TELEGRAFO OTTICO
Inventore
Storia
Composizione
Metodi di trasmissione

Metodi di trasmissione

Il metodo di trasmissione era dei più semplici e non esigeva l'impiego di personale con una intelligenza troppo sviluppata. Seduto di fronte al meccanismo, l'occhio davanti al cannocchiale, l'uomo osservava il telegrafo indicatore, ripeteva il segnale rappresentato, si assicurava immediatamente, guardando attraverso un secondo cannocchiale, che il segnale fosse stato percepito e riprodotto; poi dal lato opposto, ricominciava la stessa manovra fino al momento in cui una figura aerea particolare lo avvertiva che la trasmissione era terminata. Ogni segnale durava in media da venti a trenta secondi ma, per essere completo, esigeva circa un minuto, cosa che permetteva di trasmettere un massimo di sessanta segnali all'ora. Seguendo la classifica dei segnali ideati dai fratelli Chappe, la metà doveva servire alla polizia della linea e l'altra metà ai dispacci. I segnali formati quando il regolatore si inclinava a destra erano segnali di dispacci, quelli formati quando il regolatore si inclinava a sinistra erano segnali di servizio. Gli indicatori formavano 92 segnali su ciascuna delle due oblique del regolatore. Quelli di sinistra potevano essere compresi a prima vista da tutti gli impiegati e si trasmettevano su tutta la linea. Quelli di destra, invece, portavano un numero d'ordine corrispondente alle 92 pagine di un vocabolario contenente ciascuna 92 parole, in tutto 8464. Un primo segnale indicava il numero di pagina di vocabolario, un secondo indicava il numero d'ordine della parola. Un altro vocabolario, detto vocabolario delle frasi, conteneva pezzi di frasi, frasi intere o riunioni di parole che si utilizzavano spesso nel linguaggio telegrafico. Quando si voleva far riferimento a questo vocabolario, un primo segnale indicava il numero di uno dei due vocabolari al quale riferirsi, poi un secondo e un terzo facevano conoscere il numero di pagina e il numero d'ordine della frase. A più riprese vennero modificati i vocabolari fino a riunirli in uno solo in modo da velocizzare la trasmissione.

   

© Beatrice Mantovanelli
Federica di Candia