L'assassinio di Togliatti

di Enrico Pellerito

Il tentativo di uccidere Palmiro Togliatti da parte di Antonio Pallante fallì perché le pallottole usate, sebbene di calibro 38, erano di quelle in uso alla polizia statunitense, fatte per ferire più che per uccidere.

Ma se Pallante fosse stato in possesso di munizioni più letali? O se la ferita alla nuca avesse sfondato la parete ossea? Insomma, se Togliatti fosse da subito rimasto ucciso nell’attentato?

Inutile dire che l’Italia doveva far parte del novero della nazioni schierate, per amore o per forza, nel campo occidentale, ma di fronte ad una sollevazione popolare di entità tale che tutto si rimetteva in discussione, cosa avrebbero fatto governo italiano e statunitense?

Alla notizia che avevano sparato a Togliatti, l’Italia operaia, comunista ed ex-partigiana, si mosse senza attendere le direttive del partito e dando luogo ad uno sciopero generale.

Ma oltre allo sciopero, in molte città si verificarono scontri tra comunisti e forze dell’ordine, occupazioni di fabbriche e di edifici pubblici, blocchi stradali e barricate, la devastazione di sedi della DC e delle ACLI; a Genova il prefetto arrivò a proclamare lo stato d’assedio e tutta la nazione avvertì che si era in un clima pre-insurrezionale.

Le cose poi rientrarono, anche se purtroppo ci furono delle vittime, e tutto tornò nell’alveo della legalità.

A parte il fatto che Togliatti era sopravissuto e che aveva invitato i dirigenti del PCI a mantenere la calma, la stessa area “staliniana” sapeva che un’eventuale insurrezione non sarebbe stata supportata dall’URSS. Stalin, in questo si dimostrò osservante degli accordi (decisi o meno a Yalta) con gli ex alleati occidentali, almeno per quanto riguardava il teatro europeo.

Infatti, sebbene supportasse attraverso la Bulgaria la guerra civile in Grecia, ebbe a dire che mai gli americani avrebbero abbandonato quella nazione, e quando nell’aprile 1947, poco prima della crisi che estromise il PCI dal governo, Pietro Secchia chiese a Scevliaghin, alto dirigente sovietico, se l’URSS sarebbe intervenuta in aiuto di una sollevazione dei comunisti italiani, la risposta fu lapidaria e lascio Secchia attonito: “No, non possiamo, non contate su di noi.”

Ma l’insurrezione scoppia. La morte di Togliatti ha esacerbato gli animi dei comunisti e di una parte dei socialisti, convinti che le precedenti elezioni del 18 aprile siano state, in qualche modo, manipolate al fine di non far trionfare il Blocco del Popolo.

Gli elementi più oltranzisti prendono in mano la guida del PCI e “chissenefrega” se i compagni sovietici non ci verranno in soccorso, mostreremo a loro e al mondo intero di che tempra sono fatti i lavoratori italiani. A nulla valgono i tentativi di riportare la calma e coloro che cercano di far rientrare la protesta vengono esautorati dalla responsabilità della dirigenza, in alcuni casi sono addirittura messi agli arresti e accusati di essere nemici del popolo; processati e fucilati come già si fa con i prefetti o gli ufficiali presi prigionieri.

La nazione si spacca. Le forze armate si spaccano. Pure all’interno della polizia e degli stessi carabinieri ci sono infiltrati il cui cuore batte a sinistra. I moschetti, i cannoni e i carri armati che devono bloccare la rivolta non sempre sparano secondo le direttive del governo.

De Gasperi è seriamente preoccupato: le città del Nord Ovest, dell’Emilia-Romagna, della Toscana e dell’Umbria sono in preda alla sollevazione e le campagne circostanti cominciano a diventare pericolose per militari e poliziotti; le forze che controllano le comunicazioni tra Firenze e Bologna sono sotto continuo attacco dei sovversivi e anche a Roma non si è più certi di garantire la sicurezza delle sedi governative. Il Sud è più tranquillo, ma episodi di violenza sono segnalati in Campania e in Puglia.

A questo punto, come si svilupperebbe l’ucronia?

Scelba riesce a riportare l’ordine e la legalità contando solo sulle risorse nazionali, o De Gasperi sarà costretto a richiedere l’intervento degli USA? E questi, che nel 1948 non hanno poi molte basi e forze presenti in Italia, decidono d’intervenire per ripristinare l’ordine “occidentale” su tutta la nazione o si limiteranno a mantenere il controllo delle isole sbarcandovi una seconda volta, per come già previsto (altra ucronia ipotizzabile) nel caso le elezioni del 18 aprile avessero dato la maggioranza alle sinistre? 

Non mancherebbero poi altri possibili allargamenti dello scenario: Tito potrebbe fornire aiuto ai rivoltosi, i quali, anche se servi di Stalin, sono pur sempre compagni (dopotutto, durante la guerra civile in Grecia non avrebbe fatto mancare il suo supporto ai combattenti comunisti). Non dimentichiamo che l’Alto-Adige confina con la parte dell’Austria sotto controllo dei Britannici; da lì potrebbero intervenire truppe anglo-americane per mantenere isolato il Nord Ovest dal Veneto e dal Friuli, considerati a meno rischio.

C’è anche il Territorio Libero di Trieste, dove la presenza alleata è più massiccia. La Francia potrebbe anche pensare di tornare ad occupare la Val d’Aosta. I potenziali attori su questo palcoscenico non sono pochi.

Gli esiti immaginabili possono andare da un’Italia divenuta, tutta o in parte, repubblica popolare a quella assoggettata ad una dittatura militare tremendamente repressiva; tra questi estremi si possono avere situazioni intermedie, come l’esistenza di due nazioni, una comunista e una filo-occidentale dove l’unica sinistra tollerata sarebbe rappresentata dai socialdemocratici di Saragat.

I confini di queste due nazioni possono variare in base alle concomitanza o meno di più fattori politici e militari: un’Italia continentale rossa e una insulare che si fregia del titolo di Repubblica Italiana, oppure una separazione dello stivale all’altezza del lago di Bolsena. Le congetture possono essere innumerevoli.

Enrico Pellerito

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E ora, la parola a Daniele Novati:

La Repubblica Socialista d'Italia

Ecco una possibile svolta nella storia del nostro paese: la vittoria del blocco social-comunista alle elezioni del 1948, con conseguente avvicinamento al Patto di Varsavia e guerra civile. Penso sia un tema che si possa sviluppare ampiamente e con molti risvolti differenti: ad esempio come avrebbero reagito gli USA o la NATO con un regime socialista in pieno mediterraneo, in una posizione altamente strategica per qualsiasi rotta, sarebbe scoppiata una terza guerra mondiale?

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Comunicato di Palazzo Chigi: "La Repubblica Italiana ha cessato d'esistere oggi, è inutile tentare di resistere alla nostra occupazione, anche lo Stato Maggiore e molti quadri dell'Esercito Italiano hanno cessato d'esistere, quindi si prega la popolazione a non compiere inutili azioni contro l'occupazione o l'instaurazione della Repubblica Socialista d'Italia".

