EFFETTI AVVERSI
Una ricerca pubblicata nel 2012 relativa all'utilizzo dell'omeopatia ne ha sottolineato gli effetti avversi indiretti derivanti dall'abbandono delle terapie convenzionali. Il periodo di massima diffusione dell'omeopatia si ebbe durante la seconda metà dell'Ottocento: il primo ospedale omeopatico aprì nel 1832 nella città di Sibiu (Romania), e nei decenni successivi scuole mediche omeopatiche si diffusero in tutta Europa e negli Stati Uniti. Inizialmente l'omeopatia ottenne risultati promettenti rispetto alle pratiche più consolidate, soprattutto perché aveva abbandonato trattamenti nocivi come il salasso, che nella seconda metà del XIX secolo era ancora la terapia più diffusa per tutte le patologie. Man mano però che la medicina scientifica sviluppava un approccio più razionale al trattamento delle malattie, l'omeopatia incominciò a perdere terreno. Negli Stati Uniti, per esempio, nel 1900 esistevano 22 scuole omeopatiche, nel 1923 ne erano rimaste soltanto due, che furono chiuse nel 1950. L'omeopatia conobbe una parziale ripresa alla fine del Novecento, con il generale aumento di interesse nei confronti delle medicine alternative. Oggi l'omeopatia, considerata una pratica medica alternativa o complementare alla medicina scientifica, è modestamente diffusa in molti paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, India). In molti di questi stati, a cominciare dalla Francia, i rimedi omeopatici sono entrati a vario titolo a far parte del prontuario nazionale, finanziati dal sistema sanitario pubblico. Tuttavia il loro insegnamento è scarsamente presente negli ordinamenti delle facoltà di medicina. Tuttavia negli ultimi anni si è registrato nuovamente un calo nell'utilizzo dell'omeopatia: a seguito di ciò in Francia nel 2004 il tasso di rimborso previsto per i rimedi omeopatici è sceso dal 65 % al 35 %; nel Regno Unito nel 2011 si è registrato un calo record nelle vendite di prodotti omeopatici ed anche uno studio statistico effettuato dalla rivista Homeopathy in Norvegia nel 2012 ha evidenziato un significativo calo delle visite presso gli omeopati. Nel 2009 un gruppo di medici inglesi e africani ha scritto una lettera all'Organizzazione mondiale della sanità chiedendo che si pronunciasse in merito alla promozione fatta dalla Society of Homeopaths che proponeva l'omeopatia come terapia alternativa per una serie di malattie potenzialmente mortali, fra cui HIV, tubercolosi, diarrea infantile, malaria e influenza. L'Organizzazione ha risposto dichiarando che non vi è alcuna evidenza clinica riguardo al fatto che l'omeopatia possa curare o prevenire queste malattie e che il suo utilizzo al posto delle terapie convenzionali basate su evidenze scientifiche può far perdere delle vite!