Il continente che non c'è/1. I saggi di Salamanca avevano ragione e l'America non esiste. Primo caso possibile: l'America non c'è e il mondo ha le dimensioni previste da Colombo (12.500 miglia nautiche di circonferenza). Allora Colombo ce la fa a raggiungere il Cipango (il Giappone), guerre fra la Spagna e la Cina (prima ucronia senza l'America del Marziano)

Il continente che non c'è/2. Seconda possibilità: l'America non c'è e il mondo ha le dimensioni della nostra Timeline (21.500 miglia nautiche di circonferenza). In pratica sussiste la Pangea perchè Asia, Australia, Europa ed Africa sono assai ravvicinate tra loro, e non vi sono altri continenti. Allora Colombo non ce la fa a raggiungere l'Asia e deve tornare indietro. La Spagna (ma anche la Francia e l'Inghilterra) sono sconfitte nella corsa verso le Indie, perchè l'unica via praticabile è la circumnavigazione dell'Africa, monopolizzata dai Portoghesi. I Francesi vengono a patti con i Turchi per usare la via del Mar Rosso, e Ferdinand de Lesseps - o chi per esso - taglia l'istmo di Suez con tre secoli di anticipo, mentre Venezia non decade come potenza navale. (seconda ucronia senza l'America del Marziano)

Il continente che non c'è/3. Terzo scenario: l'America non c'è e il mondo ha le dimensioni della nostra Timeline, ma esiste la famosa Terra Australis Incognita che occupa quasi tutto l'emisfero australe, abitato dall'equivalente dei nostri aborigeni, numerosi e minacciosi. Come si svolge l'epopea di conquista di questa terra australe, scoperta per caso da Cabral al posto del Brasile? (terza ucronia senza l'America del Marziano)

Il continente c'è, ma non lo si vede. L’America sarà scoperta solo nel 1791 da Alessandro von Humboldt. L’assenza dell'America nel XVI secolo cambia molte cose. Spagna e Portogallo, ma anche Francia e Inghilterra nel XVII secolo, colonizzano l’Africa e le Indie fondando delle società schiavistiche sulle coste occidentali dell’Africa e nel Congo. L’Africa del Sud é colonizzata dagli Inglesi e il Madagascar dai Francesi. Conquista militare delle Indie da parte delle diverse potenze europee. Cina e Giappone si aprono più presto all’Occidente e si modernizzano più rapidamente. Scoperta prematura dell’Australia, che nel XVIII secolo si ribella contro la corona britannica fondando gli Stati Uniti di Australia, prima democrazia e modello della Rivoluzione Francese. Nel XIX secolo nuova fase d’espansione nel Nuovo Mondo, competizione tra le potenze europee ma anche partecipazione cinese, giapponese ed australiana alla conquista. Sempre nel XIX secolo, prima fase di decolonizzazione in Africa da parte di Simon Bolivar (l’Africa é in grande parte ispanofona e lusitofona). La colonizzazione dell’America prosegue nel XX secolo ma, ancor oggi, gli imperi indigeni oppongono maggiore resistenza aiutati dalle nazioni africane indipendenti (un'altra genialata di Perchè no? e di Falecius: ecco un possibile sviluppo)

L'Isola della California. La "Faglia di San Andreas" è il punto di contatto, in territorio USA, tra la placca nordamericana e quella pacifica. Che succede se, per colpa della faglia, al momento dell'arrivo degli europei la zona ad est della faglia da San Francisco a Mexicali, compresa la ex-penisola della California, è diventata da tempo un'isola lunga 2000 km, ma larga appena 200 nel punto più largo e solo 100 in media, distante vari km (10-100) dalla terraferma? Gli Spagnoli dal canto loro si accorgeranno subito che quello stretto canale riporta nel Pacifico, non permette di raggiungere l'Atlantico. La leggenda dello "Stretto di Aniàn" (altrimenti detto Passaggio a Nordovest) non nasce, molti esploratori tra cui sir John Franklin non moriranno tra i ghiacci alla sua vana ricerca. Essendovi sbarcato per primo Francis Drake (che la chiamò Nuova Albione), è probabile che dopo la perdita delle Tredici Colonie dell'Est l'Inghilterra se la riprenda, magari in epoca napoleonica. Essa diverrebbe una solida fortezza inglese sul Pacifico: quanto più gli Stati Uniti si espandono verso ovest, tanto più l'Inghilterra fortifica la California e nel 1848, quando sull'isola viene scoperto l'oro, l'Inghilterra ha tutto l'interesse nel mantenerla. L'Isola della California genererebbe tensioni tra Inghilterra e USA all'epoca di Theodore Roosvelt, il quale era letteralmente ossessionato che una potenza straniera (leggi europea) potesse istallarsi nei pressi delle coste americane e minacciarle. L'isola della California sarebbe l'incarnazione delle sue peggiori paure: vedremo uno scontro Inghilterra-USA per l'Isola californiana sulla falsariga della guerra USA-Spagna per Cuba? L'Inghilterra per i giovani Stati Uniti sarebbe stata un avversario molto più coriaceo da affrontare, tanto più che l'Isola era nei giorni del suo massimo splendore e padrona di un impero sparso su un quarto del globo, ma non è detto che la guerra finisca bene per gli inglesi: gli USA proprio con "Teddy" stavano diventando una gigantesca potenza industriale e avevano smesso di avere paura delle potenze europee. Comunque vada la California sarà un'ambita meta turistica: due coste, una di dorate spiagge, l'altra di montagnose scogliere. Oggi la California orientale è popolata da grandi megalopoli, Los Angeles e San Francisco: se avesse due coste è facile prevedere un urbanizzazione ancora più marcata. Naturalmente gli stati confinanti (Nevada e Arizona) oggi si affaccerebbero sull'oceano e conoscerebbero una più decisa urbanizzazione. Hollywood, la "fabbrica dei sogni", potrebbe sorgere in una nazione europea, ma secondo me è più importante che a diventare la capitale del cinema sia Las Vegas... (made in MattoMatteo)

Colombo in Florida. Dopo due mesi di navigazione, il morale nelle navi di Cristoforo Colombo era molto basso e per risollevarlo Colombo, nei pressi del Mar dei Sargassi, fece virare bruscamente la flotta verso rotta Sud-Ovest causa degli uccelli che volavano in quella direzione. Fu così che alle due di notte del venerdì 12 ottobre 1492 il marinaio Rodrigo de Triana avvistò per la prima volta la terra che poi verrà chiamata San Salvador. E se quegli uccelli non passano di li in quel momento? O Colombo è da un'altra parte e non li ha visti? O ancora l'ammutinamento avvenuto dopo la sua brusca decisione non finisce con un accordo tra Colombo e i marinai e la flotta torna sui suoi passi? Colombo non sbarcherà mai su un'isola, ma su una terra fiorita che probabilmente chiamerà Florida. Come cambia la storia americana? Il territorio culturalmente legato alla Spagna dominerà ancora oggi su parte del Sud degli Stati Uniti? Se sì, come si svolgerà la guerra di secessione se i CSA saranno uniti anche culturalmente oltre che nello stile di vita? (prima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Ded17)

Cristóvão Colombo. Il re del Portogallo dà retta a Colombo e finanzia la sua spedizione, oltre a quella di Vasco da Gama: sarà il Portogallo a colonizzare le Americhe. Come cambia la storia del mondo? La conquista portoghese di Messico e Perù è improbabile, ma è possibile una talassocrazia portoghese più duratura? (seconda ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Alessio Mammarella)

Christophe Colombe. Neanche i reali di Spagna danno retta a Cristoforo Colombo, le cui idee trovano accoglienza alla corte di Carlo VIII di Francia, che gli mette a disposizione navi e il porto di La Rochelle. Quali le conseguenze? (terza ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Christopher Columbus. Cristoforo Colombo non trova ascolto in Spagna e neppure a Parigi, e così si rivolge all'Inghilterra. Enrico VII Tudor gli dà retta e finanzia la sua spedizione. San Salvador si chiama Saint Saver e l'intera America, sia settentrionale che meridionale, viene conquistata dagli inglesi e diventa anglofona. Ma allora sarebbe anche interamente protestante? Forse no: siccome nel 1492 l'Inghilterra è ancora cattolica, e dunque cattolici sono anche i primi Conquerors (equivalente britannico dei Conquistadores), forse nelle colonie sudamericane la Riforma non viene accettata, ed il tentativo dei Tudor prima e degli Stuart poi di imporvela con la forza provoca in essa un movimento indipendentista fin dal XVI secolo, 300 anni prima di quelli avvenuti nella nostra Timeline a cavallo dei secoli XVIII e XIX... Con questo anche la Spagna non diventa la campionessa della fede, e la sua forza espansiva fuori dall'Europa non le basta per dominare gran parte dell'America ed anche dell'Asia; è invece l'America Meridionale stessa a diventare un grande stato difensore della fede, mentre le colonie del Nordamerica resterebbero protestanti e legate alla madrepatria fino all'avvento di George Washington. Se l'America Meridionale non si chiude in sé stessa, può sostituire l'Inghilterra medesima nel dominio dei mari e dare vita a una fase imperialistica, conquistando con le sue forze unite ampi territori in Asia e in Oceania; allora Australia e Nuova Zelanda entrano a far parte di un "Commonwealth" cattolico che si estende anche alle Filipinas, a Hong Kong, a Macao e addirittura all'India... (quarta ucronia dedicata a Cristoforo Colombo dall'argentino Enrique, di Santa Fè: una proposta davvero affascinante!)

Crìsdean Colm. La spedizione di Colombo viene patrocinata da Giacomo IV di Scozia. Che accade? (quinta ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Christoph Taube. Sono le città della Lega Anseatica a finanziare l'impresa di Cristoforo Colombo. Magari la Lega manderà Colombo a nord per passare oltre la Finlandia, come fecero i veneti qualche secolo dopo, o in Groenlandia per cercare nuovi sbocchi commerciali da dirottare nello stretto (sesta ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus e da Basileus TFT)

Krzysztof Golub. Cristoforo Colombo chiede aiuto a Casimiro IV di Polonia. Avremo un'America polacca? (settima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Christoffer Duer. E se invece Colombo si rivolgesse a Giovanni di Danimarca e partisse dall'Islanda? (ottava ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Christofer Duvor. Ad aiutare Cristoforo Colombo è Sten Sture il Vecchio, reggente di Svezia durante l'Unione di Kalmar. Nascerà un Sudamerica svedese? (nona ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Enrica S.)

Isataşıyıcı Güvercin. L'unico sovrano ad accettare le richieste di Cristoforo Colombo è il sultano ottomano Bayezid II il Giusto. Questi infatti ha avuto notizia dell'idea di Colombo attraverso le sue spie moriscos, e temendo che la scoperta di una via marina verso l'India riduca il peso politico della Porta, si offre di finanziare la spedizione a patto che Colombo rediga solo rapporti segreti. Le Indie Occidentali vengono colonizzate dai Turchi e soprattutto dagli Ebrei fuggiti dalla Spagna: Nuova Granada sarà tale di fatto, oltre che di nome! (decima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo a quattro mani da Enrica S. e da Iacopo)

Hamel-ul-Isa al-Hamama. Il Sultano Mamelucco Sayf al Din Qaytbay decide di assoldare il navigatore genovese per esplorare l'Oceano Indiano: Cristoforo scoprirà l'Australia. Come andrà a finire? (undicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Iacopo)

Qryst'apr Yohnàh. Cristoforo Colombo è davvero un Ebreo che tiene nascosta la sua vera fede, come supponeva Simon Wiesenthal. Perciò, ispirato dai passi del Libro di Isaia: « Son le isole che spereranno in me, ed avranno alla loro testa le navi di Tarsis, per ricondurre i tuoi figlioli di lontano col loro argento e col loro oro, per onorare il nome dell'Eterno, del tuo Dio, del santo d'Israele, che t'avrà glorificata » e « Poiché, ecco, io creo de' nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria », è intenzionato a trovare una nuova patria per i suoi correligionari oppressi, e parte alla volta di quella che ritiene l'Asia per un vero e proprio viaggio di colonizzazione, dopo aver ingannato i reali di Spagna e reclutato esclusivamente marinai Ebrei. Una volta arrivato nel nuovo mondo, fonderà un Nuovo Israele nelle odierne Bahamas. Ce la farà nei suoi intenti? (dodicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Isausinwsiga Kepter. E ora, la più improbabile di tutte. Nel fuoco incrociato della controversia sulle origini di Cristoforo Colombo, c'è addirittura chi lo vuole figlio del Re Ladislao III di Polonia, ma che addirittura i Kazaki ad inizio anni 2000 arrivassero a dichiarare che Colombo facesse parte del loro popolo, è fin troppo fantasioso! Ma se un Colombo alternativo arrivasse proprio da quello che oggi è il Kazakistan? Questo "Cristoforo Colombo" nasce da una famiglia di ricchi mercanti sulle rive del Mar Caspio nel periodo della dominazione dell'Orda d'Oro. Dopo il collasso di quest'ultima, la famiglia "Colombo" aiuta i Khan kazaki a stabilire importanti accordi commerciali con quello che rimane del Khanato dell'orda d'Oro, col Khanato di Kazan, col Khanato di Astrakhan, con gli Ak Koyunlu e con l'Impero Timuride. Forte di questi successi, "Cristoforo" convince Burunduk Khan a dargli fiducia per dar vita alla sua impresa: viaggiare fino in Cina per stabilire contatti commerciali permanenti con la dinastia Ming! Convinto il Khan, "Colombo", novello Marco Polo, si incammina verso la Cina, in un viaggio reso più difficile dalla disintegrazione della Via della Seta e dalla presenza degli ostili Uzbeki. Arrivato finalmente in Cina e accolto con tutti gli onori, "Colombo", rimasto affascinato dalla cultura cinese, ritrova quasi per caso durante i suoi studi una mappa cinese, stilata secondo la tradizione dall'Ammiraglio Zheng He, che mostra una terra al di là del Pacifico, a nordest della Cina. "Colombo" riesce dopo molti tentativi a convincere l'Imperatore Hongzhi ad organizzare una spedizione verso queste terre. In questo modo scopre le Isole Aleutine ed entra in contatto con gli Aleuti. Ormai a "Colombo" non resta che tornare indietro e riferire a tutti le sue scoperte... (tredicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Buon sangue non mente. Immaginiamo che dopo varie vicende, a noi parzialmente oscure, Cristoforo Colombo si rivolga con risolutezza alla Repubblica di Genova per finanziare il suo viaggio verso le Indie, e che quest'ultima conceda un paio di navi. Sempre ammettendo che il viaggio vada a buon fine, come cambia la Storia? Avremo un Colombo che proclama che l’isola di San Salvador (ora giustamente rinominata San Salvatore o anche, perché no, San Giorgio) appartiene non alla cristianissima regina Isabella di Castiglia, bensì al Doge di Genova Gian Galeazzo Maria Sforza… (quattordicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Giorgio Tebaldi: ecco un suo possibile trailer)

Cristoffa Combo (non credo che in Finarìn il nome cambi molto dal Genovese) La Repubblica di Genova si è rifiutata di aiutare Colombo nella sua impresa, ed allora quest'ultimo si rivolge al parente stretto della repubblica... il Marchesato di Finale! E se riuscisse a farsi ascoltare dal Marchese Alfonso I Del Carretto? (quindicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Cristoforo Colonbo. Colombo, stizzito dal rifiuto genovese, cambia casacca e si rivolge al peggior nemico di Genova... la Repubblica di Venezia! Agostino Barbarigo accetterà i suoi servigi? (sedicesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Kristofor Golub (in dalmatico). Colombo entra al servizio del Rettore della Repubblica di Ragusa e scopre l'America per conto suo. Che accade? (diciassettesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Cristoforo Colomb. Colombo si rivolge al Ducato di Savoia, riesce a convincere Bianca di Monferrato (nonostante i suoi problemi) e parte da Nizza (diciottesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

L'uovo (di marmo) di Colombo. Le idee di Colombo vengono ben accolte dal Marchese Antonio Alberico II di Massa e Carrara. E quindi... (diciannovesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Cristoforo Pcion. Colombo viene aiutato da Guidobaldo I da Montefeltro (ventesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Cristoforo Pistacoppu. L'America viene scoperta da Cristoforo Colombo per conto degli Anziani della Repubblica di Ancona (ventunesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Hristoforo Holombo/1. Il cosiddetto Magnifico i suoi soldi in politica estera non li avrebbe impiegati di sicuro in un progetto a perdere, ma ammettiamo che Lorenzo abbia un guizzo di lungimiranza e, che abbia avuto, proprio in quel periodo, un enorme afflusso di contanti, e quindi possa permettersi di rischiare. Da Fiorentino, l'idea di un impero Mediceo oltre oceano mi attizza un sacco... (ventiduesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Tommaso Mazzoni)

Hristoforo Holombo/2. L'impresa di Colombo viene portata a termine grazie al supporto della Repubblica di Lucca (ventitreesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Hristoforo Holombo/3. Colombo arriva in America grazie al Signore di Siena Pandolfo Petrucci. Papa Bergoglio parlerà con accento senese? (ventiquattresima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Er Sor Cristoforo. E se fosse Papa Innocenzo VIII a dare le navi a Colombo? Dopotutto al secolo si chiamava Giovanni Battista Cybo ed era nativo di Genova come il nostro navigatore! (venticinquesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Enrica S.)

Cristoforo Palumbo. Le richieste di Colombo vengono accolte da Ferdinando I di Napoli. L'Italia Meridionale avrà il suo impero coloniale? (ventiseiesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Generalissimus)

Taino e Abele. I popoli Taino colonizzarono i Caraibi tra il 1000 e il 1400 dopo Cristo, ed erano molto più bellicosi di quanto Cristoforo Colombo e i suoi compagni della prima spedizione non credessero. Ora, che accade se, quando vedono sbarcare il genovese e i suoi compagni, gli indigeni di San Salvador lo attaccano in armi e lo fanno fuori come sarebbe successo trent'anni dopo a Ferdinando Magellano? Di quanto sarà ritardata la scoperta dell'America? E a chi toccherà questo onore? Forse ai portoghesi, se sbagliano la strada verso le Indie e sbarcano in Brasile? Allora oggi in tutto il Nuovo Mondo si parlerà portoghese... (ventisettesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da Enrica S.)

Il regno di Colombia. « Perchè dare ai re di Spagna ciò che potrebbe essere solo mio? » Proprio così avrebbe potuto ragionare Colombo, una volta giunto nelle "Indie" e dopo aver scoperto isole ricchissime e lussureggianti come Cuba e Hispaniola. Ebbene, cosa accade se Colombo decide di non fare rientro dal suo primo viaggio, di restare in America e di fondare un suo regno esteso a tutti i Caraibi, avendo i fratelli Pinzòn come vicerè? Probabilmente Cabral scopre ugualmente l'America nel 1500, sbagliando la strada verso le Indie, ma potrebbe avvenire una guerra tra Spagna e Portogallo da un lato e il nuovo regno di Colombia dall'altro... (ventottesima ucronia dedicata a Cristoforo Colombo da William Riker e da Demofilo)

Israele in America. 1493: David Ben Salomon, un personaggio di assoluta fantasia, giovane pastorello andaluso di religione ebraica, riceve una visione da parte dell'arcangelo Gabriele che lo invita a lasciare la Spagna, dove il suo popolo è duramente perseguitato, per andare a fondare un nuovo Israele oltre il mare oceano. Gli Ebrei Sefarditi credono al ragazzo ed organizzano un viaggio di 1200 persone verso la costa atlantica del nuovo mondo. Nel 1496 la comunità ebraica si insedia in una zona dell'America del nord lontana dai domini spagnoli, pacifica convivenza con gli indiani. Nel 1498 nasce Efraim, ovvero Israele in America. Davide rifiuta la corona (perchè l'unico re è Dio) e il titolo di Profeta, ma accetta quello di Giusto. Si forma una repubblica teocratica moderata guidata da un sinedrio di giuristi e rabbini (genialissima idea di Filobeche)

Altro che Raya. Il 7 giugno 1494 con il Trattato di Tordesillas Spagna e Portogallo si divisero praticamente il mondo: tutte le terre ad occidente del 46° meridiano ad ovest di Greenwich (la celebre "Raya") sarebbero state spagnole, tutte quelle ad oriente portoghesi. Il Brasile fu colonizzato dai lusitani proprio perchè si trovava ad est della Raya. Ma che accade se il tentativo di mediazione del Papa spagnolo Alessandro VI fallisce e le due superpotenze marinare ingaggiano una vera e propria guerra mondiale per la supremazia sui mari? La Francia e i Mamelucchi si schierano con il Portogallo, il Sacro Romano Impero e l'Inghilterra con la Spagna; l'Impero Ottomano da principio sta alla finestra; la guerra si combatte anche nelle Indie Orientali (Cina e Corea con il Portogallo, Siam e Giappone con la Spagna) e sul suolo italiano (Milano, Genova, il Regno di Napoli e il Papa Borgia con gli spagnoli; i Savoia, Venezia e Firenze con i portoghesi). Come cambia la storia d'Europa? (questa è di William Riker)

El Brasil Español. Il Brasile oggi parla portoghese perchè l'estremità orientale del Sudamerica si trovava ad est della Raya stabilita dal Trattato di Tordesillas, e dunque Lisbona poté rivendicarla come sua colonia. E se le due potenze marinare iberiche stabilissero invece che la Raya coincide con il 32° meridiano ad ovest di Greenwich? Tutto il Brasile, compreso l'arcipelago di Fernando de Noronha, rientrerebbe nella sfera d'influenza spagnola. Come cambia la storia con un Brasile ispanofono? (made in Enrica S.)

Il Trattato di Tordesillas non viene rispettato. La Spagna è in perenne lotta con il Portogallo sul Continente Europeo e nelle Americhe. Non potendo combattere su troppi fronti, alla fine Carlo V deve scegliere: se preferisce impegnarsi sul Continente avvantaggerà il Portogallo nelle Americhe che, oltre al Brasile, può tranquillamente proseguire nelle conquiste ed eventualmente annettersi gran parte anche dell'America Andina e Centrale; oppure sceglie di impegnarsi con maggior successo nelle colonie annettendo i domini portoghesi in America, in Asia ed in Africa, mentre invece in Europa è la Francia che la fa da padrona, sicura com'è dell'appoggio del Sultano, dei principi protestanti e del papa; lo scontro per la preminenza sul Continente, Francesco I lo deve sostenere contro l'Inghilterra dei Tudor (grazie a Never75)

L'Africa Orientale Portoghese. I Portoghesi durante l'Età delle Scoperte cercarono di impadronirsi anche delle coste di Tanzania, Kenya e Somalia, ma non ci riuscirono a causa della resistenza dei locali e degli Ottomani. Ma cosa succederebbe se anche questi tre paesi diventassero dei possedimenti portoghesi? Per i portoghesi sarebbe fondamentale sconfiggere l'Oman innanzitutto, visto che nel bene o nel male gestivano loro il commercio Africano. Con in mano stabilmente Hormuz e senza perdere Socotra, sarebbe stato certamente più semplice conquistare Zanzibar e tenerla, e tenere in piedi l’Etiopia in ottica anti-ottomana. Da lì a controllare Zeila, Aden e Mogadiscio il passo è relativamente breve, e persino la cristianizzazione della Somalia. Temo però andrebbe tutto a complicarsi durante il mezzo secolo di unione con la Spagna. A meno che la corona spagnola sia convinta a investire sul rafforzamento del proprio potere sul corno d’Africa in prospettiva anti-ottomana, conducendo a un'anticipata decadenza della Sublime Porta... (parola di Generalissimus e di Paolo Maltagliati)

I Turchi nell'Atlantico. Se gli Ottomani riescono a mettere piede anche in Marocco, ivi una dinastia di ufficiali ottomani (come nel resto del Maghreb), che governa in maniera autonoma, potrebbe decidere di mandare coloni nelle Antille. Il Suriname sarebbe una buona base nella guerra di corsa per attaccare le navi spagnole; piuttosto che una colonizzazione delle Americhe però è più probabile quella della costa africana, nel Senegal o sul Niger, che era già una zona islamizzata. In ogni caso la presenza degli Ottomani nell'Atlantico quali conseguenze avrebbe sul commercio degli schiavi? (se lo chiede Perchè no?)

Colombo al contrario. Nel XIV secolo gli Atzechi iniziano un'opera di ricognizione del mar dei Sargassi e delle coste nordamericane, che monopolizzano per i commerci con il Sudamerica. Con il perfezionarsi delle tecniche navali alcuni equipaggi dell'ormai potentissimo impero atzeco attraversano l'Atlantico, scoprendo l'Europa e riportando in America quanto basta per evitare gli errori grossolani che nella nostra Timeline hanno comportato la loro fine. Come cambia la storia del mondo? (se lo domanda Renato Balduzzi)

America ed Europa invertite. Quando gli europei arrivarono in America, uno dei modi con cui uccisero gli indigeni, seppur senza volerlo, furono le malattie; ma se avvenisse il contrario, e fossero gli europei a essere infettati e spazzati via dalle malattie arrivate dal nuovo mondo? E se, a seguito del seppur breve contatto con i conquistadores, le popolazioni americane subissero una rapidissima evoluzione culturale, sviluppando in pochi secoli una civiltà molto più avanzata di quella europea dello stesso periodo? Vista la massiccia moria di persone, data dalle malattie, il rinascimento sarebbe finito molto prima (oltre metà dei più famosi artisti e scienziati del periodo sarebbero morti anticipatamente o mai nati), col risultato che avremmo una profonda regressione della civiltà europea, che sarebbe potuta durare secoli; così non avremmo avuto né uomini né mezzi per difenderci dall’invasione di pellerossa ed indios (questa è di MattoMatteo)

Meglio l'Africa. Anziché ai viaggi transatlantici, in conseguenza dell'impresa di Vasco da Gama, gli Inglesi e i Francesi si dedicano anzitempo alla conquista ed alla spartizione dell'Africa, tanto più che Leone l'Arabo ha parlato a Papa Leone X di incredibili miniere rigurgitanti oro presso la mitica Timbuctù, e di immensi branchi di elefanti con zanne di preziosissimo avorio. I Conquistatori partiranno immediatamente al grido di "Dio lo vuole (e la mia tasca pure)". Londra e Parigi in quest'impresa avranno pochi rivali: i Portoghesi si limitano infatti a stabilirvi teste di ponte e non colonie, gli spagnoli sono impegnati a sfruttare le ricchezze delle Americhe, e i Tedeschi sono troppo impegnati nelle guerre di religione per pensare ad avventure oltremare. Forse si inseriranno nella gara Genova e Venezia, che non vogliono perdere il loro ruolo di potenze marinare. La misteriosa Africa è già sede di regni ed imperi leggendari, spesso temuti anche in Occidente, dunque la conquista si rivela lunga e difficoltosa, ma alla fine porta le due potenze europee a dividersi il continente, e poi ad ingaggiare una Guerra dei Sette Anni anticipata per prevalere gli uni sugli altri. Come cambia la storia? (pensata in coppia da Enrico Pellerito e da William Riker)

Meglio l'Australia. Nella "Madonna della Vittoria", pala d'altare dipinta da Andrea Mantegna nel 1496 per Francesco Gonzaga ed oggi al Louvre, è raffigurato un autentico anacronismo. Infatti sulla siepe alle spalle del trono della Vergine è appollaiato un pappagallo bianco con un ciuffo giallo sul capo, identificato con un cacatua ciuffogiallo (Cacatua galerita), originario della Nuova Guinea. Mantegna dovette vedere quell'uccello dal vivo per poterlo raffigurare in modo così realistico, ma al viaggio verso le Indie Orientali di Vasco da Gama attraverso la circumnavigazione dell'Africa mancavano ancora due anni. Il mistero rimane fitto. Ma supponiamo che l'Australia e la Nuova Zelanda siano scoperte dagli Europei prima dell'America, o in seguito a viaggi di circumnavigazione dell'Africa riusciti anzitempo, o perchè i Mamelucchi si accordano con Veneziani e Genovesi permettendo loro il passaggio nel Mar Rosso e il commercio con l'Oriente. In tal modo non vedremo solo dei cacatua, ma anche uccelli del Paradiso, canguri e koala dipinti dai maestri rinascimentali. Come cambia la storia del mondo? (l'ha scovata Enrica S.)

Il continente che non c'è/4. E ora, l'ipotesi contraria. L'Australia semplicemente non esiste, la Terra Australis Incognita è l'Antartide. Quando Willem Janszoon mappa la Nuova Guinea la raffigura, correttamente, come un'isola. La Nuova Zelanda verrà comunque scoperta da Abel Tasman nel 1642. Quali le conseguenze dell'assenza dell'Australia? (made in Generalissimus)

Meglio l'Antartide. L'Antartide viene scoperta già nel '500 ed esplorata nel secolo successivo. Quali le conseguenze? (se lo domanda Leandro Sanfilippo)

L'altro Brasile. Secondo alcuni il nome del Brasile deriva dal portoghese "brasa", cioè "rosso come la brace", perchè di questo colore apparvero gli alberi brasiliani al conquistador portoghese Pedro Álvares Cabral, che giunse sulle sue coste durante un fallito tentativo di circumnavigazione dell'Africa. Secondo altri invece il quinto stato al mondo per superficie deve il suo nome alla leggendaria isola di Hy Brazil, che si sarebbe trovata nel mezzo dell'Oceano Atlantico, a molte centinaia di miglia a ovest dell'Irlanda, e sarebbe stata scoperta dal monaco navigatore San Brendano di Clonfert. Nel Medioevo si era così certi della sua esistenza che nessun geografo mancò di inserirla nelle proprie carte fino alle soglie dell'età contemporanea. Che accade se l'isola di Hy Brazil esiste davvero, come propaggine emersa della dorsale medioatlantica, è più vasta dell'Islanda ma con un clima assai migliore per via della Corrente del Golfo, viene scoperta nel 1497 da Giovanni Caboto e si scatenano subito guerre tra Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra per la sua colonizzazione? (ancora Enrica S.)

I Portoghesi si fanno furbi. Che accade se i Portoghesi non si limitano a creare empori commerciali sulle coste dell'Africa, ma vi insediano coloni come gli Spagnoli in America, favorendo la nascita di colonie bianche in Guinea, Angola, Mozambico e nell'attuale Sudafrica, oltre che di una popolazione creola? Guerre perenni con le tribù locali, certamente molto più numerose e agguerrite degli Amerindi (proposta da William Riker)

L'Hansa in America. La Lega Anseatica cominciò a decadere (come le Repubbliche Marinare italiane) dopo che la scoperta dell'America spostò l'asse dei commerci dal Baltico e dal Mare del Nord all'Oceano Atlantico. Ma che accade se le città anseatiche, molte delle quali già si affacciano sull'Atlantico, decidono di iniziare a loro volta una corsa alle colonie, fondando stabilimenti nelle Americhe? In seguito il Sacro Romano Imperatore potrebbe rivendicare quelle colonie per l'Impero Tedesco, e la Germania potrebbe ritrovarsi alla fine un impero coloniale più vasto di quelli di Inghilterra e Francia. Forse la Guerra dei Sette Anni sarà combattuta da Francia e Inghilterra contro Austria e Prussia (ancora Lord Wilmore)

L'impero norvegese. Nel 1721 Hans Egede, un missionario norvegese, partì per la Groenlandia, deciso a convertire al protestantesimo i discendenti dei coloni vichinghi stanziatosi secoli prima in quell'isola, che secondo lui erano rimasti fedeli alla Chiesa di Roma. Una volta giunto in Groenlandia però non ne trovò nessuno, e dovette rassegnarsi a convertire gli Inuit. L'ultimo discendente dei coloni di Erik il Rosso sarebbe stato trovato morto in riva al mare nel Cinquecento da alcuni pescatori islandesi finiti per errore in Groenlandia. La cosiddetta "Piccola Glaciazione" aveva purtroppo menato strage di quegli antichi pionieri. Secondo J.Daimond, uno dei motivi del fallimento di questa colonia è l'inspiegabile rifiuto dei groenlandesi dia mangiare pesce. La teoria di Diamond è che ci fosse una sorta di "tabù culturale" sul pesce "imposto" dall'alto, come quello che impedisce a noi europei di mangiare i nostri amati cani: i vichinghi groenlandesi per non confondersi con i "miserabili" islandesi, popolo di ittiofagi che si nutriva di vermi di mare, rifiuta di mangiare pesce. E se invece i groenlandesi mangiano il pesce normalmente come facevano tutte le tribù vichinghe, e poi si mettono anche ad allevarlo? Ci sono molte specie candidate, una su tutte la trota salmerina. In tal modo sopravvivono alla "Piccola glaciazione" del 1330-1440 e all'invasione Inuit (che i vichinghi chiamano Skaerling), diventando un altra Islanda? Come si confronteranno i colonizzatori europei con questa presenza bianca al di là del mare? E se la Norvegia reclamasse le terre abitate e visitate dai discendenti dei suoi cittadini del Medioevo, grazie alla comoda base groenlandese, ed iniziasse una campagna di espansione coloniale nel Nordamerica con grande anticipo rispetto a Francia ed Inghilterra? (pensata da William Riker e da Federico Pozzi)

Il mio amico Skaerling. Spin-off dell'ucronia precedente. Il Primo incontro tra Inuit e Vichinghi non fu molto amichevole: i Vichinghi ammazzarono uno skaerling per vedere se "buttava sangue" dopo averlo trafitto con una freccia. Ma se invece i vichinghi non si mettono in testa di ammazzare gli skaerling e, ammirati dalle loro tecniche di caccia, cominciano a stabilire rapporti commerciali con loro. Vichinghi e Inuit imparano gli uni dagli altri come peraltro succederà regolarmente nel'800, e grazie alle tecnologie e ai sistemi di caccia inuit i vichinghi groenlandesi sopravvivono: nasce una popolazione inuit-vichinga che metterà un poì in imbarazzo i razzisti dell'ottocento e odierni. Pensate degli inuit biondi e dalla carnagione chiara come i vichinghi, non più simile nei tratti alle popolazioni asiatiche ma agli europei! (ancora Federico Pozzi)

Cold case in salsa umanistica. Angelo Poliziano e Giovanni Pico della Mirandola, due dei massimi intellettuali al servizio di Lorenzo il Magnifico, morirono entrambi misteriosamente a poche settimane di distanza, rispettivamente il 24 settembre e il 17 novembre 1494, il primo a 40 e il secondo a 31 anni. Silvano Vincenti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali, ha rispolverato questo "cold case" rinascimentale e ha presentato uno studio secondo il quale entrambi gli umanisti sarebbero stati avvelenati con l'arsenico da Cristoforo da Casalmaggiore, segretario di Pico, e il mandante dell'assassinio sarebbe Piero de' Medici, figlio e successore di Lorenzo (ma c'è chi chiama in causa anche Papa Alessandro VI). Il movente? Il sostegno dato dai due scrittori alle riforme di Gerolamo Savonarola. Ma se il piano per eliminarli fallisce, e i due campano fino a tarda età? Quali capolavori ci regaleranno? In particolare Pico riuscirà ad organizzare il Congresso Filosofico Universale per la cui apertura aveva composto il "De Hominis Dignitate"? Ce la farà a conciliare aristotelismo, platonismo e cristianesimo? Dato che conosceva perfettamente l'arabo, Pico farà meglio conoscere la cultura islamica in Europa? E con quali influssi sul Rinascimento? Riuscirà a far mettere fuorilegge l'astrologia, della quale egli era uno strenuo oppositore? Il suo pensiero contribuirà a una più facile accettazione della teoria copernicana? (se lo chiede Enrica S.)

Si folium cadit, tota scientia evadit. Le "Silvae" di Stazio e molte altre opere dell'antichità classica non vengono più ritrovate nel corso dell'Umanesimo. Come cambia il Rinascimento e il suo rapporto con l'antichità greco-romana? (ancora Enrica S.)

Il trionfo dell'alchimia. Proviamo a ragionare sui lati oscuri del Rinascimento, di cui si magnifica solo lo splendore della scienza, del progresso e delle arti. Riflettiamo in particolare sul rapporto tra scienza e magia in quel secolo di grandi mutamenti. Ad esempio, cosa accade se il "Malleus Maleficarum" non viene mai scritto? O se Innocenzo VIII non scrive la bolla papale "Summis desiderantes affectibus"? Anziché alla scienza sperimentale, i maggiori ingegni del tempo, da Leonardo a Newton, si danno allo studio dell'alchimia e di pratiche occulte. Leonardo cerca come trasformare il piombo in oro e scopre il quarzo aurifero. Keplero non scopre le sue Tre Leggi ma persiste con i suoi studi sui poliedri regolari e sull'armonia delle sfere. Galileo e Newton restano legati all'aristotelismo. Oggi ci troviamo in un mondo dominato da alchimia e (presunta) magia; oppure la Rivoluzione Industriale ha avuto inizio più tardi, nel XIX secolo, e oggi noi ci troviamo in un mondo steampunk... (proposta da Alienor)

God save the Sforza King. Massimiliano Sforza aveva appena tre anni quando suo padre cercò di combinare il suo matrimonio con Maria Tudor, figlia di Re Enrico VII d'Inghilterra e sorella minore del futuro Enrico VIII. La proposta di matrimonio, però, fallì, perché Enrico VII sentì puzza di bruciato ed ebbe il sospetto che Ludovico il Moro stesse chiedendo in mano sua figlia convinto di poter pretendere un domani la discesa degli Inglesi in Italia contro i Francesi, coi quali però egli stava cercando di costruire dei rapporti d'intesa in vista di una pace duratura dopo le difficoltà subite dall'Inghilterra durante la Guerra delle Due Rose. E se invece si dicesse d'accordo? Possibile che se Massimiliano e Maria abbiano eredi maschi, questi ascendano al trono inglese alla morte di Enrico VIII, trasformando il Ducato di Milano in un equivalente del Regno di Hannover? La conseguenza maggiore sarebbe che gli Stuart se ne starebbero in Scozia... (made in Generalissimus)

Papa Gerolamo I. Gerolamo Savonarola diventa cardinale e poi è eletto Papa al posto del corrotto Alessandro VI Borgia, riformando la Chiesa in senso radicalmente evangelico (proposta da William Riker)

Gerolamo il Conquistatore. Il frate domenicano Girolamo Savonarola, dopo aver fondato la Repubblica Popolare Democratica Cristiana di Firenze nel 1494, si scaglia contro i costumi corrotti della Chiesa e del pontefice, papa Alessandro VI Borgia, criticando con forza i valori mondani della corte romana e prendendo di mira la stessa cultura umanistica e rinascimentale, definita "troppo sporca". Il severo rigorismo di Savonarola e dei suoi numerosissimi seguaci, i "piagnoni", riesce a conquistare l'appoggio anche dei vecchi sostenitori dei Medici, scacciati dalla città toscana dopo la morte di Lorenzo nel 1492, e degli stessi "arrabbiati" che puntavano alla guerra con Pisa e alla conquista dell'intera regione. Di fronte a questo grande seguito popolare, nel 1497 arriva la scomunica da parte dello stesso Alessandro VI: altra benzina sul fuoco di Palazzo Vecchio. Infatti in una settimana Savonarola mette in piedi un'armata di circa centomila tra uomini, donne, bambini e vecchi, soldati, ladri e mendicati, denominata "l'Armata di Dio" e muove guerra prima a Pisa, conquistandola dopo un assedio settimanale, e successivamente a Roma. Nel gennaio 1498 le truppe papali sono duramente sconfitte a Viterbo e gran parte dell'artiglieria e delle macchine da guerra sono prese dall'Armata che punta direttamente verso la Città Eterna, conquistandola dopo due anni di perenne assedio. Il 25 dicembre 1500 Girolamo Savonarola entra nella Basilica di San Pietro con in mano la croce di legno, bagnata dal sangue delle tante vittorie. Profonda riforma della chiesa cattolica romana con il successore Pio III. Che fanno gli spagnoli, dopo la detronizzazione del loro Papa connazionale? (avanzata da Demofilo)

Carlo VIII Magno. Carlo VIII e Francesco I riescono ad imporre la loro egemonia sulla penisola italiana; come cambia la storia? (proposta da Bhrg'hros e da Filobeche; ecco lo sviluppo pensato da quest'ultimo)

L'Orlando Savio. Matteo Maria Boiardo non interrompe la stesura del suo "Orlando Innamorato" e non muore a soli 53 anni a Reggio Emilia, ma sopravvive e porta a compimento tutti e cento i canti previsti del suo poema. In tal modo Ludovico Ariosto non avrà la necessità di completarlo scrivendo l'"Orlando Furioso". Quale finale avrà immaginato il Boiardo per il suo poema fiume? Orlando impazzisce comunque? O corona il suo sogno d'amore sposando Angelica? (se lo domanda William Riker)

Un'altra Fornovo. Il 6 luglio 1495 l’esercito francese di Carlo VIII è affrontato a Fornovo dall’esercito italiano della Lega Santa. Dopo più di un'ora di combattimento i francesi in grave difficoltà nonostante le differenti tattiche di combattimento, cercarono rifugio su una collina, il grosso dei veneziani non da tregua e inaspettatamente li incalza. La situazione già grave per i francesi precipita rapidamente. Rimasto accerchiato il centro dello schieramento, il re Carlo VIII con i principali nobili del suo seguito sono catturati e fatti prigionieri sul campo da Francesco II Gonzaga. Le poche forze francesi sfuggite all’accerchiamento, sbandate e in rotta si disperdono confusamente; abbandonate le artiglierie e le salmerie, nella notte si danno alla fuga venendo incalzate nei giorni successivi dalle forze della lega. Solo pochi reparti riusciranno a tornare in Francia. Il re Carlo VIII su ordine del Senato è condotto prigioniero a Venezia. La sua dorata prigionia sulla laguna si protrarrà sino al febbraio del 1497 in attesa del pagamento dell'ingente riscatto richiesto dai veneziani al regno di Francia. Giangiacomo Trivulzio condotto in catene invece a Milano viene poco dopo decapitato su ordine del duca di Milano Ludovico Sforza. E poi? (proposta da Marco Foppoli)

Leonardo va alla guerra. Alternativa all'ucronia precedente. Il 6 luglio 1495 presso Fornovo di Taro (PR) si affrontarono l'esercito di Carlo VIII di Francia, composto da francesi e da mercenari svizzeri, e quello della Lega Santa, formato dagli eserciti di Milano e Venezia, per la gran parte mercenari, italiani, dalmati, greci e tedeschi. La Lega Santa mirava a catturare il re francese, ma le sue milizie non riuscirono ad accerchiare quelle di Carlo VIII: lo scontro, assai sanguinoso (complessivamente si contarono tremila morti) nonostante fosse durato solo poco più di un'ora, ebbe un risultato incerto. Ma se gli italiani avessero messo in campo le avveniristiche macchine da guerra disegnate da Leonardo da Vinci, i cui disegni nascondono intuizioni veramente geniali per l'epoca, forse ci sarebbero riusciti, visto che il genio di Vinci aveva già pensato ad ordigni a frammentazione, a carri armati micidiali, a ponti autoportanti per superare il Taro, a falci rotanti per abbattere la cavalleria nemica e addirittura ad alianti con i quali bombardare i nemici dall'alto. Se le innovazioni leonardesche diventano realtà, come cambia l'arte della guerra e, con essa, la storia d'Europa? (prima ucronia vinciana proposta da Andrea Mascitti e da William Riker dopo aver letto un brillante articolo di Focus Storia n° 18 del febbraio-marzo 2008, a firma di Carlo Dagradi)

Leonardo e la Rivoluzione Industriale. Spin-off dell'ucronia precedente. Leonardo ideò non solo tecnologia bellica d'avanguardia, ma anche moltissime nuove macchine che per il loro meccanismo ricordano molto da vicino quelle che anni dopo avrebbero regalato all'Inghilterra il primato di fondatrice della Rivoluzione Industriale (vedi ad esempio questo sito). Il problema è che non vennero mai realizzate. Ma se così non fosse? Se un patrizio veneto o un borghese toscano comprendono l'importanza di questi macchinari e cominciano il loro utilizzo su larga scala? E' vero che la rivoluzione industriale è più una rivoluzione delle fonti d'energia che delle macchine lavoratrici, ma ciò non significa che non possa aversi comunque un'espansione della produzione con una riduzione dei cosi che dia ai borghesi italici molti soldi da reinvestire, magari non solo in opere d'arte. E poi, lo stesso Leonardo potrebbe accorgersi che il doversi sempre appoggiare alla presenza di un fiume è un forte limite per l'industria, ed adoperarsi per trovare una soluzione... (seconda ucronia vinciana di Enrica S.)

La Leonardiera. Idea ispirata dall'ingenuo fumettone americano "I Tre Moschettieri" (2011) di Paul W. S. Anderson, che vorrebbe essere una riscrittura in chiave clockpunk dell'omonimo capolavoro di Dumas. E se Leonardo da Vinci inventasse davvero la mongolfiera con quasi tre secoli di anticipo? Come cambia la storia dell'Età Moderna? Assisteremo davvero a parate di galeoni volanti e spettacolari battaglie nei cieli? Ve lo immaginate Cesare Borgia fieramente al comando della "Lucrezia", il suo possente galeone volante, che usa per espugnare Imola? (terza ucronia vinciana di Lord Wilmore)

Il Dinamografo. Leonardo da Vinci scopre con anticipo di diversi secoli la tecnica cinematografica. Per l'esattezza scopre come disegnare su piccole lastre di vetro, disegnare su tante piccole lastre una sequenza di immagini che simulano le varie fasi di un movimento e poi crea una versione primitiva di un Cinematografo, con una lanterna che proietta la luce in una camera oscura generando la versione "su schermo" delle immagini. Lo chiama il Dinamografo. Il Cinema nasce quindi in italia e con gigantesco anticipo rispetto alla Fotografia. Come cambia la storia? Inizialmente la tecnologia sarà una semplice curiosità scientifica, con enorme scetticismo sul suo successo visto che Leonardo, quando ha provato a mostrare la sua invenzione mostrando un elefante in avvicinamento, ha causato il terrore negli spettatori che hanno abbandonato la sala credendo che l'elefante stesse davvero arrivando. Sarà successivamente usata come mezzo di svago nei salotti reali e dell'aristocrazia. Qui però inizia a nascere il primissimo business Dinamografico, con artisti che intendono creare storie da mostrare per i Re e le Regine d'Europa. Sono inizialmente piccoli corti di al massimo duecento lastrine di vetro, associati ad una piccola orchestra ed un narratore, di natura comica e bislacca. Il Dinamografo sarà subito associato al cinema, dove potrà generare sfondi mobili (il fiume che scorre, gli uccelli in cielo, gli alberi che si muovono) e potremmo avere ocn largo anticipo una Tecnica mista (Attori teatrali che interagiscono con persone animate). Inizieranno quindi le prime storie lunghe, probabilmente brevi parabole bibliche. Le Università inizieranno a servirsi di proiettori per mostrare i disegni anatomici. La tecnologia resterà tuttavia ingombrante e proibitiva fino al 1700, quando nasceranno le primissime forme di pellicola sottile adatte alla produzione in massa. Il governo rivoluzionario francese userà il Dinamografo per fare proiezioni nelle piazze delle maggiori città con inni alla rivolta contro il nemico straniero. Con l'inoltrarsi dell'800 nascerà l'industria cinematografica vera e propria, con film sempre più lunghi e complessi, trame avvenieristiche ed importanti. Nietzche produrrà un suo film "Così Parlò Zarathustra". Agli inizi del '900 ci saranno MicroDinamografi casalinghi basati su un proiettore molto piccolo che mostra l'immagine su uno schermo, la tecnologia andrà a ruba. Oggi il cinema è pienamente tridimensionale, in 8K ed in realtà virtuale. Si stanno già studiando film interattivi... (quarta ucronia vinciana di MorteBianca)

Papa Cesare I. Papa Alessandro VI - alias Rodrigo Borgia - ebbe vari figli, questo lo sappiamo tutti. Da Vannozza Cattanei, la donna che forse più amò o perlomeno quella con la quale ebbe una relazione più stabile (si fa per dire!), ne scodellò ben quattro. Il maggiore Juan o Giovanni era quello sul quale poneva maggiori speranze, avendolo nominato Gonfaloniere. Il ben più famoso Cesare era destinato alla carriera ecclesiastica. Fu solo a causa della morte di Juan - assassinato nel 1497 forse da uno dei fratelli - che il papa fu costretto a cambiare programma e, dopo aver riportato Cesare allo stato laicale, ne fece il suo braccio armato per la politica di conquista che aveva in mente. Poniamo invece che Juan sopravviva e spetti a lui (ri)conquistare i territori perduti dello Stato Pontificio. Potrebbe avere maggiore fortuna o sfortuna del fratello? Ma soprattutto Cesare, se rimane cardinale e vescovo e riuscisse a diventare papa dopo la morte del padre? Lutero, con un "esempio" del genere, avrebbe ancora più successo! Ciò non toglie che, conoscendo il carattere di Cesare, non sarebbe improbabile vedere anche lui sfilare alla testa della sue truppe come l'arcirivale Giulio II. Altre ipotesi? (è di Never75)

Giovanni III di Spagna. Giovanni di Trastámara, figlio secondogenito di Ferdinando II d'Aragona e di Isabella di Castiglia, non muore improvvisamente il 4 ottobre 1497 a causa di una febbre violentissima di natura ignota, ma eredita i regni di Castiglia ed Aragona, oltre ai domini in Italia e alle immense colonie in America; dalla moglie Margherita d'Asburgo ha un erede maschio, che chiama Ferdinando. Con il casato di Trastámara assicurato sul trono di Castiglia e Aragona, il futuro Carlo V, figlio di Giovanna di Trastámara e di Filippo il Bello d'Asburgo, erediterà "solo" i territori paterni dell'Impero, dell'Austria e della Borgogna. Come cambia la storia europea? (questa è di William Riker)

Riccardo IV di York. Enrico VII Tudor fu contestato da un giovane che nel 1490, alla corte della (a sua detta) zia Margherita York duchessa di Borgogna, affermò ufficialmente di essere Riccardo duca di York, figlio minore di Edoardo IV. Il giovane venne riconosciuto come Riccardo di York dai principali sovrani europei e il re di Scozia, che lo ospitò e finanziò per diverso tempo, gli diede in sposa una sua cugina. Dopo diversi tentativi di spodestare il re Tudor, il suo esercito fu sconfitto a Taunton il 4 ottobre 1497, il giovane fu catturato e costretto sotto tortura a firmare una confessione in cui affermava di non essere Riccardo, bensì un impostore, e alla fine Enrico VII Tudor lo fece giustiziare il 23 novembre 1499. Ma che accade se a vincere è il sedicente York, e i Tudor spariscono così presto dalla scena politica europea? (made in Enrica S.)

