Italia e Jugoslavia scambiate di posto!

Bandiera ucronuca della Jugoslavia (da Deviantart)

Dopo la proposta di scambio tra Italia e Francia operato da William Riker: nella sua ucronia sui Franchi in Italia, quello tra Islam ed Europa cristiana proposto da Perchè no? e quello tra Francia e Inghilterra nell'ucronia (sempre di Perchè no?) che parla di una morte prematura del Re Sole, ecco la nuova idea di ucronia « simmetrica » avanzata da Dans:

Restando un po' più distopici, e sul filo dello scambio dei paesi, che ne dite di uno scambio Italia-Jugoslavia negli anni '90? Poteva benissimo succedere... aspetto i vostri suggerimenti.

.

Ed ecco la dotta (come sempre) risposta del nostro *Bhrg'howidhHô(n-):

Perbacco, qui si stanno incrociando le ucronie!

È lunga sia per la Seconda Jugoslavia sia per la Prima Repubblica (Italiana).

Per cominciare, dovremmo adattare alla Repubblica Italiana la formula jugoslava titina « Sei Repubbliche, cinque Etnie, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti ed un Partito ». Alcuni adattamenti devono essere un po' spinti, per l'ovvio motivo che la Prima Repubblica non era (non è) a struttura federale (nemmeno pseudofederale):

sei Repubbliche: le cinque Regioni a Statuto Speciale + il resto dello Stato (oppure contare per due le due Province Autonome di Trento e Bolzano?); altrimenti, a grandi linee, le Regioni statistiche = (ex-)Collegi Elettorali per le Europee con lievi adattamenti (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Sicilia, Sardegna);

cinque Etnie: qui è il regno dell'opinabile (per definizione, se l'etnia dipende dalla percezione degli Interessati); di nuovo, alternativa tra le Regioni Autonome e le Regioni statistiche, per cui Sardi e Siciliani in ogni caso, Ladini (+ Friulani?), Arpitani, Tirolesi già esaurirebbero il numero di cinque, senza spazio per ulteriori cinque tra Padani, Veneti, Liguri, Toscani e/o "Italiani";

quattro Lingue: come in Jugoslavia, possono entrare nel conto varietà non computate tra le Repubbliche o le Etnie, quindi, accanto ai sicuri italiano, francese e tedesco, potrebbero entrare in lizza albanese, greco e sloveno o croato (quest'ultimo essenzialmente per il Comune di Montemitro; Acquaviva Collecroce e San Felice Molisano non hanno analoga ufficialità), mentre mi sa che non resta spazio per friulano, ladino, occitanico, sardo, nemmeno catalano...

tre Religioni: accanto al Cattolicesimo ci sarebbe da scegliere se una altra Confessione Cristiana (Ortodossa), l'Ebraismo (per tradizione) o l'Islâm (quale?) per numero;

due Alfabeti: per quanto precede, dovrebbero essere latino e greco.

un Partito: potrebbe essere il Polulivo nato dalla confluenza degli ex-CAF (+ Imprenditori in Politica) con la maggioranza delle due ex-opposizioni (di Destra e di Sinistra).

Fin qui il parallelismo non è molto calzante. Tuttavia, l'essenziale della simmetrizzazione consisterebbe nella successione delle Secessioni e nei tre Conflitti armati. A questo scopo, abbandonerei la rigidità della formula delle sei Repubbliche ecc. e proporrei:

Prima Secessione (quasi indolore, come la Slovenia): Valle d'Aosta e Trentino - Alto Adige (quest'ultima Regione diventa una Confederazione di due Repubbliche, di fatto un po' come il Belgio, con i Ladini nel ruolo dei Tedeschi del Belgio);

Seconda Secessione (con "pulizia etnica", guerra tra Stati e secessioni nella Repubblica secessionista, come in Croazia): Piemonte, Lombardia e Veneto si fondono in un'unica Macroregione, che chiede l'annessione al Friuli - Venezia Giulia con conseguente mantenimento dello Statuto Speciale della Regione Autonoma, che secede (come Valle d'Aosta e Trentino - Alto Adige) organizzandosi in Confederazione a quattro (Friuli - Venezia Giulia a sua volta Federazione a due), riconosciuta da Germania e Austria; nelle cinture suburbane di Milano e Torino sorgono Repubbliche Italiane, di cui l'Italia si assume unilateralmente il Protettorato, intervenendo militarmente. Arretramento padano-veneto, malcontento presso gli Occitani (come in Istria), poi controffensiva con supporto tedesco (e americano?) e confine lungo la linea del Po (a Ovest fino all'Oltrepò Pavese); Liguria, Emilia-Romagna e Toscana si fondono nella Macroregione Etruria-Liguria; col motivo del rifiuto del conflitto di cui al punto precedente, chiedono lo Statuto di Regione Autonoma, non lo ottengono e secedono senza essere riconosciute;

secessione indolore anche per la Sardegna (come per la Macedonia), dove tuttavia dalla contrapposizione tra Unitari (Cagliari) e Federalisti (Sassari) nascono tensioni che portano, fra l'altro, all'autonomia per i Catalani di Alghero (riconosciuta da Cagliari, osteggiata da Sassari, "protetta" dalla Generalitat de Catalunya); Cagliari denuncia l'infiltrazione di terroristi còrsi tra i Federalisti e chiede la protezione della Francia.

Guerra civile e tra Stati confinanti, pulizia etnica e interposizione internazionale (come in Bosnia-Hercegovina): progetti contrapposti di "Repubblica del Nord" (come la Grande Croazia), Toscana inclusa (come nei manifesti della Lega Nord) e di "Seconda Repubblica (scil. Italiana)" dividono la Repubblica di Etruria-Liguria, con secessioni di Repubbliche Italiane in Toscana ed Emilia e intervento dell'Italia a loro protezione. Il conflitto termina con la creazione di una Confederazione a tre Soggetti largamente autonomi (Liguria collegata alla Padania, Toscana generalmente all'Italia). A questo punto ottengono il riconoscimento internazionale l'Arpitania (Valle d'Aosta), il Tirolo-Trentino, la Padania-Venezia, l'Etruria-Liguria, la Sardegna e la Seconda Repubblica Italiana, quest'ultima in forma di Federazione tra Italia e Sicilia.

