Anno 126.400.109 d.C.

POD: Albino Luciani non muore il 28 settembre 1978 ma regna fino in tarda età. Karol Wojtyla resta arcivescovo di Cracovia ma muore prematuramente per cause ignote, si dice avvelenato per ordine del regime comunista sovietico rappresentando l'anima della sovversione. Di conseguenza Solidarnosc' non nasce o resta un movimento marginale e senza importanza. Nel 1985 diventa segretario del PCUS il reazionario Dimitri Breznev, figlio di Leonid, il quale sconfigge Michail Gorbachev, facendolo poi arrestare e condannare a morte per attività controrivoluzionarie.

Nel 1989 forti agitazioni di piazza interessano i satelliti sovietici, ma l'Armata Rossa le stronca tutte nel sangue. Durissima repressione dei giovani che manifestano in piazza Tien an Men a Pechino e in piazza San Venceslao a Praga. Inutili proteste di Giovanni Paolo I, la cui voce è sempre più inascoltata. Nel 1990 il dittatore iracheno Saddam Hussein invade il Kuwait, alleato degli americani. L'anno dopo Slovenia, Croazia e Bosnia con il sostegno tedesco ed americano proclamano l'indipendenza, ma la Serbia con l'aiuto dell'URSS le invade per stroncare la secessione. Massacri ed atrocità di ogni genere da parte di tutti i movimenti estremisti. Gli USA proclamano che dichiareranno la guerra se non si rispetterà la volontà liberamente espressa dai popoli sovrani di Slovenia, Croazia e Bosnia; a sua volta il regime sovietico avvisa gli Stati Uniti che muoverà le sue truppe se essi attaccheranno l'Iraq.

Situazione di stallo per un mese (maggio 1991), poi un banale incidente di frontiera tra Bosnia e Serbia fa precipitare la situazione. Gli aerei NATO bombardano Belgrado, l'Armata Rossa risponde attaccando le truppe USA ammassate sul confine tra Arabia Saudita e Kuwait, mentre i Mig dell'aviazione serba bombardano a tappeto le città italiane di Ancona, Pescara e Bari.

11 giugno: dichiarazione di guerra della NATO ai paesi del Patto di Varsavia ed alla Serbia: Terza Guerra Mondiale.

13 giugno: bombardamento nucleare di Europa, Nordamerica e Russia.

14 giugno: papa Luciani muore di dolore. Inverno nucleare: la temperatura dell'emisfero boreale scende di 10° C, l'atmosfera diventa radioattiva ed i venti diffondono in tutto il mondo i tumori e le leucemie. Carlo Maria Martini, scampato all'olocausto, è eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II.

1999: la popolazione mondiale scende ad un miliardo di individui.

11 settembre 2001: i paesi islamici guidati dal saudita Osama bin Laden, autoproclamatosi califfo di tutti i credenti, muovono alla conquista del mondo. Quarta guerra mondiale e nuovi bombardamenti nucleari a tappeto, perché gli uomini non hanno mai saputo imparare dai propri errori. Roma è rasa al suolo e Papa Martini muore. Nell'ultimo conclave della storia è eletto Joseph Ratzinger, con il significativo nome di Pietro II, che regna su un mondo ridotto ad una distesa di rovine radioattive. La popolazione mondiale scende a 20 milioni di persone, tornate di colpo all'età del bronzo.

21 dicembre 2012: alle ore 14.49 di Greenwich un meteorite di 3,4 Km di diametro si abbatte sull'oceano Atlantico settentrionale, perché gli uomini, pur avendolo osservato, non hanno più la tecnologia necessaria per deviarlo. Tsunami disastrosi ed un nuovo inverno nucleare devastano definitivamente la crosta terrestre.

30 giugno 2020: totale estinzione dell'umanità (e di tutti i vertebrati superiori) con la morte per leucemia degli ultimi superstiti rifugiatisi nelle isole del Pacifico: "la Terra nera / girerà vuota, e ch'era / terra s'ignorerà" (Pascoli).

Anno 20.969 d.C.: un pesce abissale, salvatosi dall'estinzione degli animali che vivevano sulla crosta terrestre perché protetto contro il freddo e le radiazioni da uno strato d'acqua spesso oltre sei chilometri, si adatta a vivere a profondità minori.

L'anno 2.785.647 d.C. vede questo pesce, che ha sviluppato sacche polmonari, avventurarsi per la prima volta sulla riva del mare, essendo ormai la radioattività decaduta sotto livelli accettabili, mentre l'inverno nucleare ha lasciato il posto ad una nuova era temperata.

Anno 126.400.109 d.C.: questo essere ha dato vita ad un discendente con pollice opponibile ed ampio cervello, il quale scopre dentro colate laviche i resti della civiltà umana. "Allora la pazzia non è un'esclusiva della nostra razza", conclude l'archeologo del lontano futuro. "Una specie che non sa imparare dai propri sbagli è destinata a sprofondare sotto la lava dell'oblio!"

William Riker

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Ecco la versione di Ainelif dell'ucronia soprastante:

Dopo ben 8 ere glaciali durate millenni, la civiltà umana è totalmente scomparsa. Le glaciazioni hanno cambiato la geografia del pianeta Terra, e si è sviluppata una nuova civiltà simile a quella umana, dove gli esseri sono più bassi, con corporatura più robusta, hanno praticamente vissuto tutti i periodi storici della loro civiltà dall'età della pietra fino all'era tecnologica, gli animali sono leggermente cambiati, mentre delle creature simili ai dinosauri popolano il pianeta in pace con i nuovi esseri.

In una zona di nome Welmia un ragazzo passeggia per delle colline ricoperte da fitte foreste di conifere,si è allontanato dalla zona abitata ma con un bastone cammina tranquillo tra gli alberi. Improvvisamente inciampa su qualcosa di veramente duro e massiccio, si rialza, tocca il masso scuro coperto di muschio e licheni e intravede dei mattoni anneriti.

Comincia a scavare in tutta fretta ma quella "cosa" è veramente profonda; tocca qualcosa intagliata su quella parete di mattoni. E' la scritta "Brooklyin Bridge New York City".

Senza pensarci due volte corre a casa e avverte gli esperti del museo di storia, che accorrono in massa con apparecchi avanzati per circondare la zona del ritrovamento.

Dopo giorni di perforazione della collina si trova l'arco del famoso ponte di Brooklyin di New York, con tutti i cavi di ferro arrugginiti, i mattoni anneriti,e addirittura l'asfalto di quella che una volta era una importante strada sull'ormai scomparso fiume Hudson.

Tutto il mondo viene a sapere dell'esistenza di una civiltà precedente, tutti gli esploratori e scienziati si mettono all'opera in tutto il pianeta a perforare e scavare, trovando monumenti e costruzioni sepolti da millenni.

Era il 20 maggio dell'anno 802.790...

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Questi sono altri possibili casus belli per lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale:

1) 9 novembre 1979: gli Stati Uniti si mobilitarono per un'azione di rappresaglia quando lo schermo di un computer del NORAD segnalò che era stato avviato un attacco sovietico su larga scala. Non fu fatto alcun tentativo di usare il "telefono rosso" per chiarire la situazione con l'URSS e fu solo quando i sistemi radar di pre-allarme constatarono che nessun lancio era in corso che al NORAD compresero che era stato un test per computer a causare le false segnalazioni. Ma se il panico avesse dominato?

2) 26 settembre 1983: i sistemi di pre-allarme sovietici segnalarono che una testata balistica intercontinentale americana era stata lanciata. Il Colonnello Stanislav Petrov, al comando del centro di monitoraggio, annullò lo stato di emergenza essendo stato tutto dovuto ad un errore di computer e non segnalò l'incidente ai suoi superiori. E se Petrov non avesse avuto lo stesso sangue freddo?

3) Novembre 1983: Esercitazione Able Archer 83 — l'URSS interpretò un test sulle procedure d'attacco nucleare della NATO come una copertura per un vero attacco e conseguentemente innalzò il proprio livello di allerta nucleare. Fu solamente al termine dell'esercitazione che gli USA si resero conto di quanto fossero stati vicini ad una guerra nucleare. Al tempo dell'esercitazione l'URSS era priva di una reale guida al governo a causa delle cattive condizioni di salute del leader Yuri Andropov, cosa che è ritenuta aver contribuito alla paranoia sovietica circa il test della NATO. E se l'Urss avesse spinto tutto all'estremo ?

4) 25 gennaio 1995; Incidente del Missile Norvegese: il lancio di un missile norvegese per ricerche scientifiche fu rilevato da un centro di controllo radar e scambiato per un attacco alla Russia, lanciato a cinque minuti da Mosca. La Norvegia aveva precedentemente avvisato 30 paesi del lancio, Russia inclusa, ma il ministero della difesa russo, negligentemente, non aveva avvisato di questo i tecnici del rilevamento radar. E se qualcuno in Russia perde la testa e mette mano alla valigetta nucleare?

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A proposito della terza opzione, Generalissimus ha tradotto per noi quest'ucronia:

E se Stanislav Petrov non fosse stato al suo posto?

La seconda metà del XX secolo è stata un grande interrogativo, fin dall’invenzione della bomba atomica nel 1945 il genere umano ha avuto l’abilità di fare danni irreparabili a sé stesso.
Questa spada pende sulle nostre teste da allora, con noi che continuiamo a vivere le nostre vite sapendo che in mezz’ora potrebbe sparire tutto.
Siamo stati incredibilmente fortunati che le uniche armi atomiche siano state utilizzate nella Seconda Guerra Mondiale, la razza umana ha mostrato eccezionale lungimiranza ed autocontrollo con un’arma puntata alla sua testa.
Comunque ci fu un punto in cui quasi tutto crollò a pezzi: nel 1983 un errore nel sistema di rilevamento dei missili sovietico mostrò che gli Americani stavano lanciando un attacco nucleare contro la Russia.
Le relazioni Sovietico-Americane all’epoca erano in caduta libera, perciò da una prospettiva politica non era irragionevole.
Fummo salvati da Stanislav Petrov, una figura minore delle forze armate sovietiche, che decise di non inoltrare l’informazione degli attacchi ai suoi superiori per paura che agissero in base ad un errore di calcolo.
Questo eroe salvò miliardi di vite e non ottenne praticamente nulla in cambio, non ricevette alcuna medaglia dallo stato sovietico o addirittura una pensione, anche se secondo alcuni parametri fu la figura più importante del secolo e forse di tutta la storia.
Comunque sia, cosa accadrebbe se questo non avvenisse mai? Come sarebbe diversa la storia se Stanislav Petrov decidesse di inoltrare l’informazione ai suoi superiori e questi decidessero a loro volta di lanciare un attacco nucleare contro gli Stati Uniti? Come influenzerà questo fatto il resto della storia? Come saranno i confini, la demografia, la cultura e le guerre? Questa è la domanda di questa ucronia.

