Ucronie « eretiche »


Ecco varie Ucronie riguardanti versioni eterodosse della nostra religione, proposte dall'amico Never75.

PREMESSA: In molte delle seguenti ucronie vengono trattati anche argomenti religiosi. A molti parranno idee eretiche. Intendo assicurare costoro che io non ho assolutamente intenzione di offendere la religione e le idee di nessuno. Mi diverto soltanto ad immaginare come le principali religioni si sarebbero sviluppate se alcuni avvenimenti sarebbero andati in modo diverso.

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1) Dopo la battaglia di Azio, Ottaviano (detto poi Augusto) decide di non graziare Erode (l’infanticida dei Vangeli) che, anzi, viene condotto prigioniero a Roma dove deve sfilare come prigioniero per essersi alleato con Marco Antonio e Cleopatra. In seguito Erode viene strangolato nel carcere Mamertino (come accadeva ai prigionieri politici) e la Giudea diviene immediatamente Provincia Romana affidata al legato di Siria. Qualunque siano stati gli effettivi crimini di Re Erode, bisogna riconoscergli almeno un pregio: riuscì in qualche modo a destreggiarsi abilmente tra le diverse fazioni politiche di quel tempo accontentandole un po’ tutte. Cercò di far “digerire” l’occupazione romana agli Ebrei più osservanti ingigantendo il Tempio di Gerusalemme (più grande di quello di Salomone) e infine seppe così tanto accattivarsi le simpatie di Augusto da permettere a se stesso ed ad alcuni suoi discendenti di governare come re quasi indipendenti su larga parte della Palestina. Se Erode non ci fosse stato, invece? Sicuramente il conflitto tra Ebrei e Romani sarebbe scoppiato prima. La Grande Guerra Giudaica sarebbe stata anticipata di almeno 20 anni e Gesù avrebbe cominciato la sua predicazione all’ombra di un Tempio distrutto e il suo insegnamento (alle orecchie dei suoi ascoltatori) avrebbe ancora di più assunto riferimenti politici. Sicuramente sarebbe stato processato e condannato ugualmente da Pilato in direttissima come sedizioso (il processo religioso al Sinedrio non ci sarebbe nemmeno stato). Probabilmente qualche testa calda, tra cui anche molti cristiani-ebrei , con il proposito di vendicarlo, avrebbe cominciato una nuova lotta armata contro il potere Romano (in fondo anche Gesù aveva tra i suoi primi apostoli almeno uno zelota). Simili tentativi sarebbero stati domati del sangue e Gerusalemme sarebbe diventata una città pagana (ad esempio chiamandosi “Claudia Capitolina”). In tal modo i cristiani sarebbero stati costretti a fuggire immediatamente dalla Palestina e si sarebbe spezzato fin quasi da subito il legame con l’ ebraismo. Per sopravvivere cioè il Cristianesimo avrebbe dovuto camuffarsi meglio tra i culti leciti degli dei Romani e si sarebbe persa l’unicità teologica cristiana derivata dall’Ebraismo. Il Cristianesimo si sarebbe svincolato quindi dalla matrice biblica e teologica ebraica (un po’ come avrebbe voluto fare Marcione) e sarebbe somigliato ancora di più ad una religione misterica. Col tempo i Romani avrebbero tollerato anche il culto cristiano e lo avrebbero assimilato , e forse anche Gesù-Dio sarebbe stato il Dio più invocato a Roma o nelle città di provincia: ma sarebbe stato un “Dio” primus inter pares . In poche parole anche Gesù (come Mitra, Iside, Cibele ecc.) si sarebbe aggiunto al Pantheon Olimpico Romano e sarebbe stato uno degli Dèi più importanti e pregati: ma solo questo ed in un mondo che rimane e rimarrà pagano e politesista.

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2) Morti alternative di Cristo (a scanso di equivoci, queste ipotesi non hanno lo scopo di dissacrare la religione cristiana, ma solo quella di offrire innocenti spunti letterari!)

2a) Gesù condannato a fare il gladiatore.
C'è il rischio che li converta tutti! Magari scioperano davanti all'Imperatore! Altro che Spartaco!

2b) Gesù condannato al rogo.
Qui obiettivamente sarebbe tecnicamente un po' più difficile la resurrezione... (però Lord Wilmore sostiene invece che la Risurrezione sarebbe PIÙ facile in questo caso. La risurrezione non ha bisogno di un corpo esistente da rianimare come per Lazzaro, il Corpo Glorioso è fatto di luce, ed infatti attraversa le mura e le porte del Cenacolo, insensibile alle leggi della Fisica. E poi nessun Caifa potrebbe dire che qualcuno ha trafugato il Corpo di Cristo se esso è stato bruciato, eppure i discepoli lo rivedono vivo e vegeto).
Ad ogni modo, il simbolo cristiano potrebbe diventare la pira funebre ed il fuoco. Oppure la Fenice prenderà il posto del pesce o dell'agnello. Solo che la Fenice non esiste in realtà: cosa mangeremo a Pasqua?

2c) Gesù decapitato.
Un po' macabro, ma non molto dissimile dalla realtà.
Magari San Tommaso non toccherà la piaga sul costato, ma quella sul collo.
Il simbolo dei cristiani sarebbe una scure o una spada. 
Beh, in questo caso, potrei anche giustificare chi la vorrebbe togliere dalle aule dei tribunali! Coi tempi che corrono, poi!

2d) Gesù spellato vivo come San Bartolomeo.
In questo caso la "pelle" staccata di Cristo (si presuppone infatti che il corpo che risorgerà sarà l'altro) diventerà una reliquia importantissima, infinitamente superiore a quella della Sindone (oltretutto è in 3D già al naturale!)
Dove verrà custodita? Anch'essa finirà a Torino?
In questi casi sarà più difficile criticarne l'autenticità, non trovate?

2e) damnatio ad bestias.
simile a quella dei gladiatori. Anche qui gli animali si dimostrano, come altre volte, più intelligenti dei loro padroni e non osano neanche ad avvicinarsi a Gesù come del resto in HL pare sia capitato, secondo i martirologi, a numerosi cristiani condannati alla stessa pena. Magari qualche leone si mette pure a parlare (come la mula di Balaam). Per cui i Romani devono optare per qualche altra morte alternativa.

2f) Lapidazione, trafittura con frecce, flagellazione a morte.
Interessanti anche queste opzioni. Nei fatti non molto diverse dalla realtà.

Una conseguenza collaterale ma importantissima riguarderebbe la Storia dell'Arte. Non avremo più numerose varianti di crocifissione, ma in compenso gli artisti sfogheranno il loro talento in altri generi di morte.
Forse un rogo, una decapitazione o una lapidazione non saranno il massimo.
In compenso però la "damnatio ad bestias" o i ludii gladiatori potrebbero offrire interessantissimi spunti iconografici.
Immagino arene gremite di folla urlante, animali inferociti e Gesù in mezzo, tranquillo e rassegnato mentre i due "ladroni" se la fanno addosso dalla paura!
Nel caso di trafittura di frecce avremo il corpo di Cristo che prenderà il posto di quello di San Sebastiano nella HL. Nel caso della "spellatura" invece Cristo sostituirà San Bartolomeo, e sarà un ottimo pretesto per gli artisti rinascimentali e barocchi per comunicarci la loro ottima conoscenza dell'anatomia umana

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3) Tra il 235 e il 270 d.C. l’Impero Romano attraversa una fase di crisi (periodo dei cosiddetti 30 Tiranni) ed alcune province si rendono indipendenti (Spagna, parte delle Gallie e Britannia ad Ovest e ad Est il “Regno” di Zenobia). Fortunatamente viene eletto imperatore Aureliano (forse uno dei più grandi imperatori Romani in assoluto) che, sconfiggendo i germani che già ne attraversavano i confini e riappropriandosi delle Province perdute, garantisce all’Impero la sopravvivenza per altri due secoli. Ma se Aureliano non fosse stato eletto? Si possono avanzare numerose ipotesi:

3a) Con l’indipendenza riconosciuta de facto alle Province Ribelli (Zenobia e Gallie), le legioni si ritirano e pensano a difendere il resto dell’Impero che regge abbastanza bene alle invasioni del Nord (in effetti ciò avvenne realmente anche se quasi 200 anni dopo, quando era comunque troppo tardi). Di conseguenza esisterà un mini-Impero Romano limitato ad Italia, parte della Germania (comprendente anche le odierne Austria e Svizzera), Istria e Penisola balcanica, il quale potrà durare anche oltre il 473 d.C.
Per quanto riguarda invece le Gallie, l’Hispania e l’Inghilterra, ben presto si trasformano in 3 regni indipendenti facile preda dei Barbari di turno che me varcano ben presto i confini.
Invece il Regno di Zenobia ad Est si espande ulteriormente verso l’Arabia e l’Asia Minore ed adotterà ben presto il Cristianesimo come religione di Stato (i Cristiani erano la maggioranza e non avrebbe avuto molto senso perseguitarli)

3b) L’Impero Romano non regge e si sfascia al primo tentativo d’invasione. Il Barbaro di turno penetra in Roma e depone l’ultimo Imperatore fantoccio: comincia il Medioevo con due secoli d’anticipo.

