Umberto prende in mano la situazione

Questa nuova discussione inizia dalla proposta di MAS, decisamente antitetica rispetto a quella intitolata "25 luglio 1943, ordine del giorno Farinacci":

È noto che Maria José intraprese già nel '42 contatti per favorire il distacco dell'Italia dall'Asse e la sua uscita più o meno indolore dal conflitto. Venne praticamente esiliata dal suocero in Val d'Aosta, quando le sue trame furono scoperte.

Ipotizziamo che Umberto II, vista la situazione, si metta in testa che, seppure sia effettivamente giusto il principio sabaudo per cui in casa Savoia governa uno solo per volta (per cui accettò passivamente l'allontanamento della moglie e, a parte qualche mugugno, seguì il padre nella fuga), nel presente, il Savoia che governa è quello sbagliato (Vittorio Emanuele III), decida di prendere a sua volta contatti coi frondisti (era in ottimi rapporti con Bottai, Grandi e Ciano) e con gli Alleati.

Nel maggio '43 giunge ad un accordo di massima con gli emissari anglo-americani, sulla base di una defenestrazione di Mussolini e di una contemporanea abdicazione di Vittorio Emanuele III; gli Alleati sbarcheranno nel Lazio, nelle ore seguenti e gli italiani proclameranno l'armistizio e dichiareranno guerra alla Germania se questa non accetterà di evacuare l'Italia e di permettere alle forze italiane nei Balcani e in Francia di rientrare pacificamente in Italia.

L'accordo prevede che, in caso di accordo con la Germania, il Nord Italia resterà neutralizzato e gli Alleati non utilizzeranno il territorio della Penisola in funzione anti-tedesca, ritirandosi in Sicilia e Sardegna (pegni della nostra neutralità); in caso contrario gli italiani si schiereranno con gli Alleati, favorendo l'eventuale liberazione della Grecia e della Corsica.

I frondisti sfiduciano Mussolini il 25 luglio 43, e nelle ore seguenti sia il Duce che il Re vengono arrestati dai CC.RR.; Vittorio Emanuele III viene costretto a firmare l'atto d'abdicazione e in serata l'EIAR comunica che Sua Maestà Re e Imperatore ha abdicato in favore del figlio Umberto II di Savoia, e che il Cavalier Benito Mussolini ha rassegnato le dimissioni, sostituito da Ivanoe Bonomi.

Nello stesso comunicato, viene annunziato al popolo italiano che l'Italia ha proclamato unilateralmente l'armistizio con gli Alleati.

Nelle stesse ore viene chiesto all'ambasciatore tedesco di comunicare al suo governo che le forze Tedesche avranno sette giorni per evacuare l'Italia pacificamente e che nel contempo le forze italiane nei Balcani e in Francia si ritireranno in Italia (o in Albania e nel Dodecaneso) entro i confini ante-guerra, l'Italia chiede una risposta entro 24 ore per poter concordare con gli Alleati una tregua nei mari e nei cieli del Mediterraneo per permettere il ridispiegamento delle nostre forze e di quelle tedesche in modo pacifico e senza interdizioni armate; in questo caso gli alleati si sarebbero limitati ad occupare tutta la Sicilia e la Sardegna a garanzia della futura neutralità italiana e la nostra flotta sarebbe rimasta sino alla conclusione della guerra nelle nostre mani sia pure internata nei porti, sotto vigilanza degli Alleati e non sarebbe in nessun caso utilizzata contro i tedeschi.

Vengono dati ordini alle forze armate di bloccare tutti i passi alpini e di reagire ad eventuali attacchi tedeschi sia sul territorio nazionale che nelle zone da noi occupate; parecchie divisioni vengono fatte convergere sul Lazio per difendere Roma da eventuali attacchi germanici; tutte le unità della flotta che si trovano a nord della linea Pescara-Civitavecchia, ricevono l'ordine di salpare immediatamente e di raggiungere i porti a sud di questa linea.

Gli Alleati comunicano la mattina del 26 che, in caso la Germania rispetti le richieste italiane, essi rispetteranno il cessate il fuoco in tutta l'area mediterranea di 7 giorni e che si limiteranno ad occupare la Sardegna e il resto della Sicilia solo a partire dal 2 agosto.

La Germania senza degnarsi di rispondere attacca sistematicamente le nostre forze (sia in Italia che nelle zone occupate), conseguentemente in serata truppe Alleate iniziano a sbarcare nei porti laziali (americani) e nelle isole dell'Egeo e Ionie, per dar manforte agli italiani; il 27 i tedeschi hanno il pressoché totale controllo dei passi alpini ma subiscono degli arresti in Dalmazia, Montenegro e Grecia convincendo gli Alleati a dirottare parte delle loro forze in quelle zone costiere greche e del basso Adriatico.

La situazione tende a stabilizzarsi verso il 15 agosto, con i tedeschi attestati sull'Appennino all'incirca sulla Linea Gotica della nostra Timeline, e in Macedonia sulla linea Salonicco-Scutari; ad esclusione di Creta (dove i tedeschi hanno sopraffatto le nostre scarse guarnigioni nell'est dell'isola, tutte le isole egee e ionie e alcune isole della Dalmazia meridionale sono in mano italo-alleata (l'Italia ha dichiarato guerra alla Germania il mattino del 27 luglio 43), anche Sardegna e Corsica sono restate in mano italiana (le guarnigioni tedesche sono state sconfitte dalle nostre forze senza il concorso degli Alleati).

Nelle mani tedesche sono caduti prigionieri oltre 250.000 militari italiani e solo alcune navi impossibilitate a lasciare i porti (generalmente in riparazione per gravi danni e non riutilizzabili senza lunghi lavori) e grandi quantità di armamenti e mezzi (circa la metà rispetto alla nostra Timeline); il nostro esercito non si è assolutamente sfaldato.

Al Nord Farinacci crea la Repubblica Fascista Italiana (RFI), con scarsissimo seguito, si tratta in effetti di uno stato fantoccio dotato di minor credibilità della RSI della nostra Timeline.

Il 2° fronte europeo diviene quello italo-balcanico e gli sbarchi in Francia non avvengono, la guerra finisce nell'estate del '44 con la caduta di Berlino (14 luglio) e la morte di Hitler (ucciso il 20 luglio 1944 a Rastenburg in un attentato dinamitardo), mentre Francia, Benelux e Scandinavia sono ancora in mano tedesca e i Russi sono ancora impegnati ai limiti del loro territorio nazionale sulla linea Narva-Riga-Varsavia-Iasi.

Il trattato di pace di Londra ci permette di mantenere pressoché inalterati i confini nazionali: cediamo alla Grecia il Dodecaneso, l'Albania ritorna indipendente e cediamo alla Jugoslavia alcuni centri a netta maggioranza slovena (Idria e Postumia), mantenendo Fiume e Zara; l'Etiopia ritorna indipendente, l'Eritrea diviene un condominio italo-etiopico e la Somalia resta italiana; la Libia diviene semi-indipendente sotto gli Idrissidi, sotto il protettorato congiunto italo-britannico; ci vengono poste alcune limitazioni negli armamenti e alcune navi devono essere cedute a Grecia, Jugoslavia e URSS.

Per quanto riguarda gli altri paesi europei, il trattato di pace di Londra del 1947 ha visto le seguenti modifiche territoriali:

> Germania, cede la Prussia orientale a URSS e Polonia, a quest'ultima cede anche alcuni territori in Pomerania e in Alta Slesia;

> URSS, annette i Paesi Baltici, la Bessarabia e la Bucovina (ai danni della Romania), la Carelia e il distretto di Salla e il porto di Petsamo dalla Finlandia (che diventa un paese satellite, occupato militarmente), tutta la Polonia orientale (attuali confini con una modifica a favore polacco nella zona di Leopoli che resta polacca);

> Ungheria, restituisce i territori tolti alla Cecoslovacchia ma non quelli ottenuti dalla Romania;

> Bulgaria, mantiene la Dobrugia meridionale;

> Grecia, annette il Dodecaneso;

> Jugoslavia, come detto annette alcuni comuni di lingua slovena ai danni dell'Italia.

Austria, Ungheria e Cecoslovacchia (Rutenia subcarpatica compresa) si uniscono nella Confederazione Danubiana, un regno federale la cui corona viene assunta dagli Asburgo; nel 1949 al termine della guerra civile Jugoslava, che vede lo sfaldamento di quello stato, anche Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina aderiscono alla Confederazione (creata per fungere da valida barriera contro futuri tentativi tedeschi o, più improbabilmente, italiani, di egemonia nella regione danubiano-balcanica).

In Francia scoppia la guerra civile tra petainisti e gollisti (il paese era ancora sotto mano tedesca al momento della resa e i tedeschi avevano lasciato il tutto nella mano del governo di Vichy), che si conclude nel 1948 con la vittoria dei secondi, alleati con i social-comunisti.

L'occupazione della Germania da parte anglo-americana cessa nel 1949, con la conseguente proclamazione della Repubblica Federale Tedesca.