Nella Seconda Repubblica Italiana, all'interno dell'Italia i Comuni di lingua albanese chiedono di costituire una Regione Autonoma; i Comuni di lingua greca e dai tre comuni tradizionalmente croati del Molise (Montemitro, Acquaviva Collecroce, San Felice Molisano che riassume il nome di San Felice Slavo) chiedono di entrare come Province Autonome nella Regione richiesta dagli Albanesi. La richiesta di costituire Regione (Albano-Slavo-Grecìa) viene accolta, ma senza concessione di Statuto Speciale. Alla Regione fanno domanda di adesione i due Comuni francoprovenzali della Provincia di Foggia (Faeto e Celle San Vito) e il Comune provenzale calabrese di Guardia Piemontese; la domanda viene accolta dalla Regione (con la concessione dell'Autonomia Comunale), ma non dallo Stato. Un numero crescente di Comuni (tra cui Napoli e tutte le Colonie della Magna Graecia) chiede di entrare a far parte della nuova Regione, che rifiuta tutte le domande tranne Tito e Picerno (Potenza) in quanto ex-Colonie galloitaliche (che insieme ai tre Comuni (franco-) provenzali formano la Provincia della Gallia Appenninica) entro la Regione Albano-Slavo-Gallo-Grecìa. Lo Stato interviene a favore dell'accoglimento delle altre richieste di adesione; al rifiuto, dichiara sciolta l'Albano-Slavo-Gallo-Grecìa, suddividendola di nuovo tra Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. L'Albano-Slavo-Gallo-Grecìa dichiara la secessione dall'Italia.

Repressione italiana e intervento dell'Unione Europea. (...) Al termine di un breve conflitto, l'Albano-Slavo-Gallo-Grecìa, accresciuta con alcuni dei Comuni che avevano fatto richiesta di adesione (solo quelli indispensabili alla contiguità territoriale), diventa di fatto un Protettorato Europeo. La denominazione di Seconda Repubblica Italiana viene abbandonata in favore di quella di Federazione Italo-Siciliana. In Sicilia un referendum popolare porta alla secessione dalla Federazione Italo-Siciliana; pochi mesi dopo anche l'Albano-Slavo-Gallo-Grecìa viene riconosciuta da gra parte della Comunità Internazionale come Stato Indipendente.

Ho cercato di simmetrizzare il più possibile per rispondere all'interessante invito. Tengo tuttavia a ribadire la convinzione irenistica che non si tratti dello scenario ucronico più probabile (bensì di una 'deformazione' simmetrizzante). Per lo stesso motivo, sono tuttora dell'idea cui aderivo fin da prima dell'inizio dei conflitti nell'ex-Jugoslavia: la promozione di Kosovo e Vojvodina a repubbliche, la revisione dei confini tra le a questo punto otto Repubbliche in base a quelli tra le Etnie (ormai almeno sei, con gli Albanesi; in realtà di più, se si contano gli Ungheresi e gli Slovacchi di Vojvodina, i Romeni di Serbia, gli Istroromeni, gli Istrioti e soprattutto i Turchi) senza riguardo per la contiguità territoriale, dopodiché riconoscimento formale dell'indipendenza delle otto Repubbliche, da rendere esecutiva in concomitanza con l'adesione all'Unione Europea (onde assicurare i servizî pubblici in assenza di contiguità territoriale) e alla NATO (per prevenire conflitti armati, come il caso greco-turco continua a dimostrare).

Le otto Repubbliche sarebbero state:

Slovenia (praticamente senza modifiche);
Grande Croazia, federazione di Croazia, Slavonia, Hercegovina, Dalmazia e Istria;
Grande Serbia, con le Krajine in Croazia, Slavonia e Bosnia, il Kosovo Settentrionale e parte della Vojvodina;
Montenegro;
Federazione Bosniaco-Muslimana (costituita da varie exclaves, da Bihac' a Sarajevo a Srebrenica al Sangiaccato);
Kosova e Macedonia albanesi (con due Comuni montenegrini albanesi);
Macedonia Slava (anche di nome);
Vojvodina.

Senza il pretesto della tutela delle minoranze (in tale stato sarebbero rimaste soltanto le Etnie senza Repubblica) né della fornitura dei servizî pubblici (garantiti dalle Istituzioni Europee) né della protezione militare (coperta dalla NATO), i conflitti sarebbero stati presumibilmente insabbiati come nella politica italica.

 posteriôrî, credo che siano stati più la conseguenza di intoppi diplomatici e di perdite di controllo che lo svolgimento di un piano, il quale invece prevedeva uno svolgimento incruento, soprattutto istituzionale anche se con ampie concessioni a mobilitazioni propagandistiche, comunque per arrivare a una situazione abbastanza simile a quella attuale (o prossima ventura: l'ingresso di tutte le ex-Repubbliche e Regioni Autonome della Prima Jugoslavia - Vojvodina inclusa - nonché dell'Albania nell'Unione Europea e nella NATO).

Mi rendo conto che, in relazione alla Prima Repubblica Jugoslava, non sono stato altrettanto simmetrizzante, ma credo che la proiezione delle vicende italiane sia in parte quasi banale (Bossi : Tudjman, Fini : Karadzic', nonostante tutto Berlusconi : Milosevic' ecc. ecc.; baso il paragone sui rispettivi elettorati anziché sulle caratteristiche geo-anagrafiche personali) e in ogni caso devo (purtroppo per me) lasciarla a tempi migliori - o, meglio, ad Altri - perché le ucronie riferite a persone sono molto più sottili di quelle riferite a Popoli o Stati, e quindi diventano quanto mai ostiche nel caso che debbano essere oltretutto anche simmetrizzanti...

.

Dans ha voluto precisare i termini della discussione: come ci ha raccontato, ha dovuto passare quattro ore in macchina e, non avendo carta e penna sottomano, ha preso quelli che chiama"appunti mentali", qui proposti come stimolo a nuove idee e integrazioni:

1859: l'Austria mantiene il controllo della Lombardia.

1860: fallisce la spedizione di Garibaldi. L'Italia rimane divisa negli Stati pre-unitari fino alla Prima Guerra Mondiale.

1914: scoppia la Grande Guerra: Francia contro Gran Bretagna per un episodio simile a Fashoda, oppure Francia & Gran Bretagna contro Germania. L'Austria-Ungheria non partecipa alla guerra e resta in piedi. Il Piemonte ne esce vittorioso e riesce ad unificare la Penisola sotto Vittorio Emanuele III di Savoia.

1919: Francesco Ferdinando d'Asburgo adotta per l'Impero una struttura federale a otto: austriaci, cechi, slovacchi, galiziani, ungheresi, romeni, sloveni, croati.

1922: ascesa del Fašizam (Fascismo) in Serbia e Montenegro.

1929: anche il Lazio, fin qui rimasto al Papa, aderisce allo stato unitario; in cambio al Papa restano il Vaticano, le Basiliche Patriarcali e il palazzo di Castelgandolfo.

1934: re Vittorio Emanuele III è assassinato a Marsiglia, gli succede il figlio Umberto II.

1940: scoppia la Seconda Guerra Mondiale: invasione tedesca dell'Italia e sua divisione tra Nord occupato e Sud in mano ad un regime collaborazionista. La Serbia invade l'Albania e la Grecia.

1943: lo sbarco angloamericano in Albania provoca la caduta del Fascismo serbo e l'occupazione della Serbia da parte nazista.