Palmiro Togliatti

Nelle elezioni del 18 aprile 1948 vince il Fronte Popolare, composto da Comunisti e Socialisti, ma a molti ex-partigiani rossi il neoeletto governo Comunista di Togliatti non basta, e riprendono le armi per portare la rivoluzione nel Belpaese, occupando le fabbriche e molte città tra le quali Milano,Torino e Bologna. L'Esercito Italiano, troppo debole per difendere la Democrazia, viene usato in una parvenza di repressione; le truppe NATO in Italia vengono costrette a riparare in Francia e all'estero, mentre tutto il Nord d'Italia cade in mano all'Armata Rossa di Arrigo Boldrini. Giungono per via aerea e marittima reparti Sovietici in appoggio ai ribelli, ma neanche gli americani stanno a guardare, sbarcano ad Anzio ed occupano Roma; il governo di sinistra cade e lo stesso Togliatti è arrestato insieme a molti esponenti di PCI e PSI, quindi il Presidente de Nicola affida a De Gasperi il compito di formare un gabinetto di crisi composto da DC, PSDI, PRI e PLI. Vengono esclusi tutti i deputati Rossi dal Parlamento. L'Offensiva dei Ribelli, appoggiata da colonne corazzate sovietiche, porta tuttavia all'Occupazione di Marche, Umbria e Abruzzo. Truman in America si consulta con i suoi alleati, ma decide che non gli conviene scatenare una nuova guerra contro Stalin e allora ordina il ritiro delle sue truppe dall'Italia continentale. Tito pensa bene di aiutare l'Italia, credendo nella cessione di tutto il Territorio Libero di Trieste, con tre divisioni che sbarcano tra Puglia e Molise. Firenze si solleva e caccia i Governativi aprendo le porte ai Rivoluzionari, che in maggio minacciano già Roma. A metà maggio inizia l'Assedio di Roma, mentre il Governo ripara a Cagliari, perché in Calabria, in Sicilia e in Sardegna gli Americani armano gli Italiani che resistono alla Rivoluzione. Invece il Papa Pio XII rimane in Vaticano sotto garanzie internazionali. Il 5 giugno colonne di partigiani rossi entrano a Roma e sfilano in Piazza del Popolo, vengono liberati i prigionieri politici e Togliatti viene restaurato come Primo Ministro della Repubblica Socialista d'Italia (RSI), con Presidente Nenni. L'Italia è spaccata in due: lo stivale è tutto sotto controllo Sovietico, mentre Calabria, Sicilia, Sardegna ed Elba costituiscono la Repubblica Federale Italiana, uno stato fantoccio statunitense.

 

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Questo è il commento in proposito di Enrico Pellerito:

Di base l'idea è buona, e proposte su questa linea sono già state fatte da Alessandro Pala e da Demofilo. Tuttavia una domanda viene spontanea: se il Fronte Popolare vince, che bisogno c'è di un'invasione comunista; semmai sarebbe il governo social-comunista a chiedere che le truppe sovietiche entrino in Italia per garantirla da eventuali azioni statunitensi. Se invece le cose vanno per come sono andate, e la sinistra ritiene che la propria sconfitta sia stata opera di brogli a cui non sono estranei gli USA (per come realmente forse è stato) ecco che potrebbe scoppiare l'insurrezione e la guerra civile.

A questo punto, vorrei fare presente alcune cose: la NATO nel 1948 non era ancora in essere (sarà fondata il 4 aprile del 1949), quindi non ci sono truppe di tale organizzazione in Italia. C'è anzi da vedere (a parte il contingente anglo-americano a Trieste) se gli USA hanno loro forze stanziate in Italia in quel periodo. Forse c'è qualche altra installazione, ma a quanto io ricordo, dopo la firma del Trattato di Pace tutti i contingenti alleati avevano lasciato la nostra nazione, con l'eccezione, appunto, della zona di Trieste. Di conseguenza, un'eventuale guerra civile dovrebbe essere contrastata, in principio, solo dalle forze governative nostrane.

Secondo punto: nel caso di vittoria del Fronte popolare e di una sollevazione degli ex-partigiani perchè vogliono non un governo democratico ma la dittatura del proletariato, l'ipotesi è abbastanza realistica, considerando che una bella fetta di ex-partigiani volevano chiudere definitivamente la partita con borghesi, capitalisti ed ex-repubblichini.

L'Intervento sovietico è probabile, ma non per via mare, più facilmente per via aerea o attraverso la Jugoslavia, che fino a quel momento è ancora, formalmente, nell'orbita di Mosca, anche se le prime lacerazioni si fanno evidenti. E per via aerea intendo l'aviotrasporto di truppe leggere sugli aeroporti in mano ai rivoltosi, mentre il lancio di paras potrebbe essere usato solo quando carri armati, artiglieria e la maggior parte delle truppe perverrebbero dall'Ungheria attraverso la Slovenia, in modo che le colonne motorizzate raggiungano velocemente le aree eventualmente occupate dai paras.

Quanto all'Intervento Jugoslavo, vedo oneroso e pericoloso uno sbarco tra Puglia e Molise, più facile un'avanzata in Friuli, insieme all'Armata Rosssa. Chiaramente, oltre a Trieste Tito chiederebbe, ed otterrebbe, il Friuli fino al Tagliamento.

E l'Intervento USA? Sembra fosse già previsto uno sbarco in Sicilia e Sardegna all'indomani di un'eventuale vittoria elettorale, libera e democratica del Fronte Popolare; in tal caso, a cominciare la guerra sarebbe stato Truman.

Andamento della campagna: se la guerra è limitata al solo nostro territorio, cosa invero difficile, ma a Washington si ritiene sufficientemente utile mantenere il controllo delle maggiori isole, penso che alla fine anche la Calabria e l'Elba cadranno sotto l'egida comunista; si prospetterebbero dunque due Italie, come già ipotizzato da altri e da me, una continentale e una insulare, rispettivamente pro-URSS e pro-USA. Se invece Truman o Stalin decidono di giocare il tutto per tutto, non è detto che l'incenerimento di Mosca concluderebbe il conflitto. Forti della loro potenza convenzionale, i Sovietici invaderebbero l'Europa occidentale, e per gli sviluppi e i probabili esiti di una III guerra mondiale iniziata nel 1948, possiamo fare riferimento a quanto già detto in "Chi non fisica non rosica".

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Anche MAS dice la sua:

Concordo pienamente con Enrico. Non vedo il bisogno di una sollevazione partigiana in caso di vittoria elettorale del Fronte Popolare (senza i brogli e i sotterfugi finanziati dalla CIA la cosa non sarebbe stata impossibile). In effetti oltre a Trieste anch'io credo che di soldati USA in Italia nel '48 non ce ne fossero o quasi (Forse a Pisa-Livorno?). Al momento del possibile intervento Sovietico (maggio/giugno '48) la Jugoslavia faceva ancora parte del Cominform (sarà espulsa il 26/06) e, allettata da Trieste e dalla Slavia veneta, permette il passaggio di truppe sovietiche e partecipa essa stessa.

Assai probabile un intervento americano che porta alla III Guerra Mondiale, specialmente se si forma un governo "ribelle" in Sardegna o Sicilia e se buona parte delle FF.AA. (marina in primis) aderisce al governo dello "Stato Italiano" (così chiamato in quanto De Gasperi decide di richiamare dall'esilio Umberto II pur senza rinominarlo Re).

La guerra sarebbe stata vinta in pochi mesi dagli Occidentali grazie all'uso di alcune atomiche, malgrado le forze convenzionali sovietiche fossero giunte alle porte di Parigi e di Marsiglia.

