Il cervello dei rettili

ovvero: un originale ringraziamento per aver pubblicato la "bandiera di luce" (vedi)

di Elena Cristina Bolla 


Caro FMB,

grazie, ho molto gradito la bandiera di luce da lei pubblicata. Sì, anch' "io vo gridando : pace, pace, pace!..." (come il vecchio Petrarca), a tempo e a controtempo, a proposito e a sproposito (come il vecchio san Paolo) e la più aperta tolleranza verso chi la pensa diversamente. Lo confesso, non posso certo schierarmi con quelli che ripetono ciecamente, come se il mondo fosse rimasto fermo alle caverne, l'eterno copione guerresco scritto dal Cervello dei Rettili e variamente interpretato da tiranni e tirannelli di ogni epoca con il seguito dei loro leccapiedi. Platone sarebbe d'accordo con me: è prima di tutto una questione di intelligenza. Mah! Uno, se non ce l'ha, non se la può dare: e allora che facciamo?

Ho notato intanto mestamente, a proposito degli acrostici con cui noi ci dilettiamo, che entrambi condividiamo l'iniziale B del cognome con quei due B & B che di qua e di là dall'oceano ballano il solito plurimillenario balletto dettato dal DNA umano-bestiale e supinamente seguito dai potenti (ma non solo) con varie scuse ideologiche  (ma non solo). E' triste pensare che in fondo, a meno che intervenga l'"intelligenza" platonica o la grazia cristiana, non siamo altro  che burattini in preda delle due eterne, uguali e contrarie, istanze rimbambenti ripetute dal cervello dei rettili: 1)  "Uccidi!"  2) "Continua la specie!" Due comandi che abbiamo camuffato, travisato, ricoperto di vesti romantiche o eroiche,  chiamato Amore e Patria, messo in musica e in versi, ecc. ecc. ... ma la sostanza non cambia. Scusi la predichetta: oggi mi sento molto schopenhaueriana dopo aver sentito il giornale radio. 

Ora l'urgenza è da parte del comando di distruzione. B come Bambino, con in mano un fucile giocattolo. Provi a regalarglielo e a pretendere che non spari. In fondo la psicologia umana è molto semplice.

Curiosamente, qualche giorni fa il Premio Nobel Rita Levi Montalcini faceva in TV un discorso molto simile al mio sul cervello dei rettili, ma attribuendolo a una specie di cervello "fossile" dei mammiferi preistorici, comunque con effetti assolutamente analoghi. Ci sarebbe da aggiungere che il comando un po' schizofrenico "distruggi/uccidi-procrea" riguarda piuttosto il maschio (la natura deve averlo inventato per assicurarsi materiale sempre fresco), mentre il comando primordiale della femmina, legato alla sua biologia e molto più unitario, è piuttosto "difendi/difenditi-proteggi-fa' crescere". Infatti i cavernicoli erano cacciatori e le cavernicole hanno inventato l'agricoltura. I  cavernicoli di oggi inneggiano a Bush. 

   Bene, caro FMB, fondiamo noi due un B & B di pace. Fondiamo Movimento Benefico E Continuiamo Battaglia (non violenta). Per esempio diffondendo amicizia a breve raggio. Qualcosa resterà. L'esperienza spicciola, quotidiana, mi ha insegnato (evangelicamente) che l'unico modo di distruggere per sempre un nemico è di trasformarlo in un amico. A volte ci sono riuscita. A volte no. Ma vale la pena di tentare. Forse la diffusione di amicizia a catena non arriverà oltre oceano, ma chissà... di anello in anello...

Aggiungo a queste mie riflessioni un articolo che scrissi dodici anni fa, anche se sembra scritto oggi, per una delle riviste a cui collaboro, "La Squilla" N. 3/1991 (lo pseudonimo, banalissimo, mi è stato affibbiato dal direttore: nella mia vita mi hanno anche fatta frate onorario...)

Ho spento la TV, non ne posso più di discorsi cretini. Preferisco il Discorso della montagna. "Beati i fabbricatori di pace". Questo, non altro, sta scritto. Pace! Era il saluto di Gesù. Sottoscrivo.

Saluti e grazie molte! E.C.B. (E' difficile Combinare Buoni acrostici)

La bandiera della nostra speranza

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Mi' padre me diceva...