La Serbia (Repubblica di Jugoslavia) resta sotto il controllo comunista ed entra a far parte della sfera sovietica, unitamente all'Albania dove i comunisti hanno preso il potere sin dal 1945.

L'Europa nel 1949 in questa Timeline

L'Europa nel 1949 in questa Timeline. Legenda: 1 - Regno d'Italia; 2 - Quarta Repubblica Francese; 3 - Repubblica Federale Tedesca; 4 - Regno Unito; 5 - Confederazione Danubiana; 6 - Repubblica Popolare di Polonia; 7 - Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; 8 - Repubblica Popolare di Romania; 9 - Regno di Bulgaria; 10 - Repubblica Federale di Jugoslavia.

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Così replica Never75:

Anch'io in passato ho pensato ad uno sviluppo simile (William Riker l'ha intitolato "L'unico uomo in Casa Savoia", riferendosi ovviamente a Maria Josè). Concordo con le osservazioni di MAS, comunque la linea temporale non sarebbe stata granché diversa dalla "nostra" se non una pace a condizioni migliori ed il mantenimento della monarchia sabauda a fine guerra (non credo ci sarebbe stato un referendum).

Per quanto riguarda le colonie, credo che neppure la Libia l'avremmo mantenuta comunque troppo a lungo. Ormai la stagione degli Imperi coloniali era andata ed obiettivamente, con la situazione nostra disastrosa del dopoguerra, sarebbe stato anche economicamente e militarmente impossibile da mantenere. Più facile un protettorato in Etiopia con magari una sorta di "Commonwealth" in salsa italica tra la Penisola e quasi tutte le ex colonie. Ne sarebbe scaturito un trattato più o meno simile a quello che Berlusconi e Gheddafi hanno stilato nell'agosto 2008, e cioè: aiuti economici, investimenti in infrastrutture a trattato di non-belligeranza in cambio di materie prime (leggasi: petrolio!) ed importazione di beni di lusso ed installazione di fabbriche.

Forse per la Libia la situazione sarebbe stata più positiva. Si sarebbero risparmiati Gheddafi e l'embargo USA, ed i rapporti con l'Italia e gli altri Stati Europei sarebbero stati meno bruschi. Anche per gli italiani in Libia la situazione sarebbe stata migliore: non sarebbero stati espropriati dei propri beni e case ed avrebbero continuato a parlare la nostra lingua (e studiare in Scuole ed Università Italiane) in un bel pezzo d'Africa.

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MAS gli risponde a stretto giro di posta:

Se fossimo stati furbi (cavandocela tutto sommato a buon mercato e con molti meno lutti), ipotizzando comunque una guerra fredda tra URSS e Occidente (con solo Finlandia, Paesi Baltici e Romania nella sfera sovietica), il Regno d'Italia (non ci sarebbe stato alcun referendum) schierato con gli anglo-americani, avrebbe dovuto nella seconda metà degli anni '50 trasformare le colonie in stati indipendenti magari legati attraverso la Comunità Italiana (un Commonwealth in salsa italica).

Il bello sarebbe avvenuto nel 1960 con la Terza Guerra Italo-Etiopica: profittando dell'indipendenza concessa dall'italia il 1 gennaio 1960 (pur restando nella Comunità Italiana e concedendo l'uso di alcune basi alle nostre forze armate), l'Etiopia proclama l'annessione dell'Eritrea (dove oltre il 10% della popolazione è di origine italiana) ed il 20 maggio 1960 ne inizia l'invasione.

L'Italia e l'Eritrea si appellano all'ONU, mentre l'Asmara cade l'8 giugno e truppe italiane sbarcano a Massaua; l'ONU condanna l'Etiopia quale aggressore e dà mandato all'Italia di garantire l'indipendenza eritrea.

Entro fine giugno 35.000 italiani e 5.000 libici (Tripoli è indipendente sin dal '51 ma fedelissimo partner della Comunità Italiana) sbarcano a Massaua respingendo gli attacchi a quel porto strategico (Assab è caduta in mano etiope sin dai primi giorni di guerra); il 1 luglio 1960 la situazione si complica, la neonata Repubblica Federale Somala, indipendente dal giorno precedente, dichiara guerra all'Etiopia sia in osservanza del trattato della Comunità Italiana (di cui fa parte), sia per riprendersi l'Ogaden completamente assegnato all'Etiopia nel trattato di Londra.

Le forze contrapposte vedono in campo:

Etiopi: 250.000 uomini (100.000 in Eritrea, 50.000 al confine somalo e 100.000 di riserva);
Italiani: 45.000 (35.000 in Eritrea e 10.000 in Somalia);
Libici: 5.000 (Eritrea);
Eritrei: 15.000;
Somali: 40.000.

L'Italia non richiede né il sostegno ETO (L'alleanza militare di Inghilterra, Francia, Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Norvegia, Benelux, Islanda, Danimarca, Confederazione Danubiana, Grecia, Turchia, Bulgaria e Polonia) né NATO (ETO più USA e Canada) né dell'ONU, ritenendo che la disputa sia da risolvere privatamente, regolando una volta per tutte i conti coi negussiti.

La guerra si protrae con alterne vicende sino al 1962 quando viene stipulata il trattato di Algeri che riconosce la piena indipendenza dell'Eritrea (che resta nella Comunità Italiana) e concede una lieve rettifica delle frontiere somalo-etiopiche a favore dei primi; la guerra è costata all'Italia quasi 3.000 caduti e altrettanti feriti gravi e mutilati ma ha fortemente rinsaldato i rapporti tra i 4 partner della Comunità Italiana.

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Tocca ora all'amico *Bhrg'howidhHô(n-) commentare con la solita forma interlineare:

MAS:

La Germania senza degnarsi di rispondere attacca sistematicamente le nostre forze (sia in Italia che nelle zone occupate)

*Bhrg'howidhHô(n-):

Ovviamente, ci mancherebbe che chiedesse scusa per il disturbo. Si tratta di un tradimento nel miglior stile delle Signorie quattrocentesche...

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MAS:

Conseguentemente in serata truppe Alleate iniziano a sbarcare nei porti laziali (americani) e nelle isole dell'Egeo e Ionie, per dar manforte agli italiani...

*Bhrg'howidhHô(n-):

Hanno tutti questi uomini?

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MAS:

il 27 i tedeschi hanno il pressoché totale controllo dei passi alpini (...) La situazione tende a stabilizzarsi verso il 15 agosto, con i tedeschi attestati sull'Appennino all'incirca sulla Linea Gotica della nostra Timeline...

*Bhrg'howidhHô(n-):

Perchè così indietro?

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MAS:

(...) anche Sardegna e Corsica sono restate in mano italiana (le guarnigioni tedesche sono state sconfitte dalle nostr eforze senza il concorso degli Alleati...

*Bhrg'howidhHô(n-):

(Domanda vera) Da dove viene la superiorità? Dal territorio?

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MAS:

Nelle mani tedesche sono caduti prigionieri oltre 250.000 militari italiani e solo alcune navi impossibilitate a lasciare i porti (generalmente in riparazione per gravi danni e non riutilizzabili senza lunghi lavori) e grandi quantità di armamenti e mezzi (circa la metà rispetto alla nostra Timeline); il nostro esercito non si è assolutamente sfaldato.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Nonostante la conquista tedesca della Padania?

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MAS:

Al Nord Farinacci crea la Repubblica Fascista Italiana (RFI)

*Bhrg'howidhHô(n-):

Non cambia molto, ma penserei anche a un Commissariato del Reich.

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MAS:

Il 2° fronte europeo diviene quello italo-balcanico e gli sbarchi in Francia non avvengono, la guerra finisce nell'estate del '44 con la caduta di Berlino (14luglio)...

*Bhrg'howidhHô(n-):

di già?

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MAS:

...e la morte di Hitler (ucciso il 20 luglio 1944 a Rastenburg in un attentato dinamitardo)...

*Bhrg'howidhHô(n-):

Beh, allora è troppo facile...

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Ed ecco la risposta altrettanto interlineare di MAS:

*Bhrg'howidhHô(n-):

Ovviamente, ci mancherebbe che chiedesse scusa per il disturbo. Si tratta di un tradimento nel miglior stile delle Signorie quattrocentesche...

MAS:

Il bene supremo della Patria viene prima di qualsiasi trattato (l'ha detto un tedesco, Bismarck, mica un italiano).

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*Bhrg'howidhHô(n-):

Gli Alleati hanno tutti questi uomini?

MAS:

Finita la guerra in Nord Africa (escludendo le forze impegnate in Asia e Oceania e quelle in Sicilia) ne avevano di sicuro parecchie di riserva.

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*Bhrg'howidhHô(n-):

I Tedeschi arretrati lungo l'Appennino, all'incirca sulla Linea Gotica? Perchè così indietro?

