Un mondo senza petrolio


Tutto parte il 25/11/2006 da questa proposta di William Riker:

Stasera ho rivisto in videocassetta il film "La Vita Futura: nel 2000 guerra o pace?" ("Things to come, 1936) di W. Cameron Menzies, con Raymond Massey e sir Cedric Hardwicke: com'è noto, io adoro la fantascienza d'annata. Ma quello che per il 1936 era fantascienza, per noi è ucronia.

Così mi è venuto in mente questo possibile sviluppo ucronico. Nel 1962, al momento della crisi di Cuba, si ha la resa dei conti tra USA ed URSS, e scoppia una guerra termonucleare, non così grave da cancellare l'umanità, ma tale da spazzarne via buona parte. La guerra dura breve tempo ma sprofonda l'umanità nella barbarie (nel film la data prevista è il Natale del 1961: un'incredibile coincidenza!) Ad essa si aggiungono pestilenze e tumori dovute alle radiazioni, aggravate dall'assenza di medicinali e dalla carestia. La tecnologia arretra di secoli, l'industria muore e nel 1970 l'umanità si trova divisa in entità tribali tornate all'allevamento e all'agricoltura di sussistenza: solo 700 milioni di persone sopravvivono sul pianeta Terra.

Ma gli scienziati prendono in mano la situazione. Gli americani Steven Weinberg, Theodor Maiman e Murray GellMann, il sovietico Andrei Sacharov, il francese Fréderic Joliot, il tedesco Wernher Heisenberg, gli italiani Edoardo Amaldi e Antonino Zichichi, il pakistano Abdus Salam e il giapponese Hideki Yukawa fondano tra le rovine di Ginevra l'Unione Mondiale delle Scienze e faticosamente ricostruiscono quanto è stato distrutto dall'insensatezza dei politici e dei militari. Essi rimettono in funzione prima i generatori Diesel e poi un reattore nucleare. La città sul Lemano risorge e diventa una megalopoli, perchè la popolazione superstite del contado accorre in essa, le industrie risorgono, i medicinali cominciano ad essere prodotti di nuovo e la vita umana torna a livelli accettabili. L'UMS esporta il suo modello negli altri paesi d'Europa e poi del mondo, la popolazione abbatte i tirannelli locali che dilaniano ciò che resta dell'umanità in guerre senza fine, e nel 1995 il direttore dell'UMS, professor Stephen Hawking, che in questa Timeline non si è ammalato, è eletto presidente dell'Unione Mondiale, il nuovo governo unico del pianeta Terra. La tecnologia fa passi da gigante e nel 1999 inizia l'esplorazione dello spazio. Nel 2006 le rovine della guerra sono state rimosse, le zone radioattive bonificate e la popolazione mondiale torna a superare i due miliardi di abitanti. Le divisioni tra cristiani sono cancellate con il Concilio di Gerusalemme, che vede eletto un unico patriarca di tutti i seguaci di Cristo (monofisiti, ortodossi, cattolici, riformati) nella persona di Rowan Williams, già arcivescovo anglicano di Canterbury, il quale si insedia a Gerusalemme e prende il nome di Giacomo II (per segnare l'inizio di una nuova era della storia della Chiesa: Giacomo il Minore, fratello di Gesù, fu il primo vescovo cristiano della Città Santa). Gli ultimi terroristi islamici, che si opponevano al nuovo ordine mondiale, vengono definitivamente sgominati il 25 novembre 2006. La scienza promette all'umanità l'instaurazione di un'era di pace e di benessere. Saprà la nostra razza approfittarne?

"Nell'era nucleare il vero nemico da combattere è la guerra" (Denzel Washington nel film "Allarme Rosso")

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Falecius gli ribatte:

Come al solito sei ottimista anche nel pessimismo ;-)

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Ma le idee davvero geniali ce le riserva Sandro Degiani:

Carissimo, il tasso demografico mi pare eccessivo... 1967- 700.000.000 abitanti, 2000-2.000.000.000.

Allora, anche se ipotizziamo una distribuzione 50% e 50% uomini e donne, tutti in età fertile, vuol dire che ogni coppia ha avuto in 30 anni mediamente 7 figli tutti viventi. Se sottraiamo vecchi e bambini, poi siamo sulla dozzina a coppia. Lo so che le catastrofi aumentano la libido e l'istinto di sopravvivenza rende maggiormente fertile una razza... ma qui siamo a livelli di conigli d'Australia! Con un mondo in ricrescita ed in ricostruzione non è un tasso credibile... non reggerebbe l'economia e l'agricoltura, in epoche e condizioni "medievali" si facevano molti figli ma ne morivano un sacco, madri comprese. E poi non ci saranno per caso dei casi di malformazioni da radiazioni? Tutto riassorbito in 40 anni?

Ti offro una via di uscita... il Governo Mondiale formato da scienziati senza molte remore morali e religiose, mette in atto tecniche di fecondazione e gravidanza extrauterina artificiale e "produce" bambini geneticamente perfetti a ritmi industriali...

Titolo del futuro libro:

"...ed il Clone erediterà la Terra"

Lo so che un Ucronico non ha molta pazienza e vuole vedere svilupparsi la sua storia in fretta... ma non esageriamo... e poi ho un'obiezione sul terrorismo islamico... senza un sistema Occidentale di istruzione e politicamente avverso al mondo islamico non sarebbe mai diventato un leader del terrorismo, anzi, mi spingo più in là, il terrorismo non sarebbe mai nato nella forma che conosciamo.

Non dimentichiamo che è stato il petrolio ed i soldi legati ad esso a permettere la nascita ed il mantenimento di una sofisticata strutttura logistica di supporto.

Senza petrolio e con una umanità a energia nucleare gli arabi sarebbero ancora a pascolare capre... questa potrebbe essere un'altra interessante Ucronia!

Dopo avervi regalato l'idea della "la Terra dei Cloni" e "2037 - Viaggio in Oriente" (memorie di viaggio in una regione primitiva e suggestiva della Terra, rimasta intatta ed intonsa dopo due secoli di progresso, scritta da un turista proveniente dalle Colonie Lunari...), vi saluto cordialmente.

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Filobeche vuole dire la sua:

Nella mia distopia sul crollo della civiltà occidentale accade che la mancanza di petrolio spinge i paesi arabi alla guerra mondiale, ma sconfitti (e come potrebbe essere altrimenti visto che il progresso non ha sede in medioriente) da una coalizione formata da Europa- Brasile-Giappone ed India, ritornano ad una politica più pacifica e soprattutto ignorati dal mondo (che non ha più bisogno del loro petrolio) con buona pace nostra e loro.

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Falecius ribatte anche a Sandro: 

Senza petrolio, eh? vediamo; già Verne pensava all'idrogeno ricavato dall'elettrolisi come ad un possibile sostituto del carbone. la prima macchina ad idrogeno è brevettata verso il 1920. L'illuminazione a gas rimane prevalente fino alla stessa data, anche il petrolio è una fonte di quel gas, il metano va bene lo stesso. Comunque i pozzi del medio oriente non diventano importanti prima del 1930 o giù di lì, per una serie di cause: la chiusura del rubinetto azero, l'aumento vertiginoso della domanda e il ridursi delle scorte romene. Lo sfruttamento della Anglo-Iranian comincia nel 1904, quello della Anglo Iraqi, che si sostituisce ad una joint-venture anglo-turco-tedesca attorno al 1908. Ci sta. Abbiamo bisogno di una scelta per l'idrogeno prima che i petrolieri diventino troppo potenti, il che vuol dire che abbiamo bisogno di una invenzione tecnica verso il 1900, in modo che possa diventare praticabile durante la Prima Guerra Mondiale, che renda l'idrogeno altamente competitivo. Paesi come Germania, Italia, Giappone, Austria, che non hanno accesso a riserve petrolifere nel loro territorio, sarebbero i più interessati, (si paragoni con la ricerca tedesca sui nitrati di sintesi, dato che la superiorità navale britannica impediva l'importazione dal Cile). Immaginiamo che qualcuno (Daimler?) escogiti una macchina all'idrogeno più efficiente, che so, nel 1904. Durante la guerra il Kaiser obbliga i suoi studiosi a lavorarci, perché teme di restare a corto di petrolio, cosa che in effetti accadde prima della pace di Bucarest. Mette in campo Benz, Haber (che elabora un sistema per lo stoccaggio sicuro del gas) e Stark, tra gli altri. Il lavoro di Einstein sull'effetto fotoelettrico è pubblicato nel 1905, quindi gente come Planck si mette al lavoro sui pannelli fotovoltaici. La ricerca non modifica l'esito della guerra, ma fa sì che un impianto elettrolitico per produrre idrogeno combustibile venga attivato ad Amburgo nel 1919. La ricerca prosegue e le automobili ad idrogeno si diffondono, dapprima in Germania, poi in Italia, Olanda, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca e Svezia. La FIAT, la Citroen, le case automibilistiche britanniche e la Shkoda iniziano ad imitare la trovata di Daimler, mentre in Unione Sovietica e Stati Uniti, richhi di petrolio, l'innovazione si diffonde più lentamente. Inoltre, Haber creato un sistema industriale per ricavare etanolo combustibile dagli scarti agricoli; questo accelera la meccanizzazione dell'agricoltura. La Anglo-Iranian e la Anglo-Iraqi vivacchiano, ma non diventano forze politiche. La Royal Dutch Shell scopre che è più comodo fornire idrogeno da pannelli fotovoltaici e pale eoliche sulle coste olandese che importare petrolio dall'Indonesia. Il Giappone si lancia con entusiasmo nella nuova strategia e nel 1938 è il primo paese al mondo ad avere una rete ferroviaria completamente elettrificata mediante fonti rinnovabili (idroelettrico, etanolo, solare, eolico). L'Europa si copre di mulini a vento.