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Ora è il turno di Enrica S.:

Pietro Nenni, esule in Francia durante gli anni del fascismo e della guerra mondiale, fu arrestato a Saint-Flour dalla Gestapo l'8 febbraio 1943 dietro richiesta italiana e rinchiuso nel carcere parigino di Fresnes. Quando comprese che i tedeschi lo avrebbero fucilato,Benito Mussolini, che di Nenni era stato amico e compagno di lotte giovanili, richiese la sua consegna. Il 5 aprile Nenni venne consegnato alla polizia fascista e confinato a Ponza (dove, per ironia della sorte, dopo il 25 luglio arrivò anche lo stesso Mussolini). E se invece i nazisti fucilano Nenni? Come cambia la storia del Partito Socialista Italiano?

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Le risponde Massimiliano Paleari:

Questa ucronia mi interessa molto. Mi sono sempre chiesto infatti le ragioni della storica subalternità del PSI nel secondo dopoguerra (ideologica, organizzativa e da quasi subito anche di consensi) al PCI. La morte di Nenni aprirebbe in effetti il campo a vari scenari ucronici. Dopo un primo entusiasmo iniziale, mi sono reso conto però di non riuscire a immaginare alternative credibili, se non senso di una ancor più rapida decadenza e/o implosione del PSI. Nenni infatti, malgrado gli innegabili errori strategici , rappresentava tutto sommato un elemento unificante tra le rissose fazioni del Partito. Per immaginare un PSI che riesca a tener testa al PCI mantenendo un ruolo egemone nel campo della sinistra e a proporsi come alternativa democratica alla DC, credo che occorra introdurre almeno un altro POD.

Se Nenni qui muore, al contrario il 4 giugno del 1944 i Tedeschi non fucilano il grande sindacalista socialista della CGIL Bruno Buozzi. Fondatore della FIOM e riformista! Con un largo seguito tra gli operai. Chissà, con Buozzi vivo forse la CGIL (e le masse operaie delle grandi fabbriche) resta nell'orbita socialista, con una presenza minoritaria del PCI. Con una solida base sociale di questo tipo, il PSI mantiene nelle regioni "rosse" il controllo delle cooperative etc.. Allora (dico sempre forse) si porrebbero le condizioni per un solido asse riformista Saragat-Buozzi, in grado di tenere il PCI in posizione subalterna. Un Psi di questo tipo potrebbe tra l'altro attrarre spezzoni più consistenti di borghesia "illuminata" (PdA, parte dei Repubblicani, perfino l'ala sinistra del PLI che nella nostra Timeline darà vita al Partito Radicale). Non il movimento di Giannini, tipicamente di destra populista, checché se ne dica. Questo PSI potrebbe battere la DC già a partire dalla fine degli anni '50 instaurando una sana e normale alternanza al governo del Paese al posto del nauseante consociativismo a cui il Pese è stato sottoposto, con tutti i mali che ben conosciamo e che ci trasciniamo fino ad oggi.

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Citiamo anche la proposta di Lord Wikmore:

Piergiorgio Frassati, benefattore di tutti i poveri di Torino e figlio del fondatore della "Stampa" Alfredo Frassaati, non muore a soli 24 anni il 4 luglio 1925, a causa della poliomielite contratta proprio mentre egli assiste i diseredati della sua città; durante il regime fascista dovrà emigrare o sarà spedito al confino, ma è presumibile che dopo l'8 settembre 1943 egli sia tra i fondatori della Democrazia Cristiana e che partecipi ai lavori dell'Assemblea Costituente. Dopo la morte di de Gasperi, del quale egli è il delfino, diventerà Presidente del Consiglio dei Ministri. Come cambia la storia della Repubblica Italiana, con un benefattore dell'umanità alla sua guida?

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Gli replica Bhrghowidhon:

Senza alcuna possibilità di manovra in Politica Internazionale (a meno di una mediazione - per quanto difficile da immaginare - che rendesse Nagy più circospetto ed evitasse di arrivare a manifestare l'intenzione di uscita dell'Ungheria dal Patto di Varsavia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso), potrebbe avere l'obiettivo di scongiurare le deportazioni di Popolazione avvenute di fatto nello Stato Italiano in misura massiccia a partire dagli Anni Cinquanta e a tal fine perseguire lo sviluppo delle attività produttive locali nelle aree dove il sesto Governo De Gasperi ha predisposto l'attività della Cassa del Mezzogiorno.

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E ora, il contributo di Francesco Sponza:

Qualche tempo fa cercavo di spiegare ad un mio amico la complicata situazione di Taiwan e della Cina Popolare: come si sia arrivati alla divisione, come Taiwan abbia mantenuto de facto un governo separato, come ideologicamente entrambi gli schieramenti si siano dichiarati governi legittimi della Cina. Ho usato come esempio un ipotetico scenario in cui la Sardegna facesse le veci di Taiwan e l'Italia della Cina. A questo punto mi sono chiesto: questo scenario da PRC-KMT, in quale occasione si sarebbe mai potuto verificare nella nostra penisola?

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Gli risponde Lord Wilmore:

Molto interessante! Alle elezioni del 2 giugno 1946 il Fronte Popolare si presenta unito e stravince le elezioni, sbaragliando la Democrazia Cristiana, mentre la Repubblica trionfa sulla Monarchia con oltre il 70 % dei voti. Il Fronte Popolare forza la mano e proclama la Repubblica Popolare Socialista Italiana. Il Re Umberto II, i Monarchici e la Democrazia Cristiana di Alcide de Gasperi non accettano il risultato delle elezioni, attribuendolo al ricorso massiccio a brogli, mentre Papa Pio XII scomunica i capi del Fronte Popolare. Si rischia la guerra civile, ma a questo punto Umberto II e de Gasperi si trasferiscono in Sardegna sotto la protezione della flotta USA e lo statista trentino forma a Cagliari un governo costituito da democristiani, liberali, repubblicani e socialdemocratici ostili a Stalin. Tale governo si proclama l'unico legittimo per tutta l'Italia, e per questo non si chiama "Regno di Sardegna" ma "Regno d'Italia", mentre Stalin riconosce il governo del Fronte Popolare come l'unico legittimo per tutto il Bel Paese. Inizialmente i paesi della NATO riconoscono solo il governo di Cagliari, poi a poco a poco riconosceranno anche il governo di Roma, ma per questo dovranno rompere le relazioni ufficiali con il regno sardo; le relazioni, soprattutto economiche, continueranno tuttavia sotto banco. Il governo del Fronte Popolare sopravvive anche alla caduta del Muro di Berlino e a partire dagli anni Novanta, guidato da Fausto Bertinotti, inizierà ad introdurre riforme in senso capitalistico, ma nessuna apertura al multipartitismo e alla democrazia. Dal 1983 regna Vittorio Emanuele IV mentre Francesco Cossiga è Presidente del Consiglio del Regno d'Italia arroccato in Sardegna; oggi il Presidente della Repubblica Popolare Socialista Italiana è Paolo Ferrero, mentre Presidente del Consiglio del Regno d'Italia è Ugo Cappellacci. Che ne dite?

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E Andrea Mascitti aggiunge:

Molto ingegnoso, ma forse in Italia sarebbe potuto accadere anche l'opposto: dopo l'estromissione dal governo da parte di de Gasperi, i comunisti scappano in Sardegna, vi fondano una Repubblica satellite dell'URSS e Berlinguer (che tra l'altro era sardo) ne diventa il presidente.

