Primo Libro di Samuele


Denominazioni dei libri
I due Libri di Samuele costituiscono, con i successivi due libri dei Re, un'opera continua, tant'è vero che la versione greca dei Settanta e quella latina di San Girolamo, la cosiddetta ''Vulgata'', hanno preferito denominarli nella loro interezza i Quattro Libri dei Re (in greco ''Basileion'').
Il nome "Libri di Samuele" deriva dal fatto che un'opinione talmudica tardiva ne attribuiva la compilazione al profeta Samuele, il quale però occupa un ruolo di primo piano solo nei primi 15 capitoli del primo libro.

Redazione
Sia i libri di Samuele che quelli dei Re sono da ricondurre ad un unico progetto, quello di tratteggiare la vicenda storica di Storia di Israele dalla fine dell'epoca dei Giudici fino alla fine della monarchia con l'invasione babilonese di Nabucodonosor: un arco di tempo che copre la bellezza di sei secoli. La redazione definitiva risale al VI secolo a.C.
L'autore di questo ciclo letterario appartiene allo stesso ambito culturale e religioso in cui è fiorito il Deuteronomio, per cui si parla di autore ''Deuteronomista''. Per ricostruire le vicende dei due regni di Israele, egli attinge a materiali d'archivio oggi non più in nostro possesso, alle tradizioni orali e alla memoria storica del suo popolo. Una delle caratteristiche dell'autore Deuteronomista è una descrizione molto appassionata e ricca di riflessioni, che non si preoccupa di riportare solo freddi dati storici, ma soprattutto la sua interpretazione religiosa di una vicenda, quella del popolo eletto, collegata a doppio filo con un ben preciso progetto divino.

Unzione di Saul, miniatura del secolo IX, Basilica di San Paolo a Roma

Unzione di Saul, miniatura del secolo IX, Basilica di San Paolo a Roma

Contenuto del libro

Suddivisione del testo
Il primo libro di Samuele descrive l'abbandono dell'ordinamento giuridico dei Giudici, con cui spesso le tribù si governavano in modo indipendente l'una dall'altra, e la nascita dell'ordinamento monarchico. Esso abbaccia dunque un arco di tempo che va dal XII secolo a.C. fino circa al 1010 a.C., anno presunto della morte di Saul.
In tutto comprende 31 capitoli che si possono suddividere in diverse parti:

Il ciclo di Samuele
Il racconto si dipana più come una saga epica che come una vera e propria opera storiografica. Nel primo libro sono già presenti tutti i tre principali attori del delicato passaggio dalla Giudicatura alla Monarchia Israelitica: Samuele, Saul e Davide. Di tutti e tre sono descritte le grandiose imprese, proprio come in un poema guerresco, forse sotto l'influenza dei grandi poemi mesopotamici con cui gli Ebrei erano venuti a contatto a Babilonia. Samuele è chiamato da Dio nella notte (1 Sam 3,1-14) e, dopo che gli empi figli del giudice Eli vengono puniti con la sconfitta e la morte, episodio durante il quale l'Arca dell'Alleanza è catturata dai Filistei, diventa egli stesso Giudice e guida gli Israeliti nella travolgente vittoria di Masfa.