MAS:

Perchè in Sicilia non si possono reimbarcare (io neanche a 20 anni mi sarei fatto lo stretto a nuoto e la flotta era nelle ns. mani) e sono facilmente sopraffatti dalle forze Alleate e Italiane; nel Sud non avevano a quel tempo grandi forze; al Nord il ns. esercito non si squaglia come neve al sole e costringe i tedeschi ad un relativamente lento avanzamento; nel centro le ns. forze unite a quelle americane (1 divisione aviotrasportata, un paio di divisioni di marines ed una divisione corazzata) hanno la meglio su quelle tedesche (ricordiamoci che siamo al 25 luglio, non all'8 settembre quando i tedeschi avevano più che triplicato la loro presenza nel Regno).

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*Bhrg'howidhHô(n-):

(Domanda vera) Da dove viene la superiorità italiana? Dal territorio?

MAS:

L'abbiamo fatto storicamente anche nella nostra Timeline; senza alcun aiuto da parte alleata (tranne un certo supporto aereo) abbiamo costretto i tedeschi ad evacuare entrambe le isole.

Nelle mani tedesche sono caduti prigionieri oltre 250.000 militari italiani e solo alcune navi impossibilitate a lasciare i porti (generalmente in riparazione per gravi danni e non riutilizzabili senza lunghi lavori) e grandi quantità di armamenti e mezzi (circa la metà rispetto alla nostra Timeline).

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*Bhrg'howidhHô(n-):

Il nostro esercito non si è assolutamente sfaldato nonostante la conquista tedesca della Padania?

MAS:

Storicamente oltre 650.000 soldati, per lo più nei Balcani e in Francia, meno di 150.000 in Italia (considerando che nella ns. LT i tedeschi giunsero a Bari e si stabilizzarono a Nord di Napoli, non a sud di Rimini).

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*Bhrg'howidhHô(n-):

Al Nord, dove Farinacci crea la Repubblica Fascista Italiana, non cambia molto, ma penserei anche a un Commissariato del Reich.

MAS:

Possibile, ma in ogni caso ebbero sempre un Quisling, in ogni Reichkommissariat.

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*Bhrg'howidhHô(n-):

La guerra finisce nell'estate del 1944 con la caduta di Berlino: di già?

MAS:

Con gli Alleati nei Balcani e alle porte della Padania con 13-14 mesi d'anticipo, aggiungici il sia pur modesto contributo del nostro esercito che non si riduce ad un corpo d'armata di 50-60.000 uomini ma resta pur sempre una forza di 500-600.000 uomini ben equipaggiati dagli anglo-americani.

Nell'autunno del 1943 viene sfondata la linea Gotica (che in questa Timeline non esiste in quanto i tedeschi non hanno il tempo materiale per realizzarla) e viene effettuato uno sbarco in Istria; nella primavera del 1944 gli anglo-americani sono a Vienna e Monaco, a luglio a Berlino. Non devono suddividere le forze tra fronte italiano, Francia del nord e Francia del sud, puntano direttamente al cuore dell'impero nazista.

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*Bhrg'howidhHô(n-):

Se Hitler muore a Rastenburg in un attentato dinamitardo), allora è troppo facile...

MAS:

Cercarono di ammazzarlo anche nella nostra Timeline con gli anglo-americani a Saint Lo e i Russi a Minsk, immaginati con gli Alleati a Berlino e i Russi a pochi chilometri da Varsavia...

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*Bhrg'howidhHô(n-) non fa mancare un nuovo intervento:

MAS:

Il bene supremo della Patria viene prima di qualsiasi trattato (l'ha detto un tedesco, Bismarck, mica un italiano).

*Bhrg'howidhHô(n-):

Visto che peschiamo citazioni dai reciproci schieramenti, in Largo Argentina - non sto a specificare di che Urbe - uno che veniva rimproverato di ostruire la porta di uscita dell'autobus ha enunciato l'epocale aforisma: "te dovevi svejja' pprima"!

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MAS:

Al Nord il nostro esercito non si squaglia come neve al sole e costringe i tedeschi ad un relativamente lento avanzamento; nel centro le nostre forze unite a quelle americane (una divisione aviotrasportata, un paio di divisioni di marines ed una divisione corazzata) hanno la meglio su quelle tedesche (ricordiamoci che siamo al 25 luglio, non all'8 settembre quando i tedeschi avevano più che triplicato la loro presenza nel Regno).

*Bhrg'howidhHô(n-):

Certo con forze triplicate - quando è possibile - è sempre meglio, ma la Vostra resistenza non è un po' troppo forte in confronto a quella opposta dai Polacchi, Francesi, Jugoslavi, Greci ecc.? In quei casi non c'era neanche una precedente presenza, sia pur parziale, sul territorio. Se è effetto degli Angloamericani, allora sono strabiliantemente veloci (a compenso dell'insolita lentezza germanica).

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MAS:

In ogni caso i nazisti ebbero sempre un Quisling, in ogni Reichkommissariat.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Certo, Farinacci va benissimo per quanto riguarda la scelta di referenti locali; intendevo sostituire la RFI con annessioni dirette di tutta l'area (non solo Alpenvorland e Küstenland)

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MAS:

Con gli Alleati nei Balcani e alle porte della Padania con 13-14 mesi d'anticipo, aggiungici il sia pur modesto contributo del nostro esercito che non si riduce ad un corpo d'armata di 50-60.000 uomini ma resta pur sempre una forza di 500-600.000 uomini ben equipaggiati dagli anglo-americani. Nell'autunno del 1943 viene sfondata la linea Gotica (che in questa Timeline non esiste in quanto i tedeschi non hanno il tempo materiale per realizzarla) e viene effettuato uno sbarco in Istria; nella primavera del 1944 gli anglo-americani sono a Vienna e Monaco, a luglio a Berlino. Non devono suddividere le forze tra fronte italiano, Francia del nord e Francia del sud, puntano direttamente al cuore dell'impero nazista.

*Bhrg'howidhHô(n-):

Mi sembra che la resistenza germanica si squagli troppo velocemente; la strada dal Lazio e dall'Egeo a Berlino è più lunga che dalla Normandia e da Tolone (rispettivamente).

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MAS:

Il Führer cercarono di ammazzarlo anche nella nostra Timeline con gli anglo-americani a Saint Lo e i Russi a Minsk, immaginati con gli Alleati a Berlino e i Russi a pochi chilometri da Varsavia...

*Bhrg'howidhHô(n-):

Allora, se è - come effettivamente probabile - effetto della sconfitta imminente, non serve ad accelerare i tempi (non è più un POD, è un effetto che non contribuisce, visto che, col Nemico in Berlino, nel giro di pochi giorni ci si attenderebbe comunque la morte di Hitler).

In ogni caso, le ultime due osservazioni si risolvono in dettagli di tempo; tra luglio 1944 e maggio 1945 si tratta di dieci mesi, che in confronto ai tempi del Reich Millenario sono bruscolini. Alla questione delle annessioni dirette sono più interessato, perché - a parte appunto Alpenvorland e Küstenland - le aspirazioni su territorî a Sud delle Alpi sono state sorprendentemente modiche e rare in entambi i Conflitti Mondiali.

Motivo di forte preoccupazione è invece la quantità di vittime della guerra totale (non più 'solo' civile) che si sarebbe scatenata lungo lo spostamento del fronte (due volte - Nord-'Sud' e 'Sud'-Nord - invece di una).

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Questo invece è il suggerimento di Enrico Pellerito:

