Il Canale di Augusto

di Enrica S.


26 a.C.: (POD) Augusto, una volta conquistato l'Egitto, decide di lasciare in quella terra un segno della sua grandezza, ricostruendo il canale (già esistente in epoca faraonica) che congiunge il Nilo al Mar Rosso L'impresa è possibile grazie a l'immenso genio pratico dei romani, anche perché ad esso viene messa a disposizione manodopera egiziana. La possibilità di far passare le proprie flotte dal Mediterraneo al Mar Rosso significa per l'Impero Romano una più decisa propensione per la marina militare, che sarà ancora il veicolo dell'espansione romana.

23 a.C.: Amanishekheto, regina di Nubia, compìe un'incursione nell'Egitto romano, che considerava suo in quanto i Nubiani avevano governato l'Egitto a cavallo tra l'VIII e il VII secolo a.C. La regina e Cesare Augusto firmano un trattato di pace, ponendo il confine sulla Prima Cateratta del Nilo.

20 a.C. il prefetto romano d'Egitto Elio Gallo sconfigge e rende vassallo il re nabateo Oboda II, quindi invia una spedizione lungo la costa occidentale dell'Arabia e mette sotto tutela romana le piste carovaniere attraverso cui passa il commercio dell'incenso, attività floridissima gestita dai cammellieri Sabei. Gli esploratori visitano l'attuale Yemen e gli danno il nome latino di Arabia Felix, a causa di un equivoco: il nome arabo della regione, el-Yaman ("destro", cioè "meridionale", perché nella geografia semitica il sud si trova a destra, da cui il moderno nome di Yemen) può significare anche "felice". In effetti però, rispetto al resto della penisola arabica, tale terra può essere a buon diritto definita felice, essendo ricca di corsi d'acqua a carattere perenne, di palmizi e soprattutto di incenso.

7 d.C.: il mercante siriano Cosma Indicopleuste ("Navigatore dell'India") parte da Alessandria d'Egitto, attraversa il Canale di Augusto, naviga attraverso il Mar Rosso e l'Oceano Indiano ed è il primo occidentale a gettare l'ancora nei porti dell'India, aprendo una via commerciale diretta tra l'Impero Romano e l'Oriente.

9: l'11 settembre la disfatta della Selva di Teutoburgo, nei pressi dell'odierna località di Kalkriese in Bassa Sassonia (vanno perdute tre legioni e 15.000 uomini), ad opera di Arminio, Re dei Cherusci, chiude ai Romani la via dell'espansione verso la Germania. Augusto decide perciò di orientare le mire romane verso le fiorenti terre ora raggiungibili attraverso il suo Canale in Egitto.

11: Giulio Cesare Germanico, figlio di Druso Maggiore, sconfigge i Germani facendo prigioniera Thusnelda, moglie di Arminio, e vendicando la sconfitta di Teutoburgo, quindi riduce a provincia tutta la Frisia (i nostri Paesi Bassi) ed avvia il commercio con le coste germaniche del Mar Nero.

14-19: Giulio Cesare Germanico, dietro ordine dell'imperatore Tiberio, parte da Siene (oggi Assuan), presso la Prima Cateratta del Nilo, e risale il grande fiume fino a Meroe (200 km a nord dell'attuale Khartoum), capitale della Nubia, della quale si impossessa, riducendola a Provincia. Arriva fino ai confini dell'Etiopia, ma a questo punto muore improvvisamente ad Epidafne, sull'alto Nilo, il 10 ottobre del 19 d.C. Secondo lo storico romano Svetonio egli è stato avvelenato da Gneo Calpurinio Pisone, primo governatore della nuova provincia di Nubia, per ordine dello stesso Tiberio, invidiosissimo dei successi del nipote.

20: il geografo greco Strabone di Amasea descrive l'India e lo Sri Lanka, dandone però una rappresentazione esageratamente idealizzata: quelle terre agli occhi dei Romani appaiono come un vero e proprio paradiso terrestre.

25: vengono fondate numerose basi commerciali romane sulla costa del Mar Rosso. I Romani si scontrano con malattie contro le quali finora avevano poche difese, come la malaria, il tifo, la febbre gialla e la malattia del sonno, ma a poco a poco impareranno ad alleviarne gli effetti, permettendo così la loro penetrazione nei Tropici.

40: Aulo Vitellio Germanico conquista la costa africana del Mar Rosso meridionale e vi fonda la Provincia di Eritrea. La capitale è Adulis (oggi Zula), già porto del Regno di Axum.

41-44: la rivolta della Mauretania, seguita all'assassinio del re Tolomeo per ordine dell'imperatore Caligola, è soffocata nel sangue dai generali Gaio Svetonio Paolino ed Osidio Geta. La Mauretania è divisa in due Province, la Mauretania Caesariensis e quella Tingitana (con capitali Cesarea e Tingis).

43: Claudio inizia la conquista della Britannia. Nel 46 annetterà la Tracia.

48: il generale romano Gaio Svetonio Paolino sbarca sulla costa della Tanzania e marcia per venticinque giorni nell'interno del continente, fino ad avvistare due grandi montagne innevate da dove secondo lui sorge il Nilo. Egli le chiama "Monti della Luna": sono le vette innevate dei Monti Kenya e Kilimangiaro. Questa spedizione permette ai Romani di aprire una nuova via commerciale diretta con l'interno dell'Africa Nera. Gli schiavi e i gladiatori neri sono molto apprezzati a Roma per la loro forza.

54: il 13 ottobre l'imperatore Claudio è avvelenato dalla moglie Agrippina Minore, che favorisce l'ascesa al trono di suo figlio Nerone. Il carattere sanguinario di quest'ultimo è inizialmente temperato dal suo precettore Seneca e dal Prefetto del Pretorio Afranio Burro.

56: il generale romano Aulo Plauzio, incaricato di esplorare e colonizzare le coste atlantiche del Marocco, scopre le Isole Canarie, da lui chiamate Isole Fortunate. L'anno dopo Aulo Plauzio, tornato a Roma, sottopone la moglie Pomponia Grecina a giudizio perché accusata di essere seguace di un "culto estraneo", quasi certamente il nascente cristianesimo. Le figure storiche di Aulo Plauzio e Pomponia Grecina ispireranno gli omonimi personaggi nel romanzo "Quo vadis?" di Henryk Sienkiewicz.

58: in seguito alla spedizione del generale Servio Sulpicio Galba, Nerone annette la Provincia di Puntia, la nostra Somalia, con lo strategico porto di Mosyllum, sul Corno d'Africa. Il confine meridionale è segnato dal porto di Serapione, oggi al confine tra Somalia e Kenya. I Romani imparano a sfruttare i Monsoni. Contatti commerciali tra l'Impero Romano e l'impero Shatavahana nelle regioni centro-meridionali dell'India.

