste dal nostro ordinamento giuridico, affondano le proprie radici nel medioevo. Per esempio la 'società in accomandita semplice', che prevede la distinzione tra soci accomandanti - che detengono il capitale dell'azienda, ma non lo amministrano e ne rispondono limitatamente alla propria quota - e soci accomandatari - responsabili dell'amministrazione del capitale dei soci accomandanti, di cui rispondono in toto - nasce anch'essa nel medioevo, dal fatto che molto spesso dei monaci si trovavano per le mani ingenti capitali, che però non erano in grado di gestire a causa della propria posizione ecclesiastica.

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E Andrea Li Castri propone:

E se come bandiera gli Stati Uniti Monarchici adottassero questa che vi mostro ora?

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MorteBianca aggiunge di suo:

Beccatevi queste 10 proposte monarchiche per gli Stati Uniti:

1) Repubbliche Aristocratiche Unite: Gli Stati Uniti restano come agli inizi, ossia una serie di stati di natura repubblicana in cui però a votare, essere votati e detenere il potere economico sono solo maschi bianchi anziani proprietari di terra, discendenti dalla Gentry inglese, proprietari di piantagioni e schiavi e pieni di titoli nobiliari. Benché si tengano elezioni e ci sia un Congresso democratico, il potere è nelle mani di questa Nobiltà americana.

2) Regni Uniti d'America: Ogni stato è una monarchia costituzionale con il suo monarca, e i vari stati mandano rappresentanti per i Rappresentanti (eletti) e degli Stati (i monarchi). Ancora una volta c'è un presidente che non è un monarca.

3) Commonwealth Americano: Gli Stati Uniti sono una monarchia elettiva. Il Re viene eletto a vita da uno qualsiasi dei nobili aventi diritto, non è costume una discendenza. I nobili e i vari partiti si contendono un rappresentante, non una Dinastia.

4) Sacro Americano Impero: Gli Stati Uniti sono divisi in 50 regni, ognuno con un Re, e solo quesi hanno diritto di votare o essere votati come Imperatore. Probabilmente ci sarà un gruppo di Elettori Maggiori (Texas, California, New York, Florida, Washington) con maggiore potere. I vari Re si contendono il dominio con politiche matrimoniali e alleanze, raramente nascono dinastie che perdurano.

5) Regno Unito-Confederato: Gli Stati Uniti, dopo la Guerra Civile, sviluppano una Duplice monarchia: a Nord i Washington (discendenti di George Washington), Unionisti, anti-schiavisti, rappresentati dai Repubblicani e con ruolo governativo significativo, industriali, dove ha un grande potere la Nobiltà di Toga e la borghesia, mentre a Sud i Lee, schiavisti, federalisti, agricoli, rappresentati dai Democratici e con un potere significativo del Latifondo. Nei secoli successivi le due dinastie, con reciproco controllo, finiranno lentamente per scambiarsi le ideologie, l'una (I Washington) oggi rappresenta lo spirito riformatore, l'altra (I Lee) quello conservatore.

6) Regno Unito d'America: Gli Stati Uniti sono un unico Regno, con un monarca solo e una dinastia ben definita che segue la legge salica, che ha come capostipite Washington. Conoscendo gli Stati Uniti non è impossibile pensare che siano i primi a dare uguaglianza di genere, orientamento sessuale, fede et similia fino a dare la propriorità solo alla data di nascita, per poi di fatto indebolire anche quella e avere un monarca che può essere liberamente scelto fra i figli del precedente.

7) Impero Americano: Gli Stati Uniti nascono più tardi, sull'onda della Rivoluzione Francese che manda qualche generale a diffondere gli ideali rivoluzionari, e poi con Napoleone nascerà un Regno filo-francese dagli ideali democratici e liberali, forse nelle mani di Lafayette. Oggi l'Impero Americano è ancora rappresentato dai Lafayette, che sono sopravvissuti voltando le spalle a Napoleone a Waterloo.

8) Regno d'America: Quale monarca (magari in Esilio, un parente di Napoleone III o un Asburgo, un conte tedesco) ottiene il trono dopo una guerra civile fra conservatori (e pro-monarchici) e liberali? Gli Stati Uniti sono oggi una monarchia costituzionale, la dinastia regnante è di origine straniera ma ha ben presto imparato la lingua, accettato i costumi americani e cambiato il cognome durante la Seconda Guerra Mondiale in Washington.

9) Regno Autonomo d'America: Gli Stati Uniti non si separano dall'Impero Britannico, ma ottengono una grande autonomia. nasce il Regno Americano Autonomo, in Unione Dinastica con la corona inglese. I monarchi inglesi hanno un nome separato per questa nazione. E' inoltre usanza che il Primogenito maggiorenne, qualora il genitore sia ancora sul trono dell'Impero, sia nominato Re a Washington e qui faccia "gavetta". Hanno un parlamento autonomo, squadra calcistica autonoma e ampie autonomie legislative ed economiche. Da quando però la Regina è morta, Enrico ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti e fondare un regno del tutto separato, cingendosi la testa con la corona e il titolo di Sua Maestà Enrico I Winsdor-Washington.

10) Dominion Americano: Gli Stati Uniti restano nell'Impero Britannico, senza particolari autonomie, né con una propria denominazione come regno o una dinastia assegnata in loco. Diventano poi un Dominion stile Canada in cui il Monarca ha solo un potere simbolico che mantiene unito il Commonwealth.

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E Federico Sangalli propone:

Giorgio I Washigton 1786-1799 
Eroe di guerra, padre della patria, vincitore della Guerra d'Indipendenza, Presidente del Congresso Continentale, la scelta fu abbastanza ovvia.
Alessandro I Hamilton 1799-1822
Fautore dell'ipotesi monarchica e Cancelliere Imperiale, fondatore del Partito Federalista.
Tommaso I Jefferson 1822-1826
Colui che scrisse la Dichiarazione d'Indipendenza, aveva poi fondato il Partito Democratico-Repubblicano in diretto contrasto con Hamilton.
Giovanni I Quincy Adams 1826-1848
Figlio del Cancelliere Imperiale John Adams, venne eletto da un Parlamento a maggioranza democratica-repubblicana ma indebolita dalle proteste contadine che chiedevano maggiore rappresentanza e l'abolizione del voto per censo: in questo caso egli fu giudicato un candidato di compromesso in quanto figlio di uno dei più famosi leader federalisti ma con idee vicine ai D-R.
Enrico I Clay 1848-1852
Esponente dell'ala liberalistica dei D-R, era stato capogruppo e poi Cancelliere per lo stesso partito. La sua grande opera di mediazione sul tema della schiavitù fu fondamentale per favorire la convergenza dei voti su di lui al momento dell'elezione a sovrano.
Roberto I Edoardo Lee 1852-1870
Generale ed eroe di guerra, discendente di una nobile famiglia della Virginia e sposato con l'ultima figlia di George Washington, venne scelto come compromesso mentre i vari partiti si spaccavano al loro interno sul tema schiavista. Egli lo risolverà infine con l'abolizione della stessa nel 1868.
Guglielmo I Enrico Seward 1870-1872
Esponente di spicco del neonato Partito Repubblicano, nato dalla spaccatura dei D-R, liberale ed antischiavista, venne eletto in coalizione con i federalisti, antischiavisti ma conservatori. Diede il voto ai neri.
Abramo I Lincoln 1872-1884
Braccio destro di Guglielmo I e Cancelliere, ottenne il supporto di federalisti, repubblicani e democratici liberali.
Stefano I Grover Cleveland 1884-1908
Noto politico federalista, il primo a divenire Imperatore dal 1848.
Roberto II Edoardo (Abramo II) Lincoln 1908-1926
Unico figlio di Abramo I, dopo una fruttuosa carriera diplomatica che lo aveva portato al Ministero degli Esteri, venne eletto Imperatore grazie ad un accordo con il leader repubblicano Teddy Roosevelt che in cambio ottenne la Cancelleria. 
Giovanni II Calvino Coolidge 1926-1933
Popolare esponente federalista, fu Imperatore durante la Crisi del '29.
Francesco I Franklin Delano Roosevelt 1933-1945
Politico repubblicano molto popolare, Cancelliere e fautore del New Deal. Guidò l'Impero fuori dalla crisi e durante la WWII.
Giuseppe I Patrizio Kennedy 1945-1963
Ministro degli Esteri sotto il Cancelliere Hull, costruì abilmente la fitta rete di amicizie ed alleanze politiche(ma anche economiche, industriali e col mondo dello spettacolo) che gli valsero l'elezione imperiale. Venne assassinato a Dallas nel 1963 da uno squilibrato, primo Imperatore Americano ad essere ucciso in carica.
Giovanni III Francesco Geraldo Kennedy 
1963-1969
Figlio di Giuseppe I, giovane politico, all'età di 43 anni fu il più giovane Imperatore mai eletto. Venne ucciso ad un ricevimento a Los Angeles nel 1969.
Roberto III Francesco Kennedy 1969-1974
Fratello del precedente, ex Ministro della Giustizia. Abdicò per lo scandalo Sexygate nel 1974.
Ronaldo I Wilson Reagan 1974-1994
Esponente conservatore, guidò gli USA vittoriosi durante la Guerra Fredda. Abdicò a causa del profilarsi dell'Alzhaimer.
Guglielmo II Jefferson Clinton 1994-2004
Giovane politico riformista appena eletto Cancelliere. Il suo regno vide l'11 settembre e la Guerra al Terrorismo. Nel 2004 abdicò dopo un infarto.
Giorgio II Walker Bush 2004-2016
Figlio del Cancelliere George H.W. Bush, venne eletto con un programma molto conservatore che prevedeva lotta al terrorismo e difesa delle istituzioni e dei valori americani. La sua pesante impopolarità a causa delle guerre e della crisi economica causata dalle stesse lo hanno portato ad abdicare nel 2016.
Ilaria I Diana (Vittoria I)Rodham Clinton 2016-... 
Ex Imperatrice col marito Guglielmo II, é stata eletta sconfiggendo il candidato democratico Jeb Bush.