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Interviene Dario Carcano:

Perdonatemi, ma la simmetrizzazione Taiwan - Sardegna mi sembra impropria per le ragioni che adesso spiegherò.
Lasciando momentaneamente da parte il PoD che creerebbe una situazione "cinese" in Italia, con una guerra civile e la fuga del governo italiano su un isola, bisogna porsi una domanda: cos'era Taiwan rispetto alla Cina?
Taiwan per gran parte della sua storia ha avuto ben poco a che fare con la Cina continentale; fino al 1623, quando cioè gli olandesi e gli spagnoli arrivarono sull'isola, questa era poco più di una terra desolata abitata dalle tribù di aborigeni taiwanesi, che i cinesi non si degnavano nemmeno di segnare sulle mappe, e solo nel 1661, con l'invasione di Koxinga, e la nascita nell'isola del regno di Tungning, ultimo ridotto dei lealisti alla dinastia Ming contro i manciù Qing, e poi con la conquista Qing nel 1683, la storia di Taiwan si intrecciò con quella cinese.
Questo vede molto bene nel fatto che ancora oggi a Taiwan ci sia una chiara contrapposizione tra i cinesi Han, politicamente incarnati dal Kuomintang, che considerano Taiwan l'ultimo ridotto della Repubblica di Cina e sperano in una riunificazione col continente, e i taiwanesi nativi, rappresentati politicamente dal Partito Progressista Democratico, che vorrebbero formalizzare l'indipendenza di Taiwan proclamando una repubblica taiwanese e ponendo fine alle velleità unioniste e pan-cinesi.

Sotto questo punto di vista, la Sardegna sarebbe ideale: si tratta di un territorio sì italiano, ma fino ad un certo punto e con una identità culturale separata rispetto al continente.
Ma la Sardegna non soddisfa un'altra caratteristica di Taiwan rispetto alla Cina: le dimensioni ridotte sia in termini di popolazione, che di superficie.
Taiwan ha lo 0,38% della superficie della Cina continentale, e l'1,6% della popolazione; rispetto all'Italia continentale, la Sardegna ha l'8% della superficie e il 2,6% della popolazione. Come popolazione potremmo anche esserci, ma comunque la Sardegna è troppo grande in termini di superficie per essere una 'Taiwan italiana'.

Altre possibilità che ho preso in considerazione, in ordine decrescente di probabilità, sono:

Pantelleria e isole Pelagie (Lampedusa e Linosa)
Pro: facilmente difendibili in virtù della loro lontananza dal continente;
Contro: troppo piccole e troppo poco popolate; poche possibilità di sviluppo intensivo, avendo Pantelleria un vulcano attivo.

Isole Ionie*
Pro: facilmente difendibili; messe assieme hanno lo 0,76% della superficie dell'Italia continentale, che pur essendo un po' più di Taiwan rispetto alla Cina, è comunque abbastanza vicino; essendo un ex possedimento della Serenissima, hanno un passato di italianità, ma allo stesso tempo sono culturalmente greche, il che rientra in pieno nel primo requisito di una Taiwan italiana.
Contro: popolazione leggermente esigua, risolvibile immaginando un afflusso di rifugiati anticomunisti dall'Italia continentale; vicinanza alla Grecia.
Proposte di PoD aggiuntivi: il trattato di Londra del 1864 cede il protettorato britannico sulle Ionie non alla Grecia, ma al neonato Regno d'Italia / scambio Ionie-Dodecaneso nel primo dopoguerra.

Malta*
Pro: facilmente difendibili; italiana ma non troppo per via della maggioranza di lingua maltese. Abbastanza vicina come numero di abitanti, specialmente immaginando, come per le Ionie, un esodo di italiani anticomunisti.
Contro: leggermente piccola in termini di dimensioni; richiede che gli inglesi rinuncino a una posizione strategica da cui possono dominare il Mediterraneo.
Proposta di PoD aggiuntivi: restituzione dell'Isola al Regno delle Due Sicilie al Congresso di Vienna e successivo passaggio al Regno d'Italia.

Corsica*
Pro: italiana ma non troppo, presenza di un'identità locale distinta da quella italiana.
Contro: la Francia; troppo grande e non abbastanza popolata; troppo vicina al continente.
Proposte di PoD aggiuntivi: creazione al Congresso di Vienna di un protettorato britannico sulla Corsica (?) poi passato all'Italia / Annessione della Corsica al Regno di Piemonte-Sardegna al Congresso di Vienna.

Altre idee scartate quasi subito: Dodecaneso; Isola d'Elba; "ridotto albanese" comprendente Valona e Saseno; Trieste; Zara; Libia; Eritrea / Somalia.

La mia ipotesi preferita sarebbero le Ionie, perché credo siano la proposta che funzionerebbe meglio come 'Taiwan italiana', e perché mi sembrano le più 'economiche' in termini di PoD aggiuntivi. Voi che ne pensate?

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Alessio Mammarella aggiunge:

...E una "Taiwan europea"?

Come abbiamo constatato paragonando l'Italia alla Cina, è necessario poi prendere in considerazione isole molto piccole e una popolazione piuttosto esigua. Se invece prendessimo il continente europeo come termine di paragone con la Cina, si potrebbe prendere in esame un'isola più grande e popolosa, più significativa come entità rispetto alle Ionie o a Malta. Certo, ci vorrebbe sempre un'ucronia dietro: potrebbe essere, per esempio, uno scenario in cui è l'URSS a vincere la Guerra Fredda, con la conseguenza che sono il Comecon e il Patto di Varsavia a estendersi verso occidente. Potremmo allora considerare un certo numero di profughi di varie nazionalità che si raccolgono su qualche isola ribelle per continuare a vivere sotto un regime democratico e con economia di mercato.

Dicevamo allora: 0,38% della superficie e 1,6% della popolazione.. immaginando che l'Europa di cui parliamo sia pressappoco corrispondente alla UE attuale (paesi della CEE del tempo della guerra fredda + paesi del COMECON ma chiaramente senza l'URSS e con o senza i paesi della Jugoslavia o quelli neutrali come Austria, Finlandia e Svezia) approssimativamente, per mantenere le stesse proporzioni di Taiwan rispetto alla Cina, ci vorrebbe una superficie di 25-30.000 kmq e una popolazione intorno ai 5 milioni di abitanti. Questi dati convergono su un'isola che è abbastanza corrispondente a questi parametri, la Sicilia. In alternativa, la Sardegna ha una superficie solo leggermente più piccola ma è molto meno popolata, mentre l'Irlanda ha una popolazione paragonabile al requisito ma una superficie molto maggiore.

Quindi io riassumerei così: l'URSS vince la Guerra Fredda e tutti i paesi della CEE (evidentemente impoveriti per simmetria con quelli dell'est in HL) spingono verso una forma di integrazione politica-economica con quelli dell'est. In Sicilia si verifica una ribellione, l'isola si stacca dall'Italia, sceglie di darsi un governo anticomunista, e gli anticomunisti di tutta Europa affluiscono sull'isola (portando tra l'altro capitali che aiutano molto l'economia). Ai giorni nostri la Sicilia è tecnologia, cultura, turismo e opinione pubblica anticomunista...

