I perchè di un dilemma politico

di Enrico Pellerito


Estratto da “I perché di un dilemma politico. Le scelte dell’Italia durante la seconda guerra mondiale” di Henrik Mladosich, Zagabria 1971, Adriatica Edizioni.

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Ai funerali di stato di Mussolini, non poteva non presenziare Hitler, il quale è venuto a Roma accompagnato da Göering e Ribbentrop. Ma al di là di una convenzionale cordialità manifestata agli omologhi tedeschi, gli uomini di governo italiani non appaiono calorosi come il loro solito.

Hermann Göring riporterà con scrupolosa pedanteria nei suoi diari il ricordo di quella giornata e sarà abbastanza preciso in proposito:

“… Il Führer ha chiare quali sono le vere intenzioni di Balbo e Ciano. Lo si è compreso durante e dopo la cerimonia per il funerale di Mussolini. Vogliono mantenere l’Italia fuori dal conflitto. Ambedue hanno avuto occasione di colloquiare con diplomatici e capi di stato stranieri, e si sono mostrati affabili con gli ambasciatori di Parigi e di Londra. Stessa cosa è successa con gli ambasciatori di Stati Uniti e Finlandia, mentre il ministro degli esteri sovietico Molotov è stato trattato con molta formalità.

Ribbentrop dice che per gli italiani (minuscolo nell’originale, N.d.T.) Molotov è il rappresentante di una nazione ideologicamente nemica, anche se di fatto alleata alla Germania nazista. Ma il Führer gli ha ricordato che Balbo non ha mai avuto di simili problemi quando si è recato in passato in Russia.

La cerimonia è senza dubbio imponente. Tutti sembrano veramente commossi al passaggio del feretro del Duce su un affusto d’artiglieria trainato da dodici coppie di cavalli bianchi. Ma chi è più sinceramente commosso appare la massa, mentre il re e gli altri gerarchi hanno solo assunto un aspetto di cerimonia.

Sono mummie dico al Führer e lui annuisce. 

Alla fine della manifestazione mi sarei aspettato un discorso da parte di questo Balbo, ma ciò non avviene.

Ci rechiamo a Palazzo Venezia. Ribbentrop ha già chiesto un colloquio riservato con Balbo e Ciano, onde stabilire alcuni punti importanti nei rapporti tra i nostri paesi.

L’incontro avviene nello studio che è stato del Duce.

Secondo il protocollo io non devo presenziare, ma il Führer esige che resti al suo fianco insieme a Ribbentrop. Forse vuole che siamo in maggioranza.

Il Führer chiede subito di voler sapere quali sono gli orientamenti dell’Italia riguardo gli impegni a suo tempo presi e sottoscritti a Berlino con il Patto d’acciaio, e Balbo dichiara che l’Italia resta fedele amica della Germania, ma, così come già espresso da Mussolini, nell’agosto precedente, essa non è militarmente pronta a scendere in campo a fianco dell’alleata ed è necessario del tempo per prepararsi ad affrontare le democrazie occidentali.

Alla precisa domanda del Führer su quando l’Italia sarà in grado di partecipare al conflitto, Balbo risponde che ciò non potrà avvenire prima del 1943, a patto che i programmi di riarmo non subiscano rallentamenti. Oppure anche subito, purché la Germania soddisfi immediatamente le richieste di mezzi e materie prime che lo stesso Mussolini aveva presentato quattro mesi prima.

Ho subito ripensato alla lista che ci era stata sottoposta da Mussolini, e che fra l’altro annoverava carbone, petrolio, gomma, acciaio, titanio e altri materiali strategici per un totale di 16 milioni e mezzo di tonnellate, compresi 600 pezzi di artiglieria contraerea. Una follia, una scusa puerile per non marciare più al nostro fianco.

Il Führer replica che adesso come allora è tecnicamente impossibile che ciò avvenga, stante la mole delle necessità italiane, ma ricorda che anche senza di queste, Mussolini aveva dichiarato per iscritto che poteva essere pronto almeno un anno prima.

Con un’insolenza che non ha eguali, Ciano, che sembra non aver inteso, interviene parlando delle motivazioni che l’Italia aveva fatto presenti onde garantire un periodo di pace prima di scatenare il conflitto contro Francia e Regno Unito. Ricorda che queste motivazioni non sono state debitamente approfondite da Ribbentrop nei colloqui preliminari al Patto d’acciaio e ribadisce che almeno i punti di carattere militare devono considerarsi essenziali, ma per ottenerli ci vuole tempo.

Ribbentrop si sente chiamato in causa e vorrebbe ribattere ma il Führer, anche se è evidente che inizia ad adombrarsi, gli fa cenno di tacere. Io mi sono convinto che stiamo assistendo ad una vera e propria pantomima. I due fascisti si sono già messi d’accordo su cosa dirci e come dircelo. Stanno seguendo un copione indegno della loro posizione. Anzi, penso che loro stessi non sono degni di questo copione.

Ciano prosegue nel suo ragionamento, insistendo che alcune di queste motivazioni sono ormai decadute, come la costruzione del complesso E 42 per ospitare l’Esposizione Internazionale del 1942 o il rimpatrio degli italiani dalla Francia. E queste cose non sono più fattibili, a causa della guerra scatenata intempestivamente, puntualizza, dai noi Tedeschi. Altre motivazioni hanno subito una modifica nella loro priorità, come l’industrializzazione del mezzogiorno italiano e il consolidamento della politica autarchica, che consentirebbe all’Italia anche l’autonomia energetica dall’estero e dalla Germania, la quale, impegnata a rifornire di carbone l’alleata lo deve sottrarre alle proprie esigenze. Altri punti, dice, restano in essere, sono i più importanti e necessitano di tempo per essere realizzati: la costruzione di sei nuove corazzate, indispensabili al rafforzamento della loro Regia Marina per affrontare nel Mediterraneo le flotte combinate anglo-francesi e l’ammodernamento delle artiglierie dell’esercito, impegno non più prorogabile.

Senza neanche aspettare una risposta del Führer o di Ribbentrop, Balbo riprende la parola e accenna al fatto che tra le carte di Mussolini sono stati trovati degli appunti che esprimono il desiderio del Duce di volersi nuovamente porre da mediatore tra i contendenti della guerra, ritenendo inevitabile un futuro intervento degli Stati Uniti, che farebbe irrimediabilmente pendere la bilancia a favore dei nemici della Germania.

La cosa irrita tutti quanti noi e in particolare il Führer. E Balbo peggiora le cose dichiarandosi pronto a seguire quella che era la volontà del Duce, proprio perché conosce personalmente la capacità industriale della repubblica americana.

Il Führer respinge la proposta quasi con veemenza.

L’atmosfera del colloquio si è fatta spinosa.

E subito dopo Ciano prosegue nell’indisporci e accenna ai problemi che si stanno creando in Alto Adige in merito alle opzioni di scelta della cittadinanza per gli italiani di lingua tedesca.

Il Führer lo interrompe dicendo che si è fatto tardi e che se necessario l’argomento sarà oggetto di un prossimo incontro tra i rispettivi ministri degli esteri.

Poi il Führer declina l’invito a cena che è stato precedentemente offerto, perché non intende passare la notte a Roma.

È stato veramente superbo quando ha detto: « La Germania, se non ve ne siete accorti, sta combattendo per la propria sopravvivenza ed essa ha bisogno di tutto il mio lavoro e la mia attenzione per riuscirvi. E dunque vi ringrazio ma devo rientrare al più presto. Tutti noi dobbiamo rientrare al più presto.»

omissis

Durante il viaggio che ci riporta nel Reich, il Führer sfoga tutto il proprio livore contro quella canaglia che oggi rappresenta il governo italiano. Li giudica traditori e ne ha tutti i diritti, considerando quanto previsto dal Patto d’acciaio e quanto vincolante sia lo spirito di questo. Ripete ancora una volta che gli italiani si stanno comportando come nel 1914 e che Balbo è un indegno erede di Mussolini, per non parlare di Ciano, che è stato pronto a seppellire e dimenticare il suocero. Non hanno neanche più fatto menzione alla promessa del Duce di compiere manovre e misure militari atte ad impegnare una parte delle forze anglo-francesi in zone distanti dall’area del conflitto che ci vede lottare per il nostro futuro.

Io chiedo se è ipotizzabile che l’Italia si schieri contro di noi alleandosi ai nostri nemici, ma Ribbentrop, pur riconoscendo che il comportamento degli italiani sia sleale rispetto gli obblighi che l’alleanza impone, non crede possibile un simile voltafaccia, proprio per la loro debolezza militare. Anche il Führer è dello stesso parere, ma se ciò dovesse accadere, giura che spazzerà dalla faccia del mondo quello stivale imbrattato di fango.”

Enrico Pellerito

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Lo stesso autore ci ha poi regalato quest'altro importante contributo:

Tempo fa lessi un libro: "Spie a Palermo. Dall'Ovra allo sbarco in Sicilia. Da Lucky Luciano ai missili di Cuba", autori Emanule Limuti e Aurelio Bruno, ediz. Lussografica. Mi astengo dal commentare il libro in questione, dico solo che si tratta della narrazione di quanto avrebbe confidato un militare ormai in pensione ad un giornalista, anch'egli non più in verde età; nella fattispecie l'ex militare sarebbe stato un agente dell'allora SIM ed avrebbe prestato la sua opera durante il secondo conflitto mondiale.

Fra i fatti che questo ricorda (e che il giornalista e l'avvocato, coautori del libro, riportano usando, saggiamente, sempre il condizionale) si cita il tentativo da parte dei britannici di uccidere Mussolini tramite un agguato aereo, stile quello che permise agli statunitensi di eliminare l'ammiraglio Yamamoto nell'aprile del 1943.

Ricordo che similare azione, progettata sulla base di informazioni definibili quasi grottesche, fu effettuata dai tedeschi nel giugno di quello stesso 1943, con l'obbiettivo di eliminare il premier britannico: consiglio a proposito di leggere questo articolo.

Tornando al supposto episodio di cui le cronache non hanno mai parlato, esso si sarebbe verificato al rientro di Mussolini dall'Africa settentrionale, dopo aver invano atteso la conquista dell'Egitto da parte delle forze italo-tedesche, venendo così meno il suo trionfale ingresso al Cairo in groppa al famoso cavallo bianco. La data storica del suo rientro a Roma è quella del 10 luglio 1942.

A detta dell'ex agente del SIM, che si sarebbe trovato a bordo di uno degli aerei di scorta a quello che trasportava il Duce, un gruppo di caccia britannici Spitfire avrebbe teso un'imboscata ma senza ottenere lo scopo primario, abbattendo, invece, l'aerosilurante dov'era imbarcato "l'agente segreto", il quale, però, sopravvisse.

Non che la cosa sia impossibile: gli aerei britannici potevano essere basati a Malta e inviati per intercettate il “corteo” aereo nemico di cui si era venuti a conoscenza tramite lo spionaggio.

Possibile anche che Mussolini abbia utilizzato un aerosilurante per il suo viaggio e, così come nel caso di Yamamoto, la presenza di due o più aeromobili dello stesso tipo può essere un modo per confondere il nemico e offrirgli più obbiettivi non tutti intercettabili.

Nel racconto non si fa menzione di aerei da caccia italiani a protezione degli aerosiluranti, fatto poco credibile ma anche in questo caso potrebbe essersi trattato di un trucco escogitato per non far apparire “importanti” gli aerosiluranti in questione.

Ad ogni modo, nonostante la cosa sia verosimile, personalmente non mi sento di dare credito all'episodio in questione ma trovo interessante il POD, cioè il riuscito abbattimento dell'aereo con a bordo il Duce e consequenziale sua uscita di scena quel 10 luglio del 1942.

Cosa accade dopo, considerando che si può ritardare una tale notizia ma non certo celarla?

Diventa "Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato" un gerarca fascista che prosegue sulla linea impostata dal defunto Duce e tutto continua come prima oppure...

Consideriamo che nello storico luglio del 1942 il progetto di defenestrare Mussolini e dissociarsi dall'Asse non è che sia proprio in gestazione, dato che già da prima che scoppiasse il conflitto si è pensato di mettere il Duce nelle condizioni di non nuocere ma l’immobilismo di coloro che questo pensiero hanno avuto, non ha sortito poi alcun effetto.

Una delle persone che più fermamente crede in ciò è la principessa di Piemonte Maria Josè ma il suo frequentare riservatamente gli ambienti antifascisti e il tramare contro Mussolini non è affatto approvato dal suocero.

Poi, proprio in quell'estate del 1942, l’andamento del conflitto appare benigno; brutti momenti non ne sono mancati e se non fosse stato per l’alleato germanico l’Italia sarebbe già stata buttata fuori da tutta l’Africa e forse perfino dall'Albania ma le iniziative dell’Asse stanno avendo successo, sebbene c’è chi ha già compreso che l’entrata in gioco degli USA produrrà, quanto prima, un giro di boa nient’affatto gradevole.

Eppure sarà l’evoluzione del conflitto che si concretizzerà soltanto un anno dopo a spingere il Re a realizzare ciò che sappiamo.

Orbene, se la morte di Mussolini elimina un attore sin troppo volitivo, tenace assertore dell’alleanza, con la Germania nazista, nulla vieta che al Re e al suo stretto entourage (compreso qualche Maresciallo d’Italia) possa venire in mente di spezzare questo connubio non certo entusiasmante con Hitler.

Si può dunque innescare un processo che produce un'anticipazione degli eventi che l'anno successivo hanno realmente interessato l'Italia.

Le condizioni sono, però, un po' diverse; infatti, rispetto l'estate 1943:

La nomina di un gerarca moderato, come ad esempio Grandi, sul momento non cambia nulla in quanto la guerra continuerebbe (anche se in questo caso non lo afferma Badoglio) ma consentirebbe, una volta coinvolto il novello duce nel progetto, di attuare un graduale processo per l'uscita dal conflitto (ovvio che i tedeschi, nel frattempo, terrebbero ancor più sotto controllo l'operato italiano e potrebbero prendere adeguate misure preventive).

Il tempo è infatti sempre un fattore chiave e col senno di poi sappiamo che impiegarne troppo per ottenere quanto auspicato può portare a prendere delle decisioni in un contesto peggiore e più simile alla realtà storica, mentre un'anticipazione del redde rationem avverrebbe in una situazione meno svantaggiosa (ci sarebbero sempre delle conseguenze spiacevoli per l'Italia ma le si potrebbe affrontare cercando di contenerle al meglio che si può).

Se invece il Gran Consiglio opta per una figura più ligia al dettato mussoliniano (fosse anche solo Carlo Scorza) e il monarca vuole allontanarsi dall'alleanza con la Germania, diventa necessario un atto di forza.

Inoltre:

Per assurdo l'Italia rischierebbe di venire considerata ancora nemica dagli Alleati mentre i tedeschi passano alle vie di fatto e subito dopo un bombardamento della RAF la medesima città ne può subire uno dalla Luftwaffe!!!

Dando allora per certa l'intenzione di sganciarsi da Berlino, sarà necessario non mostrarsi ambigui, pronti, con e nei fatti, a cambiare coalizione e non lasciar adito ad alcun dubbio (forse un po’ troppo per la mentalità comportamentale che ha caratterizzato in ogni tempo non pochi elementi di vertice italiani).

Ma volendo propendere per il sincero proposito di staccarsi dal patto d’acciaio e valutando che prevedibile e certa resta la reazione tedesca al tentativo italiano di chiamarsi fuori (a prescindere se i fascisti, in toto o in parte, decidono di contrastare il suddetto disegno insorgendo, cosa che certamente sarebbe di ausilio ad un'invasione nazista), si può ritenere che sin da prima della fine di luglio avvengano negoziati segreti con gli Alleati per giungere ad un armistizio, da definire in itinere ma siglare e manifestare subito dopo il rovesciamento del regime fascista, cosa che viene concordemente prevista entro la metà del successivo novembre.

Vanno adesso vagliati alcuni ipotizzabili ma quasi scontati elementi:

Tornando all'Italia e al suo territorio nazionale, fermo restando quindi la prospettiva di una grande operazione punitiva da parte nazista, c'è da vedere se il supporto delle Nazioni Unite a favore dell'ex nemico lo si può dare per assodato (io sono incline al si, non fosse altro che per ragioni strategiche ma resta da stabilire entro quanto tempo il detto supporto sia concretizzabile al di là delle enunciazioni politiche); vanno infatti anche tenute in debito conto le diverse posizioni all'interno dei vertici governativi e militari degli Alleati, ai quali va assolutamente dimostrata la buona fede italiana.

Un primo appoggio, una volta reso inoffensivo il Panzerarmee Afrika, potrebbe giungere dalla VIII Armata britannica. Il suo trasferimento in Italia, insieme ad una buona parte delle forze italiane stanziate in Africa settentrionale, può avvenire tramite l'ancor operativa flotta mercantile italiana integrata dal similare naviglio alleato presente nel Mediterraneo. I convogli sarebbero protetti da un quasi impenetrabile schermo che la Regia Marina e la Mediterranean Fleet della Royal Navy garantirebbero contro i non molti U-boot tedeschi.