Cancellieri:
Benjamin Franklin 1786-1790
Alexander Hamilton 1790-1799
John Adams 1799-1812
Thomas Jefferson 1812-1822
James Monroe 1822-1832
Henry Clay 1832-1848
William Webster 1848-1860
William Seward 1860-1870
Abraham Lincoln 1870-1872
Andrew Johnson 1872-1875
Samuel Jones Tilden 1875-1884
John Gillespie Blaine 1884-1888
Thomas Bayard 1888-1898
William Jeggins Bryan 1898-1900
William McKinley 1900-1901
Theodore Roosevelt 1901-1919
William Howard Taft 1919-1928
Herbert Clark Hoover 1928-1932
Franklin Delano Roosevelt 1932-1933
Corden Hull 1933-1948
Robert Alphonse Taft 1948-1953
Earl Warren 1953-1960
Adlai Stevenson 1960-1965
Lyndon Baines Johnson 1965-1973
Hubert Humphrey 1973-1976
George Herbert Walker Bush 1976-1992
William Jefferson Clinton 1992-1994
Albert Arnold Gore 1994-2004
John Sidney McCaine 2004-2008
Barack Hussein Obama 2008-2016
Bernard Sanders 2016-in carica

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C'è anche la versione di questa ucronia elaborata da matritum:

Voglio dire la mia sugli Stati Uniti d'America monarchici nell'anno 1900, che vedete nella mappa soprastante. Queste sarebbero le principali differenze riguardo alla nostra cronologia:

1775: Inizia la Guerra d'Indipendenza americana; Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia rimangono fedeli al re Giorgio III del Regno Unito.

1777-1782: I nuovi stati autoproclamati approvano le loro costituzioni. Il Massachusetts (incluso il Maine), New York e la Virginia diventano regni.

1783: Fine della guerra e firma del Trattato di Parigi. Gli Stati Uniti conquistano tutta l'area a est del fiume Mississippi, a nord della Carolina del Nord e a sud del Canada. La Florida resta britannica.

1793: Viene proposto un emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti che elimina i regni interni, ma non è approvato perché non è ratificato dai tre stati monarchici.

1794: I re di New York e del Massachusetts, temendo di essere rovesciati dalle potenze federali, organizzano due milizie per conquistare gli stati repubblicani, il Regno di Virginia resta fedele all'Unione.

1797: Dopo tre anni di guerra, il Regno del Massachusetts ha conquistato tutta la Nuova Inghilterra e viene ribattezzato Regno del New England. Il resto degli stati (ad eccezione della Virginia) è stato conquistato dal Regno di New York, ma il Regno della Virginia decide di continuare a lottare per "la libertà di ogni stato".

1798: Il Regno di Virginia è definitivamente sconfitto e annesso dal Regno di New York.

1799: Il principe ereditario di New York sposa la figlia del re del New England.

1800: il Re di New York muore e il Re del New England abdica in favore di sua figlia.

1801: Il Re e la Regina consorti di New York e New England (noti come The Yankee Monarchs) firmano il Trattato di Filadelfia che crea un nuovo stato, la Royal Union di New York e New England. Ogni regno mantiene la sua autonomia, ma vengono create istituzioni federali.

1802: I monarchi yankee decidono di imitare l'impero spagnolo e fondano la vicereame dei grandi laghi.

1803: La Louisiana francese viene venduta alla Royal Union.

1804: Viene istituito il Vicereame della Louisiana.

1820: Royan Union dichiara guerra al Regno Unito a causa del fatto che molti cittadini che attraversano le colonie britanniche in viaggio verso New Orleans subiscono abusi e rapine.

1822: La guerra finisce con il trattato di Charlotte: la Royal Union annette le due Caroline, la Georgia, la Florida e tutta l'area a est del fiume Mississippi.

1823: Viene fondato il Vicereame delle Caroline e della Florida.

1846: Trattato dell'Oregon tra il Regno Unito e la Royal Union, nuovi territori sono incorporati nel vicereame della Louisiana. Inizia la guerra messicana tra la Royal Union e gli Stati Uniti Messicani.

1848: Termina la guerra, viene firmato il trattato di Guadalupe Hidalgo e molti territori del Messico sono annessi alla Royal Union.

1849: Viene istituito il Vicereame del Nuovo Messico.

1853: Acquisto di Gadsden: i territori acquistati sono incorporati nel Vicereame del Nuovo Messico.

1867: L'impero russo vende l'Alaska alla Royan Union.

1868: Viene istituito il Vicereame dell'Alaska.

1898: la Royal Union annette le Hawaii.

1899: Viene istituito il Vicereame delle Hawaii.

Le città capitali dei regni e dei viceré si trovano sulla mappa, New York è anche la capitale della Royal Union. Il nome ufficiale del paese è The Royal Union di New York e New England (R.U.N.Y.N.E.), ma "the union" o "the RUNYNE" (pronunciato come una parola sola) sono i nomi usati comunemente dai suoi abitanti.

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Federico Sangalli invece ci ha fatto notare:

È interessante notare come gli Stati Uniti siano l’unico paese “imperiale” a non aver sviluppato una sé non preferenza esclusiva almeno predilezione per una certa confessione religiosa. Francia, Italia, Spagna e Portogallo (una volta anche l’Austria) sono chiaramente cattoliche culturalmente, anche se la Francia ha poi lavorato alacremente per creare un “culto nazionale del laicismo”; la Gran Bretagna ha una chiesa nazionale, l’Anglicanesimo, e così la Russia ortodossa; la Germania è stata fondata sul protestantesimo di matrice prussiana, così come i Paesi Bassi sono calvinisti; la Turchia è musulmana sunnita mentre l’Iran è egemonizzato dallo Sciismo Duodecimano; l’India ha molte fedi ma quella Indù è chiaramente prevalente nella cultura indiana; Cina e Giappone hanno un peculiare sistema di credenze mistico-filosofico-religiose al cui centro sta l’autorità statale. L’America è l’unica a non aver sviluppato non dico una chiesa nazionale ma neppure una chiara impronta religiosa prevalente (fosse cattolica, luterana, calvinista, anglicana, presbiteriana, evangelica, ortodossa o altro). Il che riflette, più che il melting pot statunitense (India, Russia, Gran Bretagna e Germania hanno tutte un elevato grado di differenze religiose al loro interno e questo non ha impedito di formare anche identità nazionali anche molto forti e culturalmente affini a certe confessioni), la mentalità “da frontiera” degli americani resistenti a ogni tipo di autorità centrale (è già tanto che abbiano uno stato unitario, figuriamoci una chiesa nazionale).

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Cliccando qui potete scaricare un'altra versione, a PoD unico, di questa ucronia.

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 E adesso, la proposta di Alessio Mammarella:

Che cosa sarebbe successo se fosse naufragato il compromesso del Missouri e la guerra tra abolizionisti e schiavisti negli States fosse scoppiata già nel 1821? Provo a raccontare una storia ispirata a questa ipotesi...

La I Guerra Americana o Guerra del Missouri (1821-1823)
Dopo l'acquisto della Florida del 1819, al Congresso degli Stati Uniti iniziarono le discussioni circa l'ammissione del Missouri come nuovo stato dell'unione. Si cercò una soluzione per salvaguardare l'equilibrio fra stati abolizionisti e schiavisti, ma dopo l'erezione a stato del Maine, che avrebbe dovuto bilanciare l'ammissione del Missouri schiavista, l'accordo tra i due fronti venne meno. Respinta la richiesta di adesione del Missouri all'Unione, la situazione degenerò. I membri degli stati schiavisti abbandonarono il Congresso ed i loro stati proclamarono la secessione. Nel giro di poche settimane, gli stati del sud si unirono nella Confederazione, ed approntarono un loro esercito. Scacciati facilmente da Washington i loro avversari (la città era interclusa nello stato del Maryland, schiavista) i confederati avanzarono velocemente fino a Philadelphia, in un primo momento individuata come nuova capitale provvisoria degli unionisti.
Le truppe del nord, malgrado una lieve superiorità numerica, furono travolte dall'intraprendenza e dalla combattività delle truppe sudiste. Sconfitti a ripetizione ed assediati nella capitale New York gli stati del nord furono costretti ad arrendersi, a riconoscere la nuova entità degli Stati Confederati d'America ed a rinunciare a tutti i territori del west, ad eccezione di quelli del Michigan e del Wisconsin, ormai massicciamente colonizzati da coloni del nord e privi di piantagioni fondate sulla schiavitù.

Scenario dopo la Guerra del Missouri: in blu gli Stati Uniti d'America; in grigio gli Stati Confederati d'America; in verde il Messico, in giallo il territorio dell'Oregon.