Parte 1: l’Armageddon nucleare.
In questa Timeline l’alto comando sovietico decide di lanciare un attacco nucleare contro gli Stati Uniti, che per rappresaglia lanciano il loro attacco nucleare contro la Russia.
Entrambi i paesi avevano reti di alleanze molto estese, il che significa che tutta l’Europa verrà nuclearizzata assieme a molte nazioni dell’Anello del Pacifico.
Anche la Cina era un alleato americano all’epoca, e i Russi lanceranno attacchi atomici contro di essa per paura che i Cinesi li nuclearizzino, cosa che risulterà in un bombardamento atomico cinese della Russia.
I paesi che non verranno coinvolti saranno generalmente quelli più deboli e poveri, i più importanti saranno il Brasile, l’India e il Sudafrica dell’Apartheid.
Il modo in cui la nostra cultura pensa alle radiazioni nucleari è davvero bizzarro, mi ricorda i racconti dei viaggiatori medievali, nei quali in origine c’era un nocciolo di verità che però venne così gonfiato che alla fine si sviluppò in una bizzarra mitologia senza alcuna relazione con la verità originale.
Vi avverto che queste cose vanno al di là della mia specializzazione, la chimica è una delle materie in cui vado peggio, e dirò almeno una cosa sbagliata, ma io provengo da un’orgogliosa famiglia di survivalisti, perciò ho studiato in modo piuttosto approfondito gli effetti della guerra nucleare.
Le radiazioni non causano bizzarre mutazioni, e quando lo fanno queste tendono a morire piuttosto velocemente, non vedrete cose come Hulk o i ghoul di Fallout, ma strani feti abortiti.
Allo stesso modo, il fallout non inquina in modo strano un ambiente: Černobyl’ è un bellissimo e fiorente parco nazionale con una delle foreste più lussureggianti d’Europa.
L’effetto principale che hanno le radiazioni è un aumento dei casi di cancro: alcuni pensano che Černobyl’ abbia causato un paio di migliaia di morti per cancro.
Le radiazioni non sono una forza orribilmente strana o magica, non è che ti trasformi in una tigre se un gattino ti tocca un eritema solare con la zampa, ma causano comunque un inverno nucleare, perché le polveri dell’attacco nucleare si posizionano nell’atmosfera, risultando in un calo del numero dei raggi solari che raggiungono la Terra, praticamente l’opposto del riscaldamento globale, e da questo ne deriverà praticamente un inverno di diversi anni in tutto l’Emisfero Boreale.
Un’altra terribile condizione è che la guerra nucleare ridurrà lo strato d’ozono e aumenterà ulteriormente i casi di cancro.
Questo provocherà in pratica una carestia di massa in tutto il mondo, durante la quale perderemo almeno un anno di raccolto e le regioni più fertili dell’Emisfero Boreale, ovviamente questo risulterà in incredibili instabilità e morti.
Comunque, tutto considerato, gli umani sopravvivranno comunque.
Gli umani sono esseri davvero resilienti quando sono messi sotto pressione, avendo personalmente percorso il Sentiero degli Appalachi ho visto la scioccante trasformazione di gente di città relativamente molle in gente che poteva sopportare uno sconvolgente quantitativo di sofferenza e malessere.
Su base storica, la gente è sopravvissuta ad eventi veramente orrendi, come quando 11.000 anni fa una cometa colpì probabilmente il Canada, gettando il mondo in un’era glaciale in pochi decenni, o quando il supervulcano Toba eruttò 71.000 anni fa, bloccando i raggi del sole e creando una carestia globale e un’era glaciale.
La perdita di un anno di raccolto avveniva regolarmente nelle ere precedenti a quella moderna, e in alcune ere storiche come il XVII secolo divenne angosciosamente comune.
Con un solo anno senza cibo la gente inizia a rubare il cibo agli altri; al secondo o al terzo anno iniziano ad avvenire morti in massa.
Negli enormi paesi esportatori di cibo come gli Stati Uniti e il Canada ci saranno probabilmente abbastanza riserve da aiutare molto.
C’è questa strana credenza che una guerra nucleare estinguerà completamente la vita umana, o perlomeno la vita nell’Emisfero Boreale, ma penso che ci siano poche prove a riscontro di ciò, per la gran parte sembra che sia una credenza ideata da quelli contrari al nucleare e alla guerra.
Le proiezioni migliori che ho visto per una guerra nucleare negli anni ’80 parlano di un miliardo di morti nelle immediate conseguenze e altri causati dall’inverno nucleare.
Considerando che all’epoca la popolazione mondiale era di 4,6 miliardi di persone, stiamo parlando di un quarto di essa, il che è gestibile.
Il fatto che a causa della riduzione degli arsenali nucleari e della crescente importanza dei sistemi di difesa antimissile il numero sia sceso a 300 milioni di vittime mi fa ben sperare per la razza umana.
Per fare un paragone, alcuni storici affermano che la crisi del XVII secolo abbia ucciso un terzo della popolazione del mondo.
Potreste aver sentito cose del tipo che c’erano abbastanza atomiche da estinguere la vita sulla terra, il che è tecnicamente vero, ma questo soprattutto per via del fatto che tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica c’era questa bizzarra gara a chi ce l’aveva più lungo nella quale producevano numeri di atomiche così astronomici perché volevano avere abbastanza testate nucleari da poter distruggere ancora il nemico anche se questi aveva distrutto tutte le atomiche prima che potessero essere lanciate, perciò dovevano neutralizzare a loro volta quelle atomiche.
Col tempo il gap missilistico divenne più una cosa emotiva, anche se il gap non contava davvero, visto che entrambe le parti avevano molte più armi nucleari di quante ne avrebbero mai usate.

Parte 2: gli effetti politici.
Nelle nazioni nuclearizzate il potere diventerà immediatamente molto più decentralizzato, dato che i governi centralizzati saranno stati inceneriti le nazioni come l’Unione Sovietica, la Cina, la Polonia, la Francia e gli Stati Uniti smetteranno semplicemente di esistere, con le autorità locali che diventeranno significativamente più importanti dei quelle centralizzate inesistenti.
In molti paesi, come avvenuto dopo la caduta di Roma, molti governi locali dichiareranno di essere i rappresentanti di quelli esistenti prima dell’apocalisse, ma in realtà questo sarà impossibile.
Incontriamo questo problema quando si guardano alle aree come l’Europa dopo la caduta di Roma, dove il potere locale e l’influenza individuale dei leader erano così importanti che fare predizioni a lungo termine rasenta l’insensato.
In alcune aree le università potrebbero riuscire a raggruppare i loro studenti in una forza militare coesa e prendere il potere nella regione, in altre aree le forze militari locali riusciranno ad ottenere il potere, in altre aree lo faranno gli ex commissari Comunisti, le organizzazioni religiose, la polizia, le leghe di bowling ecc.
Non ho idea di cosa avverrà in ogni singola area, in alcune i governatori statali locali saranno abbastanza talentuosi e abili da mantenere il potere con efficacia, in altre l’autorità collasserà al livello più elementare, con famiglie indipendenti e squadre di freccette che saranno la forma primaria di organizzazione politica.
Questo stato di cose alla fine sarà di importanza vitale, se uno stato come l’Ohio riuscirà a sopravvivere come organizzazione centralizzata e l’Indiana finirà preda di clan in guerra, questo darà all’Ohio un immenso vantaggio nei decenni a venire.
Le aree periferiche diventeranno più importanti, una regione geograficamente avvantaggiata come la Renania o gli Stati del Medio Atlantico americani verranno immediatamente nuclearizzati, ma le aree più fuori mano come le Montagne Rocciose americane o la Scandinavia saranno in una forma molto migliore.
La Cina è interessante, perché all’epoca era di gran lunga la più rurale delle potenze coinvolte, perciò una percentuale maggiore della sua popolazione sopravvivrà.
Allo stesso modo, l’Europa non russa più piccola, più urbanizzata e densamente popolata subirà più danni della Russia e del Nord America.
Anche nei paesi che non vedranno attacchi nucleari ci sarà instabilità politica, l’Africa, dove una parte significativa della popolazione si affida all’agricoltura di sussistenza e sarà suscettibile al cambiamento climatico e il governo era già debole in precedenza, vedrà enormi cambiamenti nei confini e il crollo dei governi.
Aree come la Bolivia o il Ciad, dove i contadini già vivono quasi al livello della sussistenza, piomberanno nel caos con la caduta del governo centralizzato.
L’India, anche se neutrale, all’epoca era una confederazione con enormi differenze culturali e piuttosto inefficiente, dove gran parte della popolazione viveva già quasi al livello di sussistenza, probabilmente si frammenterà e collasserà anche se non verrà colpita da nessuna bomba.
Australia e Nuova Zelanda sono entrambi stati sviluppati che avranno qualche possibilità di sopravvivenza, entrambi avevano un’importanza strategica minima ed erano in fondo al mondo, perciò subiranno attacchi atomici minimi e saranno meno afflitti dalle radiazioni e dall’inverno nucleare, con una leadership capace entrambi gli stati potrebbero sopravvivere.
Un altro stato con qualche possibilità di sopravvivere è il Brasile, che potrebbe diventare la nazione più potente della Terra.
Il Brasile è un esportatore di cibo, e se non verrà bombardato probabilmente riuscirà a resistere, e, dopo un periodo di carestia, riuscirà a rimanere politicamente unito.
Cosa abbastanza strana, il Sudafrica dell’Apartheid sarà in una situazione simile.
Il regime dell’Apartheid, che inconsciamente si stava preparando da sempre all’apocalisse, riuscirà a superare la carestia e reprimerà politicamente i dissidenti.
Il Sudafrica diventerà l’unica potenza rimasta in Africa, e quando il continente inizierà a dividersi comincerà ad espandersi nell’intera parte meridionale di esso.
Non dobbiamo pensare che solo perché questi paesi saranno gli stati più potenti e funzionali saranno ameni o sviluppati, saranno luoghi estremamente sgradevoli dove il cibo viene razionato e sempre sull’orlo del collasso.
Senza la rivoluzione economica globale degli anni ’90 e 2000 saranno anche molto poveri, Rio de Janeiro non sarà un paradiso ipersviluppato, sarà una città squallida con edifici in rovina.