Ma le truppe trasportate basterebbero e, soprattutto, farebbero in tempo a garantire un cospicuo aiuto prima che i tedeschi, una volta consolidata la conquista della Pianura Padana, valicassero l'Appennino settentrionale dilagando in direzione di Roma?

Più consistente e più celere può essere l'assistenza militare che giungerebbe dagli USA.

L'operazione Torch, lo sbarco alleato nel Nordafrica francese venne storicamente deciso il 25 luglio 1942; ammettendo che a seguito della nuova prospettiva ci si indirizzi da subito a portare i previsti tre corpi d'armata in Italia, per quanto si acceleri e si consideri questa non più un'invasione da farsi sotto il fuoco nemico, i tempi tecnici non si possono comprimere più di tanto, per cui sarebbe logico che la riveduta e variata operazione Torch sia quanto meno coeva degli avvenimenti che portano al cambiamento auspicato dalla monarchia e gli aiuti arrivano subito dopo la proclamazione dell'armistizio, magari anche prima dell'attacco tedesco.

Diciamo allora che tutto deve raccordarsi entro la prima decina del mese di novembre 1942.

Probabilmente, quindi, sarebbe questo il primo consistente appoggio degli Alleati al loro nuovo partner nella lotta contro il nazismo; ma altrettanto probabilmente queste truppe USA, sebbene numerose in uomini e in mezzi (e i secondi siano qualitativamente ottimi) andrebbero incontro a pesanti perdite durante i primi scontri contro i tedeschi, per come avvenuto in Tunisia, a causa dell'inesperienza sui campi di battaglia.

Resta poi sempre il problema di portare aiuto alle truppe italiane dislocate nei Balcani.

Ancora più rapido sarebbe l’arrivo di aerei alleati sulle basi in mano agli italiani sia sul territorio nazionale che nei Balcani, in modo da utilizzarle permettendo di contrastare la Luftwaffe, aumentare i bombardamenti sui territori nemici, appoggiare l’azione delle truppe di terra.

A corollario aggiungo che certamente parte consistente della Regia Marina verrebbe poi impiegata nell'Atlantico e, successivamente, nel Pacifico.

In conclusione l’apertura di un secondo fronte in anticipo di un anno inciderebbe non poco sull'andamento del conflitto ma non per questo all'Italia verrebbe risparmiato un tragico carico di lutti e distruzioni se il sostegno alleato non viene portato in tempo utile, anticipando le mosse naziste al di qua del Brennero.

Qualora l’invasione tedesca riesca anche solo limitatamente al Settentrione, cosi come anche solo in parte avviene l’insurrezione fascista, temo che lo sviluppo ucronico sarà solo parzialmente differente dalla realtà storica.

Il territorio occupato dalle truppe germaniche può, come in HL, assurgere sempre a RSI, sotto la guida di uno dei gerarchi sfuggiti agli arresti successivi al cambio di regime e considerato affidabile dai tedeschi.
Per assurdo, ci si potrebbe trovare di fronte a due differenti “resistenze”; partigiani che combattono nei territori occupati dai tedeschi e dai repubblichini mentre nel resto della nazione bande di irregolari in camicia nera contrastano badogliani e Alleati!

A dimostrazione di come una traccia, che sul momento mi sembrava positiva per il destino della nazione, ha perso parecchio della sua iniziale carica ottimistica man mano che ho provato a svilupparne un percorso a mio giudizio plausibile.

Enrico Pellerito

Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.

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E ora, un'idea di Enrica S.:

Il 19 luglio 1943 a San Fermo di Belluno, nei pressi di Feltre, i due dittatori Benito Mussolini ed Adolf Hitler si incontrano nella rinascimentale Villa Gaggia. Il primo tenta di convincere il secondo a far affluire rinforzi tedeschi in Sicilia, altrimenti gli angloamericani la conquisteranno in breve tempo. Il secondo vanta le nuove, potenti armi segrete che secondo lui saranno in grado di capovolgere le sorti del conflitto (i missili V2 appena testati), ma poi elenca i molti errori italiani costati cari ai tedeschi, e risponde picche. La notizia del primo bombardamento di Roma mette bruscamente fine a quel vertice senza storia. Ma la storia può farla davvero se il Re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Pietro Badoglio approfittano dell'occasione per circondare la villa, arrestare i due leader e chiedere immediatamente l'armistizio agli Alleati, offrendo loro le teste dei due tiranni in cambio di un trattamento mite al tavolo della pace. Che accade se quest'eventualità si realizza? La guerra finirà davvero con due anni di anticipo?

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Così le risponde Sandro Degiani:

Caspita, che colpo di scena!!! Due al prezzo di uno!

Certo che un Savoia (di Carignano poi...) non lo vedo mettere in piedi un blitz del genere e giocare una carta così pesante. Dinastia di diplomatici non di teste calde i Savoia... ci hanno messo tre Re e mezzo secolo per fare l'Italia.

Però.. il problema non è arrestare Hitler e Mussolini, il problema è tenerli al sicuro fino a che gli Alleati accettino lo scambio.

Vi immaginate che cosa non scatenerebbero i tedeschi per liberare il Führer??? E gli italiani potrebbero tenere testa a orde di paracadutisti, SS e compagnia??

L'unica sarebbe una prigione segretissima, lontanissima, sicurissima... ma quale? E quanti ne sarebbero a conoscenza e potrebbero vendere l'informazione ai tedeschi? Vi immaginate il carceriere di Hitler che razza di pelo sullo stomaco dovrebbe avere? Manco un pastore sardo avrebbe resistito alle lusinghe. Hitler lo potevi ammazzare ma tenere in gabbia proprio no...!!

E poi agli Alleati interessava davvero la testa di Hitler? La guerra senza il Führer sarebbe comunque continuata, come il massacro degli ebrei a meno di un contemporaneo golpe dei generali in Germania.

Ma se invece un gruppo di militari avesse ordito un attentato? (difficile, gli italiani non sono tipi da attentati così espliciti, riescono bene le trame nere e rosse gestite dai burattinai del SISME e compagni, molto meno i golpe alla Borghese).

O meglio, se i partigiani allora in embrione come struttura militare, avessero deciso di giocare il tutto per tutto e fare un atto dimostrativo eclatante con una missione suicida di attacco alla villa? Me lo vedo un Pertini all'attacco con lo Sten fiammeggiante tra le mani.

Oppure l'ultima cellula anarchica italiana che trova un Bresci che attenta ai due tiranni e li abbatte?

Io vedo però in un atto del genere solo disgrazie e sofferenze per l'Italia intera, una spaccatura ancora più netta degli schieramenti, un tutti contro tutti, un pogrom fascista ed una crociata comunista volta allo sterminio degli odiati fascisti.

E poi, con le compromissioni USA con il nazismo (da Rockfeller in su..) vi immaginate un processo a Hitler? Altro che Norimberga dove erano solo i Travet del nazismo ad essere al banco (i pesci grossi si erano tutti suicidati prima e dopo l'arresto) e non avevano carte in mano da giocare.

mah... lo spostamento di truppe in Sicilia era comunque una cretinata, non avrebbe fermato lo sbarco degli alleati che avevano basi in Africa vicinissime e pronte a sommergere l'isola di ferro e di fuoco. E poi sarebbe bastato uno sbarco contemporaneo o quasi in Calabria o in Puglia e la Sicilia era fuori gioco.

Mussolini come stratega valeva ben poco e Hitler lo sapeva bene, quando aveva fatto di testa sua aveva solo combinato guai (Grecia, Albania, Africa) e dissanguato le forze tedesche per aiutarlo ad uscire dal pantano in cui si era cacciato.

Le V2 senza la bomba atomica che i tedeschi non avrebbero avuto perchè erano sulla strada sbagliata della ricerca, non erano armi determinanti perchè solamente terroristiche ma non strategiche.

Anche mille V2 (impossibili da produrre e sopratutto da alimentare con i preziosi carburanti oramai esauriti) non facevano il danno di una singola incursione aerea Alleata con 500 B17 belli carichi. Il conto è da panettiere, ogni V2 portava al massimo 1000 chili di esplosivo, un B17 ne portava almeno 4000 chili (un Lancaster arrivava a 7000 chili).

Per cui 500 B17 = 2000 V2

Se 1000 V2 erano un sogno per Hitler non lo erano per gli Alleati mettere assieme 500 Bombardieri.

Nella missione su Schweinfurt-Regensburg il 17 Agosto 1943 vennero indirizzate sugli obiettivi ben 376 Fortezze volanti, per il secondo Raid del 14 Ottobre vennero impiegate 291 B-17 Fortezze volanti e 60 B-24 Liberators.

1000 V2 richiedevano invece piazzole di lancio da allestire e facilmente individuabili ed attaccabili dalla aviazione, mesi di lanci, uno stillicidio di esplosioni sull'obiettivo ma non una vera e propria tempesta di fuoco, con una dispersione di caduta enorme mentre 500 bombardieri in un oretta spianavano una intera regione e traumatizzavano l'intera popolazione.

500 bombardieri x 4000 chili di bombe = 2.000.000 di chili di esplosivo

Ragazzi, sono 2 chilotoni !!!!!! un decimo della Bomba atomica Little Boy di Hiroshima!

Ma se Hitler non avesse dato retta al panzone cocainomane Göring e fosse partito con una aviazione civile negli anni trenta fatta non di bimotori in lamiera ondulata ma da possenti quadri e magari esamotori da trasporto passeggeri, facilmente convertibili in bombardieri strategici, come sarebbe andata?

Un Inghilterra martellata non da stormi di Heikel e Ju88 che portavano poco più di mille chili di bombe ma da mostri che ne sganciavano 10.000 chili per volta avrebbe retto? Se Hitler non si fosse accanito su Londra (che era ben poco strategica ma solo un obiettivo da propaganda) ma avesse raso al suolo le sole tre fabbriche inglesi che facevano motori ed aerei da caccia che non erano certo segrete e nascoste nei boschi ma solo fuori raggio dei suoi ridicoli bombardieri da operetta (è così.. erano ottimi aerei ma come bombardieri facevano pena... la Germania è andata avanti per tutta la guerra con lo Stukas che buttava una bomba per missione, la buttava bene e precisa ma era solo una!)

O.K.. adesso passo la palla! Io l'ho messa sul tecnico ma sono un ingegnere... scusate se potete!!!.

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Cui replica Bhrg'hros:

E' tutto di una verità cristallina. Sullo scenario ucronico alternativo (bombardamenti tedeschi sull'Inghilterra): la Gran Bretagna avrebbe anche capitolato e sarebbe persino entrata - con o senza Commonwealth - nel Großgermanisches Reich (più esteso del Großdeutsches Reich), che a sua volta si sarebbe potuto dedicare all'Unione Sovietica, ma l'Impero - l'America - che ha causato la sconfitta tedesca sarebbe rimasto intatto. Il Führer aveva infatti pianificato la guerra euro-americana per gli Anni Ottanta, destinandola al proprio successore.

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C'è anche la trovata di Massimiliano Paleari:

L'ultimo vicerè d'Etiopia Amedeo di Savoia-Aosta non muore in Kenya nel 1942. Coccolato e vezzeggiato dagli Inglesi, che pensano di utilizzarlo politicamente, si convince gradatamente della necessità di fare qualcosa per salvare l'Italia dal disastro totale. Nel febbraio del 1943, trasferito a Tripoli, accetta di mettersi a capo di un Comitato Italiano di Salvezza Nazionale, con la partecipazione di elementi moderati antifascisti, sotto l'egida inglese. Iniziano trasmissioni radio dirette per il momento alle truppe italiane ancora in Tunisia, che invitano a porre fine alle ostilità e a liberare l'Italia dal giogo mussoliniano e dall'abbraccio mortale con la Germania nazista. Nel maggio del 1943, dopo la fine della guerra in Nordafrica, un'Assemblea provvisoria a cui partecipano anche elementi repubblicani (come Carlo Sforza, appena arrivato dagli Stati Uniti, che ha deposto le pregiudiziali anti monarchiche a seguito di forti pressioni inglesi e americane), dichiara decaduta la dinastia dei Savoia (rea di avere tradito de facto lo Statuto Albertino) e proclama Re d'Italia Amedeo I della dinastia dei Savoia-Aosta (in seguito la dinastia verrà indicata solo con la parola "Aosta"). Si forma così un Governo dell'Italia Libera (GIL) presieduto dallo stesso Carlo Sforza che dichiara guerra alla Germania nazista e al Giappone. Il GIL ottiene un certo consenso tra i numerosi prigionieri di guerra italiani, per la verità non tutti attratti da motivazioni ideali, ma dalla prospettiva così di uscire dai campi di concentramento alleati. A Giugno il GIL può mettere in campo una prima divisione. In Italia Vittorio Emanuele III, che pure aveva iniziato qualche pasticciato tentativo di abboccamento con gli Alleati, di fronte alle mosse di Amedeo non può fare altro che "consegnarsi" completamente nelle mani di Mussolini. La propaganda del Regime sottace quanto di sta accadendo in Libia, e quando ne parla si tenta di fare passare l'idea di un Amedeo "drogato" dagli Inglesi e incapace di intendere e di volere.

Il 10 luglio 1943 alcune unità del GIL partecipano allo sbarco in Sicilia. Qui la resistenza italiana è ancora meno efficace che nella timeline reale degli eventi. Molte unità, contattate da ufficiali italiani già schierati con il GIL, si arrendono senza combattere e inneggiano ad Amedeo d'Aosta Re d'Italia. Il 25 luglio Mussolini, fatto arrestare dalla milizia il Gerarca Grandi che cercava di prendere contatto con Re Amedeo, denuncia il tradimento serpeggiante tra alcuni stessi componenti del Gran Consiglio e addita gli ambienti monarchici come un covo di massoni anglofili. Il Gran Consiglio vota la decadenza della monarchia e la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana. Nelle prime ore del pomeriggio un battaglione della milizia occupa il Quirinale e "mette sotto protezione" lo stesso Vittorio Emanuele III. In Italia scoppia il caos: i Carabinieri Reali sono disorientati, così come molte unità dell'esercito. Alcune unità della marina salpano alla volta di Palermo e proclamano la loro fedeltà a Re Amedeo I. Qua e là singoli battaglioni con tutto l'equipaggiamento salgono in montagna.

Il 1 agosto del 1943 i Tedeschi sgomberano interamente la Sicilia. Amedeo convince gli Alleati che, visto il caos imperante in Italia, è possibile tentare un colpo di mano direttamente su Roma. Del resto i Tedeschi all'inizio di agosto non hanno ancora fatto affluire in Italia molte forze, mentre le malconce unità reduci dalla Sicilia devono ancora riorganizzarsi. L'8 agosto gli Alleati sbarcano nei pressi della foce del Tevere, mentre unità di paracadutisti calano sugli aeroporti e sui punti strategici attorno alla capitale. Mussolini è costretto a fuggire al nord, mentre ulteriori unità dell'esercito italiano defezionano e attaccano i pochi e disorientati Tedeschi e Fascisti della milizia. Il 13 agosto Amedeo è già a Roma. Rispetto alla nostra timeline il Regio Esercito qui non si è completamente dissolto. Con una serie di audaci sbarchi gli Alleati scompagino a tergo i tentativi tedeschi di allestire linee a difesa perlomeno della Valle del Po. Attaccati anche dalle unità del R.I., ormai compattamente schierato con Amedeo e il GIL, i Tedeschi si ritirano dietro l'Adige fin dalla fine di settembre del 1943, dove il fronte per il momento si stabilizza. Mussolini trova precario riparo a Treviso, attorniato da pochi fedeli. Le unità italiane di stanza in Provenza riescono a ripiegare ordinatamente in PIemonte e in Liguria, dove si forma un nuovo fronte che vede dal lato francese della Alpi le unità della Wermarcht. Grazie al "non collasso" italiano, Creta, le isole dell'Egeo e del Dodecaneso e lo stesso Peloponneso vengono sgomberati dai Tedeschi. Gli Alleati, di fronte alla nuova favorevole e imprevista situazione strategica realizzatasi nello scacchiere meridionale, decidono di accantonare i piani per lo sbarco in Francia e concentrano le loro risorse militari in Italia e nell'Area Balcanica, per la gioia di Churchill che già propugnava questa tesi. In questa timeline la guerra finisce prima, già nel 1944. Hitler viene ucciso nel corso di un complotto ordito dagli stessi ufficiali della Wehrmacht (Operazione Walchiria).

Le conseguenze politico/strategiche sono:

Cosa ne pensate?

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E ora, l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se Hitler non invadesse mai la Russia?