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Dario però scuote la testa:

Non mi convince molto la scelta di un'isola mediterranea: è difficile immaginare che persa l'Italia e il continente europeo, gli americani riescano a proteggere la Sicilia. Io proporrei l'Islanda.

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Alessio corregge il tiro:

L'Irlandavsi affaccia sull'Oceano ed ha una popolazione che ha forti legami con gli Stati Uniti.
In questo caso l'isola sarebbe tornata unita (gli americani, se avessero voluto un'Irlanda unita come avamposto, sarebbero intervenuti militarmente e l'avrebbero fatta - l'intervento americano in Irlanda potremmo paragonarlo a quello russo in Cecenia della HL).
L'IRA avrebbe cessato di esistere, mentre gli estremisti unionisti si sarebbero appoggiati, per antiamericanismo, alle ideologie dell'estrema sinistra.
Il parallelismo Irlanda-Taiwan sarebbe indovinato per quanto riguarda il profilo moderno e tecnologico dei due paesi, così come per il fatto che anche l'Irlanda parla una lingua che non corrisponde all'identità culturale profonda della sua popolazione originaria, ma si è imposta a causa dell'appartenenza al sistema inglese/britannico.

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Interviene Federico Sangalli:

Il vantaggio dell’Islanda rispetto all’Irlanda è che permette di mantenere il parallelismo del “governo in esilio” e di collegare questo alle vicende seguite al secondo conflitto mondiale.
In questo scenario il governo danese non decide di arrendersi ai nazisti dopo poche ore e praticamente senza combattere bensì sceglie di seguire l’esempio norvegese e di rifugiarsi all’estero per continuare la lotta. Il Gabinetto danese e Re Cristiano IX trovano così rifugio in Islanda che, come la Groenlandia e le Faroe, era un possedimento danese. Avendo già un governo a Reykjavik sostenuto dagli Alleati gli islandesi non dichiarano l’indipendenza nel 1944. Alla fine della WWII l’Operazione Market Garden va peggio che in HL e Montgomery non riesce a raggiungere il Baltico. Sono i sovietici invece a liberare Lubecca e Kiel e subito dopo la Penisola dello Jutland, istituendo successivamente una Repubblica Democratica Danese.
L’Islanda funziona anche nello scenario di una Guerra Fredda vinta dai sovietici, almeno in Europa, ma rimane il problema della lontananza.
L’Irlanda è in questo geograficamente più simile a Formosa ma è ovvio come all’Eire non sia mai passato per la testa di fare il governo in esilio della Gran Bretagna, dalla quale oltretutto si era già distaccata prima della guerra.
Lo scenario potrebbe allora essere il seguente: approfittando della Guerra Civile Irlandese tra Collins e de Valera i britannici si rimangiano il Trattato Anglo-Irlandese e riportano l’intera isola sotto il controllo della Corona come parte del Regno Unito. Successivamente i comunisti vincono la Guerra Fredda sul Continente (un diverso premier britannico convince tutti a finlandizzare la Germania a seguito della Nota Stalin del ‘52 e in seguito vincono i socialisti filo-comunisti, l’Italia subisce un esito simile dopo il successo del Compromesso Storico, in Francia DeGaulle non può rifugiarsi tra le truppe di stanza in Germania durante il Maggio Francese e così rimane ucciso e una rivoluzione avviene sotto la Tour Eiffel) e negli Anni Ottanta l’Inverno dello Scontento e le Proteste dei Minatori sono la scintilla che porta al crollo del sistema politico britannico e alla vittoria dei socialisti, a cui segue uno sbarco pacifico di forze euro-comuniste. La Regina, i Lords, i Gioielli della Corona e ciò che rimane delle forze armate realiste si rifugiano proprio in Irlanda, continuando a rivendicare il proprio essere il governo legittimo. Questo permette anche un altro parallelismo: così come il Kuomintang è passato dall’essere la formazione più anti-comunista a quella più aperturista verso la Cina in nome della prevalenza dell’etnia sull’ideologia mentre viceversa i progressisti sono andati dal pacifismo democratico all’abbraccio del nazionalismo anche militaresco incentrato sul rigetto dell’identità cinese, così le formazioni di estrema destra unioniste protestanti passeranno dall’essere i più fedeli sudditi della Corona a i fan di una riunificazione con la madrepatria anche solo per sindrome di accerchiamento nei confronti dei cattolici mentre il Sinn Fein e altre formazioni di sinistra già piuttosto nazionaliste discuterebbero apertamente di far riunificare al monarca a tutti i suoi titoli meno a quello regale d’Irlanda e dichiarare l’indipendenza vera e propria.
Questo scenario potrebbe funzionare anche con il solo Ulster.

Quando a una Taiwan italiana, credo che Sardegna o Corsica siano le uniche opzioni praticabili. Oltre al rapporto popolazione/ territorio tra i due paesi va anche tenuto in conto che in una contesa del genere un livello minimo di territorio e popolazione dev’esserci per evitare l’inevitabile assorbimento da parte di una nazione più grande. In altre parole, se Taiwan avesse le dimensioni e la popolazione di Nauru o di Linosa credo che non staremmo neanche qui a parlarne perché la Cina l’avrebbe già rioccupata e nessuno si sarebbe messo in testa di difendere con la forza le esili aspirazioni indipendentiste di un sasso in mezzo al mare. Per questo le varie isolette proposte (salvo forse Malta) non reggono. Non riesco però a immaginare uno scenario in cui Londra molla La Valletta volontariamente prima delle guerre mondiali, quindi opterei per lo scenario in cui Metternich pretende il sommo dispetto, cioè separare la terra natale di Napoleone dalla Francia, riunendo la Corsica alla Repubblica di Genova e poi annettendo questa ai Savoia.

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Adesso, la parola va a MorteBianca:

Black Italy

I POD iniziali di questa ucronia sono numerosi:

-Maggiore maccartismo negli USA dopo la Seconda Guerra Mondiale.
-Sopravvivenza di gruppi neo-fascisti maggiore di quella che conosciamo.
-Maggiore ingerenza terroristica finanziata dall’Armata Rossa in Europa.
-Charles de Gaulle ha una fama ancora maggiore.

1945- A seguito dell’ondata di terrore rosso che si è scatenata negli USA e in Europa subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, con i “russi” praticamente ai confini dei diversi stati europei, il presidente degli Stati Uniti decide di convocare, in segreto, i leader delle nazioni alleate a Denver, dove viene indetta una riunione che ha per argomento la Terza Guerra Mondiale che si teme possa scoppiare presto, fra URSS e alleati e USA e alleati (le future Patto di Varsavia e NATO), Charles de Gaulle è il rappresentante delle forze europee che accettano all’unanimità, si decide di agire per una difesa comunemente coordinata, la difesa dovrà essere:

-Militare: creazione di un esercito addestrato dai marines americani in ogni nazione europea.

-Politica: isolamento delle forze socialiste, e prima possibile renderle illegali e sopprimerle

-Economica: dato che il socialismo si nutre di sindacalismo bisogna che stato ed economia si compenetrino a vicenda.

-Società: è necessario un controllo dei media al fine di coordinare l’opinione pubblica contro le forze socialiste ed imprimere il terrore nei suoi confronti. Le leggi vanno applicate severamente al fine di far apparire lo stato come garante della pubblica sicurezza.