L'annessione del Texas agli Stati Confederati d'America (1836)
Nel 1836, l'avvento al potere dei conservatori in Messico condusse alla soppressione della Prima Repubblica messicana, col suo assetto federale, ed a una nuova impostazione dello Stato decisamente centralista. La contestuale abolizione della schiavitù portò all'insorgere del Texas, stato basato su una economia schiavistica e popolato da numerosi coloni anglosassoni. Proclamata l'indipendenza, il Texas chiese immediatamente di poter entrare nei CSA. Il Messico, preso da numerosi sommovimenti interni e dal pericolo d'invasione da parte di Francia e Spagna, rinunciò a contrastare la secessione con le armi, limitandosi a chiedere ai confederati un indennizzo per i territori passati sotto la loro sovranità.

Scenario dopo l'annessione del Texas: in blu gli Stati Uniti d'America; in grigio gli Stati Confederati d'America; in verde il Messico, in giallo il territorio dell'Oregon.

La II Guerra Americana o Guerra dell'Oregon (1846-1853)
Nel 1846 le trattative tra la Confederazione e la Gran Bretagna per la spartizione del territorio dell'Oregon si arenarono. A Londra, infatti, non era considerato opportuno stipulare un trattato con un paese fondato sulla schiavitù. A questo punto tuttavia, la Confederazione decise di occupare l'Oregon con la forza, contando sul fatto che in Canada fossero presenti truppe modeste, e fossero schierate prevalentemente al confine con l'Unione. Il conflitto, combattuto solo localmente ed a bassa intensità, si concluse comunque con la vittoria dei britannici. Dopo i ritiro degli invasori confederati, la Gran Bretagna concluse un accordo con il Messico, in cambio di accordi economici vantaggiosi che aprirono il paese all'influenza britannica.

Scenario dopo la Guerra dell'Oregon: in blu gli Stati Uniti d'America; in grigio gli Stati Confederati d'America; in verde il Messico.

La III Guerra Americana o Guerra del Messico (1862-1869)
Nel 1862, approfittando delle difficoltà economiche del Messico, una coalizione di paesi europei guidata dalla Francia cercò di assumere il controllo del Messico. Il corpo di spedizione europeo, disturbato dalla flotta britannica, riuscì a sbarcare a fatica e l'invasione sembrava in una prima fase destinata a fallire. L'intervento degli Stati Confederati d'America ribaltò rapidamente la situazione. I generali confederati Lee e Jackson ottennero vittorie travolgenti contro l'esercito regolare messicano, che in pratica cessò di esistere. I repubblicani si raccolsero allora in milizie irregolari, guidate dal carismatico Benito Juarez e sostenute finanziariamente dai britannici. Anche gli Stati Uniti decisero di appoggiare economicamente e diplomaticamente il Messico.
I discorsi infuocati del Presidente Abramo Lincoln contro il colonialismo degli europei e lo schiavismo dei confederati gli costarono la vita, un simpatizzante dei confederati lo assassinò proprio dopo un discorso nel 1865. Tuttavia l'assassinio di Lincoln convinse il Congresso di New York a intervenire direttamente nel conflitto attaccando la Confederazione. Dopo altri anni di lotta feroce furono gli unionisti a prevalere. Mentre in Messico gli invasori europei si ritirarono, abbandonando a un infelice destino quello che avevano sostenuto come Imperatore, la conquista di Washington e delle altre principali città confederate portò all'estinzione della federazione che era nata con la Guerra del Missouri.

Scenario dopo la Guerra del Messico: in blu gli Stati Uniti d'America; in verde il Messico.

Considerazioni
Ho provato a immaginare le conseguenze di una guerra di secessione scoppiata precocemente, diciamo senza quell'enorme lavoro di mediazione svolto principalmente dal Partito Democratico. L'esito del conflitto è una vittoria confederata semplicemente perché nel 1821-1823 la supremazia demografica del nord era lieve e non ampia, l'industrializzazione del nord era ancora agli inizi, tutti gli stati schiavisti sarebbero stati compatti, mentre invece nel 1861-1865 lo schiavismo era in declino e alcuni stati (Missouri, Kentucky, Maryland...) restarono nell'Unione pur essendo schiavisti. Insomma, per tutta una serie di ragioni, con qualche decennio di anticipo i nordisti avrebbero avuto decisamente meno possibilità di prolungare il conflitto e di vincerlo mettendo in campo risorse superiori.
In seguito mi sono focalizzato col rapporto sul Messico. Certamente il sud era a favore del Texas ed avrebbe cercato di annetterlo subito. In HL trascorse un decennio tra l'indipendenza texana e l'annessione dipese dalle perplessità del nord. Indubbiamente l'idea della successiva guerra dell'Oregon nasce dalla volontà di "divergere" dalla HL facendo si che gli Stati Uniti non ottengano l'accesso al Pacifico. Senza accesso al Pacifico, sarebbe ovviamente tutta da rivedere la storia di quell'Oceano, in particolare riguardo a Giappone, Filippine, Hawaii, Alaska. In una seconda "puntata" mi piacerebbe provare ad affrontare quell'argomento. Certamente gli Stati Uniti saranno ugualmente una potenza, ma senza proiezione sul Pacifico la loro politica internazionale potrebbe essere diversa.

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Tommaso Mazzoni obietta:

Non credo che la Guerra del Messico sarebbe andata così. Io prevedo la vittoria degli imperialisti in Messico e la conquista di qualche territorio confederale da parte dell'Unione; ma non tutta.

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Alessio allora gli replica:

Plausibile. Io tra le varie cartine che avevo preparato ne avevo predisposto una dovuta una ipotetica guerra a tre (Unione e Messico VS Confederazione, per il Texas):

In questa cartina l'Unione avrebbe guadagnato il Territorio dell'Iowa (che comprendeva, oltre allo stato omonimo, quasi tutto il Minnesota e buona parte degli attuali North e South Dakota). In questa cartina c'è comunque un dettaglio incompatibile con la storia da me presentata, perché si vede un Territorio dell'Oregon ancora autonomo (mentre invece negli anni della Guerra del Messico avrebbe dovuto essere colorato di verde). Devo dire che forse un Messico imperiale, una volta terminata la guerra civile, sarebbe stato abbastanza forte da mantenere il controllo della west coast (invece nello scenario da me immaginato il Messico avrebbe la medesima impostazione politica della HL, però con gli Stati Uniti ci sarebbe un'amicizia cementata da decenni di comune contrapposizione ai confederati).

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Inoltre, Generalissimus ha tradotto per noi queste ucronie:

E se gli Stati Uniti non esistessero?