60-62: spedizione del generale Tito Flavio Vespasiano per conquistare l'Arabia Felix, inviato laggiù da Nerone dopo essersi distinto nelle campagne della Germania Inferiore. Lasciato il porto di Berenice in Egitto con la sua flotta, Vespasiano attraversa il Mar Rosso, fa tappa ad Adulis e sbarca a Muza ed avanza verso l'interno, prendendo Ma'rib, capitale del Regno dei Sabei. Dopo essersi impossessato di Eudaemon (Aden), Vespasiano marcia verso nord e conquista Najran, sul bordo dell'Arabia Deserta, mentre il suo luogotenente Lucio Cesennio Peto avanza verso est e prende l'Hadramaut ("caldo ardente"), chiamato Homeritia dai Romani, e il porto di Cana (oggi Qana'). Intanto il generale Gneo Domizio Corbulone contiene efficacemente i Parti lungo il confine dell'Eufrate, impedendo loro di invadere la Siria.

61: il generale romano Gaio Svetonio Paolino sconfigge Baudicca, regina degli Iceni che si erano ribellati a Roma, e porta a termine la conquista della Britannia.

64-66: nuova campagna del generale Vespasiano, che occupa l'Oman, chiamato Macae dai Romani. Grazie alle conquiste di Vespasiano, l'Impero Romano si affaccia sull'Oceano Indiano e può commerciare direttamente con l'India. Intanto scoppia la rivolta giudaica, a sedare la quale è inviato invece il generale Corbulone.

65: Nubia e Arabia Felix vedono una grande diffusione delle opere idrauliche romane; in particolare i Romani ricostruiscono la grande diga di Ma'rib, con cui irrigano buona parte dell'Arabia meridionale. In tal modo Nubia ed Arabia si dimostrano province molto ricettive alla cultura romana.

68: Nerone, diventato invidioso dei grandi successi ottenuti da Vespasiano, decide di sbarazzarsene accusandolo di essere l'ispiratore di una congiura contro di lui. Vespasiano, che si trova ad Alessandria d'Egitto, non ha avuto nessun ruolo in quella congiura; avendo però saputo che Nerone ha ordinato la sua esecuzione, il grande generale si ribella, si proclama fedele al Senato e si fa proclamare imperatore dalle sue truppe. Il Senato allora depone ufficialmente Nerone, che dopo un tentativo di fuga si fa uccidere il 9 giugno dal suo segretario Epafrodito, esclamando: "Qualis artifex pereo!" ("Quale artista muore con me!"). Vespasiano, giunto a Roma, è acclamato imperatore, legittima il suo potere con un'adozione fittizia da parte di Claudio e subito elimina Otone, ex marito di Poppea e fedelissimo di Nerone. In seguito fa fuori anche Aulo Vitellio Germanico, che aspirava lui pure al trono, mentre Corbulone resta a Gerusalemme a combattere la rivolta giudaica (nel 70 raderà al suolo il Tempio di Gerusalemme, compiendo una famosa profezia di Gesù Cristo).

69: il 14 maggio l'apostolo San Mattia, colui che aveva preso il posto di Giuda Iscariota nel collegio apostolico, è ucciso a colpi di alabarda a Dongola, in Nubia, dove si è recato a predicare il Vangelo ed ha fondato la Chiesa locale.

75: Vespasiano è intenzionato a scoprire le sorgenti del Nilo ed incarica due suoi pretoriani nubiani di risalire il grande fiume partendo da Meroe. Secondo il loro racconto, i due raggiungono « una palude immensa coperta di erbacce, così fitta che né un uomo né una grande barca potevano passare, ad eccezione di qualche piccola barca con un uomo solo a bordo ». Tale descrizione corrisponde al Lago No, una palude malsana infestata da temibili coccodrilli, dalla malaria e dalla malattia del sonno, formata dalla confluenza del Bahr el Ghazal con il Nilo, e in certi tratti impenetrabile a causa dei fitti arbusti e delle sabbie mobili. I due pretoriani riescono tuttavia a superarla, arrivano nel territorio dell'attuale Uganda e affermano: « Abbiamo visto due rocce, dalle quali la corrente del fiume fuoriusciva con potenza ». Essi parlano delle Cascate Kabalega, dove il Nilo dal Lago Vittoria si immerge nel Lago Alberto, con un salto di quasi 50 metri, in una gola con soli 10 metri di larghezza; la corrente originata dal Lago Vittoria invia circa 300 metri cubi al secondo di acqua. Infine, dopo infinite peripezie, i due esploratori giungono sulle sponde di un lago di dimensioni mai viste, ed affermano meravigliati: « ex magno terrarum lacu ascendere », cioè (il fiume Nilo) « proviene da un lago molto grande di quelle terre ». Dopo un viaggio di quasi 2.500 km essi hanno avvistato il Lago Vittoria, il lago più vasto dell'Africa, dal quale il Nilo Bianco esce presso Jinja, oggi in Uganda. Il grande lago ha molti immissari, per cui i due non possono dire di aver localizzato le "sorgenti" vere e proprie del Nilo, ma questa impresa li colloca fra i più grandi esploratori di tutti i tempi.

76: costeggiando il litorale occidentale dell'Africa, i Romani raggiungono il Senegal e vi fondano stabilimenti commerciali.
Nelle sue "Naturalis Historiae", Plinio il Vecchio ci dà la prima descrizione scientifica delle terre d'Arabia, di Nubia, d'Etiopia e dell'India.

79: il 23 giugno muore l'imperatore Vespasiano; secondo Svetonio, in punto di morte ha ordinato ai suoi schiavi di tirarlo su dal letto, perchè « un imperatore deve morire in piedi ». Gli succede il figlio Tito, che deve subito affrontare la devastante eruzione del Vesuvio in cui trova la morte Plinio il Vecchio.

80: Gneo Giulio Agricola, governatore della Britannia romana, decide la conquista della Caledonia (la nostra Scozia), e in estate guida il suo esercito fino all'estuario del fiume Taus (il Solway Firth), dove fa costruire dei forti.

81: Tito spedisce suo fratello Domiziano, con cui non ha mai avuto ottimi rapporti, in Somalia come governatore di quella provincia. Svetonio afferma che, con questa mossa, Tito ha voluto prevenire una congiura da parte del fratello, che aspirava a succedergli al trono (poco dopo infatti Tito fa giustiziare Valeno, suo medico personale, accusato di volerlo avvelenare). In tal modo Roma si risparmia la sua tirannide.

82: spedizione punitiva di Agricola in Ivernia (l'Irlanda) dopo aver fortificato la costa britannica ed aver dato rifugio a Tuathal Teachtmhar, re supremo irlandese esiliato da ragazzo, del quale parlano antiche tradizioni dell'isola; rimettere sul trono quest'ultimo è la causa occasionale della spedizione. Agricola in breve tempo sottomette tutta l'Ivernia.