In entrambe le ipotesi (è facile capirlo) la storia del Cristianesimo cambia di colpo. Ad Impero diviso e non ancora religio licita, il Cristianesimo fatica ad avanzare nelle campagne (specie nelle Provincie ex occidentali). Infatti mentre ad Est nel regno di Palmira la maggioranza della popolazione (o quasi) è cristiana e può quindi diventare benissimo col tempo religione di stato, ad Ovest i cristiani sono un’ esigua minoranza. In particolare in Britannia ed in Gallia (province di più recente romanizzazione) , il Cristianesimo si trova così suo malgrado a convivere con altri culti sia quelli Romani, quanto quelli pre-Romani e Nordici (portati dalle future invasioni).
Il papa non può avere tutto quel potere che in pratica ebbe nella nostra TL e si deve accontentare di essere un “primus inter pares” con gli altri vescovi (in primis il patriarca di Alessandria: Costantinopoli non verrebbe forse nemmeno mai fondata).
Inoltre sarebbe anche più difficile convocare i Concili Ecumenici (specie i primi quattro), e non è del tutto inimmaginabile che si sviluppino nell’Ex Impero Romano due o più varianti di Cristianesimo. (Ad esempio l’arianesimo potrebbe benissimo imporsi come “versione ortodossa” di cristianesimo e l’attuale cattolicesimo Romano sarebbe una esigua minoranza)

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4) Papa Innocenzo III nel 1210 si rifiuta di ricevere San Francesco (non fa il famoso quanto leggendario “sogno” ritratto da Giotto) e condanna Francesco ed i suoi seguaci come eretici accostandoli ai Valdesi ed agli altri movimenti pauperistici. Francesco, umilmente, accetta la decisione del papa e, consumata la punizione, scioglie la compagnia. Ma non tutti gli danno retta (i simpatizzanti di Francesco sono già migliaia diffusi in tutta Italia e oltre) e non accettano le decisioni del papa. Viene pertanto bandita contro di loro una crociata (simile a quella contro i catari) ma la maggior parte di loro si salva e fugge (chi in Sicilia, alla corte del tollerante Federico II, chi nelle montagne del Nord Italia ed in Svizzera). Qui in particolar modo molti di loro conoscono i Valdesi e si uniscono con loro aumentandone sensibilmente il numero. Pur vivendo nella semiclandestinità, i simpatizzanti di Francesco crescono ulteriormente di numero e danno non pochi grattacapi ai Savoia ed agli inquisitori papali. Col passare dei secoli arriva la Riforma Protestante e i valdesi/francescani vi aderiscono in toto. Il calvinismo ha quindi modo di attraversare le Alpi (contando sui valdesi/francescani che agiranno da quinta colonna) e sotto il regno di Filippo II si ribelleranno al sovrano iberico (analogamente agli Olandesi nella nostra TL) aiutati dalle altre potenze europee protestanti (Inghilterra e ugonotti francesi).

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5) Dopo la spedizione crociata del 1204 che termina con la conquista ed il saccheggio di Costantinopoli, gli Stati Europei si dividono quel che resta dell’Impero Bizantino. Venezia la fa da padrona ed è quella che ci guadagna più di tutti in fatto di privilegi e territori. A questo punto al Maggior Consiglio c’è anche chi avanza  la proposta di stabilire a Bisanzio la nuova “capitale” dell’Impero Veneziano (alla fine Venezia è pur sempre un ex ducato bizantino ed i rapporti, pur burrascosi, tra la serenissima ed il suo ex Impero non son mai venuti meno). Ma il doge ed il Consiglio dei Dieci non accettano la proposta. Ma se la proposta venisse davvero accettata? Sicuramente Venezia sposterebbe verso il Mediterraneo gran parte della sua flotta e trascurerebbe alquanto lo scenario italiano. Non ci sarebbero nuove conquiste sulla terraferma ma in compenso Venezia consoliderebbe la sua posizione sui mari e riuscirebbe a costruire un nuovo Impero Bizantino sulle basi del precedente. Potrebbe addirittura giungere a proclamare autocefala la Chiesa di Venezia per accattivarsi le simpatie dei Greci Ortodossi (alla fine Venezia è sempre stata “cinica” in fatto di religione, vedi il caso dell’interdetto e di Paolo Sarpi). La Serenissima rimarrebbe la dominatrice del Mediterraneo e la sua stessa sopravvivenza (anche dopo un eventuale invasione dalla terraferma come quella napoleonica) sarebbe garantita proprio dall’esistenza del suo cospicuo impero coloniale marittimo.

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6) Il Giansenismo sugli scudi. Il Giansenismo, sia pure condannato da diversi papi in molte encicliche, non sparì mai del tutto nella Chiesa Cattolica. Anzi, è possibile ravvisarne tracce anche oggi in alcuni movimenti.
Poniamo un POD ancora più drastico: per motivi loro, i re francesi non hanno interesse a bandire il giansenismo dai loro territori, come fecero invece cogli ugonotti. Anzi, Port Royal, lungi dall’essere distrutta nel 1709, continua a diventare un centro culturale giansenista di tutto rispetto.
Ben presto il giansenismo si caratterizza come una religione a sé, chiude definitivamente i rapporti con Roma, diventando a tutti gli effetti una nuova eresia alla pari del Protestantesimo.
Paradossalmente, i giansenisti che in tema di Grazia erano molto vicini ai calvinisti e che sostennero sempre il primato del Concilio e dei vescovi sul Papa, al giorno d’oggi potrebbero fungere da ponte tra Cattolicesimo e Protestantesimo.

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7) Il Giuseppinismo. Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, pur essendo cattolico (come tutta la sua famiglia, del resto) ebbe sempre rapporti molto burrascosi coi papi, per via del suo continuo interferire negli affari ecclesiastici.
Ad esempio emanò il Toleranzpatent (editto di tolleranza), nel quale erano previsti l'abolizione delle persecuzioni religiose, della tortura e della condanna alla pena capitale. Poi, nel 1783, garantì a tutte le confessioni (compresi ebrei, protestanti e ortodossi) il libero esercizio del loro culto e i diritti civili. D'altra parte, l'editto prevedeva anche lunghe e puntigliose prescrizioni concernenti le preghiere, i sermoni, gli addobbi dell'altare e perfino la lunghezza delle candele, tanto che venne soprannominato “l’imperatore sacrestano”!
Continuò poi con la soppressione di conventi e di molti ordini religiosi, specie quelli che non avevano attività d'insegnamento o di assistenza ospedaliera, come i cappuccini, i camaldolesi, i certosini, le clarisse, le carmelitane. Ad esempio dei 915 monasteri presenti in Austria, Boemia, Moravia e Galizia, ne furono chiusi 388 mettendo a pensione gli ex religiosi.
Va inoltre evidenziata la particolare tolleranza che l’imperatore ebbe anche con massoni e giansenisti. Sappiamo bene tutti, infatti, che il musicista preferito dalla corte viennese era il massone Mozart e che l’Università di Pavia fu tra i principali centri europei dove venivano diffuse le teorie di Giansenio e dei suoi successori. Oltretutto, sia massoni che giansenisti approvarono sempre in toto le riforme di Giuseppe.
Per cercare di arginare il sovrano, papa Pio VI preferì la via diplomatica. Nel 1782 si recò lui stesso a Vienna; l’imperatore lo accolse con tutti gli onori, ma la missione si risolse in un nulla di fatto.
L’imperatore non tornò sulle sue decisioni, ma neppure il papa lo condannò ufficialmente.
E se invece il Pontefice lo avesse fatto, minacciandolo di scomunica?
Le ipotesi sono due: o l’imperatore (sulla falsariga di Enrico VIII) si proclama lui stesso capo della sua Chiesa contando sull’apporto dei vescovi tedeschi e in questo caso avremo l’ennesimo scisma del Cattolicesimo, molto probabilmente perdurante ancora oggi.
In questo caso, però, non sono neppure da sottovalutare le reazioni che gli altri Stati del SRI (specie, ovviamente, i Principati ecclesiastici) potrebbero avere nei confronti dell’Imperatore. Potrebbe generarsi una seconda Guerra dei Trent’anni i cui strascichi si farebbero sentire ancora nel secolo successivo.
Oppure, nella seconda ipotesi, Giuseppe II ritorna sui suoi passi e, a sua volta, va a Roma come supplice per farsi togliere la scomunica.
In questo caso il papato riacquisterà, sia pur brevemente, un ruolo di spicco nella politica europea, anche solo a livello di immagine. L’imperatore si trasformerà nel più fedele suddito del papa e questo sarà importantissimo negli avvenimenti successivi, visto che la Rivoluzione Francese è ormai alle porte.

Never75

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Vi è poi l'idea di Lord Wilmore:

Angelo Poliziano e Giovanni Pico della Mirandola, due dei massimi intellettuali al servizio di Lorenzo il Magnifico, morirono entrambi misteriosamente a poche settimane di distanza, rispettivamente il 24 settembre e il 17 novembre 1494, il primo a 40 e il secondo a 31 anni. Silvano Vincenti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali, ha rispolverato questo "cold case" rinascimentale e ha presentato uno studio secondo il quale entrambi gli umanisti sarebbero stati avvelenati con l'arsenico da Cristoforo da Casalmaggiore, segretario di Pico, e il mandante dell'assassinio sarebbe Piero de' Medici, figlio e successore di Lorenzo (ma c'è chi chiama in causa anche Papa Alessandro VI). Il movente? Il sostegno dato dai due scrittori alle riforme di Gerolamo Savonarola.

Ma se il piano per eliminarli fallisce, e i due campano fino a tarda età? Quali capolavori ci regaleranno? In particolare Pico riuscirà ad organizzare il Congresso Filosofico Universale per la cui apertura aveva composto il " De Hominis Dignitate"? Ce la farà a conciliare aristotelismo, platonismo e cristianesimo? Dato che conosceva perfettamente l'arabo, Pico farà meglio conoscere la cultura islamica in Europa? E con quali influssi sul Rinascimento? Riuscirà a far mettere fuorilegge l'astrologia, della quale egli era uno strenuo oppositore? Il suo pensiero contribuirà a una più facile accettazione della teoria copernicana?

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Gli risponde MorteBianca:

Al congresso Filosofico Universale sono rappresentate quattro filosofie:

Quello che doveva essere un concilio fra filosofi finisce per coinvolgere tutte le grandi menti filosofiche, letterarie e religiose del tempo, dapprima da tutta Italia, poi da tutto il mondo: vi presenzia persino il Papa e poi tutti i capi di stato, ognuno tira l'altro.

Il congresso, durato un mese intero, permette la pubblicazione di tre trattati:

a) "De Deo", il trattato religioso che conferma la religione cattolica romana come rappresentante di Cristo in terra e in cui le posizioni pauperistiche sorte negli ultimi secoli vengono viste come non eresie ma esempi da seguire come "umiltà".

b) "De Philosophia" nel quale si crea una filosofia eclettica che pone in cima a tutto un Dio giudaico-cristiano, dal quale per "Emanazione" derivano le idee platoniche immanenti dell'Iperuranio, le quali poi, tramite l'Anima Mundi (lo Spirito Santo) e il Logos (Gesù) vengono portare nel Mondo (ritenuto un essere vivente e che segue una cosmologia mista, di natura eliocentrica ma che mantiene la visione dei quattro elementi in cerchi concentrici) e si manifestano tramite forme nella materia, attraverso le categorie.

c) "De Politica", nel quale infine si giunge all'affermazione che uno solo è il sovrano che deve dominare su "Terra e acqua", quello dell'Impero Romano, il cui "erede" è l'Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, tuttavia, seguendo l'esempio del De Monarchia dantesco, viene comunque evidenziato il ruolo poi dei singoli stati nazionali (Francia, Italia) e dei singoli comuni, che dovrebbero organizzarsi in maniera quasi utopistica.
Il congresso inoltre si chiude negando ogni validità dei concetti di astrologia, ma gli studi sulle stelle vengono mantenuti da un punto di vista fisico-astronomico, mentre i "segni zodiacali" diventano il primo spunto per la Psicologia, che inizia a dividere le persone, appunto, in "Topi" che rimandano alle personalità descritte dai segni zodiacali.