1945: Liberazione dell'Italia, cui segue un regime autoritario filoamericano a partito unico, rappresentato dalla DC che in questa Timeline ha avuto un'evoluzione simile al regime di Salazar. L'Impero Asburgico viene diviso in quattro stati socialisti multinazionali: Austria, Cecoslovacchia, Ungheria, Croazia. Anche Serbia e Montenegro diventano satelliti dell'URSS.

1949: Fanfani compie lo "Strappo da Washington" e sceglie il Non Allineamento assieme all'Egitto di Nasser e all'India di Nehru.

1980: dopo la morte di Aldo Moro, capo carismatico della DC fin dal Dopoguerra, inizia il crollo economico e politico dello stato.

1986: l'Italia aderisce alla Comunità Europea.

1989: crollo del Muro di Berlino: Croazia, Serbia e Montenegro si liberano dei rispettivi regimi comunisti.

1990: unificazione di Croazia, Serbia e Montenegro nella Repubblica di Jugoslavia, filoamericana.

1991: scoppiano le guerre di secessione post-unitarie: Lombardia e Triveneto secedono per prime, poi si staccano traumaticamente anche il Piemonte e il Sud.

1995: adesione della Jugoslavia all'Unione Europea.

1999: la Jugoslavia adotta l'euro.

2003: il presidente del consiglio jugoslavo Slobodan Milosevic, alleato di ferro degli USA, appoggia il presidente americano Bush nella sua invasione dell'Iraq.

2004: Lombardia, Piemonte e Triveneto aderiscono all'Unione Europea.

2008: gli Albanesi del Molise secedono da ciò che resta del governo di Roma, venendo riconosciuti da molti paesi, tra cui USA, Gran Bretagna, Francia, Germania ed Jugoslavia. La secessione innesca la crisi georgiana con l'indipendenza anche di Abkhazia e Sud Ossezia, riconosciute solo dalla Russia.

.

Naturalmente non poteva mancare il contributo del nostro maestro *Bhrg'howidhHô(n-):

Voglio avanzare una proposta alternativa per il lato jugoslavo della simmetrizzazione:

1) come il Piemonte opera la massima parte delle guerre di conquista nel 1859-1870, si può immaginare una Serbia che, una volta divenuta del tutto indipendente dall'Impero Ottomano, con il costante e decisivo appoggio russo (eventualmente al prezzo di sostanziali rinunce in Macedonia - con Plebisciti di tipo nizzardo - a beneficio della Grande Bulgaria), si annette nel giro di cinque guerre buona parte del bacino orientale dell'Adriatico e dei territorî interposti (a grandi linee, Albania, Sangiaccato di Novi Pazar, Bosnia, Hercegovina, Dalmazia ex-asbrugica ex-veneziana e tutti i Confini Militari ungheresi in Slavonia e Croazia, forse anche la Vojvodina o parte occidentale del Banato) e riduce il Montenegro a Protettorato.

2) dopo aver fatto parte di una Triplice Alleanza con gli Imperi Centro-Europei e aver cambiato fronte un anno dopo l'inizio della Guerra tra questi ultimi e la Russia, al termine del Conflitto Europeo ottiene le "Terre Irrendente" di Croazia-Slavonia (residue) - con Fiume - e Slovenia (fino alla Carinzia e al Burgenland), inclusa tutta l'Istria e, con un colpo di mano 'dannunziano' pochi anni dopo, Trieste.

3) restano tuttavia frustrate le mire su Tarvisio, Pontebba, la Val Resia, Gorizia e sui Croati del Molise (tutti territorî assegnati al neocostituito Regno d'Italia), ciò che alimenta la tesi di una "Vittoria mutilata" e un brusco allontanamento dalla Russia, da cui consegue la riemersione di rivendicazioni antibulgare in Macedonia.

4) alleanza autoritaria con la Germania Nazionalsocialista; opzione per il Reich da parte dei Tedeschi di Carinzia e Burgenland dopo lo Anschlusz dell'Austria alla Germania.

5) spartizione dell'Italia da parte della Germania, della Jugoslavia e dei loro Alleati; soddisfazione di quasi tutte le rivendicazioni territoriali, restaurazione del Lombardo-Veneto (ingrandito del Piemonte, degli ex-Ducati Padani e della Toscana) con un Monarca Serbo ma controllato da milizie filonaziste, mentre il Centro della Penisola è direttamente amministrato dalle Autorità Tedesche di Occupazione.

6) nuovo cambiamento di fronte (nello stile 25. luglio / 8. settembre) da parte di Belgrado; occupazione tedesca, fuga della Monarchia, costituzione di una Repubblica Sociale Illirica R.S.I., detta anche "Repubblica di Knin", con centri amministrativi nelle località presso i laghi nelle Krajine tra Croazia, Dalmazia e Bosnia.

7) nel Secondo Dopoguerra, protettorato de factô e installazione di grandi Basi militari da parte della Superpotenza occupante (Unione Sovietica), proclamazione della Repubblica dopo Referendum discusso, egemonia pluridecennale da parte del Partito Socialista e Partito Comunista unificati e dei loro Alleati (Radicali, Partito dei Contadini ecc.), mentre l'opposizione è dominata dal Partito Democratico Cristiano che raccoglie Cattolici e Ortodossi ed è affiancato da Movimenti di ispirazione Musulmana.

8) Terrorismo di matrice sedicente "Religiosa"; Compromesso Storico; Pentapartito, Corruzione, Secessionismo dopo il ritiro sovietico, Neonazionalismo e riabilitazione dell'Autoritarismo del periodo tra le due Guerre ecc.

.

Ed ecco a voi il nuovo schema complessivo proposto dall'amico Dans:

.

1) JUGOSLAVIA ASBURGICA

ITALIA

 

JUGOSLAVIA

1859: fallimento della 2° guerra d’indipendenza. Dopo l’occupazione di Biella il 7 maggio, il comandante dell’esercito asburgico Gyulai si rifiuta di ripiegare fino al Mincio, e occupa Torino, prima che l’esercito piemontese, riunito a Casale, e quello francese di Napoleone III possano riunirsi.

Con il trattato di Magenta, l’Austria-Ungheria conferma il proprio dominio su Lombardia e Veneto.

 

1860: Garibaldi è arrestato a Talamone su ordine del Granduca, Leopoldo d’Asburgo-Lorena

 

 

 

 

 

L'Italia rimane divisa negli Stati pre-unitari fino alla Prima Guerra Mondiale

 

L’impero ottomano mantiene la Libia e la Rumelia europea

 

1864: guerra dello Schlewig-Holstein; l’Austria non sostiene la Prussia

 

1866: la battaglia di Sadowa si risolve in uno stallo; la Prussia diviene leader della Germania luterana, l’Austria resta egemone di Baviera, Baden e Wurttemberg

 

(1870 nessuna Guerra franco-prussiana)

 

 

 

1914: scoppia la Grande Guerra:

PRUSSIA + PIEMONTE vs FRANCIA

SRB,GR,ROM,BUL vs OTT, A-U

 

- La Prussia attacca il II Impero Francese e giunge all’unificazione tedesca.