Mi' padre me diceva: fa' attenzione
a chi chiacchiera troppo; a chi promette;
a chi dopo èsse entrato, fa: "permette?";
a chi aribbarta spesso l'opinione

e a quello, co' la testa da cojone,
che nu' la cambia mai; a chi scommette;
a chi le mano nu' le strigne strette;
a quello che pìa ar volo ogni occasione

pe' di' de sì e offrisse come amico;
a chi te dice sempre "so' d'accordo";
a chi s'atteggia come er più ber fico;

a chi parla e se move sottotraccia;
ma soprattutto a quello - er più balordo -
che, quanno parla, nun te guarda in faccia.

Aldo Fabrizi

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Prima di chiudere, ecco un altro articoletto scritto dall'amica E.C.B. che ci fa capire quanta parte del nostro cervello sia ancora rettiliana:

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L'ISOLA CHE NON C'È

Caro frate Sole,ho iniziato la lettura di un libro, acquistato per la verità tempo fa, ma solo ora è venuto il momento di leggerlo. Dopo qualche pagina, mi trovo già a riflettere su cose date per scontate da sempre e così il pensiero corre, corre fino a chiedermi quante altre nozioni ricevute sono attendibili oppure da mettere anch'esse in discussione. Mi limito per ora a trascriverLe quanto segnalato in questo libro di Mario Pincherle: "L'uomo non sa cosa significhi la parola Nazareno e crede che questo nome derivi da una città che in realtà non esisteva all'epoca di Gesù".
E allora, caro frate sole, cosa ne dice? Io, e penso che sia lo stesso per tantissime altre persone, ho sempre creduto che fosse proprio come dice l'autore: mi hanno insegnato così e talmente grande era la fiducia nell'insegnamento religioso… Ma da un po' di tempo a questa parte a volte mi chiedo se non è il caso di rivedere un po' tutto quanto appreso. Naturalmente con tutti i problemi seri che stiamo quotidianamente vivendo, il tema che Le ho proposto risulta forse irrisorio, ma se trova un piccolo spazio da dedicarmi Le sarei grata.
Un fraterno saluto, Caterina F.

Rivedere un po' tutto quello che abbiamo appreso e dato per scontato? Bel programma di vita. Era quello del filosofo Cartesio (il "dubbio metodico")..Ma ci vorrebbe, appunto, una vita, anzi non ne basterebbe una, due, dieci… Controllare di persona ogni singola cosa? Su ognuna dare un giudizio, con la certezza di aver considerato tutte le premesse, tutte le variabili? Provaci un po' con qualcosa di molto semplice, tipo: oggi è lunedì. Lunedì? Ma chi lo dice? Non c'è stato quel salto di una decina di giorni con la riforma del calendario nel sedicesimo secolo? Magari è domenica o mercoledì e noi non lo sappiamo.
Un gradino più in su. "Giulio Cesare morì pugnalato nel 44 a.C." Giulio Cesare? Ma sarà davvero esistito? "Certo, lo dicono gli storici…" E chi verifica se dicono il vero? "Ci sono i documenti". Ma i documenti si possono falsificare. Eppure noi crediamo ciecamente all'esistenza di Giulio Cesare, e dubitiamo di quella di Gesù.
O di Nazaret, appunto. Per essere onesto, Pincherle avrebbe dovuto dire non che "non esisteva ai tempi di Gesù" (la logica insegna che una negazione non si può dimostrare con certezza!), ma semplicemente che non è mai nominata nell'Antico Testamento. Ma questo si può dire di tanti altri villaggi tranquillamente esistenti da secoli. Pincherle era là a controllare di persona, duemila anni fa? Tu eri là a controllare?
Ovviamente no: devi fidarti di qualcuno che lo afferma, per sì o per no. Altrimenti dovremmo conoscere perfettamente il greco, il latino, l'ebraico, le scienze bibliche, l'archeologia e la paleografia, eccetera eccetera. Perciò "deleghiamo" a chi ha studiato queste materie meglio di noi. Ma anche tra questi, c'è chi dice pere e chi dice mele…
Ecco il punto: siamo sempre costretti a fidarci di qualcuno. Crediamo di decidere noi che cosa è vero o no, ma in realtà decidiamo solo di chi dobbiamo fidarci. E spesso è una decisione di sentimento, di emozione, non di ragione Io però ti rispondo con le parole del mio maestro di teologia: preferisco fidarmi di Agostino, di Gerolamo, di Ignazio, di Atanasio. Se tu preferisci .fidarti di Mario Pincherle, fa' pure.
Ma esiste davvero Mario Pincherle?

(pubblicata su "La Squilla", numero di settembre-ottobre 2009)


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