Gli Jagelloni in Moldavia. Dopo la conquista turca di Chilia e di Cetatea Albă, in Bessarabia, il voivoda (principe) Stefano il Grande di Moldavia chiese l'aiuto del re Giovanni I Alberto di Polonia, formalmente suo sovrano, contro la Sublime porta. Stefano e Giovanni Alberto si incontrarono presso Levoča, nell'attuale Slovacchia, insieme a Ladislao II di Boemia, fratello di Giovanni Alberto, e a Giovanni I di Brandeburgo, predisponendo l'attacco contro gli ottomani. L'obiettivo era la riconquista cristiana di Chilia e di Maurocastro. Causa circostanze non ancora chiare alla storiografia moderna, l'alleanza tra Stefano e Giovanni Alberto s'incrinò nel peggiore dei modi: il voivoda iniziò a sospettare che lo Jagellone stesse macchinando di spodestarlo per porre sul trono suo fratello Sigismondo e rivolse contro i polacchi l'armata moldava. Nel corso del 1496, Giovanni Alberto era faticosamente riuscito a raccogliere un'armata di 80.000 polacchi per la sua crociata anti-turca ma nel 1497 si vide costretto ad impegnare quelle truppe contro Stefano, che aveva invaso la Galizia controllata dai polacchi. Partito da Kamieniec, l'esercito polacco entrò in territorio moldavo presso Hotin. Invece di assediare la fortezza di Hotin, nodo nevralgico per il controllo della Moldavia settentrionale, Giovanni Alberto risolse di attaccare direttamente la capitale di Stefano, Suceava. La mossa fu fatale: Stefano era ben noto per la sua predilezione per la tattica della terra bruciata, spesse volte utilizzata contro ungheresi e turchi; inoltre Giovanni Alberto non curò di rinforzare la linea dei collegamenti con il regno polacco. Cinta d'assedio il 26 settembre, Suceava resse ai bombardamenti polacchi. Giovanni Alberto si convinse a levare l'assedio il 16 ottobre. Dopo una breve serie di negoziati, i polacchi lasciarono Suceava (19 ottobre): Stefano aveva loro garantito un salvacondotto verso la Polonia a patto che ripercorressero esattamente la medesima strada (il tragitto tra Hotin e Kamieniec), onde evitare nuove devastazioni sul territorio moldavo. Giovanni Alberto decise invece di tornare in Polonia passando attraverso la Bucovina, in direzione di Sniatyn, proprio perché sapeva che nelle terre tra lui ed Hotin non avrebbe trovato di che rifornire il suo esercito. Stefano rispose alla violazione dell'accordo attaccando i polacchi il 26 ottobre, mentre erano imbottigliati nella strettoia della Foresta di Cosmin. La Battaglia della Foresta di Cosmin si protrasse per tre giorni, alla fine dei quali, raggiunto lo spazio aperto, i polacchi riuscirono a ritirarsi in buon ordine oltre il Prut, guadandolo presso Cernǎuţi. Un contingente polacco di rinforzo venne distrutto a Lenţeşti il 29 ottobre. Scampato al massacro di Cosmin, Giovanni Alberto divenne un pericoloso avversario per Ştefan che risolse di allearsi al sultano ottomano Bayezid II contro la Polonia. Il crescere dell'ingerenza ottomana in Moldavia, causata dalla minaccia polacca nei confronti del principato danubiano, trasformò, nel corso del XVI secolo, la Moldavia nel principale campo di battaglia per le contese tra la Sublime Porta e la Confederazione Polacco-Lituana creata dagli Jagelloni. Ma come sarebbe cambiata la storia se Giovanni I Alberto di Polonia fosse riuscito a sottomettere la Moldavia, e a mettere sul trono suo fratello, il futuro re di Polonia Sigismondo? (proposta da Pietro Bosi)

Napoli spartita. Dopo Fornovo gli stati italiani si spartiscono il Regno di Napoli invece di restituirlo agli aragonesi. Cosa può succedere? Ciò potrebbe portare al rafforzamento di uno stato che si imporrà sugli altri? Oppure gli stati raggiungerebbero una potenza sufficiente per resistere agli attacchi esterni, ma anche quelli degli altri stati italiani, portando ad una situazione di stallo che durerebbe fino ad oggi? Oppure manterrebbero l'equilibrio una volta prese le signorie minori? Ed i Savoia in tutto questo se ne rimarrebbero con le mani in mano? Una volta morto Andrea Doria, niente impedirebbe a Milano di mettere le mani su Genova, anche se è costretta a cedere la Corsica a Firenze, che si è scoperta potenza marittima e, sotto un regime repubblicano, riesce a conquistare anche le rivali Siena e Lucca. Dopo la morte di papi ambiziosi come Giulio II lo Stato Pontificio, che dopo Fornovo ha ricevuto Campania e Abruzzo, rimane sostanzialmente stabile. Venezia riceve la Puglia, la Basilicata e la Calabria, che diventano lo scalo intermedio che la Repubblica desiderava tanto. Milano, dopo aver preso il controllo della Sicilia dopo Fornovo e aver annesso Genova, conquista anche l'Emilia e Trento, vescovato di un Impero molto meno vivo rispetto a quello che riesce ad "Ammassare" Carlo V. La Savoia, prossimo obiettivo di Milano, viene in parte conquistata, ed i Savoia sono deposti dal popolo che si consegna nelle mani degli Svizzeri... (ideata da Camillo Cantarano)

Cesare I re di Napoli. Nel 1498 Lucrezia Borgia sposò in seconde nozze Alfonso d'Aragona, principe di Salerno, figlio illegittimo del precedente re di Napoli Alfonso II. Nel 1498 il re di Napoli era Federico, zio di Alfonso II, e il re non ebbe problemi a concedere la mano del cuginetto bastardo alla bastarda di un papa. Papa Alessandro VI però aveva chiesto molto di più. Voleva che Carlotta d'Aragona, figlia legittima del Re Federico, sposasse Cesare Borgia. Il re perse tempo, e Cesare sposò poi la figlia del re di Navarra, diventando il duca Valentino. Ma cosa succede se Cesare e Carlotta d'Aragona si sposano? Probabilmente, entro il 1499 Re Federico muore avvelenato, e Cesare Borgia diventa prima reggente, e poi re di Napoli. Forse con Cesare I re di Napoli, senza il consenso del papa, francesi e spagnoli non si spartiranno il regno di Napoli, limitando a combattersi a nord. La dinastia dei Borgia diventerà un'alleata di ferro dell'imperatore Carlo V, e forse resisterà fino ai giorni nostri, tanto che (ma sarebbe da augurarselo?) i Borgia prenderanno il posto dei Savoia! (un'idea davvero clamorosa di Francesco Dessolis)

Giovanni de' Medici Signore di Romagna. Un altro personaggio femminile importante fu Caterina Sforza Riario detta “la tigre di Forlì”. Figlia bastarda del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, dimostrò fin dalla nascita un’insolita passione e propensione per l’uso delle armi e delle arti belliche. Autentica Giovanna d’Arco italiana in più di un’occasione indossò lei stessa l’armatura ponendosi a guida del suo esercito. Rimasta per tre volte vedova, riuscì a destreggiarsi bene fra alleanze e tradimenti rimanendo padrona del suo piccolo feudo fino all’inarrestabile avanzata di Cesare Borgia. Una curiosità: lo stesso papa Alessandro VI sulle prime fu ben disposto nei suoi confronti, tanto da voler combinare un matrimonio fra il primogenito di Caterina, Ottaviano Riario, e la figlia Lucrezia. Caterina però si oppose. Di tutta risposta, papa Borgia dichiarò decaduti tutti i vicariati pontifici (e quindi anche la signoria dei Riario-Sforza) autorizzando il figlio Cesare a prenderseli con la forza. Cosa che in effetti fece, non senza difficoltà. Ma se Caterina sta al gioco e fa sposare Ottaviano a Lucrezia? Il Valentino, considerata la Sforza una sua alleata, non assedia Imola e Forlì (come in HL non assediò Ferrara di cui Lucrezia era divenuta duchessa) ma si dedica magari alla stessa città estense. Ovviamente nella TL cambia poco: la stella del Valentino dura poco ma in compenso Imola e Forlì restano in mano a Caterina e ai suoi eredi. Nulla vieta che in questa TL l’ultimogenito Giovanni (dalle Bande Nere) faccia ciò che fece in Home Line. Solo che qui avrebbe anche una base territoriale più stabile. Contando anche sul favore dei papi Medici non è escluso che Giovanni riesca dove il Valentino e il Riario fallirono, ossia creare un cospicuo stato romagnolo a spese dei vicariati e ducati pontifici già esistenti. Se poi le cose vanno come in HL e Giovanni e i suoi discendenti diventino anche granduchi di Toscana, molto probabilmente sarebbe questo Stato, anziché la Savoia, a poter riunificare la Penisola (made in Never75)

La Grande Borgogna. La Borgogna diventa una grande potenza europea (ecco il testo proposto da Filobeche e da Iacopo)

La Grande Moldavia. Stefan Cel Mare, principe di Valacchia, sconfigge definitivamente la Polonia nel 1499, invece di stipulare con essa un trattato di pace. Avremo un voivoidato di Moldavia molto potente che comprende la Transilvania, la Moldavia, parte dell'Ucrania ed il sud della Polonia. Se inoltre Stefan Cel Mare attacca l'Ungheria in virtù della sua parentela con Mattia Corvino, allora abbiamo un poderoso baluardo contro i Turchi. Effetti: i Turchi vengono fermati prima, ed inoltre non è l'Austria, ma la Moldavia a beneficiare del declino degli Ottomani occupando la Valacchia e Sarajevo. Il risultato di tutto questo è la costituzione di una grande Romania sin dalla fine del XVI secolo (proposta da Maggioriano)

Pax Tibi, Marce. Ai primi del '500 la Repubblica di Venezia riesce a costruire uno stato nazionale almeno nel Centro e Nord Italia, esteso da Torino fino a Grosseto e alla Romagna, che comprende anche la Dalmazia e le isole Ionie. Nel corso del cinquecento e del seicento poi Venezia strappa vasti territori a Francia (Provenza), Austria (Sud-Tirolo, Carniola, Croazia), Turchia (Retroterra dalmata, Epiro, Grecia, Ionia, Bisanzio e dintorni, Palestina e porti del Levante, rendendo stati tributari Ungheria, Transilvania, Bulgaria, Serbia, Montenegro, Khanato di Crimea, Tunisia, Egitto e Principati danubiani) e Spagna (Catalogna, Baleari e Gibilterra), aprendosi la via sia alle Indie orientali che occidentali. In tal modo potrà competere come potenza navale con Spagna, Inghilterra, Francia e Olanda; successiva alleanza con inglesi e olandesi in funzione antispagnola e antifrancese; alleanza antiottomana con i russi, decadenza ottomana anticipata e canale di Suez aperto con secoli di anticipo dai veneziani (proposta da William Riker e da MAS)

Sopravvivenza del ducato di Milano. Il 10 aprile 1500 Ludovico il Moro, nel suo tentativo di riappropriarsi del ducato di Milano, non si affida a mercenari svizzeri ma a ben più motivate truppe partigiane italiane, e vince a Novara le truppe francesi di Luigi XII, riuscendo a rioccupare la capitale. Alla sua morte del 1518 gli succede il figlio Massimiliano Sforza, avuto da Beatrice d'Este. Alleandosi prima con Francesco I contro Carlo V, e poi con Carlo V contro Enrico II, questi riesce a mantenere indipendente il ducato, che resterà tale anche durante tutto il seicento e il settecento. Di conseguenza Milano non conosce la sonnolenta dominazione spagnola (i "Promessi Sposi" saranno molto diversi), emerge come potenza leader in Italia e partecipa alle guerre di successione nel settecento schierandosi a fianco del Sacro Romano Impero, fino all'invasione napoleonica. Come cambia la storia d'Italia? (un'idea geniale di William Riker)

Il dogato di Firenze. Con l'instabilità del nuovo regime repubblicano nato a Firenze nel 1502 dopo il crollo del governo teocratico di Girolamo Savonarola, si decise di nominare Gonfaloniere a Vita Pier Soderini, tentando un esperimento di dogato come a Venezia o a Genova. Soderini era un personaggio mediocre e senza polso, che col suo operato causò la fine della Repubblica di Firenze. Il suo errore più grave, però, fu la decisione di ospitare lo scismatico Concilio di Pisa del 1511, promosso da Luigi XII di Francia, che dichiarò decaduto Papa Giulio II. Costui non ci pensò due volte a radunare un contingente militare e rivolgerlo contro Firenze che, terrorizzata dalle truci azioni degli armati, si arrese incondizionatamente e diede di nuovo il benvenuto ai Medici. Ma cosa accadrebbe se Firenze continuasse ad avere questo ordinamento politico? (proposta da Generalissimus)

Il topo che cambiò la storia d'Inghilterra. Il 2 aprile 1502 Arturo Tudor, figlio primogenito del re d'Inghilterra Enrico VII, morì a soli 15 anni a causa dell'infezione contratta in seguito al morso di un topo. Ma se un predatore fa fuori quel topo prima che esso morda il Principe di Galles? Egli salirà al trono al posto del fratello minore, un certo Enrico VIII. Come cambia la storia d'Inghilterra? (pensata da Lord Wilmore)

Il ponte di Leonardo. Nel 1502 Leonardo da Vinci progettò per conto del Sultano Ottomano Bayazid II un arditissimo ponte a campata unica lungo oltre 300 metri, che avrebbe dovuto scavalcare il Bosforo poggiando sul Corno d'Oro. Naturalmente non fu mai costruito. Ma che accade se il progetto leonardesco va in porto e Costantinopoli può vantare una simile meraviglia architettonica? (quinta ucronia vinciana di William Riker)

La Grande Romagna. Il 18 agosto 1503 Papa Alessandro VI sopravvive al tentativo di avvelenamento del cardinale Adriano Castellesi di Corneto e regna almeno cinque anni in più, in modo tale da consentire a suo figlio Cesare di consolidare i suoi domini personali in Romagna, intendendo per Romagna la "Romandiola" storica (province di Bologna, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini, Pesaro, Urbino fino al fiume Esino) e del Piceno (che costituisce la parte centro-meridionale della Marca di Ancona, culturalmente e storicamente diversa dalla parte nord). Purtroppo nella storia d'Italia non si parla quasi mai della Romagna, e si dà sempre per scontato che debba essere sotto il dominio del Papa; grazie a questo POD è possibile darle un ruolo molto più autonomo e costruttivo nella storia italiana? (se lo chiede il romagnolo Dorian Gray)

Il Ducato di Romagna. Nel 1503 alla morte di Cesare Borgia Papa Giulio II, al secolo Giuliano Della Rovere, decide di non eliminare il Ducato di Romagna costituito dal predecessore Alessandro VI ma, imitandolo, lo affida a Francesco Maria Della Rovere, che era Duca di Urbino all'epoca. Supponendo che sopravviva all'avidità di Leone X, come si evolverebbe il piccolo Ducato? Quali conseguenze per la storia italiana ed europea? Quali alleanze dinastiche? (è di Federico Sangalli)

Papi del Rinascimento/1. Papa Pio III, al secolo Francesco Nanni Todeschini Piccolomini, si oppose con coraggio alla politica di Alessandro VI e, in mezzo ai torbidi conseguenti alla morte di quest'ultimo, fu eletto papa anche grazie all'interessamento del cardinale della Rovere, che in seguito diventerà papa Giulio II, ricevendo l'incoronazione l'8 ottobre 1503. Accordò successivamente a Cesare Borgia il permesso di rientrare a Roma, ma contemporaneamente mise mano con sollecitudine alla riforma della curia. Morì dopo solo ventisei giorni di pontificato, per un'ulcera alla gamba, o, come sostenuto da alcuni, a causa di un veleno. Che succede se non muore? Un'alleanza fra il cinico Valentino ed un papa onesto e morale potrebbe funzionare? Il conquistatore delle Romagne riuscirà a creare un regno di lunga durata nel Nord Italia? E la riforma dei costumi della curia di Pio avrà successo? (proposta da Jeck86)

Impero mondiale dei Borgia. Il Valentino sopravvive politicamente a suo padre, unifica la penisola italiana e conquista Castiglia ed Aragona, nonché tutte le loro colonie extraeuropee (proposta da Bhrg'hros e da William Riker)

Cesare I Re di Napoli. Nel 1501 Cesare Borgia riceve la corona di re di Napoli al posto di Federico d'Aragona, il padre Alessandro VI gli infeuda anche i principati di Benevento e Pontecorvo che vengono così riuniti con il regno. Come si evolve la situazione? Cesare riuscirà a mantenere il trono o sarà deposto? Si lancerà comunque alla conquista della Romagna e del centro Italia? (pensata da Alessandro Bonanni)

La dinastia dei Brandon. Nella sua giovinezza Enrico VIII rischiò di morire in un torneo. Si salvò per miracolo, riportando qualche ferita non molto grave (il suo omonimo di Francia, Enrico II, non sarà fortunato come lui: in un torneo sarà trafitto da una lancia). Che accade invece in seguito alla morte prematura di Enrico VIII? Probabile il passaggio del titolo regale a Henry Brandon, I conte di Lincoln e figlio di Maria Tudor, sorella di Enrico VIII, e di Charles Brandon, duca di Suffolk. Come cambia la storia d'Inghilterra? Ci sarà comunque uno scisma anglicano? (ideata da Camillo Cantarano e da William Riker)

Encausto. Leonardo, che aveva studiato il "De Architectura" di Vitruvio, per realizzare la "Battaglia di Anghiari" commissionatagli dal comune di Firenze tentò di ricorrere alla tecnica dell'encausto, ma il fuoco dei bracieri accesi davanti al muro non fu sufficiente e il colore colò irrimediabilmente. Ma cosa accade se Leonardo riesce nell'impresa? Anche Michelangelo, per non perdere la faccia, sarà costretto a completare la simmetrica "Battaglia di Cascina". Tutto questo come rivoluziona la storia dell'arte? (sesta ucronia vinciana di William Riker)

Leonardo nella Cappella Sistina. Ucronia folle pensata nel caldo di una notte estiva. Come sarebbero l'"Ultima Cena" dipinta da Michelangelo e il "Giudizio Universale" dipinto da Leonardo, magari con la tecnica ad encausto che ha miglior fortuna della Battaglia d'Anghiari? (bizzarra idea propostaci da Enrica S.)

Evoluzionismo leonardesco. Al contrario a Leonardo ridono dietro anche i polli per il suo fallimento nella realizzazione della "Battaglia di Anghiari", e così, dietro invito di Enrico VII Tudor, egli decide di trasferirsi in Inghilterra. Qui, curioso com'è, si mette ad osservare strane impronte tridattili ritrovate nella roccia, ai suoi tempi considerate impronte del corvo liberato da Noè alla fine del diluvio universale, e ritrova un dente fossile in un blocco di arenaria della Tilgate Forest, riconoscendo che è tipico di un erbivoro, ma anche che è troppo antico per poterlo attribuire a qualunque mammifero. Nonostante non si conosca ancora alcun rettile erbivoro, Leonardo sostiene proprio che si tratti del dente di un rettile, da lui battezzato Dinosauro ("lucertola terribile"). La storia della paleontologia comincia con grandissimo anticipo, ed oltre che con la rivoluzione copernicana la Chiesa nel '500 dovrà vedersela anche con una teoria evoluzionistica avanzata con grande anticipo da Girolamo Fracastoro. Sviluppi? (settima ucronia vinciana di William Riker)

Il Modello Leonardesco dell'Universo. Nei suoi codici Leonardo da Vinci anticipò il modello eliocentrico di Copernico, proponendo che tutti i pianeti ruotino attorno al Sole e non attorno alla Terra, e addirittura la Legge di Gravitazione di Newton, ipotizzando che il Sole attiri i suoi pianeti "come un magnete". Visto che il genio vinciano non produsse alcun trattato organico come quelli di Copernico, Galileo e Newton, le sue intuizioni caddero nel vuoto. Ma che accade se uno dei suoi discepoli scrive questo trattato e divulga il modello eliocentrico fin dai primi del cinquecento? A quei tempi la Chiesa Cattolica non era pregiudizialmente contraria al copernicanesimo: esso potrebbe affermarsi senza alcuna condanna da parte del Sant'Uffizio, ed anzi, siccome Lutero era un fierissimo detrattore di Copernico, la Chiesa di Roma potrebbe adottare questa visione del mondo proprio in contrapposizione alla Riforma Protestante... (ottava ucronia vinciana di William Riker)

L'Enciclopedia Leonardesca. "Quante opere non hai finito?" domanda sprezzante un giovane Michelangelo a un già maturo Leonardo in una celebre fiction televisiva andata in onda nel 2021. In effetti Leonardo lasciò incompiute non solo molte opere pittoriche, come il "San Girolamo", ma non scrisse mai alcun trattato organico. Vedete, all'epoca si usava che un grande studioso pubblicasse un'unica, colossale opera in tutta la sua vita, frutto di decenni di studi ed esperimenti: una mastodontica enciclopedia in molti volumi, come l'"Ars Magna" di Gerolamo Cardano. Invece, Leonardo ci ha lasciato solo migliaia e migliaia di pagine di appunti sui più svariati argomenti, alcuni dei quali sotto stati rilegati a formare codici, che però appaiono assolutamente disorganici e non presentano alcuna trattazione ordinata, come la intende la scienza moderna. E se invece, poco prima di morire nel Castello di Amboise il 2 maggio 1519, Leonardo avesse pubblicato in cinquanta volumi tutto il frutto delle sue ricerche scritte in ottimo fiorentino, regalandoci uno dei più straordinari monumenti letterari dedicati praticamente ad ogni branca del sapere? Quale impressionante balzo in avanti avrebbe potuto compiere la scienza umana? (nona ucronia vinciana di William Riker)

Il Colosso di Lodi. Il nome di Fanfulla da Lodi (in realtà si chiamava Bartolomeo Alon) è sconosciuto ai più, ma ai primi del cinquecento questo capitano di ventura si coprì di gloria, risultando tra l'altro decisivo per la vittoria della Spagna contro la Francia nella proverbiale Disfida di Barletta del 13 febbraio 1503. Massimo D'Azeglio ne tracciò un ritratto idealizzato nel suo romanzo storico "Ettore Fieramosca" del 1883; per questo il suo nome fu dato a un giornale liberale pubblicato a Roma a fine ottocento, alla squadra di calcio del Fanfulla (oggi milita in Serie D, ma negli anni '50 giocò anche in Serie B), a un battaglione partigiano in cui militò anche Aldo Aniasi, a un fumetto scritto da Mino Milani e disegnato da Hugo Pratt, e persino a una canzone goliardica che sbeffeggia la sua presunta prestanza amorosa. Ora, quali condizioni devono verificarsi perchè egli approfitti del grande casino in cui piombò il Ducato di Milano ai primi del '500 e riesca a ritagliarsi un suo dominio personale fondando una dinastia, o addirittura, tra i due litiganti (gli Sforza e i Valois), riesca a godere lui, ottenendo da Massimiliano d'Asburgo il Ducato di Milano? (ancora William Riker)

El Ducato di Bretaña. E se andasse in porto il matrimonio tra il futuro Carlo V e Claudia di Bretagna nel 1504? Un'altra gemma da aggiungersi alla corona ispano-imperiale e un motivo in più di litigio con Francesco I. Quiest'ultimo a questo punto potrebbe sposare la principessa portoghese, e paradossalmente, il Filippo II alternativo si farebbe in quattro per far si che Enrico il Cardinale si possa sposare, e arriverebbe a sostenere il bastardo Antonio, per evitare l'Unione Franco-Portoghese... (pensata da Never75)

Il Montone Bianco. Il regno del clan del Montone Bianco (Aq Qoyunlu) in Iran sopravvive, Ismail non diventa Shah, non inizia la dinastia dei Safavidi e lo Sciismo non diventa religione di stato (proposta da Maggioriano)

Stai (af)fresco. Il re di Francia Francesco I, che fu pure per qualche tempo anche duca di Milano, era affascinato dal Cenacolo vinciano e progettò persino il distacco della parete stessa metro per metro per poterlo trasportare comodamente in Francia e lì ricostruirlo pari pari. Per fortuna (nostra), a causa di problemi tecnici e guerre in corso, l'impresa non gli riuscì ed il Cenacolo rimase lì dov'è ora, e dove tutto il Mondo ce lo invidia. Se invece riesce nell'impresa? Sicuramente Milano perde qualche milione di turisti l'anno, specie Giapponesi ed Americani, ed il riavere dalla Francia un'opera così prestigiosa diventa un obbligo per ogni Governo che si rispetti, analogamente all'altrettanto giusta richiesta della Grecia per riavere i fregi del Partenone. Durante il fascismo, esso potrebbe essere anche (tra i tanti) il pretesto usato da Mussolini per spingerci in guerra (decima ucronia vinciana di Never75)

Italien hands down!/ l'Italie haut la main! (gioco di parole sul bilinguismo svizzero). Tra il 1440 e il 1536 la neonata Svizzera fece diverse conquiste nelle terre Italiane, del Ducato di Savoia e del Ducato di Milano, in quella che viene chiamata "Campagna Transalpina dei Confederati", quelle terre sono le stesse che oggi chiamiamo "Svizzera Italiana". Ma se per ipotesi il Ducato di Milano e il Ducato di Savoia si alleano contro i Confederati? I due eserciti coalizzati potrebbero sconfiggere facilmente le truppe Confederate a Sìon... che costringerebbe gli svizzeri ad abbandonare ogni tentativo di espansione verso sud preferendogli magari l'Est (ad esempio occupando il Voralberg) e il nord (i territori intorno al lago di Costanza). Come sarebbe il mondo con un'Italia un po' più grande? Per farsi un conto all'estero bisognerebbe sapere almeno una lingua! (una follia di Kalos1597)

Ferrante I d'Este. Il Duca di Ferrara, Modena e Reggio Alfonso I d'Este, primogenito di Ercole I, contava sull'appoggio del fratello Ippolito, ma era avversato da un altro fratello, Ferrante, che lo voleva spodestare. Per questo ordì una congiura in cui coinvolse un quarto figlio di Ercole I, Giulio, nato da una relazione extraconiugale del padre. Giulio era stato infatti spedito al confino per uno sgarbo nei confronti di Ippolito. Il complotto però fu scoperto nel 1506, e i due fratelli minori di Alfonso I vennero condannati all'ergastolo, nonostante persino Ludovico Ariosto nel terzo canto dell'"Orlando Furioso" avesse chiesto misericordia per loro. Ma che accade se la congiura riesce e Alfonso I è brutalmente eliminato da Ferrante, che sposa sua moglie, la famosa e chiacchierata Lucrezia Borgia? Cinico e opportunista, Alfonso I per almeno 15 anni fu l'ago della bilancia della politica europea, collezionando tra l'altro ben tre scomuniche. Come cambiano dunque la politica italiana e quella europea senza di lui? (propostaci da Enrica S.)

Chi Valois? (gioco di parole con Chi va là?) Francesco di Valois diventa Imperatore al posto di Carlo V. Come cambia la storia d'Europa? I Valois e poi i Borbone prenderanno il posto degli Asburgo? Carlo V cosa farà senza la Germania? Francesco sarà più tollerante con i protestanti? Potrebbe esserci un crollo della Francia, come quello dell'Austria nel 1914? E gli Asburgo muoveranno direttamente alla conquista dei Balcani? (pensata da Homer e da Camillo Cantarano)

Sul suo impero non tramonta mai il sole. Carlo V d'Asburgo conquista la Francia, il Portogallo e i Balcani e riunifica l'Europa, ricevendo da papa Clemente VII il titolo di "Servo di Dio" (un'ucronia davvero affascinante di Demofilo; per leggerla nel dettaglio, si clicchi qui)

Il Regno di Austria e Polonia. Elisabetta d'Asburgo tentò, senza successo, di fare in modo che suo figlio, il futuro Sigismondo I di Polonia, diventasse Arciduca d'Austria al posto di Massimiliano I d'Asburgo. E se invece ci riuscisse? Alla morte del fratello Alessandro Jagellone nel 1506, Sigismondo si ritroverebbe a governare anche sulla Polonia. E poi cosa altro accadrebbe? (made in Generalissimus)

Riforma Cattolica. Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo i pontefici, compreso Alessandro VI, attuano un vero e proprio ritorno alle origini puntando ad un Chiesa povera e missionaria, e scontrandosi con la Curia che si avvicinava alla mondanità e alla laicizzazione: abolite le indulgenze pagate e avviato un profondo rinnovamento interno. Fondamentale è il ruolo svolto da Martin Lutero, monaco agostiniano tedesco, nominato da papa Leone X segretario di Stato. Importanza rilevante viene data poi all'azione di Carlo V che difende l'operato del successore di Pietro il pescatore. In questo non avremmo nessuno scisma tra cattolici e protestanti, non sarebbero nati i calvinisti e forse evitata la scissione anglicana senza contare un possibile avvicinamento con i fratelli ortodossi. Evitate le guerre di religione del XVII secolo (uno sviluppo decisamente irenista di Demofilo)

C'era una Volta (della Cappella Sistina). Nel 1508 Papa Giulio II incaricò il giovane Michelangelo Buonarroti di affrescare la volta della Cappella Sistina, nonostante egli fosse principalmente uno scultore e non conoscesse appieno la tecnica dell'affresco. Il Bramante, che era il pupillo di Giulio II e stava progettando per lui la nuova Basilica di San Pietro, era nemico giurato di Michelangelo, e tentò inutilmente di mettersi di traverso. Inoltre Buonarroti si offese perché il Papa aveva stoppato la realizzazione del proprio grandioso monumento funebre, approvato nel 1505, per il quale l'artista aveva già scelto il marmo nelle cave di Carrara, considerandolo l'opera della sua vita. Sdegnato, egli tornò a Firenze e si rifiutò più volte di tornare alla corte di Giulio II, ma alla fine a Bologna Michelangelo si riappacificò con il Della Rovere, accettò l'impresa titanica che gli era stata commissionata e quattro anni dopo, il 31 ottobre 1512, quando la volta della Cappella Sistina fu ultimata e mostrata al mondo, la storia dell'arte non fu più la stessa. La muscolarità dei corpi (nella Creazione della Natura Michelangelo osa persino mostrarci il "sedere" di Dio Padre) aveva sostituito per sempre le figure diafane dei secoli precedenti. « In quell'estate del 1508 era nata la grande arte dell'occidente », scrisse Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani: « Michelangelo inventò la figura dell'artista contemporaneo, che è dismisura, che è incontentabile, che ha l'eccezionalità del fare, dell'essere ». Ma come cambia la storia dell'arte se Bramante riesce a convincere Giulio II a lasciare la Sistina così com'è, o ad affidarne la decorazione a un pittore di serie B con un carattere meno impossibile di quello del suo rivale? (se lo chiede Enrica S.)

Gian Giacomo Trivulzio Dux Mediolanensis. E se il condottiero noto per aver detto al re di Francia « Per vincere una guerra servono tre cose: la prima è il denaro, la seconda è il denaro e la terza è il denaro » decidesse di cambiare cavallo al momento giusto (che so, prima di Agnadello?) e passare dalla parte di Massimiliano in cambio di un piccolo e trascurabile benefit, ossia nientemeno che il ducato di Milano? Secondo voi, con le dovute assicurazioni il Wunderkind arriverebbe ad accettare? E nel caso non accettasse di dargli tutta l’ambita torta lombarda, un bel ritaglino dal ducato in caso di vittoria riuscirebbe ad averlo comunque: Conte di Pavia, Vigevano e Lomellina? (ideata da Paolo Maltagliati)

Oh, Mon Diu! E se Francisco de Almeida uscisse sconfitto dalla Battaglia di Diu del 3 febbraio 1509, e Mamelucchi e Ottomani rimanessero una presenza costante nell'Oceano Indiano? È una delle battaglie più decisive della storia dell'umanità, ma perché Venezia sfrutti questa occasione di platino ci volgono dei cambi alla dirigenza della Serenissima (il solito Generalissimus)

L'Alleanza Veneto-Persiana. Il 9 marzo 1509 l'Ambasciatore Plenipotenziario di Persia consegnò nelle mani del Doge Leonardo Loredan una lettera da parte di Shāh Ismā'īl. Nella missiva il nuovo Shāh chiedeva al Doge l'invio in Oriente di fonditori di cannoni e proponeva al Governo Marciano un'alleanza contro il comune nemico Turco. Il giovane Shāh suggeriva un azione congiunta Persiano - veneta in cui la Dominante avrebbe attaccato l'Impero Ottomano via mare mentre lui da terra. Purtroppo il momento non era propizio per un'alleanza, in Europa contro Venezia si era formata la potentissima Lega di Cambrai e solo due mesi dopo ad Agnadello la Repubblica subirà la peggiore sconfitta della sua Storia... Ma ipotizziamo che Venezia riesca diplomaticamente ad impedire la formazione della Lega consentendole di impegnarsi a fondo contro il Turco. Come potrebbe cambiare la Storia? (questa invece è di Enrico Pizzo)

La Superpotenza Veneziana. Venezia vince la battaglia di Agnadello del 1509. Negli anni successivi si "insignorisce" di gran parte dell'Italia settentrionale. Tra il Cinquecento e il Seicento non vengono perseguiti i gruppi protestanti, come gli anabattisti. All'epoca viene fondata una compagnia di commercio, simile a quella olandese e inglese, che si inserisce nella colonizzazione dei Caraibi e dell'Asia sudorientale (piantagioni di zucchero, cotone, tabacco e così via) e in Nordamerica (grano e pellicce). La costruzione delle navi e i relativi costi di trasporto restano competitivi. Allo stesso tempo viene fatta l'integrazione istituzionale tra Terraferma e Dogado, lasciando in posizione subordinata lo Stato da Mar. Tra il Seicento e il Settecento si registra un certo numero di emigrati Italiani verso il Nordamerica. Tra il Settecento e l'Ottocento, per la forte tassazione, le province nordamericane, popolate da Veneziani ed altri Italiani, Greci, Slavi, Inglesi, Tedeschi ed Olandesi si ribellano alla madrepatria ed in seguito si rendono indipendenti. Nell'Ottocento inizia l'industrializzazione di Venezia e del resto del Nord Italia. Intanto arriva l'acquisizione dei territori italiani del centrosud. Sempre nell'Ottocento-primo Novecento inizia l'espansione coloniale verso l'Africa, l'Asia e l'Oceania. Nell'Ottocento, grazie al forte incremento demografico, ha luogo una forte emigrazione di Italiani verso il Nordamerica e l'Australia. Dopo due guerre mondiali, che provocano gravi danni agli apparati industriali, alle case, alle vie di comunicazione, per non parlare della popolazione stessa, l'Italia con capitale Venezia diventa una delle potenze economiche del pianeta. Intanto il baricentro politico si sposta verso gli USA di lingua Italiana... (una geniale proposta di Adriano Boni)

Venezia la Tristissima. Al contrario, la Lega di Cambrai ha successo, Venezia è conquistata dai confederati ed il suo territorio con le colonie è diviso tra di loro. Cosa produce tutto questo sulla storia italiana ed europea? (un'altra idea di Never75, che lui stesso ha sviluppato)

Dei Fugger che mi importa? Immediatamente dopo Agnadello, il Governo Marciano iniziò un'intensa attività diplomatica volta alla rottura della Lega di Cambrai. Tra le prime iniziative ci fu un tentativo con l'Imperatore Massimiliano I. Tra le varie proposte Venezia si impegnava, in caso di suo ritiro dalla Lega, a versargli un tributo annuo pari a 50.000 Ducati d'oro, ma Massimiliano rifiutò l'offerta. Ipotizziamo invece che venga accettata. Oltre agli effetti sulla Guerra della Lega di Cambrai avremmo anche un Carlo V che eredita dal nonno non solo l'Arciducato d'Austria ma anche una somma di circa 500.000 Ducati d'oro in contanti. Mancherebbero "solo" 350.000 Fiorini per riuscire a "comprare" il titolo Imperiale, ed il prestito verrebbe estinto in sette anni grazie al tributo della Repubblica. Come potrebbe cambiare la Storia con gli Asburgo non più indebitati coi Fugger? (sempre Enrico Pizzo)

Venezia con i Turchi. L'11 settembre 1509, durante le fasi iniziali della Guerra della Lega di Cambrai, quando sembrava che la Serenissima fosse destinata ad essere distrutta, venne richiesto l'intervento della Sublime Porta al fianco di Venezia contro gli alleati. La richiesta venne rinnovata il 24 maggio 1510. In entrambi i casi, mancando il riconoscimento formale da parte di Venezia, della supremazia del Sultano le richieste rimasero inascoltate. Sono convinto comunque che la neanche poi tanto velata minaccia di diventare un vassallo Ottomano abbia contribuito non poco alla decisione dello Stato Pontificio di ritirarsi dalla Lega nella Primavera del 1510. Ipotizziamo che ad inizio settembre, con l'esercito imperiale giunto fino a Padova, nel patriziato divenga maggioritario il gruppo convinto che solo il riconoscimento della sovranità ottomana possa salvare l'indipendenza della Repubblica: come potrebbe cambiare la storia europea? Venezia diventerebbe come Ragusa, con il suo territorio "cristallizzato" al 10 settembre, non ci sarebbero ne la guerra di Cipro e neppure quella di Candia, dato che entrambe le isole sarebbero già ottomane... (ancora Enrico Pizzo)

Tudor/1. Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, muore prematuramente, ed erede al trono diventa Caterina d'Aragona, zia di Carlo V e moglie di Enrico VIII Tudor. In tal modo Enrico VIII eredita la Spagna e nasce un impero universale inglese con tre secoli d'anticipo (quarta "ucronia iberica" di Filobeche)

Ucronia genetica. Sappiamo tutti che talvolta il destino dell'umanità è deciso spesso da eventi più che circoscritti: ci sono il 50 % di possibilità (circa) che un neonato sia un maschio. Isabella e Ferdinando, i re cattolici, ebbero un solo figlio maschio, che morì giovanissimo. Delle figlie sopravissute Giovanna (detta poi, a ragione o torto, "la pazza") divenne la madre dell'imperatore Carlo V. Caterina sposò invece Enrico VIII di Inghilterra. Cosa sarebbe successo se il neonato poi chiamato Caterina fosse stato un maschio? Sicuramente "Caterino" non avrebbe potuto sposare Enrico VIII (non nel XVI secolo almeno!), e il re d'Inghilterra avrebbe sposato una donna capace di dargli un erede, senza che lui avesse bisogno di rompere con la Chiesa Cattolica. Avremmo oggi un'Inghilterra a maggioranza cattolica? E con quali conseguenze? "Caterino" sarebbe diventato re di Spagna al posto del nipote Carlo. Forse Carlo V sarebbe diventato lo stesso imperatore, ma il suo potere reale sarebbe stato limitato all'Austria, ai Paesi Bassi e a pochi altri territori. I re di Spagna non si impegnano mai nel nord Europa, creando un regno mediterraneo con Spagna, Italia meridionale, Africa Settentrionale ed America. Carlo V difficilmente avrà qualche aiuto dallo zio per lottare contro Francesco I, la Francia avrà via libera in Italia Settentrionale, all'inizio del secolo XVI la Lombardia diventerà francese e lo diventeranno anche Piemonte e Liguria; forse perfino la Toscana. Un'Italia unita non ci sarà mai, e in tutto il nordovest parleranno francese (chissà con quale accento!) Cosa succede in Germania con Martin Lutero? Carlo V riesce almeno a contenere l'Avanzata dei Turchi di Solimano? E tutto questo perchè l'ovulo di Isabella di Castiglia è stato fecondato da un altro spermatozoo! (proposta da Francesco Dessolis)

Giovanna la Saggia. Giovanna di Trastamara, figlia terzogenita di Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, non manifesta problemi mentali né insofferenza contro l'etichetta di corte, e così la madre Isabella non ha la cattiva idea di inserire nel proprio testamento l'infelice frase « ...Nel caso Giovanna si trovasse lontana dalla Castiglia o impossibilitata a giungervi per sua indisposizione, la reggenza spetterà a Ferdinando d'Aragona ». In tal modo, quando suo fratello maggiore Giovanni muore a soli 19 anni, la corona di Castiglia spetta di diritto a Giovanna, non al padre Ferdinando. Alla morte del marito Filippo d'Asburgo nel 1506, Giovanna resta unica erede della Castiglia e delle colonie americane, mentre il padre continua a regnare su Aragona, Napoli, Sicilia e Sardegna. Alla morte del nonno Massimiliano I d'Asburgo, Carlo di Gand eredita i domini di casa d'Austria e le Fiandre, e potrà concorrere al titolo di Sacro Romano Imperatore grazie ai soldi dei banchieri Fugger, ma intanto la madre si è risposata ed ha avuto altri figli, e nel 1516, alla morte del padre Ferdinando, ha ereditato anche l'Aragona e l'Italia meridionale. La Spagna è riunificata nelle mani di Giovanna, che sarà detta la Saggia, e sul suo regno non tramonterà mai il Sole, ma ella costringe i figli di primo letto Carlo e Ferdinando a rinunciare ad ogni pretesa sul trono iberico (anche nella nostra Timeline Carlo V fu odiatissimo dagli Spagnoli), minacciando Carlo di usare l'oro americano per "comprare" i Grandi Elettori affinché eleggano imperatore Enrico VIII, se non rinuncia. I discendenti di Giovanna, che regnerà sulla Spagna fino al 12 aprile 1555, daranno vita a una dinastia diversa da quella asburgica, che forse non si interromperà nel 1700 con Carlo II (la politica asburgica di matrimoni tra consanguinei indebolì la loro stirpe) e non avremo alcuna Guerra di Successione. Tra l'altro Giovanna detestava l'Inquisizione e probabilmente la abolirà, richiamando gli Ebrei in patria; in tal modo il Siglo de Oro spagnolo potrebbe durare molto più a lungo... (pensata da Enrica S.)

La vittoria di Gaston de Foix. Uno dei più grandi generali della Storia Moderna (ammirato e studiato perfino da Napoleone) fu Gaston de Foix, duca di Nemours: per chi va a Milano è d'obbligo la visita al suo sarcofago custodito nel Museo delle Sculture al Castello Sforzesco. Purtroppo la parabola del ventottenne Duca finì a Ravenna, l'11 Aprile del 1512, a causa di una freccia vagante. Paradossalmente la sua morte giunse a battaglia quasi finita e vinta per i Francesi. Magra consolazione! Il successore del Duca non ha il suo carisma e la guerra va per le lunghe. Mettiamo il caso che però il Duca di Nemours non muoia ma anzi prosegua la sua campagna vittoriosa fino a Napoli. Che succede? Gli Stati Pontifici verranno ridimensionati di molto, la Francia riconquista Napoli e l'alleanza con la Repubblica di Venezia avverrà qualche mese prima. Conseguenze sul piano internazionale? La Francia saldamente impiantata in Italia e Venezia è la sua stretta alleata. Al papa rimane Roma e poco altro: il resto se lo dividono Francia (Marche, Parma e Piacenza) e Venezia (Ravenna stessa, Rimini e la Ghiara d'Adda). Napoli ritorna francese e francofona, così come Milano. La Repubblica di Siena rimane indipendente da Firenze, pure essa rimasta repubblica. In una situazione così mutata, anche la (seppur assai meno probabile) incoronazione successiva di Carlo V Imperatore potrebbe mutare di molto la situazione. Forse gli scontri coi Francesi riguarderanno di più Fiandre, Borgogna e Franca Contea che l'Italia dove per forza di cose rimarrà più o meno lo status quo, magari un qualche contentino spagnolo (Sardegna? Genova?), ma senz'altro la sua egemonia sulla Penisola Italiana sarebbe assai meno incisiva (made in Never75)

Papa Giulio II muore sotto le mura di Bologna. I Bentivoglio rimangono padroni della città. Di conseguenza il papato, a causa dello shock ricevuto, non assume neppure quelle caratteristiche così negative tanto criticate dai riformatori d'Oltralpe e lo Stato Pontificio, almeno nel momento attuale, non può incidere più di tanto sulla politica degli Stati Europei. Venezia ne approfitta subito ed occupa gran parte della Ghiara d'Adda, i Bentivoglio consolidano il loro potere a Bologna ed anzi tentano anch'essi di espandersi; il Re di Francia, non più frenato da nessuno, occupa il Milanese e Napoli con il benestare degli altri duchi italiani. Carlo V figura paradossalmente come il grande sostenitore del papa e lo aiuta a rientrare in possesso dei suoi territori perduti; in questo caso il sacco di Roma sarebbe opera dei francesi, i Papi sarebbero maggiormente vincolati all'Impero ed il Concilio convocato subito potrebbe limitare alquanto l'espansione del protestantesimo (concepita anch'essa da Never75)

L'Indonesia portoghese. Furono i Portoghesi, fin dal 1512, a cercare di impadronirsi del monopolio della noce moscata, dei chiodi di garofano e del cubebe in Indonesia, ma alla fine non riuscirono a prendere possesso del paese, cosa che invece fece l'Olanda quando la Compagnia olandese delle Indie Orientali fallì nel 1800. Ma cosa accade se invece sono i Portoghesi a spuntarla e l'Indonesia diventa un loro possedimento? (è di Generalissimus)

L'Indonesia francese. E se fossero i Francesi, già a partire dalla spedizione di Jean Parmentier nel 1529, a diventare la potenza europea egemone in Indonesia per poi impadronirsene? (ancora Generalissimus)

O Bey o Bey. Il 17 Ottobre del 1513 Ali Bey, Ambasciatore Plenipotenziario del Sultano Selim I, era in visita ufficiale a Venezia. Scopo ufficiale della visita era assistere al rinnovo della Pace tra la Dominante e la Sublime Porta, scopo reale della visita era offrire alla Repubblica l'aiuto militare Turco contro la Lega di Cambrai. Il Sultano era infatti estremamente preoccupato di quanto stava accadendo in Veneto e offriva l'invio di contingenti di truppe, ma non gli "Akinci", truppe di confine non regolari, ma reparti dei Giannizeri. Il Maggior Consiglio apprezzò enormemente la proposta Turca, all'Ambasciatore furono consegnati, in segno di stima, 2000 Ducati d'oro mentre per il Gran Visir Hersekzade Ahmed c'era un anello con diamante del valore di 1000 Ducati. I cambi di alleanze in Veneto e la necessità, per Selim, di impegnarsi in Oriente e Egitto, fecero tramontare la possibilità che la Sublime Porta intervenisse direttamente nella Guerra della Lega di Cambrai. Ma se la proposta fosse andata a buon fine erano previsti un vitalizio di 200 Ducati d'oro annui per l'Ambasciatore e di 10000 per il Sultano. E se va a buon fine? (propostaci da Enrico Pizzo)

La Decima Crociata. Appena eletto al soglio pontificio, il primo pensiero di Leone X (1513-21) fu quello di indire una nuova crociata contro l'Impero Ottomano guidato da Selim II per riconquistare Costantinopoli e il santo Sepolcro. Con la mediazione del consigliere del giovane Enrico VIII d'Inghilterra, cardinale Wosley, cercò di proporre un tregua ai re Francesco I di Francia, Carlo I di Spagna (poi Carlo V) e Massimiliano I di Germania per creare una grande coalizione crociata di tutta Europa con l'aiuto finanziario di Genova e navale di Venezia. Dopo varie trattative condotte da Wosley, Leone X proclamò una tregua europea per consentire ad iniziare la crociata. Purtroppo con la morte di Massimiliano I avvenuta nel 1519 l'alleanza crociata si dissolse, Francesco I si alleò con i Turchi ed iniziarono le lotte per il trono imperiale. Ma cosa succede se davvero i regnanti d'Europa uniscono le loro forze per distruggere quello che gli Ottomani avevano conquistato in 200 anni? (by Davide Cornelli)

Çaldiran. Nel 1514 l’esercito safawide annienta le forze ottomane a Çaldiran ed avanza in Anatolia. Il sultano Selim è tra i caduti e quasi tutta la penisola, già percorsa da moti di ribellione a matrice sciita, cade nelle mani di Shah Ismail. Solo le estremità occidentali restano sotto il blando controllo di un impero ottomano ormai centrato sui Balcani. A Selim succede Suleyman, giovanissimo, che è costretto a combattere una feroce guerra contro i suoi fratelli. Solo l’intervento safawide contro il principale concorrente, Bayazid, insediato a Bursa, gli permette di vincere, ma al prezzo di gran parte dell’Asia. Ne segue un grande afflusso di turchi e di musulmani sunniti di origine persiana e irachena verso i Balcani. Nel frattempo i mamelucchi d’Egitto entrano in conflitto con Ismail, riguardo al principato-cuscinetto di Dhu’l Qadr. La guerra tra le due potenze scoppia nel 1517, e si trascina fino alla vittoria persiana del 1522, con cui la Siria e la Palestina sono annesse dai Safawidi, mentre l’Egitto, indebolito, sopravvive solo grazie al sostegno turco e veneziano. Suleyman, in questa situazione, cerca di consolidare il suo potere, conquistando Belgrado (1517) la Valacchia (1520) e l’Ungheria (1523). Quest’ultimo successo porta al conflitto con Ferdinando, arciduca d’Austria ed erede d’Ungheria e Boemia. Solo la conquista turca di Vienna, nel 1526, stabilisce il dominio di Suleyman sull’intera Ungheria e su parte dei domini asburgici in Austria (Carniola, e gran parte di  Stiria e bassa Austria). Venezia profitta della situazione per impadronirsi del Kustenland, il territorio tra il Carso e l’Adriatico comprendente Trieste e Postumia; Lubiana è l’ultima guarnigione turca in quell’area. Ne consegue che al presente i Balcani sono persi per la cristianità, perlomeno in Bosnia, Bulgaria e Macedonia. La Grecia del Nord e la Bulgaria diventano la nostra Turchia, e oggi la maggior parte dell'Anatolia è uno stato curdo a maggioranza sciita. Inoltre vi è una koinè slava islamica in caratteri arabi (proposta da Falecius)

Melegnano. Il 14 settembre 1515 la Battaglia di Melegnano viene vinta dagli Svizzeri piuttosto che dai Francesi, e pure lo stesso re Francesco I viene fatto prigioniero. Tutto ciò fornisce un indubbio vantaggio al futuro imperatore Carlo V, privo in pratica di avversari sul Continente. Se anche Francesco I riesce a liberarsi ed ad intraprendere comunque le "Guerre d'Italia" per il dominio sul Regno di Napoli e sull'Italia Centrale, Carlo V ha dalla sua parte anche l'appoggio degli Svizzeri, che risulterà decisivo; ed essi non si dedicheranno alla classica neutralità di cui vanno tanto fieri anche oggigiorno. Duchi di Milano restano gli Sforza ma, alla fine senza eredi della loro dinastia, i loro possedimenti verranno annessi dagli Svizzeri col benestare di Carlo V e come ricompensa per i servigi prestati. Nell'800 una Milano e metà Lombardia ancora in mano agli Elvetici saranno una tentazione troppo forte per i nostri patrioti, che paventeranno un'invasione. Ma del resto una Svizzera più battagliera e forte anche sul campo militare oltre che economico eserciterà nello stesso periodo un fortissimo richiamo anche per gli altri tedeschi e diventerà un terzo polo d'attrazione dopo Austria e Prussia. Chissà che non sia proprio la Svizzera a ricreare una Repubblica Tedesca che vada dal Mare del Nord alla Pianura Padana? (Never75 dixit)

Il Regno di Napoli e Firenze. Nel 1516 Papa Leone X e Francesco I di Francia cominciarono a prospettare per Giuliano de' Medici, Duca di Nemours, il Regno di Napoli. Ma Giuliano morì all'improvviso a causa di malattie ereditate da suo padre Lorenzo il Magnifico, e nel 1519 lo seguì, a causa della sifilide, il 26enne nipote ed erede diretto Lorenzo de' Medici, Duca d'Urbino. Fu così che i piani del Papa e del Re di Francia andarono in fumo. Ma cosa accadrebbe se Giuliano de' Medici vivesse almeno 30 anni in più, avesse una discendenza da Filiberta di Savoia e diventasse Re di Napoli oltre che Signore di Firenze? E se ai suoi domini si aggiungessero anche Parma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia, delle quali era Governatore Perpetuo? (made in Generalissimus)

Oh Bey, oh Bey. Nel corso del XVI secolo gli Ottomani si dedicano maggiormente all'occidente, lasciando indisturbato il regno dei Mamelucchi, anziché conquistarlo dopo la vittoria di Raydāniyya del 1517. Di conseguenza i Mamelucchi si dedicano alla sottomissione degli stati arabi in Africa. Conseguenze? E con tre grandi potenze in Medio Oriente, come cambierà il mondo musulmano? (domande posteci da Maggioriano)

Super(O)man. Gli stati della penisola arabica erano estremamente deboli ed i Mamelucchi, unici a potere sovvertire quest'ordine, erano troppo impegnati contro gli Ottomani. Ora cosa succedere se l'Oman, invece di dedicarsi ad un'espansione commerciale, conquista lo Yemen, unifica l'ASrabia meridionale, minacciando l'Hedjaz e conquistando infine le città sante? Le potenze del mondo musulmano cosa faranno? (ancora Maggioriano)

Sant'Anna fa cilecca. Le biografie di Lutero narrano che egli si sarebbe fatto monaco per adempiere un voto fatto a Sant'Anna (figura verso la quale per tutta la vita mantenne un incoerente "devozionalismo"), per ringraziarla di averlo salvato da un fulmine che, invece colpì un suo amico vicino a lui. E se invece a morire è Lutero? Potrà la Riforma Protestante decollare senza di lui? (proposta da Enrica S. e dal Marziano)

Lutero Ortodosso. Lutero, invece di fare il viaggio a Roma, decide di fare un viaggio in Russia, per cercare la salvezza eterna facendo il missionario. Lì viene a contatto con la Chiesa Ortodossa, e si converte ad essa. Tornato in Germania, crea una Chiesa Ortodossa di Germania indipendente da Roma, che crea simpatia soprattutto tra i principi, considerato il cesaropapismo delle Chiese Orientali. Quali sono le conseguenze sulla mentalità e sulla cultura tedesca? L'ortodossia si diffonderà in tutto il Nord Europa? E Calvino? Si convertirà anche lui all'ortodossia? L'alleanza ottomano-tedesca non si potrà mai fare e i tedeschi saranno i primi a sostenere i serbi e i greci; possibile alleanza russo-tedesca? (made in Specialistatelevisivo)

La Santa Fortezza di Loreto. La città di Loreto, oltre ad essere un importantissimo santuario mariano, è anche un superbo esempio di architettura difensiva. Il progetto si deve ad Antonio da Sangallo (1517-20) e l'esecuzione a Cristoforo Resse da Imola. Capolavoro di ingegneria militare cinquecentesca sono i due bastioni di porta Romana e di porta Marina. La cortina fu munita di 26 falconetti, e venne istituita una milizia lauretana esperta in artiglieria, nonché una compagnia di fanti ed una di corazze a cavallo. A ciò va aggiunta la poderosa cintura muraria. Questo per evitare incursioni da parte dei Pirati Barbareschi, che più volte minacciarono la vicina Porto Recanati: l'ultimo assedio fu nel 1518. Mettiamo che però il colle dove sorge la basilica non venga così ben protetto e che i Pirati riescano a penetrare nella basilica ed a riprendersi i tesori ivi contenuti, compresa quindi la Santa Casa. Sarà un ottimo pretesto per una crociata diretta non tanto contro i Turchi quanto contro i Barbareschi da parte delle principali nazioni cristiane. Con quali conseguenze? (ideata da Never75 dopo aver passato una felice settimana tra Umbria e Marche)

Ginevra ai Savoia. Nel 1519 a Ginevra la guerra civile tra Filo-Savoiardi e Filo-Svizzeri è vinta dai primi. La città diviene dominio diretto dei Savoia e vi rimane sino ai tempi di Napoleone III, a cui viene ceduta assieme alla Savoia (made in Bhrg'hros)

I Fugger sugli scudi. Carlo V si comprò i voti dei Grandi Elettori non con l'oro ispano-americano, ma con i soldi che gli prestarono i Fugger di Anversa. Soldi che una volta diventato imperatore, non restituì, se non in piccola parte. Tale mancato saldo del debito provocò, se non proprio il fallimento della banca Fugger, quanto meno un forte ridimensionamento del suo giro d'affari, a favore di altri concorrenti. Ma se Carlo avesse saldato il debito, i Fugger avrebbero avuto, nei secoli seguenti, il ruolo di grandi finanziatori di tutto e di tutti, che, nella nostra Timeline hanno avuto i Rotschild. Come si sarebbe svolta la storia? (è del Marziano)

Federico lo Stolto. Alla morte dell'Imperatore Massimiliano, Papa Leone X decise che la soluzione migliore era cercare di appoggiare nella futura elezione imperiale un candidato tedesco, dato che al trono si erano candidati sia Francesco I di Francia che Carlo d'Asburgo, Re di Spagna. I due erano troppo pericolosi per i domini della Chiesa in Italia e avrebbero potuto danneggiare l'autonomia del Papato. Leone si decise perciò ad appoggiare Federico il Saggio, Elettore di Sassonia, ma questi tentennò abbastanza e poi ritirò la sua candidatura. Leone X fu costretto ad accettare la candidatura del futuro Carlo V, l'oro dei Fugger fece il resto e questi vinse l'elezione del 1519, aiutato anche dallo stesso Federico. Ma se fosse invece Federico il Saggio a diventare Sacro Romano Imperatore? Bisogna considerare però che Federico fu uno dei protettori più potenti di Martin Lutero, del Luteranesimo e della Riforma Protestante, anche se ebbe pochissimi contatti personali col teologo, e pur avvicinandosi sempre di più al Protestantesimo col passare degli anni, non si convertì mai. Con Federico sul trono Lutero sarebbe libero di fare quel che vuole, non ci sarebbe la Dieta di Worms, forse la Guerra dei Contadini sarebbe diversa da come la conosciamo e magari, riuscendo ad incontrare di più Federico il Saggio, Lutero fa il colpo grosso e con la sua dialettica convince definitivamente l'Imperatore a convertirsi. Quali le altre conseguenze? (pensata da Generalissimus)

L'Imperatore Enrico VIII. Nel 1519, oltre a Carlo V e a Francesco I, concorreva alla carica di Imperatore di Germania anche Enrico VIII Tudor. Che succede se i principi elettori scelgono lui? (tra l'altro sarebbe l'ottavo del suo nome anche nella prosapia dei Re dei Romani!) L'Inghilterra non ha più il complesso storico dell'Invasione Cattolica, anzi essa stessa diviene il centro del Potere Imperiale al posto della Spagna... Quali le possibili interferenze con la Riforma e il ruolo delle due Monarchie Scandinave? In ogni caso avremo una Germania più grande, probabilmente con la reazione di una grande Monarchia a Est dell'Impero in mano jagellonica o asburgica, e forse il mantenimento della più stretta unità dei dominî asburgici (ancora Bhrg'hros)

Raffaello/1. Raffaello non muore a 37 anni ma a 17, di malattia. Rimarrà solo il suo ricordo come enfant prodige, ma a battere cassa rimarranno il Maestro Perugino ed il suo allievo più promettente, il Pinturicchio. Quali conseguenze sulla Storia dell'Arte successiva? Sarà Pinturicchio ad essere preso come modello dai pittori manieristi successivi? Ed a chi si ispirerà il Palladio nelle sue architetture, dato che Raffaello fu anche architetto oltre che pittore? Le Tartarughe Ninja si chiameranno Michelangelo, Donatello, Leonardo e Pinturicchio? (un'ucronia artistica di Never75)

Raffaello/2. Raffaello non muore a 37 anni ma ne sopravvive altri 25, diventa nemico di Michelangelo e viene dato a lui l'incarico per affrescare il Giudizio Universale. Cosa combinerà, dato che Fëdor Dostoevskij disse di lui: « Dalle sue mani sono uscite cose divine »? (questa è di Anna Elena)

Genova Oltreoceano. Dal 1520 i Genovesi controllarono il porto di Panama, il primo porto sul Pacifico fondato dalla conquista delle Americhe; i Genovesi ottennero in concessione lo sfruttamento del porto principalmente per il commercio di schiavi del nuovo mondo sul Pacifico, fino alla distruzione della primigenia città conseguente all'incursione del pirata Henry Morgan nel 1671. Ma che accade se i Genovesi riescono ad espandersi e ad ottenere altri domini oltreoceano? (ancora Generalissimus)

Papi del Rinascimento/2. Adriano VI (papa un po' bacchettone ed alquanto diverso dai suoi predecessori, più mondani e festaioli), benché straniero e neppure presente in Conclave, fu accettato dal Sacro Collegio e fu eletto papa con grande compiacimento di Carlo V, del quale il nuovo Pontefice era stato precettore. La sua integrità morale era fuori discussione, e si avviò sul cammino solitario del riformatore. Il suo programma era quello di attaccare uno alla volta tutti i più noti abusi; ma nel suo tentativo di migliorare il sistema di concessione delle indulgenze, venne ostacolato dai suoi cardinali; e ridurre il numero delle dispense matrimoniali era impossibile, perché le entrate erano state incamerate con anni di anticipo da Leone X. Egli ammise che il disordine della Chiesa scaturiva dalla Curia stessa, e che proprio da lì la riforma doveva iniziare. Che sarebbe successo se Adriano fosse campato qualche altro anno completando la sua opera? Un Papa di una tale levatura avrebbe anticipato la convocazione del Concilio Tridentino. Forse non sarebbe riuscito a fermare i luterani che erano già molto forti, né a dialogare con Lutero nell'ottica di una riconciliazione, ma la sua opera moralizzatrice avrebbe potuto far tornare sui loro passi riformatori come Ulrico Zwingli o luterani moderati come Melantone, e forse avrebbe persino potuto guadagnare il sostegno di Calvino. Con quali risultati? Olanda e Svizzera, così come anche la Scozia e gli elettori del Palatinato, sarebbero rimasti cattolici. I principi luterani non sarebbero stati spalleggiati dalle ricche democrazie riformate, trovandosi da soli a dover combattere i cattolici. La guerra dei trent'anni sarebbe comunque stata vinta dalla fazione antiasburgica, ma non essendoci mai stato Oliver Cromwell l'Inghilterra sarebbe tornata cattolica dopo Carlo I Stuart. Inoltre Adriano VI, al posto del Giudizio Universale, avrebbe commissionato a Michelangelo una grande Crocifissione, e avrebbe fatto realizzare la Risurrezione sulla parete opposta. Ma a questo punto cambierebbe totalmente la figurazione; quali le conseguenze per gli artisti successivi? (altra ucronia artistica di Never75 e di Jeck86)

Leonardo e lo scandalo della Gioconda. Uno spunto davvero d'attualità: Leonardo da Vinci scappa in Francia con il suo ritratto più famoso perché il marito di monna Lisa, Francesco Bartolomeo del Giocondo, lo minaccia di rivelare che tra il pittore e i suoi allievi c'è del tenero (undicesima ucronia vinciana: solo ad Anna Elena poteva venire un'idea così!)