Parte 3: gli effetti culturali ed economici.
La fine del mondo avrà profondi effetti culturali sul mondo intero.
Ci saranno due reazioni comuni agli orrori della fine del mondo, la prima sarà un’enorme reazione conservatrice.
La gente si rivolgerà alle vecchie religioni come mezzo per affrontare gli orrori che sono appena avvenuti e per assicurare stabilità in un mondo caotico.
La gente inizierà ad imitare il passato, magari per riottenere parte della sua gloria, i signori della guerra della nuova era indosseranno i jeans come oggetto di lusso e ingaggeranno rocchettari che intrattengano le loro corti.
La seconda reazione sarà praticamente quella vista in Mad Max o Fallout, dove a causa degli orrori del mondo intorno ad essa la gente andrà in direzioni strane e mai viste.
Nasceranno nuove religioni e culti che avranno credenze assolutamente bizzarre.
La guerra nucleare traumatizzerà un intero mondo e manderà in frantumi i suoi preconcetti su come esso dovrebbe funzionare, aprendo un vuoto.
Sto semplicemente dicendo che i ritratti che abbiamo di come potrebbe essere un mondo postatomico come Fallout o Mad Max sono tristemente imprecisi, capisco che affrontano un argomento super-deprimente e che un approccio realistico non venderebbe nulla, ma, sul serio, questa gente sa quanto sarebbe preziosa la pelle nera in un mondo postatomico? Allo stesso modo, in un mondo dove le scorte di carburante sono limitate la gente non guiderà dei giganteschi trangugia-benzina.
Una visione migliore della moda postatomica sarebbero gli abiti che indossiamo attualmente terribilmente usurati e rattoppati assieme agli indumenti peggio tessuti che potete immaginare.
La nuova generazione che crescerà dopo la guerra atomica sarà incredibilmente dura, verrà selezionata tra la gente più tenace o fortunata che è sopravvissuta alla precedente guerra nucleare.
Crescerà in un mondo inimmaginabilmente inospitale, la sua scala di valori sarà lontana chilometri da quella del nostro attuale mondo, probabilmente comprenderà le visioni più rigide dei nostri antenati mescolate a del millenarismo e alla sfiducia nei confronti del mondo intorno ad essa.
Guarderà all’era prebellica con un misto di odio e riverenza, detesterà il fatto che il mondo si sia fatto esplodere da solo e si sia distrutto, e probabilmente vedrà questo fatto come il punto finale di una società decadente che stava stagnando fin dalla Prima Guerra Mondiale, molti vedranno la guerra atomica come predestinata.
Allo stesso modo vedrà la società prebellica come quasi divina, un modello che cercherà di ricreare e alla fine non riuscirà a fare.
Gli effetti demografici saranno enormi, per esempio, negli Stati Uniti, alcuni gruppi prevalentemente urbani come gli Ebrei, gli Italiani, gli Asiatici, i neri fuori dal sud e un buon numero di Irlandesi Cattolici verranno semplicemente spazzati via.
In Europa gruppi come gli Svedesi o gli Scozzesi sopravvivranno in numeri maggiori rispetto ai Tedeschi o agli Inglesi.
La tecnologia stagnerà immediatamente, le tecnologie avanzate come la fissione nucleare perderanno immediatamente l’applicabilità.
Nei primi decenni la gente tornerà ad un’economia di sussistenza preindustriale, ma col passare del tempo diverse comunità riusciranno a ricostruire le loro economie, e sempre più torneranno ad un livello industriale.
Cosa abbastanza interessante, internet esisterà comunque, esso in realtà fu ideato dai militari in caso di guerra nucleare, così che gli scienziati di tutta l’America potessero continuare a comunicare.
So che alcuni nerd leggono il Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov, che è interessantissimo, e sarebbe affascinante vederlo diventare una variabile importante col tempo.
Un grandissimo passo avanti per l’economia avverrà quando le ex città non saranno più tossiche, così che possano essere ripopolate.
Le città in sé per sé non sono importanti, ma la maggior parte dei sistemi fluviali ospiteranno città che sono state nuclearizzate, e dato che la grande maggioranza del commercio, specialmente in un mondo senza benzina, verrà facilitata dai sistemi fluviali, e con molti punti strategici dei sistemi fluviali bombardati il commercio rimarrà interrotto per decenni.
Col potere così decentralizzato e il commercio così debole, per qualche tempo lo sviluppo sarà molto irregolare, alcune aree relativamente vicine riusciranno ad ottenere uno standard di vita decente, mentre altre si affideranno ancora all’agricoltura di sussistenza semplicemente a causa di piccole differenze nella qualità della leadership e del suolo che avranno immensi risultati.

Parte 4: le politiche a lungo termine.
In quest’era la guerra sarà onnipresente, dato che le risorse saranno poche e il potere politico sarà decentralizzato questo è quasi certo.
Poiché per la maggior parte dei primi tempi il potere politico sarà debole, queste guerre inizieranno su piccola scala, ma quando le comunità riusciranno a mettere insieme i loro averi, queste riusciranno ad esercitare più influenza.
I gruppi che riusciranno ad agire insieme per primi saranno quelli che riusciranno ad impadronirsi in anticipo delle forniture di petrolio e ad iniziare la costruzione di armi, avranno un vantaggio incommensurabile su quelli che utilizzeranno armi improvvisate e non avranno alcuna mobilità.
Allo stesso modo l’addestramento militare conferirà un vantaggio incredibile a quelle poche persone che lo avranno ricevuto.
È così che i Romani e gli Inglesi riuscirono a vincere continuamente battaglie in folle inferiorità numerica contro avversari che spesso avevano tecnologie simili.
In queste circostanze le ex forze armate statali avranno un immenso vantaggio su quelle formate dalle leghe di bowling o dalle Chiese.
Si inizieranno a vedere basi di potere locale sotto forma di nazione.
Per esempio, diciamo che il Governatore del Kentucky nel 1983, John Y. Brown Jr., sia un uomo con talenti speciali e riesca a tenere unito il Kentucky, mentre il Tennessee e l’Ohio cadano preda dei signori della guerra e del caos: questo significa che il Kentucky riuscirà ad operare come settore commerciale unificato, e si svilupperà e arricchirà più velocemente, il che vuol dire che progredirà ulteriormente dal punto di vista mentale e riuscirà a fabbricare carri armati e usare i suoi reggimenti della Guardia Nazionale per addestrare un esercito di qualità che potrà usare per conquistare i suoi vicini.
Ipotizziamo poi che l’Ohio cada preda dei signori della guerra, ma che essi comprendano la potenza del Kentucky dopo essere stati sconfitti nella Battaglia di Chillicothe e che capiscano che devono allearsi se non vogliono essere conquistati: gran parte dell’Ohio si unirà in una federazione nella quale ogni città avrà un certo grado di potere.
Quasi nessuno degli abitanti di queste nazioni sarà un filosofo politico, sarà gente pratica che cercherà di risolvere situazioni complicate.
In queste circostanze inizieremo a vedere una diversificazione dei modelli, alcune nazioni saranno degli stati schiavisti, altre saranno anarco-capitaliste e altre saranno teocrazie.
Similmente alla caduta di Roma, questo sarà effettivamente un reset del sistema politico.
Le possibilità che si ricostituiscano i paesi come gli Stati Uniti, l’Australia o la Russia, che sono diventati così grandi sconfiggendo tribù non europee tecnologicamente inferiori, sono piuttosto basse.
Identità come Litoraneo, Texano o Albertano saranno molto distinte e diventeranno quasi come delle nazioni europee differenti.
Per le nazioni geograficamente più concentrate in luoghi come l’Europa e il Giappone le possibilità sono più alte, quei paesi riusciranno a riformarsi dopo un secolo o poco più.
Un cambiamento davvero importante avverrà una volta che gran parte del mondo e delle terre coltivabili diventeranno abbastanza decontaminate da permettere permanentemente una vita umana salutare.
Immediatamente dopo la crisi le famiglie saranno piccole, dato che le risorse saranno limitate, ma quando l’ambiente guarirà gli esseri umani si ritroveranno a vivere in un mondo davvero sottopopolato costituito in gran parte da terre tornate vergini intorno a loro.
Questo darà il via ad un’enorme crescita demografica, ad un secondo rinascimento e ad una fioritura culturale.

Un dinosauro parla all'ONU!

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E ora, un'osservazione di Perchè no?:

Siamo ormai più di 7 miliardi e viaggiamo gioiosamente verso gli 8 miliardi, quando eravamo solo poco più di due miliardi all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Quale sarebbe la situazione attuale se fossimo ancora (o di nuovo) a questo livello di popolazione? Ipotizziamo una riduzione radicale della popolazione mondiale attuale. Evitando le guerre o altre catastrofi con gravissime conseguenze per l'ambiente o la società, possiamo solo prendere in considerazione il caso di una pandemia mortale temuta da tutti gli epidemiologisti. Per non creare un trauma troppo grande per la società e il rischio di un crollo apocalittico di questa società, immaginiamo un'epidemia che dura una decina di anni o più (forse non devastante all'inizio, ma sì dopo anni e con l'indebolimento della popolazione). Le perdite non cambierebbero molto la ripartizione globale della popolazione tra paesi, ma la popolazione urbana scenderebbe drasticamente. Non penso che si avrà una così grande differenza di perdite tra paesi sviluppati e non sviluppati, tra vecchie e nuove potenze. Insomma diciamo, per essere brutali, una riduzione al minimo della metà della popolazione mondiale: dunque una Terra tra 3 e 4 miliardi di abitanti. Non parlando troppo di conseguenze sociali (in un primo momento), quali sarebbero le conseguenze economiche e politiche?

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Gli risponde Bhrg'hros:

Se è vera la classica osservazione demografica che le nascite calano in proporzione all'aumento del benessere materiale, si potrebbe arrivare allo stesso risultato nel giro di una sola generazione (completa) con la media di un figlio unico per ogni potenziale coppia...

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E William Riker aggiunge:

Brrr! Mi fa venire in mente un celebre sceneggiato TV anni settanta, "I Sopravvissuti", che io ho visto quand'ero bambino: una mutazione genetica produceva un virus devastante che decimava la razza umana. Ogni 10.000 persone ne sopravviveva solo una! La popolazione mondiale scendeva a 600.000 individui, che dovevano subito abbandonare le città, invase dai topi e dagli animali spazzini, e rifugiarsi in campagna; la storia umana ricominciava a partire da una civiltà agricola...

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Anche Paolo Maltagliati dice la sua:

Ammetto che quello neomaltusiano è un argomento che mi fa paura e che ha delle implicazioni politiche e sociali piuttosto spinose... comunque, pur rimanendo nell'ambito del discorso pandemia, occorrerebbe, credo, un male che colpisca a livello genetico. Se è qualcosa tipo peste nera, la popolazione si dimezzerà anche, ma certo non sarà la "falce che pareggia le erbe del prato", visto che i paesi più ricchi avrebbero comunque più possibilità di scamparla. Per quanto riguarda La denatalizzazione, cambierebbe gli equilibri sociopolitici del mondo comunque, visto che i paesi più vecchi (noi, per esempio) verremmo colonizzati comunque per necessità di manodopera...

La Luna si schianta sulla Terra nella storia a fumetti "La scorribanda nei secoli" di Jerry Siegel e Romano Scarpa (da "Topolino" n° 911 del 13 maggio 1973)

La Luna si schianta sulla Terra nella storia a fumetti "La scorribanda nei secoli" di Jerry Siegel e Romano Scarpa (da "Topolino" n° 911 del 13 maggio 1973)

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È la volta del grande Sandro:

Carissimi, pare che qualcuno abbia calcolato che per mantenere l'attuale livello di tecnologia siano sufficienti (ma al contempo INDISPENSABILI) da 300 a 600 milioni di persone. Più sotto crolla il sistema economico/tecnologico, e se crolla il sistema crolla davvero, ovvero si torna all'età della pietra, perchè se togli un mattone cade tutto l'edificio. Una sola industria mancante (estrattiva, di raffinazione, di sintesi, di produzione, di ricerca e di sviluppo, meccanica o informatica, chimica o mineraria) e tutto cade. Possiamo fare a meno di burocrati, politici, militari, cantanti e attori, poeti e scrittori, musicisti e saltimbanchi, veline e public relation man, maghi e indovini, presentatori e giornalisti, attori e registi, atleti e pallonari, arbitri e allenatori, Al massimo queste professioni possono essere esercitate come hobby dai tecnici (in fondo Einstein suonava il violino), ma l'omino che sa come fare un wafer di silicio e l'omino che produce le macchine per fare i wafer di silicio sono indispensabili se vogliamo che i nostri PC e tutto il resto camminino ancora.