Nel grande schema della storia umana, gli Stati Uniti sono un paese incredibilmente nuovo.
Grazie alla loro cultura e alle dimensioni della loro potenza militare ed economica, gli USA sono stati influenti fin dalla loro nascita, nel lasso di soli due secoli sono passati dall'essere una banda disunita di colonie all'essere una delle potenze più forti mai viste, perfino tramite la loro stessa creazione gli Stati Uniti hanno cambiato drasticamente il corso della storia.
Perciò, come esercizio speculativo, e se non esistessero? E se, in una TL alternativa, gli Stati Uniti d'America non esistessero? Fa sorgere un sacco di domande, no? Per questa TL alternativa torniamo indietro agli anni '70 del '700, alla Rivoluzione Americana, al crescere delle tensioni tra i coloni e gli Inglesi: in questo scenario alternativo, la guerra inizia, e i ribelli americani combattono contro i regolari inglesi.
Ci furono numerose occasioni in cui gli USA sarebbero potuti essere sconfitti, ma perché non abbiano speranze fin dall'inizio tutto quello che ci vuole è eliminare l'aiuto di un alleato straniero, un alleato al quale sarebbe piaciuto dare una batosta agli Inglesi.
Sì, esatto, la Francia.
Il coinvolgimento francese nella Rivoluzione Americana salvò la ribellione, e senza di esso la milizia avrebbe sicuramente perso.
Non si trattò di un piccolo contributo, coinvolgimento francese voleva dire finanziare i ribelli e dargli rifornimenti, armi, uomini e navi, in particolare le ultime per distrarre la flotta inglese, e la Francia voleva vendicarsi così tanto che contrasse debiti enormi solo per aiutare gli Americani, e questo fatto tornò in seguito a perseguitarla, ne parlerò presto.
Diciamo che in questo scenario alternativo la Francia è più fisicamente responsabile e capisce che non può vincere una guerra senza affondare le sue finanze, lasciando gli USA a loro stessi.
Dopo anni di resistenza contro i nativi americani e i regolari inglesi e tedeschi, andare avanti è impossibile, così la ribellione collassa, gli Inglesi riprendono il controllo e la maggior parte del Congresso Continentale va in esilio o viene arrestata.
Forse tra le due parti ci sono dei negoziati per delle amnistie, ma questo è difficile da predire.
In questa TL la ribellione viene schiacciata e l'esperimento chiamato Stati Uniti d'America diventa materiale per i libri di storia, una ribellione fallita causata dalla rabbia contro il parlamento inglese.
Non può passare sotto silenzio il fatto che c'è ancora rabbia in gran parte della popolazione coloniale e c'è ancora questa cultura nelle colonie risentite per la sconfitta.
Con la fine della guerra la maggioranza dei coloni americani va semplicemente avanti con la propria vita, ma c'è ancora una mentalità simile a "il sud si ribellerà di nuovo".
La relazione tra America e Inghilterra cambia per sempre, le Tredici Colonie erano già piuttosto differenti dal resto dei reami inglesi, ma ora, con l'arrivo degli anni '90 del '700 e del 19° secolo, verrebbero dipinte come delle colonie canaglia che hanno ancora tendenze indipendentiste.
Ci sono cambiamenti immediati risultanti dall'inesistenza degli Stati Uniti: quando gli USA vinsero la rivoluzione, col Trattato di Parigi gli vennero ceduti tutti i territori ad est del fiume Mississippi, ma in questo scenario alternativo le Tredici Colonie rimangono semplicemente le Tredici Colonie, e questo cambia molte cose, incluso il percorso delle ambizioni imperiali britanniche e le politiche nordamericane nel complesso.
Parliamo delle relazioni! In questa TL alternativa i coloni americani non hanno buone relazioni con i loro vicini: a nord c'è il Québec Cattolico e francofono, e verrebbe disprezzato dai coloni profondamente Puritani; anche i numerosi nativi americani ad ovest sarebbero un problema, eccetto alcune tribù, ma ne parlerò in seguito.
Nella nostra TL, quando nacquero gli USA, il Québec venne spinto fino a dove si trova ora e i nativi finirono sotto il controllo americano, ma se è il parlamento inglese a controllare queste terre i coloni americani sono bloccati sulla costa.
In questo scenario il Canada come lo conosciamo oggi semplicemente non esiste.
Quello che alla fine divenne il Canada subì un forte aumento della popolazione dopo la guerra, a causa dei lealisti che fuggirono dagli Stati Uniti indipendenti.
Pare che questi lealisti diedero la spinta iniziale che trasformò il Canada in un territorio inglese, essendo felici di trovarsi sotto il dominio del re e tutto il resto, ma senza indipendenza questi lealisti rimangono nelle colonie, perciò il Canada non vede nessun influsso di anglofoni.
Ma sapete cosa ottiene invece? Franco-Canadesi! Questi territori un tempo erano sotto il controllo della Francia, ed erano noti come Nuova Francia, ma la Francia li perse dopo la Guerra dei Sette Anni.
Ai coloni francesi venne permesso di rimanere e mantenere la loro cultura fin quando rimanevano fedeli al re inglese, ed è così che nacque il Québec.
In questo scenario alternativo, il Québec non cede nessun territorio e rimane incredibilmente grande, inglobando tutti i Grandi Laghi ed estendendosi dal Fiume Ohio all'Atlantico settentrionale.
Se al Québec fosse stato permesso di continuare a dominare su queste terre, il midwest e la zona dei Grandi Laghi sarebbero territori francofoni e profondamente Cattolici, ma ci sarebbe anche una terza cultura: la maggior parte dei territori a sud del Fiume Ohio sono popolati interamente da tribù di nativi americani, se i trattati con i nativi continuassero allora gli Inglesi proteggerebbero i diritti dei nativi nel Profondo Sud.
All'interno di questo territorio c'erano le Cinque Tribù Civilizzate: i Creek, i Choctaw, i Cherokee, i Chickasaw e i Seminole.
Erano chiamati in questo modo per via della loro generale accettazione di molte delle pratiche coloniali nella loro società e i coloni avevano un'opinione migliore di questi nativi che di altre minoranze, spesso si pensa che se le tribù native avessero semplicemente adottato la cultura europea sarebbero state trattate alla pari dei coloni.
Col passare dei decenni in questa Timeline alternativa, l'interazione con i Britannico-Americani e i Canadesi del Québec altera lentamente le società delle Cinque Tribù Civilizzate, facendole adattare alle pratiche europee.
Non si può dire altro che le tribù di nativi del sud rimangono parti importanti della società che alla fine adotteranno lo stile di vita coloniale, chissà? A scuola viene comunemente insegnato che la Rivoluzione Americana ha avuto un impatto immediato su tutto il mondo, ed è vero, solo non nel modo in cui pensiamo.
Ricordate quando ho detto che la Francia era un alleato chiave dei ribelli americani? Quell'aiuto richiedeva denaro, e quel denaro doveva pur venire da qualche parte, ma la monarchia francese non ne aveva.
La monarchia contrasse un'enorme quantità di debiti, questi debiti crearono una crisi finanziaria, e, senza andare troppo nei dettagli, una crisi che portò alla catena di eventi che alla fine portò alla caduta della monarchia, alla Rivoluzione Francese e alla fine a Napoleone.
In questa TL alternativa l'Inghilterra sconfigge i ribelli americani, dato che la Francia non si fa coinvolgere.
Sicuramente la monarchia francese ha ancora dei debiti, ma senza la crisi finanziaria, perché non c'è stata nessuna guerra, può tirare avanti per almeno qualche altro decennio, e stando così le cose, Napoleone non ha alcuna opportunità per prendere il potere.
Le Guerre Napoleoniche non avvengono, il Sacro Romano Impero non viene obliterato dall'invasione francese, e centinaia di piccoli stati tedeschi non si riorganizzano in 30 più grandi con la Confederazione del Reno, non c'è l'ascesa della Prussia e così l'Impero Tedesco non nasce mai.
Non bisogna sottostimare quanto influisca sulla storia globale la mancata ascesa al potere di Napoleone, dato che le sue forze invasero Spagna e Portogallo, diffondendo il caos nelle loro colonie.
In questa TL alternativa senza gli Stati Uniti, non c'è alcuna catastrofe militare immediata che indebolisce questi imperi, che rimangono importanti e potenti.
Per tutto il 19° e il 20° secolo il Nuovo Mondo è ancora il teatro principale della colonizzazione europea.
Gli Inglesi e gli Spagnoli sono praticamente gli unici rimasti, eccetto i Russi in Alaska, il che ci lascia con la Nuova Spagna e la sua questione.
Non è certo che la Spagna rischierà una guerra per i territori se questi verranno presi di mira dall'Inghilterra.
Gli Inglesi si espandono lentamente attraverso il continente nordamericano, ma quello che cambia è il loro modo di interagire con le tribù native rispetto agli Americani.
Destino Manifesto era un'ideale puramente americano che in questa TL alternativa non esisterebbe affatto, è probabile invece che gli Inglesi interagiscano con le tribù native e gli concedano l'autonomia, dividendo essenzialmente il nordamerica in province dominate dai nativi ad ovest e con coloni bianchi.
Questo è un effetto indubitabile della sconfitta degli Stati Uniti nella Rivoluzione e della loro conseguente inesistenza: la trasformazione della politica imperiale britannica in tutto il mondo.
Pensate ad una ricerca spirituale… Fatta con le corazzate.
La perdita degli Stati Uniti pose fine al primo impero, gli Inglesi finanziarono spedizioni esplorative per trovare nuove terre da colonizzare e questo portò alla scoperta di Australia e Nuova Zelanda.
Portò anche gli Inglesi a farsi coinvolgere di più nella conquista di terre in Africa e India, ma con il Nordamerica gli Inglesi investono semplicemente nelle sue enormi distese di terra.
Con l'arrivo dell'industrializzazione gli Inglesi vieterebbero la schiavitù e il commercio di schiavi in generale, e questo creerebbe gravi disordini negli Stati Uniti, ma gli Inglesi aboliscono comunque la schiavitù e la questione ha fine negli anni '30 dell'800.
Gli Inglesi hanno ancora accesso ad un'enorme quantità di petrolio, gas naturale e carbone rimasta non sfruttata in Nordamerica, e questo cambia l'equilibrio di potere non solo nel mondo, ma anche in Europa.
La Germania rimane divisa per tutto i 19° secolo, e questo vuol dire che non ci sono la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, anche se ci sarebbe comunque qualche guerra alternativa.
Il dominion britannico del nordamerica è un territorio eterogeneo, le Tredici Colonie esistono ancora e sono culturalmente diverse dal resto del continente, i nativi americani costituiscono una parte importante del nordamerica occidentale e i coloni bianchi dominano la costa occidentale.
Questo, comunque, è solo uno scenario, non sapremo mai cosa sarebbe accaduto davvero, questo è solo un esercizio di speculazione.