Hitler non ha bisogno di olio combustibile; le priorità strategiche della Seconda Guerra mondiale cambiano completamente! Nessuno ferma Rommel, una volta installata una centrale fotovoltaica vicino Bengasi. Hitler non ha nessun bisogno di rompersi i denti a Stalingrado; il suo posto è preso da Mosca, nessuna svastica sventola sul monte Elbrus. E il Giappone? Senza bisogno di petrolio indonesiano, non litiga con gli USA, si concentra sulla Cina e Pearl Harbour non avviene... Oddio, così finisce che vincono i Nazi? O la resistenza russa è tale da piegarli? Ma senza l'intervento americano, con gli inglesi sconfitti in Egitto, l'armata Rossa dove si ferma? Ai Pirenei? a Gibilterra? facciamo che ad un certo punto gli u-boot tedeschi affondano un nave americana permettendo a Roosevelt d'intervenire, allora. La guerra finisce nel 1946, con una o due città tedesche atomizzate, il Giappone fascista che controlla gran parte della Cina - tranne la RSS del Sinkiang e il Tibet, e poche zone controllate da guerriglieri comunisti appoggiati da Mosca e nazionalisti appoggiati dall'Occidente. Quindi, c'è si la Guerra fredda, ma molto diversa dalla nostra; possiamo ipotizzare un'alleanza USA-Giappone in funzione anti-URSS? Probabilmente l'Austria diventa un Repubblica Popolare, e la Germania Est è più ampia che OTL a causa del ritardo nello sbarco in Normandia. Vengono costruite molte meno centrali nucleari. In Africa, Egitto e Libia ottengono prima l'indipendenza, ma sono da subito satelliti a merciani, non britannici; la monarchia egiziana è spazzata via da Rommel, per cui Nasser si fa strada prima ma è Filo-occidnetale e non perseguita i Fratelli Musulmani. Quindi, Sayyid Qutb non ha modo scrivere in carcere Ma'alim fi'l Tariq, il Libretto Rosso del fondamentalismo islamico. Il traballante regime dei Saud crolla nel 1932 dopo la rivolta degli Ikhwan, ed è sostituto da una serie di saterelli locali sotto l'egemonia degli hashimiti di iraq e Giordania (questi ultimi riprendono il controllo dello Hijaz), mentre l'imam dello Yemen si impadronisce di biona parte del sudovest del paese, e la costa dello Hasa diventa un importante centro sciita, punto di riferimento per l'opposizione irachena. Senza la Anglo Iranian, Mossadeq in Iran porta a termine il suo programma di riforme, facendo del paese una democrazia avanzata che porta avanti ambiziosi programmi di industrializzazione ed esporta gas naturale, pistacchi e tappeti, ma la cui economia vive su un poderoso mercato interno alimentato dalla nuova borghesia urbana, dai contadini benestanti che beneficiano della sua riforma agraria (potentemente contrastata dal clero sciiti, i cui esponenti più radicali si trasferiscono nello Hasa, dove uno di loro, Khomeini, elaborerà la curiosa dottrina politica della teocrazia islamica, che troverà applicazione, in seguito ad una rivoluzione, solo nell'arretrata isoletta di Bahrayn) . In Iraq lo sviluppo è modesto, il paese è una colonia economica della Gran Bretagna verso cui esporta soprattutto cotone, ed inoltre il costante malcontento dei kurdi e degli Assiri porta alla secessione del nord nel 1964, e alla proclamazione della Repubblica Kurda. Il Libano conosce un sviluppo notevole (anche come paradiso fiscale) ma grazie all'intelligente politica del generale Shehab, primo ministro dal 1954 al 1966, diventa una efficace democrazia e un paese relativamente ricco. Non so cosa accada ad Israele. In Nigeria, il Biafra ottiene l'indipendenza nel 1967. Il Venezuela sarà uno die paesi più arretrati dell'America Latina, dominato dal latifondo e dalla miseria, malgrado i tentavi del colonnello golpista Chavez in anni recenti. La dittatura di Obiang in Guinea Equatoriale verrà rovesciata da un intervento del Gabon col sostegno della Francia. Gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei paesi più poveri ed arretrati della terra, e anche scarsamente popolati. Nel 1961 l'Iraq annette il Kuwayt. L'Indonesia si frammenta in una decina di Stati indipendenti dopo il fallito golpe di Suharto nel 1965, cui segue un intervento giapponese.

Il flusso migratorio indo-bangla-paki-indonesiano verso il Golfo Persico si dirige verso l'Europa ( e in parte il Giappone); oggi le popolazioni di migranti nel nostro continente devono essere circa doppie o triple di quelle reali, più radicate e meglio integrate. Francia, Olanda e Gran Bretagna hanno la chiara percezione di essere società del tutto multirazziali, in Italia questo accade più tardi. Dopo il crollo del Muro di berlino, la tensione mondiale taglia in due il Pacifico: la Sfera Asiatica di Coprosperità e il Mondo libero a guida USA si fronteggiano...

Pareri? (ho mantenuto lo scenario minimo, ma non potevo obbligare Roosevelt alla guerra contro il Giappone, senza il fattore petrolifero...)

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Filobeche commenta:

Bello! Però secondo me il Giappone non ha bisogno di diventare fascista se non c'è attrito tra loro e gli Usa e la nazione non necessita di energia per funzionare.

Potrebbe invece creare una sorta di colonialismo alla Francese "Mission to civilize" come dicono gli Inglesi, in tutta l'Asia e combattere al posto degli Usa la guerra del Vietnam che durerebbe ancora oggi, dato che i soldati Nipponici non si ritirano mai.

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Falecius riprende:

Quando dico "giappone fascista" intendo il il "nihongo fashizimu" una ideologia molto al simile al nazi-fascismo europeo, ma diverso per altri aspetti; la sua radice è un nazionalismo esasperato, un militarismo esaltato dalla tradizione dell'élite, una venerazione per l'Imperatore ed uno shintoismo di Stato reinterpretato in chiave razzistica; tutti fattori che prescindono dalla necessità geopolitica di risorse energetiche, e dalla rivalità con gli USA; il fascismo giapponese sorse dal confronto con la Cina e l'URSS più che con l'Occidente. Probabilmente la società giapponese in questa TL diventa meno fanatica, meno militarizzata, e forse anche meno razzista; la storia dell'Indocina cambia radicalmente, dato che solo il Tonkino è occupato dai giap mentre il resto del territorio è sotto Vichy; la resistenza locale combatte una guerra d'indipendenza contro i Pétainisti, e quindi de Gaulle è costretto a denti stretti a concedere l'indipendenza del Vietnam (Tonkino incluso; i giapponesi lo sgomberano dopo la fine di Vichy) dato che zio Ho ha combattuto dalla sua stessa parte; si evita la radicalizzazione del Vietminh, che anzi, preoccupato dalle mire giapponesi, ha un interesse in comune con gli USA; l'offerta di alleanza di Ho chi minh aTruman viene accettata per contenere il Giappone: Vietnam, laos e Cambogia diventano democrazie socialiste alleate dell'occidente, che devono affrontare una guerriglia monarchica e legittimista sponsorizzata dalla Sfera di Coprosperità. (questo non accade in Cambogia, dove la monarchia si allea alle forze socialiste, ma ha il problema opposto dei ribelli di Saleth Sar, comunisti radicali e filosovietici. Ma, siccome Sihanouk non è Diem, e non c'è il golpe di Lon Nol, le masse khmer restano fedeli al governo). Sounaphouvong in laos e Ho Chi Minh (dopo di lui Vo Nguyen Giap) sono al potere. L'Olanda mantiene la colonia della Nuova Guinea Occidentale finché questa non viene riunita alla Papua Niugini nel 1974, quando il territorio ottiene l'indipendenza dall'Australia. Data la frammentazione dell'Indonesia e la potenza del Giappone, tra l'altro, l'Australia assume un ruolo politico e militare assai più attivo; concentra molto di più le sue risorse sull'industria (specialmente quella militare) i servizi (ad esempio finanziari; Sydney potrebbe sostituire Tokyo come polo finanziario internazionale accanto a Londra e New York) e utilizza i suoi vasti spazi desertici per grandi centrali solari. Questo le evita il disastro ecologico che OTL sta causando la vecchia dissennata politica agricola.

In questo mondo, l'effetto serra è un problema relativo (è vero che il vapore acqueo è un potente gas serra, ma i combustori ad idrogeno probabilmente avranno un impianto di raffreddamento che fornisce acqua potabile).

Senza lo sviluppo dell'industria petrolchimica dei combustibili, c'è meno progresso nei campi delle materie plastiche e dei fertilizzanti chimici; la Rivoluzione Verde avviene comunque, ma con metodi meno pesanti e più rispettosi dell'ecologia (fertilizzanti naturali; le materie plastiche vegetali sono sviluppate prima). L'assenza di disastri paragonabili a quelli della nostra TL (l'unico problema ecologico serio è quello del buco d'ozono; le centrali nucleari sono pochissimo competitive, quindi niente Cheljabinsk, Chernobyl' o Three Mile Island) fa sì che la coscienza ecologica sia inferiore; ma anche i problemi ecologici sono poco rilevanti. In Europa la raccolta differenziata è ancora un'idea poco diffusa, dato che la plastica è pelopiù biodegradabile. Gli occupati nell'agricoltura sono di più e guadagnano meglio. In Occidente la speculazione edilizia rende meno, perché conviene convertire i terreni a centrali solari o tenerli a coltura; né nella UE né negli USA c'è bisogno di sussidi alle esportazioni agricole, il che vuol dire che l'agricoltura di sussistenza nel Terzo Mondo se la cava assai meglio ed è in grado di sopravvivere.

In generale, eccezion fatta per il punto di vista di petrolieri e sceicchi del Golfo, sarebbe un mondo migliore, più pulito e più giusto, forse anche meno sanguinoso (si eviterebbero: la crisi agricola che ha portato al genocidio in Rwanda, la defoliazione dell'Indocina, la desertificazione di Brasile e Sahel, la carestia in Etiopia, Hiroshima e Nagasaki, vent'anni di Savak in Iran, le guerre afghana e libanese, Gheddafi, la seconda guerra algerina, la dittatura di Suharto, il genocidio di Timor Est, il Biafra, la dittatura Abacha in Nigeria, la guerra civile sudanese, almeno tre guerre arabo-israeliane, la Cecenia, Nijazov in Turkmenistan, Pol Pot, Mao Zedong, Saddam Hussein, la monarchia saudita, la dittatura islamista pakistana, la guerra di secessione bengalese, la guerra di Aceh, metà della guerra civile angolana, un sacco di problemi in Nuova Guinea, Ecuador, Venezuela, Messico, Congo, Guinea Equatoriale e parecchi altri posti).