Ci sono molti fattori che condussero alla sconfitta della Germania Nazista nella Seconda Guerra Mondiale, ma il fattore principale e lampante fu l'invasione della Russia, e anche se i Tedeschi non lo sapevano, quando sconfinarono in Unione Sovietica resero contati i giorni del Reich.
Perciò, quando pensiamo alla Seconda Guerra Mondiale, sorge la domanda "e se la Germania semplicemente non invadesse l'Unione Sovietica?" Sembra assurdo pensarci, ma Fascismo e Comunismo erano nemici naturali, per essi non avrebbe avuto senso non combattere, ma restate con me: immaginiamo uno scenario alternativo in una TL differente, la Germania Nazista conquista comunque la maggior parte dell'Europa, ma l'unica cosa che non fa è invadere l'Unione Sovietica.
Quale potrebbe essere l'esito di ciò? Ha un senso? È realistico? Scopriamolo, ma prima un po' di contesto storico: nella nostra TL, nel 1939, Hitler decise di invadere la Polonia senza importarsene davvero dell'Inghilterra e della Francia che gli agitavano contro i pugni, tutto quello che gli preoccupava era come avrebbero reagito i Sovietici.
Anche se i Nazisti e i Sovietici si odiavano l'un l'altro, entrambi sapevano che potevano lavorare insieme per ottenere dei mutui benefici, e così Fascisti e Comunisti si presero per mano per marciare in Polonia e ammazzare tutti.
Era nata una breve e labile pace che sarebbe dovuta durare dieci anni.
Stalin era fiducioso che questo patto avrebbe impedito a Sovietici e Tedeschi di entrare in guerra, egli credeva che Hitler non sarebbe stato così stupido da combattere una guerra su due fronti, una cosa logica.
Nel 1940 la Francia era morta e l'Inghilterra stava per farlo, ma Hitler era ansioso: si aspettava che una volta eliminata la Francia l'Inghilterra avrebbe perso tutte le speranze nella guerra e si sarebbe arresa al Reich, ma l'Inghilterra non lo fece e ad Hitler cominciarono a girare gli ingranaggi.
Forse l'unico motivo per cui l'Inghilterra non si arrese è che sperava che i Russi avrebbero sconfitto la Germania, perciò bisognava eliminare i Sovietici dalla guerra, così che anche gli Inglesi potessero arrendersi e... Beh, sapete come andò il resto della guerra.
E se in una TL alternativa Hitler rispettasse davvero il patto decennale con l'Unione Sovietica? C'è una cosa che deve cambiare: chi è il Primo Ministro inglese? Quando iniziò la guerra il Primo Ministro Neville Chamberlain, l'uomo che dichiarò la pace per la nostra epoca con i Tedeschi, rassegnò le dimissioni quando divenne chiaro che non ci sarebbe stata la pace nella nostra epoca.
Al suo posto arrivò la burbera palla da bowling fuma-sigari che tutti conoscono col nome di Winston Churchill, che salì al potere con un unico obiettivo in testa: nessuna resa.
Fin quando Churchill è il Primo Ministro, l'Inghilterra non si arrende, perciò in una TL alternativa in cui Chamberlain non si dimette mai è molti più probabile che con Chamberlain alla sua testa il Parlamento si arrenda ai Tedeschi dopo la caduta della Francia e riconosca che il Reich controlla l'Europa.
Ora, non è che con l'Inghilterra fuori dalla guerra la Germania controllerebbe l'Europa, tutto quello che conta è che i politici dell'epoca lo credano momentaneamente, che lo facciano davvero è estremamente improbabile, sarebbe molto più probabile con Churchill al potere.
La cosa principale che conta è che l'Inghilterra si arrende, Hitler ottiene quello che vuole e festeggia la vittoria.
Stalin no.
Stalin viene spesso sbeffeggiato per non aver previsto l'invasione tedesca, egli credeva che i Tedeschi non avrebbero mai combattuto una guerra su due fronti, pensava che se lo avessero fatto sarebbe stato un suicidio e aveva ragione a pensarlo.
Non voleva altro che ritardare l'inevitabile guerra il più a lungo possibile, più l'Inghilterra resisteva contro i Tedeschi più secondo Stalin i Russi erano al sicuro, e anche quando le prove iniziarono a dimostrare il contrario continuò a credere in quest'idea.
In una TL alternativa dove l'Inghilterra si arrende le cose cambiano, questa mentalità viene mandata in frantumi e devono essere intraprese delle azioni: invece della Russia confusa e colta con la guardia abbassata della nostra TL abbiamo uno Stalin che inizia a mobilitare le sue forze a difesa della Russia e, cosa più importante, per preparare un'invasione.
Attenzione! Questo scenario non si verificherà fino al 1942, nel 1940 e nel 1941 i Sovietici non avevano le capacità per imbastire un'operazione e non avrebbero mai potuto averle.
La mobilitazione non sarebbe immediata, la resa dell'Inghilterra semplicemente preparerebbe la strada per la guerra.
Il punto principale è che Stalin non inizierebbe a fare piani, qualunque essi siano, fino a dopo la caduta dell'Inghilterra, l'Operazione Barbarossa non fu un attacco preventivo.
Sì, in questa TL alternativa dove la Germania non invade l'Unione Sovietica i Sovietici avrebbero certamente invaso la Germania.
I Tedeschi si ritroverebbero a combattere una guerra difensiva contro un'armata Comunista al massimo della sua potenza.
Mentre inizia questa cosa contorta, prendiamoci una pausa e concentriamoci su quello che sta facendo l'America: se l'Inghilterra è fuori dalla guerra allora gli Stati Uniti non hanno un alleato al quale mandare rifornimenti, e neanche un'isola dalla quale far partire una certa invasione, perciò per qualche tempo si concentrerebbero sul Giappone, che andrebbe comunque avanti con la sua espansione.
Il Giappone, come la più bella del ballo, può scegliere di andare in guerra contro uno dei due paesi: i Sovietici o gli Americani? Attenzione! Il Giappone attaccherebbe comunque l'America.
OK, torniamo in Europa: una guerra dove sono i Sovietici ad invadere per primi i Tedeschi è una cosa difficile da predire, pensate ad essa come uno scenario sul quale ponderare.
Ecco alcuni fatti che penso possiate tenere in considerazione e arrivare alle vostre conclusioni su come finirebbe una guerra simile:
1) Se la Germania dichiara guerra agli Stati Uniti allora gli USA daranno armi e rifornimenti ai Sovietici tramite la Legge Affitti e Prestiti per combattere contro il loro nemico.
2) Se la Germania conquista l'Inghilterra e usa i suoi territori, allora ha accesso al petrolio del Medio Oriente, cosa che la aiuterà a sostenere la sua industria facendo venir meno la necessità di invadere la Russia meridionale per ottenere il suo petrolio.
Penso che la cosa principale che si possa ricavare da tutto ciò è che per il resto del mondo una guerra dove sono i Tedeschi ad essere invasi dai Russi sarebbe un affare molto più confuso.
I Sovietici, che sono stati lo spauracchio dell'Occidente per 20 anni, ora stanno tentando di assaltare l'Europa centrale.
Se ciò dovesse accadere, chi sosterranno i popoli dell'America e dell'Europa occidentale, Hitler o un'ideologia contro la quale si sono opposti per diverso tempo? Il destino dell'Europa sarebbe in mano a due despoti autoritari.
Questi sarebbero eventi strani sui quali pensare, ma lo scenario si basa sulle idee che sia Hitler che Stalin contemplarono nel 1939-40.
Una guerra ci sarebbe stata comunque, c'era solo da decidere chi avrebbe tirato il primo pugno.

Oggi, 22 Giugno 2016, è il 75° anniversario dell'inizio dell'invasione Nazista della Russia, altrimenti nota come Operazione Barbarossa.
Personalmente vedo parecchio quest'ucronia in giro, e spesso viene utilizzata come mezzo per far vincere ai Nazisti la Seconda Guerra Mondiale, la gente pensa che l'invasione della Russia di Hitler fu ciò che lo condusse alla sua caduta finale, perciò impedire la sua invasione della Russia contribuirebbe a farlo rimanere in sella e a far sopravvivere il Reich, perciò, per capire se hanno ragione o no, esaminerò cosa sarebbe successo se Hitler non avesse mai invaso la Russia.
Quali sarebbero i confini? Quale sarebbe la cultura? Questa è la domanda di quest'ucronia.
Prima di partire con l'ucronia voglio spiegare perché Hitler invase la Russia e perché non fu la decisione così orribile che tutti affermano che fu: oggi l'invasione di Hitler dell'Unione Sovietica nel 1941 viene definita uno dei peggiori sbagli mai fatti nella storia e viene considerato quasi una barzelletta invadere un paese che aveva già sconfitto gli Svedesi, i Polacchi, i Cavalieri Teutonici e Napoleone.
Sembra ridicolo, ma tornando indietro all'epoca di Hitler tutto inizia ad avere più senso.
Nella Prima Guerra Mondiale la Russia venne sconfitta, mentre la Francia combatté fino alla fine, perciò, nella mente di Hitler, se per far cadere la Francia ci erano voluti pochi mesi allora far cadere la Russia sarebbe stato ancora più facile.
Hitler una volta disse che la Russia era una casa dalle fondamenta marce e che se qualcuno avesse buttato giù la porta a calci tutta la struttura sarebbe crollata.
Inoltre la Russia non stava molto bene, le riforme e i genocidi di Stalin avevano posto fine alla vita di molti Russi, specialmente quelli appartenenti alle minoranze come i Cosacchi e gli Ucraini.
Per fare un esempio, quando i Tedeschi invasero l'Ucraina gli Ucraini locali accolsero i Tedeschi come liberatori per capire solo in seguito quanto fossero orribili.
Stalin aveva anche purgato la maggior parte delle forze armate, lasciando alla guida delle forze armate sovietiche solo abietti yes man che avevano pochissime abilità o esperienza militari.
Inoltre Hitler non voleva davvero combattere una guerra contro l'Occidente, voleva che gli Inglesi, i Francesi e gli altri imperi coloniali tradizionali mantenessero le loro colonie e voleva che i Tedeschi Ariani controllassero gli Slavi dell'Europa orientale e l'Unione Sovietica.
Voleva che i Giapponesi controllassero il Pacifico e gli Statunitensi le Americhe, pensava che le nazioni Ariane di Germania e Inghilterra e anche la Francia non dovessero combattere tra di loro, ma che la vera minaccia era il Giudeo-Marxismo dell'Unione Sovietica.
Voleva che l'Occidente semplicemente gli lasciasse combattere l'Unione Sovietica senza farsi coinvolgere.
Il suo obiettivo iniziale era combattere l'Unione Sovietica, la guerra contro la Francia e l'Inghilterra era solo una nota a margine per lui.
Questo conduce al problema principale di questa TL: un Hitler che non invade l'Unione Sovietica non sarebbe lo stesso Hitler della nostra TL.
L'alto comando di Hitler era contro l'invasione della Russia nel 1941, ma alla fine l'invasione partì comunque perché egli era troppo concentrato su di essa.
Perciò, perché questa TL funzioni, l'alto comando di Hitler dovrebbe riuscire a convincere Hitler a mettere in pausa l'invasione della Russia per alcuni anni.
Se Hitler non invade la Russia, potrà scegliere tra due direttrici: potrebbe invadere direttamente l'Inghilterra o lanciare una strategia mediterranea.
Egli aveva una strategia mediterranea chiamata Operazione Felix, che coinvolgeva l'adesione della Spagna all'Asse e la cattura di Gibilterra e Malta, seguita da un'invasione dell'Egitto e del Levante attraverso il Maghreb.
Dato che nella nostra TL la Spagna non si unì all'Asse, in questa TL non aderirebbe comunque ad esso, inoltre nella nostra TL Hitler mostrò molto poco interesse alla campagna del Nordafrica, inviando pochissimi rifornimenti, perciò in questa TL probabilmente si concentrerà sull'Inghilterra.
So che l'Operazione Leone Marino, ovvero l'invasione dell'Inghilterra, viene liquidata dagli storici alternativi, specialmente nei forum, ma penso seriamente che in questa TL sarebbe una possibilità.
Se Hitler non rimane coinvolto in Russia potrebbe spostare tutte le sue forze contro l'Inghilterra e rendere il piano possibile.
Se i Nazisti concentrassero tutte le loro forze contro l'Inghilterra invece di ammassarle per una futura invasione della Russia riuscirebbero a superare i tassi di produzione degli aerei destinati alla RAF e a prolungare di molto la Battaglia d'Inghilterra, vincendo la guerra d'attrito da essa scatenata e cacciando gli aerei inglesi dai cieli dell'Inghilterra meridionale.
Quando guardiamo al D-Day, vediamo che i preparativi per l'invasione oltre la Manica presero molto tempo agli Alleati, due anni, ma stavano anche combattendo una guerra nel Pacifico, perciò stavolta potremmo perfino vedere i Tedeschi riuscire a preparare una forza d'invasione in leggermente meno tempo.
Inoltre, gli Americani e gli Inglesi si stavano preparando a combattere contro l'altamente addestrato ed efficiente esercito tedesco ma, e non voglio offendere nessun inglese, l'esercito inglese non era equiparabile a quello tedesco, perciò se avessero voluto invadere l'Inghilterra i Tedeschi non avrebbero dovuto prendere le stesse precauzioni che presero gli Alleati quando invasero la Francia.
Intanto in patria l'economia tedesca sarebbe fiorente per gli standard della guerra totale e l'accordo di pace originario tra Hitler e Stalin concedeva ai Tedeschi tutte le materie prime necessarie per i loro sforzi bellici.
La produzione bellica tedesca crescerebbe esponenzialmente senza i bombardamenti Alleati causati dal fatto che l'aeronautica tedesca dovette spostarsi verso est per combattere anche i Russi.
Per impedire la contaminazione tra le TL, farò sì che l'Hitler di questa TL agisca esattamente come l'Hitler della nostra TL, tranne che per la decisione di non invadere la Russia, perciò in questa TL Hitler dichiara comunque guerra agli Americani a fine 1941.
Ad inizio 1942 i Tedeschi prepareranno l'Operazione Leone Marino e faranno partire l'invasione.
Grazie alla guerra lampo i Tedeschi catturerebbero rapidamente Londra e il Kent e di norma l'Inghilterra si arrenderebbe dopo la cattura di Londra, ma siccome stiamo parlando di Churchill, gli Inglesi se ne andrebbero e sposterebbero la capitale ad Edimburgo e continuerebbero a combattere.
Gli Americani, in un disperato tentativo di salvare gli Inglesi, invierebbero di corsa il loro esercito poco addestrato nelle Midlands e questo nuovo afflusso di truppe creerebbe uno stallo tra i Nazisti e gli Alleati nello Yorkshire.
Senza i Russi a distrarli i Tedeschi costruiranno una marina più potente, e la Battaglia dell'Atlantico sarà molto più sanguinosa in questa TL.
La Battaglia dell'Atlantico avrà l'obiettivo di porre fine allo stallo, ma la marina tedesca dovrà affrontare il fatto che gli Alleati avranno navi dotate di radar e Ultra, ovvero la capacità di leggere i suoi messaggi segreti, così come la sempre più potente US Navy.
Dato che gli Americani manderanno la maggior parte delle loro forze armate in Inghilterra per tentare di salvarla all'ultimo minuto, il fronte del Pacifico verrebbe completamente trascurato, perciò i Giapponesi vincerebbero la Battaglia delle Midway e raggiungeranno l'obiettivo della conquista delle Hawaii.
Senza la flotta americana che partecipò alla Battaglia del Mar dei Coralli i Giapponesi riusciranno a rifornire le loro truppe in Nuova Guinea e perciò conquisterebbero quell'isola.
Questo lascerebbe l'Australia alla mercé di una conquista giapponese, ma è probabile che questo non accada, dato che i Giapponesi erano pochissimo interessati all'Australia, e preferiranno usare le loro truppe su fronti differenti.
Con gli Inglesi che combatterebbero una guerra per la sopravvivenza in patria, l'India rimarrebbe praticamente indifesa, perciò i Giapponesi penetrerebbero pesantemente in India.
Le semplici dimensioni dell'India darebbero il tempo ai vari Raja e ai nazionalisti di creare un esercito puramente indiano per evitare la conquista giapponese.
Quando si pensa all'invasione della Russia di Hitler tendiamo a pensare ad uno Stalin indifeso che scende a patti col suo nemico, ma le cose non erano così semplici, Stalin aveva un proprio piano per farsi coinvolgere in una futura guerra contro la Germania.
Stalin era preoccupato che se Hitler avesse invaso l'Inghilterra il Reich sarebbe diventato troppo potente, perciò aveva pianificato che se i Tedeschi avessero invaso l'Inghilterra egli avrebbe invaso la Polonia.
Voleva che i Fascisti e i democratici occidentali si logorassero nei combattimenti, lasciando l'Unione Sovietica come unica potenza rimasta, perciò, se la Germania invaderà l'Inghilterra i Russi invaderanno a loro volta il Reich da est.
Il problema per Stalin è che ai Sovietici ci volle metà della guerra per imparare a padroneggiare le tattiche offensive, dato che gli yes man installati dal governo non avevano alcuna idea di come si conducessero operazioni offensive e quindi l'invasione sovietica della Polonia si tramuterebbe in una sconfitta orribile.
I Tedeschi a loro volta lancerebbero una controffensiva, catturando Vilnius e forse Kiev e Riga, ma non si avvicinerebbero mai alle conquiste della nostra TL, questo perché molte di esse vennero ottenute perché l'esercito sovietico era impreparato e i Nazisti non stavano combattendo sul suolo inglese.
Semplificherò una guerra estremamente sanguinosa, ma gli Alleati alla fine vincerebbero grazie al loro vantaggio industriale e demografico sull'Asse.
In generale la guerra durerebbe più a lungo, dato che gli Alleati trascorreranno la maggior parte di essa a garantire la sopravvivenza all'Inghilterra, e questo non minaccerà l'industria tedesca con bombardamenti incessanti.
I Russi otterranno la parte migliore della torta, dato che quando si faranno strada fino a Berlino partendo dalla Bielorussia gli Alleati saranno ancora impegnati nel Sussex nella peggiore delle ipotesi o in un'offensiva in stile Operazione Torch in Nordafrica nella migliore, e non ci sarà tempo per un'invasione in stile D-Day o Sbarco in Sicilia.
L'Europa postbellica potrebbe essere molto più sovietica, col Reno a fare da confine.
I Sovietici potrebbero manovrare l'intera Europa, ma gli Americani potrebbero avere l'arma "negoziatrice" delle bombe atomiche.
Nel Frattempo nel Pacifico gli Alleati vincerebbero semplicemente a causa della loro potenza industriale, ma in generale la guerra durerebbe più a lungo, perché gli Americani dovranno riconquistare le Hawaii e la Nuova Guinea.
Inoltre la flotta giapponese dominerebbe il Pacifico per gran parte della guerra dato che ha vinto a Midway, e questo significa che gli Stati Uniti dovranno ricostruire la loro flotta quasi da zero e sconfiggere i Giapponesi.
Dato che gli Americani saranno molto più indietro rispetto alla nostra TL, questo vuol dire che i Russi conquisteranno molti più territori in Asia orientale e perciò la Corea sarebbe unita sotto il regime nordcoreano della nostra TL e il Giappone finirebbe diviso tra un regime Comunista del nord e un sud americano.