L'elezione che cambiò tutto

Nel 1787, dopo sei anni di esistenza come paese unito e quattro anni di indipendenza totale, gli Stati Uniti convocarono una convenzione che discutesse e revisionasse il documento che allora governava il paese, gli Articoli della Confederazione.
La guerra per l’indipendenza era stata una forza coalizzatrice che aveva fatto sì che gli stati mantenessero da parte le loro differenze e cooperassero in nome dell’indipendenza, ma gli Articoli fornivano solo una labile unione, o piuttosto una lega amichevole tra gli stati, e stabilivano un governo centrale quasi senza potere incapace di portare avanti l’agenda nazionale e preservare l’unione in tempo di pace.
Per qualcuno questo era assolutamente accettabile, infatti era molto più probabile che il cittadino medio fosse più leale nei confronti del suo stato che dell’Unione, e qualsiasi altra cosa sarebbe stata bollata come oppressiva, tirannica o monarchica, identificando la creazione di un forte governo centrale come impossibile per un paese così grande senza l’uso della coercizione o del sacrificio di libertà locali o individuali, ma i Padri Fondatori riconobbero che il fallimento nell’unirsi definitivamente in una singola nazione o nel creare una strategia a lungo termine congiunta avrebbe quasi certamente segnato la morte dell’Unione attraverso secessioni interne o la conquista da parte di stati esteri.
Fu deciso dalla maggioranza della convenzione che i deboli Articoli non avevano bisogno di una semplice revisione, ma di una sostituzione completa con un nuovo documento che avrebbe creato una federazione di stati più profondamente centralizzata con un forte e capace governo federale che promuovesse la cooperazione fra gli stati e un’unione più stretta.
I sostenitori di questo movimento divennero noti come Federalisti, ma ovviamente non tutti quelli che vi parteciparono sostennero il nuovo documento: 16 dei 55 rappresentanti della convenzione espressero la loro opposizione o rifiutandosi di assistere alla firma o semplicemente rifiutandosi di firmare.
Ciononostante la Costituzione venne votata e firmata dalla maggioranza dei 39 favorevoli e venne ratificata dai singoli stati, che misero le loro condizioni per la ratifica, portando all’aggiunta della Carta dei Diritti alla nuova Costituzione.
George Washington venne eletto all’unanimità a capo della nuova branca esecutiva come primo Presidente degli Stati Uniti, e con ciò arrivò la maggioranza Federalista in entrambe le camere del Congresso.
L’appena creata branca giudiziaria richiese che Washington nominasse alcuni giudici della Corte Suprema.
Ne nominò un totale di dieci prima della fine della sua presidenza, tutti appartenenti al Partito Federalista, verso il quale Washington nutriva forti simpatie nonostante avesse ufficialmente servito senza affiliarsi ad alcun partito e avesse nominato ferventi anti-Federalisti nel suo gabinetto per promuovere l’unità ideologica.
Washington portò avanti un’agenda prevalentemente Federalista, e con quella fazione ben radicata in tutte e tre le branche del governo questo avrebbe gettato forti fondamenta che avrebbero contribuito alla stabilità interna, alla crescita finanziaria sul lungo termine, a relazioni positive con il Regno Unito e al rafforzamento delle forze armate nazionali.
Dopo due mandati Washington venne succeduto dal suo vicepresidente, John Adams, che come potrete immaginare era anch’egli un Federalista, ma quando Adams assunse l’incarico il vento aveva iniziato a cambiare: la fazione anti-Federalista e contro l’establishment stava guadagnando influenza, prendendo brevemente il controllo della Camera dei Rappresentanti e sviluppando un partito politico ben definito, i Democratico-Repubblicani, che avevano alla loro testa l’ex membro anti-Federalista del gabinetto di Washington.
Quell’uomo era Thomas Jefferson.
Jefferson corse contro Adams alle elezioni del 1796, ma perse di poco con uno scarto di tre voti elettorali.
Per via del modo in cui funzionavano le elezioni all’epoca Jefferson divenne il vicepresidente di Adams, e usò la sua posizione per ottenere conoscenze e leve che incrementarono la sua reputazione politica e che gli fornirono munizioni da usare contro Adams e i Federalisti, facendo sì che i media cospirassero con la Francia e incitassero regionalismo e nullificazioni in tutto il paese.
La preoccupazione principale di Adams era dare seguito all’eredità di Washington mantenendo gli Stati Uniti fuori dai conflitti esteri, costruendo un’economia interna e, alla maniera Federalista, usare il potere del governo per mantenere l’ordine in patria.
Jefferson, però, fece apparire tutto questo come se Adams stesse tradendo i Francesi, che così tanto sostegno avevano dato nella guerra d’indipendenza, per dimostrare invece la sua lealtà alla Gran Bretagna.
Fece sembrare Adams un tirannico monarchico desideroso di rubare la ricchezza del popolo attraverso le tasse e di mettere al silenzio l’opposizione attraverso la forza militare e gli Alien and Sedition Acts, che erano stati ideati per tenere fuori dagli Stati Uniti l’influenza straniera in un’epoca in cui in Europa infuriava la guerra e certe fazioni intendevano espressamente trascinarvi gli Stati Uniti.
Quando arrivarono le elezioni del 1800 i danni alla reputazione di Adams erano stati fatti, e Jefferson, che aveva radunato il pubblico attorno ad ideali populisti di democrazia, decentralizzazione e potere dell’uomo comune sulle élite costiere che costituivano in larga parte il Partito Federalista, emerse vittorioso con 73 voti elettorali contro i 65 di Adams e una proporzione molto più grande di voti popolari.
Le elezioni, a volte chiamate la Rivoluzione del 1800, interruppero la presa dei Federalisti sul paese, e col tempo la loro fazione svanì sempre più da tutte e tre le branche del governo, per non riprendere mai più la presidenza e alla fine morire come partito.
Jefferson, adesso al potere, porterà il pese in una nuova era, una definita non dall’unità fra gli stati ma dalla sovranità degli stati.
Lo spostamento del potere della nazione dalle economie commerciali urbane costiere del nordest verso le economie agricole interne del sud e dell’ovest diede ai proprietari terrieri la stessa importanza politica una volta concentrata nella piccola élite del paese, la libertà venne aumentata, ma ad un grande costo.
Senza uno sforzo attivo da parte del governo centrale di tenere insieme i singoli stati aumentò il regionalismo, le relazioni Anglo-Americane in precedenza ricostruite dal dominio Federalista raggiunsero nuovi bassi e la potenza militare venne tenuta debole e decentralizzata, il tutto mentre infrastrutture assolutamente necessarie per tenere insieme il paese e facilitare il commercio fra gli stati non vennero costruite.
Solo dopo tre anni di conflitto col Regno Unito nella Guerra Anglo-Americana i Democratico-Repubblicani riconobbero la necessità di alcune politiche Federaliste, politiche la cui adozione incontrò comunque resistenza e incominciò a dividere il partito su nuove linee ideologiche.
Le masse mantennero i Democratico-Repubblicani al potere per oltre due decenni, e questa presa venne interrotta solo quando un nuovo contendente offrì ancora più autorità all’uomo comune, ovvero Andrew Jackson e il suo Partito Democratico.
Il partito poneva l’enfasi sul ruralismo e sui diritti degli stati e divenne una piattaforma perfetta attraverso la quale il sud poteva farsi valere sul governo federale, anche se il risultato della scomparsa di questo potere portò alla secessione e alla guerra civile.
Ma se tutto questo cambiasse? E se Thomas Jefferson e i suoi Democratico-Repubblicani non arrivassero mai al potere? Jefferson beneficiò personalmente dalle elezioni del 1800 a causa di una maggiore affluenza alle urne, che riuscì a radunare contro i Federalisti ritraendoli nei quotidiani come un’élite egoista e non patriottica sconnessa dalle preoccupazioni dell’uomo comune e dall’interesse nazionale, ma gli stessi Federalisti contribuirono alla loro sconfitta permettendo alle divisioni interne di togliere il sostegno ad Adams per il suo essere troppo moderato.
Detto questo, i Democratico-Repubblicani vinsero comunque alla grande, e non solo le elezioni presidenziali di quell’anno, ma anche quelle per il Congresso.
Immaginare un percorso elettorale in cui Jefferson perda contro Adams è piuttosto semplice, potremmo semplicemente ipotizzare che il New York rimanga fedele ai Federalisti invece di passare ai Repubblicani come fece.
Lo stato del New York all’epoca era un campo di battaglia tra un paio di società politiche che rappresentavano entrambi i partiti, da una parte la Tammany Hall controllata dal Democratico-Repubblicano Aaron Burr e dall’altra la Società dei Cincinnati guidata dal Federalista Alexander Hamilton.
Hamilton, però, come detto prima, aveva sabotato le possibilità di vittoria del suo partito criticando aggressivamente Adams nella speranza di ottenere sostegno per un candidato Federalista alternativo, se Hamilton fosse rimasto al fianco di Adams per amore dell’unità nel partito e avesse lavorato per mantenere il New York in mani Federaliste avrebbe come minimo ottenuto una vittoria presidenziale e fermato lo slancio Democratico-Repubblicano, invertendo forse le vittorie dell’opposizione nelle elezioni di medio termine e assicurando una seguente amministrazione Federalista, ma tutto questo non è comunque garantito: Adams avrebbe potuto benissimo ottenere la presidenza solo perché i Democratico-Repubblicani consolidassero il loro potere nel Congresso e ottenere la presidenza nel 1804.
Per impedire ai Repubblicani di diventare la forza enormemente influente che alla fine divennero dobbiamo rivolgerci all’altro leader del partito, James Madison.
Mentre Jefferson era la voce più forte dell’ideologia Democratico-Repubblicana, James Madison era da tempo il cervello più moderato del partito, l’uomo che impedì alle varie fazioni di cadere in un radicalismo per niente attraente che avrebbe potuto alienarsi gli elettori necessari.