Ammetto, non me ne vogliano coloro che hanno in simpatia l'istituto monarchico, che per come casa Savoia si espresse in atti, fatti e parole, non poteva esserci sviluppo degli eventi diverso da quanto si è poi concretizzato nella nostra realtà.
Nella fattispecie Umberto II non riuscì a realizzare quanto aveva in mente riguardo la difesa della capitale e sull'assumersene la responsabilità (cosa che ritengo abbia veramente desiderato), sia perché succube nei confronti di entrambi i genitori (a ragione dell'educazione che gli era stata impartita), sia per il suo forte senso di rispetto delle gerarchie.
Fra l'altro, non è che re Vittorio avesse molta stima per le doti del figlio nella veste di futuribile sovrano, ma di ciò avrebbe dovuto incolpare anche (e soprattutto) se stesso.
L'8 settembre 1943 il Principe di Piemonte era subalterno (anche parecchio, proprio psicologicamente parlando) a suo padre non solo in quanto figlio ma anche in quanto suddito e lo era pure gerarchicamente come militare; vero che era un Maresciallo d'Italia (uno degli otto allora in essere!) mentre re Vittorio credo fosse ancora, almeno nominalmente, Primo Maresciallo dell'Impero (nonostante questo fosse di fatto andato a... peripatetiche, con tutto il rispetto per le anzidette) e comunque rappresentava il Capo dello Stato.
Ma Umberto era subordinato anche a coloro che, per incarico, svolgevano funzioni di responsabilità nell'ambito delle Forze Armate e del Governo.
Per cui si trovava in sottordine al maresciallo Badoglio (Presidente del Consiglio dei ministri del Regno), al generale Vittorio Ambrosio (Capo di Stato Maggiore generale) e al generale Mario Roatta (Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito).
Il PoD che si vuole qui ipotizzare è di quelli "caratteriali", cioè quelli meno plausibili. Una cosa è una divergenza a seguito di una decisione tecnica, errata oppure giusta ma diversa rispetto alla nostra realtà, oppure quale conseguenza di una contingenza che impedisce il verificarsi di un evento, insomma tutta la sequela di controfattualità ambientali che noi tutti ben conosciamo.
Un cambiamento caratteriale è un po' più paradossale; Umberto non avrebbe mai potuto riuscire nel suo intento, proprio per l'ossequiosa sottomissione all'autorità cui era stato indottrinato sin dall'infanzia.
Che una sua caparbia manifestazione possa dare un qualche cambiamento, non imponendosi ma meritandosi il rispetto per la sua scelta, esigenze politiche e famigliari a prescindere, è un'evidente forzatura.
Ma sappiamo che molti PoD lo sono.
Io avevo ipotizzato un Umberto molto deciso in un momento alternativo diverso: 25 luglio 1943, Hitler la prende male.
In questa ucronia, venendo meno al mio dettato di un unico e solo PoD, ne feci due: uno era rappresentato da una decisione irrazionale di Hitler (ma che con il personaggio in questione ci poteva stare), l'altro (ancillare e conseguente) la richiesta di Umberto di assumere il comando delle forze presenti a Roma a seguito di un attacco tedesco scatenato nel pomeriggio del 4 agosto 1943.
Al Quirinale quel giorno Umberto ci si trovò perché era il compleanno della moglie e in questa alternativa proprio lei riesce a convincere il marito a scegliere di restare e combattere.
Stante il quadro dell'ipotetico 4 agosto rispetto alla situazione dell'8 settembre, la possibilità che a Roma si reagisca contro un'azione tedesca e i Savoia ne escano un po' più a testa alta, mi sembra un tantino meglio congeniale.
Altra ipotesi controfattuale (che non mi ricordo sia stata fatta, almeno nel nostro "cenacolo"): e se durante la fuga verso Pescara si fosse verificata la cattura del convoglio reale da parte dei Tedeschi?
Diciamo che Re, Regina e Principe ereditario vengono fatti prigionieri (Badoglio ci lascia le penne dopo qualche ora, perché arriva l'ordine di fucilarlo).
I reali vengono trasferiti in tre differenti lager e patiranno, così come Mafalda di Savoia, stenti e angherie (tanto per usare degli eufemismi).
Se alla fine della guerra in Europa Umberto è sopravvissuto (suo padre non credo ce l'avrebbe fatta) l'immagine di un Savoia scheletrico non avrebbe poi cambiato le cose, dato che la cattura era avvenuta a seguito della fuga, ma se invece l'arresto si verifica in concomitanza di un attacco proditorio, senza che vi sia stata la possibilità di allontanarsi in tempo da Roma?
Oppure, un totale stravolgimento: re Vittorio perisce per cause naturali tre anni prima e Umberto diventa Re e, in quanto tale, da subito reagirà al momento dell'armistizio?
O ancora, Umberto decide di prolungare la sua permanenza ad Anagni e la notizia dell'armistizio l'apprende come tutti alle 19.42 dalla radio; parte immediatamente per Roma ma strada facendo lui e i suoi accompagnatori di scorta vengono bloccati da elementi della 2ª divisione paracadutisti tedesca.
Preso prigioniero e portato in un lager, stavolta la sua figura emaciata assumerebbe ben altro valore per gli Italiani.

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Anche Francesco Dessolis vuole fornirci il suo commento:

Penso che la conclusione di MAS sarebbe stata possibile, anche se un po' ottimistica...

Penso però che per avere i cambiamenti della sua Timeline non sarebbe bastato l'impegno del solo principe Umberto. In ogni caso, qualunque altra cosa il principe avesse fatto, all'Italia non poteva andare peggio!

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Così osserva il nostro maestro *Bhrg'howidhHô(n-):

L'ottimismo va sempre bene, anzi la storia alternativa è spesso parte integrante di un ragionamento politico ("se (non) facessimo / avessimo fatto così, saremmo..."), il quale a sua volta è una delle caratteristiche dell'intelligenza umana (la capacità di rappresentarsi situazioni non immediatamente percepibili, incluse quelle future, e di scegliere tra alternative possibili).

Naturalmente la decisione umbertina è solo una piccola parte del POD: occorre che le principali Forze dello Stato condividano senza smagliature lo stesso progetto e che gli accordi con le Potenze Angloamericane siano precisamente così ed eseguiti con un'efficienza ai limiti delle possibilità consuete, ma il bello delle discussioni ucroniche è appunto cercare di verificare queste condizioni di verità e, se càpita, confrontarle con le condizioni di altri sviluppi alternativi.

Per quanto riguarda il quadro sovraordinato, nell'ucronia non si legge esplicitamente, ma mi pare di capire che sia: "a quali condizioni lo Stato Italiano sarebbe potuto uscire dalla Seconda Guerra Mondiale in condizioni - soprattutto geopolitiche - migliori di quelle storicamente verificatesi?" (o sbaglio?)

Noto di passaggio che le rappresentazioni ideologiche del 1943 elaborate da un lato dai Partigiani o dai Realisti / Lealisti alla Corona, dall'altro addirittura da alcuni aderenti alla Repubblica Sociale (Albertazzi, forse anche Spadolini) hanno in comune la caratteristica di risentire della tradizione germanofob(ic)a dominante dal 1915 in poi e che a sua volta, attraverso i miti del Risorgimento, si richiamava alle invettive antitedesche guittoniane e petrarchesche dei secoli in cui l'idea oggi vulgata di "Italia" come Nazione è stata costruita (molto a tavolino) e imposta senza compromessi come l'unica Verità.

Detto in altro modo, mi sembra di vedere tutti quei Militari e no che nel 1940-1943 non si sono mai nemmeno posti la domanda sugli obiettivi per cui si trovavano in guerra (potevano credere che fosse solo per il Sûdân e la Tunisia? Malta, la Corsica, Nizza? Nessuno si interrogava sull'Egitto o sul Libano?), mentre dal 25 luglio in poi (per non dire dall'8 settembre) si sono buttati con tutt'altra partecipazione - fino a morire! - nella Guerra Totale contro la Germania...

Quello che mi lascia interdetto è constatare come possano essere potenti le manipolazioni retoriche; a questo punto non mi stupisco che in alcune fasi della Storia ci siano stati volontarî che si offrivano per sacrificî umani...

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Ed ecco un'alternativa proposta da William Riker:

Per rendere meno improbabile questa utopia, partiamo da un presupposto diverso. La principessa Maria Josè di Sassonia-Coburgo-Gotha tentò di negoziare una pace separata con gli Alleati e una resa onorevole per l'Italia attraverso la mediazione di Monsignor Giovanni Battista Montini, Pro-Segretario di Stato Vaticano e futuro Papa Paolo VI, ma il re Vittorio Emanuele III, che la chiamava "quella belga intrigante", la spedì in Svizzera con i suoi figli, con la scusa di metterli al sicuro contro una probabile invasione nazista dell'Italia (ma in realtà per escluderla dalla preparazione del colpo di mano del 25 luglio). Ma che accade se Maria Josè rifiuta e resta a Roma?

Probabilmente ella convince il consorte, l'irresoluto Umberto di Savoia, a non lasciare Roma e a non fuggire a Brindisi con la coda tra le gambe. Presumibilmente Umberto fa una brutta fine e Maria Josè viene internata in un lager nazista come Mafalda di Savoia, ma certamente, che ella sopravviva o no alla guerra, questo fatto conserva un certo prestigio alla monarchia sabauda, e così nel 1946 Vittorio Emanuele III abdicherà a favore del nipote Vittorio Emanuele IV che, essendo minorenne, si troverà sotto la reggenza della madre se è sopravvissuta al lager, oppure del Ministro della Real Casa Falcone Lucifero, fino al 1955. Probabilmente Vittorio Emanuele IV la spunta nel Referendum Istituzionale, soprattutto se gli italiani non vedono in lui il nipote di colui che aprì le porte di Roma ai fascisti, ma il figlio di due vittime del nazifascismo. Come cambia la storia d'Italia?

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La risposta ci viene fornita dallo stesso MAS:

A questa situazione si può giungere attraverso vie differenti.

POD 1: Vittorio Emanuele III muore nel '41 ucciso in un attentato in Albania (sopravvisse miracolosamente nella nostra Timeline); gli succede Umberto II con il beneplacito di Mussolini che, vista la situazione bellica, non ritiene di riunire il Gran Consiglio (il Gran Consiglio del Fascismo aveva il diritto di nominare il successore anche in difformità della Legge Salica).

Umberto II, sin dall'estate del '42, in collaborazione con Maria José inizia dei sondaggi con gli Alleati, con le Forze Armate, con personaggi dell'antifascismo moderato e con fascisti filo-monarchici (in particolare dopo il ribaltone di inizio '43, quando Mussolini esautorò Ciano, Grandi e Bottai).