L’invasione di Hitler dell’Unione Sovietica! L’Operazione Barbarossa, vista da molti come uno degli errori e delle follie militari peggiori della storia, una che i generali tedeschi sconsigliarono, ma che Hitler perseguì comunque.
Ma perché, quando una cosa come una guerra su due fronti si è storicamente dimostrata disastrosa per la Germania ed era abbastanza evidente sia all’Inghilterra che ai Sovietici, al punto che entrambi pensavano che la Germania non fosse così folle da farlo? Bisogna chiedersi di nuovo perché, e cosa sarebbe accaduto se l’Operazione Barbarossa non fosse mai partita? L’Operazione Barbarossa.
Perché diavolo venne lanciata? Ci sono molte teorie, ma la più importante e spesso citata è semplice: Hitler pensava che l’esercito russo fosse debole e che per la Germania sarebbe stata una campagna non diversa da quella di Francia o della Polonia.
I Tedeschi temevano un’alleanza inglese con i Sovietici, cosa che avrebbe portato i secondi ad essere più capaci e pericolosi, e questo li spinse a lanciare un attacco preventivo prima che i Sovietici potessero allearsi con gli Inglesi.
La Russia dopotutto aveva avuto una pessima storia militare fin dalla Guerra Russo-Giapponese, passando per la Guerra d’Inverno e la Guerra Sovietico-Polacca.
La Russia semplicemente non era così competente come potesse sembrare, la mia ipotesi riguardo questa teoria è che in una TL simile, senza tenere conto delle capacità della Russia, sono possibili due esiti: o non si lancia un’invasione e il Regno Unito potrebbe, e sottolineo potrebbe, trascinare l’Unione Sovietica in guerra, o si lancia l’invasione e sicuramente l’Unione Sovietica entra in guerra.
Capisco che le tattiche della guerra lampo e l’elemento sorpresa potrebbero bastare per vincere la guerra e rendere inefficace il sostegno inglese, ma parlando in termini realistici ai generali tedeschi e a chiunque altro era chiaro abbastanza all’epoca che fosse una cattiva idea.
C’è anche l’argomento del petrolio, ovvero che il Reich aveva poco petrolio e ne aveva bisogno di un po’ dall’URSS per sostenere la guerra.
Anche la Gran Bretagna stava esaurendo le risorse, ma sarebbe stato ragionevole aprire un nuovo fronte e alla fine utilizzare ancora più risorse? Non penso proprio, specialmente non quando per la Germania erano ancora possibili negoziati con l’Unione Sovietica.
Forse perché l’intera Europa orientale era un obiettivo della Germania, ma era un obiettivo di urgenza immediata, uno che doveva essere perseguito a rischio di perdere una guerra che avevi perlomeno una possibilità di vincere e che nel migliore dei casi ti avrebbe fatto diventare la nazione dominante dell’Europa occidentale con abbastanza risorse e manodopera per raggiungere il tuo obiettivo iniziale una volta recuperato da una guerra contro i migliori paesi europei? Guardate, è difficile dire esattamente cosa motivò il lancio dell’Operazione Barbarossa con la massima certezza, dato che la materia è oggetto di dibattiti continui perfino oggi.
Potrebbe essere una questione di numerose circostanze che si sono verificate tutte insieme per creare una tempesta perfetta, ma per qualsiasi maledetto motivo suggeriamo semplicemente che Barbarossa non viene mai fatta partire: Inghilterra e Germania continuano a scontrarsi, ed entrambe hanno piani per rovesciare l’altra.
Il Regno Unito aveva pianificato un blocco navale totale dell’Europa per bloccare qualsiasi risorsa diretta verso la Germania, e questo sarebbe stato affiancato da attacchi ai raccolti tedeschi per creare una carestia.
La Germania aveva un piano identico nel quale avrebbe catturato via terra il Canale di Suez, possibilmente con l’aiuto di altre potenze come Turchia, Siria, Iraq, Palestina o addirittura la Lohamei Herut Israel, diavolo, gran parte del Medio Oriente avrebbe potuto essere reclutato, dal governo pro-tedesco persiano di Reza Shah Pahlavi, che nella nostra TL la Gran Bretagna rovesciò con l’aiuto dell’Unione Sovietica, alle popolazioni scontente della Palestina sotto il dominio inglese, che videro le loro terre cedute a Israele negli anni postbellici e sapevano che sarebbe avvenuta una cosa simile a causa della Dichiarazione Balfour.
Queste mosse per catturare il Canale di Suez sarebbero state implementate da una successiva messa in sicurezza di Gibilterra con l’aiuto della Spagna sotto il governo del Fascista Francisco Franco, il tutto mentre sarebbero stati eseguiti dei bombardamenti per paralizzare la produzione di cibo degli Inglesi e costringerli alla resa per fame.
Questo era in generale il piano perché sia la Germania che l’Inghilterra credevano che il loro avversario sarebbe stato militarmente capace nel futuro prossimo, e che l’unico mezzo di vittoria sarebbe stato colpire le sue risorse.
Se presumiamo che entrambe le parti attirino a loro tutte le risorse e gli alleati che possono senza far entrare in combattimento l’Unione Sovietica, potremmo vedere la Germania sviluppare un’alleanza militare con Spagna, Turchia. la Lohamei Herut Israel e la Svezia.
L’estensione di questa alleanza probabilmente permetterà la creazione e lo stazionamento di fortificazioni tedesche in queste regioni, con una coscrizione minima di coloro che hanno simpatie verso lo sforzo bellico.
In cambio la Spagna probabilmente desidererà la concessione di Gibilterra e del Marocco, la Turchia la ricostituzione dell’Impero Ottomano con parti del Medio Oriente inglese e la Svezia, sotto la direzione del simpatizzante Eric von Rosen, che potrebbe cercare qualcosa di simile ad una Scandinavia unificata libera dalla minaccia dell’Unione Sovietica.
La Lohamei Herut Israel potrebbe essere l’unica eccezione, combatterebbe direttamente e indebolirebbe le forze inglesi utilizzando tattiche terroristiche e propaganda con l’obiettivo di creare Israele dalla Palestina inglese, uno dove la Germania potrebbe espellere gli Ebrei e dargli una popolazione funzionante una volta creato lo stato.
Potrebbero anche essere stipulati patti di protezione con l’Iran e la Cina Nazionalista per difendere le loro terre da Regno Unito e Unione Sovietica in cambio di una fornitura di risorse.
Questo potrebbe portare la Cina Nazionalista al tavolo dei negoziati nel caso temesse di collassare per mano del Giappone o dei Comunisti.
Se vogliamo spingere per la guerra delle risorse, potremmo anche far sì che le forze tedesche e giapponesi istighino la ribellione all’interno dell’India sostenendo l’attivista indipendentista Subhas Chandra Bose, che stava a Malcolm X come Gandhi stava a Martin Luther King.
Gli Inglesi potranno continuare ad acquistare armi e risorse dagli Stati Uniti tramite la Legge Affitti e Prestiti, ma complessivamente non c’è molto che la Gran Bretagna possa fare prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti in seguito all’Attacco a Pearl Harbor.
Una possibilità risicata potrebbe essere il trascinare il Portogallo dalla parte dell’Inghilterra, motivando allo stesso tempo il Brasile ad offrire sostegno nella guerra.
Qual è il verdetto finale nel caso entrambe le parti sfoderino tutte le opzioni possibili? Sembra che sia la Germania ad avere il potenziale maggiore per durare più del Regno Unito, cosa che gli costerà i possedimenti coloniali in Africa, che verranno occupati sia dalla Germania che dall’Italia.
I territori mediorientali verranno occupati dagli Ottomani e dal nuovo stato della Lohamei Herut Israel, e porzioni dell’India verranno annesse dalla Persia.
Il Portogallo, a causa del suo ruolo nella guerra, potrebbe perdere territori a favore della Spagna, mentre la Cina si ritroverà spartita fra Manciukuò, una Cina Nazionalista Han e un’Indocina unita.
La Francia si ritroverà riunita sotto il governo di Philippe Pétain mentre la Scandinavia vedrà un’unificazione sotto von Rosen.
La Gran Bretagna, dopo il tremendo stress della guerra, potrebbe affrontare un’insurrezione e vedere la reinstaurazione del re filotedesco Edoardo VIII, con Oswald Mosley come primo ministro.
I due cercheranno di ricostruire la nazione distrutta dalla guerra e riassicurare il controllo sulle colonie rimaste, dato che l’India diventerà sempre più ribelle e si ritroverà, come la Cina, a oscillare tra partiti Comunisti e nazionalisti.
Le cose sembreranno finire piuttosto bene per la Germania, ma questo potrebbe trarre in inganno: la Germania, proprio come le grandi potenze dopo la Prima Guerra Mondiale, sarà esausta e in un disperato bisogno di sollievo, sia in termini di uomini che di risorse.
Fortunatamente adesso ha una pletora di stati fantoccio sulla quale contare, ma ognuno di loro farà un forte affidamento sulla Germania come durante la guerra, e avranno bisogno del loro tempo per recuperare, ma questo piano non sarà sul tavolo.
Con l’Inghilterra sconfitta e la Germania esausta, l’Europa occidentale, anche se adesso sotto l’egemonia tedesca, sarà in uno stato fragile.
L’Unione Sovietica, temendo di diventare la portata successiva del pranzo della Germania una volta eliminato il Regno Unito, si sarà preparata fin da allora per una campagna offensiva contro l’Europa.
Con le grandi potenze fuori dai giochi, l’Unione Sovietica si industrializzerà e si rimilitarizzerà, fortificando i suoi confini occidentali e addestrando i suoi soldati a combattere sui terreni dell’occidente, ben sapendo che il conflitto Anglo-Tedesco ha offerto l’opportunità migliore per sovietizzare l’occidente rompendo il suo guscio duro, così che l’Armata Rossa possa avanzare e alla fine distruggerlo.
Nel Marzo 1945, poco dopo la conclusione del conflitto tra Gran Bretagna e Germania, l’Unione Sovietica inizierà la sua avanzata in Europa occidentale invadendo Romania, Bulgaria, Finlandia e Ungheria, mentre scoppieranno rivolte Comuniste in Cina settentrionale e in India.
Gli Stati Uniti a questo punto saranno ancora impegnati in combattimento con il Giappone, utilizzando la Leapfrogging Strategy e alleandosi con la Cina Nazionalista per dare la spinta finale all’impero giapponese.
Le forze americane e sovietiche proveranno a conquistare le isole giapponesi, il tutto mentre i Sovietici incontreranno un muro di resistenza tedesca sul confine suo e della Scandinavia per difendere la propria patria dall’invasione, ma i Sovietici non avranno paura di avanzare, e butteranno fuori dalla guerra l’Italia, mentre il Medio Oriente cadrà sotto la loro occupazione.
Germania e Inghilterra scopriranno che nella loro ricerca per il dominio si saranno danneggiate abbastanza perché un nemico più pericoloso ammassasse la forza necessaria per eliminare potenzialmente entrambe.
Adesso Regno Unito e Germania si troveranno dalla stessa parte, uniti contro un nemico comune che però non potranno combattere da soli.
Il loro destino adesso si trova nelle mani degli Stati Uniti, una nazione con una popolazione tedesca e inglese nella storia.
Sembra più che appropriato che succedano ad essi come nuova superpotenza per combattere il loro nemico definitivo ed eterno.