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Ma Sandro ha in serbo altri colpi di genio:

Carissimi, l'idea per ricavare Idrogeno, ossigeno ed altri gas dall'acqua del mare gratis ve la do io e la prendo direttamente da quel genio di Barks (il creatore di Zio Paperone ed eccelso disegnatore e sceneggiatore di storie di paperi, morto a 99 anni nel 2000).

Nello sviluppo delle prima materie plastiche di sintesi (mi sembra che sia intorno a quegli anni l'invenzione della bachelite e delle resine fenoliche) un chimico italiano (perchè no? Abbiamo inventato il Moplen e ce lo hanno fregato i francesi) scopre una sintesi che genera l'affioramento di una sottilissima membrana plastica polimerizzata.

Il polimero ha un reticolo atomico particolare come dimensioni e come struttura per cui è in grado di "estrarre" per semplice diffusione i gas disciolti dall'acqua (di mare, di fiume e di lago) con una osmosi direzionale irreversibile.

Rende quindi possibile:  

1) Maschere subacquee che rendono possibile respirare direttamente dall'acqua (le branchie artificiali)

2) Impianti che estraggono dalle acque ossigeno ed idrogeno, azoto ed altri gas più o meno rari.

3) di conseguenza un motore a combustione di idrogeno può ricavare direttamente dall'acqua sia il combustibile che il comburente... Giulio Verne ne sarebbe diventato pazzo!

4) Fine del petrolio se non come materia prima per la realizzazione delle membrane osmotiche...

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Falecius insiste con la propria idea ucronica:

Sono abbastanza contento dell'ucronia del mondo senza petrolio; l'argomento mi interessa. Grazie a Sandro. Oltre a quanto ho già proposto, voglio aggiungere alcune considerazioni: Si può eliminare il petrolio dalla storia in vari modi:

a) intanto, i fenomeni geologici che lo producono non avvengono, o generano solo idrocarburi leggeri come il metano; la terra è identica alla nostra, ma non esistono giacimenti petroliferi. Credo il risultato però cambi così tanto il pianeta, fatto salvo un eventuale campo simmetrizzante (che cerco di non usare nelle mie ucronie) da rendere improbabile lo sviluppo dell'umanità come la conosciamo. In quel caso, comunque, la pece per calafatare le barche ad esempio da dove salta fuori? troppo difficile.

b) sviluppo precoce della tecnologia nucleare, nel corso dell'Ottocento; il POD potrebbe essere uno sviluppo anticipato della fisica e delle dottrine atomistiche rispetto alla chimica, per cui già Mendeleev arriva al concetto di divisibilità del nucleo. la fissione dell'uranio scoperta da Becquerel all'epoca delle prime materie plastiche, il primo reattore nucleare messo a punto nel 1914. Risultato: Prima guerra mondiale atomica, e vista la situazione della scienza mondiale, l'atomo ce l'ha la Germania. (ho letto un'ucronia in inglese in cui la fissione dell'uranio, pur senza capirne il principio, è intuita da Newton, e l'Inghilterra dispone di una bomba atomica da usare nella Guerra dei Sette Anni; mi sembra parecchio tirata per i capelli)

c) l'idea di Sandro; però questo lascia il petrolio come materia prima di una certa importanza (come il rame OTL), non a sufficienza da permettere la crisi del 1973, ma abbastanza da alterare gli equilibri di potere in MO a favore dei Saud; la Anglo Iranian continuerebbe ad influenzare l'Iran e roverscerebbe Mossadeq, e quindi la rivoluzione khomeinista avverrebbe; ci sarebbe oggi Ahmadinejad, ma non bin Laden.

d) sviluppo precoce del fotovoltaico, come pensavo io; lo scenario è quello che vi ho già scritto.

In generale, la tecnologia che sostituisce il petrolio, la sua diffusione, i suoi costi (economici ed ambientali) e la sua accessibilità sono variabili importanti.

Vorrei sentire i vostri pareri...

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Anche Sandro non demorde: 

L'affermazione è dura per un ingegnere... ma il petrolio non è indispensabile.

Tra l'altro piccole quantità di catrame e un migliaio di idrocarburi più o meno complessi si ottengono dalla combustione di vegetali (chi fuma dovrebbe saperlo bene, o almeno i suoi polmoni). I tedeschi nella Seconda Guerra mondiale avevano un industria chimica di sintesi di avanguardia e ancora oggi fanno miliardi di Euro con i brevetti di allora, dalla gomma artificiale della Buma ai composti aromatici e coloranti di sintesi, il tutto partendo dal carbone.

Comunque una semplice combustione in carenza di ossigeno e a temperature basse con raffreddamento dei fumi vi da' tutto il catrame che vi può servire per le barche.

Un secchio di carbone schifoso, un alambicco e una serpentina di raffreddamento e siete a posto.

E poi nessuno ha pensato al vapore... tutti lanciati sul nucleare, fotovoltaico, eolico ed altro... ma il buon vecchio vapore? Lo sapete che BMW da anni sta studiando il ritorno a Cugnot, Papin e Stephenson?

E poi c'è un fatto che nessuno ricorda... fino all'avvento di Ford e della sua Model T in America, patria dell'automobile, l'auto di lusso era un'auto a vapore!! Il record mondiale di velocità stabilito nel 1906 sulla spiaggia di Ormond in Florida da una Stanley "The Rocket" con 127 mph restò imbattuto per un bel po'.

Tra l'altro l'evento diede inizio ad una settimana annuale di gare di velocità che divenne... la 500 Miglia di Daytona. Quest'anno era il centenario... e hanno riportato l'auto sulla spiaggia... vedete la foto!

The Rocket oggi

La Miesse, belga, era leader mondiale e cedeva le sue licenze, alla inglese Turner per esempio.

TURNER MIESSE STEAM CAR (1913) Motore: a 3 cilindri a vapore, montato trasversalmente Alesaggio e corsa: 49 x 79 mm Potenza max: 10 HP Cambio: a trasmissione a catena, in presa diretta Telaio: in profilato d'acciaio Sospensioni: ad assali rigidi con balestre semiellittiche Freni: solo sulla trasmissione Carrozzeria: torpedo Velocità max: 55 km/h

Non dimentichiamo le De Dion Buton, le Serpollet (italiana, primo servizio autobus tra Spoleto e Norcia nel 1902), le elegantissime Doble (1923), Se avete voglia di documentarvi più a fondo fate una ricerca con "steam car" su Altavista (io lo preferisco) o Google. Scoprirete che l'auto a vapore non è morta ma vive un gioioso letargo con pochi appassionati in attesa del risveglio.

Un mondo alla Lord Darcy... tecnologia retrò e gusto vittoriano... magari con un panorama artistico/architettonico che si ispira ad Alma-Tadema... lo conoscete, vero?

Idea 2: sapete che il petrolio potrebbe non essere di natura organica? O non tutto... c'è una teoria mai smentita sull'origine endogena del petrolio come "sintesi del carbonio". Questa "inorganic theory" (provate a fare una ricerca su Internet) dice che la sostanza nota come petrolio è il risultato di una sintesi effettuata dal calore interno della Terra sul carbonio. Si genererebbe prima metano e poi con pressioni elevate e temperature acconcie catene di idrocarburi sempre più complesse.

Uno svedese ha provato a dimostrarlo e l'ha fatto... trivellando e trovando petrolio dove geologicamente non c'era possibilità di presenza dato che il terreno non era sedimentario ma roccia pura, fusa da un meteorite. In questo caso il petrolio non è esauribile ma si riforma con continuità, basterebbe che i consumi fossero equiparati alla produzione... ma qui non risolviamo nessun problema, l'effetto serra rimane, il mondo resta il medesimo... vabbè, questa cestinatela pure..!!!

Per inciso e per concludere, io credo abbastanza a questa teoria perchè non riesco a capacitarmi che miliardi di tonnellate di petrolio siano tutte di origine organica... ma che quantità di materiale è stato sepolto nel passato per generare questa enorme quantità di petrolio???? Non bastano tutte le foreste del Cambiano e tutti i molluschi del Triassico.

E poi perchè solo in zone di faglia? Arabia, costa del Sudamerica, mare del Nord, California e faglia di Sant'Andrea... mmm... mi puzza assai!!!!

CIAO!!

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Renat1 ha avuto un'altra idea geniale, in parte fanta-autobiografica:

Una mattina del 2012 un ingegnere chimico italiano che in gioventù aveva lavorato come elettrochimico, ossessionato da anni dagli studi di Pons e Fleischmann sulla fusione fredda (gioverà a questo punto ricordare l’idea che era di inglobare nel reticolo cristallino del Rutenio, del Palladio e del Titanio protoni e quindi atomi di Idrogeno fino a farli fondere), tentando di arrivare a questo risultato per via laser, lavorando nella cantina di casa sua attrezzata a super laboratorio coi risparmi di una vita e di una serie di vincite al superenalotto per oltre 300 milioni di euro, riesce a demolire il limite strutturale che impedisce di realizzare un atomo con più di 112 elettroni e protoni, e alternando gli elettrodi riesce a realizzare delle lastre di 10 x 10 cm di un metallo che ha caratteristiche eccezionali: una massa specifica di 0,3 g/cm3, inscalfibile persino dal diamante, non radioattivo (anzi ha il potere di schermare tutte le le radiazioni ionizzanti ed altoenergetiche riversandole nel vuoto quantomeccanico), ed è pure termorefrattario.