Non ho mica scritto Gioconda in fronte, io! Quando nel 1516 Leonardo da Vinci trasloca in Francia, non porta con sé la Gioconda, che non viene acquistata da Francesco I. Che destino attende l'opera più nota di Leonardo in Toscana? Finirà vittima delle spoliazioni napoleoniche, come Vincenzo Peruggia credeva fosse accaduto quando decise di rubarla? Riuscirà a sopravvivere agli atti vandalici, qui in Italia? Dove potremmo ammirarla oggi? Agli Uffizi, sua collocazione naturale, o in quale altro luogo? Il "piatto forte" del Louvre saranno i quadri di Delacroix e Géricault? Inoltre alcuni studiosi ritengono che in Francia Leonardo abbia "rifinito" la Gioconda e quindi forse ci ritroveremmo con una Gioconda priva di alcuni particolari. Ci risparmieremmo anche alcune teorie danbrowniane? (dodicesima ucronia vinciana di Generalissimus)

La rivolta dei contadini/1. La Guerra dei contadini scoppiò incredibilmente per una rivoluzione giuridica: i nobili tedeschi iniziarono ad applicare sulle proprie terre il diritto romano-canonico invece di quello consuetudinario germanico. Il diritto comune consentiva di considerare le terre di piena proprietà, eliminando tutto le consuetudini agricole tipiche dei popoli germanici. Per i contadini fu un disastro: senza diritti di pascolo non avevano di che nutrire i propri animali (fonti delle vitali proteine); senza i diritti del legame non potevano costruire case o accendere il fuoco, senza quelli delle acque bere dai fiumi, senza quelli di coltivazione coltivare e così via. I signori tedeschi deliberatamente distrussero l'equilibrio di poteri basato su un controllo signorile della terra in cambio di un suo uso collettivo per potersi appropriare di un suolo e sottosuolo che, nell'emergente economia del XVI secolo, poteva ricoprirli d'oro (vedasi Fugger e Wesler e le loro miniere per capirsi). La prima rivolta dei contadini, quella della Sciarpa, aveva non a caso come obiettivo l'abolizione del diritto romano-canonico, così come la successiva Grande rivolta di Thomas Müntzer (e si potrebbe ragionare sulla connessione tra odio anti-romano e associazione papa-diritto comune). Poniamo però che i giuristi tedeschi ignorino la dottrina italiana (costruita in una realtà dove la piena proprietà era la norma) e guardino a quella francese, che filtrava il diritto comune attraverso le consuetudini nazionali: le corveé da un lato e i diritti agricoli dall'altro trovano cittadinanza come servitù prediali. I signori tedeschi, maliziosi e ladri, provocheranno comunque la rivolta? (prima ucronia dedicata da aNoNimo alla Guerra dei Contadini)

La rivolta dei contadini/2. Thomas Müntzer, ideologo della Guerra dei Contadini, era un teorico geniale dello scontro tra ricchi e poveri: se non fosse stato un religioso avrebbe potuto trovare posto nel Pantheon socialista anche meglio di Spartaco o dei Gracchi. Le sue teorie sullo sfruttamento dei poveri e sull'Omnia sunt communa sono Marx prima di Marx, e non a caso Engels scrisse uno splendido saggio sulla rivolta di Müntzer e dei contadini. Attualizzare certi concetti è sbagliato, ma anche non riconoscere le regole eterne che, sotto diversa luce, sono state viste in tutta la Storia: Müntzer come Gramsci aveva capito che i poveri sono uguali in città e in campagna, e nelle fasi iniziali della Grande rivolta tentò disperatamente di coordinare le varie città tra loro e con le campagne. Fallì per il campanilismo tipico dell'epoca (ma neanche tanto, alle guerre dei poveri Brecht ha solo dato un nome) e fu costretto ad andare a Frankenhausen, dove i contadini, convinti di combattere l'Armageddon, vennero distrutti dai nobili. Ucronia: Müntzer, piccolo Ho Chi Minh, organizza i suoi in una Lega (Evangelica?). La Germania si trasforma in un carnaio: i plebei massacrano i borghesi e si chiudono nelle città dove i nobili li assediano, i contadini si danno alla macchia come vietcong e tormentano gli assedianti, mentre lo Schwarzer Haufen incendia conventi e castelli. Possibili scenari: 1) alla lunga i nobili prevalgono, ma la Germania è ridotta peggio che dopo la guerra dei Trent'Anni, e Carlo I è solo re di Spagna. 2) i contadini vincono per sfinimento i nobili, e si raggiunge un compromesso, che i signori a breve tornano a violare. 3) i contadini prendono per sfinimento i nobili, ma la Francia, temendo il vento rivoluzionario (!) invade la Germania e schiaccia i contadini. 4) i proletari d'Europa si uniscono (plebei tedeschi, comuneros castigliani, germanies catalane, Jacques francesi, contadini inglesi, popoli minuti italiani), massacrano i nobili, ma arriva Giuseppe di Vissario Dugasvilio detto l'Acciaio che impone una dittatura evangelica disumana 5) i proletari d'Europa massacrano i nobili e in una generalizzata imitazione di Cristo si riorganizzano in piccole comuni, vie di mezzo tra i cantoni svizzeri e Dithmarschen, con un papa-imperatore come arbitro universale e l'Europa elevata per secoli a Paradiso in terra (seconda ucronia dedicata da aNoNimo alla Guerra dei Contadini)

La rivolta dei contadini/3. Spin off: 6) Carlo d'Asburgo manda al diavolo il fratello Ferdinando e sposa la causa dei contadini, per l'amore di Cristo e le terre dei nobili. Con l'Imperatore dalla sua Müntzer ha molte più speranze, ma che dire degli alleati di Carlo? I banchieri imperiali Fugger e Wesler sarebbero inviperiti con l'imperatore che mina la base delle loro ricchezze. Il Papa non potrebbe mai tollerare un imperatore che sostiene eretici pauperisti contro i nobili, seppur protestanti. Per non parlare della Spagna, che non reagirebbe molto bene ad un re che supporta degli eretici; in Spagna però al tempo erano in corso le rivolte “borghesi” dei Comuneros castigliani e delle Germanies catalane, e forse Carlo avrebbe potuto giocare qualche brutto tiro ai nobili di entrambe le nazioni (terza ucronia dedicata da aNoNimo alla Guerra dei Contadini)

Il Marocco Ottomano. E se l'Impero Ottomano avesse conquistato anche il Marocco? Un Marocco ottomano sarebbe l'estrema periferia dell'impero (già l'Algeria e la Libia erano parte dell'impero solo nominalmente), ed Istanbul non si preoccuperà troppo di questa sua colonia. Vi sorgono perciò degli Stati Pirati come in Algeria, pronti ad attaccare le navi cariche dell'oro spagnolo in viaggio nell'Atlantico: il Marocco praticava la pirateria ai danni di spagnoli e portoghesi nell'Atlantico anche nella nostra linea temporale, è certa un'intensificazione in caso di conquista turca. Se gli Ottomani occupano il paese prima del 1565, hanno i margini per intervenire in Andalusia; probabilmente alla fine la Spagna vincerà. Tuttavia la guerra la lascerà debole, esausta ed incapace di altre iniziative, favorendo il distacco dei Paesi Bassi tutti interi, impedendo la colonizzazione delle Filippine e gli interventi nelle guerre ugonotte, e probabilmente non ci sarà nessuna Invincibile Armata. Gli inglesi e gli olandesi saranno agevolati nelle loro rapine a spese dell'Impero spagnolo, che collasserà assai prima. Se invece i turchi, come è più probabile, prendono il Marocco nel 1574, si intensifica semplicemente il conflitto navale con la Spagna che si allarga all'Atlantico; possibili interventi ottomani nelle Antille, avverrà anche una colonizzazione turca permanente così lontano? In entrambi i casi, non ci sarà la battaglia di Qasr al-Kabir (Alcazarquivir), e Don Sebastiano non sparirà. Il Portogallo resterà indipendente, e le sue colonie non saranno esposte agli attacchi olandesi che si concentreranno invece sulle Antille spagnole o sulle Filippine. L'impero coloniale portoghese in Asia crollerà comunque ma più lentamente, sotto i colpi di Agung di Mataram, il cui impero si sviluppa senza l'ostacolo di Batavia (avanzata da William Riker e da Falecius)

Papi del Rinascimento/3. Una proposta dirompente: Martin Lutero non rompe con la Chiesa, non crede nella giustificazione con la sola fede, non definisce "mariolatria" il culto della Vergine, è creato cardinale su richiesta di Carlo V, del quale è il confessore, e sale al soglio al posto di Clemente VII, convocando il Concilio di Trento per riformare la Chiesa al suo interno in senso evangelico. Dal canto suo Giordano Bruno non poteva diventare un "papa alternativo" perchè respingeva addirittura la Santissima Trinità (la chiamava "la trina bugia"), ma in questa Timeline lo si può immaginare non filosofo bensì scienziato ed anticipatore di Galileo. Magari se Lutero fosse diventato Papa anche lui non sarebbe stato perseguitato, o almeno non così duramente (proposta da William Riker; ecco altri suoi "papati alternativi")

Lutero approva la rivolta dei contadini e dei cavalieri. Lo scontro da religioso diventa politico. Anche se la rivolta comunque non ha successo (lo stesso Lutero muore a Frankenausen), le idee rimangono ben vive nella memoria della Germania ed i vari Imperatori ne devono per forza di cose tener conto nelle loro legislazioni sociali. Anche il luteranesimo assume le caratteristiche di una riforma radicale della società, in cui tra le altre cose anche il potere politico non viene più visto come un qualcosa da seguire ciecamente, ma anzi come qualcosa da affrontare attivamente: questo potrebbe avere conseguenze inimmaginabili in un futuro molto lontano: ad esempio il luteranesimo così strutturato spronerebbe i suoi fedeli a contrastare maggiormente l'ascesa di Hitler, che potrebbe anche non verificarsi (un'altra idea geniale di Never75)

Luther uber Alles. Giovanni Calvino faceva parte del circolo luterano di Ferrara, una delle poche centrali protestanti d'Italia. Quando la Chiesa, nel 1536, decise di eliminare questo bubbone pestilenziale, Calvino fu in effetti fermato, ma venne liberato e fuggì, non inseguito, perché considerato “non importante”. Ora, se l'inquisitore incaricato decide che invece è importante, che accade? Qualcun altro costruirà la teologia calvinista, mancando però sicuramente del furore persecutorio di Calvino? Oppure Lutero rimarrà il solo riformatore, e quindi in Olanda e Scozia verrà piantata la sua bandiera? Quali conseguenze per il mondo senza l'etica protestante del lavoro? (questa è di aNoNimo)

Carlo V l'Apostata. Carlo V decide di convertirsi al protestantesimo quando viene a sapere che il Papa non lo appoggia, e compie il sacco di Roma, che però si conclude con un incendio di tutta la città. Vengono protestantizzate la Spagna, gli stati tedeschi che decidono di sottomettersi, i Paesi Bassi ed il Sud America. Se da una parte così guadagna un ampio consenso in Germania, il papa non solo lo scomunica, ma comincia ad avere sempre più rapporti con il re di Francia. Il Massacro degli Ugonotti è anticipato, e il re di Francia riceve la Corona del Sacro Romano Impero, in quanto discendente "del cattolicissimo Carlo Magno". Come cambia la storia? (pensata da Camillo Cantarano)

Fermo restando. Nel marzo 1520 si combatte la battaglia delle Piane di Tenna tra i Fermani di Lodovico Euffreducci (il nipote del celebre Oliverotto, citato da Machiavelli) e i pontifici comandati dal vescovo Bonafede da Lucca. La vittoria arride ai pontifici e lo Stato fermano viene sottomesso a Roma. Ma che succede se Lodovico vince? Mantiene uno Stato autonomo nelle Marche del sud, sottomettendo i vicini (Ascoli, Macerata, Ripatransone, Osimo e Camerino, nella massima estensione possibile) e conservando l'autonomia dal Papato con l'appoggio asburgico. Quali le ripercussioni di un simile stato, quasi sicuramente feudo imperiale dato in signoria ai discendenti di Lodovico, sulla successiva storia italiana? Presumibile conflitto col Papato almeno fino a Cateau Cambrésis, partecipazione alla Lega Santa, autonomia e sostanziale neutralità nel Seicento. Visti i cattivi rapporti con Roma, possibile una certa tolleranza religiosa. Rivitalizzazione dell'Università Fermana e forse anche di quella, ugualmente prestigiosa, di Macerata. Come sistema istituzionale, signoria assoluta, affiancata da una oligarchia borghese (già Oliverotto aveva spazzato via gran parte della vecchia aristocrazia fermana). Probabilmente le vicende successive sono determinate in modo sostanziale dalla situazione dinastica degli Euffreducci, e lo stato rimane stabile fino alla campagna napoleonica in Italia, se c'è un erede. Le Marche del sud non conosceranno comunque la grave depressione economica e demografica che contraddistinse i primi due secoli di dominazione papale diretta (che pure accordava a Fermo grandi privilegi formali, come la concessione della dignità di "seconda città degli Stati pontifici" dal 1550 al 1675, che però corrispondevano ad una depredazione sostanziale). L'alleanza con Napoleone potrà salvare lo Stato (realistica, in odio al Papa) e, se abbandonata in tempo, garantire la sopravvivenza nella Restaurazione. Difficile immaginare cosa accade al momento dell'Unità: data per sicura l'annessione allo Stato sabaudo, bisogna immaginare in che modo.In questa Timeline non ci sarà la battaglia di Castelfidardo, o meglio non sarebbe combattuta tra Piemontesi e Pontifici: Castelfidardo sarà infatti l'ultima città fermana verso nord. Oggi comunque in Italia ci saranno due Regioni: Marche, con la provincia di Pesaro e quasi tutta quella di Ancona, con Urbino che probabilmente fa provincia a sé; e Piceno, con le province di Fermo, Ascoli, Macerata e forse Camerino (prima ucronia fermana di Falecius)

Le Due Sicilie più Fermo. Alternativa all'ucronia precedente. In caso invece di unione personale dello Stato di Fermo con le Due Sicilie, come cambia la storia del Regno di Napoli? (seconda ucronia fermana di Falecius)

Il Salento veneto. Nel XV secolo i Veneziani crearono a Lecce e nel Salento una loro colonia ed una loro chiesa presso la piazza del Mercato (attuale Sant'Oronzo), dove esercitavano le loro industrie ed i loro commerci. Nwel 1543, la colonia veneziana era così prospera che innalzò, sulla sua chiesa leccese, il leone di San Marco. Ora, che accade se Venezia riesce a conquistare il Salento e l'Adriatico diventa a tutti gli effetti un lago veneziano? (è di Enrico Pizzo)

Un'alleanza che vale oro! Nel 1520 Francesco I ed Enrico VIII si incontrarono nel Campo del Drappo d'Oro, nei pressi di Calais, sotto la guida del Cardinale Thomas Wolsey, per stipulare un'alleanza con lo scopo dichiarato di porre fine a tutte le guerre nel mondo cristiano. In realtà l'obiettivo vero era cercare di fare fronte comune contro Carlo V. I due sovrani cercarono di impressionarsi con lussi e sfarzosità mai viste prima, si arrivò persino a pianificare un matrimonio tra Maria Tudor e Francesco di Valois, figlio del Re di Francia, ma la cosa si trascinò per due settimane e mezzo senza che si arrivasse ad un risultato definitivo. Lo stesso Wolsey, qualche tempo dopo, riuscì a forgiare l'alleanza tra Enrico VIII e Carlo V. Ma che accade se invece i piani dei tre vanno in porto e si ha l'alleanza tra Francia e Inghilterra? (made in Generalissimus)

Francesco I va al tappeto. Durante la riunione del campo d'oro i due sovrano avevano lottato corpo a corpo per dimostrare la loro forza, unico esempio di due sovrani europei che hanno fatto a cazzotti. Francesco I buttò Enrico VIII a terra: sembra che sia stata questa la ragione per cui Enrico VIII odiò Francesco I e se lo fece nemico. Ma se Francesco I viene battuto? Tutto finirà con una guerra sul campo (d'oro) tra i vassalli dei due sovrani con grande soddisfazione della Spagna? (è di Perchè no?)

Francesco I protesta. All'inizio dello scisma luterano, Francesco I di Francia si dimostrò relativamente tollerante riguardo al nuovo movimento religioso, influenzato anche dall'amata sorella Margherita d'Angouleme, genuinamente attratta dal Luteranesimo. Anzi, pensava che il Protestantesimo potesse perfino essergli utile dal punto di vista politico, visto che fece ribellare molti principi tedeschi contro Carlo V. Ma se Francesco facesse il passo successivo e si convertisse anche lui alla dottrina luterana? (ancora Generalissimus)

La Grande Svizzera. La Svizzera si espande fino a inglobare la Savoia, l'Ossola, la Val d'Aosta e l'Alta Lombardia, ritrovandosi al giorno d'oggi con Milano nel territorio e con gli Italiani come seconda componente etnica del paese. Quali le conseguenze? E se la Svizzera si espande ulteriormente in Europa? (proposta da Bhrg'hros e da Homer)

Solimano il Breve. Solimano il Magnifico muore durante l'assedio di Belgrado del 1521. Gli succede il figlio Mustafa I, di soli sei anni, sotto la reggenza del Gran Visir Piri Mehmed Pascià. Come cambia la storia dell'Impero Ottomano e dell'intera Europa senza il Magnifico? (è di Generalissimus)

Sikh et simpliciter. Il guru Nanak (1469-1539), fondatore del sikhismo, da giovane non entra in contatto con i musulmani ma con i cristiani. Ben presto elabora una nuova religione sincretista fondendo elementi induisti, buddisti e cristiani (nella nostra Timeline musulmani). Dopo lunghe peripezie, nel XX e XXI secolo questa nuova religione troverà numerosissimi adepti in Occidente, grazie alla fortunata miscela di cristianesimo (fondato sulla salvezza universale per l'Uomo grazie al Cristo) e di elementi orientali come la reincarnazione. Comunità sikh si diffonderanno a macchia d'olio in tutta Europa e Nord America. contendendo seguaci a Islam e Cristianesimo "ortodosso", e proponendosi di diventare nei secoli successivi religione universale (pensata da Never75)

L'Impero Coloniale Inca. Gli Incas, l'unica popolazione non decadente all'arrivo degli europei, avviano una propria politica coloniale nel Pacifico. La corrente equatoriale consente alle navi peruviane di raggiungere la Nuova Guinea in meno di due mesi; il viaggio, per quanto lungo quasi il doppio di quello di Colombo, è costellato di isole che permettono agli equipaggi di rifornirsi abbondantemente; inoltre il Pacifico è molto più tranquillo dell’Atlantico, per cui le navi arrivano alla meta in ottime condizioni. La corrente equatoriale poi piega a sud, costeggiando Australia e Nuova Zelanda, prima di tornare indietro verso l’America Meridionale; in questo modo i navigatori Inca acquisiscono un’incredibile mole di dati utili, necessari per attuare un programma di scambi a lungo termine con le nuove terre. Estendendo le ricerche a nord, potrebbero arrivare in Cina, Giappone, e America settentrionale. All'arrivo degli europei, il Sud America è diventato troppo potente, grazie alle merci e alle conoscenze acquisite; gli Incas precolombiani respingono l'invasione straniera, sopravvivono in competizione con le potenze europee, e gli spagnoli potranno espandersi solo nel nord e nel centro. Oppure, se l'Impero Inca crolla comunque, sopravvivono le loro colonie nel Pacifico. Che accade? (proposta da Matteo Bonalanza)

Ma quale Quetzalcoatl? E se al posto di Monctezuma II sul trono di Tenochtitlan ci fosse stato Cuautemoch ? E' poco noto, ma Monctezuma divenne Imperatore per una serie di (s)fortunate coincidenze, suo zio "mostro d'acqua" divenne rimbambito quando il nuovo grande acquedotto di Tenochtitlan invase la città, egli non pote come era tradizione dei Mexica nominarsi un successore, divenne "Riverito oratore" suo nipote Monctezuma che lo zio non stimava, e che per se aveva pensato ad una carriera nel mondo sacerdotale azteco. Ma se invece non fosse successo niente di tutto ciò, sul trono di Tenochtitlan sarebbe salito Cuautemoch, un uomo dalla mentalità guerriera, ma anche più sensibile. Per cominciare, Cuautemoch non avrebbe mai indisposto gli alleati della "triplice alleanza" azteca, pretendendo farsi nominare "Riverito oratore dell'unico mondo"; certamente non avrebbe potuto evitare lo sbarco degli spagnoli a Veracruz, tuttavia Cuautemoch fu uno degli uomini che (almeno così racconta la leggenda) propose le soluzioni migliori per togliersi dai piedi questi invasori che lui non considerò mai nemmeno per un secondo la reincarnazione del dio Quezalcoatl. Visto che Cortès aveva bruciato tutte le sue navi salvo una per chiarire agli uomini le sue intenzioni, cosa sarebbe successo se Cuaotemoch avesse fatto bruciare la sua unica nave, e quindi tagliandogli ogni possibile via di fuga e contatto col mondo esterno (costruirne una nuova?) tra l'ostilità degli indigeni intorno e i frequenti attacchi aztechi ? Oppure se avesse attaccato gli spagnoli quando le condizioni fossero state favorevoli, magari durante un temporale, mentre gli spagnoli che marciavano in colonna si accingevano a passare un valico montuoso? Oppure se, ribaltando una tradizione millenaria, avesse avvertito i nemici Tlaxcalani di cosa erano capaci questi "nuovi arrivati" e i Tlaxcalani anziché attaccare allo scoperto facendosi precedere dai messaggeri che "annunciavano" al nemico il luogo e il momento della battaglia, avessero attaccato gli spagnoli? Forse l'Impero Azteco sarebbe sopravvissuto almeno attorno alla capitale, e avrebbe dato un segnale a tutti i popoli confinanti : vincere i bianchi era possibile! Se si usava l'astuzia e si rimaneva uniti, l'impero sarebbe durato, oppure alla fine sarebbe morto di "morte naturale" perché a sconfiggere davvero gli aztechi non furono né i cannoni, né le armi d'acciaio, né i cavalli, ma le tremende malattie europee contro le quali gli indigeni non avevano anticorpi specifici? (ideata da Federico Pozzi)

A Cortès va tutto storto. Cortès millantava credito a Monctezuma II quando diceva che era venuto per ordine di Carlo V: egli anzi aveva disobbedito al governatore dell'Avana (e alla sua oligarchia) che gli aveva espressamente proibito di partire; ad un certo punto truppe spagnole inviate da l'Avana sbarcarono a Veracruz con un ordine del governatore per arrestarlo. Cortès mosse contro di loro per affrontarli in battaglia, seguito dai suoi uomini e da una grande armata indigena in cui però non poteva riporre fiducia; prima di uccidersi davanti agli "indios selvaggi" però Cortès tentò di corrompere gli uomini venuti ad arrestarlo mostrando loro l'oro azteco, e nella nostra Timeline li convinse, salvo uno sparuto gruppo che fu lui a far arrestare. E se invece non riesce a convincerli e gli va tutto storto? Gli indigeni si defilano, e gli stessi uomini di Cortès, con la coscienza sporca per essersi "ribellati" al legittimo rappresentante del re cattolicissimo di Spagna, smettono di combattere quasi subito; Cortès viene arrestato e garrotato a l'Avana. Egli cerca di convincere i suoi accusatori delle ricchezze azteche e dell'occasione che stanno sprecando, ma i suoi accusatori non ci credono, e sono talmente irritati che questo "venuto dal niente" dell'Extremadura li faccia passare per traditori agli occhi del re, che lo garrotano quasi subito. Risultato: gli Spagnoli si tengono Veracruz e "L'Invasione" di Cortès resta un episodio isolato, gli Aztechi acquisiscono cavalli e sementi rubando o mercanteggiando con i commercianti spagnoli, sviluppano persino anticorpi ai bacilli europei, l'Impero Azteco perdura, si diffonde la sua scrittura pittografica ereditata dai Maya, gli "arazzi di piume" aztechi composti da migliaia di piume di uccelli diventano di gran moda in Europa e causano l'estinzione di un gran numero di specie di volatili (con i pappagalli quezalcoatl prime vittime), il Nahuatl si "ibrida" con lo spagnolo e diventa una "lingua franca" in tutta la mesoamerica. E poi? Gli Aztechi si mettono a colonizzare il Nord America in competizione con gli Spagnoli? (ancora Federico Pozzi)

E la Noche fu triste davvero. La Noche Triste (che nessuno in Messico chiama così) fu la ribellione del popolo azteco, infuriato dalle continue richieste di Monctezuma II di "aspettare" e consegnare l'oro agli stranieri: alla fine gli aztechi si stufano e assalgono gli spagnoli nella notte, ma la (s)fortuna vuole che tra gli spagnoli uccisi o catturati per essere poi sacrificati sfugga l'obiettivo grosso, ovvero lo stesso Cortès. E se invece Cortès viene ucciso nella notte? C'è un altro capo abbastanza carismatico e duro da impedire che gli spagnoli demoralizzati e attaccati da tutte le parti siano massacrati sino all'ultimo uomo? Oppure il contingente si sfalda mentre gli aztechi vittoriosi ebbri di vendetta pervengono a conquistare Tlaxcala e festeggiano la vittoria con un grandioso sacrificio umano al loro dio della guerra Huitzilopochtli? Gli Spagnoli mettono una croce sulla colonizzazione de ll'interno del Messico e, come in Florida, si adeguano a controllane solo le coste? Oppure viene mandata una nuova spedizione con intenti vendicativi, magari al comando di Francisco Pizarro? Però questa volta gli aztechi conoscono il loro nemico e si sono fatti furbi... (di nuovo Federico Pozzi)

Alleanza antispagnola. Dopo i fatti della Noche Triste, il nuovo sovrano azteco Cuitlàhuac inviò un'ambasceria a Tlaxcala, chiedendo il supporto del regno e dei suoi alleati contro Cortez e i pochi uomini a lui rimasti fedeli. I Tlaxcaliani, che vedevano i nemici aztechi sull'orlo del collasso, andarono a prendere Cortez e continuarono a restare suoi alleati. Ma se invece i nativi americani capiscono che è meglio un vicino come l'Azteco anziché lo Spagnolo? Se riescono a vedere un po' oltre, uccidono Cortez e formano una federazione con gli Aztechi unendosi a Texcoco e Tlacopan, cosa succede? Il fallimento della spedizione, già malvista in occidente, decreterà la fine dell'espansione coloniale in Messico? Aggiungiamo inoltre che l'America era considerata priva di oro, visto che le colonie caraibiche non ne possedevano... (ideata da Basileus TFT)

Nueva Tenochtitlan. E se invece di resistere per più di un anno assediati dalle navi armate di cannoni degli Spagnoli che incrociavano sul lago Texcoco, i Mexica avessero concluso di aver perso la partita e dichiarato la città sul lago "città aperta"? Per loro sarebbe cambiato poco o nulla, morti di malattie o di fatiche sotto il tallone spagnolo, però la splendida "Città Galleggiante" sarebbe rimasta intatta, pertanto non si sarebbe dovuta costruire al suo posto Ciutad de Mexico. Certo, probabilmente gli spagnoli avrebbero smantellato tutti i Teocalli e gli idoli pagani aztechi, costruendo al loro posto delle chiese, però la città sul lago sarebbe sopravvissuta in qualche modo, e oggi Ciutad de Mexico sarebbe Nueva Tenochtitlan, ribattezzata così dopo la guerra di indipendenza del Messico, avrebbe influenzato lo stile architettonico almeno su scala locale, e oggi il Centro dell'enorme Megalopoli (Città del Messico è la città più popolosa del mondo) sarebbe in mezzo a un lago, una specie di "isola verde" pedonale (Federico Pozzi, che avuto quest'idea e che a città del Messico c'è stato, sostiene che ce ne . sarebbe proprio bisogno!)

L'Impero di Tlaxcala. Dopo la distruzione dell'impero azteca, uno dei popoli oppressi dagli Aztechi e alleatidegli Spagnoli decide di approfittare della situazione per recuperare l'eredità azteca. Potrebbero sorprendere Cortès e farlo fuori e riunire attorno a loro un nuovo impero. Chi sarebbe il miglior candidato come Stato successore di Tenochtitlàn? Tlaxcala mi sembra la scelta piu logica. Basta leggere la loro posizione all'inizio dell'epoca coloniale per capire quanto sono stati importanti. A questo punto sarebbe utile usare la figura di Xicontencatl. Era il più importante ufficiale di Tlaxcala al momento della conquista, pronto a favorire gli interessi del suo Stato ma poco amichevole nei confronti degli Spagnoli. Durante l'ultima fase dell'assedio di Tenochtitlàn fu visto come uno pericolo da Cortès, arrestato e giustiziato. Ma se Xicontencatl e i suoi Tlaxcalani si accorgono prima del pericolo e si muovono contro Cortès? L'impero azteco era già distrutto, gli Spagnoli senza Cortès sarebbero stati eliminati o sottomessi. Tlaxcala potrebbe allora diventare un impero alla guida della Mesoamerica (ce lo ha domandato Perchè no?)

Hernàn Quetzalcoatl. Quando Cortés sbarca nel Messico e si vede scambiato per il dio Quetzalcoatl stesso, non resiste alla tentazione (probabilmente l'ha avuta davvero). Al diavolo la Spagna! Egli decide di fare per conto suo, si fa riconoscere come Quetzalcoatl tornato per salvare la sua gente, mentre i suoi Spagnoli sono creduti semi-dei al suo servizio. Prende il potere, Montezuma II (personaggio molto pio) gli consegna la corona e lo serve come gran sacerdote. Corteés sposa la Malintzin, sviluppa uno Stato all’europea con armi da fuoco, tasse, burocrazia ecc. Non introduce il cristianesimo per conservare il suo potere, ma abolisce i sacrifici: i sacrificati anziché carne da macello diventeranno i suoi schiavi personali, dopo tutto é un dio. I suoi Spagnoli diventano gli agenti dello Stato, la base di una nuova aristocrazia, diventano tutti ricchissimi e padroni di grandi signorie, e sposano le figlie dell’aristocrazia azteca. Dopo due o tre anni il governatore di Cuba invia una nuova spedizione verso il continente, ma le sue truppe sono annientate da Cortés che le dichiara demoni nemici dei suoi sudditi. Cortés riesce a sopravvivere, negozia una pace con la Spagna ed é riconosciuto come re Hernàn I del Messico (ma sempre Quetzalcoatl per gli Aztechi). L’impero cortesiano é fondato su un mix di cultura azteca e spagnola. Alla sua morte Cortés propaga la leggenda della sua sparizione in un fulmine e del suo ritorno promesso, mentre il suo figlio umano Hernàn-Montezuma I è lasciato sulla terra per governare al suo posto (una grande idea di Perchè no?)

Nuova ricetta: mais e calce. Il mais fu introdotto in Europa fin dal primo viaggio di Cristoforo Colombo, e già pochi anni dopo era coltivato in Spagna. Grazie alle alte rese rispetto al frumento si diffuse rapidamente in Italia e nel resto d'Europa. Da metà settecento, nelle zone povere di Italia, Spagna e Francia i contadini fecero un uso sempre più massiccio del mais nella loro dieta. La polenta, due o tre chilogrammi al giorno, era quasi l'unico alimento disponibile, e periodicamente, soprattutto in Veneto e Friuli, scoppiavano letali epidemie di pellagra, una malattia terribile causata dalla carenza di alcune vitamine come la niacina. La pellagra si manifestava con gravi dermatiti (da cui il nome, "pelle agra"), e per lo più conduceva alla morte. Il legame tra la malattia e una dieta a base di mais fu notato già ai primi dell'ottocento, ma fu solo nel 1937 che le cause della pellagra vennero scoperte da Conrad Elvehjem (1901-1962) dell'Università del Wisconsin, il quale iniziò a trattare i malati con niacina, da lui chiamata vitamina PP ("Previene la Pellagra"). Qualcosa però non tornava. In Messico nessuno ha mai sofferto di pellagra, pur alimentandosi quasi esclusivamente con mais. In più non è vero che il mais non contiene la vitamina PP. Ma nel 1983 Kenneth Carpenter (1923-2017) scoprì che la niacina del mais non può essere assorbita dal nostro corpo, perchè legata all'amido del chicco. E qui sta la differenza tra i messicani e noi. Fin dall'antichità in Messico i chicchi di mais sono sottoposti a un processo detto nixtamalizzazione (dal nahuatl "nextli", "polvere di calce", e "tamalli", "pasta di mais"): vengono messi a bollire in una soluzione fortemente alcalina di calce e lasciati riposare per ventiquattr'ore. Il liquido viene poi gettato e i chicchi lavati; il trattamento con idrossido di sodio libera la vitamina PP dall'amido, e la rende disponibile per essere assorbita dall'uomo. Purtroppo ai primi del '500 la nixtamalizzazione non fu importata in Europa: forse gli spagnoli pensarono che si trattasse solo di un inutile rito pagano, oppure prevalse la paura di ingerire residui di calce. E da qui iniziarono le devastanti epidemie di pellagra. Ora, mi sono chiesto: cosa cambia se gli spagnoli sono meno schizzinosi, e la nixtamalizzazione è importata fin da subito in Europa? (altra eccezionale pensata di Enrica S.)

Quinoa. A differenza del mais, la quinoa è molto più nutriente e sana, oltre a non provocare la pellagra; il problema è che la quinoa era considerata una pianta sacra, e quindi venne quasi estinta per eliminare la cultura e la religione dei "pagani" centroamericani. Ma che succede se Colombo e i conquistatores si rendono conto che la quinoa è meglio del mais, non la distruggono e la importano in Europa? (made in MattoMatteo)

Preceeding gum. Presso i Maya era abitudine diffusa masticare il "chicle", un lattice estratto dalla Sapota, un abete rosso che cresce in America Centrale. E se i Maya hanno l'idea di aggiungere ad esso un prodotto aromatico qualunque, creando un chewing gum in anticipo che si diffonderà in Europa tramite i Conquistadores? La gomma spagnola potrebbe avere lo stesso successo del tabacco, e le pitture di El Greco mostreranno hidalgos intenti a masticare. L'uso di masticare la gomma diventa una moda e un prodotto di lusso in cambio del quale si vendono schiavi durante il XVII secolo, sopratutto se fare palloncini diventa il sommo dello chic a Versailles sotto Luigi XIV! per cercare la gomma i colonizzatori avviano l'esplorazione delle grandi foreste dell'Amazzonia, e più tardi dell'Indonesia e dell'Asia meridionale. L'Amazzonia sarà colonizzata ben prima, causando probabilmente una distruzione anticipata della foresta (sigh!) Forse Antoine de Lavoisier inventerà la chimica proprio per migliorare il sapore del chewing gum! Pensate ai ritratti tradizionali di Voltaire o Napoleone con quei famosi palloncini di gomma per aiutare a concentrarsi... E ve lo vedete Hitler che invece di abbuffarsi di cioccolato si diverte a fare palloncini, e Charlie Chaplin gli fa la parodia nel "Grande Dittatore" soffiando un palloncino di chewing gum grande come il mondo, che poi gli scoppia sul più bello! (nuovo colpo di genio di Perchè no?)

Gli Ausiliari che non ti aspetti. Gli Spagnoli, osservando le tecniche di guerra dei Nativi Americani, la loro forza e il loro coraggio in battaglia, hanno l'idea di armarli e mandarli a combattere in Europa. Quali sono le difficoltà da superare per portare a termine il progetto? E come reagiranno gli Europei dell'epoca con la comparsa di questi forzuti venuti dal Nuovo Mondo? (un'idea di Michele Ghirardelli)

I Moriscos in America. Anziché acquistare schiavi neri dai mercanti arabi per deportarli nelle Americhe, gli spagnoli deportano lì Mori, ebrei e marrani allo stesso scopo. Parallelamente gli inglesi nel '700 vi deportano gli indiani (quelli veri!) o altre popolazioni asiatiche sottomesse. Come cambia la lingua, cultura e musica del Continente? (è di Never75)

Schiavismo in salsa europea. Si sa che anche in Europa ci furono degli schiavi neri. Questo lo testimoniano anche i dipinti tra '500 e '600. Non c'è quasi un quadro di Veronese o Tintoretto nel quale non appaia, accanto a matrone veneziano, qualche schiavetto di colore. Poniamo che però questo sia ancora più accentuato. Cosa accade se in Italia (ma anche nel resto d'Europa) vengano fatti affluire migliaia di schiavi di colore per lavorare i campi e, in seguito, nelle fabbriche? Ci sarebbe anche in Europa una guerra per liberarli o, perlomeno, emanciparli? Oppure si manterrebbe una sorta di apartheid alla sudafricana? (ancora Never75)

SMOR (Sovrano Militare Ordine di Rodi). Nel 1522 gli Ottomani non riescono a prendere Rodi, che rimane possedimento dei Cavalieri Ospitalieri. Cosa succede da qui in poi? Gli Ottomani ci riproveranno? Senza Rodi cosa succede alla potenza ottomana nel Mediterraneo orientale? Di sicuro dovranno trovare un altra strada per facilitare le comunicazioni marittime fra Istanbul, Il Cairo e i porti levantini. Lo stesso discorso vale per la conquista di Creta, a meno che i Turchi non decidano comunque di provarci usando un'altra rotta. E cosa succede a Malta? Diventerà Italiana? (made in Generalissimus)

Protesta la Baviera. Guglielmo IV, Duca di Baviera, all'inizio simpatizzava per la Riforma ma poi, inspiegabilmente, cambiò idea quando il Protestantesimo cominciò a diventare sempre più popolare in Baviera e dal 1524 in poi divenne uno dei campioni della Controriforma. Ma se invece tagliasse la testa al toro e si convertisse, lasciando che il Protestantesimo si diffonda e magari aggiungendo un pezzo alla Lega di Smalcalda? (ancora Generalissimus)

Il Canale di Michelangelo. Poco dopo aver intrapreso la colonizzazione del continente sudamericano, le potenze europee scoprirono i metalli preziosi di cui era ricca la sua costa pacifica. Per portarli nel Vecchio Mondo, però, era necessaria la rischiosissima circumnavigazione del Sudamerica attraverso lo Stretto di Magellano. Per questo già nel 1524 l'imperatore Carlo V aveva pensato di tagliare l'istmo di Panama per abbreviare di molto le rotte verso l'Europa, ma le enormi difficoltà tecniche lasciarono quel progetto nel cassetto per secoli. Supponiamo tuttavia che Carlo V incarichi del progetto un certo Michelangelo Buonarroti. Resosi conto del dislivello esistente tra Atlantico e Pacifico, questi progetta un arditissimo sistema di chiuse, avveniristico per l'epoca, e Carlo V, entusiasta, dà il primo colpo di piccone all'opera colossale. Anche ammettendo che per ultimarla ci vogliano 75 anni, e quindi che sia aperta nel 1600, come cambia la storia moderna con il Canale di Panama anticipato di 300 anni? A chi finirà in mano dopo la ritirata spagnola dal Sudamerica? Agli Inglesi, scommetto (ideata da Lord Wilmore)

Il regno di Alvaradia. Pedro de Alvarado, detto "il Massacratore" dagli spagnoli e "Tonaituth" ("Sole Nero") dagli Aztechi, fu senz'altro il più violento e crudele fra tutti i Conquistadores. Inviato da Cortés a sedare le rivolte antispagnole scoppiate nei territori dell'attuale Guatemala, piombò su quelle terre sterminando migliaia di discendenti dei Maya. La sua ferocia fu tale, da suscitare la reazione indignata di Bartolomeo de las Casas, il domenicano amico degli indios che denunciò quelle stragi all'imperatore Carlo V. Il sovrano allora richiamò in patria il "Massacratore" e lo fece processare, ma egli venne assolto perchè si giustificò sostenendo di avere ucciso migliaia di pagani, ostili alla fede cristiana (!). Poté così tornare in America Centrale e sognò addirittura di guidare una spedizione alla conquista delle lontanissime Molucche, ma lo attendeva al varco una fine ingloriosa: morì il 4 luglio 1541, a causa di un calcio sferratogli da un cavallo. Ora, che accade se Alvarado si rifiuta di tornare in patria per essere giudicato, e fonda un suo dominio personale nel Guatemala (l'Alvaradia?), sconfiggendo le truppe spagnole inviate in seguito contro di lui? Oppure se, tornato in America, ce la fa ad attraversare il Pacifico e il suo dominio personale lo fonda in Indonesia? (pensata da Enrica S.)

L'impero dei Rajput. Babur riesce a fare sua Samarcanda e non gli passa nemmeno per la mente di avventurarsi alla disperata in India per cercarsi una nuova terra. I Rajput fanno a pezzi ciò che rimane del sultanato di Delhi e governano su tutto l'Hindustan. Con Udaj Singh si trasformano in un vero e proprio Srivaraja, con la dinastia regnante che guida i sudditi da Udaipur, la nuova capitale, la Venezia indiana. Sono ferventi Hindu, per cui fanno in modo di salvare la pelle a Vijayanagar accorrendo in aiuto contro i sultanati coalizzati del Deccan, che presto o tardi spariscono dalla carta geografica. il regno del sud, in cui la lingua Tamil la fa da padrone, come il regno Cola secoli prima, sviluppa una vocazione talassocratica, aiutato dall'apertura con il commercio degli occidentali. Avrà un destino "siamese" o finirà colonizzato? A nord invece, i Rajput avranno due spine nel fianco: il Punjab ed i nawab del Bengala. Alla fine forse, nel settecento, saranno proprio gli eredi del mancato conquistatore Babur a porre fine all'egemonia Rajput nell'Hindustan, come fecero gli Afghani nel 1761 con l'impero Mughal nella battaglia di Panipat (un colpo di genio di Paolo Maltagliati)

Rinascimento Veneziano. A partire dal '500 la Repubblica di Venezia ha subito una fase di involuzione a causa di due fattori: lo spostamento dell'asse dei traffici mondiali dal Mediterraneo all'Atlantico in seguito alle scoperte geografiche e l'ascesa dei Turchi Ottomani, che la espulsero da tutti i suoi possedimenti in Oriente esclusa la Dalmazia. Ma che accade se la Serenissima Repubblica di Venezia partecipa in prima persona alla corsa al Nuovo Mondo? Se Giovanni da Verrazzano esplora la baia di Manhattan per conto della Serenissima e non del Re di Francia, perchè il Doge ha capito che la strada verso oriente è tagliata dai Turchi, la storia d'America e di Venezia sarà del tutto diversa: invece di subire la decadenza economica, istituzionale e culturale che la caratterizzò nell'età moderna, essa potrà ritrovare al suo interno una spinta verso il rinnovamento politico della sua classe dirigente e delle sue aspirazioni internazionali (avanzata da Mattia Jovino)

La Piccola Venezia. Spin-off dell'ucronia precedente. Avendo già perso tutte le isole dell'Egeo a favore della Turchia Ottomana, Venezia fonda delle colonie nelle Indie Occidentali e Orientali nel XVI e nel XVII secolo. Dopo la conquista austriaca di Campoformio, le colonie si rendono indipendenti (almeno quelle occidentali, le orientali finiscono agli Inglesi pigliatutto) e abbiamo delle isole nelle Antille e delle colonie sulla terraferma che parlano veneto, con una popolazione prevalentemente nera e la élite bianca al governo: gli spagnoli le chiamano Venezuela... (made in Homer; ecco un possibile svolgimento di questa Timeline)

Nuova Venezia/1. Ulteriore spin-off del Rinascimento Veneziano. Il veneto-creolo esiste già, non c'è bisogno di scrivere alcuna ucronia su di esso, si chiama "talian" e viene parlato in varie parti del Brasile da gruppi di veneti ivi trasferiti. Ordunque, nel 1529 Venezia acquista dai banchieri tedeschi Welser il Venezuela, mantenendo di tale possesso sino al 1797, quando a Caracca (la nostra Caracas) si trasferisce il governo in esilio della Serenissima, che magari riesce anche a mantenere le isole Jonie; lo stato di Nuova Venezia, che conta poche migliaia di "bianchi", quasi tutti veneti, friulani, lombardo orientali, istriani e dalmati con qualche piccolo gruppo di slavi, albanesi e greci, tutti fortemente venetizzati, non risente molto dell'ondata indipendentista ispano-americana, e nel 1814 fa si che a Vienna venga decisa la restaurazione della Serenissima, che ottiene anche Ragusa e la bassa bergamasca. Il paese ottiene una forma d'autogoverno attorno al 1820 e l'indipendenza in modo indolore nel 1860, pur mantenendo vincoli costituzionali, commerciali e militari con la Serenissima e, in seguito, con la Confederazione Italiana. La grande immigrazione, a partire dagli anni '20, è di matrice prevalentemente italiana, tanto che tra gli attuali 25.000.000 abitanti il 95% parla italiano, lingua ufficiale della Repubblica di Nuova Venezia, con notevoli differenze rispetto alla lingua parlata nella penisola, e oltre il 30% si dichiara d'origine italiana (un'ucronia targata MAS)

Nuova Venezia/2. E se fosse stato il Nordamerica la cosiddetta "Nuova Venezia", invece del Venezuela? Il veneto(italo)americano diventerà la lingua più importante del mondo, tanto da essere dominante rispetto all'italiano d'Europa. Ma che lingua si parlerà? Prendiamo l'esempio del francese del Québec e della Louisiana: poiché i francofoni del Nordamerica sono discendenti per la maggior parte di coloni originari dalla Normandia e dalla Bretagna, emigrati tra il '600 e il '700, la loro parlata ricorda molto la variante locale e antiquata del Francese di quelle zone. In un scenario del genere, una comunità di veneti o più in generale di elementi allogeni venetizzati parlerà una sorta di italiano con l'accento settentrionale, con elementi lessicali del veneto antico. Oppure sarà il veneto a fungere da base su cui si sedimenteranno elementi lessicali toscani, galloitalici e naturalmente nativi americani. Questo ovviamente senza contare che, in caso di unificazione italiana, i veneti faranno di tutto per conservare la loro specificità, a maggior ragione in America, dove l'italiano non serve per le comunicazioni ed è quindi solo un impiccio. Quale l'impatto della lingua sul nostro immaginario collettivo? La musica internazionale sarà cantata in veneto. I Beatles probabilmente rimarranno un fenomeno locale inglese, oppure dovrann adattarsi al mercato internazionale cantando "Per piaser mi" in luogo di "Please please me" o "la te ama" invece di "she loves you". Il country sarà una musica di festa, che discende direttamente dai canti polifonici da osteria; il blues nascerà dai canti da lavoro degli schiavi neri nelle immense piantagioni americane sulla riva del Piave d'America (il Mississippi), derivato a sua volta dai canti di lavoro dei contadini padani. Il mito dei cowboy sarà colorato di lombardo più che di veneto, dato che dal '600 la Lombardia è sempre stata all'avanguardia nell'allevamento bovino. I cow-boy saranno quindi per buona parte bergamaschi, mantovani e bresciani, che utilizzano tra loro una lingua specifica simile al gaì, linguaggio dei pastori delle Alpi centrali, che li preclude al resto del mondo. Gli indigeni americani saranno visti in modo più accondiscendente, accostandoli alla figura dell'uomo selvatico del folklore alpino, tutto sommato positiva. Gli western saranno presumibilmente molto diversi dai classici a cui siamo abituati, con un Gioan Rota al posto di John Wayne che parla un linguaggio duro e incomprensibile, in buoni rapporti con indigeni solitamente saggi e pacifici... (pensata da Adriano Boni e da Renato Balduzzi)

Araucania/1. Gli Spagnoli e i Portoghesi colonizzano quasi tutto il Sudamerica, ma gli Araucani respingono ogni tentativo degli Europei di penetrare nel loro territorio, e fondano l'Impero di Araucania, che resiste fino al presente; anche la penetrazione del cattolicesimo in queste terre sarà molto lenta, a causa delle persecuzioni scatenate dai sovrani araucani. Come cambia la storia sudamericana? (anche questa è di William Riker)

La civiltà perduta dell'Amazzonia. Oggi la foresta amazzonica rappresenta il più celebre esempio di natura incontaminata, distrutta dall'intrusione dell'uomo moderno. In realtà le recenti ricerche dell'archeologo Michael J. Heckenberger hanno dimostrato che questa regione ha già conosciuto in passato l'intervento umano: egli ha ritrovato tracce di grandi insediamenti precolombiani, circondati da alte palizzate di forma circolare, e collegate tra di loro da una serie ben organizzata di vie e sentieri. All'avvento degli Europei dunque l'Amazzonia era già densamente popolata: il missionario portoghese Gaspar de Carvajal, che condusse una spedizione lungo il fiume Kingu, affluente di destra del Rio delle Amazzoni, il 25 giugno 1542 parlò di isole su cui erano presenti insediamenti così numerosi da spaventare i ben armati conquistadores, ed il pioniere brasiliano Antonio Pires de Campos nel 1720 parlò di un gran numero di villaggi fortificati vicini tra loro e perfettamente organizzati. Ora, che accade se nella foresta brasiliana sorge un grande impero cittadino come quello Inca, governato da un unico capo militare e avvantaggiato da una perfetta conoscenza della giungla amazzonica? Come cambia la colonizzazione europea di quelle terre remote? (sempre William Riker)

Utopia. L'isola di Utopia ideata da sir Thomas More esiste davvero: come cambia la storia il contatto con essa degli occidentali? (geniale proposta di Cesare)

I Fiorentini in Australia. Il nome di Andrea Corsali da Empoli oggi è noto in Italia solo a pochi studiosi di storia, ma è piuttosto popolare in Oceania. Infatti questo ardito navigatore italiano fu il primo a descrivere la costellazione della Croce del Sud, che oggi campeggia sulla bandiera australiana; sua è la prima descrizione delle Nubi di Magellano, anticipando di quattro anni Antonio Pigafetta; egli fu inoltre il primo europeo a sbarcare in Nuova Guinea e a dimostrare che Ceylon e Sumatra sono due isole distinte, mentre gli antichi li confondevano tra di loro come se fossero un'unica isola chiamata Taprobane. Egli sarebbe anche stato il primo ad introdurre in Africa i caratteri mobili da stampa. Tutto questo lo conosciamo grazie alle due lunghissime relazioni di viaggio indirizzate a Giuliano de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, che il Corsali scrisse di suo pugno e spedì dall'India, pubblicate rispettivamente nel 1516 e nel 1518. Ora, supponiamo che il navigatore empolese non si limiti ad intuire l'esistenza dell'Australia, ma vi sbarchi, la circumnavighi e ne prenda possesso a nome dei Medici di Firenze, riportando in patria alcuni aborigeni a testimonianza della propria scoperta. Il Granducato di Toscana ce la farà a mantenere la propria nuova, immensa colonia, e magari a punteggiarne le coste di città abitate da coloni italiani? Se sì, al momento della successione degli Asburgo-Lorena, l'Australia potrebbe passare all'Austria, con il risultato di una ribellione dei coloni italiani contemporaneamente alla riscossa delle colonie spagnole in America, e così avremo un grande stato di lingua italiana nell'emisfero australe, naturale valvola di sfogo, a cavallo tra ottocento e novecento, per l'emigrazione italica; di conseguenza gli USA avranno una componente italiana meno forte, ed Al Capone farà il gangster a Sydney (Nuova Firenze?) anziché a Chicago. Altrimenti, se l'Australia resta un possesso toscano con gli Asburgo-Lorena che vi fuggono in esilio durante l'acquazzone napoleonico, sul modello dei Braganza in Brasile, l'Australia passerà in eredità al Regno d'Italia. Con quali conseguenze sulla storia contemporanea? (se lo domanda il solito William Riker)

La Guerra Russo-Ottomano-Safavide. Nel 1521 Basilio III di Russia ricevette la visita di un inviato dello Scià Isma'il I, il capostipite della dinastia dei Safavidi. Costui aveva intenzione di creare un'alleanza russo-iraniana per combattere il loro nemico comune, l'Impero Ottomano. Evidentemente non se ne fece nulla, ma cosa accadrebbe se i due imperi iniziassero davvero una guerra contro i Turchi? Secondo me i Turchi le suonano a entrambi, e se Mosca non la brucia Solimano la bruciano i polacchi, che dopo la distruzione dello zarato confederano la Russia nella propria unione. I territori popolati da tatari e antiche avanguardie mongole invece restano indipendenti e musulmane sotto l'alta autorità del Califfo. L'Iran non viene conquistato a meno che Solimano non decida di dedicarvisi, tralasciando l'Ungheria. A questo punto, forse la Riforma fallirebbe, con un maggior quantitativo di truppe e denaro a disposizione di Carlo V, oltre che l'alleanza della superpotenza polacca (a quattro mani Generalissimus e feder)

I Portoghesi in Australia. Pare che nel 1522 una spedizione portoghese sia partita da Malacca, giungendo in Australia ed in Nuova Zelanda. Spedizione che non portò a nulla. Ma se invece si aprono rapporti commerciali tra Aborigeni, Maori e Lusitani? (l'ennesima proposta di Lord Wilmore)

Il passaggio a Nordovest esiste. La Gran Bretagna riesce ad impossessarsene e diventa già nel cinquecento una potenza navale in grado di contrastare Spagna e Portogallo (ideata da William Riker)

Chiesa Erasmiana. Il grandissimo umanista Erasmo da Rotterdam cerca di cogliere il meglio dal Cattolicesimo e dal Protestantesimo, mostrando ai colleghi umanisti che una terza via è possibile. In pratica propone un cristianesimo fondamentalmente legato ancora al cattolicesimo, ma senza riti inutili e maggiormente improntato, rispetto alla predestinazione dei protestanti, al libero arbitrio degli esseri umani: un ottimismo di stampo umanista. Se avversate sul Continente, tali teorie potrebbero avere successo benissimo in Inghilterra, visto che Erasmo era molto amico di Tommaso Moro, e trovare accoglienza presso la corte di re Enrico VIII; l'anglicanesimo può quindi svilupparsi su tali basi (grazie a Never75)

Papi del Rinascimento/4. Alternativa all'ucronia precedente. Erasmo diventa cardinale, poi viene fatto eleggere papa da Carlo V, al posto di Adriano VI. Diventerà lui la principale vittima di "Pasquino"? O invece riuscirà a trovare un compromesso con Lutero, bloccando, o almeno limitando, la Riforma protestante? (questa è di Francesco Dessolis)

Papi del Rinascimento/5. Nel conclave del 1523 Enrico VIII cercò senza successo di far eleggere papa Thomas Wolsey. E se fosse proprio lui a diventare pontefice al posto di Clemente VII? Wolsey concederebbe l’annullamento del matrimonio tra Enrico VIII e Caterina d’Aragona e lo scisma anglicano, almeno nel 1528, verrebbe evitato. Tuttavia le motivazioni politiche ed economiche che portarono allo scisma resterebbero in piedi. Inoltre se papa Wolsey concedesse la separazione, Carlo V andrebbe su tutte le furie. Non solo si arrabbierebbe comunque con Enrico VIII, ma se la prenderebbe anche col pontefice, minacciando un'invasione dei suoi Stati, anticipando addirittura il Sacco di Roma. Mediato dal papa, probabile un riavvicinamento Francia/Inghilterra in funzione antispagnola e antiimperiale con conseguenze/divergenze ucroniche importantissime (di nuovo Generalissimus)

Enrico I d'Irlanda. Quando Enrico VIII meditava sul da farsi per la questione Irlandese, un suggerimento fu quello di rendere Re il suo figlio naturale Enrico Fitzroy, l'unico figlio extramaritale di Enrico VIII ufficialmente riconosciuto. La soluzione venne rigettata perché si temeva di ripetere ciò che era accaduto in Scozia: creare due linee di monarchie imparentate che con il tempo divergono su questioni geopolitiche, e per questo Enrico prese la corona per sé. Ma se invece il piano venisse attuato, lasciando ad Enrico (primo della casata Fitzroy) il trono con larga autonomia? Il Papa aveva preparato una dispensa speciale per un matrimonio tra Enrico e Maria Tudor (in modo da ricucire la frattura con gli spagnoli ed evitare l'annullamento con Caterina). Nell'ipotesi che Enrico diventi Re questo potrebbe rivelarsi possibile. Enrico VIII dunque fa sposare sua figlia con il suo "figliastro". Un figlio dominerà l'Irlanda ed uno, successivo, l'Inghilterra. Enrico non avrà che da aspettare un po' e Caterina morirà comunque, potrebbe arrivare ad avere Edoardo in ogni caso. Alla morte di Edoardo si pone il problema della successione, che potrebbe vedere una monarchia in unione personale: Enrico con l'Irlanda e Maria in Inghilterra, e il loro figlio unisce le due corone mantenendo però la separazione dei parlamenti, con annessi vantaggi autonomistici per l'Irlanda (proposta da MorteBianca)

Riforma ortografica inglese. La lingua inglese, nel corso del '500, mutò moltissimo la pronuncia. In quel periodo molti dittonghi e molte vocali mutarono completamente suono, dando origine all'irregolare e complessa pronuncia delle vocali inglesi e alla pratica disperata dello spelling per fissare uno standard di pronuncia corretta. Nessuno, curiosamente, ha mai proposto seriamente di riformare l'ortografia inglese per adattarla alla pronuncia, come accaduto, ad esempio, con il tedesco. Ammettiamo invece che questo avvenga, e l'inglese di oggi venga scritto in buona corrispondenza con la pronuncia. L'impatto della lingua di Chaucher sarà ancora più forte sui non anglofoni, dato che la sua lettura sarà molto più semplice. In tal caso, sarà davvero un'ottima lingua internazionale! (muova ucronia linguistica di Renato Balduzzi)

L'alfabeto Tudor. Enrico VIII li è infastidito dal fatto che l'alfabeto latino sia poco adatto alla lingua del suo paese, e considera l'uso come un retaggio della dominazione romana. Per questo motivo arruola i migliori intellettuali del regno e li incoraggia a creare un nuovo alfabeto che sia autenticamente di concezione inglese e perfetto per rappresentare tutti i suoni della lingua. Nasce così (oltre 4 secoli prima gli studi patrocinati da George Bernard Shaw) l'alfabeto Tudor (in HL Shavian), e visto che la sua adozione arriva più o meno negli stessi anni in cui si diffondono le moderne tecniche di stampa, si afferma in modo stabile soppiantando il vecchio alfabeto latino. Come cambia la storia? L'inglese si affermerà ugualmente come lingua globale, oppure la necessità di usare un alfabeto diverso lo renderà meno popolare? Ci saranno altre lingue che potrebbero adottare l'alfabeto Tudor, così come le lingue di vari popoli collegati alla Russia hanno adottato il cirillico? L'Irlanda, al tempo di Enrico VIII, era già sotto controllo politico inglese. In HL gli inglesi hanno cercato di assimilare gli irlandesi imponendo loro l'uso dell'inglese, in questa TL avrebbero potuto puntare all'applicazione del loro nuovo alfabeto all'idioma celtico. L'irlandese del resto aveva una tradizione più orale che scritta ed anche per quella lingua l'alfabeto latino è stato adattato piuttosto a fatica. Certo, gli irlandesi ostili alla dominazione inglese avrebbero fatto di tutto per continuare a usare l'alfabeto latino. Probabilmente dopo la nascita dell'Eire il gaelico irlandese sarebbe passato ufficialmente all'alfabeto latino, mentre l'inglese, essendo legato all'alfabeto Tudor, sarebbe caduto in disuso (probabilmente nelle scuole irlandesi sarebbe stato usato prevalentemente l'alfabeto latino per favorire il processo di abbandono dell'inglese). In Irlanda del Nord invece sarebbe ancora l'inglese la lingua ufficiale e l'irlandese potrebbe essere usato scrivendo in alfabeto Tudor; quindi l'Eire sarebbe culturalmente più irlandese, ma sarebbe più difficile comunicare con gli irlandesi del nord (farina del sacco di Alessio Mammarella)

Senza la Svezia. Gustavo I Vasa non riesce a liberare la Svezia dal giogo danese. Cosa riserva il futuro per l'Unione di Kalmar? La "secessione" svedese aveva due scopi: dall'interno, un cambio di egemonia (non si trattava di pura indipendenza); dall'esterno, malcelati piani di inserimento dinastico da parte imperiale (asburgica). Se non avesse avuto luogo, l'Unione avrebbe attuato una politica ancora più imperialistica di quella svedese, in primo luogo nei confronti della Polonia. Finirà per frantumarsi violentemente in seguito ad altre rivolte? O diverrà più forte che mai e creerà un impero coloniale oltremare, conquistando il Canada? E la Svezia? Diventerà indipendente solo a partire dal 1814 prendendo il posto della Norvegia della nostra Timeline? (questa è di Generalissimus e di Bhrg'hros)

La Svezia non protesta. Le condizioni che portarono nel XVI secolo la Svezia ad aderire alla Riforma Protestante furono molto simili a quelle inglesi. Alla pari infatti del ben più noto Enrico VIII, anche Gustavo I Vasa entrò in conflitto col papa per motivi anche più banali di quelli del re inglese. Infatti egli, dopo aver espulso dalla Svezia l'arcivescovo di Uppsala chiese a papa Clemente VII di confermare come nuovo episcopo un uomo di sua scelta. Il papa rifiutò questa e altre richieste del sovrano che, a questo punto, agì di propria iniziativa. Ormai il salto era fatto e Gustavo I decise di chiudere definitivamente con Roma e aderire alla Riforma nella versione luterana. Poniamo però che il papa sia meno inflessibile o che lo stesso Gustavo torni sulle sue decisioni; che conseguenze avrebbe una Svezia cattolica nei secoli successivi? Stretta fra Stati protestanti e ortodossi ricoprirebbe un ruolo simile alla Polonia e la sua partecipazione dalla parte opposta nella Guerra dei 30 anni potrebbe essere decisiva ai fini del conflitto. Sarebbe possibile prospettare per il futuro un matrimonio asburgico che porterebbe anche il Regno di Svezia nella compagine austriaca-imperiale? Fin troppo facile ipotizzare che Cristina sposi Ferdinando II? (made in Never75)

Stato d'Israele Rinascimentale. Nel 1524 David Reubeni, capo della tribù ebraica di Ruben, si recò dal papa Clemente VII per proporgli di far combattere anche gli Ebrei per la Riconquista della Palestina. Reubeni ottenne l'approvazione del papa e si recò quindi in Portogallo per ottenere un esercito. Il consigliere del Re del Portogallo. Diego Piras, si dichiarò lui stesso ebreo (sotto il nome di Salomone Molho) ed alla guida di una folla di ebrei festanti si recò alla corte di Carlo V per ottenere navi e poter partire per la Terrasanta. Purtroppo le cose poi andarono male per tutti e due. Gli stessi ebrei italiani (gelosi di lui) denunciarono Molho all'Inquisizione mentre Reubeni, rimasto solo, si dedicò alla predicazione. Ma se l'idea strampalata dei due ha successo e riescono ad imbarcare Ebrei da tutta l'Europa per la "Crociata"? Se riescono nel loro intento, molto probabilmente le cospicue comunità ebraiche presenti nell'Impero Ottomano non se ne stanno a guardare e si uniscono a loro, fungendo da quinta colonna e organizzando rivolte su rivolte in tutta l'Asia Minore ed il Nord Africa. La Palestina (ri)diventa ebraica più di quattro secoli prima, mentre i cristiani (per ringraziare Carlo V ed il Papa dell'aiuto prestato) ottengono libero accesso ai Luoghi Santi e rimangono comunque in Palestina come cospicua minoranza, mentre in condizioni assai più grame si trovano i musulmani. Il nuovo Stato d'Israele, con a capo lo stesso David Reubeni come re, viene protetto dalle Nazioni Occidentali, fungendo da Stato Cuscinetto tra i domini ottomani e quelli degli Stati Europei, che lo vedranno come luogo favorevole per espatriarvi tutti gli ebrei poco graditi in Europa. La presenza degli Ebrei in Europa è così irrilevante (niente Spinoza e niente letteratura yddish!) e ciò risulta una grossa perdita un po' per tutti. Come cambia la Storia del Medio Oriente uno Stato d'Israele in pieno XVI secolo? (ancora Never75)

La fatal Pavia. Francesco I rimane ucciso nella battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525. In questo caso Carlo V ha ancora più campo libero. Non solo manterrà il Ducato di Milano, ma pure la Borgogna rientrerà nell'orbita imperiale. Il papa non ha la possibilità di bandire una lega difensiva e quindi viene evitato anche il Sacco di Roma. Avendo liquidato il problema francese, Carlo V ha più tempo e risorse nel sistemare i Protestanti e gli Ottomani. Probabile una Lega Santa già negli anni '30. A vedersela brutta sarebbe la Francia, con un Delfino bambino (Francesco II in questa Timeline) attorniato da un Consiglio di Reggenza e con una situazione finanziaria paurosa. Potrebbero scoppiare prima le Guerre di Religione? (sempre Never75)