Bene... allora se arriva un virus che attacca solo il ferro... ossidandolo? Non solo il ferro dei nostri oggetti quotidiani... ma sopratutto il ferro nella emoglobina del sangue! Moria totale con disfacimento della Torre Eiffel sullo sfondo...

Ma... se riuscissimo a sostituire l'atomo di ferro nella emoglobina con un atomo di rame? Ingegneria genetica di altissimo livello... e nasce una nuova razza... umana ma con il sangue verde!!! Bene.. tutto ciò era la trama di base di un mio vecchio sogno letterario "Sangue di Smeraldo" si chiamava... e non l'ho mai scritto... !

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A proposito, questa è la questione aperta da Basileus TFT:

Come è teoricamente possibile che la dominazione dell'uomo sul nostro pianeta collassi inevitabilmente?

Invasione aliena? La ritengo improbabile.
Meteorite? Anche questo decisamente improbabile.
Guerra nucleare? Anche questa la scarterei.
Problemi con biogenetica e chimica? Questa è probabile, della serie un virus incontrollato o un attacco chimico da parte di qualcuno che poi si diffonde rapidamente.
Cambiamento climatico? Possibile, ma non a breve termine.
Solar Flare? Scarterei anche questa.
Maxiterremoto o Tsunami? Improbabile che prenda una fetta molto vasta del pianeta.
Crisi energetica? Possibile.
Crisi finanziaria e conseguente anarchia incontrollata? Improbabile.
Problemi con centrali nucleari? Anche questa la scarterei.

Voi che ne dite? Vedete altre possibilità?

Cartina distopica dal saggio "Il giro del mondo nell'Antropocene - una mappa dell'umanità del futuro" di Telmo Pievani e Mauro Varotto, in cui non abbiamo fatto niente per arrestare i cambiamenti climatici, e il livello del mare si è alzato di 65 metri (cliccare per ingrandire)

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Così gli risponde Lord Wilmore:

A proposito della fine dell'Antropocene, gli scienziati sono divisi. C'è chi dice che una civiltà tecnologica non può vivere per più di 10.000 anni, chi parla di 100.000, chi addirittura più di un milione. Dipende secondo me da quanto dura prima di autodistruggersi...

Vediamo le tue proposte una per una:

Invasione aliena.
Il problema è: due civiltà tecnologiche possono esistere contemporaneamente? L'universo ha 13,8 miliardi di anni. Se davvero una civiltà tecnologica non può esistere per più di diecimila anni, la probabilità che due di esse siano contemporanee e possano comunicare ed incontrarsi è perciò solo una su un milione. C'è il serio rischio che IN QUESTO MOMENTO siamo soli nell'universo...

Meteorite.
In media sulla Terra avviene un grande evento meteorico ogni milione d'anni ed un evento catastrofico (l'ultimo quello che estinse i dinosauri) ogni 200 milioni di anni. Ma ci sono anche i nuclei cometari e forse anche i microbuchi neri di cui tenere conto.

Guerra nucleare.
Decisamente l'arma atomica è così terribile che tutti hanno paura di usarla. Sul numero di marzo 2010 de "Le Scienze" un articolo intitolato "Guerra nucleare locale, catastrofe globale" a firma di Alan Robock ed Owen Brian Toon dimostra i rischi globali anche solo di una guerra nucleare tra Pakistan e India!

Problemi con biogenetica e chimica.
Credo che si farebbe in tempo ad isolare un vaccino prima della catastrofe totale.

Cambiamento climatico.
Non tanto lontano come tu pensi, Basileus. Supponi che per qualche motivo lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia acceleri. Milioni di tonnellate d'acqua fredda so riversano nel Nord Atlantico: la Corrente del Golfo si interrompe o cambia strada. È già successo 8000 anni a.C. in seguito allo svuotamento del grande lago canadese di Agassiz, oggi scomparso. L'Europa diventa una terribile distesa di ghiacci, l'Italia si ritrova ad avere il clima di New York (-25° d'inverno e + 40° d'estate) mentre forse il Nordamerica si riscalda con inondazioni apocalittiche da far impallidire "The Day After Tomorrow".

Solar Flare.
Se avvenisse durante un periodo di inversione magnetica i tumori alla pelle crescerebbero a dismisura.

Maxiterremoto o Tsunami.
Possono fare milioni di morti, ma non miliardi. A meno che non si ripetano i Trappi del Deccan, supervulcani esplosi in India 65 milioni di anni fa: i gas eruttati oscurarono il cielo provocando un lungo inverno nucleare ed accelerando la fine dell'impero dei dinosauri.

Crisi energetica.
Provocherebbe un generale regresso della civiltà umana, ma i più forti sopravvivrebbero comunque anche senza macchine per la Tac e freezer per le bevande.

Crisi finanziaria e conseguente anarchia incontrollata.
Con la violenza si può controllare ogni anarchia. Mi ricordi una battuta di una striscia di Brant Parker, autore insieme a Johnny Hart di "Wizard of ID" del 1971:
Messaggero 1: "Sire, il popolo ha sete!"
Messaggero 2: "Sire, i mostri del fossato hanno fame!"
Sire: "Uhm... Intravedo una soluzione..."

Problemi con centrali nucleari.
Una Chernobyl su scala planetaria è irrealizzabile persino per il più talebano dei Verdi.

Quanto ad altre possibilità, io ne vedo solo un'altra: guerra all'ultimo sangue tra due fazioni in cui l'umanità si è divisa, tipo gli Eloi e i Morlock della "Macchina del Tempo" di Herbert George Wells. Ma non dimenticarti che io sono appassionato di fantascienza...

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Così aggiunge Generalissimus:

Parlando di apocalisse atomica, tra inverno e carestia nucleari, fallout e messa fuori uso di qualsiasi apparecchiatura elettronica causata dagli impulsi elettromagnetici delle esplosioni nucleari (senza contare il fatto che stanno anche tornando di moda le bombe al cobalto), la maggior parte degli scienziati che si è anche minimamente occupato della cosa afferma che una guerra nucleare che coinvolga tutte le potenze nucleari esistenti può tranquillamente provocare l'estinzione totale della razza umana.

Non c'è niente da fare, gli unici a trovare favorevole uno scenario simile sono gli scarafaggi col loro culto simile a quello dei Figli dell'Atomo, che predice l'avvento della Grande Bomba che permetterà al popolo eletto dei Blattoidei di pasteggiare sui resti dell'ultimo umano e governare finalmente il mondo.

Il pianeta delle scimmie volanti...

Il pianeta delle scimmie volanti...

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Questo invece è il parere di Federico Sangalli:

Riguardo i cambiamenti climatici, in Nordamerica il processo di desertificazione della Costa Ovest renderà nel prossimo futuro quella regione incapace di sostenere adeguatamente la popolazione che vi vive adesso. Già molti californiani si stanno trasferendo in Arizona, New Mexico e Texas, attirandosi le critiche e gli sberleffi dei repubblicani ma cambiando anche la demografie di questi stati (in primis l'Arizona che sta rapidamente diventando un "blu state"). Sulla East Coast gli uragani diventeranno più intensi e minacceranno l'integrità delle aree costiere, in primis la Florida ma anche il resto del Golfo del Messico e, in modo crescente, il tratto tra Capo Hatteras e Capo Cod. Non ci saranno sommergimenti da film apocalittici, non sul medio periodo almeno, ma queste zone rischiano di diventare zone a inondazioni frequenti stile Venezia. Visto che gli Stati Uniti hanno un sacco di spazio molta gente preferirà trasferirsi piuttosto che essere lasciata sola a sobbarcarsi i costi della ricostruzione e del calo del turismo e a combattere con le assicurazioni: il mercato immobiliare di queste regioni declinerà in favore di quello delle regioni interne e con esso l'economia americana cambierà fulcro. A New York è stata creata una commissione per studiare soluzioni contro l'innalzamento del mare, hanno anche mandato una delegazione a Venezia a studiare le nostre soluzione, soprattutto il MOSE, ma il problema qui è soprattutto ambientale: Venezia è abituata a vivere nell'acqua e sull'acqua, avere l'acqua alta è una cosa abituale tant'è che le paratie di sicurezza del MOSE si alzano solo se la piena supera il metro e dieci sennò è una cosa che Venezia sa gestire. La logica conseguenza è che Venezia è una bellissima città, ammirata e visitata da milioni di turisti, ma non un centro economico, non potendo permettersi per ragioni di spazio e opportunità né fabbriche né poli industriali o del terziario. Ma New York ha decine di milioni di abitanti, è un grande centro economico mondiale che certo non vive solo di turismo e non è affatto abituata ad avere mezzo metro d'acqua che invade le strade un paio di volte a settimana, pensare di applicare le soluzioni di Venezia alla Grande Mela (sempre che vengano applicato, proprio visto che le piene non sono cosa abituale vengono reputate eventi straordinari e dunque che non si ripeteranno e dunque che non necessitano interventi estensivi) è un palliativo.
In America Latina il fenomeno di El Nino potrebbe diventare più estremo, causando inondazioni e frane lungo tutto il versante andino mentre in Brasile la principale minaccia è e resta la deforestazione dell'Amazzonia.
Anche in Europa ci sarà un brusco aumento degli eventi meteorologici estremi, in particolar modo inondazioni estese e squilibri climatici. Penso che alla fine della fiera Venezia possa sopravvivere proprio per quelle ragioni di abitudine e prevenzione elencate prima e perché l'Adriatico è un mare calmo e limaccioso ma ci sono molte altre zone (la regione del Delta del Po per esempio, la foce del Danubio, la bassa valle del Tamigi, la Renania, la Sassonia) che subiranno di più questa minaccia.
Destino molto simile lo subirà la Cina e più in generale l'Estremo Oriente, in particolar modo l'Indocina e l'Indonesia. Sono già stati avviati piani per abbandonare Giacarta come capitale a causa del progressivo collasso dell'area urbana e dell'innalzamento del mare e la Thailandia sembra voler fare altrettanto. I tifoni diventeranno molto più potenti e rappresenteranno una minaccia per tutta la regione dell'asia-pacifico, dal Giappone alla Nuova Caledonia. La desertificazione colpiranno il Medio Oriente e il Nordafrica aggravando la già cronica crisi delle risorse locale ma l'India, che come stato ha sempre messo l'ansia di evitare una grande carestia interna al primo posto, dovrebbe essere in grado di evitare questo problema. Comunque sia, gli sbalzi di temperatura rappresentano una delle maggiori minacce a livello globale, più anche dell'innalzamento dei mari: mettendo in grave rischio i raccolti in giro per il mondo rischiano di causare un generale innalzamento dei prezzi dei beni alimentari con conseguenze disastrose per le nostre società, anche solo perché una società consumista non può sopravvivere se l'unica cosa che si consumano sono i beni di prima necessità (anche se i problemi a livello economico saranno sottolineati per primi da ragioni di scarsità energetica).

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Ed ecco quanto ha pensato in proposito l'amico Sandro Degiani:

Il 21 dicembre 2012 è finito il tredicesimo baktun del calendario Maya, senza nessuno dei disastri annunciati (eccetto quelli che riguardano la politica italiana e il ritorno in campo del Cavaliere). Però... c'è un però. Il 12 dicembre precedente, alle ore 7.40, l'asteroide Toutatis (così intitolato in onore del dio celtico invocato da Asterix) aveva "sfiorato" (in termini astronomici, si capisce) la Terra, passandole a 6,9 milioni di chilometri di distanza.