84: l'esercito romano guidato da Agricola si scontra nella battaglia del Monte Graupio contro un'enorme armata di Caledoni, guidati da Calgaco. Secondo Tacito, genero di Agricola, le truppe di quest'ultimo sbaragliano i nemici, che perdono circa 10.000 uomini contro appena 360 perdite dei Romani. Agricola fa alleanza con i Pitti contro i Caledoni, e ottiene la sottomissione del loro re Gartnait. Intanto un prefetto navale da lui nominato esplora la costa settentrionale della Scozia e scopre le isole Orcadi. Agricola annette all'Impero le province di Caledonia ed Ivernia.

85: sono colonizzate le isole di Capo Verde, il più occidentale dei possedimenti romani diretti.

86: l'imperatore Tito invia l'esploratore Giulio Materno attraverso il deserto del Sahara, alla ricerca del favoloso regno dei Pigmei di cui parlano gli autori classici. Giulio Materno parte da Leptis Magna per Garama, la capitale del regno dei Garamanti nel Fezzan libico, alleati dei Romani, punta diritto sull'Oasi di Cufra, entra nell'Ennedi ciadiano, attraversa la piana di Abechè e infine, dopo quattro mesi di viaggio, raggiunge la località africana di Agisymba, popolata da rinoceronti, elefanti e leoni. Si pensa che egli abbia superato il lago Ciad e raggiunto il fiume Bahr Salamat, al confine con l'attuale Repubblica Centrafricana. In questo modo Tito, attraverso la mediazione dei Garamanti, si assicura il controllo sulle vie carovaniere che portano nel cuore dell'Africa Nera.

90: dopo aver firmato un nuovo trattato di pace e di amicizia con il Re Zoskales di Axum (lo Za Haqala delle liste dei re etiopi), l'imperatore Tito invia una spedizione dall'Arabia Felix alla conquista dell'isola di Unguja, al largo della costa della Tanzania, cui dà il nome di provincia di Zanzibar (dal persiano Zang i Bar, "Terra dei Neri"): essa riveste un ruolo chiave per il commercio con l'Africa Nera e le sue immense ricchezze. Schiavi neri e manufatti africani cominciano ad invadere Roma.

92: fondazione di un fondaco romano nel porto di Barbaricum, oggi in Pakistan.

93: prima traduzione dell'"Eneide" di Virgilio in lingua araba.

94: l'imperatore Tito dà sua figlia Giulia Flavia in sposa al generale Marco Ulpio Traiano, nativo di Italica (in Spagna), che si è distinto come governatore della Germania. In tal modo egli, che non ha avuto figli maschi, indica il generale spagnolo come suo successore.

95: giunge ad Antiochia un curioso viaggiatore dagli occhi a mandorla, che chiede di parlare con "l'imperatore dell'occidente". È Gan Ying, inviato dal maresciallo cinese Ban Chao, a sua volta emissario dell'imperatore He Di, della dinastia Han, che vuole aprire contatti con l'impero di Roma. I Parti, desiderosi di conservare il ruolo di intermediari tra Cina e Occidente, hanno trattenuto Ban Chao sul Mar Caspio con varie scuse, ma Gan Ying ce l'ha fatta a giungere sul Mediterraneo con il suo seguito. Questi è condotto a Roma alla presenza di Tito, che aveva sentito parlare del mitico "Impero dei Draghi" posto al di là dell'India, e decide di aprire colloqui diretti con l'imperatore Han attraverso i possedimenti romani nel Mar Rosso e nell'Oceano Indiano. Contatti stabili tra Roma e la Cina però saranno possibili solo cinquanta o sessanta anni dopo.

96: il 27 gennaio muore l'imperatore Tito e gli succede il genero Traiano. Tito viene immediatamente divinizzato, e subito nasce il mito dell'"Optimus Princeps". Svetonio lo chiama « la Delizia del Genere Umano », gli scrittori cristiani lo esaltano per non aver scatenato persecuzioni contro i seguaci di Gesù, e circola la leggenda secondo cui, al termine di una giornata in cui non ha avuto occasione di fare del bene, egli avrebbe esclamato: « Ecco una giornata buttata via! »
Intanto, nel "De vita et moribus Iulii Agricolae" ("La vita e i costumi di Giulio Agricola"), lo scrittore latino Publio Cornelio Tacito ci lascia un'importante descrizione della conquista della Caledonia e dell'Ivernia da parte di Agricola, suo suocero.

97: a differenza di quanto aveva fatto suo genero Tito, Traiano perseguita i cristiani, accusandoli di non voler sacrificare agli déi e quindi di minare l'unità religiosa dell'Impero. Della persecuzione resta vittima anche Papa Clemente I, amico e collaboratore di San Pietro, che viene martirizzato mentre si trova in esilio sulla costa africana del Mar Rosso. L'anziano Apostolo Giovanni, « il discepolo che Gesù amava », risponde scrivendo l'Apocalisse, nella quale l'Impero Romano è descritto come un drago rosso con sette teste (i sette colli di Roma) e dieci corna (i dieci Augusti).

98-100: Traiano fa costruire il Limes Germanico, esteso dal Reno al Danubio, per proteggere gli Agri Decumates, parte delle province della Germania superiore e della Rezia. Tacito pubblica il "De origine et situ Germanorum" ("L'origine e la posizione dei Germani").

101-102: prima campagna di Traiano contro Decebalo, re della Dacia, allo scopo di risanare le finanze dell'Impero Romano con le miniere d'oro della Transilvania. Traiano assedia la capitale dacica Sarmizegetusa e ne occupa parte del territorio.

105: il mercante romano Diogene si spinge via mare fino a Rhapta, un lontano emporio sulla costa dell'attuale Mozambico.

105-106: seconda campagna di Traiano contro la Dacia, che si conclude con il suicidio di Decebalo e la conquista dell'intero territorio. Nasce la provincia romana della Dacia, e per celebrare l'evento viene scolpita la Colonna Traiana a Roma.

106: Rabbel II, ultimo re dei Nabatei, nell'Arabia settentrionale, muore senza eredi diretti e Traiano occupa il suo regno con un pretesto. La splendida città di Petra diventa capitale della nuova provincia di Arabia Petrea.

107: Sant'Ignazio di Antiochia è martirizzato a Roma dopo aver scritto otto lettere ad altrettante chiese, tra i documenti principali dell'era sub-apostolica. L'ottava lettera è diretta "ai cristiani che sono in Arabia", e ci testimonia l'esistenza fin dalla fine del I secolo di comunità cristiane nell'Arabia Felix..

108: Traiano fonda molti stabilimenti commerciali sulle coste dell'Isola di Taprobane (dal sanscrito Tamraparni, "Terra dalle Foglie del Colore del Rame"), quella che noi chiamiamo Sri Lanka, e si ingerisce nel governo dell'isola, che è ridotta a vassalla.

110: Traiano avanza da Petra nell'Arabia nordoccidentale e conquista la città di Dedan, oggi Al-'Ula, capitale dei Laianiti e snodo fondamentale sulla Via dell'Incenso, circa 110 km a sudovest di Tema e 380 km a nord di Yathrib (Medina). L'imperatore però rinuncia a penetrare ulteriormente nell'Arabia Deserta a causa della guerriglia scatenata contro di lui dalle tribù beduine, preferendo stipulare vantaggiosi trattati commerciali con i sovrani arabi.