Das freie Tirol/2. Nel 1525 la Serenissima appoggia più concretamente la rivolta di Michael Gaismair in Tirolo. Gaismair e i suoi costringono all’esilio gli ultimi principi-vescovi di Trento e Bressanone, e il Tirolo diventa una libera repubblica con una discreta popolazione protestante. Venezia, in cambio della protezione, incamera l’Alto Garda e Rovereto. Una bella grana per gli Asburgo che cercano in ogni occasione di riprendersi i territori sottratti, ma invano. Nonostante le differenze linguistiche (italiane, ladine e tedesche) e religiose (cattolici, luterani e zwingliani) il piccolo Stato prospera grazie alla posizione strategica e alle numerose miniere di sale, argento e oro. Probabile che, dopo la Guerra dei Trent’anni, la Confederazione tirolese si unisca alla Svizzera creando uno Stato Alpino multietnico ancora più forte e temibile (un'ucronia tirolese di Never75)

La Prussia cattolica. Alberto, il primo Duca di Prussia, fu anche l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine Teutonico a governare sullo stato fondato dai "crociati del nord". Abile amministratore politico e comandante militare, riuscì efficacemente ad invertire il declino nel quale era piombato lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici, fino a quando nel 1525 non lo "tradì" convertendosi al Protestantesimo, trasformandolo in un suo ducato personale ereditario e laicizzandolo nel processo. In fin dei conti si potrebbe dire che fu il fondatore di quello che divenne il più potente stato tedesco e, indirettamente, il responsabile dell'unificazione tedesca. Ma cosa accadrebbe se Alberto I e Martin Lutero non si incontrassero mai, l'Hohenzollern rimanesse fedele al Cattolicesimo e lo stato dell'Ordine Teutonico continuasse ad esistere nella sua forma originaria? O l'assorbimento nei domini polacchi o asburgici è inevitabile? (scritta da Generalissimus)

Fuori i barbari! Nel 1525 il condottiero Fernando Francesco d'Avalos, al servizio di Carlo V d'Asburgo, sconfisse le truppe francesi nella Battaglia di Pavia, ma pare che rimase insoddisfatto del trattamento ricevuto dall'Imperatore in seguito alla sua vittoria. Approfittando di questa situazione il segretario del Duca di Milano Francesco II Sforza, Girolamo Morone, lo contattò per sottoporgli il suo piano per cacciare dall'Italia Francesi, Spagnoli e Tedeschi e ricompensare il condottiero campano il trono del Regno di Napoli. Forse il d'Avalos fu anche tentato da questa offerta, ma alla fine decise di comportarsi in modo leale nei confronti dell'Imperatore, gli spifferò tutto e Girolamo Morone finì in carcere. E se invece prevalesse il risentimento nei confronti di Carlo V e accettasse? (sancora Generalissimus)

Ucronia immunoterapica. Nel 1525 Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim (1493-1541), medico svizzero che si firma Paracelso, nel corso dei suoi studi sulle erbe tra le montagne del suo paese raccoglie la tradizione diffusa tra i mungitori delle Alpi secondo cui l'infezione da parte della forma bovina del vaiolo, molto meno pericolosa della forma umana, potrebbe proteggere anche da quest'ultima. Così Paracelso idea un esperimento ardito ma pericoloso: inocula in un bambino svizzero di 8 anni del pus estratto da una pustola di vaiolo bovino. Il ragazzo contrae il vaiolo bovino, e si rimette completamente dopo sei settimane di convalescenza. Subito dopo Paracelso gli inocula il siero di pustole umane, e la "cavia" non mostra nessun sintomo della malattia, dimostrando che l'immunizzazione dovuta al vaiolo bovino conferisce immunità verso il vaiolo umano. A differenza della nostra Timeline, Paracelso non diventa il più grande erborista del Rinascimento, ma in cambio inventa la vaccinazione, così detta dal vaiolo delle vacche, con 270 anni di anticipo (nella nostra Timeline l'esperimento fu eseguito dal medico inglese Edward Jenner il 14 maggio 1796). La vaccinazione si diffonde su larga scala, alimentata dal terrore suscitato dalle epidemie così frequenti nei secoli passati, e presto Fracastoro ed altri medici insigni scoprono come immunizzare anche contro peste, colera, difterite e tetano. Le grandi pestilenze del '500 e del '600 non si verificano; Manzoni dovrà trovare un'altra "scopa" per eliminare don Rodrigo ed altri cattivoni nei suoi "Promessi Sposi"; e la durata della vita media umana subisce un balzo in avanti di vent'anni. Quali gli impatti di tutto ciò sull'era moderna? (quinta ucronia epidemiologica di William Riker)

In memoria di Giovanni. Il 30 novembre 1526 si spegneva, tra atroci sofferenze, il leggendario condottiero Giovanni de’ Medici dalle Bande Nere, ucciso da setticemia causata da una ferita alla gamba dovuta al colpo di un falconetto. In seguito a ciò in una cronaca del tempo si legge “a motivo della sinistra sorte capitata al Signor Joanni de’ Medici i più illustri capitani e comandanti fecero auspicanza affinché mai più venisse usata contro l’uomo la potente arma da fuoco”. Quest’"auspicanza" cadde, ovviamente, nel vuoto... ma se fosse stata presa seriamente in considerazione da sovrani e dal sommo pontefice? L'auspicanza non era rivolta alle armi da fuoco tradizionali da campo, come l'archibugio, lo schioppo, eccetera, ma alle armi pesanti come colubrina, falconetto, bombarda, e via dicendo. Vedo possibile quindi un disuso delle armi pesanti sul campo di battaglia, niente cannoni ridotti di Gustavo Adolfo, magari si sviluppano prima le artiglierie "moderne" per gli assedi. Come cambia la storia moderna? (un'ucronia di ventura di Kalos1597)

Sacco Matto. Giovanni de' Medici non muore nel 1526 a causa della ferita di arma da fuoco, ma sopravvive. Con le sue "Bande Nere" riesce a mettere in rotta i Lanzichenecchi inviati da Carlo V, ed il Sacco di Roma non si verifica. Di conseguenza Papa Clemente è più libero di agire e concede ben volentieri l'annullamento del matrimonio di Enrico VIII da Caterina d'Aragona, anche per fare uno sgarbo a Carlo V, di cui Caterina è zia (nella nostra Timeline non lo fece solo perché il papa era allora di fatto prigioniero dell'imperatore). A questo punto il Re d'Inghilterra decide a sua volta di intervenire nelle "Guerre d'Italia" a fianco dei Francesi. Carlo V è sconfitto ed abdica, e la Penisola viene divisa tra Francesi ed Inglesi. Conoscendo la "vocazione marinara" dei Britannici, si tengono Sicilia, Sardegna e Genova mentre lasciano ai Francesi il Milanese e il Regno di Napoli (un colpo di genio di Never75)

Er Parlà de Noantri/1. Fino al XVI secolo a Roma era diffusa una parlata del gruppo dialettale mediano, del tutto simile ai dialetti della campagna laziale. Dopo il sacco di Roma, fu favorita l'immigrazione da diverse parti d'Italia e d'Europa per ripopolare la Città Eterna. Una serie di circostanze volle che la parte preponderante degli immigrati fosse di origine toscana. Il risultato fu la toscanizzazione della parlata cittadina, da cui derivò il romanesco odierno. Possiamo tuttavia calcolare la possibilità che la maggioranza degli immigrati giunga dall'Italia settentrionale. Essendo i dialetti galloitalici codici linguistici più distanti dalla parlata locale rispetto a quelli toscani, probabilmente l'influsso sarà minore, ma ne uscirebbe tuttavia una mistura interessante che, forse, ricorderebbe le parlate dell'Alto Tevere umbro e delle Marche centrali, al confine con l'area romagnola. Le conseguenze storiche potrebbero essere interessanti: il romanesco, sintesi delle due grandi aree linguistiche italiane (quella settentrionale e quella centro-meridionale) avrebbe un prestigio molto diverso da quello odierno, soprattutto a Settentrione, dove Roma apparirebbe un po' più vicina al Nord (ideata da Renato Balduzzi)

Er Parlà de Noantri/2. Già che abbiamo tolto i freni alla fantasia, possiamo tenere in considerazione un'altra componente migratoria: quella tedesca. In un periodo di persecuzioni religiose, la prospettiva di emigrare a Roma poteva apparire allettante per i cattolici tedeschi. Effettivamente, molti tedeschi giunsero a Roma, ma non furono una componente fondamentale del flusso migratorio. E se invece lo fossero? Il loro dialetto (o per meglio dire dialetti) innestato sulla parlata mediana a quale risultato linguistico porterebbe? Sarebbe curioso per noi sentire il romanesco odierno, che forse potrebbe apparire assai simile all'italiano parlato in Alto Adige! (ancora Renato Balduzzi)

I Borboni di Milano. Il Connestabile Carlo III di Borbone-Montpensier non viene ucciso (forse dal Cellini) nel 1527. Il Sacco di Roma avviene in modo molto più moderato che nella nostra Timeline. Carlo V può quindi ricompensarlo con il Ducato di Milano (come aveva intenzione di fare). Conseguenze a lungo periodo? (pensata da Bhrg'hros e da Never75)

Il sacco di Firenze. Ho sentito alla radio che recentemente sono stati scoperti dei documenti di Guicciardini dai quali si proverebbe il suo immenso talento diplomatico. Pare che il noto studioso e storico fiorentino, benché nel 1527 fosse ai servizi del papa, per amore della sua città natale avesse brigato coi Lanzichenecchi per spingerli a porre il Sacco a Roma anziché a Firenze, che pare fosse la loro principale destinazione. Poniamo invece che il saccheggio riguardi la città toscana, peraltro già in preda a una sorta di guerra civile fra repubblicani e palleschi (ossia sostenitori dei Medici). Intanto si azzerebbe o quasi la spinta rinascimentale che peraltro era già in riflusso. Oltre a danni evidenti a monumenti e opere d'arte che verrebbero profanate senza riguardo la città potrebbe non riprendersi mai più, a differenza di Roma. Dopo il saccheggio i repubblicani si troverebbero in una situazione ancora più difficile da gestire. Carlo V potrebbe a questo punto decidere di infeudare anche la città toscana a un'altra dinastia alternativa ai Medici. Magari, come avvenne per quasi tutti i territori italiani, potrebbe assegnare anche questa signoria al figlio Filippo II che alla spartizione dell'impero paterno si troverebbe praticamente padrone di tutta la Penisola. Del resto anche in HL non fu particolarmente felice del ritorno dei Medici, in questo caso, a maggior ragione, opterebbe per una soluzione diversa. Siena si salverebbe anzi, magari potrebbe approfittare della debolezza del vicino per strappargli ulteriori territori. Di converso a Roma le cose vanno un po' meglio. Salvandosi per il rotto della cuffia dal saccheggio, il papa potrebbe proseguire nella sua opera di mediazione tra imperatore e re di Francia. Roma contenderebbe a Venezia il primato di città rinascimentale e accorrerebbero nell'Urbe ancora frotte di artisti. Questo potrebbe anche modificare gli sviluppi artistici successivi. Sarebbe nato lo stesso il Barocco? La parlata romanesca, così come la conosciamo oggi, non esisterebbe e il dialetto parlato sarebbe molto più simile al napoletano. Senza poi la diaspora di tutti gli artisti che fuggirono da Roma assediata ed esportarono il manierismo in tutta Europa anche nel resto del Continente le "novità" italiane arriverebbero con più ritardo (ancora Never75)

La Seconda Cattività Papale. Durante il Sacco di Roma le truppe imperiali catturano Clemente VII, che viene portato in Spagna come “ospite” di Carlo V. Poniamo che gli Asburgo riescano a mantenere in Spagna la sede papale: come cambia la storia? Gli stati Pontifici si disgregano e nascono nuove signorie; forte penetrazione del protestantesimo in Italia (specie a Venezia); Roma, dopo una serie di lotte furibonde, diventa una signoria sotto una famiglia nobile (magari i Colonna), ma perde il suo prestigio e diventa una città italiana tra le tante. A livello mondiale il papato legato strettamente alla corona di Spagna perde la sua centralità a favore dell'autonomia delle chiese nazionali (proposta da Damiano)

Papi del Rinascimento/6. Durante il sacco di Roma del 1527, che provoca un enorme scalpore in tutto il mondo cattolico, anche papa Clemente VII rimane tra le vittime del saccheggio. Questo è senz’altro un duro colpo per il cattolicissimo Carlo V, che ha fatto della sua fede cattolica un punto di forza nel programma del suo Impero, e va tutto a vantaggio dei suoi rivali: Francesco I, i Turchi e i Principi Protestanti (proposta da Never75)

Papi del Rinascimento/7. Alternativa alla precedente. Clemente VII muore durante il Sacco di Roma del 1527 e al soglio pontificio viene eletto qualche mese dopo comunque Paolo III. Sviluppi sulla situazione italiana? Beh, diciamo che era comunque giocoforza riconciliarsi con Carlo V e poi mantenere una politica a dir poco prudente nelle questioni estere. Quindi la situazione europea dovrebbe cambiare ben poco. Cambierebbe comunque qualcosa in Italia. Clemente VII dopo essersi riconciliato con Carlo V brigò con lui affinché i suoi parenti Medici tornassero a Firenze e stavolta legittimati dall'Imperatore stesso nel loro ruolo. Paolo III (che non era medici, ma Farnese) non avrebbe tutto 'sto interesse e lascerebbe la Repubblica. Credo che non avrebbe neppure il coraggio di proporre il figlio Pierluigi come eventuale (gran)duca di Toscana, visto che in HL quando ha provato a farlo semplicemente duca di Parma e Piacenza (terre peraltro pontifiicie) successe il diavolo a quattro. Quindi Firenze, Siena e Lucca rimangono repubbliche facenti parti del SRI. Pensando per analogia alla politica estera di Lucca (praticamente inesistente) è facile immaginare che anche per Firenze e Siena le cose andrebbero più o meno nello stesso modo. Del resto, pure in HL, dopo la conquista di Siena nel 1555 il Granducato di Toscana (tolta la diatriba sulla successione alla morte dell'ultimo Medici) ebbe sulla situazione internazionale un interesse pari a zero. Una variante sarebbe che Caterina de' Medici, ormai appartenente a una famiglia senza importanza, non verrà scelta come moglie del Delfino Enrico, ma si dovrà optare per un'altra fanciulla. Ponendo che la situazione storica successiva vada più o meno come in HLalla fine di un eventuale Congresso di Vienna, a chi andrebbero i tre suddetti Stati? Non esistendo più il SRI, verrebbero comunque lasciati sopravvivere come repubbliche indipendenti, residui anacronistici e archeologici di un passato non più esistente (ne dubito) oppure potrebbero venire assegnati agli altri principati restaurati? Magari la stessa Firenze, la più estesa territorialmente, potrebbe essere divisa tra Modena, Stati Pontifici e Piemonte per via della contemporanea annessione di Genova. Ciò potrebbe modificare in modo significativo gli avvenimenti successivi... (ancora Never75)

Papi del Rinascimento/8. Carlo V si arrabbia con Clemente VII per il suo atteggiamento smaccatamente filofrancese e per i suoi continui cambi di bandiera, e lo punisce inviando in Italia i tristemente famosi lanzichenecchi. Ma la loro venuta sulla Città Eterna, da truppe di passaggio, si trasforma in occupazione stabile. Ad un certo punto Carlo fa prelevare il pontefice e lo porta al sicuro a Trento. e nel frattempo ne approfitta per invadere gli Stati Pontifici e Firenze (ancora in preda alle guerre civili). In Italia Centrale viene così costituito un nuovo vicereame direttamente dipendente dall'Impero. Le proteste del papa sono inutili visto che si trova prigioniero all'estero. Carlo obbliga il pontefice ad iniziare il Concilio che, cominciando prima e con la partecipazione dei Protestanti, riesce se non ad eliminare, almeno ad arginare la Riforma. In seguito Carlo ridona al Pontefice la città di Roma (ma solo quella), mentre il resto dei suoi Stati rimane sottomesso all'Impero. Con la divisione di quest'ultimo, viene affidato a Filippo II Re di Spagna (analogamente a Napoli, Sicilia e Ducato di Milano). Gli Spagnoli in pratica si ritrovano padroni di tutta l'Italia, eccettuata la sola Venezia, che viene amministrata da quattro Vicerè (Milano, Napoli, Sicilia ed Italia Centrale). Un'Unità d'Italia (seppur realizzata sotto sovrani stranieri) anticipata a metà Cinquecento ed una non sussistenza dello Stato Pontificio nel mezzo, potrebbe far crescere un certo nazionalismo da parte degli italiani stessi e contribuire ad una loro eventuale riunione politica magari sotto i Borboni di Napoli già a metà Settecento (proposta da Never75)

Diaspora protestante. Carlo V si fa promotore di una immensa crociata antiprotestante. L'apocalittico conflitto ha conseguenze molto importanti sulla storia dell'Europa. In cerca del maggior numero possibile di soldati, Carlo V potrà concedere il riscatto dallo stato di schiavitù ad alcune tribù sudamericane convertite al cattolicesimo, promettendo una lauta ricompensa nella terra dei conquistatori, come i vari troni vacanti dei principi protestanti. Devastato il nord della Germania, la crociata ovviamente continua su due fronti: quello inglese e quello scandinavo. Sarà un ottimo pretesto, tra l'altro, per allargare impunemente i possedimenti imperiali. Spingendo alle estreme conseguenze il clima di "caccia all'eretico" che si respira in una sorta di guerra mondiale dell'età moderna, tutta la popolazione protestante viene costretta a lasciare l'Europa per non essere uccisa. Popoli già profondamente riformati, quali inglesi e scozzesi, si trovamo decimati e forse scalzati da immigrati cattolici irlandesi, francesi e spagnoli chiamati dall'Imperatore a ripopolare quei territori. In Germania del nord e in Scandinavia la stessa situazione, forse a favore dei polacchi in Prussia e Boemia, degli austriaci e degli slavi meridionali nella piana ungherese. Avremo un Nordeuropa a metà tra il teutonico e l'amerindio, con principi pellerossa cristiani con i copricapi piumati alla guida di piccoli feudi imperiali. In ogni caso scandinavi, prussiani, scozzesi e inglesi emigreranno in massa nell'unico paese allora in grado di ospitarli: l'Impero Ottomano. Probabilmente gli abitanti delle Isole britanniche e della costa atlantica della Scandinavia si stabiliranno sulle coste marocchine, mentre gli abitanti baltici e continentali rifluiranno verso i Balcani e l'Anatolia. A questo punto, essendo profondamente religiosi, i protestanti provochino fastidi al paese islamico e si spostino verso le terre poco popolate dell'Asia centrale e della Persia, oppure in India o in Cina... (l'ha ideata Renato Balduzzi)

Ikkō-ikki. E se fossero i seguaci del Buddha Amida Ikkō-ikki ad abbattere lo Shogunato Ashikaga e unificare il Giappone? Magari potrebbe iniziare tutto con una riuscita conquista della capitale nel 1528, quando invece vennero respinti dai monaci seguaci del Nichiren... (se lo chiede Generalissimus)

Vinca l'Inca/1. Huayna Capac, padre di Atahualpa, muore probabilmente di vaiolo (portato dagli Spagnoli) più o meno nel 1527, e con lui muore l'erede ufficiale Ninan Cuyochi, provocando la guerra tra Huascar e Atahualpa. Atahualpa sta avanzando verso Cuzco per eliminare Huascar, dopo la sconfitta delle armate di quest'ultimo, quando incontra gli Spagnoli a Cajamarca. Dunque, se Huayna Capac non muore, o se Ninan Cuyochi non muore, l'impero rimane unito e mai il Malqui (imperatore) si sarebbe trovato in una situazione cosi vulnerabile di fronte agli stranieri. Ninan Cuyochi invia suo fratello Huascar ad incontrare Pizarro e sarà lui ad essere fatto prigioniero, lo Spagnolo prova a tenerlo come ostaggio. Il Sapa Inca, consigliato dal capace Atahualpa, suo fratello, rifiuta e lascia che Huascar sia bruciato sul rogo. Inizia allora una guerra spietata che vedrà la morte di tutti i Spagnoli e l'inizio delle lunghe e sanguinose guerre Inca per la monarchia iberica (è di Perchè no?)

Effetto boomerang alla francese. Nell'estate 1528 il comandante dell'esercito francese, Odet de Foix, conte di Lautrec, ebbe una trovata che al momento gli parve geniale: far distruggere ai suoi uomini le condutture dell'acquedotto della Bolla. Chiudere i rubinetti dell'acqua agli spagnoli dell'imperatore Carlo V, asserragliati in Napoli da un paio di mesi, non sembrava certo una cattiva idea per costringerli alla resa; purtroppo il generale transalpino non aveva considerato il fatto che quella stessa acqua avrebbe trasformato m putride paludi i terreni dove si erano accampati gli assedianti, come appunto accadde. E così, il caldo afoso di quell'anno scatenò una violenta pestilenza di cui rimase vittima lo stesso Lautrec. Mentre i francesi superstiti si ritiravano, per Carlo V si spianava la strada verso l'incoronazione a re d'Italia, che gli era stata a lungo contesa dal re di Francia, Francesco I. Questo fu uno dei tanti casi in cui un semplice bacillo ha abbattuto generali, sterminato armate e cambiato il corso della Storia. Ma se Odet de Foix si mostra più avveduto, non taglia nessun acquedotto e riesce ad espugnare Napoli? Francesco I ce la fa a spuntarla, si fa incoronare re d'Italia e crea una duplice monarchia italo-francese. Conseguenze? Carlo V si rassegna o ci riprova? (sesta ucronia epidemiologica di William Riker)

Papi del Rinascimento/9. Papa Paolo III (al secolo Alessandro Farnese) fu un papa nepotista e corrotto ma, oltre a farsi protettore delle Arti e degli artisti, ebbe il merito di aver cominciato il Concilio di Trento che, seppure non servì ad eliminare la Riforma Protestante, almeno ne ridusse la portata. Tale Concilio peraltro rischiò più volte di essere sospeso o rimandato. Nel 1547, appena due anni dopo l'aperture del Concilio, il Duca di Parma e Piacenza nonché figlio naturale dello stesso papa, Luigi Farnese, politicamente filo-francese, fu assassinato per ordine (pare) dello stesso Carlo V. Ciò esacerbò i già aspri rapporti tra Papa ed Imperatore, il quale paventò addirittura un secondo Sacco di Roma nel caso il Pontefice non avesse fatto riprendere a Tranto i lavori conciliari. Alla fine il Papa capitolò, ma se non lo avesse fatto? Carlo V lo punisce facendo di nuovo calare i Lanzi e Roma viene distrutta e violentata una seconda volta nel giro di vent'anni. Senza un Concilio, poi, la Riforma si diffonde ancora di più, anche in Italia e Spagna, ed oggi il Cattolicesimo è una confessione minoritaria. Inoltre le devastazioni della Città Eterna diminuiscono alquanto, se non annullano del tutto, la portata del Rinascimento successivo (ancora Never75)

Cantiamo a Kappel(la). I Protestanti svizzeri vincono entrambe le guerre di Kappel, e Huldrych Zwingli non muore in battaglia. Il protestantesimo di Zwingli era molto diverso sia da quello di Lutero che di Calvino. Era, per così dire, un cristianesimo "umanista". Se si fosse affermato con maggior successo, forse non avremmo avuto quello strappo tra cultura religiosa e cultura umanista (fede-ragione) che condizionerà tutta l'Europa nei due secoli successivi. Se tale modello potesse diffondersi al di là dei confini della Confederazione (venendo così a creare una quarta versione protestante dopo la luterana, calvinista e anglicana) le cose si potrebbero complicare ancora di più. Specie per quanto riguarda la guerra dei 30 anni... (pensata da Generalissimus e da Never75)

Il Grandissimo Mogol. L'Impero del Gran Mogol unifica l'India per la prima volta e poi si estende a Persia, Turchia, Egitto, Turkestan, Indocina e Cina (proposta da Bhrg'hros)

Il Piccolo Mogol. Babur ("la Tigre), il primo sovrano Moghul, era nato in esilio, perchè la sua terra natale, l'Afghanistan, era stata invasa dalle orde di Nogai e degli Uzbeki. In effetti l'intera avventura dei Moghul in India non sarebbe avvenuta se queste orde non fossero discese dalle steppe russe verso l'Asia centrale. Babur avrebbe regnato sulla sua Terra natia, e questo potrebbe voler dire la costruzione di un forte stato mussulmano nell'Asia centrale, che potrebbe dare qualche grattacapo alla Russia Zarista quando intraprenderà la sua conquista dell'Oriente, ma che però potrebbe anche spappolarsi molto prima esattamente come successe all'India Moghul e essere solo un altro microscopico Khanato come Khiva e Bukhara che i russi annetterebbero facilmente. E l'India stessa? Non è impossibile che vi sia un invasione afghana dell'India settentrionale (Indostan), ma per forza di cose essa non potrà spingersi nelle pianure del Deccan o nel Bengala. Di conseguenza il Regno del Bengala rimarrebbe influente e potrebbe occuparsi attivamente dei piani di conquista verso la Thailandia per monopolizzare il commercio delle Spezie. Dacca, la sua capitale, fiorirebbe come potente centro commerciale e diventerebbe un'altra delle grandi città commerciali dell'Estremo Oriente come Singapore o Hong Kong. Nell'India del Sud è difficile prevedere cosa accadrà: senza la spinta Moghul probabilmente i Marhatti non si uniranno mai in confederazione, restando semplici mercenari al servizio dei vari signorotti indiani. Invece è possibile che la casta dei guerrieri Rajaput, che già tenevano vari posti di comando in settori chiave, si affermino come signori della piana del Deccan, ma dubito si costituisca un forte staro Rajaput: certamente avremo una più forte diffusione del sikhismo nell'India centrale, visto che i Rajaput sono in maggioranza seguaci di questa religione. Gli uzbeki invece prenderebbero il posto dei Cosacchi nelle fila dell'esercito russo, un'altra tribù di fieri cavalieri delle steppe al servizio degli Zar di Russia (ovviamente ferocemente antibolscevici). Questo potrebbe facilitare la conquista dell'Afghanistan e la penetrazione nello Xi-Jiang o Kashgaria che dir si voglia (questa invece è di Federico Pozzi)

Non è tutto Doria quel che luccica/1. Andrea Doria, con la complicità degli spagnoli, imita Cosimo I de' Medici e riesce a ottenere da Carlo V la Signoria effettiva su Genova. Del resto, esattamente come i Medici di Firenze, era lui il vero principe dello Stato. Gli mancava solo la legittimazione e la formalità dell'investitura. Poniamo che la ottenga e venga proclamato come primo duca di Genova e Corsica. Cosa accade alla sua morte? Ovviamente sarà il pretesto per scatenare nella Superba nuove lotte civili. Possibile anzi, molto probabile, che gli spagnoli intervengano direttamente e, con il consenso di Ferdinando, annettano Genova al loro Ducato di Milano, magari barattandola con la Franca Contea. Che succede con gli spagnoli ancora più assestati e forti nella Penisola? La Corsica potrebbe aderire alla Riforma Protestante costituendo quasi un parallelo e contrario dell'Irlanda? Si può ipotizzare un'unione dinastica con i Savoia già nel Seicento? (un'ucronia genovese di Never75)

Non è tutto Doria quel che luccica/2. Al contrario, Andrea Doria riesce a persuadere Carlo V a insignire lui del Ducato di Milano alla morte dell'ultimo Sforza. I Doria (o meglio D'Oria), grazie anche alle garanzie degli spagnoli, diventano ben presto una delle dinastie più importanti della Penisola , in grado di tener testa a Medici e Savoia grazie alle ricchezze di Milano e ai commerci di Genova. Il declino della Superba potrà essere ritardato se non proprio scongiurato? Sarà possibile la Conquista di Venezia e dei Regni Savoiardi, e la creazione di un Regno dell'Italia Settentrionale entro fine Settecento? (un'altra ucronia genovese di Never75)

Monferrato/2. Quando il Marchese del Monferrato Giangiorgio Paleologo si spense senza eredi, si accese un'aspra contesa per la successione tra Federico II Gonzaga, duca di Mantova, e Carlo III di Savoia. Essendo il Monferrato feudo imperiale, fu Carlo V a decidere a chi affidare il Marchesato: la scelta ricadde su Federico Gonzaga, marito di Margherita Paleologa. Durante il dominio mantovano, il Monferrato subì un grave impoverimento causato dalla pressione fiscale operata dai Gonzaga. Ma che accade se la spunta Carlo III, il Monferrato è subito integrato nei domini sabaudi e non si impoverisce affatto? (seconda ucronia dedicata al Monferrato da William Riker)

Bel tempo su Vienna. Alla fine di settembre del 1529 il Sultano Ottomano Solimano il Legislatore (così detto dai Turchi; per i Cristiani era il Magnifico), al comando di 120mila uomini e con un seguito di 20mila cammelli e 400 pezzi d'artiglieria, assediò Vienna. Ma, ahimé per lui, quello fu un anno di precoce freddo e piogge abbondanti: l'acqua bagnava la polvere da sparo e invadeva le trincee e le gallerie scavate dagli assedianti. La mattina del 14 ottobre tre colonne turche si lanciarono all'assalto attraverso la breccia aperta vicino alla Porta di Carinzia, ma furono respinte; stessa sorte toccò a un nuovo attacco compiuto nel pomeriggio. La sera iniziò a nevicare. Due giorni dopo Solimano diede l'ordine della ritirata. Ma che accade se il clima è più clemente e Vienna cade? (se lo domanda Enrica S.)

I Turchi sul Baltico. I Turchi nel 1529 rinunciano ad assediare la Vienna asburgica e si rivolgono più a nord, verso la debole Polonia. Sarà importante un seppur limitato sbocco sul Baltico? Riusciranno a mantenerlo a lungo? Si espanderanno ancora più a nord, magari verso occidente, assediando Berlino al posto di Vienna nel 1683? (ancora Renato Balduzzi)

Senza il Terribile. Ivan il Terribile rischiò di non nascere affatto. Dopo aver divorziato da sua moglie Solomonia Saburova e averla spedita in un convento perché incapace di dare alla luce un successore, suo padre Basilio III si risposò con Elena Glinskaja. Anche lei trovò le stesse difficoltà a rimanere incinta, ma alla fine diede a Basilio due figli, Ivan IV, appunto, e Jurij. E se invece anche lei si dimostrasse sterile come la precedente consorte di Basilio III e non riuscisse a generare un erede al trono russo? Basilio aveva due fratelli, ma aveva fatto in modo che non si sposassero fino a quando non fosse stato lui ad avere un figlio, e aveva reso chiaro ai boiardi che non si fidava per niente di loro. Cosa accadrebbe alla Russia in una situazione simile? (made in Generalissimus)

La Repubblica di Ancona. Ancona per mezzo millennio fu una repubblica marinara oligarchica del tutto simile a Genova e Venezia. Sia pure di esigua dimensione e formalmente associata agli Stati Pontifici, godeva di amplissima autonomia, nominava i suoi magistrati, aveva precisi statuti commerciali oltre a una politica estera del tutto indipendente che la portò a istituire fondachi in tutto il Mediterraneo. Nel corso della sua vita seppe resistere bene alle ambizioni territoriali degli Stati vicini come Venezia, i Malatesta o gli Sforza. La perdita dell’indipendenza avvenne nel 1532 quando papa Clemente VII con uno stratagemma penetrò nella città e si impadronì della stessa quasi senza colpo ferire. Con il pretesto di voler riedificare a proprie spese la cittadella, truppe pontificie penetrarono in città e, una volta puntati i cannoni sulle principali vie d’accesso, la costrinsero alla resa. Successive rivolte per recuperare l’autonomia perduta furono represse nel sangue e così la città marchigiana (uno dei principali porti dell’Adriatico) venne annessa direttamente allo Stato Pontifico perdendo ogni privilegio. Poniamo però che questo colpo di Stato non avvenga o sia sventato. Ancona rimane indipendente ancora per secoli, fino alle soglie dell’Età Moderna, quasi una sorta di San Marino acquatica. Dopo il Congresso di Vienna a chi potrebbe essere assegnata? Non credo possa essere assegnata tout-court allo Stato Pontificio, dato che regali non gliene sono stati fatti neppure in HL. Magari potrebbe farselo assegnare come protettorato l’Austria occupandolo come fece con Valtellina e Valchiavenna. L’Austria potrebbe difendere questo brandello di possedimento italiano anche nelle Guerre d'Indipendenza successive, dato che Ancona assumerebbe ancora più di Trieste il ruolo di principale porto austriaco nel Mediterraneo. Senza considerare che, con un porto così importante confinante con gli Stati Pontifici, proteggere quest’ultimo è molto più facile per gli austriaci. Sarebbe bastato, assieme a Trento, come mezzo di scambio per ottenere la nostra neutralità nel 1915? (proposta da Never75)

I Cavalieri dell'Elba. Dopo che Solimano il Magnifico espugnò Rodi nel 1523, i Cavalieri di San Giovanni rimasero senza sede per alcuni anni. Alla fine, nel 1530, Carlo V donò loro l'Isola di Malta. Inizialmente però erano altre le sedi proposte, una delle quali era l'Isola d'Elba. E se è quest'ultima a venire donata ai Cavalieri? In questo caso Malta rimarrà un'isola siciliana come le altre. Magari oggigiorno prenderà il posto di Lampedusa come cimitero degli immigrati. Vista la vicinanza alla Corsica, è difficile ipotizzare che Napoleone non se la annetta. Dopo il Congresso di Vienna se viene, come è più probabile, ridata ai Cavalieri, finirebbe pure essa nel novero delle "terre irredente"? E quale sarebbe il suo rapporto con lo Stato Pontificio? Mi immagino già Garibaldi che parte da Livorno per conquistare l'Isola! (ancora Never75)

I Cavalieri di Nizza. Per quasi due anni, i Cavalieri rimasero nel porto di Nizza, cordialmente ospitati dal Duca di Savoia. E se decidessero di rimanere? (sempre Never75)

Non credo ai miei (Usc)occhi. Cosa deve accadere perchè i pirati Uscocchi riescano a creare un loro stato indipendente sulla costa orientale dell'Adriatico? (made in Enrica S.)

Il concilio di Francesco I. Nel 1533 Francesco I di Francia "osò" suggerire a Papa Clemente VII un concilio nel quale il voto dei regnanti Cattolici e Protestanti avrebbe avuto lo stesso peso, così da poter appianare tutte le divergenze e magari cercare anche di ricucire lo scisma. Clemente VII e Carlo V rifiutarono fermamente la proposta, ma che accade se al contrario prevale il buonsenso e il concilio si tiene? (di nuovo Generalissimus)

Astrakhan turca. Il tentativo turco appoggiato dai Tartari di conquistare Astrakhan riesce; successivamente viene realizzato il grande progetto di un canale tra il Volga e il Don, che permette alle truppe turche di essere meglio rifornite durante le campagne in Persia; la Moscovia dunque viene tagliata fuori da questa importante linea commerciale. Inoltre le truppe del Sultano possono con maggiore facilità penetrare nell'impero del Shopi e le galere del Sultano dominano il Caspio... (è di Federico Pozzi)

Vinca l'Inca/2. Quella che gli storici si ostinano a chiamare "Battaglia di Cajamarca", datata 16 novembre 1532, fu in realtà un'imboscata messa in atto con inganno e premeditazione da Francisco Pizarro e Diego de Almagro. Lo dimostra un manoscritto risalente a quell'epoca, l'"Exsul immeritus Blas Valera populo suo", del gesuita Blas Valera; esiliato dal Perù per aver denunciato come andarono veramente le cose quel giorno a Cajamarca, egli ci lasciò una dettagliata e preziosa relazione dei fatti. Dopo aver raggiunto Atahualpa, difeso da molte migliaia di uomini, presso quella località termale sulle Ande, il Conquistador invitò lui e i suoi dignitari a bere vino nel suo accampamento, dopo che a lui era stata offerta la Chica, tipica bevanda peruviana a base di mais fermentato. Tuttavia Pizarro diluì nei barili di vino l'"orpimento", un veleno a base di arsenico. All'Inca fu offerto vino non avvelenato, ma egli crollò comunque al suolo ubriaco dopo pochi bicchieri. La vista dell'imperatore inebetito dall'alcool e degli ufficiali che crollavano morti come zanzare senza un motivo apparente gettò il panico nell'esercito Inca, che credette ad un castigo divino; appena il moscato avvelenato ebbe fatto effetto, gli spagnoli si gettarono sui superstiti finendo il "lavoro" con alabarde, spade, balestre, archibugi e cannoni. In breve tempo restarono in terra più di tremila morti, l'Inca era prigioniero, e il maggiore degli stati americani precolombiani fu conquistato in breve tempo. Non si trattò quindi di un'eroica impresa di conquista, ma di un vile inganno degno di assassini senza onore. Ma che accade se Atahualpa subodora l'inganno, finge di accettare l'invito di Pizarro e, una volta giunto al suo accampamento, lancia i suoi più feroci guerrieri contro gli spagnoli, menandone orribile strage? Il regno di Tawantinsuyu riuscirà a sopravvivere a futuri tentativi di conquista da parte dell'Europa, magari dotandosi esso pure di cavalli ed armi da fuoco acquistati da mercanti europei? E se sì, con quali conseguenze? ("Io sto con i peruviani", ha aggiunto Enrica S., autrice di quest'ucronia)

Inca... volato nero. Quando arrivò Pizarro, nell'Impero Inca si era appena conclusa una sanguinosa guerra civile tra Atahualpa e Huascar. Al contrario di Monctezuma non abbiamo modo di sapere il tipo di regno di Atahualpa, giacché la notizia dell'arrivo degli stranieri lo colse mentre stava festeggiando sul campo di battaglia dove aveva appena finito di massacrare le ultime truppe di Huascar. Se egli invece fosse stato già al trono da tempo, probabilmente non sarebbe "sceso" tanto in basso da incontrare gli stranieri bianchi. L'Inca infatti non era solo un Re, era una specie di "Faraone", un figlio del dio Viracocha in terra, perciò a Cajamarca gli spagnoli non avrebbero catturato l'Imperatore-Dio ma solo alcuni notabili di corte; vincere l'Impero Inca non privato del suo Imperatore-Dio non sarebbe stato facile. La stessa natura lo proteggeva: Tenochtitlan, adagiata su una pianura circondata da un lago completamente navigabile, era una facile preda, ma Cuzco, arroccata sul cucuzzolo delle montagne andine, non era altrettanto facile da conquistare, specie se dall'alto gli Incas avessero cominciato a far rotolare massi in testa agli spagnoli di Pizarro. Perfino i bacilli europei si sarebbero trovati in difficoltà: dimostra la maggior percentuale di popolazione indigena in Perù, Cile, ed Ecuador, i bacilli europei qui furono meno devastanti, il freddo e l'aria rarefatta non giovavano alla diffusione dei virus europei, gli Incas avevano molte più "carte in mano" degli Aztechi per sopravvivere all' invasione. Gli Incas per esempio avevano da poco cominciato la lavorazione del bronzo, e le armi di bronzo sono molto meglio di quelle di rame o di ossidiana. La guerriglia per stroncare gli ultimi Incas anche senza Atahualpa durò dieci anni, nonostante gli Spagnoli avessero trovato l'appoggio inaspettato dei loro più fieri nemici, i Mapuche; quanto sarebbe durata con l'Impero Inca ancora in vita? Magari oggi esisterebbe un Impero di Tawantinsuyu che comprenderebbe almeno Perù. Ecuador e parte del Cile, e la capitale sarebbe rimasta Cuzco (è di Federico Pozzi)

Vinca l'Inca/3. Altra possibilità, Atahualpa é fatto prigioniero ma suo fratello Huascar a Cuzco non si lascia prendere e può rivendicare di essere l'Inca legittimo. La sconfitta di Atahualpa gli fa perdere ogni sostegno, tutti corrono a mettersi agli ordini di Huascar e cosi Atahualpa non riuscirà neanche a riunire il favoloso tesoro d'oro per essere liberato e sarà strangolato senza complimenti. Pizarro ce la fa contro Huascar?  (sempre Perchè no?)

La Confederazione Shuar. Gli Shuar sono una confederazione di popoli amazzonici, noti per l'abitudine di "rimpicciolire" le teste dei nemici: abili guerrieri, gli Shuar resistettero sia agli Inca di Huyana Capac, sia alla prima spedizione spagnola guidata nel 1534 da Hernardo de Benavente; poi gli spagnoli riuscirono ad abbindolare gli Shuar e a trasformarli prima in guide e infine in schiavi per le ricche miniere d'oro. Ma se invece gli Shuar non si fanno raggirare e si riuniscono attorno ad un capo carismatico, cercando l'alleanza delle tribù Tupì-Guaranì con cui avevano rapporti commerciali, scambiando legname, piume e pesce in cambio di carne, veleno e manufatti in metallo. A questo punto si forma un "blocco indigeno" ostile alla penetrazione europea proprio nell'area centrale del Sudamerica. L'esperienza degli indiani del Nordamerica ci dice che potrebbero comunque essere vinti a forza di colpi bassi, trattati truffaldini e guerra batteriologica (è noto che alle popolazioni indiane certi coloni senza scrupoli vendevano coperte infettate dal vaiolo), però le grandi praterie americane sono tutto sommato "facili" da domare: molto più difficile vincere nella selva amazzonica. Nel congresso indigeno del 2000 gli Shuar si sono proclamati "tutori dell'Amazzonia"; oggi potrebbero avere un loro partito e magari uno stato federale del Brasile (ancora Federico Pozzi)

Il Piccolo Sertão. Ucronia ispirata al libro "Grande Sertão" di Joao Guimares Rosa. Il Sertão è il grande deserto che abbraccia molti stati del nordest brasiliano (Bahia, Rio Grande del Norte, Pernambuco, ecc...), costituito da bassipiani: la zona ha piovosità molto alta concentrata però in brevi periodi con frequenti alluvioni che devastano i raccolti. La zona è caratterizzata anche da lunghi periodi di siccità che costrinlgono più volte i coloni del Sertão a rinunciare e a migrare verso le città della costa dove diventano inevitabilmente gente da favelas. Ma cosa succede se invece il Sertão ha una piovosità come quella di Fortaleza (1300 mm) magari anche più equamente distribuite? Si trasformerà in una propaggine della foresta Amazzonica, alimentando anche corsi d'acqua che andranno ad ingrossare ulteriormente il Rio delle Amazzoni. Peraltro questo potrebbe far sorgere nel nord del Brasile una zona simile a quella del Pantanal, l'immensa palude che divide il Brasile del sud da Paraguay e Argentina, che da sola è più grande dell'Italia intera. Manaus potrebbe non esistere perché il Rio delle Amazzoni più carico d'acqua l'allagherebbe ogni stagione delle piogge,, le città sulla costa però potrebbero essere molto meno popolate e forse anche meno contrasto tra ricchi e poveri. Non nascerà nessuna epica del Sertão (che somiglia un po' a quella del far-west americano) e quindi avremo una letteratura brasiliana più povera. Tra l'altro la regione amazzonica nel nord farebbe gola agli spagnoli giacche il Sertão è pieno di minerali preziosi: scontro portoghesi-spagnoli per il possesso del Sertão? Nella nostra timeline entrambi si tennero alla larga dal Sertão, il territorio era davvero troppo aspro per colonizzarlo nel 1500, e solo nel 1800 avanzato con l'avvento della ferrovia e sotto la guida di dispotici militari il Brasile cominciò a sfruttare intensamente la regione mineraria... Ma se le cose vanno diversamente? (sempre Federico Pozzi)

L'ultimo duca. Francesco II Sforza (nella nostra Timeline ultimo duca di Milano) sopravvive alla malattia nel 1535, e fa in tempo ad assicurarsi dalla duchessa un erede negli anni successivi. Il Ducato di Milano così, pur ridimensionato e sotto tutela spagnola, sopravvive indipendente ponendo grossi ostacoli alla "politica del carciofo" dei Savoia. Forse potrebbe essere addirittura un Duca di Milano a realizzare a metà ottocento un regno d'Italia con capitale Milano (ancora Never75)

Il Duca Giovanni Paolo. Alla fine del 1535 il marchese di Caravaggio Giovanni Paolo I Sforza, figlio naturale di Ludovico il Moro, si dirige verso Napoli per discutere della sua successione al Ducato di Milano con l'Imperatore Carlo V, ma muore il 13 dicembre 1535, si dice avvelenato da Antonio de Leyva, suo vecchio avversario. Ma se lo Sforza non muore e l'imperatore gli concede il Ducato di Milano? (made in Alessio Benassi)

Ducato di Parma, Piacenza, Guastalla e... Milano. Dopo la morte dell'ultimo Sforza, nel 1535, Carlo V fu tentato di infeudare come nuovi duchi di Milano altri nobili. Quello che pareva avesse più opportunità fu Pierluigi Farnese. Poniamo che costui riesca nell'intento, e oltre al Ducato di Milano possa comunque annettersi Parma e Piacenza quali regali del Papa-papà. Quali conseguenze un Ducato di Milano non certo forte e aggressivo come quello dei Visconti o dei primi Sforza, ma neppure uno zerbino degli spagnoli, potrebbe avere sulla politica italiana dei secoli successivi? Non solo potrebbero rendere la vita grama ai Savoia, ma anche agli Svizzeri e a Venezia. Se i Farnese riescono a destreggiarsi bene tra le alleanze potrebbero perlomeno ritardare il declino dell'intera Penisola... (sempre Never75)

I Gonzaga sugli scudi. Alternativa alla precedente. E se invece dei Farnese fossero i Gonzaga a creare uno stato simile nel nord Italia? Più che il ramo principale della famiglia, troppo filofrancese e filopapale, si potrebbe ipotizzare uno scenario simile per un suo ramo collaterale, quello facente capo a Vespasiano Gonzaga-Colonna, duca di Sabbioneta. Tanto lui quanto il padre furono fedelissimi all'Impero e alla Spagna. Magari uno dei due potrebbe essere così abile da farsi infeudare il ducato di Milano che andrebbe ad aggiungersi agli altri domini a macchia di leopardo. E poi? (a quattro mani Generalissimus e Never75)

Adiù (= Addio in piemontese). Gli Stati italiani vittime delle "Guerre d'Italia" furono (lo sappiamo tutti) il Regno di Napoli, Sicilia e Sardegna che passarono alla Spagna e il Ducato di Milano che, dopo vari passaggi di mano tra svizzeri, imperiali, francesi e la morte prematura dell'ultimo duca Francesco II Sforza passò definitivamente pure esso agli Iberici. Ci fu un altro Stato che rischiò tantissimo di fare la stessa fine ed è il Ducato di Savoia. Durante il fallimentare regno di Carlo II era ormai ridotto ai minimi termini, tanto da prevedere una svelta sparizione del Ducato, spartito in via definitiva tra Svizzera, Francia e Spagna. Il miracolo fu di avere un duca capace come Emanuele Filiberto che, ottimo generale e politico, seppe ringraziarsi così bene gli ispano-imperiali da riottenere pressoché intatto il suo Ducato al termine della battaglia di San Quintino. Poniamo che però Emanuele Filiberto muoia durante la battaglia stessa, oppure, come era previsto, continui a seguire la carriera ecclesiastica. Che fine farebbe il Ducato? Se la Spagna vince comunque la guerra con la Francia, lo Stato Piemontese (Savoia comresa) passerà quasi interamente ad essa come il Ducato di Milano. Magari verrà lasciata qualche briciola ai Gonzaga di Mantova (per via del Monferrato) oppure ai Principi Borromeo, già possessori di diversi territori in Piemonte e Lombardia. In ogni caso, una Spagna ancora più forte ed estesa della nostra Timeline e così pericolosamente vicina alla Francia potrebbe destabilizzare molto la situazione europea e italiana nella fattispecie. Inoltre rimarrebbe davvero solo Venezia l'unico Stato pienamente indipendente della Penisola (né direttamente spagnolo, né in pratica un suo protettorato) e non è detto che la Spagna non ci faccia su un pensierino e completare l'opera... (nuovamente (sempre Never75)

Stai attento, Enrico! A fine gennaio 1536, mentre partecipava ad un torneo, Enrico VIII fu disarcionato, e riportò ferite così gravi che per qualche tempo si temette per la sua vita. Successivamente si ristabilì. Ma che accade se in quel torneo Enrico muore? Secondo il Primo Atto di Successione (il Secondo Atto sarebbe stato emanato solo a luglio e quindi non avrebbe fatto in tempo a idearlo), Elisabetta doveva essere considerata l'erede legittima, e Maria una figlia bastarda. Come si evolve la situazione inglese, a questo punto? (è di Generalissimus)

L'erede di Enrico. Variante dell'ucronia precedente: pare che nello stesso torneo Enrico subì danni che avrebbero poi influito sulla sua vita futura. Le ferite alla testa gli causarono danni al sistema endocrino e nervoso, che a loro volta causarono una mancanza dell'ormone della crescita e sbalzi d'umore e nel comportamento, cosa dimostrata chiaramente dalla sua obesità e dall'andazzo dei matrimoni successivi a quello con Anna Bolena. Un altro fattore che contribuì però alla sua obesità fu la ferita alla gamba, che riaprì e aggravò un'altra ferita che aveva subito anni prima. I medici non riuscirono a curarla, si infettò e si ulcerò, marcendo per il resto della sua vita, impedendogli di praticare attività fisica. Ma che accade se Enrico non ha nessun incidente? Non viene ferito, di conseguenza non sviluppa il suo caratteraccio e potendo continuare a muoversi come prima dell'incidente magari non diventa così grasso da sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Forse guadagnerebbe anche una decina di anni di vita. E, cosa ancora più importante, non ricevendo l'orribile notizia del ferimento del marito, Anna Bolena non abortisce spontaneamente il figlio maschio di Enrico. Come cambia da qui in poi la storia d'Inghilterra? (ancora Generalissimus)

Il Sultano Ibrahim I. Ex schiavo albanese nominato Gran Visir nel 1523 dal Sultano Solimano il Magnifico, per 13 anni Pargali Ibrahim Pasha accentrò nelle sue mani un potere immenso; fu lui l'artefice della cosiddetta "Empia Alleanza" tra Francesi e Turchi in funzione antiasburgica. Questo potere lo rese arrogante e gli fece commettere svariate imprudenze. Tra l'altro fece giustiziare il Ministro delle Finanze Iskender Celebi, che lo aveva criticato per la sua gestione militare. Si dice che la notte successiva Solimano sognò il defunto che lo minacciava per la sua ingiusta uccisione. Anche Roxelana, la potentissima sposa di Solimano, ci mise del suo sobillando il Sultano contro il suo amico di gioventù. E così il 15 marzo 1536 Ibrahim fu trovato strangolato nella sua stanza al Topkapi. Ma che accade se Pargali Ibrahim Pasha è più accorto ed è lui ad eliminare Solimano, succedendogli sul trono dopo aver impalmato Roxelana? (se lo domanda Enrica S.)

Forza Sforza/2. Lucrezia Crivelli fu l'ultima amante di Ludovico il Moro. Pare che Leonardo si sia ispirato a lei ritraendola nello stupendo quadro de "La belle Ferronière". La Crivelli ebbe da Ludovico un figlio, Giampaolo, che per un certo tempo lavorò come soldato agli ordini del fratellastro Francesco II, ultimo duca della dinastia Sforza. Alla morte di questi, nel 1535, stava appunto recandosi dall'imperatore Carlo V per richiedere ufficialmente l'investitura al Ducato di Milano. Purtroppo per lui, morì nel tragitto, pochi giorni dopo il fratellastro. Così, senza eredi diretti, si estinse la dinastia di Ludovico il Moro e Milano rimase in mano imperiale. Ma se Giampaolo sopravvive abbastanza per ottenere l'investitura? Se riesce ad assicurarsi pure una discendenza, il Ducato di Milano sopravvivrà quasi indipendente per secoli. E' probabile anzi che alla morte di Carlo V esso non entrerà a far parte della sfera d''influenza spagnola ma germanica (teoricamente lo era poi sempre stato, fin da prima del Barbarossa) e, vista la sua importanza, il Ducato potrà addirittura entrare a far parte degli Stati tedeschi più importanti, consentendo al suo Duca la carica prestigiosa di Elettore. Una maggiore vicinanza-sudditanza alle terre tedesche e mitteleuropee agevolerà alquanto anche il radicarsi della Riforma (magari nella versione calvinista più che luterana) ed avremo sacche di protestanti più grosse di quante ve ne furono in realtà. Una gestione comunque "tedesca" di Milano non potrà che agevolare il suo sviluppo economico ed industriale mettendola in comunicazione (non in competizione) con le grandi vie del Nord Europa. La capitale lombarda assumerà però più le caratteristiche di città tedesca che italiana ed oggi la lingua di Lutero e Wagner sarà molto più diffusa e studiata di quanto lo è. Forse lo stesso stravagante imperatore Rodolfo II potrà renderla capitale al posto di Praga, modificandone radicalmente l'assetto urbanistico in senso barocco. Paradossalmente poi nel Risorgimento la Capitale Meneghina potrà scegliere di aderire all'Impero Prussiano di Bismarck piuttosto che al Regno Piemontese di Cavour. Quali gli sviluppi successivi? Continuerà ad essere considerata una "terra irredenta" in luogo di Trento e Trieste alla vigilia della I Guerra Mondiale? La sua assegnazione, in caso di vittoria, alleata, al Regno d'Italia non potrà inficiare i già tesi rapporti tra Hitler e Mussolini? (made in Never75)

La Guerra del Conte. Il 29 luglio 1536 si concluse la cosiddetta Guerra del Conte tra re Cristiano III di Danimarca e la fronda cattolica guidata dal conte Cristoforo di Oldenburg, che sperava di restaurare sul trono il cugino di Cristiano III, l'ex re Cristiano II, che era stato costretto ad abdicare nel 1523. La guerra fu vinta da Cristiano III, anche grazie all'aiuto della Svezia, e da quel momento il luteranesimo divenne la religione ufficiale della Danimarca, che fino a quel momento era stata un paese cattolico. Ma se invece la fronda vincesse la guerra contro Cristiano III, e Cristiano II fosse restaurato sul trono? La Danimarca potrebbe restare cattolica? (se lo chiede Dario Carcano)

Tudor/2. Cristina di Danimarca, già vedova da due anni di Francesco II, ultimo duca di Milano, nel 1537 ricevette una proposta di matrimonio da parte del Re d'Inghilterra Enrico VIII. Celebre e salace è la battuta che costei fece, rifiutando sdegnosamente l'offerta: "Se avessi due teste, sarei felice di darne una al re d'Inghilterra!" Ma se avesse avuto più coraggio ed avesse accettato la proposta? Cristina era giovanissima e sicuramente in grado di dare almeno un figlio (forse maschio) al re. Magari eserciterà pure la sua influenza sul marito per riappacificarlo col papa e con l'imperatore Carlo V suo zio. L'Inghilterra potrà rientrare nell'orbita cattolico-romana che in realtà Enrico non aveva mai abbandonato del tutto. Assisteremo pure ad un'alleanza con gli ispano-imperiali in chiave antifrancese. In questo caso Francesco I verrà sconfitto, grazie al contributo inglese, ancora più duramente che nella nostra Timeline. Gli sviluppi più interessanti però ci saranno con un eventuale successore di Enrico e Cristina. Se maschio, sarà lui ad ereditare la corona inglese dopo la morte del malaticcio Edoardo VI - figlio di Jane Seymour - nel 1553. Le due sorellastre, Maria ed Elisabetta, senza tanti complimenti, verranno messe da parte e, nella migliore delle ipotesi, finiranno i loro giorni in qualche convento non solo perché femmine ma soprattutto perché figlie considerate illegittime di matrimoni annullati. Questo probabile figlio (per convenzione chiamiamolo Arturo, nome del fratello di Enrico VIII deceduto prematuramente) potrà proseguire nella politica filo-papale e filo-imperiale del padre. Inoltre potrà vantare legittimi diritti sulla corona di Danimarca, Svezia e Norvegia in quanto figlio di Cristina, a sua volta figlia del Re di Danimarca Cristiano II. Con l'aiuto ispano-imperiale potrà portare a compimento la riunificazione della Lega di Kalmar con in più la partecipazione inglese, come ai tempi dei vichinghi. In questo caso l'Inghilterra comincerà comunque i viaggi di esplorazione nel Continente Nordamericano, ma non lo farà in funzione anti-spagnola. Analogamente al trattato di Tordesillas l'immenso Continente verrà diviso in due zone d'influenza: quella iberica e quella inglese-scandinava. In una situazione siffatta l'isolamento francese sarà ancora più accentuato, stretta nella morsa iberica, imperiale ed inglese, e la sua affermazione come potenza egemone nel Continente Europeo verrà ritardata o potrà anche non effettuarsi affatto. E' possibile addirittura una spartizione della Francia in principati quasi indipendenti sul modello della Germania, basati sulla divisione confessionale con in più forti presenze di zone occupate e feudalizzate di regni stranieri, in primis l'Inghilterra stessa che si riprenderà Normandia e Bretagna. Quale nazione potràe assumere la leadership nel nostro Continente dopo l'immancabile decadenza spagnola? Forse l'Inghilterra-Scandinavia stessa, se riuscirà a rimanere neutrale negli scontri sul Continente nei secoli successivi (Guerra dei 30 anni) e nelle lotte interne di religione. Assisteremmo ad una Pax Britannica secoli prima di Wellington? (Never75 dixit)

L'Invincibile Armata anticipata. Nel 1538 Papa Paolo III scomunicò Enrico VIII e pose sotto interdetto l'Inghilterra. Cercò anche di organizzare una crociata contro la terra d'Albione, ma Francia e Impero, i due stati più importanti d'Europa a quell'epoca per l'organizzazione di simili iniziative, erano reduci dalla Pace di Nizza e poco propensi a collaborare, perciò dovette abbandonare l'idea. Ma quali sarebbero le conseguenze se almeno una delle due nazioni si dicesse d'accordo e partisse una spedizione diretta contro le isole britanniche? (ancora Generalissimus)

"Gonzago" scampa al veleno. Il duca di Urbino Francesco Maria I Della Rovere, marito di Eleonora Gonzaga, non muore nel 1538 avvelenato da un sicario del marchese di Castel Goffredo Aloisio Gonzaga, cugino della moglie (episodio citato anche da Shakespeare nel suo "Amleto": « In questo dramma si rappresenta un’uccisione commessa a Vienna; il nome del duca è Gonzago... » Atto III, Scena II). Che accade? (proposta da Enrica S.)