La scoperta, con tutti i particolari sperimentali, viene messa in rete, a disposizione della Comunità Umana. Parte da qui uno sviluppo dei nuovi materiali fino a peso atomico di 1000 che viene chiamato Asimovio (un evidente omaggio all'autore di fantascienza), che permette la costruzione di scafi navette che disperdono il calore risolvendo definitivamente il problema del rientro in atmosfera, delle collisioni di micrometeoriti, di motori nucleari insensibili alle radiazioni, di potenze propulsive inimmaginabili... In una parola, l’Uomo viene proiettato nello spazio, e non già attraverso buchi di tarlo ma nel senso della fantascienza più classica.

All'ingegnere in questione il governo sequestra laboratorio e abitazione ,viene escluso dalle ricerche e dagli sviluppi come fosse un ciarlatano, ma viene a furor di popolo planetario nominato amministratore della Società per l’Uomo nello Spazio, che si occuperà di tutti gli sviluppi commerciali, voli spaziali inclusi: finanzierà segretamente opere di pace e di bene attraverso il pianeta... un bel sogno, no?

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Perchè no? si fa avanti a sua volta:

Ho letto la vostra ucronia del mondo senza petrolio. Mi viene un'idea: e se altre civiltà o altri periodi avessero sviluppato una tecnologia (senza petrolio se volete)? Cina, Islam (cfr. Kim Stanley Robinson) ,Maya (c'é una recentissima ucronia chiamata Nanotikal che parla di una civiltà maya superiore che nel XXI secolo usa la nanotecnologia) . Chi sa cos'altro, una Roma industrializzata, o la Grecia, o Babilonia? forse non è necessario un grande sviluppo delle scienze teoriche, ma un buon uso dell'empirismo: val più la pratica della grammatica!

Oppure, al posto di immaginare una Roma industrializzata, cosa ne sarebbe stato di una Roma non industrializzata ma con armi di fuoco? la polvere nera non é ancora inventata in Cina (sesto secolo), però immaginiamo Roma con un'artiglieria dei moschettieri: inutile dire quale prospettive militarmente interessanti si potrebbero concepire. Se Roma s'industrializza, credo che il punto di forza di questo sviluppo sarebbero state le vie ferroviarie, che avrebbero permesso alle legioni di tenere il fronte orientale e il fronte europeo più facilemente. Cosa ha impedito uno tale sviluppo? Un'economia schiavistica? L'assenza di una cultura scientifica dell'esperimento? L'assenza di interresse?

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Sandro Degiani non resiste alla tentazione di aggiungere:

Io credo che l'energia debba essere un obiettivo primario perchè è un indicatore di benessere e direttamente proporzionale alla comodità e sicurezza della vita in una civiltà. E non parlo di una civiltà tecnologica ma di una civiltà in senso generico.

Finché l'uomo aveva a disposizione solo la sua energia personale era un poveraccio che viveva in grotte, rapinava la natura con caccia e raccolta e campava a fatica.

La scoperta del fuoco gli ha raddoppiato l'energia disponibile, poteva riscaldarsi e cucinare, affumicare il cibo, fondere metalli, diventava un essere "civile".

Poi addomesticò gli animale e sfruttandone l'energia poteva viaggiare a cavallo, arare con i buoi, allevare pecore, galline e conigli.

E poi scoprì una nuova sorgente di energia... la schiavitù!

E costruì Piramidi, Templi, Colossei, città di marmo, strade e ponti sui fiumi, acquedotti e fognature. Tecnologia a parte un Cittadino Romano benestante con 10.000 sesterzi all'anno di rendita viveva come viviamo noi.

Infatti anche l'energia umana (ossia gli schiavi) sono una fonte di benessere.

È solo una questione etica che ci spinge a usare il petrolio invece delle popolazioni derelitte del mondo.

Ma siamo davvero sicuri che i miliardi di persone che vivono in condizioni miserevoli e muoiono di fame, malattie e guerre tribali o sono costrette al lavoro in strutture che sono simili a lager per 18 ore al giorno non starebbero meglio se soggette a schiavitù "illuminata"?

Io sono contrario alla schiavitù per motivi etici ma se mi analizzo a fondo scopro che lo sono e posso permettermelo perché sono ricco, istruito, al calduccio e vivo in un paese che bene o male è tra i primi dieci del mondo come reddito.

Se vivessi in una favelas brasiliana, in un villaggio del Centro Africa, in una citta industriale cinese, lavorassi in una miniera siberiana o in una fabbrica della Nike in Vietnam pregherei Dio per essere lo schiavo di un americano o un canadese, di un italiano o di un francese che mi garantirebbe 8 ore di lavoro, riposo settimanale, vitto ed alloggio adeguati, assistenza medica e magari qualche soldino da spendere.

Dieci schiavi che lavorano 8 ore al giorno forniscono circa 300 Watt di "energia" (un uomo che lavora sviluppa 500 Watt con 800 di picco).

Sono 3 Kw, che guarda caso, sono il valore del nostro contatore ENEL.

Con 3 Kw (di corrente generata con petrolio, gas russo o fissione nucleare) vivo come un uomo civile del terzo millennio, con la mia TV al plasma, il mio PC, il mio congelatore pieno di cibo, il forno a mnicroonde e il piano di cottura, l'aspirapolvere ed il folletto, i miei termosifoni e il mio condizionatore pronti all'uso, il mio stereo e la mia auto nel garage.

Con dieci schiavi (300 Watt x 10 = 3000 Watt = 3 Kw) ho due schiavi e una portantina per andare a spasso, due schiavi in cucina con uno che fa' la spesa giornaliera e uno che sfornella, due schiavi in casa che puliscono e fanno i mestieri, una schiava che mi intrattiene contando ballando e magari mi scalda anche il letto, un maggiordomo e un giardiniere.

In più non pago l'ENEL, ma devo mantenere gli schiavi (possibilmente bene perché sono un bene prezioso al mio benessere) che però si mantengono da se'. Se ne aggiungo due o tre schiavi e gli do 'un campo da coltivare ho risolto anche il problema del mantenimento della mia "centrale energetica" personale.

Vedete differenze nello stile di vita che entrambi i sistemi generano? Intendo mettendo nell'ottica di chi vive bene e non dello schiavo, ovviamente... ma tutti voi vivete dalla parte "giusta" del mondo e mi capite.

Una Terra Schiavista con 7 miliardi di persone può garantire una vita beata a 700 milioni di persone (250 americani e 250 europei, un 200 tra Giappone, Cina e India)...

Oggi con la nostra illuminata e liberale società ci sono differenze?

Direi che i "ricchi" sono proprio quei 700 milioni di cui sopra, solo che gli altri sono "liberi" e non schiavi. Liberi di morire di fame, di essere sfruttati, di essere derubati di ogni ricchezza, di vivere in discariche di rifiuti, di essere costretti in un abietto mondo privo di ogni speranza ed avvenire, liberi di vendersi organi per sopravvivere o drogarsi per trovare un illusoria felicità e morire, liberi di vendere il proprio corpo ai ricchi depravati...

Sapete che ne potrebbe uscire un romanzo fantascientifico o ucronico, sicuramente distopico? Una specie di Abramo Lincoln dello spazio.... o un Afghanistan Celeste... un Robespierre Galattico... trovate voi il parallelo.

Una missione arriva su un pianeta bucolico e felice... è un Paradiso ma... ma ci sono padroni e schiavi e non se ne parla nemmeno di parlare di emancipazione. Il sistema funziona e non si cambia.

I Terrestri "altruisti e portatori del verbo della libertà" (qui ci sta la parodia con gli americani e il loro modo di esportare la loro "democrazia") allora innescano un movimento di rivolta, lo istruiscono e lo armano... poi se ne vanno.

Dopo trent'anni tornano e trovano un pianeta libero e liberato... i 3/4 della popolazione sono morti nella rivolta, nelle purghe e negli scontri. La terra lasciata a se stessa si è trasformata da un giardino a una giungla o un deserto, a seconda del clima, sono perse per sempre tecnologie, conoscenze, libri e opere d'arte.
Le città sono cumuli di macerie, i superstiti sembrano più cittadini di Gaza che felici uomini liberi e non possono nemmeno ritornare indietro perché chi parla di schiavi finisce impiccato in un clima da Periodo del Terrore (in effetti l'involuzione della Rivoluzione Francese mi ha in parte ispirato).

I terrestri che hanno innescato il casino vengono riconosciuti e al grido "... è tutta colpa loro..!" finiscono pure loro sulla forca!

Che ne dite?

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Generalissimus ha poi tradotto per noi questa ucronia:

E se il petrolio non esistesse?