Madison fu fondamentale per l’ascesa al potere di Jefferson, consigliando personalmente a Washington di dare la posizione nel suo gabinetto a Jefferson e incoraggiando poi questi a candidarsi per la presidenza dopo che si era ritirato brevemente dalla politica, aiutandolo in seguito a costruire una forte piattaforma che attaccò le follie di Adams e nascose il passato non proprio cristallino di Jefferson, che aveva sostenuto di persona la sanguinosa Rivoluzione Francese, aveva promosso le nullificazioni e si era rifiutato di partecipare al funerale di Washington.
Madison però era storicamente vicino a Washington e alla vecchia amministrazione, ed era stato perfino un Federalista nel senso originario di sostegno alla Costituzione prima che diventasse un partito politico.
La sua animosità era diretta piuttosto contro le politiche di Alexander Hamilton, la cui visione del Federalismo credeva fosse assolutamente incompatibile con la Costituzione.
La goccia che fece traboccare il vaso per Madison fu il fatto che Washington accettò il Trattato di Jay, che cercava di migliorare le relazioni fra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ma che Madison pensava umiliasse gli USA perché questi non avevano adottato una posizione più dura contro questo impero che continuava a violare la sovranità statunitense interferendo nel commercio Franco-Americano.
Potremmo supporre che in una TL alternativa Madison semplicemente accetti il trattato e rimanga vicino all’establishment Federalista, impedendo così che Jefferson diventi vicepresidente, o, in alternativa, potremmo supporre che Adams, considerata la sua posizione più moderata, si presenti in modo convincente sia a Madison che ad Hamilton come una preferibile via di mezzo fra entrambe le loro visioni per il paese, ottenendo così il sostegno della fazione Hamiltoniana e tenendo i Federalisti uniti, dividendo al contempo i Democratico-Repubblicani e lasciando il partito nelle mani del solo Jefferson, che senza il sostegno di Madison non potrà nemmeno candidarsi alla presidenza, e se lo farà verrà gravemente danneggiato politicamente dalla sua rottura col moderato Madison.
La mancanza di unità nel partito costerà ai Democratico-Repubblicani non solo la presidenza, ma anche un numero significativo di seggi al Congresso.
Nonostante questo, considerato i grandi margini coi quali vinsero nel nostro mondo, avranno comunque un’esigua maggioranza nella Camera dei Rappresentanti, che però non durerà a lungo.
Ora, una seconda amministrazione Adams implicherà quattro importanti cambiamenti: prima di tutto non sembrerà che Adams stia cercando di promuovere un’agenda personale, ma che piuttosto sia concentrato sul continuare diligentemente e lealmente le politiche iniziate da Washington, mantenendo perfino i membri del gabinetto presidenziale di Washington, tre dei quali erano Hamiltoniani nominati però da Adams verso la fine del suo mandato.
La rielezione vedrà probabilmente il mantenimento del gabinetto Adams, incluso il Segretario di Stato John Marshall.
Nella nostra TL Marshall venne rapidamente nominato alla Corte Suprema dopo le improvvise dimissioni del Presidente della Corte Suprema Oliver Ellsworth.
Non era la prima scelta di molti Federalisti, ma considerata l’amministrazione Jefferson in arrivo non c’era molto tempo per trovare un’alternativa.
Ora, non è che Marshall non fosse uno statista eccezionale, infatti ci si aspettava che fosse una risorsa inestimabile per il paese indipendentemente da dove fosse andato, ma quando l’amministrazione Adams arrivò ad una fine la branca giudiziaria rimase l’ultima istituzione sulla quale i Federalisti avevano una presa salda.
Comunque, in passato, la Corte Suprema si ritrovò costretta a sottostare alle branche legislativa ed esecutiva, in larga parte perché le tre branche stavano al passo con l’agenda Federalista, facendola apparire una posizione sprecata per qualcuno così talentuoso.
Quando però Jefferson prese il potere Marshall rese la Corte Suprema uno strumento potente per ostacolare le azioni incostituzionali del presidente e del Congresso.
Senza Marshall e senza un’opposizione che guidi le altre branche la Corte Suprema rimarrà probabilmente un attore poco importante nella politica statunitense almeno per qualche tempo in più.
Secondo, la U. S. Navy vedrà una continua espansione sotto il Segretario alla Marina Benjamin Stoddert, anche se le ostilità con la Francia saranno state risolte.
Nel nostro mondo erano già in corso piani per costruire 12 navi di linea da 74 cannoni che avrebbero reso gli Stati Uniti più capaci di scoraggiare ulteriori aggressioni straniere, ma con le elezioni perse e Jefferson che rese chiare le sue vedute filofrancesi e l’opposizione all’espansione navale, Adams si affrettò a varare una nuova legge che stabiliva un nuovo standard per le capacità navali in tempo di pace che di fatto ridusse le dimensioni della marina nella speranza di scoraggiare Jefferson dal ridurle ancora di più, anche se egli lo fece comunque, facendola arrivare a livelli puramente difensivi, ma stavolta le cose sono diverse.
Terzo, la probabilità che Adams acquisti il Territorio della Louisiana e con quali mezzi sono dubbie.
Nel nostro mondo l’acquisto arrivò dopo alcune convenienti coincidenze che resero Napoleone ansioso di venderla e videro Stati Uniti e Francia in rapporti relativamente positivi che portarono all’acquisto.
Adams e un governo a guida Federalista, invece, potrebbero portare il paese sull’orlo di una guerra con la Francia, specialmente dopo l’apparente comparsa delle ambizioni coloniali di Napoleone in Nord America.
La costa della Louisiana aveva un valore importante per i Federalisti, così come il Fiume Mississippi, considerato quanto ne avrebbero beneficiato da essi il commercio e i trasporti nazionali, così come la sicurezza aggiuntiva fornita dall’espellere un’altra potenza europea dal continente, soprattutto una che si trova proprio sul confine con gli Stati Uniti, ma quella terra era molto più di valore per i ruralisti Democratico-Repubblicani, che vedranno un enorme aumento nei numeri dei loro potenziali elettori nel caso nuovi stati venissero ricavati da questa regione.
Un po’ come il dibattito fra stati schiavisti e stati abolizionisti della nostra TL, i Federalisti di questa TL alternativa esiteranno a creare nuovi stati a maggioranza agricola, visto che è molto probabile che sosterranno l’opposizione.
Anche se l’obiettivo dell’amministrazione sarà comunque la neutralità, i legami con il Regno Unito saranno quasi certamente rafforzati come è successo prima, mentre allo stesso tempo le relazioni con la Francia si deterioreranno, rendendo Napoleone meno propenso a vendere il Territorio, anche se il suo futuro rimane molto oscuro.
Forse USA e Gran Bretagna cacceranno la Francia dalla regione costiera con la forza, assicurandola al controllo statunitense, forse dopo le Guerre Napoleoniche il Territorio della Louisiana tornerà sotto il dominio degli Spagnoli, che a loro volta potrebbero venderlo agli Stati Uniti o perderanno la regione in seguito ad una sua conquista.
Il Regno Unito potrebbe acquisire il territorio dalla Francia come bottino di guerra, confinando gli Stati Uniti sulla costa orientale e solidificando la sua presa sui Caraibi, sempre perdendo probabilmente la regione in una futura conquista.
Oppure Napoleone potrebbe comunque venderlo agli Stati Uniti senza tener conto delle condizioni precedentemente menzionate, riconoscendo semplicemente che la Louisiana non ha valore e non è difendibile dopo la fallita spedizione per riconquistare Haiti
Per amore della semplicità presumeremo semplicemente che gli Stati Uniti non acquistino del tutto il Territorio della Louisiana, dato che l’espansione sembra quasi inevitabile, ma come gli USA acquisteranno il territorio in questa TL è piuttosto dubbio.
Potremmo aspettarci tentativi per ritardare la trasformazione in stati di molte di queste aree prevalentemente agricole fino a quando non svilupperanno centri urbani costieri favorevoli ai Federalisti per far svoltare le cose a beneficio dei Federalisti, ma questo, anche se portato a termine, non durerà molto a lungo, a meno che non prenda il potere una leadership Federalista più radicale o l’opinione nazionale passi a sostegno dei Federalisti, specialmente nel sud.
E anche se in questa TL è possibile una nuova guerra con la Francia la probabilità che avvenga la Guerra Anglo-Americana tra Stati Uniti e Gran Bretagna si abbassa significativamente, dato che nella nostra TL i Federalisti vi si opposero fermamente e la leadership di Adams metterà i due paesi sulla strada verso l’amicizia.
Infine, senza l’ascesa di Jefferson e della sua fazione i Federalisti avranno altri quattro anni per adattarsi al paesaggio politico in trasformazione e solidificare ulteriormente la presa sul paese che stavano rapidamente perdendo dopo la morte di Washington.
È chiaro che per ottenere una vittoria nelle elezioni successive dovrà essere scelto un candidato superiore ad Adams, uno che farà appello non solo alla base Federalista nel New England ma anche a tutto il paese.
Alexander Hamilton, il leader del partito, aveva una grande reputazione, ma le sue vedute saranno troppo estreme per l’elettore medio, e non riuscirà a tappare le falle nel partito.
L’attenzione si sposterà invece sul segretario di stato di Adams, John Marshall, un veterano della guerra d’indipendenza nato in una umile comunità rurale nel centrale stato della Virginia da una famiglia di onesti lavoratori.
Marshall era assolutamente capace e fedele alla causa Federalista, ma non così insensibile alle difficoltà dell’uomo comune.
In base al suo carattere e alla sua provenienza era la figura ideale per unire il paese sotto la bandiera Federalista e che avrebbe potuto essere alla pari con Jefferson nel caso avesse deciso di ricandidarsi.
Il suo passato modesto metterà in luce l’educazione aristocratica di Jefferson, mettendo in dubbio la legittimità dei suoi ideali Democratico-Repubblicani.
Come fece da Presidente della Corte Suprema nel nostro mondo, Marshall come Presidente degli Stati Uniti riassicurerà la visione Federalista per gli Stati Uniti attraverso politiche durature che promuoveranno la dipendenza fra gli stati, il dominio della legge e in generale degli USA più forti e uniti.