Nasce a Firenze (avrà una succursale poi a Roma, e poi in ogni grande città) l'Accademia delle Lettere e delle Arti, delle Scienze e della Legge, un istituto universitario completo che raccoglie gli intellettuali dell'intero mondo. Questo concilio, inoltre, avvia una prima forma di ecumenismo fra cattolici e ortodossi, ma anche fra cristiani, ebrei e musulmani.

L'Accademia avrà in futuro grandi rettori, fra cui Giordano Bruno, che diventerà Vescovo, Galileo Galilei, e il ruolo sarà "dominato" dagli italiani per moltissimo tempo, fino al Settecento, quando subentreranno i francesi (Voltaire, Rousseau) e poi i tedeschi (Kant, Fichte, Shelling, Hegel, Kierkegaard) ed infine gli anglosassoni (il naturalizzato Einstein, Hawking, Weinberg, Seldon Cooper).

Famosa è inoltre la Biblioteca, che raccoglie tutti i volumi di tutte le "Arti" mai compilate dall'uomo, e le traduce in tutte le lingue.

Per lungo tempo l'Accademia farà risalire le sue fondazioni (dell'Arte letteraria) ad Omero, dopo le scoperte della cultura indoeuropea però si passerà ai grandi scritti induisti.

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Cediamo la parola a Dario Carcano:

Fun fact: Costantino I il Vincitore si fece seppellire a Costantinopoli, nella Chiesa dei Santi Apostoli, in mezzo alle reliquie dei dodici apostoli. Non assieme a loro, ma in mezzo a loro; e uno che si fa seppellire in mezzo agli apostoli, come vede sé stesso?
Come il quattordicesimo apostolo (il tredicesimo era ovviamente San Paolo), o come il successore di Gesù in Terra?

Costanzo II non muore di febbre a 44 anni nel 361, e reprime la rivolta del cugino Giuliano, che viene giustiziato.
Quindi Costanzo porta avanti la sua politica di promozione dell'eresia ariana, e nel concilio ecumenico di Costantinopoli del 371 le dottrine di Ario sono riconosciute come ortodossia, e viene invece rigettato il credo stabilito nel concilio di Nicea del 325.
Costanzo II muore poco dopo, e lascia sul trono il figlio Costantino III, ancora minorenne. Anche quando diventa maggiorenne, l'imperatore si dimostra disinteressato al governo dell'impero, delegando questi compiti a vari generali e burocrati, che di fatto diventano dei co-imperatori assieme a Costantino III finché, attorno al 390, la situazione non viene formalizzata: Costantino III mantenne per sé il titolo di Augusto, e nominò due co-imperatori a lui subordinati a cui diede il titolo di Cesare; Flavio Teodosio per l'Oriente, e Flavio Rufino per l'Occidente. Ma il vero potere era detenuto dai Cesari, Costantino III era una figura esclusivamente cerimoniale.
Questo stato di cose continua anche sotto il regno del figlio di Costantino III, Costante II. Anche sotto di lui il vero potere fu esercitato da due Cesari, con l'Augusto come figura esclusivamente cerimoniale.

Le cose cambiano sotto il regno di Costanzo III, nipote di Costante II, ma comunque discendente diretto di Costantino I. Costanzo decise infatti di fare un passo oltre.
Costanzo III emanò un editto per cui, siccome era discendente dell'imperatore-santo Costantino I, egli era 'Vicario di Cristo in Terra' e automaticamente Santo solo per essere discendente di Costantino. Il fatto che l'arianesimo avesse finito per imporsi come dottrina cristologica tornò utile: l'arianesimo "abbassa" la figura di Gesù, sostenendo che avesse una natura esclusivamente umana, e che fosse stato creato e non generato, e non della stessa sostanza del Padre. Questo ovviamente permette all'Imperatore di innalzarsi, e arrivare a porsi a un livello quasi pari a Gesù.
Costanzo III emanò anche altri editti nella stessa direzione: solo l'Augusto poteva insediare o deporre i vescovi, fu riaffermata la precedenza dell'Augusto rispetto ai Cesari, fu stabilito che anche l'Augusto poteva emettere una scomunica, che solo l'Augusto poteva convocare un concilio ecumenico. In sostanza, Costanzo III stabilì che lui e i suoi discendenti sarebbero stati perpetuamente a capo della Chiesa.
La cosa fu generalmente vista come l'ufficializzazione di una situazione già in atto: Costantino I non aveva forse ordinato e presieduto il concilio di Nicea? Costanzo II non aveva fatto lo stesso col concilio di Costantinopoli? I loro discendenti non avevano forse continuato a deporre i vescovi ostili all'ortodossia ariana?

E le cose andarono avanti in questa direzione, con l'Augusto capo spirituale dell'Impero e capo della Chiesa, che nominava due o più Cesari che governavano l'Impero e guidavano gli eserciti. Anche nei periodi di "anarchia", in cui vari capi militari si facevano guerra per ottenere il titolo di Cesare, l'Augusto restava un punto di riferimento e aggregazione. Ogni tanto un Cesare particolarmente forte estrometteva i colleghi, e instaurava una dinastia parallela a quella dell'Augusto, ma questa dinastia non veniva mai messa in discussione.
E ancora oggi, dopo quasi due millenni, i Santi Augusti sono ancora lì, a Costantinopoli, a guidare l'Impero secondo l'esempio del loro grande antenato, l'Imperatore-Santo Costantino I.

Nota: l'idea era arrivare ad una situazione simile alla diarchia Tennō-Shōgun che ha caratterizzato la storia giapponese, o alla diarchia Re-Maggiordomo della Gallia merovingia, ossia un sovrano cerimoniale visto come una figura più religiosa che politica, e sotto di lui il vero detentore del potere politico e militare.
A questo, ho deciso di unire le aspirazioni cesaropapiste di Costantino I, proiettandole sulla sua discendenza. Ma secondo me, se la casata di Costantino non si fosse estinta, nell'Impero Romano si sarebbe davvero sviluppata una situazione del genere.
(Fa molto Warhammer 40K, lo so...),

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Tuttavia Perchè No? obietta:

Se l'idea è quella di arrivare a una situazione alla giapponese si deve sacralizzare ancora di più la dinastia imperiale, forse con una sacralità simile a quella dei re di Francia. La dinastia dei Tenno beneficiava di tre fattori:

- legittimità della dinastia basata sul legame di sangue con gli déi, essere simile agli apostoli forse non basterebbe.
- successione esclusivamente patrilineare, ciò ha permesso i regni femminili ma le donne non potevano trasmettere il trono, dunque niente usurpazione attraverso il matrimonio.
- L'esistenza alla corte di ranghi civili e/o militari (non ecclesiastici) di grande potere, capaci di attribuirsi il diritto di nomina in nome dell'imperatore, marginalizzato in un ruolo puramente religioso (Udaijin e Saidaijin, i ministri di destra e sinistra, Daijo-daijin, il cancelliere imperiale e infine kampaku, il reggente). La figura dell'imperatore dovrebbe essere totalmente demilitarizzata (paradossale, visto l'origine del termine!) e non avere forze militari in proprio ma solo influenza economica, sociale, morale e legami matrimoniali con le principali casate della corte, anch'esse insediate nelle loro cariche ereditarie).

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Passiamo adesso alla nuova idea di MorteBianca:

La Chiesa Cattolica Indoeuropea

(dedicata a Bhrihskwobhloukstroy)