Siamo nel 10 Marzo 1985 di un universo alternativo.
Al largo dell’America del Sud l’equipaggio di una baleniera attiva tutte le turbine a vapore della nave per raggiungere un branco di capodogli avvistato in lontananza giorni prima.
In questo mondo, le difficoltà crescenti che incontrano certi paesi a rifornirsi di carbone hanno spinto numerosi imprenditori a finanziare illegalmente una ripresa massiccia della caccia alla balena al fine di ricavarne un olio che sarà venduto a peso d’oro sui mercati clandestini.
All’improvviso si vedono dei grandi schizzi al largo.
Un capodoglio salta fuori dall’acqua.
L’equipaggio prende immediatamente le sue posizioni e al suono dell’allarme prepara delle grandi reti.
Una volta che la baleniera è arrivata all’altezza del branco, gli animali vengono arpionati e portati a bordo.
La pesca è stata misera, in tutto tre esemplari malaticci dai quali non si ricaverà che un olio di cattiva qualità.
L’equipaggio è deluso, soprattutto perché inseguire questi animali ha portato via loro diversi mesi.
Quello che non sanno affatto è che hanno ucciso gli ultimi rappresentanti di questa specie sulla Terra.
In questo mondo dove il petrolio non esiste affatto e il carbone è il re, la ricerca di fonti di energia alternativa da parte di un’umanità che sta soffocando è al suo massimo.
E così, dopo un’interdizione molto più in ritardo rispetto alla realtà, la caccia alla balena e ai capodogli non è mai cessata per davvero, e ha finito per far scomparire questi grandi animali dall’oceano.
Qui l’Europa è quasi interamente disboscata, mentre le grandi città annegano sotto uno spesso strato di smog che uccide decine di migliaia di persone all’anno.
L’era delle automobili non è mai arrivata, numerose guerre si sono svolte diversamente e l’aspetto del mondo è interamente cambiato rispetto alla realtà.
Buongiorno a tutti cari abbonati e spettatori, oggi ci interesseremo ad uno scenario che toglierà all’umanità la sua fonte di energia principale, il petrolio, così come tutti i suoi derivati.
L’oro nero ha cambiato completamente la faccia del mondo nello spazio di qualche decennio, una risorsa capitale per l’economia moderna che andremo semplicemente a sopprimere in questo scenario, che vedrà l’umanità rimanere solo col carbone.
Prima dello scenario, qualche piccola spiegazione, certo: allora, prima di tutto, perché mi sono interessato al petrolio? Ebbene, perché questa risorsa, conosciuta da parecchio tempo e sfruttata in maniera massiccia solo dal 19° secolo, è semplicemente il contrassegno, l’emblema, ma che dico, il simbolo della civiltà attuale.
Oggi non si può fare niente senza il petrolio: ci si sposta grazie al petrolio, si mangia grazie al petrolio, ci si veste grazie al petrolio, in breve si vive grazie al petrolio.
Questa risorsa è all’origine della maggior parte dell’attività economica mondiale, il possesso di riserve di petrolio provoca invasioni e l’aumento del prezzo di questa merce conduce a rivoluzioni.
Il boom demografico che ha conosciuto l’umanità, e che è ancora in corso in Africa, è dovuto in gran parte allo sfruttamento di questa risorsa, che permette di sintetizzare dei fertilizzanti petrolchimici capaci di nutrire una buona parte degli otto miliardi di umani che il pianeta conta nel momento in cui scrivo questo video.
Un’industria che forse è divenuta la più importante del mondo e senza la quale l’umanità di oggi non potrebbe affatto sopravvivere.
Chi avrebbe potuto credere dei primi pionieri dello sfruttamento petrolifero che il denaro dell’industria che hanno creato sarebbe servito un giorno a finanziare il progetto di una città assurda a forma di linea nel bel mezzo del deserto saudita? Chi avrebbe creduto che ci sarebbero state in primo luogo delle città nel deserto saudita? Avrete compreso che se il petrolio non fosse affatto apparso sulla Terra, tutta la storia del mondo sarebbe cambiata, e a proposito, non solo la storia recente.
Dunque domandiamoci, a cosa sarebbe potuto assomigliare un mondo senza petrolio? A cosa sarebbe potuto assomigliare il nostro pianeta se questa risorsa fosse semplicemente inesistente? Il fine di questo scenario è farvi rendere conto dell’importanza che ha avuto il petrolio sulla nostra storia, e senza tardare ulteriormente, passiamo al resto del video.
Allora, prima di tutto, per determinare le conseguenze di un mondo privo di una risorsa come questa, dobbiamo guardare ai primi utilizzi del petrolio nella storia dell’umanità, perché sì, lo sfruttamento dell’olio di roccia, il nome dato in precedenza al petrolio, non è iniziato affatto negli Stati Uniti nel 19° secolo, ma in realtà in tutti i continenti fin dall’alba dell’umanità.
Sapete già che il bitume, un materiale residuato da antichi pozzi di petrolio, era un componente essenziale del processo di mummificazione egizio.
Sappiate che il bitume è stato utilizzato anche nella costruzione dei Giardini Pensili di Babilonia, oltre ad essere utilizzato in numerosi altri progetti architetturali.
Senza petrolio non c’è il bitume, e la prima conseguenza di questo scenario è che il processo di mummificazione egizio sarà molto differente, forse le mummie non sarebbero riuscite a conservarsi pe diverse migliaia di anni, mentre i riti intorno a questa pratica si adatteranno sicuramente.
Questo forse avrebbe dunque cambiato numerose pratiche religiose, che avrebbero a loro volta modificato la società egizia e quindi la storia del mondo, e questa è lungi dall’essere l’unica conseguenza.
Il bitume viene utilizzato dall’umanità fin dalla preistoria per varie applicazioni: costruzione di strade, isolamento degli edifici, fabbricazione di oggetti, molto prima della costruzione dei primi pozzi petroliferi l’umanità aveva già trovato centinaia di applicazioni per il petrolio e i suoi derivati.
Senza petrolio, e dunque senza bitume, bisognerà trovare delle alternative, anche se meno efficaci per tutta una serie di cose, portando a delle innovazioni e ad uno sviluppo differente, e questo decine di migliaia di anni prima della nostra epoca.
Dunque, se si vuole trattare questo scenario fin dall’inizio, si ottiene un mondo che cambia completamente fin dalla comparsa delle prime civiltà, quindi, andando avanti presumendo che queste prime civiltà trovino un’alternativa simile al bitume, arriva molto velocemente un altro problema.
Conoscerete sicuramente il Fuoco Greco, quel fuoco che brucia anche sull’acqua, quell’arma miracolosa che ha salvato l’Impero Bizantino più di una volta.
Secondo gli storici quest’arma miracolosa era molto sicuramente composta in parte da petrolio, anche se la ricetta esatta è andata perduta.
Ebbene, niente petrolio, niente Fuoco Greco, l’Impero Bizantino sarebbe sicuramente crollato in anticipo rispetto alla realtà, non potendo annientare le flotte degli invasori, e questo non è che un esempio tra tanti altri che mi spinge a dire che se non esistessero affatto il petrolio e i suoi derivati i cambiamenti per la storia dell’umanità sarebbero stati troppo giganteschi persino per concepire un qualunque scenario credibile.
E non parliamo affatto delle conseguenze geologiche, cosa succederebbe a tutti quegli spazi vuoti se non ci fosse il petrolio a riempirli? Quali effetti ci sarebbero sulla tettonica delle placche, sulla geografia, sugli insediamenti, sugli ambienti? Ci si imbatte, e lo avrete capito, in un effetto farfalla monumentale, e questo è il motivo per cui, dopo avervi attirato col titolo del video, vi rivelerò il mio vero scenario, l’unico possibile se si vuole creare una storia coerente, ed è, in realtà: e se il petrolio non fosse mai stato sfruttato in maniera industriale? Ecco qua, come da titolo, ma più corretto.
Qui ci domanderemo piuttosto cosa sarebbe successo se l’umanità non avesse mai sfruttato il petrolio in maniera massiccia.
E se i primi pozzi negli Stati Uniti non fossero mai apparsi? E se l’industria petrolifera non fosse mai nata? Allora, beninteso, è uno scenario irrealistico, perché non sfruttare una fonte energetica meno cara e più facile da trovare del carbone? Ma questo è uno scenario che avrà come unico fine il mettere in luce i cambiamenti sociali, ambientali e anche geopolitici che ha avuto lo sfruttamento del petrolio.
Cominciamo: qui il mondo si è sviluppato nello stesso modo della nostra realtà fino agli anni ’70 dell’800.
In questo mondo alternativo l’umanità, allora in piena rivoluzione industriale, continua ad utilizzare il carbone senza cercare veramente altre forme di energia.
Le prime conseguenze importanti appaiono prima di tutto negli Stati Uniti, dove ci sono delle imprese potenti e influenti che non vengono mai create, come, tra le altre, la Standard Oil di John Davison Rockefeller.
Qui un settore estremamente influente allo stesso tempo economicamente e politicamente non compare mai.
Senza la corsa all’oro nero che ha avuto luogo nella nostra realtà, decine di città non compaiono o non si sviluppano mai in Texas, Oklahoma o California.
San Francisco, tra le altre, non diventa mai la città più grande della costa ovest e resta un borgo insignificante.
Senza questo sviluppo frenetico, numerose innovazioni non appaiono mai, in primo luogo il motore a scoppio, e dunque l’industria automobilistica, grande consumatrice di oro nero.
Ma non dimentichiamoci neanche l’industria petrolchimica, di fatto senza le innovazioni apportate dall’industria petrolifera un numero impressionante di composti e procedimenti non esisterebbero affatto.
Senza petrolio non c’è il motore a scoppio, senza motore a scoppio non c’è l’automobile, senza automobile non ci sono le fabbriche Ford, senza fabbriche Ford non c’è il Fordismo e dunque nessuna standardizzazione dell’industria eccetera.
Lo stesso succede con la plastica industriale, senza petrolio non c’è la bachelite, la prima plastica sintetica al 100%, senza bachelite non c’è lo sviluppo dell’industria petrolchimica, senza questa industria non c’è il PVC, il nylon, il silicone eccetera.
Una conseguenza tira l’altra e tutti gli oggetti, le attrezzature o le costruzioni, militari e civili, fabbricati con questi materiali non esistono più.
Con questi esempi proverò a farvi immaginare la magnitudine dell’effetto farfalla.
