DA UN VECCHIO BAULE, LA SAPIENZA ANTICA

(da "La Nona Campana", ottobre 2003)


Frugando in un vecchio baule é venuto alla luce un fascicolo manoscritto ingiallito, compilato probabilmente nei primi decenni del secolo scorso dal fattore di un possidente lonatese, contenente suggerimenti sui lavori nei campi e nell'orto, sull'allevamento degli animali e sul governo della casa. Eccone una piccola selezione, che forse dirà qualcosa ai navigatori più anziani.

 

La luna e le previsioni del tempo

Quando la luna è piccola e cresce chiamasi nuova; quando e totalmente illuminata si dice piena (anche vecchia o "scema"). La luna piena ritarda lo sviluppo degli animali e dei vegetali e produce forza e semente; la luna nuova attiva la vegetazione, fa crescere in altezza e produce erba e debolezza.

Con la luna vecchia si taglia il bosco, si piantano l'aglio, le cipolle e le patate, si seminano gli spinaci, le insalate, rafano e cerfoglio, le carote e i fiori ed anche fagioli e piselli per semente e, di primavera, l'avena.

Con la luna nuova si seminano piselli e fagioli da mangiare verdi, si falciano l'erba medica, il trifoglio e i prati.

Il vino si travasa con luna piena e vento da nord, affinché rimanga chiaro; travasandolo con luna nuova e vento da mezzogiorno diventerebbe torbido.

Per avere frutto abbondante la vite va potata con la luna piena: si favorisce cosi il ritardo delta vegetazione. Potandola in periodo di luna nuova si provocherebbe un'abbondante ascensione della linfa (verrebbe fatta "piangere"), impoverendo il ceppo di minerali, con danni per la formazione delle radici. I vitelli e i polli sono più robusti se nascono in periodo di luna piena e i galli si possono accapponare più facilmente.

Brinate tardive e venti freddi si registrano in occasione del plenilunio che segue l'equinozio di primavera. Cosi pure i grandi freddi invernali si hanno in coincidenza dei pleniluni. Il calore viene col vento da nord, il freddo col vento da sud.

Quando la luna si rinnova con la pioggia, il bel tempo torna dopo tre giorni. Quando in primavera la luna nuova dirige le sue corna verso il cielo, il fieno sarà caro perché la stagione sarà secca. Il cattivo tempo, la pioggia e le burrasche succedono ordinariamente al tramonto lunare. Le condizioni meteorologiche che si determinano durante la fase della luna piena persistono sino alla fine delta lunazione.

Vitelli

Il miglior sistema per allevare i vitelli è quello di somministrare loro farina di granoturco, in aggiunta al latte: 250 grammi al giorno dalla fine del primo mese di vita, aumentandone man mano la quantità fino a un chilogrammo. Nei 75-80 giorni di tempo necessari per allevare un vitello, occorrono all'incirca 580 litri di latte e 24 chili di farina di granoturco.

Maiali

Per migliorare il lardo, nei 15-20 giorni precedenti la macellazione occorre somministrare ai maiali crusca di frumento, di fagioli e soprattutto di piselli, aumentando il numero dei pasti. É indispensabile anche tenerli al caldo e in luoghi puliti, cambiando di frequente la lettiera.

Uova

D'inverno, per fare produrre molte uova alle galline occorre "incalcinare" le granaglie. Si fanno scaldare 12 litri di acqua, sciogliendovi un chilogrammo di calce viva. Vi si immergono i grani e si mescolano, fintanto che ne siano imbevuti. Indi si fanno essiccare e si danno da mangiare alle galline.

Uova da bere

Per evitare che da un uovo da bere screpolato esca l'albume, basta passare leggermente le fenditure con succo di limone.

Per conservare il latte

Fare bollire il latte, aggiungendo un cucchiaino di zucchero per ogni litro. Si conserverà per più giorni, anche al caldo.

Per conservare le patate

Per conservare i "pomi di terra", occorre metterli nell'acqua calda e poi asciugarli per bene; si possono anche porre in un forno caldo, badando che la pelle non si screpoli. In alternativa, si possono collocare in un tino, ricoprendoli per 12 ore con calce spenta; quindi si tolgono, si lavano e si fanno asciugare al sole. In tal modo le patate non germoglieranno più e si potranno conservare a lungo.

Per conservare i pomodori

Far sciogliere in acqua tanto sale finché un uovo riesca a galleggiarvi. Versare l'acqua salata in un vaso verniciato e riporvi i pomodori interi, ponendo al di sopra di essi un piatto di coccio per mantenerli sott'acqua. Si conserveranno anche per un anno.