La famiglia di popoli Indoeuropea aveva un humus culturale, linguistico, sociale e religioso comune, con un grande pantheon politeistico comune che avrebbe poi ispirato tutte le varie religioni. Sono infatti praticamente identici sia le origini dei nomi degli dei sia le loro caratteristiche e i ruoli. La cosiddetta cultura Kurgan, composta da numerose tribù con una cultura comune, basate sull'attività di cacciatori-raccoglitori, tendenzialmente nomadi, una serie enorme di piccoli ma forti gruppi, bene armati e dotati di beni di lusso. Nel corso delle loro migrazioni e scorribande spesso altre tribù (locali) si univano a loro per ottenere potenza e prestigio, e venivano integrati nella società tramite politiche matrimoniali. Si trattava di tribù tendenziamente ostili, militariste e patriarcali che si imposero sulle tendenzialmente pacifiche, matriarcali e stanziali-agricole della vecchia Europa. Benché fossero militaristi il loro dominio era culturale e nasceva dall'integrazione delle popolazioni dei nuovi territori. L'integrazione e l'assimilazione culturale era molto più pacifica e richiedeva molte generazioni, anche se la cultura generalmente matriarcale (e la religione dedicata alla Madre Dea) finì comunque per terminare. Al vertice della tribù c'era un Re Sacro che aveva anche il ruolo di alto prete. La società era divisa in Guerrieri, con un codice di comportamento, riti di iniziazione e che si associavano ad animali come orsi o lupi (ciò ha influenzato il concetto di lupo mannaro o di berserk), Sciamani e Lavoratori. Ogni tribù costituiva una comunità, comandata dal Re, e la tribù era divisa in varie famiglie allargate o Clan, comandate da un Patriarca fedele al Re. Conoscevano l'oro e l'argento, la ruota e consideravano il bestiame come la cosa più preziosa (che misurava la ricchezza di un uomo), evidenziando come la pastorizia fosse centrale nella loro economia. La loro cultura da guerrieri implicava la trasmissione di poesie o canzoni eroiche. Gli storici sono ancora oggi basiti di fronte al fatto che questo eterogeneo gruppo di tribù possa essersi unito politicamente in una sola entità, la teoria più accreditata è quella del Grande Padre, originariamente sviluppata da Freud per spiegare lo sviluppo del Super Io e della morale con un linguaggio mitologico. Secondo questa teoria un grande conquistatore, il patriarca e Re più potente fra tutti unificò tutte le tribù della cultura Kurgan. Si fece proclamare Re dei Re e figlio del Dio. Impose a tutte le varie divinità delle tribù di essere sottomesse a quella della sua tribù, dando il primissimo accenno di enoteismo e ponendo una divinità sopra le altre, il Deus Pater. Dominava con brutalità le altre tribù, sposò le eredi di tutte le tribù conquistate (Uno dei primi Harem della storia) ed ebbe figli con ognuna di loro, dominando sui figli stessi con brutalità e ponendo loro a capo delle varie tribù come suoi discendenti. Diede una prima unificazione quindi amministrativa, avviò le politiche matrimoniali sostituendo sempre di più l'eterogenea identità delle Tribù con una identità macroscopica che le comprendeva tutte, l'Orda. Aveva il controllo di tutte le donne (si ritiene che sposasse anche le proprie figlie) impedendo ai figli e agli altri capi tribù di sposarle, minacciando la castrazione come punizione. Questo brutale dominio diede una prima "Legge" a queste tribù prima così divise. Alla fine i figli del Re si ribellarono al padre, lo evirarono (togliendogli di fatto il "dominio") e lo uccisero, mangiandone poi le carni per assumere la sua forza. Dopo aver fatto questo presero le vecchie mogli dell'harem come proprie (comprese le proprie madri) ed iniziarono a vivere come Padri a loro volta. Tuttavia iniziarono ad agire proprio come il loro padre, e temettero di subire lo stesso destino. Per questo motivo divinizzarono il padre. Da un lato continuarono ad imporre il proprio dominio sui figli di sangue e di spada (i vassalli e i sottoposti), dall'altro il loro Padre divenne l'incarnazione del concetto del dio padre: severo, austero, punitivo, che impone una legge e un comportamento a tutti, fra cui il rispetto per gli altri membri, per le regole e per l'autorità (culminante nel padre, nel patriarca, nel Re e nell'eventuale Re dei Re). Le punizioni che il padre eseguiva sui figli ora divennero metafisiche: il dio punisce i figli che si comportano male. Ed essendo un dio superiore a tutti gli altri va onorato in modo speciale. In questo modo il loro padre divenne l'incarnazione dell'autorità, della legge e della morale, e in ogni futuro bambino fu impiantato il concetto di rispetto per l'autorità paterna e tribale. L'idea dell'evirazione divina e della lotta dei figli contro il padre per il comando del "mondo" si ritrova infatti in tutte le mitologie (così come la lotta titanica, la rivolta luciferina), anche l'idea del consumare le carni del padre avranno importantissimi sviluppi. Non si sa come la carica di Re dei Re sia tornata in gioco, c'è chi pensa che il primogenito (o il più forte dei figli, o magari l'ultimo sfuggito alle grinfie del padre e cresciuto fuori per poi tornare e dirigere la rivolta) abbia imposto il proprio dominio sui fratelli come Primus Inter Pares in virtù dell'autorità che faceva derivare dal padre, e con un'ottima politica matrimoniale. In ogni caso è opinione comune che dopo il primo Re dei Re l'Orda fosse troppo omologata per tornare a frammentarsi, e probabilmente è seguita una Dinastia (spesso decisa col sangue) di Re dei Re che lentamente ha cementificato il proprio ruolo e unito l'Orda. Con l'avanzare delle generazioni l'Orda iniziò a migrare ed espandersi, conquistando nuovi territori in tutta l'Europa, la Mezzaluna Fertile, l'Asia centrale e l'India. Ogni tribù reclamò come suo un enorme territorio, ed iniziò l'assimilazione culturale che procedette per frammentazione (ossia ogni tribù, per controllare dei territori così vasti, si divideva e si smistava i vari terreni). Il controllo su questo gigantesco Impero Indoeuropeo era molto decentralizzato, tutta l'ordinaria amministrazione andava alle tribù che regolavano il proprio Regno, e i vari Re stringevano relazioni fra di loro. Se non fosse stato per il concetto stesso di Re dei Re gli Indoeuropei avrebbero finito per frammentarsi in una moltitudine di popolazioni senza alcuna correlazione che non fosse l'antica parentela linguistica. Invece così venne organizzata una sorta di Confederazione Tribale, che riuscì a mantenere i territori grazie alla lentissima conquista (effettuata, come al solito, per immigrazione ed integrazione con le culture locali). Ogni tribù prese il controllo di una zona e ne nacque così un popolo: i popoli del Mare ad esempio si spartirono il Mediterraneo (Sicani, Achei, gli antenati degli Etruschi ecc). Un gigantesco impero dal Portogallo al Tibet, dalla penisola Scandinava al Nord Africa. L'ecumene Indoeuropea non fu facile da tenere sotto controllo e unita (di fatto ogni capo tribù era Re), tuttavia venne mantenuta una religiosità, una cultura, una proto-lingua comune. Le comunicazioni ovviamente erano quasi impossibili da un capo all'altro dell'Impero, l'unica cosa a tenere uniti i vari popoli (entità ormai superiore alle tribù) era la religione. La religiosità comune, la ritualità comune che spinse i vari capi a riunirsi, almeno una volta nella loro vita, nell'antica capitale dell'Impero dove un tempo questo era centrato, Polikurga. Qui i vari capi tribù si riunivano, discutevano principalmente di religiosità (l'unica cosa a legare un patriarca Indiano ad uno Acheo), facevano riti propiziatori con sacrifici umani, stringevano contratti matrimoniali, alleanze e commerciavano le rare spezie che non potevano trovare nei propri regni. Questo fu il secondo fattore che permise alla capitale nomade Polikurga (che ogni Re spostava sempre più a Sud) di rimanere un centro collante: oltre al fattore religioso anche quello economico, dato che tutti i mercanti di tutte le tribù venivano qui ad esibire le proprie merci e trovare luoghi interessanti dove commerciare. Ovviamente l'amministrazione rimaneva del tutto locale, la vita di tutti i giorni di questi popoli così primitivi era limitata al loro microcosmo, ma lo stesso non si poteva dire dei commercianti, degli sciamani (che andavano istruiti da un anziano che viveva con il Capo tribù superiore, il quale a sua volta riferiva ad uno superiore, e tutto alla fine riconduceva alla capitale) ed occasionalmente dei capi tribù.

L'impero riuscì a mantenersi "quasi vivo", pur essendo ormai diventato poco più che un'unione di popoli (il Re dei Re aveva ben poca rilevanza, nessuno era interessato al titolo che però veniva tramandato e ricordato con caratteristiche divine) che si sforzavano di continuare a commerciare l'uno con il proprio vicino, tenere la stessa lingua, riunirsi alla capitale per motivi commerciali e per i riti propiziatori. La religiosità si mantenne però regolare come livello di profondità e riflessione, fino a quando nella valle dell'Indo non si sviluppò la Tradizione Vedica (in continuità con quella Indoeuropea), che approfondì moltissimo i ruoli, le caratteristiche e le gerarchie delle divinità, gli Avatar, le reincarnazioni, i vari Paradisi, i mondi e la cosmologia. La loro teologia divenne tremendamente ricca e complessa, così come la loro cultura. Diversi secoli dopo si sviluppò in maniera quasi parallela una scuola interpretativa alternativa del Pantheon Indoeuropeo, ossia lo Zoroastrismo dove la componente dualista e monoteista era molto più forte.

Il ceppo Santem dunque dimostrava una cultura religiosa decisamente più forte, i sacerdoti Vedici e Zoroastriani dibattevano durante i propri incontri. Lo Zoroastrismo si impose sulle altre religioni Iraniche e in tutto l'Impero Persiano che nacque, diventando la Religione Ecumenica Persiana che includeva tutti gli altri dei ma sottomessi e ridimensionati all'unico Dio (e il suo oppositore), così come i Veda avevano unificato il pantheon Indiano. In India, poi, si sviluppò una nuova categoria fra le Scuole Advaitiche Induiste, ossia quella del Buddhismo, che in breve tempo si impose nel panorama Induista, lo unificò con una gerarchia ecclesiastica, un Canone (quello Pali), una figura centrale (che si evolverà nel Dalai Lama) e diverse modifiche teologiche, fra le quali l'importanza del Nirvana, del Karma, della Sofferenza e la Meditazione. In Persia l'Imperatore ha come religione ufficiale lo Zoroastrismo, in India c'è il Buddhismo, e ad occidente ci sono le varie popolazioni con le loro divinità sempre più diversificate. Dalla Macedonia, però, il conquistatore Alessandro Magno conquista la Grecia, l'Impero Persiano (comprendente Persia e Impero Assiro, e quindi Mezzaluna Fertile ed Egitto) arrivando anche in India, unificando per la prima volta quasi tutto l'Ex Impero Indoeuropeo sotto il suo stendardo. La dinastia degli Alessandri durò poco, ma abbastanza da dare una maggiore centralizzazione, una koine greca che unisse culturalmente, religiosamente ed economicamente tutti questi popoli e che rimettesse in contatto le religioni poco prima sviluppatesi. Con il crollo di questo impero e la divisione fra i generali (Diadochi), da cui nacquero delle dinastie di cultura ibrica greco-locale. In particolare quella di Asoka mandò numerose missioni Buddhiste nel vicino oriente ellenistico, ormai un ponte tutto unito e di libero scambio di idee religiose. Nell'ambito della religione unica questo avvicinò molto di più l'Ecumene Persiana, il Buddhismo e la religione greca. Tutto questo clima di scambio culturale e religioso produsse numerose scuole di pensiero ascetiche in ambito persiano, fra cui il Mandeismo. Intanto, in Palestina, era nata una religione monoteistica. Come tutte le altre conservava ricordi e tracce del vecchio pantheon nella forma locale (il racconto era sempre uguale, con piccolissime divergenze fra Genesi, Teogonia, Veda et similia), solo che in questa lo scontro fra il Dio principale e gli Angeli (a cui non veniva attribuito lo stato di divinità) era decisamente più marcato, tanto da giustificare l'effettivo monoteismo del popolo che la praticava, gli ebrei. In Grecia si sviluppò il pensiero Socratico, quello Platonico e quello Aristotelico, tutti riuniti nell'Accademia e nella sintesi finale di Plotino. L'ebraismo ellenistico, nell'influenza generale data da questi scambi, subì l'influsso neo-platonico a sua volta. Nell'ebraismo c'erano continui conflitti fra la componente greco-romana (di influenza prima Ellenistica e poi lealista all'Impero Romano, neoplatonica) e quella Iranica. Il grandissimo proliferare di ambienti gnostici (derivati dal Neo-platonismo) misti ad ebraismo messianico vengono tutti quanti assorbiti dalla predicazione di Giovanni Battista (compresi i Mandei), che diventa quindi uno dei più grandi capi delle scuole gnostiche in generale.