- Il Piemonte ottiene plebisciti d’annessione di Emilia, Toscana, Marche e Umbria. I piemontesi occupano Roma, sguarnita dai francesi. Garibaldi compie una spedizione annettendo le Due Sicilie.

Il Papa viene rimosso da Roma. L’Italia garantisce unilateralmente le Guarentigie, che il Papa non accetterà mai formalmente: al Papa restano il Vaticano, le Basiliche Patriarcali e il palazzo di Castelgandolfo.

A fine guerra, il Piemonte ottiene dall’Austria il Lombardo-Veneto come ricompensa per la sua neutralità.

Restano irredente Trento e Trieste.

- L'Austria-Ungheria è alleata della Francia, ma stringe accordi di non belligeranza con Prussia e Piemonte.

 

- La Serbia, assieme alla Bulgaria e alla Grecia, attacca l’Impero Ottomano per occupare la Macedonia e la Rumelia.

Gli Ottomani resistono, con il supporto dei britannici, mentre l’Austria-Ungheria attacca la Serbia alle spalle, occupandola e annettendola a fine guerra.

 

1922: unificazione nazionale tramite regime autoritario dei Savoia:

- standardizzazione linguistica basata sul dialetto fiorentino

- carattere anti-cattolico del fascismo, in opposizione al papa

- repressione delle differenze culturali regionali

- architettura razionalista

 

1919: Francesco Ferdinando d'Asburgo adotta per l'Impero una struttura federale a quattro :

- Austria Cisleitana: tedeschi d’Austria, italiani

- Severoslavia: cechi, slovacchi, galiziani, ruteni

- Ungheria: magiari, romeni

- Jugoslavia: sloveni, croati, bosniaco-musulmani, serbi

 

1940: scoppia la Seconda Guerra Mondiale: invasione tedesca dell'Italia e sua divisione tra Nord occupato e Sud in mano ad un regime collaborazionista.

 

 

1945:

- Liberazione dell'Italia, cui segue un regime autoritario filoamericano a partito unico, rappresentato dalla DC (evoluzione in stile Salazar).

 

- L'Impero Asburgico viene diviso in quattro stati socialisti multinazionali: Austria, Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia. Trentino e Venezia Giulia passano all’Italia. Il SudTirol resta all’Austria.

 

1949: Fanfani compie lo "Strappo da Washington" e sceglie il Non Allineamento assieme all'Egitto di Nasser e all'India di Nehru.

 

 

1980: dopo la morte di Aldo Moro, capo carismatico della DC fin dal Dopoguerra, inizia il crollo economico e politico dello stato.

 

 

1990s: guerre di secessione post-unitarie.

- Secessione del Regno Lombardo-Veneto

- Secessione della Repubblica Socialista dell’Emilia-Romagna

- Secessione della Sardegna

- Secessione del Regno delle Due Sicilie

- Secessione del Granducato di Toscana , golpe e creazione della R.S. di Toscana

- Ritorno del Papa a Roma.

- Il Regno d’Italia si riduce al Piemonte.

(Val d’Aosta/Savoia = Kosovo??)

 

 

.

2) JUGOSLAVIA SERBA

ITALIA

 

1848: l'Austria mantiene il dominio della Lombardia

1860: fallisce la spedizione di Garibaldi

L'Italia rimane divisa negli Stati pre-unitari fino alla Prima Guerra Mondiale

JUGOSLAVIA

La Serbia, una volta divenuta del tutto indipendente dall'Impero Ottomano, con il costante e decisivo appoggio russo (eventualmente al prezzo di sostanziali rinunce in Macedonia - con Plebisciti di tipo nizzardo - a beneficio della Grande Bulgaria), si annette nel giro di cinque guerre buona parte del bacino orientale dell'Adriatico e dei territorî interposti (a grandi linee, Albania, Sangiaccato di Novi Pazar, Bosnia, Hercegovina, Dalmazia ex-asbrugica ex-veneziana e tutti i

Confini Militari ungheresi in Slavonia e Croazia, forse anche la Vojvodina o

parte occidentale del Banato) e riduce il Montenegro a Protettorato

 

GRANDE GUERRA

1914: scoppia la Grande Guerra

(FR-GB-RUS vs GER-AU-OTT)

- Il Piemonte ne esce vittorioso e riesce ad unificare la Penisola sotto Vittorio Emanuele III di Savoia.

Il Papa viene rimosso da Roma. L’Italia garantisce unilateralmente le Guarentigie, che il Papa non accetterà mai formalmente: al Papa restano il Vaticano, le Basiliche Patriarcali e il palazzo di Castelgandolfo.

 

 

1922: unificazione nazionale tramite regime autoritario dei Savoia:

- standardizzazione linguistica basata sul dialetto fiorentino

- carattere anti-cattolico del fascismo, in opposizione al papa

- repressione delle differenze culturali regionali

- architettura razionalista

 

 

- L'Austria-Ungheria non partecipa alla guerra e resta in piedi. Per compensare l’Italia, concede il controllo di Veneto e Friuli

 

- la Serbia, dopo aver fatto parte di una Triplice Alleanza con gli Imperi

Centro-Europei e aver cambiato fronte un anno dopo l'inizio della Guerra tra

questi ultimi e la Russia, al termine del Conflitto Europeo ottiene le

"Terre Irrendente" di Croazia-Slavonia (residue) - con Fiume - e Slovenia

(fino alla Carinzia e al Burgenland), inclusa tutta l'Istria e, con un colpo

di mano 'dannunziano' pochi anni dopo, Trieste. Restano tuttavia frustrate le mire su Tarvisio, Pontebba, la Val

Resia, Gorizia e sui Croati del Molise (tutti territorî assegnati al

neocostituito Regno d'Italia), ciò che alimenta la tesi di una "Vittoria

mutilata" e un brusco allontanamento dalla Russia, da cui consegue la

riemersione di rivendicazioni antibulgare in Macedonia

 

 

SECONDA GUERRA MONDIALE

- spartizione dell'Italia da parte della Germania, della Jugoslavia e

dei loro Alleati; soddisfazione di quasi tutte le rivendicazioni

territoriali, restaurazione del Lombardo-Veneto (ingrandito del Piemonte,degli ex-Ducati Padani e della Toscana) con un Monarca Serbo ma controllato da milizie filonaziste, mentre il Centro della Penisola è direttamente amministrato dalle Autorità Tedesche di Occupazione

 

- Alleanza autoritaria della Jugoslavia con la Germania Nazionalsocialista; opzione per

il Reich da parte dei Tedeschi di Carinzia e Burgenland dopo l’Anschluss

- nuovo cambiamento di fronte da parte di Belgrado; occupazione tedesca, fuga della Monarchia, costituzione di una Repubblica Sociale Illirica R.S.I., detta anche "Repubblica di Knin", con centri amministrativi nelle località presso i laghi nelle Krajine tra Croazia, Dalmazia e Bosnia

1945:

- Liberazione dell'Italia, cui segue un regime autoritario filoamericano a partito unico, rappresentato dalla DC (evoluzione in stile Salazar).