E se fosse stato Toutatis, l'asteroide dell'Apocalisse Maya? Questi ultimi potrebbero averlo osservato in un passaggio precedente e potrebbero aver calcolato la sua orbita: dati i sistemi di osservazione di allora e il calcolo Maya che non era certo sofisticato come il nostro, un errore di 5 giorni e di qualche milione di chilometri è decisamente risibile...

Mi è venuta quest'idea. Diciamo che nel 700 d.C. una missione Aliena sbarca in Yucatan... In obbedienza al Principio di non ingerenza non deve lasciare tracce tecnologiche ed alterare le culture con viene in contatto, non altera in alcun modo le conoscenze tecnologiche delle popolazioni.

Poche testimonianze quindi restano del suo sbarco... la Lastra di Palenque ne idealizza l'aspetto e rappresenta la loro astronave con una iconografia che è tratta dall'arte Maya e quindi di difficile e contestata lettura ed interpretazione.

Qualche gioiello Maya ed Azteco congela le forme degli aeromobili alieni in pendenti e ornamenti di strana forma aerodinamica, a Nazca vengono tracciate linee sul terreno per augurare loro buon viaggio e mandare un ultimo saluto dalla Terra dopo il loro decollo!!

Nasce il mito di Quetzalcoatl, il serpente piumato ma anche l'uomo "bianco" e barbuto dagli occhi azzurri che viene dall'Oceano e che porta conoscenza, pace e prosperità...

L'unico loro "dono" è una notizia trasmessa ai loro sacerdoti ed astronomi e ricavata dalla accurata osservazione e classificazione del Sistema Solare fatta dagli Alieni, inserita per svista in una correzione delle loro tabelle astronomiche fatta per aiutarli a segnare meglio il tempo e ricavare indicazioni utili per la semina del granoturco in modo da aumentarne la produzione.

Una tabella che riporta i passaggi astronomici per 1500 anni a venire, con le date di levata e tramonto di stelle e costellazioni, le date delle eclissi di Sole e luna, le congiunzioni e i passaggi astronomici.

Le proiezioni delle orbite dei pianeti e degli asteroidi del Sistema Solare (quelli rilevati di diametro superiore a 100 metri) danno un responso... il 21 Dicembre 2012 l'asteroide che noi chiamiamo Tutatis impatterà sul Pianeta Terra!

I Maya recepiscono il concetto, ma che fare per qualcosa di "inevitabile" che accadrà tra 1300 anni? Quindi si limitano a prendere atto della cosa e con pragmatismo Maya stilano il loro calendario solo fino alla data stabilita, inutile proseguire... tutto cambierà con l'impatto e ci penseranno gli eventuali sopravissuti...

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Le previsioni del tempo per la settimana da 16 al 23 dicembre 2012  (grazie a Sandro!)

Le previsioni del tempo per la settimana da 16 al 23 dicembre 2012  (grazie a Sandro!)

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Lo stesso autore ha poi voluto proporre un'altra tremenda distopia dello stesso tenore:

Washington - 20 Gennaio 2017, 10:00 EST - Donald Trump sta festeggiando l'investitura a 45° Presidente degli Stati Uniti d'America.
Fila di Limousine a passo di lumaca, traffico di elicotteri, migliaia di invitati VIP affluiscono nei giardini della Casa Bianca di Washington.

Isole Canarie - La Palma - 20 Gennaio 2017 - ore 13:13 EST - 
Un violento terremoto del decimo grado della scala Ricther squassa la dorsale Atlantica e spacca il fianco Ovest del vulcano Caldera Taburiente.
Una lastra di molti chilometri quadrati scivola in acqua e provoca una prima ondata di 60 metri di altezza… ma è solo l'inizio.

Isole Canarie - La Palma - 20 Gennaio 2017 - ore 13:18 EST 
Pochi minuti dopo la frana i milioni di metri cubi di acqua marina che si riversano nella spaccatura arrivano alla camera magmatica e il risultato è che l'intero vulcano esplode e frana in mare. Un Krakatoa o una Thera moltiplicato 100. L'onda che ne deriva è di oltre 600 metri di altezza.
Il male è che non c'è un mare basso come il Mediterraneo a smorzare le onde o un intero Oceano Pacifico. Ci sono fondali da 3000 metri e solo 2500 chilometri di Oceano Atlantico, e poi i Caraibi, il Golfo del Messico e la costa Est degli USA.

Tsunami Research Group della Southern California University - ore 13:23 EST - 
Da un Satellite arriva la prima segnalazione - dopo dieci minuti di analisi la certezza si fa' strada nelle menti terrorizzate - parte l'allarme Tsunami… alla prima onda di 60 metri segue a pochi minuti di distanza un'onda di 500 metri di altezza che viaggia a 600 km/h verso gli USA, in mezzo il nulla….. davanti 300 milioni di persone su coste densamente popolate e basse.
Alcuni dipendenti telefonano alle famiglie per avvisare di mollare tutto e iniziare a correre più in fretta possibile verso Ovest.

Tsunami research group della Southern California University - ore 13:35 EST - 
La simulazione prevede che l'onda in arrivo e il riflusso devasti e cancelli ogni cosa per almeno 60/100 chilometri dalla linea costiera.
Spariranno Boston, Filadelfia, New York, Washington, l'intera Florida, il Missouri, il Messico e lo Yucatan. Cuba, Santo Domingo, tutte le isole dei Caraibi saranno cancellate.
Meno di quattro ore per evacuare… chi, come e dove?
Intanto l'allarme telefonico si sta diffondendo incontrollato. Alcuni siti Internet inziano a oscurare le pagine e dare la notizia a piena schermata. 
La CIA si attiva per avvisare il Presidente della catastrofe imminente.

Langley - Virginia - ore 13:45 EST - La CIA verifica con i suoi satelliti spia la situazione e mette immediatamente in atto il piano di Emergenza per attacchi nucleari che blocca e/o disturba ogni comunicazione telefonica, televisiva, radio e via Internet su tutto il territorio degli USA. Rimangono aperti solo alcuni canali militari criptati.
Alcuni agenti CIA però prima del blocco avvisano amici e parenti sulla costa Est… le loro telefonate, accostate a quelle di venti minuti minuti prima arrivate dallo Tsunami Research Group della Southern California University saranno il viatico per dare credibilità alla notizia.

Washington - ore 13:46 EST - Trump viene preso da parte da tre uomini della CIA e messo al corrente. Le grotte del Monte Rushmore sono pronte ad accoglierlo.

Washington - ore 13:50 EST - un elicottero Blackhawk dei Marines atterra e resta con i motori accesi nel cortile posteriore della Casa Bianca. Trump si eclissa con la sua famiglia e lascia ad altri la gestione della notizia.

Ore 15:48 EST - Arriva l'onda d'urto dell'esplosione del vulcano che ha viaggiato alla velocità del suono e si è fatta i 3000 km in due ore e mezza. Venti a 1200 Km/h.

Ore 18:30 EST - Arriva la prima onda di 60 metri.

Ore 19:00 EST - Nel buio della sera invernale e nel caos alluvionale provocato dall'onda di mezz'ora prima arriva l'onda primaria di 300 metri di altezza…

Ore 20:00 - i satelliti segnalano che nessuna luce è visibile dall'orbita sulla fascia costiera USA e del Golfo del Messico per una profondità di circa 60 chilometri.

E poi?

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Gli risponde Paolo Maltagliati:

Immaginiamo le conseguenze geopolitiche di un tal disastro geologico. Tutti i nemici del grande Satana americano, dopo i festeggiamenti d'obbligo, si prodigheranno per gettare il caos in un paese ancora frastornato. E gli amici? Dimostreranno davvero di esserlo? La crisi economica mondiale colpirà ancora più duro che nella nostra TL e l'Europa a guida francogermanica si mostrerà ben poco altruista, malgrado le dichiarazioni di facciata. I principali aiuti verranno..dai cinesi. Non tanto per altruismo ma perché del mercato USA han bisogno come il pane. Ma il danno è stato fatto e il gigante asiatico si troverà davanti una crisi di sovrapproduzione classica. La domanda è: con una inflazione galoppante ed un tasso di disoccupazione urbano ai vertici storici, si attiveranno delle dinamiche di protesta sociale tali da far crollare il regime o no?

Capitolo Islam: senza l'alleato, Israele sarà in serio pericolo e l'Iran si sentirà sufficientemente sicuro per espandere anche militarmente la sua influenza. Tutti ad aspettare col fiato sospeso come si comporteranno i turchi, che a questo punto sarebbe bene far finalmente entrare nell'unione, anche se potrebbe essere troppo tardi. E la vecchia europa? Non vedo radicali mutamenti negli equilibri interni ad essa. Però l'italia potrebbe uscire bene se la crisi cinese sarà molto forte, sul medio periodo. Sappiamo tutti che il nostro tessuto manifatturiero è enorme, ma è in atroce sofferenza per la piccola scala delle imprese ed il loro basso capitale in ricerca e tecnologia. Ovvero la fetta di mercato che è stata invasa dalla Cina nell'ultimo quindicennio..se poi si introducessero a scopi apparentemente umanitari degli incentivi alle imprese americane che volessero portare una loro filiale nel vecchio continente (i tedeschi lo farebbero il giorno dopo il disastro, credo).

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Sandro torna alla carica:

Io la vedo così. La capacità produttiva USA è fortemente concentrata nell'Ovest e sui laghi. La costa Est è quella più antica, filoeuropea, ricca e dedita alla politica, alla cultura e alla finanza. Il 90% delle vittime sarebbero WASP e Afroamericani (grazie a New York, New Orleans e stati del Sud). Un bel 100 Milioni di americani in meno, più tutti i vecchietti in pensione in Florida! Rimarrebbero popolazioni USA fortemente ispaniche e orientali.... l'agricoltura del centro sarebbe marginalmente toccata.

Ci potrebbe essere una forte collaborazione con il Messico per il ripopolamento e la ricostruzione della costa Est. Gli USA potrebbero tornare un potenza ma con caratteristiche razziali completamente diverse. Lo Tsunami colpirebbe anche la costa Ovest dell'Africa, cancellerebbe il Portogallo e un pezzo di Spagna, gravi danni di ritorno sulle coste della Normandia e dell'Inghilterra del Sud. Colpirebbe anche la costa del Venezuela e del Brasile e anche qui ci sarebbero danni ingentissimi. I Caraibi potrebbero essere virtualmente cancellati, ma forse salverebbero l'America Centrale.

L'equilibrio mondiale si sposterebbe di sicuro... verso la Cina e l'Oriente.

Magari Israele vistosi scoperto attaccherebbe preventivamente, distruggendo con le sue atomiche ogni centro islamico ostile. ne ha le capacità e rapidità operativa per farlo. L'Europa ma sopratutto l'Italia reagirebbe aumentando il prezzo della benzina per aiutare i poveri americani colpiti dalla tragedia!

Il prezzo del petrolio subirebbe un acuto ma poi scenderebbe perchè gli USA producono meno petrolio di quanto consumano e il mercato sarebbe in sovrapproduzione.