Il ciclo di Saul
A questo punto però Israele domanda a gran vice un re. Il motivo addotto dall'autore Deuteronomistico è il fatto che i figli di Samuele non seguivano il suo esempio di giustizia. Samuele nicchia, arringando gli anziani d'Israele con un discorso scritto da un autore evidentemente ostile alla monarchia, dopo la rovinosa disfatta di Sedecia e del Tempio di Gerusalemme (vedi il Secondo Libro dei Re); poi però cede e nomina re Saul, della tribù di Beniamino (astutamente si trattava della tribù più piccola, così da non ingenerare controversie e gelosie). Tutti lo riconosco però re solo dopo che ha sconfitto gli Ammoniti a Iabes. Siamo circa nel 1030 a.C.
Dopo varie vittorie, tuttavia, Saul incomincia a disobbedire ai comandi divini trasmessigli da Samuele: prima offre lui stesso l'olocausto al posto dell'ex Giudice, arrogandosi una prerogativa sacerdotale, e poi rifiuta di passare per le armi Agag, re degli Amaleciti. Allora Samuele si reca a Betlemme presso la casa di Iesse, e consacra re Davide, il più giovane dei suoi figli, Davide. Da notare che qui si sovrappongono due tradizioni nettamente separate: in una Davide appare come un pastorello, in un'altra come un raffinato cortigiano addestrato all'uso delle armi. I testi di due autori differenti vengono fusi dal redattore finale tramite l'artificio dello "spirito maligno" che tormentava Saul, presumibilmente attraverso emicranie o attacchi di epilessia; Davide viene allora chiamato alla reggia perché, suonando la cetra, riesce a placare le crisi del re. A questo punto Davide diventa l'assoluto protagonista uccidendo il gigante Golia, episodio al quale gli artisti di ogni tempo, come Michelangelo e Donatello, hanno attinto con risultati eccezionali. Chi non conosce il "David" marmoreo di Michelangelo, che osserva da lontano Golia come se dicesse "Ci sei!", e con la mano prende la fionda che ha sulla spalla per abbattere l'insolente quanto colossale nemico?

Il David di Michelangelo Buonarroti, 1501-1504, Firenze, Galleria dell'Accademia

Il David di Michelangelo Buonarroti,
1501-1504, Firenze, Galleria dell'Accademia

Il ciclo di Davide
In breve Davide diventa il campione dell'esercito d'Israele e sposa Micol, la figlia di Saul, divenendo grandissimo amico di suo figlio Gionata. A questo punto però si scatena l'invidia di Saul, innescata dal canto di guerra delle donne israelite:

« Saul ha abbattuto i suoi mille, ma Davide i suoi diecimila! »

Allora Saul tenta di assassinare Davide con una lancia; avendo fallito, gli manda dei sicari mentre dorme, ma Micol, che ha intuito la volontà del padre, lo aiuta a mettersi in salvo. Davide si mette al servizio dei re Filistei ma Saul lo bracca e mena strage dei sacerdoti di Nob, colpevoli di averlo aiutato nella fuga dandogli la spada di Golia. A questo punto si colloca un altro episodio famosissimo: Saul entra a cercare Davide nella caverna di Engaddi, sul Mar Morto, e Davide gli taglia un lembo del mantello per dimostrare che poteva ucciderlo in ogni momento, ma non lo ha fatto (1 Sam 24,1-23). In seguito Davide risparmia una seconda volta la vita a Saul, quando Abisai vorrebbe ucciderlo nel sonno ma egli replica (26,9):

« Non ucciderlo! Chi ha steso la mano sopra l'Unto del Signore ed è rimasto impunito? »

Ormai però il regno di Saul volge al termine. Saul deve scendere di nuovo in guerra contro i Filistei, di gran lunga superiori di numero, e per questo, contravvenendo alle proprie stesse leggi, fa evocare lo spirito del defunto Samuele dalla negromante di Endor (1 Sam 28,3-20). L'ombra di Samuele tuttavia gli predice la morte sua e dei suoi figli. La sventurata profezia si avvera sul monte Gelboe: Gionata cade e Saul, ferito, dopo aver tentato inutilmente di convincere lo scudiero a finirlo, si getta sulla sua stessa spada (1 Sam 31,1-7). Vittorio Alfieri ha immortalato questo momento tra i più drammatici della storia d'Israele nella sua tragedia "Saul" (Atto V, scena V, vv.100-109):

« Oh figli miei!... Fui padre.
Eccoti solo, o re: non un ti resta
Dei tanti amici, o servi tuoi. Sei paga,
d'Inesorabil Dio terribil ira?
Ma tu mi resti, o brando: all'ultim'uopo,
fido ministro, or vieni. Ecco già gli urli
dell'insolente vincitor: sul ciglio
già lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille... Empia Filiste,
me troverai, ma almen da re, qui morto. »