 

- protettorato de factô e installazione di grandi Basi militari da parte della Superpotenza occupante (Unione Sovietica), proclamazione della Repubblica dopo Referendum discusso, egemonia pluridecennale da parte del Partito Socialista e Partito Comunista unificati e dei loro Alleati (Radicali, Partito dei Contadini ecc.), mentre l'opposizione è dominata dal Partito Democratico Cristiano che raccoglie Cattolici e Ortodossi ed è affiancato da Movimenti di ispirazione Musulmana

 

1949: Fanfani compie lo "Strappo da Washington" e sceglie il Non Allineamento assieme all'Egitto di Nasser e all'India di Nehru.

 

1960S-1970S: Terrorismo di matrice sedicente "Religiosa"; Compromesso Storico; Pentapartito, Corruzione,

 

1980: dopo la morte di Aldo Moro, capo carismatico della DC fin dal Dopoguerra, inizia il crollo economico e politico dello stato.

 

 

1990s: guerre di secessione post-unitarie.

- Secessione del Regno Lombardo-Veneto

- Secessione della Repubblica Socialista dell’Emilia-Romagna

- Secessione della Sardegna

- Secessione del Regno delle Due Sicilie

- Secessione del Granducato di Toscana , golpe e creazione della R.S. di Toscana

- Ritorno del Papa a Roma.

- Il Regno d’Italia si riduce al Piemonte.

 

 

1999: Tentativo di pulizia etnica dei Piemontesi contro i Francesi di Val d’Aosta. Intervento franco-tedesco e bombardamento di Torino. Occupazione ONU della Val d’Aosta.

 

2008: proclamazione d’indipendenza della Val d’Aosta.

1990s: Secessionismo dopo il ritiro sovietico, Neonazionalismo e riabilitazione dell'Autoritarismo del periodo tra le due Guerre.

.

Chi vuole contribuire, ci scriva a questo indirizzo.


Giugno 1991: Italia alla riscossa

di MAS

.

Poteva l'Italia approfittare delle turbolenze seguite allo sfasciarsi della federazione jugoslava, per ritornare in possesso dei suoi antichi territori? Ecco la proposta del nostro Webmaster:

Nell'estate del 1991 la Serbia di Milosevic, impegnata in una furibonda guerra contro la Croazia (da pochi mesi indipendente) per il possesso delle Krajne a maggioranza serba e della Slavonia orientale, propone al governo italiano un'alleanza militare in funzione anticroata. Il governo italiano accetta e lancia un ultimatum: o permette agli esuli di Istria e Dalmazia di rientrare in possesso dei beni confiscati da Tito al momento della loro cacciata in seguito al dramma delle Foibe, o sarà la guerra. Il PCI e i movimenti pacifisti, anche di ispirazione cattolica, protestano vivacemente con ampie manifestazioni di piazza, e Giovanni Paolo II lancia un accorato appello per la pace, ma gli USA di George Bush, grati al governo di Roma per il sostegno fornito loro durante la Guerra del Golfo, fanno sapere segretamente al Ministro della Difesa che non si opporranno, ed anzi non faranno mancare all'Italia il proprio sostegno in campo internazionale.

Di conseguenza, scaduto l'ultimatum, navi da guerra italiane sbarcano nei principali porti dell'Istria croata, occupandone le coste. Terrorizzata, la piccola Slovenia si appella all'ONU nel timore di essere invasa a sua volta, e Xavier Perez de Cuellar protesta formalmente contro l'aggressione italiana, ma gli USA mettono il veto ad una risoluzione di condanna, e la Russia di Eltsin non muove un dito per i suoi storici legami con la Serbia ortodossa. Il governo italiano nella persona del suo Ministro degli Esteri, tuttavia, fa sapere al governo sloveno che il suo territorio non sarà invaso se Lubiana abolirà la legge che impedisce agli italiani di rientrare in possesso dei loro beni confiscati nel 1945; così avviene.

Intanto la Croazia deve combattere su due fronti ed è rovinosamente sconfitta: la flotta italiana ha bombardato anche Zadar, Split e Travnik, sulla costa dalmata, ed ha occupato l'isoletta di Pelagosa. Zagabria resta indipendente, ma deve cedere le Krajne alla Bosnia, la Slavonia orientale alla Serbia e l'intera Istria all'Italia. Dubrovnik, cui i serbi aspiravano, resta croata per volontà dell'Italia, mentre Rijeka/Fiume, cui aspirava l'Italia, resta croata per volontà della Serbia; entrambe le nazioni vincitrici infatti sono interessate a far sì che l'altra non stravinca.

Il confine italocroato passa per Opatja/Abbazia; è ripristinata la provincia di Pola, mentre l'Istria orientale torna alla provincia di Trieste, tagliata in due dal territorio sloveno (i cittadini italiani hanno però diritto di transito per raggiungere il territorio istriano). Una legge istituisce la regione autonoma d'Istria e Venezia Giulia con le province di Gorizia, Trieste e Pola (targa PO; Prato deve passare alla targa PM), in cui è in vigore il bilinguismo; i cartelli stradali devono essere scritti in italiano e in croato. Tuttavia l'esodo dei croati dall'Istria è immediato, ne resta solo una piccola minoranza.

Al contrario i discendenti dei profughi italiani tornano nella loro patria. La vittoria della Serbia scoraggia i musulmani bosniaci dal secedere, e la federazione jugoslava sopravvive formata da Serbia, Montenegro, Bosnia e Macedonia; nessuna guerra in Bosnia. Anche Tangentopoli in Italia non scoppia o scoppia più tardi, perchè l'opinione pubblica è distratta dal successo bellico e dall'incamerazione dell'Istria. L'Italia perde però prestigio sul piano internazionale, e viene guardata dalle altre nazioni come disposta a tutto pur di conseguire i suoi scopi: tutto ha un prezzo...

.

Ed ecco invece cosa ne pensa MAS:

L'Italia non aveva bisogno di fare la guerra a Croazia e Slovenia per recuperare il maltolto: bastava applicare il trattato di Osimo, per il quale l'Italia aveva rinunciato alla Zona B di Trieste e a qualsiasi forma di rivendicazione su tutti i territori ceduti nel '47, mentre la Jugoslavia aveva rinunciato a qualsiasi rivendicazione sul famoso confine sul Natisone se non addirittura sul Tagliamento. In cambio di tale reciproca esplicita rinuncia, le due parti si impegnavano a non cedere a terzi i territori oggetto della disputa (in chiara funzione anti-austriaca e più per esteso anti-germanica). Bastava che l'Italia dichiarasse di non riconoscere le due nuove entità statali (Slovenia e Croazia); questo ci chiese segretamente il governo di Belgrado.