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Così commenta Bhrihskwobhloukstroy:

È proprio così, le conseguenze sarebbero state almeno queste; anche noi ne abbiamo discusso varie volte, riassumo solo le conclusioni cui mi era sembrato di poter giungere: al giorno d’oggi la frammentazione politica del Mondo sarebbe molto minore, mentre le Grandi Potenze sarebbero di più, in ordine decrescente di estensione territoriale l’Impero Britannico, la Gallispania, l’Unione Sovietica (Asiatica), l’Impero Portoghese, l’Impero Giapponese e la Grande Austria (comunque fino agli Urali). Non ci sarebbero state due Guerre Mondiali, ma temo che purtroppo ci sarebbero state ugualmente due guerre russo-tedesche, perché queste nelle due Guerre Mondiali non sono state dovute né direttamente né indirettamente all’esistenza degli Stati Uniti d’America.

Per evitare, delle due Guerre Mondiali, anche il conflitto in Europa Orientale non basta nemmeno un diverso esito della Guerra di Successione Spagnola; sono convinto che sia indispensabile, come minimo, che i Wasa restino Carí (“Zar”) di Russia dopo il 1612-1613, onde poter arrivare alla Successione Lorenese in Polonia-Lituania-Rutenia (e con Giuseppe II all’Unione Personale con la Monarchia Cesareo-Cattolico-Apostolica): in tal caso, perfino con la persistenza della Francia e dell’Impero Britannico indipendenti (giacché l’ultima occasione per inglobare entrambi nella Monarchia Universale è stata la Guerra dei Tre Enrichi, precedente al Punto di Divergenza del 1612), un conflitto in Europa sarebbe stato troppo squilibrato e quindi (forse) evitato.

Sono infatti convinto che i conflitti generalizzati siano scatenati soprattutto dalle situazioni di equilibrio (dove ognuno ha ragionevoli possibilità di vincere), comprese le coalizioni di tutti gli altri contro un’aspirante Egemone, mentre quando una sola Potenza supera tutti gli altri messi insieme si può avere certo la Tirannia e tutto quel che si vuole, ma più difficilmente la guerra e comunque non così catastrofica.

È per questo che penso – ma non lo potrei scrivere sulla Lista – che, se davvero il Terzo Reich fosse stato più forte di tutti gli altri (l’oggettivamente inverosimile scenario in cui “si fosse lasciato Hitler libero di continuare”), avremmo avuto molte meno vittime complessivamente (come si potesse arrivare a tale condizione è pressoché impossibile da delineare; poniamo comunque che a Versailles venissero lasciate agli Imperi Centrali le Annessioni di Brest-Litovsk, che questi reintervenissero poco dopo contro l’Unione Sovietica – per esempio al posto della Guerra Russo-Polacca – arrivando fino all’Asia Centrale e che Hitler dopo l’Austria, qui ancora Austria-Ungheria con le conquiste della Prima Guerra Mondiale, annettesse – anziché l’inesistente Cecoslovacchia – la residua Unione Sovietica Siberiana, soprattutto se col favore dell’improbabile – come abbiamo visto – regno di Edoardo VIII, dopodiché si pervenisse infine alla confluenza politico-militare con l’Impero Britannico, magari prima o poi unitosi alla Francia, per esempio nel 1956); il guaio della Seconda Guerra Mondiale è che gli “Alleati” non erano un’unica Superpotenza (è facilissimo immaginare che se solo si fosse avuta l’Unione dei futuri cinque Membri Permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – per esempio col matrimonio di Alessandro II e della Regina Vittoria, poi col successo del progetto del Nicola II storico di diventare Bogdykhān (Bogdokhān), poi con quello della Greater Britain di Chamberlain e infine con l’Unione Franco-Britannica del 1940 – la Seconda Guerra Mondiale sarebbe stata al massimo un Blitzkrieg di Hitler contro la sola Francia, eventualmente attraverso Olanda e Belgio, con immediata controffensiva francobritannica o, più probabilmente, si sarebbe esaurita in un tentativo di spartizione della Polonia con l’Impero Sino-Russo-Franco-Britanno-Americano appunto verso il 1940, s’intende nel caso che l’Unione Franco-Britannica non fosse dovuta all’Invasione Tedesca).

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Aggiungiamo la proposta di Pietro Bosi:

Nel 1777, durante la battaglia di Brandywine, nella Guerra di Indipendenza Americana, il tiratore scelto britannico Patrick Ferguson vide, poco lontano da lui, un alto ufficiale americano accompagnato da un ussaro; Ferguson notando che l'ufficiale era girato di spalle e non si era accorto di lui, non sparò, risparmiandogli la vita. Il tiratore, poco tempo dopo, fu colpito ad un gomito e, all'ospedale da campo, il chirurgo gli disse di aver sentito da alcuni americani feriti, che George Washington era stato in zona. Ferguson scrisse che, anche se quell'ufficiale fosse stato Washington, non si pentiva della decisione presa. La reale identità di quell'ufficiale, rimane ignota, mentre, gli storici, suggeriscono che l'ussaro potesse essere il conte Kazimierz Pułaski. Ora, come cambia la storia nel caso in cui Ferguson avesse ucciso Washington?

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Così la commenta il nostro Federico Sangalli:

Scena di ieri pomeriggio.
Vedo la mail di Pietro e penso: "Un POD risalente alla Guerra d'Indipendenza Americana è troppo indietro, non ho il tempo per queste cose."
Una rotella inizia a girare.
"No, no, non ho proprio il tempo..."
Due rotelle iniziano a girare.
"Beh, magari potrei scrivere un breve commento, sicuramente feder ti sta sottilmente invocando..."
Tre rotelle iniziano a girare...
Mentre vi scrivo sono arrivato a immaginare le conseguenze di questo POD fino a metà Ottocento ;)

A parte gli scherzi, il POD è interessante: se George Washington fosse morto a Brandywine l'11 settembre 1777 la prima questione sarebbe stata indubbiamente chi lo avrebbe sostituito come Comandante dell'Esercito Continentale. Charles Lee era in effetti il secondo in comando di Washington e coma tale avrebbe avuto il diritto di succedergli, almeno finché il Congresso Continentale non avesse confermato un sostituto. Tuttavia Lee era stato catturato dagli inglesi il 12 dicembre 1776 e si trovava ancora nelle loro prigioni. Nell'immediatezza quindi Nathanael Greene avrebbe guidato la ritirata assieme a La Fayette Horatio Gates verso il quartier generale ribelle a Valley Forge. Horatio Gates però sarebbe stato probabilmente scelto come sostituto di Washington: Gates era a capo del Comando Settentrionale e quindi superiore di grado a Greene e a tutti gli altri comandanti di quel teatro a parte Lee. Aggiungiamoci che poco dopo Brandywine Gates si prese tutto il merito della vittoria di Saratoga (cosa che fu tra i principali fattori che spinsero Benedict Arnold a tradire la causa americana) e quindi apparirebbe come il generale vincente del momento.

Ma soprattutto Gates aveva molti amici potenti: in un esercito ribelle dominato da ufficiali del Sud (soprattutto virginiani), Gates era l'uomo del New England e contava molti amici e alleati (tra cui il suo amico personale, John Adams) tra i delegati di questa regione. Gates aveva poi dalla sua diversi comandanti militari, come Lee, con i quali aveva dato vita a una specie di loggia per diffamare e far rimuovere Washington dal potere in favore di Gates stesso ("Conway Cabal"). Tale cospirazione avvenne nello stesso periodo di Brandywine e diede qualche frutto (Gates venne nominato a capo dell'ente civile che doveva controllare Washington, causando continui conflitti con quello che era il suo superiore militare ma il suo sottoposto civile) finché non venne denunciata da Washington stesso e censurata dal Congresso, azione da cui Gates si salvò dicendo che non ne sapeva niente. In questa TL però con Washington fuori dal quadro e tanti amici al Congresso e ai vertici dell'esercito Gates assumerebbe il comando quasi per default. Ora, Gates è famoso anche per un altro intrigo, quando, poco dopo la fine della guerra, congiurò almeno tacitamente per spingere ciò che restava dell'esercito continentale ad ammutinarsi e catturare il Congresso per costringerli a pagare le paghe arretrate ("Newburgh Conspiracy") ma probabilmente non arriveremo a tanto.

Gates infatti voleva invadere (di nuovo) il Quebec dopo Saratoga ma la proposta venne respinta da Washington: un'invasione del Canada era già stata tentata e non era finita bene, i locali erano tutt'altro che entusiasti di accogliere i cugini di oltreconfine come dei liberatori e gli inglesi ne avevano approfittato per attaccare il Sud e le coste. Ma come comandante in capo Gates potrebbe dar seguito ai suoi propositi e lanciare l'invasione. Gates era però un comandante militare piuttosto mediocre. L'infamata di Saratoga è già stata citata ma in HL è ricordato per ben altro: visto che era stato così "bravo" a Saratoga Gates venne promosso a capo del Comando Meridionale dopo che gli inglesi conquistarono Charleston nel maggio 1780, costringendo alla resa il generale Benjamin Lincoln. Gates sopravvalutò immensamente le proprie milizie e le proprie qualità militari e attaccò Cornwallis con imprudenza estrema, perdendo come conseguenza metà del suo esercito (Battaglia di Camden). E invece di organizzare la ritirata lasciò un quarto dei suoi uomini, tutta l'artiglieria e tutti i rifornimenti in mano agli inglesi per saltare su un cavallo e "andare a riferire al quartier generale" della disfatta, 270 chilometri più a nord, distanza che coprì in appena tre giorni. La "fuga di Gates" distrusse la sua reputazione e dovette dimettersi dall'esercito.