111: Gaio Plinio Secondo, detto Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio e amico personale di Traiano, è nominato primo governatore della nuova Provincia Romana di Arabia.

112: alcuni mercanti romani che cercano la mitologica Antilia, terra posta al centro dell'Oceano Atlantico, sbarcano per la prima volta a Madeira (non vi sono invece indizi che i Romani siano mai sbarcati nelle Azzorre).

115: Traiano annette senza colpo ferire il Regno d'Armenia, riducendolo a provincia e raggiungendo il confine diretto con il Mar Caspio. Tacito pubblica i suoi "Annales".

115-117: campagna di Traiano contro il regno di Axum: la grande città etiope esportatrice di avorio, carapaci di tartaruga, oro e smeraldi viene conquistata dopo un lungo assedio, e le truppe romane penetrano nell'acrocoro etiopico, creando la nuova provincia di Etiopia. La campagna sembra risolversi in uno splendido successo, tanto che l'imperatore giunge fino sulla costa somala e comincia a progettare la conquista anche dell'Impero dei Parti, quando una vasta ribellione giudaica alle sue spalle mette in subbuglio Egitto e Palestina. Traiano è costretto a rientrare in Egitto, mentre il suo esercito si attarda ad assediare la città etiope di Bahar Dar, che resiste vittoriosamente agli attacchi dei legionari romani.

117: l'8 agosto Traiano muore ad Alessandria d'Egitto, mentre sta preparando una nuova campagna contro l'Etiopia, e sua moglie Giulia Flavia lo convince ad adottare in extremis come figlio ed erede il suo parente Elio Adriano, che di Giulia Flavia è stato amante. Adriano preferisce ritirarsi dall'Etiopia, giudicando le nuove conquiste indifendibili, mentre mantiene un ferreo controllo sul Corno d'Africa, sulla Via dell'Incenso e sull'Arabia Felix, che egli visita personalmente.

118: Adriano conduce una campagna militare contro gli Iazigi e i Sarmati nella piana del fiume Tisza, punendoli così per aver compiuto, l'anno precedente, un'incursione nella provincia della Dacia, ora che ha concluso trattati di pace con le popolazioni suebe (Quadi, Marcomanni e Naristi) che gravitano lungo i confini del medio Danubio. Gli Iazigi sono battuti con grande difficoltà e nella piana del Tibisco viene creata la nuova Provincia di Iazigia.

119: la Legio IX Hispana comandata dal generale Tito Flavio Virilo viene mandata dall'imperatore Elio Adriano a reprimere una rivolta dei Caledoni, che tentano di recuperare l'indipendenza. Il centurione romano Quinto Dia scopre che la guida pitta della Legione, Etain, la sta portando verso un'imboscata per vendicarsi dello stupro di sua madre compiuto dai romani, e così le truppe romane si salvano e sconfiggono definitivamente i ribelli Caledoni (un tributo al film "Centurion" di Neil Marshall).

120: Adriano sconfigge i Sarmati Roxolani a Piroboridava, l'attuale Poiana in Moldavia, e riconquista così un territorio strategico che era stato improvvidamente abbandonato da Traiano. Il confine romano viene così tracciato fin sulle rive del Mar Nero ad Olbia Pontica, antica colonia di Mileto sulla foce del Bug Meridionale, il cui porto è uno dei principali scali del mar Nero per l'esportazione di cereali, pesci, e schiavi verso Roma, e Adriano può organizzare la nuova provincia romana di Scizia. In questo modo il confine romano è notevolmente accorciato.

121: il Regno del Bosforo Cimmerio nell'attuale Crimea è ridotto a Provincia Romana. Adriano dichiara la sua sovranità su tutte le coste del Mar Nero, ma l'area del Caucaso resterà sempre parecchio problematica per i Romani, che non la controlleranno mai veramente.

122: Gaio Svetonio Tranquillo pubblica le sue "Vite dei Cesari" in otto libri.

122-125: poiché le Province di Iazigia, Dacia e Scizia sono continuamente devastate dalle scorrerie dei Sarmati, Adriano fa costruire il Vallo che porta il suo nome, dal Danubio fino al Mar Nero, onde respingere gli invasori. Si tratta di una delle più grandi fortificazioni militari di tutti i tempi. Lungo il muro sono posizionati 61 forti romani. In seguito un altro vallo difenderà la Provincia del Bosforo Cimmerio (la Crimea).

124: rivolta di Taprobane contro le ingerenze romane, soffocata nel sangue dalle truppe provenienti da Somalia e Oman.

125: viene costruito un limes anche a protezione della Frisia romana.
Lo storico Publio Anneo Floro, dopo un viaggio in oriente che lo porta fino alla foce del Gange (ma secondo alcuni fino in Cina), pubblica un'opera che compendia tutta la storia romana da Romolo fino ad Adriano.

128: costruzione di fondaci romani nelle principali città costiere dell'India occidentale. Adriano stringe alleanza e scambia ambasciatori con l'imperatore Kushano Kanishka I il Grande (127-147).

130: l'imperatore Adriano fa costruire in Egitto la città di Antinopoli, allo sbocco sul Mar Rosso del Canale di Augusto, in onore del suo favorito Antinoo, bellissimo giovane che si è suicidato offrendo la sua vita per la salute dell'imperatore. Antinopoli diventa la principale porta del commercio romano con l'Arabia Felix, l'Africa Nera e l'Oceano Indiano.

132: anche la costa occidentale dell'Arabia diventa possesso diretto di Roma. Capitale di questa regione è Yatrippa, l'attuale Medina.

135: dopo aver stroncato la rivolta giudaica del Bar Kochba, Adriano fonda stabilimenti commerciali romani alla foce del Gange.

137: i Romani esplorano e fondano insediamenti commerciali sulle coste africane del Golfo di Guinea. Alleanza tra i Romani e molte tribù locali, aiutate militarmente contro le tribù nemiche.

138: il primo tempio buddista è eretto in Arabia meridionale. Il retore Marco Cornelio Frontone, nato nella Somalia romana, è precettore dei futuri Augusti Marco Aurelio e Lucio Vero.

140: Antonino Pio, figlio adottivo e successore di Adriano, istituisce la provincia romana di Taprobane, il più orientale di tutti i possedimenti diretti romani. I Vedda, popolo aborigeno che abita nell'interno dell'isola, vengono romanizzati a forza.

142: apertura di vie commerciali dal Danubio fino al Mar Baltico, onde acquistarvi la preziosissima ambra, molto amata dalle matrone romane.

143: Gerrha, sulla costa araba del Golfo Persico, è conquistata dai Romani che la strappano ai Parti.