Ma ecco una possibile Timeline:

25/06/1991 - Croazia e Slovenia dichiarano unilateralmente la propria indipendenza.

26/06/91 - Il Ministro degli. Esteri italiano De Michelis, dopo aver consultato l'Ambasciatore USA e preavvisato quelli di Francia, Germania e Regno Unito, vola in serata a Belgrado.

27/06/91 - Accordo di Belgrado: l'Italia non riconoscerà le nuove entità statali e porrà il suo veto (determinante) all'interno della CEE, in cambio la Jugoslavia restituirà almeno parte dei territori sottratti nel 1945-47; con effetto immediato, l'ex-territorio B di Trieste viene restituito all'Italia.

In serata entrambi i rami del parlamento italiano ratificano con provvedimento d'urgenza l'accordo di Belgrado (votano a favore DC, MSI, PLI, PRI e PSDI, astenuto il PSI, contrari il PCI e liste minori di Sinistra).

28/06/91 - Alle prime luci dell'alba truppe italiane varcano in più punti la vecchia frontiera.

29/06/91 - Entro sera le nostre truppe raggiungono le frontiere del 1945, occupando Fiume, Pola e sbarcando a Zara.

Tutti gli ex-territori italiani restano sotto il nostro controllo sino agli accordi di Dayton del 1995. Essi prevedono:

a) la ex-zona B di Trieste resta sotto sovranità italiana;

b) la Slovenia annette tutti i territori ex-italiani che facevano parte della vecchia RSF di Slovenia (esclusa la sua parte di zona B di competenza), riconoscendo il totale bilinguismo in tutti questi territori, con ampia autonomia e riconoscendo la lingua italiana come seconda lingua nazionale;

c) la Croazia, oltre a rinunciare alla sua parte di zona B, riconosce l'esistenza della contea autonoma d'Istria e Quarnaro, dove l'italiano è riconosciuto come lingua regionale con eguali diritti rispetto al croato, lo stesso viene esteso a Zara e ad altre località della Dalmazia.

d) Slovenia e Croazia si impegnano a restituire ai profughi tutte le loro proprietà o ad indennizzarli in altro modo, indennizzando anche lo stato italiano per tutti gli edifici pubblici, strade ecc...

.

Ed ora, l'idea di Pietro Cociancich:

1991: all'indomani dell'indipendenza slovena, i comuni di Pirano, Capodistria e Isola chiedono di poter essere annessi all'Italia. A essi fanno eco i comuni croati di Buie, Umago, Cittanova, Verteneglio e Grisignana. Mentre i croati sembrano non accorgersene, impegnati come sono nello scontro coi serbi, la Slovenia reagisce duramente, mandando l'esercito. In Italia, dove il governo Andreotti è fragile e già si sente odore di Tangentopoli, la questione diventa un nuovo tassello da mettere nel muro dell'antipolitica. Il MSI conduce una campagna pressante, la sinistra lo affronta con imbarazzo, Berlusconi fa sapere ai giornali che gli piacerebbe acquistare TeleCapodistria "per salvare la cultura italiana". Come si risolve la questione?

.

Passiamo alla proposta contraria di MorteBianca: la Grande Jugoslavia!

La Jugoslavia assiste al crollo del governo socialista senza frammentarsi immediatamente. La corrente Aperturista infatti prende il potere, avvia le privatizzazioni, elimina le censure, liberalizza la nazione ed indice future elezioni per una nuova Costituente. I numerosi partiti indipendentisti per il momento cercano di mantenere lo status quo in vista della Costituente. Alle elezioni poi tutti i partiti e i rappresentanti delle vari etnie si incontrano a Sarajevo, dove viene redatta la nuova costituzione che prevede un governo democratico e federale con ampie autonomie, suddiviso in 6 Stati Sovrani: Slovenia, Croazia, Bosnia, Macedonia, Montenegro e Serbia. Successivamente il Kosovo, dopo numerose proteste e scioperi riuscirà ad indire un Referendum (tutelato dalla costituzione) per separarsi dalla Serbia e costituire una nazione autonoma nella Federazione. La Bosnia invece verrà dilaniata da numerosi conflitti interni che vedranno tutte le nazioni membro unirsi per fermare gli scontri etnici e limitare i morti.

Alla fine la costituzione Bosniaca viene riformata, sostanzialmente (caso unico al mondo) negli Stati Uniti Jugoslavi uno degli stati membri è diviso a sua volta in tre stati: la Federazione di Bosnia ed Erzegovina (a maggioranza musulmana e croata), la Repubblica di Bosnia ed Erzegovina (A maggioranza serba) e il distretto di Brcko, che è autonomo e fa parte di entrambe al tempo stesso. Le due nazioni condividono moltissime cose (Gli Esteri, la Difesa, l'Esercito, la Moneta e i trattati commerciali e hanno un parlamento "Superiore" oltre che un parlamento inferiore), inoltre sono a loro volta repubbliche federali suddivise in piccoli cantoni con larghe autonomie in cui vengono rispettate le diverse etnie, tanto che si parla di voler esportare il "Modello Bosniaco" anche per la soluzione al conflitto Palestinese.

In origine avevo anzi pensato di far partire l'ucronia non dalla Serbia ma proprio dalla Bosnia, estendendo questo modello agli altri stati che si "aggiungono" alla curiosa repubblica. Il nuovo Presidente Mladen Ivanic (Che ha cominciato la sua carriera come presidente della parte Serba della Bosnia) degli Stati Uniti della Jugoslavia nei suoi discorsi fa riferimenti alle ambizioni irredentiste della Jugoslavia, per la riunificazione di tutte le nazioni slave dei Balcani in una sola potenza. Nei suoi discorsi fa riferimento all'Albania, la Bulgaria, Trieste, parte dell'Austria, della Grecia e della Romania popolate a suo dire da "Slavi Irredenti".

Che dunque ad iniziare il tutto sia la Serbia che "riprende" pezzo a pezzo tutti gli staterelli, o che sia la Bosnia che si allarga creando una nazione multietnica e federalista, o che sia la Jugoslavia post-comunista, alla fine c'è una Jugoslavia unificata che nel 2010 accoglie l'Albania.

Nel 2016 anche la Bulgaria si unisce alla federazione, arrivando quasi a sbilanciarne la demografia essendo una nazione molto grossa e compattata.

Nel frattempo la propaganda irredentista sembra "risvegliare" le coscienze di numerosi slavi, ex slavi, immigrati o discendenti di ex supposti tali che vogliono l'annessione alla Grande Jugoslavia. Il Nord della Grecia (o Macedonia del Sud) fino al Monte Athos è in costante tumulto, lo è anche il litorale Romeno per diversi chilometri, e il Friuli è percorso da manifestazioni orgogliosamente slave che alimentano l'odio dei partiti di estrema destra. Anche l'Austria del Sud ha problemi analoghi.