1946- Stanziati i fondi per il Piano Marshall in proporzione a quanto gli stati europei si “allineano” con le linee stabilite dal consiglio di Denver, Francia, Spagna e Italia sono i primi paesi.

In Italia la Democrazia Cristiana isola il PCI, il PSI e gli altri partiti di sinistra con una coalizione di centro destra ancora più spinta che nella nostra timeline, e anzi non è nemmeno l’esempio più spinto, rispetto alla Spagna franchista e alla Francia gollista in mano alla destra. L’Italia riceve meno fondi delle due.

1947- Il governo della Democrazia Cristiana (che governa sempre con gli stessi partiti in coalizione, e sembrano quasi fondersi insieme) inizia a compenetrarsi con l’economia con una serie di investimento a carattere di dirigismo statale, cosa che nella nostra timeline non è mai successa perché ricordava il fascismo, allo stesso modo i grandi uomini della finanza entrano nella politica italiana e fanno carriera nella maggioranza politica, che si trasforma nell’unico polo nazionale votabile. Procedimenti analoghi avvengono in Francia, dove però il carattere nazionalistico è più accentuato, e De Gaulle sta aumentando le proprie pretese patriottiche.

1948- In largo anticipo de Gaulle rompe con gli USA formando il “terzo polo” fra USA e URSS, quello Europeo (a carattere franco-centrico) ed inizia ad aggregare le altre nazioni europee attorno a sé, creando la SEE (Società Economica Europea) a cui tutte le nazioni europee partecipano per via dei partiti nazionalistici al governo o per cercare vantaggi economici, l’unica nazione che non entra è proprio l’Italia, che è legata a doppia mandata con gli USA per via della crisi economica, e gli USA rispondono quindi avvicinandosi alla “Sorella Italia”, aumentando gli investimenti, la presenza in termini di soldati e basi, gli armamenti comuni e iniziando l’Operazione Gladio, che a differenza della nostra timeline non coinvolgerà (solo) la P2 e le associazioni di destra, ma in generale sarà sempre connessa con la politica italiana.

Assassinato Togliatti, il PCI diventa ufficialmente militante, e il governo coglie l’occasione per dichiarare la legge marziale e reprimere tutti i movimenti di sinistra, da questo momento le elezioni non smuoveranno più la politica dal suo asse di centro-destra-estrema destra.

Assassinato anche Alcide de Gasperi, la DC passa nelle mani della sua fazione più conservatrice e filo-americana.

1954- Un esercito di marines arriva in Italia con lo scopo di coordinare la lotta per la repressione dei movimenti comunisti, è una vera e propria guerra civile, finanziata sia da USA che da URSS, ovviamente non come una sorta di Vietnam, ma il PCI oppone una forte resistenza che l’Italia stenta a domare, ma grazie all’aiuto degli USA in termini economici e militari riesce, nel 1952, non solo a reprimere i movimenti comunisti ma anche a sviluppare un’ottima economia bellica.

1960- Il PCI è ridotto a setta terroristica attiva a livello nazionale, l’economia è fortemente statalizzata, così come la politica nelle mani di lobby di economisti, i marines dell’esercito USA però continuano a collaborare con l’esercito italiano e ne addestrano le milizie, i due eserciti parteciperanno insieme in numerose battaglie, l’esercito italiano guadagnerà molta esperienza da questa condivisione con il potente alleato. Con l’elezione di Kennedy però qualcosa cambia, gli USA tornano sui loro passi, distensione con l’URSS, cessa il controllo morboso sulla politica delle altre nazioni, tutto questo conduce infine alla famosa rottura (più che altro abbandono) degli USA con l’Italia, che rimane quindi sola, ormai però ben avviata verso il processo di accentramento del potere.

1967- L’economia fortemente industrializzata e statalizzata è concentrata soprattutto al Nord, e il divario Nord Sud è reso ancora più estremo, questo aumenta la presenza di brigate di rivoltosi e anche la presenza della Mafia, che diventa un vero cancro nell’economia e nella società meridionale.

1981- Si radicalizza la dicotomia industriali del Nord - mafiosi del Sud, e la dicotomia industriali di destra al governo-militanti comunisti che compiono atti di terrorismo.

1994- Crollo dell’URSS, dopo questo avvenimento, che sconvolge il mondo, il governo italiano si chiede quale sia la sua raison d’etre a questo punto, non essendoci più un nemico “comunista” da combattere.

Inoltre nelle varie nazioni europee i regimi di destra sono stati lentamente sostituite dalla sinistra, “reinventatasi” dopo il crollo dei vari partiti comunisti, unica eccezione l’Italia che non ha mai avuto un’opposizione di sinistra e che continua stoicamente per la sua strada.

1997- Gli anni di piombo, che non sono mai terminati, in questo fatidico anno raggiungono l’apice assoluto: al Sud la Mafia commette sempre più attentati ed è stato nello stato, al Nord le milizie rosse continuano con i loro attentati ai danni della grande industria, mentre lo stato ha accentrato il controllo su... tutto.

In questo anno fatidico, però, un gruppo di ricchi industriali del Nord, indipendenti dalla politica italiana, decidono che creare uno stato indipendente dal controllo economico del governo sarebbe molto più conveniente in termini di guadagno, e così finanziano il movimento fondato da un giovane politico da piazza, tale Umberto Bossi, ex comunista reinventatosi a destra, tant’è che si unisce a Borghezio, ex monarchico filo-nazista, e fonda a Lega Lombarda, per la creazione di una Repubblica Federale Lombarda.

In quei mesi viene fondata una Liga Veneta (che comprende anche trentino e Friuli), una Lega Piemontese(che comprende anche Aosta e Liguria), e una Lega Toscana (che comprende anche Emilia Romagna e Marche e Umbria), nasce così il Movimento delle Cinque Repubbliche (inizialmente usò la denominazione di Lega Nord, finché non si resero conto che la via legale al governo era sbarrata), il movimento diventa terrorista e semina distruzione in tutta l’Italia (specie nel Nord) e il governo si rende conto che un semplice addestramento dei marines non sarà sufficiente, ma che servono forze non convenzionali, addestrate a vincere sempre.

1998- Vengono chiamati da Taiwan alcuni esponenti del Kuomintag originale (che dichiararono di aver servito come guardie del corpo di Chang Kai Shek) e, con l’assistenza di molti ex marines rimasti in Italia dopo la rottura e dei soldati dei servizi segreti, viene avviato l’Ente per la Sicurezza Pubblica, un Ente che ha la responsabilità sull’igiene, la sicurezza e l’integrazione nel mondo del lavoro di tutte le classi sociali.