Nel frattempo, nell'Impero Romano, tutte le religioni delle popolazioni indoeuropee residue, dato che l'Impero Romano unificò completamente tutti i popoli dall'Egitto alla penisola scandinava. Il culto imperiale romano arrivò a comprendere tutte le maggiori religione ed includerle in un pantheon di ispirazione greca. Tuttavia erano sempre più forti le influenze neo-platoniche (derivate dalla Grecia), le influenze monoteiste rigide (dai Parti) e misticheggianti (dall'Egitto). La sintesi finale del Culto Imperiale romano richiedeva la venerazione della figura dell'Imperatore (con apoteosi dopo la morte) e una divinità centrale a tutti i Pantheon, il Dio Sole. L'ecumene persiano venne ancora una volta stravolto con l'avvento del Mitraismo, che si impose come scuola di pensiero ufficiale e influenzò il cristianesimo primitivo, e divenne anche molto popolare presso le legioni romane che avevano conquistato l'ex Impero persiano, fino a venire incluso nel culto imperiale ufficiale. Inizia a questo punto la predicazione di Cristo, che riesce a convincere in primo luogo gli gnostici cristiani e gli esseni di Giovanni Battista, il Messia, ma non riuscì a convincere il Tribunale giudaico che lo condannò a morte. A seguito della sua morte e Resurrezione la predicazione di Pietro (unita al Vangelo ebraico di Matteo) riuscì a convincere il Concilio degli Anziani a riconoscere Gesù come Messia, e gli Ebrei come popolo furono i primi a "convertirsi" alla nuova religione. Insieme agli Zeloti, i Sicari e gli altri nazionalisti (portati dentro da Giuda e altri apostoli). Con il Vangelo di Luca e la predicazione di Giovanni la nuova religione cristiana raggiunse ed inglobò tutti gli ellenisti e i neo-platonici, gli gnostici di tutto l'ex impero persiano e la Grecia, cristianizzando ed imponendosi sul vecchio ecumene persiano (anche se la maggior parte della popolazione rimase fedele al Mitraismo, scuola di pensiero della Religione Imperiale). Infine con la predicazione ebraico-ellenista di Paolo, l'apertura ai Gentili del concilio di Gerusalemme ed infine la cristianizzazione della Religione Imperiale Romana di fatto tutta la religiosità Occidentale (Greco-Romana) e Orientale (Ebraico-Gnostico-Persiana) si Cristianizzò. Della vecchia religione Indoeuropea dunque il Cristianesimo aveva raccolto quasi tutta l'Eredità. La predicazione buddhista in Persia non si fermò, ed ebbe come risultato la nascita del Manicheismo, religione ibrida con elementi Induisti, Buddhisti, Persiani (Zoroastriani e Mitraici), Gnostici e Cristiani che proclamava di essere la Scuola religiosa definitiva, diffondendosi in Persia e in India dove il messaggio cristiano si trovò molto meglio diluito con quello persiano e buddhista. Sant'Agostino da Ippona, utilizzando alcuni elementi Manichei, rese il Cristianesimo e il Manicheismo molto più compatibili fra loro, e realizzò la definitiva sintesi fra Neo-Platonismo e Cristianesimo. Il Buddhismo intanto si diffuse parallelamente in Cina e, come il Cristianesimo in Europa, assorbì gli elementi che incontrò nelle proprie scuole: Confucianesimo (che ne istituì la dottrina etica), religione tibetana, Taoismo (che gli diede un accento molto più dualista) e Shintoismo. La Chiesa Buddhista, la Chiesa Cattolica e la Chiesa Manichea si dividono l'eredità, con l'ultima che proclama di essere la sintesi definitiva fra le due e per questo riscuote molto successo in mezzo ai due mondi. Nel mondo Arabo una delle Chiese Autonome in comunione con Roma di Rito Nestoriano viene stravolta dalla predicazione di Maometto, da cui emerge una nuova Scuola Cristiana separata. Le numerose versioni del Corano non vengono distrutte, prevale la scuola di pensiero più vicina al Cristianesimo. Il Chrislam che ne origina si espande in tutta la penisola araba, il Nord Africa e la Persia. Ora le religioni principali sono quattro: Scuola Buddhista (Che si considera la più antica e originale), Chiesa Cattolica, Manicheismo (Che si considera la sintesi fra Cristianesimo e Buddhismo), Chrislam (che si considera il "Passo successivo"). Gli Arabi riscoprono Aristotele, l'ultimo grande filosofo greco-romano lasciato fuori dalla sintesi cristiana.

Lo diffondono in tutto il Califfato (dove diventa il perno della loro teologia) e poi in Occidente (dove viene integrato da San Tommaso d'Aquino nella teologia cattolica) e in Oriente (dove viene trasmesso dai Manichei in India, influenzando la Scuola Vedantica e il Buddhismo tutto). Le tre Religioni sono molto più simili fra loro. Il Manicheismo si divide in due scuole: una "Occidentale" (di influenza pesantemente islamica) e una "Orientale" che si diffonde in India (presso i Cristiani Indiani, nati con la predicazione di Tommaso) e in tutto l'Impero Cinese, e viene inclusa nel Buddhismo avvicinando ancora di più le tre religioni. Matteo Ricci viene inviato dalla Chiesa Cattolica in Cina dove applica la strategia "Interna" di predicazione: Riti e lingua in cinese, utilizzo di una terminologia teologica cinese, vestiti cinesi, onore (che diventa quasi venerazione) degli Antenati come Santi. Buddhismo, dopo aver accolto al suo interno il Manicheismo e riconoscendo quindi Gesù e Mani come "Buddha d'Occidente" è molto più sensibile a questa predicazione. Nasce così il Buddhismo Cristiano, la religione ufficiale in Cina che subisce un'influenza cristiana sempre maggiore man mano che arrivano nuove missioni. Intanto il Chrislam accoglie nella propria Teologia il pensiero Manicheo, che trova terreno fertile dato che i Musulmani riconoscono i Veda e gli scritti di Zoroastro come ispirati da Dio. L'influenza cristiana (e Buddhista, indirettamente) cresce ancora di più. Inoltre il centro religioso si sposta sempre più verso l'oriente, dall'Arabia Saudita alla Persia. Si badi che il Chrislam è ancora privo di una figura spirituale centrale, conta solo il Concilio Ecumenico dell'Umma che ora è fortemente influenzato dal Manicheismo e da sempre molto vicino al Cristianesimo. La Chiesa Cattolica, il Chrislam e il Buddhismo Cristiano sono più vicini che mai grazie alla mediazione Aristotelica, Manichea e Ricciana. Il terzultimo sforzo ecumenico lo fecero le popolazioni turco-mongole. Queste infatti unificarono il mondo, riottenendo il titolo di Re dei Re Indoeuropeo con Gengis Khan, e poi di nuovo con Tamerlano in Persia. Di discendenze turco-mongoli comuni a questi due condottieri nacque Babur, il fondatore dell'Impero Mughal, che si sforzò di unificare Buddhismo ed Islam in una sola, grande religione. Il suo grandissimo impero, che si estese dalla Persia alla Manciuria e centrato sull'India, invitò teologi da ambo le parti per discutere una sintesi soddisfacente, e nonostante egli fosse magnanimo con le religioni locali e le lasciasse libere di praticare decise comunque di "comandare" un Concilio Ecumenico (così come aveva fatto Ivan il Terribile e prima ancora prima Costantino. La sintesi a cui si giunse fu il Dinilai, o Buddhislam. Il Buddhislam aveva caratteristiche miste ed intermedie fra Islam e Buddhismo, e si impose su entrambi come scuola di pensiero, in particolare su tutto il mondo Chrislamico (dato che Bab era anche Califfo ed Imperatore della Cina). Dopo il crollo della dinastia Mughal di fatto il Buddhislam perse ogni traccia di "Gerarchia" ben definita, diventando un insieme di scuole centralizzate e unite teologicamente ma senza una figura forte che prendesse decisioni di guida. La componente "Islamica" si è "Orientalizzata" e al tempo stesso ha subito l'influsso Ricciano. La corrente Buddhista invece si è centralizzata diventando ufficialmente monoteista. La figura centrale rimaneva comunque il Dalai Lama.

Nel mondo Buddhislamico il Madinismo (o Messianismo Chrislamico) prende sempre più piede fino all'avvento di Bab, che si proclama nuovo Califfo e Mahdi, e al suo successore il Bahà'u'llhah. Il Bahai diventa la nuova teologia ufficiale Buddhislamica, che riconosce appieno il messaggio di Krishna, di Buddha, di Zoroastro, di Mosé, di Giovanni Battista, Gesù, Maometto, i Dodici venuti dopo di lui, il Bab e Bahà'u'llhah e si proclama, al solito, come sintesi finale religiosa. La Chiesa Cattolica, sotto Papa Giovanni Calvino II, aumentò gli sforzi di conciliazione teologica con i Buddhislamici, e al tempo stesso l'evangelizzazione dell'Africa e dell'America. Sempre maggiore predicazione interna, riti accomodanti, autonomie, confermazione dei preti/bonzi dal Papa e concili filosofici per diramare le questioni che dividevano i due riti. Con la predicazione Taiping il Buddhislam, prima centrato sull'India e ora sulla Cina, divenne molto più centralizzato e tutto il mondo Buddhislamico si conformò ai nuovi cambiamenti. In Nord Africa e Persia la presenza di cristiani rese la convivenza fra le due religioni sempre più pacifica e prolifica. Il Cattolicesimo cercò di avvicinare le scuole più occidentali (e più Nestoriane e Manichee) alla fede cattolica per ricomporre la "frattura millenaria" con i propri fratelli dello Scisma d'Oriente, ossia quello con i Musulmani. La Chiesa stessa avendo affrontato la riforma effettuata da papa Germano I (Martin Lutero) era molto più conciliare, decentralizzata e tollerante, ed era estremamente diversificata ed eterogenea al proprio interno, ma sempre in Comunione con Roma e la figura del Papa. Nel frattempo la Rivoluzione comunista impose sul mondo Buddhislamico il controllo statale, tramite l'Associazione Patriottica Buddhislamica Cristiana. Il Dalai Lama originale fuggì in India. Papa Giovanni Paolo II intanto elabora la Dottrina Cattolica della Salvezza tramite varie encicliche e, soprattutto, il Concilio Vaticano II. Con questa serie di dottrina la Chiesa Cattolica definisce in modo chiaro ed inequivocabile la sua idea sulle "altre religioni" (ossia il Buddhislam, praticamente). Secondo questa dottrina anzitutto ogni uomo deve agire secondo coscienza (ossia secondo ciò che sa e ciò che ritiene giusto), e Dio tiene conto di ogni fattore compresa la formazione quando deve considerare ciò come giusto (o giustificabile) o sbagliato. Viene inoltre negato che chi non è nella Chiesa sia condannato all'Inferno. Proponendo invece la teoria dei Nove Cerchi:

1) Fuori dalla Chiesa, senza semi dello Spirito (ove la salvezza è possibile se si agisce tramite coscienza e in modo buono, dato che Dio non può punire chi non lo ha mai conosciuto, o chi lo ha conosciuto in modo sfuggente, in modo corrotto o in modo parziale e tenendo conto dell'humus culturale in cui una persona cresce. Per usare le parole del Papa "Se un ragazzo cresce in Angola non posso stupirmi che, nonostante la Chiesa sia presente, scelta la religione dei suoi genitori, del suo villaggio, del suo popolo in cui è nato e cresciuto"). Su di loro si stende la salvezza data dal Patto con Noè.