Lepanto anticipata. E se il 28 settembre 1538 la Lega Santa vincesse la Battaglia di Prevesa? Certo, la mancanza di vento impedì ad Andrea Doria di compiere le manovre che voleva, ma anche la mancanza di zelo dello stesso ammiraglio genovese ci mise del suo: un numero sostanziale di navi dello schieramento Cristiano appartenevano a Genova, ed era poco propenso a rischiare la loro distruzione in una battaglia al fianco dell'odiata Venezia. Ma che accade se quel giorno tira un vento favorevole, Andrea Doria si convince che è meglio pensare al "bene superiore", e la Lega vince la battaglia? Gli avamposti cristiani nello Ionio e nell'Egeo non finiscono sotto il controllo ottomano, così come i possedimenti veneziani in Dalmazia, Morea e Adriatico orientale. La spinta turca per dominare il Mediterraneo subirebbe un duro colpo: quali le altre conseguenze? (elaborata da Generalissimus)

Il trionfo di Algeri. Per tutta la vita Carlo V cercò di fare ciò che Re Ferdinando di Castiglia gli aveva ordinato. La "Reconquista" per i sovrani spagnoli non era terminata con la presa di Granada: essa doveva proseguire liberando le coste dell'Africa Mediterranea per garantire la sicurezza dei possedimenti aragonesi e castigliani nel Mediterraneo, e arrivare infine a Gerusalemme. Tuttavia per gran parte della sua vita Carlo V fu in altre faccende affaccendato: guerre in Italia, guerre con la Francia, guerre con i protestanti... Egli però non rinunciò mai al suo sogno; nel 1540, sentendosi "pronto", lanciò la sua spedizione più ambiziosa, che mirava a togliere Algeri dalle mani del pirata musulmano Barbarossa, bey di Algeri. Purtroppo la campagna cominciò ad ottobre inoltrato, una devastante tempesta distrusse la magnifica flotta che Carlo V aveva faticato tanto a costruire, poi uno scrosciante nubifragio bagnò la polvere dei moschetti e il campo trincerato che Carlo V aveva costruito si trasformò in un pantano. Carlo V, forse sapendo che era la sua ultima possibilità, tentò di dare comunque l'assalto alla città di Algeri, assalto che finì con un massacro per le sue truppe. La "tempesta di Carlo", come la soprannominarono gli Algerini (convinti che Dio avesse salvato la loro città), fu uno degli eventi più epocali della storia, assicura lo storico Marco Pellegrini: chiuse per sempre l'illusione spagnola di poter conquistare (o vassallizzare tramite sovrani mussulmani deboli e compiacenti) il Mediterraneo del sud. La "crociata" era morta con il disastro di Algeri. Ma se invece la tempesta non scoppia e le truppe di Carlo V, dei Cavalieri di Malta, di Genova e del Papa conquistano la Fortezza? Con Tunisi e Algeri nelle sue mani, Carlo V ha definitivamente messo in crisi la reggenza dinastica della famiglia dei Barbarossa, assestando un colpo mortale al loro "regno". Se al Barbarossa non viene ordinato subito dal Sultano di uccidersi, le sue fortune fin qui più che floride precipitano; egli ha perso il suo tesoro, il suo esercito e la sua magnifica flotta, e se vuole ricostruire le sue fortune gli conviene sbrigarsi a formare un nuovo regno corsaro. La scelta migliore sarebbe il Marocco, ma con il rischio di allontanarsi troppo dalla Sublime Porta ed entrare in contrasto con la potenza portoghese, allora ancora in grande ascesa. Carlo V ovviamente non entra in depressione perché Algeri gli ha dato la conferma che la sua politica era quella giusta: "pacificare" l'Italia per potersi permettere campagne navali nel mediterraneo. Il suo prossimo obiettivo potrebbe essere Tripoli o forse Durazzo; certamente non sceglie di ritirarsi in un convento e continua a sedere sul trono fino alla fine naturale dei suoi giorni. Alla sua morte i possedimenti africani spagnoli saranno assegnati ovviamente alla Spagna, enormemente favorita rispetto ai possedimenti tedeschi degli Asburgo; riuscirà suo figlio, "el rey prudente", a tenerli e a coronare il sogno di nonno Ferdinando? O forse i nuovi acquisti entrerebbero a far parte del Vicereame di Napoli, oppure costituirebbero un Vicereame a sé (di Barberìa?). In questo caso sarebbe bello sapere come il nuovo acquisto verrebbe gestito nelle successive guerre di successione, se le cose in questa Timeline vanno più o meno come nella nostra. Magari, per compensare i domini spagnoli, si decide di lasciare a Ferdinando i Paesi Bassi, assai poco gestibili dalla Spagna, oppure la Franca Contea. Ma soprattutto cambierebbe molto a livello "simbolico". Spagnoli e veneziani ci prenderebbero gusto e attaccherebbero direttamente la Porta che, in questo caso, sarebbe lei sulla difensiva. Venezia si tiene Cipro e magari aggiunge l'Eubea, mentre è la Spagna che, Barbarossa o no, mette le mani sul Marocco, stravolgendo gli equilibri del Mediterraneo per sempre (l'ha proposta Federico Pozzi)

Sinan il Corsaro. Meno famoso di altri corsari mediterranei, Sinan "il giudeo" (era di origini ebraiche) fu l'ammiraglio della flotta mussulmana del Mar Rosso. Cresciuto sotto l'ala del Barbarossa, era un abile marinaio e uno spericolato corsaro, tuttavia egli si lamentava sempre con il governo della Sublime Porta: infatti, mentre Istanbul era prodiga di doni, armi, uomini e titoli per l'ammiraglio Barbarossa nel Mediterraneo, a lui che combatteva contro la marina portoghese nel Mar Rosso negava anche il necessario. Senza aiuti le caravelle, le cocche e le caracche portoghesi ebbero rapidamente il sopravvento sugli sciabecchi, i sambuchi e le fuste turche. L'Impero Ottomano aveva perso la battaglia per il controllo delle rotte commerciali per l'India e la Cina e non l'avrebbe più riguadagnata. Questo perchè il Sultano non pareva interessato al dominio del Mar Rosso e del Golfo di Aden quanto a quello del Mediterraneo, nonostante Sinan facesse notare che da lì transitavano tutti i tesori della Cina e dell'India diretti ai mercati fiamminghi e spagnoli. Ma se invece la Sublime Porta decide che quello è uno scenario importante quanto (se non più) del mediterraneo e invia a Sinan tutti i rifornimenti che gli servono? Questo potrebbe portare contraccolpi nella lotta per il dominio del Mediterraneo orientale, ma in compenso consentirebbe all'Impero di mantenere il controllo delle remunerative rotte verso la Cina e l'India. Come proseguirebbe da li in poi la storia dell'Impero? (ancora Federico Pozzi)

Fuga di notizie nel XVI secolo. Le trattative di pace tra la Serenissima e la Sublime Porta che dovevano porre fine alla terza guerra turco-veneta furono particolarmente difficili per Venezia. L'Ambasciatore Plenipotenziario Alvise Badoer fu costretto ad arrivare al limite delle possibili concessioni di cui era stato incaricato dal Consiglio dei Dieci, rinunciando anche a Nauplia ed a Malvasia che erano ancora in possesso della Repubblica. L'intransigenza Ottomana era dovuta ad una gravissima fuga di notizie... L'Ambasciatore Francese a Venezia, Guillaume Pellicier, era riuscito, corrompendo alcuni membri del Governo Marciano, a venire a conoscenza delle concessioni massime che la Repubblica era intenzionata a fare e ne aveva messo a conoscenza il suo omologo ad Istanbul che a sua volta aveva informato la Sublime Porta, costringendo la Repubblica a trattare da una posizione di debolezza. La fuga di notizie venne infine scoperta ed i responsabili puniti in modo esemplare, ma purtroppo era troppo tardi per modificare l'esito delle trattative. Ipotizziamo però che il controspionaggio veneziano riesca ad impedire la fuga di notizie, la Repubblica presumibilmente manterrebbe Nauplia e Malvasia. Come cambierebbe la Storia con la Dominante che per tutto il XVI ed il XVII secolo ha una proiezione di potenza nell'Egeo? (è di Enrico Pizzo)

La Regina buongustaia. Caterina de' Medici, moglie del Re di Francia Enrico II di Valois, corse il serio rischio di essere ripudiata dato che, oltre ad essere ben poco avvenente, per dieci ani non riuscì a dare un erede a suo marito. Si dice che non fu allontanata dalla corte solo per i magnifici banchetti che organizzava, secondo la tradizione dei Medici di Firenze, e che secondo alcuni sarebbero alla base della moderna cucina francese. Ma che accade se il suocero Francesco I fa annullare il matrimonio del figlio e cerca un'altra regina più prolifica anche se meno buongustaia? Su chi potrebbe cadere la scelta? E come cambia la storia della Francia, dal momento che in seguito ella fu madre di ben tre re (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III)? Davvero la sua scomparsa dalla storia influenzerà l'evoluzione della cucina d'Oltralpe? (se lo chiede William Riker)

Francesco Saverio va in Cina. Il primo contatto tra Giapponesi e Europei avvenne nel 1540 tramite una nave portoghese andata fuori rotta a causa di un tifone fino a Tanegashima. I marinai furono ben accolti dai locali fino a poter comprare il viaggio di ritorno verso un porto cinese, scambiato con le loro armi da fuoco, presto copiate dai Giapponesi. Questo incontro inaspettato ha anche incuriosito Francesco Saverio e lo ha spinto a visitare l’arcipelago: il futuro santo fu convinto che il Giappone poteva essere una terra fertile per la missione gesuita, e non si sbagliava. La presenza di mercanti portoghesi ha molto cambiato il Giappone, portando dei beni di lusso europei e cinesi e permettendo ad alcuni clan di arricchirsi. Le armi da fuoco hanno avuto un ruolo fondamentale anche nella riunificazione del paese a vantaggio dei clan meglio forniti (e spesso con i contatti più fiorenti con l’estero). Ma se la famosa nave non arriva a Tanegashima e il contatto é respinto per alcuni decenni, forse fino all’inizio del XVII secolo? Non sarebbe inverosimile, nela stessa epoca la Corea, benché conosciuta, é rimasta lontana dei contatti fino alla fine del XVIII secolo per mancanza di interesse. Ora, i Gesuiti avevano diretto i loro principali sforzi nella missione in Giappone, convertendo un gran numero di Giapponesi, contadini e samurai. In rapporto, l’impero cinese, visto come più difficile da penetrare, é stato meno toccato. In questa TL, Francesco Saverio non va in Giappone e penetra in Cina dove riesce ad andare fino a Pechino, senza però incontrare l’imperatore. Il Gesuita predica e muore in Cina. L’impero di Mezzo diventa l'obiettivo principale dei Gesuiti in Asia con più tardi Matteo Ricci e Alessandro Valignano che sviluppano l’idea di convertire i Cinesi adattando il cristianesimo all’ambiente culturale cinese. I Gesuiti diventano degli esperti del confucianesimo, si mescolano con l’elite dei letterati e riescono infine a convertire dei membri della famiglia imperiale Ming. Riusciranno a creare un cristianesimo cinese in tempo? Inoltre i mercanti portoghesi, senza il mercato giapponese, accrescono la loro presenza in Cina e Macao cresce ben di più. Questo giustificherà la conquista dell’isola di Formosa (Taiwan) che diventerà una colonia portoghese. Progressivamente i contatti con il regno insulare di Ryukyu porta ad entrare in contatto con il Giappone, ma l’arcipelago sarà sempre chiuso ai barbari del mare. Gli Olandesi preferiscono anche loro creare un emporio direttamente in Cina e penetrare anche nel Sud-Est asiatico (forse colonizzato più tardi, prendendo il posto della Francia). Infine, la storia delle guerre civili in Giappone cambia del tutto, senza l’uso massiccio di armi da fuoco é probabile che Oda Nobunaga non sarebbe stato in grado di conquistare l’egemonia sul paese, o almeno incapace di mantenerla. Senza Nobunaga, niente Hideyoshi, niente Ieyasu e dunque niente epoca Edo. La migliore eventualità sarebbe uno shogunato Takeda o Môri, ma nel quadro di una confederazione più lascia di principati e le guerre civili sarebbero più numerose. Senza il contatto con gli Europei nel XVI secolo il Giappone non conoscerebbe la civiltà urbana dell’epoca Edo,il  suo sviluppo proto-industriale e le diverse conoscenze introdotte dagli Olandesi di Nagasaki. É molto probabile che nel XIX secolo questo Giappone sarebbe stato incapace di resistere alla colonizzazione europea e sarebbe diviso tra Britannici, Francesi, Russi e Americani... (il solito Perchè No?)

Fracastoro prima di Galileo. Nel 1540 Gerolamo Fracastoro (1478-1553) suggerì in uno dei suoi scritti di servirsi delle lenti per ispezionare gli astri. L'idea cadde nel nulla. Ma se Fracastoro avesse fatto seguire alle parole i fatti? Come cambia l'astronomia, se l'osservazione con il telescopio inizia con una settantina d'anni di anticipo? (l'ha pensata Lord Wilmore)

L'Amazzonia spagnola. Tra il febbraio 1541 e il settembre 1542 il Conquistador spagnolo Francisco de Orellana, spedito da Gonzalo Pizarro al di là delle Ande alla ricerca del mitico El Dorado, discese per 4700 km il corso di un fiume gigantesco che battezzò Rio delle Amazzoni, avendo dovuto vedersela, tra gli altri indigeni ostili, anche con una tribù di donne guerriere. L'Amazzonia in seguito divenne colonia portoghese e fu aggregata al Brasile. Ma che accade se la Spagna rivendica l'intero bacino del Rio delle Amazzoni come proprio per diritto di scoperta, in seguito all'impresa di Orellana? In teoria poteva farlo, perchè quasi tutto il corso del Rio delle Amazzoni è a ovest della "raya" del Trattato di Todesillas (è di Enrica S.)

Dai retta a Caterina, Enrico! L'ultima moglie di Enrico VIII, Catherine Parr, discuteva molto di religione con suo marito. Pare addirittura che cercò di convincere Enrico VIII a riconciliarsi con la Chiesa Cattolica e il Papa. Ma quel cocciuto di Enrico si ostinò a rimanere fedele a quella sua strana miscela di Cattolicesimo e Protestantesimo. Ma cosa accade se Catherine riesce a convincere Enrico a tornare sui suoi passi in tema religioso? (ancora Generalissimus)

Che Crépy l’avarizia/1. Nella quarantennale guerra tra Francia e Spagna per il possesso della nostra Penisola una particolare importanza va data alla pace di Crépy nel 1544. L’imperatore Carlo V, pur avendo in pratica vinto la guerra su tutti i fronti, offrì all’arcinemico Francesco I una pace del tutto onorevole. Era infatti disposto a infeudare il Ducato di Milano al terzogenito del Re di Francia, il duca Carlo II d'Orléans, se costui avesse sposato sua nipote, l’Arciduchessa Anna, figlia di Ferdinando. La morte prematura nel 1545 del Duca rese vano il progetto. Ma se fosse andato in porto? In questo caso tanto Carlo V che Francesco I sarebbero stati soddisfatti della soluzione. A Milano si manterrebbe una dinastia autonoma, sia pure strettamente imparentata con le principali famiglie europee. Un vincolo di sangue così forte renderebbe (forse) vane le guerre franco-ispano-imperiali successive, anche perché Milano costituirebbe un forte stato-cuscinetto tra Impero e Francia che tutti avrebbero tenuto a preservare. Probabile anzi che in questa HL sia il Piemonte a sparire dalla scena, spartito tra Francia, Impero e Milanese. Quali sviluppi? (made in Never75)

Che Crépy l’avarizia/2. Variante dell’ucronia precedente. Al duca Carlo II d'Orléans venne data una seconda scelta: quella di impalmare la figlia naturale dello stesso imperatore, Margherita d’Austria (la Grande Bastarda). In questo caso la dote sarebbe stata ancora più cospicua. Infatti Carlo V avrebbe donato ai novelli sposi Paesi Bassi, la Franca Contea e lo Charolais, mentre a sua volta Francesco I avrebbe concesso loro di Orléans, i feudi di Chatellerault, la Lorena e l'Angoumois. In questo caso si sarebbe costituito un esteso Stato nel cuore dell’Europa, quasi una riedizione cinquecentesca del già glorioso Ducato di Borgogna. Se il matrimonio va in porto e riesce ad assicurare una discendenza? Sarebbe una bella gatta da pelare un po’ per tutti. Il primo vantaggio, però, è che il calvinismo non attecchirebbe, mancando l’odio verso i cattolici spagnoli,una delle prime cause. Le Fiandre continuerebbero, senza soluzione di continuità, a essere uno dei centri più ricchi d’Europa e potrebbero cominciare già prima le avventure coloniali del nuovo Stato. Anche in questa TL Francia, Impero e Spagna fanno la pace e magari tutte e tre pensano a un’invasione dell’Inghilterra scismatica, che potrebbe anche riuscire. Alla morte di Carlo V il suo impero viene comunque diviso. Filippo II però deve accontentarsi del solo Milanese, oltre alla Spagna e alle immense colonie. Ma, non dovendo sprecare risorse nella guerra contro l’Inghilterra o le Fiandre, la Spagna rimane ancora la potenza egemone in tutto il secolo successivo (ancora Never75)

Il Regno del Perù. Gonzalo Pizarro si ribellò al re di Spagna nel 1544: le "novas leyes" (nuove leggi) emanate dalle Cortes di Madrid per ordine del sovrano erano troppo liberali per i conquistadores, vietavano le encomiendas, la schiavitù per gli indigeni, l'utilizzo della tortura indiscriminata, le corvé di lavoro obbligato nelle miniere e tutte quelle cose che rendevano così piacevole la vita dei conquistadores ,uomini spesso senza arte né parte nella madrepatria, elevati alla nobiltà per merito di conquista. Nel 1545 Gonzalo divenne padrone dell'intero Perù, dalla sua aveva anche l'ammiraglio della flotta del Pacifico; molti coloni spagnoli cominciarono allora a proporre la parola magica: "indipendenza" del Perù , che avrebbe avuto come sovrano lo stesso Pizarro, il quale avrebbe sposato una principessa Inca. Gozalo tentennò e infine rinunciò. Ma se invece avesse dichiarato l'indipendenza? Se avesse vinto e il Perù fosse rimasto indipendente, il prestigio della corona di Spagna ne sarebbe stato gravemente intaccato; più ancora, le miniere di argento di Potosì non avrebbero finanziato i circa ottanta anni di guerra nelle Fiandre Spagnole. Inoltre il Regno del Perù indipendente dalla Spagna non sarebbe stato vincolato al trattato di Tordesillias e avrebbe potuto assalire le colonie portoghesi o attaccare le colonie spagnole della Nueva España., I conquistador probabilmente non sarebbero stati più umani della corona spagnola, anzi tutte le iniziative volte alla protezione degli indios (come per esempio i numerosi conventi della compagnia di Gesù) sarebbero state stroncate; un Regno del Perù non sarebbe stato impelagato nelle guerre europee della Spagna e probabilmente avrebbe presto stretto amicizia con le potenze concorrenti, cioè Inghilterra o Francia, e quindi avrebbe evitato l'indebolimento delle razzie dei pirati e dei bucanieri. Probabilmente la colonizzazione del Perù sarebbe stata molto più massiccia ,sulla falsariga degli Stati Uniti: uno stato indipendente controllato da un'elite bianca non si sarebbe fatto scrupolo di massacrare fino all'ultimo indigeno del continente e oggi il quechua sarebbe una lingua scomparsa. Forse avremmo un Perù che si estende dal Pacifico all'Atlantico, vera superpotenza del Sudamerica. Solo negli anni '60 l'elite avrebbe cominciato lentamente e controvoglia ad ammettere le proprie pesanti responsabilità di fronte gli indigeni, magari di fronte ad un vasto movimento di protesta collettivo guidato da sacerdoti cattolici indigeni, e un presidente magari pronucerebbe davanti alle Cortes Riundas de los Estados Peruanos un famoso discorso che comincerebbe con le parole: "debemos vencer" (We shall overcome)! (pensata da Federico Pozzi)

Suri, Suri, Suri di tuttu l'annu. Sher Shah Suri è noto non solo per essere il fondatore dell'effimera Dinastia Suri, ma anche per essere uno di quei pochissimi comandanti militari a non essere mai stato sconfitto in battaglia. Egli utilizzò queste sue capacità marziali fuori dal comune per ridurre ai minimi termini i Moghul, praticamente spodestandoli. Morì nel 1545, quando rimase coinvolto nell'esplosione delle mine che aveva preparato per risolvere un assedio che stava conducendo contro il Forte di Kalinjar. Cosa accadrebbe però se Sher Shah Suri sopravvivesse per almeno altri 10 anni? (proposta da Generalissimus)

Fracastoro prima di van Leeuwenhoek. Girolamo Fracastoro descrisse nel 1546 la prima, compiuta teoria dei germi, molto simile a quella attuale, vedendoli come vera causa delle malattie e della loro trasmissione. Mancandogli le prove, non poté portare avanti la sua idea, che venne confermata e diffusa solo 120 anni dopo da Antoni van Leeuwenhoek. Mettiamo però che qualcuno, magari Prospero Alpini, ottenga da un bravo ottico (Galileo) il microscopio e, vedendo i batteri della peste nel pus delle pustole, trovi conferma della teoria di Fracastoro. Come cambia la storia della medicina? Visto poi che Albini era veneziano, e dunque in contatto con i Turchi, perchè non potrebbe accadere che questi importi dall'Anatolia la variolizzazione, forte della prova della sua efficacia? Oppure potrebbe capire che la peste si nutre di sporcizia e pulci, fare del gatto il miglior amico del veneziano e salvare la Serenissima dalla pestilenza prima del 1630? Come cambiano le sue guerre con i Turchi? (un'idea di Lord Wilmore)

Ava, come lava! I Birmani del regno di Toungoo perdono la guerra contro la confederazione Shan tra gli anni '40 e '50 del '500. Il mancato espansionismo birmano potrebbe, per converso, facilitare l’affermazione del Siam a occidente. Non sarebbe Ayutthaya ad essere distrutta dai birmani, quanto piuttosto Toungoo, Ava e Pegu ad essere saccheggiate e rase al suolo dai thai. Ma sarebbe riuscito l’impero siamese ad affermarsi veramente su tutta l’Indocina? In caso affermativo, anche la storia coloniale inglese e francese nel sud-est asiatico potrebbe avere risvolti ben differenti (più sanguinosi?). In alternativa, questo grande impero siamese potrebbe avere un’evoluzione “à la japonaise”. Secondo scenario: sostituzione semplice. Gli Shan, sotto qualche dinastia particolarmente volitiva, reprimono il dissenso e trasformano la confederazione in regno (dopotutto Sawlon, negli anni venti e trenta del '500, ci era andato molto vicino). Invece di un regno di Toungoo di marca birmana, avremo un regno su base etnico-linguistica Shan. Ma c’è un ma, che mi induce ad inserire una variante significativa. L’epicentro di un regno a base Shan, pur con la consapevolezza di dover dominare su dei birmani, sarà comunque Ava, piuttosto spostata a nord-est, rispetto a Toungoo. Cosa ne penseranno i Mon, da Pegu? La nostra ucronia inizia in un momento in cui il regno Mon è stato certamente indebolito dai birmani ma non ancora sconfitto completamente. L’indebolimento di Toungoo permetterebbe loro di rialzare la cresta e riprendersi, prima che gli Shan siano sufficientemente pronti da lanciare contro di loro un eventuale attacco. Si potrebbe mantenere fin nell’ottocento il dualismo tra uno stato Shan-birmano nel centro-nord ed uno stato Mon-birmano al sud. Anche in questo caso, tali eventi saranno da valutare attentamente nell’ottica del colonialismo europeo. Anche perché il regno di Hanthawaddy (Altro nome di Pegu, sto sempre parlando dei Mon) aveva avuto comunque già diversi e proficui contatti con i portoghesi, che calano però decisamente d’intensità nel momento in cui il regno birmano conquista il delta dell’Irrawaddy (ideata da Paolo Maltagliati)

E se fosse la Corea? Una bella simmetrizzazione Corea-Giappone. Il Giappone continua ad libitum l'epoca Sengoku (per chi è digiuno di storia nipponica o di manga, quella dei signori della guerra pre-1543), mentre i Choson o Joseon, la dinastia regnante coreana di Koguryeo, si dotano di un leader innovatore e capace, di armi da fuoco etc. etc.: magari Yi Sun Shin, lo stesso che sventò l'invasione giapponese del 1596. Ovviamente ciò significa che i Manchu non conquisteranno mai la Cina, che sarà appannaggio dei Sui e/o dei Ming meridionali, perché gli Jurchen verranno sottomessi prima dai Coreani. I famosi "Daymo esterni" del periodo Bakumatsu (per intenderci, i signori del Kyushu e dello Shikoku) ed il regno di Ryukyu graviteranno intorno all'orbita coreana. Probabile conquista del Giappone e di Taiwan a fine '800 (anche prima?). Forse la guerra con i Russi e il tentativo di invasione della Cina però partono prima, perché il suo Manchukuo la Corea ce l'ha già. La potenza imperiale coreana verrà quindi distrutta prima? O riuscirà a salvare la pelle dalla diffidenza inglese e americana quel tanto che basta da buttarsi come il Giappone nella seconda guerra mondiale? E alla fine della guerra i Mancesi che, ricordiamolo, in questa Timeline non si sinizzano, rimarranno nel blocco occidentale? E il Giappone verrà diviso in due? Hokkaido Comunista e il resto americanizzato? (questa è di Paolo Maltagliati)

Ucronia valdese. Nel 1546 Michele Serveto, invece di fuggire a Ginevra, si trasferisce in Italia presso i Valdesi (oltretutto Serveto passò vicino alle loro valli per andare a Ginevra.) Assisteremo ad un rafforzamento delle loro teorie sul pauperismo e ad una maggior accettazione della predestinazione omnibus propugnata da Serveto rispetto alla loro accettazione della predestinazione elitaria calvinista (questa è di Lord Wilmore)

I Savoia Protestanti. A metà del '500 tra gli Stati italiani i possedimenti dei Duchi di Savoia erano, dopo Venezia, i più protestantizzabili, non tanto nella versione luterana quanto in quella calvinista. Questo per una serie di fattori tra cui: la vicinanza geografica (la stessa Ginevra di Calvino apparteneva ai Savoia), il fatto che lo stesso ducato di Savoia era (teoricamente) facente parte del S.R.I. e che il suo sovrano avrebbe avuto notevoli vantaggi dalla Riforma, l'esistenza già radicata nel territorio di antiche comunità proto-protestanti come Valdesi (in pratica quasi mai perseguitati realmente dai duchi) che avrebbero potuto agire benissimo da quinta colonna, infine (last but not least) il fatto che alcuni calvinisti, se non lo stesso Calvino in persona, arrivarono veramente fino ad Aosta, tentando di convertirla, ma fallirono a causa dell'ostilità della popolazione. Mettiamo che invece nel 1536 gli aostani accettino i calvinisti e si convertano alla nuova fede. Il Duca di Savoia coglie la palla al balzo e, forte delle difficoltà interne dell'Impero, dichiara a sua volta il proprio stato "protestante" allineandosi così alle posizioni degli altri principi tedeschi ed alleandosi de facto con il Re di Francia. Come cambia la storia? Non è detto che la protestan5tizzazione dei Savoia conduca per forza ad un'alleanza anti-imperiale e filo-francese per sempre. Conoscendo il cinismo e la spregiudicatezza degli stessi Savoia, non è improbabile che alla fine si ri-alleino con Carlo V e Filippo II in cambio di garanzie sulla loro integrità territoriale e sul permesso di professare liberamente la propria fede riformata. Così avremo comunque Eugenio di Savoia che sconfigge i Francesi a San Quintino. Sta di fatto però che una potenza protestante in Italia avrà effetti decisivi per la storia della nostra Penisola. Immaginiamo i Savoia alleati di Francesi e Svedesi nella Guerra dei Trent'Anni, e poi di Prussiani ed Inglesi in quella dei Sette Anni. Ancora maggiori acquisizioni territoriali del Piemonte: sconfinamento in Lombardia, Liguria ed Emilia. Il Risorgimento, effettuato da una Nazione Protestante, sarà ancora più inviso ai Papi e susciterà minori simpatie tra i cattolici. Ad Italia Unita avvenuta, protestantizzazione anche del resto della Penisola con conseguente espropriazione dei beni della Chiesa ed abolizione della maggior parte degli ordini religiosi? Una conversione forzata dell’Italia sembra improbabile, anche perché, se veramente il Piemonte è calvinista, ogni suo tentativo di allargamento territoriale sarà combattuto molto più ferocemente, e certamente Napoleone III non si alleerà con il Piemonte nel 1859 (chi se non Never75?)

La Lombardia Protestante. Aldo Manunzio si converte al luteranesimo, e pubblica in italiano gli scritti di Lutero, diffondendone impunemente il verbo anche nell'Italia peninsulare. A poco servono il confine alpino e l'Inquisizione: nelle signorie padane il dibattito teologico è all'ordine del giorno. Nella Transpadana il luteranesimo diviene motivo di scontri interni: viene abbracciato ufficialmente dalla Repubblica Veneta in funzione antipontificia, mentre al nordovest i Savoia lasciano spazio alla diffusione del calvinismo. Nella Lombardia i predicatori protestanti giunti dal Veneto attuano più conversioni di quante l'Inquisizione ne possa smorzare. Dopo la pace di Cateau-Cambresis che assegna Milano alla Spagna, la questione religiosa diviene anche politica: da una parte i luterani, indipendentisti, che vogliono instaurare un principato protestante; dall'altra i cattolici, capitanati da Carlo Borromeo, che appoggiano il dominio spagnolo per poter attuare la Controriforma. Può darsi che la "luteranizzazione" influenzi anche la lingua: è probabile che per distinguersi dai toscani cattolici, i lombardi ritornino senza remore all'antica lingua lombarda, impedendo, tra le altre cose, la nazionalizzazione della lingua toscana (ideata da Renato Balduzzi)

Venezianesimo. Ben si conosce il rapporto burrascoso tra la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio. Quando, al rifiuto veneto di abbandonare Rimini, il Papa scomunica la Repubblica impedendo la celebrazione eucaristica nella terra veneta, il Maggior Consiglio decide di dare in mano al Doge il potere spirituale sul Veneto analogamente a quanto accade quasi contemporaneamente in Inghilterra con Enrico VIII. Venezia si è scagliata da sé una maledizione, dato che si è guadagnata l'antipatia dell'Imperatore cattolico; trova però alleati tra i principi protestanti, i regni del Nord Europa e l'Inghilterra. Gli effetti della Controriforma non tarderanno a farsi sentire, ma nel corso del tempo l'ideale della Repubblica indipendente anche sul piano spirituale si farà sentire sotto la dominazione austriaca prima, italiana poi (ancora Renato Balduzzi)

Senza Piemonte. Durante la Guerra d'Italia del 1542-46 Francesco I di Francia era praticamente riuscito ad annettere il Ducato di Savoia. Solo l'eroica resistenza di singole città come Nizza e Aosta gli impediva di completare l'opera, perché il Duca Carlo II era troppo debole militarmente ed economicamente per poter cercare di riconquistare il territorio perduto, e ad un certo punto decise anche di non cercare più di ristabilire il suo potere sul Piemonte. Ma ad un certo punto la fortuna girò dalla parte del Savoia, perché per proteggersi le spalle dagli Inglesi e dagli Spagnoli che erano riusciti ad arrivare a minacciare Parigi, Francesco I decise di firmare col Duca di Savoia il Trattato di Crépy, col quale in teoria restituiva tutti i territori conquistati a parte Pinerolo e Montmélian. E se invece Francesco I riuscisse a sbrigare più in fretta la pratica Savoia e a conquistarla definitivamente? (sempre Generalissimus)

Fischi per Fieschi. La sera del 2 gennaio 1547 Gianluigi Fieschi tentò di rovesciare la signoria di Andrea Doria e, dopo aver fatto uccidere Giannettino Doria, nipote ed erede designato del grande Ammiraglio, tentò di impadronirsi della potente flotta genovese, ma mentre provava ad assaltare una galea cadde in mare, quasi certamente per motivi accidentali, la pesante armatura lo trascinò a fondo, ed egli annegò. Senza di lui, la congiura fallì, e la vendetta di Andrea Doria fu terribile. Ma che accade se Gianluigi non muore e la congiura ha successo? Il Fieschi eleverà al governo un uomo di sua fiducia, o vorrà guidare lui stesso la Serenissima, pur avendo poco più di vent'anni? Come ripagherà il popolo, se si solleverà al suo fianco contro i Doria? L'Ammiraglio poi era un alleato di ferro di Carlo V, mentre il Fieschi voleva appoggiarsi ai francesi, desiderosi di assumere il controllo della possente flotta genovese. Come reagirà Carlo se i francesi fanno di Genova una loro base? (avanzata da Enrica S.)

Sacro Luterano Impero. Nel 1547 a Mühlberg i principi protestanti non litigano prima dell'attacco definitivo degli imperiali, e ad essere sconfitto e catturato è lo stesso Carlo V. Ovviamente la vittoria viene interpretata come provvidenziale per i protestanti. Il luteranesimo conquista senza molta difficoltà anche le aree tedesche rimaste cattoliche. Carlo V viene liberato dietro un ingente riscatto ma è costretto ad abdicare dalla carica di imperatore, e si limita a fare il re di Spagna. Giovanni Federico di Sassonia è acclamato nuovo imperatore e il luteranesimo diventa la religione maggioritaria negli stati tedeschi. Il Papa coglie l'occasione per sospendere il Concilio che, francamente, non avrebbe mai voluto neppure aprire. La Francia rialza la testa e, se anche non riesce a invadere il Milanese, si annette senza difficoltà il Ducato di Savoia, il Marchesato di Saluzzo e quello del Monferrato che entrano a far parte a tutti gli effetti della Monarchia Francese. Potrebbe essere difficile l'istituzione di una Lega Santa, con grande vantaggio per gli Ottomani. Come va a finire? (se lo domanda Never75)

Moskau. La Russia rimane divisa in principati, l'impero russo non nasce, Novogorod, Pskov, Kiev, Ryazan difendono gelosamente la loro indipendenza; la Russia, pur sempre vasta e popolosa, rimane ancora di più un paese arretrato e isolato, ma Mosca colonizza ugualmente la Siberia; Pietro il Grande fonda San Pietroburgo in Siberia, ne consegue che i russi avranno minore influenza sulla storia europea (pensata da Rivoluzionario Liberale)

La democrazia russa. La lunga tradizione autocratica della storia russa, che prosegue ininterrottamente da Ivan il Terribile, attraverso Pietro il Grande e Stalin, fino all'attuale "Zar" Vladimir Putin, trae le proprie origini dall'esperienza diretta della lunga dominazione mongola e dall'esempio dell'Impero Romano e dell'Impero Bizantino (fin dalla caduta di quest'ultimo nel 1453, Mosca iniziò a presentarsi come la "Terza Roma"). La percezione europea dell'ingombrante vicino russo è stata sempre quella di un paese sconfinato, militarmente potentissimo, protetto dal "Generale Inverno" (Napoleone ne sa qualcosa) e con tutti i poteri concentrati in un solo uomo forte, l'unico che aveva il diritto di limitare il proprio potere. Inizialmente però non era così. Le prime città stato russe, a partire da Novgorod, erano improntate ad uno spirito assembleare, e furono queste assemblee a chiedere al variago Rjurik di assumere i pieni poteri per contrastare gli agguerriti predoni del nord. Certamente quelle città stato russe rappresentavano forme di governo arcaiche e ben diverse da un impero vasto e militarmente possente come cominciò ad essere la Moscovia nel XVI secolo; tuttavia, quali modifiche ucroniche occorre apportare alla nostra Timeline, affinché la Santa Madre Russia si trasformi in un paese di tradizione parlamentare con una larga democrazia partecipativa, e lo sia tuttora? (questa domanda ci è stata posta da Lord Wilmore, non nuovo a simili questioni)

La dinastia dei Grey. Alla morte di Edoardo VI Tudor, il Testamento di quest'ultimo indicava come successori i figli di Frances Brandon, cugina del re defunto (era figlia di Maria, sorella minore di Enrico VIII), Jane, Catherine e Mary Grey. Tuttavia Maria Tudor, figlia di primo letto di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, impugnò il testamento e fece giustiziare Jane Grey, divenendo regina con il nome di Maria I. Ma che accade se Jane Grey sale al trono ed inizia una nuova dinastia? Come cambia la storia d'Inghilterra? (made in William Riker)

Un Tudor sul trono di Francia. Enrico VIII Tudor da Jane Seymour ha Edoardo VI, che non muore il 6 luglio 1553, si sposa e mette al mondo figlie e figli. Ammettiamo quindi che Mary Stuart abbia un figlio, Francesco III; Francesco III non ha figli maschi, ma ha due femmine, Marie, che sposa Enrico IX, figlio di Edoardo VI, e Isabelle, che sposa il figlio Duca di Guisa. Francesco III convoca il Parlamento e proclama l'abolizione della Legge Salica; In questo modo si esclude il Borbone dal Trono, con il beneplacito del Guisa, che pensa ad un modo di eliminare Marie, per mettere sul trono suo figlio ed Isabelle, ma sfortunatamente per lui è Isabelle a morire di parto; Marie sale sul trono di Scozia e di Francia, con l'aiuto del Marito Enrico IX rintuzza il tentativo Borbonico di conquista del Trono, e, alla sua morte, sale sul Trono Edoardo Tudor, VII d'Inghilterra, I di Francia, e I di Scozia (proposta da Tommaso Mazzoni)

I figli di Solimano. Solimano il Magnifico (noto fra i turchi con l'appellativo ancor più venerabile di "Legislatore") ebbe diversi figli da diverse concubine, ma il suo primogenito Mustafà era il suo prediletto. Solimano lo adorava, ma la sua concubina Roxelana, di cui Solimano era perdutamente innamorato, convinse il sultano che suo figlio primogenito stesse complottando contro di lui (accuse che col senno di poi possiamo definire false), e Solimano fece uccidere suo figlio. Nel 1561, a seguito di altri intrighi di palazzo, fu ucciso anche il secondogenito Bayezid, e sul trono salì Selim II, che tra il popolino turco era conosciuto con l'infamante (doppiamente per un mussulmano) soprannome di "Ubriacone" (ayyas), e che Solimano giudicava inadatto a reggere l'impero per il carattere debole e volubile. In effetti fu una pedina sia di vari visir e pashà, sia di sua madre. Ma se Solimano avesse come al solito dato prova di lungimiranza e avesse risparmiato il figlio, permettendogli di salire al trono? Mustafà era stato accanto al padre in tutte le sue campagne militari fino al 1553, data in cui fu strangolato; come sarebbe cambiato il governo della Sublime porta se al posto dell'inetto Selim II fosse salito al trono Mustafà o Bayezid? Lo stato turco sarebbe comunque entrato nella parabola discendente? I sovrani avrebbero comunque perso il potere a discapito dei pashà o dei visir? (ottima idea di Federico Pozzi)

La Corsica francese in anticipo. Nel 1553 la Corsica fu invasa da un'inedita alleanza franco-ottomana. Alla fine le artiglierie di Andrea Doria ebbero la meglio e l'Isola venne riconquistata dai genovesi. Infine, con il trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 venne anche formalmente restituita alla Superba. Poniamo invece che ottomani e francesi abbiano la meglio e si tengano l'isola. Si possono immaginare almeno tre differenti scenari. Se alla fine sono i francesi a consolidare il proprio dominio sull'Isola e, se le cose non vanno in modo diverso dalla nostra Home Line, con la Guerra di Successione Spagnola, i Savoia possono diventare re di Corsica anziché di Sicilia (poi Sardegna). Le due isole maggiori, per il momento, rimangono austriache. Magari, anche dopo che i Borboni riescono a insediarsi al Sud, gli austriaci rimangono almeno in Sardegna. I Savoia, a loro volta, sono più avvantaggiati: la Corsica da una parte, il Piemonte dall'altra, la Repubblica di Genova sarà la prima vittima carciofizzabile... (prima ucronia corsa di Never75)

La Corsica ottomana. Se sono gli Ottomani a rimanere nell'Isola, alla fine la Pace di Cateau-Cambrésis non li riguarda minimamente. In questo caso la coalizione cristiana nasce prima. Anziché la battaglia di Lepanto, avremmo quella di san Bonifacio? Gli effetti, tuttavia, potrebbero non essere dissimili da Lepanto.Nonostante la cocente sconfitta, gli Ottomani rimangono in Corsica, anche grazie alle divisioni degli alleati. Ad esempio, Venezia avrebbe tutto l'interesse a non aiutare troppo l'eterna rivale. In compenso, la Serenissima può tenersi Cipro e Creta più a lungo (seconda ucronia corsa di Never75)

La Corsica Farnese. Con la Pace di Cateau-Cambrésis sono gli spagnoli a impossessarsi dell'Isola. Non mancherebbero, neppure in questo caso, cavilli giuridici per giustificarne l'occupazione. Vista poi la quasi contemporanea guerra per il possesso di Parma e Piacenza, Filippo II potrebbe proporre (o meglio, imporre) a Ottavio Farnese uno scambio: Parma e Piacenza in cambio della corona di Corsica. Tra l'altro il papa stesso (a cui almeno teoricamente la corona di Corsica spettava) potrebbe avallare la cosa. Il relativo isolamento potrebbe essere un bene per l'Isola e se i Farnese riescono a barcamenarsi con le loro alleanze, l'indipendenza potrebbe essere garantita molto a lungo (terza ucronia corsa di Never75)

Il Korol di Tutte le Russie. Nessun regnante di Russia prende per sé il titolo di Zar, ovvero di Cesare, ma quello di Korol, ovvero di Re. Una semplice questione di stile, o la cosa può avere delle ripercussioni? (è di Generalissimus)

Il Terribile/1. Nel 1553 Ivan IV detto Groznyj (il Terribile) fu colpito da una violenta febbre che lo portò in punto di morte. Allora convocò i Boiardi, a cui chiese di giurare fedeltà al figlio Demetrio, che Ivan IV aveva prescelto come proprio erede e successore. Ma i nobili non avevano alcuna intenzione di promettere fedeltà a Demetrio, ed arrivarono persino a litigare davanti al morente Ivan IV sul nome di chi avrebbe dovuto sostituirlo sul trono di Mosca. Ivan tuttavia, contro tutte le aspettative, guarì. Ma che accade se il primo Zar della storia russa muore prematuramente? Dissoluzione dell'assolutismo russo, feudalizzazione del paese e sua probabile conquista da parte svedese al nord, lituana al centro e turca a sud. Come muta la storia d'Europa? (prima ucronia dedicata da William Riker ad Ivan il Terribile)

Il Terribile/2. Subito dopo la sua improvvisa ed inaspettata guarigione, Ivan IV intraprese un pellegrinaggio per ringraziare Iddio, ma fu subito colpito da un'altra tegola: il figlio prediletto Demetrio cadde nel fiume Sesna e vi annegò. Il dolore di Ivan fu immenso, e probabilmente contribuì agli squilibri mentali di cui soffrì in vecchiaia. Ma che accade se Demetrio sopravvive e succede al padre al posto di Fëdor, debole e malato, che per tutta la vita fu una marionetta nelle mani di Boris Godunov? La dinastia dei Rjurik prosegue. Conseguenze sulla storia russa? (seconda ucronia dedicata da William Riker ad Ivan il Terribile)

Il Terribile/3. Ivan IV è sconfitto dai Boiari che pongono un limite all'autocrazia; Il Sejim assume sempre maggior potere, ma, per contrasto, lo Zar si appoggia alla borghesia delle città occidentali; da questo equilibrio, simile a quello del Regno Unito nascerà una tradizione parlamentare, che porterà, fra il 1700 e il 1800 all'approvazione di una vera costituzione, da parte dello Zar Costantino II; Nel 1905 una Russia molto più evoluta, ricca e democratica, sarà il primo paese a concedere il voto alle donne; Alla carica di Ministro dello Stato (primo ministro) si succederanno i Liberali, con Stolypin e Wytte, e poi Elcin, i Socialdemocratici, con Kerensky, Uljanov, Bronstein, Krushev, Gorbacev e la Timoshenko , i Conservatori di Kolchak, Djusgavily, Breznev e Putin. Sarà nel 1920 che il governo Uljanov sancirà la nascita dell'Impero Federale Russo, concedendo l'autonomia alle etnie maggiori dell'Impero (terza ucronia dedicata da Tommaso Mazzoni ad Ivan il Terribile)

Il I Conte di Devon. La Regina Maria I Tudor, invece di Filippo d'Asburgo figlio di Carlo V, su consiglio del cardinale Reginald Pole nel 1554 sposa Edward Courtenay I Conte di Devon. Infatti il Cardinale Pole, per quanto uomo della controriforma e Arcivescovo cattolico di Canterbury, apprezza gli scritti di Erasmo da Rotterdam ed ha una politica "morbida" verso i protestanti, al contrario dell'arcivescovo Stephen Gardiner, Lord cancelliere e uomo ferreo, legato a quei circoli intransigenti che a Roma trovano espressione nella rigidissima figura del cardinale Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Ma la Regina sposa il Conte di Devon anche in virtù delle sue parentele: infatti Courtenay, è nato attorno al 1527 da Henry Courtenay, I Marchese di Exeter, e dalla sua seconda moglie Gertrude Courtenay, Marchesa di Exeter; sua nonna paterna era Caterina di York, figlia di Edoardo IV d'Inghilterra e di Elisabetta Woodville. Questa parentela lo lega strettamente a molti dei nobili del paese, suo primo cugino è Enrico VIII d'Inghilterra mentre fra i cugini di secondo grado può contare Maria, Edoardo ed Elisabetta I d'Inghilterra, i figli del Re, Giacomo V di Scozia, Henry Brandon, I conte di Lincoln, Frances Brandon ed Eleanor Brandon. La coppia ha tre figli: Enrico Principe di Galles (1555), la Principessa Caterina Tudor (1556) e Edoardo Duca di Cornovaglia (1557). Maria muore nel 1558, il primogenito diviene Re con il nome di Enrico IX, sotto la reggenza del padre. Nel 1559 i nobili protestanti insorgono perchè vogliono Elisabetta (sorellastra di Maria) sul trono, ma i ribelli vengono sconfitti in battaglia dalle forze realiste, ed Elisabetta è imprigionata nella Torre di Londra. Che accade? (ce lo chiede Alessio Benassi)

La Grande Mongolia. Alla metà del XVI secolo Altan Khan, della dinastia Tùmėd, proclamatosi discendente di Kublai Khan, riunì l'intera nazione mongola sotto il proprio scettro, nel 1557 fondò la nuova capitale Hohhot e dopo l'incontro con il Dalai Lama iniziò a diffondere il Buddhismo tibetano in Mongolia. Sotto i suoi successori però la Mongolia decadde e cadde sotto la signoria dei Cinesi. ma che accade se Altan Khan diventa un secondo Gengis, sconfigge la Cina e crea un impero vastissimo, esteso dagli Urali al Pacifico e dalla Grande Muraglia all'Oceano Glaciale Artico, comprendente anche parte del Sinkiang Uighur e del Turkestan? Com'è noto, Ivan IV affidò all'atamano Yermak il compito di colonizzare il territorio al di là degli Urali, e questi distrusse il khanato di Sibir, unico grande stato transuralico, da cui prese il nome la Siberia. Ma se il khanato di Sibir è già caduto in mani dei Tùmėd, i Russi potrebbero subire una bruciante sconfitta e restare confinati ad occidente degli Urali. Di conseguenza cercheranno in anticipo di espandersi verso i "mari caldi", scontrandosi con largo anticipo con gli Ottomani. Nel frattempo la Mongolia diventa una grande potenza di cui la Cina è vassalla. Con la rivoluzione industriale, gli immensi giacimenti minerari e carboniferi della Siberia potrebbero fare gola a più di uno, e lo stato potrebbe arricchirsi divenendo una potenza mondiale, ma anche essere diviso tra le potenze coloniali come la Cina di fine ottocento. Quale di questi scenari preferite? (ideata da William Riker e da Enrica S.)

Calais est Anglais. Nel 1558 Francesco I di Guisa riesce a conquistare il Pale of Calais, ma non la città di Calais e i paesi immediatamente circostanti. Calais diventa una seconda Gibilterra e l'Inghilterra rimane con un piede in territorio francese e sul continente, nonostante i vari tentativi francesi falliti di riconquistarla lungo le epoche. Gli unici che potrebbero riuscire nell'impresa, anche se per poco, sarebbero Napoleone e Hitler, e oggi sarebbe un territorio Britannico d'Oltremare come Anguilla o le Pitcairn. Quali le conseguenze? (è di Generalissimus)

Austrias de Ameriga. Prima della sua abdicazione, Carlo V ripartisce l'Impero in tre regni, assegnando le colonie americane a Giovanni d'Austria, futuro vincitore di Lepanto, e formando in pratica tre dinastie asburgiche, in cui quella più avvantaggiata potrebbe risultare alla fine proprio quella americana. Infatti gli Asburgo delle Americhe, liberi dalle beghe religiose e politiche del continente e non più obbligati a riversare l'oro e l'argento delle colonie in Europa, possono costituire un potentissimo Stato. Con pochi mezzi ed un relativamente piccolo esercito con soldati reclutati anche tra gli indios, in breve tempo gi Asburgo d'America potrebbero espandere i propri possedimenti ed invadere tutto il Continente Americano costituendo un'unica entità statale estesa dal Canada alla Terra del Fuoco. Inutile dire che ogni tentativo di colonizzazione di inglesi e francesi finirebbe sul nascere e questo immenso Stato-Continente sarà la Superpotenza Economica e Politica dei successivi quattrocento anni e presumibilmente rimarrà tale ancora per moltissimi secoli (un'altra ottima idea di Never75)

Das Habsburgische Italien. Se fossero stati gli Austriaci di Ferdinando a rimpiazzare gli Spagnoli in Italia, avremmo avuto un dominio asburgico con due secoli d'anticipo, l'Italia si sarebbe germanizzata e la situazione descritta nei "Promessi Sposi" sarebbe completamente differente... (Maggioriano ha avuto questa geniale idea)

Papi del Rinascimento/10. Com'è noto, san Carlo Borromeo rifiutò di diventare Papa. Ma se fosse stato eletto? credo che avrebbe viaggiato in lungo e in largo, non sarebbe certo rimasto a Roma a far "flanella". Invece Federigo Borromeo in Vaticano non ce lo vedo, troppo aristocratico e intellettuale, e troppo poco politico... (un'idea di Anna Elena)

Antonio I de' Medici. Nell'autunno del 1587, dopo una battuta di caccia nella zona delle risaie di Poggio a Caiano, Francesco I de' Medici e la sua seconda moglie Bianca Cappello si ammalarono e morirono a distanza di 11 ore l'uno dall'altra, fra il 19 e il 20 ottobre. Entrambi avevano avuto per oltre dieci giorni febbri altissime e violenti sintomi gastrointestinali. Tutti puntarono il dito contro Ferdinando, fratello di Francesco, che odiava Bianca, e che prese il potere escludendo i figli del fratello dalla successione al Granducato. Gli esami svolti sui resti di Francesco e Bianca nel 2011 hanno però escluso che si trattasse di avvelenamento da arsenico, avendo ritrovato nelle ossa dello sfortunato Granduca proteine tipiche del plasmodio della malaria: la morte sua e di sua moglie fu dunque naturale. Ma supponiamo che Francesco I sia più accorto e stia lontano dalle risaie in quella stagione, la più favorevole al diffondersi della febbre terzana. Ferdinando resta a fare il Cardinale di Santa Romana Chiesa. Il ramo principale dei Medici non è quello di Ferdinando che si esaurirà con Gian Gastone: a ereditare il Granducato è Antonio, figlio di Francesco e Bianca, che tra l'altro dura sino ad oggi. Quindi nel Settecento Firenze non passerà nelle mani dei Lorena, ma rimarrà ai Medici. Come cambia la storia d'Italia? (ennesima idea di William Riker)

Estremo Oriente/1. Nel cinquecento giunsero in Giappone i Gesuiti portoghesi, ed il loro influsso fu fortissimo. Molti daiymo si erano convertiti al Cattolicesimo. In questo periodo si situa l'epopea dei Ronin cristiani, devoti a San Giacomo di Compostella. L'uomo forte del periodo di transizione tra le guerre civili dell'era Tokugawa, il dittatore Goroda, era disposto a battezzarsi e ad inviare in Europa, al servizio del Pontefice, centomila samurai crociati, per liberare la Terra Santa e lottare contro i principi protestanti. Non se ne fece nulla perchè voleva il diritto di divorzio. Mettiamo che la conversione fosse stata sincera ed incondizionata. L'intervento di un Giappone cattolico nelle vicende europee, come avrebbe modificato la storia a cavallo tra XVI e XVII Secolo? (questa proposta poteva venire solo dal Marziano)

Estremo Oriente/2. Padre Matteo Ricci converte la Cina, il Papa dà il permesso alla venerazione degli antenati (considerata fin qui idolatria), e la Cina diventa cattolica (questa invece è di Filobeche e di Homer)

Macario Melisurgo. Macario Melisurgo era un avventuriero bizantino spregiudicato e geniale. In concomitanza con la formazione della Lega Santa era venuto a patti con i principali Signori europei: avrebbe capeggiato una violentissima e numerosa rivolta antiturca per tutto il Peloponneso, nel caso le truppe cristiane avessero ottenuto una vittoria rilevante contro gli ottomani. Dopo Lepanto però la coalizione cristiana cominciò a vacillare, rifiutò di affrontare nuovamente i turchi in mare e si sciolse nel giro di poco tempo, considerando la vittoria lepantina come un risultato già soddisfacente. Ma se invece i cristiani rimangono compatti e sconfiggono anche la seconda flotta turca? Melisurgo guida la sua rivolta e i turchi non possono fare a meno di cedere: Cipro torna a Venezia e il Peloponneso diventa indipendente. Come cambia la storia con una Venezia rafforzata, i turchi indeboliti e un impero greco-bizantino che si solleva con 700 anni di anticipo? (è di Basileus TFT)

L'altro San Michele. Dopo la vittoria di Lepanto San Pio V, al secolo Michele Ghislieri, sopravvive più a lungo, i Russi si uniscono alla Lega Santa e così gli Asburgo e lo Zar si spartiscono l'impero turco (proposta dal Marziano; ecco una proposta alternativa del prolifico Filobeche)

Impero mondiale ispano-cattolico. L'impero di Carlo V non viene spartito tra i due rami della famiglia e si regge "abbastanza" in piedi grazie alle riforme promosse dal cancelliere dell'impero Gattinara: un tentativo reale era stato fatto ma Carlo non volle pregiudicare le libertà tedesche e l'antico sistema dei suoi regni, e non se ne fece nulla. E se invece funziona? (proposta da Filobeche)

Un'altra spartizione. Anche se si suppone a ragione che Carlo V stesse già da tempo meditando sulla sua successione, è all'epoca del Trattato di Passau che si fa risalire la decisione di Carlo V di dividere i suoi domini tra il figlio ed il fratello. La decisione di dare alcuni possedimenti all'uno invece che all'altro sarà gravida di conseguenze per la storia d'Europa. Ipotizziamo dunque che Carlo decida per una ripartizione leggermente diversa dei suoi possedimenti, in questo modo. Al figlio Filippo II: Regno di Spagna, Napoli, Sicilia e Sardegna, Americhe. Al fratello Ferdinando I: Sacro Romano Impero, Boemia, Austria, Ungheria, Fiandre, Franca Contea, Milano. Quali i futuri cambiamenti dello scenario europeo (e forse mondiale) originati da questa "piccola" differenza? (proposta da Konstantinos XI)

Sempre più in (Ri)alto. Ad Andrea Palladio era stato commissionato un progetto per il ponte di Rialto in stile neoclassico, che non fu messo in pratica. Una veduta del Canal Grande con questo progetto, fatta dal Guardi, si trova al museo Gulbenkian di Lisbona. Come cambia l'immagine di Venezia se il ponte viene costruito secondo il progetto palladiano? (nuova ucronia artistica di Falecius)

Tudor/3. Enrico VIII, che non ha alcun interesse teologico nella Riforma, ha un erede maschio da Caterina d'Aragona, il che garantisce una profonda unione politica, economica e militare tra Londra e Madrid Nel 1516 nasce il primogenito Edoardo VI, battezzato dallo stesso Santo Padre Leone X che lo cinge con il titolo di "Sacro Difensore della Unica e Vera Santa Fede Cattolica di Santa Romana Chiesa". Enrico VIII diventa il paladino della cattolicità, tanto da oscurare la stessa Spagna di Filippo II. Il figlio Edoardo, salito al trono alla morte del padre nel 1547, continua l'opera di difesa di Roma con il famoso "Atto di Sottomissione a Pietro". L'Inghilterra in definitiva rimane cattolica e così gli Stati Uniti, il Canada, il Sudafrica, l'Australia e la Nuova Zelanda (ideata da  Demofilo e da Giorgio Tebaldi)

Tudor/4. Alternativa ideata da Falecius: il Papa concede il divorzio ad Enrico VIII, guerra anticipata tra la Spagna e l'Inghilterra vinta da quest'ultima, anche stavolta gli inglesi rimangono cattolici.