145: storica missione diplomatica inviata dall'imperatore romano Antonino Pio in Cina. La cronaca cinese dell'Hou Hanshu descrive lo scambio di merci con il Da Qin (nome cinese dell'Impero Romano): « Cose preziose dal Da Qin sono fini vesti in cotone, eccellenti tappeti di lana, profumi di ogni sorta, pani dolci, pepe, zenzero e sale nero. »

147: spedizioni romane nell'Atlantico settentrionale permettono la scoperta delle Shetland, delle Fær Øer e dell'Islanda, identificate di volta in volta con l'Ultima Thule di cui parla il navigatore greco Pitea. Trovandole improduttive, però, i Romani non vi fondano alcun insediamento.

150: l'astronomo e geografo egiziano Claudio Tolomeo (100-175) e lo storico greco Arriano di Nicomedia (95-175) includono ampie descrizioni delle coste dell'Oceano Indiano nelle loro opere.

151: Primi sbarchi dei mercanti romani sulle coste del Madagascar.

152: trattato di amicizia e di alleanza tra Roma e la Nazione Tamil, che abita lo Sri Lanka.

153: il primo tempio buddista è eretto in Egitto.

154: sulla via commerciale che porta da Taprobane fino in Cina i Romani fondano il forte romano di Marasanga su quella che noi chiamiamo l'isola di Singapore. Si tratta dell'insediamento romano più orientale del mondo.

157: Montano, neoconvertito al cristianesimo originario della Cappadocia, comincia a predicare insieme a Priscilla e a Massimilla una versione sincretistica del messaggio evangelico, commista ad alcuni elementi buddisti. Tra l'altro egli predica che l'inferno non è eterno, ma i dannati, dopo un tempo più o meno lungo di permanenza nella Geenna, si reincarnano e devono nuovamente guadagnarsi il Paradiso. Siccome durante il lungo periodo del Principato Adottivo (68-180) il cristianesimo è sostanzialmente tollerato dalle istituzioni, il Montanismo si diffonde in tutto l'Impero, venendo bollato dal cattolicesimo romano come un'eresia.

160: è ridotta a Provincia Romana l'Albania del Caucaso, ex satrapia persiana con il nome di Ardhan, oggi in Georgia.

160-175: fondazione di fondaci romani nelle città costiere cinesi. Trattato di amicizia tra Marco Aurelio e l'imperatore cinese Ling, della dinastia degli Han orientali.

161: muore Antonino Pio, gli succedono i figli adottivi Marco Aurelio, che è anche suo genero, e Lucio Vero. Prima diarchia al vertice dell'Impero Romano.

162: Marco Aurelio invia suo fratello adottivo Lucio Vero a combattere contro i predoni dell'Arabia Deserta che assaltano i possedimenti romani in Arabia Felix, mettendo a rischio le vie commerciali con l'India. Lucio Vero sconfigge più volte gli Arabi, ma poi deve muovere guerra contro i Parti che, sentendosi accerchiati dai Romani in Asia, passano al contrattacco tentando di conquistarsi uno sbocco sul Mediterraneo. Mentre il generale di origine armena Gaio Giulio Soemo tiene impegnati coraggiosamente i Parti sul confine dell'Eufrate, Lucio Vero muove contro di loro dall'Arabia, conquista l'isola di Organa (oggi Hormuz) e infligge al loro re Vologase IV una durissima sconfitta navale all'imboccatura del Golfo Persico. Vologase è costretto a richiamare le truppe dall'Eufrate per difendere il cuore del suo regno e a firmare con Lucio Vero una pace umiliante. In tal modo il coimperatore non muore di peste, continuando a condividere il Principato con il fratello adottivo, che regna da Roma, essendo meno portato per la vita militare (i suoi scritti filosofici faranno sì che egli sia ricordato come "l'Imperatore Filosofo").

163: Lucio Apuleio, nato a Madaura (Numidia), pubblica il romanzo "Le Metamorfosi", la prima opera della letteratura latina pesantemente influenzata dalla religione buddista.

165: Quinto Claudio Feroce Eronio Montano, governatore della Mauretania Tingitana, pensa di poter sconfiggere facilmente i Berberi ma subisce una disastrosa sconfitta, ed è costretto a suicidarsi. I Romani sono così costretti a sgomberare il Marocco, tenendo solo le coste lungo le quali vi sono campi trincerati e città fortificate, spesso in guerra contro i predoni Berberi.

169: Lucio Vero è costretto a spostarsi in Germania, dove deve bloccare le invasioni dei Marcomanni e dei Sarmati. In questa lotta è coadiuvato dal grande generale di origine lusitana Massimo Decimo Meridio (piccolo tributo al film "Il Gladiatore" di Ridley Scott). In tal modo Marco Aurelio resta a governare a Roma, sua moglie Faustina non se la spassa con i gladiatori, e suo figlio Commodo non nascerà mai.

170: spedizione navale di Marco Aurelio nello Jutland per aprire nuove vie commerciali. La spedizione stringe amicizia con il re danese Humblus, citato anche nel "Gesta Danorum" da Saxo Grammaticus (XII secolo).

173: i Romani cominciano a stabilire stazioni commerciali sulle coste delle nostre Birmania e Thailandia.

175: ribellione del governatore della Nubia Avidio Cassio, che è proclamato imperatore dalle sue truppe. Contro di lui è inviato il generale Tiberio Claudio Pompeiano, che stronca la ribellione nel sangue.

177: i Romani colonizzano le isole Andamane. Intanto Tiberio Claudio Pompeiano sconfigge duramente i Parti che tentavano la conquista dell'Armenia.

179: l'erudito Aulo Gellio pubblica un'enciclopedia intitolata "Noctes Indicae" ("Le Notti Indiane") in venti libri, nella quale fa sfoggio di grandi conoscenze nei più svariati campi: dalla retorica alla medicina, filosofia, critica letteraria, storia, scienze, archeologia e diritto. Essa fa conoscere a Roma buona parte delle tradizioni del Subcontinente Indiano.

178: morte di Lucio Vero presso Vindobona (oggi Vienna), poco dopo aver sconfitto i Marcomanni che premevano sul confine del Danubio. Marco Aurelio associa al trono il generale Pompeiano, che ha sposato sua figlia Annia Aurelia Galeria Lucilla, già vedova di Lucio Vero; in tal modo continua il Principato Adottivo.

179: Galeno, medico di corte di Marco Aurelio, descrive molte malattie tropicali, tra cui la febbre gialla, la malattia del sonno, la leishmaniosi umana e la dengue.

180: alla morte di Marco Aurelio sale al trono Pompeiano. Quest'ultimo cura la pubblicazione dei "Colloqui con se stesso" del suo predecessore, scritti in greco ma subito tradotti in latino e in arabo, ultima grande opera opera della filosofia stoica con influenze delle filosofie orientali.

183: il primo tempio buddista è eretto in Grecia.

188: primi stabilimenti commerciali romani fondati sull'isola di Sumatra.

193: morte dell'imperatore Pompeiano, gli succede il generale Lucio Settimio Severo, che è nato in Africa, ad Adulis (Eritrea), adottato come figlio da Pompeiano un anno prima.

195-198: l'impero dei Parti si avvia verso il suo tramonto, e così Settimio Severo ne approfitta per muovere contro il loro re Osroe II e conquistare la Mesopotamia settentrionale sino al Tigri.