Alla fine tutte queste regioni torneranno alla madrepatria in modi differenti.

Con l'arrivo al governo della Lega Nord in Italia vengono organizzati dei referendum in Trentino, Valle d'Aosta e Friuli per eventuali annessioni rispettivamente a Francia, Austria e Jugoslavia. Ai fini della nostra ucronia interessa solo il terzo referendum, che vede l'Italia cedere una grossa porzione dell'ex regione, Trieste compresa, alla Jugoslavia. In Grecia con la bancarotta nazionale, fra l'infuriare del conflitto fra socialisti e comunisti contro le elite economiche e le formazioni di estrema destra guidate da alba dorata e le forze del MES che cercano di riappacificare sono proprio gli Slavi ad approfittarne, chiedendo all'Europa di riconoscere la propria indipendenza sancita da un Referendum. Queste "Annessioni" alimentano gli animi, specialmente in Romania dove alla fine il governo concede l'agognata indipendenza, poco dopo farà così anche l'Austria, e per il 2022 la Grande Jugoslavia è rinata.

Ma nel frattempo i partiti conservatori hanno ambizioni "Irredentiste" ancora più grandi, ambendo a riunire tutti i popoli slavi dei Balcani e dell'Europa Orientale.

La Grecia post-crollo ha un governo amichevole verso la Grande Jugoslavia e ne diventa nazione associata e alleata, anche la Romania si aggiunge qualche mese dopo, e seguono a ruota la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Si vorrebbe estendere questa nuova unione anche a Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Ucraina e Bielorussia e poi unirle in una sola, grande Federazione Slava alternativa alla Russia...

.

Bhrihskwobhloukstroy fa notare:

Forse l'occasione più vicina per realizzare l'Unione di tutti gli Slavi sarebbe stata che alla morte di Sigismondo di Lussemburgo (1437) gli succedesse, come desiderato dalla moglie Barbara di Cilli, Ladislao di Varna (allora tredicenne) e che questi non venisse tradito nel 1444 da Đurađ Branković: con queste due Divergenze sarebbe stato, a tempo debito, Sacro Romano Imperatore (Re di Germania, dei Longobardi e di Borgogna), Re di Boemia (dove avrebbe avuto la propria Capitale a Praga), Re di Polonia, Granduca di Lituania (quindi allora egemone delle Russie), Re d'Ungheria e Croazia e forse avrebbe restaurato l'Impero Bulgaro (comprese Valacchia e Moldavia, con lo slavo ecclesiastico come lingua scritta) rendendo vassalle la Serbia, la Bosnia e l'Albania. Come conseguenze collaterali gli Jagiellonidi si assicurerebbero sùbito l'Eredità Viscontea, forse gli Asburgo non inizierebbero a succedersi quasi ereditariamente a Imperatori, all'estinzione degli stessi Jagiellonidi i Vasa potrebbero subentrare mantenendo anche la Svezia e magari nel 1612-1613 la stessa Russia (tutto ciò naturalmente nel presupposto che sia a lui a succedere al fratello minore Casimiro IV. in Lituania nel 1492 anziché viceversa in Polonia nel 1447).

 

.

Diamo ora la parola a Kristo1594:

E se la Jugoslavia nel 1991 fosse stata divisa come segue?

.

C'è poi l'idea di Rivoluzionario Liberale:

Negli anni '90, anziché scannarsi con le armi, la questione Jugoslava viene risolta pacificamente o quasi. La Slovenia e la Croazia chiedono più autonomia, e soprattutto il federalismo fiscale, dopo proteste ed elezioni, con i successi della Lega Slovena e la Lega Croata guidata da Franjo Tudjiman e qualche rissa per le strade, si arriva a un compromesso. Milosevic viene battuto da Milan Panic e il suo partito resta all'opposizione. Anche nel Kosovo l'UCK ottiene la maggioranza e al parlamento Jugoslavo il partito fa pesare il consenso elettorale.

Con un Milosevic all'opposizione, le questioni delle nazionalità viene dibattuta in maniera pacifica. Alla fine, Il Kosovo ottiene lo statuto di repubblica, la settima dopo Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia e Macedonia. Allora, guidata da Radovan Karadjic, la lega sei serbi di Bosnia pretende altrettanto. Viene formata una commissione europea per discutere il problema della minoranze, guidata da Carla del Ponte, tra polemiche e qualche scazzottata nelle strade. È conivolto il mitico Crocop, il combattente di arti marziali, che manda in ospedale tre serbi, che comunque guariranno in due settimane; per l'occasione viene sospeso dalla polizia Jugoslava, un anno dopo reintegrato: i tifosi hanno persino manifestato in suo favore, la marcia per Crocop. Naturalmente Crocop continuerà a combattere con i pantaloncini con gli scacchi, non per la bandiera Jugoslava, ma per la federazione Jugoslava. Si arriva a un altro compromesso con la nascita della provincia autonoma della Serbo-Bosnia e della Eszegovina croata. I serbi della Kraina ottengono altrettanto. Alla fine la vicenda si conclude con nessun morto, persino il comandante Arkan se la cava e mette su famiglia con la prosperosa compagna.

Ricapitoliamo. Nel 2000 si hanno le seguenti repubbliche:

C'è anche il Sangiaccato che chiede di diventare provincia autonoma, ma per ora la richiesta resta inevasa.

La Lega Nord per tutti gli anni 2000 ciancerà sulle riforme della Jugoslavia come modello da seguire, ma poi de facto si limiterà a salvare i processi di Silvio. La Jugoslavia nel 2000 entra nell'UE e nel 2007 nell'euro.

.

Questo invece è lo sviluppo pensato da Lord Wilmore:

25 giugno 1991: i parlamenti di Slovenia e Croazia proclamano l'indipendenza.

27 giugno 1991: Germania e Austria riconoscono l'indipendenza di Slovenia e Croazia, nonostante le proteste di Belgrado.

28 giugno 1991: telefonata tra il Ministro degli Affari Esteri italiano Gianni de Michelis e il suo omologo jugoslavo Budimir Lončar.

29 giugno 1991: il Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti convoca una conferenza stampa in cui dichiara illegali le secessioni slovena e croata, perchè unilaterali, e dichiara che non le riconoscerà finché non saranno il risultato di un processo politico concordato con il governo federale jugoslavo.

1° luglio 1991: il Primo Ministro della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia Ante Marković denuncia il Trattato di Osimo del 10 novembre 1975 ed annuncia l'immediato trasferimento sotto sovranità italiana della ex Zona B del Territorio Libero di Trieste e dell'isola di Pelagosa. In tal modo la Slovenia perde l'accesso al mare.