2) Fuori dalla Chiesa, con semi dello Spirito (quelle religioni fuori dalla Chiesa dove però profeti, filosofi o leader illuminati hanno detto o affermato cose che sono concordi con una parte o tutto il credo della Chiesa, fra cui la famosa Regola d'Oro di tutte le Religioni. Il Platonismo ad esempio).

3) I popoli del Libro (Tutti i popoli che credono nell'Antico Testamento, e che come tale sono protetti dal Signore in qualche forma e il signore, con loro, e che sono salvi proprio in virtù della parte in comune con la Chiesa Cattolica, e maggiore tale parte è maggiore è la salvezza).

4) Cristiani (Tutti coloro che credono in Cristo e nella Trinità e si ispirano al Vangelo, secondo la Chiesa, godono dell'illuminazione Evangelica. Rientrano qui tutte le Chiese cristiane che rompono momentaneamente la comunione con Roma ma rimangono cristiane).

5) Riconoscimento reciproco (la Chiesa è separata da quella di Roma e il Papa non ne riconosce i sacramenti, tuttavia è in dialogo ecumenico con essa e ne riconosce una sorta di autorità spirituale, la validità degli insegnamenti, ci sono dichiarazioni congiunte valevoli per entrambe, preghiere in comune e una sorta di "Contratto" che stabilisce i punti di discordia, tale contratto misura anche la vicinanza (basata sul numero e l'importanza dei punti di discordia) con la Chiesa Cattolica. All'esaurimento dei punti di discordia si può passare al prossimo cerchio).

6) Intercomunione (La Chiesa Cattolica riconosce i sacramenti dell'altra Chiesa e viceversa, pur essendo le due Chiese non in comunione fra loro si ritengono entrambe valevoli seppur non "giuste" secondo i propri standard.
La Chiesa in questione è totalmente autonoma da Roma, ma ne condivide il credo abbastanza da considerarsi valida tanto quanto Roma nei sacramenti).

7) In Comunione con Roma come Rito Straordinario (La Chiesa in questione è in comunione con Roma, ma a causa di enormi differente liturgiche e di credo su questioni minori gode di larga autonomia e ha la possibilità di considerare lecite numerose cose che la Chiesa dei riti regolari non approverebbe, come ad esempio il matrimonio dei preti).

8) In Comunione con Roma, Chiesa Autonoma (E' in comunione totale e ne condivide il regolamento in quasi tutti i precetti, ma per via di fattori culturali, leggere variazioni di credo e grande autorità del clero locale gli viene affidata grande autonomia. Solitamente fra il Papa e i cardinali locali c'è una figura intermedia nota come Patriarca, che fa le veci del Papa per moltissime cose.

9) In Comunione con Roma e di Rito Regolare, sotto il controllo diretto del Papa. Inoltre, grazie alla Riforma di Trento, la Chiesa ha cambiato sia le sue concezioni riguardo certe questioni (Matrimonio dei preti obbligatorio in tutti i riti, indulgenze, povertà nella Chiesa, autonomie locali) sia il suo modo di amministrarsi. Succede spesso inoltre che la Chiesa Cattolica non sia in comunione con una Chiesa minore, ma questa sia in Comunione con una Chiesa che è in comunione con la Chiesa Cattolica (è il caso del Rito Straordinario Anglicano, che è in Comunione con la Chiesa Evangelica).

In questo eterogeneo, spesso confuso, enorme e aperto puzzle si discute su come ammettere il Buddhislam per una futura riconciliazione, dato che il Buddhislam si considera nel Terzo Cerchio. Il Buddhislam, con il passare dei secoli, è diventato sempre più monoteistico: prima con l'influenza Aristotelica, poi con quella Manichea, poi con la predicazione di Ricci, poi con l'influenza del Dinilai (e la trasformazione in Buddhislam), poi con le numerose missioni cristiane, poi con i Taiping ed infine sotto il dominio dell'Associazione Patriottica Buddhislamica Cristiana il credo ufficiale sanciva il monoteismo. L'Associazione Patriottica Buddhislamica Cristiana ha imposto il controllo statale, l'appoggio all'ideologia comunista (a caratteristiche cinese), la conferma di tutti i Vescovi da parte dello stato e la scelta del Dalai Lama da parte del Partito Comunista, cosa che ha portato al famoso esilio del Dalai Lama. Il Dalai Lama originale, dopo la sua morte, diede una serie di indizi iniziali sulla sua reincarnazione (che sarebbe stata il prossimo Dalai Lama). Il Panchem Lama diede il via alle ricerche fino a restringere la lista di potenziali reincarnazioni molti anni dopo. Benedetto XVI fu il fautore principale delle trattative, e per aiutare la riconciliazione con il Buddhislam teologicamente citò passi Zoroastriani nei documenti ufficiali. Con lui la Chiesa riuscì ad infiltrare numerosi preti e vescovi sia nella Chiesa Buddhislamica Cristiana (ormai la versione del Cristianesimo seguita in oriente) clandestina, sia in quella statale e facendo quindi proselitismo cattolico, e si giunse ad un accordo provvisorio con il quale Pechino smetteva di nominare e rimuovere arcivescovi a piacimento e, in cambio, il Vaticano sceglieva da una lista di favoriti del Partito il proprio arcivescovo e lo confermava, se lo gradiva. Con la morte di Papa Benedetto XVI e gli ultimi presagi il concilio dei Bonzi Buddhislamici in esilio confermò che il futuro Panchem Lama doveva essere uno fra cinque cardinali, per l'esattezza quello che sarebbe diventato Papa. Fra questi cinque tre erano papabili.

Ai tre viene sottoposto il test, ma solo due lo passano. Uno di loro deve diventare papa per realizzare la profezia. Alla fine, con la fumata bianca, viene annunciato Papa Francesco I come nuovo Papa della Chiesa Cattolica (e di tutte le Chiese a questa collegate) e Dalai Lama. Sotto la sua figura il Buddhislam "Libero" si fuse con la Chiesa Cattolica. Definitiva condanna della reincarnazione (già in disuso), dell'eccessiva venerazione dei morti e degli Angeli (Ex divinità), ridimensionamento del ruolo di Lucifero (e del dualismo), revisione del Panteismo in un decisamente più accomodante Panenteismo Teista, un'integrazione nelle gerarchie e nei riti ecclesiastici più rigidi, ma al tempo stesso accomodò la liturgia, le autonomie e l'ampiezza di vedute della teologia cattolica per accomodare i "fratelli orientali". Quasi tutti i Buddhislamici del mondo, essendo morto il Panchen Lama, si convertirono. Coloro che si rifiutarono rimasero fedeli all'Associazione Patriottica Buddhislamica Cristiana e al suo Dalai Lama. Queste due figure dunque si contendono il titolo di leader delle religioni universali. In seguito alla distensione fra le due religioni però, il mutuo riconoscimento fra Vaticano e Repubblica Popolare Cinese e i permessi di circolazione, lo stop definitivo alla repressione e alla rimozione di uomini della Chiesa rese la distensione fra le due entità molto più facile, anche perché la riforma in senso di Teologia della Liberazione di Francesco I venne apprezzata dal governo cinese. Tutto ciò culminò con il Concilio Vaticano III, nel quale vennero inviati vescovi, arcivescovi e preti cinesi (anche non confermati dalla Chiesa) a partecipare. La distensione arrivò al punto che il Papa scelse come Cardinale di Hong Kong un uomo scelto dal Partito, ma solo dopo un lungo esame sulla sua fedeltà ideologica e teologica. Successivamente il Dalai Lama cinese morì, e il governo cinese sotto il nuovo leader progressista e liberale Ji Xian (nato ad Hong Kong, in fede Cattolica). La conciliazione definitiva avvenne con l'elezione del nuovo Papa, riconosciuto dal governo come reincarnazione "spirituale" del precedente Dalai Lama, Tommaso I (un nome un programma), che avviò la definitiva ricomposizione della frattura con il Buddhislam Cristiano Cinese, lasciandogli una grandissima autonomia come Rito Straordinario e il dovere da parte dei Vescovi di giurare fedeltà (a titolo laico, però) alla Repubblica Popolare Cinese e di non tradirla in alcun modo. Sotto Tommaso I esiste, di fatto, una sola grande Chiesa che comprende quasi tutti i credenti del pianeta. Gli unici non compresi solo le sparute comunità delle religioni inglobate dal cattolicesimo (che però hanno un'autorità solo nel Papa, quindi si stanno auto-determinando "in eresia" per i propri principi) diffusi in tutto il globo, le poche tribù animiste non ancora in Comunione con la Chiesa (che però invia puntualmente un prete a "fare da sciamano" ed iniziare il processo di predicazione interna tramite la Missionaria Protectiva. Tramite questa in primo luogo i "pagani" vengono a conoscenza di Gesù e della sua predicazione, del Dio dell'Antico Testamento come di una delle tante divinità. Successivamente pongono una divinità principale (quella comune con la Chiesa e le altre religioni rimaste) come creatrice e comandante di tutte le altre, e successivamente diminuiscono il numero e l'importanza delle divinità fino a farne dei meri angeli, passando di solito dal dualismo per rendere il passaggio meno fraumatico, ed infine conformandone il Credo in modo sempre più Abramitico, Cristiano, Cattolico ed infine iniziando il lungo percorso per entrare in Comunione con Roma. A prendersi cura di questa transizione teologica che può richiedere anche generazioni è la Missionaria Protectiva, il cui scopo è appunto trasformare lentamente le altre religioni in componenti del Cattolicesimo) e ovviamente i non religiosi di vario tipo, che però hanno un luogo di culto comune con la Chiesa Cattolica: Il Tempio di Gerusalemme.