201-211: Settimio Severo conquista il Regno Chola nell'India sudorientale. Per la prima volta i Romani controllano direttamente una vasta parte del Deccan. Mentre l'Augusto si trova personalmente in India a combattere, a governare a Roma restano i suoi due figli Caracalla e Geta, che egli si è associato al trono.

202: il primo tempio buddista è eretto a Roma.

211: il 4 febbraio muore Settimio Severo mentre sta ancora combattendo in India; gli succedono i figli Lucio Settimio Bassiano detto Caracalla e Publio Settimio Geta. Quest'ultimo però viene sbrigativamente eliminato, e Caracalla resta unico padrone dell'Impero. Con la Constitutio Antoniniana egli estende la cittadinanza romana a tutti i sudditi dell'Impero.

218: dopo che Caracalla è stato assassinato, le truppe d'Arabia eleggono nuovo imperatore Sesto Vario Avito Bassiano, figlio della cognata di Settimio Severo, meglio noto come Elagabalo, dal due parole semitiche, El ("dio") e gabal ("montagna"), essendo sacerdote del dio sole venerato in Arabia meridionale. Egli tenta di importare il culto solare a Roma, sostituendo a Giove, signore del pantheon romano, la nuova divinità solare del Sol Invictus, e ciò gli inimica sia il Senato, sia il popolo.

220: alla morte dell'ultimo re Vasudeva l'impero Kushano si frammenta in una serie di piccoli stati, che saranno preda della nuova dinastia indiana dei Gupta.

222: le eccentricità di Elagabalo portano al suo assassinio e all'elezione a Cesare di Alessandro Severo, che ha solo 14 anni, vive come un monaco e tiene nel suo larario, tra le varie divinità, anche un crocifisso. Alla madre che gli rimprovera il basso profilo, replica: « La maestà dell'impero si mantiene con la virtù e con la pietà verso i sudditi, e non con la superbia e con la vana ostentazione! » Il nuovo sovrano può avvalersi della collaborazione del grande giurista Eneo Domizio Ulpiano, che riforma il diritto romano.

226: crolla l'impero dei Parti dopo la morte dell'ultimo sovrano Artabano IV, a causa della spaventosa crisi in cui è piombata la Persia, tagliata fuori dalle grandi rotte verso l'Estremo Oriente dopo che i Romani si sono affacciati sull'Oceano Indiano. Il loro impero è spartito fra Alessandro Severo e Sri-Gupta, il fondatore del nuovo Impero Gupta, nell'India centrosettentrionale: ai Romani toccano Mesopotamia, Assiria, Elimaide, Susiana, Ircania, Media, Persia e Partiene, mentre ai Gupta vanno Aria, Drangiana, Aracosia, Battriana e Sogdiana. I capiclam persiani riconoscono ad Alessandro Severo il titolo di "Re dei Re", che egli esporta a Roma. Trattato di pace e amicizia tra Alessandro Severo e Sri-Gupta.

228: il re di Axum Sembrouthes è costretto a riconoscersi vassallo dell'Impero Romano.

230: primi stabilimenti commerciali romani nel Borneo e nelle Molucche.
Muore Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, nato ad Aden in Arabia nel 155, il più grande apologeta cristiano del terzo secolo, che non si è mai avvicinato al Montanismo, non credendo nella reincarnazione, e per questo è subito canonizzato.

232: gli esploratori romani arrivano alla foce del fiume Niger, nel territorio dell'attuale Nigeria. Primi contatti tra Roma e la Cultura Nok, l'unica nell'Africa Nera a possedere la metallurgia.

235: Alessandro Severo abolisce le antiche Province e suddivide l'Impero in Temi, anticipando la riforma di Eraclio della HL: in considerazione della lontananza dei vari territori dal centro dell'impero, egli assegna terre ai soldati dei temi in cambio dei servizi di difesa territoriale da essi offerti. In tal modo i soldati, nei momenti di pace o quando sono inoperosi, possono rimanere nella zona a coltivare la terra, corrispondendo delle tasse; la terra, quando nel tempo il sistema tematico si istituzionalizzerà, diverrà un bene ereditario per tali soldati. Questa riforma permette di contenere i Germani sul confine Reno-Danubio ed evita l'assassinio di Alessandro Severo.

238: lo storico Erodiano, nativo della Nubia e amico di Alessandro Severo, pubblica in greco una "Storia dell'Impero" che va dalla morte di Marco Aurelio all'anno di pubblicazione.

240: Editto di Tessalonica, con cui Alessandro Severo, dopo aver incontrato Papa Fabiano, concede la libertà di culto ai cristiani su tutti i territori dell'Impero. Cominciano a diffondersi anche nella metà occidentale dell'Impero i templi buddisti, religione che va di moda tra le matrone romane.

244-245: l'ammiraglio romano Marco Giulio Filippo, più noto come Filippo l'Arabo, nativo dell'Arabia Felice e di religione cristiana, per ordine dell'imperatore Alessandro Severo porta a termine la prima circumnavigazione dell'Africa: partito da Ostia, attraversa il Delta del Nilo e il Canale di Augusto, percorre il Mar Rosso, discende lungo la costa orientale africana e poi risale lungo quella occidentale, avvistando tra l'altro "la Grande Montagna Infuocata", cioè il Monte Camerun in eruzione. Filippo rientra poi attraverso le Colonne d'Ercole e fa ritorno a Roma, dove Alessandro Severo gli accorda un trionfo grandioso e lo nomina governatore dell'India romana.

247: nell'ambito dei festeggiamenti per il millesimo anniversario dalla Fondazione di Roma, Alessandro Severo fonda la città di Alessandropoli sul sito dell'antica Bisanzio, in posizione centrale rispetto all'Impero Romano, e vi trasferisce la capitale. Dopo mille anni esatti ha fine la storia dell'Impero di Roma ed inizia quella dell'Impero Alessandrino.

Enrica S.

Che ne dite?

 

William Riker, ispirato dalle parole di Perchè No, ha voluto a sua volta proporci questa incredibile lettera:

L'imperatrice del Sol Levante all'imperatore del Sol Calante: pace, gloria e salute!

Io, Himiko, figlia della dea Amaterasu Ōmikami, Sacerdotessa del Sole, sovrana di Yayoi e delle isole dell'arcipelago di Ōyashima, governo su un popolo di guerrieri a me fedeli fino all'estremo sacrificio. Risiedo in un palazzo eccelso circondato da mura di solida pietra, da cento torri e da un cancello d'oro, che racchiude sconfinati giardini di ciliegi in fiore. Ai comandi dei miei cinquanta generali ci sono cinquecentomila uomini pesantemente armati, ed una truppa di giganti con un occhio solo in mezzo alla fronte, venuti dal lontano Nord per obbedirmi. Mille ancelle mi servono e mille dignitari mi omaggiano ogni giorno. Sono maestra di magia e conosco tutti i poteri delle erbe, delle gemme e delle piante. Non mi sono ignoti i cammini degli astri, e grazie ad essi compilo oroscopi per me e per il mio popolo. Grazie alle mie arti occulte so evocare i morti e li consulto per conoscere il passato, il presente ed il futuro. Nonostante tutto questo, non ho finora sposato alcun uomo poiché ritenevo che nessun uomo fosse degno di sposare una donna come me.