Mi viene in mente che ci sarebbe un forte impatto sul mondo musicale.. sparirebbe il Rap e il resto degli USA tornerebbe alla musica Country... la musica si fa sulla costa Est.

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Siccome tra le distopie vanno annoverate anche quelle legate all'epidemia di Coronavirus ai primi del 2020,ecco il parere in proposito di Luigi Righi:

A parte che in effetti tanti morti a cui siamo 'abituati' non ci inducono lo stesso panico del Coronavirus (ad esempio, in Italia ogni settimana 1 bambino sotto i 4 anni muore soffocato da cibo o altro , solo perché quasi nessuno sa praticare la semplicissima manovra di Heimlich)... a parte questo, dicevo, qualche volta ho l’impressione che per diminuire il numero dei contagiati bisognerebbe fare come forse fanno in qualche altra nazione, e cioè non cercarli… Come anche i decessi, che forse ci sono dai giorni precedenti, scambiati però per ‘normali’ decessi da influenza (centinaia l’anno in Italia, migliaia in Europa). Anche perché, sebbene l’Italia avrebbe dovuto mettere in osservazione gli studenti tornati dalla Cina ed anche i cinesi tornati dal loro Capodanno dopo la chiusura dei voli (non era razzismo o ‘fascioleghismo’), è anche vero che in fondo l’Italia ha bloccato i voli dalla Cina, mentre le altre nazioni no.

A meno che loro non abbiano pochissimi voli, mi sembra poco probabile che le persone col virus siano sbarcate quasi tutte qui (o arrivate qui con voli indiretti), mentre i primi casi ci sono stati in Germania e Francia. O sono molto più efficienti di noi, o…il contrario. Il tempo darà la risposta. Forse.

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Gli risponde scherzosamente Andrea Villa:

Comunque io la soluzione ce l'avrei. Restituiamo Criseide a suo padre e vedrete che Apollo cesserà di colpirci coi suoi dardi.

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Invece Never75 ha un'altra idea:

Qualcuno di voi è di Roma? Potreste dirci se avvistate un angelo che rinfodera la spada? Magari taggatelo pure. Grazie.

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Anche William Riker dice la sua, ma in modo più serio:

Ricordo di aver letto su "Scientific American" un articolo che parlava di pandemie. In esso si diceva che l'ultima grande epidemia di peste in Europa risale al 1720, e uccise 120.000 persone a Marsiglia e nel sud della Francia. Dopo di allora si registrarono solo sporadiche epidemie locali che coinvolsero una sola città, come quella di Messina nel 1743, ma non più pandemie come quelle che avevano colpito il continente nei secoli precedenti, dalla peste di Marc'Aurelio a quella di Giustiniano, dalla Peste Nera del 1347 fino a quella di manzoniana memoria. Perchè? Come ha accertato il ricercatore Arnaldo D'Amico, il merito va ascritto all'esodo di una specie di ratto, il ratto grigio (Rattus norvegicus) che nel 1720 abbandonò l'India, sua terra d'origine, a causa di un terremoto che generò un'esplosione demografica di quei roditori, cibatisi delle vittime del sisma. Da lì essi emigrarono attraverso la Russia in Europa, dove soppiantarono il preesistente ratto nero (Rattus rattus). Infatti i ratti grigi trovarono l'ambiente ideale per proliferare nel nascente sistema fognario, dato che prediligono gli ambienti umidi, a differenza dei ratti neri che prediligono quelli secchi, come tetti e granai. Ancora oggi il ratto grigio è la specie di maggior successo nel mondo dopo l'uomo, avendo colonizzato ogni ambiente tranne l'Antartide. Ora, ogni specie di ratto è infestato da una particolare specie di pulce, ma le pulci del ratto nero, quando il loro ospite muore di peste, tendono a passare volentieri all'uomo, mentre le pulci del ratto grigio, alla morte del loro ospite, infestano solo altri ratti. Fu così che le terribili pandemie di peste ebbero fine nel vecchio continente. Pensate se quel terremoto nella lontana India non avesse avuto luogo, se il ratto grigio restasse confinato laggiù, se i ratti neri continuassero ad imperversare in Europa, e in essa la peste fosse un flagello tuttora, dato che non ne è mai stato messo a punto un vaccino efficace per la somministrazione di massa... Una pandemia del genere avrebbe potuto capovolgere l'esito delle guerre napoleoniche o della Grande Guerra! A onor del vero, gli ultimi casi di peste in Europa furono registrati nel 1944 a Taranto, per colpa di una nave alleata giunta in porto con un morto a bordo. Forse, in uno scenario del genere, oggi saremmo paradossalmente più preparati ad affrontare il Covid-19...

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C'è pure il "fanta-articolo" di "Repubblica" scritto nel febbraio 2020 da Lord Wilmore (attenzione! è solo una fake news ucronica!):

Questa sera, sabato 22 febbraio 2020 alle ore 20.22, il portavoce dell'Isis Hamza al-Quraishi ha annunciato su un social network in lingua araba, noto per ospitare i farneticanti proclami dello Stato Islamico, che è « merito » dei suoi guerriglieri se nelle ultime ore in Italia si è registrato un incredibile picco di contagi da Covid-19. A portare il virus nel Belpaese sarebbe stato non uno dei tanti immigrati giunti sulle coste della Sicilia su barconi di fortuna, bensì un « martire » in giacca e cravatta, autocontagiatosi volontariamente dopo un viaggio in Corea del Sud, giunto all'aeroporto di Milano Malpensa due settimane fa.

L'aggiornamento ora per ora

Coronavirus, il Governatore della Regione Lombardia: "Le dichiarazioni dell'Isis dimostrano che Salvini ha ragione." Zingaretti: "Per favore, basta sciacallaggio. In Italia ce n'è già fin troppo."

Il "caso Lodi": perchè attaccare lì, e non a Milano?

Il Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato che le affermazioni di Hamza al-Quraishi sono ancora tutte da verificare, tuttavia fonti dell'Istituto Superiore della Sanità fanno sapere che tali affermazioni spiegherebbero come mai in Italia c'è un "paziente uno" ma non un "paziente zero": colui che era sospettato di aver diffuso il virus di ritorno dalla Cina è risultato infatti negativo alle analisi. Invece l'uomo di 38 anni di Codogno che versa ancora in gravi condizioni in ospedale sarebbe stato avvicinato in qualche modo dal novello "untore" in salsa fondamentalista, insieme a molti altri cittadini della Bassa Lodigiana, e da lui contagiato. Resta da spiegare perchè il presunto terrorista avrebbe scelto di agire in provincia di Lodi e non in una megalopoli come Milano o Roma. Questo argomento è stato utilizzato dal Ministro della Salute Roberto Speranza per definire "prive di qualunque fondamento" le rivendicazioni dell'Isis, che dopo aver agito in grandi centri come Barcellona, Berlino e Nizza, non si capisce perchè dovrebbe aver preso di mira proprio i poveri cittadini lodigiani.

La parola ai politici

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato a caldo che il Ministro Speranza ha ragione, e che il portavoce dell'Isis "ha la stessa credibilità di Zecaria Sitchin". Sul Forum del Movimento 5 Stelle tuttavia, dove Sitchin e colleghi godono di grande popolarità, molti sembrano inclini a credere alla teoria del complotto. La tesi del complotto è stata sposata in blocco dal Centrodestra, che ne ha approfittato per attaccare il governo chiedendo le dimissioni di Conte perchè "le sue politiche di sconsiderata apertura all'immigrazione clandestina hanno permesso all'Isis di attaccare il sacro suolo della Patria nel modo più subdolo e infame", dimenticando che "l'untore" sarebbe arrivato via aereo e non via barcone. Renzi si è unito al Centrodestra per attaccare il premier Conte, chiedendo discontinuità, e sostenendo che il Governo vuole sfruttare le dichiarazioni del Daesh per mettere in ombra agli occhi degli Italiani la sfiducia al Ministro Bonafede. Zingaretti ha dichiarato altresì: "Trofo fergognofo che la finiftra italiana riefca a difiderfi perfino di fronte ad un dramma come un attacco da parte dello Ftato Iflamico". Pare invece che il Presidente Emerito Giorgio Napolitano sia stato udito affermare: "Ppe fortuna me ne song 'iuto a casa prima 'e tutto chist' casino!"

Davvero il focolaio del Nord è stato causato dall'Isis? Partecipa al sondaggio di Repubblica

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Questo a proposito è il breve testo trasmessoci da Carlazzurro:

« Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più. Ma la primavera non sapeva nulla. E i fiori continuavano a sbocciare e il sole splendeva, tornavano le rondini e il cielo si colorava di rosa e di blu. La mattina s’impastava il pane e s’infornavano i ciambelloni. Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse. Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a Internet e nel pomeriggio immancabilmente l’appuntamento a tresette. Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa. Dopo poco chiusero tutto anche gli uffici. L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali, e la gente si ammalava. Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire. Era l’11 marzo tutti furono messi in quarantena obbligatoria: i nonni, le famiglie e anche i giovani. Allora la paura diventò reale e le giornate sembravano tutte uguali. Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire. Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme, di scrivere lasciando libera l’immaginazione di leggere volando con la fantasia. Ci fu chi imparò una nuova lingua, chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi. Chi capì di amare davvero separato dalla vita. Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza. Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti. Chi diventò medico per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno. Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri. L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi e l’economia andare a picco. Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti. E poi arrivò il giorno della liberazione. Eravamo alla TV e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita e che il virus aveva perso e che gli italiani tutti insieme avevano vinto. E allora uscimmo per strada con le lacrime agli occhi, senza mascherine e guanti abbracciando il nostro vicino come fosse nostro fratello e fu allora che arrivò l’estate. Perché la primavera non lo sapeva e aveva continuato a esserci nonostante tutto, nonostante il virus, nonostante la paura, nonostante la morte, perché la primavera non lo sapeva e insegnò a tutti la forza della vita. »

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Generalissimus a questo punto domanda:

A proposito... e se la SARS avesse avuto la stessa diffusione del Coronavirus?

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Alessio Mammarella gli risponde:

La SARS comparve tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003.

La prima cosa che mi viene da pensare era che avrebbe colto una Europa ancora "felix" nella quale i difetti dell'euro non si erano palesati e anzi c'era entusiasmo per l'esperimento di una costituzione. All'epoca l'Italia era guidata da Berlusconi, la cui figura tuttavia non era ancora screditata e compromessa come lo sarebbe stata in seguito. C'era anzi, in quel particolare momento storico, una convergenza tra Italia, Gran Bretagna e Spagna, cementata dalla fedeltà all'Alleanza Atlantica sulla questione irachena (mentre Francia e Germania avevano "tradito" schierandosi con Russia e Cina). Quando ci sarebbe stato da discutere in sede europea su come affrontare al meglio l'emergenza dell'epidemia, l'Italia si sarebbe trovata in una posizione negoziale certamente migliore rispetto a dopo il 2009 (il terremoto in Italia centrale, arrivato dopo la crisi finanziaria americana è quello che davvero ci ha tagliato le gambe... dopo il terremoto sono arrivati gli avvoltoi).

In ogni caso se l'epidemia fosse stata dura, ciò avrebbe potuto compromettere la rielezione di George W. Bush, e dunque sarebbe probabilmente diventato Presidente John Kerry. Kerry avrebbe favorito forse un definitivo disimpegno dall'Iraq (campagna già compromessa, immagino, dal diffondersi dell'epidemia).