3 luglio 1991: il Parlamento Italiano a larga maggioranza (votano contro solo i Radicali, alcune astensioni trasversali) approva l'annessione della ex Zona B del Territorio Libero di Trieste, che viene aggregata alla provincia di Trieste, e dell'isola di Pelagosa, che viene aggregata alla provincia di Foggia. I governi sloveno e croato dal canto loro dichiarano nulla la delibera del governo federale jugoslavo e annunciano che si opporranno in armi a quella che definiscono "la seconda occupazione fascista".

4 luglio 1991: Gianni de Michelis, volato a Belgrado, firma un patto di mutua assistenza militare con la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

5 luglio 1991: le truppe italiane varcano il confine presso Muggia ed entrano nella ex Zona B del Territorio Libero di Trieste. Slovenia e Croazia dichiarano guerra all'Italia.

6 luglio 1991: in virtù del trattato firmato due giorni prima, Belgrado dichiara guerra a Lubiana e Zagabria. Le truppe federali jugoslave varcano le frontiere croate e i serbi delle Krajne croate proclamano la secessione da Zagabria e l'unione con Belgrado. Aerei della neonata Hrvatsko Ratno Zrakoplovstvo i Protuzračna Obrana (l'aviazione militare croata) bombardano i cantieri navali di Monfalcone, l'Italia risponde bombardando unità militari croate presso Karlobag sul litorale croato.

7 luglio 1991: all'Angelus domenicale Papa Giovanni Paolo II, che ha riconosciuto l'indipendenza di Slovenia e Croazia, lancia un appello per l'immediato cessate il fuoco. Il Segretario Generale della NATO, il tedesco Manfred Wörner, e il Presidente USA George H. Bush chiedono all'Italia di porre fine all'iniziativa militare e di rientrare nei confini del Trattato di Osimo. Il Primo Ministro della Grecia Kōnstantinos Mītsotakīs invece appoggia Roma e Belgrado. Silenzio di tomba da Mosca.

E poi?

.

A rispondergli è Paolo Maltagliati:

Lo so che parrà assurdo, ma per me è tremendamente verosimile. Resta che comunque i tedeschi e gli americani costringeranno l'Italia a fare marcia indietro, ma IN QUALSIASI CASO ciò creerà precedenti sanguinosi nel diritto internazionale made in Nato (sfruttabili dopo da molti altri a proprio comodo), oltre che una certa diffidenza nei rapporti futuri Ue-Usa. Tecnicamente gli americani si schiererebbero CONTRO un paese alleato a cui è stata fatta dichiarazione di guerra e sostanzialmente a favore dell'attaccante (e de Michelis, da vecchia volpe qual era, chissà cosa otterrà come contropartita tecnica. Valigette piene di dollari a parte)...

.

Vi è anche la proposta di Generalissimus:

La Romania approfitta del crollo dell'Unione Sovietica per annettere la Moldavia.
Quali le conseguenze di questa azione? Avremmo una Romania più ricca, anche se di poco, oggi? Oppure le altre nazioni reagiranno male alla cosa? E che accade con la grana Transnistria?

.

Gli risponde Andrea Mascitti:

Una delle conseguenze è che la Moldavia si troverebbe in una situazione più stabile rispetto alla nostra timeline, per quanto riguarda la ricchezza non penso che sarebbe cambiato niente, entrambe uscivano dal sistema comunista (a differenza per esempio della riunione fra Germania Est e Ovest). Con la Russia fuori dei giochi, nessun paese si sarebbe opposto a tale unione, al massimo si sarebbe potuta opporre l'Ucraina e a quel punto la Romania avrebbe potuto negoziare la cosa cedendo la Transnistria agli ucraini, annettendo cosi la Moldavia solo fino al Dnestr, risolvendo cosi anche la grana Transnistria.

.

Ma Alessandro Cerminara non è di questo avviso:

Che la Romania possa approfittare del crollo di chicchessia ad inizio anni '90, nel caos in cui si trova, mi pare un po' complicato. E comunque, penso che chiunque si sarebbe chiesto "perchè la Moldavia si ed il Kuwait no?"

.

Ed ecco a voi la segnalazione di Enrica S.:

Oserei dire che a volte la realtà supera l'ucronia! Ecco la carta d'Europa mandata in onda dal canale televisivo Fox News: la Jugoslavia è stata riunificata, e su di essa - udite, udite! - c'è scritto "Bulgaria"!

Quali modifiche ucroniche occorre apportare alla nostra Timeline, affinché i Bulgari si stanzino nei Balcani occidentali? E come cambia di conseguenza la storia dell'Europa e del mondo?

.

Chiudiamo per ora con la geniale osservazione del grande *Bhrg'howidhHô(n-):

Sono quasi convinto che, senza la Secessione di Slovenia e Croazia, avrebbe avuto luogo per ‘compenso’ quella della Repubblica del Nord / Padania (che poi invece è stata neutralizzata con un'operazione paragonabile ai Fatti d'Ungheria e che ha portato al Ventennio Berlusconiano in Italia).

D'altra parte, come spesso accade, non si tratta di vere Secessioni, ma di cessioni da uno Stato a un altro. L'ultimo Venticinquennio è stato un po' l'omologo attuale delle Guerre di Successione Settecentesche (infatti penso che continueranno); come la Prima e la Seconda Guerra Mondiale sono state chiamate la Guerra di Successione Britannica, dal 1991 credo che sia addirittura banale parlare di Guerra di Successione Sovietica e i Contendenti sarebbero, come in quella Britannica, grosso modo gli stessi, Stati Uniti d'America e Germania.

Certo, nel caso della Jugoslavia e dell'Italia non si tratta propriamente di Successione Sovietica, ma di Successione nelle Zone Speciali (la Jugoslavia ‘Comunista’ ma Neutrale [fino a che punto?]; l'Italia Protettorato Statunitense ma con ‘partecipazione azionaria’ sovietica): è solo da qui che il Contendente (la Germania) poteva cominciare a sfidare l'Egemone (gli Stati Uniti).

Al momento, il quadro sembra configurare una Vittoria netta, per quanto sofferta, della Superpotenza (gli Stati Uniti) contro lo Sfidante (la Germania), che però nel frattempo è cresciuto fino a diventare obiettivamente il principale Referente dello Schieramento opposto (Russia e Cina). Dopo venticinque anni, la posta in gioco non è più (come invece era allora) una parte - Padania, Slovenia, Croazia - di uno Stato esistente (Italia, Jugoslavia), ma l'intero Stato nel mirino: la Jugoslavia non esiste più, ma di fatto risorgerà a breve, bisogna vedere se come parte degli Stati Uniti (come pare) o della Germania, e allo stesso modo l'Italia si trova vicina al capolinea della propria vicenda di Regno/Repubblica apparentemente indipendente (in realtà sempre il contrario) e di fronte al bivio «America o Germania» (che poi sono due parti dell'Impero Americano - il Großgermanisches Reich di oggi, completo di Antisemitismo, stavolta antimusulmano - e al contempo sono entrambe espressioni storiche della Germania).

.

Per partecipare alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


Torna indietro