Invadere la Russia è stata davvero la peggiore decisione di Hitler? Anche se il risultato parla da solo io penso che la risposta sia un po’ più complicata di quanto si possa credere.
Nel contesto dell’epoca, tra tutte le opzioni palesatesi davanti al Führer, l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941 fu una scelta economicamente e soprattutto ideologicamente logica, il modo in cui venne condotta questa operazione… Beh, quella è un’altra cosa.
Si può comprendere perché l’Unione Sovietica divenne la preda della Germania: spazi immensi, grandi riserve di risorse, petrolio, metalli, e una popolazione che non chiedeva che liberarsi di Stalin, ma che in realtà avrebbe funto da schiava per i coloni tedeschi che si sarebbero stabiliti in Europa dell’est dopo la guerra, e sì, la colonizzazione del Lebensraum, lo spazio vitale, era lo scopo finale del Führer, e questa non si sarebbe potuta realizzare senza milioni di Slavi ridotti in schiavitù.
Un errore di calcolo, perché fu questo razzismo che paradossalmente spinse la maggioranza della popolazione sovietica a sostenere Stalin durante l’invasione tedesca, quando francamente la popolarità del dittatore non era incrollabile dopo le purghe che aveva scatenato.
Buongiorno a tutti, cari abbonati e spettatori, oggi andremo a vedere che sarebbe successo se la Germania non avesse mai invaso l’Unione Sovietica.
Nel Giugno 1941, dopo diversi mesi di ritardo causati da un alleato italiano un po’ troppo ingombrante, iniziò l’Operazione Barbarossa.
La Germania Nazista, in spregio al patto di non aggressione firmato due anni prima, lancia 3.800.000 uomini ad invadere un’Unione Sovietica colta di sorpresa malgrado i segni premonitori dell’invasione.
Così facendo essa deve portare la guerra su due fronti, con quel che resta degli Alleati, l’Inghilterra e il suo Commonwealth, che non rappresenta tutto sommato che una minaccia molto limitata, viste le dimensioni delle sue forze armate, e la Germania è comunque incapace di invadere gli Inglesi a causa della Manica e della debolezza delle sue forze navali.
Ora deve invadere l’oriente, innanzitutto per rendere la Germania autosufficiente in termini di risorse e in seguito raggiungere gli obiettivi ideologici enunciati nel Mein Kampf, il tristemente celebre libro di Hitler, che includevano la distruzione totale dell’ideologia Comunista e il massacro di milioni di Slavi e di Ebrei.
Ma l’invasione della Russia, come quella di Napoleone all’epoca, segnerà la sorte della Germania, la guerra totale condotta dall’Asse attirerà la maggior parte degli uomini e delle risorse del reich e alla fine questo dovrà inchinarsi di fronte alla potenza di un’armata sovietica superiore di numero e materiali.
Vedremo che le ragioni che hanno spinto Hitler a invadere la Russia non sono affatto insensate nel contesto dell’epoca, è la maniera nella quale fu condotta l’invasione che fu il peggior errore di Hitler.
Andremo a vedere perché la combinazione dell’ideologia Nazista, dell’impasse dell’economia tedesca e dell’aumentare della potenza dei Russi resero l’Unione Sovietica il miglior obiettivo di quell’epoca.
Infatti è difficile immaginare che durante la Seconda Guerra Mondiale la Germania Nazista e l’Unione Sovietica non fossero entrate in guerra.
Il Patto Molotov-Ribbentrop di non aggressione firmato nel 1939 dagli omonimi diplomatici era visto da Hitler come, e cito, un pezzo di carta, e da Stalin come un mezzo per guadagnare tempo per risollevare il suo esercito dopo che i quadri dirigenti erano stati decimati dalla purga del 1937.
Viene anche comunemente ammesso che il patto resse unicamente perché le due parti avevano interessi comuni.
Stalin, dopo non essere riuscito a costituire un’alleanza antifascista con la Francia e il Regno Unito, voleva tempo per ricostruire il suo esercito, ingrandire la sua industria e annettere diversi territori inclusi nel trattato, come gli Stati Baltici, l’est della Romania e parte della Polonia, e creare così uno scudo contro una potenziale aggressione tedesca.
Hitler, da parte sua, voleva la garanzia di una pace in oriente per sconfiggere la Francia, i Paesi Bassi e il Belgio nel 1940 e importare grandi quantità di petrolio e di cereali dall’Unione Sovietica.
L’obiettivo dopo l’occidente era ovviamente distruggere il grande Satana sovietico, il nemico naturale del Fascismo, prima che avesse il tempo di modernizzarsi.
Ma noi siamo qui per cambiare la storia, e in questo scenario andremo a vedere cosa sarebbe successo se il 22 Giugno 1941 Hitler, andando contro tutte le sue strategie e tutta la sua ideologia, non avesse fatto partire l’Operazione Berbarossa, così, per mancanza di voglia o per pigrizia, comunque ad est non succede niente.
Dunque, in questo scenario il reich si accontenta della sua piccola pace di facciata con i Comunisti e continua ad importare petrolio e cereali sovietici, anche se queste importazioni vengono limitate dai Russi.
Stalin, da parte sua, ancora scioccato dalla sconfitta così rapida della Francia che ha colto tutto il mondo di sorpresa, continua i suoi preparativi in attesa dell’inevitabile confronto.
Adesso Hitler dispone di una macchina da guerra immensa, di milioni di uomini, di carri e di materiali, ma non li sta utilizzando.
La lotta contro la Gran Bretagna infatti mobilita principalmente l’aviazione e la marina tedesche, una situazione molto dispendiosa e che non sarebbe stata affatto sostenibile sul lungo termine.
Molto dipendente dalle importazioni, l’economia tedesca si vede privata fin dall’inizio di risorse dal mercato internazionale, e si vede quindi costretta a dipendere dalla sua debole produzione e dalle importazioni dall’Unione Sovietica.
L’economia del reich non era affatto sostenibile sul lungo periodo, prima a causa della mancanza di risorse, e poi perché i paesi conquistati venivano saccheggiati invece di finanziare un’economia di guerra, e questo causò molto presto un’inflazione galoppante, ovvero un abbassamento del valore della moneta.
Divenne perciò necessario per il reich cercare senza sosta altri territori da invadere per saccheggiare le risorse e per finanziare la sua economia, ma OK, in questo scenario, malgrado l’inflazione le importazioni sovietiche permettono al reich di rimanere a galla.
Ma anche se Hitler e Stalin tengono a bada in tutti i casi i bollenti spiriti, il conflitto tra le loro due nazioni è inevitabile.
Alcuni storici russi sostengono che l’Unione Sovietica previde di attaccare la Germania solo qualche mese dopo dalla Bielorussia, ma questa teoria è aspramente dibattuta, ed è tuttora molto controversa, perciò in questo scenario Stalin farebbe la cosa più saggia da fare, vale a dire prendersi tutto il tempo necessario per preparare il suo esercito fino a quando non sarà sicuro della vittoria finale.
Senza Barbarossa è molto probabile che l’alternativa all’invasione dell’Unione Sovietica sarebbe stata estendere le operazioni nel teatro mediterraneo, con l’obiettivo di mettere l’Inghilterra in ginocchio prima che gli Stati Uniti, che avevano simpatie nei suoi confronti ma erano ancora neutrali, arrivassero in aiuto.
Partendo da questa situazione ho scritto un piccolo scenario con molte ramificazioni che segue una trama narrativa molto positiva per la Germania Nazista per mettere in luce gli avvenimenti importanti della guerra.
Fate bene attenzione, tutto questo è un esercizio di immaginazione nel quale sono stato aiutato da diverse persone esperte della questione.
Dunque, una delle questioni principali di questa Seconda Guerra Mondiale alternativa, in poche parole, è Churchill: senza Barbarossa, uno dei grandi fattori che avrebbero potuto cambiare lo scenario sarebbe stata la volontà del Regno Unito di continuare a combattere da sola contro la Germania Nazista, e la volontà sarebbe stata necessaria anche se gli Inglesi avessero vinto la Battaglia d’Inghilterra.
I Tedeschi avrebbero continuato ad inviare ogni giorno, instancabilmente, bombardieri e sottomarini a distruggere le navi e i bastimenti del Commonwealth.
Incapaci di invadere il Regno Unito per mare, la Germania e l’Italia si sarebbero così concentrate sull’unico obiettivo raggiungibile: il Mediterraneo.
In Africa del nord, a Malta, a Gibilterra, in Medio Oriente o nei Balcani i fronti si moltiplicheranno, con gran dispiacere degli Inglesi, costretti a fare sempre più ricorso alle risorse delle colonie.
In questo senso la fermezza di Churchill, che aveva molti oppositori, sarebbe stata un fattore importante perché la Gran Bretagna avesse continuato a combattere.
In questo scenario, senza la guerra titanica in Europa dell’est, l’Afrika Korps del Generale Rommel viene considerevolmente rinforzata e rifornita, e quando si va a constatare che nella nostra realtà i successi della Volpe del Deserto furono poco efficaci, non si può dire che in condizioni migliori gli Inglesi non avrebbero potuto resistere a lungo in Africa del nord.
In questo scenario, quindi, nel 1941 gli Inglesi vengono ricacciati fino in Egitto, e finiscono per perdere il controllo del Canale di Suez, un luogo di importanza capitale per rifornire l’Inghilterra dalle colonie, ed è qui che si manifesta la nostra prima ramificazione: Pearl Harbor, l’attacco a sorpresa giapponese contro gli Stati Uniti che provocò una guerra nel Pacifico.
Nella realtà Hitler, anche se il suo patto con i Giapponesi non lo obbligava a niente perché nella storia furono loro gli aggressori, dichiarò lo stesso guerra agli Stati Uniti, un atto che compì contro il consiglio dei suoi generali e che infilò diversi chiodi nel coperchio della sua bara.
Qui è lo stesso, se Hitler dichiara lo stesso guerra agli Stati Uniti nel nostro scenario, malgrado la non invasione dell’Unione Sovietica, il risultato sarebbe stato lo stesso, la sconfitta.
Questa ramificazione non fa per noi.
Hitler qui non dichiara guerra agli Stati Uniti, cosa che sarebbe stata ugualmente probabile.
Gli Inglesi vedrebbero realizzarsi i loro peggiori incubi, la comparsa di due guerre totalmente separate l’una dall’altra e la riduzione delle consegne di materiali statunitensi, tutti concentrati come sono a combattere contro il Giappone.
Peggio ancora, constatando il successo dell’Asse in Africa del nord e l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro il Giappone e non contro la Germania, c’è ancora un altro allegro ragazzo che avrebbe potuto unirsi alla festa, Francisco Franco, il dittatore spagnolo.
O ispirato dai successi dell’Asse o costretto da un Hitler sempre più pressante, penso che sarebbe stato molto probabile che la Spagna si fosse unita volontariamente o meno alla Germania, anche se dipendeva parecchio dal petrolio degli Alleati.
A malapena ripresasi dalla guerra civile, penso anche che la Spagna sarebbe stata incapace di opporsi ad un’invasione tedesca e avrebbe preferito unirsi all’Asse, avendo più da guadagnarci.
Con l’entrata in guerra della Spagna e del Portogallo, anche Gibilterra oltre al Canale di Suez viene conquistata agli Inglese, e così il Mediterraneo diventa un lago tedesco.
Quando le forze di Rommel avanzeranno verso il Medio Oriente la determinazione degli Inglesi verrà davvero messa alla prova.
Churchill riceverà enormi pressioni da parte degli elettori inglesi, al punto che potrebbe benissimo essere licenziato se i favorevoli alla pace diventeranno la maggioranza, ed ecco qui la seconda diramazione dello scenario, perché se gli Inglesi decideranno di continuare la guerra malgrado tutto, è fortemente probabile che alla fine verrà affiancata da Stati Uniti ed Unione Sovietica e otterrà la vittoria finale come nella realtà, ma con un ritardo di qualche anno.
Ancora una volta questa diramazione non fa per noi.
Qui gli Inglesi, soli e messi alle strette dalla guerra sottomarina tedesca, finiscono per intavolare dei negoziati.
La pace fra l’Asse e gli Alleati sarebbe stata a mio avviso relativamente clemente nei confronti degli Inglesi, che Hitler non detestava affatto.
Io penso che il Duca di Windsor, un simpatizzante Nazista della famiglia reale inglese cacciato dal trono, avrebbe potuto essere rimesso al potere, instaurando nel Regno Unito un regime favorevole ad Hitler.
Con la resa della Gran Bretagna verso il 1944-45, l’Asse è vittorioso ovunque.
La Germania farà man bassa delle risorse del Medio Oriente, che all’epoca non erano state sfruttate molto a causa della mancanza di infrastrutture, e in questo scenario va a costituire la prima potenza mondiale.
Stalin constata che la sua strategia di lasciare che il reich si logori nella guerra contro l’Inghilterra è stata un fallimento, e si rende conto che sarà costretto ad attaccare prima del previsto, solo che in qualche anno l’Armata Rossa è cambiata molto.
Verso il 1944-45 le forze industriali e militari saranno molto più grandi che all’inizio della guerra, e come ho detto prima sarà quasi sicuro che l’Unione Sovietica invaderà la Germania.
Un bel giorno le consegne di cereali e petrolio cessano, il conflitto fra le due grandi potenze qui inizia con un attacco sovietico di grandissima ampiezza che coinvolge massicci attacchi aerei e immense formazioni di carri armati T-34 che i Tedeschi non hanno ancora combattuto.
Gli Stati Uniti, constatando che i Sovietici sono gli aggressori, non avrebbero sicuramente potuto sostenerli politicamente.
In questo scenario le atrocità commesse dai Nazisti come noi le conosciamo non verranno mai scoperte, in più i numerosi immigrati e discendenti di immigrati italiani e tedeschi che abitano il paese avrebbero potuto, a mio avviso, far sì che gli Stati Uniti restassero neutrali.
È Qui che compare la nostra terza e ultima diramazione.
In effetti organizzando un’offensiva con gli effetti delle Grandi Purghe assorbiti e tre anni in più di preparazione, l’Armata Rossa sarebbe stata un avversario ben più coriaceo per il reich, che avrebbe avuto forti probabilità di perdere la guerra.
Da qui derivano tre possibilità: 1) Stalin vince e si mangia tutta l’Europa a colazione con perdite molto meno importanti che nella nostra realtà e i paesi liberati diventano per la maggior parte Comunisti, dando il via ad una Guerra Fredda con gli Stati Uniti vittoriosi contro il Giappone, Guerra Fredda che vedrà i Sovietici in vantaggio; 2) il reich si trincera, si difende con accanimento e contrattacca, l’Unione Sovietica viene sconfitta, vengono perpetrati ignobili massacri, il piano di Hitler viene attuato, i problemi di risorse sono definitivamente superati, il reich di mille anni diventa realtà, la bomba atomica viene finalmente costruita dagli scienziati tedeschi e i razzi V-2 del Professor von Braun finiscono per mandare i Nazisti sulla Luna prima di tutti; 3) nessuna delle due fazioni riesce a vincere, dopo anni di conflitto molto dispendioso per entrambi viene firmata una pace e i due campi proclamano la vittoria, inizia una Guerra Fredda tra Fascisti, Comunisti e capitalisti e il mondo rimane congelato in questo modo fino a quando uno di questi blocchi non crollerà da solo.
E sì, non ho parlato molto del Giappone, dove la situazione di partenza è ancora peggiore di quella tedesca, con risorse ancora più limitate e di fronte una potenza industriale immensa.
In tutti gli scenari possibili in cui l’impero del sol levante attacca gli Stati Uniti a mio avviso è sconfitta certa, questo potrebbe essere il soggetto di un prossimo video se siete contenti.
Dunque sicuramente questi tre scenari conclusivi sarebbero stati i meno probabili, ed è molto più probabile che la storia prosegua su una delle tre ramificazioni di cui ho parlato nel corso del video.
Questo scenario permette di comprendere diverse cose: prima di tutto che l’Asse, quale che sia la configurazione della guerra, non avrebbe avuto molte chance di ottenere la vittoria finale, per ragioni economiche, per mancanza di risorse ecc.
Secondo, l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941 fu di gran lunga la migliore opzione per Hitler, perché il nemico Comunista si sarebbe in tutti i casi rinforzato di anno in anno, con o senza il sostegno statunitense.
Gli errori di Hitler furono sottostimare il potenziale e la resilienza del suo avversario, sottostimare anche l’estensione della logistica necessaria per invadere la Russia, aver messo la Germania in una situazione economica ingestibile sul lungo termine, e infine rifiutare ogni altra possibilità al di fuori dell’annientamento totale dell’Unione Sovietiche.
Se il Führer avesse per esempio accettato di muovere una guerra più limitata e meno totale, allora le sue chance di vittoria sarebbero aumentate di molto, ma ideologicamente ed economicamente invadere l’URSS fu sicuramente l’unica opzione plausibile di Hitler per continuare la sua avanzata, perché anche se la vittoria era impossibile l’Unione Sovietica era l’obiettivo migliore, la più grande minaccia esistente per il reich.
L’Operazione Barbarossa avrebbe anche dovuto essere lanciata prima per avere un’esile possibilità di vittoria.
In questo senso si può dire grazie agli Italiani per essersi fatti prendere a mazzate in Albania e aver poi avuto bisogno di un intervento tedesco che ritardò l’invasione della Russia di diversi mesi.
In tutti i casi, se i Sovietici avessero avuto più tempo per prepararsi, penso che la sconfitta della Germania sarebbe stata inevitabile, e alla fine che è facile rifare la storia quando si conoscono tutte le variabili dove lo scenario avrebbe potuto avere diverse altre ramificazioni.

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Gli risponde Dario Carcano:

L'ho già detto molte altre volte: la Germania non poteva non invadere la Russia, perché solo in Russia poteva procurarsi la risorse necessarie a condurre una guerra lunga contro gli inglesi, e senza la resa inglese una guerra contro l'Impero britannico sicuramente sarebbe stata lunga, essendo marina e aviazione non all'altezza di quelle inglesi e non essendo possibile rafforzare la flotta in tempi brevi. Le risorse necessarie alla Germania erano petrolio e grano, e la Russia era l'unico posto in cui potevano procurarsele. E l'estate del 1941 era il termine ultimo per far partire l'invasione, con ancora una certa disponibilità di carburante nelle riserve e l'Armata Rossa ancora impreparata alla guerra.

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Federico Sangalli si mostra d'accordo:

Sulla Russia tendo a concordare con Dario: sebbene il sostegno occidentale sia stato decisivo, assieme all’arrivo dell’inverno, per stabilizzare il fronte nel 1941-1942 e poi a permettere l’inizio della controffensiva tra il 1942 e il 1943, l’idea che la Germania nazista avrebbe potuto strangolare da sola l’Unione Sovietica è stata largamente esagerata. Intanto perché, come detto da Dario, Barbarossa stessa, cioè la fase più di successo per Berlino sul fronte orientale, aveva imposto un duro prezzo alla Wehrmacht: non è un caso se un anno dopo si risolsero ad affidare larghe porzioni del fronte a reparti italiani, ungheresi e romeni, qualitativamente e numericamente di molto inferiori alle unità tedesche, fattore che come sappiamo giocò un ruolo decisivo nella Battaglia di Stalingrado. Aggiungiamo che gli stessi nazisti davano la vittoria troppo per scontata: senza tirare in ballo l’attaccare la Russia senza equipaggiare le truppe con le dotazioni invernali, i dirigenti nazisti progettarono tutto nei minimi dettagli, disegnarono i governatorati che sarebbero nati nei territori conquistati e vi nominarono già i comandanti che sarebbero entrati in carica dopo la vittoria, presero contatti con alcune etnie scontente e i bianchi per formare dei fantomatici governi provvisori che sostenessero la causa nazista, firmarono addirittura un accordo preventivo col Giappone per dividersi esattamente i territori sovietici e l’Eurasia tutta tra Tokyo e Berlino. Fecero tutto questo eppure i loro piani militari non si spingevano oltre il raggiungimento della Linea A-A (Arcangelo-Astrakhan): dalle conversazioni tra i vertici nazisti sembra che questa lacuna fosse motivata dalla convinzione che dopo non sarebbe stato più necessario combattere seriamente perché i sovietici sarebbero collassati naturalmente a causa dell’inferiorità congenita dovuta all’essere contemporaneamente slavi, comunisti ed ebrei. L’idea è che una volta battuti questi si sarebbero divisi e avrebbero iniziato a lottare fra loro come quei barbari che erano e i tedeschi si sarebbero spartiti questi territori coi giapponesi senza colpo ferire. É chiaro come questa concezione non avesse alcun fondamento: non solo la Linea A-A non includeva Kuybysev (oggi Samara), cioè la capitale che l’URSS aveva già scelto nel caso in cui Mosca fosse caduta in mani nemiche, ma si ignorava l’enorme sforzo fatto prima e dopo Barbarossa per spostare il grosso delle industrie, dei lavoratori specializzati e delle grandi riserve di combustibile e munizioni oltre gli Urali. Se i tedeschi avessero sfondato avrebbero ripetuto Napoleone, che prese sì Mosca e poi attese invano che i russi capitolassero mentre questo gliela facevano saltare sotto i piedi, lasciandolo bloccato nelle impervie steppe dominate dall’inverno e dai cosacchi. L’Armata Rossa avrebbe continuato la lotta e, con un chiaro vantaggio climatico e demografico dalla sua (senza contare la conoscenza del territorio e il sostegno della popolazione), avrebbe alla fine ricacciato indietro i tedeschi, la cui unica speranza sarebbe stata arrivare all’atomica prima, cosa non impossibile ma improbabile, dato che all’epoca erano sulla strada sbagliata e la loro prima pila atomica probabilmente gli sarebbe esplosa in faccia.