Il tempio di Gerusalemme venne costruito da Re Salomone nell'833 come luogo di culto centrale per l'Ebraismo. Quando il piccolo regno venne conquistato dall'impero Babilonese, Nabucodonosor II aveva inizialmente pensato di farlo distruggere. Invece lo ingrandì e lo ristrutturò per farne un grande tempio per tutte le divinità del pantheon sumero-babilonese. Gli ebrei subirono questa grande umiliazione come punizione per la loro rivolta. Nabucodonosor voleva farne il migliore tempio dell'Impero, e infatti fece installare numerosissimi giardini pensili, e la struttura divenne così bella da venire annoverata fra le meraviglie del mondo di lì a qualche secolo. Con il ritorno all'indipendenza gli Ebrei conservarono la struttura e i giardini del tempio, ma avevano inizialmente pensato di distruggere le statue delle divinità pagane. Una fazione "filo-babilonese" fortemente influenzata dalla cultura degli ex dominatori però decise di mantenerle come monumento storico e ad eterna memoria del dominio del vero Dio sui falsi dei pagani, così la struttura del tempio venne modificata: le altre divinità attorno a quella principale, "sottomesse". Di fatto una piccolissima fazione pagana continuò segretamente a venerare questi idoli da lì in poi. Quando arrivò la nuova dominazione, questa volta con i Seleucidi, il Tempio di leggendaria bellezza venne ristrutturato, rinnovato, ingrandito e abbellito ancora una volta. Antioco IV Epifane ne fece inoltre il monumento centrale del culto di Zoroastro, che era monoteista come quello ebraico pur mantenendo alcune divinità minori, per tal motivo anche in questa fase gli idoli pagani vennero preservati. Quando venne poi la dominazione Romana il Tempio rischiò una seconda volta la distruzione, ma i Romani (prendendo forse esempio dai Babilonesi) decisero invece di riconvertirlo a Pantheon, un tempio dedicato a tutte le divinità maggiori del politeismo greco-romano, e vi installarono anche un monumento all'Imperatore (che dopo la morte subita l'Apoteosi divenendo immortale). Gli ebrei considerarono questo un grave scandalo e una profanazione, tuttavia i Romani concessero agli ebrei di venerare il proprio Dio con tranquillità e non lo spostarono dalla sua posizione "centrale", secondo la tesi "pacifista" che riteneva tutte le divinità principali di ogni pantheon lo stesso Dio, comprese quelle monoteiste. Per allora il Tempio di Gerusalemme era il luogo sacro principale di 5 culti: Ebraismo, Cristianesimo, Politeismo greco-romano, Politeismo Sumero-Babilonese e Zoroastrismo. L'Impero però in breve tempo subì gli influssi delle altre religioni che avevano particolare appeal verso patrizi e classi agiate, giungendo fino al Senato dove venne proposto di aggiungere il pantheon egizio (le divinità principali) vista l'importanza dell'Egitto stesso e il grande successo dei culti misterici e sincretici. Successivamente venne aggiunta anche una statua a Mitra, una al Dio Sole (in realtà sempre il "Dio Centrale", nuovo modo di chiamare Giove/Zeus) e ad altre divinità molto popolari nell'Impero. Con la conquista musulmana il Tempio di Gerusalemme passò in mano islamica, che lo trasformò in una gigantesca e gloriosa moschea ingrandendolo ancora di più. Inizialmente si pensò di distruggere tutti gli orpelli degli altri culti, ma questo era impensabile: il tempio stesso era nato ebraico, e non si potevano dunque eliminare le tracce ebraiche senza urtare l'essenza del tempio stesso, secondo il parere dei teologi. Si pensò dunque di lasciare solo le influenze ebraiche, ma si decise di lasciare anche quelle Cristiane (essendo anche quelle parte della teologia "accettata" come popoli del libro), e dello Zoroastrismo (che era accettata come religione "giusta" e ispirata da Allah), inoltre la Pietra Nera venne portata qui ed è qui ancora oggi. Rimanevano i numerosi politeismi, che però vennero risparmiato sia per una questione artistica (l'elite intellettuale del Califfato non voleva perdere le preziose statue dall'immenso valore storico), sia per una questione teologica (mostrare Allah come superiore ad ogni falsa divinità). Ai Cristiani venne concesso di celebrare culti quando la Moschea non era attiva in quanto tale. Quando l'Inghilterra prese il controllo della Palestina la libertà religiosa venne ripristinata, il Tempio venne ristrutturato e vennero aggiunte nuove sezioni in stile neo-gotico. Da quel momento il Tempio venne aperto a tutte e 3 le religioni (Cristianesimo, Bahai e Buddhismo), e poi a tutte le altre che lo avevano influenzato. Ed ecco che si era venuta a creare una situazione a dir poco paradossale, un Tempio solo che era il luogo di culto principale di tantissime delle passate religioni: Tutte le Chiese Cristiane (in particolare Cattolica, Ortodossa e Anglicana, ognuna di loro infatti ha una carica ecclesiastica che guarda il tempio), Tutte le scuole Ebraiche, tutte le scuole Islamiche, tutte le religioni derivate dall'Islam (Bahaismo, Mahdismo ecc..), Politeismo greco-romano, politeismo sumero-babilonese, politeismo egizio, Mitraismo, Zoroastrismo e altre religioni popolari al tempo dell'Impero Romano. Ma non solo queste. Il Tempio di Gerusalemme era considerato il luogo più sacro della terra infatti anche dagli Gnostici, dai culti solari di tutti i popoli (fra cui l'Atonismo), ognuna di loro ha una sezione dedicata e una divinità da venerare. Ma era considerato un luogo sacro anche da altre religione non Abramitiche, come il Caodaismo e il Ceondoismo (assorbite dal Buddhismo), e tutte le altre religioni sincretiche che inseriscono una qualsiasi delle divinità venerate al tempio nel loro Pantheon. Nel tempio sono conservate le postazioni delle varie divinità divise per ruoli, poi sostituite da Angeli, Profeti e Santi che "presero" quelle funzioni proprio come Afrodite rappresentava anche Venere, oggi il posto di Afrodite rappresenta in generale tutte le divinità dell'amore di un tempo, Ares tutti gli dei della guerra e così via, e il Consiglio del Tempio ha fatto modificare le targhette scrivendo al posto dei nomi delle divinità il loro ruolo, quindi "Dio dell'Amore" e sotto una lista breve delle più note versioni (Afrodite, Venere ecc...). Ma molte altre religioni ambigue e non religioni sono state coinvolge dalla bellezza del Tempio di Gerusalemme. Numerosi illuministi sostenevano che il Tempio di Gerusalemme aveva venerato per millenni lo stesso Dio, con nomi diversi, ossia l'Essere Supremo del Deismo razionalista, e alcuni di loro vennero a meditare al Tempio, Napoleone nel suo piano di conquista voleva trasformarlo nel luogo di culto centrale dell'Essere Supremo, e Godel sostenne che la sua Prova Ontologica gli venne in mente guardando l'armonia matematica della cupola centrale. C'è grande imbarazzo per la statua dell'Imperatore, un mero uomo che oggi non rappresenta nulla eppure è in un luogo di culto. Gli Umanisti sostengono che rappresenti l'uomo appunto come oggetto di culto da venerare, al centro fra tutte le divinità (riprendendo la concezione di Umanesimo teista che vede l'Uomo al centro del creato fra Dio e Materia), o addirittura alcuni Umanisti Atei hanno fatto pubblicamente annuncio di venerare "l'Uomo del Tempio", ossia l'Umanità in generale. Fichte sosteneva che l'Uomo rappresentasse l'Io, unica entità degna di essere venerata in quanto l'unica esistente. Hegel sosteneva che l'Uomo rappresentava lo Spirito dell'Umanità, e che ogni filosofo avrebbe dovuto venerarlo al posto delle classiche divinità. Marx sosteneva che, dopo la Rivoluzione, la statua dell'Uomo sarebbe stata ingigantita e tutte le altre distrutte. Nietzsche sosteneva invece che alla fine le statue di ogni divinità sarebbero crollate spontaneamente una dopo l'altra, con l'uomo in mezzo a troneggiare, ma poi anche lui sarebbe crollato su se stesso lasciando il posto ad uno Specchio (in cui il futuro Superuomo avrebbe potuto speccharsi, poiché non si sarebbe inginocchiato davanti a nulla, neanche di fronte a se stesso poiché oltre anche il concetto di inginocchiarsi e di mero egoismo, seppur molto legato alla propria volontà di potenza). Quale che sia il credo religioso o meno delle persone il Tempio di Gerusalemme è il luogo più sacro della terra per gran parte della popolazione credente (Che sia legata alla Chiesa o meno), è un luogo sacro per quasi tutti i credenti della terra ed è un luogo "Spirituale" per quasi tutti gli esseri umani, fra credenti ed atei, ed è considerata la Settima Meraviglia del Mondo ed un grande esempio di pace e coesione fra culture, idee e popoli differenti. La sua mastodontica architettura attraversa tre millenni e risente di numerosissimi influssi, si possono trovare architetture elleniche, romane, islamiche, ebraiche, gotiche così come edifici moderni.

MorteBianca

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Questo è il commento in proposito del grande Bhrihskwobhloukstroy, massimo esperto tra di noi di cose indoeuropee:

mmagino di dover fornire qualche spiegazione, visto l'esplicito coinvolgimento. Comincio da quest'ultima parte perché mi sembra che il confronto con le ucronie che si leggono in altri ambienti sia più chiaro. Ciò che mi pare quanto mai significativo è che il tema «un'unica Religione per (quasi) tutta l'Umanità» sia svolto intorno al perno delle origini indoeuropee comuni alla Maggioranza Relativa (e credo anche Assoluta, se le attuali ricerche riusciranno a dimostrare l'ipotesi di lavoro che siano di origine indoeuropea anche tutte le lingue amerindie e asiatiche sudorientali) dell'Umanità. L'aspetto linguistico è più importante dal punto di vista simbolico che della sostanza, non perché la sostanza linguistica sia trascurabile (al contrario!), ma perché le comuni origini relativamente recenti (70˙000 anni) della Maggioranza Assoluta dell'Umanità dal punto di vista della 'sostanza' genetica (l'Aplogruppo F del Cromosoma Y) sono già dimostrate, anche se molti fanno finta di non saperlo o di non trarne le conseguenze: quando dalla sostanza genetica si passa alla 'conseguenza' linguistica, non so perché ma non si può più far finta di niente e allora insorgono le proteste e i tentativi di esorcismo («non è provato», «è impossibile», «non c'è nessun rapporto fra Lingua e Razza» &c.). A quanto pare, quando dal piano genetico - accettato (com'è sacrosanto) senza eccezioni - si passa a quello linguistico, le maschere cadono e non ci si può più nascondere che la parte più estesa dell'Umanità è una sola Nazione nel senso più stretto del termine, non è semplicemente affratellata dalla comune appartenenza alla Razza Umana, ma è veramente discesa da un unico capostipite vissuto quando quasi due terzi della Storia dell'Uomo Moderno erano già trascorsi e ne conserva, con le dovute trasformazioni, la lingua (probabilmente tutte le lingue discendono da un'unica protolingua mondiale, ma questa è ancora una forte ipotesi, invece che la Maggioranza delle lingue discenda da un'unica protolingua locale è un'assoluta certezza e la protolingua in questione è pure bell'e che ricostruita, quindi siamo praticamente nella Storia anziché nella Preistoria, sia pure 70˙000 anni fa...).