L’Ente è diviso in Sezioni, la più importante che tratteremo è la 2, dove viene avviato il progetto “Bambole”: Gli attacchi del Movimento delle Cinque Repubbliche hanno causato numerosi morti e feriti, tra i quali molte bambine neanche puberi rimaste orfane e che, spesso, hanno subito le più indicibili atrocità vedendo i genitori morire, si decide dunque di sottoporle a lavaggio del cervello (grazie ai dati condivisi dalla CIA) per far loro dimenticare tutto e imprimere un addestramento spartano nella loro giovane età proprio da parte di quei marines, soldati e maestri di Taiwan, che insegnano loro tutta l’arte della guerra, dall’arma bianca alle più complesse tecnologie militari, ed infine, dato che l’Ente Pubblico ha avviato un progetto per integrare gli invalidi nel mondo del lavoro grazie a corpi artificiali (sistemi muscolari in fibra) le ragazze vengono sottoposte a durissimi interventi (da aggiungersi al Condizionamento) per avere il corpo sostituito con questa versione “migliorata” costituita da muscoli in fibra creati dagli ingegneri italiani e che sono in grado di maggiori sforzi di torsione. Le “Bambole” vengono affiancate ad un “Fratello Maggiore”, membro dell’Ente Pubblico, e la coppia è detta “Fratelli”, le Bambole hanno fedeltà assoluta verso il loro Fratello Maggiore (dovuta solo in parte al condizionamento, in parte perché è tutta la loro famiglia) ma più sono gli interventi di riparazione dei meccanismi biologici e di Condizionamento, minore è la loro aspettativa di vita, dunque è una continua scelta fra morire prima o non poterle controllare, e c’è sempre il rischio che, condizionandole troppo, diventino più meccaniche nel combattimento e meno dinamiche. Accade molto spesso che le Bambole si innamorino dei loro Fratelli maggiori (sono sempre ragazzine).

1999- L’Ente utilizza le Bambole su vastissima scala, principalmente contro le Cinque Repubbliche ma anche contro i mafiosi nel Sud, contro i militanti delle Brigate Rosse e persino contro i movimenti cattolici quando diventano “pericolosi” per il “Benessere”, c’è da dire che l’Ente non è un’organizzazione fascista, dato che lotta solo con il terrorismo, seppur, ogni tanto, svolga anche contratti privati per facoltosi politici o industriali, è dunque a metà fra luce e ombra (al 90% in ombra) vivendo nel lato sporco dell’Italia.

2000- Le Bambole hanno un ottimo successo nella repressione dei movimenti incriminati, ma si è spesso costretti a ripararle a causa dei loro gesti di sacrificio per proteggere il Fratello, o a condizionarle se il controllo non è perfetto, e quindi la loro vita dura molto poco, e bisogna sostituirle, anche se le migliori persistono.

Come continua?

P.S. spero abbiate colto la citazione di un famoso anime...

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MattoMatteo gli risponde:

Inquietante, perchè è estremamente realistica (nonostante la citazione di "Gunslinger Girl").

Solo una domanda: ma davvero la paura del "pericolo rosso" poteva essere così forte da far andare tutti i governi occidentali a destra, cioè nella stessa direzione di fascismo e nazismo, i nemici che quegli stessi governi avevano combattuto e contribuito a distruggere?

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Chiudiamo per ora con l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:

E se la NATO non fosse mai esistita?