Guardando quindi agli anni successivi, potremmo immaginare che le elezioni politiche italiane del 2006 siano vinte nuovamente dal centrodestra. Non sappiamo se, con l'epidemia già vissuta, ci sarebbe ugualmente stata la crisi Lehman Brothers, ma forse no perché ci si sarebbe trovati in un periodo di ricostruzione economica anche se poi, certo, sarebbe arrivato il terremoto.

Negli USA credo che Kerry avrebbe potuto confermarsi anche nel 2008, battendo John McCain.

Nel 2011, probabilmente, sarebbe stato il centrosinistra a rivincere le elezioni italiane, nella nuova forma del PD. Credo che sarebbe stato decisivo il tema dell'energia, visto che il centrodestra si era fatto promotore di un ritorno al nucleare. L'incidente di Fukushima sarebbe stato decisivo nel determinare una svolta politica. Difficile dire chi avrebbe guidato il PD, immaginando una legislatura 2006-2011 passata all'opposizione (equilibri troppo complessi e delicati).

Nelle presidenziali USA del 2012 ci sarebbe stato il "duello" tra H.Clinton e B.Obama. Non ho ragioni per dubitare un esito delle primarie diverso rispetto a ciò che è accaduto nella storia reale, quindi Obama presidente (dall'altra parte avrebbe trovato il repubblicano Romney, non abbastanza carismatico da impensierirlo.

Per quanto riguarda l'Italia, nel corso della legislatura 2011-2016 si sarebbe consumata la "rottamazione" ossia l'ascesa della nuova generazione guidata da Renzi e Calenda (rivali, ma comunque concordi nel togliere spazio alla "vecchia guardia". Renzi sarebbe diventato Presidente nel Consiglio nel 2016, dopo elezioni caratterizzate da uno spostamento del PD verso il centro, alla conquista degli elettori moderati, mentre nel centrodestra l'emergere di Salvini ha spostato la coalizione su programmi e toni comunicati populisti. Il Movimento 5 Stelle probabilmente si sarebbe formato ma non sarebbe mai andato oltre un 10-12% dei voti.

Nel 2016 ci sarebbero state anche le nuove presidenziali USA, nelle quali Obama si sarebbe confermato battendo un candidato repubblicano inaspettato: il milionario Donald Trump. Ad oggi Obama sarebbe in scadenza di mandato, e per la sua successione si andrebbero a sfidare Joe Biden e un candidato repubblicano sulla cui identità potremmo sbizzarrirci (e che, dopo ben 16 anni di presidenti democratici, dovrebbe avere serie chances di vincere).

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Federico Sangalli però obietta:

Non sono del tutto sicuro di questa ricostruzione. Negli USA Kerry avrebbe potuto vincere sì nel 2004 ma avrebbe poi perso nel 2008 a causa degli scandali del suo ora Vicepresidente John Edwards (tradire la moglie mentre questa è malata di cancro, negare tutto ed essere poi sbugiardato in diretta dal test di paternità è abbastanza pesante come cosa). McCain Presidente è popolare e probabilmente rivince le elezioni nel 2012 contro Hillary Clinton (Obama fu grandemente spinto dal movimento anti-Guerra in Iraq, mentre Hillary, avendo votato a favore nel 2003, fu ed è vista come parte dell'ala più bellicista), che abbiamo visto alla prova dei fatti essere una candidata debole, sopratutto visto che la Recessione del 2008 qui non c'è stata perché la bolla è scoppiata prematuramente a causa della SARS. McCain lancia quindi una massiccia campagna in Medio Oriente dopo la Primavera Araba, in Iraq e in Siria sopratutto, e questo sì che genera una reazione anti-guerra: Obama vince le elezioni nel 2016 contro il Vicepresidente Tim Pawlenty (era il candidato più probabile nel 2008, poi Obama vinse le primarie e McCain optò per Sarah Palin in modo da dare un tocco di diversità al ticket). Oggi Obama è favorito per la rielezione contro una platea di candidati che comprendono Marco Rubio (favorito), Teddy Cruz, Larry Hogan, Tom Cotton e Sarah Palin.

In Italia è vero che l'economia sarebbe stata messa meglio ma questo avrebbe probabilmente significato meno aiuti (se stai meglio usi i tuoi soldi non chiedi soldi ad altri, risponderanno gli olandesi). Inoltre la presenza inglese garantirà un solido blocco contrario a qualunque riforma strutturale. Berlusconi era più rispettato, perché aveva a carico "soltanto" la metà dei processi che ha adesso e non era ancora stato beccato con delle minorenni, m, viste le sue sensibili e toccanti prese di posizione sia durante la crisi economica ("I ristoranti sono pieni") sia durante il Terremoto de L'Aquila (le celeberrime case, offerte da lui, a sua spese,... sappiamo come è andata a finire) ho l'impressione che perderà la faccia anche prima. Il centrosinistra vincerà le elezioni nel 2006 ma con una maggioranza più solida e l'uscita di Mastella (ed eventualmente di Bertinotti) non pregiudicherà l'esistenza del governo. Nel 2011 Prodi si ritirerà e con un centrodestra ancora mazziato Veltroni lo sostituirà a Palazzo Chigi. Che Veltroni dura o meno e venga sostituito da Franceschini (allora sua vice) o da Bersani (allora uomo della sinistra interna) il centrosinistra governa fino al 2016. A questo punto il centrodestra ritorna ma Berlusconi si è ridotto a fare da padre nobile, lasciando il posto a qualcuna altro (Fini? Alfano? il rottamatore berlusconiano Alessandro Cattaneo?). I 5 Stelle sarebbero nati ugualmente ma non conteranno su quegli elettori del PD delusi dagli accordi con Berlusconi, quindi saranno una forza minore. La Lega ancora bossiana non intercetterà l'afflusso di voti in emorragia dal PDL, che invece potrebbero andare a Fini.

Per quanto riguarda il Covid-19 invece mi sento di rispondere come Mao con la Rivoluzione Francese: "è ancora troppo presto per giudicare". Alcune cose sono immediatamente individuabili (Johnson rimane Primo Ministro, negli USA l'argomento principale delle elezioni rimane l'economia, in Francia continuano le contestazioni contro Macron, in Italia Renzi continua a bombardare il suo governo, in Germania i Verdi si apprestano a superare una CDU in piene primarie, in Israele non nasce il quarto Governo Netanyau, in Grecia continua il braccio di ferro sui migranti con Erdogan, in Giappone Abe celebra le sue Olimpiadi, in India continuano i pogrom contro i musulmani) ma molte altre rimangono troppo incerte per poterne dare una lettura così a caldo (provocherà il disfacimento dell'Unione Europea? Cambierà le elezioni americane? Causerà un inedito golpe sanitario in Brasile? La Cina subirà un grave crollò o sfrutterà la sua ripresa in concomitanza con l'esplosione dei focolai statunitensi per riprendersi?)

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E Bhrg'hros fa notare:

Mi permetto di aggiungere che il vero nome del cosiddetto Coronavirus sarebbe Corōnouīrus; questo termine infatti è stato coniato da una Virologa ovviamente espertissima della propria professione, ma insufficientemente scolarizzata – e non c’è proprio niente di male – per cui ha messo insieme le parole “Corona” (solare) e ”virus” facendone un composto come se fossero parole inglesi ereditarie, senza nessuna regola di aggiustamento. Ora, la regola in questione è molto semplice e nota e viene sempre applicata: le parole greche che finiscono per -a la sostituiscono con -o- quando entrano in composti. Per esempio: storia → storiografia (non †storiagrafia); icona → iconografia (non †iconagrafia); ora → orològio (non †oralògio) e così via (non si dice †pornagrafia o †tecnacrazia). Dunque corona → coronouirus (la <V> minuscola si scrive <u>).

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Generalissimus ha aggiunto:

Non ci crederete, ma qualcuno ha realizzato tre locandine di finti film degli anni '60 che hanno tutti e tre lo stesso titolo, ovvero La Variante Omicron. Tra l'altro tutte e tre le locandine sembrano far capire che il coronavirus ha origine extraterrestre. Altra cosa che hanno in comune i film, a giudicare dai cast, è l'origine inglese.

Inutile dire che i complottisti ci sono cascati con tutte le scarpe, e le stanno diffondendo ovunque per affermare di come tutto questo sia un complotto che era stato già previsto decenni fa...

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Lord Wilmore al proposito ha commentato:

Non ti pare strano, che nessuno abbia tirato in ballo questa teoria del complotto, e cioè che il Coronavirus sia stato portato sulla Terra da una capsula cinese rientrata dallo spazio, in base alla nota ipotesi della panspermia?

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E Generalissimus gli ha risposto:

Perché quella è una teoria del complotto legata all'Influenza Spagnola. Quella pandemia fu così feroce e distruttiva proprio perché il patogeno che la scatenò non aveva nulla a che fare col nostro mondo.

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Lord Wilmore ci ha scherzato su:

Ah, capisco. Se fosse scoppiata quattro anni dopo, suppongo che avrebbero sostenuto che il virus era saltato fuori dalla tomba di Tutankhamon, come conseguenza della Maledizione del Faraone...

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E Generalissimus gli ha tenuto dietro:

Sì, e se fosse scoppiata al posto della "peste di Camus" probabilmente la colpa sarebbe stata dei progetti degli scienziati Nazisti impegnati nella ricerca di armi batteriologiche (così come la SARS all'epoca fu attribuita ad un virus ideato dall'Unità 731 e rimasto latente fin dalla Seconda Guerra Sino-Giapponese).

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Al che Lord Wilmore ha aggiunto:

Mi sa che se questi complottisti facessero gli sceneggiatori di Hollywood, guadagnerebbero soldi a badilate...

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Questo è ciò che ci ha inviato come commento l'amico Liutprand:

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Questo invece è il parere di Luigi Righi:

Il problema di queste paradossali prese in giro, è che poi molti complottisti ci credono, diffondendo messaggi paranoici che vengono spesso presi per veri dai loro ‘pari’, generando ancora più paranoia, irrazionale ed assurda ma, proprio per questo, non gestibile dalla logica.

Nel mio piccolo, su Facebook, volevo scrivere una frase tipo: « Attenzione! I vaccini contengono Monossido di Diidrogeno, ma non ne parla nessuno. » Poi ho desistito perché temevo che alcuni avrebbero preso con allarmismo e magari diffuso questa informazione senza rendersi conto che li prendevo in giro; ho allora scritto, più pacatamente: “Cosa fareste se vi dicessero che i vaccini contengono Monossido di Diidrogeno?”

Viste però le risposte di qualcuno, che si è lasciato andare a filippiche complottiste ed allarmate su Big Pharma ed i segreti degli studiosi e dei Governi collusi, ecc., ho subito aggiunto alla frase del mio post: « Non lasciatevi confondere da paroloni o titoli allarmistici o fuorvianti: il Monossido di Diidrogeno è quella che normalmente chiamiamo ‘acqua’. »

Sicuramente meno di ‘effetto’, perché a molti ‘piace’ sentirsi più ‘furbi’ degli altri (gratificando così la loro scarsa conoscenza reale) visto che ‘scoprono le bugie’ di TUTTA la comunità scientifica internazionale e di TUTTI i Governi mondiali.