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Aggiungiamo il parere di Basileus TFT:

Anch'io ho alcune obiezioni in merito:

1) L'attacco dell'URSS alla Germania, con armamenti USA si intende, sarebbe stato possibile anche nel '42, massimo '43.

2) Come giustamente fatto notare, la Germania aveva bisogno di depredare nuovi territori per mantenere il suo esercito, ma trovo molto ottimistico l'invio di ingenti forze sul suolo libico a meno che l'obiettivo non fosse far capitolare le linee inglesi con eccessivi prigionieri di guerra. La zona e la sua logistica era quello che era, non possiamo ipotizzare decine e decine di divisioni in quello spazio, con le misere risorse disponibili e con la flotta britannica che fa il tiro al piccione sui convogli nemici. La Germania non aveva possibilità di creare un passaggio sicuro nè via mare, nè via aerea. Forse una possibilità sarebbe stata passare dalla Turchia e dalla Siria, per poi invadere l'Egitto a tenaglia, ma questo significa invadere la Turchia e si apre un nuovo scenario.

3) L'entrata in guerra del Giappone non avrebbe preoccupato i britannici, che consideravano i nipponici come delle scimmie. Si sarebbero ben cagati nelle mutande una volta occupata Indonesia + Singapore ("quei maledetti musi gialli non arriveranno mai a singapore"), ma ora di allora la guerra europea sarebbe stata ben gestibile.

4) Il Regno Unito aveva sostenuto dall'inizio la guerra fino alla fine, per far cambiare questa idea dobbiamo ipotizzare almeno la perdita di: Malta, Gibilterra, Suez, Singapore e non è neanche detto, perchè alla fine se la flotta britannica spadroneggia sui mari e casa è salva il pericolo lo senti lontano.

Dunque, ipotizzo allora che i tedeschi riescano a portare qualcosina in Africa e questo permette a Rommel di durare di più, ritardando l'invasione dell'Italia e magari facendo partire Overlord con gli Alleati ancora impantanati nel Meridione. Questo ci farebbe evitare la Repubblica Sociale Italiana.
I tedeschi, che da qualche parte le risorse le devono pur raccattare, potrebbero invadere la Turchia o, più probabilmente, la Svezia che darebbe acciaio gratis e sarebbe facilissima da gestire: poco popolosa, pochi soldati a fare la resistenza, molti esponenti filotedeschi da sfruttare. Potremmo anche assistere ad un'invasione anticipata di Vichy. Questo darebbe un pochino di respiro, ma mancherebbero ancora grano, terre rare, petrolio che umanamente parlando la Germania non può ottenere in nessun modo.
Così, nel '42-'43 l'URSS attacca e l'ucronia va più o meno come sappiamo, con i tedeschi che vengono rullati fino a Berlino e il conflitto che si chiude più o meno come nella realtà. Cambierebbe che la Svezia parteciperebbe al tavolo dei Paesi offesi al pari della Norvegia e che gli italiani otterrebbe un trattamento migliore sul confine orientale.

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Anche feder dice la sua:

Una soluzione alternativa potrebbe essere un'invasione massiccia dell'Africa partendo dalla Libia, base in mano all'alleato italico; i tedeschi potrebbero supplire alle loro mancanze con i prodotti delle colonie inglesi nel continente nero e nel Medio Oriente.
Controllo totale del Mediterraneo non opzionale.
Se i sovietici si accaldano dietro la frontiera, Hitler può sacrificare l'Iran.
Se stanno tranquilli, allora le armate della svastica potrebbero giungere fino in India con il supporto degli indiani in rivolta, e i nazisti dichiarerebbero la razza ariana (indoeuropea) finalmente riunita...
Da non sottovalutarsi il fatto che così Germania e Giappone entrerebbero finalmente in contatto diretto tramite il subcontinente indiano.

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Pietro Bosi obietta:

Ma i giapponesi non volevano creare uno stato (fantoccio) indiano da inserire nella Grande Sfera di Coprosperità Asiatica?

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Neanche Dario è d'accordo:

Il tuo scenario, feder, presenta due problemi:

1) L’avanzata tedesca avverrebbe aldilà del Mediterraneo, controllato dalla Marina Inglese; finché Malta resta in mano britannica, sarà quasi impossibile rifornire un grande esercito in Libia: lo era già in HL con un esercito italo-tedesco di circa 100.000 uomini, che riceveva a meno della metà dei rifornimenti necessari. Con una forza più grande, beh...

2) Non ne varrebbe la pena, perché la produzione petrolifera del Medio Oriente si è sviluppata dopo la Seconda Guerra Mondiale; quello che l’Asse otterrebbe spingendo in Egitto e arrivando in Medio Oriente sarebbe comunque una frazione del petrolio che si potrebbe ottenere con un invasione dell’URSS. Inoltre il petrolio non era l’unico problema: la Germania stava affrontando una grave crisi alimentare, pertanto oltre al petrolio serviva grano. E la maniera più facile per ottenere il grano necessario allo sforzo bellico tedesco era invadendo l’Ucraina.

Quanto a Pietro, sì, e credo fosse uno dei punti di contrasto tra i piani nazisti e quelli giapponesi; i nazisti volevano il controllo diretto sull’India, oppure l’avrebbero lasciata agli inglesi. Invece i giapponesi volevano creare uno Stato indiano allineato a Tokyo.

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E feder ribatte:

1) Risolvibile chiedendo il passo alla Turchia. Se vogliamo estendere questa possibilità ai suoi estremi termini ucronici, essa si tradurrebbe nell'inclusione di Turchia e Spagna nell'Asse.
Mettiamo che gli italiani non riescano comunque a mettere mano su Malta, e i turchi e spagnoli, coadiuvati da tedeschi, su Cipro e Gibilterra; allora la Mediterranean Fleet sarebbe rinchiusa nel Mediterraneo e si estinguerebbe, poiché isolata, per mancanza di rifornimenti dalla madrepatria.

2) Ma quanto ci guadagnava Stalin dal mancare rifornimenti di grano alla Germania? Davvero avrebbe evitato di cogliere una così proficua occasione di guadagno? Rifornimenti alimentari contro tecnologie! Magari in cambio del grano, Hitler concede di invadere la Svezia, dove l'Armata Rossa si impantana con sommo gaudio di Berlino...
In ogni caso, se e sottolineo se i tedeschi giungono fino in Iran (!) e in India (!!!) si apre un collegamento diretto con la Cina controllata dai giapponesi per il cibo.
D'accordo, i tempi sarebbero lunghi, ma piuttosto di crepar di fame...

Infine, per rispondere a Pietro mi accodo a Dario. Ha risposto perfettamente.

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Interviene anche Alessio Mammarella:

Sì, la guerra dell'Asse era una guerra per procurarsi le risorse, anche per l'Italia e il Giappone vale lo stesso discorso. La prudenza avrebbe consigliato di lasciar proprio perdere l'idea di combattere guerre senza adeguate risorse, ma probabilmente dei regimi fascisti basati sulla logica della violenza non avrebbero mai accettato una tale costatazione di buonsenso. Al limite uno stato fascista ambizioso avrebbe potuto puntare a procurarsele mediante piccoli conflitti secondari. Se l'Etiopia fosse stato un paese petrolifero, l'enorme sforzo fatto dall'Italia fascista per conquistarla avrebbe per esempio avuto una spiegazione logica (anche se resta una azione illegittima politicamente e vergognosa per come fu condotta).

Un'invasione massiccia dell'Africa partendo dalla Libia? E' quello che hanno fatto in HL, ma non ha funzionato. Non è che portare più soldati e più carri armati (quelli impiegati sul fronte sovietico) avrebbe cambiato le cose... mancava il carburante. Quanti km ci sono tra El Alamein e Suez? E quanti altri dal Sinai a i pozzi petroliferi di Kirkuk o a quelli della penisola arabica? L'errore che fecero ai vertici dei regimi dell'Asse fu pensare che di punto in bianco gli avversari si sarebbero arresi e allora sarebbe bastato andarsi a prendere il bottino senza più combattere metro per metro.

Del resto, anche i discorsi sull'India ci lasciano capire la pochezza strategica di chi governò in quegli anni sciagurati: due alleati che litigano sul futuro politico di un paese a migliaia di km dal punto più avanzato che le loro truppe possono raggiungere. E' come se due politici italiani litigassero su chi dovrebbe vincere le elezioni in Tagikistan...

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Perchè No? fa notare:

Nella nostra Timeline i Giapponesi hanno realmente organizzato un esercito nazionale indiano diretto da Chandra Bose e costituito per la maggior parte di soldati indiani fatti prigionieri durante la caduta di Singapore. Su 80.000 prigionieri c'erano 50.000 Indiani. La maggior parte di loro non é passata sotto gli ordini di Chandra Bose, ma se l'avessero fatto tutti? Riprendendo il loro materiale britannico avrebbero potuto fare molti più danni che nella HL.

Nel suo manga Zipang, Kaiji Kawaguchi immaginava, con i mezzi disponibili nella nostra TL, un'operazione tipo Pearl Harbor contro Mumbai, andando il più a ovest possibile. L'attacco aereo di Mumbai umilia i Britannici e mostra la loro incapacità di difendere veramente l'India; nello stesso momento Chandra Bose arriva dalla Birmania provocando una ribellione nazionalista nelle città indiane. Nel manga i Britannici riescono però ad affondare la nave portaerei, il modello più obsoleto della flotta giapponese, che aveva lanciato il raid.

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E ora, la parola a Federico Sangalli:

Come sappiamo a Stalin vanno addebitate responsabilità gravissime non solo per aver indebolito l'Armata Rossa con le sue purghe ma anche per aver sistematicamente respinto ogni avvertimento circa il prossimo attacco tedesco. Quando numerose spie, come Richard Sorge, lo misero in guardia egli affermò che si trattava del controspionaggio tedesco o capitalista che cercava di fargli fare un passo falso. Quando Churchill condivise con lui le intercettazioni sugli spostamenti di forze tedesche a Est Stalin non gli credette, convinto che fosse un trucco del leader inglese per spingerlo a entrare in guerra e salvare la Gran Bretagna assediata. Quando i suoi collaboratori gli fecero presente i dati di fatto in favore di una prossima aggressione nazista lui li silurò e li esiliò uno dopo l'altro con l'accusa di essere dei guerrafondai. Ecco il discorso con cui Vjaceslav Michajlovic Molotov, ministro degli esteri dell'Unione Sovietica, annunciava alla popolazione sovietica l'attacco a sorpresa che i nazisti avevano scatenato sferrando la poderosa Operazione Barbarossa, di cui il 22 giugno 2021 ricorreva il settantesimo anniversario:

« Cittadini dell'Unione Sovietica.
Il governo sovietico e il suo capo, il compagno Stalin, mi hanno chiesto di fare il seguente annuncio:
Oggi, alle ore 4 del mattino, truppe tedesche hanno attaccato la nostra nazione, senza fare alcuna richiesta all'Unione Sovietica e senza una dichiarazione di guerra. Esse hanno assalito i nostri confini in molti punti e hanno sottoposto le nostre città - Zhitomir, Kiev, Sebastopoli, Kaunas e altre - a bombardamenti aerei nei quali più di 200 persone sono rimaste uccise o ferite. Attacchi aerei e di artiglieria sono avvenuti anche al confine con la Romania e con la Finlandia.
Questa inaudita aggressione è una perfidia che non ha eguali nella storia delle nazioni civili. L'attacco alla nostra nazione è stato perpetrato malgrado fosse stato siglato un trattato di non aggressione tra l'Unione Sovietica e la Germania e il governo sovietico avesse rispettato puntualmente ogni disposizione di tale trattato. L'attacco alla nostra nazione è stato perpetrato malgrado il governo tedesco, per tutto il periodo in cui tale trattato era in vigore, non fosse stato capace di mettere in discussione la nostra aderenza al trattato stesso.
Tutta la responsabilità di questa aggressione predatoria all'Unione Sovietica ricade nella sua interezza sui governanti fascisti tedeschi.
Solo alle 5:30 del mattino, dopo che l'attacco era già stato lanciato, l'Ambasciatore tedesco a Mosca, von der Schulenburg, a nome del suo governo, ha rilasciato a me, quale Commissario Popolare agli Affari Esteri, una dichiarazione seconda la quale il governo tedesco aveva deciso di avviare una guerra contro l'Unione Sovietica a causa della concentrazione delle unità dell'Armata Rossa vicino alla frontiera con la Germania orientale.
In risposta a tale dichiarazione ho affermato, a nome del governo sovietico, che sino all'ultimo momento il governo tedesco non aveva presentato alcun reclamo al governo sovietico, che la Germania ci ha attaccati nonostante la posizione pacifica dell'Unione Sovietica e che per tale motivo la Germania fascista è l'aggressore.
Su istruzione del governo dell'Unione Sovietica, io devo altresì affermare che né le nostre truppe né la nostra aeronautica militare hanno commesso una violazione della frontiera in alcun punto e che l'annuncio trasmesso stamane dalla radio rumena secondo cui l'aeronautica militare sovietica aveva presumibilmente fatto fuoco su aerodromi rumeni è un'assoluta menzogna e una provocazione. Una menzogna e una provocazione è anche la dichiarazione di Hitler di oggi in cui egli tenta di fabbricare prove incriminanti della non-osservanza del trattato tedesco-sovietico da parte dell'Unione Sovietica nel passato.
Ora che l'attacco contro l'Unione Sovietica è stato lanciato il governo sovietico ha ordinato alle nostre truppe di respingere l'aggressione ed espellere le forze tedesche dal territorio della nostra patria.
Questa guerra ci è stata imposta, non dal popolo tedesco, non dagli operai, dai contadini e dagli intellettuali tedeschi, le cui sofferenze comprendiamo bene, ma dalla cricca di governanti fascisti tedeschi assetati di sangue che hanno già assoggettato i francesi, i cechi, i polacchi, i serbi, i norvegesi, i belgi, gli olandesi, i greci e molte altre popolazioni.
Il governo dell'Unione Sovietica è inamovibile nella sua convinzione che il nostro coraggioso esercito e la nostra coraggiosa marina e i valorosi falconi dell'aviazione sovietica faranno il loro dovere verso la madrepatria e verso il popolo sovietico in modo onorevole e assesteranno un colpo schiacciante all'aggressore.
Non è la prima volta che il nostro popolo deve affrontare un attacco di un nemico arrogante. Durante l'invasione della Russia da parte delle truppe napoleoniche, il nostro popolo rispose con una guerra per la madrepatria e Napoleone subì la sconfitta andando incontro alla sua rovina. Lo stesso accadrà con Hitler, che nella sua arroganza ha proclamato una nuova crociata contro la nostra nazione. L'Armata Rossa e tutto il popolo si lanceranno ancora una volta in una guerra vittoriosa per la madrepatria, per la nostra nazione, per l'onore, per la libertà.
Il governo dell'Unione Sovietica è fermamente convinto che l'intera popolazione della nostra nazione, tutti i lavoratori, i contadini e gli intellettuali, uomini e donne, faranno il loro dovere e svolgeranno il loro lavoro con la necessaria convinzione. La nostra intera popolazione deve ora essere fedele e unita come mai prima d'ora. Ognuno di noi deve richiedere disciplina, ordine e spirito di sacrificio a sé stesso e agli altri, degni di un vero patriota sovietico, allo scopo di rispondere a tutte le necessità dell'Armata Rossa, della marina e dell'aviazione al fine di garantire la vittoria sul nemico.
Il governo ricorre a voi, cittadini dell'Unione Sovietica, per serrare i ranghi attorno al nostro glorioso Partito Bolscevico, al nostro governo sovietico e al nostro grande leader, il compagno Stalin, soprattutto.
La nostra è una giusta causa. Il nemico sarà sconfitto. La vittoria sarà nostra. »

Con queste parole Vjaceslav Michajlovic Molotov, ministro degli esteri dell'Unione Sovietica, annunciava alla popolazione sovietica l'attacco a sorpresa che i nazisti avevano scatenato sferrando la poderosa Operazione Barbarossa, di cui l'altro ieri, 22 giugno 2021, ricorreva il settantesimo anniversario.