Adesso immaginiamo il prosieguo: Gates pianifica di attaccare il Canada, probabilmente aspetta la fine dell'inverno e poi all'inizio del 1778 si muove. Dopo un iniziale successo l'esercito americano è attaccato dagli inglesi, Gates sottovaluta la differenza tra milizie di trappers armati e esercito regolare britannico e prende una batosta. Gates batte il record del diretto Canada-USA a cavallo, cade in disgrazia e viene destituito dal Congresso.

A questo punto Charles Lee sarebbe probabilmente subentrato. Lee era un generale più esperto, che si riteneva il miglior candidato per guidare l'Esercito Continentale e pensava che Washington fosse stato scelto solo perché era nato nelle Tredici Colonie mentre Lee era nato in Inghilterra. Questo risentimento lo aveva portato ad aderire più o meno direttamente alla congiura di Gates, prima di essere catturato dagli inglesi. Come in HL Lee viene liberato nel maggio 1778 in occasione di uno scambio di prigionieri e restaurato come secondo in comando. Con la rimozione di Gates, Lee diventa il nuovo Comandante in Capo. Ora, Lee aveva idee molto diverse da Washington: non condivideva le sue riforme ispirate dal Barone Von Steuben per rendere l'Esercito Continentale più simile a un esercito regolare, al contrario premeva per dargli l'assetto di un esercito leggero, formato da piccole unità che potesse facilmente sciogliersi e ricostituirsi per combattere elasticamente gli inglesi. Lee faceva parte poi di una minoranza che sosteneva la necessità di evitare le battaglie campali contro le Giubbe Rosse in favore in una guerriglia mordi e fuggi in attesa che l'alleato francese mandasse aiuti con cui ribaltare la situazione. E dopo le disfatte di Brandywine e del Quebec possiamo immaginare che il resto della leadership americana avrebbe concordato. Alla caduta di Charleston, con Gates già in disgrazia, Lee avrebbe inviato subito Nathanael Greene, un altro sostenitore della guerriglia che in HL con questa ribaltò la situazione nel Sud dopo il disastro di Camden, che qui così non si verifica.

E qui si apre un capitolo interessante: il braccio destra di Greene era un giovane attendente di nome John Laurens. Laurens, oltre ad avere la sconsideratezza della gioventù, era il figlio del Presidente del Congresso Continentale Henry Laurens, un ricco latifondista della South Carolina. Nella sua veste di capo staff di Greene Laurens propose un piano rivoluzionario: armare gli schiavi e arruolarli nell'Esercito Continentale in cambio della libertà. La proposta ottenne il sostegno di Greene stesso e del generale Benjamin Lincoln, nonché del padre del giovane Laurens, e venne approvata ma non entrò mai in vigore a causa dell'opposizione dei delegati del Sud. Ma mi piace immaginare che in una situazione più emergenziale e con Greene in una posizione più influente questa proposta possa trovare uno sbocco, fosse anche solo sotto forma di progetto-pilota magari a danno dei lealisti del Sud. Frattanto la guerra continua finché i francesi non sbarcano nel Rhode Island a metà del 1780. In questo frangente abbiamo gli eserciti inglesi nel Nord e nel Sud, comandanti rispettivamente da Sir Henry Clinton e da Charles, Conte di Cornwallis, che mantengono un precario controllo grazie a una serie di porti fortificati e assistiti dalla Royal Navy, Clinton a New York, Cornwallis a Savannah e Charleston. Come in HL la proposta francese di attaccare nel Sud viene approvata (Washington avrebbe voluto attaccare New York ma alla fine fu convinto dai suoi alleati con la notizia che la flotta di De Grasse si stava già dirigendo verso il Sud. Immagino che Lee non farà proprio obiezioni, visto che la sua strategia dipende interamente dalle azioni francesi, ma se le farà ne verrà convinto come in HL Washington). Senza il disastro di Camden comunque è probabile che Cornwallis non arrivi mai a Yorktown: Clinton aveva infatti ordinato a Cornwallis di rimanere nelle Caroline ma il generale, ritenendo di aver ormai distrutto le principali forze ribelli nell'area, prese l'iniziativa e marciò in Virginia, dove Clinton gli ordinò allora di trincerarsi a Yorktown in attesa di rinforzi.

Qua Cornwallis invece deve rimanere nelle Caroline a combattere Greene e le brigate di neri liberi di Laurens e si chiude a Charleston in attesa dell'arrivo dell'Ammiraglio Graves. Ma Graves verrà sconfitto da De Grasse come in HL e, assediato per terra e per mare, Cornwallis dovrà arrendersi alle forze combinate alleate. La resa di Charleston spezza il morale inglese e Londra apre le trattative a Parigi con Benjamin Franklin per chiudere il conflitto. Ma Charles Lee (che naturalmente in questa TL non è mai stato degradato da una corte marziale per aver disobbedito a un ordine di Washington) non vedrà mai la fine della guerra, perché si ammalerà e morirà il 2 ottobre 1782, quasi un anno prima della Pace di Parigi. Il Congresso eleverebbe allora Greene a Comandante in Capo fino alla fine formale del conflitto.

Con l'indipendenza gli Stati Uniti sono liberi ma la forma confederale adottata si rivela fragile e sottoposta a caos continui (dispute interstatali come quelle sui territori dell'Ohio, del Potomac e del New Hampshire, rivolte come quelle di Shays e del Whiskey, cospirazioni militari come quella di Newburgh e l'Ammutinamento della Pennsylvania del 1783). Greene sosterrà le discussioni dei Padri Fondatori in direzione di un governo federale più forte anche più di quanto non fece Washington ma morirà nel 1786 e non vedrà mai offertasi la Presidenza (che probabilmente avrebbe rifiutato, visto come declinò di diventare il primo Ministro della Guerra nel 1783). Poiché gli stati del Nord hanno la maggioranza dei voti (e pesano di più se pensiamo che, anche con la Regola dei Tre Quinti che permetteva al Sud di contare gli schiavi nei censimenti per avere più seggi al Congresso, ci sono meno schiavi grazie all'operato di Laurens, che probabilmente non è morto da incosciente negli ultimi mesi di guerra), John Adams sarà eletto primo Presidente USA col sostegno dei proto-Federalisti che sostengono la necessità di un governo nazionale forte dopo la debolezza della Confederazione. La Cospirazione di Newburgh induce il Congresso a creare una capitale federale a parte, separata dagli altri stati, onde assicurare l'indipendenza delle istituzioni federali: senza Washington probabilmente avrebbero optato per il nome originario, cioè Federal City. Ma Washington non è stato famoso solo per le sue imprese militari e i nomi sulle cartine geografiche, ma bensì anche per i precedenti come primo Presidente USA: la tradizione dei due mandati, l'imprinting isolazionista contenuto nel suo ultimo discorso da Presidente, lo stesso appellativo "Mister President". Senza di lui le cose sarebbero state diverse: intanto il Presidente sarebbe stato apostrofato col titolo di "Vostra Maestà Eletta", che era il titolo coniato e fatto approvare dallo stesso Adams (che Washington rifiutò); poi Adams era filo-britannico (dite che si era già capito dalle simpatie per come voleva essere apostrofato?) e si immischiava negli affari stranieri molto più di Washington, tant'è vero che in OTL quasi scatentò una guerra con la Francia (la crisi della "Quasi-Guerra" del 1799); infine naturalmente cosa avrebbe impedito ad Adams di candidarsi per un terzo mandato e ai suoi successori di fare altrettanto? La questione della schiavitù poi sarebbe emersa decisamente prima e avrebbe avvelenato il clima della giovane repubblica, probabilmente anticipando la deflagrazione della Guerra Civile.

Ma questo e molte altre cose (su Jefferson, su Aaron Burr, su Hamilton,...) le lasciò, almeno per ora, alla vostra immaginazione, mi sembra di aver già detto troppo e non vorrei sembrare pedante ;)

Nota: Come ho detto, quello di Pietro è un POD che permette di esplorare lati conosciuti e sconosciuti della nascita degli Stati Uniti. Basti pensare alla discrepanza tra l’immagine dei Padri Fondatori uniti ed eroici che cacciano gli inglesi a pedate che viene tramandata e il clima da pugnalate alle spalle tra un branco di primedonne che aspetta di essere salvato dai francesi che emerge tra le righe delle fonti storiche. C’erano poi altri filoni che avrei potuto esplorare, per esempio ho immaginato anche una TL dove il Congresso e gli altri generali impediscono di invadere il Quebec e l’intrigante generale rimane in carica, sfruttando poi l’incidente di Newburgh per diventare il dominus degli Stati Uniti, ma come ho detto ho già dovuto tagliare la TL più probabile per non costringervi ad abbonarvi a una ditta di collirio, scriverne un’altra sarebbe stato un po’ troppo.

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