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E Generalissimus ha concluso:

Ideare nuove teorie del complotto volutamente strampalate fino all'esagerazione può essere un modo per sbeffeggiare i complottisti vari, ma c'è il rischio che queste teorie del complotto inventate vengano prese per vere dagli stessi complottisti, che le fanno proprie e le diffondono. Basta chiedere ai ragazzi che hanno inventato la teoria del complotti che afferma che gli uccelli non sono veri.

Infatti, per "combattere la follia con la follia", un 19enne americano ha inventato questa teoria del complotto che afferma che il governo sta conducendo delle massicce campagne di sterminio contro tutti i volatili per sostituirli con droni sofisticatissimi identici a veri pennuti per poter spiare i cittadini 24 ore su 24. Indovinate chi sono i primi che hanno pensato che questa teoria fosse vera? E come fate a sapere che sono stati i seguaci di QAnon?

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Tommaso Mazzoni però vuole fare l'irriducibile ottimista ad ogni costo:

Io sono sicuro che, in caso di guerra nucleare o di superpandemia o di altra tragedia, Qualcuno interverrebbe da Lassù per salvarci. Dopo dieci anni di collaborazione dovreste aver capito come la penso sui finali, no? Certo che il mio è il meno realistico, ma che ve posso di, a me piacciono così...

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Al che William ha messo in chiaro:

Anche a me piacerebbe che Tristano e Isotta la Bionda alla fine si sposassero, ma così addio alla tragica storia d'amore più famosa di tutti i tempi.

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E Never75 gli ha tenuto dietro:

Oppure che Ettore ricacci gli Achei da Troia e Astianatte regni su una Troia più prospera che mai, che Romeo riceva in tempo la missiva di frate Lorenzo e che possa invecchiare serenamente a fianco di Giulietta in una Verona pacificata, che André e Lady Oscar sopravvivano alla Rivoluzione Francese e convolino a giuste nozze allietate da tanti bebé, che Quasimodo salvi Esmeralda in tempo, che Rossana si accorga per tempo dell'amore di Cyrano, che la fucilazione di Mario Cavaradossi sia davvero simulata e che lui e Floria Tosca possano vivere felici nel Regno d'Italia Napoleonico, ecc. ecc.

Però, mi domando: ameremmo comunque queste opere se avessero il lieto fine?

A mio avviso no. La loro bellezza (e immortalità) è soprattutto perché NON finiscono bene, non ti aspetti un finale così tragico e, anche per questo, ti colpiscono ancora di più. Eh, i Latini la sapevano lunga: « Quis Hectora novisset, si felix Troia fuisset? »

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Infine, per chiudere degnamente questa pagina un po' apocalittica, aNoNimo ci ha inviato questo testo, tratto dalle "Operette Morali" di Giacomo Leopardi e scritto nel marzo 1824:

Dialogo di un folletto e di uno gnomo

FOLLETTO: Oh sei tu qua, figliuolo di Sabazio? Dove si va?

GNOMO: Mio padre m'ha spedito a raccapezzare che diamine si vadano macchinando questi furfanti degli uomini; perché ne sta con gran sospetto, a causa che da un pezzo in qua non ci danno briga, e in tutto il suo regno non se ne vede uno. Dubita che non gli apparecchino qualche gran cosa contro, se però non fosse tornato in uso il vendere e comperare a pecore, non a oro e argento; o se i popoli civili non si contentassero di polizzine per moneta come hanno fatto più volte, o di paternostri di vetro, come fanno i barbari; o se pure non fossero state ravvalorate le leggi di Licurgo, che gli pare il meno credibile.

FOLLETTO: Voi gli aspettate invan: son tutti morti, diceva la chiusa di una tragedia dove morivano tutti i personaggi.

GNOMO: Che vuoi tu inferire?

FOLLETTO: Voglio inferire che gli uomini son tutti morti, e la razza è perduta.

GNOMO: Oh cotesto è caso da gazzette. Ma pure fin qui non s'è veduto che ne ragionino.

FOLLETTO: Sciocco, non pensi che, morti gli uomini, non si stampano più gazzette?

GNOMO: Tu dici il vero. Or come faremo a sapere le nuove del mondo?

FOLLETTO: Che nuove? che il sole si è levato o coricato, che fa caldo o freddo, che qua o là è piovuto o nevicato o ha tirato vento? Perché, mancati gli uomini, la fortuna si ha cavato via la benda, e messosi gli occhiali e appiccato la ruota a un arpione, se ne sta colle braccia in croce a sedere, guardando le cose del mondo senza più mettervi le mani; non si trova più regni né imperi che vadano gonfiando e scoppiando come le bolle, perché sono tutti sfumati; non si fanno guerre, e tutti gli anni si assomigliano l'uno all'altro come uovo a uovo.

GNOMO: Né anche si potrà sapere a quanti siamo del mese, perché non si stamperanno più lunari.

FOLLETTO: Non sarà gran male, che la luna per questo non fallirà la strada.

GNOMO: E i giorni della settimana non avranno più nome.

FOLLETTO: Che, hai paura che se tu non li chiami per nome, che non vengano? o forse ti pensi, poiché sono passati, di farli tornare indietro se tu li chiami?

GNOMO: E non si potrà tenere il conto degli anni.

FOLLETTO: Così ci spacceremo per giovani anche dopo il tempo, e non misurando l'età passata, ce ne daremo meno affanno, e quando saremo vecchissimi non istaremo aspettando la morte di giorno in giorno.

GNOMO: Ma come sono andati a mancare quei monelli?

FOLLETTO: Parte guerreggiando tra loro, parte navigando, parte mangiandosi l'un l'altro, parte ammazzandosi non pochi di propria mano, parte infracidando nell'ozio, parte stillandosi il cervello sui libri, parte gozzovigliando, e disordinando in mille cose; in fine studiando tutte le vie di far contro la propria natura e di capitar male.

GNOMO: A ogni modo, io non mi so dare ad intendere che tutta una specie di animali si possa perdere di pianta, come tu dici.

FOLLETTO: Tu che sei maestro in geologia, dovresti sapere che il caso non è nuovo, e che varie qualità di bestie si trovarono anticamente che oggi non si trovano, salvo pochi ossami impietriti. E certo che quelle povere creature non adoperarono niuno di tanti artifizi che, come io ti diceva, hanno usato gli uomini per andare in perdizione.

GNOMO: Sia come tu dici. Ben avrei caro che uno o due di quella ciurmaglia risuscitassero, e sapere quello che penserebbero vedendo che le altre cose, benché sia dileguato il genere umano, ancora durano e procedono come prima, dove essi credevano che tutto il mondo fosse fatto e mantenuto per loro soli.

FOLLETTO: E non volevano intendere che egli è fatto e mantenuto per li folletti.

GNOMO: Tu folleggi veramente, se parli sul sodo.

FOLLETTO: Perché? io parlo bene sul sodo.

GNOMO: Eh, buffoncello, va via. Chi non sa che il mondo è fatto per gli gnomi?

FOLLETTO: Per gli gnomi, che stanno sempre sotterra? Oh questa è la più bella che si possa udire. Che fanno agli gnomi il sole, la luna, il mare, le campagne?

GNOMO: Che fanno ai folletti le cave d'oro e d'argento, e tutto il corpo della terra fuor che la prima pelle?

FOLLETTO: Ben bene, o che facciano o che non facciano, lasciamo stare questa contesa, che io tengo per fermo che anche le lucertole e i moscherini si credano che tutto il mondo sia fatto a posta per uso della loro specie. E però ciascuno si rimanga col suo parere, che niuno glielo caverebbe di capo: e per parte mia ti dico solamente questo, che se non fossi nato folletto, io mi dispererei.

GNOMO: Lo stesso accadrebbe a me se non fossi nato gnomo. Ora io saprei volentieri quel che direbbero gli uomini della loro presunzione, per la quale, tra l'altre cose che facevano a questo e a quello, s'inabissavano le mille braccia sotterra e ci rapivano per forza la roba nostra, dicendo che ella si apparteneva al genere umano, e che la natura gliel'aveva nascosta e sepolta laggiù per modo di burla, volendo provare se la troverebbero e la potrebbero cavar fuori.

FOLLETTO: Che maraviglia? quando non solamente si persuadevano che le cose del mondo non avessero altro uffizio che di stare al servigio loro, ma facevano conto che tutte insieme, allato al genere umano, fossero una bagatella. E però le loro proprie vicende le chiamavano rivoluzioni del mondo e le storie delle loro genti, storie del mondo, benché si potevano numerare, anche dentro ai termini nella terra, forse tante altre specie, non dico di creature, ma solamente di animali, quanti capi d'uomini vivi: i quali animali, che erano fatti espressamente per coloro uso, non si accorgevano però mai che il mondo si rivoltasse.

GNOMO: Anche le zanzare e le pulci erano fatte per benefizio degli uomini?

FOLLETTO: Sì erano; cioè per esercitarli nella pazienza come essi dicevano.

GNOMO: In verità che mancava loro occasione di esercitar la pazienza, se non erano le pulci.

FOLLETTO: Ma i porci, secondo Crisippo, erano pezzi di carne apparecchiati dalla natura a posta per le cucine e le dispense degli uomini, e, acciocché non imputridissero, conditi colle anime in vece di sale.

GNOMO: Io credo in contrario che se Crisippo avesse avuto nel cervello un poco di sale in vece dell'anima, non avrebbe immaginato uno sproposito simile.

FOLLETTO: E anche quest'altra è piacevole; che infinite specie di animali non sono state mai viste né conosciute dagli uomini loro padroni; o perché elle vivono in luoghi dove coloro non misero mai piede, o per essere tanto minute che essi in qualsivoglia modo non le arrivavano a scoprire. E di moltissime altre specie non se ne accorsero prima degli ultimi tempi. Il simile si può dire circa al genere delle piante, e a mille altri. Parimenti di tratto in tratto, per via de' loro cannocchiali, si avvedevano di qualche stella o pianeta, che insino allora, per migliaia e migliaia d'anni, non avevano mai saputo che fosse al mondo; e subito lo scrivevano tra le loro masserizie: perché s'immaginavano che le stelle e i pianeti fossero, come dire, moccoli da lanterna piantati lassù nell'alto a uso di far lume alle signorie loro, che la notte avevano gran faccende.

GNOMO: Sicché, in tempo di state, quando vedevano cadere di quelle fiammoline che certe notti vengono giù per l'aria avranno detto che qualche spirito andava smoccolando le stelle per servizio degli uomini.

FOLLETTO: Ma ora che ei sono tutti spariti, la terra non sente che le manchi nulla, e i fiumi non sono stanchi di correre, e il mare, ancorché non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi.

GNOMO: E le stelle e i pianeti non mancano di nascere e di tramontare, e non hanno preso le gramaglie.

FOLLETTO: E il sole non s'ha intonacato il viso di ruggine; come fece, secondo Virgilio, per la morte di Cesare: della quale io credo ch'ei si pigliasse tanto affanno quanto ne pigliò la statua di Pompeo.

Giacomo Leopardi

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Sarebbe bello conoscere il parere degli altri amici ucronisti a proposito di queste ucronie. Per farcelo avere, scriveteci a questo indirizzo.


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