Altro metodo. Per conservarli freschi, si colgono i pomodori maturi col picciolo, lasciandoli mezza giornata al sole. Indi si pongono in un recipiente, ricoprendoli a freddo con una miscela di 8 parti di acqua, 1 parte di aceto e 1 parte di sale comune e con un velo d'olio. Vanno riposti in locali ove non gela.

Aceto

Quando il vino prende lo spunto nella botte, se ne toglie 1/3 e si pone in una caldaia di rame ben ottonata (o in un vaso di terracotta) e si riscalda a 45° centigradi. Indi si rimette il vino nella botte, che si lascia aperta. Dopo uno o due mesi il vino si sarà trasformato in aceto. Per aumentarne la forza si usa il congelamento, oppure, meglio ancora, l'acido acetico (al 7%).

Lumache

Per catturarle occorre stendere del grasso o del burro rancido su foglie di cavolo, ponendole verso sera nel luogo ove si trovano le lumache. Al mattino le foglie saranno piene di lumache, che si uccideranno mettendole a bagno nel petrolio.

Insetti

Per distruggere gli insetti nelle aiuole occorre asportare il terreno fino a una profondità di 20 centimetri, porre uno strato di fuliggine di circa 3 centimetri, poi ricoprire l'aiuola con la terra tolta in precedenza.

Per eliminare i lombrichi dai vasi di fiori

Versa acqua in una bottiglia per 2/3 e aggiungi della canfora a pezzetti. Indi versa l'acqua sulla terra dei vasi, avendo l'accortezza di farla prima passare in un setaccio per togliere eventuali frammenti di canfora (farebbero morire le piante).

Peschi

Per guarire le piante di pesco dal "male della gomma" (accartocciamento e caduta delle foglie) occorre aspergere leggermente la pianta e le foglie con acqua pura, indi va solforata, ponendo al piede delle piante del carbone di legna finemente sminuzzato.

Rami fruttiferi

Per completare le spalliere si fa un'incisione dei rami a 18-20 cm dal ramo principale: in detto intervallo si avranno nuovi getti.

Per la pulizia delta casa

Gli utensili da cucina di legno bianco si puliscono con la sabbia; le ceste di vimini prima si spazzolano con acqua saponata calda e poi si risciacquano con acqua fredda salata.

Bucce di limone

Appendendole negli armadi, in sacchetti di tela, allontanano le tignole.

Per distruggere le cimici

Dopo aver chiuso tutte le aperture della camera, fare bollire in una pentola una manciata di foglie di salvia, ruta e timo, una presa di tabacco da fumo e 30 grammi di canfora. Dopo 15 giorni tutte le cimici saranno morte.

Vetri

I vetri si puliscono con acqua nella quale si sono precedentemente poste ortiche verdi a macerare. Indi si ripassano con acqua pura.

Macchie d'olio

Prendi della terra e riducila a pasta con acqua e spirito di vino e ponila sulla macchia; seccandosi, l'olio verrà assorbito. Se l'oggetto non si può inumidire, applica più volte della terra secca.

Ferro e acciaio

Per distinguere il ferro dall'acciaio si fa cadere su di essi una goccia di acido nitrico: si formerà una macchia nera sull'acciaio e nulla sul ferro lavorato.

Per invecchiare l'acquavite

Occorre aggiungere 5 o 6 gocce di ammoniaca per ogni litro di acquavite e agitare il contenitore per alcuni giorni.

E, per finire, una ricetta "cotta"...

Aceto dei 4 ladri

Si prendono le sommità fresche di assenzio maggiore e minore, rosmarino, salvia, menta e ruta, in parti uguali, per un totale di 45 grammi; 60 grammi di fiori di lavanda secchi e 10 grammi di aglio; calamo aromatico, cannella, noce moscata e garofani, in parti uguali, per un totale di 10 grammi; tre litri di aceto fortissimo di vino.

Si lascia macerare al sole per tre giorni, quindi si spreme il tutto con forza in un panno e si filtra con carta.

 

Lonate, 1968: campo di granoturco, una "stazione" delle litanie campestri, un capannone in costruzione. Immagine significativa del passaggio dall'agricoltura all'industria

Lonate, 1968: campo di granoturco, una "stazione" delle litanie campestri, un capannone in costruzione. Immagine significativa del passaggio dall'agricoltura all'industria.