So che tu, Alessandro Severo Augusto, sovrano del Daqin, governi un impero posto ai confini occidentali del mondo, che si estende dai deserti infuocati del mezzogiorno, infestati da serpenti dal veleno mortale con una testa a ciascuna estremità del corpo, fino alle cupe montagne della mezzanotte, là dove il gelo è così intenso che il mare si fa pietra bianca e vi si può camminare sopra a piedi. Mi è giunta notizia della tua recente vittoria sul sovrano della Persia e dei tributi ricchissimi che hai ricevuto da parte di tutti i popoli dell'occidente, per i quali tu sei il re dei re. Ora io, che sono la regina delle regine, ho una proposta da farti. So che, come me, non hai mai contratto matrimonio. Vieni dunque nella mia reggia di Yayoi, tu con la tua flotta e il fiore della tua nobiltà, e unisciti a me come mio legittimo sposo: tu sei l'unico, sotto la cappa azzurra del cielo, che può essere degno di questo privilegio. I tuoi nobili sposeranno le mie dignitarie di corte, e il Daqin e Yayoi diverranno un unico regno e un'unica nazione. Insieme, potremo conquistare i regni di Zhōngguó, il Paese di Mezzo, e governare tutta la Terra; io e te daremo vita a una dinastia che regnerà sul mondo per mille anni. Attendo la tua risposta sdraiata sui cuscini di seta di quella che potrà diventare la nostra alcova nuziale. Che Izanagi e Izanami, le divinità creatrici, veglino insonni su di te e ti rendano sempre vittorioso, o prode sovrano del Daqin.

La nobile Himiko, figlia primogenita di Amaterasu Ōmikami

Il matrimonio tra Himiko e Alessandro Severo in un antico mosaico romano (realizzata con Bing Image Creator)

Il matrimonio tra Himiko e Alessandro Severo in un mosaico romano del III secolo (realizzata con Bing Image Creator)

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Perchè No? commenta:

Molto divertente, con la dovuta sospensione di incredulità. Solo sapere come tale lettera sarebbe arrivata nelle mani del "Sol Calante" sarebbe roba degna di un romanzo d'avventura alla Valerio Massimo Manfredi!

Ma avrei una proposta: al posto di Himiko si dovrebbe usare Jingû.

Himiko è una regina storica (anche se non sappiamo molto di lei), ma era solo la regina di un piccolo regno, probabilmente su una porzione del Kyushu (un piccolo regno, ma noto in Cina). Non era l'imperatrice del Sol Levante.

Al posto suo abbiamo l'imperatrice Jingû. Lei sì è totalmente mitica, al punto di essere stata ritirata dalla lista ufficiale dei sovrani all'epoca Meiji. Infatti Jungû è probabilmente la versione mitizzata di Himiko, mescolata con tratti di diverse imperatrici posteriori, sopratutto Suiko. Perché scegliere Jingû?

1- Lei era imperatrice (sale al trono alla morte del marito per preservarlo per il bene di suo figlio, il futuro imperatore Ôjin, lui stesso divinizzato poi come dio della guerra Hachiman).
2- Lei ha vissuto (secondo la ricostruzione mitica) alla stessa epoca di Alessandro Severo, benché il suo regno sia durato 60 anni e sarebbe vissuta fino a 100 anni.
3- Lei avrebbe conquistato vasti territori in Corea (sempre secondo il mito, poi usato nel XX secolo per dimostrare i diritti del Giappone sulla Corea).

Punti deboli :
Benché mitica (sarebbe rimasta incinta per anni per proteggere il figlio postumo di suo marito), non ha i poteri magici legati al personaggio di Himiko, vera regina-profetessa.

Nello stesso momento la Cina vede un cambiamento epocale con la fine della prestigiosa dinastia Han nel 220 d.C. Il paese cade in una lunga guerra civile che sfocerà nella divisione del famoso periodo dei Tre Regni (Wei/Wu/Shu). Potrebbe essere il momento buono per immaginare una minaccia esterna contro la Cina divisa.

In questo "romanzo" poi si potrebbero usare le scoperte recenti di monete romane del III secolo d.C. in diverse tombe di Okinawa (non un contatto diretto, ma comunque si può sfruttarlo). Si potrebbe anche sfruttare il personaggio di Maes Titiano, mercante romano della Macedonia che sarebbe arrivato fino in Cina) o un suo discendente per conservare il III secolo d.C. Cosa ne dite?

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Paolo Maltagliati annuisce:

Su Jingu in effetti ho scritto un luuuuuungo pezzo della Magellania, stele di Gwanggaeto compresa...

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aNoNimo invece aggiunge di suo:

Io propongo che tale lettera sia stata spedita in un mondo come questo, che poi praticamente coincide con quello del Canale di Augusto:

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Questo invece è il contributo di feder:

Vi propongo la visione di questo filmato. Secondo me la possibilità per una liburna o una triremi di valicare con successo l'Atlantico è fantascientifica e sulla stessa riga si collocano tutte le prove indiziarie citate nel video, dai cosiddetti reperti 'inspiegabili' ritrovati nel Nuovo Mondo ai benvoluti ananas o pappagalli nei mosaici. Ma questi sedicenti esperti non hanno mai visto un mosaico raffigurante Mitra o il Sole invitto? E dovremmo forse credere che gli antichi fossero privi di simboli o fantasia? Per non parlare delle citazioni di Plinio (notariamente collezionista di miracoli e mirabilia da tutto il mondo) e Colombo (gran bugiardo)! Bah. Mi va comunque di condividere con voi il video che ho visto a riguardo, non solo perché è ben realizzato, ma anche perché il dibattito che può scaturirne è oltremodo interessante. Anche se, si torna sempre al solito discorso: perché, se davvero i romani ci fossero arrivati, perché non ne abbiamo avuto notizia da loro stessi? Non si tratta mica di una cosa da poco, o di un segreto da mantenere... Credo purtroppo che il sogno di un impero transoceanico resterà confinato alle nostre ucronie...

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Lord Wilmore gli replica:

Sono d'accordo con te, feder. Anche le navi cartaginesi (i Romani, combattenti di terraferma, si fecero la flotta "copiando" una nave punica arenatasi sulle coste italiane) erano di piccolo cabotaggio, cioè navigavano senza perdere di vista la costa. L'unico popolo dell'antichità che, per quanto ne sappiamo, osava sfidare il mare aperto erano i minoici, ma la loro civiltà era tramontata 1500 anni prima di Giulio Cesare. Come ben mostrano il mio e il tuo video, i presunti OOPARTs (Out Of Place Artifacts) "romani" e "cartaginesi" trovati sulle coste americane sono smaccatamente falsi, persino le monete romane trovate in Islanda non ce le avevano probabilmente portate i Romani, ma i Normanni (tali monete restarono in uso nel Nord Europa per secoli dopo Romolo Augustolo). Tuttavia, siccome fioriscono romanzi e storie a fumetti in cui Giulio Cesare sottomette il Brasile anzichè la Gallia, evidentemente in tutti noi vive il "rimpianto" che non lo abbiano fatto davvero. E sognare, per fortuna, non costa nulla.