Tudor/5. Il matrimonio di Maria la Cattolica con Carlo V va in porto, anche se quest'ultimo è 22 anni più vecchio di lei. Quali le conseguenze? (è di Generalissimus)

Tudor/6. Maria I Tudor d'Inghilterra non si ammala di cancro e riesce, anzi, a rimanere incinta. Nasce un maschio, erede di tutto l'impero di suo padre, Filippo II, e del regno di sua madre. Maria soffoca poi ogni residuo della fede anglicana e fa giustiziare la sorella Elisabetta. In questo modo l'Inghilterra diventerà una specie di "colonia spagnola" ritardando il suo sviluppo economico e sociale. Alla morte di Maria re a pieno titolo diventa Filippo II d'Asburgo, che è già erede di Castiglia, Aragona, Napoli, Navarra, Paesi Bassi, Borgogna, Milano e Portogallo. Un gruppo di anglicani, guidati da Walsingham, cerca di invadere l'isola, ma viene sconfitto dall'Invincibile Armata di Filippo II (ideata da Demofilo e da Alessandro Cerminara)

Stuart/1. Il 12 febbraio 1554 Maria I Tudor scopre che la sorellastra Elisabetta, figlia di Ann Boleyn, è implicata in un complotto per assassinarla, e così la fa rinchiudere nella Torre di Londra, processare e decapitare. Tuttavia Maria muore di tumore prima di poter sposare Filippo II, e così i cattolici ottengono che venga incoronata regina Maria Stuart (meglio nota come Maria Stuarda), che ha solo 11 anni, e a nove mesi era già stata incoronata regina di Scozia nel castello di Edimburgo. A questo punto Maria II Stuart non sposa il re di Francia Francesco II ma subito Lord Henry Darnley, capo della fazione cattolica scozzese, da cui ha il futuro Giacomo (VI di Scozia e I d'Inghilterra). Unione personale tra Inghilterra, Scozia e Irlanda con largo anticipo; alleanza di ferro tra Inghilterra e Francia in chiave antispagnola; Inghilterra e Scozia restano nazioni cattoliche; gli anglicani restano una minoranza come gli ugonotti in Francia, i puritani migrano in anticipo in America Settentrionale (prima ucronia Stuart di William Riker)

Stuart/2. Alternativa interna all'ucronia precedente: Maria II Stuart sposa Enrico di Guisa (anche sua mamma era una Guisa), poi lo aiuta a vincere la guerra dei Tre Enrichi. Così nasce una super-unione dinastica tra Francia, Inghilterra, Scozia e Irlanda sicuramente paventata da Spagna ed Austria. Filippo II manda l'Invincibile Armata ma finisce come sappiamo... e poi? (seconda ucronia Stuart di William Riker)

Biancaneve per davvero. Nella Germania del cinquecento Margaretha von Waldeck (nata nel 1533), detta Schneewittchen (Biancaneve) per il suo incarnato d'avorio, è una bellissima fanciulla cresciuta nella fortezza di Waldeck il cui signore è suo padre. Questi, rimasto vedovo, si è risposato con una nobildonna bellissima, che si picca di essere la donna più affascinante di tutta la Germania, e che, nel timore di invecchiare e di imbruttire, si dà all'alchimia prima, nella speranza di sintetizzare un filtro di eterna giovinezza, e alle pratiche occulte poi (in queste pratiche era essenziale uno specchio per l'evocazione dei demoni). Ma Margaretha è indubbiamente più giovane, ed anche più bella di lei, tanto che, durante il suo soggiorno nella città di Bruxelles per motivi di studio quando ha sedici anni, persino Filippo II di Spagna e Enrico VIII di Inghilterra la hanno chiesta in sposa. La matrigna non può sopportare l'onta di non essere stata scelta lei come regina di Spagna o di Francia, e così convince i nobili germanici che quei ventilati matrimoni rappresentano un tentativo spagnolo ed inglese di allungare le mani sulle terre della Germania. I Grandi Elettori le danno perciò carta bianca, e nel 1554 Margaretha viene avvelenata con l'arsenico. La regina però sbaglia le dosi e Schneewittchen, anziché morire, cade in un coma catatonico che somiglia alla morte, e viene sepolta nella cappella di famiglia. Tuttavia Margaretha si era fatta amica dei lavoratori delle vicine miniere d'oro, quasi tutti bambini perchè grazie alla loro ridotta statura possono intrufolarsi anche nelle gallerie più anguste: "i miei nanetti", li chiamava affettuosamente la principessa, influenzata dalle leggende della mitologia nordica. Questi, non rassegnandosi alla morte della loro protettrice, penetrano di notte nella cappella, sottraggono il corpo e lo pongono, al posto del corpo del santo martire di turno, nella teca di vetro di una chiesetta di campagna. Poco dopo si ferma per pregare in quella chiesetta Emanuele Filiberto detto Testa di Ferro, Duca di Savoia e Principe di Piemonte, detto anche il Principe Azzurro in analogia ai suoi antenati Conte Rosso e Conte Verde, di ritorno dalla battaglia di Metz cui ha partecipato accanto a Carlo V. Colpito dalla bellezza di Margaretha, chiede che la teca sia aperta, e così si accorge che la fanciulla non è morta. Il suo archiatra riesce a farla risvegliare; Emanuele Filiberto la porta con sé a Chambéry, la sposa e avrà da lei il figlio e successore Carlo Emanuele I. E tutti vissero felici e contenti (una proposta fanta-favolistica di William Riker)

San Filippo Neri a Milano. San Filippo Neri divenne grande amico del cardinale e futuro santo Carlo Borromeo, che spesso si recava dal sacerdote fiorentino per chiedergli consigli riguardo a problematiche del suo apostolato. L'arcivescovo di Milano inoltre tentò in tutti i modi di convincere Filippo Neri a trasferirsi a Milano per fondare anche lì una comunità come quella da lui fondata nell'Urbe, ma egli scelse di continuare a dedicarsi alla Roma in cui viveva. Ma se invece Carlo ce la fa e fonda un Oratorio anche a Milano? (ancora William Riker)

Papa Filippo I. Il Papa Clemente VIII propose a San Filippo Neri la nomina a cardinale: il fiorentino, noto come "l'Apostolo della Città di Roma" nonché fondatore dell'Oratorio, si sarebbe occupato delle anime dei romani, mentre il Santo Padre avrebbe abbellito l'Urbe di chiese. Filippo rifiutò, pare dissuaso dai ragazzi del suo Oratorio. Ma se accetta e poi è eletto Papa? (sempre William Riker)

Papi del Rinascimento/11. Marcello II, al secolo Marcello Cervini, generò grandi aspettative tra coloro che auspicavano l'elezione di un papa che riportasse un poco di moralità nella corte pontificia dopo le tristi esperienze dei suoi più immediati predecessori. Era talmente antinepotista da vietare ai parenti di andare a Roma, ed era intenzionato a non farsi coinvolgere dalla politica, intendendo il suo ministero tutto proteso ad avvicinare i popoli, ritenendosi il pastore delle genti. La sua elezione, insomma, apriva il cuore dei cattolici a grandi speranze di riforma. Ma queste aspettative andarono immediatamente deluse, poiché papa Marcello, poco più di venti giorni dopo la sua elezione, morì. Forse per un colpo apoplettico, o forse per una piaga a una gamba, o forse assassinato da qualcuno che non voleva una moralizzazione della curia. Fece appena in tempo ad impartire ordini per un'impostazione severa e morigerata della vita di corte. Ma che succede se non muore? Riuscirà nella sua opera di moralizzazione? Chi ne farà le spese? (ideata da Jeck86)

Papi del Rinascimento/12. Il cardinal Reginald Pole prevale sul suo avversario, Gian Pietro Carafa, “il grande inquisitore": nella nostra Timeline il blocco di elettori di Pole al conclave mancò il risultato per un solo voto, il che aprì la strada al futuro Paolo IV. Che accade? Avremo un esito diverso sugli articoli finali del concilio di Trento? Un aiuto del nuovo papa alla regina Maria per ricomporre in maniera poco “bloody” lo scisma anglicano? Come avrebbe potuto chiamarsi da papa il Cardinal Pole? (questa è di Paolo Maltagliati)

Siena ai francesi. A differenza di Firenze, la città di Siena fu filofrancese per quasi tutta la sua storia. Nel 1555 Siena fu messa a ferro e fuoco da un terribile assedio da parte di ispano-imperiali e fiorentini, ma tuttavia la città resistette ai limiti del possibile, tanto che Carlo V rinuncerà all'assedio ed il figlio Filippo, stancato della cosa, lascerà i soli fiorentini a finire l'assalto alla città toscana. Nel 1557 la città, conquistata definitivamente, venne annessa a Firenze. Ma se la città riesce a resistere più a lungo anche grazie ai rifornimenti francesi? Magari anche gli spagnoli rinunceranno alla lotta e consiglieranno gli alleati fiorentini a fare altrettanto. Così una repubblica di Siena filo-francese sarà un ottimo pied-à-terre per i cugini d'Oltralpe. Partendo da lì (la Repubblica di Siena arrivava fino al mare, lambendo quasi la stessa Isola d'Elba) non ci vorrà molto ad arrivare nel cuore della Toscana e conquistarsela, sfruttando un momento di debolezza dei Duchi (in questa Timeliine non saranno mai Granduchi) Medici di Firenze (ideata da Never75)

Che mondo sarebbe con la Nutella?/1. Nelle civiltà precolombiane il cacao era definito la "bevanda degli dei" (da cui deriva il nome greco della pianta, Theobroma cacao) ed era riservato ai soli imperatori. Supponiamo che gli Aztechi tengano per sé il segreto della coltivazione di questa pianta, e che stupidamente i Conquistadores la estirpino fino all'estinzione per impiantare piantagioni di caffé o di altro prodotto tropicale. Come cambierebbe la storia del costume senza il cioccolato? (un'ucronia culinaria del Marziano e di William Riker)

Meglio gli Austriaci. Il 16 gennaio 1556, stanco e deluso per aver assistito al fallimento su tutta la linea della propria strategia, che puntava all'unificazione politica e religiosa del continente europeo, il re di Spagna e Sacro Romano Imperatore Carlo V d'Asburgo decise di abdicare e di ritirarsi nel convento di Yuste, in Estremadura, dove morì il 21 settembre 1558. Egli divise i suoi immensi possedimenti tra il figlio Filippo e il fratello Ferdinando. Ma supponiamo che Carlo V lasci a Filippo II solo la corona di Spagna e le immense colonie americane ed asiatiche, mentre la Borgogna, Milano, Napoli e la Sicilia vanno a Ferdinando I insieme ai possedimenti asburgici e al titolo di Sacro Romano Imperatore. Gran parte dell'Italia si "salva" dalla dominazione spagnola e passa sotto quella austriaca con 170 anni di anticipo, meridione incluso, e così i Paesi Bassi. Le ribellioni nei Paesi Bassi sono domate, per motivi logistici e non avendo l'appoggio inglese, però l'Olanda è coinvolta nelle devastazioni della Guerra dei Trent'Anni. Ciò potrebbe avvenire anche per il Nord ed il Sud Italia. La talassocrazia spagnola dura un po' di più, senza la concorrenza olandese, e contemporaneamente in Giappone il cattolicesimo è più difficile da estirpare. Oppure è possibile che la ribellione olandese, fondendosi con quella protestante in Germania, anticipi la Guerra dei Trent'Anni ed il collasso del Sacro Romano Impero. Come cambia invece la storia d'Italia? (altra idea di William Riker)

Ce n'è anche per Don Giovanni. Al momento di abdicare, l'Imperatore Carlo V decide di dividere in tre parti i suoi domini, le Spagne (Castiglia Aragona, Portogallo), le Fiandre e domini d'oltreoceano vanno al figlio Filippo II, l'Impero Romano Germanico i domini austriaci e Borgognoni al fratello Ferdinando d'Asburgo mentre il Ducato di Milano, Sardegna, Sicilia, Napoli e lo stato dei Presidi al figlio naturale Don Giovanni d'Austria. Che accade? (questa è di Alessio Benassi)

La Borgogna austriaca. Alternativa all'ucronia precedente. Carlo V lascia al fratello, oltre i vecchi domini asburgici, anche i Paesi Bassi e gli altri ex domini borgognoni. Il ducato di Milano insieme a Mantova è ceduto a Venezia, in cambio di Cipro e Creta, che vanno alla Spagna. Conseguenze: Venezia , con i domini allargati, deve riorganizzarsi politicamente. Deve però continuare a difendere Dalmazia e Isole Ionie dai Turchi. Il ducato di Savoia sarà in gran parte assorbito dalla Francia. L'unità d'Italia (forse solo centro-settentrionale) si farà intorno a Venezia. Filippo II manda la sua invincibile armata contro l'Africa, con migliore fortuna. La decadenza Spagnola inizia molto più tardi. Gli Asburgo d'Austria si trovano, con Venezia, a combattere i Turchi a Est, con miglior fortuna. A Ovest la Francia incoraggia la rivolta olandese, e si annette poco alla volta buona parte degli ex territori borgogni, oltre a Nizza, Savoia, e parte del Piemonte. E in America? (questa è di Francesco Dessolis)

Filippo II il Fannullone. Filippo II eredita dal padre Carlo V la Spagna, Milano, Napoli, la Borgogna e i Paesi Bassi, ma non è all'altezza del grande sovrano che si spegne nel convento di Yuste nel 1558. Infatti nella battaglia di San Quintino del 1557 per la prima volta le armate spagnole, appoggiate da quelle dello zio Ferdinando, imperatore del Sacro Romano Impero, vengono sconfitte dall'esercito del re di Francia Enrico II appoggiato dal papa Paolo IV Carafa e da Emanuele Filiberto di Savoia. In questo modo perde la Borgogna, che la bisnonna Maria aveva rivendicato e il padre Carlo conquistato, e successivamente anche Milano e la Lombardia che si uniscono al Piemonte, formando il Regno di Savoia sotto Emanuele Filiberto I. Lo Stato della Chiesa guadagna posizioni verso il Mezzogiorno mentre Filippo II nel 1559 è costretto a firmare la pace di Cateau-Cambrèsis, che fa cessare ogni tipo di dominio spagnolo nell'Italia Settentrionale. Intanto muore la moglie, Maria I Tudor, e l'Inghilterra passa ad Elisabetta I, secondogenita di Enrico VIII e anglicana praticante che stringe con la vicina Francia il trattato di Edimburgo in funzione antispagnola. Intanto nel Mar Mediterraneo i turchi fanno il bello e il cattivo tempo: nel 1529 hanno espugnato Algeri e nel 1534 anche Tunisi si è arresta alla flotta di Khair-ad-Din detto il "Barbarossa". Dopo aver espugnato Cipro nel 1570, Solimano il Magnifico punta direttamente sulla stessa Italia Meridionale, possedimento spagnolo. Ma la flotta papalina, appoggiata da veneziani e genovesi (ma non da spagnoli che erano impegnati contro inglesi e francesi), riesce a bloccare l'avanzata turca a Lepanto il 7 ottobre 1571. Filippo II, con la pace di Roma, cede a papa Pio V Napoli e la Sicilia che allungano verso sud lo Stato della Chiesa. La Spagna ha perso nel giro di trent'anni il controllo della penisola italiana. Gli storici contemporanei bollano Filippo II come "il Fannullone" poiché, di fronte alla donazione paterna, ha conservato soltanto la Spagna, seppur con mille problemi e difficoltà (nuova proposta di Demofilo)

Universa Universis Patavina Libertas Aeterna. Nata dalla protesta degli studenti bolognesi per le intromissioni ideologiche nei loro studi, l'Università di Padova si distinse sempre per una profonda indipendenza, favorita dalla Repubblica Veneta che, composta un tempo da furbi filibustieri, conosceva bene il valore aggiunto della scienza negli affari. La libertà padovana venne meno da un lato per colpa della Controriforma dall'altro per una certa ristrettezza culturale, con effetti deleteri per la “ricerca” in Italia. Mettiamo però che questa indipendenza venga rispettata: quando l'Inquisizione minaccia Pomponio Algieri, protestante, gli studenti scioperino, gettando Venezia nell'imbarazzo e Padova sul lastrico; alla fine è concessa l'immunità a tutti gli studenti dello Studio, il che favorisce il rimpatrio degli esuli (Gribaldi Moffa) e l'emigrazione dei perseguitati (Serveto?). Anni dopo Galileo è salvato dall'ambasciatore veneto, che riesce a farlo scappare e lo protegge sotto l'immunità padovana. La presenza del grande scienziato vivacizza la vita scientifica cittadina, che resta all'avanguardia per tutto il XVII e XVIII secolo. Anzi, dotti studi sulla situazione della Repubblica Veneta portano ad una sua riforma costituzionale, con l'integrazione dei Domini de Tera nella compagine serenissima. Nel Settecento Padova scippa a Milano il ruolo di capitale illuminista del Nord, con l'apertura dell'Accademia delle Sigate e del giornale Il Campanile. Venezia assumerà un ruolo di primo piano nello sviluppo dell'ideale nazionale italiano e sarà capitale d'Italia come Torino Milano Firenze e Napoli (è di aNoNimo)

Tudor/7: l'Imperatrice d'Europa. Elisabetta sale al trono il 17 novembre 1558 con una fastosa incoronazione nell'abbazia di Westminster, in cui il vescovo di Carlisle la benedice "Regina d'Inghilterra, d'Irlanda e di Francia". Ma la situazione è tutt'altro che rosea: il regno è minacciato dalla Spagna di Filippo II e dalla Francia di Enrico II, la flotta è mal ridotta come del resto anche l'esercito, non esiste nel paese una fortezza che possa resistere ad una cannonata. Ma sono soprattutto i poteri all'interno della corte che fanno paura: il duca di Norfolk, leader del partito cattolico, dopo la morte di Maria I Tudor progetta un colpo di stato contro la sovrana anglicana con l'appoggio della Spagna e con la benedizione del papa Paolo IV. Secondo le indiscrezioni Norfolk starebbe costruendo un suo esercito personale, non soltanto militare, con l'obbiettivo di uccidere Elisabetta, sposare Maria I Stuart regina di Scozia e unificare le corone sotto il sacro vincolo della fede cattolica. Dopo aver risolto la questione religiosa con "L'Atto di Uniformità" del 1559 e la nomina di Matthew Parker ad arcivescovo anglicano di Canterbury, la regina volge il suo sguardo alla situazione politica europea: grazie ai consigli del segretario di Stato, l'anziano William Cecil, Elisabetta procede ad una radicale riforma dell'esercito inglese, dalla cavalleria alla fanteria pesante fino alla flotta, assoldando Francis Drake e John Hawkins, corsari inglesi, terrore per i vascelli spagnoli. Il primo passo è la dichiarazione di guerra alla Scozia, retta dalla madre di Maria Stuart, Maria di Guisa, che è sconfitta e fatta prigioniera dopo la battaglia di Edimburgo nella primavera del 1560. La pace di Londra stabilisce la conquista del regno da parte inglese e la nascita del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. I francesi però non intervengono poiché il loro paese è sconvolto dalle guerre di religione: il fatto che non abbandona Calais nel 1564 continuando a rivendicare la corona e il trono transalpini, conferma le mire espansionistiche elisabettiane. Intanto Filippo II ultima i preparativi per il possibile colpo di stato contro la regina: papa Pio V invia un prete cattolico a Londra con una bolla di scomunica nei confronti di Elisabetta mentre si offre la corona a Norfolk con l'appoggio del conte di Westmorland e del conte di Northumberland: nell'autunno del 1562 è sventato il golpe con la decapitazione di Norfolk e della sua cricca mentre il paese si avvia verso la guerra aperta contro la Spagna. Nel 1563 la carca di segretario di Stato è assegnata al suo fido consigliere Francis Walsingham, capo dei servizi segreti e responsabile dell'arresto di Norfolk, il quale decide di stringere un patto di ferro con la Francia in funzione antispagnola. Nel 1580, quando il papa Gregorio XIII manda un contingente di truppe in aiuto dei ribelli irlandesi, le truppe inglesi infliggono una pesantissima sconfitta alle truppe papaline ed arrestano il nipote del pontefice, capo del contingente; sarà Walsingham a trattare il suo rilascio con la cancellazione della scomunica e il riconoscimento di Elisabetta I come unica e legittima sovrana inglese. Mentre intanto Filippo II annette il Portogallo, Londra dichiara guerra a Madrid e sconfigge la flotta spagnola nell'estate del 1583 non lontano dal porto di Lisbona, la quale è liberata e la corona è assegnata alla dinastia Tudor e quindi alla Gran Bretagna, che ritorna in modo prepotente nell'Europa continentale. E non è finita: dopo la scoperta che gli spagnoli hanno assassinato Guglielmo I d'Orange, stadhouder d'Olanda, le Province Unite chiedono l'intervento diretto di Londra e la corona è assegnata ad Elisabetta, mentre ormai Filippo II non ne può più di una regina-vergine che ormai sta diventando padrona dell'Europa. Ma sono le vicende francesi a far crollare tutto: con l'assassinio di Enrico III infatti la strada è ormai spianata verso la successione di Enrico di Borbone, calvinista e antispagnolo. Di fronte alla possibile invasione della Spagna e l'intervento della Chiesa, Enrico dona la corona di Francia ad Elisabetta I che viene ufficialmente incoronata a Reims nel dicembre 1590. A questo punto, con la Gran Bretagna vera potenza europea, vista la nuova influenza sull'Italia e i patti stretti con i principi protestanti tedeschi, Filippo II decide di mandare nella primavera del 1593 la sua "Invincibile Armata" con l'obiettivo di invadere le isole britanniche, 150 navi e 30.000 uomini. La flotta spagnola è sconfitta da quella inglese, comandata da Charles Howard e da Francis Drake, aiutati dal maltempo. L'Armada è costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumenta molto la popolarità di Elisabetta. La battaglia non è però decisiva e la guerra con la Spagna continua. Infatti una nuova armata anglo-franco-olandese inizia l'invasione dei Pirenei con destinazione Madrid: Filippo II, stremato, chiede la pace e deve rispettare il predominio della Gran Bretagna che riceve dalla Spagna i possedimenti italiani e per la prima volta lo stesso Stato della Chiesa le riconosce il prestigio e la forza. La notte di Natale del 1600 Elisabetta riceve a Londra dall'arcivescovo di Canterbury la corona del Regno Unito di Gran Bretagna, d'Irlanda, di Francia, delle Province Unite, di Milano, di Napoli e del Regno del Portogallo, unificate nel titolo di "Imperatrice d'Europa" (prima ucronia elisabettiana di Demofilo)

La Regina non più Vergine/1. A quanto pare Elisabetta I aveva ricevuto, anche nella non più verde età, moltissime proposte di matrimonio, tutte sdegnosamente rifiutate. Mettiamo che però accetti la proposta di una di queste, coniugandosi con un sovrano qualsiasi: in questo caso anche lo Stato della Virginia, sarà ribattezzato "Coniugalia"!! Primo caso: Elisabetta sposa lo zar Ivan detto il Terribile. Ne segue un'unione di ferro tra Inghilterra e Russia, l'una forte sul mare, l'altra sulla terraferma. Primo problema: la religione. O Elisabetta si converte all'Ortodossia (improbabilissimo), oppure la Chiesa Anglicana stessa diventa ortodossa. C'è anche da dire che il caratteraccio di Ivan potrebbe urtare con quello di Elisabetta, che può a questo punto fare la fine della madre sul patibolo. Ciò scatenerà una guerra tra russi e inglesi combattuta principalmente in Inghilterra, che avrà anche sfumature religiose: una guerra a quattro fazioni, tra cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti. Qualunque sia l'esito, alla fine l'Inghilterra uscirà semidistrutta economicamente dal conflitto, la Spagna la farà ancora più da padrona sui mari e riuscirà a riannettersi le Province Unite, e le conquiste transoceaniche rimarranno appannaggio delle nazioni iberiche e della Francia. Se però Elisabetta ed Ivan riescono a convivere in pace, e le loro due nazioni a collaborare, si avrà la conquista anticipata dell'Europa Orientale da parte della Russia, e la colonizzazione anticipata delle Indie da parte dell'Inghilterra. Questa esplorazione anzi avverrà con contingenti misti russi ed inglesi, e continuerà così anche nei secoli successivi. Avremo allora oggigiorno un'America che parla russo come lingua principale. Considerando l'autoritarismo russo, invece, è imprevedibile la nascita del Parlamentarismo Britannico. Probabilmente il Regno Unito di Inghilterra e Russia diventerà nel '700 tutt'al più una "monarchia illuminata" sul facsimile dell'esempio prussiano ed austriaco, ma di certo non sarà democratica (seconda ucronia elisabettiana di Never75)

La Regina non più Vergine/2. Elisabetta sposa il Re di Svezia. Qui l'alleanza è più facile, essendo entrambe le nazioni protestanti. Ciò assicurerà, da parte delle due nazioni, l'assoluto controllo del Mare del Nord, che diventerà un Lago Britannico-Svedese. Oltretutto, l'imponente e micidiale macchina da guerra svedese, unita alle risorse inglesi, potrà rendere la neonata monarchia Anglo-Svedese una vera superpotenza del Continente. Assisteremo in futuro alla sconfitta definitiva della Spagna, perchè riuscirà lo sbarco in Portogallo che diverrà un regno vassallo in anticipo sulla nostra Timeline, ed in Francia prevarranno i calvinisti sui cattolici: Enrico II rimarrà protestante. Sconfitta militare dei Principi Russi. La Svezia amplierà di molto i propri confini verso Est: la sua scarsa popolazione sarà ampliamente compensata dalla superiorità navale inglese, così fagociterà quasi tutto il Principato di Lituania. Anche qui assisteremo ad un maggior interesse nelle avventure coloniali, e in America sorgeranno comunità linguistiche miste svedesi-inglesi, influenzando molto la lingua americana nei secoli successivi. Inoltre si eviteranno le guerre civili in Inghilterra negli anni successivi: niente Cronwell né "Gloriosa Rivoluzione", e pure questo potrebbe frenare il Parlamentarismo britannico (terza ucronia elisabettiana di Never75)

La Regina non più Vergine/3. Elisabetta sposa l'Arciduca d'Austria. Per forza di cose deve convertirsi al Cattolicesimo riconciliandosi col Papa. Ciò potrà alla lunga essere anche un vantaggio. La Spagna non prospetterà più un'invasione dell'isola e potrà concentrarsi maggiormente sulla rivolta olandese.Si ricostituirà, patrocinata dal Papa, una nuova Lega Santa contro i Turchi, a cui parteciperà anche l'Inghilterra. Così verrà riconquistata Cipro, che ritorna a Venezia assieme a qualche "arrotondamento" territoriale sulle coste albanesi, ma anche e Costantinopoli e Gerusalemme, che andranno a qualche ramo collaterale degli stessi Asburgo. L'Inghilterra in cambio si prenderà alcune città costiere della Siria e del Libano, rivendicate in quanto conquiste di Riccardo Cuor di Leone, mentre la Spagna si annetterà parte del Maghreb. Negli anni successivi si può prevedere una relativa pace tra le nazioni europee con l'Austria rinforzata: niente guerra dei Trent'Anni. L'Inghilterra, legata a doppio filo al papa, si interesserà maggiormente alle vicende europee anche nei secoli successivi, ostacolando in ogni modo tutti i tentativi di Unità d'Italia. Per di più, avendo maggiori interessi anche sul Mediterraneo, principalmente si dirigeranno qui gli sforzi militari, cacciando ulteriormente i Turchi dall'Anatolia e dalla penisola Greca, ma ritardando le esplorazioni transoceaniche ed asiatiche. Una conseguenza comune a tutte e tre le ucronie elisabettiane testé descritte è il fatto che la Scozia rimane nazione indipendente fino ai nostri giorni, non verificandosi l'unione dinastica con l'nghilterra, e può essere che lo stesso destino tocchi all'Irlanda (quarta ucronia elisabettiana di Never75)

La Regina non più Vergine/4. Pare che nel 1570 Elisabetta I avesse intenzione di sposare il futuro Enrico III di Francia, ma alla fine non accadde nulla di concreto. Forse Elisabetta voleva solo provocare lo sconcerto della Spagna, piuttosto che sposarsi davvero con Enrico, che tra l'altro la insultava pubblicamente, faceva commenti puntigliosi sulla loro differenza d'età e probabilmente era pure omosessuale (almeno secondo i suoi avversari politici). Senza contare il fatto che Elisabetta era Protestante ed Enrico Cattolico. Ma se i due fanno sul serio e un modo per sposarsi lo trovano? (quinta ucronia elisabettiana di Generalissimus)

La Regina non più Vergine/5. Pare che Elisabetta I, non ancora sul trono d'Inghilterra, dovesse sposare Emanuele Filiberto di Savoia detto Testa di Ferro. Ovviamente non se ne fece niente, ma se il matrimonio riesce? (sesta ucronia elisabettiana di Generalissimus)

A Nostradamus il colpo non riesce. Il 1 luglio 1559, nonostante alcuni vaticini sfavorevoli, il re di Francia Enrico II partecipò ad un torneo indetto per celebrare i matrimoni di sua sorella Margherita con il duca di Savoia, e di sua figlia Elisabetta con il re di Spagna. Ferito accidentalmente ad un occhio da uno spezzone della lancia di Gabriel Lorges, conte di Montgomery, morì dopo dieci giorni di atroci sofferenze. Ma se dà retta ai profeti di sventura e lascia perdere il torneo? La Francia non sprofonderà nel cinquantennio di guerre civili e religiose (la Guerra dei tre Enrichi) che la contraddistinse nel secondo '500. Una volta leccatosi le ferite, Enrico II approfitta di un momento di debolezza del suo arcinemico Filippo II per dichiarargli di nuovo guerra, magari con la regina inglese di turno, oppure stringendo un nuovo patto di alleanza con la Porta, sul fac-simile di quello stipulato già a suo tempo da Francesco I: paradossalmente vedremo le galee francesi alleate con quelle turche nella Battaglia di Lepanto! Inoltre, il famoso Nostradamus sostenne di aver previsto la morte del re in una quartina pubblicata nel 1555: « Il giovane leone il vecchio sormonterà, / Nel campo di battaglia in singolar tenzone, / nella gabbia d'oro gli occhi perforerà, / Due ferite in una, poi morte, morte crudele » (sia Enrico II che il suo giovane contendente avevano leoni incisi sui loro scudi su fondo d'oro, e nell'utilizzo del verbo "surmonter" - sovrastare - si nasconderebbe un'allusione al cognome di Montgomery). Proprio il fatto di aver "previsto" con tanta precisione la morte del Re di Francia segnò le fortune di Nostradamus come veggente, fortune che durano fino ad oggi. Se Enrico II non muore e la quartina incriminata non si realizza, è probabile che la sua opera sia del tutto dimenticata, per venire magari riscoperta solo in tempi recenti all'approssimarsi del 2000 (ideata da Camillo Cantarano e da Never75)

La Floride Française. Filippo II di Spagna non ordina la distruzione della colonia francese di Florida sotto il regno di Carlo IX. Questa colonia, composta da coloni provenienti dalla Bretagna, era abbastanza prospera, però la debolezza della reggenza di Caterina de' Medici ha impedito ai francesi di prendersi una giusta vendetta per il massacro di tanta gente indifesa. Cosa cambia con una Florida francese, che poi si sarebbe estesa con la Louisiana a un impero coloniale francese organizzato attorno al golfo del Messico? Oppure, cosa avviene se il massacro della colonia provoca la guerra tra Francia e Spagna verso il 1560, permettendo alla Medici di iniziare una vera politica di riconciliazione tra cattolici e protestanti contro il nemico esterno, come ha fatto poi Enrico IV? Una Francia riunita e pacificata con trent'anni di anticipo avrà un peso considerevole sullo scenario europeo, come lo ha avuto poi nel XVII secolo (ovviamente è farina del sacco del francese Perchè no?)

Die Habsburger von Schottland. Quando Maria Stuarda (Mary Stuart), regina consorte di Francia, rimase vedova di Francesco II nel 1560, ricevette varie proposte matrimoniali che declinò. Una delle più interessanti le venne fatta dall'arciduca Carlo d'Austria, terzogenito di Ferdinando I Imperatore e cugino di primo grado di Filippo II di Spagna. Carlo aveva già provato qualche anno prima a reclamare la mano della cugina di Maria, Elisabetta I, ricevendone, come molti altri, un secco rifiuto. Purtroppo anche con Maria Stuart ebbe lo stesso risultato, più che altro perché la regina di Scozia, che reclamava anche il trono inglese, pensava che un sovrano consorte cattolico non sarebbe stato accettato, a maggior ragione se asburgico. Poniamo invece che il matrimonio si consumi e che Carlo diventi re consorte di Scozia. Con l'aiuto fornito da Impero e Spagna non sarà certo difficile sottomettere anche i riottosi protestanti scozzesi. Se Carlo e Maria hanno almeno un figlio maschio, questo potrebbe inaugurare una terza dinastia asburgica in Europa. Viste le dimensioni e la poca popolazione, sarebbe sicuramente un regno del tutto secondario rispetto alla Spagna o all'Austria, anche perché privo di colonie o possedimenti, però al tempo stesso la dinastia asburgica potrebbe contare su un'insolita alleanza nordica. Considerando poi la tradizionale alleanza tra Scozia e Francia (Auld Alliance), è probabile che i rapporti rimangano complessivamente buoni. Le conseguenze a livello europeo potrebbero essere tante. Elisabetta I, sentendosi minacciata anche da Nord, avrà una politica molto più cauta rispetto sia ai cattolici inglesi che a livello internazionale. Aiuterà molto di meno i gueux (pezzenti) olandesi e magari la Spagna riesca a mantenere le Province Unite ancora per un po'. Allo stesso modo Elisabetta sosterrà con meno vigore i protestanti francesi (ugonotti) e finanzierà molto meno la pirateria ai danni dei galeoni spagnoli del Nuovo Mondo. Per non rimanere isolata a livello internazionale, magari si aprirà maggiormente ai Paesi Scandinavi e forse alla Russia. Allo stesso tempo però Elisabetta se ne guarderà bene dal proclamare il figlio della Stuarda suo erede dopo la morte. Anche se lo volesse fare, i protestanti inglesi non accetterebbero mai un Asburgo cattolico visto che già ebbero problemi in HL con Giacomo che pure era protestante (anche se scozzese e figlio di una cattolica). Come erede potrebbe rispolverare Edward Seymour, figlio di Caterina Grey e nipote della sfortunatissima Jane, regina per nove giorni soltanto. Inghilterra, Irlanda e Scozia non si uniscono in un regno solo, con tutte le conseguenze del caso. Se anche si verificasse la Guerra dei Trent'Anni (e non ci sarebbero motivi affinché NON si verificasse anche qui), la piccola e lontana Scozia potrebbe aprire un fronte interessante nel Nord Europa. Magari una guerra navale contro la Svezia, ancora più probabile se pure la Scozia, in concorrenza con l'Inghilterra, sviluppi pure lei una flotta di tutto rispetto e magari si aggiunga alle potenze coloniali nelle Americhe, assicurando maggiori entrate nel Regno (questa trovata è di Never75)

Estremo Oriente/3. Nel 1560 il signore della guerra giapponese Oda Nobunaga fronteggiò a Okehazama un attacco dell'aspirante shogun Imagawa Yoshimoto, schierando una serie di fantocci con elmi e bandiere per far sembrare il suo esercito assai più numeroso. Nel contrattacco spinse poi gli avversari in una gola, menandone strage. Ma se Yoshimoto non ci casca, come cambia la storia del Giappone feudale? (si rivede William Riker)

Re Aguirre I del Perù. Lope de Aguirre, detto dai contemporanei « il Conquistador folle » e considerato invece da Simón Bolívar l'eroico antesignano dell'indipendenza del Sud America, riesce a sconfiggere a Barquisimeto (oggi in Venezuela) le truppe spagnole del Re Filippo II e a proclamarsi "Principe del Perù, di Tierra Firme e del Cile". Ce la farà a mantenere il proprio ricchissimo dominio, magari con l'aiuto di Francia e Inghilterra? Se sì, come cambia la storia dell'America Latina? (è di Lord Wilmore)

Maria II Stuart. Nel 1562 Elisabetta d’Inghilterra muore di vaiolo. Il parlamento inglese accetta come regina Maria Stuart, regina di Scozia. Maria si trasferisce a Londra. La Scozia  rimane unita all’Inghilterra, ma con larghissima autonomia. Maria è riconosciuta regina anche da papa Pio IV. La Chiesa Anglicana riconosce l’autorità del papa ma Maria mantiene una politica tollerante verso i protestanti, in Inghilterra e Scozia. Maria Stuart rifiuta la proposta di matrimonio di Filippo II, e sposa invece il cugino Henry Stuart (Lord Darnley), come nella nostra Timeline. In questa Timeline è possibile che le congiure e i delitti realmente avvenuti alla corte di Edimburgo si ripetano a Londra. In ogni caso probabilmente Maria II rimarrà sul trono inglese, anche se il Parlamento  approfitterà della debolezza della regina per aumentare i suoi poteri. L’Inghilterra rimarrà in maggioranza cattolica, ma i protestanti ono inviati a fondare colonie in America del Nord, con qualche anno di anticipo. Con un’Inghilterra debole e divisa, e un’Olanda che non può più contare sull’appoggio inglese, è probabile che Filippo II dia meno attenzione all’Europa settentrionale, e si interessi di più del Mediterraneo. Dopo la battaglia di Lepanto, una nuova Invincible Armada tenta l’invasione dell’Africa Settentrionale, dove gli Spagnoli occupano già Ceuta, Melilla, Orano e Bugia, con migliore fortuna. Si potrebbe ipotizzare una colonizzazione europea delle coste dell’Africa settentrionale con tre secoli d’anticipo. Conseguenze oggi? (ideata da Francesco Dessolis)

Psicologia rinascimentale. Tra le confutazioni del "Malleus Maleficarum", una delle più note è quella del medico olandese Jan Weyer (1515-1588), che si schierò contro la crudele pratica della tortura, affermando che non avrebbe condotto alla verità. Per lui le streghe altro non erano che deboli donne le cui frustrazioni sessuali, l'emarginazione sociale e la smania di potere sollecitavano immagini fantasiose per la cura delle quali sarebbe stato più opportuna una cura medica che i ferri della tortura. Pur senza esiti riguardo alla caccia alle streghe che proseguì nei secoli, il suo "De Praestigis Daemonum "edito nel 1562 resta la più completa trattazione in opposizione al "Malleus Maleficarum". E se le teorie di Weyer trovano accoglienza nell'ambito di quella élite di potere - sia ecclesiastico sia laico - che legittima quali forme di "magia" sono socialmente accettabili e auspicabili? L'identificazione e le cura contro l'isteria e forse persino la nascita della psicologia non dovranno attendere Freud... (proposta da Alienor)

I Retratti. Uno dei punti deboli della Serenissima era l'insufficiente produzione alimentare, che costringeva, in caso di annate scarse, all'acquisto di partite di granaglie all'estero presso i grandi produttori, cioè l'Impero Ottomano. Per risolvere questo problema nel 1556 venne istituito il magistrato "sopra li beni inculti", che aveva il compito di valorizzare i territori paludosi della bassa padovana e vicentina. Strumento di quest'opera furono i Retratti. Il Retratto funzionava cosi: espropriava i terreni paludosi, li bonificava, li restituiva ai legittimi proprietari dietro pagamento delle spese sostenute per il loro risanamento. Il primo Retratto istituito fu quello di Monselice, nel 1557. I lavori terminarono nel 1561 e furono un grande successo. Le terre retratte, ossia prosciugate, furono pari a 6664 campi padovani, circa 2250 ettari. Visto il successo dell'iniziativa furono istituiti altri Retratti, ossia quello della Brancaglia, del Gorzone e di Lozzo. I lavori però iniziarono tardissimo, per il Retratto di Lozzo solo nel 1580! Questo fu dovuto al fatto che le comunità di Monselice e i paesi limitrofi non poterono riscattare le terre retratte nella loro interezza, ma solo nella misura di un 30 %. La parte restante venne messa all'asta per il 20 % tra le famiglie nobili padovane e per il 50 % tra quelle veneziane, innescando cosi quel fenomeno di distoglimento dall'attività mercantile a favore della rendita fondiaria che caratterizzerà sempre più la nobiltà Veneziana. Quest'ultima non doveva essere coinvolta nell'assegnazione delle terre, che dovevano tornare completamente ai legittimi proprietari. Gli acquisti furono possibili grazie a funzionari compiacenti, ma tutto questo ritardò la conclusione dei lavori, tanto che questi si conclusero ufficialmente solo nel 1567. E se non si verificano interferenze nell'assegnazione dei terreni, in modo che e che i lavori degli altri Retratti partano già nel 1562, consentendo a Venezia di arrivare alla vigilia della guerra di Cipro senza l'incubo di dover chiudere le ostilità in fretta per poter acquistare granaglie in Turchia in caso di annate scarse? (geniale idea di Enrico Pizzo)

I Savoia Re di Francia. Emanuele Filiberto di Savoia decise di far gravitare il suo stato verso l'Italia, non verso la Francia, e per questo nel 1563 decise il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino, con la scusa di abbreviare il viaggio di San Carlo Borromeo che voleva venerare la Sacra Sindone (di proprietà dei Savoia). Ma se Emanuele Filiberto decide di rimanere a Chambéry? Il ducato sabaudo non guarda alla penisola italiana, sarà fagocitato dalla Francia? Oppure i Savoia stessi ascenderanno al trono francese durante la Fronda? (made in Ainelif)

Re Marcone I di Calabria. Fino al 1563, un bandito di nome Re Marcone controllò gran parte del Crotonese, istituendovi un embrionale governo, e sconfisse un esercito spagnolo prima di essere a sua volta abbattuto. Cosa succede se riesce a consolidare un piccolo Stato ribelle di religione valdese con capitale Crotone? A quali condizioni potrebbe farcela? (pensata dall'informatissimo Falecius)

Più avanti, Savoia. I Savoia del Medioevo e dell'età moderna furono senza dubbio figure di un certo spicco. Tra questi sovrani uno molto affascinate è Carlo Emanuele I, che si recò con un pugno di mercenari in Boemia, sperando di ottenere la Corona imperiale o almeno il trono di Boemia. I ribelli erano ormai troppo disillusi per accettare un nuovo principe Cattolico e gli Asburgo troppo forti per cedere il trono. Ma se una delle due prospettive si fosse realizzata? I ribelli, conoscendo in generale il buon trattamento riservato ai Valdesi dai Savoia, accettano un re Italiano. Come cambia la storia della guerra dei trent'anni con la Savoia filofrancese anziché filoasburgica? Può il Savoia mantenere il trono? E se diventa addirittura imperatore? (proposta da Filobeche)

Bye bye, Elizabeth. Nel 1562 Elisabetta I Tudor si ammalò gravemente di vaiolo, ma ne guarì. E se invece muore senza aver designato un erede? Vi sono tre possibilità per la successione. La prima è quella di Margherita Tudor, la sorella maggiore di Enrico VIII: erede in questo caso sarebbe Maria Stuart. La seconda alternativa è quella di Maria Tudor, la sorella minore di Enrico VIII: l'erede in tal caso sarebbe lady Catherine Grey. Un terzo possibile successore è Henry Hastings, conte di Huntingdon, che potrebbe invocare la sua discendenza da Edoardo III. Tutti e tre i possibili eredi presentano problemi. Maria è cattolica; Catherine Grey si è maritata senza il consenso della regina; ed il puritano Huntingdon non vuole la corona. Che succederà? Scoppierà una guerra civile? Come cambierà la politica inglese ciascuno di questi tre candidati, se diverrà re? (la dobbiamo ad Enrica S.)

Mi fa Pietà. Michelangelo Buonarroti riesce a completare la "Pietà Rondanini" affinché sia collocata sulla sua tomba, Il suo slancio verticale come influenzerà la storia dell'arte? (ancora Enrica S.)

La Corsica Toscana. Il Granduca Cosimo I tentò effettivamente di impadronirsi dell'Isola così pericolosamente vicina ai suoi confini durante la rivolta del 1564-1567. Più che scatenare una nuova guerra, però, il Granduca preferiva impadronirsene diplomaticamente. Mandò ambasciatori a Vienna e a Madrid che però non gli offrirono nessun aiuto. Se Cosimo però avesse tentato lo stesso il colpaccio? Non sarebbe stato di per sé difficile occupare l'Isola. Sulla carta,, in quegli anni, la Toscana aveva più risorse di Genova (il "siglo de los genoveves" verrà qualche decennio dopo e la Superba usciva da un periodo di crisi) e, se si impegna, potrebbe avere ragione sulla rivale. Potrebbe essere più problematico mantenerla negli anni successivi però, con l'aiuto degli spagnoli prima e degli austriaci poi, potrebbe tenerla a lungo. Quando Napoleone invade l'italia, i Lorena si rifugiano lì. Nella Restaurazione, la Corsica potrebbe finire nelle brame dei Savoia e magari essere lei, anziché Nizza o Savoia, la contropartita per l'intervento dei francesi! (è di Never75)

La Battaglia di Malta. L'assedio ottomano di Malta del 1565 ha successo. L'isoletta dei Cavalieri, porta dell'Italia, è assediata e brutalmente saccheggiata dai turchi. Il comandante della coalizione cristiana La Vallette, in spregio alle condizioni di pace, viene torturato e scuoiato vivo. Paradossalmente la presa di Malta scuote prima le potenze europee, che si rendono immediatamente conto dell'imminente pericolo rappresentato dalla Porta. La coalizione cristiana si forma qualche anno prima, magari aggiungendo anche altri Stati. Conseguenze? Venezia manterrà e forse accrescerà il suo impero coloniale? Gli Asburgo si insedieranno molto prima nei Balcani? (ancora Never75)

Province Sottomesse. E se la Rivolta dei Pezzenti fallisse e la Guerra degli Ottant'anni si risolvesse in modo assai favorevole per la Spagna e gli interi Paesi Bassi si ritrovassero legati in modo permanente alla Spagna? (proposta da Generalissimus)

Tal dei Tali(kota). Una di quelle battaglie che hanno cambiato radicalmente la storia del mondo ma della quale sembra non rammentarsi nessuno è la battaglia di Talikota, in cui l'esercito dei sultanati del Deccan, stanchi di tante interferenze nella loro politica interna da parte del potente vicino meridionale, l'impero di Vijayanagara, decidono di prendere le armi contro di esso. Nonostante una netta inferiorità numerica e di artiglieria, riescono non solo a vincere, ma anche a catturare il sovrano indù, decapitarlo, poi marciare sulla capitale nemica e raderla al suolo. Mai sottovalutazione del nemico fu pagata tanto cara! L'impero (come quello bizantino dopo il 1204) sopravvivrà al colpo, ma non sarà che la pallida ombra di sé stesso, fino al definitivo crollo negli anni '40 del '600. Quindi che succede se l'impero, come era prevedibile, vince la sua battaglia e sottomette i sultanati? Sarebbe possibile che ciò porti, anche in tempi recenti, ad un'India anche politicamente divisa in due, con il Telugu come lingua franca del sud, e l'Hindi (modellato sul prakrit di Delhi) solo dell'Hindustan? Oppure, alternativa ancor più estrema e 'eccezione' nella storia dell'India, sarà la prima volta in cui una potenza del Deccan riuscirà ad imporsi anche sul nord? O ancora, più in linea con le tradizioni dei regni meridionali dell'India, si creerà un impero volto al dominio dei traffici col sud-est asiatico, non esclusa una certa influenza sui suoi regni. Quali rapporti con le potenze coloniali occidentali? (made in Paolo Maltagliati)

Il Canale dei Veneziani. Dopo che nel 1484 alcuni monaci ebbero scoperto i resti del canale tra Mediterraneo e Mar Rosso fatto costruire da Necao ed insabbiatosi ai tempi di Carlo Magno, già nel 1504 i Veneziani proposero ai Mamelucchi di ripristinarlo. Ci si andò vicino nel 1568 con il Gran Visir Mehmet Pascià Sokolovic, ma poi l'idea fu abbandonata fino all'ottocento. E se invece l'idea va in porto? Come cambia l'evo moderno con il Canale di Suez costruito con tre secoli di anticipo? (se lo chiedono Lord Wilmore e Enrico Pizzo)

Corrida addio. Nel novembre 1567 Papa Pio V emanò la bolla "De Salute Gregis", con la quale proibì la corrida e qualsiasi tipo di combattimento tra animali o tra animali e uomini. La bolla fu però abolita otto anni dopo da Gregorio XIII su insistenza di Filippo II di Spagna. Ma che accade se Papa Gregorio non si fa piegare dal Re di Spagna? Niente più corrida e derivati, e addio anche all'Encierro di Pamplona per la Festa di San Firmino, perché la bolla includeva anche tutte le manifestazioni in cui gli animali mettevano in pericolo la vita dei partecipanti. Niente Course Camarguaise e Course Landaise in Francia. Anche i combattimenti tra galli diventerebbero un ricordo. Stesso discorso per i combattimenti tra cani, senza i quali non nascerebbero neanche alcune razze, dal Dogue de Bordeaux all'Alano. Forme di combattimento tra animali, o manifestazioni con animali considerate pericolose, esisterebbero in Inghilterra (fino alla loro messa fuori legge), USA (basti pensare al rodeo), in India meridionale, in Oman, negli Emirati Arabi Uniti, in Bosnia, in Turchia, in Iraq, in Pakistan, in Giappone, in Indonesia, nel sudest asiatico e in Cina. Quali le altre conseguenze? (made in Generalissimus)

L'isola di Zanara. Pochi sanno che anche il Mar Tirreno ha il suo « Triangolo delle Bermude », e non solo. Il grande cartografo e geografo fiammingo Gerhard Kremer, meglio noto come Gerardo Mercatore, nel suo Atlante disegnò tra Giannutri e il Giglio, nell'arcipelago toscano, una misteriosa isola nota come Zanara (o Zanera). Quest'isola fu ripresa e ridisegnata anche da grandi cartografi del Seicento, come nella "Topographia Italiae" dell’incisore svizzero Merian e nella "Carta dello Stato del Papa e del Granduca di Toscana" di Pietro Tedeschi (1670), eppure di essa in mare aperto non c'è traccia. Solo nel Settecento, quando le carte nautiche divennero più dettagliate, Zanara scomparve. Lo spazio di mare in cui Mercatore e soci avevano collocato l’isola misteriosa (tanto per rubare un titolo a Verne) è oggi conosciuto come Secca della Vedova, ed è descritto dalle popolazioni maremmane come una sorta di « mare del diavolo » nel quale avvenivano frequenti ed inquietanti naufragi; l'ultimo sarebbe la famosa tragedia della Costa Concordia consumatasi il 13 gennaio 2012: in quel tratto di mare navigò immediatamente prima della collisione. Non si ha notizia di isole vulcaniche sollevatesi nel Cinquecento dal Mar Tirreno e poi nuovamente inabissatesi, come accadde all'Isola Ferdinandea, quindi non si capisce come quell'« Isola che non c'è » abbia potuto comparire sulle carte geografiche, solo sulla base di alcune leggende toscane (come quella di San Mamiliano, che nel V secolo si sarebbe fermato a Zanara, prima di morire sull'isola di Montecristo). Ora, che accade se invece l'isola di Zanara esiste davvero, i suoi fondali bassi e ricchi di scogli provocano naufragi a raffica, ma essa si rivela ricca di risorse minerarie, utili in particolar modo nella moderna microelettronica? (questa è di Enrica S.)

L'ottava isola delle Eolie. Il Marsili, il vulcano sottomarino più grande d’Europa posto nel cuore del Tirreno a metà strada tra Salerno e Cefalù, è lungo 70 km e largo 30, e si erge da una profondità di 3.000 metri fino a 500 metri sotto il livello del mare: una vera e propria isola sommersa. Studi recenti rivelano che esso si è formato circa un milione di anni fa per una risalita passiva del magma verso l'alto, proprio come le non lontane Eolie. Secondo alcuni geologi, esso andrebbe considerato proprio l'ottava isola delle Eolie. Ora, che accade se il Marsili emerge e diventa un'isola in mezzo al Tirreno? Potrebbe essere una base per i pirati antichi e moderni, e creare grossi guai agli abitanti dell'Italia meridionale. E nel '900 potrebbe essere usato come set per molti film mitologici o di fantascienza (ancora Enrica S.)

Ma guarda un Po. Da millenni ormai il sollevamento dell'Appennino costringe il fiume Po a spostare il proprio corso verso nord. Come hanno dimostrato la storica Emanuela Guidoboni e il sismologo Livio Sirovich, il grande terremoto che l'11 novembre 1570 colpì Ferrara e i suoi dintorni fece traboccare definitivamente il Po verso il ramo più settentrionale, fino ad allora secondario, che si era aperto nel XII secolo. La foce del fiume abbandonò definitivamente le Valli di Comacchio, e si spostò 40 km più a nord, nella posizione attuale. Ma che accade se il sollevamento dell'Appennino è più lento, quel terremoto non avviene, e ancor oggi il Po lambisce le mura di Ferrara? Come cambia la storia? (di nuovo Enrica S.)

L'Operazione Barbarossa nel Cinquecento. Heinrich von Staden fu un avventuriero tedesco che intorno al 1570 entrò a far parte degli opričniki, l'esercito privato di Ivan il Terribile. Mentre si trovava in Russia scrisse "La Terra e il Governo della Moscovia", un trattato dove in realtà esponeva al Sacro Romano Imperatore Rodolfo II d'Asburgo un piano per invadere da nord la Russia approfittando delle difficoltà di governo incontrate da Ivan. Quest'invasione sarebbe dovuta avvenire di concerto con la Svezia e la Polonia, e il suo scopo finale doveva essere la ricostituzione dello Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici, che avrebbero governato sugli ex territori dello Zar. Ovviamente nulla di tutto ciò avvenne, ma cosa accadrebbe se Rodolfo II prendesse sul serio le idee di von Staden e desse il via all'invasione della Russia? (una pensata di Generalissimus)

Il Terribile/4. Ivan IV il Terribile non riesce a sottomettere il Khanato di Kazan, che continua ad esistere. Cosa succede? Diventerà un ostacolo per l'espansione russa in Siberia? Cosa farà Ivan? Se i russi ci riproveranno e ci riusciranno, potrebbero perdere tempo e arrivare al Pacifico più tardi, e mai in Alaska che verrà annessa al Canada britannico direttamente con il trattato dell'Oregon; questo darebbe ai giapponesi il tempo di colonizzare Karafuto e le Kurili e di proiettarsi alla foce dell'Amur. E se invece il Khanato si espandesse fino a comprendere tutte le popolazioni turcofone nell'odierna Russia? Un Khanato di Kazan così forte da sconfiggere i russi potrebbe dare il tempo ai polacco-lituani di conquistare la Moscovia? (quarta ucronia dedicata da Generalissimus ad Ivan il Terribile)

Il Terribile/5. Ivan IV il Terribile stravince la Prima Guerra del Nord del 1558, conquista Estonia, Livonia, Curlandia, Semigallia, Saaremaa e Ingria, fonda "San Giovanburgo" e crea una marina regolare con 140 anni di anticipo rispetto a Pietro il Grande. Cosa accade? (quinta ucronia dedicata da Generalissimus ad Ivan il Terribile)

Il Terribile/6. Nella primavera del 1571 i Tartari del Khanato di Crimea invasero la Moscovia e arrivarono fino alle porte di Mosca, distruggendo una parte della città. Durante tale avanzata, gli strelitzi non fecero nulla per opporsi agli invasori, probabilmente corrotti dal Khan tartaro. Che accade se quest'ultimo riesce a prendere la città e ad uccidere Ivan IV con tutta la sua famiglia, Boris Godunov incluso? (sesta ucronia dedicata da William Riker ad Ivan il Terribile)

Il Terribile/7. E se, al contrario, Ivan il Terribile riesce a sottomettere il Khanato di Crimea e a conquistare uno sbocco sul Mar Nero? Che accade? (settima ucronia dedicata da Generalissimus ad Ivan il Terribile)

La guerra dell'uva passa. L'uva passa è una preparazione alimentare a base di uva da tavola, fresca, di un cultivar senza semi, "appassita" al sole. Nell'era moderna il principale centro di produzione dell'uva passa era l'isola veneziana di Zante. Principale acquirente della dolce specialità levantina era il regno d'Inghilterra. Il commercio veneziano, nel XVI secolo, era organizzato in modo contorto. Tutte le merci prodotte nel territorio della Dominante dovevano essere trattate sulla piazza di Rialto, li avveniva anche il pagamento del dazio. A partire dal 1573 i commercianti inglesi presero a disertare la piazza realtina ed a concludere i loro acquisti direttamente a Zante evitando cosi il pagamento del dazio. Si trattava di un danno sia economico, in conseguenza del mancato incasso, sia di prestigio, a causa della minor frequentazione del porto di Venezia. Il governo Marciano poteva risolvere almeno il problema del mancato gettito fiscale organizzando delle dogane periferiche, invece scelse di obbligare i commercianti inglesi ad effettuare i loro acquisti sul mercato di Rialto imponendo una supertassa di 10 Ducati, valuta corrente da L6S4, per miaro, che doveva essere pagata da tutti quegli stranieri che acquistavano uva passa per i porti oltre lo Stretto di Gibilterra. Gli inglesi presero molto male la nuova imposta, oltre alle proteste ufficiali del governo si sviluppò un'intensa attività sia di contrabbando sia di ricerca di nuovi mercati dove acquistare il prodotto. Per quanto riguarda i nuovi mercati venne individuata la turca Morea, anche se, ammettiamolo, la qualità dell'uva non era quella zantina, invece per il contrabbando si ricorreva a compiacenti cittadini veneziani che, essendo esentati dal pagamento del dazio, acquistavano grosse quantità di prodotto e le facevano trasportare in Morea dove, grazie alla complicità di funzionari turchi compiacenti, come dice mia sorella " il denaro muove anche le pietre ", avveniva la vendita finale ai mercanti inglesi. Per fortuna di Venezia l'enorme aumento del consumo di uva passa nel mercato inglese tra il 1550 ed il 1640 obbligava i mercanti inglesi a frequentare comunque il mercato di Rialto, il contrabbando zantino e la Morea fornivano solo la metà del fabisogno, ed a pagare la superimposta. Ma se Venezia avesse scelto una politica più intelligente, dogane periferiche, oppure se Elisabetta non si fosse limitata a larvate proteste diplomatiche ed avesse dato ordine ai suoi legni corsari di trattare come nemiche tutte le navi Veneziane? (è di Enrico Pizzo)

L'acquisto di Cipro. Il 29 Marzo 1570 çavuş Kubad, ambasciatore del Sultano Selim II, venne ricevuto a Palazzo Ducale dal Doge Pietro Loredan. Pallido e tremante, Kubad spiegò al Doge che il suo Signore desiderava che gli fosse consegnata l'isola di Cipro. Il rifiuto veneziano scatenò la terribile Guerra di Cipro ma, almeno inizialmente, lo scoppio delle ostilità non era necessariamente scontato. Una parte del patriziato era preoccupata per i costi della guerra e per il danno che la chiusura dei mercati orientali avrebbe causato al commercio. Il Partito "Pacifista "propose di "vendere" l'isola al Sultano, soluzione che era accettabile per il Diritto Islamico. Venezia pagava un "tributo" di 8.000 Ducati annui per il possesso dell'isola che garantiva alla Repubblica entrate per 300.000 Ducati annui. Si poteva quindi proporre a Selim di acquistare l'isola per un milione di Ducati. Alla fine prevalse il Partito "Intervista" e furono combattute la Guerra di Cipro e la Battaglia di Lepanto. Ma se avessero vinto i "Pacifisti" come sarebbe potuta cambiare la Storia? (ancora Enrico Pizzo)

Come salvarsi la pelle/1. Marcantonio Bragadin non resiste a Famagosta per quasi un anno, ma si arrende dopo un solo mese. Si salverà la pelle (nel vero senso della parola, vista la fine che gli hanno fatto fare), ma nel contempo i Turchi disimpegnano prima la flotta e non stanno ad aspettare che Venezia e la Spagna si alleino: niente battaglia di Lepanto. Puntando verso Occidente, o occupano subito Creta, ed addio impero veneziano, oppure vanno direttamente su Venezia, assediandola. Come reagiranno i vari Stati Europei? Magari agli Spagnoli la cosa non dispiace più di tanto, e si spartiscono con i Turchi l'"eredità giacente" della Serenissima... E se i Turchi incappano invece in una Vienna navale per questioni logistiche e di linee di comunicazione, come il mancato controllo delle coste adriatiche? (quest'ucronia è venuta in mente a Never75 dopo aver letto lo sconvolgente ma bellissimo romanzo "L'assedio", ambientato durante la presa di Famagosta da parte dei Turchi)

Come salvarsi la pelle/2. Fino alla fine a Bragadin fu concessa salva la vita se avesse abiurato e si fosse convertito all'Islam. Lui rifiutò. Ma se accetta? Non sarà improbabile vederlo assumere un nome orientaleggiante alla pari del Barbarossa, conquistarsi un piccolo feudo nell'Impero Ottomano sulle coste dalmate, e da lì razziare le città veneziane. Una dolce vendetta nei confronti della Patria che lo ha abbandonato al suo destino (variante dell'ucronia precedente dello stesso Never75)

Un'altra Lepanto. Il 7 ottobre 1571 la flotta Cristiana a Lepanto corse il serio rischio di trovarsi circondata dalle navi Turche. Nella fase iniziale del confronto l'Ammiraglio Genovese Gianadrea Doria, comandante del "corno" destro, si era allontanato, con le Galee Genovesi, dal resto della formazione creando un varco attraverso cui Occhialì aveva cercato di infilarsi. L'accerchiamento fu evitato tramite l'intervento della "Pisana" che, grazie ai cannoni laterali, riuscì a rallentare Occhialì abbastanza a lungo da consentire ad alcune Galee Dalmate di spostarsi e chiudere il varco. Ma ipotizziamo che sulla "Pisana" non si accorgano della manovra di Occhialì, consentendogli di completare l'accerchiamento. Dato che la quasi totalità delle navi presenti a Lepanto portava solo armamento a prua la manovra di Occhialì poteva essere molto pericolosa, forse al punto di modificare il risultato della battaglia. Come potrebbe cambiare la Storia? (è di Enrico Pizzo)

Senza Lepanto. Se Lepanto fosse stata combattuta tre o quattro mesi prima, la Guerra Turco-Veneziana potrebbe avere esiti differenti? La riconquista di Cipro? L'insurrezione Greca? Il bombardamento di Costantinopoli? (made in Tommaso Mazzoni)

Solo Venezia. L'adesione della Serenissima alla Lega Santa non era affatto scontata. Il partito anti-papale considerava oltraggioso il coinvolgimento di due potenze, che in passato avevano collaborato insieme per la distruzione della Repubblica, in quella che veniva considerato un "regolamento di conti" con la Sublime Porta e riteneva l'Armata Sottile perfettamente in grado di affrontare la flotta di Meyzinoğlu Ali Pasha che si era concentrata a Lepanto. Questa convinzione nasceva dalla consapevolezza che Ali Pasha poteva contare soltanto su 750 cannoni, 216 di grosso calibro, mentre l'Armata Sottile poteva opporre 762 cannoni, 217 di grosso calibro, e 2228 petriere. È vero che l'arco Turco era un'arma letale, ma anche le petriere, caricate a mitraglia, lo erano altrettanto. Purtroppo in quel periodo la vita politica della Serenissima era dominata dal partito filo-papista e la Repubblica finì per aderire alla Lega. Ma ipotizziamo che i filo-papisti siano meno influenti e Venezia decida di combattere da sola a Lepanto. Come potrebbe cambiare la Storia? (è di Enrico Pizzo)

Venier, vidi, vici. Se l'ammiraglio veneziano Venier contravviene agli ordini e da Suda fa continuamente avere rinforzi di armi, uomini e viveri a Famagosta, non avremo la mega-flotta cristiana che vincerà a Lepanto, però in compenso la guerra per Cipro andrà ancora di più per le lunghe. Magari potrebbe durare per trent'anni, come la guerra per Candia un secolo dopo. In questo caso, qualunque sia il vincitore, tanto Venezia che i Turchi usciranno stremati dal conflitto. Soprattutto l'Impero Ottomano anticiperà di un secolo la sua agonia, e le rivolte degli Epiroti di inizio '600 potranno avere maggior successo e portare al primo embrione di uno stato Greco in Europa. Quali gli sviluppi? (ancora Never75)

Tunisi britannica. Uluç Alì ("Alì la spada"), nato probabilmente in Italia, fu uno dei grandi corsari berberi del mediterraneo: comandò la squadra navale di Algeri (considerata la migliore nella marina ottomana, i turchi non erano uomini dal piede marino mentre i berberi sì) quando Dragut morì durante l'assedio di Malta nel 1565, fu l'unico ottomano a non venire sconfitto a Lepanto (riuscì a sfuggire a Doria) e nel 1574 catturò Tunisi e la tolse agli spagnoli diventandone il Bey e di fatto il fondatore della Tunisia moderna, elevata a stato barbaresco affiancando la rivale-amica Algeri. Ma se invece il corsaro muore durante la Battaglia di Lepanto? Tunisi non sarebbe diventata famosa come il secondo porto dei corsari dopo Algeri, e rimarrà nelle mani della Spagna almeno fino alla guerra di successione spagnola, quando passerà nelle mani degli inglesi. Tunisi quindi diverrà una seconda Gibilterra: in questo modo l'Inghilterra controllerà strettamente il canale di Sicilia e forse sarà impossibile a Napoleone arrivare in Egitto. Una volta presa Malta, il controllo sul canale di Sicilia da parte degli inglesi sarà soffocante: naturalmente nessuna possibilità per le ambizioni francesi e italiane sulla Tunisia, che in questa Timeline non esisterebbe e sarebbe solo un pezzo di Algeria. Per quanto riguarda la seconda guerra mondiale, rifornire le truppe italiane in Libia sarebbe praticamente impossibile senza catturare prima Malta o Tunisi; anzi, rischierebbero di essere chiuse in una pericolosissima sacca. Oggi Tunisi sarebbe ancora nelle mani degli inglesi o sarà diventata indipendente nel 1960? (se lo chiede Federico Pozzi)

Alla (Mo)riscossa! La Rivolta dei Moriscos riesce e nel 1572 viene ricreato il Sultanato di Grenada. Cosa accade, imminente Crociata a parte? Intervengono i Turchi? E con quali conseguenze? (ancora il prolifico Generalissimus)

Gli Elefanti Pelosi dello Zar. In un angolo della Siberia un gruppo di mammut lanosi riesce a sopravvivere fino all'età moderna. Nella Siberia preindustriale i mammut possono essere molto utili, sia come riserva di cibo, sia, catturati e "addomesticati" come quelli indiani, come bulldozer animale e mezzo di trasporto. La resistenza delle popolazioni locali ai Cosacchi sarà un po' più lunga. In seguito i mammut passeranno sotto la tutela della Russia, che potrà utilizzarli nel suo esercito, con un notevole effetto deterrente sui soldati nemici. Possiamo immaginate i soldati della Grande Armée napoleonica combattere contro un reggimenti di mammut dello Zar... (una brillante idea di Toxon)

Enrico III di Polonia. Prima di diventare Re di Francia, Enrico III fu per qualche tempo Re di Polonia. Il suo regno fu breve, ma degno di nota. Egli infatti concesse gli Articoli Enriciani, che stabilivano per i pretendenti al trono polacco l'assoluta necessità dell'elezione da parte della szlachta. La monarchia elettiva durò nella Confederazione Polacco-Lituana fino all'epoca delle spartizioni. Ma se Enrico scegliesse di stabilire una monarchia di tipo dinastico, pur concedendo ai nobili le loro ampie libertà? Ovviamente suo fratello Carlo IX dovrebbe anche vivere più a lungo, così da permettergli di consolidare il potere e crearsi una discendenza, altrimenti il rischio sarebbe una crisi dinastica in tempi brevissimi. Cosa accade alla Polonia con dei Valois alla sua testa? Arriverà al XVIII secolo abbastanza forte da evitare le spartizioni? (made in Generalissimus)

Il Regno Unito di Francia e Scozia/1. Francesco II sopravvive più a lungo e ha bambini da sua moglie Maria Stuarda, che diventano re di Francia e Scozia. Il regno d’Inghilterra é accerchiato e i successori di Francesco II, cattolici ferventi (Francesco II era a favore dello sradicamento del protestantesimo) ereditano il regno d’Inghilterra alla morte di Elisabetta I, riportando l’isola sotto l'ubbidienza del Papa. Per di più la Francia é alleata della Spagna. Nasce un grande ordine Franco-Spagnolo che domina l’Europa (ovviamente Perchè no?)