Nel mondo dei trasporti il treno a vapore non viene mai sostituito dall’automobile, e così, in tutti i paesi del mondo, la rete ferroviaria non diventa più piccola, come in Francia, per esempio.
Nella realtà l’automobile, a partire dagli anni ’50, ha largamente contribuito a ridurre il numero di linee.
Dopo l’automobile è il campo dell’aviazione che non esiste affatto: senza il motore a scoppio e senza il diesel o la benzina per alimentarlo è tutto il settore aereo che resta confinato alle semplici mongolfiere.
Il motore a carbone è troppo ingombrante per essere imbarcato su una macchina volante senza ridurne seriamente le capacità.
In questo scenario, all’alba della Prima Guerra Mondiale, invece dei milioni di automobili che contava il mondo nella realtà, c’è tutt’al più qualche auto a gassogeno che funziona grazie al carbone che circola sulle strade statunitensi.
Ci sono anche decine di migliaia di fabbriche che non sono mai apparse, ma anche numerose innovazioni militari in questo scenario non faranno sicuramente mai la loro comparsa, come per esempio il carro armato o il lanciafiamme.
Allora, adesso domandiamoci se la Prima Guerra Mondiale scoppierà lo stesso: ebbene sicuramente sì, perché i fattori che hanno portato al conflitto non vengono modificati davvero dallo scenario, ma scoppierà in maniera diversa e forse più tardi.
Perché? Per un motivo molto stupido: l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Austria-Este nella realtà ebbe luogo in un’automobile che qui non esiste affatto.
È dunque poco probabile che il concorso di circostanze che ha portato a questo assassinio qui si riproducano.
Immaginiamo lo stesso che la guerra scoppi più o meno nello stesso momento, ebbene, si sarebbe svolta molto diversamente? Senza aerei, il 3 Settembre 1914, sulla Marna, l’armata Franco-Inglese non può affatto vedere i Tedeschi muoversi verso il sudest di Parigi.
Messi alle strette dalla sorpresa, i Francesi non possono più contare sui rinforzi fatti arrivare dai taxi parigini, la Prima Battaglia della Marna è dunque persa e nel 1915 la Francia capitola.
In questo scenario la Triplice Intesa non può fare affidamento sul suo vantaggio tecnologico per sconfiggere la Germania.
A partire da questo momento tutta la storia geopolitica e militare cambia, uno scenario alla Kaiserreich, per quelli che riescono a cogliere il riferimento, ma senza petrolio, con delle conseguenze cataclismiche che vi lascio discutere fra voi.
Perché sì, non mi concentrerò sui dettagli di questo scenario, semplicemente perché l’effetto farfalla è troppo grande e le sue conseguenze globali sono su scala planetaria.
Andrò perciò a fare una presentazione un po’ più generale di un mondo senza petrolio negli anni ’90.
Allora, prima di tutto stiamo parlando di un mondo molto meno sviluppato tecnologicamente, come ho detto prima lo sfruttamento del petrolio è stato il preambolo per diversi avanzamenti nei campi dell’industria e della chimica: tecniche di perforazione, fabbricazione di nuovi materiali di sintesi come la plastica, il caucciù o l’asfalto.
L’assenza del petrolio va a sopprimere anche buona parte dell’industria farmaceutica, grande consumatrice di composti petrolchimici.
Senza sicuramente dimenticare il motore a scoppio di cui ho parlato prima, preludio a numerose innovazioni civili e militari.
Anche se in questo mondo l’innovazione non è affatto inesistente è poco probabile che si trovi un’alternativa fattibile ai prodotti a base di petrolio.
Gli anni ’90 di questo scenario sono dunque molto differenti, la fonte energetica principale dell’umanità resta il carbone, che viene sfruttato in maniera ancora più massiccia che nella realtà.
Qui, nei paesi occidentali, non c’è affatto la decrescita della produzione del carbone negli anni ’50, in questo scenario il carbone resta il motore principale dello sviluppo economico e non è mai rimpiazzato da un’altra fonte energetica, e così la produzione di questa risorsa aumenterà molto più rapidamente che nella realtà.
Le riserve europee di carbone verranno sfruttate per molto più tempo semplicemente perché la crescente richiesta di carbone avrebbe mantenuto elevati dei prezzi che avrebbero permesso di sfruttare ancora più in profondità questi giacimenti, facendo rimanere il tutto redditizio.
Una volta esaurite le riserve i paesi consumatori di carbone andranno a cercarne altre tramite guerre, conquiste o accordi economici.
La produzione non fa che aumentare senza sosta per alimentare delle fabbriche sempre più numerose la cui tecnologia rimane bloccata agli anni ’20 o ’30.
A questo punto avremmo sicuramente visto apparire dei motori a carbone più efficaci o si sarebbe sviluppata una certa industria automobilistica di vetture a carbone.
Sicuramente saranno state ricercate delle alternative per produrre elettricità a costo minore: olio vegetale, idrato di metano-II, ma nessuna di esse può davvero prendere il posto del petrolio.
In questo scenario neanche il gas e il nucleare vengono mai sfruttati in maniera massiccia, e questo per un semplice motivo, senza i nuovi procedimenti e composti che l’industria petrolifera ci ha donato fin dalla sua nascita e senza i nuovi metodi di produzione inventati da Ford, i componenti e le tecniche necessari allo sfruttamento del gas e della molto complessa industria nucleare non sarebbero mai nati.
Senza l’industria petrolchimica la popolazione mondiale non conoscerà mai un boom come nella realtà.
Sicuramente, dopo la rivoluzione agricola e grazie ad un certo progresso della medicina, ma sempre senza l’industria farmaceutica, la popolazione resterà ferma intorno ai due o tre miliardi di individui, ma non arriverà mai a cinque miliardi come nella realtà.
Questi saranno concentrati principalmente nelle Americhe, in Europa e Asia, e abiteranno in metropoli ultra-inquinate ricoperte di smog per diversi mesi all’anno, e sì, senza il declino del carbone, le fabbriche che circondano le città continueranno in gran parte ad inquinare l’atmosfera con particelle fini.
In questa realtà alternativa uno smog gigantesco ben peggiore di quello che si può vedere in Cina nella realtà uccide centinaia di migliaia di persone nel mondo ogni anno.
Ancora peggio, il consumo continuo e crescente di carbone avrebbe dato il via ad un cambiamento climatico anticipato di diversi decenni, perché il consumo di carbone immette nell’atmosfera più CO2 del petrolio, e così questo mondo subirà una crisi ecologica molto in anticipo e con meno mezzi per contrastarla.
L’inquinamento però sarà molto più localizzato rispetto alla realtà, perché si limiterà principalmente alle grandi città, anche se i venti sposteranno immense nubi di particelle fini un po’ dappertutto, contaminando i campi e inquinando i corsi d’acqua.
Ma qui le campagne staranno anche meglio: collegate alle città principalmente tramite ferrovia, i villaggi e i borghi sono molto meno connessi col resto del mondo, e dunque sono autonomi.
Essendo l’industria automobilistica troppo poco sviluppata, i territori progrediscono meno velocemente, e buona parte della popolazione vive ancora in luoghi isolati più o meno autonomi.
Anche se si potrebbe ipotizzare una Francia dove ogni piccolo villaggio possiede la propria stazione ferroviaria, la separazione tra città e campagna è molto più marcata in questa realtà alternativa, e i trasporti pubblici molto più sviluppati.
Per viaggiare tra i continenti sarà necessario prendere la nave o salire su eventuali dirigibili propulsi da un motore a carbone per un viaggio di diverse settimane.
Un altro esempio della disposizione territoriale sarà negli Stati Uniti, dove senza automobili le città saranno molto più compatte.
A proposito, ci saranno numerosi luoghi del mondo che rimarranno sottosviluppati: senza petrolio il Medio Oriente resta complessivamente vuoto, così come l’Africa del nord e l’Africa nel suo complesso, perché senza petrolio e dunque senza fertilizzanti e industria farmaceutica si raggiungerà molto velocemente il massimo della popolazione mondiale, che se superato vedrà alcune zone subire delle violente carestie.
È probabile che anche il carbone di legna venga prodotto in massa, portando ad una deforestazione massiccia dell’Europa e degli Stati Uniti e aggravando ancora di più il riscaldamento globale.
Il mondo deli anni ’90 sarebbe stato dunque molto diverso in questa realtà, le grandi potenze europee avrebbero sicuramente continuato a regnare su degli imperi coloniali, mentre senza petrolio gli Stati Uniti non si sarebbero mai sviluppati quanto nella nostra realtà.
Senza i progressi della medicina apportati dall’industria farmaceutica e senza i fertilizzanti derivati dal petrolio l’Africa non avrebbe mai potuto essere davvero molto popolata e il sentimento indipendentista avrebbe avuto difficoltà ad emergere.
L’Asia e soprattutto la Cina avrebbero potuto finire come nella realtà per sfruttare il loro carbone e raggiungere l’occidente, ma qui nel complesso il mondo stagna in una realtà velenosa e inquinata.
Avete dunque compreso le immense possibilità che ci ha offerto lo sfruttamento del petrolio, il mondo sarebbe bloccato in un’impasse tecnologica, facendo la guerra nel 1990 come nel 1914, con masse di uomini sul terreno bombardate dall’artiglieria e sul mare immense corazzate a vapore.
Le città saranno invivibili a causa dello smog e dell’inquinamento e il mondo sarebbe stato ben più rurale pur subendo un cambiamento climatico precoce.
A proposito, no, questo video non è affatto sponsorizzato dalla Total per promuovere il petrolio, che rimane, vi ricordo, una fonte energetica molto inquinante, solo che in questo scenario il mondo raggiungerà il limite climatico molto più velocemente.
Ma questo avrebbe potuto essere positivo, come si sa più si va in alto più si può cadere, e in questo scenario, in maniera paradossale, anche con un riscaldamento globale più precoce questo mondo avrebbe potuto essere molto più resiliente per la buona e semplice ragione che la maggioranza della popolazione sarebbe rimasta rurale e autosufficiente.
Questo universo alternativo è molto meno connesso e molto meno interdipendente, cosa che fa sì che anche se una catastrofe ecologica arriverà prima, i suoi effetti saranno largamente meno devastanti per le popolazioni rispetto a quelli che potenzialmente ci attendono nella realtà.