Le conseguenze della seconda grande guerra lasciarono ancora una volta in rovina le forze guida del mondo, le potenze europee, e a succedergli arrivarono le nuove potenze di Stati Uniti e Unione Sovietica.
La Guerra Fredda che seguì le vide tracciare confini e scegliere i propri schieramenti in una battaglia di armi, avanzamento, conquiste e capacità.
Le potenze europee, anche se riluttanti a passare le redini al dominio americano, si ritrovarono solo con alternative scadenti quando apparve che i Sovietici avevano ambizioni di espandersi ulteriormente verso ovest.
Gli Stati Uniti si presero l’incarico di ricostruire il blocco occidentale e così i suoi membri si ritrovarono legati agli interessi americani per il resto del conflitto ideologico.
Parte di questo assetto fu la creazione dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, alias l’Alleanza dell’Atlantico del Nord o NATO, un patto militare protettivo per la difesa collettiva nel quale un attacco anche al membro più piccolo del gruppo avrebbe costituito un attacco a tutti, e, in questo caso, in particolare agli Stati Uniti.
Dato che si trovavano ad un oceano di distanza e non c’era quasi una minaccia diretta che le forze sovietiche marciassero sulla loro capitale, gli Stati Uniti all’epoca erano una forza difficile da provocare, e storicamente avevano mantenuto una politica di isolamento nel proprio emisfero, ma per diverse ragioni, soprattutto per impedire la diffusione del Comunismo in un’epoca in cui sembrava che nessun altro potesse farlo, iniziarono ad imporre il loro dominio, anche se avrebbero potuto avere una giustificazione per isolarsi completamente, e in questa TL è esattamente quello che accade: con la guerra finita e i confini con i Sovietici saldamente tracciati, gli Stati Uniti tornarono ai loro affari interni nonostante la potenziale minaccia posta dai Sovietici.
Un esito simile potrebbe essere il prodotto di una maggiore importanza negli Stati Uniti del Senatore Robert Taft, figlio dell’ex presidente William Howard Taft, durante gli ultimi anni di guerra.
Taft era un dichiarato isolazionista della linea dura che temeva che il prolungato interventismo americano oltremare e gli impegni maggiori con le potenze straniere si sarebbero dimostrati disastrosi non solo per le libertà americane e il senso di destino personale, ma anche che gli interessi americani sarebbero diventati secondi dopo quelli degli alleati, i cui problemi avrebbero ricevuto più attenzione di quelli americani.
Taft in realtà aveva corso alcune volte per la nomination Repubblicana e venne ripetutamente battuto proprio per la sua posizione antiinterventista durante la guerra, e avrebbe potuto finalmente vincere proprio nel periodo postbellico se non fosse stato per il Generale Eisenhower, che, temendo la sua retorica isolazionista, scelse di correre contro di lui grazie sia al sostegno della fazione nazionalista che al suo prestigio militare, che gli assicurarono la vittoria.
Questa volta le cose vanno in modo diverso, non solo la NATO viene abbandonata, ma grazie al migliore successo di Taft vengono abbandonati anche il Piano Marshall e gli altri programmi di aiuto all’Europa.
I Comunisti cinesi cacciano comunque i Nazionalisti dal continente, portando Taiwan nella sfera di protezione americana nel Pacifico assieme al Giappone e alla Corea del Sud.
La Guerra di Corea avviene comunque, ma la sua tremenda mancanza di popolarità crea solo ulteriore sostegno alla piattaforma di Taft.
Israele verrà comunque riconosciuto dagli Stati Uniti in questa TL, ma con il riconoscimento sovietico di questa regione e l’isolazionismo americano è abbastanza possibile che in questo mondo si avvicini all’altro schieramento del conflitto, almeno fino a quando i Sovietici non saranno costretti a scegliere tra esso e le nazioni arabe.
In Europa, anche se la NATO è stata accantonata, l’Unione Occidentale sopravvivrà e manterrà un blocco difensivo contro l’aggressione sovietica.
I ricercatori inglesi che hanno contribuito al programma nucleare americano si coordineranno con i fisici francesi per produrre delle proprie armi atomiche, il tutto mentre continuerà il processo di ricostruzione.
Verrà proposta la prospettiva di un’unione anglo-francese per rafforzare le economie dei due paesi, ma questa verrà liquidata in favore di una semplice inclusione dell’Inghilterra nella Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.
Il Regno Unito rimarrà la più grande potenza rimasta della comunità e arriverà a dominarla e a trasformarla in un’unione più stretta, gestendo essenzialmente le industrie e le risorse delle altre nazioni per il beneficio collettivo.
Questa nazionalizzazione fu comune nel governo inglese postbellico, e anche se sarà impopolare tra gli altri stati membri, sarà utile per massimizzare la loro produzione e utilizzo di risorse.
Gli sforzi per stabilire una forza armata militare congiunta diventeranno uno degli obiettivi principali di quest’unione, dato che senza gli Stati Uniti se ne andrà la maggior parte delle principali difese rimaste della regione.
Questo probabilmente comporterà la ricostruzione dell’esercito tedesco come cuscinetto antisovietico, come proposto da Churchill e dal generale americano Patton.
Senza il sostegno americano la Germania Ovest affronterà grandi sfide nel ritornare agli standard di vita prebellici, un’altra cosa che potrebbe contribuire al dominio inglese dell’unione e ai piani inglesi per la ricostruzione tedesca.
Con le promesse di difesa americane infrante, la Carta Atlantica verrà rigettata in quanto chiaramente non praticabile per la situazione nella quale ora si è ritrovata la Gran Bretagna.
Ciò vorrà dire una posizione più forte contro il commercio e la cooperazione con l’America e, dal punto di vista internazionale, con gli altri paesi dell’Unione Europea.
Vorrà dire anche un ritorno alle rivendicazioni inglesi, o per meglio dire europee, sull’Atlantico, e il mantenimento dei possedimenti coloniali, inclusi quelli che sono bottino di guerra, ma con i confini già tracciati questi potrebbero non avere un grande impatto, a meno che l’Inghilterra non decida di rivendicare per sé una porzione della costa tedesca, ma questo è da escludere.
Nonostante questa decisione di tenere in vita il colonialismo, l’India riuscirà comunque ad ottenere l’indipendenza, ma i successivi movimenti indipendentisti, specialmente quelli in Africa, si dimostreranno di scarso successo.
La ribellione in Vietnam e nel resto dell’Indocina caccerà da lì le forze francesi, portando ad una maggiore concentrazione sulla protezione dell’Indonesia olandese dalla diffusione del Comunismo e ad una presenza militare maggiore su quelle isole ad opera di Francia, Olanda e Australia.
Senza l’intervento degli Stati Uniti la Grecia e la Turchia finiranno sotto l’influenza sovietica, mentre l’Italia, l’Iran, il mondo arabo e porzioni dell’America Latina si avvicineranno all’Unione Sovietica dopo l’ascesa di partiti Socialisti e filocomunisti.
Da solo il Regno Unito non può intervenire in Iran, ma l’Italia riesce a diventare una potenza neutrale non allineata come la Jugoslavia, ritrovandosi alla fine esclusa dall’Unione Occidentale e più vicina al suo vicino non allineato.
I sovietici si ritroveranno presto costretti a scegliere tra Israele e gli Arabi, e alla fine si allineeranno con i secondi, viste le paure di Stalin che gli Ebrei dell’Europa orientale in Unione Sovietica e nel blocco orientale avessero un pregiudizio a favore di Israele e ponessero una minaccia per l’Unione Sovietica.
Israele si rivolgerà così al blocco occidentale per avere sostegno quando finirà sotto attacco da tutte le direzioni.
Gli Stati Uniti, con la loro attenzione concentrata solo sull’emisfero occidentale, riusciranno a sconfiggere tutti i movimenti Comunisti e Socialisti all’interno dell’America Latina attraverso un’implementazione anticipata e più grande dell’Operazione Condor, assumendo una posizione intransigente contro l’ideologia Comunista nelle Americhe attraverso un rafforzamento della Dottrina Monroe, che verrà ulteriormente estesa per scoraggiare l’influenza europea dopo un maggiore estraniamento tra le due fazioni occidentali in una serie di eventi che faranno da contraltare alla Crisi Sino-Sovietica, adottando relazioni più strette col Canada e il Brasile perché si uniscano ai loro stati fraterni americani se non vogliono essere trattati senza privilegi superiori a quelli di una nazione europea.
Alla fine le spaccature ideologiche si verificheranno anche tra le sfere sovietica, cinese e Islamica, ognuna delle quali promuoverà il proprio tipo di Socialismo.
L’Italia e la Jugoslavia rimarranno a tendenza Socialista, ma manterranno il non allineamento.
L’Africa vedrà la nascita di zone di sviluppo organizzativo più grandi che aiutino a creare risorse a lungo termine per l’occidente contro l’Unione Sovietica.
Col Medio Oriente ora separato dall’Unione Sovietica e senza gli Stati Uniti, che non intraprenderanno azioni, Gran Bretagna, Francia e Israele coopereranno per eliminare la Repubblica Araba Unita, riportando l’Egitto e la Libia sotto il dominio coloniale.
L’occidente, nonostante sia costretto a difendersi contro la minaccia posta dai Sovietici, riesce a tornare ad un livello formidabile ancora una volta grazie alle risorse delle sue colonie e alla libertà dalla supervisione americana.
Anche la rimozione di Cuba dall’equazione contribuirà ad un indebolimento generale delle principali insurrezioni Comuniste in Africa, dato che i Cubani furono un fattore significativo nell’armamento e addestramento dei suddetti ribelli, ma con spinte Comuniste più grandi in Medio Oriente è probabile che questo apra la porta a forniture di armi dall’Unione Sovietica e i suoi alleati verso il Sudan e l’Etiopia, che sono finiti sotto l’occupazione coloniale e saranno zona di conflitti per procura tra l’oriente e l’occidente.
L’Estremo Oriente e l’Oceano Pacifico saranno una zona di tensioni tra tutti gli schieramenti globali, con Stati Uniti e occidente che avranno territori nella regione che richiederanno regolarmente di essere resi sicuri non solo dalla Cina, ma anche gli uni dall’altro.
Questa Europa alternativa non seguirà il percorso dell’UE che conosciamo oggi, ma perseguirà piuttosto un’alleanza simile a quella immaginata dalle potenze del vecchio ordine, un’unione più imperiale con l’Inghilterra al suo timone.
Sarà una che vedrà la Germania tenuta sotto lo stretto controllo inglese per impedire che questo suo rivale ambizioso e capace si rialzi di nuovo.
Una che servirà come base perché i vecchi imperi d’Europa finalmente recuperino e riottengano la loro posizione nel mondo, ovviamente con la Germania esclusa.
Nel nostro mondo l’Europa godette e continua a godere del tremendo beneficio della difesa fornita dagli Stati Uniti attraverso la NATO, che contribuiscono per uno strabiliante 75% delle risorse totali dell’alleanza.
Questa prominenza ha avuto un grande ruolo nel permettere alle potenze europee di concentrarsi sulle loro questioni interne e di sviluppare l’UE nel centro di potere economico e globale che è oggi, ed è anche il motivo per cui progetti come un esercito europeo unito sono stati messi da parte in favore di una maggiore cooperazione in altri campi.
Senza il sostegno americano e di fronte ad un’immediata minaccia sovietica, le potenze occidentali europee dovranno coordinarsi come forza unitaria anche al costo di processi più sicuri e meno estremi.
Lasciata a sé stessa, quest’unione si ritroverà tremendamente sorpassata dai Sovietici, e sarà costretta a tenersi le risorse del suo impero coloniale, nonostante le richieste di decolonizzazione da parte di quello che sarà un crescente movimento a favore della cosiddetta pace nel mondo e della libertà, nato dagli Stati Uniti fin dalla creazione della Società delle Nazioni dopo la prima grande guerra.
Questo mondo, come prima di esso, decadrà gradualmente in parte a causa della mancanza di investimenti americani, e di conseguenza tornerà allo status quo storico.

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