Aggiungerò che, siccome i Romani non avevano armi da fuoco ma portavano con sé cavalli e armi in ferro, sconosciute agli aborigeni (che dalla loro avevano solo il vantaggio di precise cerbottane con cui "soffiare" freccette avvelenate), è presumibile che sarebbe finita come con gli Spagnoli al sud e gli Anglosassoni al nord nell'evo moderno: i "rozzi e incivili barbari" sarebbero stati schiavizzati e messi a coltivare campi di mais o a lavorare nelle miniere. Ma i Romani avrebbero anche portato malattie nuove come il morbillo e la lebbra che avrebbero sterminato i nativi, riducendoli a minoranza nel loro stesso paese a vantaggio dei coloni romani. I nativi in compenso avrebbero ricambiato con la lue, che avrebbe menato strage nei bordelli dell'antica Roma. L'arrivo della patata dall'America avrebbe costituito una notevole risorsa alimentare, ammesso che i Quiriti avessero scoperto che la patata diventa immangiabile se conservata in piena luce (questo fatto ritardò di un secolo l'adozione delle solanacee in Europa). La mia idea è che, una volta caduto l'impero di qua dal mare per colpa di Unni e Germani, la tradizione romana sarebbe proseguita di là dal mare, magari con Cesari insediati in una Nova Roma simile all'antica così come l'antica Città del Messico sembrava una metropoli della Spagna magicamente teletrasportata di là dall'oceano.

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E Perchè No? ci scherza su:

Non dimenticare quelli che sono convinti di un viaggio egiziano in America perché si trova del tabacco sulla mummia di Ramses II (ovviamente gli egittologi del XIX secolo non fumavano mai e avevano un estremo rispetto igienico per tutti i reperti, no?).

Giulio Cesare, sbarcato in America, viene accolto amichevolmente in una città stato Maya (immagine creata con openart.ai)

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E ora, la parola a Dario Carcano:

E se Seiano riuscisse con le sue manovre e macchinazioni politiche a realizzare le proprie ambizioni imperiali? Il piano di Seiano era abbastanza semplice: sposare Claudia Livilla (vedova di Druso Minore e nipote di Tiberio), alla morte di Tiberio ottenere la reggenza dell'Impero per conto del giovanissimo Tiberio Gemello, e poi farsi nominare imperatore assieme al figliastro (o addirittura far sparire nel nulla Tiberio Gemello e governare da solo, creando una nuova dinastia col matrimonio con Claudia Livilla).

Più che sul come questo scenario potrebbe concretizzarsi, volevo fare una riflessione sui cambiamenti che sarebbero innescati nella storia dell'Impero Romano da un simile PoD.
Nella nostra HL la rapida caduta di Seiano fece passare il principio che il prefetto del pretorio, ossia il comandante dei pretoriani, non può accedere direttamente alla porpora imperiale; ma ciò non tolse potere alla guardia pretoriana e al suo comandante, con quest'ultimo che rimarrà una figura potentissima, seppur un passo indietro rispetto all'Imperatore. E questa potenza si vide negli sviluppi della congiura che portò alla morte del successore di Tiberio, Caligola: i pretoriani per la prima volta uccisero un imperatore, e furono loro a scegliere il nuovo imperatore.
Quindi, il prefetto del pretorio non poteva diventare direttamente Imperatore, ma poteva uccidere l'Imperatore e sceglierne uno nuovo.

Se Seiano ascende al potere però si solidificherebbero dei precedenti diversi, ossia che se un Imperatore muore senza eredi, gli succede il Prefetto del pretorio, e in caso di erede minorenne è sempre il comandante dei pretoriani ad assumere la reggenza.
Questo sul lungo termine stabilizzerebbe l'Impero, o lo renderebbe ancora più instabile? Difficile dirlo; da un lato probabilmente si eviterebbero molte guerre civili scaturite dall'estinzione di una dinastia, ma dall'altro il comandante dei pretoriani sarebbe ancor più incoraggiato a cospirare per emulare Seiano, eliminando i potenziali eredi di un imperatore per poi assumere egli stesso la porpora per assenza di alternative.

Voi cosa ne pensate?

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Gli risponde Perchè No?:

Direi che il passo logico sarebbe quello di affidare la prefettura del pretorio solo a un membro vicino della dinastia (più anziano, scafato ma non direttamente in linea, forse cooptato via matrimonio o adozione) e farne in pratica un vice.

Nel caso di Seiano credo che possiamo essere sicuri che una guerra civile sarebbe il risultato più probabile, senza parlare dell'ostilità del Senato e del popolo di Roma (che mi sembra avesse ancora una buona opinione della famiglia imperiale).

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Dario riprende la parola:

Sì, è probabile che la morte alla morte di Tiberio possa scatenarsi la guerra civile, e l'esito dipende molto dall'abilità di Seiano nel giocarsi le proprie carte.
Però, anche qualora Seiano perda, il precedente da lui creato rimarrebbe: il prefetto del Pretorio resterebbe una figura molto forte, de facto un co-imperatore, capace di assumere la porpora in caso di vacanza del trono, oppure di esercitare la reggenza in caso di imperatore minorenne.
Questo vorrebbe dire che la persona che ricoprirà questa carica sarà sempre scelta con grande attenzione: ogni imperatore sceglierà un fedelissimo per ricoprire questa carica, meglio ancora un familiare; tuttavia è anche possibile immaginare che ci saranno periodi più o meno lunghi in cui, per assenza di candidati adatti, la carica di prefetto del Pretorio resterà vacante.

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E Alessio Mammarella fa notare:

Io credo che ci sia un fil rouge che parte dal Prefetto del Pretorio e porta poi al Cesare del Tardo Impero, al Magister Militum del V secolo, al Maestro di Palazzo dei franchi. Credo quindi che se Seiano fosse riuscito a diventare Imperatore avrebbe solo anticipato di qualche tempo coloro che si sono riusciti davvero (Macrino, eliminando Caracalla e Filippo eliminando Gordiano III - non ricordo se ce ne siano stati anche altri) e quindi anticipato l'evoluzione verso quelle altre figure.

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Chiudiamo per ora con la pensata di Generalissimus:

Poniamo il caso che i peggiori imperatori romani della nostra Timeline abbiano tutti una lunga vita. Per esempio, Caligola muore nell'81 d.C., Domiziano nel 116, Commodo nel 222, Eliogabalo nel 272 e chi più ne ha più ne metta. L'Impero Romano incontrerà prima la sua rovina?

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Se volete partecipare alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


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