Mentre Molotov parlava quasi tre milioni e mezzo di soldati tedeschi e di altre potenze dell'Asse stavano già penetrando in territorio sovietico. Presi stupidamente di sorpresa i sovietici persero un milione di uomini solo nelle prime settimane di combattimento e furono costretti a ripiegare fino alla periferia di Mosca, Leningrado e Stalingrado dove, come sappiamo, riuscirono a erigere una valorosa e vittoriosa resistenza. Ma il bilancio finale della guerra avrebbe visto più di venti milioni di morti, tra civili e militari, a carico dell'Unione Sovietica, un terzo dell'intero totale delle vittime della Seconda Guerra Mondiale.

Ancora oggi il radiomessaggio di Molotov alla nazione è ricordato come un momento spartiacque, la cosa più vicina all'11 settembre nella storia russa. Mentre parlava le sue parole venivano ritrasmesse via radio e diffuse dagli altoparlanti che in URSS si trovavano usualmente per le strade, nelle piazze, nei luoghi pubblici, nelle caserme e nelle fabbriche per trasmettere notizie, discorsi di partito, canzoni celebrative e via dicendo. Per tanto l'effetto fu che l'Unione Sovietica, dovunque fossero i suoi cittadini, si fermò.

Il discorso di Molotov entrà quindi negli annali come la chiamata alle armi per antonomasia. L'ultima frase in particolare è entrata nel parlato russo come espressione di incrollabile fede patriottica.

Proprio l'analisi del testo ci consegna spunti interessanti: in un paese spesso citato come esempio di ideologizzazione totalitaria del discorso pubblico il discorso è scevro da riferimenti ideologici. Non compare neanche una volta la parola Socialismo o Comunismo né viene fatto alcun riferimento all'eroismo della Rivoluzione o a Lenin e altri leader della lotta di liberazione delle masse proletaria sovietiche. Solo alla fine si fa un riferimento al "partito bolscevico". Al contrario l'esempio storico portato per motivare la popolazione è quella della lotta contro Napoleone, lotta che vide come leader uno zar autocratico con tocchi teocratici e generali che erano tutti uno più aristocratico dell'altro.

Appare quindi chiara (e qui si ritorna alla questione di quanto effettivamente si possano attribuire ideologie vantate da regimi che non le praticano) la volontà di fare un appello allo spirito del popolo in un senso più ampio della solita retorica sulla lotta di classe, con un accento decisamente patriottico: le parole nazione/patria/madrepatria ricorrono almeno dieci volte. D'altro canto chiunque sappia un minimo del popolo russo sa bene con quanto trasporto, con quanta persino ingenua abnegazione, si rapporti con la loro idea di difesa della patria e non stupisce che Molotov abbia voluto farvi riferimento, né questo deve diminuire il rispetto che i sovietici meritano per aver fermato Hitler praticamente con le mani.

Avrete forse notato che il discorso alla nazione lo tiene Molotov, il ministro degli esteri, cosa bizzarra se si pensa a Stalin e al suo totalitarismo incentrato sulla sua figura e sulle sue bizze da prima donna. Il fatto è che Stalin era sconvolto: dopo aver passato due anni a negare decisamente con tutti che Hitler lo avrebbe attaccato era clinicamente sotto shock davanti all'attacco tedesco. Ancor peggio, era convinto di aver perso la faccia con tutti e temeva quindi di aver perso il rispetto del popolo e dei suoi collaboratori, insomma temeva di essere deposto da un momento all'altro e probabilmente se lo sarebbe meritato. Questo stato durò per diversi giorni, almeno fino al 3 luglio, quando Stalin ricomparve in pubblico per tenere un discorso sull'attacco tedesco e alcuni storici addebitano anche a questo il caos nella linea di comando sovietica nei primi giorni dell'invasione. Ma, fortunatamente per Stalin, i suoi ministri erano tutti stati cresciuti da lui e non riuscivano neanche a immaginare di rimuoverlo né volevano agire per primi e rischiare di trovarsi da soli in un gulag né pensavano che iniziare lotte di potere nel bel mezzo di un'invasione a tradimento fosse una buona idea. Così Stalin rimase al potere e anzi con una sapiente abilità mediatica riuscì a passare per l'eroico leader (cough cough viva Zhukov cough) che aveva fermato i nazisti, una qualità per la quale molti ancora oggi lo stimano in Russia. Ma se quel 22 giugno lo shock fosse troppo grande e invece di cadere in stato catatonico Stalin morisse d'infarto? Come si comporterebbe l'URSS senza il suo leader, nel bel mezzo di una guerra per la propria sopravvivenza?

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Gli risponde Dario Carcano:

Interessante! Se Stalin muore il 22 giugno 1941 chi gli succede? Il suo "successore designato", Andrej Ždanov, sarebbe ancora vivo, ma avrebbe la forza per governare da solo l'Unione Sovietica? Forse si formerebbe una leadership collegiale, di cui farebbero parte, oltre a Ždanov, anche Chruščëv, Molotov e magari uno tra Žukov e Timošenko.

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E Tommaso Mazzoni aggiunge:

Molotov prenderebbe in mano la situazione; Berja accuserebbe un acuto disagio alle interiore che lo condurrebbe alla tomba in qualche giorno, e Molotov, eletto Segretario del PCUS, farebbe grossomodo quello che ha fatto Stalin, andrebbe dal clero ortodosso dicendo "compagni cosa aspettate a eleggere un nuovo Patriarca di Mosca?" E condurrebbe la guerra patriottica; magari sarebbe un po' più umano di Stalin nel dopoguerra.

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Federico replica:

Zdanov divenne il successore designato solo nel dopoguerra: nel 1941 era solo un astro nascente e per di più in cattiva luce perché prima aveva gestito la Guerra d'Inverno ed era andata male, poi per compiacere Stalin aveva difeso a spada tratta il Patto Molotov-Ribbentrop, tant'è che subito dopo venne escluso dal Comitato per la Difesa dello Stato creato appositamente per coordinare lo sforzo bellico sovietico e che invece venne guidato dal suo arcirivale, Malenkov, e da Berija. Fu solo nel 1946 che Stalin, volendo rimettere a suo posto Malenkov riportò in auge Zdanov.

Credo che sul momento si formerebbe una troika (sicuramente si andrebbe verso una leadership collegiale, Stalin aveva mangiato troppo e per troppo tempo e ora tutti volevano il loro spazio) tra Malenkov (presidente del CDS), Molotov (ministro degli esteri e premier) e Berija (capo dei servizi segreti e del dicastero dell'interno) ma i rapporti sarebbero instabili anche perché pure Malenkov non aveva ancora fatto una gran carriera. Non saprei dire quanto possa durare ma mi aspetto che a un certo punto Berija faccia una brutta fine e venga rimpiazzato nella troika da Zhukov come ministro della difesa, con conseguente passaggio di Malenkov alla posizione di segretario del partito. Tra i tre ritengo comunque che Molotov avrebbe l'ultima parola.

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E Alessio Mammarella ci ragiona su:

Mi hai fatto riflettere quando ci hai fatto notare che il discorso di Molotov sembra privo di riferimenti ideologici. Secondo me, non c'erano perché l'autodifesa si giustifica da sé, non ha bisogno di ideologia... l'ideologia al contrario è una delle possibili giustificazioni per chi attacca.

Siano A e B due soggetti indipendenti. Un concetto umano universale è che l'aggressione di un soggetto su un altro sia immorale, quindi se A attacca B si trova a compiere una azione immorale, ha "torto". Allora A, volendo attaccare B senza ammettere la propria immoralità, si fornisce di una giustificazione:

- B lo ha danneggiato in passato (vendetta/rivincita);
- B lo danneggia attualmente (motivazione strategica/geopolitica);
- B potrebbe danneggiarlo in futuro perché è "cattivo" (motivazione ideologica).

Molotov non aveva bisogno di nessuna di queste tre argomentazioni per quanto avrebbe potuto anche usarle:

- la prima motivazione, tipica del nazionalismo, avrebbe potuto far leva sul passato recente della Prima Guerra Mondiale;
- la seconda, più caratteristica dell'imperialismo, avrebbe potuto riallacciarsi alla retorica del panslavismo;
- la terza avrebbe potuto basarsi soprattutto sulla necessità di debellare i regimi fascisti.

La parola "fascista" in effetti è presente, e Molotov però non la usa per giustificare il conflitto, quanto per attuare una distinzione nel campo avversario: il nemico non è la Germania come paese, non sono i tedeschi come popolo, ma è la leadership tedesca.

Poi c'è la questione del paragone con Napoleone. A prima vista, sembra implicito che i sovietici facciano riferimento alla campagna napoleonica perché quella dalla Russia fu vinta (fare riferimento alla Prima Guerra Mondiale avrebbe invece rievocato una sconfitta) ma secondo me c'è un'altra possibile ragione.

Una Federico secondo me l'ha mancata quando ha parlato di un richiamo alla Russia zarista (interpretando nella direzione di un'autocrazia zarista "non rinnegata"). La campagna napoleonica non fu vinta tanto dallo Zar e dai suoi generali (sconfitti anzi a Borodino, l'unica volta in cui cercarono di contrastare gli invasori) quanto dalla popolazione russa, che contro i francesi (ma sarebbe meglio dire gli europei, perché l'armata napoleonica era formata da contingenti presi da tutta l'Europa occidentale) condusse una vera e propria guerriglia partigiana (e poi il freddo, la fame e le malattie fecero il resto). Secondo me quindi Molotov non paragona Hitler a Napoleone per paragonare Stalin allo Zar, ma per delineare che la lotta contro gli invasori coinvolge tutto il popolo, e che quest'ultimo dovrà fare la sua parte come appunto al tempo di Napoleone.

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Federico annuisce:

Certo, l'autodifesa non necessita giustificazioni e Molotov batte molto su questo, in particolare è evidente come voglia sottolineare quanto sia assolutamente ingiustificata l'aggressione nazista. Intendevo dire che, senza entrare nel capitolo giustificazioni, Molotov avrebbe potuto fare riferimenti ideologici a iosa anche solo nella sezione incoraggiamenti. Qualcosa del tipo "la classe proletaria saprà mostrare il suo coraggio", "non permetteremo che le conquiste della Rivoluzione vadano perdute" o "compagni, alle armi!". Invece al contrario apostrofa gli ascoltatori come "cittadini dell'Unione Sovietica", una locuzione formale e decisamente da stato nazionale. E questo nonostante sia evidente come Molotov non abbia accantonato gli strumenti interpretativi storico-sociali tipici del pensiero marxiano: lo si evince chiaramente dal pezzo, che tocca una corda commovente in me tutte le volte, in cui va una quasi metodica distinzione tra "gli operai, i contadini e gli intellettuali tedeschi, le cui sofferenze comprendiamo bene" e "la cricca di governanti fascisti tedeschi assetati di sangue" che ha scatenato la guerra sull'Europa e opprime tanti dei suoi popoli. Quanto all'esempio napoleonico non intendevo dire che Molotov volesse paragonare Stalin allo Zar (magari gli avrebbe fatto anche piacere ma Molotov non era tanto idiota da rischiare una vacanza in Siberia) e concordo come l'obiettivo palese sia sottolineare la comune resistenza patriottica nazionale dei russi. La mia osservazione, legata alla precedente, era proprio la volontà di sollevare questo aspetto, un aspetto da lotta storico-nazionale tipico degli stati-nazione borghesi. É un po' come immaginare Antonio Gramsci che, divenuto leader di un'Italia comunista, incita alla resistenza davanti all'invasione nazista dicendo "Ricordate l'esempio valoroso dei vostri padri sul Piave! Resistere, resistere, resistere!" Il che non va naturalmente a detrimento di Molotov il quale se fosse qua, probabilmente ci direbbe, da buon marxista, che "lo spirito nazionale è una forza storica che risponde a precisi processi economici-sociali, e come tale un buon leader deve saperla usare per difendere la patria del socialismo, in attesa che questa arrivi a uno stadio così avanzato da eliminarla".

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Andrea Mascitti a questo punto ci scrive:

Uno dei vari POD che viene riproposto con una certa frequenza, è quello in cui si ipotizza che l'Italia fascista rimanga neutrale nella Seconda Guerra Mondiale. Ho notato come questo POD divida la comunità ucronica. Infatti se un parte è dell'idea che l'Italia avrebbe potuto mantenere la neutralità per la totalità del conflitto (sul modello spagnolo), l'altra parte afferma che prima o poi avrebbe subito un attacco dalla Germania per punire il tradimento dell'ex alleato. Io credo che la risposta si possa trovare pensando se alla Germania fosse convenuto attaccarla, ma soprattutto quando e come avrebbe potuto attaccarla.

Il quando

Non credo che di sua iniziativa avrebbe aperto un nuovo fronte, prima di aver sconfitto la Francia (giugno 1940) e tentato di far altrettanto con il Regno Unito. La fallimentare battaglia d'Inghilterra tenne occupato i tedeschi fino all'autunno dello stesso anno, a quel punto iniziare un'invasione dell'Italia via Alpi a fine 1940 nel periodo invernale è un ipotesi che non avrebbero preso in considerazione.

Una data possibile, sarebbe potuta essere la primavera del 1941. Nella nostra timeline, in quel periodo l'Asse invase la Jugoslavia, ma questa azione fu eseguita per andare in soccorso dell'Italia, che invadendo in maniera fallimentare la Grecia aveva aperto un nuovo fronte nei Balcani. La Germania stava preparando l'invasione dell'Urss per quella estate e senza la necessità di aiutare un alleato dubito che avrebbe aperto un nuovo fronte.

Allora quando? Una data possibile sarebbe potuta essere nel 1942, dopo l’entrata degli USA. Nella nostra time line in risposta all'operazione Torch con cui gli alleati sbarcarono in Marocco e Algeria, i tedeschi occuparono il sud della Francia. Avrebbero potuto sfruttare quell'occasione per invadere l'ex alleato con la scusa di aprire un fronte nel Mediterraneo per contrastare gli Alleati.

Da quella data in poi credo invece che le possibilità di una invasione tedesca si sarebbero fatte sempre più scarse.

Il come

Come avrebbero pianificato l'invasione i tedeschi? Sarebbe bastato sfondare il vallo alpino tra Germania e Italia, o ci sarebbe stata necessità di aprire un altro fronte? L’apertura di un altro fronte, chi avrebbe coinvolto? La Francia di Vichy (quindi rafforzando l’ipotesi 1942), o la neutrale Jugoslavia? Con la possibilità che come nella nostra time line si sarebbe ritrovata a firmare il patto tripartito per poi denunciarlo dopo il colpo di stato.

Io mi inserisco nella fazione di chi dice che mantenere la neutralità sul modello spagnolo fosse possibile. Ho provato a ipotizzare l'altro scenario, anche se credo che la Germania avrebbe invaso eventualmente l'Italia solo dopo aver sconfitto gli Alleati.

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Never75 gli risponde:

Francamente dubito che la Germania avesse avuto idea di attaccare l'Italia dopo il 1942: aveva già fin troppi fronti su cui combattere e, a quel punto, era meglio un Mussolini almeno neutrale che non un nemico.

L'operazione Torch fu fatta, è vero per ripicca, ma serviva anche per evitare che fossero prima gli angloamericani a occupare la Francia "Libera" e attaccare quindi la Germania da un altro fronte.

Ma se l'Italia è neutrale, agli Alleati non interessa attaccarla, in quanto nel Mediterraneo Hitler non ci ha quasi messo piede.

Diverso il caso nella nostra TL, dove l'Italia era una potenza dell'Asse e la guerra era anche sul Mediterraneo e in Nordafrica.

Comunque, per quanto il nostro esercito fosse scalcinato ecc. ecc., credo che per Hitler non sarebbe stata comunque una passeggiata varcare le Alpi.

Due sono i motivi fondamentali:

1) le Alpi sono di per sé un fortino quasi invalicabile per la tecnologia di allora. I carri armati sono del tutto inutili. Ed, essendo un fortino, è in vantaggio sempre chi si difende (vedi la stessa Italia nel 1915 che aveva quasi cinque volte l'esercito austriaco schierato su quel fronte e riuscì ad avanzare di pochissimi metri con costi esorbitanti).

2) Nel caso di attacco Mussolini potrebbe, alla stregua di Stalin, giocare la carta del Paese aggredito e tradito e trovare un'insospettata alleanza persino tra i suoi nemici dichiarati. A quel punto tutti gli italiani, persino i dissidenti, lo vedrebbero come un salvatore e lotterebbero determinati per cacciare lo straniero. Non pochi si ricordavano ancora della Guerra di vent'anni prima che qui vedrebbero ripetersi, con l'aggravante di essere loro stessi aggrediti.

Anche ammettendo di occupare una larga parte della Penisola Continentale e magari aver anche da noi insediato un governo fantoccio (le isole maggiori la vedo difficile, con la Royal Navy in giro è molto più probabile che ci pensino prima gli inglesi a metterle al sicuro) è assai probabile che la Resistenza nasca con forza ancora maggiore che nella HL, facendo vedere fin da subito i sorci verdi ai nemici.