Nell'autunno '42 invita Mussolini ad intraprendere lo sganciamento dalla Germania essendo palesemente persa la guerra; visto lo scacco di Stalingrado rompe gli indugi, e da una parte invia Castellano in Sicilia a trattare con gli Alleati, dall'altra appoggia il movimento frondista di Grandi. A fine dicembre '42 Mussolini è esautorato e l'armistizio è firmato nelle stesse ore, non essendo ancora stata decisa la formula della Resa Incondizionata (le trattative erano già in corso da mesi, essendo iniziate ben prima della Conferenza di Casablanca).

I tedeschi, che in quel momento avevano truppe in Tunisia ma pressoché nessuno in Italia), occupano solo il Nord del nostro paese; aiutati dagli Alleati, teniamo gran parte delle isole dell'Egeo e della Jonia (solo Creta avrebbe retto isolata in mano ai tedeschi). Le nostre forze in Russia (non ancora annientate) passano sotto controllo sovietico e alla spicciolata rientrano via mare nel '43; la nostra presenza accanto agli Alleati sarà più massiccia (senza il "tutti a casa") e determinante per il prosieguo della guerra.

Saremo trattati quasi come i Francesi Liberi, pur non ottenendo zone d'occupazione in Germania; riconosceremo l'indipendenza di Etiopia e Albania e avremo ceduto solo il Dodecaneso alla Grecia (ma forse). Dietro insistenze di Umberto stesso, nel '46 avviene il referendum istituzionale che vede un grosso successo monarchico (oltre il 60%).

POD 2: Umberto II resta a Roma. Non muore a Porta san Paolo (la nostra resistenza, galvanizzata dalla presenza dell'erede al trono, risulta essere un poco più incisiva): ferito, viene fatto prigioniero dai tedeschi che dopo alcuni giorni lo consegnano a Mussolini; nel dicembre del '43 viene processato a Verona e condannato a morte per fucilazione.

In quelle ore, spinto sia dagli Alleati che dagli italiani, Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio, che viene comunque fucilato dai repubblichini; sotto la Reggenza di Vittorio Emanuele Orlando sino al '48 e di Maria Josè (la nuova costituzione abroga la Legge Salica) da quella data, Vittorio Emanuele IV diviene Re d'Italia.

Il referendum si fa comunque ma viene vinto dalla Monarchia che ottiene il 58% dei voti. Il trattato di pace cambia assai poco anche se Pola resta Italiana e Trieste pure (Linea Morgan con rettifiche a nostro favore).

In tutti e due i casi l'Italia resta una monarchia parlamentare, con una figura del monarca di garante del rispetto delle regole democratiche: nel primo caso, l'antifascismo nel nuovo regno sarà un poco più annacquato non essendoci o quasi la RSI; nel secondo caso l'MSI è ancora più piccolo che nella nostra Timeline e non assorbirà mai i monarchici, che confluiscono con il PLI e la DC senza neppure creare un loro partito.

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E ora, un'ucronia di MattoMatteo che solo apparentemente non c'entra con queste:

Il presidente William McKinley ascolta gli avvertimenti di Giuseppe "Joe" Petrosino, e sopravvive all'attentato di Leon Czolgosz (Buffalo, 6 settembre 1901), riuscendo in tal modo ad arrivare alla fine del suo secondo mandato (1905); per riconoscenza il presidente fornisce a Petrosino e alla sua squadra fondi extra per la loro lotta alla "Mano Nera".
Il presidente successivo, Theodore Roosevelt (1905-1913), lo metterà addirittura a capo del BOI (l'antenato dell'FBI); in questo modo Petrosino sopravvive all'agguato di Palermo del 19 marzo 1909.
Quali conseguenze per l'America e la mafia?

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Gli risponde Tommaso Mazzoni:

Cascioferro è arrestato e spedito a Sing-Sing; niente Pizza Connection, e niente commerci illegali fra Italia ed USA. Mori avrà vita più facile.

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Iacopo Maffi va ancora al di là:

Niente Lucky Luciano, la C.I.A. non decolla e Patton è più lento in Sicilia.

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E Basileus TFT propone:

Oltretutto senza la Mafia a fare da copertura e da testa di ponte viene seguita la linea di Churchill di non usare soldati italiani nelle forze alleate. Non viene creato alcun esercito del sud, il re rimane una sorta di ostaggio dopo l'armistizio. Niente guerra civile italiana, maggiori forze nella RSI e probabile caduta di Hitler prima di Mussolini. Dubbi sul governo della futura repubblica italiana, quasi certamente rimane la monarchia con Umberto II macchietta degli USA.

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Al che Tommaso commenta:

Di sicuro, se gli Americani sono più lenti, magari l'armistizio è negoziato meglio, anche perché agli Alleati la Resistenza in Italia può fare paura.

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Passiamo alla proposta di Enrico Pizzo:

Durante la conferenza di Feltre, Mussolini voleva ottenere da Hitler l'assenso ad un uscita dell'Italia dal conflitto. In pratica il Duce, che è la luce, voleva concludere una pace separata con gli Inglesi, non aveva ben chiaro che più che degli Inglesi era degli Americani che doveva avere paura..., chiedendo in cambio dell'uscita dell'Italia dal conflitto il riconoscimento della neutralità italiana ed il ripristino dell'integrità del territorio nazionale. Mussolini era convinto di poter riuscire a convincere Hitler grazie al fallimento del suo tentativo di convincere l'alleato a concludere una pace separata con l'Unione Sovietica...

Mi sembrano delle basi di partenza deboli, ma chi sono io per dubitare del massimo statista che la terra italica abbia mai prodotto? Ipotizziamo però che Hitler prenda per buone le balordate del suo Galeutier italiano ed accetti l'uscita dell'Italia dal conflitto. Quali sarebbero state le conseguenze sul proseguo della guerra in Europa?

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Replica Tommaso Mazzoni:

È possibile che i Savoia non cadano e che le compensazioni territoriali alla Jugoslavia siano più contenute. Il corso della Guerra Mondiale però sarebbe poco toccato, anche perché noi ci ritiriamo con l'esercito di Grecia e Croazia intatto. Poi, dopo la resa della Germania (se siamo furbi dichiariamo guerra ai Tedeschi al momento opportuno), nessuno ci verrà a rompere i corbelli e dovremmo rinunciare solo alle colonie.

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Anche il grande Enrico Pellerito dice la sua in proposito:

Apprezzo molto la sottile ironia usata dal mio omonimo. Durante l'incontro in oggetto Mussolini, a mio giudizio vero pagliaccesco lazzarone, intendeva ottenere molto, come sempre, e, come sempre, non ottenne nulla.
Non aveva più le capacità militare di dare risposte all'alleato, del tipo quello che secondo lui era stato l'attacco alla Grecia dell'ottobre 1940 a seguito delle iniziative "diplomatiche" tedesche in Romania.
Realmente vorrei capire se una tale insensata azione del Duce contro la Grecia fu dovuta a problemi cerebrali, effetto della sifilide, o si trattasse di un'assoluta insipienza di strategia.
All'incontro a Villa Socchieva o Pagani-Gaggia i tedeschi si presentarono con già il "piano Alarico" bell'e pronto, e riguardo alle pretese trattative diplomatiche da intavolare con i nemici dell'Asse, Hitler si guardò dal rivelare che solo un mese prima, Ribbentrop si trovava a Kirovograd, 15 kilometri al di qua delle linee tedesche, nel tentativo di negoziare con il suo omologo sovietico Molotov un armistizio.
Per cui il quadro della situazione è chiaro; l'incontro non poteva altro che concretizzarsi in un rigoroso rimprovero nei confronti del fallimento della partecipazione italiana al conflitto e niente più.
Ammettendo, comunque, che il folle Führer voglia venire incontro ai desideri del Duce, trovando nella concretizzazione di questi dei vantaggi (?!?) politici e strategici per la Germania, condivido le conclusioni qui presentate che vedono pochi cambiamenti nel conflitto; esso potrebbe solo subire un diverso sviluppo temporale ma si concluderebbe negli esiti per come avvenuto in HL.
A luglio 1943 gli Alleati erano già sbarcati in Sicilia e avrebbero proseguito nella conquista dell'isola prescindendo da unilaterali dichiarazioni di uscita dal conflitto e dai tentativi di trattare un armistizio. Dopo aver acconsentito all'abbandono da parte italiana a proseguire nella lotta , i tedeschi non sarebbero stati più obbligati a schierare truppe in Italia (in quel momento, a parte quelle in Sicilia, non c'era ancora poi molto) ma il ritiro da Grecia, Jugoslavia e Francia delle forze italiane colà stanziate, comporterà, comunque, la necessità per la Germania di riempire il vuoto creatosi.
Se Churchill non riesce a convincere Roosevelt ad invadere i Balcani, buona parte dei reparti alleati presenti nel teatro del Mediterraneo potrebbe essere prima trasferita ed organizzata per l'invasione della Festung Europa, mantenendo, sempre e comunque, una forte aliquota a presidio di quanto occupato sino a quel momento.
I giovamenti dal punto di vista militare mi sembrano addirittura più incisivi per gli Alleati, anche se l'operazione "Overlord" avvenisse sempre nel giugno 1944.
Andando ai cambiamenti per l'Italia, a parte il non immediato ripristino dell'integrità nazionale (Sicilia e arcipelaghi più o meno ancillari in mano alleata), è lecito aspettarsi l'occupazione del Dodecanneso (se non lo fanno i britannici lo farebbero i tedeschi) con conseguente perdita del possesso in favore della Grecia alla fine del conflitto, ma ciò potrebbe, tutto sommato, non obbligare il governo di Roma a pagare danni di guerra ad Atene.
Perdite territoriali lungo il confine orientale non sono probabili, a prescindere dalle richieste che farà Tito ma sia alla nuova Jugoslavia sia all'URSS dovrebbero essere fornite, come accaduto in HL proprio nei confronti dell'URSS, navi militari in conto riparazioni.
Regno Unito e Francia potrebbero limitarsi a spartirsi Libia e Somalia; tutto sommato Parigi lascerebbe intonsi i confini occidentali. Anche qui qualche nave, al di là delle limitazioni imposte all'arsenale bellico italiano, cambierebbe bandiera.
Gli USA si accontenterebbero di restare in Sicilia fino alla fine del conflitto, pretendendo, in caso di restituzione alla sovranità italiana, l'utilizzo "aggratis" delle strutture militari, nel frattempo ripristinate e potenziate, presenti nell'isola.
Resterebbero da saldare i conti con l'Etiopia, che, giustamente, vorrebbe essere risarcita per il conflitto e l'occupazione subiti.
Politicamente l'Italia, pur restando una monarchia e a prescindere da chi è in carica come capo del governo, può restare neutrale ma sarebbe come Spagna e Portogallo uno dei bastioni dell'anticomunismo e dovrà legarsi, anche con pesanti catene, alla nuova realtà globale nata dopo la fine della guerra e alla politica estera americana.
In tutto questo mio ipotetico sviluppo, ho forti dubbi che Mussolini sopravvivrebbe politicamente.