Insisto su questa differenza perché non ho mai trovato altrove una presa di coscienza altrettanto aperta dell'importanza di questo concretissimo dato di fatto, la definitiva confutazione degli Pseudonazionalismi che nel Passato antico e recente hanno fatto tanti milioni di altrettanto concretissimi morti. Pensare che sarebbe bastata questa presa di coscienza per costringere almeno a... cercare un altro pretesto (e però non sarebbe stato per niente facile!) mi fa venire le vertigini: tanto sangue versato letteralmente per niente... Qualcuno dirà «Bella scoperta, con tutto lo scassamento che ci viene inflitto sugli Indoeuropei è naturale che prima o poi riemergesse, magari come un liquame di spurgo». Invece no, anzitutto invito a considerare che fin dall'inizio e nei punti cruciali il riferimento all'indoeuropeo è del tutto diverso da ciò che si è mai scritto o letto nei messaggi che ci scambiamo in questa sede e casomai trova un molto più pacifico riscontro in informazioni anche a carattere enciclopedico di normale e facilissimo accesso: quindi non è un'idiosincrasia da Circolo Letterario, ma la logica conseguenza di un'acquisizione culturale che attendeva da un paio di secoli di essere valorizzata e rispetto alla quale, un po' paradossalmente (ma spesso succede così quando ci si continua a occupare di un argomento), avrei una versione diversa in molti significativi particolari (e, guarda un po', pure più 'ecumenica', tanto per ribadire che non ho alcun merito in questo encomiabile lavoro).

Anzi, per rincarare la dose, è addirittura piacevole ricordare che proprio nel nostro entourage di ucronisti ci sono stati più episodî di pur sempre garbato ma al tempo stesso franco scambio di opinioni e aperto dissenso, a volte perfino su temi vicini a questi, fra l'Autore e me. Quindi, per farla breve, se le cinque ucronie sintetiche culminano in un Ecumenismo Indoeuropeo non è affatto - nonostante la gentilissima dedica - per causa mia, è un merito (posso chiamarlo così? Per me lo è) che riconosco tutto all'Autore, ovviamente apprezzandolo al 100% e senza nemmeno lontanamente sognarmi di rivendicarne alcun vanto.

Perché tanta enfasi? Per il fatto che le conseguenze di aver basato il tutto sulle Origini Indoeuropee ha conseguenze tali che molti non se ne rendono ancora conto. Anzitutto, come già sottolineato, se l'Indoeuropa è una Nazione, la quasi totalità delle guerre sono state Guerre Intestine e quindi la loro memoria va ricomposta, non esaltata, come invece si continua più che mai a fare. Sono processi percettivi, ma hanno pesantissimi riflessi sulla Realtà civile e materiale. Le «Guerre d'Indipendenza» sono Guerre di Secessione, gli Stati sono agglomerati regionali più o meno estemporanei, le Lingue sono Dialetti (tanto quanto tutti i «Dialetti» sono Lingue), dire «India» o «Persia» è come dire «Sicilia» o «Lazio» (non è sintomatico che il popolo più meridionale dell'India si chiamasse, in indoeuropeo, *Kălăbʱrōs? Che siano identici il nome di Bolzano e quello di Behistūn - luogo dell'Iscrizione di Dario - o quello di Treviso e quello di Troia?). Le diversità fra luogo e luogo sono evidentissime e sempre interessanti e preziose, ma, come tante volte ripetuto, ciò che tiene unita la Repubblica Italiana tiene contemporaneamente unita né più né meno che l'intera Indoeuropa.

Tutto questo non ha ancora granché a che fare con la Religione; è la sintesi dei tratti più significativi della carta d'identità (non in senso metaforico) di ciascuno di noi. Sul piano più propriamente religioso, invece, il fatto che trovo più sorprendente è che... non si tratta di un'ucronia! Certo, molti fatti di Storia evenemenziale sono dichiaratamente o implicitamente divergenti dalla Storia vera, ma per quanto attiene alla Religione è tutto - a parte qualche nome - profondamente vero. «Ma come: forse che il Papa è il Capo Spirituale di tutta l'Umanità?» Certo che no (altrimenti il più anticlericale di fatto fra i Destinatarî di questa corrispondenza - quello che più spesso si scandalizza del Vaticano, oltre che del suo altro idolo polemico, l'Europa - rischierebbe di avere torto [e questo non è possibile...] oppure penserebbe che il Principio del Male stia esageratamente - anche se certo sempre solo provvisoriamente - vincendo); tuttavia ognuno di noi può già da tempo, e a maggior ragione oggi, trovarsi spontaneamente e in piena Ortodossia (da qualunque Confessione parta) ritrovarsi in una Prospettiva Culturale e Religiosa notevolmente simile (e non per forza meno complessa) di quella qui descritta. Formulato in modo più provocatorio (ma poco), la «Chiesa Cattolica Indoeuropea» esiste dal momento in cui due o più persone vi aderiscono e credo che almeno due ce ne possano essere (una di sicuro)...

Nota Bene: Questo messaggio vuole essere un complimento. I complimenti rischiano talvolta di essere banali, qui nel tentativo - non so quanto riuscito - di evitarlo finisco forse per essere paradossale, ma pur sempre un complimento vuol essere.

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aNoNimo poi ci ha posto questa domanda:

Ho sentito dire che c'è gente che vorrebbe canonizzare Yara Gambirasio. Secondo voi, è possibile? E che cos'è, esattamente, un Santo?

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Così le ha risposto Enrica S.:

Secondo me, un Santo è una persona che vive in piena comunione con il Signore in questa terra (in questo senso Giovanni Paolo II era già Santo in vita) o in Paradiso. Le anime del Purgatorio invece sono già certe della Salvezza, ma non vivono ancora in piena comunione con Dio. Se Yara Gambirasio è in Paradiso (penso proprio di sì, povera stella), dunque, è Santa. Altra cosa invece sono i "Santi riconosciuti dalla Chiesa": essi sono coloro che si ritiene siano certamente in Paradiso, e che sono elevati dalle varie Chiese ad esempio per i fedeli. In questo caso non credo si possa santificare la povera Yara. E' stata uccisa, ma non in odio alla fede, bensì per abusare di lei. E non vale il paragone con Maria Goretti: quella sopravvisse abbastanza per perdonare il suo aguzzino, che la uccise proprio perchè lei non voleva peccare di concupiscenza. A meno che non si verifichi un miracolo per intercessione di Yara. Ad esempio, una madre ha il figlioletto in fin di vita, gli mette addosso una foto o una reliquia di Yara, la prega perchè interceda presso il Signore, e il bambino guarisce completamente ed inspiegabilmente. In quel caso si sa che Yara è in Paradiso (se no non potrebbe intercedere presso Dio), e dunque si può procedere alla sua Beatificazione solenne. Ma per Maria Goretti si sviluppò subito un culto molto sentito e le si attribuiscono molti miracoli, invece non credo che esista un tale culto per Yara. E poi Alessandro Serenelli, l'assassino di M.G., si pentì del suo crimine e lo espiò, e già questo è un miracolo, mentre invece Massimo Bossetti si ostina a negare l'evidenza della prova del DNA...

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Chiudiamo per ora con quanto ci ha scritto Dario Carcano:

San Sergio e San Bacco sono due Santi del IV secolo d.C. Essi erano due ufficiali dell'esercito romano, membri della guardia imperiale del Cesare Galerio, martirizzati in Siria nel 303 dopo che i loro commilitoni li denunciarono, e dopo il loro rifiuto di sacrificare a Giove.
La storia del loro martirio sarebbe abbastanza ordinaria, se non fosse per alcuni dettagli che hanno attirato l'attenzione degli studiosi.

Innanzitutto, Sergio e Bacco prima del martirio furono costretti a sfilare in abiti femminili. In secondo luogo, Sergio e Bacco sono sempre ricordati assieme, e l'agiografia in greco dedicata a loro fa intendere un legame molto forte tra i due, tanto che viene descritto come, dopo il suo martirio, Bacco apparve a Sergio sotto forma di spirito, esortandolo a restare forte e a non tradire la propria fede, così da poter restare insieme anche in cielo.
Questo, nei decenni recenti, ha spinto alcuni studiosi, in particolare John Boswell, a ipotizzare che quella coppia fosse quel tipo di coppia, e ad immaginare una relazione omossessuale tra i due santi.
Le interpretazioni di Boswell sono molto controverse, e arrivano a sostenere che nel cristianesimo dei primi secoli la parola 'fratello' potesse essere usata come eufemismo per 'amante', il che comporta che rituali di affratellamento previsti dal cristianesimo dei primi secoli, come l'Adelphopoiesis, fossero di fatto dei matrimoni omosessuali. Interpretazione categoricamente smentita dalle Chiese Ortodosse, che però ancora oggi prevedono nella loro liturgia rituali non troppo diversi dall'Adelphopoiesis.

Purtroppo mi tocca fare l'avvocato del diavolo, e dire che a sostegno dell'ipotesi di una relazione tra Sergio e Bacco non ci sono prove ma solo indizi. Che è vero che l'indossare abiti femminili è una punizione inusuale nell'esercito romano, ma Giuliano quella punizione la inflisse agli effettivi di un reparto di catafratti che durante la battaglia di Argentoratum erano fuggiti di fronte al nemico. Quindi non è vero che simili punizioni non fossero usate.
Poi, se Galerio, nel contesto del sistema tetrarchico di Diocleziano, era Cesare nei Balcani, perché nel 303 guidava le truppe in Siria?
Inoltre, la stessa esistenza storica dei due santi è contestata da molti storici, anche perché l'agiografia di Sergio e Bacco in molti punti ricopia quella di due santi posteriori, Giovenzio e Massimino, martirizzati nel regno di Giuliano l'Apostata.

Ma nonostante questo, Sergio e Bacco sono diventati oggetto di venerazione da parte di diverse comunità cristiane gay, e nel 1994 un'icona dipinta dal pittore francescano Robert Lentz, che vedete qui sopra, fu portata in parata alla marcia per il Gay Pride di Chicago, ed è in seguito diventata un popolare simbolo gay.

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Per farci sapere che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


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