 

COSÌ LONATE IN UN DIZIONARIO DELL'OTTOCENTO

(da "La Nona Campana", maggio 2023)

Nell'Ottocento furono molti gli studiosi e gli editori milanesi che si dedicarono a divulgare notizie storico-artistiche della regione o dell'intera Italia. Fra le altre opere pubblicate in quegli anni, possiamo citare le pagine concernenti Lonate ne "La Grande illustrazione del Lombardo-Veneto" del 1858 di Cesare Cantù e il "Dizionario corografico d'Italia" del 1886. Don Antonio Tagliabue, attento come tanti parroci alla storia locale, nel dicembre del 1949 inserì nella sua Cronaca della parrocchia (pagine 163-166) il testo del 1886 relativo a Lonate, motivando la sua trascrizione con il fatto, purtroppo vero, che "non si trovano in archivio notizie sulla nostra parrocchia". Questo testo, di cui non menzionava l'autore, echeggia il secondo, a volte ripetendone in ordine diverso frasi intere, ma trascurando qualche dettaglio, forse perché giudicato eccessivo o incredibile. Ecco il testo che voglio farvi leggere:

« La sua chiesa parrocchiale, restaurata nel 1857, è vasta e di bella architettura; ha l'altare maggiore di fini marmi a svariati colori e nell'abside conserva ancora pregevoli affreschi con ricchi ornamenti fatti in parte nel secolo XVI, ín parte dopo, ma guastati nel restauro.

Degna di osservazione è pure la contigua maestosa torre quadrata per le campane, con base, lati, cornici di vivo, non seconda ad altre per altezza, circonferenza ed arditezza di ascensione, sebbene non terminata; nel suo interno àwi poi un'altra torre rotonda di muro, intorno a cui gira la scala da vivo che conduce alla sommità donde godersi una stupenda vista dell'alta e bassa Lombardia.

La vigna ed orto annessa al caseggiato vicino al campanile, ora diretto dominio del collegio Longone di Milano, altre vòlte era la piazza del mercato, circondata da portici; in essa, pochi anni sono, si rinvenne la base di un torrione del castello che, come dicesi, anticamente vi sorgeva. Nel vicino cimitero ossèrvansi buoni dipinti, stati rinfrescati dai fratelli Baroffi di Varese nell'anno 1778 e vi si leggono diverse iscrizioni fra cui due romane scolpite sopra are.

Anche la chiesa sussidiaria di Santa Maria degli Angeli merita di essere visitata, perché disegno di Bramante e per una bella tavola del secolo XVIII. Nel borgo vèggonsi altresì altre belle case, alcune con pitture e colonnati dei soppressi monasteri e vi si distingue il palazzo Patellani, con ricca galleria di quadri e vasto giardino.

Questo luogo è, senza dubbio, di antichissima origine, come lo attestano le lapidi votive e le iscrizioni che ivi furono scoperte. Anticamente era anche assai più considerevole ed aveva maggiore estensione giacché in qualche distanza verso il Ticino furono trovate fondamenta di caseggiati. Che poi fosse anche, fino al secolo XV, un cospicuo borgo viene confermato dagli undici grandi monasteri che vi esistevano, stati soppressi in parte da S. Carlo Borromeo e gli ultimi tre dall'imperatore Giuseppe Il. Prima della costruzione del Naviglio Grande quivi era l'emporio di tutte le merci che trasportàvansi in Lombardia dalla Svizzera, dalla Francia e dalla Germania. Ove ora tròvasi la Madonna delle Grazie sorgevano i magazzini che si estendevano per la campagna; la via che conduce alla piazza della chiesa maggiore conserva ancora il nome di scaricatura delle mercanzie.

Aperto il Naviglio, con la cessazione del commercio di transito venendo allora le mercanzie trasportate per acqua, cessò anche la prosperità di questo paese alla cui rovina concorsero poi la peste e le guerre. Si sa che nel 1138 Lonate apparteneva ai conti di Biandrate. »

 Dati statistici precedevano questo testo. Nel 1886 Lonate, comune in provincia di Milano, circondario di Abbiategrasso, mandamento di Cuggiono, territorio dí 2021 ettari comprese le frazioni, contava 2.870 abitanti nel borgo e 3.093 con le frazioni, aveva 18 elettori politici iscritti nelle liste nel collegio di Cuggiono, un ufficio postale, le scuole elementari pubbliche, la guardia nazionale con 114 militi attivi e 77 di riserva, un luogo pio con reddito annuo di L. 1.522 per elemosine, doti, soccorsi alle vedove povere.

Nell'estratto riportato si leggono elementi delle leggende popolari locali, come la mancata conclusione della torre campanaria, l'antica collocazione del mercato a portici presso il campanile e non in piazza Santa Maria e nella contrada Borgo (oggi via Roma), l'estensione del borgo fino al fiume Ticino. Risulta un po' gonfiata l'importanza commerciale di Lonate prima della costruzione del Naviglio, mentre è del tutto infondata l'attribuzione al celebre Bramante della chiesa di Santa Maria degli Angeli. Il Palazzo Patellani era la parte nobile dell'edificio monastico di Santa Maria, che però nel 1886 era ormai proprietà Sormani. In ogni caso, una rilevantissima testimonianza storica.

 

Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.

 

Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia recente di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


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