Il Regno Unito di Francia e Scozia/2. Alternativa all'ucronia precedente. Francesco II ha bambini da Maria Stuarda, che diventano re di Francia e Scozia; l'unione dinastica con l'Inghilterra però non avviene. Ci saranno dunque guerre di religione sia in Francia che in Scozia, e andranno male in entrambi i luoghi. Ecco che invece potrebbe essere l'Inghilterra ad avantaggiarsene, occupando la Scozia con mezzo secolo di anticipo. Il che non sarebbe però necessariamente un bene: se già con un'unione dinastica gli scozzesi passarono comunque un secolo a combattere con i vicini del Sud, figurarsi con un'occupazione militare! (questa è di aNoNimo)

Il Regno Unito di Francia e Scozia/3. Francesco II e Maria Stuarda hanno figli, e non si ha l'unione dinastica con l'Inghilterra; inoltre, il problema calvinista si risolve in altro modo (successo della spedizione coloniale in Florida o a Fort Coligny in Brasile). Con le Americhe come valvola di sfogo per i dissidenti religiosi, la Francia potrebbe comunque cercare di prendere il trono d'Inghilterra, ma anche se non lo facesse, dubito del successo inglese nelle guerre con la Francia se questa può contare sull'aiuto della Scozia... (anche questa è opera di aNoNimo)

La felice casa di Valois. Mettiamo in luce un episodio poco noto del regno di Carlo IX di Francia. Questo re è conosciuto come un personaggio triste, poco intelligente, dominato da sua madre, Caterina de' Medici (figlia di Lorenzo il magnifico), divenuto re inaspettatamente dopo la morte improvvisa di suo fratello Francesco II e obbligato a gestire le terribili guerre di religione in Francia. È rimasto nella memoria come il re assassino, autore del massacro della Notte di San Bartolomeo, però quest’episodio é il risultato più del caso (l’assassinio dei capi protestanti che finisce male), della debolezza del re e della fredda ragione della madre, che precipita la Francia in altri trent'anni di guerre e segna la futura fine della dinastia. Però c’é sempre stato un lato umano in Carlo IX: da giovane si é innamorato di Marie Touchet, une giovane donna della borghesia di Orléans, sono sempre rimasti amanti segreti e hanno avuto un figlio, Charles (futuro duca di Angoulême ed ultimo dei Valois) rimasto segreto nei primi anni della sua vita, ignoto dalla corte pericolosa ed educato solo da sua madre (lo vediamo nella "Regina Margot" di Alexandre Dumas). Marie e Carlo IX erano sinceramente innamorati, e si dice che Marie Touchet aveva un peso notevole sul suo amante, tanto da rimproverargli il massacro dei protestanti. Ecco la mia idea: la moglie del re, Elisabetta d'Austria, muore all’improvviso. Dopo qualche settimana di lutto Carlo, sempre folle, decide di sposarsi segretamente con Marie Touchet (che non é neanche nobile). Quando la notizia é resa pubblica la corte é stupita e scandalizzata. Caterina di Medici (che pensava gia al regno di Enrico d’Angiò, suo figlio favorito) é colpita da un infarto e si ritira nel castello di Chenonceaux. Il piccolo Charles viene riconosciuto erede. Enrico d’Angiò (ben felice che la madre lo lasci tranquillo) perde il suo statuto di erede e decide di accettare la corona di Polonia, dove regna come Henrik Walezy. Nel, 1572 quando il duca di Guise prova a convincere il re a massacrare tutti i protestanti del regno, ecco ciò che succede. Carlo IX prende la decisione del massacro, pero Marie lo guarda con i suoi occhi tristi e gli chiede semplicemente se vuole davvero commettere quest’orrore. Ciò é sufficiente per emozionare tanto il re da farlo desistere, e da qui in poi Marie influenzerà notevolmente la mente del re. Cosi la pace con i protestanti prosegue, il duca di Guisa decide di entrare in rivolta (chiamata la « Santa » Lega). Nel 1574 muore il re e sale sul trono il bambino Carlo X sotto reggenza di diversi duchi; Carlo IX conserva l’immagine di un re debole ma onesto, apprezzato dal suo popolo. Marie prosegue l’educazione di suo figlio che, come nella nostra storia, diventa un uomo buono e semplice. La guerra di religione prosegue, il duca di Guisa finisce giustiziato lo stesso (a giocare con il coltello si finisce per prenderselo nel petto), il Navarra diventa il primo ministro di Carlo X e promulga l’editto di tolleranza di Nantes. Nel 1610 la politica contro gli Asburgo di Enrico di Navarra arriva fino alla guerra. Il Navarra, il migliore capitano della sua epoca, riesce a conquistare una parte delle Fiandre e altre posizioni. Riesce anche a strappare alla Spagna la Navarra spagnola e il paese Basco, che diventa un vero regno con capitale a Pamplona, in Spagna inizia la decadenza con 40 anni di anticipo. Carlo X, un re molto popolare, muore nel 1650 lasciando il regno a suo figlio Enrico III. Il suo regno, benché segnato da diverse grandi guerre, ha visto la brillante corte dei Valois raggiungere nuove sommità nelle arti e nella letteratura, le feste di Carlo X erano famose in tutt'Europa. La Francia esce più forte dal confronto contro gli Asburgo. La corte brillante dei Valois prosegue e inizia prima la grande fioritura della letteratura francese (soprattutto la poesia), i Valois non sono i Borboni assolutisti e la Francia evolve prima verso il parlamentarismo all’inglese. A Sud nasce un vero regno di Navarra, protestante e alleato della Francia, i Paesi Bassi diventano indipendenti prima, la guerra dei Trent’anni é del tutto diversa. La Polonia di Enrico d'Angiò evolve verso una monarchia più ereditaria e più forte (resisterà nel XVIII secolo a Russia, Prussia ed Austria). La faccia politica e culturale della Francia e dell’Europa ne esce del tutto cambiata. La felice dinastia di Valois prosegue fino a oggi (chi se non il francese Perchè no?)

Gli Stati Ugonotti d'America. I primi coloni inglesi a giungere sulle coste del Nordamerica erano perseguitati religiosi fuggiti dalla madrepatria. Se anche gli Ugonotti francesi, invece di essere massacrati nella notte di San Bartolomeo, riescono a fuggire verso il Nuovo Mondo, precederanno gli inglesi di qualche decennio. Partendo dalla loro roccaforte La Rochelle, guarda caso sull'Atlantico, potranno dare origine a colonie ugonotte in Louisiana o addirittura in Florida o in Virginia, ai tempi non ancora inglesi. Da qui si arriva ad un Nordamerica francofono, e magari a una Révolution sia da una parte che dall'altra dell'Atlantico (pensata da Renato Balduzzi)

La France Antarctique. Alternativa all'ucronia precedente. L’ammiraglio di Coligny, capo del partito protestante ucciso durante il massacro di San Bartolomeo, aveva previsto un’eventuale emigrazione ugonotta verso le Americhe, onde creare una colonia evangelicamente perfetta, ma la sua idea era di dirigersi verso il Brasile. Nel 1555 inviò una piccola flotta comandata dall’ammiraglio di Villegagnon con soldati, coloni, e pastori calvinisti, che si insediarono sul luogo della nostra Rio de Janeiro e fondarono Fort Coligny, costruendovi una fortezza di pietra (l'attuale accademia militare della marina brasiliana). Il Portogallo non poteva però tollerare la presenza francese e protestante: una flotta portoghese sbarcò nella zona e distrusse il forte, però i Francesi si mantennero nella baia di Rio, rifugiati nell’interno e aiutati dagli indigeni, fino al 1572; nel mare antistante le flotte portoghese e francese si scontrarono per decenni. Solo dopo la loro vittoria definitiva, i Portoghesi ripresero il controllo della zona e fondarono Rio. Ma se gli Ugonotti riescono a controllare l'area e a vincere lo scontro con i lusitani? Dopotutto il divieto posto agli Ugonotti da parte della corona francese di stabilirsi nella Nuova Francia provocò una crescita lentissima della popolazione del Canada, cosa che indubbiamente avrebbe favorito la conquista inglese di quelle terre: gli Ugonotti andavano invece a stabilirsi nella Nuova Inghilterra, tanto che persino Thomas Jefferson discendeva da coloni protestanti francesi. E se invece questi Ugonotti in fuga dalla madrepatria vanno a stabilirsi a Fort Coligny, fondando quella che essi chiamano la France Antarctique (Francia Antartica)? Il Brazil do Sul diventa protestante e francofono, in contrapposizione al Nordeste cattolico portoghese, con immense conseguenze per la storia del Sudamerica: pensiamo solo alla contaminazione rivoluzionaria nel continente fin dal 1789! (proposta naturalmente da Perchè no?)

Alberto Federico I di Polonia. Durante l'elezione reale polacca del 1573, che elesse quello che in capo ad un anno sarebbe diventato Enrico III di Francia, il Duca di Prussia Alberto Federico cercò di farsi accettare nel senato polacco, ma incontrò la resistenza di Jan Zamoyski, che temeva l'influenza che avrebbero potuto avere i Protestanti nel corpo legislativo polacco (nonostante fosse lui stesso un ex Calvinista) e le possibili mire di Alberto Federico. Costui, infatti, in virtù della sua discendenza diretta da Casimiro IV di Polonia, della sua perfetta padronanza del Polacco e del sostegno dei Luterani polacchi, veniva considerato un serio candidato al trono della Confederazione. Ma nonostante ciò, quando arrivò il momento delle elezioni reali del 1576, prima appoggiò la candidatura a Re di Polonia dell'Imperatore Massimiliano II, poi cambiò fazione e riconobbe l'elezione di Stefano I Bathory. E se invece Alberto Federico venisse accettato nel senato e riuscisse addirittura a fare il colpaccio, diventando Re di Polonia nel 1576? Attenzione, però: già nel 1572 Alberto Federico iniziò a dare segni di disturbi mentali, e dal 1578 il Ducato di Prussia dovette essere affidato alla reggenza di suo cugino, Giorgio Federico di Brandeburgo-Ansbach. Cosa succederebbe alla Polonia se l'Hohenzollern diventasse veramente re? (made in Generalissimus)

Gli Asburgo di Polonia. Il candidato più importante dell'Elezione Reale Polacco-Lituana del 1573 era l'Arciduca Ernesto d'Austria. E se fosse lui a venire eletto re invece di Enrico III di Francia? La Szlachta però aveva paura che trasformasse la monarchia da elettiva a dinastica, che creasse un governo in stile Asburgico in cui non sarebbe stata la nobiltà polacca ad avere l'ultima parola e con poca tolleranza religiosa, e soprattutto che desse il via ad una nuova guerra contro l'Impero Ottomano, con il quale la Polonia era riuscita a creare dei buoni rapporti, ma con il quale gli Asburgo erano ormai in uno stato di conflitto infinito. Ma quali sarebbero le conseguenze dell'eventuale elezione di Ernesto, sia che i nobili polacchi avessero ragione o meno? (ancora Generalissimus)

La Polonia alla Russia in anticipo. Ivan il Terribile rischiò seriamente di diventare re della Polonia. Il suo nome venne fatto in occasione delle elezioni reali del 1573 dai rappresentanti della nobiltà lituana, che speravano in questo modo di porre fine alle Guerre Moscovite-Lituane. Il Rjurikide all'inizio si disse non interessato alla carica, né per lui né per suo figlio, ma poi cambiò idea e fece delle richieste che resero molto difficile accettare la sua candidatura: una volta eletto re la Polonia avrebbe dovuto cedere alla Russia vasti territori, Ivan avrebbe supervisionato la creazione della Confederazione Polacco-Lituano-Moscovita e il nuovo stato appena venutosi a creare avrebbe dovuto abbandonare la monarchia elettiva per passare a quella ereditaria. Ma alla fine, quando arrivò il momento decisivo, lo Zar non si presentò di persona né mandò alcun emissario a Varsavia, e quindi la sua candidatura cadde nel vuoto. E se invece riuscisse a farsi eleggere Re di Polonia e portasse a termine i suoi piani? (sempre Generalissimus)

Le Filippine cinesi. Nato da una famiglia poverissima sulla costa sudorientale della Cina, Lin Feng (o Limahong, come compare nelle cronache spagnole) fu uno dei più feroci bucanieri della storia. Alla testa di una banda di 600 uomini, attaccò porti e navi sul litorale cinese spingendosi fino alle città dell'interno dopo aver risalito i fiumi, e non si fece scrupolo neppure di razziare i templi, fino a che un mandato di cattura spiccato dall'imperatore non lo costrinse a spostare il suo raggio d'azione. Nel 1574 mise assieme una flotta di 95 imbarcazioni e un esercito di 3.000 uomini tra soldati, fuorilegge e sbandati, e con essi sbarcò nel nord delle Filippine con l'obiettivo di conquistare la città di Manila e fondarvi un suo regno. Ma aveva fatto i conti senza l'oste, cioè senza gli spagnoli, che da tempo vi si erano già insediati. Lin Feng assediò Manila, ma fu respinto dalla resistenza degli abitanti del luogo e dal contingente spagnolo comandato da Juan de Salcedo. Dovette ritirarsi, ma gli spagnoli nel 1575 attaccarono anche la sua roccaforte. Lin Feng riuscì a beffare de Salcedo, fuggendo in maniera rocambolesca su una barchetta attraverso un canale che lui stesso aveva fatto scavare, e di lui non si ebbero più notizie. Ma supponiamo che Lin Feng riesca a conquistare Manila in maniera definitiva, scacciandone gli spagnoli. Il Celeste Impero potrebbe rivendicare le Filippine ed annetterle. Come cambiano la storia dell'Estremo Oriente le Filippine cinesi (菲律賓)? (una trovata di Enrica S.)

La Cina spagnola. Francisco de Sande, terzo Governatore Generale delle Filippine, suggerì a Filippo II di Spagna di conquistare la Cina. Egli, infatti, dopo averla ritratta come debolissima sulla base di ciò che aveva visto in seguito ad alcune incursioni, asserì che alla Spagna sarebbe bastato un corpo di spedizione di 20.000 uomini per conquistare tutto il paese. Ovviamente se vogliamo essere realisti è impossibile che il paese iberico ottenga un simile risultato, ma poniamo il caso che Filippo II dia il suo consenso, la spedizione per la conquista della Cina parta e la Spagna si ritrovi in possesso di porzioni rilevanti del Celeste Impero. I Gesuiti presenti in Cina potrebbero perfettamente fare funzione di agenti, traduttori e guide per gli Spagnoli. Quali sarebbero le conseguenze? (il solito Generalissimus)

Gli Asburgo-Qing. Alternativa all'ucronia precedente? La cosa potrebbe funzionare al contrario: Filippo II fa pressione sul Papa ed ottiene una missione speciale per la Cina. Gli imperatori cinesi si convertono al cristianesimo al più tardi con l'avvento della Dinastia Manciù (che potrebbe chiamarsi Gesar), e nel 1700 Kangxi succede a Carlo II come Re di Spagna. Ci pensate? (geniale trovata di Iacopo)

Non menate il can per L'Aia. All'inizio della Guerra degli Ottant'Anni, l'assenza di mura cittadine permise alle truppe spagnole di occupare facilmente la città di Den Haag, che noi chiamiamo L'Aia. Nel 1575 alcuni proposero di radere al suolo la città, ma l'idea fu abbandonata grazie all'intervento di Guglielmo d'Orange. Dal 1588 L'Aia diventò la sede del governo della Repubblica delle Sette Province Unite, ed ancora oggi in essa hanno sede il parlamento, il governo, il sovrano dei Paesi Bassi e tutte le ambasciate straniere presenti nel paese, oltre al quartier generale dell'ESA ed al Tribunale Penale Internazionale. Ma se Den Haag venisse davvero cancellata dalla faccia dell'Olanda? Come cambierebbe Amsterdam, soffocata dagli uffici e dalla burocrazia? (questa è di Lord Wilmore)

Lo Zar Tartaro. Nel 1575 Ivan il Terribile si produsse in una mossa degna della peggiore politica italiana: abdicò, o per meglio dire, finse di abdicare, e nominò nuovo Zar un suo fidatissimo statista tartaro, Simeon Bekbulatovič. Costui, su istruzione di Ivan, iniziò a confiscare tutte le terre appartenenti ai monasteri, mentre l'ex Zar faceva credere di non essere affatto d'accordo con le azioni da lui intraprese. Questa manfrina andò avanti per un anno, quando il Rjurikide chiese cortesemente a Bekbulatovič di farsi da parte e restituire il trono, così che potesse interpretare il ruolo di salvatore della patria quando in realtà, una volta tornato al suo posto, annullò solo in parte le decisioni del suo affiliato. Ma cosa accadrebbe se Simeon Bekbulatovič approfittasse della situazione, facesse il passo successivo ed eliminasse Ivan il Terribile, diventando molo più di un semplice prestanome? Ammesso e non concesso che la presa potere di Simeon via zaricidio sia riconosciuta e non scateni le ambizioni delle altre famiglie di boiari, la Russia potrebbe non crescere nel mito, voluto fortemente dallo stesso Ivan il Terribile, di Mosca come la Terza Roma, depositaria del passato imperiale dell’Occidente e capitale dell’Ortodossia, bensì avremmo una Russia più “euroasiatica”, con un maggior accento sulle steppe e sul loro ruolo nella storia russa. Magari un analogo mito identitario potrebbe identificare Batu Khan, in quanto figlio maggiore del primogenito Juchi, come il legittimo erede di Gengis ingiustamente escluso dai suoi perfidi cugini discendenti da Ogodei e fondatore dell’Orda d’Oro. Il mito poi identificherebbe la Moscovia/Russia come l’erede dell’Orda e in tal senso Mosca si porrebbe come depositaria dell’Impero Mongolo. La Russia si prodigherebbe dunque per espandersi in Asia Centrale, magari battendo sul tempo gli inglesi in Afghanistan, e mostrando molto più attivismo in Cina e in Corea. Gran Bretagna e Giappone sarebbero avversari naturali mentre il panslavismo rimarrebbe una corrente di pensiero secondaria importanza assenza dell’enfasi sulla fratellanza ortodossa. È giocoforza che senza la pressione panslavista Princip non può far scoppiare la Grande Guerra nel 1914 (a quattro mani Generalissimus e Federico Sangalli)

Guerra di Successione Spagnola anticipata. Filippo II di Spagna, si sa, non fu particolarmente fortunato nei suoi matrimoni. Lo fu ancora meno con la sua discendenza. L'erede al trono, figlio di primo letto, Don Carlos, era infermo di mente e morì senza prole. Da Elisabetta di Valois ebbe solo figlie femmine, delle quali solo due arrivarono all'età adulta. Solo dal quarto matrimonio con la nipote Anna d'Austria (e dopo tre figli morti da bambini) ebbe finalmente il sospirato erede Filippo III, dopo il quale nascerà una figlia femmina che vivrà solo tre anni. Poniamo che Filippo II non riesca però ad avere neppure questo ultimo figlio, in questo caso chi erediterà l'Impero Spagnolo alla sua morte? A causa dei matrimoni delle due figlie, i primi a rivendicare l'eredità iberica saranno sicuramente gli Asburgo d'Austria e i Savoia. Dato che il primo avrebbe sicuramente maggior modo di imporsi sul Savoia (e ricreare l'impero di Carlo V), ci si può immaginare il formarsi di una vastissima coalizione in grado di impedire ciò, dato che nessuno stato europeo avrebbe potuto permettere di nuovo una simile concentrazione di potere. In prima linea contro gli Asburgo ci sarebbero sicuramente Inghilterra e Francia che oltretutto potrebbero a loro volta rivendicare per via collaterale l'eredità spagnola. Quasi sicuramente i Savoia, per piluccare qualche territorio, si schiereranno contro gli Asburgo, così come gli Svizzeri dei Grigioni e Venezia. Nella coalizione, ovviamente, la parte del leone l'avrebbero anche le Province Unite A differenza poi della Guerra dei 30 anni della nostra Timeline, proprio per via del coinvolgimento franco-anglo-olandese questa guerra sarà molto più combattuta sui mari e nelle colonie. Prevedibile l'esito. Definitiva sconfitta della potenza asburgica di entrambi i rami. L'immensa eredità spagnola verrebbe probabilmente ereditata da un pretendente minore, dato che le maggiori potenze in lizza avrebbero non poca difficoltà a scegliere un candidato che piaccia a tutti. Difficile, ad esempio, che venga tollerata un'unione personale con l'Inghilterra o la Francia a meno che di ipotizzare immediatamente un nuovo conflitto. Dall'impero spagnolo verrebbero però decurtate ampie porzioni. La Francia potrebbe riprendersi Milano oltre alla Franca Contea, le Fiandre francesi e la Catalogna del Nord, anticipando l'esito a Pace dei Pirenei. L'Inghilterra piluccherebbe qualche colonia in America, mentre le Province Unite metterebbero le mani sugli i Paesi Bassi. D'altro canto, anche il ramo austriaco degli Asburgo verrebbe oltremodo ridimensionato ed è molto probabile che la diffusione del protestantesimo venga ulteriormente accelerata, specie nei territori orientali (made in Never75)

Gli Asburgo d'Inghilterra. Il 1 ottobre 1578 a soli 31 anni morì don Giovanni d'Austria, figlio illegittimo di Carlo V e trionfatore della Battaglia di Lepanto. Il fratellastro Filippo II, re di Spagna, lo aveva nominato governatore dei Paesi Bassi, e c'è chi dice che la morte prematura di quel genio militare sia dovuta ad avvelenamento: Filippo II lo avrebbe fatto eliminare per togliere di mezzo un possibile pretendente al trono spagnolo, molto più amato di lui, adorato dalle donne e grande stratega militare. Ma supponiamo che Giovanni viva assai più a lungo. Come pare volesse fare, egli sposa Maria Stuarda e guida lui l'Invincibile Armata per liberarla, regnando poi insieme a lei sull'Inghilterra e sulla Scozia. Come cambia la storia d'Europa e del mondo? (è di Tommaso Mazzoni)

Kenshin il longevo. Uesugi Kenshin non muore nel nel 1578 (non si ammala o non viene assassinato) e marcia su Kyoto. Oda Nobunaga non può fare altro che arrendersi e sperare nella clemenza del vincitore, cosa ammessa dallo stesso Nobunaga nella nostra Timeline. Cosa accade? Tutto dipende da quanto sopravvive alla sua morte nella HL, aveva 48 anni e suo padre Nagao Tamekage è deceduto a 53 anni, altri membri della famiglia sono morti più o meno alla stessa età (quando non sono stati uccisi), il suo successore Kagekatsu è vissuto fino a 67 ma era un parente più lontano. Possiamo ipotizzare dieci anni in più per lui. Prima di tutto non credo che Nobunaga si sarebbe arreso, avrebbe potuto ritirarsi verso Mino e Owari come aveva fatto prima, riunire le sue forze, rinnovare la sua alleanza con i Tokugawa. Aveva il Nord sicuro con la sconfitta dei Takeda nella battaglia di Nagashino. Dovrebbe lottare però su due fronti perché gli Uesugi erano alleati con gli Hôjô ad Est. Insomma, l'unificazione del Giappone sarebbe stata ritardata di un decennio, forse abbastanza per vedere la fine di Nobunaga o la sua successione di Nobutada (che forse avrebbe dovuto appoggiarsi troppo su Tokugawa Ieyasu fino a essere sottomesso da lui). Conoscendo la storia degli Uesugi, Kenshin avrebbe probabilmente voluto restaurare Ashikaga Yoshiaki come legittimo shogun in Kyoto. Nel migliore dei casi (senza ritorno di Nobunaga o offensiva di un altro rivale) si puòo sperare il ritorno di un potere centrale più forte sotto Yoshiaki. Quest'ultimo, sotto il pretesto della lotta contro gli Oda-Tokugawa, avrebbe potuto riunire una nuova coalizione diretta da Kenshin, riunendo i Môri, i Chosokabe ma anche i Matsunaga. Il problema è che questo genere di coalizioni erano molto instabili. Se Kenshin sopravvive abbastanza si può immaginare una sconfitta degli Oda e una stabilizzazione, Kagekatsu avrebbe allora continuato l'opera con il suo lungo regno fino al 1623, ufficialmente avrebbe avuto il titolo di Kanrei (Vice-Shogun) per conto degli Ashikaga. Se invece Kenshin muore troppo presto, allora la coalizione crolla, Nobunaga può rialzare la testa (ma forse non abbastanza per riprendere la sua posizione di predominio) o torniamo al Sengoku Jidai. Kagekatsu si sarebbe logicamente (come nella nostra Timeline) ritirato nelle sue terre per assicurarsi il territorio Uesugi. Non dimentichiamo anche che la successione di Kenshin è stata contestata con una breve guerra tra candidati, in questo contesto questa guerra di successione sarebbe stata ben più importante (proposta da Inuyasha Han'yō e da Perchè No?)

Il Brunei spagnolo. Nel 1578 si combatté la Guerra Castigliana tra l'Impero del Brunei (che all'epoca comprendeva tutto il Borneo) e la Spagna. La guerra sembrò volgere per il meglio per gli Spagnoli, ma alla fine delle violentissime epidemie costrinsero la forza d'invasione iberica ad abbandonare l'impresa. E se invece la Spagna riuscisse a sottomettere in maniera definitiva l'Impero del Brunei? (questa la dobbiamo a Generalissimus)

Ho perso il Buss. E se la mitologica Isola di Buss avvistata dai marinai a bordo del vascello "Emmanuel" durante la terza spedizione di Martin Frobisher nel settembre 1578 a circa 57° N esistesse veramente? (proposta da Enrica S.)

Il Grande Portogallo. Sebastiano I vince la battaglia di Alcazarquivir nel 1578 e conquista il Marocco. La dinastia Aviz non morirà con lui, non ci sarà alcuna unione personale con la Spagna e la decadenza portoghese, se non proprio evitata, sarà molto rallentata (ideata dal grande Toxon; ecco la sua Timeline)

La Guerra di Successione Portoghese. Alla morte del rimpianto e quasi leggendario re Sebastiano del Portogallo, nel 1578 si innescò una guerra di successione (la prima sul suolo europeo, anche se non viene quasi mai considerata tale dagli storici), destinata ad aprire le porte al potentissimo Filippo II di Spagna, che aggiunse il regno iberico alla folta schiera dei suoi possedimenti. Il regno iberico, soprattutto per le immense e ricche colonie d'oltremare, era però rivendicato da tanti altri pretendenti. Un certo successo lo ottenne l'infante Antonio, priore di Crato che per circa un mese si poté fregiare del titolo regale, prima di essere però sloggiato dal Duca d'Alba nel 1580. Costretto all'esilio, Antonio cercò l'aiuto delle principali potenze europee. La prima ad accoglierlo fu la reggente di Francia, Caterina de' Medici. Non solo la stessa Caterina aveva tutto l'interesse nel ridimensionare lo strapotere spagnolo ma oltretutto Antonio, in caso di successo, le promise tra le altre cose la colonia del Brasile. Caterina, subodorando l'insuccesso, non aiutò direttamente Antonio, limitandosi ad armare il mercenario Filippo di Piero Strozzi (fiorentino come lei) per riconquistare il regno. Purtroppo i sogni di Antonio (e Filippo) si infransero nelle battaglie di Ponta Delgada e dell'Isola Terceira, Antonio perse anche le Azzorre e Filippo di Piero Strozzi la vita. Poniamo che però Caterina creda maggiormente nell'impresa e dia più navi e uomini a Filippo e ad Antonio, che riesce quindi a reinsediarsi sul trono portoghese e a rimanerci, grazie a un cospicuo contingente francese e alla benevola neutralità inglese. Il Papa, che teme come non mai lo strapotere asburgico, coglie la palla al balzo e lo riconosce come legittimo. Il ridimensionamento della Spagna già a fine '500 come cambia la Storia Europea? Inoltre Caterina de' Medici, come da accordi, occupa il Brasile, concedendone allo Strozzi, per i servigi prestati, una parte. Ovviamente i granduchi di Toscana faranno di tutto per prendere il posto dello Strozzi alla sua morte, trasformando il feudo dello Strozzi in una vera e propria colonia medicea, cosa che in effetti si tenterà di fare nel 1608 ma senza grandi risultati. Un impero francese e uno toscano come cambieranno gli equilibri coloniali delle Americhe? (è di Never75)

Emanuele Filiberto del Portogallo. Tra i pretendenti al trono portoghese dopo la morte di Re Sebastiano c'erano anche Caterina di Guimaraes, Ranuccio I Farnese (che secondo i vecchi costumi feudali era anche quello con più diritti per diventare Re del Portogallo) ed Emanuele Filiberto di Savoia (il ducato aveva una discreta tradizione navale). E se uno di questi candidati riuscisse a spuntarla contro FIlippo II? (made in Generalissimus)

Il Regno Unito di Francia e Polonia. Enrico d'Angiò diventa re di Polonia e, poco dopo la morte di Carlo IX, eredita anche la corona di Francia. Al contrario della nostra Timeline, riesce a mantenere l’unità della corona sui due Stati. Sposa la figlia della famiglia polacca Jagellone ed ha figli. La dinastia Valois prosegue, il regno di Polonia modella le sue istituzioni su quelle francesi e diventa uno Stato ereditario. Una Francia-Polonia ha maggior peso in Europa, dove può fare concorrenza in Germania alla casa degli Asburgo e forse può conquistare il titolo imperiale. Nel XVIII secolo la Polonia resiste alle pressioni russe, prussiane e austriache e sopravvive come stato indipendente (ancora Perchè no?)

Guisa. La casa di Guisa vince la "guerra dei tre Enrichi". Una Francia in mano ai Guisa sarà vassalla della Spagna, perchè Enrico di Guisa è finanziato da Filippo II. Questa vittoria significa la vittoria dell'egemonia spagnola, anche se nell'Europa moderna non potrà sopravvivere più di una generazione (ecco la proposta dell'amico francese Perchè no?)

Il Vescovado di Liegi. I Vescovi di Liegi vengono messi a capo di un proprio stato corrispondente all'attuale Belgio, così come è successo ad altri vescovadi del tempo (es. Colonia). Il vescovato indipendente di Liegi viene sicuramente assorbito dalla Francia durante l'Ottocento, per via della sua francofonia e delle ambizioni di napoleone III (fino al 1870 l'annessione del Belgio alla Francia sembrava imminente). Ciò ha una conseguenza importantissima: la Germania non invade il Belgio (che non esiste) durante la Prima Guerra Mondiale, e l'Inghilterra non interviene. Vittoria rapida degli Imperi Centrali e successiva guerra fredda anglo-tedesca (l'idea è partita da Maggioriano, che abita proprio in Belgio)

Tudor/8. La regina Elisabetta I d’Inghilterra, priva di eredi diretti, non nomina nessun successore nel suo testamento. Il Paese è allo sbando e le tre formazioni religiose (cattolici romani, anglicani e riformati) si combattono senza sosta precipitando il Paese  nella spirale della guerra civile. A tutto ciò concorre una pesante crisi economica e la bancarotta nel Paese, fatti realmente accaduti, anche nella nostra Timeline). Di questa “anarchia” approfittano immediatamente sia la Scozia che le principali potenze continentali (Francia, Spagna e  principi dell’Impero), le quali propongono ognuna di loro un candidato. La lotta per la corona inglese assume anche le caratteristiche di una guerra di religione: la Scozia vorrebbe un re riformato, la maggior parte dei duchi inglesi o cattolico od anglicano, i principi tedeschi lo vorrebbero alcuni luterano, altri o calvinista o cattolico ed infine Spagna e Francia proporrebbero due candidati diversi per danneggiarsi reciprocamente. Qualunque sia alla fine l’esito del conflitto, l’Inghilterra ne risulta indebolita e l’espansione transoceanica deve aspettare per svilupparsi. Va da sé che inoltre verrebbe persa tutta la tradizione artistica e filosofica di quegli anni (Shakespeare, Marlowe e Bacone), con sensibili ripercussioni nel panorama letterario mondiale. Per contraltare però al termine della guerra civile la democrazia inglese si sviluppa molto prima della “Gloriosa Rivoluzione” (proposta da Never75)

Le Province Unite... alla Spagna. Il "Rey Prudente" fin da principio accetta le lamentele dei nobili delle Fiandre (sia cattolici che calvinisti) anziché mandar loro contro il Duca d'Alba. La rivolta delle Province Unite non esplode ed esse fanno parte ancora dell'Impero Spagnolo, almeno fino alla Guerra di Successione Spagnola. In questo caso però l'Olanda non si afferma come grande potenza marinara, essendo subordinata alla Spagna, e, come l'Italia spagnola, attraversa un periodo di decadenza. L'Inghilterra, senza rivali sui mari, impone la sua supremazia molto prima nelle Indie e diventa l'unica potenza marinara al mondo. Di contro la Spagna ritarda di molto la sua decadenza (ancora Never75)

Alessandro I del Belgio. Ad Alessandro Farnese gli inglesi offrirono in più occasione montagne di denaro per tradire il suo re e proclamarsi di fatto signore della parte cattolica dei Paesi Bassi Spagnoli (l'attuale Belgio), ma il Farnese era troppo onesto, declinò sempre l'offerta e ne informò Filippo II. Ma cosa succede se invece accetta? Il Duca di Parma era il miglior condottiero del suo tempo ed era amato dalle sue truppe. Mettiamo si ribelli, vinca la guerra e diventi Re del Belgio, cui si uniscono i possedimenti di Parma e Piacenza. Alessandro I cercherà l'amicizia del re di Francia contro gli Asburgo. Una tale alleanza renderebbe sicura la frontiera Nord della Francia con più di 50 anni di anticipo e potrebbe permettere alla Francia di iniziare la sua espansione già sotto Enrico IV e non sotto Luigi XIV. Luigi XIII sarebbe il re Sole! (pensata da Federico Pozzi)

Il Terribile/8. Nel novembre del 1581 Ivan picchiò violentemente la propria nuora, incinta di un figlio, solo perché aveva indossato vestiti troppo appariscenti. Così facendo, le causò un aborto. Suo figlio Ivan, venuto a sapere dell'accaduto, ingaggiò un litigio furibondo con il vecchio Zar, ma quest'ultimo colpì il figlio alla testa con la punta in ferro del proprio bastone, uccidendolo sul colpo. Che accade se quel giorno la nuora ha vestiti più dimessi? La Russia avrà un Ivan V della dinastia Rjurik e, presumibilmente, anche un Ivan VI. Ci sarà spazio per Boris Godunov? (ottava ucronia dedicata da William Riker ad Ivan il Terribile)

Russia senza Siberia. Nel 1582 Ivan IV il Terribile incaricò il cosacco Ermak di colonizzare l'immenso territorio al di là degli Urali. Lo spietato guerriero occupò il khanato di Sibir (da cui deriva il nome di Siberia): lontano dagli occhi dell'Europa iniziava una delle più straordinarie avventure di conquista di tutti i tempi, che in meno di un secolo avrebbe portato l'impero russo ad affacciarsi sul Pacifico. Ma che accade se un delirio di onnipotenza nel bel mezzo di una battaglia porta Ermak alla morte, e la Siberia non viene conquistata? Sebbene molti zar tentino successivamente l'impresa, questa non riuscirà mai. Una Russia limitata agli Urali e senza le risorse siberiane dovrà per forza intraprendere scambi maggiori con l'Europa, e per questo la Russia diverrà molto più europea che nella nostra Timeline, con tutte le conseguenze del caso. Ovviamente la successione degli zar (e i loro eccessi di pazzia) sarà la stessa, ma forse Napoleone riuscirà a conquistare la Russia, conquista poi resa vana dal Congresso di Vienna. La maggiore vicinanza all'Europa si farà sentire nel 1848, e lo zar dovrà convocare un parlamento democratico molto tempo prima che da noi. Conseguentemente non si avrà nessuna rivoluzione comunista, che utilizzò proprio la mancanza di democrazia come benzina, oppure si conclude nel nulla come quella spartachista tedesca. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Russia dovrà accettare la secessione di Ucraina, Moldavia e Bielorussia, mentre potrebbe rinascere sotto la spinta lituana uno stato prussiano composto dalla Prussia tedesca e dalle tre repubbliche baltiche. A questo punto è facile immaginare una Seconda Guerra Mondiale con Russia e Germania alleate, entrambe decise a riconquistare i territori persi. Al contrario, la Cina sarà molto più estesa verso nord e potrà giungere all'Artico; con la crisi della seconda metà dell'Ottocento, qualcuno degli Occidentali potrebbe metterci le mani. Oppure Cina e Giappone se le suonano di santa ragione per il possesso della Siberia, innescando un colonialismo all'orientale (un'Australia cinese ed una Nuova Zelanda giapponese?) Altra possibilità: i Nazionalisti, invece che a Taiwan, si ritirano in Siberia. Inoltre l'Alaska probabilmente è inglese (dopo le spedizioni di Cook) e quindi è inglobata nel Canada. E come cambia la Seconda Guerra Mondiale senza le retrovie russe? (nona ucronia dedicata ad Ivan il Terribile, ideata da Mattiopolis)

Matteo Ricci in America. Nel 1582 l'insigne scienziato gesuita Padre Matteo Ricci non parte per la Cina ma per il Nordamerica, deciso a convertire non il Celeste Impero ma le tribù del Nuovo Mondo. Sbarcato nella Nuova Francia, si fa amici gli indigeni e riceve il nome Algonchino di Nadie Madie (in lingua algonchina Nadie significa "saggio" e Madie è una deformazione di "Matteo"). In venticinque anni di apostolato egli converte tribù su tribù, e soprattutto insegna loro i fondamenti della scienza, introducendoli a tutti gli effetti nella storia. Sorgono così moderni stati nazionali amerindi nel Canada e nell'Ovest americano. Essi verranno distrutti dai conquistatori europei come le Reducciones del Sudamerica, o grazie agli insegnamenti di Matteo Ricci, morto a 58 anni nel 1610, essi sapranno tener testa agli invasori? E come cambia la storia cinese senza il fondamentale contributo culturale dello scienziato gesuita? (un colpo di genio di William Riker)

I Vasa Zar. Se Sigismondo Vasa avesse moderato le sue pretese verso i Boiari, suo figlio Ladislao avrebbe potuto diventare zar di Moscovia al posto di Michele Romanov e, alla morte del padre, re di Polonia. Con le forze unite dei due regni, forse sarebbe stato in grado di riconquistare anche la corona svedese, magari tramite un matrimonio tra suo fratello Giovanni Casimiro e la regina Cristina. L'erede di un simile impero est-europeo sarebbe stato però il luterano Carlo Gustavo. La dieta polacca ha eletto candidati luterani (Wettin di Sassonia), ma un'eventuale dieta di Moscovia cosa avrebbe fatto? (altra idea di Falecius)

L'Impero Polacco. Alternativa all'ucronia precedente: non solo Sigismondo III riesce a creare un'unione personale tra Confederazione Polacco-Lituana, Russia e Svezia, ma il suo successore Ladislao IV riesce anche a conquistare Transilvania, Moldavia, Valacchia, Bulgaria e Khanato di Crimea, e a stroncare la nascita dell'Atamanato Cosacco. Cosa accade? (questa è di Generalissimus)

L'expression géographique. Sotto la reggenza di Maria de Medici (un periodo disastroso) la Francia si spezza in molteplici principati feudali, trasformandosi in un’espressione geografica che impedirà la nascita di una nazione francese. Louis XIII é minorenne e il paese è scosso dalle rivolte dei Grandi (i principi di Condé, Bouillon, Soissons, Vendôme). Maria de Medici ha sempre preferito comprare la fedeltà nobiliari con il denaro, incoraggiando nuove ribellioni. A un certo punto la tensione é al culmine, Concini (il favorito della regina madre) odia il principe di Condé e dietro tutto c'é Luigi XIII che cresce velocemente. Com’é stato preparato da Condé (prima di farsi arrestare), Concini viene assassinato e Maria de Medici espulsa verso la sua Toscana natale. Luigi XIII prova a prendere il potere ma viene é fermato e costretto a rinunciare alla corona per diventare monaco sotto il pretesto di debolezza di salute ed incapacità. Suo fratello, Gaston d’Orléans diventa Gastone I, un re senza volontà, giocattolo tra le mani degli principi che presto iniziano a lottare per il potere. Cosi inizia la dissoluzione dello Stato francese. Alla fine del XVII secolo é diventata una federazione lasca di principati, città libere e repubbliche aristocratiche. La Francia non si sviluppa e sparisce della storia europea. I principi si fanno la guerra tra loro, nasce la potenza economica del porto di St. Malo. Una repubblica protestante nasce nel Sud-Ovest del paese diretta dal principe di Soubise con capitale Tolosa. Il paese non entra nella modernità e sarà conosciuto per la sua povertà cronica. All'inizio del XVIII secolo la morte del re fantoscio Philippe VII vede i principi rifiutarsi di riconoscere un nuovo re. Possiamo immaginare nel XIX secolo un Risorgimento Francese, ma più probabilmente nascono vari Stati separati o una federazione debole (penso al ducato di Bretagne, una repubblica in Alsazia etc.). La guerra e la miseria incoraggiano l’emigrazione francese verso le Americhe che sono colonie indipendenti di fatto. In Francia rimane il regime feudale dove i contadini si trovano sotto la tirannia di una moltitudine di signorotti (una distopia del francese Perchè no?)

La Leggenda del Veneziano sull'Oceano. Nel 1584 Re Filippo II di Spagna, per cercare di riconciliarsi con Venezia dopo un decennio di freddezza, offrì alla Serenissima il monopolio mondiale sulle merci trasportate da e per le colonie nelle Americhe ed in Oriente. Il Senato, sebbene tentato dagli immensi profitti che si potevano ricavare, alla fine declinò l'offerta, temendo i costi che avrebbe comportato opporsi alla guerra di corsa degli Olandesi e degli Inglesi. Ma se il Senato accetta, come cambia la Storia? (pensata da Enrico Pizzo)

L'Asia Latina. Nel 1586 il gesuita spagnolo Alonso Sanchez propose all're di Spagna Filippo II una guerra contro la Cina, sia per portare il cattolicesimo in quel paese che per ottenere ricchi e lucrosi commerci tramite i porti cinesi. Il Celeste Impero avrebbe potuto essere un florido mercato per l'impero spagnolo; con una Cina sotto dominazione spagnola, i Re Cattolici avrebbero ottenuto il controllo non solo dell'oro o dell'argento delle Americhe, ma anche di merce come la seta, la porcellana, il tè. Tuttavia Filippo II aveva già speso montagne di denari e risorse per creare l'Invincibile Armata, e trovò l'idea di Sanchez uno spreco di risorse e un problema in più per l'Impero spagnolo, che già allora si stava ritrovando solo contro tutti. E se invece Filippo II decide che è meglio attaccare la Cina che l'Inghilterra? La conquista della Cina da parte dell'Impero Spagnolo sarà lunga, faticosa e con pesanti perdite, ma ci saranno dei ritorni economici. La Spagna sarà molto più ricca e potente, avrà il controllo di larga parte dell'Asia e potrà mandare all'diavolo gli accordi di Tordesillas e conquistare anche le coste dell'Africa, eviterà di essere troppo dipendente dall'oro e dall'argento delle americhe, creerà un "Commonwealth" ispanico, e in Cina la cultura autoctona si fonda con quella latina. Ci sarà una "Asia Latina" (come l'America Latina oltreoceano), la Francia e l'Inghilterra avranno ancora un temibile avversario nella corsa alle colonie, e la dominazione spagnola sull'Italia durerà assai più a lungo. Come muta la storia del mondo? (un'idea improbabile ma affascinante di Alfio)

Le Province Unite a chi? Quando Guglielmo I d'Orange fu assassinato nel 1584, gli Olandesi proposero ad Elisabetta I d'Inghilterra e ad Enrico III di Francia di diventare Statolder. Entrambi i monarchi rifiutarono e così, in mancanza di candidati adatti, si decise di ripiegare su Maurizio di Nassau, una scelta rivelatasi felice, in fin dei conti. Ma che accadrebbe se uno dei due accettasse la carica? °(questa è di Generalissimus)

La Guerra Anglo-Polacca. A causa del fatto che l'Inghilterra stava sequestrando le navi polacche e della Lega Anseatica che commerciavano con la Spagna sua nemica, si rischiò il conflitto tra Albione e la Confederazione Polacco-Lituana. Nel 1587 Sigismondo III inviò persino un ambasciatore a consegnare un ultimatum alla Regina Elisabetta I, ma questa, nonostante l'intollerabilità di questo atto, disinnescò la situazione rilasciando le navi catturate e il loro carico. E se invece Elisabetta decidesse per la guerra? (sempre Generalissimus)

A tutto Tondo. Nel 1587 nelle Filippine venne organizzata la Cospirazione di Tondo, così chiamata per via del fatto che venne ideata dall'ultimo Lakan di Tondo, Don Agustin de Legazpi. La cospirazione prevedeva un assalto a Manila e l'assassinio di tutti gli Spagnoli che la occupavano, con la partecipazione di quasi tutte le provincie filippine più importanti, di una ciurma di pirati giapponesi e di soldati provenienti dall'Impero del Brunei. La congiura però venne scoperta, e i partecipanti subirono pene severissime. Ma cosa accadrebbe se la Cospirazione di Tondo prendesse il via e riuscisse a liberare le Filippine dal dominio spagnolo? (nuovamente Generalissimus)

I primi americani. È stato dimostrato attraverso studi sul DNA che nel 1587, quindi 33 anni prima che i Padri Pellegrini partissero da Plymouth sulla "Mayflower" per colonizzare il Nuovo Mondo, il corsaro britannico William Raleigh organizzò una spedizione di oltre 100 cittadini inglesi che salpò dal piccolo porto inglese di Bideford, nella contea del Devon, e riuscì a raggiungere le coste della Carolina del Nord, installandosi sull'isola di Roanoke sotto la guida di John White. Questi, divenuto governatore della colonia, dopo pochi mesi dallo sbarco decise di tornare in Inghilterra  per acquistare approvvigionamenti. Fu trattenuto un paio di anni in Europa a causa della guerra tra l'Inghilterra e l'Invincibile Armata spagnola e, una volta tornato in America, trovò l'insediamento di Roanoke completamente deserto: girò tutta l'isola, ma non vi trovò nessun compatriota. Nacque così la leggenda della colonia perduta della quale si erano perse per sempre le tracce. Secondo l'ipotesi più accreditata, gli inglesi si sarebbero mescolati alle popolazioni indigene, come dimostrerebbero antichi racconti che parlavano di nativi americani con gli occhi blu e che organizzavano già dal XVII secolo gli insediamenti seguendo l'esempio inglese. Ora, che accade se invece l'impresa di colonizzazione ha successo, e Roanoke diventa una città paragonabile a Boston o addirittura a New York? Come cambia la storia americana con un grande insediamento inglese partito con 33 anni di anticipo, e presumibilmente rivale dei Puritani arrivati più tardi nel Massachusetts? (sempre William Riker)

La città di Ascania Pontina. Papa Sisto V compì uno dei maggiori tentativi di bonificare l'Agro Pontino, immenso territorio paludoso a sud di Roma, assegnando più di 70.000 ettari all'architetto Ascanio Fenizzi di Urbino, che li divise in 20 lotti e costituì un consorzio di proprietari terrieri, canalizzando le acque nel cosiddetto "fiume Sisto". Dopo la morte del Pontefice, però, la mancata manutenzione vanificò i successi raggiunti, e si dovette aspettare la retorica nazionalista di Mussolini per vedere finalmente l'Agro Pontino del tutto bonificato dalla malaria. Ma che accade se il sogno di Sisto V non viene spezzato, e questi edifica, sul sito della nostra Latina, la grande città di Ascania, gioiello dell'architettura rinascimentale intitolata all'architetto che è riuscito nell'impresa? (altra trovata di William Riker)

Senza Enrico IV. Durante la "Guerra dei Tre Enrichi", per Enrico di Navarra le cose si misero male quando, dopo una lettera di insulti da lui spedita a Papa Sisto V, la sua regione, la Guienna, fu invasa da ben tre eserciti avversari. Enrico dei tre era certamente il più debole, ma riuscì a prevalere grazie alle sue doti militari. Il 20 ottobre 1587 Enrico sorprese un forte esercito reale comandato dal duca di Joyeuse Anne a Coutras, nel Poitou, e grazie a un intelligente uso della cavalleria riuscì ad annientare l'esercito della Lega Cattolica. Quando re Enrico III morì assassinato da un giovane domenicano, Jacques Clement, senza lasciare eredi diretti, Enrico di Navarra si rivelò il primo nella linea di successione, anche se per arrivare a lui bisogna risalire fino a San Luigi IX, vissuto tre secoli prima (Enrico discendeva da Roberto di Clermont, figlio cadetto di Luigi IX). Fu in quell'occasione che pronunciò la frase storica "Parigi val bene una Messa!" Lui, il campione del protestantesimo francese, accettò di convertirsi al cattolicesimo e divenne Re con il nome di Enrico IV: da lui discendono tutti i successivi Borbone che furono re di Francia, di Spagna e di Napoli, fino all'attuale Re di Spagna Felipe VI. Ora io vi chiedo: se Enrico di Navarra morisse nella Guerra dei Tre Enrichi, al momento dell'assassinio di Enrico III chi salirebbe al trono di Francia? Quale sarebbe la successione dei re francesi a partire da allora? Forse a Parigi si decideranno ad abolire la Legge Salica, e ad accettare sovrani provenienti da una linea femminile? (di nuovo William Riker)

La Bretagna Spagnola ( e poi Savoiarda). Nel 1589 morì assassinato Enrico III; Filippo II di Spagna, che aveva sposato Elisabetta di Francia, e che da lei aveva avuto due figlie, reclamò il titolo Francese, ma la legge salica, nonostante il parlamento di Parigi gli fosse favorevole, glielo impedì. Ma in Bretagna la legge Salica non c'é; e se Filippo si mette subito d'accordo con Enrico di Navarra e riesce a reclamare, legittimamente, la Bretagna? In Bretagna deve succedergli la figlia Isabella Clara Eugenia, alla cui morte il titolo spetterebbe al nipote Vittorio Amedeo di Savoia. E poi? (ideata da Filobeche)

Drake il Conquistatore. Verso la fine della sua carriera (e della sua vita) Francis Drake tentò senza successo di conquistare per l'Inghilterra le Azzorre, le Canarie, Porto Rico e Panama, ma subì una serie di sconfitte, ultima delle quali l'attacco a Porto Rico, durante il quale un colpo di cannone sparato dalla fortezza di San Felipe del Morro raggiunse il ponte della sua nave e lo mancò per un pelo. Ma cosa accadrebbe se riuscisse ad impossessarsi di uno di questi territori o addirittura di tutti? (made in Generalissimus)

Marlowe, ma non Philip. Ucronia dedicata allo sfortunato genio Christopher Marlowe. Quest'ultimo fu un autore di teatro eccezionale e perfezionò al massimo livello il blank verse ispirando Shakespeare. Le sue due sfortune furono l'essere contemporaneo del più grande autore di teatro che abbia mai messo piede sull'orbe terracqueo (William Shakespeare) ed avere un carattere violento, manesco e probabilmente alcolizzato. Marlowe morì a soli 28 anni, prima di raggiungere il culmine della sua capacità creativa (Shakespeare non raggiunse la piena maturità che fra i 30 e i 40 anni): durante una rissa fu accoltellato forse da un usuraio che lui stesso aveva ferito. Di Marlowe non ci rimangono che sette drammi completi, mentre il suo "collega" Shakespeare diventava il più famoso scrittore di teatro della storia. Ma se invece Marlowe fosse sopravvissuto a quella rissa? Il suo teatro era potente e dirompente quanto quello shakespeariano, se non fosse morto quali capolavori avrebbe potuto sfornare ? E' possibile persino immaginare una sorta di gara tra i due mentre tentavano, seppur ammirandosi, di superarsi a vicenda, un po' come facevano gli artisti italiani nel Rinascimento; forse i due artisti avrebbero continuato ad influenzarsi vicendevolmente, Marlowe avrebbe imparato un uso del verso più raffinato e probabilmente introdotto qualche concetto filosofico nelle sue opere, mentre Shakespeare avrebbe guadagnato passionalità nei suoi personaggi. Quanto a passionalità, infatti, Marlowe sapeva fare di meglio di chiunque altro, come si può constatare leggendo "Didone la regina di Cartagine" o "Tamerlano il grande" (un'ucronia fantaletteraria proposta da Federico Pozzi)

La Francia asburgica. Francia, 1591. Enrico di Navarra, re legittimo di Francia ma non riconosciuto dal resto del regno, é assassinato dopo le sue vittorie ad Arques et Ivry. La sua morte fa dissolvere l’esercito reale e salva la Lega Santa, suo nemico assoluto, che aveva armato l’assassino (il solito povero pazzo). L’erede di Enrico IV, il principe di Condé (il cosiddetto « Enrico V »), ha solo tre anni e non conta. La Francia si trova di nuovo senza re. I protestanti, annientati dalla sfortuna, si ripiegano nel Sud-Ovest della Francia con il piccolo Condé e riusciranno a creare un principato di Guascogna per i loro correligionari. A Parigi il duca di Mayenne (fratello del duca di Guisa) approfitta del miracolo per convocare gli Stati Generali sperando di farsi eleggere re di Francia basandosi su un ipotetico legame familiare con i Carolingi. Ma ha di fronte a sé il resto della Lega Santa diretta dai 16. I 16 sono un consiglio di borghesi ultra-cattolici di Parigi, vero contro-potere alle pretese dei Lorena. Appoggiano loro la candidatura di Isabella di Spagna (figlia di Filippo II e nipotina di Enrico II). Fanno il calcolo di offrire la Francia a una regina giovane che potranno manipolare. Mayenne non é popolare, é brutale ed é sempre stato vinto dal Navarra. La borghesia di Parigi riesce dunque a fare eleggere la piccola spagnola, con il compromesso di farla sposare al giovane duca Carlo di Guisa, 22 anni e poco autoritario. Il parlamento di Parigi abolisce la legge salica (anche se non ne ha il potere) e proclama Isabella I regina di Francia con il suo consorte Carlo XI di Guisa (Carlo X era il vecchio cardinale di Borbone che non ha mai regnato). È l’inizio della dinastia di Asburgo-Guisa, o più semplicemente Asburgo di Francia. Presto Isabella e Carlo capiscono che avranno pochi poteri. Gli Stati Generali si riuniscono ormai liberamente e diventano un vero organo legislativo, mentre il parlamento ha tutto il potere giudiziario. Il consiglio dell'Unione (ex-16) fa le funzioni di consiglio esecutivo diretto dai grandi borghesi di Parigi creati nobili come Brigard, Louchard o Bussy che fondano un vero triumvirato. Per essere riconosciuti lasciano una vera autonomia ai governatori e ai duchi di Francia e accordano delle libertà municipali alle grandi città come Lione o Marsiglia. La Lorena é integrata nella Francia. Il protestantismo é vietato ovunque e il consiglio dell’Unione ordina una nuova Notte di San Bartolomeo (che diventerà festa nazionale) per massacrare definitivamente gli eretici, bambini inclusi. Ciò provoca l’emigrazione dei Protestanti verso l’Inghilterra e la Guascogna. In materia estera la Francia diventa il fedele vassallo politico della Spagna asburgica e non avrà più una politica indipendente per quasi un secolo. Come potrebbe evolvere quest’Europa con una Francia asburgica e vassalla della Spagna? (opera del francese Perchè no?)