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Shark Peddis commenta:

Energia da idroelettrico ed eolico (visto che acqua e vento già macinavano il grano da secoli, oltre al fatto che tra 800 e 900 si costruivano già dighe a go-go)? Treni e tram elettrici, filobus?

Magari i prezzi crescenti del carbone avrebbero orientato la ricerca direttamente verso risorse rinnovabili (sia l'elettricità prodotta da fonti rinnovabili come oggi che un'industria della legna che non lasci continenti interi senz'alberi ma che li ripianti o ne sfrutti i prodotti senza tagliare tutta la pianta), senza passare per petrolio e gas. Oltretutto la non-costanza della produzione da rinnovabili magari avrebbe orientato anche il consumo, l'interconnessione delle reti e i sistemi di accumulo...

Sicuramente, a mio avviso, l'uso obbligato del trasporto collettivo avrebbe condizionato anche la cultura e la società, magari non ci sarebbe quell'individualismo sfrenato simbolizzato dall'automobile privata. Oltre all'inquinamento del settore automobilistico e aereo (civile e militare), quindi non credo che le città sarebbero molto più inquinate di oggi.

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E ora, l'idea di aNoNimo:

La tempesta (solare) perfetta

Giovedì 1 settembre 1859 Richard Carrington, 33 anni, birraio e astronomo dilettante, sali le scale che conducevano al suo osservatorio privato vicino a Londra, aprì la fessura della cupola e, come faceva sempre nelle mattine assolate, regolò il telescopio per proiettare su uno schermo un'immagine del sole larga 28 centimetri. Mentre tracciava su un foglio il contorno delle macchie solari, apparvero "due chiazze di luce bianca" al centro di un grosso gruppo di macchie. In quello stesso momento, al Kew Observatory di Londra, l'ago del magnetometro appeso a un filo di seta comincio a oscillare come impazzito. La notte seguente, prima dell'alba, gigantesche aurore rosse, verdi e viola illuminarono il cielo anche molto più a sud, fino a Panama e alle Hawaii. Sulle Montagne Rocciose alcuni campeggiatori, scambiando l'aurora per il sorgere del sole, si alzarono e si misero a preparare la colazione.

L'intenso bagliore osservato da Carrington era l'annuncio di una supertempesta solare, un'enorme esplosione elettromagnetica che sparò verso la Terra miliardi di tonnellate di particelle elettricamente cariche. Quando l'onda invisibile si scontrò con il campo magnetico del nostro pianeta, sulle linee del telegrafo si verificò un improvviso sovraccarico di corrente. Molte stazioni telegrafiche andarono fuori uso, ma in altre zone gli operatori scoprirono che, scollegando le batterie, potevano ricominciare a trasmettere. "Stiamo lavorando solo con la corrente dell'aurora boreale", scrisse un telegrafista di Boston a un collega di Portland, nel Maine. "Come mi ricevete?" "Molto meglio che con le batterie", fu la risposta.

Ma che accadrebbe se una tempesta potente come quella del 1859 si ripetesse oggi? È difficile calcolare l'impatto che un evento paragonabile avrebbe sul nostro mondo, molto più "connesso" di un secolo e mezzo fa. Qualche indicazione e venuta dal blackout che ha colpito il Québec il 13 marzo 1989: una tempesta solare di potenza pari a circa due terzi di quella osservata da Carrington fece saltare in meno di due minuti la rete che serviva più di sei milioni di utenti. Una tempesta di classe Carrington potrebbe "friggere" più trasformatori di quanti ne abbiano di scorta le compagnie elettriche. Nei mesi necessari a fabbricarne e installarne di nuovi, milioni di persone rimarrebbero senza luce, acqua potabile, trattamento delle acque di scolo, riscaldamento, aria condizionata, carburanti, telefono, alimenti deteriorabili e medicine. Secondo uno studio recente della National Academy of Sciences, una tempesta simile potrebbe. provocare danni economici pari a quelli causati da 20 uragani simili a Katrina: tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di dollari solo nel primo anno. Come per il famigerato terremoto di San Francisco, poi, la mancanza di preparazione potrebbe avere conseguenze devastanti. Voi che ne pensate? L'umanità ce la farebbe a risollevarsi i breve tempo, o la nostra civiltà regredirebbe di secoli?

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È il turno della proposta sempre di Sandro:

Anno 50 a.C.: in anticipo di 1300 anni arriva in Europa la Peste Nera.

Il 75 % della popolazione dagli Urali al Portogallo muore nel giro di otto mesi. L'impero Romano è in ginocchio ma è anche l'unica struttura organizzata in grado di resistere alla devastante epidemia.

Ottaviano Augusto deve fare i conti con la quasi totale scomparsa della manodopera schiavizzata.

Non ci sono risorse umane da sfruttare per il mantenimento della organizzazione sociale romana, e allora…?

Allora Ottaviano decide di lanciare la "Rivoluzione Industriale" romana…. Si parte dal disponibile per sostituire le braccia umane, con una turbina a vapore di Erone collegata ad un albero ed una vite elicoidale immersa le biremi e triremi vengono convertite in navi ad elica a vapore!

Con questi fumanti e veloci vascelli i romani si lanciano dentro e fuori il Mediterraneo alla ricerca delle menti meccaniche più egregie sopravissute alla peste, in Grecia, in Egitto, in Arabia ed fino all'India.

Ottaviano fonda a Roma la Facoltà di Ingegneria Universale che, per prestigio opportunità e paghe erogate, attira docenti e studenti da tutto l'emisfero occidentale.

Con il Vapore si realizzano carri autopropulsi e la prima ferrovia Roma-Ostia viene inaugurata nel 60 d.C.

L'Impero si copre di ferrovie, le legioni non marciano più ma viaggiano su vagoni o su camion a vapore e posso raggiungere i confini dell'Impero i solo 4 giorni di viaggio.

La scoperta dell'accensione per compressione degli oli minerali (conseguenza degli studi sulle molle pneumatiche per baliste) portano alla invenzione del motore diesel, prima ad olio vegetale (oliva, colza, mais, girasole, nocciole, tutto va bene) e poi con la distillazione del bitume a gasolio...

Pensate ad un mondo antico tutto percorso da ferrovie... La Via Africana parte da Tingis (Tangeri sull'Atlantico, da dove partono le carovaniere per la Mauretania, il Niger e l'Africa Nera), e arriva ad Alessandria d'Egitto... da dove parte un'altra linea ferrata che arriva fino in Etiopia, e da lì al commercio di avorio, animali esotici e schiavi sino ai porti del Mozambico!

Pensate alla Via Balbia: io partirei da Mogadiscio, su verso Hafun sull'estemo Corrno d'Africa.. qui ci stà un Colossale porto per il commercio verso l'India e Cina, poi avanti per il Gibuti, l'Eritrea, il Sudan e l'Egitto fino al Cairo.

Alla Stazione Cleopatra (o Stazione Piramidi, vedete voi) parte la linea Mediterranea che fa' Alessandria, Tripoli, Tunisi (Cartagine), Algeri, Oran e Rabat (Capolinea)… così evitiamo di scavare il Canale di Suez e navigare tutto il Mediterraneo.

A Rabat grande porto di interscambio verso le Canarie da cui salpano le grandi navi a Dodici Turbine verso l'America (sfruttando gli alisei delle Canarie con una opportuna velatura) in 8/10 giorni siamo nei Caraibi grazie alle navi della URBIS IMPERIALIS MARINAE!

Beh, è ovvio... i Romani a Vapore scoprono l'America e la civilizzano molto prima degli Aztechi e Maya. cultura che non compare affatto nella mia Ucronia… il mio Yucatan è Famoso per l'Acropoli di Tulumia.. a picco sul mare con i suoi biancheggianti templi in puro stile dorico ed i tetti dorati… rivaleggiante in splendore con quella di Atene e con il Campidoglio di Roma!

Però a questo punto se abbiamo anche l'America ci vuole una TrasAmericana del Nord e un costiera da Boston fino all'Argentina.

Un bel ponte sul Mississippi… i romani sono forti in questo, e poi giù per il Messico, lo Yucatan e il Belize…. poi di nuovo lungo costa fino a Aeres Optimae (Buenos Aires).

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Al che Lord Wilmore aggiunge:

E perchè non una transiberiana fino ai porti del Pacifico? Così si può commerciare vantaggiosamente con Cina e Giappone. Ricordo che in "Asterix il Gallico" Cesare dice a Caius Bonus: "Parti per la Mongolia Interna, ci sono dei barbari in rivolta laggiù!" E se diventasse realtà?

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Ma Sandro riprende imperterrito:

Perchè ai Romani non piace il freddo…. La loro fascia di colonizzazione può arrivare al massimo fino al 55° Parallelo Nord o Sud… ed escludere la fascia equatoriale tra il 15° Nord e il 15° Sud. Infatti Caius Bonus mica riceveva un premio da Cesare ma una punizione...!

Io vedo un mondo romano con una fascia barbarica equatoriale e una serie di regioni semibarbariche vicino ai poli (che poi sarebbero il solo polo Nord, perché vicino al polo Sud non c'è nulla a parte la Terra del Fuoco)!

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E ora, l'intelligente invenzione di feder:

Greta Thunberg come Giovanna d'Arco!

Lettera di Greta la Pulzella lanciata con una freccia in campo americano durante l’assedio di Sigonella:

« Al duca di New York, cosiddetto reggente del regno d'Europa e ai suoi luogotenenti di fronte alla città di Sigonella, Re d'America e voi, duca di New York, che affermate di essere il reggente del regno d'Europa; Michele Pompeio conte di Orange (Mike Pompeo, nato a Orange [N.d.r.]); Michele Pentium sire di Columbus (Mike Pence [N.d.r.]); e voi Marcus sire di Uniontown (Mark Esper [N.d.r.J), consegnate alla Pulzella, inviata quaggiù da Madre Natura, le chiavi di tutte le belle città che avete occupato. Ella è venuta per rivendicare la linfa che avete tolto agli alberi. E pronta a fare la pace, se vorrete darle ragione, restituire le terre d'Europa e pagare per il tempo che le avete occupate. E voi carristi, nobili compagni di guerra, che siete accampati dinnanzi alla città di Sigonella, tornate, in nome di Madre Natura, nel vostro paese. Se no, riceverete fra breve notizie della Pulzella, che verrà da voi, con vostro grande danno. Re d'America, io sono a capo di un esercito e scaccerò gli uomini che avete in Europa, con le buone o con le cattive. Se vorranno ubbidire, ne accetterò la resa a discrezione. Se non vorranno, li umilierò. Madre Natura mi ha mandato per scacciarvi dall'Europa. Toglietevi dalla testa di conservare questo regno, che è stato destinato da Madre Natura alla Duchessa Ursula, vero erede. Così vuole Madre Natura, che lo ha rivelato alla Pulzella.
Se non credete a quanto Madre Natura vi manda a dire per bocca della Pulzella, e se non vorrete intendere ragione, noi verremo a cercarvi e faremo una tale strage, come in Europa non ne è avvenuta una da mille anni a questa parte. Duca di New York, la Pulzella vi chiede di non farvi distruggere.
Se avete intenzione di concludere la pace, fatemi avere una risposta. Se non accettate, non posso che rammentarvi i grandi pericoli cui andate incontro.
Scritta il venerdì per un futuro migliore.
Greta La Pulzella »

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Chiudiamo per ora con l'idea di MorteBianca:

Storia futurologica dei trasporti

A seguito dello Tsunami "Greta", l'ambientalismo diventa bandiera di presa facile alle elezioni, tutti i partiti si fanno fautori di leggi ambientali ognuno nella rispettiva ideologia: la Sinistra nella lotta  contro l'industrialismo capitalista, la Lega come esempio di Decrescita felice, Fratelli d'Italia come tradizionalismo, Casapound sbandiera l'iniziativa "Ripuliamo l'Italia da cani, lattine e africani". Silvio Berlusconi perché "Greta è il simbolo dei giovani, una minorenne che affascina". L'unico partito a non accogliere l'iniziativa è quello di Rizzo, che definisce Greta serva del turbocapitale e l'ambientalismo una lotta inutile.