Storicità del libro
Come spiegato, la storicità della maggior parte degli eventi narrati nel Primo Libro di Samuele è problematica, trattandosi non di una storia nel senso moderno del termine, bensì di una saga epico-cavalleresca, che a tratti ricorda il ciclo carolingio o quello di re Artù. È un dato di fatto però che molte località menzionate sono storicamente accertabili. '''Bet-Semes''', la località dove i Filistei restituirono agli Ebrei l'Arca dell'Alleanza secondo 1 Sam 6,13, esiste davvero sul confine di Giuda, a circa 30 Km dalla costa mediterranea, e significa "casa del sole" dal nome di Semes, divinità solare Cananea. Anche la successiva dimora dell'Arca, '''Kiriat-Iearim''' ("città dei boschi") è stata rintracciata a 20 Km da Bet-Semes. Storicamente identificate sono anche '''Gabaa''', la patria di Saul (in ebraico "altura"), e il monte '''Gelboe''', teatro della rovina di Saul, che si innalza per 500 metri sulla piana di Izreel, oggi noto in arabo come Gebel Fuqu'a.

I Filistei
Sicuramente storico è il popolo dei Filistei, menzionato per la prima volta nelle iscrizioni del Faraone Ramses III (1183-1152 a.C.), che si oppose all'invasione dei "popoli del mare" indoeuropei, immortalando la sua vittoria sulle pareti del tempio di Medinet Habu (XX dinastia). Costretti a ritirarsi, essi si insediarono lungo il litorale di Canaan, edificando varie città, le maggiori delle quali erano Gaza, Ascalona e Asdod. In seguito gli Assiri li sconfissero ed assorbirono, ma il loro nome restò all'intera Palestina.

Vittoria di Israele sui Filistei, miniatura del XIV secolo, Vienna, Biblioteca Nazionale

Vittoria di Israele sui Filistei, miniatura del XIV secolo, Vienna, Biblioteca Nazionale

Davide e Golia
Uno degli episodi più fantasiosi del Libro, e cioè il duello tra Davide e Golia (1 Sam 17, 1-54), nasconde inaspettati semi di storicità, nonostante il racconto ci appaia iperbolico, dato che Golia è detto essere alto sei cubiti, cioè tre metri. In effetti la sfida tra due campioni era uno dei mezzi più spicci e meno cruenti usati nell'antichità per dirimere le controversie, come nel celebre episodio degli Orazi e Curiazi, riportato da Tito Livio. Tra l'altro uno dei termini usati per descrivere l'armatura di Golia, "corazza a scaglie", appare anche nelle tavolette ritrovate ad Ugarit in Siria, ed è incredibilmente confermato da reperti archeologici ritrovati a Gaza, costituiti da scaglie di ferro con fori per essere cucite assieme.
La vicenda di Davide e Golia è stata attualizzata dal gruppo musicale "GenRosso", in relazione alla nota vicenda dell'anonimo ragazzo che, durante la rivolta di piazza Tien An Men nel 1989, fermò da solo una colonna di carri armati. Ecco i versi che il celebre compresso li ha dedicato:

« Ma chi non ti ricorda, ragazzo di Tien An Men,
che fermi i carrarmati, e non si sa chi sei!
Forse non pensavi che ti giocavi la vita, ma
diventavi un segno della libertà.
Solo restavi lì,
tu ragazzo del nostro tempo,
restavi lì, tu da solo a fermare una follia:
Davide e Golia... »

È poco noto il fatto che ad Ain Gialud ("la fonte di Golia"), luogo identificato con quello del memorabile duello tra i due campioni, nel 1258 avvenne un'importante battaglia tra i Mamelucchi egiziani ed i Mongoli: questi ultimi furono rovinosamente sconfitti, nonostante avessero già conquistato quasi tutta l'Asia, e la loro espansione fu bloccata per sempre. Il mito di Davide e Golia che si ripete?