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Riportiamo anche la proposta a quattro mani di Federico Pozzi e Federico Sangalli:

Roma brucia?

Roma come sappiamo fu dichiarata "città aperta" quando i tedeschi la occuparono in seguito all'operazione "Alarico"; in realtà, come ci dicono le molteplici stragi naziste, le torture della prigione di via Tasso, i delitti della banda Koch e molto altro ancora, questa definizione era continuamente violata dalle autorità occupanti. Però in compenso i tedeschi non pensarono mai di fare a Roma quello che pensarono di fare a Parigi e che fecero a Varsavia e a Budapest, ovvero radere al suolo la città: quando le truppe americane furono troppo vicine, i tedeschi semplicemente sgombrarono la città, anche per intercessione del Papa che non desiderava veder trasformare Roma in un campo di battaglia e, cosa ancora peggiore dal suo punto di vista, c'erano decisamente troppi comunisti nelle fila della resistenza romana!

Ma cosa accade se invece Hitler, per "punire" gli italiani del "tradimento" dell'8 settembre, per ripicca (ricordo che per l'attentato di Via Rasella il Führer pretese da principio che l'intero quartiere venisse raso al suolo) o semplicemente per "estro" del momento, dà ai suoi generali lo stesso ordine che diede a Parigi, fregandosene ovviamente delle prevedibili proteste dell'oramai fantoccio Mussolini ovvero "Radere al suolo la città", compresi Colosseo, Fori Imperiali, tutte le principali chiese e tutto il resto? In questo caso l'insurrezione partigiana diviene obbligatoria, Roma diventa teatro di un'aspra battaglia tra partigiani e nazisti come lo furono tante città d'Italia; Kappler muore sull'isola tiberina, Kesselring ordina di bombardare la città ma la RAF e l'USAF sono superiori e impediscono il misfatto; colpi di artiglieria mancano per poco il Vaticano. Hitler, convinto che esso sia una base fondamentale per i "Banditen", ordina di rapire Pio XII ma il tentativo fallisce.

Il 4 giugno il generale Clark si decide a fare per Roma lo stesso bel gesto che gli americani fecero per Parigi, permettendo che siano gli uomini del Corpo Volontari per la Libertà (praticamente il ricostituito esercito regio) a liberare la città. Umberto II sfila per la città alla testa dei Volontari acclamato dalla folla, poi viene ricevuto in Vaticano dal Papa. Le immagini fanno il giro del mondo, e Vittorio Emanuele III abdica a favore del figlio. L'odio per il tentativo di distruggere Roma e assassinare il Papa porta al crollo della Repubblica di Saló e all'insurrezione generale. I tedeschi decidono di gettare la spugna e si ritirano dall'Italia. Mussolini é catturato a Milano e sottratto a stento al linciaggio da parte della folla grazie all'intervento del CLN. Al termine del conflitto l'odio per i nazifascisti accomuna cattolici e comunisti, la monarchia vince il referendum mentre Mussolini e i suoi gerarchi sono processati per crimini di guerra e condannati a morte; Benito si suicida la notte prima dell'impiccagione. Nel dopoguerra l'Italia è ancora più rispettata e conserva parte dell'Istria, mentre la RSI é considerata come la Francia di Vichy. De Gasperi collabora con Nenni e Togliatti anticipando il compromesso storico.

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Tocca alla geniale Timeline di MAS:

29/09/43, mentre Badoglio firma l'"Armistizio Lungo", Vittorio Emanuele III abdica a favore di Umberto II.

30/09/43, l'Italia dichiara guerra alla Germania, il Re chiede la liberazione del Gen. Messe, al quale viene affidato il ruolo di Capo di Stato Maggiore della Difesa; il generale rientrerà dalla prigionia ed assumerà l'incarico nei giorni seguenti.

13/10/43, Umberto II "accetta" le dimissioni del Mar. Badoglio ed incarica Ivanoe Bonomi di formare un governo; lo stesso giorno vengono tolte per Decreto Reale, tutte le limitazioni alla libertà d'espressione ed alla formazione di partiti.

19/10/43, il governo Bonomi giura nelle mani del Re, è formato dai principali esponenti dei partiti "clandestini" che si stanno ricostituendo. La presenza di Umberto II e di Bonomi permette di migliorare i rapporti con gli americani ed i sovietici (Togliatti ed altri comunisti fanno parte del governo), restano immutati e difficili i rapporti con gli inglesi.
Da un punto di vista militare questi migliori rapporti permettono di dare vita ad un esercito e ad un'aviazione un poco più grandi rispetto alla ns. LT, mentre tutte le navi della RM (Vittorio Veneto ed Italia comprese), vengono riaffidate alla RM.
Dopo la liberazione di Roma, il Re annuncia la sua intenzione di voler prendere il comando delle forze combattenti nel Nord Italia; la reggenza viene affidata a Enriico De Nicola.

12/08/44, Umberto II viene paracadutato a Ranzanico, nei pressi di Bergamo, dove assume il comando del Corpo Volontari della Libertà, il braccio militare della Resistenza, avendo come vice Longo e Parri.
Il famoso proclama Alexander non viene pubblicato; Messe ottiene una maggior partecipazione italiana alla liberazione ed inizia a studiare uno sbarco in Istria (fortemente sostenuto da Churchill)

25/04/45, viene proclamata l'insurrezione generale, mentre nella sede dell'Arcivescovado, Umberto II, Pertini ed altri cercano di convincere Mussolini alla resa: il Duce si consegna al Re (verrà consegnato agli Alleati e processato a Norimberga, assieme al Gen. Roatta, unici italiani in quel processo).

26/04/45, truppe italo-britanniche sbarcano nei pressi di Pola assumendone in giornata il controllo, aiutati dalla maggior propensione dei tedeschi in rotta ad arrendersi agli italobritannici che ai Titini, buona parte dell'Istria meridionale viene occupata dalle ns. forze.

29/04/45, truppe italo-britanniche sbarcano nei pressi di Trieste ed occupano la città ed i dintorni.

06/06/45, in attesa del trattato di pace, gli jugoslavi devono ritirarsi dietro le frontiere prebelliche, Zara ed isole dalmate comprese; tutti i territori (escluso il Trentino-Alto Adige) acquisiti nel 1919 vengono posti dotto amministrazione Alleata (prov. Gorizia, Trieste, Fiume, Pola e Zara); contemporaneamente le truppe italiane devono ritirarsi dietro le linee di confine del 1914 ad eccezione di alcuni comuni della prov. Di Udine (i territori ad Ovest della Linea Wilson, passano sotto amministrazione congiunta franco-britannico-americana, quelli ad Est, passano al controllo sovietico).

16/03/46, Umberto II indice il referendum istituzionale e le elezioni amministrative e per l'Assemblea costituente; informa che, anche in caso di vittoria della Monarchia, se questa non sarà di almeno 5 %, in ogni caso abdicherà a favore del figlio (non voteranno i cittadini delle zone orientali contese dalla Jugoslavia e conseguentemente sotto amministrazione Alleata ed i cittadini non residenti al 16/03/46).

02/06/46, Referendum, istituzionale; la monarchia vince con quasi 10 punti di vantaggio sulla repubblica.