La Francia repubblicana in anticipo. Spin-off dell'ucronia precedente. Come prevedibile, Isabella I e suo marito non accettano il controllo degli Stati Generali, del parlamento e sopratutto dei borghesi del consiglio dell’Unione. Nel 1598 tentano un colpo di Stato contro il triumvirato Brigard-Louchard-Bussy, ma come tante altre volte il popolino parigino si arma e caccia i suoi sovrani come aveva fatto con Enrico III. La Guerra civile riprende, Isabella e Carlo trovano riparo ad Amiens sotto la protezione di un esercito spagnolo, ma il duca di Mayenne e la maggior parte della nobiltà francese rifiuta di aiutarli perché considerati “non-Francesi”. Presto il parlamento e la Sorbona dichiarano finalmente nulla l’elezione di Isabella perchè donna (la Legge Salica é una tradizione del regno impossibile da abolire). Senza candidati al trono (Condé é un nemico, Nemours é morto), il parlamento di Parigi e il consiglio dell’Unione proclamano nel 1601 la nascita della Repubblica dello Stato di Francia diretta da un Luogotenente Generale del Regno e Stato di Francia (titolo davvero esistente): é eletto il sanguinario Brigard (ex entusiasta assassino durante la Notte di San Bartolomeo), che governerà con i suoi complici fino alla sua morte nel 1633. Non riescono però a imporsi dappertutto: la Lorena e il Nord-Est della Francia rimangono fedeli a Isabella e Carlo (più tardi Filippo II cederà i Paesi Bassi Spagnoli per creare il regno di Lorena). Tutto il Sud-Ovest diventa parte del regno di Navarra protestante. La Bretagna e il Rossiglione sono annessi alla corona spagnola. La Provenza é conquistata dai Savoia e Marsiglia diventa una libera Repubblica. Calais e Le Havre sono conquistati dall’Inghilterra. La Republica controllerà solo Parigi, la valle della Loira, il centro del paese e la Normandia. Appena fuori Parigi il paese diventa presto una collezione di signorie feudali e di comuni più o meno fedeli a Parigi. Di fatto la Repubblica evolverà durante il XVII secolo nella Repubblica Très Chrétienne di Parigi... (sempre Perchè no?)

La Cambogia spagnola. Nel 1593 il Regno di Ayutthaya invase la Cambogia, e la Spagna intervenne in aiuto di quest'ultima con la speranza di approfittare della situazione. I soldati spagnoli però assalirono i Malesi che abitavano il paese, la situazione sfuggì loro di mano e vennero massacrati tutti tranne uno. Questo mandò a monte i piani della Spagna di cristianizzazione e conquista della Cambogia. Ma cosa accadrebbe se i colonizzatori agissero con buonsenso e la Spagna potesse continuare le sue trame per impadronirsi del paese del sudest asiatico? Potrebbe essere la base per creare un’Indocina Spagnola, al posto della quale Napoleone III potrebbe mettere gli occhi sul Siam (o sulla Corea, dove ci fu in effetti in tentativo e che sarebbe di gran lunga più dirompente). Che accade nel 1898 con la Guerra Ispano-Americana? Strappare la concessione ad una Spagna in sfacelo sarebbe anche possibile; quanto a mantenere un possedimento boscoso e radicatamente cattolico (dunque ostile), nonché sviluppato nell'entrorerra lontano dalle coste, dove hanno traguardo le linee di rifornimento americane, sarebbe tutt'altra storia, e di conseguenza potremmo avere un Vietnam anticipato, con conseguenze imprevedibili (il solito Generalissimus)

Gli amori di Enrico IV. Nel 1594 a Coucy-le-Château nasce il piccolo Cesare, figlio di Enrico IV di Francia e della sua amante Gabrielle d’Estrées. Nel 1598 il piccolo Cesare é legittimato e creato duca di Vendôme e di Beaufort, ma Enrico IV promette alla bella Gabrielle di sposarla e di fare di suo figlio un re. Nel giro di due funesti giorni Gabrielle d’Estréés si spegne tra le sofferenze, questa morte rapida fa pensare al re la possibilità di un avvelenamento da parte dei gelosi cortigiani mentre si preparava a sposarla. Il popolo respira un po' perché non voleva saperne di una regina venuta fuori dal nulla. Il re, pazzo di dolore, concede funerali reali alla sua bella e porta il lutto, cosa mai avvenuta prima. Nel 1600 Enrico IV decide di cambiare stile di vita, rinuncia alle sue abitudini donnaiole per diventare fedele alla memoria della sua amata, con l'editto di successione proclama il suo figlio naturale, Cesare, Delfino di Francia, e respinge la proposta di sposare Maria de Medici. In Francia lo scandalo é grandissimo: la Chiesa, che non perde l’occasione di accusare il re, ex-protestante, ex-relaps, ex-nemico della Spagna, di tutti i vizi possibili, dichiara di non tollerare un bastardo sul trono. La nobiltà é divisa tra quelli che accettano la voce del sangue e quelli che la rifiutano. Questi si riuniscono attorno al principe Enrico II di Condé, primo principe del sangue ed erede al trono in caso di fine del ramo primogenito borbone. Come va a finire? (ancora Perchè no?)

Shakespeare in Italia. Il più grande drammaturgo di tutti i tempi, William Shakespeare, non nasce a Stratford upon Avon nella contea inglese del Warwickshire, ma a Castellammare del Golfo, oggi in provincia di Trapani; è figlio di Giovanni Florio e di Guglielma Crollalanza, e viene battezzato nel cattolicesimo con il nome della madre e il cognome del padre (Guglielmo Florio); ma, essendo a quei tempi disdicevole la professione di attore, per evitare i mugugni dei propri compaesani emigra a Palermo e poi a Napoli, dove assume il cognome materno, e diventa Guglielmo Crollalanza (traduzione letterale di Shake-Speare). Le maggiori tragedie della storia del teatro, come Romeo e Giulietta, saranno scritte in italiano; molte opere saranno inoltre ambientate in Italia. Così, al posto di Amleto principe di Danimarca avremo Liutberto, principe dei Longobardi, e il Sogno di una Notte di Mezza Estate sarà ambientato a Roma anziché ad Atene (per converso il Mercante di Venezia diverrà il Mercante di Anversa). Anche i principali drammi storici riguarderanno la storia d'Italia: Alboino, Berengario, Arduino d'Ivrea, Alberto da Giussano al posto di Enrico IV, Riccardo III e via dicendo: Manzoni non avrà bisogno di scrivere un Adelchi, perchè l'ha già scritto Guglielmo Crollalanza. Senza uno sviluppo del teatro analogo a quanto avvenuto in Inghilterra, inoltre, il Bardo utilizza le unità aristoteliche, scrive di storia romana e di mitologia, utilizza maggiormente il coro ed evita le contaminazioni tra tragedia e commedia. Senza i Kempe et similia, ossia senza i grandi attori, forse mancano i drammi come Otello, Amleto, Re Lear e Macbeth, perchè manca la materia prima per recitarli ed imporre i monologhi: l'equivalente delle arie del melodramma seicentesco, dove l'interprete può dar fondo ai suoi pezzi di bravura. Che impatto avrà tutto questo sulla letteratura italiana? (un'ideona di William Riker)

Shakespeare in Francia. Shakespeare è francese: il giovane Guillaume nasce presso Tours nella valle della Loira. Deciso a diventare attore, si trasferisce prima ad Orléans e poi a Parigi. Il mestiere di attore é disprezzato da tutti, e il giovane preferisce prendere un nome d'arte, sceglie il cognome materno e diventa Guillaume Tremblelance (traduzione letterale di Shake-Speare, anche se é un po' brutto). Sarà il padre del teatro in francese: la maggior parte delle sue opere sono ambientate in Francia, cosi Amleto diventa Conan duca di Bretagna (é esistito davvero), Il Sogno di una Notte di Mezza Estate é ambientato a Parigi e il Mercante di Venezia diventa il Mercante di Marsiglia. I suoi drammi storici riguardano la storia di Francia: Clodoveo, i personaggi del ciclo di Carlo Magno, Filippo IV il Bello e i suoi figli, Carlo V il Saggio ed infine Francesco I e le avventure italiane. Per la tragedia Guillaume Tremblelance sarà ciò che sarà Molière per la commedia un secolo dopo, e tutti gli autori drammatici francesi come Racine e Corneille seguiranno la sua eredità. Ispirerà Victor Hugo, ma sfortunatamente renderà superflue le opere di Alessandro Dumas (questa ovviamente è del francese Perchè no?)

Shakespeare in Spagna. Guillermo Sacudialanza, nasce in Spagna. Il "siglo de oro" spagnolo sarà ancora più dorato e Guillermo entrerà in concorrenza con Lope de Vega, Cervantes, Calderon de la Barca e Tirso de Molina. Al posto di Cimbelino, Re Lear e Macbeth ci saranno sovrani della Spagna preromana o della Reconquista, le allegre comari di Windsor saranno le allegre comari del Pardo, i due gentiluomini di Verona saranno i due gentiluomini di Gijon, Otello sarà un morisco di Granada e il mercante di Venezia, o per meglio dire di Barcellona, sarà un marrano di quella città e chi più ne ha più ne metta. Quale sarà il suo influsso sulla letteratura e il teatro spagnolo? (questa invece è di Generalissimus)

Shakespeare in America. I genitori del piccolo William Shakespeare decidono di fuggire (perché cattolici) dalla perfida Albione temendo le ritorsioni dei Protestanti e si rifugiano in America. Come reagisce il massimo drammaturgo inglese a contatto con una cultura così diversa dalla nostra e così nuova? Forse ambienterà i suoi drammi in tutt'altro contesto e forse, spinto dalla curiosità, cercherà un contatto privilegiato con i Nativi. Forse prenferà spunto proprio da loro e dai loro canti per elaborare le proprie opere. E magari diventerà il Poeta Nazionale dei Nativi Americani cambiando la Storia della Letteratura Mondiale, e non solo di quella inglese (made in Never75)

King Arthur by Shakespeare. Shakespeare scrisse molti drammi storici, ma anche rappresentazioni ispirate ad eventi del leggendario passato inglese. Così Cimbelino, protagonista dell'omonima opera, è stato un re dei Britanni nel I secolo, citato anche da Svetonio; Re dei Britanni era anche Lear, inserito da Goffredo di Monmouth nella sua "Historia Regum Britanniae" e vissuto secondo lui prima della fondazione di Roma; Amleto è stato un leggendario re degli Juti citato da Saxo Grammaticus nelle sue "Gesta Danorum"; e MacBeth si chiamava in realtà Mac Bethad mac Findláich, uccise davvero il suo predecessore Duncan (Donnchad mac Crínáin) e regnò sulla Scozia dal 1040 al 1057. E se Shakespeare avesse scritto anche un'opera dedicata a Re Artù, parlando presumibilmente della liason tra Lancillotto e Ginevra, e della morte del Re ad opera di Mordred? Come risulterebbe questo suo ennesimo capolavoro? (ideata da Enrica S.)

Invincibile di nome e di fatto. Contrariamente a quanto si crede di solito, l'Invincibile Armata fu sconfitta non dalle navi di Francis Drake e Charles Howard, ma dalle avverse condizioni climatiche: dopo che lo scontro con la flotta inglese finì in parità, a causa del mare tempestoso l'Armata non riuscì ad attraccare nelle Fiandre, dove avrebbe dovuto prelevare l'armata d'invasione e, per evitare un nuovo scontro con gli inglesi, dovette circumnavigare le isole britanniche; ma gli spagnoli non tennero conto della Corrente del Golfo, il cui effetto allora era sconosciuto, che deviò le navi mandandone la metà a fracassarsi contro le scogliere scozzesi. Le violente burrasche del Mare del Nord dispersero il resto della flotta, e così Drake e Howard aspettarono inutilmente il ritorno della poderosa flotta spagnola, che non avvenne mai. Ma se le condizioni climatiche sono meno avverse e Filippo II riesce a sbarcare la sua fanteria sull'isola? Delle truppe male in arnese dovranno combattere contro il Tercio, la migliore fanteria del mondo (ai veterani di San Quintino chiesero come erano i fanti francesi, ma essi risposero di non saperlo, poiché erano scappati troppo velocemente). L'Inghilterra non aveva un esercito stabile: con che cosa combatterà? Inoltre la rete di fortificazioni era stata smantellata da Enrico VIII: neppure una difesa passiva era possibile. Infine, la maggior parte delle città e i nobili del Nord, che hanno già arruolato truppe, sono cattolici e filospagnoli, ed anche una parte del popolo inglese, tra cui il cripto-cattolico Shakespeare, vedrebbe volentieri Elisabetta impiccata: Carlo I sarà in una situazione assai migliore... In dieci giorni Filippo brinderà a Londra, catturerà Elisabetta e le farà fare la fine di Maria Stuarda. Quale fantoccio spagnolo verrà posto sul trono inglese? Chi guiderà la resistenza protestante contro gli occupanti stranieri? (un'altra questione aperta da Basileus TFT e da William Riker; ecco una discussione su questo tema)

Disintegrazione della Spagna. Al contrario, dopo la disfatta dell'"Invincibile Armada", Filippo II si scoraggia; in un accesso di misticismo ed interpretando la sconfitta come una delegittimazione divina, abdica e si ritira in monastero come il padre. Il Paese precipita nell'anarchia in mancanza di eredi adulti (il figlio sopravvissuto ha solo 4 anni). Elisabetta coglie la palla al balzo, programma una controffensiva sulle coste del Portogallo ed ha completo successo, contando anche sull'ostilità dei lusitani. Allo stesso modo si ribellano la Catalogna, grazie anche ai finanziamenti francesi, le Fiandre ed i territori italiani. La Spagna si frantuma di nuovo in un insieme variegato di Stati come prima di Ferdinando ed Isabella. Milano e la Lombardia ritornano libere (prelibati bocconcini per Savoia e Francesi), le colonie sudamericane sono allo sbando ed anche lì è facile prevedere ribellioni indie. Del vuoto di potere spagnolo approfittano subito Francia ed Inghilterra che si precipitano sulle Americhe. Anche l'Impero per riflesso entra in crisi non potendo più contare sull'aiuto militare spagnolo, ma ciò può anche generare per converso l'anticipata creazione di uno Stato Unitario Tedesco già nel '600, senza l'intromissione degli Asburgo (ideata da Never75)

L'Irlanda spagnola. E se l'Invincibile Armata ottenesse almeno un successo parziale, conquistando la cattolica Irlanda e integrandola nel Regno di Spagna? Gli Irlandesi potrebbero accogliere gli Spagnoli come dei liberatori. Se questi ultimi saranno meno duri degli inglesi e meno esosi con le tasse, sarà un ottimo scalo per lo sviluppo futuro, quasi una Gibilterra invertita. Difficilmente allora i Kennedy emigreranno negli USA e correranno per la presidenza americana. Se invece gli spagnoli si comportano male, per paradosso nei secoli futuri sarà l'Inghilterra a soccorrere gli Irlandesi... (questa è di Rivoluzionario Liberale)

Conquista ottomana dell'Europa e successiva riscossa cristiana a fine '800 (proposta da Bhrg'hros)

Il madrigalista assassino. La notte del 16 ottobre 1590 Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, poeta e musicista, nipote di San Carlo Borromeo, uccise la moglie Maria d'Avalos e il suo amante don Fabrizio Carafa, per riprendersi "l'onore macchiato" nell'unico modo che riteneva possibile. Don Carlo, come spesso accade ai potenti, non fu perseguito dalla legge perchè il delitto d'onore all'epoca era tollerato, ma egli, risposatosi con Eleonora d'Este, lasciò Napoli e si ritirò nel castello di famiglia in Irpinia, per timore di vendette da parte delle potenti famiglie d'Avalos e Carafa. La creatività musicale di don Carlo, innovativo polifonista e virtuoso del liuto, fu influenzata da quel dramma: i suoi madrigali contennero intrecci polifonici sempre più complessi, frutto - si dice - della sua mente tormentata. La sua eredità artistica lasciò un segno duraturo ed influenzò artisti del calibro di Igor Stravinskij. Dunque come cambia la storia della musica, se Maria d'Avalos è fedele al marito ed egli non deve lasciare Napoli in seguito a quel delitto d'onore? (made in Lord Wilmore)

Il Grande Marocco. E se a partire dal 1590 il Sultano del Marocco Ahmad al-Mansur riuscisse a conquistare gli imperi Songhai e del Mali come desiderava lui e ottenesse il controllo dei loro giacimenti d'oro, con conseguente atto di sottomissione dell'Impero di Kanem-Bornu? Ahmad voleva utilizzare quell'oro per stabilire un'alleanza con l'Inghilterra e attaccare da nord e da sud la Spagna, dove avrebbe ricreato al-Andalus, e spartirsi le sue colonie. Nel caso non fosse riuscito a mettersi d'accordo con Elisabetta I, Ahmad avrebbe utilizzato tutte queste nuove risorse a sua disposizione per muovere guerra all'Impero Ottomano, marciare fino a Istanbul e farsi incoronare Califfo dei Credenti. Quali sarebbero le conseguenze se Ahmad al-Mansur riuscisse a portare a termine uno di questi due progetti? O i suoi figli manderanno a monte tutti i traguardi del padre con la loro stupida guerra civile? (se lo chiede Generalissimus)

Son(ghai) ancora qui. Nel 1591 un esercito marocchino guidato da Judar Pascià, un rinnegato spagnolo, dopo una marcia sfiancante nel deserto, giunse nelle terre dell'Impero di Songhai per impadronirsi dei giacimenti auriferi della regione e dei ricchissimi mercati del sale e degli schiavi. Grazie all'uso di armi da fuoco e alla superiorità militare (i moschettieri marocchini erano stati addestrati dagli ottomani), sconfisse i Songhai nella Battaglia di Tondibi e mise a ferro e fuoco le città di Gao, Timbuktu e di Djenné, ponendo fine a quello splendido impero. In seguito i marocchini si ritirarono, ma la potenza Songhay era tramontata per sempre. Ora, che accade se invece sono i Songhay a sconfiggere i marocchini, e l'Impero sopravvive fino all'ottocento? Potrebbe dare filo da torcere alle truppe coloniali francesi... (a quattro mani di Generalissimus e William Riker)

Ei Fu(lani)/1. Nel corso del XVII, XVIII e XIX secolo rimane un "tappo" alla migrazione dei Fulani lungo l'alto corso del Niger, grazie alla sopravvivenza di una qualche struttura imperiale duratura nella regione. Il mio candidato “naturale” è l'impero Songhai. Poniamo che la battaglia di Tondibi del 1591 non si concluda con la pesante sconfitta che fu contro il Marocco per il controllo delle famose saline di Taghazza. Non snobbate la longevità delle strutture politiche di quella parte dell'Africa e nemmeno il loro sviluppo commerciale ed urbano! Certo di tempo per decadere comunque ne avrà questo impero Songhai prolungato, ma non è detto. Anzi, i Fulani potrebbero diventare, alla lunga, una "casta militare" (in parte lo erano già, in effetti), dell'impero. E con il potere che hanno all'ovest, non si sogneranno nemmeno di espandersi verso est o verso sud, nel plateau di Djallon, per fare un esempio. Potrebbero anche, finalmente, farla finita una volta per tutte con i ridicoli “imperatori del Mali” post XIV secolo. Potrebbe anche darsi (anzi, lo ritengo più probabile) che i Fulani, almeno linguisticamente, si "songhaizzino". Quando nella seconda metà del XIX secolo arriveranno i francesi, troveranno un impero Songhai "fulanizzato" come in effetti fu il breve impero Massina/Macina della nostra Timeline, e pochi Fulani a est dell'odierno Mali. Come cambia la storia dell'Africa? Il Songhai ce la farà a sopravvivere fino ai giorni nostri? (proposta da Paolo Maltagliati)

Scuro come il peccato. Forse non tutti lo sanno, ma il caffé rischiò di essere scomunicato. I cardinali richiesero a Papa Clemente VIII di condannarne l'uso, ritenendo che la bevanda, scura come il peccato, provenisse da regioni pagane, e di conseguenza spingesse i buoni cristiani alla dannazione. Il Papa, non fidandosi del loro parere, decise di verificare di persona queste dicerie sul malefico intruglio. Dopo averlo assaggiato, trovandolo ottimo, lo proclamò addirittura bevanda ben accetta a Dio e da consigliare ai credenti. Ma se non fosse stato di suo gusto e ne avesse vietato l'uso ai cattolici? La diffusione delle piantagioni di caffé ai tropici sarebbe stata ben più limitata, con i relativi cambiamenti ecologici, sociali ed economici (pensata da William Riker)

Il Giappone potenza mondiale. Nel 1592 Toyotomi Hideyoshi riesce a conquistare la Corea. Con una colonia nel continente, i Giapponesi non si chiudono nel loro isolamento e sono molto più sensibili alle invenzioni europee, ed anche alle vicende politiche in America ed in Europa. Cercano subito di conquistare nuovi territori, come la Manciuria, a danno della Cina, che ha interesse a modernizzare il proprio esercito. Infatti il Giappone e la Cina tra il XVII ed il XIX secolo importano armi e tecnici dall'Europa, e riorganizzano l'esercito costituendo arsenali ed unità di artiglieria. Sia la Cina che il Giappone, inoltre, potenziano la loro flotta e cercano nuovi alleati. La Cina ottiene, grazie al suo nuovo esercito, il controllo dell'Asia Centrale più una certa influenza in Persia ed in Afghanistan, mentre i Giapponesi cominciano a costituirsi un impero coloniale nelle isole del Pacifico. Sono loro e non i Russi a colonizzare l'Alaska. Inoltre utilizzano le navi tartaruga prima usate dai Coreani contro le unità occidentali e, perfezionandole, realizzano navi prossime alle prime corazzate. Gli occidentali, dunque, non possono impossessarsi facilmente né della Cina né del Giappone: con un esercito ben inquadrato ed un'artiglieria moderna, la Guerra dell'Oppio viene stata vinta dai Cinesi, il dominio inglese nel nord dell'India viene messo in pericolo e le Filippine diventano Giapponesi sin dal XIX secolo. Dall'Alaska, i Giapponesi esercitano una certa influenza durante la Guerra Civile americana, appoggiando l'Unione e mandandole armi... (proposta da Maggioriano e da Rivoluzionario Liberale)

Il Robin Hood del Sol Levante. Cosa accade se nel 1594 il leggendario bandito Ishikawa Goemon, poi diventato un eroe leggendario del folklore nipponico (e del teatro kabuki) come Robin Hood, riesce nell'impresa di assassinare Toyotomi Hideyoshi, reo di avergli assassinato la moglie Otaki? (ideata da Lord Wilmore)

Barents in Canada. Nel 1594 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali invia Willem Barents verso nord-ovest (come lui proponeva) invece che a nord-est, come nella nostra Timeline, dove il povero esploratore si bloccherà nei ghiacci della Nuova Zemlija e dovrà tornare a mani vuote. Così Barents scopre il "Passaggio" che permette di navigare il mare a nord del Canada, che sarà colonizzato, in seguito, dall'Olanda... (un'idea di Det0)

La Guerra di Successione Francese. Volete una bella guerra di successione francese? Enrico IV sposa la sua amante Gabrielle d'Estrées, legittimando così César de Vendôme, per poi sposare Maria de Médici e avere Luigi XIII. Alla morte di Enrico IV, assassinato, Cesare I sarebbe l'erede di diritto appoggiato da molti nobili (soprattutto dagli Ugonotti), mentre Luigi XIII sarebbe sostenuto da sua madre, dalla Chiesa e dall'altra metà della nobiltà, cioè dagli ex membri della (cosiddetta) Lega Santa. Scoppia una guerra di successione che sarà sanguinosa, aggravata dalle guerre di religione rinfocolate e dalla guerra contro la Spagna... (una distopia di Perchè No?)

Guardi meglio, architetto! L'architetto Domenico Fontana (1543-1607), originario di Melide, nel Canton Ticino, fu incaricato a fine Cinquecento di progettare il palazzo reale di Napoli su commissione del Vicerè Conte de Lemos. Durante i lavori per la realizzazione del canale che collegava il fiume Sarno ad alcuni mulini di Torre Annunziata, scavò per primo nell'area dell'antica Pompei, riportando alla luce numerosi reperti. Non comprese, però, l'importanza della sua scoperta, e fece interrare nuovamente tutti i suoi ritrovamenti. Pompei fu così riportata alla luce solo 150 anni dopo, nel 1748, ad opera degli ingegneri militari borbonici, mandati a studiare l'area per realizzare un'opera idrica. Ma che accade se Fontana è più oculato, magari riporta alla luce un'iscrizione con il nome di Pompei, e si rende conto di aver ritrovato una autentica città romana "congelata" dalla terribile eruzione pliniana del 79 dopo Cristo? Che impatto può avere la riscoperta di Pompei (e conseguentemente di Ercolano, Stabia e Oplontis) già nel Tardo Rinascimento? (parola di William Riker)

Il Re di Tyrone. La guerra dei nove anni, in lingua irlandese Cogadh na Naoi mBliana, fu combattuta in Irlanda dal 1594 al 1603. Anche nota come "rivolta dei Tyrone", vide contrapposte le forze gaeliche dei capi irlandesi Hugh O'Neill (Conte di Tyrone), Red Hugh O'Donnell e i loro alleati, contro il governo inglese in Irlanda di Elisabetta I d'Inghilterra. Il conflitto si concluse con la sconfitta dei capi irlandesi che furono costretti a fuggire in esilio (la cosiddetta Fuga dei Conti), ed ebbe come conseguenza la confisca dei territori dell'Ulster. Ma che accade se gli Irlandesi vincono la Guerra dei Nove Anni ed ottengono l'indipendenza con più di tre secoli d'anticipo? (se lo domanda Tommaso Mazzoni)

Gli Asburgo d'Irlanda. Nel 1595 i condottieri irlandesi ribelli Hugh O'Neill e Red Hugh O'Donnell, sperando di ottenere un sostegno spagnolo più consistente alla loro causa, offrirono la corona del Regno d'Irlanda al futuro Alberto d'Austria, che però rifiutò. E se invece accettasse? Alberto però morì senza eredi diretti, possibile che, in caso di successo della causa indipendentista, alla sua morte l'Irlanda diventi un possedimento degli Asburgo spagnoli? (firmata da Generalissimus)

Mustang? Che roba è? Con Capitolazione del 21 Settembre 1595, Re Felipe II " el Prudente ordinava al Conquistador Novohispanico Juan de Oñate y Salazar di procedere all'evangelizzazione della popolazione nativa risiedente nella parte alta della valle del Río Grande tramite la creazione di una serie di nuove Missioni. La spedizione, iniziata concretamente solo alla fine di Aprile del 1598, prese possesso, in nome di Su Católica Majestad, di quella parte di mondo che divenne la Provincia de Nuevo México, la propaggine più settentrionale del Virreinato de la Nueva España, con Oñate nel ruolo di Primero Gobernador e La Villa Real de la Santa Fe de San Francisco de Asís come Capital. Ma la spedizione di Oñate, oltre alla colonizzazione dell'alta valle del Río Grande, ebbe anche un'altra conseguenza. Nei primi anni un gruppo di cavalli al servizio della spedizione riuscì a fuggire. Il piccolo gruppo era costituito da giumente e stalloni, e questo consentì loro di aumentare di numero. Gli animali nel tempo rinselvatichirono, tanto che i Novohispanici li chiamarono "mestengo", corruzione Novohispanica del Castellano "mesteño", termine che i coloni anglosassoni duecento anni dopo avrebbero ulteriormente storpiato in "mustang". Ma se Oñate avesse ordinato una sorveglianza più accurata dei cavalli al seguito della spedizione, evitando la fuga che porterà alla nascita di una popolazione indigena di quadrupedi? (made in Enrico Pizzo)

La Mela del Lupo/1. Il genere del pomodoro è Lycopersicum, che in greco significa "mela del lupo". Infatti, la pianta fu introdotta in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo come pianta ornamentale, ritenuta addirittura velenosa per il suo alto contenuto di solanina. Nel 1544 l’erborista italiano Pietro Matthioli classificò la pianta del pomodoro fra le specie velenose. Col tempo, qualcuno iniziò ad assaggiarne i frutti senza accusare disturbi, e da allora il pomodoro è entrato nella dieta occidentale. Ma se ciò non fosse accaduto, come cambierebbe oggi la nostra dieta? Niente pizza, che rimarrà una focaccia piatta, niente ragù, e quindi niente lasagne, niente maccheroni al sugo... (decisamente una delle più tremende distopie a cui Renato Balduzzi abbia mai pensato!)

La Mela del Lupo/2. Altra possibilità: all'inizio della sua storia i pomodori gialli erano di gran lunga più diffusi di quelli rossi. Alla fine i secondi presero il sopravvento. Ma se invece gli europei scelgono i pomodori gialli? Più dolci dei pomodori a cui siamo abituati, saranno utilizzati per preparare salse più simili a mostarde che a sughi propriamente detti. La pizza, poi, avrà tutt'altra faccia, e forse con un sugo giallo anziché rosso non avrà il successo planetario che ha avuto (altra ucronia sui pomodori di Renato Balduzzi)

Die Habsburgischen Niederlande / De Habsburgse Nederlanden. Filippo II concesse a suo nipote Alberto d'Austria la sovranità sui Paesi Bassi meridionali, a patto però che, in mancanza di eredi diretti, lo stato sarebbe tornato di proprietà della corona spagnola. Filippo sapeva che questo sarebbe accaduto presto perché reputava che la moglie di Alberto, Isabella Clara Eugenia d'Asburgo, non potesse avere figli, figli che però la coppia ebbe dopo la morte del Re di Spagna. Essi tuttavia morirono tutti in tenerissima età. Ma cosa accade se i tre figli di Alberto e Isabella, ovvero Filippo, Alberto e Anna Maurizia sopravvivono, e i Paesi Bassi spagnoli continuano a rimanere indipendenti sotto un sovrano Asburgo? Praticamente avremmo il Belgio in anticipo! Quali le altre conseguenze? (made in Generalissimus)

Carlo Filiberto I d'Este. Il 23 Maggio 1567, con la "Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae", Papa Pio V vietava che i figli illegittimi ed i loro discendenti potessero ricevere l'investitura di feudatari della Chiesa. Le disposizioni Papali escludevano quindi la possibilità che il Marchese di Montecchio Cesare d'Este, in quanto figlio di Alfonso a sua volta figlio naturale del Duca Alfonso I, potesse succedere al cugino Alfonso II d'Este, privo di eredi, alla guida del Ducato di Ferrara. In HL Alfonso scelse di ignorare quanto stabilito dalla Santa Sede indicando, nel suo testamento, come erede proprio il cugino Cesare. Questa, tuttavia, non era la sola scelta possibile, a fine XVI secolo il Duca Alfonso aveva un erede diretto nella persona del suo cugino di nono grado Carlo Filiberto d'Este, Marchese di San Martino. E se il Duca Alfonso, nel suo testamento del 1597, indicasse come erede il cugino Carlo Filiberto? (di nuovo Enrico Pizzo)

La Cambogia spagnola. Tra il 1598 e il 1601 gli spagnoli di Manila intervennero in Cambogia, il cui re Satha cercava il loro aiuto per evitare di cadere sotto la dominazione siamese. Per un certo periodo degli avventurieri spagnoli controllarono il paese, ma ne furono cacciati da una rivolta appoggiata dal re siamese Naresuen. I rinforzi giunsero troppo pochi e troppo tardi per salvare il dominio spagnolo. Immaginiamo che invece l'operazione riesca. Il re di Cambogia, un fantoccio nelle mani degli spagnoli, si converte al cristianesimo; le truppe mercenarie malesi e i bramini e bonzi di corte sono espulsi e nel giro di un secolo la regione diventa a maggioranza cattolica. Quando un secolo dopo la Francia compirà un'operazione analoga in Siam, il precedente cambogiano potrebbe rendere possibile la conversione del re siamese Phra Naray e l'installazione di una colonia francese a Mergui. Difficile dire se e quanto la colonia spagnola in Cambogia possa durare; potrebbe andare alla Francia dopo la Guerra di Successione, anticipando l'Impero francese d'Indocina e la contrapposizione anglo-francese in Asia del Sud - ma Dupleix si concentrerebbe sull'Indocina anziché sull'India - e mettendo ancora più in difficoltà la compagnia olandese delle Indie (pensata da Falecius)

Shakespeare in Trouble. Secondo documenti riemersi di recente, William Shakespeare armò colleghi e amici con seghe e asce e fece smantellare "The Theatre", un teatro elisabettiano costruito nel 1576, per trasferirlo e inglobarlo in uno più grande e famoso, sulle rive dei Tamigi. Accadde nella notte del 28 dicembre 1598, dopo una lite con il padrone del vecchio teatro; l'atto di accusa, firmato da una corte inglese, descrive come la compagnia di attori, tra lo stupore dei presenti, rimosse una per una le assi del palco e la struttura in legno dell'edificio « con furore e violenza ». Le parti dello stabile vennero trasferite nel luogo dove poi sarebbe sorto il Globe Theatre, il teatro a cielo aperto dove vennero rappresentate moltissime opere del Bardo. Shakespeare, protetto dai reali inglesi, non fu mai perseguito dalla Legge per questo sopruso. E se invece la Giustizia facesse il suo corso e Shakespeare finisse diritto in gattabuia per molti anni? Continuerà a scrivere teatro in prigione, oppure la sua vena si seccherà? In quest'ultimo caso capolavori immortali come Amleto (1602), Tutto è bene quel che finisce bene (1603), Otello (1604), Re Lear (1608) Macbeth (1608) e la Tempesta (1611) non vedranno mai la luce. Ed anche le precedenti opere del Bardo potrebbero non essere più rappresentate ed andare perdute, a causa della "damnatio memoriae". Come cambia la letteratura mondiale senza l'opera del Bardo? (è di Enrica S.)

La Repubblica Filosofica. Giordano Bruno sfugge alle mani dell’Inquisizione ma, comprendendo comunque di condurre un'esistenza precaria, decide di emigrare al di là dell’oceano. Raccolti un po’ di seguaci e simpatizzanti, oltre naturalmente a un po' di soldi, sbarca sulla costa del Nordamerica, dove viene accolto da una tribù indiana. Bruno può portar loro un po' della tecnologia europea (bastano il cavallo e la scrittura per scatenare una vera rivoluzione), e riesce in breve ad ottenere un grande potere. Nel frattempo gli stregoni e le cariche più alte vengono iniziati al mito di Atteone e alla teoria panteista bruniana. Per i colonizzatori inglesi e spagnoli, la "Repubblica Filosofica", eretica e indiana, si rivelerà un boccone difficile da inghiottire! (un'idea un po' folle, come la definisce il suo autore Toxon)

Ayutthaya. L'impero di Ayutthaya riesce ad unificare l'Indocina alla fine del XVI secolo. Come cambia la storia di quella parte del mondo? (un'altra trovata di Filobeche)

Sekigahara. Nella battaglia di Sekigahara del 21 ottobre 1600 i Toyotomi sconfiggono Tokugawa Ieyasu, per cui il Giappone non si chiude su se stesso, ma anzi inizia una politica espansionistica; questo porterà, nel XVII secolo, alla fondazione di colonie in California, che si espanderanno fondando un grande e potente impero in America settentrionale, in contrapposizione con quelli spagnolo, francese e inglese (raffinata proposta di MattoMatteo, basata sul fumetto "Lilith"; ecco un possibile sviluppo)

Il Giappone occidentalizzato. Il Giappone venne visitato durante il 1600 dagli Olandesi, che tentarono di diffondervi il cristianesimo ed i valori occidentali. Entrambi vennero respinti violentemente, ma se i cristiani fossero stati tollerati per appropriarsi delle conoscenze olandesi? Il Giappone diventa una superpotenza coloniale con trecento anni di anticipo, magari è capace di conquistare la Cina e nel 1910 l'imperatore del Giappone può considerarsi signore della metà della terra (proposta da Filobeche)

Cristiani di Rito Estremo Orientale. In Cina i Gesuiti inventano i "riti cinesi", portando l'idea fino a promuovere una Chiesa Cinese, cattolica ma non succube delle nazioni europee. Stessa cosa in Giappone, dove il cristianesimo diventa addirittura la religione di maggioranza in molte zone. I vescovi giapponesi trovano preziosi alleati e fermano le persecuzioni degli shogun. Intanto Amakusa Shiro, un ragazzo di appena 16 anni, si pone alla testa della rivolta dei cristiani (nella nostra Timeline molti ragazzi giapponesi lo conoscono come personaggio di una serie di videogiochi ispirati ai Samurai), vince e il Giappone diventa una nazione cattolica, si apre al mondo, conosce un'era Meiji anticipata e diventa una grande potenza mondiale già nel XVII secolo (ideata da Francesco Dessolis e da William Riker)

La Repubblica del Sole. Nel 1599 fu scoperta per delazione a Stilo una congiura guidata da Tommaso Campanella per staccare, con il sostegno ottomano, la Calabria dalle Due Sicilie e istituirvi un regime repubblicano, probabilmente simile a quello che lo stesso Campanella descriverà nella "Città del Sole". I congiurati furono imprigionati e torturati. Avrebbero potuto avere successo? Se sì, quali saranno le conseguenze di una repubblica calabrese "riformata" e filo-turca sullo scenario mediterraneo ed europeo? (nuova trovata di Falecius)

Ostenda nelle Indie. Dopo aver conquistato Ostenda, all'inizio del XVII secolo, gli spagnoli permisero ai mercanti locali di fondare una Compagnia delle Indie di Ostenda, che aprì qualche stabilimento in Africa occidentale prima di andare in fallimento. E se invece, facendo il doppio gioco tra spagnoli e olandesi, la compagnia si espande, arrivando a precedere i danesi nelle Nicobare e gli olandesi nelle Molucche? Nel XVIII secolo la compagnia passa nelle mani della Prussia che, nazionalizzandola, si ritrova con un piccolo, ma florido, impero coloniale. Conseguenze? (un'altra trovata di Maggioriano)

Povere balene. La caccia alla balena, iniziata già 8.000 anni fa, conobbe un notevole impulso nel cinquecento, tanto che le balene giunsero già allora sull'orlo dell'estinzione. Il fatto è che, per secoli, buona parte della civiltà umana dipese dai grandi cetacei. L'illuminazione andò avanti per trecento anni con olio di balena, e quest'ultimo era utilizzato anche come lubrificante per gli ingranaggi della nascente Rivoluzione Industriale, come fonte di glicerina per la realizzazione della dinamite, come additivo per carburanti, come emolliente e persino per la cosmesi. Con i fanoni, flessibili e resistenti, erano realizzati ammortizzatori di carrozze, archetti per ombrelli e i corsetti che rappresentavano il segreto della bellezza femminile. Grandi battaglie navali scoppiarono tra le potenze europee per il controllo dei territori di pesca. Sull'isola dei Nantucket sorse nel 1659 la capitale dei quaccheri, a causa dei continui litigi con i puritani, ed essa divenne ben presto il maggior porto baleniere del mondo; il controllo dell'industria baleniera fu una delle cause dello scoppio della Guerra d'Indipendenza Americana. Siccome neri e bianchi a bordo delle navi baleniere condividevano gli stessi pericoli, ottennero la parità di diritti con grande anticipo e il Massachusetts nel 1783 fu il primo stato americano ad abolire la schiavitù. San Francisco divenne una grande metropoli come base per la pesca dei grandi cetacei. Per espandere i suoi territori di caccia, la marina statunitense esplorò l'intero Pacifico ed arrivò fino in Giappone, producendone l'apertura al mondo nell'Era Meiji. L'industria americana si espanse a dismisura anche grazie a capitali e materie prime ricavate dalla caccia ai cetacei. Insomma, l'uomo per centinaia d'anni ebbe bisogno della balena. Ebbene, come cambia la storia moderna se balene e capodogli si estinguono già nel cinquecento a causa della caccia indiscriminata, e in assenza di un Capitan Kirk che le riporti indietro dal passato come nel film "Star Trek IV - Rotta Verso la Terra"? (proposta da Enrica S.)

La Grande Romania. Il 28 ottobre 1599 Michele il Coraggioso (Mihai Viteazul in lingua rumena), principe di Valacchia, riesce a farsi nominare anche Voivoda di Transilvania, ed il 28 febbraio 1600 diventa anche Voivoda di Moldavia, riunendo così per la prima volta tutta la nazione rumena nelle proprie mani, e creando uno stato potente nel nord dei Balcani con capitale Alba Iulia. L'ex Voivoda Sigismondo Báthory gli manda contro un esercito, che però è sconfitto nella Battaglia di Goroszló il 3 agosto 1601. In questo modo Michele il Coraggioso acquista un prestigio immenso, tuttavia pochi giorni dopo, il 9 agosto, dietro ordine di Sigismondo egli è assassinato da mercenari valloni a Câmpia Turzii presso Turda, e il suo regno va in pezzi. Ma se egli riesce a costruire una grande nazione rumena in grado di tenere testa fino al presente agli Asburgo, agli Ottomani e ai Russi? Essa rappresenterà un rivale per l'espansione austriaca contro la Turchia nel XVIII secolo e farà da cuscinetto nelle ostilità tra Russia e Sublime Porta nel tardo XVIII-XIX secolo, forse ritardando la costruzione nazional(istica) della Bulgaria dopo il 1878, a meno che non venga a sua volta spartito come la Polonia (tra Austria e Russia o anche con la Turchia? O prima ancora tra Austria, Polonia e appunto eventualmente Turchia?). La variabile più seducente sembra la possibilità di un rafforzamento dell'elemento rumeno a Sud del Danubio. Come cambia la storia d'Europa? (se lo domanda Enrica S. e Bhrg'hros)

Il Regno Unito di Iberia. Il più grande problema degli Asburgo di Spagna è sempre stata la loro debolezza di carattere, la loro scarsa risolutezza contro le Cortes e il loro scarso interesse per il governo, sempre affidato a poco affidabili favoriti; nonché la perenne divisione politico-amministrativa del loro regno (in perenne unione personale). Ma se nel 1600, all’apogeo della sua potenza, la Spagna di Filippo III (che in questa timeline è un campione di cocciutaggine) subisce una riforma amministrativa fondamentale? Il re proclama “Il Grande Atto Reale di Unione Ispanica”, il testo proclama l’unione politica perpetua dei regni di Castiglia-Leon, di Aragona, di Valencia, di Grenada, di Portogallo e Navarra meridionale e della Contea di Barcellona nell’unica Corona di Spagna Iberica, con capitale Madrid. Il trattato impone anche l’uniformità burocratica e fiscale (per risolvere il continuo dissesto finanziario) e l’abolizione delle “Cortes”. Immediatamente scoppia una rivolta guidata dalla nobiltà, soffocata con crudeltà nel sangue. Per compromesso però viene creata una Cortes unica riempita di sostenitori del re. Come cambia la storia con un regno iberico unito (similmente a ciò che successe in Gran Bretagna nel 1707)? Magari quando sul trono salirà Filippo V la Cortes Ispanica gli imporrà una sorta di “Carta de Derechos”. E i Braganza? (pensata da Kalos1597)

La Corea Esterna. Yi Sun Sin, ammiraglio coreano della dinastia Yi, che oggi viene considerato l'eroe nazionale del suo paese, venne spedito al nord per levarselo dai piedi. E se fa ben più che respingere gli Jurchen, ma li conquista? La Manciuria non si chiamerà così, ma Corea Esterna. Come cambia la storia dell'Asia? (made in Paolo Maltagliati)

Gli Spagnoli nelle Hawaii. Nel corso del XVI secolo gli Spagnoli impararono a sfruttare gli alisei per effettuare regolari traversate del Pacifico settentrionale, navigando dal Perù fino alle Filippine, alla Cina e al Giappone; appare perciò strano che non abbiano mai scoperto le Hawaii. Forse le raggiunsero ma tennero segreta la scoperta, che poi fu dimenticata fino all'arrivo del Capitano James Cook, quasi due secoli dopo. Ma che accade se la scoperta viene resa nota, e le isole entrano nella storia fin dai primi del XVII secolo? (nuova geniale trovata di Enrica S.)

Gli Inglesi in Giappone. Nell'aprile del 1600 l'avventuriero inglese William Adams a bordo della nave "Liefde" con un equipaggio di venti uomini, e dopo un viaggio a dir poco rocambolesco, riuscì a gettare l'ancora nel porto giapponese di Usuki, dove incontrò il signore della guerra Tokugawa Ieyasu, daimyo di Edo e futuro Shogun. Adams, chiamato Miura Anjin dai nipponici, restò nel Paese del Sol Levante per il resto dei suoi giorni, e vi morì il 16 maggio 1620; la sua vicenda ispirò la figura di John Blackthorne nel best-seller "Shogun" di James Clavell e nell'omonima serie televisiva che da esso fu tratta. Adams/Blackthorne tentò di fondare una compagnia marittima inglese in Giappone sul modello della Compagnia delle Indie, ma non ci riuscì e il paese si chiuse per due secoli in uno splendido isolamento. Io mi chiedo cosa sarebbe avvenuto se Miura Anjin fosse riuscito nel suo intento, e se gli Inglesi avessero preso il posto degli Spagnoli e poi degli Olandesi nei contatti con l'arcipelago? (questa invece è di Perchè no?, che oggi vive in Giappone!)

Gli Inglesi nelle Hawaii. Alternativa all'ucronia precedente. William Adams, invece che in Giappone, sbarca nelle isole Hawaii, si fa amico il loro re e sono le Hawaii a diventare uno stato satellite della Gran Bretagna. Il Pacifico diverrà un lago inglese? E che accadrà quando nel 1941 arriveranno gli aerei da guerra nipponici? (ancora Enrica S.)

I Giapponesi nelle Hawaii. Un'ulteriore possibilità. Adams/Anjin non prende possesso delle Hawaii per conto di Sua Maestà Britannica ma per conto del Taikun del Giappone. Oppure, se Miura Anjin è riuscito a diventare Samurai Hatamoto (vassallo diretto dello Shogun), un onore che ricompensava una personna ambiziosa e capace, che avviene se Adams/Anjin tiene le Hawaii per sé, unificando i vari clan con dei compagni samurai e proclamandosi re/daimyo dell'arcipelago delle Hawaii? Riuscirà a mantenere il suo dominio e a fare delle Hawaii un altro Giappone? (Perchè no? torna alla carica)

L'Indonesia inglese. Anche gli Inglesi si interessarono all'Indonesia, ma alla fine non combinarono nulla di concreto, e nel 1602 vennero bruciati sul tempo dagli Olandesi, che crearono la Compagnia olandese delle Indie Orientali. Ma che accade se invece l'Inghilterra riesce ad aggiungere l'Indonesia ai suoi già vasti domini? (è di Generalissimus)

Taiwan giapponese in anticipo. I Giapponesi avevano Taiwan tra i loro obiettivi da secoli: giù nel XVI secolo e all'inizio del XVII degli avventurieri tentarono di conquistarla per conto di Toyotomi e poi dei Tokugawa. Se Harunobu Arima e Maruyama Kôan riescono a conquistare l'isola, cosa succede? Olandesi e Spagnoli sarebbero autorizzati a insediarsi nell'isola e propagare il cristianesimo, ma in cambio il Giappone sarebbe totalmente chiuso, anche a Nagasaki: Taiwan diventerebbe l'anticamera del Paese del Sol Levante e il suo mercato. Si dovrà contare anche su un'importante immigrazione di Cinesi del Fujian, venuti ad aprire nuove terre con i coloni giapponesi. Ne risulterebbe una civiltà taiwanese multiculturale, vero melting pot euro-sino-giapponese ancora più forte dell'attuale cultura "globalizzata" di Nagasaki. I Qing avrebbero tutto l'interesse a tentare la conquista di quest'isola troppo vicina, ma avrebbero davanti a loro un esercito giapponese forte e già insediato nell'isola da 50 anni; nel frattempo esso avrebbe avuto il tempo di confederare le tribù locali per aiutarle a difendere l'isola. Il generale cinese Koxinga si ricorda finalmente che sua madre era giapponese e passare al servizio dello shogun con i sui uomini, facendosi nominare daimyo di Taiwan per conto suo sotto il nome di Tagawa (il nome di sua madre). Nel XIX secolo, Taiwan é giapponese da più di due secoli e potrà servire da base al Giappone imperiale per la conquista della Cina. Già nella prima guerra sino-giapponese del 1894-1895 le truppe di Taiwan sbarcano direttamente nel Fujian per occuparlo. Con il Trattato di Shimonoseki, il Giappone si fa dare non solo la Corea e la penisola del Liaodong, ma anche la zona litoranea del Fujian attorno a Xiamen. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Giappone evacua la Cina ma conserva Taiwan interamente di cultura giapponese da secoli. L'isola non viene data alla Cina e Chang Kai-Shek dovrà trovare riparo ad Hainan. Oppure al contrario Taiwan potrebbe diventare indipendente da Tokyo in questa occasione. Quale sarebbe l'impatto dell'esistenza di questa nazione mista che raccoglie di un po' tutte le altre nazioni finitime? Non potrebbe diventare un paese neutrale che permette a Cina, Corea e Giappone di dialogare insieme? Taiwan potrebbe diventare la Svizzera dell'Estremo Oriente e la base per la creazione di un'unione regionale... (made in Perchè no?)

La peste grigia. Lo scorbuto, chiamato peste grigia dai marinai che non ne capivano la natura e le cause, imperversò sulle navi per secoli, mietendo migliaia di morti tra i marinai (non tra gli ufficiali, che godevano di un'alimentazione migliore), e influenzando decisamente le scoperte geografiche e la colonizzazione, giacché alcuni Conquistadores ebbero successo solo perchè le loro navi erano state colpite casualmente meno di altre dallo scorbuto. Creduto una sorta di infezione (quando non una punizione divina) e curato invano nei modi più stravaganti, continuò a falciare le ciurme fino all'Ottocento inoltrato. Eppure Sir James Lancaster, figura di spicco della marina commerciale britannica, aveva casualmente trovato la soluzione dell'enigma. Il 1 agosto 1601, dopo quattro mesi di navigazione, nelle tre navi al suo seguito era comparso lo scorbuto, ma non nella sua, perchè aveva somministrato a ogni marinaio tre cucchiai al giorno di succo di limone. Egli non era un medico, e il suo rapporto restò sepolto negli archivi della Royal Navy. Solo nel 1747 il medico di bordo James Lind ripeté la stessa scoperta, e il suo amico James Cook riuscì a navigare in 12 anni per 300.000 km, quasi quanto la distanza della Terra dalla Luna, senza che un solo suo uomo contraesse lo scorbuto, perchè aveva imbarcato a bordo barili di limoni e lime (da cui il nomignolo di "limey" dato ai marinai britannici). In realtà infatti la "peste grigia" è una fatale carenza di vitamina C, come dimostrerà definitivamente Albert Szent-Györgyi, Premio Nobel per la Medicina nel 1937. Ma che accade se fin dal primo seicento gli inglesi si accorgono che gli agrumi sono il toccasana contro lo scorbuto, e cominciano ad imbarcarne a quintali sulle loro navi, imitati ben presto dalle altre potenze marinare? In quale modo ciò rivoluzionerà la storia della marineria? (un'altra genialata di William Riker)

Un giapponese a Venezia. Nel Palazzo Ducale di Venezia, al secondo Piano Nobile, c'è la stanza detta "Delle Quattro Porte". In essa sostavano i diplomatici in attesa di essere ricevuti. Tra le tele che costituiscono la decorazione della sala, e che dovevano mostrare ai dignitari stranieri l'importanza della Dominante nella diplomazia mondiale, c'è un quadro di Gabriele Caliari che raffigura l'incontro del Doge Marino Grimani con l'Ambasciatore Persiano Fethī Bey avvenuto nel 1603. Però inizialmente non si era pensato all'incontro con la delegazione Persiana come tema del quadro ma piuttosto all'incontro, avvenuto nel 1589 tra il Doge Pasquale Cicogna e l'Ambasciatore Nipponico Ito Mancio. L'idea venne, a malincuore, scartata perché si sarebbero dovuti ritrarre non solo il Doge e l'Ambasciatore, ma anche, per onestà intellettuale, il suo interprete, un Padre Gesuita, e purtroppo in quegli anni, siamo ad inizio '600, i rapporti tra la Dominante e la Santa Sede si stavano rapidamente deteriorando. Solo pochi anni prima la Serenissima aveva risposto alla Curia, che chiedeva che il Patriarca neo eletto si recasse a Roma per sostenere l'esame di Teologia, che la Curia stessa doveva recarsi a Venezia se voleva esaminare il Patriarca ma che prestassero attenzione.. il clima veneto è malsano per i Romani ed a volte dal cielo invece che gocce d'acqua cadano palle di ferro!! Ma se si fosse optato per mostrare l'incontro con il giapponese? Sarebbero forse migliorati i rapporti con la Santa Sede? E cosa sarebbe cambiato nelle relazioni Venezia-Giappone? (questa è di Enrico Pizzo e di Michal I)

I Ninja al potere. Uno dei termini giapponesi più popolari qui in Italia (ma come al solito meno conosciuti) è "Ninja". Ora io mi domando e dico: i Ninja avrebbero mai potuto prendere il potere nell'Arcipelago scalzando i Daimyo? E se sì, con che conseguenze? (ancora William Riker)

L'Alaska spagnola. Gli Spagnoli avevano pretese sull'Alaska che risalivano alla bolla papale "Inter Coetera" del 1493, ma non si impegnarono mai seriamente in una colonizzazione vera e propria o nella costruzione, perlomeno, di forti o insediamenti. Ma se gli Spagnoli precedessero i Russi e creassero una colonia stabile, facendo diventare l'Alaska un possedimento spagnolo a tutti gli effetti? Diventerà americana nel 1898 dopo il bombardamento ad Atracadero (Anchorage) e lo sbarco a Nueva Bilbao (Sitka)? E se invece la Spagna vendesse l'Alaska alla Germania prima della guerra contro gli USA, come ha fatto con le isole del Pacifico? Che fine farà dopo la Prima Guerra Mondiale? (è di Generalissimus)

L'Impero Russo-Polacco. Nel 1600 il nobile polacco Lew Sapieha, fautore di un'unione tra la Russia e la Confederazione Polacco-Lituana, condusse una missione diplomatica che aveva lo scopo di proporre allo Zar Boris Godunov di governare i due paesi in unione personale. Godunov rifiutò l'offerta, ma cosa sarebbe accaduto se avesse accettato? (ancora Generalissimus)

Niente Inghilterra/3. « È straordinario che un'isola con un così limitato numero di abitanti sia riuscita a tenere in pugno il mondo per oltre due secoli », ha scritto Paul Kennedy nel suo saggio "Ascesa e declino della potenza navale britannica", pubblicato in Italia da Garzanti. Secondo lo storico, il primo a intuire l'importanza di una flotta fu Enrico VIII, sua figlia Elisabetta ne godette i vantaggi, le imprese corsare di Francis Drake le fruttarono ingenti tesori e nel 1588 l'Invincible Armada andò distrutta prima di riuscire a regolare i conti con gli inglesi. I mercantili, esposti agli attacchi dei pirati, venivano fatti viaggiare sotto la scorta di navi da guerra, che avevano anche il compito di neutralizzare l'agguerrita concorrenza degli olandesi e dei portoghesi; dopo le due vittorie riportate contro la Francia (quella nella Guerra dei Sette Anni e quella contro Napoleone), l'unica potenza coloniale rivale che le era rimasta, il predominio della Royal Navy divenne assoluto, controllando l'accesso a tutti i mari e tutti i più importanti mercati del pianeta. Solo lo strapotere degli USA (sua ex colonia) nel XX secolo riuscì a toglierle lo scettro di mano. Considerando che il successo mondiale di una piccola isola nebbiosa appare oggi strabiliante ai suoi stessi abitanti, quali POD bisogna introdurre affinché la Gran Bretagna non ascenda mai come grande potenza? E in tal caso, ci sarà un equilibrio mondiale tra potenze coloniali, oppure un'altra grande nazione marinara riuscirà a sostituirla altrettanto a lungo? E quale? Con quali conseguenze sulla storia mondiale? (interessante gioco ucronico di William Riker)

Niente Italiano. Il dibattito del '500 sulla necessità di una lingua comune nella Penisola si conclude alla fine in un nulla di fatto, nonostante il parere di esimi studiosi e letterati come il Bembo, e non si giunge ad un accordo sulla lingua italiana. Sicuramente, vista la sudditanza politica di gran parte dell'Italia del tempo, è facile prevedere una maggiore influenza e penetrazione di alcune lingue straniere come lo spagnolo, che potrebbe benissimo impiantarsi come lingua ufficiale in tutto il Sud ed in Sardegna ed in misura minore anche in Lombardia, mentre il francese otterrebbe parità letteraria con l'italiano almeno in Piemonte, e nelle altre regioni si conserverebbero maggiormente i dialetti anche nello scritto. La penetrazione anche delle lingue dei conquistatori successivi avviene con maggior successo: ad esempio i Brorboni che si insediano a Napoli continuano tranquillamente a parlare ed a far redigere gli atti ufficiali in spagnolo anziché in italiano, così anche gli Asburgo impongono maggiormente il tedesco, eccetera. Anche ad Unità d'Italia avvenuta, la situazione resta comunque la stessa: con un Sud quasi completamente ispanofono ed un Nord parzialmente francesizzato o venezianizzato anche i Savoia possono fare ben poco. L'italiano, di fatto parlato solo in alcune regioni centrali, viene imposto come lingua ufficiale ed obbligatoria dalle scuole elementari, ma è comunque impossibile estirpare le lingue straniere che ormai si sono imposte nell'uso in tutta la Penisola. Una tale disparità anche linguistica tra gli italiani sarà una delle probabili cause di un federalismo già attuato nei primi anni del dopoguerra. A lungo andare una situazione simile risulta anche positiva: quasi tutti gli italiani sono perlomeno bilingui, e ciò in una futura visione di un'Europa sempre più unita rappresenta un vantaggio duraturo (come non dare ragione a Never75?)


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