Le numerose leggi ambientaliste limitano di moltissimo la produzione, l'import-export, la compravendita e l'utilizzo di benzina nell'industria automobilistica. Si diffondono quindi le automobili ibride in quanto meno costose. L'aumento di domanda favorisce l'espansione di questi business, che possono aumentare la propria offerta man mano che crescono. Tutte le maggiori aziende automobilistiche producono ora macchine ibride ad emissioni minime che ottimizzano la quantità di energia per litro.

Si diffonde inevitabilmente la macchina elettrica, con l'aumento degli acquisti (già collaudati con le ibride) e la diminuzione dei costi. La ricarica è molto più semplice da attuare del pieno, pone zero rischi di esplosione (per il dispiacere delle Mafie di tutto il mondo) e soprattutto rende la macchina non inquinatrice in modo diretto (la fonte dell'energia ovviamente può essere più o meno inquinante, invece di essere assolutamente inquinante ad alto tasso di gas serra come lo è nell'automobile a benzina). Le città diventano molto più respirabili, diminuiscono le patologie polmonari. Città enormi come quelle cinesi hanno una sensibile differenza. I cieli, lentamente, si ripuliscono.

Per migliorare la sicurezza alla guida, una serie di assistenze tecnologiche sono ora mandatorie: gli Autovelox vengono decuplicati e piazzati ovunque (e a tutti gli incroci). Vengono impostati sensori alle pareti della macchina che sentono la distanza dalle altre macchine segnalandola con un suono. Questo non solo rende il parcheggio iper-preciso una realtà serena, ma rende più scorrevole il traffico perché ora la machina permette di mantenere equa distanza da quella che la precede, evitando l'effetto "rallento perché tu rallenti in modo non giustapposto". Si diffonde la pratica russa di dotare le macchine di piccole webcam che riprendono gli eventi (rendendo molto più semplice dirimere le questioni legali e nullificando le truffe, come quella dello specchietto), così come GPS vocale incorporato.

È ineluttabile a questo punto la diffusione delle macchine guidate da intelligenze artificiale: pioniere sono Google e Tesla, ma ben presto anche FIAT e Ford seguono, e poi tutte le altre. Il numero di incidenti, già diminuito, diventa praticamente assente e ridotto a cifre elettorali Rizziane (da zero virgola). Si ottimizza inoltre la velocità (dato che sono sincronizzati con Google Maps ed i dati del traffico). Le macchine iniziano prima a comunicare tra loro per gestire gli incroci (che cessano di esistere se non dove i pedoni devono passare: ora le macchine possono velocemente venire tutte contemporaneamente in un incrocio da tutte le direzioni, tanto sono sincronizzate) e poi tutti i dati sono elaborati in centri afferenti al Ministero dei Trasporti, minimizzando il traffico e massimizzando la rapidità dei veicoli e la loro priorità: le ambulanze, i pompieri e la polizia hanno ora libera manovra.

Il problema delle macchine non è però concluso: i parcheggi in certe città occupano un quarto dello spazio totale (uno spazio utilizzato solo da macchine che letteralmente dormono). Il numero di strade disponibili non risolve il problema dell'affollamento delle metropoli: si è visto che raddoppiandone l'estensione, raddoppia il traffico adeguandosi. E di contro per aumentare le strade vengono ogni volta distrutti interi quartieri, spazio vitale che andrebbe a parchi e persone. Il parcheggio è sempre più difficile da trovare e questo causa sprechi energetici. Si iniziano a cercare risoluzioni: le macchine ora vengono per legge prodotte con dimensioni molto limitate (pur mantenendo il classico cinque porte + bagagliaio), andando verso la direzione di Smart. Si perde insomma la cultura del SUV. Vengono creati i parcheggi multipiano e si sperimenta sull'utilizzo di strade a più livello nelle varie città, soprattutto scendendo nel sottosuolo. Queste soluzioni sono però solo parziali e non risolvono il problema, ma mano che la popolazione cresce.

Si diffonde il servizio di Uber (ora completamente automatizzato dalle macchine che si guidano da sole), che rompe il crudele monopolio dei tassisti. Con Uber e servizi analoghi qualcuno può lasciare "in affitto" la sua macchina, che può essere richiamata ed usata da qualcuno che paga una tariffa (in parte all'affittante, in parte all'azienda), con cui si dovrebbero coprire le esigue spese energetiche e di mantenimento. In questo modo adesso sempre più persone trovano più conveniente usare Uber piuttosto che possedere una macchina (di cui devono pagare le numerose spese), pagando piuttosto l'esigua tariffa. E così una sola macchina è usata h24 da più persone per i vari bisogni, piuttosto che avere tante macchine usate poco e poi lasciate ad occupare spazio.

Si diffonde il Car Sharing (da noi abbiamo l'esempio di Enjoy). Un'azienda che fornisce direttamente le macchine, senza affidarsi ai privati. In questo modo chiunque può chiamare una macchina, oppure andare in uno dei parcheggi di riferimento per pagare meno. Le macchine sono diffuse in tutta la città, sono sincronizzate, sono perennemente utilizzate e a differenza di Uber rafforzano l'idea del non possedere più macchine (costano meno non richiedendo l'affitto e tagliando l'uomo di mezzo). Prendendo ispirazione dal mondo videoludico, nascono inoltre offerte come il Car Sharing Gold, in cui aumentando il prezzo dell'abbonamento si può non solo accedere h24 ai servizi del car sharing, ma dopo un tot di mesi si può diventare proprietari di una macchina (che, di fatto, viene pagata a rate molto piccole e mensili invece che annuali), con un sistema a punti. Ovviamente si tratta di servizi che richiedono anni di fedeltà, ma funzionano nell'attirare clienti (che poi, a conti fatti, non sanno cosa farsene della macchina, ma sono attratti dall'idea di possederla e non dover pagare più, lasciandola ai propri eredi).

Viene infine abbandonata l'idea dei trasporti privati per via della loro scarsa efficacia: un Autobus trasporta più persone di un numero enorme di macchine occupando molto meno spazio (a livello di parcheggio e di traffico) ed ottimizzando l'inquinamento (un autobus che contiene 16 persone non inquina come 16 macchine). Possedere una macchina è ritenuto ormai inutilmente costoso (tra energia, bollo, assicurazione e riparazioni), la gente preferisce fare un solo pagamento (e molto più piccolo) ogni mese che neanche si nota in mezzo agli altri. E visto il fatto che nelle tasse è già compreso annualmente il costo dei trasporti pubblici, che di fatto funzionano proprio così (ma ottimizzati perché una macchina trasporta 4 persone, ma viene affittata solo per una spesso e volentieri) si diffonde sempre di più l'utilizzo dei mezzi pubblici, che aumentano di numero e la loro portata a livello di fermate. Attivi h24, capaci di andare in ogni quartiere, occupano poco spazio e trasportano più persone. Rendono sensata la tassa e lasciano le spese allo stato, così come la gestione del tutto. Inoltre, dato che le macchine sono autoguidate, devono rispettare le corsie preferenziali dei mezzi pubblici, di conseguenza il pubblico si accorge che con i Bus si arriva prima, si paga meno e che usando di più i bus si consuma di meno e si sfavorisce il traffico. Ben presto gli ultimi mezzi "familiari" sono rottamati in favore di enormi Bus multipiano, le aziende rilasciano bus per competere con lo stato (ultimo vincitore in quanto pagato di default).

Si investe adesso nel trasporto veloce e sincronizzato: con abbonamenti esigui diventa possibile non solo accedere ai bus, ma anche alle metropolitane che portano ai vari quartieri (le cui stazioni sono fermate obbligate di tutti i bus) e, in seguito, anche ai treni. Si perde l'utilità di viaggiare in macchina, dato che è possibile raggiungere ogni zona, ogni quartiere, ogni borgo e ogni città di una regione. I pagamenti singoli sono da farsi solo per viaggi in mare o in aereo (dove comunque pacchetti di abbonamenti nascono spontaneamente per canalizzare questo nuovo mercato). Per quanto riguarda la velocità, senza tutti i mezzi privati prima esistenti i bus possono andare molto più veloci. Nascono i treni a levitazione magnetica ad altissima velocità (la cui tecnologia è usata anche dalle metropolitane). Adesso si possono viaggiare lunghissime distanze nel giro di poco tempo. Il concetto di "Pendolare" diventa molto più relativo: qualcuno che vive in periferia o in una città "satellite" di fatto non sente differenze rispetto ad un cittadino del centro. Si possono permettere ora lo status di pendolari persone che vivono estremamente lontano: un Palermitano può ora dormire nella sua città e lavorare a Catania, a prezzo (e tempo) risibile.

Che ne pensate?

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Se volete farci sapere il vostro parere a riguardo, scriveteci a questo indirizzo.


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