Se invece la Germania fosse davvero riuscita a sconfiggere gli Alleati, sia Mussolini che Franco si sarebbero immediatamente schierati dalla sua parte come alleati (ma in realtà vassalli). Non sarebbe stato neppure necessario invaderli, sarebbero stati loro a richiedere di aderire alla Federazione Europea che certamente Hitler avrebbe fondato. E con essi tutti gli altri Stati teoricamente neutrali, ma in realtà filo-tedeschi, come Svezia e Turchia.

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Questo invece è il parere di Alessio Mammarella:

M unisco a coloro che pensano che la Germania non avrebbe attaccato l'Italia però preciserei la clausola se l'Italia che resta politicamente stabile. Perché questa precisazione, perché l'Italia nei momenti tribolati della storia non riesce a star ferma a lungo: al tempo della Grande Guerra riuscì a mantenere la neutralità solo per un anno e ancora oggi, quando la situazione internazionale è tesa, subito in Italia cominciano le fibrillazioni tra chi vorrebbe buttarsi da una parte e chi da quella opposta. La fazione di quelli che vorrebbero starsene semplicemente tranquilli è sempre quella più debole e inascoltata.

Credo quindi che se Mussolini avesse evitato di trascinare il paese in guerra nell'estate del 1940, forze sotterranee si sarebbero messe in moto, da una parte e dall'altra. La fazione filotedesca (al di là del nazismo come ideologia, c'è in Italia una fazione filotedesca "naturale" che esiste da secoli) avrebbe cominciato a vedere Mussolini come un debole, un leader invecchiato e non più abbastanza combattivo per tenere il passo di Hitler, Costoro avrebbero pensato che, più si tardava ad appoggiare la Germania, più marginale sarebbe stato il ruolo dell'Italia nell'Europa futura. Contemporaneamente, ci sarebbe stata una corrispondente fazione filo-britannica, che avrebbe letto l'atteggiamento attendista di Mussolini come uno spiraglio per sganciare pian piano l'Italia dalla Germania e ripristinare la coalizione del 1915.

Gli intrighi di queste due fazioni avrebbero provocato l'inevitabile ingerenza dello spionaggio nazista in Italia. Forse Hitler avrebbe cominciato a chiedersi se poteva ancora fidarsi di Mussolini, se non fosse il caso di eliminarlo per favorire la sua sostituzione con un elemento di più sicura devozione alla Germania. Penso quindi al pericolo di un colpo di stato filo-tedesco o filo-britannico e quindi di una guerra civile. Temo quindi che la tanto famosa invalicabilità delle Alpi sarebbe stata vanificata, come è stato più volte nei secoli (e pure nel 1943) da qualcuno che volontariamente apra le porte agli invasori.

Quando sarebbe potuto accadere ciò? Non nel 1940 (altrimenti potrebbe pure sembrare anche io consideri "obbligata" la scelta di Mussolini di dichiarare guerra in quel momento) perché la Germania avrebbe comunque provato a vincere la guerra da sola (personalmente sono convinto che Hitler quello volesse, una guerra lampo in stile prussiano, con l'Italia impossibilitata a partecipare e quindi costretta ad allinearsi senza chiedere nulla).

Nel 1941 però cominciò la "crociata contro il comunismo" e a quella ci si sarebbe aspettata una partecipazione italiana. Certo, l'Italia avrebbe potuto parteciparvi come la Spagna o la Francia di Vichy, con truppe volontarie di entità numerica non enorme. Questo però avrebbe messo in moto le forze sotterranee. Ma come l'Italia, la gloriosa Italia firmataria del Patto d'Acciaio manda solo truppe volontarie come la Spagna? Come una Francia "dimezzata"? Che disonore! Credo quindi che dall'estate del 1941 si apra una finestra di opportunità per un ipotetico colpo di Stato o per un attentato a Mussolini. Nel 1942 poi la tensione sarebbe stata massima, perché l'entrata ufficiale in guerra del Giappone avrebbe lasciato l'Italia l'unica delle potenze dell'Asse ancora ufficialmente fuori dal conflitto.

Immagino quindi una situazione del genere: la Gestapo, tramite Claretta Petacci (forse spia tedesca) mette le mani sulla corrispondenza Churchill-Mussolini e dunque Hitler accusa Mussolini di essere un alleato malfidato e lancia all'Italia un ultimatum: o l'Italia entrerà in guerra entro un termine brevissimo o sarà trattata da paese ostile. (Chiaramente, l'ultimatum sarebbe stato diramato quando i piani d'invasione erano pronti nei minimi dettagli, e le forze necessarie erano già disponibili e pronte all'impiego). A questo punto l'Italia potrebbe vivere tre situazioni:

a) entrare precipitosamente in guerra, ma facendo la figura di un paese colpevole e sottomesso (prestigio del tiranno sotto i piedi, cosa peggiore per la stabilità di un paese autoritario, possibili tentativi di golpe filo-britannico e pericolo di invasione tedesca solo rimandato quindi);

b) resistere all'ultimatum e quindi combattere contro la Germania (quindi passare per traditori impudenti... i tedeschi avrebbero perso volentieri battaglie sul fronte orientale pur di punire noi);

c) spaccarsi internamente tra fazioni rivali (chi vuole sottomettersi e chi combattere) restando così inerte (stile 8 settembre) e quindi successo assicurato per l'invasione tedesca.

Ora  affrontiamo gli aspetti militari di ciò che stiamo discutendo. Se l'Italia non fosse entrata in guerra nel 1940, i britannici avrebbero potuto ridurre la loro flotta nel Mediterraneo e quindi contrastare maggiormente i tedeschi in Atlantico (minore efficacia della caccia sottomarina ai convogli). Nel 1941 le truppe britanniche sarebbero affluite in Egitto (la famosa VIII armata) ma, essendo l'Italia ancora non belligerante, che uso ne sarebbe stato fatto? Mi vengono in mente varie opzioni:

A) rimpatrio in Gran Bretagna (in vista di uno sbarco in Francia, che si sarebbe potuto quindi anticipare di 1-2 anni): questa però sarebbe stata una mossa troppo pericolosa, perché se nel frattempo l'Italia fosse entrata in guerra, come si sarebbe difesa Suez?

B) Nuovo fronte nel Balcani (ci sarebbe però voluto prima un accordo con la Grecia, che era sì filo-britannica ma magari non disposta a entrare in guerra contro il Reich): anche questo avrebbe comportato il rischio di invogliare l'Italia ad entrare in guerra.

C) Intervento nel Caucaso (passando per Iraq e Iran) per dare man forte ai sovietici. In quest'ultimo caso (credo insolito anche nelle ucronie), a differenza degli altri due scenari, la scelta britannica sarebbe stata quasi ininfluente sull'Italia. (Personalmente avrei scelto questa opzione, visto che tenere Hitler lontano dal petrolio di Baku era un obiettivo cruciale per l'esito finale della guerra)

Considerando che in HL Churchill chiese insistentemente l'apertura di un fronte nei Balcani, e che Stalin sarebbe stato probabilmente diffidente rispetto a una presenza diretta delle truppe britanniche sul fronte russo, credo che la B) sarebbe stata la scelta dei britannici. Solo che a quel punto diventa difficile fare previsioni perché mentre in Italia si sarebbe giocata la partita sotterranea tra filo-tedeschi e filo-britannici, anche la Grecia e la Iugoslavia avrebbero dovuto decidere da che parte stare e i tre paesi si sarebbero influenzati reciprocamente. Quindi penso che il 1941 sarebbe stato l'anno cruciale e difficilmente sarebbe trascorso senza un coinvolgimento dell'Italia nella guerra.

Mi sono anche chiesto se, nel caso che stiamo discutendo, lo sbarco americano in Marocco e Algeria ci sarebbe stata o meno. L'unica ragione per non vedere svolgersi questo sbarco sarebbe un Mediterraneo non toccato dagli eventi bellici, ma come ho appena scritto penso fosse difficile arrivare al 1942 senza che si aprisse un fronte mediterraneo, in Nordafrica e/o nei Balcani e/o in Italia.

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Andrea Mascitti però obietta:

Io credo che alla fine la scelta dei britannici sarebbe stata l'ipotesi C. L'apertura di nuovo fronte nei Balcani avrebbe aperto la questione: dove? Grecia o Jugoslavia?

Come ha detto Alessio, la Grecia era filo-britannica, ma era una dittatura di destra con simpatie per i regimi dell'Asse (se si può fare un'analogia, la posizione della Grecia era simile a quella del Portogallo). Il problema della Grecia è che non confinava direttamente con un paese dell'Asse e il suo coinvolgimento avrebbe per forza delle cose trascinato dentro al conflitto gli altri paesi dei Balcani (Bulgaria, Jugoslavia e Romania). Nel caso di questa ipotesi, Bulgaria e Romania come nella nostra timeline sarebbero state forzate ad entrare nell'Asse, per la Jugoslavia probabilmente sarebbe andata come nella nostra timeline, ma forse non ci sarebbe stato il colpo di stato e sarebbe potuta entrasse nell'Asse.

Nel caso si fosse scelta la Jugoslavia, questo forse avrebbe permesso alla Grecia di non rimanere coinvolta, ma le operazioni alleate in aiuto della Jugoslavia in questo caso si sarebbero svolte praticamente solo nell'Adriatico, con il rischio di irritare l'Italia.

Per quanto riguarda lo sbarco americano in Marocco e Algeria, penso che ci sarebbe stato lo stesso, gli Alleati avrebbero preso due piccioni con una fava, indebolire il regime di Vichy e avere un base di appoggio per uno sbarco futuro nel sud della Francia.

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Alessio non si arrende:

Credo che Churchill volesse lo sbarco in Grecia non solo per aprire un nuovo fronte contro la Germania, ma per non lasciare quella regione, eventualmente, all'Armata Rossa. Certo, forse nel 1941 sarebbe stato un po' presto per fare certi calcoli... (in HL lo sbarco in Grecia ebbe luogo nell'autunno del 1944, quando il conflitto aveva già avuto una svolta netta e si cominciava a pensare al dopo).

In ogni caso i britannici sarebbero potuti partire solo dalla Grecia, l'ipotesi Iugoslava era resa impraticabile dal controllo italiano dell'Albania... se una nave militare britannica fosse entrata in Adriatico, temo che ciò sarebbe stato visto come un atto di guerra da Mussolini.

Ipotesi C, dunque... le truppe britanniche, che erano ben dotate di veicoli e mezzi corazzati, avrebbero fatto comodo non poco. Forse non nelle prime fasi (dobbiamo considerare qualche mese tra nascita dell'alleanza anglo-sovietica e il trasferimento delle necessarie truppe in nel Caucaso (dopo aver liquidato i golpisti iracheni, en passant), ma forse già nell'autunno ci sarebbero stati reparti britannici in Ucraina. Il ruolo dei britannici sarebbe stato decisivo poi nel 1942, quando i tedeschi lanciarono il loro attacco in profondità verso Stalingrado e il Caucaso.

Ora, da una parte la presenza dei britannici avrebbe ostacolato l'avanzata tedesca, ma questo per la Wehrmacht avrebbe potuto rappresentare in vantaggio: linee logistiche e difensive più corte, nessuna armata esposta all'accerchiamento a Stalingrado (perché probabilmente non ci sarebbe arrivata).

Da parte tedesca, una cosa interessante è che si sarebbe visto Rommel sul fronte orientale, non esistendone altri aperti. Chissà come avrebbe inciso...

Poi c'è l'aspetto politico. I britannici si sarebbero messi sotto il comando supremo di Stalin o avrebbero preteso di operare autonomamente? E dopo aver raggiunto in confini dell'URSS, che sarebbe successo? Ci sarebbero state divergenze su chi avrebbe dovuto "liberare" la Romania, la Polonia...?

Possiamo pensare che la coalizione sarebbe stata più forte militarmente ma più fragile politicamente?

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Chiudiamo per ora con la proposta di Lord Wilmore:

Nel 1932 il regime fascista ipotizzò la costruzione di un vero e proprio campo di concentramento per gli oppositori politici e gli omosessuali nel deserto del Sahara, e precisamente a Gasr Bu Hadi, cinquecento chilometri a sud di Tripoli. Scarsissima vegetazione, mancanza assoluta d’acqua, temperature che raggiungevano i 50 gradi: queste le caratteristiche del centro di detenzione che, se fosse entrato in funzione, sarebbe presto diventato un modello da seguire ed applicare su più ampia scala per i dissidenti ritenuti più pericolosi. L’anno seguente il progetto venne abbandonato per mancanza di fondi. Ma se viene realizzato, e dopo di esso sorgono come funghi innumerevoli altri campi di concentramento, che dal 1938 cominceranno ad ospitare anche Ebrei? In essi sorgeranno anche camere a gas e forni crematori? Quale impatto psicologico avrà sull'Italia il fatto di aver partecipato in prima persona all'Endlösung der Judenfrage?

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Generalissimus risponde:

A questo punto, anche se per via degli eventi nel teatro nordafricano avrebbe vita breve, un processo anche all'Italia non lo nega nessuno. Forse riusciremo finalmente a fare i conti col nostro passato come si deve.

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Ma Federico Sangalli non è d'accordo:

In Italia gli ebrei non sono stati deportati prima del 1943. Tra il 1938 e il 1943 furono colpiti dalle leggi razziali, discriminati, esclusi da scuole e radiati dagli ordini professionali ma non ci fu nessuna campagna di deportazioni organizzata come in Germania, né intensi episodi di persecuzione disorganizzata in Polonia o nella Russia zarista. Dopo l’8 settembre gli ebrei sarebbero deportati nelle zone occupate dai tedeschi e dai repubblichini ma questa sarebbe uguale all’HL. In ogni caso per una volta la burocrazia italiana ha malfunzionato per una buona causa…

Questa cosa per cui l’Italia non ha mai fatto i conti col suo passato perché non ha avuto un processo stile Norimberga o perché abbia scelto di dimenticare dopo la guerra è francamente un mito che dovremmo toglierci, anche perché alimenta uno stereotipo dell’italiano un po’ infido e cialtrone che la butta in caciara e poi tutti a tarallucci e vino (anche perché il processo c’è stato, il CLN lo ha svolto con l’autorità legale conferitagli dallo Stato italiano e proclamato ed eseguito la sentenza). In Giappone non solo Tojo e compagnia sono stati impiccati in pubblica piazza ma addirittura la Costituzione gliel’hanno imposta i vincitori perché fosse espugnata da ogni riferimento al passato imperialista, forze armate comprese. Si sono beccati pure due bombe atomiche quasi gratuite e nonostante questo continuano a difendere o negare gli orrendi crimini di guerra commessi durante la Seconda Guerra Mondiale mentre nel dibattito culturale interno tutto tace. In Germania agli ex-nazisti è stato permesso di rifondare le forze armate tedesche dopo la guerra (in parte anche a Est ma molto più a Ovest) e per decenni è rimasto in vigore un silenzio tombale sulla tragedia perpetrata ai nazisti. Ancora oggi il dibattito è concentrato sulle responsabilità dei nazisti ma non delle molte istituzioni economiche e militari che li hanno attivamente assistiti e che ancora oggi ricoprono un ruolo importante in Germania. La CDU fino alla riunificazione poteva vantare una solida corrente reazionaria, la Stahlelm (“elmetto d’acciaio”), che rappresentava apertamente una visione nazionalista e di difesa dell’ “onore” della Wehrmacht. In Italia al contrario il 25 aprile è stata la principale festa nazionale per tutta la Prima Repubblica. Tutti i maggiori partiti (tranne l’MSI ovviamente), inclusi i monarchici, sgomitavano per rivendicare il loro posto nella Resistenza. A conti fatti, i nostalgici in Italia non sono mai stati più di cosa, l’8%? La letteratura e la filmografia sul Fascismo, sulla Seconda Guerra Mondiale, sulle leggi razziali, su Mussolini e via dicendo in Italia è imponente, grazie anche alla presenza di solide forze di sinistra sulla scena intellettuale italiana, e queste non nascono nel XXI secolo: Roma Città Aperta viene girato già pochi mesi dopo la fine della guerra. È ridicolo leggere o ascoltare l’ennesima riproposizione a scadenza settimanale nei talk della domanda “In Italia non parliamo abbastanza del Fascismo?”. Il punto non è mai stato che non se ne parla o che se ne parla poco ma è che da un dato momento in poi le forze politiche eredi della tradizione anti-fascista hanno fallito o tradito il legame con gli elettori in base al quale prometti e ti adoperi per un miglioramento sociale e questo ha permesso agli eredi nostalgici della parte sconfitta di offrire un controcanto che ha fatto presa su milioni di elettori disaffezionati (che, come ha detto qualche tempo fa Barbero, si mostrano nostalgici di un Fascismo immaginario, cioè un governo di ordine, meno immigrati, pensioni più alte, orgoglio nazionale e più sicurezza, mentre la maggior parte aborrisce la violenza politica, le leggi razziali, è contro la guerra persino più degli elettori di centro e centro-sinistra e odia l’idea che lo Stato possa intromettersi nella propria vita. Tradotto, in Italia più che Mussolini si vuole Ronald Reagan e si confondono le due figure). Dopodiché lungi da me frappormi tra Graziani & Co. e la Giustizia.

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Per farci sapere il vostro parere, scriveteci a questo indirizzo.


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