05/09/46, accordo tra il Presidente del Consiglio De Gasperi ed il corrispettivo austriaco, che prevede che Bolzano resti italiana con ampie garanzia per le minoranze germaniche ivi residenti.

16/10/46, vengono eseguite le sentenze del Processo di Norimberga: il terzo giustiziato è Roatta, dopo Keitel; Mussolini per ultimo dopo Seyß-Inquart. I 2 corpi saranno trasportati a Triste e ridotti in cenere nella Risiera di S. Sabba e le loro ceneri, gettate nel torrente Rosandra (Rosandra/Glinščica, fino al ritorno definitivo della zona all'Italia il 15/09/47).

10/02/47, firma del Trattato di Pace a Parigi (i cui effetti partiranno dal 15/09/47): nessuna cessione alla Francia; cessione di Fiume, di parte del Carso, dell'interno dell'Istria, di Zara e delle Isole Dalmate (esclusa Pelagosa) alla Jugoslavia; cessione di Capo Linguetta e dell'Isola di Saseno all'Albania; cessione del Dodecaneso alla Grecia; rinuncia a tutte le Colonie (per le quali si deciderà entro il 1949); alcune limitazioni di carattere militare; ammissione alle Nazioni Unite.

Nel 1949 vengono affidate all'amministrazione fiduciaria italiana, per un periodo non superiore ai 10 anni: Tripolitania (che nel 56, riunificata con Fezzan e Cirenaica, darà vita al Regno di Libia, indipendente), Somalia e, in condominio con l'Etiopia, l'Eritrea.

Nel 1970, a seguito del matrimonio di Vittorio Emanuele con una non nobile e viste le sue non buone condizioni di salute, Umberto II abdica a favore di Amedeo di Savoia-Aosta, che sale al trono come Amedeo I.

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Chiudiamo per ora con la proposta di Gabriele Sampietro:

Marzo 1943. Il Führer viene ucciso mentre sta ripartendo in aereo da Smolensk, dove si è trovato a discutere la strategia da adottare sul fronte orientale. I soldati tedeschi, travestiti da truppe dell'armata rossa, fanno irruzione e lo uccidono, oppure Hitler muore in viaggio aprendo la bottiglia esplosiva. I 'golpisti' prendono il potere e arrestano Himmler, il capo delle SS, Goering, il numero 2 del fuhrer, Goebbels, il ministro della propaganda. Subito dopo essi vengono giustiziati. Himmler è stato costretto a rilasciare una dichiarazione dove ammette i crimini commessi nei lager e ordina alle SS di arrendersi. Agli ebrei nei ghetti vengono restituiti tutti i diritti tolti e vengono rimpatriati e i lager sono smantellati. Auschwitz-Birkenau diventa il campo di prigionia per le SS, sorvegliate giorno e notte. Il presidente del reich diventa Karl Doenitz, ammiraglio, decisamente meno folle e fanatico e il maresciallo Rommel viene nominato capo del governo di transizione. Subito iniziano le trattative di pace a ovest, dove le truppe tedesche iniziano a togliere le norme di occupazione. Churchill e Roosevelt volano a Berlino, dove si decidono i seguenti fatti: la Francia cede l'Alsazia Lorena alla Germania, che guadagna il Lussemburgo. Francia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia vengono abbandonate dalle truppe di occupazione, il nord Africa ha la seguente sorte: la Libia torna indipendente, le colonie francesi, dimostrata la nullità dell'esercito transalpino, diventano tutte indipendenti: la transizione avverrà con l'ausilio inglese, tedesco e italiano. La Grecia viene abbandonata mentre la Jugoslavia continua ad essere occupata, anzi i tedeschi, non più nazisti, sono incoraggiati a reprimere la resistenza comunista di Tito. Il Giappone, cessa tutte le occupazioni tranne la Cina, dove deve combattere contro Mao Zedong. Su consiglio della Germania, Hirohito decide di abbandonare gradualmente il pacifico, mantenendo giusto qualche isola strategica. Tacitamente, Germania, Giappone ed Italia vengono incoraggiate a sferrare un deciso attacco all'Unione Sovietica, priva di qualsiasi supporto e ridotta allo stremo. La Polonia, nel territorio del Governatorato Generale, torna indipendente, così come gli Stati Baltici Uniti e l'Ucraina. Nel luglio 1943 la battaglia di Kursk vede un successo poderoso di tedeschi ed italiani, supportati da spagnoli e portoghesi. Con questa vittoria Mussolini accresce il suo prestigio, dopo aver eliminato le leggi razziali. Intanto, i finlandesi, supportati dalle truppe provenienti da Danimarca, Norvegia e Baltico, occupano Leningrado, infliggendo un durissimo colpo psicologico radendo al suolo la città della rivoluzione. In un discorso del 25 luglio 1943 Rommel e Doenitz chiedono scusa ai polacchi e agli ebrei, oltre ai cittadini degli Stati occupati. I tedeschi promettono ai polacchi che si uniranno ad Ucraina e Bielorussia a guerra finita, in cambio di una collaborazione nel ricollocamento degli ebrei, nella gestione dei campi di prigionia per SS e di una collaborazione nella guerra. Nell'inverno 1943-44 la linea del fronte è circa la stessa del dicembre 1941. Intanto gli scienziati emigrati in America vengono invitati a tornare in Europa per progettare la bomba atomica. Alcuni accettano e si riuniscono a Roma, sotto la guida di Enrico Fermi. Nella primavera del 1944, con i sovietici assediati a Mosca, i giapponesi invadono, senza dichiarare guerra, per avvantaggiarsi, la Kamchatka e, da Vladivostok, con il supporto coreano, a cui è stata promessa l'indipendenza, iniziano a sabotare la Transiberiana. All'inizio del 1945, Stalin vacilla e scappa oltre gli Urali. Mosca cade, assieme a Stalingrado, i tedeschi convincono la Turchia ad entrare in guerra: anche il Caucaso crolla dopo una resistenza disperata. Nella parte asiatica dell'URSS iniziano delle rivolte anticomuniste, supportate da Germania e Giappone. I tedeschi e gli italiani avanzano in Kazakistan e superano gli Urali, con l'armata rossa in rotta nella primavera 1946. Ormai interi reparti si arrendono senza combattere, anzi accogliendo come liberatori gli invasori: ormai hanno realizzato cosa fosse il comunismo reale. I due generali più carismatici, Zhukov e Timoshenko vengono fucilati dai tedeschi. Stalin scappa a Novosibirsk ma ormai i giapponesi si sono presi tutta la Siberia orientale. La bomba atomica viene lanciata su Shanghai e Pechino, Mao viene ucciso e la Cina si arrende: il potere torna a Chiang Kai Shek. Nel 1947 Stalin viene catturato. Trasportato a Berlino viene impiccato, senza processo, con l'accusa di crimini contro l'umanità, come i tedeschi hanno potuto apprendere dagli ucraini e dai prigionieri dei gulag liberati. La Siberia viene inglobata dal Giappone e la Germania occupa la Russia europea. La Polonia si unisce a Bielorussia e Ucraina. Nelle elezioni del 1948 Erwin Rommel diventa presidente della Repubblica Federale e von Stauffenberg primo ministro, esponente del Zentrum (il partito popolare); i nazisti sono il secondo partito, ma memori della guerra, hanno cancellato dai 25 punti le proposte razziste e illiberali, diventano un normale partito di destra. In Italia il fascismo continua ad esistere ma le sorti della guerra, che hanno salvato Mussolini quando iniziavano gli scioperi nel 1943, costringono il duce a reintrodurre la democrazia multipartitica. I fascisti si alternano al governo con i socialisti. La Democrazia Cristiana nel 1953 vince le elezioni e guida il Paese per i 40 anni seguenti, anche perché De Gasperi è riuscito a far passare la sua legge elettorale, vincendo con il 50,1 % dei voti (giusto lo 0,3 in più della realtà). Benito Mussolini muore a 98 anni nel 1981 e viene ricordato come un personaggio controverso. Dopo la fine della guerra siede in Parlamento come senatore e propone riforme sociali per i lavoratori. Il regno continua ad esistere e Umberto II regna fino alla morte, nel 1983. In Germania il processo di Norimberga si tiene lo stesso e vengono impiccate molte SS. Dopo il trattato di pace Germania e Giappone festeggiano ogni anno la vittoria incontrandosi sugli Urali. Dati i diversi interessi di Hirohito e dei tedeschi non c'è nessuna guerra fredda. Gli Stati Uniti sono una potenza ma non diventeranno mai influenti quanto oggi mentre la Russia è cancellata. Niente maccartismo per ovvi motivi. In Europa i principali Stati sono Germania, Italia, Regno Unito e Polonia, mentre Ungheria, Romania e Spagna sono medie potenze. La Francia è amministrata da un esercito internazionale, per sedare qualsiasi tentativo revanscista di uno stato che nel 1919 ha deciso di far scoppiare un'altra guerra. Trockij non è stato ucciso e, con l'aiuto di Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara riuscirà ad imporre un socialismo moderato nel Centro e nel Sud America, già dalla metà degli anni cinquanta. L'Africa ex-francese inizia dei contatti con Germania e Italia per lo sviluppo, cosa che avviene per le colonie inglesi, indipendenti tutte dal 1960. Gandhi riesce ad ottenere l'indipendenza indiana, e con l'ausilio di truppe giapponesi, il Pakistan non si stacca e l'India si candida ad essere il leader asiatico, inoltre Gandhi non viene ucciso. Il Tibet rimane indipendente e il Dalai Lama non deve fuggire in esilio. L'Indocina costituisce un paese unico leader nel sudest asiatico. Niente guerra del Vietnam quindi. L'Unione Europea trova le sue fondamenta nel 1950, quando viene firmato il trattato di Praga tra Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Unione Degli Stati Baltici, Scandinavia, Irlanda, Turchia e Grecia. Il Messico, forte del supporto giapponese, inizia ad attaccare da sud gli USA e si annette il Texas, la California e il New Mexico. Negli anni '50 viene fondato lo stato di Israele. La Wehrmacht ha firmato, nel 1947, a guerra finita, cioè il 15 maggio, quando Stalin è catturato, un trattato con Israele e la Polonia, ai quali fornisce materiale bellico e istruisce sulle strategie. La Russia, dal 1954 è amministrata dall'ONU, dopo la fine dell'occupazione. Dopo cinque anni viene amministrata congiuntamente da Germania e Polonia e tutte le libertà religiose e politiche sono state ristabilite dopo il 1948. L'ONU si è costituita nel 1948, a guerra finita. Sempre nel 1948 Palmiro Togliatti viene avvelenato da un misterioso ingegnere nucleare, che diventa suo amico e la sostituisce con il deuterio, che è un veleno assai efficace. In questo modo il leader carismatico del comunismo italiano viene ucciso in un modo molto più innocuo e la sinistra italiana, già priva delle direttive di Mosca si sposta verso figure come Pertini, o Saragat, che non erano proprio sovietici, mentre il PCI è allo sbando. In Francia, finita l'occupazione, presidente diventa De Gaulle, che però, date delle pressioni internazionali che vogliono una Francia non eccessivamente potente, non impone la Repubblica presidenziale e non riesce ad avere la bomba atomica. Nel Regno Unito si alternano al governo laburisti e conservatori, nel tipico bipolarismo britannico. In Spagna Francisco Franco rimane al comando fino alla sua morte nel 1975, come Salazar in Portogallo fino al 1974 con la Rivoluzione dei garofani. L'Italia investe molto sull'energia nucleare, inoltre, grazie ad una diagnosi precoce Enrico Fermi non muore per un tumore: data la sua presenza, si ricostituisce il gruppo di via Panisperna, dal quale non si è allontanato Ettore Majorana. L'Italia è al top nella fisica. In Jugoslavia i partigiani titini sono stati costretti alla resa, quindi non ci sono episodi come quelli delle foibe. Sono stati giustiziati, a Norimberga, Ante Pavelic e Draza Mihajlovic. Tito può però presentarsi alle elezioni, in un sistema democratico e liberale e arriva secondo in Croazia. La Jugoslavia è così divisa: Carniola alla Germania, Istria, Venezia Giulia, Dalmazia e Albania all'Italia, che ha sottratto alla Francia Corsica, Nizza e Savoia. La parte rimanente di Slovenia e la Croazia sono unite con la Bosnia a maggioranza croata e musulmana. La Serbia è unita alla metà serba della Bosnia. Il Kosovo è uno stato autonomo. La Macedonia fa parte della Bulgaria. La Grecia rimane immutata. La Romania acquisisce Moldavia e Ucraina occidentale. L'Ungheria prende la Transilvania, il Vojvodina, zone di confine con la Croazia e la Transcarpazia. La Cecoslovacchia mantiene Boemia, Moravia e Slovacchia. La Scandinavia rimane tale e quale. La Turchia si prende tutto il Caucaso. In Asia, per forza di cose, le potenze dominanti sono l'India, che acquista le Maldive e lo Sri Lanka, uno stato plurale e liberale guidato saggiamente da Gandhi, che in linea con i suoi principi, lo dichiara neutrale. La Cina è molto indebolita, senza Tibet, indipendente, e senza Manciuria, andata al Giappone, che fucila il 2 ottobre 1949 Mao Zedong, oltre a zone di confine andate alla Mongolia. I tedeschi hanno costituito il Turkestan, uno Stato che comprende tutte le ex RSS della zona, che si prende territori ex cinesi. L'Unione indocinese, la Malesia e l'Indonesia sono dominanti nel Sud Est. L'America latina, dal Messico in giù, è governata da partiti socialisti, che mantengono la democrazia e un sistema pluralistico. Trockij, Che Guevara, Fidel e Raul Castro sono le guide di questi popoli. In Africa si instaura un sistema simile in Congo. Con i contatti con l'Europa, viene assicurato uno sviluppo anche ai Paesi Subsahariani. Ad esempio, vengono nazionalizzate le miniere di metalli preziosi, o di diamanti, viene incentivato il turismo e l'agricoltura nel rispetto dell'ambiente. I partiti con maggior consenso sono quindi quelli interessati all'ecologia. Al Cairo, il primo gennaio 1950 viene costituita la Lega Musulmana, comprendente il nordafrica, il medio oriente, l'Indonesia e l'India. In Israele, l'occupazione della Wehrmacht scongiura le rivolte e le tensioni. Dopo aver verificato la stabilità della regione, nel 1960 Israele e Palestina vengono divisi e diventano indipendenti a pieno titolo. Negli anni '70 le Brigate Rosse subiscono una repressione decisa ma riescono a catturare Aldo Moro. Tuttavia, a seguito di perquisizioni a tappeto, il leader della DC viene trovato. I rapitori vengono impiccati pubblicamente in Piazza del Popolo e le BR subiscono una repressione ancora più dura, stessa cosa per la RAF in Germania. Nella transizione tra Franco e Juan Carlos, l'ETA proclama l'indipendenza dei Paesi Baschi, seguita dalla Catalogna. Sempre in Italia, viene condotta una durissima azione contro le mafie al sud. Nel 1985 vengono catturati, processati e condannati all'ergastolo Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella insieme ai capi di camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita. Per compire queste campagne di annullamento della malavita, la naja è stata allungata a 2 anni e dopo 1 anno i soldati vengono mandati a sud a combattere. In Germania si alternano alla guida del Paese SPD e CDU, che però deve chiedere aiuto a nazisti o popolari. In Polonia-Ucraina Lech Walesa diventa protagonista della vita politica. Negli Stati Uniti avviene la solita alternanza tra democratici e repubblicani, Kennedy viene assassinato nel 1963. Una coalizione internazionale, nel 1978-1979 impedisce a Khomeini di portare a termine la rivoluzione islamica e vengono sedati i conflitti tra Iraq e Iran, impedendo così le crisi del Golfo. Gandhi muore nel 1961 in un'India unita e pacifista, che collabora con i propri ingegneri con l'Italia ed è autosufficiente a livello energetico. Il Giappone, data la presenza all'interno del suo territorio della Siberia, è la prima potenza mondiale, poiché lì ha piazzato varie fabbriche e l'ha letteralmente colonizzata, per quanto possibile. I movimenti femministi degli anni '70 raggiungono un discreto successo, tuttavia in Italia passa la legge sul divorzio ma non quella sull'aborto. Data la cattura dei boss mafiosi, Falcone e Borsellino non vengono uccisi. Nel processo ai mafiosi è stato condannato anche Silvio Berlusconi, che così non può modificare la vita politica italiana. Nel 1992 scoppia Tangentopoli ma Bettino Craxi non riesce a scappare in Tunisia. Nel 1993 non viene introdotto il Mattarellum, poiché va bene la legge elettorale di De Gasperi del 1953. Alle elezioni del 1994 vince una coalizione di centro sinistra perché AN e Lega non hanno un alleato comune e corrono separate. Nel 1992, dopo il trattato di Maastricht, tutta l'Europa fa parte dell'Unione Europea, tranne Svizzera e Russia. I conflitti della ex Jugoslavia si svolgono così: nel 1990 la Slovenia dichiara la sua indipendenza e la Croazia accetta. Nel 1991 la Bosnia serba chiede l'indipendenza e Milosevic fa intervenire l'esercito, anche in Kosovo. L'Italia manda le sue truppe e fa evacuare ai serbi il kosovo mentre la Bosnia serba viene inglobata nella Croazia, dove forma una regione autonoma. A est ci sono piccoli conflitti in Abkazia, Ossezia e Cecenia, mentre il Caucaso, unito, diventa indipendente. L'11 settembre 2001 accade ciò che sappiamo però bin Laden non è ancora stato catturato. Egli condanna duramente l'ISIS per i suoi metodi brutali già dal 2014. Nel 2015 una coalizione internazionale seda il conflitto siriano, imprigiona i combattenti dell'ISIS e arresta Assad. .

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